Brilliant College of Art and Science di Shira (/viewuser.php?uid=16687)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo giorno al college ***
Capitolo 2: *** I ragazzi più popolari della scuola ***
Capitolo 3: *** Frammenti di vita ***
Capitolo 4: *** Nuove conoscenze ***
Capitolo 5: *** Shopping! ***
Capitolo 6: *** Trappola di ghiaccio ***
Capitolo 7: *** Caramelldansen ***
Capitolo 8: *** Ricordi dolorosi ***
Capitolo 9: *** Pace? (parte 1) ***
Capitolo 10: *** Pace? (parte 2) ***
Capitolo 11: *** Un nuovo arrivo ***
Capitolo 1 *** Primo giorno al college ***
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La giornata era
soleggiata e gli uccellini cinguettavano allegri, le nuvole si facevano da parte
per far filtrare i raggi solari e il vento carezzava lentamente la pelle dei
viandanti...
Insomma, un tempo degno
di una favola.
Peccato che Chichi
DelToro non si sentiva affatto dentro una favola. Anzi, le sembrava di essere
finita dentro un incubo.
A ben vedere, si sarebbe
potuto parlare di un rapimento. Sì, suo padre l'aveva rapita! Aveva fatto le
valigie a sua insaputa, l'aveva tolta dal registro del College a sua insaputa e
l'aveva fatta salire sulla macchina, costringendola. Ma ovviamente la polizia
non le avrebbe mai dato ragione, era condannata.
E adesso, sotto
questo cielo terso che prometteva aspettative di gioia lei si sentiva come la
protagonista di un film horror. In piedi, sola, abbandonata al suo destino; il
cancello si era chiuso alle sue spalle e lei adesso era dentro il giardino del
Brilliant College of Art and Science.
Il nuovo College in cui sarebbe dovuta andare adesso che
si era trasferita...nulla a che vedere con il suo vecchio college, le bastava
guardarsi intorno ed osservare gli studenti che aspettavano di entrare per
rendersene conto. Tanto per cominciare il suo era un college femminile, mentre
questo era misto, inoltre lei era abituata a portare un'uniforme, mentre lì non
sembrava necessario visto che tutti erano vestiti in modo diverso. E aveva anche
sentito dire che ogni studente era libero di scegliere i corsi che voleva
frequentare...non era abituata a tutta questa libertà. Era sempre stata abituata
a seguire regole e decisioni imposte da altri e adesso tutta questa libertà
improvvisa la faceva soffocare.
Ma ormai
non aveva altra scelta, quindi tanto valeva farsi coraggio ed entrare. Osservò
rapidamente i suoi vestiti: indossava una maglietta verde a maniche lunghe, e
sopra aveva un vestitino bianco con dei piccoli fiori rosa ricamati, non portava
calze e i suoi piedi erano protetti da leggere scarpe di tela bianche. Tutto
sommato non le sembrava male...
Cominciò
ad incamminarsi, guardandosi attorno per osservare i suoi futuri compagni. Erano
divisi in tanti gruppetti, qualcuno ripassava, altri fumavano, qualcuno sembrava
intendo a giocare con un gameboy. Chichi varcò la porta d'ingresso, trovandosi
davanti un ingresso enorme, che sembrava snodarsi in altri locali, probabilmente
altrettanto grandi, tramite la porta che si poteva scorgere sull'altro lato. Un
suicidio. Si guardò intorno, in cerca di qualcuno che potesse darle indicazioni
quando fu sorpresa da una voce alle sue spalle.
“Ciao, hai bisogno di aiuto?”
Si
voltò, incontrando gli occhi di una ragazza che doveva avere la sua stessa età,
era alta, con un corto caschetto di capelli blu e due grandi occhi
azzurri.
“Ehm...sì, grazie. Mi chiamo Chichi DelToro e sono nuova
qui...puoi...aiutarmi?”
L'altra
annuì gentilmente con un grande sorriso.
“Certo! Io sono Bulma Brief, per qualsiasi cosa puoi chiedere a me,
sarò felice di aiutarti!”
Chichi
sorrise, osservando la ragazza con cui aveva appena fatto amicizia, aveva un
abbigliamento molto professionale, un completo azzurro con camicetta bianca.
Chichi stava ancora osservando l'abbigliamento quando la giovane si mosse,
dirigendosi verso una bacheca poco distante.
“Hai già deciso quali corsi frequentare?”
Chichi
scosse la testa negativamente.
“Ok, allora guarda” le indicò una bacheca su cui erano appesi dei
fogli “Sono divisi per giorno e per orario. Ecco, vedi, tutte le materie
disponibili il lunedì” indicò i primi fogli in alto a sinistra “Per primi i
corsi disponibili dalle 8:30 alle 10:00 poi quelli seguenti. Puoi scegliere tu
quali corsi frequentare”
Chichi
annuì, iniziando ad osservare la lista. Il lunedì alle otto e mezzo erano
disponibili: Storia dell'Architettura, Etica della biologia, Letteratura
inglese, Moda e design. Bè, non aveva molti dubbi sulla
scelta.
“Credo che frequenterò Letteratura
inglese...”
Rapidamente segnò sulla sua agenda l'aula in cui si svolgeva la
lezione. Bulma annuì sorridendole.
“Perfetto”
All'improvviso Chichi alzò la testa, colta da una domanda
impellente.
“Ma...occorre iscriversi ai corsi?”
Bulma
annuì “Sì, sono a frequenza obbligatoria. Ma stai tranquilla, è sufficiente che
oggi, un po' prima dell'inizio della spiegazione, vai dal professore e gli dai
il tuo nome e il numero di matricola. Ti hanno già consegnato la tessera
scolastica?”
Chichi
annuì tranquillamente. Sì, era arrivata il giorno prima per posta,
fortunatamente. Tremava all'idea di essere costretta a cercare la segreteria in
quel caos.
Bulma la
squadrò da capo a piedi, quindi, con innocenza, le chiese.
“Hai una borsa di studio?”
La
giovane DelToro annuì arrossendo leggermente
“Sì...la retta è troppo alta per mio padre. Ho vinto una borsa di
studio nel college che frequentavo l'anno scorso. Anche qui spero sia possibile
vincerle”
Bulma
annuì tranquillamente
“Sì, certo. Anche io sono qui grazie alla borsa di studio” sorrise “Ci
sono diversi modi per ottenerla. Il primo è frequentare più corsi di quelli
necessari per avere un surplus di crediti, ovviamente per ogni esame il voto
dovrà essere minimo 28, altrimenti niente borsa di studio” una piccola pausa
interruppe il suo discorso “Altrimenti, puoi partecipare alle attività che danno
diritto a una borsa di studio” con aria professionale indicò una lista poco
distante “Il migliore o i migliori, a seconda, di ognuna di quelle attività
riceve una borsa di studio. Anche se a volte la trovo un'ingiustizia, molti di
loro potrebbero farne a meno, visto che nuotano
nell'oro”.
Il tono
dell'ultima affermazione era acido e Chichi preferì non commentare, ma era
d'accordo con la neo-amica. Anche nel suo ex-college erano state assegnate borse
di studio a persone che avrebbero potuto tranquillamente pagare la retta e così
molti bisognosi avevano dovuto abbandonare gli studi.
Si
avvicinò comunque alla lista, per dare un'occhiata alle attività. Lieta di
rendersi utile, Bulma iniziò ad elencarle.
“Allora...vediamo cosa può esserci per te...allora...Squadra di
calcio...no, questa è una squadra maschile...” si fermò, voltandosi verso
Chichi.
“Sai, il capitano della squadra di calcio, Goku Son, è un mio vecchio
amico. Siamo praticamente cresciuti insieme, ma poi alle superiori abbiamo
frequentato amicizie diverse e così ci siamo un po' persi di vista. E' un bravo
ragazzo, ed è anche carino, ti consiglio di parlarci” così dicendo strizzò
l'occhio alla giovane mora, che per tutta risposta diventò rossa come un
pomodoro. Bulma non sembrò curarsene e proseguì.
“Unico consiglio: parlagli quando è da solo, e non quando è con i suoi
amici, quelli sono solo degli snob”
Chichi
annuì, prendendo nota mentalmente del consiglio, non voleva partire con idee
prevenute verso i suoi compagni, ma allo stesso tempo non voleva mettersi nei
guai, quindi considerava utile un consiglio su chi era meglio
evitare.
Bulma
decise di andare avanti con l'elenco di attività.
“Squadra di basket...anche questa maschile, quindi niente. Il capitano
è Vegeta Prince, uno spocchioso piccolo riccone snob...però devo ammettere che è
fico, finchè sta zitto. Comunque ti consiglio di evitarlo, è arrogante e
presuntuoso e ama mettersi in mostra”
Anche in
questo caso, Chichi prese appunti mentalmente, anche se una fotografia le
sarebbe stata utile, per sapere chi era quel Prince, altrimenti evitarlo sarebbe
stato difficile.
Ancora
una volta, Bulma proseguì con l'elenco.
“Squadra di Chimica. E' quella di cui faccio parte io, è così che ho
ottenuto la borsa di studio. Ti interesserebbe
partecipare?”
Chichi
scosse la testa lentamente, sorridendo gentile.
“Non credo di essere abbastanza brava da meritare una borsa di
studio”
Inoltre
odiava la chimica, ma non le sembrava il caso di dirlo a Bulma.
“Capisco. Allora andiamo avanti...squadra di pallavolo femminile. Come
te la cavi?”
Chichi
annuì, segnandosi sull'agenda orari e luogo di incontro.
“Me la cavo abbastanza bene, penso di andare a dare un'occhiata...c'è
altro?”
“Sì...cheerleaders. Ma non te le consiglio, il loro capitano, Marion
Davis, è un'antipatica vipera snob”
Chichi
annuì. Non avrebbe fatto la cheerleaders neanche se il capitano fosse stato la
ragazza più simpatica dell'intera scuola.
“Poi...vediamo...Corso d'arte...”
“Ecco, questo potrebbe andare!”
disse
Chichi raggiante, adorava disegnare, quindi poteva provare, nella speranza di
essere abbastanza brava.
Bulma la
osservò
“La borsa di studio viene data ai due studenti più bravi. Il secondo
non so chi sia e forse se sei brava potresti batterlo, la prima...” fece una
lieve pausa “Bè, la più brava del corso è convinta che i muri della scuola siano
la sua tela personale”
con un
gesto secco del braccio indicò il muro dall'altra parte della stanza, seguendo
il movimento Chichi vide un gigantesco murales. Stranamente prima non l'aveva
notato, nonostante fosse enorme, ma probabilmente era troppo tesa e non avrebbe
notato neanche un meteorite caduto a due centimetri da lei.
Osservò
con curiosità il murales. Raffigurava un drago blu con scaglie dorate che
sputava fuoco, il fuoco colpiva un blocco di ghiaccio, sciogliendolo in parte.
Era un fuoco così realistico che Chichi aveva quasi paura di scottarsi
toccandolo. La sua attenzione fu catturata dal ghiaccio che si stava
sciogliendo, il blocco era azzurro con lievi riflessi quasi bianchi, ed
osservando bene i riflessi si poteva notare che formavano la scritta
“C18”.
“Ma è stupendo!” esclamò Chichi, stupita e ammirata “C18 è la sua
firma?”
Bulma
annuì “Sì. Il suo vero nome è Belle Lefauvre. Antipatica. Snob. Egoista.
Permalosa. Presuntuosa. Lesbica...non che questo sia un difetto, ma lei è una di
quelle che sono donne solo anatomicamente, e questo la rende ancora più...come
dire...bulla....ed è pure vandala!”
Chichi
annuì distrattamente. Non apprezzava affatto chi imbrattava i muri, anche se con
opere d'arte; anche lei lo considerava un atto di vandalismo, ma doveva
ammettere che quel murales era sicuramente una vera e propria opera d'arte, una
delle più belle che avesse mai visto.
“Comunque bisogna dire che è davvero brava. Sia nella tecnica sia nel
simbolismo” ammise Bulma con un lieve sospiro.
Chichi
rimase stupita dall'ultima parola e la guardò con curiosità.
“Simbolismo?”
Bulma
annuì appena
“Sì, osserva bene il fumo che esce dal contatto tra la fiamma e il
ghiaccio. Cosa vedi?”
Chichi
fece come le era stato detto, concentrandosi sul fumo. Inizialmente non riuscì a
capire di cosa stava parlando l'amica, poi lo vide. Il fumo era stato creato con
diverse sfumature di grigio, ogni sfumatura variava pochissimo rispetto
all'altra, ma ce n'era una molto più chiara. A prima vista sembravano ghirigori
senza senso, ma se si osservava attentamente si poteva notare che quel movimento
aveva un senso, seguendo quel filo grigio che si dipanava in modo apparentemente
casuale si poteva notare che formava una scritta in corsivo,
“love”.
“Love...ma continuo a non capire”
Bulma
sorrise
“Perchè non conosci ancora Belle!” disse ridacchiando “Vedi, oltre ai
difetti che ti ho già elencato, Belle ne ha anche altri. E' dura e fredda,
proprio come un pezzo di ghiaccio. Non è un caso se ha scritto il suo nome
proprio nel blocco. Ora unisci questo alla scritta che si forma quando il fuoco
scioglie il ghiaccio...”
fece una
leggera pausa, come per invitare Chichi a continuare il
ragionamento.
“Ho capito”
disse
quest'ultima, con un sorriso.
“Belle si è innamorata di qualcuno. Per questo il fuoco ha sciolto il
ghiaccio?”
“Precisamente” rispose Bulma con tono orgoglioso, come una madre
quando finalmente il figlio capisce quanto fa due più due. “Esatto, e adesso
vediamo di finire di ricostruire il simbolismo” ridacchiò appena “Belle ha fatto
questo murales appena arrivata, il primo giorno del college. Il preside Clayton
l'ha vista, ma invece di punirla ha aspettato che finisse e poi l'ha invitata ad
iscriversi al corso d'arte, nella speranza che la professoressa Sprite riuscisse
a canalizzare la sua vena artistica verso qualcosa di meno distruttivo. Non ha
funzionato molto perchè continua a considerare i muri una sua proprietà
personale, però è diventata il lustro e l'orgoglio del corso e della
professoressa”. Mentre parlava si era avvicinata a una bacheca vicino al
murales, e istintivamente Chichi l'aveva seguita. La bacheca era piena zeppa di
foto.
“Ora, devi sapere che il college è gemellato con la Hudson
High School. Di solito i ragazzi
da là vengono qua, ma soprattutto siamo gemellati per le attività sportive,
artistiche e culturali. Quindi qui sono appese le foto anche degli allievi della
Hudson. Fin qui mi segui?”
Chichi
annuì, osservando le varie fotografie e chiedendosi dove la giovane volesse
andare a parare.
“Bene, allora guarda” così dicendo Bulma indicò una fotografia appesa
alla bacheca “Noti niente?”.
Chichi
si concentrò su quella fotografia, a giudicare dalla targhetta si trattava della
squadra di cheerladers della Hudson. Era una fotografia scattata due anni prima.
Chichi si accorse subito di ciò che voleva farle notare Bulma: la divisa delle
cheerleaders della Hudson era blu con i bordi in oro.
“Dunque Belle si è innamorata di una delle cheerleaders della
Hudson”
Bulma
annuì “Sì, una che due anni fa era alla Hudson” confermò.
Chichi
rimase ad osservare la fotografia ancora qualche istante, per poi voltarsi verso
Bulma.
“C'è una cosa che non capisco...”
Bulma la
osservò, con stupore “Cosa?”
“Bè...perchè farlo qui? Qui la cheerleader a cui è rivolto non può
vederlo”
Bulma
scosse negativamente la testa. “No, non è così. Guarda, la cheerleader in
questione è questa”
Tornò ad
indicare la foto della Hudson, ma questa volta il suo indice era posato su un
soggetto in particolare. Una ragazza con lunghi capelli blu seduta in prima
fila.
“Sì...ma...”
“E
adesso, ecco qui...”
Spostando la mano, indicò una foto poco distante, questa volta
raffigurava la squadra di cheerleaders del college ed era stata scattata l'anno
prima. La mano di Bulma indicava una ragazza in piedi vicino all'insegnante. Era
la stessa ragazza della precedente foto.
“Oh! Quindi anche lei è alla Hudson!”
Bulma
annuì, sorridendo “E, tanto per la cronaca, è Marion Davis”
Chichi
annuì, ricordandosi i commenti poco lusinghieri fatti poco prima da Bulma.
Dunque Belle era innamorata del capitano delle cheerleader. Che, a detta di
Bulma, era una vipera. Quindi, forse, l'amore di Belle non era ricambiato.
Improvvisamente si intristì, ricordando un episodio del suo passato. Frequentava
ancora la Midgney High School ed era follemente innamorata di uno dei calciatori
della scuola, Andrew Weeves. Vista la sua passione per il disegno aveva deciso
di dichiararsi con un'immagine, invece che con le parole. La mascotte della
squadra di calcio di Andrew era un procione, così lei ave a disegnato un
procione con la maglia numero 9, il numero di Andrew, e vicino un toro rosa con
tanti fiorellini, con riferimento al proprio cognome. Il disegno era stato
riempito di cuoricini. Certo, non era all'altezza di quel murales, ma non le
sembrava male. Ma ad Andrew non era piaciuto, l'aveva strappato in mille pezzi,
gettandoglieli poi in faccia e l'aveva lasciata lì, a piangere come una stupida
di fronte a tutti. Non conosceva Belle, ma se anche fosse stata la ragazza più
antipatica del mondo sperava con tutto il cuore che non avesse ricevuto lo
stesso trattamento. Bè, almeno Marion di sicuro non aveva potuto fare a pezzi il
murales e gettarglielo addosso.
“Bulma”
La
ragazza si voltò, inclinando leggermente la testa con aria
interrogativa
“Marion si è comportata bene?”
La
giovane dai capelli blu inclinò un sopracciglio, guardandola con espressione
incuriosita e perplessa.
“Prego?”
Chichi
arrossì leggermente
“Sì, insomma, quando ha visto il murales. Insomma, come ha preso la
dichiarazione?”
Bulma
spalancò gli occhi e scoppiò a ridere, così forte che alcuni studenti si
voltarono a guardarla prima di rintanarsi nelle rispettive
classi.
“Oddio!”
Bulma
continuava a ridere e Chichi proprio non riusciva a capire cosa avesse detto di
così buffo.
“Belle è piena zeppa di orgoglio! Non avrebbe mai rischiato di perdere
la sua dignità con una dichiarazione pubblica rischiando di essere rifiutata
platealmente! Il suo orgoglio non avrebbe retto!”
Chichi
rimase zitta, osservandola e producendo un leggero brontolio di stupore. Bulma
decise di proseguire per renderle tutto più chiaro.
“Non è una dichiarazione. Belle e Marion stavano già insieme quando
sono arrivate qui, semplicemente Belle ha voluto fare questo murales. Se giri
per la scuola ne trovi altri con più o meno lo stesso significato, o che
comunque riguardano loro, ma non sono dichiarazioni. Semplicemente Belle è una
tipa di poche parole, quindi le viene più facile esprimere le proprie emozioni
così che non con un lungo discorso articolato” ridacchiò leggermente “Per il
resto...non ti so dire se c'è mai stata una dichiarazione, chi l'ha fatta a chi
e come si è evoluta la faccenda. Non c'ero. Quando le ho conosciute io stavano
già insieme, quindi se sei proprio interessata alla loro vita sentimentale devi
chiedere a qualcun'altro” ridacchiò ancora e Chichi scosse leggermente la
testa.
“No, no, era solo una curiosità”
Bulma
annuì “Comunque devo dire che non mi sarebbe affatto dispiaciuto vedere un due
di picche rifilato a Belle. Forse questo l'avrebbe resa meno
presuntuosa”
Chichi
non era affatto d'accordo, ma ancora preferì non dire nulla.
“Ci sono altre attività?”
Bulma
annuì “Sì, ma è quasi ora di lezione, meglio andare”
Chichi
annuì, quindi tornò ad osservare il murales, mentre Bulma si incamminava al
piano di sopra, verso le aule.
Improvvisamente Chichi si rese conto di non sapere dove si trovasse
l'aula di Letteratura Inglese, sapeva il numero, ma non la sua locazione. Si
voltò di scatto, ma troppo tardi...Bulma era sparita.
Non le
restava che salire e trovare da sola l'aula che le occorreva.
_______________________________________________________
Piccolo spazio autrice:
Ecco a voi una nuova fanfiction in ambiente scolastico. Dopo aver concluso
"Scuola Superiore" devo ammettere che mi mancavano le fanfiction di questo
genere. Per questo ho deciso di farne un'altra xD Le due in verità sono molto
diverse, non solo per ambientazione ma anche per contenuti. Spero che la mia
nuova fanfiction vi piaccia ^^
Questo primo capitolo serve un po' per introdurre i vari personaggi, è venuto
più lungo di quello che pensavo, ma pazienza xD
Spero che non vi annoierà il lungo dialogo, purtroppo era necessario per far
comprendere alcune cose, prometto che nei prossimi capitoli ci sarà più azione
xD
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Capitolo 2 *** I ragazzi più popolari della scuola ***
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Chichi era salita al piano di sopra e subito cominciò a guardarsi
attorno. C'erano moltissime aule e delle scale che portavano al piano superiore,
dove probabilmente avrebbe trovato altre aule, e la cosa peggiore era che non
c'era nessuno a cui chiedere. Certo, era ancora presto, ma per quanto ne sapeva
la classe si sarebbe potuta trovare dall'altra parte dell'edificio, o
addirittura in uno degli altri edifici annessi, anche se di quest'ultima
eventualità dubitava. Doveva assolutamente trovare l'aula di letteratura o si
sarebbe trovata nei guai, non poteva arrivare in ritardo il suo primo giorno.
