Lacrime e Pioggia di Madapple (/viewuser.php?uid=13178)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
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ATTENZIONE!
La cronologia e gli
avvenimenti della storia non sono interamente fedeli alla trama
originale della saga.
La seguente fanfiction prende spunto
esclusivamente dai personaggi. I diritti d'autore appartengono a JK
Rowling. Questa FF non è a scopo di lucro.
Buona Lettura! ^^
** PREFAZIONE **
Ero seduta tra gli spalti quando
vidi dei fasci di luce rossa salire in alto ed illuminare il cielo scuro
della notte, avvertendoci che qualcuno dei Campioni aveva bisogno di
aiuto.
Speravo tanto che non si trattasse di Harry. Lui meritava sicuramente la
vittoria, nonostante non avesse scelto autonomamente di partecipare al
Torneo Tremaghi.
Poco dopo, vidi che a chiedere aiuto era stata Fleur Delacour e il mio
cuore poté finalmente tranquillizzarsi dopo essere stato in agitazione
per minuti interminabili.
Ora, a contrastare il mio amico, erano solo in due: Viktor Krum, che
quanto a resistenza fisica dava non pochi problemi, e Cedric Diggory,
furbo e arguto come una volpe.
Se Harry non avesse vinto il Torneo, ammetto che avrei preferito Diggory
come vincitore e non Krum... almeno lui era di Hogwarts.
È vero: accettai di andare al Ballo del Ceppo con Viktor, ma solo per
far ingelosire Ron, il quale non si accorse nemmeno che quella sera mi
ero fatta bella per lui.
Harry lo notò, ma Ronald Weasley era troppo occupato a chiedersi cosa
avesse fatto di sbagliato per farmi infuriare così, che nemmeno si
accorse di quello che avevo fatto per lui.
Per me, quella sera, svanì ogni tipo di interesse nei suoi confronti e
tornai a vedere in Ron solo il buon amico che avevo visto fino a poco
tempo fa.
In quanto a Viktor, beh… lui era sicuramente un ragazzo interessante, ma
non sono mai stata molto attratta da tipi come lui, anche se ammetto che
Krum esercitava un certo fascino anche sulla sottoscritta.
Passò quasi un’ora e tutti ci chiedevamo che fine avessero fatto i
Campioni.
Nessuna segnalazione veniva lanciata in cielo e la Coppa Tremaghi non
era ancora stata trovata.
Ero abbastanza emozionata da tutta la competizione ed ero stata di
grande aiuto ad Harry nelle sue ricerche. Di questo ero contenta.
Mi voltai alla mia destra e vidi Cho Chang preoccupata per il suo
Cedric.
Aveva il viso contratto in smorfie di nervosismo e stringeva i pugni
accanto alle labbra, picchiettando i pollici sul mento ad intervalli
regolari.
Era parecchio tesa. Lo potevo leggere sul suo viso chiaramente.
Mi chiesi come avesse passato il tempo con Diggory durante tutta la
durata del Torneo e mi immaginai entrambi seduti sull’erba a parlare
delle prove, con lei che gli accarezzava i capelli, all’ombra di un
albero.
Era un pensiero piuttosto romantico per la Hermione Granger che
conoscono tutti, ma ammetto che non riuscivo ad immaginarmi Cedric in
atteggiamenti diversi.
Se pensavo a lui con Cho, me lo immaginavo sempre molto dolce e non so
perché. Forse per la sua faccia da bravo ragazzo ed eternamente
sorridente.
Ero immersa nei miei pensieri sul sorriso di Diggory, quando una nuova
segnalazione di aiuto illuminò la notte.
Stavolta si trattava di Viktor Krum, che stava raccontando a Karkaroff
di aver agito sotto effetto di uno strano incantesimo.
Qualcuno cominciò a dubitare della sicurezza di quell’ultima prova del
Torneo.
Infatti, non ci volle molto per far spuntare in cielo un’altra luce
rossa e speravo con tutto il mio cuore che non fosse stata lanciata da
Harry.
In effetti, dopo la fine del Torneo scoprimmo che era stato proprio lui
a lanciarla, ma per avvertirci che era Cedric ad aver bisogno di aiuto.
Avevano avvistato entrambi la Coppa Tremaghi e, fortunatamente per
Diggory, quest’ultimo venne arpionato dalle piante del labirinto ed
Harry preferì proseguire per la sua strada piuttosto che aiutarlo a
liberarsi, anche perché sarebbe stato inutile. Ormai l’avevano catturato
e, quindi, tanto valeva raggiungere la Coppa il più in fretta possibile
e porre fine al Torneo.
Più tardi avremmo scoperto anche che la Coppa non era altro che una
Passaporta che conduceva al cimitero dei Riddle e che Harry aveva
affrontato Lord Voldemort in uno scontro molto duro, dal quale era
riuscito a salvarsi grazie al Prior Incantatio.
Vederlo ritornare dal labirinto così impaurito, ma allo stesso tempo
tanto determinato a porre fine a quella storia, mi diede una strana
sensazione di dolore alla bocca dello stomaco.
Harry ci confessò che per un momento gli passò per la testa di dividere
la vittoria con Cedric, afferrando la Coppa nello stesso momento.
Questo avrebbe comportato la presenza di Diggory al cimitero, insieme a
Voldemort, e Dio solo sa cosa sarebbe potuto accadere.
Qualche giorno dopo la fine del Torneo, gli studenti di Beauxbatons e di
Durmstrang ritornarono a casa, lasciandosi dietro amicizie appena nate,
ma desinate a crescere nel tempo.
Viktor mi diede il suo indirizzo e ci lasciammo con la promessa di
scriverci. L’avrei mantenuta, quella promessa, anche perché tutto
sommato, qualcosa mi legava a Krum, nonostante scoprii più in avanti che
si trattava solo di un sentimento di amicizia.
Ed è più o meno a questo punto del racconto che inizia la mia storia,
quella vera e propria, che voglio raccontarvi affinché sappiate che
nella vita non si può mai dire di conoscere una persona finché la si
conosce veramente. Che a volte capitano cose che non ti aspetti.
E che da un litigio tra innamorati ascoltato per caso, può nascere ed
evolversi nel tempo una situazione complicata e indescrivibile, che solo
chi l’ha vissuta può dire di aver assaporato fino alla fine.
(¯`•¸·´¯) Capitolo 1. (¯`•¸·´¯)
Stavo raggiungendo i miei compagni in biblioteca per l’ennesima ricerca
di Erbologia. Avevano bisogno del mio aiuto e portando con me una pila
di libri
pesantissima, mi recai a passo svelto da Harry, Ron e gli altri, che
ormai mi stavano aspettando da più di venti minuti.
Svoltai l’angolo proseguendo lungo il corridoio, quand’ecco che la mia
attenzione venne attratta improvvisamente da urla piuttosto forti
provenienti da una stanza alla mia destra.
La porta era socchiusa e sentii, in modo molto chiaro, che a litigare
erano Cho Chang e Cedric Diggory.
- Sssh! Non urlare – diceva Cedric,
tentando di farla stare calma.
- Non mi importa d’essere
ascoltata! – ribatteva Cho, gesticolando con le mani – Sono stanca di
questa situazione! Dimmi: perché stai con me!?
Cedric rivolse gli occhi al cielo –
Ancora con questa storia!
- Tu sei solo bravo a lamentarti,
ma non rispondi mai, Cedric! MAI!
- Vuoi abbassare la voce!? – chiese
ancora lui, stavolta urlando a sua volta.
Cho si passò una mano sulla fronte,
sospirando – Perché sei venuto al Ballo con me!? Perché mi hai invitata?
- Perché volevo andarci con te…
- Non mentire! – lo interruppe lei
– Sono stata la seconda scelta! E per colpa tua ho detto di no a
tantissimi altri ragazzi che avrebbero meritato molto più di te le mie
attenzioni.
- Andiamo, Cho! – rispose Cedric,
visibilmente infastidito – Tu non sei dispiaciuta per tutti, ma solo per
Harry Potter! Ammettilo, è con lui che volevi andare al Ballo.
Cho strinse i pugni, portandosi le
mani all’altezza della testa – Sei così testardo! E anche molto
infantile…
- E tu sei patetica! – aggiunse
Diggory.
La ragazza di Corvonero, allora, si
voltò improvvisamente verso la porta, come a volersene andare ed io, che
non volevo essere vista, mi nascosi dietro una rientranza del muro,
coprendomi con le enormi foglie finte di una pianta ornamentale.
Ma Cho non stava andando via. Almeno non ancora.
Si voltò nuovamente verso Cedric, dandogli un sonoro schiaffo sulla
guancia,
che riecheggiò per il corridoio vuoto nel quale ci trovavamo.
Cedric si toccò la guancia dal dolore e guardò la ragazza stranito,
sorpreso da quel gesto.
- Tra noi è finita, Cedric – disse
poi Cho Chang, uscendo dalla stanza e lasciando la porta aperta alle sue
spalle.
Aspettai che lei fosse lontana, per
uscire dal mio momentaneo nascondiglio.
Mi avvicinai lentamente verso la porta e guardai Cedric tenere ancora la
mano sul volto dolente per lo schiaffo, ricevuto da quella che, ormai,
era la sua ex-ragazza.
Non volevo che mi vedesse. Insomma, sarebbe stato imbarazzante per
entrambi, ma dimenticatami completamente dei pesanti volumi che tenevo
tra le mani, non mi accorsi che alcuni stavano scivolando via, cadendo
pesantemente sul pavimento, poco dopo.
Il tonfo dei libri, ovviamente, lo fece voltare verso di me.
Cedric mi squadrò prima di parlare
– Granger? Cosa ci fai qui?
- Ehm… - non sapevo cosa rispondere
– Io… stavo andando in biblioteca.
Optai per la verità, ma lui intuì
che nascondevo qualcosa.
- Scusa – aggiunsi, tentando di
evitare che facesse altre domande che mi avrebbero messa ancora di più
in imbarazzo – Raccolgo le mie cose e me ne vado.
- Da quanto tempo sei qui, Granger?
– mi chiese lui. Non sembrava arrabbiato.
La cosa mi diede il coraggio di
rispondere in modo disinvolto – Non da molto.
- Cosa intendi per molto? – chiese
ancora Cedric. Stavolta sembrava anche che sorridesse.
- Molto inteso come… ehm… molto –
la mia risposta lo fece ridere.
Non ne compresi il reale motivo. In
quel momento mi chiesi se stesse ridendo perché gli sembravo una
completa idiota o se perché era la situazione a divertirlo.
Si sedette – Non sei molto brava in
queste cose, Granger – disse – Hai ascoltato me e Cho mentre litigavamo,
vero?
Arrossì vistosamente per la
vergogna di essere stata scoperta – Ti assicuro che non volevo! Stavo
andando in biblioteca per aiutare Harry e Ron, quando ho sentito delle
urla provenire da qui e credimi, se la porta non fosse stata socchiusa,
io…
Cominciai a parlare a raffica. Cosa
che mi succede spesso quando sono nervosa o imbarazzata e, in quella
circostanza, ero entrambe le cose.
Fu lui a dirmi di fermarmi,
poggiandomi le mani sulle spalle – Calmati, non è successo niente di
grave. Lo so che non l’hai fatto di proposito.
Respirai lentamente per qualche secondo.
