Goku arrossì

di iryssha
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** cosa so, cosa non so ***
Capitolo 2: *** cosa mi piace ***
Capitolo 3: *** cosa voglio ***
Capitolo 4: *** cosa mi fa arrossire ***
Capitolo 5: *** cosa desidero ***



Capitolo 1
*** cosa so, cosa non so ***


Goku sospirò, accasciandosi su di una poltrona come un palloncino sgonfio. Aveva affrontato allenamenti duri, massacranti li aveva definiti alla fine di giornate che fine sembravano non avere mai. Ora si rendeva conto che li aveva giudicati male, esistevano cose ben peggiori. I ricevimenti di nozze, per esempio.

Appena spento l’incendio al monte Friggi Friggi aveva avuto inizio la cerimonia ed i festeggiamenti, era stato tutto così veloce e concitato che non aveva mai avuto un solo momento per tirare un sospiro. Si mise più comodo e prese a fissare il cielo che imbruniva  fuori dalla finestra, ripensando agli avvenimenti di quei giorni così folli per lui, abituato ad una vita semplice di allenamento e meditazione.

Una ragazza che tutti definivano bella lo aveva affrontato sul ring del torneo, aveva iniziato a cercare di colpirlo, quasi convulsamente, blaterando che era un bugiardo e che la doveva pagare. Senza capire di cosa stesse parlando, lui evitava i suoi colpi senza osare rispondere, ne a parole ne con i pugni. Non era solo perché era una donna ed il nonno gli aveva insegnato che le donne non si colpiscono nemmeno con i fiori (gli insegnamenti del Genio delle Tartarughe in materia di donne, a dire il vero, non era certo di averli mai capiti), era anche perché la ragazza sembrava veramente ferita nel profondo e lui odiava procurare dolore. Era sempre stato gentile con tutti, disponibile e coraggioso, non aveva negato un sorriso nemmeno dei momenti più bui. Vedendo quanto triste fosse lei non poteva fare a meno di sentirsi in colpa. Un viso così dolce, poi, non avrebbe mai dovuto essere solcato dalla tristezza.  Evitava i colpi, era veloce la ragazza! Notò anche una cosa strana, quei gesti… quella tecnica.. gli ricordavano terribilmente gli insegnamenti del Genio! Strano, inspiegabile. Che strana ragazza.

Fra i pugni e le schivate fecero un patto: se lui l’avesse battuta lei gli avrebbe detto perché lo odiava tanto. Goku sperava di non essere lui la causa delle sua rabbia, ma ancor di più sperava di poterle essere d’aiuto. La colpì una volta sola, non voleva farle del male ma doveva farla cadere dal ring o quello scontro si sarebbe protratto all’infinito. Finì addosso al muro di mattoni, lui fu contento di vedere che non le aveva procurano nessun vero danno. A quel punto Chichi si era presentata, Goku non poteva credere che fosse la stessa bambina timida e tenera che aveva aiutato anni addietro. In effetti aveva proprio ragione, le aveva promesso che sarebbe tornato ma fra gli allenamenti e le sfide che aveva dovuto affrontare, se ne era scordato. Quando poi gli fu spiegato cosa voleva dire davvero la promessa fatta, impallidì e, soprattutto, capì come mai l’aveva resa tanto furiosa e triste. Una promessa è una promessa, la sua parola era sempre stata mantenuta e così le chiese di sposarlo. Il viso di Chichi si era illuminato, raggiante disse di sì, disse che lo perdonava. Goku la guardò per un istante e sorrise a sua volta, pensò che era così doveva essere quel viso tanto dolce, nessun’altra espressione doveva rovinare qualcosa di così sincero.

Quando era scoppiato l’incendio aveva cercato di mettere tutti in salvo, ma Giumaho era rimasto intrappolato. Goku non ci aveva pensato due volte, saltò sulla sua nuvola, prese Chichi con sé ed andarono alla ricerca di ciò che serviva per salvarlo. Durante quella spedizione gli capitò di soffermarsi sulla ragazza, rivide lo sguardo che aveva notato durante il loro scontro. Era triste, tristissima. Quel viso non doveva essere triste. Notò anche che, nonostante lo sconforto, non si era fermata un istante né aveva avuto esitazioni. Chichi non si era abbandonata al panico, come era comprensibile che avrebbe fatto chiunque in una situazione del genere. Lei no, lei era saltata sulla nuvola ed era corsa a salvare il padre, con la mente lucida ed i passi decisi. Già sulla nuvola, questa l’aveva portata senza fatica nonostante non fosse una bambina, proprio come faceva con lui. Il cuore di Chichi doveva essere puro, proprio come quel suo viso.