Continuò a far saettare lo sguardo in ogni direzione, ma dovette
arrendersi all'evidenza: non c'era nessuno. Poi il suo sguardo fu catturato da
delle figure in penombra. Allora c'era qualcuno! Non le aveva notate prima
perchè si trovavano dalla parte opposta del corridoio, ma ora si diresse con
passo fiero verso di loro. Dopo pochi passi, però, fu costretta a fermarsi, ora
che si era avvicinata riusciva a distinguere più nettamente le tre ragazze. Due
erano sedute sulla balaustra che dava direttamente sopra le scale del piano
sottostante, erano in equilibrio precario e Chichi sperò che non cadessero
proprio sotto i suoi occhi; la terza era in piedi vicino a loro. Fu su
quest'ultima che si canalizzò tutta l'attenzione di Chichi, era una ragazza con
lunghi capelli blu che le accarezzavano il fondoschiena e grandi occhi blu che
parevano offuscati da una noia ultraterrena; portava un abito rosa fin troppo
corto e sicuramente troppo scollato e delle scarpe al tennis verde mela da cui
fuoriuscivano dei corti calzini bianchi appallottolati all'estremità. A Chichi
bastò una sola occhiata per riconoscerla: era Marion Davis.
Bulma le aveva raccomandato di stare alla larga dal capitano delle
cheerleaders, ma a lei serviva assolutamente sapere dove si trovava l'aula di
Letteratura, a costo di chiederlo proprio alla ragazza. In fondo, non l'avrebbe
certo morsa per una domanda innocente, no?
Rinfrancata da questi pensieri, si avvicinò con passo deciso al
gruppetto di ragazze, ora che le guardava bene, le sembrava di aver visto nella
foto anche le altre due ragazze, dovevano essere cheerleaders anche loro.
Sperava solo di non essere finita in una commedia americana.
“Ciao” esordì sfoderando il suo sorriso migliore “Tu sei Marion
Davis, giusto?”
Marion si voltò verso la nuova arrivata, inarcando un sopracciglio e
guardandola come avrebbe guardato uno scarafaggio prima di
schiacciarlo.
“Sì...vuoi un autografo?”
Chichi rimase per qualche secondo stupita. Era una battuta? Doveva
ridere? O forse davvero esistevano dei fan che le chiedevano autografi? Nel
dubbio continuò a sfoderare un sorriso a trentadue denti.
“No, mi servirebbe sapere dov'è l'aula di Letteratura Inglese, se per
cortesia puoi aiutarmi” disse in tono gentile, ma subito Marion voltò lo
sguardo, come se il fatto di non essere una sua fan svuotasse la nuova arrivata
di ogni barlume di interesse.
Chichi sbatté gli occhi un paio di volte, osservando Marion che aveva
ripreso a parlare con le altre due come se niente fosse. Subito sentì un moto di
irritazione crescerle da dentro lo stomaco. Ma chi si credeva di
essere?
“Hey, ti ho fatto una domanda, potresti almeno essere così gentile da
rispondere!” esclamò irritata, guadagnandosi un'occhiata di stupore dalle
cheerleaders che sedevano sul cornicione; ma Marion continuò ad
ignorarla.
La giovane DelToro stava per infuriarsi di nuovo, quando una quarta
figura si unì al quadretto, arrivando dalle scale del piano di sopra.
“Hey, hai dei problemi?”
Al suono di quella voce brusca Marion si voltò e squittì qualcosa.
Sì, Chichi non poteva trovare altro modo di definire quel suono...aveva
squittito, c'era poco da dire. La mora osservò la nuova arrivata,
indietreggiando di un passo.
“No, no” disse velocemente, l'ultima cosa che voleva era cominciare a
litigare, anche perchè dal comportamento di Marion aveva intuito si trattasse di
Belle Lefauvre. La squadrò con ammirazione, ricordandosi del murales. Era alta,
più di Marion, i corti capelli biondi le accarezzavano le spalle e aveva due
profondi occhi dello stesso colore del ghiaccio. Il suo abbigliamento era
semplice e sobrio, indossava un paio di jeans con degli scarponi neri, e sopra
portava un giubetto di pelle, anch'esso nero, che impediva di vedere che
maglietta indossasse. La nuova arrivata si avvicinò a Marion, ignorando
completamente Chichi; squadrò la fidanzata da cima a fondo e inarcò un
sopracciglio.
“Come. Ti. Sei. Vestita?!” scandì ogni singola parola, terminando con
un intonazione stupefatta e a tratti quasi irritata, Chichi inclinò la testa di
lato, curiosa della scenetta che si stava dipanando davanti ai suoi occhi, anche
se ancora un po' preoccupata per la lezione.
Marion sorrise, avvicinandosi a Belle e cingendole il collo con le
braccia. “Oh, avanti, non ti piace?” appoggiò la testa nell'incavo della sua
spalla, chiudendo gli occhi.
Chichi spostò lo sguardo sul volto di Belle e lo vide granitico,
sembrava scolpito nel marmo, alla giovane vennero i brividi soltanto a
guardarlo.
“No. Non se lo indossi quando tutti possono vederti”
Marion si separò leggermente dalla ragazza, per poterla guardare
negli occhi. “Guardare ma non toccare” disse come se fosse una piccola cantilena
infantile.
Il volto di Belle rimase impassibile, e Chichi decise di usufruire di
quel momento di silenzio per ripetere la sua domanda.
“Ehm...scusa...Belle...sei Belle, vero? Ecco...sai dirmi dove si
trova l'aula di Letteratura Inglese?”
L'artistica C18 si era voltata a guardarla quando era stata
interpellata, ma subito tornò a voltarsi verso la fidanzata, senza rispondere
alla domanda di Chichi, senza neanche guardarla una seconda volta. Chichi sgranò
nuovamente gli occhi, ormai era giunta alla conclusione di essere entrata in una
scuola di snob.
Belle continuava a ignorarla, preferendo rivolgere le sue attenzioni
alla cheerleader; con un gesto secco aprì la lampo del giubetto e se lo sfilò,
rivelando sotto di esso una maglietta bianca, al cui centro capeggiava la
rappresentazione dello stesso murales del piano di sotto, evidentemente doveva
averla fatta stampare appositamente. Marion però non sembrava sorpresa, quindi
Chichi intuì che non si era tolta il giubetto per fargliela vedere. Con un gesto
fulmineo Belle lanciò la giacca sulle spalle di Marion.
“Copriti”
Con un lieve sorrisetto sarcastico la giovane eseguì l'ordine,
indossando il giubetto e chiudendolo, nascondendo al pubblico almeno le forme
superiori. Belle annuì ma il suo sguardo tornò ad accigliarsi per la gonna
troppo corta. Per quella, purtroppo, non si poteva fare nulla.
“Devo andare a lezione, adesso...” mormorò, per poi aggiungere in
tono perentorio “Questa è l'ultima volta che ti vesti così!”
Marion annuì, ridacchiando appena, quindi si avvicinò a Belle,
sporgendosi in avanti. La bionda arrossì leggermente, sembrava quasi turbata da
qualcosa, poi stampò un leggero bacio sulle labbra della fidanzata.
“Ci vediamo dopo” così dicendo sparì dentro un'aula poco distante,
senza voltarsi indietro. Chichi osservò la pesante porta blu chiudersi dietro di
lei.
Lo sguardo di Chichi tornò verso Marion, osservandola stupita.
Avrebbe giurato che si sarebbe tolta la giacca, una volta fuori dal campo visivo
di Belle, invece continuava a tenerla, ridacchiando appena. In un lampo Chichi
cominciò a pensare che si fosse messa quel vestito apposta perchè la fidanzata
le desse la giacca, ma non aveva tempo di pensare a queste frivolezze, ormai
erano le otto e ventotto, tra due minuti sarebbe cominciata la lezione e lei
ancora non sapeva dove trovare l'aula.
Fu la voce di Marion a riportarla alla realtà.
“Hey, e tu che ci fai ancora qui?” chiese la ragazza dai lunghi
capelli blu con tono disgustato “L'aula che cerchi è quella in cui è entrata
Belle. Sbrigati, il prof odia i ritardatari”
Mentre le rivolgeva queste semplici parole si era incamminata verso
l'aula più vicina, dalla parte opposta rispetto a quella in cui era entrata
Belle. Senza degnarla di una seconda occhiata spalancò le porte tinte di rosa
dell'aula come se dovesse entrare in un saloon e Chichi non potè trattenere una
smorfia di disprezzo. Quasi le dispiaceva che una persona ricolma d'arte come
Belle volesse stare con un'ochetta simile.
Ma non potè indugiare ulteriormente in questi pensieri, perchè con la
coda dell'occhio notò un professore avvicinarsi all'aula dalle porte blu, subito
si precipitò verso di lui.
“Buongiorno, sono Chichi DelToro e sono appena arrivata. Questa è
l'aula di Letteratura Inglese?”
Il professore sorrise e annuì “Esatto, signorina, venga, si
accomodi”.
Il professore aprì la porta e Chichi entrò, guardandosi attorno ed
osservando i presenti. L'aula era molto diversa da quelle a cui era abituata.
Nel suo vecchio college non esistevano banchi come alle superiori, c'erano solo
una decina di lunghi banchi disposti a scala con molti posti per ogni banco, e
ognuno si sedeva dove capitava. Invece qui l'atmosfera era più simile a quella
che si respirava alle superiori. I banchi erano singoli e uniti a gruppi di due,
in fondo alla stanza c'erano due gruppi di tre, e anche se non poteva esserne
sicura intuiva che, esattamente come alle superiori, ogni iscritto al corso
avesse il suo banco e si potesse sedere solo lì, per non rubare il posto agli
altri.
Tutti i presenti si erano immediatamente voltati verso di lei,
evidentemente doveva essere una novità, per loro, che una nuova iscritta
arrivasse quando i corsi erano già cominciati, anche se solo da due settimane.
L'unico banco libero era quello in prima fila, vicino a Belle, per questo vi si
avvicinò.
Fece solo pochi passi e subito la bionda diede un calcio al tavolo,
spingendolo verso Chichi e colpendola sullo stomaco, fortunatamente con poca
forza.
“Ma che diavolo!” esclamò Chichi, massaggiandosi lo stomaco
colpito.
Belle alzò le spalle con noncuranza, impassibile.
“E' l'unico banco libero. Se non vuoi sederti per terra devi prendere
quello e sistemarlo da qualche parte. Vicino a me non ci stai”
Chichi rimase sorpresa da quelle parole, ma ancora di più la sorprese
il fatto che il professore, entrato subito dopo di lei, non dicesse nulla, come
se lanciare banchi addosso alle nuove arrivate fosse perfettamente normale.
Il professore posò la borsa sulla cattedra, quindi sorrise
indulgente.
“Belle, è una nuova arrivata, trattala bene”
La bionda non disse nulla, limitandosi a scuotere negativamente la
testa, mentre il prof sospirava con rassegnazione.
Improvvisamente dal fondo della sala si levò una voce.
“Professore, ho un'idea!”
Chichi alzò la testa cercando il ragazzo che aveva parlato, e lo
individuò subito a causa della mano che aveva alzato per ottenere l'attenzione
del professore.
Era un ragazzo non troppo alto, ma con i muscoli al posto giusto; la
cosa che più colpì l'attenzione di Chichi furono i capelli: alti, a forma di
fiamma, neri come la notte.
Il professore inarcò un sopracciglio.
“Tu, Vegeta?! Sentiamo...”
Vegeta. Dunque quello era Vegeta Prince, il capitano della squadra di
basket. Allora forse il ragazzo vicino a lui era Goku Son, l'amico di Bulma.
Chichi spostò lo sguardo in direzione del compagno di banco, arrossendo
leggermente quando i suoi occhi si posarono su di lui. Era più alto dell'amico,
anche lui quanto a muscoli non aveva nulla da invidiare a nessuno, e i lucidi
capelli neri erano sparati in ogni direzione. Doveva ammettere che era veramente
un ragazzo molto carino.
“Che ne dice se la nuova arrivata viene qui al posto di Kaharot? Lui
può andare vicino a Belle”
No, a quanto pareva non si trattava di Goku, ma di un certo Kaharot.
Chichi spostò l'attenzione verso il professore, che sembrava
pensieroso.
“D'accordo, per me va bene” disse annuendo leggermente e facendo un
cenno della mano verso Kaharot “Goku, vieni qui vicino a Belle, su. Fate veloci
che così cominciamo”
Ah, quindi sì, era Goku! Kaharot doveva essere un soprannome, o
magari un secondo nome. Chichi sorrise, gioiosa. Peccato non avere lui, come
compagno di banco, ma avrebbe avuto altre occasioni di parlargli.
Goku sistemò il banco calciato dall'artista nuovamente al suo posto e
si sedette, sistemando la borsa sotto il tavolo, Chichi invece si sedette vicino
a Vegeta, in penultima fila.
“Ehm...ciao, io sono Chichi DelToro”
Quella era un'altra persona da cui Bulma l'aveva messa in guardia, ma
visto che doveva essere il suo compagno di banco per quella lezione, tanto
valeva fare conoscenza.
“Vegeta Prince” rispose quello con un lieve sorrisetto ironico. Il
professore incominciò la lezione e così Chichi si impegnò nel prendere più
appunti possibili.
Dopo meno di un minuto che la lezione era incominciata avvertì la
mano di Vegeta posata sulla sua sedia, vicino alla sua gamba. Decise di non dire
nulla, probabilmente si era solo sbagliato, oppure gli serviva un appoggio.
Continuò a prendere appunti come se non fosse successo niente, ma dopo pochi
secondi avvertì la mano di Vegeta sulla sua coscia.
Arrossì violentemente e con un moto di stizza spostò la mano e lanciò
un'occhiata di fuoco a Vegeta, che sorrise lievemente, continuando a fissare la
lavagna. Chichi tornò a concentrarsi sugli appunti, cercando di non pensare
all'incidente.
Ma dopo pochi istanti la mano di Vegeta tornò all'attacco, questa
volta, però, con un gesto fulmineo si fiondò direttamente tra le gambe di
Chichi. La ragazza si alzò di scatto con un grido, richiamando l'attenzione di
tutti i presenti, professore compreso.
Vegeta ridacchiava e Chichi intuì immediatamente che quell'arrogante
non ci stava realmente provando, voleva solo divertirsi a metterla in
imbarazzo.
Il professore sbatté gli occhi un paio di volte.
“C'è qualche problema, signorina DelToro?”
Chichi si voltò verso di lui quasi con stupore. L'aveva chiamata per
cognome, ma poco prima Goku, Vegeta e Belle erano stati chiamati con il loro
nome...già, ma loro erano i più popolari della scuola...
“Preferirei cambiare posto, professore!” disse con tono perentorio.
Il professore non disse niente, ma lanciò un'occhiataccia a Vegeta, come se
avesse capito perfettamente quello che aveva fatto.
“Bene, allora...Goku, Vegeta, scambiatevi i posti e vediamo di
riuscire a concludere la lezione senza ulteriori interruzioni”.
Goku si alzò senza una parola e subito Chichi notò che non aveva
estratto nulla dalla borsa quando si era spostato la prima volta...allora forse
lo sapeva che si sarebbe dovuto spostare di nuovo!
Chichi si sentì ricolma di rabbia, era stato tutto un
complotto.
Vegeta prese posto accanto a Belle, strizzando l'occhio alla bionda e
riuscendo a strapparle un sorriso. Anche Belle quindi sapeva cosa aveva
fatto.
Perfetto, la vita in quel college sarebbe stata un vero inferno.
Probabilmente doveva esserlo per tutte le ragazze prese di mira da Vegeta
Prince.
Goku si sistemò accanto a lei e Chichi lo squadrò con sospetto, prima
di sedersi. Il moro se ne accorse e le sorrise.
“Tranquilla, io sono quello buono” disse ridendo a bassa voce per non
farsi sentire dal professore. Anche Chichi sorrise. Quel ragazzo le piaceva,
aveva un sorriso spontaneo e una risata aperta e sincera. Certo, questo non
cancellava il fatto che fosse amico di Vegeta e sicuramente a conoscenza delle
sue azioni.
La lezione trascorse tranquilla accanto a lui, inoltre parlarono
sottovoce per un po' e Chichi venne a conoscenza di molte cose su quel ragazzo
così gentile. Aveva conosciuto Vegeta e Belle al primo anno di scuola superiore,
all'epoca era un ragazzetto allegro ed estroverso ma un po' infantile e per
questo spesso preso di mira dagli altri ragazzi. Certo, avrebbe potuto
difendersi facilmente, ma era una persona buona e preferiva subire piuttosto che
fare del male agli altri. Vegeta aveva deciso di prenderlo sotto la sua ala
protettiva e di insegnargli come agisce un vero uomo. Non che Goku fosse sempre
d'accordo con la sua visione del mondo, ma conoscendolo aveva imparato ad
apprezzarlo ed erano diventati buoni amici.
“Quindi sei diventato amico di Belle perchè era amica di Vegeta?”
aveva chiesto Chichi, curiosa.
Goku aveva annuito appena.
“Praticamente sì. Cioè, l'ho conosciuta così, poi...bè, siamo
diventati amici perchè è simpatica e mi piace parlare con lei”
Chichi a queste parole aveva sollevato un sopracciglio con aria
interrogativa e Goku aveva sfoderato un sorriso a trentadue denti.
“Sì, lo so che a prima vista non sembra...ma ti assicuro che è una
brava persona, non è cattiva è solo molto chiusa e per questo mostra soltanto il
lato peggiore di lei. Non sto dicendo che non abbia effettivamente i difetti che
gli altri notano. Li ha, certo, però...non così accentuati, ecco”
aveva fatto una piccola pausa, sorridendole
“Bè...per farti capire...se un giorno la vedrai con Marion, la sua
fidanzata, oppure con noi, quando è sola con noi, intendo...bè, capirai. Quella
è la vera Belle, voi potete vederne solo una parte, e la stessa cosa vale per
Vegeta. Sono due brave persone, a modo loro, ma a causa del loro comportamento
in pubblico gli altri riescono a vedere solo il lato buio della loro
luna”
Chichi aveva sorriso, e aveva pensato che era davvero dolce da parte
sua difendere i suoi amici in questo modo. Anche se secondo lei sia Vegeta che
Belle erano indifendibili. Soprattutto Vegeta, ci vedeva poco di buono in ciò
che aveva fatto, ma aveva preferito non dirlo a Goku.
Alla fine della lezione Chichi si alzò, riponendo il quadernetto
degli appunti e la penna nella sua borsa, anche Goku si era alzato, ma era
rimasto fermo per qualche secondo, come se stesse indugiando su qualcosa. Chichi
ne approfittò per fargli una domanda.
“Mi sai dire a che ora comincia la seconda lezione? E magari anche le
altre...” voleva sapere quanto tempo aveva per tornare al piano terra a dare
un'occhiata agli altri corsi.
Goku sembrava sorpreso, ma rispose come se niente fosse.
“Ti spiego l'orario. La prima lezione va dalle 8:30 alle 10:00. La
seconda dalle 10:15 alle 12:00. Poi c'è la pausa-pranzo e dobbiamo tutti andare
in mensa a mangiare. Le lezioni quindi riprendono alle 13:30, fino alle 15:00.
Poi dalle 15:15 alle 17:00. Quindi dalle 17:15 alle 19:00. A quel punto si va a
cena. Ci vogliono fuori dalla mensa per le 20:30. Poi si può passare il tempo
come si preferisce, ma alle 22:00 in punto si deve essere nei propri dormitori.
Ovviamente questo è l'orario generale, ma nessuno riempie tutte le ore dei
corsi, sarebbe un suicidio”
Chichi annuì, sorridendogli. Bene, aveva un quarto d'ora per
scendere, scegliere il corso e trovare qualcuno che le indicasse l'aula.
Wow.
“Chichi...”
La voce di Goku la riscosse dai suoi pensieri e la ragazza si voltò
verso di lui.
“Per curiosità...tu pensi di andare alla festa di inizio
anno?”
Chichi sbatté un paio di volte gli occhi, osservandolo.
“Non sapevo che ci fosse una festa”
Goku annuì appena, con il suo solito sorriso a trentadue denti
stampato in volto. “Sì, c'è ogni anno. Verrai?”
La giovane annuì leggermente “Sì, penso di sì. Potrebbe essere una
buona occasione per conoscere dei compagni di corso”
Goku annuì “Perfetto. Bè, ci vediamo”
Senza aggiungere altro prese la sua borsa e si diresse verso
l'uscita, raggiungendo Vegeta e Belle che, per la verità, l'avevano già chiamato
almeno una decina di volte mentre parlava con Chichi.
La giovane DelToro sorrise e si avviò verso l'uscita, ma il
professore la fermò sulla soglia.
“Signorina DelToro, questi sono i libri necessari per il corso” le
passò un foglio di carta che subito Chichi prese “Quando ha tempo può dare
un'occhiata nella libreria subito davanti alla scuola”.
Chichi annuì sorridendo e si diresse verso l'uscita.
____________________________
Spazio autrice:
Eccovi un nuovo capitolo di questa scuola! Chichi
ha fatto la conoscenza dei ragazzi più popolari della scuola, che a quanto pare
non le sono molto simpatici (Goku escluso). Come andrà a finire?
Ringrazio belzita_09 per
aver messo la mia storia tra i preferiti. Mi piacerebbe avere un tuo commento,
per sapere cosa ne pensi della storia ^^
Allo stesso modo ringrazio Simy99 per aver messo la mia storia tra le seguite ^^ Anche a te
chiedo un commento per sapere se la storia continua a piacerti ^^
Su, su, ragazzi, commentate! xD Accetto
anche eventuali commenti negativi ^_-
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Capitolo 3 *** Frammenti di vita ***
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Chichi
arrivò davanti alla bacheca con le lezioni e la lesse velocemente, interessata a
scoprire cose le riservava la giornata. A quanto pareva aveva un po' di tempo
libero prima di partecipare a un'altra lezione interessante: decise di spenderlo
andando nella libreria indicatale dal professore.
