Fine di un sogno.

di Morgana_D
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fine di un sogno. ***
Capitolo 2: *** Addio. ***



Capitolo 1
*** Fine di un sogno. ***


Sherry era pronta. Era pronta a riprendere in mano la sua vita. Cos’è che l’aveva spinta a prendere l’antidoto dell’Apotoxin 4869? Erano stati solamente quegli occhi azzurri? O era stata l’illusione di poter vivere finalmente davvero? Finalmente il sacrificio di Akemi non sarebbe stato vano. Prendendo l’antidoto Sherry aveva rinunciato alla sua vita, certo la vita di una bambina di nove anni, ma pur sempre una vita che l’aveva resa felice. Avrebbe abbandonato quei bambini che erano diventati così importanti per lei: Genta, Mitsuiko, Ayumi… Quanti bei ricordi le hanno lasciato. Avrebbe abbandonato il professor Agasa, che aveva fatto così tanto per lei. Poteva lasciare il Giappone, visitare le città europee, che sempre l’avevano affascinata. Poteva innamorarsi, sognare, sperare… come tutte le normali ragazze diciannovenni. Poteva fare tutto quello che l’Organizzazione le aveva sempre proibito. Poteva smettere di nascondersi dietro il volto di una gelida assassina. Poteva tornare se stessa, anzi poteva iniziare ad essere se stessa. Sherry si vestiva lentamente pensando a tutto quello che l’aveva spinta a prendere questa scelta. E Shinichi? Lui era contento? Certo, lui aveva di nuovo la sua vita da detective liceale, aveva di nuovo la sua amata Ran. Non era più quel bambino che le aveva fatto battere il cuore, non era più quel bambino che aveva minacciato nel letto d’ospedale con una pistola finta. No, era finalmente tornato il ragazzo che era e voleva essere. Quel fanatico di gialli, bravo a giocare a calcio, con una mente degna di Sherlock Holmes. Lui era sicuramente felice, invece lei era vittima di una malinconia acuta.

Shinichi stava aspettando Ran dentro la sua enorme villa, rimasta vuota per tanto tempo. Conan era un capitolo della sua vita che non voleva mai più riaprire. I suoi diciotto anni non festeggiati per quella stupida sostanza creata dall’Organizzazione. Mai più occhialoni sul viso per non farsi riconoscere. Certo, i Detective Boys e le loro avventure gli sarebbero mancati e chissà quanto Ayumi sentirà la sua mancanza. Ma quello che gli mancherà di più saranno le conversazioni con Haibara, le loro conversazioni private di adulti racchiusi in un corpo di bambini. Tutto questo era finito e Ai era tornata una gelida assassina al pari di Gin e Vodka. Lasciandola sola Shinichi sapeva di aver costretto Ai a prendere l’antidoto nonostante lei non volesse. Era bello avere qualcuno con cui parlare senza far finta di avere sette anni. Era stato bello, ma era tutto finito. Quanto gli sarebbe mancata quella fredda ragazza dal cuore tenero.

Sherry era di corsa, correva trafelata verso l’altra parte della strada. Il suo aereo stava per partire, aveva poco tempo per dirgli quello che provava per lui. Camicia bianca, gonna nera, tacchi a spillo… quanto le erano mancate queste cose. Sherry correva per la strada, i tacchi che ticchettavano ad ogni passo sul marciapiede, i capelli castano rossicci le cadevano sugli occhi grigi. Kudo… suonò al campanello della villa.
Shinichi si alzò sentendo il campanello suonare, forse era già Ran che era arrivata in anticipo?
Aprendo la porta si trovò davanti una bellissima Ai versione adulta, trafelata, senza fiato. La camicia sbottonata leggermente lasciava intravedere il reggiseno nero. Shinichi la stava mangiando con gli occhi, non avrebbe mai creduto che lei fosse così bella.

Parole… parole che mancavano a tutti e due. “Ehi Kudo…” la sua voce lo risvegliò bruscamente dalle fantasie perverse in cui era finito. “Sto partendo, me ne vado dal Giappone…” “Ma non puoi! Che cosa farai?” Quanto era sconvolto Shinichi si poteva notare dalla faccia. “Vado a vivere la mia vita Kudo… senza pensare più a niente, né a te, né a Gin, né a qualsiasi altra cosa riguardi il mio passato.” “Ma…” “Stai zitto, fammi parlare” moriva dalla voglia di baciarlo “il mio aereo parte tra poco.”
Nervosismo. Non aveva mai pensato a come dichiararsi, non ce n’era mai stato bisogno nella sua vita. “i giorni passati con te sono stati i più belli della mia vita, anche se ho dovuto guadagnare la tua fiducia. Io giorno dopo giorno ho capito che a te mi legava qualcosa di più complesso dell’amicizia…” “Stai cercando di dirmi che ti piaccio? Non fare tanti giri di parole” Era colpito. Quella ragazza che per un anno intero aveva provato a sembrare insensibile ora rivelava tutto quello chiuso dentro il suo cuore. “Parla quello che da dieci anni non riesce a dire a Ran che la ama.” “Emh…” “Shinichi io mi sono innamorata di te, io…ti amo.” Non se ne vergognava, Sherry lo guardava dritto negli occhi. Shinichi rimase fermo mentre Sherry si avvicinava per baciarlo. Poi le sue mani si abbassarono sui fianchi di lei e si lasciò travolgere dalla passione di quel bacio.