Arrivarono fino alle viscere della Terra per raggiungere il loro scopo, chi avrebbe mai pensato che lì avrebbero trovato l’adorato nonno? Quanto gli era mancato in quegl’anni, come lo rese felice vedere che la morte non lo aveva sconfitto e lui, ancora felice, aiutava qualcun altro come aveva insegnato al nipote. Il nonno aveva chiesto chi fosse Chichi e Goku aveva immediatamente risposto: “La mia ragazza!” Con che spontaneità aveva pronunciato quelle parole! Solo qualche istante dopo averle dette si rese conto di averle pronunciate per davvero. Si domandò cosa questo significasse, ma non ebbe tempo di cercare risposte.

Ora, però, seduto su quella poltrona a guardare il cielo aveva un po’ di tempo per pensare. Per pensare a Chichi.

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Capitolo 2
*** cosa mi piace ***


Goku si rese conto di aver giurato di stare con Chichi per sempre. Cosa questo comportasse, però, ancora non lo aveva chiaro. Lei diceva d’amarlo, spesso lo chiamava “Amore Mio”, lui non sapeva nemmeno cosa significasse. Cosa diavolo significava amare qualcuno? Cosa significava “Per Sempre”?

-Urca…- sospirò sommessamente, sopraffatto dai dubbi. Cominciamo dalle cose semplici, pensò, alle cose che so. Chichi è indubbiamente carina. E forte. Determinata ma anche gentile. E poi c’era quel suo viso, quella luce che aveva quando era felice e quello sconforto che lo pervadeva ogni volte che si intristiva od arrabbiava. Chichi gli piaceva. Però non era come le altre cose che gli piacevano, cioè non era come il pollo fritto né come una bella dormita. No, non era qualcosa che voleva consumare ma qualcosa che voleva avere vicino. Gli piaceva come gli piaceva il Genio, Crilin, Bulma, il nonno… no era qualcosa di ancora diverso. Gli piaceva stare con lei, nel senso che gli piaceva averla accanto. Gli piaceva guardarla. Non gli bastava pensarla e sapere che lei gli voleva bene, per essere appagato.   Gli piaceva sentirla stretta a sé. Gli piaceva quando lei gli si aggrappava al braccio, sollevava lo sguardo verso di lui e sorrideva. Gli piaceva vedere quanto autoritaria e decisa sapeva essere anche quando avrebbe dovuto disperarsi. Gli piaceva quando si nascondeva dietro di lui mostrandosi fragile.

-Goku.- Si sentì chiamare dalla voce limpida e squillante alla quale stava pensando ed un brivido gli percorse la schiena. Un brivido. Nemmeno lo scontro con Junior lo aveva fatto rabbrividire. Lei comparve sulla porta, gli fece segno di raggiungerla. –Se ne sono andati tutti, finalmente siamo soli a casa nostra. È tardi, meglio se andiamo a letto.- disse, ed arrossì. Goku non capì.

Guardarono la camera da letto, la loro camera da letto, non avevano mai dormito con qualcun altro.

-Sai, Goku, questa è la nostra prima notte di nozze.- mormorò Chichi arrossendo.

-Eh già. Siamo sposati ora. Non ho ancora capito bene come funziona.-

-Nemmeno io, lo capiremo insieme. Anzi, forse essere sposati significa proprio questo.- Gli sorrise, di nuovo quel sorriso dolce e luminoso. –Vado in bagno a prepararmi, tu comincia a metterti a letto.- Gli disse e veloce sgattaiolò in una porticina dall’altro lato della camera. Lui si tolse i vestiti da cerimonia e si infilò sotto le coperte fredde, si sdraiò a pancia in su mettendo le mani sotto la nuca e prese a fissare il soffitto. Cosa significava essere sposati? Per sempre? Amore?

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Capitolo 3
*** cosa voglio ***


La porta del bagno si aprì, Chichi aveva una camicia da notte bianca che le cadeva sul corpo come fa la neve sulle colline nelle mattine senza vento. Quando Goku la vide il cuore gli fece un tuffo, era la prima volta che pensava fosse bella, anzi non lo aveva mai pensato di nessun’altra, non nel modo in cui lo pensava ora.

Spense la luce ed anche lei si mise sotto le coperte, gli si strinse. Era calda e morbida, il suo respiro lento così rilassante, si stava così bene lì. Goku arrossì. –Goku, sai cosa significa che è la nostra prima notte di nozze?- Un altro significato? Cominciava a non sopportarlo più. Perché non poteva essere tutto semplice come in un combattimento leale? –Beh no, non ne ho mai avute prima.- Chichi rise.

