Messy world

di IsAnastaciaHuddy92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Bugie ***
Capitolo 3: *** Quella sera ***
Capitolo 4: *** Incastro ***
Capitolo 5: *** Whisky veritas? ***
Capitolo 6: *** Nei giochi ci sono soli vincitori e vinti ***
Capitolo 7: *** Primo appuntamento ***
Capitolo 8: *** Ammetti ***
Capitolo 9: *** Amore e Psiche ***
Capitolo 10: *** Quella di cui si era innamorato ***
Capitolo 11: *** Io lo so ***
Capitolo 12: *** L'altra ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Innanzitutto ringrazio tutti coloro che hanno letto ed apprezzato la mia storia “Dimenticare-Riviverti”.
Continuo a scrivere con la stessa intenzione di colpirvi ed emozionarvi, perciò spero che anche questa follia vi piacerà. House è Cuddy, ebbene sì; in una dimensione parallela, senza dubbio xD Lui è un bravo capo perfezionista, lei è la sua incasinata dipendente, che deve riuscire a fare approvare le sue folli-geniali scelte mediche. Non so cosa ne uscirà fuori sinceramente, spero solo che vi piaccia!
J


Enjoy the reading…





Cuddy faceva su e giù per il proprio ufficio, pensando e ripensando al proprio paziente. Aveva fallito e non se lo sarebbe mai perdonato, afferrò la pallina bicolore e la lanciò con forza contro la vetrata che dava sul balcone, la palla ritornò fra le sue mani, la lasciò andare, si abbandonò pesantemente sulla poltrona e si passò una mano fra i capelli, improvvisò una coda e corse fuori da quella stanza che la stava facendo impazzire.
Quando raggiuse il suo ufficio, si soffermò a guardarlo prima di aprire la porta, lavorava strenuamente come al solito, ed erano le ventuno. Entrò dopo un profondo sospiro –è colpa tua…-
House la guardò rattristito, si sentiva in colpa e credeva che probabilmente lei avesse ragione
-Mi dispiace… per non essermi fidato di te… quell’esame avrebbe potuto farci capire…-
Cuddy annuì riuscendo a farlo smettere di parlare, perché in fondo credeva di avere lei tutte le responsabilità, lei era il suo medico e lei avrebbe dovuto fare di tutto per salvarlo. Uscì dalla tasca la boccetta ambrata e ingoiò due pillole, senza mai distogliere lo sguardo da lui –Cuddy… forse dovresti andare a casa a riposarti, è stata una giornata orribile…-
Lei uscì lasciandolo terrorizzato.
Quella sera era luminosa, frizzante, le strade affollate e il rumore delle macchine e della gente felice la irritava. Non riusciva a condividere quella gioia. Passeggiava tra la folla, per quella via familiare, credeva che avere la gente intorno l’avrebbe distratta, ma non faceva che pensare al suo paziente e non riusciva a dimenticare la sua espressione delusa quando per l’ultima volta aveva espirato profondamente. Teneva il braccio dolorante sotto al seno avvolto da una fascia affinché il collo potesse sorreggerlo; sarebbe stato maledettamente doloroso provare a stenderlo fino alla tasca del cappotto, quella sera faceva troppo male. Una spalla colpì distrattamente la sua. Lei sollevò lo sguardo, una bionda sorridente si scusò. Lo riconobbe, era House che le stringeva con affetto la mano. La guardò dispiaciuto e proseguì con indifferenza, fingendo di non riconoscerla.

Tornò a casa, tutta quella magia di Natale, quell’atmosfera rituale che si ripeteva con la stessa cadenza ogni anno era insopportabile. Vi incontrò Wilson davanti la porta, con in mano una bottiglia di Scotch e una scatola di cioccolatini –Ti stavo aspettando- lei aprì la porta senza fiatare. Si sedettero entrambi sul divano, l’uno accanto all’altro, lei fissava il pavimento in silenzio, dopo quella giornata aveva finito le parole, le battute sarcastiche e persino gli insulti sulla nuova cravatta di Wilson –Cuddy, come ti senti?-
-Versami un po’ di scotch e starò meglio tra pochi minuti- l’oncologo si alzò dal divano, andò alla ricerca di un bicchiere e sentì il rumore di sottovuoto alle sue spalle che emise la boccetta di pillole quando la dottoressa ne prese altre due. Gli porse il bicchiere senza elencare le ragioni per cui non sarebbe stato prudente mischiare il Vicodin con l’alcool, perché Cuddy aveva bisogno di un amico, non di una lamentosa paternale da parte di un medico
-Sai che dovresti parlare con House…-
-No, non ho intenzione di finire col strapparmi i capelli con la biondina, sorriso di ghiaccio-
-Esce ancora con Jessica? L’informatrice scientifica?-
-Non me ne importa!- Cuddy bevve il terzo bicchiere di scotch.
-Ma voi due… insomma quella notte deve pur avere un significato-
-Una scopata come un’altra… certo Wilson che hai una cravatta orribile!-
-La mollerà, anzi sono sicuro che adesso è divorato dai sensi di colpa! Tu lo conosci meglio di me-
-Hai davvero un pessimo gusto in fatto di cravatte così come in fatto di donne-
-Non cambiare discorso- Wilson si tolse con goffaggine la cravatta, era abbastanza sbronzo anche lui ormai –Tu sei interessata a lui, anche House lo è… quindi…- appoggiò la testa sulla spalliera del divano –dov’ero arrivato?-
-Ti rifarai il guardaroba perché ti vesti come un finocchio…-
Wilson grugnì, poi la guardò di sbieco e sorrise –a te è piaciuta quella notte!-
-Senti coscienza sputa senten… anzi sbronzo grillo parlante, le uniche cose che ricordo di quella notte è che ci furono molti gemiti… e sai perché? Perché ero…- terminò il quinto bicchiere della serata -…ubriaca fradicia e anche lui! Adesso posso dire di aver tenuto il capo per le palle! Se capisci ciò che intendo- ammiccò piuttosto confusa, poi ritirò i piedi dal tavolino sul quale li avevi poggiati fino a quel momento, li stese sulle ginocchia dell’amico, si sdraiò lungo il divano e si stiracchiò annoiata –non avremmo dovuto bere a digiuno…- Wilson russava già rumorosamente.






Cuddy arrivò a lavoro con tre ore di ritardo, troppo persino per lei. Si imbatté sfortunatamente in House nell’esatto momento in cui mise piede in ospedale, per questo lui in cagnesco le ordinò di andare nel suo ufficio –Dovremmo parlare di quello che è successo l’altra notte…-
-Credevo dovessimo parlare del mio ritardo. Che punizione mi attende?-
-Abbiamo esagerato con gli alcolici, un bicchiere tira l’altro…- House provava a proseguire piuttosto imbarazzato.
-Ore extra in clinica?-
-La morte di Tredici ci ha scossi profondamente…-
-Oddio non dirmi che vuoi accollarmi uno di quei pazienti noiosi, figli di ricchi investitori, barra pozzi di soldi per il tuo prezioso ospedale!-
House sospirò innervosito -…e abbiamo provato a trovare conforto nell’altro…-
-E’ stato un errore, non succederà più e bla bla!- il medico annuì incerto, non si aspettava questa spontanea schiettezza –bye capo!- aprì la porta
–Ah, riguardo il tuo ritardo, questa settimana dovrai coprire anche i turni di Ben in ambulatorio!-
-Ma non mi avevi chiamata per parlare di sesso?- House si avvicinò alla dottoressa, spinse la porta per richiuderla, si piantò di fronte a lei –dovrei parlarne a Jessica?-
-Dipende da quello che vuoi dalla tua relazione con lei. Inoltre tutte le migliori relazioni trovano le loro fondamenta nella menzogna. Voi non siete diversi. Credi veramente che sia possibile che una donna possa contare un così grande numero di volte in cui l’emicrania le abbia impedito di sfilarsi le mutande- lui sorrise -Se cominci a mentire vuol dire che ci tieni-
-Grazie…- Cuddy annuì ed uscì.





Ok, non so se questa storia avrà mai senso, ma questa sezione non può e non deve morire assolutamente, quindi finché avrò le dite attaccate alle mani ed una mente contorta ad accompagnarmi, continuerò a scrivere per voi! Spero che quest’inizio vi piaccia, ci ho pensato a lungo prima di decidermi a pubblicare perché non so come l’idea di avere House gentile e Cuddy cinica possa piacervi.
AAA cercasi una beta! Sono terribilmente confusa! :D


Un bacio Raggi di Sole, l’Huddy vivrà sempre nei nostri cuori!
WH4E

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Capitolo 2
*** Bugie ***


Buongiorno Raggi di Sole, prima di lasciarvi alla lettura di questo chap, vorrei sottolineare alcune modifiche apportate ai personaggi originale. Cuddy è sì infelice e stronza almeno quanto House, e questo capitolo ne sarà la prova, ma non è zoppa come lui, il dolore che la tormenta è al braccio; Cuddy zoppa non riuscivo proprio ad immaginarla, resta comunque una strafatta di Vicodin. House presenta più o meno le stesse caratteristiche dell’amministratrice originale, ma dal momento che lui è un uomo, e lei anche se non indossa succinti tailleur, resta una grandissima gnocca, l’attrazione che lui sente avrà delle conseguenze. E di certo la brillante diagnosta non gli dirà di no (come avrebbe fatto House). Ok, tutto questo discorso sembra abbastanza insensato, quindi vi abbraccio voi Huddies che continuate a credere e enjoy the reading!





-Donna bianca, ventidue anni, il rene ha collassato senza alcuna ragione medica, febbre alta da due giorni, dolore alle giunture…-

-Bé, dottore! Io avanzerei l’ipotesi che il dolore alle giunture sia la conseguenza della febbre alta, ma io sono solo un’infermiera che trascriverebbe nella cartella tutti i sintomi descritti dal paziente, senza minimamente usare il cervello!-

 Foreman lanciò la cartella sul tavolo facendola scivolare verso Cuddy, aggiungendo ironico –Bé, dottore! Il dolore si è presentato prima della febbre!-

-Allora il fatto che tu me l’abbia elencato fra i sintomi ti fa apparire… più intelligente di un’infermiera!-

Foreman emise appena un monosillabo per poter replicare, ma fu bloccato dall’avvento di un Wilson preoccupato e sconosciuto ai suoi occhi. Era la quarta volta che passava davanti l’ufficio più grande, tutte le volte sbirciando furtivamente all’interno, riuscendo ogni volta a far notare la goffaggine con la quale simulava un gesto spontaneo rappresentato dalla sua testa che si muoveva da una direzione verso l’altra, per poi poter far cadere lo sguardo su Cuddy; quando tutte quelle volte era stato anche solo sfiorato dagli sguardi dei medici all’interno della stanza, provava maldestramente ad allontanarsi.
-Cuddy… no…- la mano sudava stretta contro maniglia,  provò a chiudere la porta, per poi riaprire velocemente e aggiungere –Cuddy! Tu sai che… non…- l’altra mano asciugò il sudore che lucidava la sua fronte -…è possibile… che… che… non credi… io…- prese un respiro profondo. Taub guardò Cuddy in cerca di spiegazioni, sperando che lei si decidesse ad aiutarlo –Wilson vuoi fare outing qui, davanti a tutti?- Foreman la guardò con espressione di rimprovero.

-Aaah niente!- sbattè la porta a vetri e andò via barcollando.

-Cos’ha Wilson?- il chirurgo moriva dalla curiosità.

-Stanotte crede di aver toccato il paradiso!-




-Ehy- House entrò con discrezione nell’ufficio del diagnosta si appoggiò con le spalle al mobile rivolto verso Cuddy, che stava comodamente distesa sulla poltrona ad acqua, l’aveva comprata a spese dell’ospedale, e voleva provarla per alleviare il dolore alla spalla; stranamente funzionava.

-Buonasera chiappe d’oro-

-Quando riuscirò a liberarmi di questo soprannome?- chiese il medico sbuffando divertito

-Solo quando mi spiegherai come fa un uomo nella tua posizione ad avere chiappe così sode!- lei ammiccò e riuscì a strappargli un altro sorriso.

-Come va con il tuo paziente?-

-Taub gli farà la lombare tra…- guardò il polso privo d’orologio fingendo di controllare l’orario -…due minuti!-

-Ma il tuo paziente ha le convulsioni!- House si staccò innervosito dallo scaffale sul quale si era adagiato qualche istante prima.

-Quindi sai come sta il mio paziente… perché sei qui?-

-Prima assicurami che Taub non sta eseguendo una lombare…-

-Tranquillo capo!-

-Ho visto Wilson-

-Lo immaginavo…-

-Mi ha spaventato in realtà… stamattina correva come una trottola in ambulatorio, poi durante la pausa pranzo ha fatto capolinea nel mio ufficio, blaterando confuso qualche ragione per cui doveva andare via, cancellare tutti gli appuntamenti…-

Cuddy provò a nascondere un sorriso beffardo e soddisfatto. Si passò una mano tra i capelli, stirò le braccia verso il basso, abbassò il busto, causando così l’imbarazzo del medico di fronte a lui. La spallina della maglia con taglio a barchetta, scivolò giù dalla spalla, lasciando così che i seni venissero scoperti agli occhi dell’uomo di fronte. Lui si schiarì la voce, fu aggredito da una vampata di calore e fu costretto a liberarsi dalla giacca dell’elegante vestito per l’inaspettato innalzamento della temperatura corporea. Sì, era un uomo controllato, ma era pur sempre un uomo. E lei era sexy da far impazzire chiunque, quei jeans ogni giorno più stretti, quelle magliette scollate se pur larghe avevano sempre lasciato poco spazio all’immaginazione, e la sua l’aveva traghettato troppo spesso verso porti proibiti. Sembrava poco cosciente della sua bellezza, ma era impossibile non notare come tutti gli sguardi maschili le fossero rivolti ogni volta che attraversava una stanza.