Il rossore doveva essere
notevolmente diminuito, poiché non avvertivo più le guance scottare –
Grazie per la fiducia – aggiunsi poco dopo, in mancanza di qualcosa di
più intelligente e appropriato da dire.
Lui mi sorrise e andò a raccogliere
le sue cose, lasciate su una panca di legno poco lontano da dov’eravamo.
Rimasi lì, nonostante avrei potuto girarmi e andarmene.
È come se Cedric, involontariamente, mi avesse chiesto di restare.
Avvertivo quella sensazione e non sapevo cosa mi avesse spinto a
starmene immobile davanti a lui, ma non potevo restare lì.
Mi imposi di farmi gli affari miei e decisi che andarmene sarebbe stata
la scelta più giusta, anche per permettere a Cedric di starsene un po’
solo, senza avermi tra i piedi.
Presi i miei libri e mi voltai, in direzione dell’uscita, ma Cedric mi
chiese di non andarmene.
- Aspetta – disse improvvisamente –
Un momento…
Lo guardai – Qualcosa non va? –
chiesi.
Cedric spostò il suo sguardo verso
il soffitto e poi, di nuovo, su di me – Non dire a nessuno quello che
hai sentito, per favore.
Fui sorpresa di quella richiesta e
anche leggermente infastidita. Davo l’impressione di essere una spiona
pettegola?
- Non sono il tipo – aggiunsi io,
fredda – La tua reputazione di bravo ragazzo è al sicuro, puoi stare
tranquillo.
Diggory scosse il capo – Ti sei
offesa? – mi chiese.
Non risposi.
- Non sto insinuando che sei una
spiona pettegola.
Era come se mi avesse letto nella
testa, o più semplicemente il mio sguardo aveva lasciato trasparire
nitidamente i miei pensieri.
Cercai di non mostrargli quanto fossi infastidita dalla situazione e
feci in mondo di trasmettergli l’impressione opposta.
- Non è quello che stavo pensando –
dissi.
- Te l’ho già detto, Granger –
ribatté lui – Non sei brava in queste cose… non sai mentire – continuò,
stavolta senza sorridermi – Siete tutte uguali.
- Cosa!? – chiesi confusa. Stava
iniziando a generalizzare e la cosa mi infastidì non poco.
Cedric mi diede le spalle – Certo,
tutte uguali. Se non ottenete quello che volete ve la prendete sempre
con gli altri e quando qualcuno vi sbatte in faccia la realtà la mettete
sulla difensiva, interpretando il ruolo delle piccole vittime
incomprese!
Feci qualche passo nella sua
direzione – Come ti permetti?! – chiesi lentamente e cercando di
mantenere la calma – Te la prendi con me perché la tua ragazza ti ha
lasciato!?
Mi accorsi immediatamente di aver
esagerato.
Ero stata un po’ troppo dura. In
fin dei conti non parlava sul serio, ma si stava solo sfogando dopo
essere stato lasciato.
Mi sentii una bambina per quello
che gli avevo detto, troppo infantile per capire come ci si sente in
questi momenti.
Lui, però, sembrava essersela presa
– Cosa ne sai tu di queste cose!? Eri tu quella che piangeva la sera del
Ballo, da sola, sui gradini delle scale, non io!
Mi ferì con quelle parole, ma
incassai il colpo perché in fondo me l’ero meritato. Eravamo pari
adesso, ma l’istinto mi fece comunque reagire.
- E’ vero – risposi senza alzare la
voce – ma almeno io non ho invitato un’altra persona come seconda
scelta, solo perché un’altra mi aveva dato buca…
Cedric cambiò espressione – Almeno
non sono stato IO la seconda scelta.
- Cosa stai cercando di dire…? –
chiesi non troppo sicura del significato di quella frase.
Diggory rise tra sé e sé – Andiamo,
Granger! Una ragazza sveglia come te non può non aver capito. Parlo di
Ronald Weasley, che tu volevi tanto che ti invitasse al Ballo, ma che
non si è deciso a farlo finché non si è visto costretto! – disse, in un
modo talmente veloce che mi fu impossibile replicare o difendermi – E
cosa hai fatto, tu?! Ci sei andata con Viktor Krum!
- Viktor ed io siamo amici, ci sono
andata volentieri in sua compagnia! – ribattei non appena mi fu
possibile.
- Certo, non lo metto in dubbio…
Ci fu qualche attimo di silenzio
nel quale mi resi conto che stavamo discutendo per niente.
Non ricordavo nemmeno perché avessimo iniziato a litigare.
E tutte quelle parole urlate a caso… non avevano alcun senso. Eravamo
impazziti o cosa?? Non ci conoscevamo, non avevamo nessun tipo di
rapporto d’amicizia, eppure ci stavamo urlando delle cose orribili. Cose
che non avrei avuto il coraggio di rinfacciare nemmeno ad amici come
Harry, ad esempio. Mi aveva colpito su un tasto ancora dolente, quando
si riferì alla storia di Viktor e Ron, e nonostante avessi chiuso ogni
tipo di relazione non di amicizia con quest’ultimo, continuavo a starci
male se ci pensavo.
Eravamo arrivati ad un livello di sopportazione molto basso, io e
Cedric, e una volta urlati i nostri pensieri l’uno all’altra, ci
sentimmo più liberi, ma comunque feriti.
La verità fa male e noi eravamo stati molto bravi a rinfacciarci la
realtà.
Decisi di prendere parola e di
calmare gli animi – Come siamo arrivati a questo? Insomma, noi non ci
conosciamo e non sappiamo niente l’uno dell’altra. Quindi credo che sia
meglio per entrambi chiudere qui la conversazione e metterci una pietra
sopra. Faremo come se nulla fosse successo.
Cedric mi guardò negli occhi e
avvertii un velato senso di colpa nel suo sguardo – Va bene – aggiunse –
Io… io credo che sia meglio così.
Abbozzai un sorriso, né troppo
vistoso né troppo entusiasta e tentai di avvicinarmi per vedere quale
sarebbe stata la sua reazione.
Mi fermò con il solo uso della parola.
- Credimi, non volevo intendere
niente di offensivo nei tuoi confronti e poi non te l’ho chiesto per
difendere il mio “buon nome” – disse, indicando le virgolette con
entrambe le mani – Lo faccio per Cho… non voglio che subisca gli sguardi
maliziosi delle pettegole che circolano in questa scuola.
Mi pietrificò con lo sguardo. Mi
resi conto di aver inteso male le sue parole.
Riflettendoci, mi aveva solo chiesto di non farne parola con Harry e
Ron, visto che era consapevole del fatto che tra noi non c’erano
segreti.
Cedric uscì dalla stanza senza neanche salutarmi, sfiorandomi la spalla
con il braccio e facendomi capire che in quel momento era come se si
fosse completamente dimenticato della mia presenza.
Un po’ me lo meritavo. Ero stata affrettata nel mio giudizio, ma anche
lui non era stato assai delicato nei miei confronti.
Abbastanza dispiaciuta per ciò che era appena successo, raggiunsi Harry
e Ron in biblioteca, dove mi stavano aspettando insieme ad altri nostri
amici.
- Era ora – disse Ron, appena mi
vide – Cosa hai fatto tutto questo tempo?
Mi sedetti acanto ad Harry,
pensando a quale scusa sarebbe risultata più veritiera – Io… ho… ho
riportato un libro alla Professoressa McGranitt che mi aveva prestato
per una ricerca.
Ron sembrò crederci, ma Harry mi
conosceva troppo bene per cascarci.
Si accorse che stavo mentendo, ma non lo disse davanti a Ron e si rimise
a studiare, come se nulla fosse.
Nonostante avessi la mente occupata dalla ricerca di Erbologia, non
riuscivo a togliermi dalla testa il mondo in cui Diggory mi aveva
evitato poco prima di andarsene e, a dire il vero, un po’ tutta la
discussione ritornava con brevi flashback attimo dopo attimo.
Forse me l’ero meritato, ma la cosa andava chiarita assolutamente.
La verità è che non ero per niente abituata ad essere in astio con
qualcuno e non essendomi mai trovata in quella situazione, prima d’ora,
non riuscivo a trovare un modo per mettere le cose a posto.
Tornata in Sala Comune con gli altri e ritrovatami sola, rimuginai
parecchio sul da farsi e più mi sforzavo di cercare una soluzione, più
mi sembrava irreparabile mettere pace tra me e Diggory.
Qualche giorno dopo, vidi Cedric camminare lungo lo stesso corridoio che
stavo percorrendo e istintivamente cambiai strada, per non incontrarlo.
La Hermione che conoscevo non si sarebbe mai comportata in modo così
stupido, evitando qualcuno per uno sciocco e “animato” scambio di
vedute.
Insomma, non era mio amico.
Bastavano due parole dette così, magari anche non del tutto sentite, per
mettere le cose a posto, ma la cosa sembrava piuttosto difficile.
Doveva essere la mia poca esperienza in questo campo a farmi fare di un
minuscolo sassolino, una montagna altissima.
Inconsciamente, però, desideravo davvero mettere le cose a posto e così,
un pomeriggio, mi feci coraggio e cercai Cedric Diggory, per potergli
parlare.
Non mi andava che lui, ormai abbastanza in confidenza con Harry, potesse
trovarsi in imbarazzo stando in mia presenza e viceversa, soprattutto.
Quante volte avevo rinunciato a passare del tempo con Harry e Ron, solo
perché li avevo visti in compagnia di Diggory…
Non era assolutamente una situazione sostenibile ancora per molto.
Cercai Cedric ovunque, ma sembrava essersi dileguato, finché non lo
raggiunsi nell’unico posto dove avrebbe potuto essere un Cercatore in
attesa di una partita: nel campo di Quidditch, appunto.
Si stava allenando da solo e per un breve momento provai pena per lui.
Di solito era Cho ad aiutarlo durante gli allenamenti, a meno ché non si
trattasse di giocare contro Corvonero (in quei casi non le era
concesso), e vederlo lì, tutto solo, mi diede un senso di vuoto allo
stomaco.
Mi avvicinai lentamente, nervosa e timorosa di quella che sarebbe stata
la sua reazione vedendomi lì.
Mi feci coraggio e lo chiamai –
Cedric? – dissi.
Lui si voltò e guardandomi,
sorrise. Fu a quel punto che iniziai anche a tremare. |
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Fine Primo Capitolo - Se la storia vi ha suscitato
un qualsiasi tipo di emozione (positiva o negativa) mi raccomando
recensite ^^ Ci tengo molto al vostro parere... A presto con il Secondo
Capitolo... Grazie a chi ha letto e a chi ha recensito ^^
Arcadia_Lovegood |
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
Nuova pagina 1
Eccomi... posto il secondo capitolo della mia fanfiction... avevamo lasciato una
Hermione in totale confusione.......................
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Avevo
completamente dimenticato cosa dire.
Ero stata
ore intere ad organizzarmi un discorso logico, che non mi facesse apparire né
troppo desiderosa di mettere fine a quella situazione assurda, né completamente
disinteressata alla cosa, ma in quel momento la mente si liberò di qualsiasi
pensiero razionale, mentre lo stomaco si riempiva di enormi e pesantissimi
mattoni, che spingevano insistentemente in tutte le direzioni.
Avete mai
percorso, in auto, un tragitto in discesa a velocità piuttosto alta?