-Nemmeno io. Però credo che tutto cominci con un bacio.- Il viso di entrambi avvampò, lui si girò verso di lei e la guardò un istante. Le diede una carezza ed avvicinò il volto. Le diede un bacio, casto e leggero sulle labbra, tenero come un bambino. Lui la guardava e sentiva che doveva esserci qualcosa di più, non sapeva cosa né come doveva comportarsi ma il suo cuore, che violento aveva preso a battergli in petto, gli diceva che c’era. Le prese il viso tra le mani e la baciò ancora, più profondamente. Lei gli passò le dita fra i capelli, lo strinse a sè restituendogli il gesto. Erano sempre baci ma ogni volta c’era qualcosa di più. Ad ogni bacio si avvicinavano ma, soprattutto, si sentivano più vicini. Si stringevano di più, si toccavano di più, la temperatura pareva alzarsi e la voce dei pensieri soffocarsi. Goku finì sopra di lei senza smettere di baciarla, senza sapere come capì che differenza c’era fra l’affetto provato per gli altri e quello provato per Chichi. Lei la voleva vicino e la voleva tutta per sé. La voleva e lei era sua. Non era questo che intendeva quando gli diceva che lo amava?

Seguendo l’istinto, guidandosi a vicenda, desiderandosi erano arrivati a quel “di più”. Lei gli era finalmente vicina quanto l’avrebbe sempre voluta, gli pareva fragile e forte insieme. Era completamente sua ed in qualche modo anche lui sentì d’appartenerle. Quel volto raggiante, cosa sarebbe stato disposto a fare per rivederlo? Quanti nemici avrebbe affrontato, impavido grazie al coraggio che lei gli avrebbe dato? Quante volte avrebbe salvato il mondo per rivederla sorridere? Per carezzarle i capelli, per baciarle le labbra, per abbracciarla. Quante volte?

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Capitolo 4
*** cosa mi fa arrossire ***


Dopo si sentì stanco, leggermente affannato, felice. Avvertiva il calore di Chichi ed il suo respiro tornato calmo e regolare, la fece mettere con la testa poggiata sul suo petto. Sentiva il suo profumo e la morbidezza dei suoi capelli, gli pareva piccola e delicata come le margherite ma sapeva che non lo era. Era una ragazza, una donna, forte e risoluta che si sarebbe sempre imposta e, cocciuta, si sarebbe fatta valere. Avrebbe difeso l’onore suo e del marito in un modo in cui lui, forte in battaglia ma impacciato in tutto il resto, non avrebbe mai potuto fare. Goku sapeva bene di essere infantile ed imbranato, era il guerriero più forte dell’intero pianeta ma il suo cuore era rimasto quello di un bambino. Forti e fragili, lo erano entrambi ma in modi diversi. Chichi gli piaceva, ed era fatta per lui come lui era fatto per lei, esattamente come il cielo è fatto per abbracciare la terra. Lui era un guerriero e giurò di combattere sempre, come pochi mesi prima aveva fatto contro Junior, per la salvezza del pianeta, dei suoi cari e di Chichi. Sarebbe stata una donna sola, nel profondo del suo cuore lui lo presagiva, come sapeva che il suo destino era battersi tutta la vita. Lei era forte, lei avrebbe resistito. In quel momento capì che quella era l’unica donna con cui sarebbe mai potuto stare, l’unica in grado di giurargli fedeltà ed, un giorno, crescere i suoi figli. Capì che tutto questo lei già lo sapeva, fin da quando si erano incontrati e, ancora bambino, lui aveva combattuto per lei.   

 –Chichi, credo di aver capito cosa significa “amare”.- sussurrò d’improvviso, finalmente tutto gli parve chiaro. -Davvero? Avanti dimmelo.-

-Significa che ti proteggerò sempre.- Le guance di lei si colorarono ancora, guardandolo negli occhi gli disse che lo amava e che gli sarebbe stata accanto per sempre. Il suo viso si illuminò nuovamente di quella luce di cui si era, lo poteva dire ormai, innamorato.

Ancora appoggiata sul suo petto, mormorando quanto fosse felice, Chichi si assopì. Goku arrossì.

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Capitolo 5
*** cosa desidero ***


Scusa Chichi, ma io devo andare.