-Ehm… mi ha chiesto addirittura due giorni liberi e…- si schiarì di nuovo la voce, quando lei sollevò gli occhi incrociando i suoi, notando con piacere che lo sguardo del medico aveva preso tutt’altra direzione e adesso provava a rifocalizzarsi sul suo volto.

-Il sesso ci porta a prendere scelte sbagliate… a proposito, a cosa devo il rigonfiamento…- House ingoiò innervosito –il rigonfiamento nella tua giacca?- passarono pochi secondi affinché il direttore del prestigioso Princenton Plainsboro Hospital riconquistasse il controllo di sé, permettendosi così di recuperare il terreno perso.

-Sesso? Il sesso l’ha turbato così?-

-Il sesso ha turbato più te- con lo sguardo la dottoressa riportò nuovamente la sua attenzione sulla sua giacca blu.

-È un regalo-

-È la materializzazione del tuo senso di colpa-

-Ho mentito a Jessica- la sbeffeggiò fieramente –quindi tengo a lei e…-

-Avanti, non avrai mica creduto a quella stronzata che ti ho detto? Non è un test valido. Ci sono centinaia di ragioni per cui si mente alla gente, molte volte si mente anche alla gente che non si conosce e di cui non ci frega un accidente! Si mente per avere ragione, per trarre benefici dalle proprie menzogne… si mente per paura, per non ferire gli altri, per vergogna, e fidati le ultime tre che ho citato sono le vere ragioni per cui hai mentito alla tua biondina!-

-Cosa t’interessa perché ho mentito?-

-Non vorrei che stravolgessi la tua vita basandoti su interpretazioni errate delle mie parole. So di avere sempre ragione, ma mi hai frainteso chiappette-

House annuì poco convinto, facendo capire a quello che in quel momento era il suo avversario che voleva solo estrapolare verità senza rivelarne alcuna, che non credeva ad una sua sola parola pronunciata –Cos’hai fatto a Wilson?-

-L’ho seviziato-

Il medico rimase ammutolito per un intero minuto, basito per quella verità così inaspettata –Tu sei sua amica… la sua migliore amica da moltissimi anni… tra voi c’è feeling, mi sembra una normale evoluzione di un rapporto così profondo come il vostro-

-Eravamo ubriachi, non ha nessun valore il sesso se si è ubriachi- il riferimento non era stato casuale.
Cuddy si alzò, strinse con espressione di dolore il braccio tra l’incavatura dei seni, poi indicò col dito la giacca dell’uomo –spero che i tuoi sensi di colpa non ti siano costati troppo- uscì lasciandolo dubbioso.




Grazie mille a Dea Elisa e DottEdelstein per aver recensito la mia storia, sono molto felice che vi sia piaciuta l’idea, spero di non deludervi con questo capitolo.

Huddy fans non smettete mai di credere!!!

   WH4E   

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Capitolo 3
*** Quella sera ***


Prima di lasciarvi alla lettura di questo folle capitolo volevo ringraziare Dea Elisa, elixana e evelyn83. Ragazze nemmeno io riesco a guardare l’ottava serie, è veramente triste come stagione! Ho provato a guardare la seconda puntata, ma ogni volta che si apriva una porta, si cambiava scena oppure si sentiva il ticchettio dei tacchi alti avvicinarsi a House, io morivo dentro xD d’istinto mi aspettavo comparisse Cuddy. Quindi ho deciso di mollare definitivamente, anche se (non voglio che prendiate la notizia troppo sul serio) ho letto recentemente che Lisa Edelstein firmerà per registrare ancora qualche puntata, se volete nel prossimo chap vi posto il link.
Comunque… evelyn83 che piacere risentirti! Appena leggo il tuo nome mi viene in mente i tempi in cui scrivevo l’altra storia, quell’Odissea xD.
Ad ogni modo ritornando alla storia, io non credo che bisogna sempre finire a letto con la persona con cui ci si è ubriacati, soprattutto nel caso di Cuddy e Wilson, perché sono troppo amici per vedersi sotto quella luce, inoltre avevano bevuto e stanchi erano finiti addormentati sul divano, insomma non hanno reagito all’alcool come di solito si reagisce da ragazzi o da molto più giovani. Però insomma ognuno ha le proprie idee senza dubbio.
Adesso vi lascio alla lettura!




Enjoy!


Cuddy sedeva a quel tavolo da mezz’ora. Una concentrazione speciale segnava il suo sguardo quella sera. Quella sarebbe stata una serata importante. Molte persone sarebbero state coinvolte inconsapevolmente nel suo piano e come marionette sarebbero state giostrate a suo piacimento. Vestiva un abito rosso e succinto per sorprendere l’uomo che aspettava seduta a quel tavolo. Bretelle sottili ma braccia coperte da un copri spalle nero, scelta intelligente per chi come lei aveva una spalla segnata dal dolore.
Due piatti fumanti arrivarono ad ornare quella tavola e ancora nessuno era giunto. Si sforzò terribilmente di mantenere quell’espressione seria e convincente sul volto, quando Wilson impacciato e impaurito la raggiunse al tavolo. L’oncologo provava ad avvicinarsi con molta calma, ma nel tragitto non guardava che lei e inciampò numerose volte tra le sedie, facendo surriscaldare gli animi di molti commensali. 
Quando finalmente le si sedette di fronte, sussurrò un “ciao” coperto dall’affanno, dalla tachicardia e dall’improvvisa sudorazione fuori controllo, sembrava avesse corso fino a lì, e invece era solo emozionato. Cuddy non si voltò nemmeno per un attimo verso di lui e continuò a fissare maniacalmente quel tavolo vuoto diversi metri più in là, ignorandolo.
Wilson, confuso, la guardava mangiare, e apriva e richiudeva la bocca alla ricerca di qualcosa di sensato da dire in quella situazione. Lei si destò dalla propria realtà solo quando l’amico lasciò cadere debolmente la testa sulla mano sinistra, il gomito gli scivolò dal tavolo e per poco la faccia non finiva sul piatto bollente, fu solo in quel momento che lei gli rivolse un veloce sguardo –Ti sei presentato alla fine!- gli accarezzò la mano e gli sorrise carinamente, terrorizzandolo –Io… io… eeeh… mi, mi hai invitato…
-

-Per festeggiare…- Wilson sgranò gli occhi, ma per mascherare quell’immensa agitazione causata dalla sua risposta, afferrò la forchetta e cominciò a mangiare nervosamente.

Nel frattempo una coppia molto attraente aveva fatto la sua elegante entrata all’interno del ristorante, si era seduta lì dove Cuddy aveva fino a quel momento indirizzato il proprio sguardo.
L’uomo accompagnò gentilmente la sedia per far sedere la sua bellissima compagna, le passò con dolcezza il menù e adesso le stringeva la mano con amore. Wilson interruppe quella visione idilliaca cominciando a parlare di nuovo –Io so perché mi hai invitato fuori a cena…- Cuddy lo degnò per la seconda volta di una fugace occhiata interrogativa invitandolo così a proseguire –tutto questo… l’hai fatto per parlare della notte scorsa, il che è comprensibile visto che…- 
Jessica giocava frivolmente con un boccolo biondo. E House prestava la massima attenzione alla compagna logorroica, come piaceva definirla a Cuddy
–la scorsa notte… possiamo associarle tanti significati… io capisco che tu col tempo… si crede… si crede che l’amicizia possa mascherare qualcos’altro…-
la biondina si era finalmente ammutolita grazie a quel benedetto calice pieno di vino rosso
–però… ci ho pensato a lungo… è sesso, quindi…-

-Possiamo rifarlo senza trasformare la nostra amicizia? È questo quello che vuoi Wilson? Non hai proprio rispetto delle donne tu!!!- Cuddy lo interruppe, trovava divertente rendergli tutto più difficile.

-Io… io non intendevo questo! Eravamo ubriachi, non possiamo sapere se è questo quello che volevamo veramente… forse…-
House diede un bacio delicato a quella starnazzante gallina sulle labbra, lei sorrise, la diagnosta doveva ammetterlo: convinceva come attore, sembrava davvero innamorato.

–dovremmo fare finta che non fosse mai successo…-
 Jessica si alzò dal tavolo e si diresse verso i servizi
 –e non ubriacarci più in quel modo… le cose torneranno presto alla normalità- mentre Wilson si sgolava per essere delicato e salvare il loro rapporto, Cuddy osservava House prendere l’anello tra le dite; un costoso e luccicante anello di fidanzamento

–io ti rispetto, e mi dispiace… ad ogni modo mi assumo tutte le responsabilità come uomo però…- Cuddy si girò di scatto verso di lui –finalmente mi guardi, sono certo che tu la pensi esattamente come me!- lei lo zittì con un rapido gesto della mano, sfilò il telefono dalla tasca e confabulò qualcosa in un veloce bisbiglio.
Wilson rimase sbigottito, solo in quel momento gli venne in mente la brillante idea di guardare nella sua stessa direzione per poi incrociare il suo sguardo con quello di House
–Ma che bravo! Ti sei fatto scoprire!- l’uomo seduto dieci tavoli più in là sorrise e fece un cenno con la mano per salutarli entrambi –sei il peggior osservatore del mondo!- brontolò Cuddy

-Perché c’è un modo giusto per osservare la gente?-

-Io lo fisso da venti minuti e non si è voltato nemmeno una volta!-

-È stato-to un caso… aspetta un momento! Tu sapevi che lui era qui! Mi hai invitato a cena per spiare House? Per farlo ingelosire? Tu! Tu sei..!- gli puntò il dito accusatore arrabbiato –non ci credo! Perché non gli parli e basta?-
Jessica era tornata nel frattempo, House aveva nuovamente nascosto l’anello nella tasca della giacca.

-House e la sua ragazza! Magnifico- l’oncologo sbuffò innervosito -Quindi non sono qui perché volevi chiarire riguardo la scorsa notte! A te non frega niente!-

-Non puoi decidere sempre tu l’argomento!-

-Mi hai usato perché stai progettando qualcosa alle spalle di House!-

-Non metterti a fare il moralista! Tu mi stavi lasciando dopo esserti divertito una notte con me! E se fossi stata incinta?-

-Io non ho fatto che pensare a te, a come risolvere questa situazione, volevo salvare la nostra amicizia! Ero così scosso che ho addirittura pensato di cambiare stato per non rivederti più!-

-Ah e questo sarebbe il tuo modo di prenderti le tue responsabilità come uomo?-

-No! No! Io… io volevo dire che…-

Cuddy lo interruppe temendo che potesse ricominciare con tutte quelle frasi inconcludenti  –Non abbiamo fatto sesso! La mia cameriera ti ha spogliato e ti ha coperto velocemente con un lenzuolo! E non ho sbirciato, se è questa la ragione della espressione strana sulla tua faccia, adesso-

 -Ah perché credi sia questa la ragione?!? Non ci credo…-
Wilson si passò le mani in viso esasperato –E adesso perché vanno via?-

-Perché la tata ha avuto una piccola emergenza!- Cuddy sorrise di nuovo, la sua chiamata aveva avuto l’effetto desiderato

-C’entri tu, eh? Guarda sono a un passo così dal cantarmi tutto con lui! Te lo meriteresti!-

-Credevo che gli avrei salvato le chiappette spifferando alla madre di Sally che lei e il suo ragazzo avevano fornicato in salotto, e invece House ha riposto l’anello nella giacca prima che l’ochetta gli dicesse che dovevano tornare a casa… lui è consapevole che sarebbe un errore…- Cuddy seguiva il solito proprio processo mentale, che estraniava tutti al di fuori di sé

-Di che diamine stai parlando adesso? Chi è Sally?-

-La babysitter!-


-Io me ne torno a casa…- Wilson si alzò indignato –è stata una serata davvero... illuminante!-

-Dai, ho ordinato la bistecca e un dessert al cioccolato… inoltre, muori dalla voglia di sapere quello che sto pianificando!-

Wilson non voleva farsi ingannare –No! No! Non ne posso più dei tuoi casini! Adesso gioca sola!-

-Wilson… tu non vuoi farti convincere da me con la forza…-

-Goditi la tua cena, Cuddy- la lasciò lì sola, con un sorriso beffardo stampato sul volto.

Non le dispiaceva del tutto, era stata una bella serata.












Ok, spero vi sia piaciuto. Quello a cui miro, scrivendo una storia in cui le parti sono capovolte, è il fatto che in realtà cambierebbe qualcosa se le due parti fossero invertite. Ancora non è del tutto evidente, perché la storia non è arrivata al momento “cruciale” però presto ve lo svelerò e spero che vi piacerà!