La stessa
sensazione di vuoto che ti senti dentro, la stavo avvertendo io, nonostante
fossi immobile.
Che
dovevo dire? Ah sì, dovevo scusarmi per essere stata poco delicata in un momento
non facile… i ricordi stavano riaffiorando lentamente.
-
Granger? – Cedric mi risvegliò da quello stato di catalessi nel quale ero
caduta. Si chinò leggermente per potermi guardare negli occhi e vedere se fossi
effettivamente nel mondo dei vivi.
Scossi la
testa velocemente e strizzai gli occhi – Ehm… sì, ci sono – esclamai, nonostante
non fosse una cosa del tutto intelligente da dire. Era normale che fossi lì,
perché precisarlo!? Cercai di riprendere il controllo di me stessa – Io sono qui
per un motivo ben preciso…
- Lo so –
mi interruppe lui, poggiando la scopa contro il muro – Avanti, ti ascolto.
Cos’era
quello?
Stava per
caso aspettando che mi scusassi, che lo implorassi di concedermi il suo perdono?
Voleva godersi la mia umiliazione?
L’avrebbe
avuta, perché in quel momento era l’unica cosa che mi sentivo di fare – Sono
venuta per chiederti scusa del mio comportamento poco delicato; noi non ci
conosciamo e siamo stati fin troppo duri l’uno con l’altra. Quindi, da parte mia
sappi che è tutto a posto. Non mi va più di cambiare direzione se camminiamo
sulla stessa strada! – aggiunsi alla fine. Stavo parlando talmente veloce che
non mi accorsi delle parole che scivolarono fuori dalla mia bocca.
L’ultima
frase potevo anche risparmiarmela, ma ormai l’avevo detta… speravo solo che lui
si concentrasse sul reale significato del mio discorso.
Cedric
inarcò un sopracciglio quando terminai di parlare – Cos’è che fai?
Sbuffai –
Crederai che sono pazza…
- No, è
solo che non pensavo fossi una ragazza che fa queste cose.
-
Davvero? – chiesi, curiosa.
Lui annuì
– Sembri così… non vorrei offenderti o sembrarti scortese, ma dai l’impressione
di essere un po’ fredda con gli estranei. E visto che, in fin dei conti, è
quello che siamo, non credevo che tu… mi evitassi – sorrise.
- Io non
ti evito! – precisai, sorridendo a mia volta.
- Non è
quello che hai detto – puntualizzò Diggory.
Ridemmo.
Avevamo risolto tutto oppure no? Precisarlo, però, non aveva importanza in quel
momento: ero serena, adesso.
- E’
tutto a posto – disse poi, Cedric – Anzi, sono io che dovrei chiederti scusa per
essermi accanito contro di te senza motivo.
- Scuse
accettate – esclamai sorridente.
Rimanemmo
in silenzio per qualche minuto. Lui ritornò sulla sua scopa e cominciò
nuovamente ad allenarsi, svolazzando da un lato all’altro del campo di
Quidditch, inseguendo la perfetta copia di un Boccino, tentando di afferrarlo.
La mia
presenza stava diventando del tutto inutile, tanto valeva andar via.
Mi voltai
verso l’entrata della scuola, quando sentii Cedric chiamarmi a gran voce.
-
Hermione, aspetta!
Mi aveva
chiamata Hermione. Fu strano sentire il suono del mio nome uscire dalla sua
bocca. Mi immobilizzai, tenendogli le spalle. Cosa costava voltarmi? Se non
fosse stato per il fatto che ricominciai a tremare, avrei potuto farlo
semplicemente.
Lui mi
raggiunse – Senti, so che ti sembrerà strana come richiesta, ma potresti
aiutarmi con gli allenamenti?
Spalancai
occhi e bocca contemporaneamente. Poteva chiederlo ad uno dei suoi amici e,
invece, l’aveva chiesto a me.
Sì, ero
l’unica presente al momento, ma tutti sapevano quanto fossi una frana del
Quidditch. Dovevo assolutamente rifiutare, dovevo dirgli di no.
Potevo
dire che avevo da studiare Rune Antiche! Chi non mi avrebbe creduto?
Ma
purtroppo, l’una cosa che riuscì a pronunciare, venne fuori come un sibilo
incomprensibile, che Cedric interpretò come un sì.
- Grazie!
– disse sorridendomi – Vieni con me, allora – continuò indicandomi la strada.
Ci
ritrovammo al centro del campo di Quidditch ed io speravo solo di non mostrarmi
in tutta la mia totale negazione per questo gioco.
Io e il
Quidditch non eravamo mai andati molto d’accordo e devo dire che iniziai a
guardarlo solo perché Harry entrò a far parte della squadra di Grifondoro.
Cedric mi
lasciò da sola per qualche minuto, tornando con degli enormi bastoni e un paio
di sfere di cuoio.
Inizialmente pensai che mi volesse prendere in giro.
- Prendi
questo – disse porgendomi uno dei bastoni.
Lo
afferrai, era piuttosto pesante – Cosa devo farci? – chiesi.
- Deve
lanciarmi una di queste palle come se fosse un bolide ed io mi allenerò a
schivarli.
Spalancai
nuovamente gli occhi – E se dovessi colpirti!? Cedric, il cuoio è molto pesante,
non so se ce la farò…
-
Tranquilla – intervenne lui – è solo una copertura esterna. All’interno c’è
della comune carta.
La cosa
mi tranquillizzò, anche se non del tutto. Ritrovarmi lì, ad aiutare Cedric
Diggory nei suoi insoliti e particolari allenamenti, mi faceva uno strano
effetto. Non avevo mai aiutato neanche Harry, prima d’ora, ed invece adesso,
stavo per trasformarmi in un coach… speravo solo di non farmi troppo male.
Afferrai
una delle sfere e la lanciai in aria, colpendola il più forte possibile con il
bastone di legno e, con mia stessa meraviglia, mi scoprii un’eccellente
tiratrice.
Cedric la
schivò giusto in tempo per congratularsi dell’ottimo lancio – Hai mai pensato al
Quidditch come giocatrice?! Saresti un perfetto Battitore!
Sorrisi
furbamente – Bene, allora prova a schivare questo, signor Cercatore!
Gli
lanciai un’altra palla e lui riuscì a non farsi colpire anche stavolta.
Mi
divertii parecchio con Cedric Diggory, quel pomeriggio. Capii come mai tutti lo
adoravano: era veramente simpatico e fui felice di averlo finalmente capito come
persona.
E
improvvisamente, mi chiesi anche come aveva fatto Cho a lasciarsi scappare uno
come lui…
Ma che
pensieri erano quelli? Cho Chang poteva fare quello che voleva, a me non doveva
interessare della sua vita privata.
Eppure
non smettevo di pensare a quanto fosse stata ingenua a lasciarsi sfuggire uno
così…
Che mi
stava succedendo? Iniziai a smettere di divertirmi, volevo solo andarmene.
- E’ ora
che io vada – dissi improvvisamente, lasciando cadere il bastone alla mia destra
e voltandomi.
- Ehi,
Granger, dove vai!? – mi chiese lui, tornando con i piedi per terra e
rincorrendomi – Ti senti bene?
Mi voltai
continuando a camminare – Benissimo! Ho solo ricordato che devo fare una cosa…
Bugiarda…
dissi a me stessa, ma al momento era l’unica cosa che mi andava di fare. Lo
lasciai lì, nel campo di Quidditch, rivolgendogli un sorriso distratto prima di
entrare nel castello.
Camminai
lungo i corridoi con la sensazione di essere osservata, come se avessi commesso
chissà quale reato, ma la verità è che mi sentivo profondamente in imbarazzo e
mi stava scoppiando il cervello tentando di capirne il motivo.
Qualche
giorno dopo, la semplice sensazione di essere osservata si trasformò in pura
realtà dei fatti: ovunque andassi mi sentivo al centro dell’attenzione e
chiunque incontrassi dava l’impressione che mi stesse spiando … erano tutti lì
che mi fissavano, vociferando tra di loro alle mie spalle.
La cosa
ovviamente, oltre che infastidirmi, mi procurò non pochi problemi, visto che non
potevo nemmeno andare a studiare in santa pace in biblioteca, senza essere
indicata dagli studenti del primo anno… e non solo.
E poi,
finalmente, scoprii cosa stava accadendo.
Ero nella
Sala Comune di Grifondoro, seduta come al solito su una poltrona a studiare,
quando vidi Ginny correre da me in tutta fretta. Aveva un largo sorriso stampato
sul volto e gli occhi le brillavano come pietre preziose. Si inginocchio alla
mia destra e poggio i gomiti sul bracciolo della poltrona, fissandomi con aria
sognante.
- Amica
mia – disse – devo chiederti una cosa… se è vero, sappi che ti ammirerò a vita!
Chiusi il
libro che stavo leggendo e mi voltai verso di lei – Di che stai parlando, Ginny?
Lei mi
sorrise maliziosa – Fai anche la misteriosa! Allora è proprio vero!
- Cosa
vuoi!? – le chiesi di nuovo, stavolta in modo meno garbato.
Ginny non
sembrò darci peso – Tu e il Campione Tremaghi… insieme!
Sospirai
con rassegnazione – Io e Viktor siamo solo amici…
- Krum!?
– mi interruppe, spalancando gli occhi – E chi sta parlando di Krum! Io mi
riferisco a Cedric Diggory!
Immaginate la mia faccia: assunse un colorito bianco latte e la mia espressione
si trasformò in quella di un’ebete intontita, tanto che Ginny mi mise un braccio
intorno al collo e mi chiese se mi sentissi bene.
Le
risposi annuendo e poi mi resi conto che per la scuola circolavano voci su me e
Cedric del tutto false e senza fondamenta.
Ginny
sembrò stupirsi quando le dissi che non sapevo di cosa stesse parlando.
- Ne
parla tutta la scuola – spiegò. Il luccichio nei suoi occhi era svanito – Ti
hanno vista, qualche giorno fa, insieme a Diggory nel campo di Quidditch e
sembravate molto in sintonia… e visto che prima d’ora, ad aiutarlo era Cho
Chang, tutti hanno creduto che tu e lui… ehm… sì, che tra voi ci fosse del
tenero.
Mi passai
entrambe le mani tra i capelli, bloccandole dietro la nuca e cercando di
calmarmi. In quel momento avrei schiacciato personalmente con le mie mani tutte
le pettegole della scuola.
Tirai un
respiro profondo e poi ancora un altro – Tra me e Cedric Diggory non c’è
assolutamente niente, Ginny. Lo aiutavo in vista della partita contro
Serpeverde, tutto qua. Non ci vedo niente di male.
- Certo,
Hermione, ti capisco – mi rassicurò lei – ma sai, dopo la rottura di Diggory e
Cho Chang, tutti hanno pensato che…
- Hanno
pensato cosa!? – stavo cominciando ad andare in fibrillazione. Sentivo dei
formicolii percorrermi la schiena e il nervosismo salire al cervello in poco più
di qualche secondo.
- Non te
la prendere – disse Ginny per calmarmi, probabilmente dopo aver percepito il mio
stato d’animo suscettibile – Sono voci che circolano per un po’, poi la gente
dimentica e tutto tornerà come prima.
In
effetti, non mi importava niente di quello che pensava la gente. Io sapevo la
verità: tra me e Cedric non c’era niente.