In quel
momento sentì un rumore per le scale e si voltò, scorgendo Bulma che scendeva
sorridente.
“Ciao
Chichi!” disse scendendo gli ultimi scalini e fermandosi accanto alla
mora.
“Ciao!”
Chichi era contenta di rivedere finalmente una faccia amica, una persona con cui
poteva parlare tranquillamente “Sai, ho incontrato tutti e quattro...i più
popolari, dico”.
Bulma annuì
distrattamente “Sì, hai scelto Letteratura Inglese...Marion però fa Design, dove
l'hai vista?”
Chichi si
accigliò a quella domanda, avrebbe voluto dimenticare l'incontro con quella
snob, si chiedeva come facesse Belle a sprecare il suo tempo con quella...certo,
Belle non era molto meglio, ma almeno era un'artista.
“Si trovava
nel corridoio, con altre due ragazze”
Bulma annuì
ancora
“Sì. Millie
Cradford e Jenny Campbell” disse con tono annoiato “Stanno sempre appiccicate a
Marion, anche se non credo che lei le sopporti molto...però le piace l'idea di
avere due ragazze che pendono dalle sue labbra”
Chichi
rimase sorpresa dalle parole di Bulma, a lei era sembrato che fossero
semplicemente sue amiche.
“Ah, Goku
mi ha parlato di una certa festa...ne sai qualcosa?”
Bulma
spalancò gli occhi, assolutamente atterrita.
“Ti ha
invitato alla festa?!”
Sembrava
shockata e Chichi si affrettò a negare con un cenno della testa, rossa in
volto.
“No, no, mi
ha solo chiesto se ci andavo...”
Bulma
sembrò più serena, dopo questa risposta.
“Bè, è una
festa che si fa ogni anno, per dare il benvenuto ai nuovi studenti e far
divertire quelli vecchi. L'anno scorso Goku c'è andato con Jenny, penso lo farà
anche quest'anno...” disse con tranquillità, senza notare il volto abbattuto di
Chichi a quelle parole.
“Quindi
Goku e Jenny stanno insieme?”
Di nuovo
Bulma spalancò gli occhi, e Chichi iniziò a pensare di aver detto qualcosa di
estremamente sciocco.
“Certo che
no! Solo che Jenny e Millie sono sempre appiccicate a Marion e ci pensano Goku e
Vegeta a portarle alla festa. Almeno, l'anno scorso hanno fatto così, e credo
che non abbiano motivo di cambiare quest'anno. E' semplicemente per permettere a
Marion e Belle di stare un po' in pace senza quelle due a ronzare intorno come
mosche fastidiose”
Chichi
annuì, sollevata, sentiva distintamente che un peso le era stato appena levato
dal cuore; allora, forse, Goku non aveva affatto una fidanzata. Anzi,
sicuramente non l'aveva se portava alla festa Jenny solo per fare un favore a
Belle.
La voce di
Bulma la destò dai suoi pensieri.
“Che
lezione hai?”
Chichi la
guardò, sorridendo “Nessuna, pensavo di andare in libreria a prendere i libri
per Letteratura Inglese. Vieni con me o hai lezione?”
Bulma
indicò con un cenno del capo il tabellone.
“Mi
dispiace, ma ho Matematica”
Chichi
annuì, leggermente dispiaciuta, quindi osservò Bulma tornare a salire le scale
per andare a lezione, e si avviò verso l'uscita del college.
-------------------------------------------------------------
Nel
frattempo, ad un paio di edifici di distanza, dentro uno dei dormitori, Belle
stava seduta alla sua grande scrivania in noce. Davanti aveva un quaderno con
degli schizzi a matita: paesaggi, animali, volti, o anche figure astratte; tutte
le idee erano sommariamente schizzate in quel quaderno ad anelli, per poi essere
trasposte su carta, tela o muro. Accanto alla scrivania c'era un cavalletto con
una tela coperta. Era un quadro a cui stava lavorando, in verità era finito ma
le sembrava che mancasse ancora qualcosa per renderlo perfetto, qualche tocco di
luce. Nessuno l'aveva mai visto, nemmeno Marion; non permetteva a nessuno di
vedere le sue opere finchè non le giudicava finite.
Tornò a
concentrarsi sullo schizzo a cui stava lavorando, dando qualche leggero colpo di
matita per definire le ombre, le sembrava che tutto sommato stesse venendo bene,
ancora qualche ritocco e poi avrebbe potuto cominciare il dipinto su
tela.
In quel
momento sentì bussare alla porta. Con rapidità chiuse il quaderno e lo nascose
in un cassetto che chiuse a chiave. Si alzò per andare ad aprire, e mentre
camminava verso la porta si sistemò la chiave al collo, grazie al cordoncino di
seta a cui l'aveva precedentemente attaccata: in questo modo era sicura di
perderla, ed era anche sicura che nessuno l'avrebbe presa.
Aprì la
porta, furente per essere stata interrotta, e si trovò davanti il volto allegro
e sorridente di Marion.
“Ciao!”
La giovane
bionda la guardò leggermente accigliata
“E' anche
camera tua...perchè hai bussato invece di aprire con la tua
chiave?”
Marion
sorrise ancora di più, avvicinandosi alla ragazza.
“Ovviamente
per darti il tempo di nascondere il quaderno”
Belle
arrossì leggermente. Ormai la fidanzata conosceva bene le sue abitudini, e
sicuramente sapeva che se si era rintanata in camera come un topo era perchè
aveva qualche idea per uno schizzo.
“Entra”
disse soltanto, con tono perentorio, non le piaceva stare davanti alla porta,
dove tutti potevano vedere e sentire.
Lasciò che
la fidanzata varcasse la soglia, e poi richiuse violentemente la porta dietro di
lei, quasi sbattendola. Osservò la ragazza dai capelli blu, che in verità aveva
fatto solo pochi passi all'interno della camera.
“Come mai
sei qui?”
“Non ho
lezione, lo sai” rispose Marion con tranquillità, stringendosi di più nella
giacca precedentemente presa dalla bionda “E invece di andare a fare compere ho
pensato di venire qui, da te” fece una piccola pausa, muovendo qualche passo
verso la porta “Ma, se preferisci, me ne vado e ti lascio con i tuoi schizzi”.
Il tono provocatorio della frase non sfuggì a Belle, che per risposta afferrò
Marion prendendola per la vita; la porta chiusa era subito dietro di loro e la
bionda non tardò a spingere indietro la fidanzata, perchè ci si appoggiasse.
“Troppo
tardi” rispose con un lieve sorriso malizioso, cominciando a tracciare una scia
di baci infuocati sul collo della giovane; contemporaneamente, con un gesto
armonioso e delicato, fece scivolare la giacca lungo le spalle della ragazza,
facendola finire a terra, dove presto sarebbe stata raggiunta dal vestitino
rosa. “Non si entra nella tana del lupo per poi uscirne come se niente
fosse...”
--------------------------------------------------- “E passa quella cavolo di palla,
cazzo!”
L'urlo si propagò per tutto il campetto di calcio,
mentre Vegeta sorrideva ironico, seduto sui gradini di pietra degli spalti. Goku
era un ragazzo gentile ed educato, ma quando si trovava su un campo da calcio
cambiava completamente: diventava deciso, determinato. Voleva vincere, voleva
dimostrare di essere il migliore, e non tollerava che degli incompetenti
rovinassero la sua partita.
In quanto a Vegeta, lui non amava il
calcio, preferiva di gran lunga il basket, gli piaceva vedere le ragazzine
estasiate durante i suoi canestri. Certo, non che Goku grazie al calcio avesse
meno ammiratrici, ma non sembravano interessargli poi molto.
Si stiracchiò leggermente, tornando a
concentrarsi sull'allenamento: lui e Goku avevano fatto un patto. Lui andava a
vedere Son all'allenamento del lunedì, e, in cambio, Goku andava a vedere Prince
in quello del martedì, sul campo da basket. Gli piaceva esibirsi di fronte
all'amico, fargli vedere quanto era bravo. In verità ciò che gli piaceva era
rimarcare la sua superiorità. Non facevano lo stesso sport, ma questo non era un
deterrente, per Vegeta, continuava a pensare che avrebbe saputo giocare a calcio
meglio di quanto Goku avrebbe potuto fare con il
basket.
Il mister fischiò e tutti i giocatori si
diressero verso gli spalti per riposarsi, prima di cominciare con la seconda
fase dell'allenamento.
Goku si diresse da Vegeta e prese al volo
la bottiglietta d'acqua che l'amico gli aveva appena
lanciato.
“Ti stai divertendo,
Veg?”
L'altro annuì tranquillamente, guardandosi
attorno.
“Certo, mi divertirei di più se ci fossero le
cheerleaders”
Goku rise alla battuta e alzò le spalle
con noncuranza.
“Agli allenamenti non vengono, ma domenica per la
partita sicuramente ci saranno”
Vegeta annuì senza rispondere, guardandosi
attorno.
Goku ripose la bottiglia d'acqua sugli
spalti, e poi tornò a guardare Vegeta, a disagio. Il ragazzo se ne accorse
prontamente.
“Che c'è?”
Goku alzò le spalle e chiese, con finta
noncuranza
“Niente, mi chiedevo se avevi già deciso chi
portare alla festa di inizio anno”
Vegeta assottigliò lo sguardo, osservando
l'amico con sospetto.
“Ovviamente Millie, chi altro dovrei portare? Anche
perchè ti ricordo che ha una passione per i giocatori di basket” sorrise
maliziosamente, guardando l'altro ragazzo “E anche tu l'anno scorso avevi
concluso con Jenny, no?”
Goku annuì con un'espressione di
disgusto.
“Diciamo che mi è saltata addosso come una
ninfomane e non ho potuto fare altro che assecondarla. E' un miracolo che il mio
amico abbia funzionato!”
Vegeta, dopo aver posto la domanda, aveva
iniziato a bere dalla stessa bottiglietta di Goku e adesso, a causa della
risposta, rischiò di strozzarsi. L'acqua gli andò di traverso e lui cominciò a
tossire, sputandone una parte che gli bagnò tutta la
maglietta.
Cominciò a ridere, comparendosi la mano
con la bocca.
“Sei sempre il solito! Non è che sei
gay?”
Goku scosse la testa, con un sorriso
ironico stampato in volto
“No, tranquillo. Mi piacciono le donne, ma quelle
serie non le maniache sessuali”
Vegeta lo guardò incuriosito, inclinando
leggermente la testa.
“E hai trovato una ragazza seria da portare alla
festa?”
Goku scosse le
spalle
“Forse. Ci sto pensando,
su”
Vegeta si alzò di scatto dal gradino su
cui era seduto.
“La tipa nuova?!” chiese a metà tra lo sconvolto e
l'incredulo.
Goku annuì leggermente, scatenando
un'altra crisi di risa nel povero Vegeta.
“Che c'è da ridere?”
Vegeta lo osservò con
serietà.
“No, no, è fuori discussione. Abbiamo una
reputazione da difendere!”
Goku sbuffò
leggermente
“Oh, avanti, non credo che portare una ragazza di
sani principi alla festa leda la mia reputazione”.
In quel momento il mister fischiò
nuovamente, costringendo i calciatori a tornare in campo.
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Capitolo 4 *** Nuove conoscenze ***
La prima cosa che Marion vide quando aprì gli occhi fu la sveglia. Ma non l'orario che segnava, soltanto l'oggetto voltato verso il muro. Di scatto si alzò, mettendosi seduta e guardandosi attorno. Era la sua camera e lei era nel suo letto, nuda, coperta solo da un lenzuolo. Evidentemente doveva essersi addormentata subito dopo aver finito il randez-vous con la fidanzata.
Allarmata afferrò la sveglia, voltandola di scatto. Un sospiro di sollievo uscì dalle sue labbra quando constatò che non era in ritardo per la lezione. Ed era una fortuna, normalmente non le interessava molto saltare delle ore, soprattutto se le passava in modo così piacevole, ma questa volta per lei era importantissimo presentarsi e seguire le spiegazioni dell'insegnante.
Si voltò verso l'altro lato del letto -o forse era più corretto dire l'altro letto, visto che il loro giaciglio era formato da due letti affiancati, sembrava che la loro richiesta di un letto matrimoniale avesse scandalizzato l'intero istituto-, era pronta a vedere la fidanzata ancora profondamente addormentata, era sicura che avesse dormito anche lei, più per timore di svegliarla muovendosi che per vero sonno; però stranamente non la trovò al suo fianco.
Sbatté gli occhi un paio di volte e afferrò delicatamente l'orario delle lezioni, scarabocchiato in fretta su un foglietto sopra il comodino. Lo scorse rapidamente con lo sguardo, inarcando le sopracciglia in un'espressione di stupore. Non aveva sbagliato, ricordava bene, a quell'ora Belle aveva la lezione di Storia dell'Arte, l'unica lezione che saltava sempre. Non si era mai presentata una sola volta in tutto il corso, possibile che proprio quel giorno avesse deciso di fare uno strappo alla regola?
Improvvisamente i suoi pensieri furono interrotti da un rumore a cui fino a quel momento non aveva fatto caso: l'acqua stava scorrendo nel bagno, sembrava il rumore della doccia, quindi forse Belle era ancora nella stanza...oppure si era fatta la doccia dimenticandosi di chiudere l'acqua, anche quello era possibile.
Si alzò e aprì l'armadio, estraendone una camicia da notte che si mise addosso velocemente. Prima che potesse dirigersi al bagno, però, ne uscì proprio la bionda, che la guardò con un sorriso, mentre si frizionava i capelli con un grosso asciugamano. Anche lei era nuda, e le sue forme erano coperte solo da un asciugamano bianco che le fasciava il corpo.
“Hey, sei sveglia” disse, sorridendo “Senti, puoi chiudere tu la doccia? Io devo vestirmi e asciugarmi i capelli, ed ho i secondi contati” continuò raggiungendo velocemente il suo armadio e iniziando a frugare tra i cassetti in basso.
Marion la guardò, leggermente stranita: Belle non era mai stata quel tipo di persona che fa le cose in fretta.
“Vai...a Storia dell'Arte?” chiese Marion, titubante. Se le avesse risposto di sì probabilmente avrebbe pensato che aveva una tresca con un'altra ragazza, per questo sperò che la risposta fosse negativa. Belle scosse la testa, regalando a Marion un momento di sollievo.
“Mentre dormivi mi ha chiamato Vegeta. Mi ha detto che Goku stava finendo l'allenamento...” Marion rimase ad ascoltarla, chiedendosi come tutto quello si sposasse con la fretta che manifestava Belle, ma la fidanzata continuò “...mi ha chiesto se ero libera, così dopo la doccia di Kaharot potevamo andare a comprare i vestiti, visto che lui e Goku sono liberi” fece una breve pausa “E visto che sarà difficile trovare un altro momento per trascinare quel tonto a comprare un gessato, fosse per lui vestirebbe sempre con la tuta da calcio”.
Marion si lasciò andare ad un ulteriore sospiro di sollievo ed andò a chiudere la doccia prima di provocare un'inondazione in quella piccola camera. Dopo pochi secondi Belle apparve, in intimo, ed afferrò il phon per asciugarsi i capelli.
“Mi prendi i vestiti intanto, per favore? Così risparmio tempo”
Marion ridacchiò appena, dirigendosi di nuovo verso la camera. Era incredibile come Belle fosse divorata dalla fretta, probabilmente aveva paura che se ritardava Goku avrebbe cambiato idea e non ci sarebbe più stato verso di trascinarlo in un negozio di completi eleganti. Paura legittima.
Aprì nuovamente l'armadio ed iniziò ad osservare i vestiti della bionda, cercandone uno che non infrangesse tutti i canoni dell'estetica. Dopo un'accurata selezione prese un paio di jeans molto attillati e a vita bassa, una maglietta nera, un golfino grigio con cinturino marrone da abbinare e un paio di stivali neri con il tacco largo e basso. Con questo abbigliamento si presentò dalla ragazza, posando tutto sul lavello.
“Ecco qui, è l'unica cosa di buon gusto che ho trovato nel tuo armadio”
Belle lanciò un'occhiata agli abiti, terminando si spazzolarsi i capelli, un lieve ghigno nacque sulle sue labbra.
“E immagino che sia un caso che questi vestiti me li abbia comprati tu”
Marion alzò le spalle in un gesto di noncuranza e Belle iniziò a vestirsi.
Davanti al dormitorio stazionava una grande Porche grigio metallizzato, al volante sedeva Vegeta Prince, mentre Goku prendeva posto dietro di lui.
“Dio, ma quanto ci mette! Deve solo scendere!” sbuffò Prince, impaziente.
Goku sorrise “Bé, magari doveva vestirsi”
Vegeta lo osservò, sorpreso “Poteva scendere così com'era, dobbiamo andare in uno stupido negozio a prendere degli stupidi vestiti, mica a una sfilata di moda!”
Un ghigno si delineò sul volto di Goku “Tu stai dando per scontato che Belle fosse vestita”
Vegeta alzò un sopracciglio, annuendo appena “Sì, giusto, mi ero dimenticato che neanche Marion ha lezione” sorrise leggermente, iniziando a mettere in moto, nella speranza che Belle, sentendo il rumore del motore, si desse una mossa. Un professore, attirato dal rumore, si avvicinò.
“Prince!” a causa del tono della chiamata Vegeta quasi sobbalzò.
“Professore, mi ha fatto prendere un colpo!” disse, mentre Goku rideva appena. Il professore si avvicinò con sguardo furibondo.
“Non si può entrare in macchina nella scuola! Portala immediatamente fuori, a spinta!”
Vegeta inarcò un sopracciglio, ben intenzionato a non muoversi da lì, almeno non finché non fosse scesa Belle.
“Stia calmo prof, ancora pochi minuti e andiamo. Quando torno prometto di parcheggiarla fuori”
Il prof era furioso e lo si poteva chiaramente leggere nel suo volto.
“Prince...” cominciò con tono imperioso, ma in quel momento Belle fece la sua apparizione da portone dell'edificio.
“Eccomi” senza degnare il professore di un solo sguardo, salì sull'auto accanto a Vegeta, che di tutta risposta si voltò di nuovo verso il professore.
“Visto prof? Ora andiamo” senza attendere risposta partì, sgommando sul terreno su cui rimasero le impronte. Il professore lo osservò andare via, cercando di soffocare quel sentimento di odio che provava ogni volta che vedeva quelle tre pesti.
Ancora poco tempo... si ripeté, sospirando appena Resisti, prima o poi se ne andranno...resisti.
Altrimenti se ne sarebbe andato lui perché era veramente ai limiti della sopportazione!
Intanto Bulma, finita la sua lezione di Matematica, aveva raggiunto Chichi, trascinandola in un'ala della biblioteca dell'istituto praticamente deserta.
“Ma...” protestò a mora, venendo subito zittita dall'altra.
“Stai tranquilla, non ti sto rapendo, ti voglio solo presentare il mio gruppo, avevo in mente di andare a fare compere oggi. Sai, per la festa”
Chichi annuì appena, ricordandosi delle parole di Goku. Al ricordo arrossì leggermente, sorridendo.
La giovane DelToro non ebbe problemi a individuare gli amici di Bulma: all'interno di quell'ala un solo tavolino era occupato e vi trovavano posto tre persone: due ragazzi e una ragazza. Dovevano per forza essere loro; infatti Bulma si fermò proprio davanti a quel tavolo.
“Ragazzi, questa è Chichi DelToro, è appena arrivata nell'istituto”
Ora che li aveva davanti a poca distanza, Chichi poteva osservarli meglio. La ragazza sembrava simpatica, sicuramente era molto carina, aveva soffici capelli biondi che le ricadevano sulle spalle arrivando ad accarezzarle la metà della schiena. Bulma cominciò proprio da lei le presentazioni.
“Lei è Lunch Kasami. Frequenta anche lei il corso di Letteratura Inglese”
Chichi le sorrise, salutandola con un cenno educato del capo. Non l'aveva vista a lezione, ma in effetti era così concentrata su Goku che qualsiasi altra persona le sarebbe sfuggita.
“Purtroppo non potrò venire a fare shopping con voi” si scusò lentamente Lunch “Tra poco mi comincia la lezione di Storia dell'Arte” continuò, facendo sussultare Chichi: anche lei aveva quella lezione!
Ma prima che potesse dire qualsiasi cosa, Bulma la zittì con un cenno del capo.
“No. Tu vieni con noi. Non ti preoccupare, Lunch ti passerà i suoi appunti”
La ragazza bionda acconsentì con un cenno del capo, alzandosi e raccogliendo i suoi libri dal tavolo.
“Adesso scusatemi, ma devo proprio andare” disse, sparendo in fretta lungo il corridoio.
Gli occhi di Chichi si fermarono sul ragazzo seduto nel posto immediatamente accanto a quello precedentemente occupato da Lunch. Era un ragazzo alto, moro, molto carino, con una cicatrice sul volto.
“Io sono Ianko Wolf” si presentò da solo, sorridendole gentilmente “Gioco a baseball e seguo i corsi per diventare un insegnante di Educazione Fisica” spiegò, aggiungendo così delle piccole informazioni che completassero il quadro. Chichi sorrise anche a lui, voleva chiedergli il motivo della cicatrice ma si trattenne dal farlo, spostando poi o sguardo sull'ultimo del gruppo: un piccoletto pelato.
“Lui è Crilin” lo presentò Bulma, ottenendo che l'interessato alzasse gli occhi dai libri che stava studiando per osservare la nuova arrivata “Studia Medicina” aggiunse Bulma, sorridendo.
Chichi ne fu impressionata e tornò a guardare il ragazzo, che si era nuovamente tuffato nello studio. Con un'occhiata fugace Chichi poté notare che si trattavano di libri di anatomia.
Bulma glieli tolse da sotto il naso, chiudendoli con un tonfo.