Un bacio Huddine
   WH4E   

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Capitolo 4
*** Incastro ***


Buongiorno Huddies! Sono in ritardo lo so, mi dispiace, questo capitolo era pronto da un po’ ma Evelyn mi hai messa in crisi quando ha detto che era necessario qualcosa di più, quindi l’ho modificato, cercando di velocizzare un avvenimento, definiamolo pure, significativo. Spero di non deludervi, e mi auguro anche di restare IC, nonostante l’inversione dei ruoli. Wilson è una povera vittima, ma piace così per ora. Ringrazio infinitamente BeaCarterLisabian, elixana, ragazze ecco il link http://housedailydose.squarespace.com/house-daily-dose/2011/11/20/moving-into-house.html, leggete in basso, la scrittura in neretto. Inoltre ho letto su facebook questo:
 
SHORE wants to bring Edelstein back later in the season for an undetermined number of episodes. And that would make good storytelling sense, particularly if this turns out to be “House”’s last season.
“There’s definitely a possibility,” says Shore. “Nothing has been planned but it’s something I am very open to and would actually be saddened if it didn’t happen. It would depend on us convincing her to come back.”


Poi su questo gruppo è in corso un progetto per la realizzazione di un video, da inviare a LE https://www.facebook.com/groups/195231547165423/, se volete passare è molto carino.

Grazie mille evelyn83 per la recenzione, anche se mi hai mandata in paranoie ahah



 


Buona lettura…

 

 

 

 


Quella mattina Cuddy si alzò con un’espressione soddisfatta sul volto. Aveva un progetto ben preciso in mente e presto avrebbe preso forma. Si avviò alla cucina dell’appartamento però, con la sensazione che qualcosa fosse cambiato intorno a lei, come se i mobili fossero stati spostati oppure mancasse qualcosa nelle stanze, ma osservando con attenzione in realtà era tutto come prima. Aprì l’armadio e lì trovo la risposta. C’era appeso un tailleur color rosa barbie, come lo definì lei nell’istante in cui lo vide, e solo un paio di alti tacchi eleganti. Nessuna traccia dei suoi jeans attillati o dei suoi pantaloni di pelle o delle sue colorate scarpe da ginnastica. Davvero una brutta storia. Wilson l’avrebbe pagata cara.

Dormendo con addosso solo gli slip, poiché il reggiseno le faceva male alla spalla, e l’esigenza di dormire nuda si faceva più grande dal momento che era giugno inoltrato, si chiedeva come avesse fatto il suo amichetto perfettino a varcare la soglia della sua camera senza arrossire o inciampare facendosi così scoprire. Andava doppiamente punito.







Due grosse borse cerchiavano gli occhi dell’oncologo quella mattina, quando aveva varcato alle otto e un quarto la soglia dell’ospedale.  Stringeva in mano una tazza fumante di caffè espresso e si trascinava con poca voglia di vivere. Quando però si era avvicinato all’ascensore in attesa che arrivasse al piano terra, l’infermiera Mary-bocce-enormi, il soprannome affibbiatele dai medici dell’ospedale, si era posizionata accanto a lui e l’aveva salutato con un bel sorriso.
Erano soli nell’ascensore, e Wilson, nonostante l’umore, si era deciso a provarci, in fondo lui ci sapeva fare con le donne. Cominciava tutto con la storia dell’amico affettuoso di cui poi accidentalmente si innamoravano, ma a lui non interessava raggiungere quel punto, gli bastava portarsela a letto.
-Come ti trovi qui, al Plainsboro?-

-Sono passati solo due mesi…trasferirsi è sempre complicato….- quando parlava guardava con attenzione un punto indefinito di fronte a sè, adesso fissava la cravatta a quadretti verdi e blu di Wilson, e questo dava l’opportunità all’uomo di ammirare il suo enorme davanzale  -…non conosco molto bene il New Jersey e nemmeno molta gente… insomma, spero sia solo l’inizio!-

L’oncologo finse interesse, pronto a sferrare la sua mossa -Posso farti fare un giro io della città, così ti fai anche un nuovo amico!-

-Grazie James, è davvero un pensiero molto dol…- le porte si aprirono e subito si richiusero di fronte a loro, l’allarme cominciò a suonare fastidiosamente, quella doveva essere la sua giornata fortunata, restare bloccato in ascensore con l’infermiera più sexy dell’ospedale.

-Hai sentito?- lei lo guardò confusa –era come lo squittire di… un CRICETO!!!- quando l’animale sbucò fuori, l’oncologo emise un urlo tra il femminile e l’animalesco, si irrigidì e poi quando il batuffolo di pelo bianco e nero cominciò a correre per la stanza più spaventato di lui, Wilson si appoggiò alle pareti terrorizzato.

Mary basita per il comportamento del medico, si chinò e prese il cricetino tra le mani. Provava ad ignorare l’uomo alle sue spalle, aggrappato alle pareti.
Le porte si aprirono all’improvviso e Cuddy stava lì ferma a fissare l’amico. L’infermiera uscì dall’ascensore indignata, Wilson sussurrò
-Io ti ammazzo!- e poi si diresse nel proprio studio con i pugni chiusi per la rabbia. Lei lo seguì – è vero quello che si dice, ha davvero due meloni… peccato che tu Wilson non li assaggerai mai!-

-Cosa speri di ottenere? Sfoghi la tua rabbia su di me? È una sfida?-

-Voglio che tutti in quest’ospedale credano che io e te facciamo sesso-

-E perché dovrei mentire?-

-Mi serve che House lo creda… hai problemi con le menzogne? Perché potremmo anche fare sesso sul serio, ma hai reagito piuttosto male l’ultima volta!-

-Perché dovrei volere che ci sia in giro questa voce? Io non ci guadagno nulla e in più assecondo un folle! Io ti avevo detto di parlare con lui… e poi come mai adesso gli saboti gli appuntamenti e vuoi renderlo geloso? Jessica è incinta? Vanno a vivere insieme? Hai paura di perderlo definitivamente?-

Ignorò la provocazione, e un sorriso vittorioso si fece largo spazio nella sua faccia quando l’amico cominciò ad aprire tutti i cassetti della scrivania alla ricerca disperata di qualcosa -Wilson non sei nella posizione di scherzare con me. Ho appena ferito il tuo orgoglio maschile davanti ad una arrapante infermiera, sappiamo entrambi che le donne spettegolano e presto tutto l’ospedale saprà della tua vergognosa brutta figura. In più io ho il tuo portatile! Quindi ti conviene collaborare-

Wilson si alzò dalla sedia di scatto, mise le mani sui fianchi e diventò rosso dalla rabbia –Restituiscimi il portatile!-

-Me lo tengo insieme alla tua dignità… e l’amor proprio… ho anche quello da un paio d’anni, lo sapevi?-

-Cuddy non scherzo! Il portatile mi serve per lavorare! Sono registrati i miei pazienti, i miei appuntamenti, c’è tutta la mia vita lì!-

-Rivoglio i miei vestiti!-

-Te li ho presi ieri sera, mentre cenavi al ristorante! Li riavrai se tu mi consegni il portatile! Uno scambio equo-

-Sai Wilson cosa non si può ricomprare? La virilità, quella che tu hai perso stamattina davanti a Mary-bocce-enormi, la chiamate così, vero?- Cuddy faceva su e giù per la stanza come un poliziotto in sala interrogatori, se lo stava lavorando per bene -Quindi io i miei pantaloni di pelle posso anche riacquistarli, ma tu dove la vai a riprenderti la tua buona reputazione da maschio? L’unica soluzione è raccontare in giro che ti spupazzi una come me! Metterò una buona parola per te con Poppea quando chiuderemo con questa storia-

Wilson si buttò sulla poltrona fiaccato –Bene, fai quello che vuoi… ma sappi che manipolarlo non servirà a nulla, dovresti semplicemente dirgli quello che senti…- Cuddy sbatté la porta nell’uscire dalla stanza, Wilson sospirò profondamente

La donna riaffacciò la testa dentro –ma poi chi ha paura dei criceti? Magari dei topi potrebbe essere comprensibile…-

-…ho un trauma, sai benissimo che mio nonno…- richiuse la porta senza permettergli di continuare. Wilson non ricordava settimane così faticose con lei dai tempi del college.



 

 

 

 


Cuddy contemplava compiaciuta il mazzo di rose rosse che adornavano il suo ufficio. Erano le ventuno, il suo paziente stava bene, e poteva anche tornare a casa, ma voleva prima completare la giornata con il round finale che avrebbe fatto cedere House una volta per tutte.
-Così sarebbero quelli i fiori che ti ho spedito stamattina…-

-Sono bellissimi… sembra quasi che li abbia scelti io…- Wilson sorrise, non era più arrabbiato.

Lei si alzò e stirò la gonna rosa confetto. Quel costoso tailleur che era stata costretta ad indossare quella mattina aveva un tocco decisamente meno professionale, visto che della parte di sopra indossava solo la giacca, sotto di quella semplicemente un reggiseno nero che era impossibile non notare. A lei non interessava essere provocante, ma le piaceva essere inopportuna, mettere a disagio chiunque le stesse parlando, uomo o donna che fosse, le piaceva imbarazzarli, con le parole e anche con l’abbigliamento se poteva.
-Ti sta bene… veramente molto bene. Dovresti indossare più spesso cose così…-

-Wilson stai provando a portarmi a letto? Allora la lezione non ti è servita a niente!- l’amico sorrise.

-Ci hanno creduto tutti… non me l’aspettavo! Due infermiere hanno cercato di convincermi a lasciarti, mi hanno detto che mi ucciderai lentamente dall’interno!-

-Ma noi ci amiamo! Non ti farei mai del male!- Wilson sbuffò in una risata.

-Vuoi dirmi che succede con House?-

-Vuole sposarsi con la bionda!-

-Lei ha detto di sì?-

-Non gliel’ha ancora chiesto… ma le conviene accettare altrimenti chi se la prende!- poi sistemò la fascia che sorreggeva il braccio con espressione irritata –buonanotte Wilson…- abbandonò l’ufficio, dirlo a voce alta e ammetterlo l’aveva messa decisamente di cattivo umore.


 

 




-Che fai col mio computer?- House era entrato nell’ufficio per prendere il cappotto e finalmente andare via.

Cuddy appoggiò le lunghe gambe fasciate da quella corta gonna sulla scrivania del capo –Controllo i tuoi appuntamenti… che è successo alla strabica? È già tutto finito? Così mi farai perdere tutti i soldi che ho scommesso sul vostro primo bambino strabico!-

Lui chiuse il portatile –E’ partita… sua madre sta male quindi… e comunque si chiama strabismo di Venere-

-Non è il modo gentile per dire che ha gli occhi storti?- House non riusciva a smettere di guardarle le gambe –Che c’è? Non hai mai visto una donna in minigonna?-

Il medico si accorse in quel momento che la stava fissando –Non ho mai visto te, in minigonna…-

Cuddy appoggiò i gomiti sulla scrivania, la giacca si allargò un po’ e House non riuscì a controllarsi. L’aveva avuta per una notte, ed era stata sua per quella notte e adesso sapere com’era fare sesso con Cuddy non lo aiutava a trattenere il desiderio, anzi lo incrementava, e non l’aveva mai avuto così forte verso una donna come l’aveva avuto per lei dopo quella notte –È meglio che vada… si è fatto tardi e…-

La donna prese la bottiglia che aveva nascosto dietro la schiena, era scotch –Dobbiamo prima festeggiare il tuo fidanzamento-

Lui avrebbe fatto di tutto pur di non ammettere che lei aveva avuto ragione, e che non era riuscito a chiedere a Jessica di sposarlo –Ho del lavoro da finire, devo tornare a casa…- House raccolse alcuni documenti dalla scrivania frettolosamente

-Se bevi con me e non tenti di scoparmi allora vuoi sposarla sul serio… è un test, un giorno mi ringrazierai!- ammiccò –non approfitterò di te, sto con Wilson, io non ho la minima intenzione di saltarti addosso- lei cominciò a riempire due bicchieri

House si sedette di fronte a lei, poco convinto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spero vi sia piaciuto, da questo capitolo in poi comincia il divertimento!
Buon Natale Huddies!

   WH4E   

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Capitolo 5
*** Whisky veritas? ***


Ok… credo che ogni scusa non sia adeguata. Oggi pomeriggio sono tornata a casa dopo un inutile soggiorno passato lontano, e inaspettatamente l’ispirazione č giunta, proprio quando ormai avevo perso ogni speranza. Ho cominciato a scrivere e non ho potuto pių fermarmi. Perciō dopo questo capitolo comincerō a pubblicare con pių regolaritā, prometto! Innanzitutto voglio ringraziare evelyn83, per la tua infinita pazienza, perō ormai mi conosci, sai che sono una lumaca! xD Huddyforever grazie mille! La tua recenzione č arrivata all’improvviso quando ormai credevo che io me la cantavo ed Evelyn me la suonava! Ahahahah
Comuque, dov’eravamo rimaste? Dunque Cuddy ha passato una notte di fuoco con House, lui incolpa l’alcool, perciō lei lo sfida e gli chiede di bere di nuovo, se č veramente innamorato di Jessica, la donna a cui vuole chiedere di sposarlo, allora questa volta resisterā. Nel frattempo Wilson sotto ferree minacce č stato costretto a raccontare in giro che lui e Cuddy stanno insieme. Evelyn tu hai detto che č stata un elemento irrilevante, perō vedrai che riuscirō a sorprenderti!