Ma lui…
lui avrebbe potuto pensare che a mettere in giro quelle voci ero stata io. E se
avesse pensato che provavo dei sentimenti per lui??
Uscii
velocemente dalla Sala Comune di Grifondoro, con Ginny che ancora mi chiamava
per chiedermi dove stessi andando così frettolosamente.
Trovai
Cedric in Sala Grande e gli feci un cenno con la mano di raggiungermi
all’ingresso, per non parlargli in un posto così affollato.
Quando
fummo da soli, gli spiegai quello che la scuola diceva su di noi.
- Sì,
l’ho saputo – rispose tranquillo – Ho provato a chiarire con qualcuno, ma certe
persone preferiscono credere a quello che vogliono…
- E’ vero
– aggiunsi io – volevo solo scusarmi per l’inconveniente – non so nemmeno io
perché usai proprio quella parola.
Cedric mi
fissò – No, che dici? Sono io che ti ho chiesto di restare l’altro giorno, sono
stato io a metterti nei guai. Scusami tu, piuttosto.
- Sì, ma
sono stata io ad accettare…
- Sei
solo stata gentile.
- Avrei
potuto mostrare meno entusiasmo, ma… - mi bloccai. Sapevo cosa stavo per dire -
…ma mi stavo divertendo sul serio, non potevo nasconderlo, perchè come tu sai,
non so mentire – gli sorrisi.
Lui
ricambiò il mio gesto e ne fui felice. Potevo affermare, adesso, che io e Cedric
eravamo diventati amici.
-
Ascoltami – propose lui improvvisamente, cominciando a camminare su e giù per la
stanza – basta scusarci l’uno con l’altra. Non voglio più sentirti chiedere
scusa e sappi che non mi sentirai mai più pronunciare quella parola.
- Sono
d’accordo – risposi animatamente.
- Bene! –
aggiunse lui – Che parlino pure… a me non importa!
- Non
importa neanche a me!
Qualche
istante più tardi, la conversazione si spostò totalmente su un altro argomento.
Chiacchierammo molto in attesa dell’inizio delle nostre rispettive lezioni e in
poco tempo, ci conoscemmo più a fondo.
Imparai
qual era il suo colore preferito, la materia scolastica nella quale andava
meglio (e quella dove andava peggio), cosa gli piaceva mangiare, cosa amava fare
nel tempo libero ed io gli parlai dei miei interessi in modo molto libero, molto
informale.
Improvvisamente, ebbi come l’impressione di conoscerlo da sempre e non mi sentii
più in imbarazzo stando con lui.
Cedric
Diggory era davvero un ragazzo interessante, simpatico, intelligente…
E il
cuore cominciò a battermi forte nel petto, l’aria sembrava aver assunto un
profumo particolare e non mi accorsi di aver trascorso tanto tempo con lui.
Inconsciamente, desiderai che avessimo altri cinque, dieci, venti minuti per
stare ancora un po’ insieme, ma lui aveva lezione con il Professor Piton e
dovette salutarmi in tutta fretta.
- Ci
vediamo, Granger – mi disse, imboccando la strada per i sotterranei.
- Ehi,
Cedric! – esclamai, alzandomi in piedi – Chiamami Hermione.
Lui si voltò, mostrandomi il suo sorriso
più bello e non appena svoltò l’angolo, io avvertii subito la sua mancanza.
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Fine Secondo Capitolo -----> Volevo
ringraziare coloro che hanno recensito il primo capitolo: GRAZIIIIEEEE!!! siete
stati adorabili, mi avete commossa... sigh sigh (mi asciugo le lacrime)...
voglio ringraziarvi uno per uno... quindi:
Grazie mille a: katiuz, Jenny88, Slytherin
Nikla, endless, Valemione, Felicity89, debby87, Clo87, aly7 e gigia990.
GRAZIIIIE MILLE! (spero continuiate a
recensire)... E se vi siete appena imbattuti nella mia FF e volete lasciare la
vostra opinione, sappiate che mi renderete ancora più contenta! Un bacio a
tutti! by Arcadia_Lovegood
|
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
Ecco
Ecco! Siete giunti al Capitolo 3
... Hermione nell'ultimo capitolo, inizia a capire i suoi sentimenti per
Cedric e comincia a chiedersi cosa le stia accadendo... avverto coloro
che non apprezzano molto il romanticismo che in questo capitolo inizia a
prevalere il mio lato "tutto miele" e quindi siate clementi con la
sottoscritta ^^ Ho scritto questo capitolo in un momento di catalessi,
nel quale mi venivano in mente solo pensieri romantici... Buona Lettura
*_* |
Cedric Diggory… Cedric Diggory…
Che mi stava succedendo? Era questo che la gente chiamava “amore”?
Non poteva essere. Erano trascorse solo poche settimane, non potevo già
essermi presa una cotta per lui.
Credevo di impazzire in quei giorni. Sapevo che qualcosa in me stava
cambiando, ma come potevo definirlo…
Stavo completamente sognando ad occhi aperti. A riportarmi alla vita
reale furono Harry e Ron, che entrarono chiacchierando a voce alta in
Sala Comune.
-
Non ci posso credere! – continuava a ripetere Ron – Non possono farci
questo!
Harry tentava di tenerlo buono – Andiamo, Ron… vedrai che non lo
faranno.
Il loro discorso mi incuriosì – Di che state parlando?
Ron sbuffò – Dei tuoi tanto adorati Elfi Domestici!
Sì, non stupitevi. In quegli anni presi molto a cuore la situazione
degli Elfi Domestici, trattati come schiavi da maghi e streghe senza
cuore. Avevo in mente un progetto che avrebbe potuto essere d’aiuto a
tutti loro, ma non c’era ancora niente di concreto. La mia idea, si
basava sulla creazione di un comitato, nel quale avrei sicuramente
coinvolto anche Harry e Ron.
Puntualizzai che gli Elfi Domestici erano creature molto buone e
gentili, ma Ron spalancò gli occhi in segno di disapprovazione.
-
Buone e gentili?! Non lo diresti se sapessi cosa hanno intenzione di
fare!
Mi voltai verso Harry, chiedendogli spiegazioni.
-
Gli Elfi della cucina hanno indetto una specie di rivolta contro gli
studenti, perché spesso alcuni di noi si sono lamentati del cibo e…
-
Mi sembra normale se nelle salse ci trovi peli di gatto! – intervenne
Ron.
Harry sembrò dargli ragione con il solo sguardo – In effetti, è successo
qualche volta.
-
Tutti posso sbagliare – dissi io – Si rimanda il piatto nelle cucine e
tutto si risolve. Non vedo perché debbano nascere questi litigi assurdi.
-
Hermione, questo è un comportamento che può avere un Grifondoro, o un
Corvonero – mi spiegò Harry – ma prendi in considerazione un Serpeverde
vigliacco e meschino, con i capelli biondi e la faccia da idiota, ad
esempio… non credo che lui possa adottare un comportamento così, come
dire… tollerante.
Capii a chi si stava riferendo – Cosa ha trovato Malfoy nel suo piatto?
– gli chiesi.
Harry e Ron si guardarono disgustati – Nella sua insalata – disse Harry
– ha trovato… un Vermicolo.
-
Due Vermicoli – lo corresse Ron.
Effettivamente, il pensiero di ritrovarmi un animaletto del genere in
una portata, mi dava la nausea. Mi immaginai la faccia di Draco alla
vista di un Vermicolo, anzi due, che gli gironzolano tra le foglie
d’insalata e interamente bagnati dal condimento. Stavo per svenire al
solo pensiero.
-
E Malfoy a quel punto è andato su tutte le furie – proseguii io.
-
Ha insultato tutti gli Elfi della cucina e ha minacciato di lanciargli
contro qualche suo perfido incantesimo – spiegò Ron – e loro… loro hanno
detto che prima o poi ci puniranno per la nostra ingratitudine.
-
In che senso? – chiesi. Non immaginavo minimente quale punizione
volessero infliggerci.
Harry strinse le labbra e chiuse gli occhi – Vermicoli… stavolta messi
di proposito in tutte le pietanze, nascosti talmente bene da non poter
evitare… di… mangiarli.
Il senso di nausea aumentò notevolmente.
-
Non possono farlo – dissi io, cercando di convincere prima me stessa che
non ne sarebbero stati capaci – Silente provvederà a farli cambiare
idea.
-
Il Preside ha appena annunciato ai Professori che se sarà necessario… si
faranno portare del cibo dall’esterno – mi disse Harry.
-
Si sono tagliati fuori da questa storia, Hermione! – aggiunse Ron –
Hanno detto che è una cosa che dobbiamo risolvere da soli.
-
Accidenti a Malfoy! – esclamai.
Come potevamo prevedere quand’è che gli Elfi Domestici avrebbero agito…?
Sempre se avessero intenzione di farlo. Probabilmente, volevano solo
intimorirci a tal punto da non farci toccare più cibo per settimane,
mesi se avessero voluto.
Gli Elfi Domestici sapevano essere molto dispettosi, ma del resto chi
non lo sarebbe al loro posto se venisse continuamente maltrattato da
tutti, specialmente da quelli come Draco Malfoy.
-
Potrei provare a parlare con loro – proposi ai miei amici – Sanno quanto
io ci tenga al loro status sociale… forse mi daranno ascolto.
Harry ci pensò su per qualche minuto – Non è male come idea.
-
Ci vado immediatamente – dissi, uscendo dalla Sala Comune di Grifondoro
e dirigendomi verso le cucine.
Almeno, avendo qualcosa da fare, non avrei passato tutto il tempo a
pensare e ripensare alla situazione nella quale mi ero appena cacciata,
infatuandomi di Cedric Diggory.
“Più gli sono lontana, meno ci penso. Più gli sono lontana, meno ci
penso” mi continuavo a ripetere.
Peccato che dimenticai completamente che la Sala Comune di Tassorosso
fosse proprio in una cantina accanto alla cucina.
Me ne ricordai solo quando lo vidi uscire proprio da lì.
-
Ciao! – mi disse, alzando una mano in segno di saluto.
Mi prese il panico – Ciao – risposi imbarazzata più che mai.
-
Dove stai andando? – chiese lui, disinvolto. Del resto, Cedric non aveva
niente per cui sentirsi a disagio.
Non come la sottoscritta – Stavo andando nelle cucine a… discutere con
gli Elfi Domestici e mettere un po’ di pace tra loro e noi… sai, la
storia dei Vermicoli…
-
Si, ha raggiunto anche noi la notizia della rivolta – rispose
sarcastico.
Tentai di sorridere, ma credo che ne venne fuori solo un’espressione da
ebete.
-
Allora, io vado – dissi entrando nelle cucine e lasciandolo lì, senza
nemmeno aspettare che rispondesse al mio saluto.
Tutti gli Elfi erano impegnati nelle loro faccende domestiche, appunto,
e dovetti tossire più volte per attirare l’attenzione su di me.
-
Scusate – dissi – potreste concedermi qualche minuto?
Un Elfo mi venne vicino – Cosa desidera, signorina? – mi chiese con la
sua voce stridula.
-
Vorrei solo parlare di quello che è successo con Draco Malfoy.
-
Quel ragazzo è stato cattivo con noi Elfi e và punto – intervenne un
altro Elfo, che stava travasando dei liquidi in una brocca.
Tutti gli altri esultarono a quelle parole, come i guerrieri che in
battaglia vengono incitati dal loro comandante a combattere per la
Patria.