“Basta studiare, abbiamo dei vestiti da comprare!”
Crilin emise un muguglio di protesta, ma, arrendevole, si alzò riponendo tutto in una pratica borsa. Ianko lo imitò, alzandosi con un piccolo saltello e tutti e quattro si diressero fuori dall'edificio per raggiungere il negozio di abbigliamento più vicino.
Spazio autrice: Eccovi un nuovo capitolo ^^ Tutti a fare shopping!
Symi99: Prima o poi ti farò amare questa coppia yuri xD Ad ogni modo come puoi vedere Crilin c'è ^-^ Bene o male ci saranno tutti anche se non tutti avranno la stessa importanza.
Vegeta4e: Oddio, ti ringrazio per la lunga recensione e spero continui a piacerti la ff xD Ehhh, C18 si sa, non è mai stata particolarmente sociale, ma in fondo non è cattiva xD Quanto a Marion...sì, in effetti un po' oca lo è, ma a Belle piace così xD
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Capitolo 5 *** Shopping! ***
Chichi osservò il panorama che le si stendeva davanti: era un negozio enorme, alto tre piani, interamente rosa! Era tutto rosa! I muri esterni erano rosa, le porte scorrevoli erano rosa, e pareti interne erano rosa...persino le grucce erano rosa! Non riusciva a credere ai propri occhi.
Si voltò verso Bulma e gli altri, quasi sconvolta, come poteva un negozio così...così...così rosa...avere dei vestiti di classe?
Bulma le strizzò l'occhio, sorridendo. “Non giudicare dalle apparenze. Hanno degli abiti stupendi, purtroppo a maggior parte sono troppo costosi per noi, ma sono sicura che qualcosa troveremo, magari nella sezione outlet”. Chichi annuì, varcando la porta di quel sontuoso negozio rosa.
Una volta dentro rimase a bocca aperta: Bulma aveva ragione, gli abiti erano stupendi! Ma anche tremendamente costosi, da quello che riusciva a vedere. Lei non poteva permettersi di spendere troppo, forse, quindi, sarebbe tornata al college a mani vuote, ma poteva anche darsi che Bulma avesse ragione e si potesse trovare qualcosa a buon mercato.
Improvvisamente sentì la voce di Ianko accanto a lei.
“Guardate chi c'è” disse a bassa voce, Chichi si voltò, insieme a Bulma e Crilin, verso la direzione indicata da Ianko con un cenno del capo. Subito la giovane DelToro si sentì mancare: c'era Goku. E c'erano anche Vegeta e Belle, ma quello le sembrava un fatto di secondaria importanza, la cosa fondamentale era che c'era lui.
In quell'esatto momento il terzetto di voltò, notando la loro presenza, e Goku le rivolse un cordiale sorriso che ebbe l'effetto di sciogliere ogni neurone rimasto di Chichi.
Vegeta, invece, li guardò con un moto di disgusto, mentre Belle, dopo un'iniziale momento di sorpresa, era tornata a ignorarli, concentrata a visionare tre completi che aveva tolto dalle loro postazioni per poterli esaminare uno vicino all'altro.
“Goku, guarda me!” sbottò con stizza, dando una leggera gomitata all'amico, che subito si voltò verso di lei, con grande disappunto di Chichi.
Vegeta, intanto, continuava a fissarli come se stesse osservando un gruppo di scarafaggi. Poi il suo sguardo si focalizzò su Bulma.
“Tu sei la Brief, giusto?”
Quella, colta di sorpresa, trasalì, per poi annuire. Vegeta annuì leggermente, come se fosse pensieroso, quindi si voltò verso Belle senza più degnarli di uno sguardo.
Chichi sospirò appena, quasi gelosa de fatto che Goku si fosse voltato verso Belle, anche se sapeva che quei due non potevano avere una relazione, né Goku poteva sperarci.
Tornò a voltarsi, quindi, verso il suo gruppo: Bulma sembrava ancora confusa, Ianko stava osservando degli abiti da sera a metà prezzo, Crilin, invece, si era seduto su una delle panchine presenti nell'edificio, e aveva ripreso a leggere i suoi libri, totalmente disinteressato a ciò che succedeva.
Quel ragazzo la incuriosiva, era ligio allo studio e contemporaneamente si disinteressava totalmente delle frivolezze dei tre più popolari della scuola, sotto un certo punto di vista si poteva dire che avesse fascino, anche se, secondo lei, non poteva assolutamente competere con Goku.
Mentre Bulma si allontanava per raggiungere Ianko, Chichi tornò ad osservare il terzetto, impegnato nella scelta dell'abito. A dire il vero sembrava che solo Belle fosse indecisa, Goku e Vegeta avevano già degli abiti appoggiati al braccio, segno che avevano già deciso cosa prendere. Riuscì a vedere che Goku aveva preso un gessato, grigio a righe bianche, era curiosa di vedere come gli sarebbe stato, Vegeta, invece, da quel che riusciva a capire, sembrava aver preso un semplice smoking. Tranquillamente si avvicinò, fingendo di osservare degli abiti esposti lì vicino. Ok, a lei non interessava niente di quei tre -tranne di Goku- ma era una persona estremamente curiosa di natura, e voleva sapere cosa si sarebbe messa Belle per la festa.
Osservò gli abiti che aveva appoggiato su un ripiano in legno -laccato in rosa- per confrontarli: un gessato grigio a righe bianche, simile a quello di Goku, ma ovviamente di taglio più femminile; un completo elegante azzurro e un completo simile, ma bianco. Tutti completi...in effetti non dava l'idea di essere una tipa a cui piacciono i classici vestiti da sera lunghi, un competo elegante giacca e pantalone era sicuramente più adatto alla sua personalità.
Improvvisamente i pensieri di Chichi furono interrotti dal trillo del campanellino che segnalava l'ingresso di nuovi clienti. Chichi si voltò verso l'origine del suono, scorgendo Marion e le sue due amiche che si facevano avanti, raggiungendo in breve il terzetto.
Belle inarcò un sopracciglio, osservando la fidanzata.
“...che ci fai qui?”
Marion si avvicinò a lei, sbuffando, sotto gli occhi incuriositi di Chichi.
“Ma perché almeno per una volta invece di dire Perché sei qui? Non dici qualcosa come Oh amore, come sono felice di vederti!?” sbottò, incrociando le braccia al petto “Non credo che ti verrà un ics se per una volta fai la carina!”
Crilin sgranò gli occhi, parlando per la prima volta da quando Chichi l'aveva conosciuto.
“Sì, un'ipsilon, le viene...UN ICTUS!” replicò sarcastico, alzando il tono di voce e guardando Marion con odio. Lei alzò le spalle, disinteressata e tornò ad osservare Belle. Bulma, invece, stava cercando di trattenersi per non scoppiare a ridere, era naturale che Crilin difendesse la terminologia clinica, anche se non si aspettava che reagisse così.
Goku, Vegeta e Belle sembravano non aver nemmeno fatto caso all'obbiezione, e continuavano ad osservare Marion. La giovane artista bionda a guardò con ironia.
“Oh, come sono felice di vederti” replicò con voce in falsetto e con tono ironico “Contenta ora?” chiese con un sorrisetto sarcastico in volto “Scordati, però, che io dica anche l'amore che ci stava prima”. Marion le lanciò un'occhiataccia ma decise di non replicare, superandola ed osservando i vari abiti.
“Quale hai scelto?” chiese curiosa, osservandoli. Belle scosse le spalle “Non ho scelto”.
Improvvisamente Marion sembrò disinteressarsi totalmente degli abiti eleganti e la sua attenzione fu catturata da un paio di pantaloncini elasticizzati in offerta. Marion si avventò su di loro, intrappolandoli tra le sue grinfie.
“Guarda! Non credi che sarebbero perfetti per la palestra?”
Dalla faccia di Goku e di Vegeta, Chichi poté notare che non sembravano troppo convinti delle parole di Marion, anche Belle sembrava avere qualcosa da ridire, il problema è...che lo disse.
“Non credo tu possa portare pantaloni simili, sai?”
Marion spostò lo sguardo verso di lei, con espressione confusa.
“Uh? Dici perché non sono di marca? Bé, ma per una volta posso fare uno strappo alla regola!” esclamò entusiasta.
Ci sono dei momenti, nella vita di ogni persona, in cui è di fondamentale importanza tacere, dei momenti in cui qualsiasi cosa possiamo dire non farà che peggiorare la situazione. Purtroppo questo Belle doveva ancora impararlo...
“Ma no, non è per la marca...” Marion la osservò, incuriosita “E' che sono pantaloni elasticizzati, solo una persona magra può metterli”.
Marion sgranò gli occhi, mentre le sue due amiche indietreggiavano di un passo, quasi incredule di fronte a ciò che Belle aveva osato dire, anche Chichi era incuriosita, le sembrava abbastanza evidente che certe cose a una fidanzata non si dicono, anche se doveva ammettere che Belle aveva ragione. In effetti Marion era magra, solo che era una di quelle classiche donne a mandolino, con la vita sottile ma il sedere e le cosce grossi.
“Lefauvre, vuoi forse dire che io sono grassa?!”
Belle sbatté gli occhi un paio di volte, confusa. In quel momento faceva quasi tenerezza, sembrava un coniglietto spaurito che è stato appena trasferito in una gabbia che non conosce.
“No...ma...insomma...lo sai che sei...come dire...abbondante...nella parte inferiore”
Adesso Belle aveva capito che sarebbe stato meglio tacere, ma ormai era troppo tardi per rimangiarsi quello che aveva detto, quindi le conveniva tentare di giocarsela nel miglior modo possibile. Ma stava fallendo miseramente.
Marion era infuriata, i presenti avevano quasi paura che iniziasse a sputare fuoco da un momento all'altro.
“Bene! Me ne ricorderò, lupo!” disse acida.
Goku e Vegeta si voltarono verso Belle con sguardo interrogativo, ma lei, rossa come un pomodoro, cercò di voltarsi dall'altra parte per evitare una qualsiasi risposta.
Marion, intanto, continuò sullo stesso tono.
“Evita di rivolgermi la parola per almeno un anno, Lefauvre!” sbottò “E, per la cronaca, cerca qualcuno che ti dia rifugio, perché stanotte in camera non ci entri!”
Belle alzò un sopracciglio, sarcastica.
“Tsk, ho la chiave” disse, toccandosi la tasca per controllarne la presenza. Sbiancò leggermente, inserendo una mano in tasca, mentre un sorriso di trionfo si dipingeva sulle labbra di Marion.
Belle sgranò gli occhi, accentuando la sua momentanea similitudine con un coniglio, e cercò in tutte e quattro le tasche dei jeans, ma inutilmente...non aveva la chiave magnetica!
“Ma...!”
Marion le sorrise, quindi infilò una mano in tasca e ne estrasse due chiavi magnetiche.
“Così impari a scordartela sulla scrivania quando esci!” esclamò, con la solita luce di trionfo negli occhi “E comunque, ero venuta proprio per ridarti questa!” le fece la linguaccia, infilandosi nuovamente entrambe le chiavi in tasca, quindi a passo di marcia uscì dal negozio, seguita a ruota dalle sue amichette.
Belle rimase ferma sul posto, pietrificata.
“...cazzo!” esclamò dopo alcuni secondi.
“Che finezza!” la voce era di Crilin, e nuovamente Chichi quasi si stupì di sentirlo parlare. Belle gli lanciò un'occhiata malefica.
“Taci, Joe, vorrei vedere te in questa situazione!”
Chichi sgranò gli occhi, sentendola parlare. Joe?! Osservò i presenti, ma tutti, compresi Goku e Vegeta, sembravano stupiti tanto quanto lei.
Come Joe?!
Crilin alzò un sopracciglio, guardandola.
“Perspicace” si alzò in piedi “Mi serve un vestito per la festa, che mi metto?”
Belle alzò le spalle in un gesto di noncuranza, quindi prese un vestito e glielo lanciò.
“Tieni, un frac”
Crilin lo prese al volo e annuì, dirigendosi verso i camerini per provarlo, mentre tutti gli altri restavano increduli.
Belle, intanto, come se niente fosse, tornò ad occuparsi dei suoi abiti.
“Siete utili quanto due cactus!” sbottò verso Goku e Vegeta “Datemi una mano!”
Vegeta osservò i vari abiti, scrollando le spalle.
“Sai di che colore è l'abito di Marion?” un sorriso si dipinse sul suo volto “Ammesso che dopo quello che le hai detto abbia ancora intenzione di andarci con te”
Belle scosse le spalle.
“Non ha importanza. Se non ci vuole andare io ci verrò con voi” sorrise “Se ci andrà con qualcuno, quel qualcuno potrebbe sbadatamente finire sotto le ruote della mia moto...e quindi il risultato non cambia”.
Vegeta annuì appena, mentre Chichi quasi rabbrividiva, pur essendo sicura che Belle stesse scherzando.
“Comunque non l'ho visto, ma so che è azzurro” continuò Belle, rispondendo alla domanda dell'amico.
Goku intervenì “Allora prendi quello azzurro!”
Vegeta scosse la testa “E' lo stesso azzurro di quel completo?”
Belle spostò istintivamente lo sguardo verso il completo, per poi tornare a guardare Vegeta “...ma se ti ho detto che non l'ho visto!”
“E allora l'azzurro no. O è lo stesso tipo di azzurro o viene male”
Belle annuì, fingendo di essere convinta
“Bianco o Grigio?”
In quel frangente Goku alzò un completo con entusiasmo.
“Nero!” obbiettò, porgendo a Belle l'abito che aveva scovato: un completo interamente nero.
Belle sorrise “Perfetto! Allora prendo questo e lo abbino con la camicia bianca!”
Rapidamente si eclissò, dirigendosi verso il più grande assortimento di camicie esistenti.
Vegeta sbuffò “Andiamo alle casse Kaharot. Almeno se dovesse ripensarci non ci toccherà sorbire tutta la tiritera di nuovo”. Goku annuì ridendo e i due si allontanarono.
Chichi osservò il calciatore allontanarsi, sospirando appena. Ormai lo spettacolo era finito, quindi poteva tornare dai suoi amici, che in quel momento si erano tutti eclissati nei camerini.
Ed ecco a voi un nuovo capitolo!
Ecco la prima parte della giornata di shopping, che apre alcuni interrogativi:
-
Come mai Vegeta conosce la Brief?
-
Perché Belle ha chiamato Crilin Joe?
Lo scoprirete solo se continuerete a seguirmi ^_-
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Capitolo 6 *** Trappola di ghiaccio ***
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Neve.
Neve?!
Neve!
Era possibile avere la neve a Settembre? Era possibile
avere la neve la notte del 20 Settembre? Era possibile avere la neve l'unica
notte che lei doveva stare fuori al freddo?
Sì, a quanto pare era possibile. Infatti C18 stava seduta
su una panchina davanti ai dormitori, mentre la neve aveva ormai ricoperto ogni
cosa, creando un soffice manto bianco, che in un altra situazione forse sarebbe
anche sembrato romantico. Se fosse stata al calduccio nel suo letto a guardarlo
attraverso la finestra!
Tremò leggermente, stringendosi sul corpo la coperta
pesante, unico rifugio per il freddo.
La giornata di shopping alla fine si era conclusa, avevano
comprato i loro vestiti ed erano tornati al College. Dalla finestra della
biblioteca aveva potuto scorgere anche il gruppetto con la nuova arrivata, di
ritorno carichi di pacchetti. Una bella giornata, tutto sommato.
Peccato che Goku e Vegeta, scorgendo la neve che iniziava a
cadere lenta, avessero deciso di negarle accoglienza nella loro camera,
costringendola, di fatto, a passare la notte fuori al freddo, e tutto per
punirla del modo in cui li aveva trattati nel negozio. Che razza di
amici!
Il freddo continuava a farsi sempre più pungente, e C18
cercò di sdraiarsi sulla panchina e di ricoprirsi completamente con la
coperta.
Una coperta spessa, pesante, di lana, che almeno le stava
evitando di morire congelata.
Era di Crilin, una delle sue coperte invernali, gliel'aveva
lanciata Joe dalla finestra qualche ora prima, tanto per non farla morire
assiderata. Era già qualcosa, almeno.
Chissà se poi quel testone le aveva dato retta e aveva
comprato il vestito che gli aveva indicato? A volte era davvero così
testardo...
Chissà cosa gli era accaduto, nell'infanzia, per far venir
fuori quel problema...
Si strinse di più nella coperta, osservando i fiocchi che
cadevano: le sue gote erano ormai completamente rosse a causa del freddo, aveva
le mani e i piedi praticamente congelati e le labbra iniziavano a screpolarsi.
Non c'era stato verso di convincere Marion ad aprire la
porta e farla entrare...le aveva chiesto scusa, le aveva promesso di portarla a
fare shopping, le aveva promesso di portarla al cinema a vedere una di quelle
commediole romantiche che a lei facevano così tanto schifo, era arrivata persino
a presentarsi davanti alla porta con un mazzo di rose rosse che era andata a
comprare al volo. Niente.
La porta era sempre rimasta chiusa e le rose ora morivano
lentamente ai piedi della panchina.
Chiuse gli occhi, cercando inutilmente di addormentarsi
nonostante il freddo: erano le due di notte e lei ancora non aveva chiuso
occhio.
Improvvisamente avvertì un rumore, e subito alzò il busto
per identificarne la fonte: la porta di uno dei dormitori si era aperta e aveva
fatto capolino Marion.
Il cuore di Belle subito fece una capriola: magari aveva
deciso di perdonarla e poteva fiondarsi a dormire nel suo letto. Ma lo sguardo
severo di Marion le fece subito capire che era una speranza vana. Si sedette
composta, aspettando che la fidanzata dicesse qualcosa.
“Ho pensato a ciò che puoi fare per farti perdonare”
C18 inarcò un sopracciglio, incuriosita. Bè, già sapere che
c'era un modo che non contemplasse starsene lì sotto la neve per tutta la notte
era una cosa positiva.
“Mi è arrivata una news sul cellulare”
C18 la scrutò, ancora più incuriosita da quella frase. Nel
linguaggio di Marion significava che una delle sue amichette cheerleaders oche
le aveva mandato un messaggio.
“Pare che il laghetto sia ghiacciato, ci si può fare
pattinaggio”
Oh, no. Solo ora Belle notò la sacca che Marion portava
sulle spalle, ma si aggrappò con tutta se stessa alla speranza che non
contenesse i loro pattini. Non poteva davvero trascinarla su una pista di
pattinaggio alle due di notte!
“Quindi se vuoi farti perdonare, andiamo a
pattinare”
Ecco, fantastico...a ben vedere forse forse avrebbe
preferito passare la notte lì, almeno sarebbe stata ferma e con un po' di
fortuna a un certo punto sarebbe potuta crollare addormentata.
Ma le sembrava evidente che non aveva altra scelta. Con un
lieve sbuffo si alzò, lasciando cadere la coperta sulla panchina, quindi si
avvicinò a Marion, pronta a partire per raggiungere il lago.
La ragazza dai capelli blu le diede le spalle, cominciando
a camminare, ma la bionda la fermò per un braccio, tirandola verso di sé e
portandole il braccio libero intorno alla vita.
“Eh, no. Io ti accompagno, quindi mi sento pienamente
perdonata”
Con queste parole cercò di baciarla con decisione. L'altra
oppose un po' di resistenza, ma alla fine rise divertita e si lasciò baciare,
portandole le braccia intorno al collo.
Il lago ghiacciato non era molto distante dal College, per
fortuna, quindi vi arrivarono a piedi nel giro di pochi minuti. Una volta giunte
nei pressi della riva, si accorsero di non essere sole. C'era anche un ragazzo,
appoggiato a un albero, che si stava infilando i pattini, e Belle lo riconobbe
subito: era Crilin.
Si avvicinò a lui, seguita dalla fidanzata,
affiancandolo.
“E tu quando sei uscito?!” gli disse, portando le mani sui
fianchi. Accidenti, aveva passato tutte quelle ore sulla panchina, non poteva
essere uscito senza che lei lo notasse, doveva aver abbandonato il dormitorio
dopo, ma allora come aveva fatto ad essere lì prima di loro?
Crilin alzò un sopracciglio, sarcastico, e finì di
allacciarsi gli scarponi.
“Sono uscito quando tu non eri già più sulla panchina”
spiegò, per poi sorridere maliziosamente “Solo che io non avevo nessuna
fidanzata da sbaciucchiare durante il viaggio, per questo ho fatto
prima.”
C18 arrossì come un pomodoro, mentre Marion si limitò ad
ignorarlo, sedendosi su un tronco caduto per mettere i pattini.
“La tua è solo una supposizione!” contestò la bionda,
sempre più rossa. Crilin scosse negativamente la testa, alzandosi in
piedi.
“Hai le labbra rosse. Con questo freddo sarebbero dovute
essere pallide e screpolate. Se sono rosse è perchè lo sono diventate a forza di
imprimerci baci”
C18 strinse i pugni, assumendo la colorazione di un
semaforo.
“Potrei semplicemente averci passato sopra la mano!”
Crilin ridacchiò, avvicinandosi lentamente alla pista,
mentre Belle si sedette a terra e cominciò a mettersi gli stivali, giusto per
non guardarlo negli occhi e far passare il rossore.
Marion, intanto, aveva finito di allacciarli, e volteggiava
al centro del lago, aspettando pazientemente che Belle la raggiungesse.
“Vediamo, ci sono due scenari possibili...” disse Crilin
con una finta aria pensierosa “Da una parte te che passi tutto il viaggio dal
college fino qui, con la tua fidanzata, passandoti continuamente la mano davanti
alla bocca. Praticamente un gesto ossessivo-compulsivo. Adesso vediamo l'altro
scenario: ci sei te che fai il viaggio dal college a qui, con la tua fidanzata,
sbaciucchiandola dopo che avete fatto pace. Secondo te qual'è il più
probabile?”