 

 

 

 

 

 

 



Enjoy the reading

 

 

Sorrideva compiaciuta mentre lo guardava sbadigliare di fronte a quel bicchiere di scotch, non capiva come fosse riuscita a convincerlo, era stato troppo semplice –Smettila di guardarmi in quel modo, sei inquietante!-

Lui annuė ma ripose nuovamente quello sguardo assente sulle sue gambe –Non ho mai visto gambe come le tue-

Cuddy sollevō gli occhi al cielo, tra il lusingato e il frustrato accese la lampada accanto alla sua poltrona, House provava a restare serio e composto, ma era inutile. Aveva tolto le scarpe lanciandole sulla scrivania tre metri pių in lā, e aveva aperto la camicia liberandosi della cravatta. Stava sdraiato sul divano, con le braccia dietro la testa, era decisamente a proprio agio. In fondo se lei era solo al terzo bicchiere di scotch, lui doveva essere come minimo al sesto.

-Sai cosa ho sempre odiato di Wilson? La sua faccia tosta, il modo in cui viene a dirti quello che devi fare come se lui fosse l’unico detentore di veritā assoluta!- lo faceva ormai da un’ora, tirare su un argomento a caso, pronunciare qualche improvvisata sentenza su qualcuno e poi ricadere nel silenzio pių totale.

Lei sollevō il bicchiere annoiata –E lo dici a me? Mi rifila i suoi consigli da quattro soldi da anni!-

House si bloccō di nuovo, poi continuō con un espressione stupida disegnata sul volto -Io so che voi due non state insieme, e devo dirtelo Cuddy, mi hai sottovalutato, il tuo piano č stato banale!-

-Bč tu non sei di certo da meno! Jessica non sa niente del costoso anello che le hai comprato dopo aver giocato al dottore con me!-

House arrossė –Glielo chiederō…-

-Non č me che devi convincere…-

Il medico si mise seduto di fronte a lei –Non capisco perché ti interessa tanto-

-Perché ho scommesso con tutte le infermiere che morirai zitella-

Gli strappō un sorriso -Comunque… grazie… per non averglielo detto… tengo molto a lei, e non vale la pena perderla perché ho alzato troppo il gomito una sera-

Lei svuotō il bicchiere indifferente, era difficile fingere che sentir sminuire quella notte in quel modo non l’avesse fatta arrabbiare, si era decisa involontariamente di fargliela pagare –In fondo cosa vuoi che sia una notte di sesso con una donna che non č la tua futura sposa? Quando lo scoprirā farā i salti di gioia! Tu non la ami veramente, ma hai cinquant’anni, sei troppo vecchio per continuare a giocare allo scapolo d’oro! Lei č molto pių giovane di te, considerando anche il fatto che č decisamente molto pių stupida di te potrai controllarla proprio come cerchi di fare con tutti. L’unico dilemma č… come farai a soddisfare le sue voglie sessuali tra cinque anni senza l’aiuto del buon caro viagra? Perō tranquillo, ho fatto una scommessa pure su quello, ti farai un bel po’ di soldi se vuoi entrare nel giro. Certo sarā anche colpa di Jessica se sei cosė sessualmente frustrato! La scorsa notte non ne avevi mai abbastanza! Urlavi “ancora e ancora” un milione di volte- Cuddy ammiccō, poi amareggiata si alzō, si stirō la gonna e mentre si avvicinava alla porta di ingresso, lo vide alzarsi infuriato, la guardava con disprezzo
–Con te perō sono stato bravo! Ti ho fatto urlare!- uno schiaffo sulla guancia lo paralizzō, la pelle bruciava, il viso arrossiva, lei si voltō e poggiō la mano sulla maniglia, sentiva gli occhi rancorosi dell’uomo che la tenevano inchiodata in quella stanza –Sei un vigliacco! Meriti una persona mediocre come lei!-

Sentiva la sua mano premere contro i suoi fianchi, quella stessa mano che esercitava una tale pressione da non permetterle di allontanare il proprio corpo dalla porta –Poi dirai che č stato l’alcool. Non voglio un altro anello costoso sulla coscienza-

-Sei proprio una stronza- la baciō divertito, la baciō eccitato, la baciō per spogliarla e per farla urlare di nuovo. Ma era lei che conduceva il gioco, lo spinse sulla scrivania, lui disteso sotto il suo controllo, e Cuddy che si sorreggeva sulle ginocchia, gli baciava il collo, gli mordeva l’orecchio mentre lui le strappava quella giacca con aviditā

-Ti domino sulla tua scrivania, capo- House non voleva dargliela vinta, le slacciō il reggiseno, e le si mise di sopra. Lei rideva divertita, e lui pensō che forse non l’aveva mai sentita ridere.
Un cigolio riportō entrambi alla realtā, la luce penetrava violenta nella stanza e due occhi esterrefatti li stavano fissando.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Cuddy! Co-cosa stai facendo?-
House si sollevō da sopra il corpo della dottoressa e lei si mise in piedi coprendosi i seni con le mani –Oh Wilson, tesoro!-
L’oncologo alzō il tono della voce poco convincente –Sei una sgualdrina! Sapevo di non potermi fidare di te!-
-Tu sei un moscio senza palle! Picchialo! Voleva approfittare di me!- House stava ridendo, coprendosi la bocca con la mano
–Devo picchiarlo? Perché? Per darti anche questa soddisfazione?-
Cuddy guardō House delusa –Certo che fa schifo in tutto questo qui! Non gli puoi chiedere niente! Con lui ogni copertura salta!-
L’amministratore la interruppe con tono pacato –Wilson sapevo che era una bugia ancora prima che lei me lo rivelasse-
-Tanto immaginavo che sarebbe finita in questo modo…- l’oncologo si avvicinō alla poltrona, raccolse la giacca della dottoressa e gliela porse –la prossima volta perō, chiudete la porta a chiave, TESORO!- uscė dalla stanza scocciato.
House sorrideva per l’incredibile situazione creatasi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questa č all’incirca la quarta volta che scrivo questo capitolo, quindi spero vi sia piaciuto! Un bacio Huddies

   WH4E   

 

 

 

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Capitolo 6
*** Nei giochi ci sono soli vincitori e vinti ***




Io capisco benissimo che questa storia suscita tante perplessità. Le suscita anche a me in realtà, e vi assicuro che è difficilissimo trasmettervi l’idea che io ho riguardo questa condizione in cui ho posto i due personaggi. Ma vi chiedo di dimenticare per un istante House e Cuddy come li conosciamo noi, e immaginare un uomo distinto, dagli occhi di ghiaccio, che dirige un ospedale e cela i propri sentimenti per una bellissima donna che è la sua dipendente, un’ingestibile dottoressa che non ha rispetto per nessuno e fa di testa propria senza mai seguire nessuna regola. Lui si fa in quattro affinché l’ospedale funzioni nel migliore dei modi, ha a che vedere con azionisti e dottori petulanti, lei invece si isola dal mondo, ascolta tanta musica e legge troppi libri. Lavorano insieme da tanto tempo e nutrono rispetto reciproco. Lei è affascinata da lui perché sa di essere una persona impossibile, ma sa che lui si ostina a provare a gestirla e qualche volta ci riesce, e questo le piace. Lui invece è attratto da lei come donna, perché è diversa dalle altre, per lei sono importanti poche cose, e nasconde sentimenti che altrimenti non sarebbe capace di gestire, nasconde se stessa agli altri ma ha tanto da dire, e lui è uno dei pochi che ha visto la sua umanità quelle poche volte che l’ha mostrata.
Ecco, questi sono i miei personaggi, e sì sono House e Cuddy invertiti nei ruoli e negli aspetti, ma non leggete la storia pensando a quello che conoscete, permettetemi di raccontarvi una storia che non conoscete con due personaggi che devono svelarsi e vanno esplorati piano piano. Sono felice di leggere le vostre recensioni piene di dubbi, ma datemi il tempo di raccontarvi e lentamente le cose appariranno più chiare.
Elixana, per quanto riguarda l’abbigliamento di Cuddy, qui descriverò spesso com’è vestita cosicché tu possa immaginarla meglio, per quanto riguarda il suo passato, devo ammettere che non ci avevo pensato. xD Se riesco, proverò a raccontare qualcosa pure su un amore passato importante e sul perché il suo braccio sia dolorante.
Evelyn83, spero di non averti fatto aspettare troppo. Con questo capitolo si faranno più chiare molte cose.
Huddyforever, spero di non farti impazzire più e mi auguro che la mia storia susciti curiosità non rabbia, mi sta bene anche il riso, anzi vorrei proprio farvi sorridere qualche volta!
Silvietta, so bene che l’idea è completamente folle, penso un po’ sopra le righe, e magari alle volte ci sono problemi di comunicazione tra quello che mi passa per la mente e quello che poi trasmetto, però magari con questo capitolo ti convinco di più.
Scusate se vi ho rubato tempo, spero che continuerete a seguirmi, leggere le vostre recensioni mi ha incoraggiata a continuare.




Enjoy the reading!





 

 

Era una giornata tempestosa, la neve era caduta tutta la notte, e Wilson, da buon amico quale era, era andato a prendere Cuddy poiché la sua decappottabile rossa che aveva acquistato stupidamente senza tettuccio non le avrebbe concesso di percorrere molti chilometri. Sapeva che era stata un’idea folle, comprare un’auto che si può guidare solo nei giorni di sole, la gente comune e sana di mente non obbligherebbe mai la concessionaria a modificare una decappottabile, togliendole una parte così importante quale era il tettuccio. Ma un’arroganza  e una sicurezza come la sua non era facile da contrastare. Così ogni sera la parcheggiava nel proprio garage qualche metro distante da casa e aspettava giorni migliori per guidarla.

-Forse adesso mi darai ragione… quella macchina non ha alcun senso- Cuddy lo guardò confusa, come se non comprendesse le motivazioni di quel discorso –non fingere di non capire- lei gli rivolse ancora quello sguardo –sei un’idiota-

La dottoressa sorrise –Sei invidioso mio caro Wilson!-

-È stata una follia… ma visto che dalle auto si capisce la personalità del conducente, si intende che tu sei…-

-…un noioso single. La tua macchina fa schifo-

Wilson non si innervosì nemmeno, lasciò correre perché tanto provare a farla rinsanire sarebbe stato un grande spreco di tempo. Cercò allora, di irritare lei questa volta –Che cosa sta succedendo con House? È strano vederlo in questa posizione… due donne contemporaneamente-

-Abbiamo una tregua. Io non gli faccio domande riguardo Jessica-la-stupida, e lui fa sesso con me-

L’oncologo scoppiò a ridere e scosse la testa –Voglio la verità, o smetto di farvi da copertura per scopare in tutte le stanze dell’ospedale, e dico a tutti che ti ho mollata per una più sexy di te-

-Nessuna è più sexy di me- poi restò in silenzio qualche istante e continuò -House vuole mollare Jessica, ma lei è dalla madre malata, vuole parlarle di persona e non vuole ferirla in questo momento delicato… bla bla…- la dottoressa accavallò le gambe e dal lungo cappotto si scoprì la gamba destra vestita da pantaloni di vera pelle e le sue scarpe Nike preferite –Hai ritrovato i tuoi vestiti…-

-Li hai nascosti in quella catapecchia in cui vivevi con Amber, e poi mi ero stufata di fare shopping pur di mettere qualcosa addosso- poi aprì i bottoni del cappotto e Wilson notò, con poco stupore, che la sua amica non aveva ancora capito come una dottoressa seria e professionale dovesse vestirsi, visto la maglietta larga, troppo scollata sui seni che diceva “Sdraiati e spogliati. Non sono un medico… voglio solo vederti nudo”. –Quando rivedrai il tuo guardaroba?-

-Quando tu smetterai di darmi consigli- Wilson alzò le mani in segno di resa e continuò a guidare.


 

 

 

 



All’ingresso del PPTH, c’era una confusione terribile, quella neve doveva aver provocato diversi incidenti durante la notte. Cuddy si accostò al bancone delle infermiere di fronte l’ingresso insieme a Wilson, controllavano se ci fosse qualche appunto per loro. Un uomo sui trent’anni, moro, dagli occhi verdi e molto attraente si avvicinò alla dottoressa –Lei è la primaria di diagnostica?-
 
Cuddy lo squadrò maliziosamente, aprì il giaccone e gli rispose fieramente –Lo dice pure la mia maglietta che sono un medico- Wilson sentendola sollevò gli occhi al cielo e si avviò verso l’ascensore.

