Close to the Edge

di Brett
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pensieri a prima mattina ***
Capitolo 2: *** Non posso credere che sia successo sul serio! ***
Capitolo 3: *** Edge ***
Capitolo 4: *** Grazie! ***
Capitolo 5: *** Fosse l'ultima cosa che faccio ***
Capitolo 6: *** Non preoccuparti amore andrà tutto bene ***
Capitolo 7: *** Le ultime parole famose ***
Capitolo 8: *** Dacci dentro ***
Capitolo 9: *** Bec, Bec, stavo dicendo di Bec? ***
Capitolo 10: *** C'è solo una cosa da fare ***
Capitolo 11: *** Chiamata in arrivo "Amore mio" ***
Capitolo 12: *** L'ho fatto perchè ti amo ***
Capitolo 13: *** Lo scoop è sempre dietro l'angolo ***
Capitolo 14: *** Un bel respiro ***
Capitolo 15: *** Mi stupisco come quelle spalle tanto esili abbiano potuto reggere il peso di tutti i nostri sguardi ***
Capitolo 16: *** Tanto rumore per nulla ***
Capitolo 17: *** Peggio di così ***
Capitolo 18: *** Gioco di squadra ***
Capitolo 19: *** Esci dalla stanza senza svegliare gli altri ***
Capitolo 20: *** Simmo ***
Capitolo 21: *** Gioco della bottiglia pt 1 ***
Capitolo 22: *** Gioco della bottiglia pt 2 ***
Capitolo 23: *** Dopo sbronza ***
Capitolo 24: *** Fly e Heath ***
Capitolo 25: *** Mi sei mancato ***
Capitolo 26: *** Ce la faremo Bec ***
Capitolo 27: *** L'incidente ***
Capitolo 28: *** Avevo perso la persona più importante per me ***
Capitolo 29: *** A cosa serve ricordare? ***
Capitolo 30: *** Ritorno ***
Capitolo 31: *** Returns ***
Capitolo 32: *** Casa dolce casa ***