C18 non gli rispose, un po' perchè stava cercando di
allacciarsi quei maledetti pattini, e un po' perchè era troppo in imbarazzo per
ribattere.
“Comunque non mi piace pattinare” continuò Joe, ignorando
la mancanza di risposte da parte dell'amica “Sarà Crilin a farlo, a lui
piace”.
C18 annuì distrattamente, smettendo di considerarlo in
quello stesso momento. Lei e Joe erano amici, ma di Crilin non le importava
proprio nulla.
Lanciò un'occhiata fugace a Joe, che si era rannicchiato a
terra, in posizione quasi fetale e respirava ormai profondamente. Ancora una
volta si chiese come diamine riusciva a farlo a comando.
Dopo pochi secondi il ragazzo si alzò, sbattendo gli occhi
come un coniglietto spaurito e massaggiandosi lentamente una gamba. Aveva
un'espressione confusa, ma dopo qualche secondo sembrò realizzare dove si
trovasse e perchè.
“Ciao Belle!” disse allegro, con un sorrisone a trentadue
denti e portandosi la mano destra dietro la testa, come se fosse
imbarazzato.
La giovane bionda lo ignorò, continuando a litigare con i
lacci dei pattini.
Intanto Marion continuava a volteggiare al centro del lago,
come se nulla fosse, almeno finchè uno strano rumore non la costrinse a
fermarsi.
Crack
Marion sgranò gli occhi, guardandosi attorno.
Crack
No, aveva sentito bene, il ghiaccio si stava spaccando, e
lo dimostrava una lunga crepa che piano piano si faceva strada verso di lei. Si
mosse rapidamente, per cercare di tornare a riva, ma la spaccatura fu più veloce
a muoversi e si ramificò, come una grande ragnatela che cercava di inghiottirla.
Marion rimase ferma, con un'espressione spaventata dipinta in volto, muoversi
avrebbe significato solo far aumentare le crepe, e con esse il pericolo che il
ghiaccio si spaccasse del tutto. Ed era terribilmente lontana dalla riva.
“Belle!”
urlò con quanto fiato aveva in gola, facendo alzare lo
sguardo della bionda. La giovane si accorse subito delle spaccature che
continuavano a dipanarsi intorno alla fidanzata, e il terrore si fece strada
anche dentro i suoi occhi.
Cercò di accelerare i movimenti per mettere quei maledetti
pattini e trovare un modo di portarla in salvo.
Il ghiaccio, intanto, continuava a cedere, iniziando a
creare delle vere e proprie spaccature che mostravano l'acqua che si trovava
sotto.
“Belle!” urlò ancora, ma a causa dell'agitazione fece un
movimento brusco e cadde a terra, creando altre spaccature.
Belle sgranò gli occhi, già pronta ad alzarsi in piedi e
correre anche a pattini slacciati, a costo di farsi tutta la strada in
scivolata. Ma Crilin, per fortuna, la precedette, lanciandosi verso il
lago.
C18 lo osservò sorpresa, mentre il ragazzo acquistava
velocità sul ghiaccio, raggiungendo in breve Marion.
“Riesci ad alzarti?” le chiese, avvicinandosi cercando di
non passare sulle spaccature.
Marion cercò di mettersi in piedi, ma non riusciva a fare
altro che scivolare ancora al suolo. A questo punto Crilin non ebbe altra scelta
che avvicinarsi e prenderla in braccio.
“Reggiti a me”
La ragazza ubbidì, portandogli le braccia intorno al collo.
Il loro peso, sommato, impediva al ghiaccio sotto di loro di resistere a lungo,
e le crepe aumentarono, formando una vera e propria ramificazione, una trappola
mortale per gli stolti che scambiavano un lago per una pista.
Crilin si slanciò in avanti, tenendo sempre Marion tra le
braccia. Il sudore gli colava sulle tempie, nonostante il freddo, a causa della
tensione. Sotto di lui c'erano litri d'acqua che li avrebbero imprigionati senza
scampo, se solo fossero caduti. E lui non solo doveva cercare di portare a casa
la pelle, ma aveva anche sulle spalle la responsabilità di portare in salvo
Marion.
Con rapidità si destreggiò tra le varie crepe, cercando di
non passare sopra a quelle che gli sembravano più fragili.
Belle, intanto, osservava tutto dalla riva, con sguardo
sgranato a causa dello stupore e dell'ansia. Ma quello era davvero Crilin? Sì,
in effetti non aveva dubbi: non era Joe, non li avrebbe mai scambiati l'uno per
l'altro. Ma allora da dove veniva fuori quella determinazione?
Nel giro di poco Crilin riuscì ad arrivare alla riva, sano
e salvo, insieme a Marion, anche lei ancora integra, anche se spaventata.
Subito Belle si fiondò da Marion, prendendola tra le
braccia e lasciando che la giovane dai capelli blu nascondesse il volto contro
il suo petto, cominciando a singhiozzare per la paura, ora che la tensione si
era alleviata.
“Va tutto bene, amore, è tutto finito. Shh” sussurrò piano
la bionda, cullandola come si fa con un bambino svegliatosi da un incubo.
Continuò a stringerla, ma intanto i suoi occhi erano fissi
su Crilin, che stava respirando pesantemente, appoggiato contro il
tronco.
“Spero che stia bene” disse il giovane, con il suo solito
sorriso aperto.
C18 annuì distrattamente, continuando a guardarlo.
Quel piccoletto si era davvero lanciato nel lago, a rischio
della vita, solo per salvare una ragazza che, in fin dei conti, l'aveva sempre
preso in giro per la sua statura e il suo aspetto.
“Grazie...” mormorò appena verso di lui, abbassando lo
sguardo al suolo, mentre le gote le si imporporavano. Non era solita ringraziare
le persone, e la cosa la metteva abbastanza in imbarazzo.
Crilin le sorrise radioso, togliendosi i pattini e
infilandosi nuovamente gli scarponi.
“Figurati!” si alzò in piedi “Credo che sia meglio tornare
al dormitorio, però” continuò, infilandosi anche un vecchio cappotto appoggiato
a un tronco, che prima C18 non aveva notato.
“Sì, vai...noi restiamo qui ancora un po'...”
mormorò appena C18, mentre Marion continuava a singhiozzare
e piangere senza riuscire a smettere.
Crilin annuì appena e si allontanò, diretto verso il
college, mentre le due ragazze rimasero sulla riva di quel lago che per poco non
aveva segnato la morte di una delle due.
Una volta tornato al campo, Crilin scorse due figure
appoggiate al cancello d'ingresso: Goku e Vegeta.
“Ciao” disse con il sorriso, ricevendo come risposta un
sorriso gentile da parte di Goku e una smorfia da parte di Vegeta.
“Gira al largo, nano” sbottò Prince, incrociando le braccia
al petto. Crilin potè così notare che entrambi tenevano in mano una sigaretta,
probabilmente per questo erano usciti dal dormitorio, nonostante il
freddo.
“Sì, ora vado. Guardate che Belle e Marion, comunque, sono
al lago. E credo che sia meglio se andate da loro”
Vegeta alzò un sopracciglio, guardandolo, mentre Goku
sbattè gli occhi un paio di volte.
“E per quale motivo?”
Crilin si incupì leggermente, continuando ad osservare il
campione di calcio.
“Mentre pattinava, Marion ha rischiato di finire nel lago a
causa delle spaccature nel ghiaccio. Quando le ho lasciate stava ancora
piangendo, e anche Belle è molto scossa”
Subito Goku e Vegeta lasciarono cadere le loro sigarette,
cominciando a correre in direzione del lago come se avessero un tirannosauro
alle calcagna.
Crilin sorrise appena e si diresse verso il dormitorio. Lui
il suo dovere lo aveva fatto, Belle in quel momento aveva bisogno di un amico
vicino, e quel qualcuno non poteva essere lui. Lui non era Joe.
Anche se istintivamente si chiese se Joe si sarebbe buttato
nel laghetto per salvare Marion.
E altrettanto istintivamente si rispose che probabilmente
non l'avrebbe fatto.
--------------------------------------------------------------
Ed ecco un nuovo capitolo delle avventure dei nostri
eroi!
In questo capitolo mi sono
fermata di più sul pairing C18xMarion, che io adoro, nei prossimi capitoli mi
concentrerò su altri pairing...sì, questo vuol dire che presto avrete un
capitolo tutto incentrato su VegetaxBulma xD
Intanto in questo capitolo ho
cercato di darvi qualche indizio sulla situazione Crilin-Joe.
Avete le idee più chiare? Sì?
Bene. No? Ve le chiarirete continuando a seguirmi ^_-
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Capitolo 7 *** Caramelldansen ***
ss
Luci
nella palestra, ambiente illuminato, pubblico sugli spalti, tutti pronti
all'esibizione, alla partita, al destino.
Era
passato ormai qualche giorno da quando Marion aveva rischiato di affogare nel
laghetto, e la vita era andata avanti, come sempre, come se non fosse successo
niente.
Chichi
non era a conoscenza di questa storia, d'altronde Crilin aveva preferito non
parlarne con nessuno. Per lei quello era un giorno come un altro, un giorno da
passare sui libri, se non fosse che Bulma la stava letteralmente trascinando a
vedere la partita di basket.
“Spiegami ancora perchè ci andiamo” disse Chichi. Era la quarta volta che
sentiva la spiegazione, ma ancora non era completamente convinta.
“C'è la
partita di basket e la gara delle cheerleader” e quella era la risposta che le
era stata data quattro volte. Ma ancora la mente di Chichi faticava a
comprendere. Il suo cervello aveva recepito che vi erano queste due occasioni,
ma le mancava ancora un tassello fondamentale: che poteva mai importargliene a
loro di quelle due gare?!
Ad ogni
modo, Bulma sembrava non voler sentire storie: continuava a trascinarla come se
si trattasse di un appuntamento imperdibile, mentre la mora non era minimamente
interessata. Se fosse stata una partita di calcio, almeno avrebbe potuto vedere
Goku in azione, ma basket...
Improvvisamente una luce di consapevolezza si fece strada nella sua
mente: ma forse Goku era a vedere la partita!
Con
rinnovato entusiasmo corse verso il capannone adibito a palestra insieme a
Bulma.
Quel
giorno al Brilliant College of Art and Science si sarebbe tenuta la prima
partita di basket del campionato, insieme alla competizione delle cheerleader,
le due squadre sarebbero state valutate da una giuria nella loro esibizione
pre-partita. Ma a Chichi bastava che ci fosse Goku a fare il
tifo.
Moltissimi studenti si diressero verso la palestra nello stesso momento
di Chichi e Bulma, tutti pronti per lo spettacolo, ma una sorpresa li attendeva:
quando entrarono, infatti, trovarono Belle, Goku e Vegeta su dei piccoli
palchetti tondi, simili a dei palchi da discoteca: ovviamente la maggior parte
dei presenti sapeva benissimo che li usavano le cheerleader per le esibizioni,
ma una domanda era d'obbligo: che cosa ci facevano quei tre lì
sopra?
Pochi
secondi dopo arrivarono anche le cheerleader della scuola e i giocatori di
basket, insieme all'allenatore, tutti sembravano stupefatti tanto quanto gli
spettatori. L'allenatore fu però il primo a riprendersi dallo stupore.
“Vegeta,
che fai lì sopra?” chiese, stupefatto. Il ragazzo emise un lieve grugnito per
risposta, per poi ringhiare leggermente “Lo chieda
all'artista!”.
Lo
sguardo dell'allenatore, insieme a quello di tutti i presenti, si spostò verso
Belle, che sorrise allegramente.
“Bè,
siamo qui per incitare le cheerleader!”
Goku
ridacchiò appena, in piedi sopra il palchetto posto al centro “Diciamo che siamo
le cheerleaders delle cheerleader”. Un nuovo ringhio si fece sentire dalla parte
di Vegeta, ma fu per lo più inascoltato.
Belle si
rivolse alla coreografa delle cheerleader, in pratica quelle che le aiutava a
migliorare, insieme alla capo-squadra. “Può accendere lo stereo, per favore?”
intanto indicava un piccolo stereo nero posto sul pavimento vicino ai palchetti.
La giovane donna, ridacchiando appena, fece quanto le era stato chiesto e subito
per la palestra si estesero le note di “Caramelldansen”, la stessa canzone che
le cheerleader avevano scelto per il loro pezzo.
Sotto lo
sguardo divertito e incredulo dei presenti, Vegeta, Goku e Belle si esibirono
nella coreografia di Caramelldansen, presero spunto da alcuni passi delle
cheerleader, ma evitarono quelli più acrobatici, durante il ritornello fu un
piacere vederli sculettare con le mani sulla testa che mimano delle immaginarie
orecchie.
Verso
metà canzone, in più, si fecero passare dei pon-pon dalla coreografa e
iniziarono a sventolarli a ritmo. La musica finì tra le grida di acclamazione
degli studenti.
Bulma
era rimasta a bocca aperta, fissava i tre come un pesce fuor d'acqua, mentre
Chichi la osservava sorpresa.
“Mi
sembri sconvolta” disse ridacchiando. Bulma scosse appena la testa,
riprendendosi.
“Non mi
aspettavo che Prince facesse una cosa simile” spiegò, alzando le spalle in un
gesto di noncuranza.
I tre
miti del college, intanto, scesero con un balzo dai palchetti, tra le grida
entusiaste delle cheerleader.
In quel
momento fecero il loro ingresso in palestra gli avversari: cheerleaders e
giocatori di Basket della Wilbour Accademy. Con l'ingresso anche della giuria,
pronta a votare la coreografia delle ballerine, una cupa atmosfera di serietà
permeò l'ambiente, e tutti andarono a prendere posto sugli
spalti.
Chichi e
Bulma si posizionarono in prima fila, per avere una visuale completa. Chichi era
davvero emozionata, Goku era seduto a poca distanza da lei, nella stessa fila,
quindi forse dopo la partita, o nell'intervallo, sarebbe riuscita a parlare un
po' con lui, da soli.
Ma una
sorpresa attendeva tutti, il destino stava sfogliando il suo grande librone
della vita e con un sorriso dipinto sul volto si apprestava a scrivere un nuovo
capitolo.
“Mister,
abbiamo un problema!”
questa
fu la frase che diede inizio a tutto: un giocatore si era avvicinato
all'allenatore di baskett, sussurrandola con tono
preoccupato.
“Ci
mancano dei giocatori”
L'allenatore spalancò gli occhi, voltando lo sguardo verso la panchina,
prima, in mezzo alla confusione, non aveva controllato i ragazzi, dando per
scontato che ci sarebbero stati tutti. E invece ne mancavano molti, troppi, così
non poteva formare neanche una squadra. Strinse i pugni con rabbia, serrando i
denti, dove diavolo erano finiti?! L'avrebbero sentito, non appena si fossero
fatti vivi! Ma intanto doveva risolvere il problema, gli mancavano due elementi
per completare la squadra.
“Prince!”
urlò a
pieni polmoni. Il capitano si avvicinò a passo rapido, tenendo in mano la palla
da baskett.
“Cosa
c'è?” chiese con tono neutro, quasi seccato dal disturbo.
“Mancano
due giocatori. Scegli due alunni che ne prenderanno il posto. Sicuramente
perderemo, ma non voglio essere costretto a ritirarmi perchè mancano delle
persone!”
Vegeta
buttò a terra la palla, facendola rimbalzare pigramente. No, non avrebbero
perso, lui era più che sicuro che con la sua bravura sarebbe riuscito a vincere
anche con una squadra di brocchi.
Un
ghigno si dipinse sulle sue labbra, l'avevano umiliato, e adesso sarebbero stati
puniti...
“Goku
Son e Belle Lefauvre, signore!”
L'allenatore lo guardò, sembrava scettico, ma alla fine annuì con un
cenno del capo.
“Son,
Lefauvre, venite qui!”
Goku e
Belle si guardarono, sbattendo gli occhioni come dei coniglietti smarriti, ma
ubbidirono e si avvicinarono all'allenatore del loro amico, tanto per capirci
qualcosa.
“Mancano
due giocatori per formare la squadra. Voi due prenderete il loro
posto!”
I due
giovani spalancarono gli occhi, increduli, sicuri di aver capito male. Era uno
scherzo?! Loro non avevano mai giocato seriamente a baskett, si erano limitati a
qualche partitella tra di loro tanto per fare.
“Vegeta,
ma cosa ti salta in mente?!” ringhiò Belle, imbestialita. Vegeta sorrise
sarcastico e in quel momento il fischio dell'arbitro decretò l'inizio della
partita.
“Io ho
fatto un favore a te, tu fai un favore a me” ribattè Vegeta con quel suo ghigno
sardonico, passandole la palla “Buon divertimento!”.
Presa
dall'ansia Belle cominciò a palleggiare un po', come faceva quando giocavano tra
di loro. Ok, quello era facile, e poi? Di solito giocavano uno contro uno
alternandosi, che doveva fare in una squadra?
Non le
fu dato il tempo di pensare, mentre continuava a palleggiare, indecisa, un
avversario le soffiò la palla sotto il naso, raggiungendo velocemente il
canestro.
Belle lo
osservò sbigottita, quasi non si fosse resa pienamente conto di cosa era
successo. L'allenatore portò una mano sul viso, sconcertato. Sarebbe stata una
lunga partita...
Nonostante lo scetticismo e il pessimo inizio, la partita tutto sommato
procedeva bene. Sì, loro avevano due giocatori in meno -anzi, peggio, avevano
due brocchi al posto di due giocatori- ma avevano anche Prince, e questo bastava
ad equilibrare la partita.
Un
minuto allo scadere del tempo ed il tabellone segnava lo stesso punteggio per le
due squadre. Occorreva smuovere la situazione. Vegeta corse verso il canestro,
pronto per segnare il punto decisivo, ma si trovò di fronte un muro di
avversari. Non poteva farcela, doveva passare la palla: si guardò intorno in
cerca del migliore elemento, ma dovette presto arrendersi all'evidenza: Belle e
Goku erano gli unici liberi. Certo. Chi mai avrebbe perso tempo a
marcarli?
Con un
ruggito di frustrazione Vegeta passò la palla a Belle, che gli era più
vicina.
“Tieni,
e cerca di non fare disastri!”
Gli
occhi chiari della ragazza si spalancarono, mentre le sue mani afferravano
rapide la palla, cominciando a palleggiare quasi meccanicamente. Oh. Cristo. E
ora?
Lanciò
uno sguardo a Goku, poi al canestro, poi ancora a Goku, quindi di nuovo al
canestro e infine prese una decisione. Cominciò a correre verso l'amico, mentre
gli avversari cercavano di sottrarle la palla.
“Goku,
fai finta di giocare a calcio!”
Goku sul
momento la guardò a tratti sconvolto, poi un barlume d'idea illuminò la sua
mente. Sorrise, annuendo, e si preparò a ricevere, mentre Vegeta li guardava,
impreparato a quello che sarebbe successo.
Belle
lanciò la palla all'amico calciatore.
Fu
questione di istanti.
Con un
calcio Goku colpì la palla, mentre Vegeta gridava
“No,
Kaharot, cazzo fai!!”
Troppo
tardi. La palla con un grande arco finì dentro il
canestro.
Goku
cominciò ad esultare, mentre tutti lo guardavano allibiti, e l'allenatore era
livido di rabbia.
L'arbitro si avvicino al giovane Son, toccandolo sulla spalla per
ottenere la sua attenzione.
“Uh?”
“Lei è
squalificato”
“Cosa...ma perchè?”
“Non si
può colpire la palla con i piedi, sta giocando a basket non a
calcio!”
Goku
lanciò uno sguardo interrogativo a Belle, che si avvicino
all'arbitro.
“Ma è
sicuro?”
A questa
domanda Vegeta si portò entrambe le mani sul volto, cercando di nasconderlo.
L'arbitro divenne livido in faccia e batté un piede al
suono.
“Ma
certo che sono sicuro! Squalificati, tutti e due!”
Goku e
Belle si diressero verso la panchina, mogi mogi, mentre la partita ricominciava
senza di loro. Durò poco, pochi secondi dopo il capitano della squadra
avversaria riuscì a fare canestro e la partita finì con una sconfitta per
Vegeta.
Marion
si avvicinò a Belle, abbracciandola da dietro e poggiando il mento sulla sua
nuca.
“Dai,
non te la prendere, non è stata colpa tua”
Belle
annuì appena, ma non era troppo sicura delle parole della fidanzata: in fondo
era stata lei a suggerire a Goku di calciare la palla. Tra di loro l'avevano
sempre permesso, ma evidentemente era solo un'innovazione tra
amici.
Vegeta
tornò verso la panchina, fulminando i due amici con uno sguardo e spostandosi
con rapidità verso lo spogliatoio, seguito dagli altri membri della squadra e
dall'allenatore.
Dagli
spalti, Chichi e Bulma avevano assistito a tutto.
“Povero
Goku....”
disse la
mora, alzandosi, indecisa se uscire dalla palestra o andare a
consolarlo.
“Non è
colpa sua” rispose Bulma “Vegeta sapeva che non erano giocatori di basket,
avrebbe dovuto pensarci prima! Quell'antipatico burbero
spocchioso!”
Con
quelle ultime parole si volse ed uscì dall'edificio, probabilmente per tornare a
studiare, così facendo lasciò Chichi da sola, completamente
indecisa.
La
ragazza lanciò uno sguardo a Goku, Belle e Marion...solo loro erano ancora
presenti. Goku probabilmente si sarebbe sentito il terzo incomodo, anche perchè
Marion si stava occupando di far star meglio Belle, ma non stava nemmeno
considerando lui, che di sicuro si sentiva il vero
responsabile.
Con
questi pensieri si rassicurò e raggiunse il ragazzo.
“Hey,
Goku!”
Il moro
alzò la testa, per poi sorriderle appena
“Oh,
ciao Chichi”
era
abbattuto, dal tono si poteva capire bene, e per Chichi fu una fitta al cuore.