-Piacere…- lui le strinse vigorosamente la mano -sono il dottor Williams. So di non aver fissato un colloquio… ma ho saputo che avete bisogno di un medico per sostituire la dottoressa Hadley… a proposito, mi dispiace molto…-

Cuddy non lo ascoltava neppure, era veramente troppo bello persino per essere un medico –Sei specializzato in..?-

-Neurologia, questo è il mio curriculum…-

Le porse una carpetta, ma lei non la guardò neanche, sorrise pensando a Foreman e alla faccia che avrebbe fatto sapendo che ci sarebbe stato presto un nuovo neurologo nel team –Ma noi abbiamo l’urgente bisogno di un neurologo!- lo squadrò nuovamente, era davvero sexy. In fondo perché prendersi in giro con un inutile colloquio, lei voleva assumerlo perché voleva poterselo a letto –Andiamo in caffetteria a parlare di lavoro… di sesso…-

-Cuddy!- quella voce autoritaria ed irritante la bloccò, si voltarono contemporaneamente lei e Williams a fissare House arrabbiato di fronte a loro
 –Ho bisogno di te in ambulatorio oggi- poi indirizzò uno sguardo curioso verso quell’uomo accanto a lei

-Lui è il sostituito per il posto vagante nel mio team-

-Piacere, sono il dottor Williams-

-Piacere… non sapevo che la dottoressa Cuddy si fosse già occupata di assumere qualcuno. In cosa è specializzato dottor Williams?-

-In neurologia-

House strinse i pugni capendo la motivazione di quella scelta –Vorrebbe scusarci solo un attimo… Cuddy nel mio ufficio-






 

 

 



-Non puoi assumere un altro neurologo!- Cuddy si sedette con fare annoiato sulla sedia di fronte al decano, lui stava eretto con i pugni chiusi dall’altra parte della scrivania –Sono stanco del tuo fare irresponsabile! Devi fare dei veri colloqui alla gente prima di assumerla. Non puoi sceglierla in base alle tue voglie sessuali!-

-I criteri di scelta li stabilisco io- la dottoressa appoggiò la schiena contro la sedia, i lembi del cappotto si allargarono

-Bella maglietta…- disse House sconcertato

-Vuoi farmela pagare per quello che ho detto la scorsa sera?-

-No. Non m’importa di quello che dici. Puoi fare quello che ti pare con la tua vita, ma nel mio ospedale devi seguire le mie regole-

-Perché ti ha infastidito?- Cuddy si alzò in piedi e lo guardò non permettendogli di sfuggire al suo sguardo

-Non mi ha infastidito affatto-

-Te ne sei andato senza dire una parola- la dottoressa girò intorno al tavolo e gli si parò di fronte –Tu non sei soddisfatto-

-Di cosa?-

-Di quello che abbiamo…- gli accarezzò il petto e scese con la mano fino alla cintura, poi abilmente con le dita attraversò lo spazio tra due bottoni. La mano fredda della dottoressa al contatto con la sua pelle lo fece sussultare.

La fermò stringendola per il polso –Sei fuori strada-

-House, l’orgoglio uccide- Cuddy gli diede le spalle e si avviò alla porta

-Non puoi assumere Williams!-

-Però posso andarci a letto?-

Il decano si tolse la giacca grigia del vestito e le sorrise –Non oggi… hai un nuovo paziente… è in gravi condizioni, dovete cominciare a tirare fuori delle buone idee subito!- House sapeva che lei non riusciva a pensare a nient’altro se era immersa in un caso interessante.





 

 

 

 

 

 

 

 

-Alla fine lo ha assunto lo stesso! Lo licenzierà però, se non è bravo a letto. Non so davvero come gestirla… almeno prima riuscivo a farmi ascoltare, adesso fa di testa propria!-

Il medico indossava un paio di jeans blu scuri e un maglione beige, sorreggeva la birra e ne bevve un sorso inviando un’occhiataccia all’amico di fronte, Tom Scott, un uomo distinto che lavorava in banca. I due sedevano sul divano in salotto, e passavano una serata tra uomini. L’amico lo stava irritando con una delle sue solite domande scrutatrici di verità celata, come le definiva House –Probabilmente perché ci sei andato a letto? E lei sa che ti è piaciuto e ti tiene per le palle-

House addentò la pizza e continuò a fissarlo irritato per poi aggiungere –Lei è una tale manipolatrice, si comporta come se non ci fossero delle regole, fa quello che le passa per la testa, non ha rispetto per nessuno..!-

Tom lo fermò con un gesto della mano –Tu non ami veramente Jessica. Credo che Cuddy sia la cosa migliore che potesse capitarti in questo momento… ti ha impedito di fare una grossa stronzata!-

Ecco le ragioni per cui loro due erano amici, Tom capiva tutto senza che lui dovesse spiegarsi –Lascerò Jessica quando avrò finalmente l’opportunità di parlarle. Per quanto riguarda Cuddy non c’è molto da fare… lei è una persona impossibile, credo che mi farebbe impazzire e credo ci stia riuscendo già piuttosto bene-

-Dovresti darle una chance, stai alle sue regole e vedi dove vuole arrivare…-

-Stai alle sue regole?!? Ma come parli?-

-Per dire… insomma… lei è… interessante…- House lo guardò di sbieco e l’amico continuò – lascia perdere! Probabilmente l’amore mi ha intenerito…-









 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



Poche ore dopo Tom sedeva ad un caffè in compagnia di Cuddy, la dottoressa aveva i capelli legati in una lunga coda e stringeva un barboncino tra le braccia, l’uomo prese il cane che gli leccò scodinzolando tutta la faccia –Guarda che avrei parlato con House anche senza che tu rapissi il mio cane-
-Non si sa mai…- la donna sorrise.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spero di leggere presto i vostri commenti! Un bacio Sunshines

   WH4E   

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Capitolo 7
*** Primo appuntamento ***


 

 

Buonasera Huddies! Eccomi con un nuovo capitolo, Jessica (“donna” di House) non è ancora tornata dalla permanenza a casa della madre. Li avevamo lasciati che fornicavano sulla scrivania del “capo”, il caro Wilson li aveva interrotti, ma loro non vogliono mancare questa occasione! Grazie mille per le recensioni huddyforever, elixana, evelyn83, senza di voi non continuerei sicuramente!


 




-Buongiorno dottor House- si incontrarono alle porte d’ingresso del Plainsboro, lui le sorrise, era felice di rivederla

-Devo parlarti un attimo, dottoressa Cuddy-

-Amo parlare!- l’infermiere seduto al bancone sollevò accigliato lo sguardo, sospettava qualcosa. House cercò di recuperare con un tono serio –Ho un nuovo caso per te... vieni nel mio ufficio appena hai finito-

Cuddy rivide qualche nota che le era stata lasciata lì, al bancone nell’ingresso e lo seguì velocemente. Appena aprì la porta dello studio, il medico stava già di fronte a lei, la spinse contro la porta per richiuderla in fretta –Avevamo lasciato il discorso a metà- cominciò a baciarle il collo e la trascinò verso il divano

-Sai quanto mi eccita l’idea di un nuovo paziente, ma sarei venuta anche se avessi voluto parlare del colore della tua moquette-

House la spinse sul divano con forza -Sta zitta-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’uomo guardava confuso l’indirizzo che stringeva in mano, poi guardava stupito la porta rossa di fronte a sé, poi riportava di nuovo lo sguardo più serio sul foglietto in mano e poi ancora il pene di plastica che fungeva da maniglia per entrare nel negozio. Non riusciva a crederci: l’appuntamento era dentro un sexy shop. Quando entrò, un trans gender molto attraente gli sorrise, faceva la fila alla cassa in attesa di poter pagare le sue manette ricoperte di pelo rosa, nel frattempo squadrava con malizia il medico. Se le condizioni fossero state diverse sicuramente sarebbe uscito immediatamente dal negozio senza pensarci un altro istante. Cuddy lo fissava spavalda due scaffali più in là, lui si avvicinò arrabbiato –Sei matta? Perché mi hai fatto venire qui?-

Lei si alzò dalla poltroncina leopardata, lanciò uno sguardo di complicità al trans gender –Lady Ass Jessica è una donna così di classe, non trovi?-

-Il nome “Jessica” l’hai aggiunto tu- disse lui ovvio

-Forse…-

-Come conosci il suo nome, ad ogni modo? Questa non è la prima volta che vieni qui???- House si guardò attorno e si domandava che cosa diavolo glielo avesse fatto fare accettare di uscire con lei. Una donna bruna molto attraente gli si parò di fronte e si rivolse a Cuddy amichevolmente –Avevi ragione tesoro, ho usato l’altalena dell’amore ieri… è stato meraviglioso!- poi sorrise cordialmente all’uomo e si allontanò. Era tutto così ambiguo lì dentro, pensava House.

-È una tua amica speciale, quella?-

-Non essere ridicolo, non sono quel genere-

-Perché mi hai fatto venire qui? Non immaginavo ti piacessero queste…- si schiarì la voce imbarazzato -…bé hai capito-

-C’è un mucchio di gente malata qui dentro- si strinse la fascia, facendo leva sul gomito, in modo tale che il braccio si sollevasse e che il collo lo sorreggesse completamente, quella giornata faceva maledettamente male

-Ecco perché tu non dovresti venire qui da sola…-

-Guarda il cassiere…- un bellissimo Drag Queen dagli occhi verdi smeraldo –la prima volta che sono venuta qui l’ho fatto per semplice curiosità…- ed era vero, House sapeva che lei aveva bisogno di studiare tutto e tutti –poi l’ho notato… guarda come volta la testa, offuscamento parziale della visione periferica, più di una volta non afferra gli oggetti e chiude il pugno pochi millimetri più distante, guarda com’è vestito, l’ambiente non è riscaldato e lui sta con quella maglia nera senza maniche, non percepisce il freddo, o almeno il suo cervello non gli permette di percepirlo… l’ho convinto a fare un test- sollevò la cartella che teneva in mano all’altezza del petto dell’uomo –cancro al cervello… quarto stadio… inoperabile-

-Mi dispiace…-

-Non è un mio problema, non lo conosco…- Cuddy si avvicinò alla cassa, il ragazzo la guardò, gli bastò quello sguardo per comprendere. Lei non gli diede il tempo di aprire la cartella che era già uscita dal negozio, House dietro di lei.

-Hai fatto una cosa davvero…-

-È il mio lavoro-

-No. Occuparti dei tuoi pazienti, quello è il tuo lavoro-

-Ti ostini a vedere lati di me che non esistono, House-

Rimasero in silenzio per qualche istante -Ho temuto il peggio quando sono entrato…-

-Però un acquisto in realtà l’ho fatto!- il medico la guardò incuriosito –una frusta!-

-Ok Cuddy… troppe informazioni!- lei rise di gusto e salì in auto, posto passeggero.

-Scelgo sempre io il posto!-


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



Il telefono suonò fastidiosamente, svegliandola di soprassalto –il portinaio mi ha chiamato, mi ha detto che una donna veramente scortese… e cerco di ammorbidire i termini che ha usato per descriverti… è entrata nel mio appartamento, questa donna veramente arrogante… e provo sempre ad essere gentile Cuddy, aveva le chiavi!-

-Perché devi rompere sempre Wilson! Io non la conosco questa donna- Cuddy si alzò completamente nuda dal letto e si mise addosso una camicia bianca da uomo.

-So che stai facendo sesso nel mio appartamento-

-Sono le undici di sera, non ci sei tu nel tuo appartamento?- la donna indossò quelle microscopiche mutandine di pizzo rosse e cambiò stanza, House si rigirò nel letto

-Io sono nell’appartamento che condivido con te, quell’enorme attico che ho comprato quando sei tornata da quell’inutile riabilitazione. Tu sei nell’appartamento dove vivevo prima con Amber, dove facevo sesso con lei-

-In effetti ho trovato coltelli e lacci nell’armadio… quello che facevi con lei non era sesso, era sadomaso!- si sedette sul divano, accese la televisione.

-Cuddy! Smettila per una buona volta!- Wilson faceva su e giù per il salotto –Esci dal mio appartamento! Smettetela di fare i fuggitivi! Di ad House di andare da Jessica, di parlarle con sincerità e comportatevi come una coppia normale!-

-Io e lui non siamo una coppia… è solo sesso!- Cuddy guardò House sulla soglia, l’aveva sentita. L’uomo non disse una parola. Ritornò nella camera da letto, cominciò a vestirsi, Cuddy chiuse il telefono senza aggiungere nient’altro. Entrò nella camera e lo guardava mentre raccoglieva il cellulare e il portafogli dal comodino. Se ne andò senza che nessuno dei due dicesse una parola.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il prossimo capitolo arriverà molto presto! Spero che vi sia piaciuto. Un bacio Sunshiners
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Capitolo 8
*** Ammetti ***


 

Buongiorno a tutte! Eccomi con un nuovo capitolo… spero con tutto il cuore che vi piaccia, mi sono impegnata molto, giuro! xD Purtroppo non posso annoiarvi con uno dei miei infiniti monologhi, perché devo tornare a studiare, devo darmi una delle materie più lunghe e noiose nella storia dell’umanità. Volevo semplicemente ringraziare elixana ed evelyn83 perché mi seguite sempre, e se non fosse stato per voi non avrei di certo continuato con questa follia! J




 

 

 

 

 

 

 

 

 



Cuddy stava in piedi con una tazza fumante stretta tra le mani, in mezzo all’ufficio più grande dove di solito discuteva con i suoi dipendenti; stava immobile pensierosa, con gli occhi fissi su quell’enorme lavagna. Pensava a tutto tranne che al caso ed era nervosa. Com’era possibile che tutti quei sentimenti nuovi si fossero intrufolati di nascosto in lei? Era cominciato tutto per sesso e doveva continuare solo per quel sesso stupendo che riuscivano a fare. Niente sensi di colpa, recriminazioni, pentimenti, o bisogno di pensarlo costantemente; cosa che accadeva di continuo ultimamente. Stava andando tutto nella maniera più sbagliata possibile, perché lui non provava niente di simile, aveva la sua Jessica e lei era solo un gioco per lui.

