Angelicamente astratto di EgoM (/viewuser.php?uid=147969)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** APRO LE ALI ***
Capitolo 2: *** UNA MATERIA PERFETTAMENTE INUTILE ***
Capitolo 3: *** IL CIELO E' GRIGIO ***
Capitolo 4: *** QUESTA MATTINA ***
Capitolo 5: *** PERSINO QUESTO PARADISO INIZIA A STANCARMI ***
Capitolo 6: *** IL GIORNO DOPO CAMMINO SUL MARCIAPIEDE COME SE FOSSE UN TAPPETO ROSSO ***
Capitolo 1 *** APRO LE ALI ***
APRO LE ALI efp
Apro le ali e mi lancio,
scavalco il davanzale ed eccomi, con un balzo, nel cielo azzurro.
Volo,
come ho sempre sognato.
Spiego
le ali e inizio a volteggiare, creando delle grosse spirali tra le nuvole.
Batto
le ali più forte che posso, salendo sempre più su, attraverso le nuvole…
Mi avvolgo nelle nuvole, morbide ed eteree, respiro il
loro profumo di acqua e libertà, poi salgo ancora, fino a superare la coltre
bianca.
Sopra,
uno spettacolo mozzafiato mi attende.
Il
sole brilla maestoso e padrone, un azzurro sconfinato mi riempie gli occhi e il
cuore.
Le
sfumature, dal celeste al blu carta da zucchero, fino al ceruleo, cobalto,
pervinca, oltremare, i miei occhi si riempiono e prendono il colore del cielo.
Pervinca,
il mio preferito.
Continuo
a volare, estasiata, nella più completa solitudine.
Batto
le mie grandi ali d’argento, mentre una leggerissima brezza mi scompiglia i
capelli castani.
La
Terra è così lontana da quassù… A questo punto mi chiedo se io sia veramente
nata sulla terra, se non sia una rondine, un’aquila o… Un angelo?
Un
flebile rumore attira la mia attenzione. Proviene da Ovest.
Ed
ecco, come una visione, un deltaplano color rosa pesca, avvicinarsi a me.
Come
può un deltaplano arrivare a una simile altezza?
Ormai
non mi faccio più domande, come se fosse normale essere sospesi nell’aria
cristallina, sgranando i miei nuovi occhi color pervinca alla ricerca di
qualcosa… Un sogno forse?
Il
deltaplano è ormai vicino. Alla guida c’è un ragazzo.
Mi
sorride, un bel sorriso bianco e luminoso, mentre il vento gli accarezza i
capelli biondi.
Incominciamo
un gioco, una danza scherzosa, rincorrendoci nella volta celeste.
La
mia vita è qui ormai.
Cos’ho
sulla terra?
Più
nulla resta in me della mia vecchia vita da adolescente.
Nessuno
dei due parla.
Un
incantesimo.
E’
nel silenzio che nascono i pensieri profondi, le sensazioni più belle.
Il
sole è nostro complice, ci illumina di immenso.
Come
in una folle danza.
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Capitolo 2 *** UNA MATERIA PERFETTAMENTE INUTILE ***
UNA MATERIA PERFETTAMENTE INUTILE efp
Una materia perfettamente inutile l’algebra. Decine e decine
di numeri che si incontrano tra di loro, parentesi graffe, radici cubiche e
esponenti negativi mi balenano negli occhi, creandomi una confusione inaudita
in testa.
Cerco di capirci qualcosa: non posso prendere un altro 3,
mia madre mi ucciderebbe.
Ok, allora…
Definisci l’esponente negativo nell’equazione di secondo
grado qui proposta. In seguito trova un’uguaglianza tra il denominatore a1 e il
numeratore b2…
Nero.
Non ho capito una sola sillaba di quello che c’è scritto
qui. Scoraggiata, abbandono la testa sul banco. Sento una lacrima scendere sul
mio viso.
Consegno al suono della campanella. Mentre tutte le altre
ragazze si riuniscono in gruppetti per confrontare le soluzioni delle
equazioni, mi allontano. Non mi va di discutere
del disastro che ho appena
fatto. Non ho mai avuto delle vere amiche, sono troppo presa dal mio mondo
interiore e dalla ricerca della perfezione per accontentarmi delle mie
compagne
di classe: ragazzine sciocche, immature, troppo prese dalla moda e dai ragazzi
per guardarsi intorno e cercare qualcosa di più.
Io non sono come loro. Io sono ambiziosa, permalosa,
perfezionista. Io sono pervinca. Questo mondo non è fatto per me. Io voglio di
più.
Sono così presa nelle mie riflessioni che non guardo dove
vado. All’improvviso sento qualcosa che mi arriva addosso. Una palla di cuoio,
nera, mi colpisce dritta in fronte.
Cado stordita, lanciando un urlo.
- Scusami! Davvero, mi dispiace… A volte non riesco a
calibrare i tiri.
Calibrare i tiri? Ma che sta dicendo?
Cerco di alzarmi, ma le gambe mi cedono. Sento due mani
forti che mi prendono per le braccia e mi tirano su.