Rimase in silenzio, non sapeva cosa dire. Marion alzò la testa e la fulminò con
lo sguardo.
“E tu
cosa ci fai qui? Non devi studiare?”
quel
tono così acido lasciò Chichi basita, mentre Belle ridacchiava appena e Goku
guardava entrambe le ragazze con severità.
“Siete
davvero cattive, sapete?” sbottò il moro, alzandosi in piedi. Belle lo guardò
con stupore.
“Goku...sei diventato matto?”
“No, non
sono matto, siete voi che siete stronze! Ma vi siete viste? Trattare così una
persona! E per cosa poi? Non vi sta simpatica? Non lo sapete, perché non le
avete mai dato una possibilità!”
Urlando
queste parole afferrò Chichi per un braccio, e la trascinò verso l'uscita della
palestra
“Andiamo
via da qui!”
Chichi
era stupefatta, ma al tempo stesso il cuore le batteva forte al pensiero che il
suo Goku l'aveva difesa a spada tratta, come un vero cavaliere dei tempi
andati.
Intanto
Belle era rimasta in silenzio, troppo stupefatta per poter dire una sola parola
all'amico.
“Ma che
gli è preso?” mormorò appena. Poi con un sospiro annoiato si sdraiò, facendo
perdere così l'equilibrio a Marion -che stava utilizzando la sua testa come
appoggio- e ritrovandosela sdraiata sopra.
“Oh, è
così che vuoi risollevarmi il morale? A me va bene!” ridacchiò la bionda, ma la
sua risata quasi forzata non bastò a nascondere la malinconia che trasudava dal
suo timbro.
Marion
le sorrise, senza ribattere e si alzò, sistemandosi i vestiti e i capelli.
“Tra
poco nell'altro edificio ci sarà la gara delle cheerleader, tempo di non avere
tempo per quello”
Belle si
alzò in piedi, annuendo leggermente.
“Almeno
tu cerca di vincere!”
La
ragazza dai capelli blu sorrise, facendo il gesto della vittoria con le dita
della mano destra, per poi scomparire lungo il corridoio male
illuminato.
Adesso
Belle era del tutto sola.
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Capitolo 8 *** Ricordi dolorosi ***
ss
Goku stava trascinando Chichi lungo
il corridoio male illuminato, con la rabbia che ancora gli pompava in corpo.
Sapeva che non era colpa di Belle, se si sentiva così. La colpa era interamente
sua, aveva sbagliato, aveva deluso Vegeta, e la cosa gli bruciava
maledettamente.
Chichi lo seguiva inerme, senza il
coraggio di dire una sola parola, il polso le doleva a causa della forte stretta
del ragazzo, ma per niente al mondo si sarebbe lamentata di quella situazione.
Finalmente Goku si fermò, lasciandole
il polso e girandosi a guardarla.
“Scusa, non so cosa mi è preso, devo
esserti sembrato un pazzo”
Chichi gli sorrise, inclinando appena
la testa di lato
“No, anzi, credo che tu sia stato
davvero fantastico...” le sue gote si imporporarono, mentre la smorfia sul volto
di Goku lasciò spazio a un fantastico sorriso tutto denti.
“Oh, ne sono contento!” esclamò,
avvicinandosi a lei e facendole battere il cuore ancora più forte
“Ecco...io...stavo pensando...” si bloccò, improvvisamente imbarazzato, ma certo
della sua decisione “Ti andrebbe di venire al ballo con me?”
Chichi spalancò gli occhi, incredula.
Per una manciata di secondi si chiese se lui aveva davvero pronunciato quelle
parole o se, semplicemente, la sua immaginazione le aveva giocato un brutto
scherzo.
“Me lo stai davvero
chiedendo?”
domandò quindi, per sicurezza. Goku
la guardò attonito, per poi annuire appena.
“Certo che te l'ho chiesto
davvero...”
A quel punto la gioia inondò il cuore
di Chichi, facendolo sussultare
“Certo! Verrei volentieri con
te!”
Il moro sorrise, per poi afferrarle
le mani con forza
“Perfetto, allora passo a prenderti
alle otto!”
La ragazza si sentiva una principessa
che aveva appena trovato il principe azzurro, quasi si aspettava che lui
passasse con il cocchio trainato dai cavalli.
“Immagino che ci saranno anche i tuoi
amici”
Goku si bloccò, scuotendo poi
tristemente la testa
“Di solito prendiamo una limousine
tutti insieme, ma non so se quest'anno faremo così...”
Il suo tono triste diede una fitta al
cuore alla povera ragazza, ma lei decise di non dire niente. Cosa poteva dire,
poi? Le dispiaceva che lui avesse litigato con i suoi amici, ma allo stesso
tempo non le dispiaceva affatto l'idea di non essere accompagnata da loro. Lei a
loro non piaceva, e questo faceva sì che anche a lei loro non piacessero troppo.
Alla fine, però, il desiderio di
vederlo felice prevalse sul suo personale egoismo.
“Credo che dovresti fare pace con
Belle” disse quindi, sorridendogli dolcemente “In fondo siete amici da molto
tempo”
Goku annuì appena,
pensieroso
“Sì, credo che tu abbia ragione,
dovrei parlarle...”
Nel frattempo Vegeta si trovava sotto
la doccia, negli spogliatoi. Lavando via il sudore gli sembrava di lavare via
anche la rabbia. Forse era stato ingiusto con Belle e Goku, in fondo non erano
giocatori di basket, non avrebbe dovuto pretendere che giocassero. Anche se
Belle l'aveva costretto a quella ridicola danza solo per far ridere la sua
donna. Sospirò appena ed appoggiò la testa contro il vetro, su cui si
condensavano lentamente gocce di vapore. Ricordava bene quando Belle aveva
conosciuto Marion, ricordava anche i loro primi appuntamenti.
Una smorfia si fece strada spontanea
sul suo volto. Ricordava la scena dell'incontro, sì...non poteva
dimenticarla.
“Vegeta, dove credi che dovremo
andare stasera, a cena?”
Vegeta tirò un sospiro, scuotendo
appena la testa. Erano le quattro del pomeriggio, e Belle già si stava chiedendo
dove avrebbero mangiato a cena...sempre la solita.
“Non saprei, dobbiamo scegliere se
andare al ristorante italiano o al cinese...”
Belle annuì appena, per poi
sospirare
“Non è una scelta semplice! Il
ristorante italiano è più buono, ma quello cinese indubbiamente costa
me-”
In quel momento Marion passò lungo
il corridoio, muovendo i lunghi capelli blu, lisci e lucenti. Indossava un
vestito lungo color pesca, con piccoli fiorellini bianchi lungo il bordo
inferiore.
Belle restò folgorata, si bloccò
in mezzo alla strada, cominciando a balbettare e con le guance
imporporate
“...di...me...no...”
Vegeta la guardò, sbattendo gli
occhi e lanciando un rapido sguardo alla ragazza appena passata.
“Che succede?”
“L'hai vista?” gli chiese Belle,
improvvisamente tornata alla realtà, afferrandolo per la maglietta rosso fragola
che portava.
“Ma sì, certo, non sono cieco”
bofonchiò lui, staccandosi le mani di lei dalla maglietta
“E' bellissima...”
Il tono di Belle smosse qualcosa
in lui, improvvisamente si sentì una sorta di fratello maggiore -anche se
avevano la stessa età- ma soprattutto sentì di dover dimostrare che lui poteva
darle quello che voleva. Perché lui era il migliore, lui poteva fare tutto. Non
c'era niente che non fosse in suo potere.
“Ci penso io!” disse quindi, con
tono da eroe medievale, per poi lanciarsi all'inseguimento della ragazza dai
capelli blu. Belle intanto lo seguì, quasi meccanicamente, chiedendosi cosa
diamine avesse in mente.
Quando Vegeta raggiunse Marion le
si parò davanti, con un largo sorriso.
“Hey, ciao!”
Marion lo squadrò, con espressione
seccata
“Ciao..?” il tono era chiaramente
interrogativo, probabilmente si stava chiedendo da dove fosse spuntato quello
strano tipo con i capelli a fiamma. La sua espressione sprezzante, però, faceva
chiaramente capire che era abituata ad essere fermata dai
ragazzi.
Belle li raggiunse, fermandosi a
circa un metro da Vegeta, timorosa, come se la vicinanza con Marion potesse
scottarla.
Vegeta, intanto, lanciò una rapida
occhiata alla ragazza dai capelli blu. Aveva agito d'istinto, ma sinceramente
non aveva idea di cosa dirle, adesso. Si sa, però, che la fortuna aiuta gli
audaci, ed infatti la dea bendata decise di dargli una mano proprio in quel
momento, ed il suo sguardo fu calamitato verso una foto appesa nel corridoio, a
poca distanza da loro. La squadra di cheerleaders della loro scuola, la Hudson!
Lui ancora non era entrato nella squadra di basket, anche se si stava allenando
per le selezioni, quindi non conosceva ancora le cheerleaders, ma quella foto
non lasciava dubbi. Marion era in seconda fila, in piedi vicino al capitano,
dunque faceva parte della squadra!
“So che sei una cheerleader” disse
quindi, con sicurezza, grato alla sorte per avergli dato un
appiglio.
Marion inclinò la testa di lato,
scrutandolo con attenzione
“E con questo?”
Adesso Vegeta doveva tirare fuori
una bella faccia tosta: cosa che gli riusciva sempre piuttosto
bene.
“Tra due settimane dovrò
affrontare le selezioni per entrare nella squadra di basket...mi chiedevo se
potevi mettere una buona parola...non so, magari conosci il
capitano...”
Sperò di suonare convincente,
secondo lui era una scusa ridicola, ma era la prima che gli era venuta in mente,
e comunque Marion sembrò crederci, perché subito si produsse in un sorriso
altezzoso.
“Ovvio che lo conosco...” Vegeta
sorrise, contento. Chissà, magari da questa incursione per Belle veniva fuori
anche qualcosa di buono per lui “...è il mio fidanzato”
Vegeta si bloccò, sbiancando come
un lenzuolo. Marion gli disse ancora qualcosa, ma lui non la stava più
ascoltando, si era girato a guardare Belle e la sua espressione gli aveva gelato
il sangue.
“Hey, mi ascolti?” la voce di
Marion lo riportò alla realtà “Ti ho chiesto come ti chiami!”
“Oh...io...Vegeta Prince” rispose,
cercando di fingere un tono allegro. Per sua fortuna Marion non sembrava una
tipa troppo sensibile ai cambi di tono.
“Bene, gliene parlerò...stasera
devo vederlo al cinema, magari dopo il film scambiamo due parole...prima di
passare ad altro, sai”
cominciò quindi a ridere
maliziosa, mentre Vegeta la guardava in cagnesco. Certo, non aveva motivo di
arrabbiarsi. Non era colpa della ragazza se aveva un fidanzato. Perché non
avrebbe dovuto averlo, del resto? Eppure sentiva che non era giusto. La sua
amica voleva quella ragazza, era semplicemente ingiusto che non potesse averla.
Come sempre. Come qualsiasi cosa che desiderava. La rabbia montò rapida nel suo
cuore, ma Belle lo afferrò per un braccio, stringendoglielo
appena.
“Bene, adesso direi che possiamo
andare...”
mormorò appena. Marion sembrò
accorgersi della sua esistenza solo in quel momento.
“E tu chi sei?” chiese, squadrando
l'abbigliamento della bionda con una leggera smorfia disgustata
“Belle Lefauvre” rispose lei,
ancora più abbattuta dopo aver visto il suo sguardo.
“Oh...” Marion sembrava colpita
“Un nome tanto regale per una ragazza così banale. Un vero
spreco!”
Dicendo così si allontanò,
superandoli senza voltarsi a guardarli, nemmeno una volta.
Vegeta serrò i pugni. In quel
momento desiderò con tutte le sue forze spaccare quel bel visino aristocratico
con un sonoro pugno. Che razza di vipera snob. Non si rese neanche conto che il
trattamento che lui e Belle avevano subito era lo stesso che loro infliggevano
ogni giorno ai meno ricchi.
Dura essere per una volta
dall'altro lato della barricata.
Vegeta si
riscosse dai ricordi, aprendo gli occhi sotto il getto caldo, mentre il dolore e
la rabbia gli pompavano in petto. Certo, adesso Marion e Belle stavano insieme,
e Belle era felice, ma lui non era mai riuscito a perdonarla. No. Non le avrebbe
mai perdonato quell'umiliazione, così come non le aveva perdonato altre cose, a
cui invece Belle era passata sopra. Non aveva dubbi che adesso Marion amasse la
sua amica. Ma prima...
Scosse la testa,
cercando di liberarsi di quei pensieri. Non era affar suo, in fondo. La bionda
aveva fatto le sue scelte, chi era lui per criticarle? Chi era lui per
desiderare ancora di spaccare la faccia a quella vipera?
Batté un pugno
contro al muro, mentre altri ricordi si facevano strada dentro di lui. Ma questi
erano ricordi più antichi, ricordi di un piccolo bambino, con i capelli a
fiamma, gli occhiali e l'apparecchio ai denti.
Già, da piccolo
non era una gran bellezza, ma crescendo era migliorato, adesso poteva godersi lo
sguardo adorante di tutte le ragazze, quando passava nel corridoio. Così come se
li era goduti alle superiori, e negli ultimi due anni delle medie...
Già, ma prima.
Oh, prima sentiva il sapore dell'umiliazione tra i denti.
Conosceva ciò che
si diceva in giro di lui: che era un essere senza cuore, che godeva
nell'umiliare le ragazze, che non riusciva a capire come si sentissero ad essere
trattate da lui come oggetti.
Oh, ma lui lo
sapeva.
Lui sapeva cosa
si provava ad essere rifiutati perché non si è abbastanza belli, perché c'è
sempre l'amichetto dell'altra classe più fico.
C'era lui quel
giorno, sotto la pioggia, a soli dieci anni, ad osservare la bambina del suo
cuore mentre giocava in giardino con il bambino che le piaceva. C'era lui, non
c'erano loro.
Lui si era
sentito dire “No, sei troppo brutto!”, non loro...
Loro non sapevano
niente di lui, nessuno sapeva niente di lui...neanche Kaharot era a conosceva di
quella storia. Del resto, come avrebbe potuto capire la rabbia che gli bruciava
in petto dopo tanti anni? Solo Belle lo sapeva. Ma lei poteva capire.
Diede un nuovo
pugno contro il vetro, poi si fece coraggio ed uscì dalla doccia, fasciandosi il
corpo tonico con un asciugamano azzurro.
La litigata con
Vegeta e Goku aveva avuto l'effetto di risvegliare i ricordi anche in Belle, che
adesso sedeva sulle scale, subito fuori dalla palestra dove Marion stava
disputando la gara. Avrebbe dovuto entrare e fare il tifo per lei, ma non se la
sentiva. Aveva bisogno di pensare, di schiarirsi le idee. Quando era diventata
così vulnerabile? Probabilmente la prima volta che aveva sentito il suo cuore
rompersi, la prima volta che era scoppiata in lacrime...
No, non era stato
quello il momento. Oh, certo, era stato doloroso, ed umiliante, si era sentita
ferita, messa all'angolo, aveva giurato di non farsi fregare mai più.
Ma non era stata
spezzata in quel momento, no...la sua corazza di era creata dopo.
Quando il suo
cuore si era spezzato per la seconda volta, per lo stesso motivo. Quando Marion
aveva commesso lo stesso errore per la seconda volta, e per la seconda volta lei
l'aveva perdonata, con un sorriso forzato e la morte nel cuore.
Marion la amava?
Sì, in quel momento sì, ne era certa. Ma il suo primo “Ti amo” certo era stato
così falso da creare disgusto.
Si chiese se
Vegeta era a conoscenza del fatto che fosse successo ancora. La prima volta era
corsa da lui per avere un consiglio, e forse anche un po' di conforto. Ma non la
seconda.
Vegeta le avrebbe
dato della stupida, ed il peggio era che avrebbe avuto pienamente
ragione.
D'accordo, col
tempo aveva avuto ragione lei, Marion ora la amava e insieme stavano bene, ma
aveva dovuto ingoiare molto, e Vegeta non l'avrebbe aiutata a farlo.
Goku sotto questo
punto di vista era stato più utile. Lui le aveva fatto una domanda semplice e
quasi banale...
“La ami ancora? O la disprezzi?”
Non gli aveva
risposto, non subito, era così forte il dolore che trovare una risposta non era
per niente facile.
“Perché se la ami ancora, se
ancora vuoi stare con lei, forse dovresti passarci sopra. Parlale, guarda cosa
ti dice...davvero, se ancora vuoi creare qualcosa con lei dovresti darle
un'altra possibilità. L'ultima”
Aveva funzionato,
Marion non aveva sbagliato ancora. Certo, i suoi due sbagli le bruciavano
ancora, e molto, ma non poteva farci niente, se non pensare che, alla fine, le
cose erano andate verso il meglio.
Un urlo la
distolse dai suoi pensieri, l'urlo di gioia della squadra delle
cheerleaders...avevano vinto, a quanto pareva.
I suoi pensieri
trovarono conferma quando Marion uscì dalla palestra, esultante.
“Abbiamo vinto!
Abbiamo vinto!” cominciò a gridare, per poi saltarle al collo e stamparle un
grosso bacio sulla guancia.
Belle rimase
immobile, sorridendo appena, e Marion non poté fare a meno di accorgersene. Con
il tempo era diventata più sensibile a certe cose.
“Qualcosa non
va?”
Belle scosse
appena la testa, ma non sarebbe riuscita ad ingannare nessuno.
“Dai, dimmi cosa
c'è! Sei ancora triste per la partita?”
Belle la guardò,
scrutandola con attenzione.
“Sono triste
perché mi hai tradita...”
I grandi occhioni
di Marion si spalancarono in un'espressione di puro stupore.
“Cosa? No! Non è
vero!”
Belle sorrise
appena della sua espressione scandalizzata
“Non dicevo
ora...”
La ragazza dai
capelli blu la guardò, abbassando la testa, mogia mogia
“Oh...capisco...”
Dopo qualche
istante rialzò la testa, tornando a guardare la fidanzata
“Non dovresti
pensarci...è storia passata”
Belle scosse la
testa
“Non è così
semplice...sai c'è una cosa che non ti ho detto”
“Cosa?”
“Ricordi la
seconda volta che è successo? Ricordi come l'ho saputo?”
Marion annuì
appena, sconsolata
“Sì, certo, di
ritorno dalla festa mi hai chiesto com'era andata, se era successo qualcosa
degno di nota...ed io ti ho confessato di aver fatto sesso con un
ragazzo...”
Belle scosse la
testa appena, per poi sorriderle, un sorriso triste.
“Sì, ma non è
così che l'ho scoperto....”
Lo sguardo di
Marion si fece ora interrogativo
“Ti ho chiesto
come fosse andata la festa per vedere se avevi il coraggio di dirmelo...” fece
una piccola pausa, per poi sospirare “Io ti ho vista. E l'immagine della donna
che si ama stretta tra le braccia di un altro non è un'immagine che si cancella
con facilità dalla propria mente”
Marion spalancò
gli occhi, alzandosi di scatto e guardandola, incapace di trovare qualcosa di
intelligente da dire.
“Io...non lo
sapevo! Ti giuro, non sapevo fossi lì!”
“Lo so che non lo
sapevi...”
Marion si sedette
di nuovo, accanto alla ragazza, e la guardò intensamente.
“Mi
perdoni?”
“L'ho
fatto...altrimenti non staremo ancora insieme...”
La ragazza dai
capelli blu scosse la testa
“No...intendo se
mi hai perdonata davvero”
La bionda le
sorrise, per poi farle passare un braccio intorno alle spalle
“Sì, ti ho
perdonata davvero” l'attirò verso di sé, per poi darle un leggero bacio sulle
labbra “Ma non lo perdonerò ancora, sei avvisata”
Marion le
sorrise, improvvisamente sollevata
“Non succederà
più...ti amo”
“Me l'avevi detto
anche allora”
“Ero una pessima
fidanzata, ma te lo giuro, era vero anche allora”
Belle sapeva che
stava mentendo. E sapeva anche che Marion non poteva realmente credere che si
sarebbe bevuta una bugia del genere. Era ovvio che prima non l'amava, e non solo
per i tradimenti, era il suo atteggiamento in generale a suggerire che,
all'epoca, pensava solo a se stessa. Sì, certo, con Belle stava bene, ma non era
il suo grande amore. Non allora.
Ma questo la
bionda preferì non rinfacciarglielo, in fondo sentirle dire che allora l'aveva
solo presa in giro, che solo in seguito aveva iniziato a provare qualcosa di
forte per lei, le avrebbe fatto solo male.
Lo sapeva, lo
sapeva benissimo, ma non voleva sentirselo dire.
Anche se, certo,
la faceva ridere l'idea che tutti, assolutamente tutti -tranne Goku e Vegeta,
ovviamente- fossero convinti che era lei quella stronza e rigida, mentre Marion,
poverina, era sempre così dolce con lei. Sì, la faceva ridere, ma era una risata
amara.
Se solo avessero
saputo cosa nascondeva quell'apparente freddezza, come si era sentita i primi
tempi della loro relazione...
Se avessero
saputo che, a quel tempo, lei, così rigida e fredda, era totalmente e
completamente pazza dell'altra, mentre la cheerleader, con tutta la sua
dolcezza, nascondeva soltanto uno sprezzante egoismo...
E, certo, le cose
erano cambiate, ma non del tutto.
Tutti
continuavano a pensare sempre la stessa cosa. Chissà come mai, in quella
società, l'ostentazione vinceva sempre. Chissà perché tutti credevano che se una
persona non ostentava i suoi sentimenti, allora quei sentimenti non li provava
affatto. Che cazzata!
Lei ostentava ben
poco, al massimo faceva qualche murales, ma raramente si comportava in modo
dolce, soprattutto in pubblico.