-Dovremmo fare una CT scan completa…- la voce di Williams la destò dai suoi pensieri

Foreman sbuffò stufato e guardò Taub in cerca di aiuto, poi cacciò un’occhiataccia a Cuddy e si rivolse a Williams –Noi non facciamo mai CT scan complete… Cuddy odia le CT scan complete-

La dottoressa li ascoltava a malapena, ingoiò una pillola e poggiò le gambe sul tavolo. Poi continuò a fissare la lavagna con la mente da tutt’altra parte. I medici aspettarono pochi secondi in attesa che lei desse qualche ordine, li degnasse di uno sguardo o qualsiasi altra cosa. Foreman ruppe il silenzio –Cuddy!!! Dobbiamo continuare ad ignorare il fatto che un uomo qualche stanza più in là sta morendo solo perché tu devi smaltire i postumi di chissà quale sbornia?-

-Fate come ha detto Williams!-

Il neurologo strabuzzò gli occhi –Scherzi? Non ha alcun senso! Dovremmo controllare la casa in cerca di tossine!-

Cuddy si alzò e poggiò la mano sulla spalla fasciata, faceva troppo male quella mattina –Vedi Foreman perché ho assunto un altro neurologo? Perché sei incapace! Visto che andrai comunque a casa del paziente, prendimi una pizza per pranzo… e portati lo gnomo. Williams occupati della CT- Cuddy andò nell’altro ufficio

I medici uscirono ma Williams rimase nella stanza, si alzò e si avvicinò a lei –Mi hai assunto per un interesse puramente personale-

-E da dove l’hai dedotto? Dal fatto che non ho mai nemmeno guardato il tuo curriculum o perché ti guardo tutto il tempo il culo? Se devi denunciarmi sai già a chi rivolgerti- la dottoressa gli diede le spalle e con andatura stanca entrò nel proprio ufficio più piccolo.

Williams la seguì –Non hai capito… mi sta bene così. A me piace lavorare in questo modo, è… interessante… tu sei… molto interessante…- lei sorrise lusingata -…magari potremmo parlarne meglio davanti a un caffè…-

Cuddy si avvicinò con fare provocante –Oppure in qualche stanza dell’ambulatorio? Adesso-

-Vuoi che andiamo in ambulatorio perché lì ci sarebbe qualcuno che vuoi fare ingelosire?- la dottoressa lo guardò come offesa per quella insinuazione –Non importa…- il neurologo fece spallucce -la tua risposta non cambierebbe le mie intenzioni con te-

Lo guardò compiaciuta e si avviò alla porta seguita dall’uomo.
Ma House era, inaspettatamente, sulla soglia –Dobbiamo parlare del tuo paziente-

-Bé… veramente stavo per andare in ambulatorio… devo essere visitata dal dottor Williams…- lei fece un altro passo verso la porta, ma il decano non voleva spostarsi.

-Non credo…- era sorpreso di vederla comportarsi con tale superficialità. Gli stava praticamente sbattendo in faccia la sua scappatella  –devo parlarti in privato…-


Cuddy poggiò una mano sulla spalla di Williams e gli fece cenno di uscire

-Stai giocando col fuoco! Questa volta io non potrò aiutarti! Se lo licenzi dopo che voi due… guarda che può denunciarti e rischi la carriera!-

-Molto premuroso da parte tua preoccupartene così- lei gli fece l’occhiolino come se volesse intendere qualcos’altro

-Guarda che ti sto dando queste avvertenze come tuo capo!- House aprì la cartella in mano e continuò in tono imperioso –e poi che a te piaccia o meno come uomo, come medico non vale molto! Foreman mi ha detto di come tu stai gestendo il caso! Seguendo le idee del tuo amante che non hanno né testa ne coda!-

Lei si mise a ridere –Cosa? Guarda che non è questo il modo di fare i gelosi… funziona così: tu entri e cominci ad urlare facendo una scenata! “Io credevo di essere speciale! Invece tu vai a letto con chiunque! Ma io non sono il tuo zerbino! Tu sei mia!!!”-

Il decano arricciò il naso contrariato –Non hai capito… non ti sto dicendo queste cose per ragioni personali. La nostra storia sta influenzando il nostro lavoro. Tu l’hai assunto per avere una reazione da me, ma come vedi io non ho alcun tipo di reazione. Non voglio che ci vai a letto perché rischi il culo, Cuddy-

Lei lo guardò studiandolo, forse aveva capito, era paura quella nei suoi occhi –Hai detto storia-

House balbettò confuso –Co-cosa?-

-La nostra non è una storia-

-Certo perché vai a letto con chiunque- House le ridiede la cartella contrariato

-Pensavo non ti disturbasse-

-In-infatti…-

-Allora perché parli di storia e poi ti lamenti del mio comportamento?-

-Io… io non mi stavo lamentando…-

Cuddy annuì alla sua affermazione poco convinta –Abbiamo finito?-

Lui la guardò dritto negli occhi –Non me ne frega niente! Puoi fare quello che vuoi! Sei libera e vaccinata ma non compromettere il mio ospedale!!!-

Le diede le spalle e aprì la porta –House? La tua non è una reazione da semplice amministratore d’ospedale…-

-Divertiti Cuddy- si allontanò deciso

 

 

 


 

 

 

 

 
Williams le prese la mano e la condusse fuori dall’ufficio.
Due minuti dopo quel bel dottore le stava sfilando via la maglia, le baciava il corpo mentre lei si sorreggeva con le mani su quel lavandino. Erano nel bagno degli uomini, lui aveva chiuso la porta a chiave e adesso le abbassava la cerniera dei suoi jeans preferiti. Cuddy odiava che House dovesse decidere della sua vita. In un altro momento se lo sarebbe goduto il sesso con un uomo dieci anni più giovane di lei. E invece non faceva che pensare a quelle parole. Quando Williams le slacciò il reggiseno, aveva perso ogni voglia di continuare a riflettere e si concesse totalmente a quel momento di puro divertimento.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Wilson si accarezzava la guancia arrossata. Cinque dita erano stampate su quel visetto da bravo ragazzo. Non si spiegava il perché di una tale reazione, anzi aveva qualche sospetto, ma piuttosto che andare a parlare con la diretta interessata decise di rivolgersi direttamente alla fonte del suo problema.
Spalancò le porte dell’ufficio del decano e gli puntò contro il dito –Tu! E lei! Mi avete proprio stufato!- spostò la mano che copriva la guancia, e strinse i pugni sui fianchi. Lo fece bollire di rabbia l’espressione d’innocenza disegnata sul volto dell’uomo di fronte a sé
–Non fingere di non capire, House!-

-Wilson chi ti ha ridotto la faccia in quel modo?-

-Questo è la punizione quotidiana che ricevo per essere amico di quella pazza! Ed è colpa tua se adesso la mia sofferenza è addirittura raddoppiata!-

House era ancora più confuso di prima –Quella pazza sarebbe Cuddy..?-
 
-Chi altrimenti?- gli si sedette di fronte e proseguì –senti è inutile che continui a girarci intorno… lei ti piace e non solo come compagna di giochi! Sii sincero almeno con te stesso!-

-Tu cosa vuoi saperne di quello che voglio io?-

-L’ho vista entrare nel bagno degli uomini con quel nuovo dottore…- House deglutì e si appoggiò completamente alla poltrona –Vedi? Sei geloso!-

Il decano tenne lo sguardo basso –Guarda che la cosa non mi tocca nemmeno un po’… sono stato io a dirle che può fare quello che vuole-

-Oh ti prego! Metti l’orgoglio da parte!-

-Senti stare con lei… significherebbe diventare matto assieme a lei… e io tengo alla mia salute mentale-

Wilson sbuffò stufato –Se continui a negare potrei anche arrivare a credere che te ne sei innamorato-

-Di Cuddy? Lei è…- ci pensò un attimo e gli scappò un leggero sorriso

-Stai sorridendo… pensi a lei e sorridi-

House lo guardò pochi istanti in silenzio –Ok Wilson!-

L’oncologo si alzò soddisfatto –Buonanotte House…-

-Non mi hai detto chi ti ha dato lo schiaffo!-

-Cuddy ha detto all’infermiera Mary-bocce-enormi che io avevo fatto una scommessa su di lei, riguardo al fatto che me la sarei portata a letto al primo appuntamento… poi mi ha convinto a chiederle di uscire e come vedi…- Wilson indicò la parte interessata del viso. House sbuffò a ridergli in faccia –Non ridere! È colpa tua se sono diventato un bersaglio quotidiano!- poi si chiuse la porta alle spalle.
 




 

 

 

 

 

 

 

 

 

Buona serata Huddies!
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Capitolo 9
*** Amore e Psiche ***



Buongiornooo!!! O meglio buon pomeriggio! Concedetemi un capitolo assurdo xD nel senso che stanotte riflettevo, e alla fine ho partorito questo. A me è piaciuto, e forse potrebbe non essere inteso nel verso giusto.
Grazie mille evelyn83 e elixana, come leggerai si parlerà della storia più importante che Cuddy abbia mai avuto. Stacy è stata importante per House, Thomas è stato il grande amore di Lisa. Anche se la vera, grande ed importante storia d’amore è stata l’Huddy! E sarà così anche nella mia storia, perché sono semplicemente perfetti insieme!


 

 

 

 

 

 


Enjoy the reading!


 

 

 

 

 

Cuddy guardava il cielo sopra la sua testa. Stava sdraiata sul letto, e finalmente capiva perché Thomas le avesse regalato quella enorme finestra. Ogni volta che lei vedeva comparire una nuova stella si ricordava di lui, e di cosa le avesse detto una volta “Le stelle mi hanno sempre ricordato i tuoi occhi”. Adesso però quelle stelle ricordavano a lei di lui. Quel regalo per il loro più bell’anniversario. Forse perché fu l’ultimo.
Un giorno lo vide raccogliere tutto in una valigia, e senza una parola lui abbandonava l’appartamento. Forse per un po’ lei lo aveva aspettato ma poi ci aveva definitivamente rinunciato. Ogni sei mesi lui le inviava una lettera e lei con regolarità la bruciava nel camino senza aprirla.
Era stato uno scrittore squattrinato per la maggior parte del tempo trascorso insieme, ma non era un santo. Si vendicava nel peggiore dei modi ad ogni torto subito ed è stato un bene per entrambi che lui se ne fosse andato.


Pochi secondi si era concessa per respirare profondamente, e dimenticare, giurava a se stessa che ogni giorno avrebbe dimenticato qualcosa in più di lui. Cinque anni dopo era ancora lì a chiudere gli occhi e a perdere memoria di un nuovo lineamento del suo volto. Adesso però non era poi così difficile, c’erano due occhi di cristallo che la inseguivano quotidianamente nei suoi pensieri.

In quel silenzio, però riconobbe il rumore di quelle scarpe, quelle suole che soffocavano la pesantezza dei passi, rubandone il rumore ad ogni incontro con il pavimento, belle e costose scarpe di pelle da uomo. Si alzò e si avviò velocemente alla porta. Il suo profumo. Quel profumo che le inebriava la mente. Attraversava le fessure, penetrava gli infissi per raggiungere lei. Lui era lì. Era lì, dietro quella porta e probabilmente non avrebbe bussato. Probabilmente si era pentito di essere arrivato fino a lei e aver trovato il coraggio di cercarla.
Bussò piano, perché non voleva essere veramente sentito. Cuddy inspirò e coraggiosamente aspettò il secondo pugno contro la porta. Ne arrivarono altri due, questa volta più decisi. Aprì la porta sorridente. House stava in piedi nervoso sulla soglia, e sorreggeva un grande quadro, glielo mostrò senza dire nulla.
Lei osservò con esperienza la tela -Il quadro di Amore e Psiche… House…- Si voltò e tolse un vecchio quadro di paesaggio per appendervi quello. Lui restò sulla soglia e la inquieto.
-So quanto ti piace l’arte…-
Cuddy rimase davanti il quadro dal quale non riusciva a staccare gli occhi. A lui piaceva guardarla quando era impegnata in qualcosa, a lui piaceva guardarla sempre, adesso in quella vestaglia corta di seta bianca. Lei si voltò e capì la vera ragione di quel regalo -La storia d’amore di un Dio e una mortale… non ti starai elevando troppo in alto dottore?-
Quell’uomo tanto sicuro di sé, stava arrossendo solo al sentire la sua voce. Quell’esperto medico tanto ambizioso diventava piccolo quando l’aveva davanti a sé come in quel momento. Qui, adesso, mentre lei assaggiava le sue labbra delicatamente. Era un bacio infinito, non c’era malizia, non c’erano giochi, era solo il sapore di ciliegia che soffocava il suo palato, era quello il modo in cui lei gli stava risucchiando il cuore, gli sciupava il respiro. Incontrò i suoi occhi che si mescolarono con i suoi. Le accarezzò il viso con semplicità –Mi sono innamorato di te- un’espressione attonita sul viso e neanche il tempo di respirare che lui se n’è già andato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Buona serata Huddies!
   WH4E   

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Capitolo 10
*** Quella di cui si era innamorato ***


Perdonatemi per il ritardo. Quando ho cominciato questa storia sapevo che sarebbe stato difficile continuare, però non credevo così tanto. Ogni volta che pensò di proseguire mi viene l’ansia perché temo di deludervi o di scrivere qualcosa che va troppo lontano dai personaggi, perché anche se le posizioni e i caratteri sono invertiti, devo comunque mantenere fede alla loro personalità. Vi ringrazio per le recensioni BeaCarterLisabian, elixana, pollon003, evelyn83, Pax! Ho parlato di Thomas solo perché volevo far conoscere qualcosa del suo passato, elixana voleva sapere se Cuddy è mai stata sposata o ha avuto una relazione importante (Stacy per House), Thomas è stato l’uomo che le ha spezzato il cuore, ma le scrive sempre perché Cuddy è una donna che entra nel cuore ed è difficile da dimenticare, per questo Evelyn non ho voluto approfondire il discorso. Non so perché ma io trovo sempre più importante la forma della storia, che è quella che poi ho provato a scrivere, mentre invece la fine di una storia secondo me non rende mai giustizia alla storia in sé. La sminuisce e in qualche modo ne da un’idea alterata.