Capitolo 1
*** Pensieri a prima mattina ***


Edge si stava allenando sulla spiaggia.
Io lo stavo spiando dalla finestra di camera mia. Mi sentivo quasi una ladra come se con il mio sguardo profanassi la sua bellezza, gli rubassi quella sua scintilla vitale che lo rende un ragazzo assolutamente diverso dagli altri.
Il mio occhio cercava di cogliere ogni suo minimo movimento, ogni suo muscolo che si fletteva, ogni sua goccia di sudore che rigandogli la fronte gli scendeva lungo le guancie. Era rosso in viso, sudato e i suoi capelli avevano assunto una strana conformazione ma nonostante questo Lui mi sembrava perfetto.
Avevo una paura matta che mi vedesse, che figura ci avrei fatto, la solita ragazzina che s'innamora del biondo della comitiva. Effettivamente in apparenza poteva sembrare proprio così. Oddio qualcuno avrebbe potuto pensare che io fossi una ragazza tutto rosa, fiocchi, nastri, perennemente innamorata di qualche ragazzo, specialmente se ricco, muscoloso o biondo. Naturalmente questa non è una critica a Perri, certo che no!
Il mio tono sarcastico è un segno evidente che quel ragazzo mi fa andare su di giri il sistema nervoso. I suoi atteggiamenti sono così sfrontati ed odiosi, credo che odi il genere umano e sopratutto le ragazze, sopratutto me. Chissà perchè le cose mi vanno così esageratamente bene!
Ancora battute a sfondo schifosamente sarcastico ed oserei dire retorico. Cosa avrei dovuto fare? Avvicinarmi. E poi?
Roma non fu costruita in un giorno e di certo io non conquisterò Edge in pochi minuti. Per cominciare potrei almeno scendere al piano di sotto, andare in cucina con una scusa qualsiasi e farmi notare.
Scesi piano le scale facendo attenzione a non svegliare le mie compagne e sopratutto Simmo e gli altri ragazzi. Ok fatta, prossima mossa avvicinarmi alla porta e sempre molto lentamente uscire e andare da lui. Abbassai lo sguardo mentre percorsi la cucina a pieni nudi. Con un gesto rapido aprii la porta e mi ritrovai in spiaggia.
Era così piacevole camminare a piedi nudi sulla sabbia fredda. Il sole ancora doveva sorgere e c'era una strana luce soffusa. Le onde erano calme e regolari, sembrava quasi che si adagiassero dolcemente sul bagnasciuga.
Riuscivo a percepire ogni piccolo granello di sabbia sotto i miei piedi. Il mio cuore stava per collassare. Credo che i miei capelli abbiano assunto un effetto "ho-appena-visto-un-fantasma" nel momento in cui Edge si è tolto la maglietta. L'ha gettata con tale indifferenza per terra.
Il suo petto brillava e le gocce di sudore che gli scendevano lungo i fianchi sembravano la rugiada sui petali di un fiore dopo una giornata di pioggia.
Ero rimasta lì impalata, con addosso solo una maglietta di Joe, che poi mi arrivava alle ginocchia, e nient'altro.
Fu un attimo e il tempo intorno a me si è fermato anzi se è possibile ha cominciato ad andare all'indietro. Nella mia testa rivedevo i miei movimenti furtivi per raggiungere la cucina, i passi sulla spiaggia, il mare, Lui. Fu un attimo e lui si voltò verso di me.
Non ha avuto nessuna reazione, almeno in apparenza, continuava tranquillo a flettersi sulla sabbia, a tendersi sulla sabbia come un arco pronto a scoccare una freccia e uccidere. Purtroppo è questa l'impressione che da Edge, sembra quasi che voglia ucciderti con lo sguardo. Nei suoi occhi divampa un fuoco di ghiaccio.
Ero molto indecisa sul da farsi quindi rimasi lì a guardarlo per qualche secondo, finchè non decisi che la cosa migliore era avvicinarmi, almeno per salutarlo.
- Ehi Edge
- Bec! Che ci fai qui?
Sempre gentilissimo, un vero galantuomo, un cavaliere!
- Mi sono svegliata e non riuscivo a riaddormentarmi
Il suo viso era talmente così vicino al mio che quasi non riuscivo a parlare. Le sua labbra erano bagnate, rosse, allungate, sensuali, dolci, pronunciate, severe. Provavo una gran voglia di baciarlo.
Non riscivo a prendere il coraggio a due mani e stringerlo a me, non riuscivo a toccarlo, a toccare la sua perfezione, a toccare colui che era il protagonista assoluto dei miei sogni e delle mie fantasie. Non sopportavo l'idea di avere un contatto fisico. Quello avrebbe benissimo potuto essere uno dei miei sogni ad occhi aperti ma se gli avessi preso la mano sarebbe finito tutto.
Evidentemente avevo assunto una posa un pò preoccupante dato che Edge si è chinato su di me guardandomi negli occhi con uno sguardo che voleva essere dolce ma che mi sembrava comunque minaccioso e violento. Perchè tutto quello che fa non è lo specchio di ciò che realmente pensa o prova? Perchè lui non il Lui che vuole essere. E' come se la sua vera essenza fosse rinchiusa nel suo corpo troppo grande, nei suoi muscoli gonfi e sotto una cascata di riccioli biondi.
Edge si avvicinò a me e mi baciò leggermente sulle labbra.
Mi misi ad urlare come una forsennata. Perchè? Perchè l'aveva fatto? Tutte le mie convinzioni che mi ero costruita, l'idea di me, di lui, una finta illusione di felicità e di vita si era tragicamente distrutta così sotto i miei occhi, con un bacio.
Edge rimase paralizzato.
Io tremavo.
Aveva gli occhi bui e lucidi, secondo il mio parare. - Pensavo di piacerti almeno un pò.
Mi lasciò letteralmente senza parole. Per qualche secondo naufragai nei suoi occhi blu cercando un appiglio sulle sue folte ciglia scure. Aveva detto quello che avevo sempre sperato, eppure, non mi aveva fatto l'effetto previsto.
- Tu mi piaci e anche molto ma ora tu hai rovinato, hai frantumato il mio sogno, la mia illusione di te, il tuo Io interiore.
Come previsto dalla mia mente pochi secondi prima scoppiai a piangere.
- Ma questo non è un sogno Bec, è la realtà, la verità e io credo di averti appena detto che mi piaci
- Veramente no
- Ah ok...Allora te lo dico ora, mi piaci Bec. Mi piace il tuo modo di camminare, di sorridere, mi piacciono le tue mani, i tuoi capelli quando sono bagnati, i tuoi occhi quando sono rossi di pianto, mi piace il modo in cui fai surf, mi piace il suono della tua voce. Bec mi piaci tu.
Non mi aspettavo che Edge fosse tipo da fare questo.
- Non devi dire niente
Mi disse. Io non parlai. Lui si sedette più vicino a me e mi bacio.
Questa volta gli rimasi accanto, senza aver paura della realtà, di lui, di quanto potesse essere teneramente violento.
Avrei voluto dirgli tante cose, invece non parlai.