Eppure sentiva il
suo cuore sussultare ogni volta che la guardava.
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Capitolo 9 *** Pace? (parte 1) ***
“Devi lasciarmi stare....!”
Crilin gridava contro lo specchio, ma l'unica risposta che riceveva era il suo stesso riflesso arrabbiato. Ovviamente. Ogni volta si aspettava quasi che Joe prendesse vita nello specchio, che ne uscisse fuori e lo affrontasse. Forse così se ne sarebbe liberato una volta per tutte...o avrebbe vinto Joe?
Si allontanò dallo specchio, muovendosi lentamente e con passo strascicato. Già, perché mai avrebbe dovuto vincere contro il suo alter? Lui era timido, impacciato, insicuro...l'altro era riuscito ad assicurarsi l'amicizia di Belle.
Con un sospiro si sedette sul letto, afferrando il suo libro di anatomia, che doveva finire di studiare.
Però era stato lui a salvare Marion, no? Non Joe!
Belle aveva ringraziato lui!
Questo pensiero lo fece improvvisamente sorridere...
Alle elementari aveva avuto una cotta per Belle, si ricordava ancora de giorno in cui si era presentato da lei con una piccola margherita, colta nel giardino, durante l'ora di ricreazione. Era diventato tutto rosso e aveva cominciato a balbettare, e si era quasi illuso che lei l'avrebbe presa e l'avrebbe ringraziato per il gesto gentile. Ma non era successo. Certo, forse sarebbe potuto succede, o, almeno, a lui piaceva pensare che fosse proprio così, che lei l'avrebbe presa se solo Vegeta non fosse intervenuto prendendo il piccolo fiore e scagliandolo al suolo.
“Sparisci! Lei non è per te!”
Non aveva forse visto un po' di tristezza negli occhi di Belle al gesto del suo amico? O se l'era solo immaginato?
Non l'avrebbe mai saputo. Dopo la fine delle elementari l'aveva persa di vista, avevano fatto sia le medie che le superiori in scuole diverse, ma era riuscito a rivederla, grazie a una gita.
Nell'arco di quella gita il suo cuore era stato spezzato, ma allo stesso tempo Joe era riuscito a fare amicizia con lei. Senza neanche volerlo.
Crilin strinse i pugni, con rabbia: Joe aveva tutto quello che lui avrebbe voluto -quasi tutto- ma sembrava non apprezzarlo affatto.
Era stato bello rivedere Belle, nella sua mente aveva sempre pensato che un giorno, quando non ci fosse più stato Vegeta, lui sarebbe riuscito a conquistarla. Ovviamente si era solo illuso.
Tanto per cominciare Vegeta c'era ancora, ma questo non era l'aspetto più drammatico...da piccolo era stato un autentico protettore, verso l'amichetta bionda, ma crescendo l'aveva, ovviamente, lasciata stare. Se Vegeta fosse stato il suo unico problema, sarebbe stato semplice convincere Belle a dargli una possibilità, sposarla e mettere su famiglia con lei. Ma c'era un altro problema.
E quel problema si chiamava Marion.
Crilin conosceva la ragazza dai capelli blu, era nella sua stessa classe alle medie. Se doveva essere sincero l'aveva trovata molto carina, i primi tempi, era anche uscito con lei un paio di volte. Ma era durata poco. Lui era un tipo all'antica, voleva una storia seria, mentre la ragazza era l'esatto contrario, lei voleva solo divertirsi.
Non c'era rimasto troppo male, comunque. Sì, gli aveva fatto male, all'inizio, ma poi, dopo aver visto come si comportava con gli altri ragazzi, si era considerato fortunato per essere riuscito a scappare in tempo.
E poi...quella gita!
Era sera, sia la sua classe sia le due della scuola di Belle si erano trovate nello stesso albergo, ed in quel momento si trovavano nella sala TV, intenti a passare il tempo, prima di essere costretti dai professori ad andare a dormire.
Si sentiva il cuore in gola al pensiero di aver finalmente rivisto Belle, non restava che andarle a parlare, finalmente, dopo anni.
“Ciao, Belle”
Ma la ragazza bionda davanti a lui non sembrava più la bambina gentile pronta a prendere la sua margherita.
“Cosa vuoi?”
Il tono era duro, rigido. Vegeta era in piedi, accanto a lei, e sogghignava, soddisfatto. Crilin spalancò gli occhi, per poi lanciare un'occhiata a Vegeta. Era colpa sua! Era sicuro che dovesse essere tutta colpa sua!
Ma forse non lo era, perché in quell'esatto momento arrivò un turbine blu e giallo. Un flash di colori, che si concretizzarono in una ragazza con lunghi capelli blu e un corto vestito giallo.
Marion.
“Oh. Crilin” disse la ragazza, con tono quasi schifato.
“Ciao Marion...” evidentemente doveva trovarsi nella stessa scuola di Belle, certo era curioso, vedere l'amore della sua vita e la prima ragazza con cui era uscito, una accanto all'altra.
Non aveva ancora visto niente.
“Amore, conosci questo tappetto?” chiese Marion alla ragazza bionda al suo fianco. Nel porre la domanda si sistemò sul bracciolo della poltrona su cui era seduta l'altra, accavallando le gambe con fare malizioso.
Crilin non capì subito ciò che sottintendeva l'uso di quel termine, Marion era solito usarlo anche con semplici amiche, anche se, a dire il vero, Belle non gli sembrava la tipa capace di lasciarglielo fare senza fiatare.
“Sì, eravamo alle elementari insieme”
rispose lei, allungando la mano verso le gambe della ragazza e cominciando ad accarezzarle. Ecco, questo era sembrato al giovane decisamente più strano.
Vegeta dovette accorgersi del suo sguardo stranito, perché subito gli sorrise.
“Marion è la fidanzata di Belle”
In quel momento Crilin si sentì diviso a metà. Più del solito, almeno. Da una parte si sentiva il cuore spezzato, dall'altra era terribilmente preoccupato per Belle. Marion era cambiata rispetto alle medie o era ancora la solita ragazza di facili costumi?
Non dovette aspettare molto per avere una risposta...
Mentre Crilin era immerso nei ricordi, Goku si preparava mentalmente ad affrontare Vegeta, nella speranza di fare pace. Tremando leggermente bussò alla porta della camera che condivideva con l'amico, avrebbe potuto aprire con la sua chiave, ma magari mostrarsi umile avrebbe messo l'amico di buon umore.
Vegeta aprì la porta con uno scatto, guardando in cagnesco la persona dall'altra parte della porta.
“Ah, sei tu” si scostò dall'uscio, così che Goku potesse entrare “Pensavo fossi uno scocciatore”.
Il calciatore si rasserenò...almeno non era stato compreso nella categoria.
“Ecco...io...” Goku entrò nella stanza, andando a sedersi sul letto, ingombro di vestiti che si era dimenticato di sistemare.
“Volevo chiederti scusa...per la partita”.
Vegeta scosse le spalle, in un gesto di noncuranza. La doccia di ricordi l'aveva messo in una disposizione d'animo benevolo verso i suoi amici, e poi era solo una partita. Lui restava il migliore.
“Sì, sì, tranquillo” si sedette alla scrivania e riprese in mano il libro di Letteratura Inglese. Stava inutilmente cercando di capire cosa mai il professore ci trovasse di “poetico e divino” in due idioti veronesi che morivano in modo stupido.
“Sai dov'è Belle?” a lei la letteratura piaceva, magari sarebbe stata in grado di spiegargli perché quella...roba...era considerata un capolavoro.
Goku scosse la testa, per poi abbassarla.
“Ehm...abbiamo litigato...”
Il libro cadde di mano al ragazzo dai capelli a fiamma.
“Cosa?! Tu che litighi con qualcuno? Wow! E cosa mai ha detto la nostra cara Belle per attuare un tale miracolo?”
Goku sospirò appena, sdraiandosi sul letto e facendo alzare un nuvolone di polvere.
“Lei e Marion sono state acide con Chichi...”
Vegeta recuperò il libro dal suolo e tornò a guardare l'amico, per poi, con uno scatto inaspettato, tirargli addosso il libro, colpendolo in piena testa.
“Ahia! Ma che ti è preso?!”
Il campione di basket scosse la testa “Non ti avevo detto che non è al nostro livello?”
Goku sentì la rabbia salire sul suo petto, ma cercò di tenerla a freno per non litigare di nuovo.
“A me piace. Le ho chiesto di venire al ballo con me”
Per qualche istante Vegeta sembrò sul punto di dire qualcosa, ma poi decise che no ne valeva la pena.
“Fai come vuoi. Tanto è solo una fissa, passerà”
Goku sospirò, restando sdraiato e massaggiandosi la parte colpita dal libro di letteratura.
“E tu, chi porterai?” chiese, incuriosito.
Vegeta scosse le spalle con noncuranza.
“Immagino una delle due amiche di Marion, o la solita, o la tua. Magari prendo la tua, hai detto che è una ninfomane” un sorriso malizioso si fece spazio sul suo volto, e Goku scoppiò a ridere.
“Ormai manca poco alla serata...”
si sentiva emozionato al pensiero di andarci, per la prima volta, con una ragazza che gli piaceva sul serio.
Vegeta annuì distrattamente, pensieroso.
“Credi che Belle dovrebbe continuare a stare con Marion?” chiese improvvisamente, seguendo un qualche filo mentale.
“Credo che dovrebbe fare quello che la rende felice” rispose Goku senza alcuna pausa.
Il ragazzo dai capelli a fiamma sbuffò, visibilmente irritato
“Sì, ma Marion non la merita!”
A questo punto Goku si alzò, mettendosi seduto sul letto, con le gambe incrociate.
“Vegeta, parliamoci chiaro. Belle è la tua migliore amica dai tempi dell'asilo, siete cresciuti insieme, per te è come una sorella. Crederai mai che qualcuno sia alla sua altezza?”
Vegeta emise un leggero grugnito. Sapeva che Goku non aveva tutto i torti...Belle era una brava ragazza. Poteva sembrare spocchiosa, antipatica, snob, e forse lo era anche, sotto un certo punto di vista, ma lui la conosceva dalla nascita, sapeva cosa c'era sotto quella scorza.
“Quando eravamo più piccoli la chiamavo Tronky...” commentò i suoi stessi pensieri con un sorriso, mentre Goku restava in silenzio.
“Senti, forse è vero che per me nessuno sarà al suo livello. Ma è anche vero che Marion l'ha tradita, una volta!”
Goku inarcò il sopracciglio. Sembrava indeciso, insicuro.
“Qualcosa non va?”
“No, no. Va tutto bene. Hai ragione, Marion ha sbagliato a tradirla...una volta...”
Mise un po' troppa enfasi nelle ultime due parole, e fu quello a tradirlo.
“Kaharot, cosa stai cercando di dire? Vuoi forse farmi capire che non l'ha fatto una volta sola?!”
Le vene del collo iniziavano a ingrossarsi, ed il colore della sua pelle era rubicondo di rabbia.
“Ecco...in effetti due...” si preparò all'esplosione.
“Quella puttana!” fu la parola più gentile che uscì dalle sue labbra, dopo ci fu un fiume di parole con insulti più o meno fantasiosi, alcuni del tutto inventati.
Dopo essersi sfogato si calmò, accasciandosi sulla sedia
“Perché non me l'ha detto?”
“Probabilmente temeva proprio questa reazione. O direttamente che tu strangolassi Marion”
“Avrei potuto!” ruggì lui
“Appunto...” Goku sospirò “Lei la ama, Vegeta...”
Lo sguardo del moro fu di puro fuoco
“Credi che non lo sappia? Ma non si può passare sopra a tutto, neanche per amore!”
Goku alzò le spalle, in un gesto di noncuranza
“Adesso ha smesso”
“Kaharot, l'ha tradita! Non conta niente se ha smesso! Non stiamo parlando di una sigaretta!”
Arrabbiarsi è stancante, e Vegeta doveva ancora finire di studiare per questo con uno scatto girò la sedia e tornò a concentrarsi sul libro, dando un chiaro segnale che la conversazione era finita. E che in ogni caso lui aveva ragione, come sempre.
Goku sospirò appena, per poi decidere di uscire dalla stanza, lasciando l'amico con il suo silenzio.
Doveva ancora trovare Belle e fare pace con lei. E doveva avvisarla che si era lasciato sfuggire il suo segreto. E che presto avrebbero assistito ad una bella litigata tra Vegeta e Marion.
Intanto il giorno del ballo si avvicinava rapido, e Bulma era in piena crisi. Le sarebbe piaciuto andare al ballo, ma con quale cavaliere? Era sempre stata impegnata con lo studio, non le era mai rimasto tempo da dedicare ai ragazzi, e adesso come avrebbe fatto?
Crilin sicuramente avrebbe accompagnato Lunch, e lei? Chi le restava?
In quel momento qualcuno bussò alla porta della sua stanza. Con un gesto rapido, Bulma nascose sotto il letto dei mucchi di vestiti sparsi per la camera, e si diresse ad aprire.
Alla porta trovò il viso sorridente di Ianko.
“Hey, ciao!”
“Ianko! Che sorpresa!”
Già, non aveva minimamente pensato a lui! Eppure erano amici da molto...
“Ecco, mi chiedevo se...insomma...hai già un cavaliere per il ballo?”
Bulma sorrise, scuotendo piano la testa
“No, ma mi piacerebbe andarci”
“Allora...potrei accompagnarti io!”
“Volentieri”
Ianko sorrise ed uscì, rapido come era entrato, scusandosi della fretta e giustificandosi con un mucchio di roba da studiare. Scusa a cui Bulma credette poco, ma preferì non indagare ulteriormente.
L'unica cosa che le importava era che adesso aveva un cavaliere!
Bene, siamo arrivati ad un punto di svolta!
Ecco allora delle cose per voi...prima di tutto, un paio di domande
La risposta può essere “sì” ad entrambe le domande, o ad entrambe “no”, o magari in un caso è no e nell'altro sì...chissà! Pensateci!
Vi state chiedendo chi era a scuola con chi e in quale punto del percorso scolastico? Tranquilli, vi aiuto io, con questo facile specchietto illustrativo! Come potete vedere non sono presenti tutti i nomi in tutti i momenti. Perché? Magari perché ci sono cose che voglio svelarvi solo in seguito ;) Per lo stesso motivo la divisione è fatta in numeri e non con i nomi delle scuole.
Elementari
Crilin – Vegeta – Belle (Elementare 1)
Goku (Elementare 2)
Marion (Elementare 3)
Medie
Bulma – Goku (Scuola 1)
Belle – Vegeta (Scuola 2)
Crilin – Marion (Scuola 3)
Superiori
Vegeta – Belle – Marion – Goku (Liceo 1)
----
Detto questo, facciamo un po' di pubblicità! * parte lo stacchetto *
Mentre proseguo con i capitoli di questa storia (siamo circa a metà delle vicende -non necessariamente dei capitoli-) ne sto cominciando un'altra!
* squillo di trombe *
Questa nuova storia (che vi invito a seguire u.u) tratta della relazione tra C18 e Marion (sì, è la mia coppia preferita, abbiate pazienza :P) ma attenzione, non è una AU, ma una What if... e prende le mosse dalla fine del Cell Game.
Avventura, Amore e qualche nuovo personaggio che potrebbe conquistarvi (o disgustarvi, a seconda...).
------
Il momento pubblicità si è concluso, lanciamo quindi la nuova iniziativa (che permetterà a me di farmi due risate e a voi di soddisfare qualche curiosità -o magari farvi due risate anche voi)
A partire da questo capitolo potrete porre delle domande ai protagonisti della fanfiction! Dovete solo seguire delle semplici regole:
-
La domanda dovrà essere posta dopo una “vera” recensione, domande inserite a casaccio senza una recensione effettiva del capitolo non saranno considerate (non si pretendono recensioni da critici letterari, ma almeno ditemi come me la sto cavando :P)
-
Potete fare una sola domanda a personaggio (ma a quanti personaggi volete)
-
Non sono accettate domande che prevedono uno spoiler (quindi cose come “Bulma, pensi che ti innamorerai perdutamente di Vegeta?” non sono valide...cosa può saperne lei ora di cosa accadrà poi? Quello lo so solo io mwahahaha)
-
Sono accettate domande sul passato dei personaggi ma deciderò io se farli rispondere o meno
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Capitolo 10 *** Pace? (parte 2) ***
ss
Goku si ritrovò a girare gran
parte dei dormitori, delle aule, delle palestre e di tutti gli edifici che
componevano il campus, prima di riuscire a trovare Belle, seduta su un muretto
in giardino, da sola.
La guardò attentamente, indossava
gli stessi vestiti che aveva alla partita, quindi non era andata nella sua
stanza per cambiarsi.
Si avvicinò a lei con
circospezione, guardandosi attorno: doveva parlarle e non voleva che la peste
dai capelli blu fosse abbastanza vicino da sentire.
“Come mai qui, tutta sola?”
chiese, quando le fu vicino. Poi, con attenzione, aggiunse “Marion non
c'è?”
La ragazza bionda alzò gli occhi,
scrutando l'amico, ma senza sorridergli
“Hanno vinto, è andata a
festeggiare con la squadra”
Bene, quindi non poteva essere in
ascolto.
“Ho parlato con Vegeta, prima.
Non è poi così arrabbiato...” cominciò con tatto, sedendosi accanto alla
ragazza. Per fortuna lui non era un tipo eccessivamente ossessionato
dall'aspetto, o si sarebbe dovuto preoccupare dell'effetto di quel muretto
sporco sui suoi pantaloni bianchi, indossati giusto poco prima di mettersi in
cerca di Belle.
“Va bene” rispose lei,
laconica.
“Ho invitato Chichi al ballo”
meglio prima testare la sua reazione a notizie minori
“D'accordo”
No, non andava bene, questo non
andava bene. Goku inarcò un sopracciglio, perplesso, si sarebbe aspettato la
stessa reazione di Vegeta, questa apatia da parte della ragazza non era un buon
segno.
“Facciamo pace?” chiese quindi
tendendole la mano, con un gran sorrisone a trentadue denti.
Lei gli sorrise appena, ma era un
sorriso tirato.
“Sì, ma togliti quel sorriso
dalla faccia, sembri un bambino”
Goku inclinò appena la testa di
lato, guardandola con curiosità. Allora non era a causa della sua reazione che
era così fredda e tesa.
“Hai litigato con Marion?”
domandò quindi, cercando di dare al suo tono l'impostazione meno ansiosa
possibile.
La bionda scosse piano la testa,
per poi voltarsi a guardarlo.
“No, no. Va tutto bene. Brutti
ricordi, tutto qui”
Il moro abbassò la testa,
sospirando appena
“Temo di essermi lasciato
sfuggire una cosa con Vegeta...”
Adesso il giovane aveva tutto
l'attenzione dell'amica, che lo fissava con occhi sbarrati.
“Che cosa gli hai
detto?!”
La pace giusto prima della nuova
guerra.
“Che Marion ti ha tradito due
volte, e non una”
Abbassò la testa, per non
guardare gli occhi della ragazza diventare incandescenti.
“Come hai osato?! Non era tuo
diritto farlo! E' la mia vita, non la tua!”
Non aveva mai sentito Belle
urlare. Mai. Quando si arrabbiava il suo tono diventava gelido e tagliente,
alzare la voce non era nel suo stile.
Ma adesso stava urlando, così
forte che alcuni ragazzi uscirono dagli edifici vicini, attirati dal
grido.
Vegeta camminava tranquillo, tra
le aule della scuola. La sua lezione era già iniziata, ma poteva prendersi il
lusso di ritardare una decina di minuti, il professore non gli avrebbe detto
nulla. Il preside non avrebbe mai permesso che il capitano della squadra di
Basket cambiasse scuola, sarebbe stato uno smacco.
Mentre era perso nei suoi
pensieri, fu colpito da una sorta di tornado dai colori turchesi. A causa
dell'urtò finì per terra, in mezzo a una moltitudine di libri sparpagliati,
certo persi dall'uragano.
Si rialzò, sbattendo gli occhi, e
finalmente potè riconoscere la figura di Bulma Brief, intenta a raccogliere i
fogli sparsi per il corridoio.
“Dovevo aspettarmi che fossi tu”
disse lui, con tono disgustato, rialzandosi. Si ripulì la giacca nera che
indossava, anche se non vi si era deposto un solo granello di polvere, e
controllò accuratamente la camicia bianca che portava sotto la giacca,
scoprendola perfettamente immacolata.
“Bene, per tua fortuna non mi hai
sporcato”
Bulma aveva ignorato la sua prima
affermazione, più per amore della pace che altro, ma non poteva ignorare anche
questa.
“Oh, poverino, immagino che un
po' di polvere potrebbe ucciderti!”
Gli occhi di Vegeta lampeggiarono
d'ira. Con uno scatto afferrò Bulma per il braccio e la spinse contro il muro,
tenendola premuta con il suo corpo.
“Ringrazia che non c'è nessuno,
che nessuno ti ha sentito!” ruggì davanti al suo volto, con occhi di
brace.
Bulma si spaventò, non conosceva
Vegeta molto bene, non frequentavano gli stessi corsi, ma erano nella stessa
scuola da anni, e lei non l'aveva mai visto così arrabbiato, eppure era stato
provocato in modi peggiori.
“Cos'hai contro di me?” sibilò, a
tratti incuriosita. Certo, era interessante scoprire di procurare sentimenti a
quell'arido snob, anche se i sentimenti in questione erano di rabbia. Aveva
sempre pensato di essere completamente invisibile, per le persone come
lui.
“Se la tua memoria funzionasse
meglio, lo sapresti” sbottò lui, per poi spostarsi e liberare la presa,
permettendole di spostarsi dal muro.
Era furioso, e Bulma giudicò più
intelligente andarsene, piuttosto che continuare ad interrogarlo su ciò che era
appena successo. Doveva parlare con Goku. Forse lui avrebbe potuto darle delle
risposte.