Però se vuoi sapere qualcosa di più su Thomas proverò ad parlarne un altro po’, se insisti lo faccio tornare ahahaha xD


 

 

 


Quella di cui si era innamorato

 

 






Wilson entrò nel proprio ufficio, sussultò quando vide quel corpo dormiente sul divano, chiuse la porta con forza cercando di svegliarla, ma ottenne solo un lamento e allora aprì le tendine e le luci del mattino la infastidirono tanto che Cuddy si mise un cuscino sopra la faccia –Che diavolo ci fai qui?- si mormorò

-Io ci lavoro! È il mio ufficio Cuddy!-

La donna si rigirò sul divano e gli diede le spalle –Devi alzarti! Aspetto dei pazienti! House sta arrivando per il controllo del mese sul…- Cuddy sobbalzò, prese la coperta la lanciò addosso all’amico, aprì la porta del balcone e scavalcò il muretto per raggiungere il terrazzo del proprio ufficio –Dove vai?-

-Nel mio ufficio, come mi hai detto tu-

Wilson l’afferrò per il braccio sano e la tirò dentro la stanza –Dico House e fuggi? Dimmi, come funziona?-

-Ehm… è un nuovo gioco…- provò a divincolarsi ma l’oncologo non mollava la presa

-Spiegamelo-

-Jimmy lasciami! O ti faccio picchiare da un’altra infermiera!- aggiunse sarcastica

La porta si aprì, Wilson si distratte un istante per vedere chi fosse entrato e nel frattempo Cuddy correva via dall’altra parte del balcone.

-Ciao House!- l’oncologo lo guardò un istante per riportare lo sguardo indagatore verso l’amica che chiudeva le tende del proprio ufficio per non farsi vedere.

-Wilson… che guardi? Cuddy è già arrivata?- in quel momento la dottoressa scostò le tendine rosse e mostrò un foglio con una scritta a caratteri cubitali “NON MI HAI VISTA STAMATTINA”. L’oncologo sbuffò annoiato, si allontanò dal balcone, chiuse la porta scorrevole e si sedette alla scrivania spiegando al decano che non vedeva l’amica dalla scorsa sera.
House sorrise compiaciuto –Bè… è ancora presto per lei- diede un’occhiata veloce all’orologio –sono solo le nove…-
Ma Wilson non si riteneva soddisfatto, in fondo meritava anche lui qualche rivincita una volta ogni tanto, rifletté qualche istante, House nel frattempo riordinava le cartelle che aveva in mano e si era appropriato completamente della scrivania –Pensi che mi aiuterai oppure starai impalato lì tutto il giorno?- l’oncologo si riprese dalla sua riflessione e si affacciò al balcone –No, io voglio aiutarti!- disse in un ghigno vendicativo. Urlò, allora dirimpetto al balcone di fronte –CUDDY!!! House sta venendo da te! Vieni qui!!!- il decano lo guardò stupito e fu ancora più stupito quando vide la dottoressa correre per i due balconi e fare un imbarazzante ingresso nella stanza in cui si trovava lui.
-Forse sarebbe il caso di lasciarvi soli per chiarire ma non voglio perdermi questo spettacolo!- aggiunse Wilson ancora con quel sorrisetto malvagio stampato sul volto
House la guardò deluso –Ti stavi nascondendo da me?-
Cuddy era fin troppo imbarazzata –No…-
-Riguarda ieri sera? -
La dottoressa si concesse qualche secondo prima di rispondere, doveva mettere insieme le idee -Quello che hai detto… credi di pensarlo ma non è così… tutto quello che è successo fra noi è successo perché tu hai avuto paura ad impegnarti seriamente con la tua fidanzata. Come risposta istintiva sei scappato, ti sei ubriacato e sei finito a letto con me. Nulla di quello che è successo è la realizzazione di ciò che tu volevi bensì solo la materializzazione delle tue paure. Scappi da un impegno e ti tuffi in un altro-

House la conosceva, e in impegni quali quelli che coinvolgevano la sfera sentimentale, richiedevano che lei vi fosse aiutata a comprendere. Lui sapeva che doveva annientare le paure di quella donna che sembrava tanto forte, ma che in fondo era troppo fragile ed insicura da credere di non meritarlo -Cuddy io non ho mai provato nulla di simile per Jessica-
-Non è vero… volevi sposarla!- Wilson in quel momento decise di lasciarli da soli.
-Ma poi ho cercato te…-
La dottoressa gli impedì di continuare -Per paura! Tu mi stai usando come scusa per sfuggire dall’impegno che richiede il matrimonio-
-Smettila di razionalizzare... tu provi lo stesso…-
-House io…- ma lui le impedì di aggiungere anche una sola parola a quello sproloquio, chiudendole la bocca con un bacio. Lei si irrigidì tanto da costringerlo a staccare le proprie labbra dalle sue. Temette per un istante di aver frainteso veramente tutto. Ma lei lo guardò negli occhi, la delusione nel suo sguardo le fece comprendere che quello che diceva era vero, era la pura verità. Lo tirò per la cravatta e lo baciò con passione -Vorresti mentirmi ancora..?-
-Sta zitto- un bacio e un bacio ancora.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



House e Cuddy sedevano ad un piccolo tavolo rotondo della caffetteria, fra loro due sedeva anche Wilson in uno stato di evidente disagio. La neo coppia non pronunciava una parola ma si sorrideva maliziosamente attraversando il corpo del’oncologo con lo sguardo come se non ci fosse. Ad un certo punto Wilson sussultò e poggiò le mani sul tavolo per riprendersi –Cuddy quella è la mia gamba, stai accarezzando la mia gamba!- lei lo ignorò e spostò il piede verso la gamba di House. Un’altra risatina frivola arrivò all’orecchio dell’oncologo e credette di non poter sopportare oltre –Volete smetterla di comportarvi come se foste soli a questo tavolo?-

-Wilson se ci comportassimo come se fossimo soli, adesso staremmo facendo sesso su questo tavolo-

House intervenne –Mi dispiace… la smettiamo-

Cuddy diede un calcio a Wilson –Ahi! Perché?-

-Perché rovini sempre tutto… io mi stavo divertendo!- la dottoressa gli rispose puntandolo con un dito sporco di maionese. House mangiava nel frattempo, godendosi la scena

-Guarda che io ti sto facendo un favore!- le povere dita del suo piede sinistro furono selvaggiamente calpestate come l’uva in periodo di vendemmia da Cuddy –Ahi!!! Sei proprio… perché?- Wilson adesso batteva la scarpa sul pavimento cercando di far passare l’intorpidimento.

-Perché non si rifacciano i favori fatti agli amici!- Cuddy fece spallucce e continuò a mangiare ricominciando a massaggiare la gamba del suo ragazzo

Wilson si alzò di scatto e prese il vassoio in mano ormai stanco di sopportarla –Sei insostenibile… certo House che tu non stai tanto bene per aver deciso di stare con lei- la dottoressa si mise a ridere, ma House bloccò Wilson per il braccio -Resta con noi-

-Cosa? In compagnia di questa squilibrata?-

-Sì appunto va via Wilson!- Cuddy gli indicò l’uscita e ingurgitò cinque patatine velocemente

-Noi abbiamo bisogno di Wilson. Nessuno in ospedale deve sapere di noi due, non finché…-

Lei lo interruppe con la bocca ancora piena –Nessuno sospetterà niente se ci limitiamo a pranzare insieme…- deglutì in fretta –potrebbero cominciare a sospettare se non la smetti di guardarmi in quel modo- ammiccò divertita, ma House continuò a guardarla serioso

-Io e te che pranziamo soli insieme è poco credibile perché tu hai passato gli ultimi quindici anni ad evitarmi per tutto l’ospedale! Wilson ci serve!-

-E anche perché ogni volta che ci incontravamo tu mi guardavi con quello sguardo loquace che diceva “se ti prendo, non so che ti faccio”! Non dimentichiamoci questo punto!- Cuddy si stava divertendo, lo stava prendendo in giro, voleva ribadire il suo punto, sapendo che in realtà quella che guardava House in quel modo era lei, anche se lui con tutto l’autocontrollo che aveva non resisteva dall’osservarla quando lei si allontanava ancheggiando o quando indossava una di quelle magliette eccessivamente scollate e lo sguardo cadeva inevitabilmente sulla pelle scoperta della dottoressa.

Nonostante tutto lo fece ridere a crepapelle quando ripeté il concetto ostinata –Smettila! Wilson deve restare!-

L’oncologo passò il braccio tra i due scocciato, ricordando loro la sua presenza lì, poiché ancora una volta il mondo si era fermato, ed erano rimasti loro due soli dimenticando tutto ciò che avevano intorno –Io sono qui! Avete pensato almeno, di chiedere a Wilson cosa intende fare?- i due lo guardarono interrogativi –Intende andarsene e lasciarvela sbrigare da soli!!!- l’uomo si allontanò incavolato

-Stavamo dicendo che mi trovi sexy…- House le diede uno sguardo di rimprovero, ma poi sorrise, era la solita Cuddy, quella di cui si era innamorato.










Per ora sembrano una coppia felice e bla bla… però…
Vi aspetto il prossimo capitolo che arriverà prima di questo, prometto! xD

Un bacio Raggi di Sole
   WH4E   


 



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Capitolo 11
*** Io lo so ***


Bene, da dove comincio con le scuse? Mi dispiace da morire, non potete immaginare! Non sono più entrata nel sito perché ogni qual volta mi sentivo in colpa per avervi lasciato così, sul più bello. Non ho giustificazioni, lo so. Ho letto tutte le recenzioni di Swindle, se ti va ci sentiamo via messaggi in privato, mi piacerebbe molto avere un confronto con un altro autore. E grazie mille huddyforever per il tuo incoraggiamento, quando l’ho letto, mi sono decisa a chiedere aiuto ma probabilmente tu non hai letto la posta! xD Comunque ragazze, spero di ottenere il vostro perdono, è tutta colpa mia che mi vado a cercare le storie complicate. Ma ogni volta mi trovo sempre in una nuova difficoltà, e l’insoddisfazione di scrivere sempre una cosa più orribile dell’altra.
Grazie mille evelyn83, elixana, BeaCarterLisabian, l’unica ragione per cui continuo a postare è che le vostre recensioni mi danno sempre molta soddisfazione. GRAZIE INFINITE!

Adesso proviamo a tornare alla storia, allora: House le ha detto di amarla, Cuddy si nasconde tra gli uffici dell’ospedale, ma il suo tentativo di fuga ha poco successo, perché c’è un Wilson vendicativo che la costringe ad affrontare i suoi fantasmi, ed è così che Cuddy espone ad House tutte le sue paure e lui da bravo innamorato distrugge tutte le sue insicurezze. Il problema resta sempre lo stesso, ovvero devono nascondere la loro relazione in quanto Jessica (distante miglia) crede ancora di essere l’unica sua donna. Presto infatti tornerà costringendo House a mettere le cose in chiaro. Intanto loro sono come due fuggitivi. E questo capitolo in realtà esplora la loro relazione, ma è solo di transizione, spero vi lasci una bella sensazione come l’ha lasciata a me mentre la scrivevo.





 

IO LO SO

 

 

Cuddy ingurgitò divertita l’ultimo cucchiaio di gelato. Si leccò le labbra sensualmente, ed ogni traccia di cioccolato sparì. House scoppiò a ridere divertito. Era una bella scenetta quella: lui stava seduto sul letto appoggiato alla spalliera, a petto nudo e un paio di boxer. Lei stava sdraiata ai piedi del letto, completamente nuda avvolta nelle lenzuola. Stirò il braccio verso House, e gli diede il barattolo da cinquanta grammi di gelato, ormai vuoto. L’uomo lo poggiò per terra e la guardò fingendosi arrabbiato –Credevo che lo avremmo condiviso quando mi hai chiesto di andare a prendere qualunque cosa purché fosse al cioccolato-

Lei si stirò come un gatto e sbadigliò annoiata –Questo è il prezzo che devi pagare per aver detto quelle paroline magiche-

House aprì il cassetto del comò e uscì fuori un’intera barra di cioccolato bianco al latte, la scartò e ne ruppe un pezzetto –Io non trovo affatto divertente il fatto che io ti abbia detto d’amarti e che adesso tu ne approfitti-

Cuddy stirò nuovamente il braccio e con fare capriccioso si brontolò –Dammene un pezzetto!-

Lui diede un morso e continuò il suo discorso –Avrai il tuo cioccolato solo quando ammetterai che sei perdutamente innamorata di me!-

Per tutta risposta Cuddy cominciò a fargli il solletico sulla pianta dei piedi con una ciocca di capelli, House si dimenò divertito ma subito piegò le ginocchia. Lei non aveva altra scelta, avrebbe dovuto mettere da parte la propria pigrizia per raggiungerlo e finalmente prendersi la sua amata cioccolata –Sarei poco sincera se dicessi di amarti adesso… io farei di tutto per un po’ di cioccolata-

Lui diede un altro morso, e le sorrise –Sai… io sono uno che si accontenta…-

-Non mangiarne più! Così la finisci tutta!- a quel punto si era arresa, non avrebbe ottenuto niente in quel modo, e lui le stava mangiando tutta la cioccolata. Doveva usare la violenza.