Sono passati così tanti anni da quella notte, da quella nostra prima notte meravigliosa. Cinque anni di pace abbiamo trascorso, con il nostro piccolo Gohan così sveglio ed intelligente. Poi di nuovo la guerra, ogni volta peggiore delle precedenti. E la morte. Morire è una strana sensazione cara, ho sofferto molto ma non me ne lamento. Tu hai sofferto di più, ma sapevamo entrambi sarebbe stato così.

Dicono che dietro ogni grande uomo c’è una grande donna, e tu sei la mia. Per questo ti ho scelta, per questo ti amo e ti amerò per sempre. So che è una magra consolazione sapere che per me non c’è mai stata nessun’altra, ma ti dovrà bastare. Ti ho lasciata sola ad aspettarmi per anni interi, ho lasciato soli i nostri figli. Non ho visto Gohan diventare uomo né Goten nascere, credimi quando dico che questo è il mio più grande rammarico. Quei primi cinque anni di matrimonio li terrò sempre cari, ma sapevamo entrambi che quella non poteva essere la mia vita. E i dieci anni appena trascorsi non sono forse stati splendidi? Noi due insieme, Goten che cresce sereno e Gohan che si sposa ed ha una figlia. La gioia di quei giorni insieme non è stata forse più profonda del dolore patito, in quegl’anni di lontananza? Avere la nostra famiglia unita.

Quel tuo viso che nulla avrebbe dovuto mai turbare a volte si è corrucciato, ma la luce nei tuoi occhi non si è mai spenta. È perché eravamo insieme, è perché sai quanto ti amo. Sono un guerriero ed il mio compito è proteggere, questo è il mio modo d’amare, proprio come ti dissi quella notte. Non capisci? Devo proteggere la Terra, devo combattere e devo allenarmi; è tutto ciò che so fare e che ho sempre fatto!

Ho mantenuto tutte le mie promesse: di proteggerti, di rispettarti, di salvare i miei cari ed ora devo mantenere anche questa. Ho desiderato che Manjin Bu si reincarnasse in un essere buono ed ho giurato che, se così fosse stato, lo avrei allenato e mi sarei misurato con lui. È successo, Ub diventerà il combattente più forte che si sia mai visto, a lui spetta il compito di guardiano di questo pianeta. Lo ammetto, lo faccio anche perché voglio misurarmi con lui, voglio diventare sempre più forte anche io. D’altro canto io sono così, io sono questo. Lo hai sempre saputo, anche per questo mi hai scelto.

È un fulmine a ciel sereno, so che ti ho nuovamente ferita. Odio ferire qualcuno che amo. Tu sei colei che amo più di tutto, e ti amo proprio perché conosco la tua forza e so che resisterai anche a questo.

Sono stato un buon padre Chichi, ho salvato i nostri figli, li ho amati ed allenati affinché potessero sempre contare sulle proprie forze pur sapendo che, anche se non fisicamente, io sarei sempre stato con loro. Tutto quello che faccio, che ho sempre fatto, l’ho fatto per voi e tu lo sai. L’amore non si misura dai giorni passati insieme ma da quello che si è disposti a sacrificare per chi si ama. Ed io mi sono sacrificato, sono morto per voi e non solo una volta. Pensi davvero che io non abbia patito la vostra mancanza? Ho desiderato vedervi ogni giorno in cui non c’ero, ma sapevo che quello che stavo facendo mi sarebbe servito a sconfiggere il male e a salvarvi. So che anche tu ti sei sacrificata, rimanendo da sola ad aspettarmi e crescendo sola i nostri figli.

Sei sconvolta lo so, non c’è nessuna guerra al momento eppure ti abbandono lo stesso. Puoi odiarmi, ma so che ti arrabbierai e lo farai proprio perché non puoi smettere di volermi bene. Sarò per sempre tuo marito, ma purtroppo non mi avrai come mi avevi quella notte ed io non potrò stringerti a me come feci quella notte. Il mio cuore però è per sempre tuo, tuo e dei nostri figli e della mia nipotina Pan e di tutti coloro che ci sono stati accanto.. soprattutto tuo che sarai sempre mia moglie.

Non piangere Chichi, quel tuo viso non deve essere solcato dalla tristezza, non deve perdere la sua luce. In fondo non sarà per sempre, tornerò appena avrò finito di allenare Ub e staremo di nuovo insieme, non ci vorrà molto. A quel punto non sarò più io a combattere per il pianeta. Tornerò perché voglio invecchiare con te e morire tra le tue braccia quando sarà per sempre. Tornerò non temere, il mio destino è questo ma il mio desiderio sei tu. Tu che mi aspetterai, tu che mi sgriderai e poi mi abbraccerai. Tu che sei l’unica che mi fa arrossire.

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