Tentai di calmarli – Non potete ribellarvi con tutti. Ci penserò io
stessa a dare a Malfoy una lezione… voi sapete quanto mi sia attivata
per migliorare la qualità della vostra vita e potete stare certi che
farò il possibile per far sì che questi episodi non accadano più –
dissi. Li avevo in pugno, mi stavano ascoltando interessati. Dovevo
continuare con il mio discorso – Punire tutti gli studenti non vi
aiuterà ad accaparrarvi le loro simpatie, ma peggiorerà la situazione,
quindi vi prego… non riempite il nostro cibo di Vermicoli.
Restarono in silenzio per qualche minuto dopo il mio discorso, così
simile all’arringa finale di un avvocato professionista.
Sorrisi, tanto per facilitare gli Elfi a rispondermi e finalmente uno di
loro si avvicinò e mi tirò per la gonna, indicandomi di abbassarmi verso
di lui.
-
La nostra padrona sa che le siamo grati per quello che fa per noi –
disse – io personalmente ringrazio lei…
-
Non ve ne pentirete – aggiunsi, ma l’Elfo mi interruppe.
-
Un momento – disse – noi siamo riconoscenti alla nostra amica di
Grifondoro, ma noi Elfi riempiremo comunque tutto il cibo di Hogwarts
con i Vermicoli e niente ci fermerà!
Restai immobile, basita e scioccata da quelle parole e dal caos che
queste scatenarono all’interno della cucina.
Non appena vidi che per festeggiare la ribellione, gli Elfi Domestici
decisero di lanciare le pentole e i coperchi contro i muri, capii che
era il momento di andarmene, prima che mi ritrovassi colpita da un
qualsiasi utensile.
Uscii a passo piuttosto svelto, ritrovandomi nuovamente accanto
all’entrata della Sala Comune di Tassorosso, senza però trovarvi alcuna
traccia di Cedric. Non sapevo se esserne contenta oppure no.
Speravo tanto di parlare un po’ con lui, ma non appena questo pensiero
mi sfiorò la mente, mi ripetei che “più gli stavo lontana, meno ci avrei
pensato”.
Tornai da Harry e Ron, raccontandogli del mio fallimento con gli Elfi
Domestici e insieme decidemmo che avremmo mandato Edvige, Leo e
Grattastinchi a cercarci del cibo, in quanto non avremmo toccato più
nessun alimento proveniente da Hogwarts finché questa storia non fosse
stata del tutto risolta.
Eravamo consapevoli che, dei tre animali, la più affidabile fosse Edvige
e che da sola non sarebbe riuscita a procurare tutto il cibo necessario
per tre persone, se non di più (il fatto era che non potevamo lasciare
che Ginny, Fred, George, Neville e gli altri mangiassero cibo
potenzialmente riempito di Vermicoli, mentre noi lo evitavamo, mangiando
dell’altro).
-
Moriremo di fame – disse Ron, sconcertato – Dovrò dire addio alle mie
adorate cosce di pollo – piagnucolò – E se avessero già riempito il
nostro cibo di Vermicoli?! Io non me ne sono mai accorto, anzi, trovavo
ogni portata veramente deliziosa – aggiunse con aria sognante.
Probabilmente riusciva anche a sentire l’odore dell’arrosto, solo
parlandone – Ho deciso! Non mi importa! Io mangerò quel cibo!
-
Non essere ridicolo, Ron! – dissi io, aggrottando la fronte, nauseata.
Anche Harry tentò di riportarlo alla realtà – Vedrai che sarà questione
di un paio di giorni, poi ritorneranno le tue amate cosce di pollo.
Ron cambiò espressione: da “sono pronto a tutto pur di mangiare
prelibatezze di ogni genere” a “credo che non assaporerò mai più le ali
di pollo fritte”.
In effetti, Edvige non poteva certo trasportare pietanze da ristorante.
A dire il vero quello che riusciva a portare, ci veniva procurato da
Sirius Black che, informato da Harry della situazione che stavamo
vivendo, riempiva buste non molto grosse di cibo e ce le inviava tramite
la civetta di Harry.
Fu divertente, e anche piuttosto paradossale, quando in una delle
“provviste” che ci inviò Sirius, trovammo una piuma di Edvige.
-
Si è alleata con gli Elfi! – esclamò Ron, ormai completamente uscito di
senno – Adesso riempirà il cibo di piume, per punirci di averla
sfruttata per i nostri interessi!
In effetti, la situazione era alquanto bizzarra, ma riuscimmo a
convincere Ron che quello era stato solo un incidente.
La parte più difficile arrivava nel momento in cui venivano servite le
pietanze a tavola: i profumi del cibo erano irresistibili e dovevamo
faticare veramente tanto per resistere alla tentazione di afferrare
coltello e forchetta e tagliare a fettine la carne.
Harry, Ron ed io cercavamo di convincere anche gli altri a resistere
ancora per qualche giorno, ma nessuno aveva bisogno di essere convinto:
ognuno cercava di trattenersi dal mangiare qualsiasi cosa.
Gli Elfi riportavano indietro il cibo, finito il pranzo o la cena, senza
accennare minimamente al fatto.
E
poi, al Professor Silente venne la brillante idea di festeggiare i
sessanta anni di servizio ad Hogwarts di Madama Chips, con una cena
speciale in suo onore.
La prima cosa che venne in mente a Ron fu che finalmente avrebbe potuto
mangiare qualcosa che avesse un sapore gradevole.
Effettivamente, tutti gli studenti iniziarono a pensare che gli Elfi
Domestici non avrebbero riempito di Vermicoli le portate che sarebbero
state servite ad una cena in onore di una donna appartenente al
personale scolastico.
Era un po’ come se avessero riempito il calice di Silente con una
bevanda al gusto di bava di pipistrello comprata da Zonko.
Non potevano fare una cosa del genere proprio alla cena per Madama
Chips.
-
Grazie al cielo! Cibo vero! – esclamò Ron, ormai in attesa della grande
festa.
E
finalmente, arrivò il momento di festeggiare Madama Chips che, commossa,
annunciò che avrebbe continuato a lavorare in infermeria e a
preoccuparsi di tutti noi, anche se per un solo graffio.
Era una donna molto ansiosa, ipersensibile e si dava un gran da fare per
tutti. Non ricordo nemmeno il numero esatto di tutte le volte che aiutò
Harry durante i nostri anni ad Hogwarts. Era sempre stata bravissima a
rimetterlo in sesto. E anche quando venni pietrificata dal Basilisco,
insieme alla Professoressa Sprite, si era presa cura di me.
In fondo, tutti gli studenti volevano bene a Madama Chips.
Ci accomodammo ai nostri posti. Avevamo una gran fame e il profumo del
cibo cominciò a impossessarsi dell’intera Sala Grande.
L’acquolina in bocca venne a tutti. Ron stava per sentirsi male.
E
poi finalmente, arrivarono le portate: ogni tipo di carne era presente
nel menù, i contorni erano i più svariati e invitanti che avessi mai
visto.
Improvvisamente, mi resi conto che il cibo mi era mancato più di quanto
credessi.
Avevamo i nostri piatti fumanti e deliziosi davanti a noi e dopo il
brindisi, finalmente potemmo cominciare a cenare.
Stavo per portarmi un pezzo di arrosto alla bocca, quando una
studentessa di Corvonero iniziò a urlare come una disperata.
-
Aaahh!!! – gridò alzandosi in piedi. Qualcuno le passò dell’acqua e lei
bevve velocemente.
Tutti ci voltammo a guardarla e chi le era abbastanza vicino da
osservare cosa indicasse, iniziò ad allontanarsi da lei.
-
Vermicoli! – urlò Luna Lovegood, che era a pochi metri da lei – Sono nel
cibo!
Guardando nei nostri piatti, vedemmo i Vermicoli fuoriuscire dalle salse
e dai contorni e istintivamente ci allontanammo dai tavoli per non
ritrovarceli addosso.
Il Professor Silente tentò di riportare tutti noi alla calma, ma quando
i Vermicoli fuoriuscirono anche dalle portate degli insegnanti, furono i
primi ad allontanarsi dai piatti.
Eravamo nel totale caos. Ripensandoci la cosa fu piuttosto divertente,
lo scherzo degli Elfi era riuscito, ma il quel momento nessuno lo trovò
molto
divertente, specialmente Ron.
Harry dovette strappargli con la forza una coscia di pollo dalle mani.
-
Non dirmi che ti sei ostinato a mangiarla! – gli aveva gridato poco
prima di riuscire a impossessarsene.
-
Ti prego, Harry! – implorava Ron, disperato – Solo un morso!
-
No, Ron! – intervenne Ginny, cercando di tenergli le mani bloccate.
Ci vollero tre persone per farlo stare calmo. Doveva essere parecchio
affamato.
Qualche ragazza emanava un grido di tanto in tanto, poiché i Vermicoli
iniziarono a salire sulle maniche delle toghe.
Ero concentrata su una di loro, quando mi sentii tirare per il retro
della divisa.
Mi voltai di scatto e probabilmente assunsi un’espressione piuttosto
strana, perché Cedric Diggory portò le mani avanti, come per difendersi
da me – Ehi, sono io.
Arrossii, ne ero sicura – Oh, non volevo, ma sai con tutti questi
Vermicoli…
-
Tranquilla, non hanno denti per mordere – disse, mentre gli studenti
continuavano a spingerci da un lato all’altro involontariamente.
Mi voltai per cercare Harry e Ron e li vidi alle prese con Vermicoli
saliti sulla gonna di Ginny e nei capelli di Neville.
Mi sentii nuovamente tirare per la toga. Mi voltai, ancora Cedric.
-
Seguimi! – disse tenendo stretta la manica della mia divisa.
Esitai – Cosa!? – chiesi.
Cedric non mi ascoltò e cominciò a farsi largo tra la folla, lasciandomi
qualche metro più indietro. Aveva smesso di tenermi per la manica della
toga e istintivamente decisi che l’avrei seguito; non avevo la più
pallida idea di dove volesse portarmi.
Farmi spazio tra gli studenti in preda al panico, non fu facile, ma
riuscii a raggiungere l’entrata della Sala Grande in qualche modo e vidi
Cedric che mi stava aspettando.
Mi fece un cenno con la mano di raggiungerlo e quando mi avvicinai, mi
disse di proseguire lungo il corridoio che dava alle scale.
-
Perché stiamo andando via? – chiesi, prima di incamminarmi verso il
percorso indicatomi da lui.
Cedric si voltò verso gli studenti, ormai completamente ridotti ad un
cumulo di isterici urlanti, come se stesse cercando qualcuno. Teneva
ancora il volto rivolto verso la Sala Grande, quando rispose alla mia
domanda.
-
Va avanti tu, ti seguo – disse, indirizzandomi verso il corridoio.
Non so come, ma ripresi a correre, con Cedric alle mie spalle, verso una
destinazione a me ignota.
Raggiungemmo le scale e salimmo la prima gradinata, quando
improvvisamente, Cedric mi bloccò, afferrandomi per le spalle.
Avevamo
entrambi il respiro affannoso e così decisi di riprendere aria,
poggiandomi al muro; lui fece lo stesso.
Quando finalmente i nostri respiri si regolarizzarono, rimanemmo qualche
secondo in silenzio.