Tirò su il lenzuolo per coprirsi e si avvicinò a lui, lo guardava maliziosamente, sembrava le fosse passato il desiderio del dolce.
Cominciò a baciarlo, le piaceva sentire il sapore del cioccolato nella sua bocca, gli lasciò il pieno controllo sul suo corpo, permettendogli di accarezzarla ovunque senza freni, nel frattempo lei andava a tentoni ricercando la barretta. In un istante House era sopra di lei, e lei aveva raggiunto la cioccolata; lo allontanò da sé, ma quando stava per dare un morso al dolce, lui le bloccò il braccio, Cuddy si divincolò, si alzò dal letto, House afferrò il lenzuolo che la copriva riuscendo a farla arretrare, ma un attimo dopo Cuddy correva nuda verso la poltrona di fronte al letto.


-Ma tu guarda quanto ingegno e costanza impieghi per un po’ di cioccolata!-

Cuddy ormai non lo ascoltava più, mangiava divertita perché aveva vinto. House si alzò, si avvicinò a lei e le porse la mano, avevano capito entrambi, Cuddy lasciò perdere la cioccolata e fecero l’amore su quella poltrona tutta la mattina. In fondo per lei era importante aver vinto.















 








 

House pigiò insistentemente il tasto dell’ascensore, era la quarta volta, sembrava si fosse rotto. Si era deciso di andare a chiamare un tecnico, ma le porte si aprirono con un scatto e ne uscì Williams con un espressione imbarazzata; dietro di lui, Cuddy. L’uomo accennò un saluto e si allontanò lasciando i due in una situazione di evidente disagio. House allora, entrò nell’ascensore in silenzio e premette un tasto che non guardò nemmeno.

-Williams è così sexy di prima mattina… non che di pomeriggio lo sia meno, però…-

Il medico annuì, fingendo di ascoltare con poca attenzione, allora lei continuò, una provocazione non è una vera provocazione se non vi trai una reazione -…non ho mai visto dei polpacci grossi come i suoi… cioè sono così… muscolosi… e ovviamente per polpacci intendo dire…-

-Posso capire il fine di tutto questo discorso?- House si voltò verso di lei, e con molta diplomaticità non le diede nessuna soddisfazione

-Mmh… niente… non volevo fare un confronto… non voglio dire che Williams è più dotato… si può dire dotato o sembrerei volgare?- Cuddy trattenne una risata, e House strinse i pugni dalla rabbia. L’ascensore si bloccò di nuovo, si pentì di non aver semplicemente chiamato il tecnico piuttosto che aspettare e finirci dentro con lei.

La dottoressa sbuffò -È la seconda volta questa mattina… devo dire che è più divertente restare bloccata con Williams che con te… non dici una parola!-

-Parlando di cose serie… ho ricevuto l’ennesima lamentela da parte di Foreman sul tuo nuovo acquisto… sembra che sia spesso inopportuno nella differenziale-

Lei fece un gesto di sufficienza con la mano e con un ennesimo sbuffo gli rispose –Foreman vuole che rinunci ai miei divertimenti, inoltre si sente minacciato visto che Williams è un neurologo come lui-

-La verità è che non avresti mai dovuto assumere un altro neurologo!!!- House alzò involontariamente la voce

-Perché non me lo chiedi?-

House la guardò confuso –Cosa?-

-Se ho fatto sesso con Williams, prima in ascensore…- Cuddy si avvicinò a lui, gli mise le braccia intorno al collo e avvicinò le labbra alle sue senza incontrare alcuna resistenza.

Fu House a stamparle un bacio –Io lo so- disse, lasciando lei questa volta interdetta –io so che sei stata una sola volta con Williams per farmi arrabbiare… io so che tu non starai più con nessun altro uomo… perché io lo so… che tu mi ami-

Lei sorrise e decise di non contraddirlo –L’ho licenziato Williams, prima in ascensore… e tu sai troppe cose-













 

 

 

Un bacio grossissimo!
 Isabella

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Capitolo 12
*** L'altra ***


Ragazze che dirvi? GRAZIE! Siete stupende! Evelyn83, huddyforever, elixana, swindle! Sono più serena dopo aver letto le vostre parole… mi complesso troppo, invece dovrei lasciarmi andare e fidarmi un po’ del mio istinto. Quindi senza troppi indugi, ecco il nuovo capitolo. Faccio una premessa: vi ricordate come House ha detto al suo team che stava con Cuddy? Questo, invece, è il modo in cui io immagino Cuddy lo direbbe al suo di team. A me ha fatto ridere, spero di trasmettervi l’ironia che voglio dare a questo dialogo tra lei, Foreman e Taub.

 

-Swindle tu mi hai chiesto come mai la relazione tra House e Wilson nella mia storia sembra non essere così intima e complice come tra Cuddy e Wilson. In realtà io ho sfruttato la loro amicizia nella mia storia, perché è Wilson che fa realizzare a House quello che lui prova per Cuddy. Wilson lo obbliga a riflettere, ad essere sincero con se stesso, House lo ammette proprio all’oncologo che sente qualcosa per Cuddy, poi piomba nel cuore della notte da lei con il quadro di Amore e Psiche e dice che l’ama. Per il momento mi basta così… è probabile che più avanti Wilson dovrà intervenire di nuovo, forse dovrà chiarire le idee a lei, oppure dovrà far rinsavire House-

 

 

 

 

 

Enjoy the reading


L’altra

 

 

Quella era un giorno di festa e richiedeva un abbigliamento appropriato, così quando Cuddy fece ingresso al Plainsboro fu impossibile non notarla, in quegli stretti jeans blu chiari, e quella camicetta con solo tre bottoni e così bianca da essere trasparente. Nel trascinare, dentro l’ufficio di diagnostica, un carrello troppo grande con sopra dei pezzi di una batteria, provocò in Taub e Foreman un misto di sorpresa e paura. La conoscevano però, e pensarono che quella dovesse essere la solita ossessione settimanale per cui presto avrebbe perso interesse.

Il neurologo aprì la cartella e ignorò del tutto la dottoressa che cominciò a scendere i pezzi dello strumento cercando di ricomporre la batteria
–Donna, trent’anni, arresto cardiaco e rush su tutto il corpo… il fegato ha ceduto in seguito alla somministrazione…-

-Cuddy, a che serve?- Taub era troppo curioso.

-A festeggiare… oggi torna l’ochetta ed è giunto il momento di renderlo pubblico…- Taub la guardò ancora più interrogativo e lei tirò fuori una fotografia dalla tasca e l’attaccò alla lavagna. L’immagine era un poco sfogata, il chirurgo plastico si alzò per guardarla da vicino con attenzione. Ritraeva House addormentato, quasi del tutto nudo, un lembo di un lenzuolo rosso copriva a fatica le parti intime dell’uomo. Cuddy accanto a lui, sveglia, con le dita indice e medio sollevato, in segno di vittoria e un sorriso beffardo stampato sul volto.

Taub, attonito e anche un po’ disgustato, si voltò verso Foreman, il medico non vedeva la foto, seduto dall’altra parte del tavolo, cosicché il collega la stacco dalla lavagna e gliela poggiò sul tavolo.
Cuddy godeva della loro sorpresa, si sedette alla batteria e cominciò a strimpellare sui piatti e il tamburo.

-Non vuoi darci una spiegazione riguardo questa foto..?-

Foreman zittì Taub –Mi sembra abbastanza ovvio…-

-House non frequenta un donna? Quell’informatrice scientifica?- il chirurgo sembrava indignato, e voleva a tutti i costi una spiegazione plausibile.

-Evidentemente ha smesso!

-Guarda i capelli di House…- Taub indicò il punto in questione della foto, ottenendo la completa attenzione di Foreman –Sono più corti… se li confronti alla lunghezza attuale, devono essere passati almeno tre mesi dal momento in cui è stata scattata la foto… e più o meno due mesi fa ho visto la bionda in caffetteria con House… quindi… Cuddy è stata “l’altra” per tutto questo tempo!-

A quel punto il neurologo sorrise –House è una persona adulta e se Cuddy è stata “l’altra”, come dici tu, per tutto questo tempo, è perché anche House l’ha voluto… di questo tradimento hanno responsabilità uguali entrambi… nessuno ha obbligato nessuno-

Cuddy fermò i piatti, posò le bacchette, e si alzò dallo strumento –Aspettavo che qualcuno di voi dicesse qualcosa di sensato…-

-Lei è una donna attraente e manipolatrice…  potrebbe essere stata lei a sedurlo e lui non è riuscito a resistere- Taub continuava il suo sproloquio.

-È così che giustificavi i tuoi tradimenti? Sono stato manipolato e sedotto?- Cuddy era sempre più felice di ascoltare Foreman prendere, sorprendentemente, le sue difese.

-No… io ne avevo la piena responsabilità! Una volta sono andata a letto con una donna che non sapeva nemmeno che fossi sposato… qui è diverso… tu la conosci! Riesce a farci agire come vuole lei… figurati se non riesce a convincere un uomo…-

La dottoressa solo in quel momento decise di intervenire –…House non è idiota come le donne che sono venute a letto con te… la cui idiozia è già dimostrata nel fatto che SONO VENUTE A LETTO CON TE!-

Riuscì a zittire Taub una volta per tutte, poi guardò l’orologio –Maledizione! Sono già in ritardo! La scema è arrivata da un’ora! Credete che sia sufficiente un’ora per dire ad una donna “Cara mi sbattevo la mia dipendente mentre tu curavi la mammina malata”? Spero di sì!-

Uscì dall’ufficio lasciando ancora più sbalorditi i medici.









 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Spalancò la porta di quell’ufficio con prepotenza. Cuddy stringeva un mazzo di rose rosse in mano, voleva ringraziarlo per il bellissimo regalo. Il suo cuore però, si strinse alla vista di quella scena. Jessica era in stato di evidente commozione, le sue braccia stavano intorno al collo di House, lui la stringeva per i fianchi mentre riceveva quel bacio sulla guancia.

Cuddy credette di morire, in realtà lo fece, ma solo per brevi istanti. Era il suo cuore quello che la supplicava di andar via da quella stanza, erano le sue gambe che stavano per cedere, era la sua mente quella annebbiata e disorientata. Non era una persona violenta ma se in quel momento, avesse dovuto usare violenza contro qualcuno, avrebbe ferito se stessa, perché meritava di essere punita una donna che riponeva fiducia in un uomo simile.

-Wow! Che bel quadretto! Dovrei parlare con il pittore perché ti mancano le corna, idiota!- House e Jessica non si erano accorti del suo ingresso, si sciolsero da quell’abbraccio quando sentirono la sua voce, in quella stanza c’era troppa energia, si percepiva un’atmosfera di gioia che Cuddy non poteva ignorare, e che nessuno al suo posto avrebbe potuto ignorare.
-Aspetta ma io ti conosco!- indicò House con il mazzo di rose rosse che stringeva in mano –sei quello che è venuto a letto con me ieri! E anche il giorno prima! E il giorno prima ancora! Per tre mesi! Aspettava che tua madre ricevesse un miracolo e guarisse perché a quel punto ti avrebbe scaricata! Evidentemente tua madre è morta!-

-Cuddy ora basta!!! Sta zitta!- House cercò di recuperare ma non c’era nulla che l’avrebbe fermata.

Jessica gli aveva lasciato la mano e disorientata adesso sedeva sul divanetto. Apriva la borsetta, cercava dei fazzolettini perché gli occhi bruciavano di dolore, il trucco colava e i singhiozzi erano rimasta l’unico suono rimbombante in quella stanza che leniva e sfregiava gli altri presenti.

-Sei un porco troglodita! Ti consiglio che alla prossima la ingravidi subito! Così sicuro che non ti molla!- Si sentì un singhiozzo troppo forte, Jessica tremava, si alzò, l’uomo provò a fermarla ma lei usciva da quell’ufficio nel suo corpo minuto e quel pancino evidente che nascondeva un segreto. Cuddy era esterrefatta –È incinta…-

House si passò una mani tra i capelli come esausto –Non potevi notarlo prima! Prima di ferire volontariamente la donna che aspetta il mio bambino! Sei entrata qui e non hai nemmeno riflettuto! Il tuo primo desiderio è stato quello di farmela pagare! Devi fidarti di me! Io avevo bisogno che tu per una volta ti fidassi di me! Invece sei la solita cinica ed egoista!!! Non hai riguardo per nessuno se non di te stessa! Se vuoi che funzioni..!-

Cuddy gli buttò i fiori in faccia, interrompendo il suo monologo –Infatti… non funziona!-



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Prima o poi questo momento doveva arrivare… spero di aver fatto agire i personaggi nel modo più vicino alla loro personalità!
Non vi arrabbiate, abbiate fede xD
Il prossimo capitolo arriverà presto, prometto!
Un bacio Raggi di Sole
   WH4E   

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