Ran arrivando davanti casa di Shinichi si trovò davanti lui abbracciato mentre si baciava con un’altra ragazza, una bellissima ragazza. Lei l’aveva aspettato tutto questo tempo. Le lacrime sgorgarono fuori da sole e Ran scappò via piangendo.
“Ehi Haibara…ora che farai? Vuoi andartene davvero?” “Kudo non è niente di che, è solo la fine di un sogno.” Mentre scivolava via dalle braccia di Shinichi e si allontanava verso la strada, si girò sorridendo. “Ah Kudo… chiamami Shiho, Shiho Miyano.”
 

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Capitolo 2
*** Addio. ***


L’aereo stava per partire. Avrebbe lasciato il Giappone, per sempre. Aveva preso la sua decisione, non poteva tornare indietro, non più. Per quanto volesse rimanere con lui, non poteva. Gin era vivo, la stava cercando, doveva farle pagare tutto. Doveva ucciderla per vendicare Vodka, per aver tradito l’Organizzazione, per aver fatto arrestare Vermouth.
No, lei non sarebbe mai stata al sicuro finché non avrebbe lasciato il Giappone. Non poteva permettersi di mettere in pericolo anche Shinichi, ora era libero, poteva vivere tranquillamente, Gin cercava lei, lei e lei sola.

Sherry era in panico, cercava l’imbarco per Londra. “Dov’è? Dov’è?” urlava in mezzo all’aeroporto. La voce metallica dell’altoparlante non faceva che metterle ansia “Gli ultimi passeggeri per il volo 5 Tokyo – Londra sono pregati di imbarcarsi, l’aereo sta per decollare.” Sherry lo sentiva, lo sentiva sulla pelle. Il suo sguardo. Quei freddi occhi verdi. La stava seguendo. Sapeva che stava scappando. Si sentiva come un cane braccato, non riusciva a trovarlo. Lo vedeva dappertutto. Poteva essersi tagliato i capelli, poteva essersi fatto una maschera facciale, non l’avrebbe mai trovato. Dovunque guardasse c’era qualcuno che glielo ricordava, ma quale era? Poteva essere quello lì giù che stava fumando, o quell’altro che stava leggendo il giornale o quell’altro ancora che scriveva con la mano sinistra. Qual era?

Sherry iniziò a correre verso l’imbarco, sperava che Gin non avesse capito anche dove era diretta. Aveva paura una paura matta. Gin non doveva trovarla, lei non aveva fatto ancora niente di quello che si era proposta di fare nella sua vita. Le lacrime rigavano il volto, le appannavano gli occhi. Sentiva ancora il suo sguardo avido e vendicativo dietro di sé, aveva paura di voltarsi. “Ti prego, ti prego, ti prego…”. Continuava a correre, cercava l’aereo, o anche un posto dove nascondersi. E ad un certo punto quella sensazione finì, finì così come era cominciata, improvvisamente. Che Gin volesse giocare al gatto col topo? O era solo stata una sua impressione? Non ci voleva pensare.

Era riuscita ad arrivare all’imbarco, mancava solo un minuto. Un minuto e avrebbe perso l’aereo. “Stupida, Shiho sei una stupida” continuava a ripetersi.
Salita sull’aereo iniziò a cercare il suo posto. Lo trovò e si sedette. Era vicino al finestrino, così avrebbe potuto vedere Tokyo dall’alto. Sarebbe stato bello allontanarsene continuando a guardarla, come una farfalla che scappa, solo che la farfalla che scappava era lei. Vicino a lei si sedette una donna sulla quarantina d’anni. Non le importava. Non era importante. Voleva solo riposare. Smetterla di pensare. Farsi una nuova vita. Aveva lasciato Gin all’aeroporto, poteva stare tranquilla. Era finalmente libera.

L’hostess iniziò a fare le solite raccomandazioni in caso di emergenza. Shiho l’ascoltava distratta. La sua mente viaggiava lontana, al bacio con Shinichi, ma ormai la scelta era fatta.
L’aereo iniziò a decollare, stava andando via, stava lasciando il Giappone per sempre.
La guancia di Shiho si appoggiò al finestrino freddo, guardava dall’alto quella città che avrebbe sempre portato nel cuore. Una lacrima solitaria scivolò lungo il finestrino mentre la fredda Shiho mormorava una parola carica di malinconia. “Addio.”
Scusate questa non è propriamente ShinichixShiho, ma dovevo chiudere la storia per pubblicare la Fan Fic che segue. Chiedo umilmente perdono.

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