-
So che ho giurato di non usare più quella parola, ma ti chiedo scusa –
disse.
Scossi il capo – Tranquillo – risposi – correre fa bene alla salute.
Cedric mi guardò – Non mi riferivo alla corsa.
-
E allora per cosa ti stai scusando? – chiesi.
-
Per questo – mi prese il viso tra le mani e, avvicinandolo al suo, mi
baciò.
L’aria prese nuovamente quello strano e piacevole profumo, che quasi mi
lasciai andare immediatamente a quello che a tutti gli effetti era il
mio primo bacio. Tra me e Viktor c’era stato un leggero sfiorarsi le
labbra, ma niente poteva essere paragonato a quel bacio, che tra l’altro
stava avvenendo con Cedric. Istintivamente mi sollevai leggermente sulle
punte, avvicinandomi al suo viso e accarezzandogli i capelli all’altezza
del collo.
In poco tempo, era come se avessi imparato il modo migliore per baciare.
Quando le nostre labbra si staccarono, rimanemmo ancora un po’ viso
contro viso, respirando vicini l’uno all’altra.
Mi morsi il labbro prima di parlare – Non dovevi scusarti – gli dissi.
Bastò un sorriso e tornammo ad essere un tutt’uno per molto altro tempo. |
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- |
|
Fine Terzo Capitolo ---> Ebbene...
finalmente ecco il primo bacio di Hermione... ma questo è solo l'inizio,
non sempre saranno così rosei i momenti con il dolce Cedric... no no...
Comunque volevo RINGRAZIARE NUOVAMENTE TUTTI COLORO CHE HANNO LETTO,
SPECIALMENTE QUELLI CHE HANNO RECENSITO.... Graaaaaaziiieeeee
miiiillleeeeee!!!!! Al prossimo capitolo ^^ by Arcadia_Lovegood |
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
Ecco il quarto capitolo della mi
Ecco il quarto capitolo della mia
FF. Spero vi piaccia... nel capitolo tre, Cedric aveva finalmente
creato l'occasione per dichiararsi ad Hermione, strappandole il suo vero
primo bacio....... Buona Lettura ^^ |
*** *** *** |
|
Passarono tre giorni, o forse quattro, e ancora non riuscivo a rendermi
conto di avere accanto qualcuno… Cedric.
Quante volte c’eravamo incrociati nei corridoi, gli anni precedenti,
senza nemmeno degnarci di uno sguardo? La mia attenzione non venne mai
richiamata da lui e viceversa, credo.
Sì, perché la cosa di cui non ero completamente sicura, era quando
Cedric avesse iniziato a provare interesse per me.
Quando una persona ti piace, un minimo di interesse nasce in te dal primo
istante in cui la vedi e pensai che in fondo avessi sempre provato
qualcosa per lui, solo che me ne stavo rendendo conto solo adesso.
Ero così allegra in quei giorni. Le ragazze che erano in stanza con me
non si capacitavano della mia improvvisa felicità.
Ero stata di cattivo umore in quei mesi, a causa del Torneo Tremaghi. La
preoccupazione per Harry mi aveva completamente fatto dimenticare cosa
fosse la spensieratezza.
Adesso, con Cedric, ero riuscita a vivermi le giornate in modo semplice,
ma del tutto emozionanti.
Ricordate quando vi ho detto che immaginandomi Cedric e Cho insieme, li
vedevo stesi all’ombra di un albero, con lei che gli accarezzava i
capelli?
Beh, probabilmente non facevo altro che immaginare quello che avrei
fatto io un giorno non molto lontano.
Passavamo interi pomeriggi così, senza dirci cose importanti, ma
ascoltando il rumore del vento e stando insieme.
Nonostante la mia felicità, però, decisi di tenere segreta questa storia
tra me e Cedric e lui fu d’accordo con me, anche se più volte mi chiese
il reale motivo della mia scelta.
Gli spiegai che non era una decisione presa in base a noi come coppia.
Non mi sarei assolutamente vergognata di andare in giro a dire che io e
Cedric stavamo insieme, ma decisi di adottare dei sistemi di
precauzione, per salvaguardare la nostra intimità.
Forse, stavo solo esagerando a preoccuparmi così, ma per me quella
storia era troppo importante per vederla indicata e commentata
dall’intera scuola.
“Lui è un Campione Tremaghi e lei è la migliore amica di Potter”… li
sentivo già mormorare tra loro ad ogni nostro passaggio.
E
li potevo anche vedere, mentre ci indicavano da lontano.
Non era una situazione adatta a me, quella.
Una mattina, però, mi accorsi che non avevo considerato il più grosso e
fastidioso dei problemi esistenti ad Hogwarts: Rita Skeeter.
Scesi in Sala Comune per prendere dei rotoli di pergamena che mi
sarebbero serviti per la lezione di Trasfigurazione, quando vidi Ron
seduto accanto al camino acceso, intento a leggere la Gazzetta del
Profeta.
Fin qui, nulla mi diede preoccupazione. |
|
E
poi, sempre con lo sguardo fisso sulla Gazzetta, Ron attirò la mia
attenzione su di sé – Rita Skeeter deve provare un certo interesse per
la tua vita sentimentale, Hermione – mi disse – Dopo Harry e Viktor
Krum, dice che la tua ultima conquista sia nientedimeno che Cedric
Diggory. |
|
Rise tra sé e sé, come se la cosa lo divertisse. In effetti, se fosse
stata realmente una bugia, mi sarei infuriata come sempre, sarei
diventata rossa dalla rabbia e lui mi avrebbe trovata spassosa. Si
divertiva a vedermi così.
L’unica cosa che feci in quel momento, però, fu restare in silenzio,
facendo voltare Ron verso di me. |
|
-
Ehi, mi hai sentito? – chiese. |
|
Tirai un respiro profondo – Certo….sì… - risposi distrattamente,
arrotolando la pergamena che avevo tra le mani. Il nervosismo che stava
crescendo, mi fece stropicciare gli angoli. |
|
Ron si alzò e si avvicinò a me – Come mai la cosa non ti interessa? –
chiese ancora. Non era stupido. Forse un po’ imbranato, ma non stupido.
Sapeva che stavo nascondendo qualcosa. Del resto, eravamo migliori amici
da quattro anni. |
|
Tentai di non incrociare il suo sguardo, riuscendoci – Ron, non è il
momento - Provai ad andarmene, ma lui mi si parò davanti. Stavo iniziando
ad agitarmi. |
|
-
Tu nascondi qualcosa – disse. |
|
Io scossi la testa, negando.
Ma Ron era troppo testardo per chiudere lì la questione, anzi… stava
appena cominciando. |
|
-
Se non vuoi che queste voci circolino per la scuola, arrivando fino a
Rita Skeeter, non dichiararti innamorata ai quattro venti. |
|
Mi voltai di scatto – Io non mi sono dichiarata innamorata! – precisai. |
|
Lui sembrò rilassare il volto – Non è quello che dice l’articolo…
-
L’articolo dice un mucchio di falsità! – intervenni, infervorata dalla
rabbia e dall’agitazione che crescevano dentro di me. Stavo perdendo il
controllo delle mie azioni…
-
Del tipo? – chiese Ron.
-
Cosa!?
-
Quali sono queste falsità?
-
Beh… - risposi io, cercando di mantenere la calma – Un po’ tutte.
-
Ad esempio?
-
Che mi dichiaro innamorata!
-
Allora, tra te e Cedric non c’è niente…?
-
NIENTE! – risposi, ma subito mi corressi – Cioè… non proprio… |
|
Quelle domande a raffica di Ron mi avevano completamente confusa,
facendomi rispondere a caso e senza pensare. Ero stata troppo affrettata
nel dirgli una cosa così delicata, ma non seppi trattenermi. |
|
-
E’ vero?! – sembrava sconvolto, più di quanto avessi immaginato – Tu e
Cedric… state… INSIEME!?! |
|
Disse quella parola talmente disgustato che mi arrabbiai moltissimo.
-
Non vedo perché dovrebbe interessarti! – esclamai, piuttosto
animatamente. |
|
-
Hermione, tu non hai detto niente neanche ad Harry! Siamo o non siamo i
tuoi migliori amici?!? – urlò, più di quanto avrebbe dovuto. |
|
In realtà, non aveva tutti i torti. A loro, soltanto a loro, potevo
dirlo.
Cosa mi aveva spinto a non farlo?
E
poi, lo capii guardando finalmente Ron negli occhi: io non volevo che
lui soffrisse, sapendo che avevo completamente perso qualsiasi tipo di
interesse.
Mi ero infatuata, durante la nostra amicizia, e avevo sperato tanto che
lui si accorgesse di me.
Sapevo di piacergli, ma proprio non riusciva a dirlo. Sapeva solo
ingelosirsi e fare scenate inutili, come al Ballo del Ceppo. Non mi fece
neanche un solo complimento sul vestito, sui capelli, su di me!
In quel momento, non provavo più niente per lui. Il mio interesse nacque
perché sapevo di avere, dall’altra parte, qualcuno che provasse per me
dei sentimenti diversi dall’amicizia.
Non volevo ferirlo e soprattutto, non volevo che Ron interpretasse la
mia storia con Cedric come una ripicca per quello che sarebbe potuto
nascere tra noi.
Ma ormai, lo sapeva, grazie a Rita Skeeter. Continuare a mentire, o
comunque a nascondere la realtà, era del tutto inutile. |
|
-
Hai ragione, ma credimi – dissi io – l’ho fatto solo per non mettere in
piazza i miei fatti personali. Non volevo che gli altri lo sapessero. |
|
-
Io ed Harry non facciamo parte degli “altri”! – ribatté Ron – Noi siamo
i tuoi migliori amici! |
|
Ero stanca di sentirgli ripetere ancora quella frase. Si stava
nascondendo dietro Harry, che tra l’altro non era nemmeno presente.
Non sapevo come, realmente, la
pensasse su me e Cedric e sentir parlare Ron anche da parte sua, mi dava
un enorme fastidio. |
|
-
Smettila di riferirti a te ed Harry! – dissi improvvisamente,
interrompendolo – Lui non c’è, quindi parla SOLO di te! |
|
-
Va bene – rispose Ron – Allora, ti dico quello che veramente penso: tu
sei matta! |
|
Tentai di replicare, ma non mi uscì alcun suono. Mi spiazzò con
quell’affermazione – Matta? – ripetei dubbiosa. |
|
- Sì – continuò lui – Sei così
meticolosa, a volte, e poi, come in questo caso, diventi misteriosa e
vuoi che gli altri non interferiscano con la tua vita. |
|
- E non posso farlo, Ron!? –
chiesi. Della mia vita potevo fare ciò che volevo. |
|
Lui strinse gli occhi – Non sto
dicendo questo, Hermione! Ma tu non puoi tenerci vicini e lontani a tuo
piacimento! |
|
Quel discorso non aveva senso e
capii cosa in realtà stava cercando di dirmi. Glie lo feci notare senza
mezzi termini. |
|
- So perché ti dà tanto fastidio
– dissi. |
|
- Davvero!? Sentiamo – rispose
sedendosi. |
|
Sospirai nervosamente – A te dà
fastidio che non ti venga più dietro. |
|
Spalancò gli occhi – Cosa!? |
|
- E’ così, ammettilo – continuai
io – Credevi che mi sarei messa ad aspettarti per tutta la vita!?