- Tutto bene?
Guardo il mio interlocutore: vedo due spalle forti, un collo
tarchiato, due labbra carnose e occhi cobalto.
Lui è rosso.
C’è chi dice che il rosso e il pervinca stiano a meraviglia
insieme.
Io sostengo il contrario.
- Stavo meglio prima, grazie tante.
- Eddai, ti ho detto che mi dispiace!
Emana rosso da tutte le parti. Mi dà proprio fastidio.
Scrollo via le sue mani dal mio braccio e mi allontano a
passo spedito.
Mentre cammino sento il suo sguardo puntato di me. Giro gli
occhi, un po’ a disagio: mi sta guardando.
Sento uno strano calore invadermi, come se un fuoco rosso mi
stesse divorando. Per liberarmene scuoto le spalle, ma la sensazione non se ne
va.
Anche nel mio letto, al buio, sento caldo. E rivedo
continuamente quegli occhi. Blu cobalto.
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Capitolo 3 *** IL CIELO E' GRIGIO ***
IL CIELO E' GRIGIO efp
Il cielo è grigio, grigio come non mai. Sento il vento che
mi spinge verso ovest.
Il tornado è sempre più vicino… Chi si salverà?
Vedo piume argentee volare intorno a me.
Come in una folle danza.
Non sento e non vedo più ormai.
Solo un colore: rosso.
Il rosso non mi è mai piaciuto come colore; rosso e
pervinca, amore e odio. Eppure adesso sento che la mia salvezza è lì, nel
rosso.
Cerco di battere le ali, ma una folata di vento più forte
delle altre mi sospinge via, mi porta verso il baratro, verso le tenebre più
profonde, non ho più speranze ormai, solo un
gran freddo dentro…
All’improvviso un pezzo di stoffa rosa mi sfiora il viso.
Rosa… Rosso…
Pezzi di deltaplano minacciano di staccarmi la testa; devo
andarmene di qui, ora!
Ma che ne sarà del conducente del deltaplano?
Quegli occhi blu cobalto mi perseguitano mentre precipito.
Sono nell’occhio del ciclone, e mi guardano.
Allungo la mano:
- Ti prego…
Una mano grande e forte afferra la mia, tesa verso l’alto.
Lui mi tiene stretta forte, mi guarda con quegli occhi grandi e dolci, e
precipita.
Precipitiamo insieme, stretti l’una all’altro, finchè la mia
natura diffidente non prende il sopravvento.
Sciolgo l’intreccio che le nostre dita avevano formato, lo allontano, e
lo
guardo cadere nel ciclone.
Una lacrima scorre sulla mia guancia, mentre sento il freddo
rapirmi.
Ma mentre mi giro, battendo le ali, per andarmene, capisco
di non essere sola: sento la schiena bruciare, e un
colore: rosso.
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Capitolo 4 *** QUESTA MATTINA ***
j
Questa mattina, arrivata a scuola, mentre saluto le amiche
sento continuamente quel senso di ansia e aspettativa che mi opprime da ieri.
Mi guardo intorno alla ricerca di
qualcosa: vedo il verde delle amiche, il
viola delle finte amiche, il giallo dei ragazzi che se la tirano, ma di rosso
nemmeno l’ombra.
Mi sento delusa. Aspettative e delusioni: la vita è
ingiusta. Ha proprio ragione Leopardi quando dice:
“O natura, o natura,
perché non rendi poi
quel che prometti
allor? perché di tanto
inganni i figli tuoi?”
Madre Natura ci inganna, ci illude, gioca con i nostri
sentimenti. Sono stanca di questa vita.
Tutta la giornata passa così, languida e serena. Nel mio
cuore la rassegnazione ha preso il posto della rabbia, e penso che in fondo,
forse è giusto così.
Ma allora perché mi sento così infelice?
Torno a casa camminando lentamente. L’aria umida e pesante
si intona perfettamente al mio umore, e quella nebbiolina leggera che avvolge
tutte le cose, le persone e le
strade, mi ricorda uno scudo, creato per
proteggerci dai dolori, ma così facendo siamo immuni anche alle gioie.
Alzo la musica, per astrarmi completamente dal resto del
mondo. Le orecchie pulsano della musica dei Depeche Mode, ma non mi importa.
Tutto pur di andare via.
Un tocco deciso mi scuote dalle mie riflessioni. Per un
folle attimo penso che possa essere…
- Silvia!
Giro la testa e mi trovo davanti una cascata di ricci
biondi, mille lentiggini color dell’oro, un paio di occhi color cioccolato e un
sorriso con tanto d’apparecchio.
- Airin! Che ci fai qui? Non dovevi essere a Roma?
Airin si prolunga nella spiegazione di come si era trovata
male a Roma, di quanto le mancassero i vecchi compagni, ma io non ho voglia di
ascoltarla.
Quando poi si mette a parlare del suo nuovo amore, sento la
morte nel cuore.
- Senti Airin,- la interrompo - sono veramente contenta che
tu sia tornata, ma che ne dici se ci vediamo un'altra volta? Oggi non è proprio
giornata.