“Pizza Calabrese!” urlò il
cameriere, posando un piatto di pizza calda e fumante al tavolo dove Marion
sedeva col resto della squadra delle cheerleaders.
“Wow, Alis, come hai fatto a
trovare una pizzeria napoletana qui?!”
“Ho le mie
fonti!”
Il brusio procedeva, insieme al
rumore dei piatti di pizza posati sul tavolo, dei coltelli che le tagliavano e
delle mandibole che le masticavano.
La porta della pizzeria si aprì,
e si richiuse alle spalle di un ragazzo. Nessuno fece caso al suo arrivo, del
resto la gente entrava e usciva di continuo, non era una situazione
insolita.
Il giovane appena arrivato si
sistemò i lunghi capelli biondi, muovendo qualche passo verso il
tavolo.
“Ciao Marion” disse, attirando
l'attenzione di tutte le giovani lì presenti. Le ragazze lo squadrarono
attentamente, sorridendo appena: certo era un bel ragazzo, aveva fascino, i
lunghi capelli biondi e lucenti sembravano la criniera di un cavallo di razza, e
i suoi occhi cobalto splendevano come due perle sul fondo degli abissi. Tutte si
voltarono verso l'interpellata, con sguardi affamati di
informazioni.
Lei però non rispose, il suo
volto sembrava scolpito nella pietra.
Incurante di quella reazione non
incoraggiante, il nuovo arrivato afferrò una sedia e la sistemò vicino alla
ragazza dai lunghi capelli blu, sorridendo.
“E' un po' che non ci si vede,
no?”
Finalmente ottenne una reazione.
La ragazza lo scrutò attentamente, allontanandosi di qualche centimetro, anche
se non era a contatto con lui, sembrava che le desse fastidio anche solo
respirare la sua stessa aria.
“Che cosa vuoi?” sibilò,
scrutandolo con occhi attenti ed indagatori.
Il giovane in risposta le
sorrise, allungando la mano per sistemarle una ciocca di capelli dietro
l'orecchio, ma la ragazza si spostò, come se lui l'avesse
scottata.
“Perché reagisci così? Volevo
solo vederti, ho chiesto alla segreteria della scuola dove potevo trovarti...ed
eccomi qua!”
Marion serrò le labbra,
osservando la pizza nel suo piatto. Chiedere alla segretaria di prenotare per
loro il posto in pizzeria non era stata una grande idea.
“Sono fidanzata” disse, con tono
secco, afferrando un pezzo di pizza e portandoselo alle labbra, per poi
staccarne un grande boccone.
“Oh...” disse lui, con tono
dispiaciuto, poi però sorrise ironico “Lo eri anche l'altra volta, no? E con la
stessa persona...”
Fu la goccia che fece traboccare
il vaso. Marion si alzò di scatto, rovesciando il tavolino e tutte le pizze
nell'azione.
“Vattene!” urlò con quanto fiato
aveva in gola, facendo accorrere i camerieri, convinti, a quel punto, che il
giovane stesse importunando le loro clienti.
“Signore, credo che dovrebbe
uscire” disse uno di questi, afferrando il ragazzo per un
braccio.
Il giovane annuì appena, con un
ultimo sorriso rivolto a Marion.
“Me ne vado, certo...” sospirò
appena “Sai, la tua è una bella scuola, credo che verrò anche
io!”
Marion alzò le spalle, in un
gesto di noncuranza.
“Vieni pure. Se ti vedrà, ti
ucciderà”
Un ultimo sorriso beffardo si
delineò sul volto dello sconosciuto, che poi si diresse verso la porta, scortato
dai camerieri.
Una delle ragazze si voltò verso
di lui, guardandolo sognante.
“Scusa, come ti
chiami?”
Lui la squadrò con i grandi occhi
blu.
“Jewell” disse solamente, prima
di uscire e chiudere nuovamente la porta dietro di sé.
Milly si rivolse a Marion,
squadrandola attentamente
“Chi è quel
fusto?”
La giovane si morse il labbro
superiore, estremamente preoccupata.
“Non ha importanza...” mormorò
appena. Non voleva che ci fossero troppi pettegolezzi, a riguardo. Per le sue
amiche lei e Belle formavano una coppia modello, non voleva che sapessero che
non era sempre stato così.
Ma come faceva a non essere
preoccupata adesso che la fidanzata le aveva svelato di aver visto il ragazzo
con cui l'aveva tradita quella seconda volta?
E lui voleva venire in quella
stessa scuola, probabilmente credendo di potersela portare a letto di
nuovo.
Idiota.
Sarebbe morto, se solo Belle l'avesse
riconosciuto.
La sfuriata nel giardino, intanto,
era giunta al termine. Belle si era sfogata, urlando contro il vecchio amico e
rinfacciandogli praticamente qualsiasi cosa, incluso il compito in classe in
prima superiore in cui lui aveva preso 8 e lei 6 perché lui non aveva voluto
passarle neanche una risposta.
Una volta finite le recriminazioni,
la bionda si voltò verso il gruppetto di curiosi che si era fermato, gelandoli
con uno sguardo duro come la lama di un coltello. Bastò questo per farli
disperdere, ed apparentemente ognuno tornò a pensare ai fatti suoi, anche se
tutti tendevano le orecchie nella speranza di cogliere qualcosa in più rispetto
alla sfilza di insulti e rancori.
Goku riprese la parola, per la prima
volta dopo il primo urlo.
“Mi dispiace”
Una frase un po' banale, ma lui lo
pensava sul serio. Gli dispiaceva, gli dispiaceva sempre quando feriva qualcuno
a cui voleva bene. Gli era dispiaciuto anche per quel 6 in prima
superiore.
Belle sospirò appena, tornando a
sedersi sul muretto.
“Non importa...lascia
stare”
Goku si avvicinò di nuovo a lei, per
poi cingerle le spalle con un braccio.
“Dai, non pensarci, è passato. Pensa
solo al ballo, d'accordo? Vedrai che lì andrà tutto bene ed i brutti ricordi
spariranno, pensa a te e Marion al ballo” fece una piccola pausa “Oh, Vegeta non
sa se porterà la sua solita accompagnatrice o prenderà la mia”
Belle lo guardò, stupita.
“Perché, tu con chi
vieni?”
In quel momento Goku capì che la
ragazza, presa dall'apatia, non aveva sentito una sola parola di quello che le
aveva detto, prima della sua richiesta di pace.
“Te l'ho detto prima...” fece una
breve pausa “...porto Chichi”
La bocca spalancata di Belle ed i
suoi occhi più azzurri del solito, gli fecero capire che la sua reazione sarebbe
stata identica a quella di Vegeta.
Finita la pace.
_____
Ecco a voi un nuovo capitolo!
Qualche annuncio importante: come potete vedere dalla mia pagina, ho creato
una serie. Questa serie conterrà tutte le storie in cui C18 e Marion compaiono
come fidanzate, quindi questa, la serie di One-Shot e un'altra storia che
posterò a breve e che vi avevo preannunciato.
Quindi...potreste intanto commentare anche le mie One-Shot *occhioni dolci
come Gatto*
Ma veniamo adesso alle vostre domande!
Cominciamo con le domande poste a Goku:
"Ora
che ti piace Chichi, invitandola anche al ballo, pensi che per lei metteresti
anche fine all'amicizia con Vegeta e Belle? Visto che non la considerano al
vostro pari?" (Cri cri)
Goku: "Non credo che potrei sopportare di non essere più loro amico, voglio
molto bene ad entrambi e sono stati i primi a starmi vicino nei momenti duri.
Credo che se si dovesse arrivare ad uno scontro cercherei di far loro conoscere
Chichi, così che possano apprezzarla. Certo, non sarà possibile avere qualche
uscita a doppia coppia (o tripla se Vegeta si decidesse un giorno a fidanzarsi),
non l'accetteranno mai come una di loro, ma spero che per il mio bene
accetteranno che io la frequenti"
"Quello
che provi ora per Chichi è amore vero?" (mrs_son)
Goku: "Credo sia un po' presto per parlare d'amore. Certo mi piace molto, e
vorrei provare a costruire qualcosa di serio con lei"
Ora le domande poste a Crilin:
"Da
quando soffrì questa doppia personalità?" (Cri cri)
Crilin:
"Da quando ero bambino, mi è stata diagnosticata quando avevo 13 anni, ma
secondo gli psichiatri è cominciata prima, ma è difficile rendersene conto in un
bambino piccolo"
"Ma
anche Joe ha una cotta per Belle, o solo tu Crilin?"
(_Micky_RosaNera_)
Crilin:
"Difficile capire cosa pensa Joe, ma non credo che sia innmorato di lei. Sono
convinto, però, che la consideri un'amica"
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Capitolo 11 *** Un nuovo arrivo ***
ss
Mancavano due giorni al ballo, tutta la scuola era
eccitata al pensiero della festa: il buffet, le luci, i festoni, il punch che
sicuramente qualcuno avrebbe corretto...e poi la gara di ballo, e la
proclamazione dei vincitori!
“Credi che Belle e Marion potrebbero vincere?”
chiese Carly Popper, sorseggiando un the alla pesca. La sua amica scosse il
capo, mentre masticava un sandwich con insalata e pollo.
“Non credo. La cerimonia finale proclama il re e
la regina del ballo. Non credo sia previsto che vincano due donne” con un gran
morso terminò il suo sandwich, nell'esatto momento in cui Ianko si sedeva vicino
a loro, reggendo tra le mani il vassoio verde della mensa.
Carly gli sorrise “Hey, ciao”
“Ciao ragazze! Di che parlavate?” con un gesto
rapido aprì la confezione di plastica che conteneva il suo pranzo: insalata di
riso.
“Io non mi fido a mangiare quella robaccia”
l'altra ragazza presente al tavolo, Mary Preston, si fece avanti nella
conversazione, con la bocca ancora ingombra dell'ultimo boccone di tramezzino.
“Sempre meglio dei panini della macchinetta”
commentò Ianko con un sorriso, ricevendo in risposta un'alzata di spalle da
parte di Mary.
“Parlavamo del ballo...” Carly si sistemò
accuratamente i capelli dietro un orecchio, sporgendosi in avanti “...tu hai già
deciso con chi andrai?”
Ianko annuì appena, infrangendo le speranze della
ragazza.
“Bulma Brief”
Il volto di Carly era sconvolto.
“Oh, potresti avere di meglio”
Ianko non le rispose, dedicando tutta la sua
attenzione al pasto.
“Che dicevate, del ballo?” si informò, curioso. A
lui il ballo non interessava più di tanto, ma Bulma gli piaceva da molto, ed era
contento che lei avesse accettato il suo invito. Anche se non capiva cosa ci
trovassero le ragazze di così emozionante, per lui era una festa fin troppo
noiosa.
“Secondo Mary la gara di ballo non potrebbe essere
vinta da Belle e Marion”
Ianko inarcò un sopracciglio “E perché?”
Fu Mary a rispondere, alzando il dito indice come
un vecchio professore
“Perchè le regole prevedono la proclamazione di un
re e di una regina!”
Ianko scosse le spalle “Non hanno mai partecipato
alla gara, non so se potrebbero vincerla, ma non credo che al Preside importi di
queste cose. Proclamerà Belle re, oppure cambierà il titolo, saranno la regina
numero uno e la regina numero due”
Carly sorrise “Sicuramente Marion vorrà il titolo
di numero uno!”
Ianko sorrise, ma non disse nulla, perché proprio
in quel momento Belle, Marion, Goku e Vegeta fecero la loro comparsa in
mensa.
La notizia della lite tra Belle e Goku aveva fatto
il giro dell'istituto, ma i due sembravano aver superato lo scoglio. O, almeno,
non si scannavano in pubblico.
“E' blasfemia, è pazzia!” sibilò Vegeta, sedendosi
al loro solito tavolo.
“Perchè citi le frasi dei film in momenti
inopportuni?” domandò Belle, sedendosi davanti a lui. Marion si sistemò alla
sinistra della ragazza, mentre Goku prese posto accanto a Vegeta.
“Perché lo è...vuole portare al
ballo...quella!”
Goku non disse niente, limitandosi ad aprire la
confezione del suo pasto.
“Oh, Marion, ho dimenticato di prendere il sale,
puoi prestarmene un po' del tuo?
La ragazza gli sorrise, passandogli la bustina
“Certo, tanto io l'ho preso per abitudine, ma non
mi servirà”
Mentre Goku salava la sua carne alla griglia,
Marion cominciò a mangiare discretamente le sue penne all'arrabbiata, mentre
Vegeta e Belle discutevano, tra un boccone e l'altro.
“Anche io sono contraria, ma non possiamo farci
niente” una porzione di fusilli finì tra le fauci di Belle, mentre Vegeta beveva
un sorso di aranciata.
“Ma non capisci? Ne va anche del nostro prestigio,
siamo i ragazzi più popolari della scuola!” il ragazzo dai capelli a fiamma fece
una breve pausa, rivolgendosi a Marion.
“Mi presti l'olio?”
La ragazza lo squadrò acidamente “Ma cosa sono, il
servizio condimento?”
Con uno sbuffo Vegeta si allungò sul tavolo,
prendendo da solo quello che gli serviva dal vassoio della ragazza.
“Dai Vegeta, adesso stai esagerando. Il nostro
prestigio non verrà messo in ombra. E adesso restituisci l'olio a Marion”
“Quando avrò finito di usarlo. C'è poco olio in
questo pesto. Comunque farà la figura dell'idiota, al ballo, e noi saremo gli
amici dell'idiota” con un sospiro ripose l'olio nel vassoio di Marion, che gli
lanciò una seconda occhiata seccata.
“Tanto non durerà, è solo un capriccio, una
fase...”
A questo punto Goku non riuscì più a restare in
silenzio, con uno sbuffo guardò la bionda che aveva appena parlato.
“Scommetto che è la stessa cosa che hanno detto i
tuoi genitori”
La giovane arrossì di rabbia, ma Goku non le diede
il tempo di ribattere
“Vi sarei grato se la smetteste di parlare come se
io non ci fossi”
Vegeta alzò le spalle in un gesto di noncuranza,
tornando ad occuparsi delle sue penne, mentre Belle cercava di reprimere la
rabbia per il commento dell'amico.
In quell'esatto momento il Preside fece il suo
ingresso. Tutti gli alunni si alzarono in piedi, come prevedevano le regole
dell'istituto, ma con un cenno delle braccia, il Preside fece loro segno di
tornare a sedersi.
“Comodi, comodi. Continuate pure a mangiare. Sono
qui solo per annunciarvi l'arrivo di un nuovo alunno!”
Vegeta sbuffò, aggredendo le sue pelle con la
forchetta.
“Oh, no, un altro” sibilò a bassa voce, per non
farsi sentire.
In quel momento arrivarono anche Bulma e Chichi,
che, silenziosamente, andarono a prendere posto vicino a Ianko.
“Che succede?” domandò Chichi, ma il ragazzo le
fece cenno di tacere e le indicò il Preside.
“E' appena stato trasferito da un altro istituto,
sono sicuro che saprete come farlo sentire a suo agio!” fece un cenno in
direzione della porta, ed un ragazzo mosse qualche passo all'interno della
stanza, sotto lo sguardo attento dei presenti.
“Questo è Jewell Kiroskij”
Marion quasi rischiò di strozzarsi con le sue
penne...quell'infimo essere si era davvero trasferito nel loro istituto!
Lanciò uno sguardo preoccupato a Belle, che
tuttavia non sembrava essere particolarmente disturbata dall'arrivo del giovane,
solo annoiata.
La ragazza dai capelli blu sospirò di sollievo:
non l'aveva riconosciuto.
Nel frattempo il Preside aveva espresso qualche
altra classica formula di cortesia, e si era congedato, dicendo al giovane di
unirsi ai suoi compagni per il pranzo.
Con passo rapido, sotto lo sguardo incuriosito dei
presenti, Jewell si diresse verso il tavolo dei popolari, e posò una mano su una
delle due sedie libere, quella accanto a Marion.
“Posso sedermi qui?”
Belle gli schioccò un'occhiata di puro odio “Gira
al largo” sibilò, velenosa come una vipera.
Jewell sorrise, togliendo la mano dalla sedia.
“Oh, tu devi essere Belle!” la conosceva di nome,
ma in realtà non l'aveva mai vista. Come avrebbe potuto? Lui e Marion non
avevano mai avuto un'assidua frequentazione, era già tanto che sapesse il nome
della sua ragazza.
“...ci...conosciamo?” domandò la bionda, inarcando
un sopracciglio.
“Oh, no, no, conosco la tua ragazza, però” così
dicendo si allontanò, congedandosi con un cenno del capo.
Marion avrebbe voluto sprofondare. Sentiva gli
occhi indagatori di Belle e dei suoi amici sulla sua pelle, bruciavano come
laser.
Cercò di far finta di niente, tornando a mangiare,
ma sapeva che non se la sarebbe cavata così.
“Chi è quello?” domandò infatti Belle
“Oh...un...vecchio amico, ecco”
“E perchè io non lo conosco?”
Marion le sorrise, sperando di risultare
convincente “Non conosci tutti i miei amici, no? Insomma, non quelli non
importanti” ridacchiò appena, nervosa, ma quanto aveva detto sembrò bastare a
Belle, che non fece altre domande, ma rimase silenziosa per tutta la durata del
pasto.
Il pomeriggio passò piuttosto tranquillamente, le
lezioni occuparono gran parte della giornata dei ragazzi.
Verso sera, Marion rientrò nella sua camera,
aprendo con le chiavi, ma cercando di fare più rumore possibile così che Belle
potesse nascondere i suoi schizzi.
Quando si girò, però, vide che non stava lavorando
ad alcuno schizzo. Piuttosto, la stava aspettando, con le braccia
incrociate.
“Ho fatto qualcosa che non va?” si informò lei.
Belle la guardò con serietà, alzandosi dalla sedia su cui stava attendendo il
suo ritorno.
“Voglio più informazioni su quel tipo” disse, con
durezza.
Marion deglutì a vuoto un paio di volte, per poi
lasciar cadere la borsa per terra ed avvicinarsi a lei.
“Dai, non fare la gelosona, adesso” esclamò con
finta allegria “Te l'ho detto, un vecchio amico. Un amico delle superiori”
Belle la squadrò con sospetto ancora per qualche
secondo, per poi distendere i lineamenti.
“Non mi piace il modo in cui lui ti guarda...”
Marion sorrise, forse era riuscita a scampare il
pericoloso. Lentamente appoggiò la testa contro la spalla della bionda,
circondandole il collo con le braccia.
“Non ti curar di lor, ma guarda e passa.
Non diceva così? Qualcosa di Letteratura so anche io, vedi!”
Belle sorrise e circondò la ragazza con le
braccia.
“Sai...ho l'impressione di averlo già visto da
qualche parte...”
Marion si sentì sprofondare
“Magari in giro per la scuola...”
Jewell aveva i capelli corti, quando Belle l'aveva
visto, ed era anche leggermente più in carne, probabilmente per questo non aveva
associato le due immagini. Anche perché probabilmente scorgendo la sua ragazza
con un altro non era stata lì a prendere appunti sul suo aspetto.
“Sì...è possibile...”
Lentamente Marion si separò da Belle, quel tanto
che bastava per poterla guardare negli occhi.
Le sorrise appena, per poi avvicinarsi e unire le
sue labbra a quelle rosee della bionda.
“Che ne pensi del nuovo arrivato?” chiese Goku a
Vegeta, mentre passeggiavano nel cortile della palestra, in attesa che
cominciassero gli allenamenti di baskett di Vegeta.
“Bho...” Vegeta scosse le spalle con noncuranza
“Marion ha detto che è un suo vecchio amico, forse veniva alle superiori con
noi, ma io non lo ricordo. E tu?”
Goku si fermò, improvvisamente pensieroso.
“Sai, mi ricorda qualcuno...ma è un ricordo che
non riesco ad afferrare...”
Vegeta sorrise appena “Forse l'hai visto ma era
così insignificante che non ci hai fatto caso”
“No, quello sei tu!”
Vegeta scoppiò a ridere, dirigendosi verso gli
spogliatoi.
“Ci si vede, dai!”
Goku lo salutò con un cenno della mano, per poi
tornare sui suoi passi, ancora pensieroso.
Dove l'aveva visto?
In quel momento vide in lontananza Chichi, e
lasciò che il pensiero del giovane scivolasse via dalla sua mente.
“Chichi!” urlò, per poi correre così da poterla
raggiungere.
Chichi si fermò, sorridendogli, con le gote
imporporate.
“Oh, Goku, non ti avevo visto”
Bugia. L'aveva visto benissimo, ma aveva
volutamente fatto finta di niente, curiosa di vedere se lui l'avrebbe
fermata.
“Dove stai andando?”
“Oh, ho fatto una passeggiata, ma ora devo andare
a lezione...Letteratura Italiana...”
Goku la guardò, sorpreso.
“Urka! Anche io devo seguire quella lezione!” fece
una piccola pausa, per poi sbuffare “Devo anche prendere gli appunti per Vegeta,
lui ha gli allenamenti...”
Chichi si avviò, mentre Goku camminava al suo
fianco.
“A te non piace la Letteratura?” domandò. Non gli
sembrava molto interessato alla materia, ma poteva sbagliarsi.
“Non interessa né a me né a Vegeta, ma dobbiamo
mantenere un tot di crediti per non essere espulsi. In realtà ci interessa solo
lo sport”
Chichi sorrise “L'avevo intuito. E come mai
proprio i corsi di Letteratura?”
“Belle ci aiuta a capire qualcosa” rispose lui,
portandosi la mano dietro la testa, imbarazzato, e mostrandole un sorriso a
trentadue denti.
_____
Siamo arrivati all'undicesimo capitolo di questa fanfitcion!
Mancano appena due giorni al ballo, e l'atmosfera comincia a farsi tesa.
Preparatevi a diverse sorprese ;)
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