Credevi davvero che l’avrei fatto?! NO! – stavo cominciando a perdere la
calma – Non ho aspettato che ti decidessi a dichiarare i tuoi
sentimenti, non ho atteso che finalmente ti fossi deciso a parlarne con
me! Sono andata avanti, ho dimenticato e adesso sto bene con un altro e
tu questo non lo puoi sopportare! |
|
Respiravo lentamente. Avevo
davvero esternato tutti i miei pensieri e lui non ebbe il coraggio di
controbattere immediatamente, ma lasciò che il silenzio si impossessasse
del momento per qualche minuto. |
|
Poi, finalmente, si decise a
rispondere – Hai ragione – disse. Sembrava quasi che mi stesse
sorridendo – Sono stato uno stupido. Mi sono lasciato sfuggire
moltissime occasioni, ma credimi, non è stato perché non ci tenessi
abbastanza. |
|
Il cuore mi cominciò a battere forte. Stavo finalmente scoprendo quello
che lui pensava di me e, dopo averlo desiderato per tanto tempo, si
stava finalmente aprendo. |
|
- E’ solo che, con il tempo, ho iniziato a credere che non ci sarebbe
mai stato niente tra noi. Capii che per me eri solo un’amica. E sai
quando l’ho capito? |
|
Sapevo cosa stava per
rispondermi. |
|
-
Al Ballo del Ceppo. |
|
Mi avvicinai – E’ stata la stessa
cosa per me. Non ti eri nemmeno reso conto che mi ero fatta bella per
te. Quella sera svanii ogni interesse nei tuoi confronti. |
|
- Quindi, provavamo qualcosa
l’uno per l’altra, ma non ce lo siamo mai detti. |
|
- Già – confermai, riacquistando
il controllo di me stessa. |
|
-
E siamo finiti col perdere quell’interesse – aggiunse lui – Beh… meglio
così allora. |
|
- Siamo buoni amici, è questo che
conta – continuai io. |
|
Ci sorridemmo. C’erano ancora delle cose da chiarire, ma il peggio era
passato e mi resi conto che, ora che sapevano di me e Cedric, sarei
potuta essere davvero spensierata, come avevo desiderato.
Harry entrò poco dopo in Sala Comune e gli parlai di quello che
anch’egli aveva letto sulla Gazzetta del Profeta.
Ebbe una reazione totalmente diversa da quella di Ron: prima non disse
niente, poi mi sorrise ed, infine, mi pregò di stare attenta.
Il senso di protezione che mi aveva sempre trasmesso Harry era
fondamentale per me.
Capii di aver sbagliato a tenere nascosta la mia storia con Cedric alle
due persone più importanti di quella scuola, per me. E non solo ad
Hogwarts.
Mi ero comportata male nei loro confronti e chiesi scusa ad entrambi.
Superate le formalità, ci dirigemmo insieme verso l’aula di
Trasfigurazione.
Ovviamente, era venuto il momento di
scherzare sull’argomento… |
|
- Solo una cosa non capisco –
disse Harry – posso comprendere perché tu non l’abbia detto a Ron, ma
io… |
|
-
Tu cosa, Harry? – chiese Ron. |
|
- Io sono il tuo migliore amico!
– esclamò. Io feci cenno di sì con la testa. |
|
- Stai per caso dicendo che Harry
è il tuo preferito!? Ecco, lo sapevo – disse Ron, sconcertato –
Ammettilo, Hermione: Harry è il tuo preferito! |
|
Risi – Non essere sciocco, Ron!
Come se non lo sapessi che è così, da sempre! |
|
Lui fece il gesto di volersi lanciare nel vuoto del giardino, ma
prontamente lo tirammo per la toga, verso di noi.
Improvvisamente, vidi Cedric intento a leggere un libro su una panchina
e, sorridendo velocemente ai miei amici, lo raggiunsi per poterlo
salutare. |
|
- Ha completamente perso la testa
– osservò Harry, rivolto a Ron, sicuro che non potessi sentirlo. |
Non fu così e fui contenta che lo
avessero notato, perchè avevo davvero perso la testa. |
|
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- |
|
Fine Quarto Capitolo ------> Mmm...
nonostante non sia molto soddisfatta di questo capitolo (non so perchè
^^) spero che voi l'abbiate trovato gradevole come gli altri (se li avete trovati gradevoli XD!!!)... |
Un ringraziamento speciale va ai
precedenti recensori: |
Clo87 |
katiuz |
gigia990 |
Felicity89 |
debby87 |
HermioneCH |
herm88 |
aly7 |
loryrocker |
endless |
bianca |
Valemione |
Slytherin Nikla |
Mando un grosso bacio a tutti e
ancora mille grazie a chi leggerà e commenterà la storia, ciaoooo!!! ^^
by Arcadia_Lovegood |
PS: Occhio... il prossimo capitolo
sarà L'ULTIMO! ToT Quasi mi dispiace abbandonare questa coppia!
Chissà... magari ne scriverò un'altra su Cedric ed Hermione... beh, si
vedrà... ^^ |
|
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
Nuova pagina 1
...siamo giunti all'ultimo
capitolo... non aggiungo altro (lo farò alla fine)... Buona Lettura ^^ |
*** ***
*** |
|
Ero a pezzi. Lo studio mi aveva assorbita completamente in quell’ultimo
periodo ad Hogwarts.
Gli esami di fine anno occupavano tutto il mio tempo libero e non
riuscivo ad incontrarmi con Cedric tanto quanto avrei voluto.
Ovviamente anche lui era molto preso dallo studio e spesso, anche se
riuscivo a trovare il tempo per andare da lui, mi dicevo che
probabilmente era meglio lasciarlo da solo a studiare.
Nella Sala Comune di Grifondoro, c’era un gran via vai di studenti
tesissimi, in quei giorni, ed tra di loro, ovviamente, c’erano anche
Harry e Ron. |
|
- Di cosa ti preoccupi! –
continuava a ripetere Ron verso Harry – Alla fine riuscirai a cavartela
come ogni volta! |
|
-
Se solo ti impegnassi un po’ di più e ti lamentassi un po’ di meno,
saresti sicuramente più preparato – ribatté Harry, tenendo lo sguardo
sui fogli di pergamena. |
|
Ron si voltò verso di me – E tu!?
Lo guardai – Cosa c’entro io, adesso?
Lui mi squadrò – Tu potresti anche darci una mano!
Arricciai il naso – Per tua informazione, se ben ricordi, ieri sono
stata tutto il giorno a spiegarvi Storia della Magia, ma tu continuavi a
ridere! |
|
Ron incrociò le braccia,
consapevole di aver torto e riprese a studiare Pozioni, così come
stavamo facendo sia Harry che io. |
|
La mia mente, però, continuava a pensare a Cedric.
Mi chiedevo cosa stesse facendo, se mi stesse pensando e se anche lui
desiderasse impazientemente di rivedermi.
Il pomeriggio seguente, mi feci coraggio e andai a cercarlo. Erano tre
giorni che non lo vedevo, escludendo a pranzo e cena, ma lì non avevamo
molto tempo per stare insieme. Un veloce sorriso, un gesto di saluto e
poi di nuovo la lontananza e gli impegni a dividerci.
Con la scusa di dover riportare un libro in biblioteca e nascondendo il
fatto che stavo andando alla ricerca di Cedric, mi incamminai a passo
svelto tra i
corridoi di Hogwarts, svoltando velocemente gli angoli senza prestare
attenzione a cose… o a persone nei dintorni.
Avevo completamente lo sguardo rivolto altrove, quando mi sentii
scaraventata al suolo, picchiando violentemente con la schiena sul
pavimento.
Fortunatamente, non fu nulla di grave, né per me né per il malcapitato
che avevo investito. Sapevo che fosse colpa mia.
Solo che “il” malcapitato si rivelò
essere una “lei”. |
|
Quando mi rimisi in piedi, vidi Cho Chang per terra di fronte a me.
L’imbarazzo cominciò a crescere: lei
era la ex-ragazza di Cedric e sicuramente era l’ultima persona che mi
sarei aspettata di incontrare in quel momento, proprio mentre ero alla
ricerca del ragazzo che una volta era stato suo. |
|
Le rivolsi un sorriso stentato – Tutto bene? – chiesi educatamente. |
|
Lei annuì – Dovresti stare più attenta – osservò, iniziando a
raccogliere quello che le era caduto dalle mani. |
|
Mi chinai per aiutarla, ma lei mi
fece cenno di no – Posso fare da sola. |
|
Capii dalle sue parole che non avrebbe mai accettato il mio aiuto. Anzi,
non avrebbe mai accettato nulla che volessi offrirle.
Mi sentii ferita, non volevo che
fossimo nemiche. |
|
- Sicura? – insistetti io. |
|
Cho incrociò il mio sguardo e poi
sospirò – Se proprio ci tieni, fa pure. |
|
Accettai. Volevo assolutamente parlarle. In quel momento, quasi
dimenticai il mio scopo precedente e mi concentrai totalmente su Cho
Chang.
Raccogliemmo tutti i fogli e gli
appunti caduti per terra, ovviamente anche i miei erano tra questi, e
non appena sistemò tutto, Cho fece per andarsene, ma io la bloccai,
chiamandola. |
|
- Cosa c’è? – mi chiese. Non
voleva essere sgarbata. Semplicemente, stava provando quello che provavo
io: imbarazzo e disagio. |
|
Mi avvicinai – Forse dovremmo parlare… |
|
-
E di cosa? – mi interruppe lei – Vuoi qualche consiglio su come tenerti
stretto il tuo ragazzo? – chiese sarcastica – Chiedi alla persona
sbagliata. |
|
Non l’apprezzai molto, ma decisi che non era il momento di aprire una
discussione di quel tipo. Mi limitai ad ignorarla – Mi riferivo a noi
due. Non siamo mai state amiche, ma non vedo perché dobbiamo evitarci o
essere scortesi. |
|
- Io non sono scortese con te –
precisò Cho – semplicemente non mi va di vederti con Cedric, tutto qua.
Credo che abbia il diritto di decidere cosa mi fa piacere vedere e cosa
no. |
|
Con quelle parole mi colpì. Cappi
immediatamente che era ancora innamorata di Cedric e che l’aveva
lasciato solo perché era convinta che lui sarebbe ritornato da lei. E
invece? Lui era corso da me. |
|
Abbassai lo sguardo – Scusa, posso solo immaginate quanto sia doloroso
per te vederci insieme, ma… |
|
- Ma cosa? – Cho mi interruppe
ancora – Scusami, Hermione, ma non voglio parlare adesso e specialmente
non con te. Grazie per l’aiuto. |
|
Non mi diede neanche il tempo di risponderle che prontamente svanì
dietro l’angolo e corse via.
Non stava piangendo, ma era ferita nel profondo e mi sentii in colpa,
anche se forse non dovevo.
Raggiunsi la biblioteca, convinta di
trovarvi Cedric, ma alcuni Tassorosso presenti mi informarono che era
appena andato via e che stava studiando da giorni ininterrottamente. |
|
-
Se vuoi gli dico che l’hai cercato – disse un ragazzo di cui non
conoscevo neanche il nome. |
|
Annuii e lo ringraziai. Almeno avrebbe saputo che stavo pensando a lui.
Tornai in Sala Comune e filai dritta a letto, con la scusa di avere il
mal di testa.