E me ne vado, lasciandola sola in mezzo al marciapiede.
La sera nel mio letto, mi sento malinconica come non mai.
Sento una pietra sul cuore, non posso fare altro che piangere.
Possibile che un singolo, insignificante incontro possa
avermi segnata a tal punto? Io, una ragazza così equilibrata, diffidente e
fredda, sembra quasi impossibile…
Eppure è successo. A dimostrazione che la vita non va sempre
come deve andare.
Ma è bello così. Pieno di sorprese.
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Capitolo 5 *** PERSINO QUESTO PARADISO INIZIA A STANCARMI ***
5
Persino questo paradiso inizia a stancarmi.
Siedo su una nuvola, a piedi nudi. I capelli mi accarezzano
il viso, sospinti dal vento.
I miei occhi guardano, rubano. Si nutrono della bellezza, ma
è come se quella bellezza fosse stata loro
sottratta.
Lacrime di cristallo. Sapore di sale.
Mi lecco le labbra, come se inghiottendo le lacrime potessi
inghiottire anche il dolore.
Sdraiata a pancia in su, supina, osservo il sole. I raggi
diretti non fanno male agli occhi, un mare infinito in
cui si annidano sogni e speranze. Deluse.
Mi sento cadere nel vuoto, la nuvola non mi sorregge più.
Cado a precipizio.
Cerco di aprire le ali, ma sono inerti. Immobili.
Apro la bocca, in un grido muto.
All’improvviso, una mano che mi afferra il polso.
Attraverso le ciglia bagnate scorgo un sorriso. Il mio cuore
si apre. I miei occhi tornano a guardare, vedere,
rubare. Sorrido, nel
modo più dolce che mi è possibile.
È tornato. Le nostre mani si cercano, si afferrano. Non sono
più sola.
Il vento è la musica più bella del mondo. Danziamo, in una
sinfonia di soffi, respiri, rosso e pervinca si
mescolano, si intrecciano, una creatura nasce dalla loro
unione, da questa folle danza.
Ha i capelli di fuoco, gli occhi di ghiaccio, il corpo di
fiume e un cuore rosso, come l’amore.
Continuiamo a danzare, come in un sogno.
Penso al dolore, e alla gioia.
In fondo, ogni cosa bella ti fa stare male.
Sempre.
Avvertenza: mentre leggete, ascoltate questa canzone (IMPORTANTE):
http://www.youtube.com/watch?v=cat38F90e-c
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Capitolo 6 *** IL GIORNO DOPO CAMMINO SUL MARCIAPIEDE COME SE FOSSE UN TAPPETO ROSSO ***
(6)
Il giorno dopo cammino sul marciapiede come se fosse un
tappeto rosso: sulle mie labbra nasce una rosa, il
sorriso più bello.
Giro l’angolo. Lui è lì: il mio sorriso è più radioso, i
denti si rispecchiano nei suoi, sento il suo sguardo
cobalto penetrarmi nel cuore, un piccolo focolare che mi
scalda l’anima, e mi riporta alla mia infanzia,
facendomi sentire protetta.
Lui mi sorride, e mi prende la mano. Credevo che sarebbe
stata una scossa elettrica, un’esplosione di luce e
colori; invece è dolce, naturale, come un respiro.
Camminiamo lentamente verso l’edificio rettangolare che è il
Liceo classico Aristotele. Non parliamo: un
silenzio perfetto ci avvolge.
Dopo qualche minuto di lieve imbarazzo, mormoro:
- Ciao.
E mi sento stupida, inutile, vorrei che la terra mi
inghiottisse seduta stante.
Lui sorride divertito, e risponde con un “ciao” allegro e
dolce.
- Tu sei Silvia, della 1 H.
Lo dice così. Non è una domanda, io annuisco lo stesso.
E parliamo, ci conosciamo, scopriamo i nostri interessi, in
pochi minuti si formano i contorni di quel mondo
perfetto che sognavo da tanto tempo.
Davanti al portone incontro Airin, che strabuzza gli occhi
vedendomi mano nella mano con lui, Davide, un
calciatore, proprio quel tipo di ragazzo che non
immagineresti mai di vedermi accanto.
Le rivolgo un sorriso complice mentre le passo accanto.
Faccio appena in tempo a sentire che mi sussurra:
- Devi dirmi un paio di cosette – prima di venire
inghiottita dalla folla.
Mi sento soffocare, non lo vedo più, ma sento la sua presa
forte sulla mia mano. Eccole tutte le mie
certezze: sono lì, in quella stretta, in quella mano grande
e forte.
È la prima volta che mi scopro così, senza scudo, eppure mi
sento più al sicuro di quanto lo sia mai stata.
Una parola mi ronza in testa: amore.
È successo davvero? È possibile che in un secondo, da uno
sguardo, possa nascere un simile sentimento,
una parola così grande che fa quasi paura…
Evidentemente sì. Dato che mi è successo.
Avvertenza: mentre leggete, ascoltate questa canzone (IMPORTANTE):
http://www.youtube.com/watch?v=avDLfC6BEsc
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