Harry e Ron si stupirono che avessi
deciso di riposarmi, invece che continuare a studiare, tant’é che me lo
fecero notare. |
|
- Sei sicura che sia solo un mal
di testa? – chiese Harry, preoccupato come sempre – Di solito non è
questo a fermarti. |
|
-
Ho bisogno di riposarmi, altrimenti non potrò studiare bene più tardi –
mi
giustificai – Prevenire è meglio che
curare – dissi sorridendogli, prima di entrare nel Dormitorio. |
|
Mi lasciai cadere pesantemente sul materasso, guardando il soffitto e
chiudendo gli occhi, rilassandomi e sperando che la stanchezza mi
portasse al sonno. Almeno lì, nei sogni, sarei stata per un po’ senza
pensieri.
Mi svegliai dopo circa un’ora. Ormai si era fatta sera ed ero anche in
ritardo per la cena.
Trovai un biglietto di Ginny accanto al letto: diceva che Harry e Ron
avevano preferito lasciarmi dormire e che mi avrebbero aspettata in Sala
Grande, per la cena.
Tentai di mettermi un po’ in ordine, nonostante avessi la gonna
lievemente stropicciata e la cravatta col nodo allentato.
Per quest’ultima bastò un attimo, ma la gonna non poteva essere messa a
posto altrettanto velocemente.
Mi passai una mano tra i capelli, mi sciacquai la faccia e corsi in Sala
Grande, scusandomi per il ritardo.
Mangiai qualcosa velocemente, tenendo sempre lo sguardo rivolto al
tavolo di Tassorosso e incrociando di tanto in tanto il sorriso di
Cedric.
Improvvisamente, notai che stava indicandomi qualcosa. Gesticolava
troppo velocemente e riuscii a capire solo un gesto rivolto all’esterno
del castello.
Finita la cena è lì che andai e mentre mi avviavo nel posto indicatomi
poco prima, immaginai che Cedric volesse stare un po’ di tempo con me.
Lo raggiunsi e fui felice di aver capito bene i suoi gesti: voleva
incontrarmi.
Solo che mi sarei aspettata più
entusiasmo, visto che quando arrivai da lui, Cedric era di spalle e non
sembrava impaziente di vedermi. |
|
- Cedric? – lo chiamai. |
|
Lui si voltò – Ciao – disse – Sono contento che tu sia venuta. |
|
- Anch’io – risposi. |
|
Avrei voluto avvicinarmi a lui, ma non mi parve il caso, visto che
Cedric continuava a starsene fermo, con lo sguardo perso nel nulla. |
|
-
Va tutto bene? – chiesi preoccupata. |
|
-
Ho pensato tanto in questi giorni, sai? – cominciò lui, tenendo lo
sguardo lontano dal mio – Sembra ieri che varcai la soglia di quella
porta per la prima volta – sorrise – Volevo andare in Corvonero. |
|
-
Cosa? – chiesi. |
|
-
Sì, credevo che fosse l’intelligenza la mia qualità migliore… e, invece,
sono stato smistato in Tassorosso: la Casa della lealtà – spiegò – Il
Cappello Parlante mi ha assegnato alla Casa giusta, perché è questa la
qualità che più possiedo… ed è quello che voglio essere, Hermione…
leale. |
|
Iniziai ad inquietarmi – Cosa stai dicendo? |
|
Cedric tirò un respiro profondo,
chiuse gli occhi e poi li riaprì – Il mio tempo in questa scuola è
giunto al termine, mentre tu… tu hai ancora molti anni da trascorrere
qui, ad imparare e a crescere... – si fermò, poi posò il suo sguardo
magnetico su di me – Noi non avremo più molto tempo per vederci, anzi… |
|
Gli occhi mi si riempirono di
lacrime – Tu mi stai lasciando, non è vero…!? |
|
Cedric strinse le labbra – E’ una
delle cose che mi è subito piaciuta di te: la tua perspicacia… |
|
-
Non cambiare discorso! – dissi alzando la voce – Tu vuoi lasciarmi!
-
Hermione, con la fine di quest’anno non ci vedremo mai più. Succederà
inevitabilmente.
- Non è vero – replicai – non dare
tutto già per scontato! |
|
Non rispose.
Stavo iniziando a spazientirmi. Avevo come l’impressione che quelle
fossero solo scuse sciocche per dirmi che non voleva più stare con me.
Si era già stancato o cosa? |
|
-
Ho capito qual è il tuo gioco! – dissi. |
|
Lui spalancò gli occhi – Il mio gioco!? |
|
- Sì, il tuo gioco – ripetei io –
Ti diverti a fare breccia nel cuore delle ragazze, ne scegli una e
quando ti sei stancato di lei la lasci con scuse assurde. |
|
- Le mie non sono scuse assurde –
ribatté lui. Stava perdendo la calma. |
|
- L’hai fatto con Cho Chang e lo
stai facendo anche con me! |
|
- Cho non c’entra proprio niente… |
|
- Per favore, stai zitto! –
dissi. Non volevo più sentirlo parlare. |
|
Restammo in silenzio per molto tempo, finché non cominciò a piovere.
Dapprima lentamente, con le piccole gocce di pioggia che cadevano
leggere ai nostri piedi, poi sempre più violentemente, inzuppando i
nostri vestiti e formando piccole pozzanghere d’acqua sul terreno.
Avevo il volto completamente bagnato
di pioggia, ma decisi che non me ne sarei andata di lì, finché non
avessi scoperto la verità. Cedric non mi aveva mai voluto bene, stava
solo giocando con me. |
|
- Perché hai scelto me? – chiesi
– Perché mi hai fatto questo?! |
|
Cedric si voltò furiosamente verso la mia direzione – Cosa hai fatto TU
a me!! |
|
Rimasi spiazzata e non risposi. |
|
- Sei stata tu, Hermione!! Il
motivo di tutto questo sei soltanto TU! – disse, con la pioggia che gli
scivolava sulle guance – Ho incontrato Cho, l’altro giorno, so che vi
siete incontrare, o meglio, scontrare nei corridoi e sai cosa mi ha
detto quando ne abbiamo parlato? |
|
Restai in silenzio, ma lui
continuò comunque. |
|
-
Mi ha detto che non mi aveva mai visto così, neanche quando stavo con
lei, e lo ha capito dalla sera del Ballo – spiegò, asciugandosi con la
punta della lingua le gocce di pioggia che gli cadevano sulle labbra –
Volevo andarci davvero con Cho… insomma, stavamo insieme, era normale
che volessi lei con me, quella sera. Ma poi, ti vidi percorrere la
scalinata verso Viktor Krum e in quel momento tutte le ragazze sparirono
dalla mia vista, per lasciare posto alla più bella che avessi mai visto
– fece una breve pausa – Quanto ho desiderato quella sera ballare con
te, ma tu avevi occhi solo per Krum e la cosa mi uccideva. Cho non è
stupida! Lo notò subito ed è lì che iniziarono i nostri problemi, ma in
quel momento non m’importava nulla di lei… io volevo solo te quella
sera. E quando tu e Weasley iniziaste a litigare, dissi tra me e me che
doveva essere completamente pazzo per non accorgersi della grande
opportunità che stava perdendo in quel momento – mi fissò – La stessa
che io avevo desiderato per l’intera sera… avere il tuo cuore e.....
avere te. |
|
Con quelle parole, mi sciolse il cuore.
Se davvero ci teneva così tanto a me, perché mi stava lasciando?
Come poteva essere sicuro che non ci saremmo più rivisti dopo la fine
dell’anno?
Se per lui era così facile mettere un
fine alla nostra storia, significava che non ci teneva abbastanza. |
|
Le lacrime fuoriuscirono dai miei occhi a grandi gocce, mischiandosi con
la pioggia che mi aveva bagnato il viso.
Cedric non si accorse che stavo piangendo e la cosa mi consolava, perché
non volevo che mi vedesse piangere per lui. Non lo meritava.
Vedendo la mia impassibilità nei confronti delle sue parole, abbassò lo
sguardo e si incamminò lentamente verso l’entrata del castello. Sapevo
che nel momento in cui avesse varcato quella soglia, non l’avrei mai più
sentito mio. Cedric Diggory non mi sarebbe appartenuto mai più.
Mi superò, senza neanche guardarmi negli occhi. Tra di noi, solo il
rumore della pioggia che batteva insistentemente al suolo.
Era davvero finita?
Ad un tratto, però, i singhiozzi del mio pianto spezzarono il silenzio e
Cedric si accorse che stavo piangendo per lui.
Mi voltai e lo vidi in lontananza che mi fissava stupito.
Stavolta, però, i suoi passi furono veloci e diretti verso di me.
Un minuto prima, lo vidi lontano e il
minuto dopo, sentì il calore del suo corpo avvolgermi completamente,
mentre le sue labbra si posarono sulle mie, per un ultimo e intenso
bacio sotto la pioggia. |
|
Sapevo che sarebbe stato l’ultimo. Ero pienamente consapevole che non
avrei mai più rivisto quel meraviglioso ragazzo al mio fianco. Il suo
profumo, i suoi capelli, il suo viso, il suo sorriso… tutto sarebbe
sparito per sempre.
Le gocce di pioggia si mescolarono alle mie lacrime e assaporammo
inconsapevolmente il gusto del bacio più bello delle nostre vite.
Sapevo che non ne avrei mai più
assaporato uno così: un bacio d’addio, dato per amore e
all’indimenticabile gusto di lacrime e pioggia. |
|
|
------------------- FINE
------------------- |
La mia storia è finita qui. Spero
che sia riuscita a regalarvi delle emozioni o almeno a trasmettervi le
stesse che ho provato scrivendola (specialmente nell'ultimo capitolo).
Volevo subito dire che non ho potuto inserire altri capitoli (come mi
aveva suggerito katiuz ^^) perchè la storia era completa già dalla
pubblicazione del primo capitolo (aveva solo bisogno di essere letta e
corretta in alcuni punti) e mi scuso davvero tanto per aver chiuso
questa FF dopo soli 5 capitoli (non so se qualcun'altro abbia pensato la
stessa cosa di katiuz ^^)... Per questo, vi lascio con la promessa di
scrivere un seguito, una fanfiction che riprenda da questo finale e che
si svolga in più di 5 capitoli. PROMESSO! |
Ed ora passo ai ringraziamenti: non
potete neanche immaginare la gioia che mi avete dato nel leggere le
vostre recensioni (fortunatamente tutte positive XD!); mi sono state di
grande aiuto nel proseguire con questa ff... Graaaziiiieeeee
miiilllleeeeee a tutti quanti! |
Ringrazio chi ha semplicemente
letto, ma maggiormente vorrei ringraziare DI CUORE i recensori e in
special modo, coloro che (una volta scoperta la mia ff) l'hanno
commentata ad ogni successivo aggiornamento...... GRAZIE DAVVERO! |
Il momento è arrivato: la storia "Lacrime
e Pioggia" termina qui. Sono già all'opera per scrivere una storia
OriginaleFantasy di cui ho in mente l'inizio e anche un ipotetico
finale...quindi, sappiate che non vi libererete ancora di me ^^
...Vorrei mettermi all'opera immediatamente e spero di ritrovarvi ancora
nelle mie storie future perchè siete stati gentilissimi, carini e tanto
d'incoraggiamento.... un bacio a tutti!! by Arcadia_Lovegood |
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