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Capitolo 2
*** Non posso credere che sia successo sul serio! ***


- Ora ci racconti tutto Bec!
Ecco come al solito non si può raccontare una cosa ad UN'amica che tutta la scuola ne deve essere al corrente.
Promemoria per le prossime volte che bacerò un ragazzo
(cosa che accadrà tra circa un milione di anni luce per i seguenti motivi:
1]Non mi toglierò Edge dalla testa così facilmente
2]Dove ne troverei un altro)
non dirlo mai e assolutamente mai più a Perri. Dopo aver dettagliatamente fatto un resoconto della situazione con Edge ci siamo messe un pò a parlare di altro. Cioè Perri parlava e io facevo finta di ascoltare quando invece pensavo ad Edge.
Non riuscivo a capire fino in fondo quello che era successo, ora stavamo insieme o no? Quel ragazzo è un mistero e più lo conosco e più mi sembra complicato da decifrare.
- ...Quindi Matt mi ha fatto capire che... Bec? Mi stai ascoltando?
- Cosa? Certo! Si, tu, Matt, capito
Un urlo quasi animalesco proveniente dal piano di sotto interruppe le nostre confessioni mattutine. Era Simmo che gentilmente ci invitava a prendere parte agli allenamenti. Effettivamente eravamo in ritardo. Ci vestimmo in fretta e furia e scendemmo di corsa in spiaggia.
Erano tutti là.
E c'era anche Edge.
Ero così felice ripensando a quello che era successo che gli corsi incontro. Lui mi squadrò e quando io mi avvicinai per baciarlo lui mi scostò con un gesto della mano. Rimasi praticamente immobile cercando di capire quello che nell'arco di pochi secondi era successo. Lui, Edge, quello che giusto poche ore indietro mi aveva detto che io gli piacevo, ora mi trattava con la più totale freddezza possibile. I suoi occhi non esprimevano più quella passione repressa, quella gioia quasi infantile, quell'affetto sincero.
Devo averlo sognato o almeno immaginato oppure mentre lui diceva qualcosa il mio cervello lo rielaborava. Perri e Matt stavno camminando mano nella mano e ogni tanto lui le dava dei baci sul collo. Sembravano felici, ora perchè non possiamo farlo anche io ed Edge, dopotutto stiamo insieme, almeno credo.
Deb con un fischio ci ordinò di tuffarci in acqua e io assorta nelle mie fantasie d'amore ubbidii. Salimmo in fretta sui surf e iniziammo a solcare le onde. Cioè gli altri lo facevano, io a malapena mi reggevo in piedi. Ero troppo pensierosa. Deb dalla spiaggia mi urlava qualcosa ma io ero troppo presa da me stessa e da Lui per prestarle attenzione. Cercavo tra i ragazzi Edge, la sua vista mi avrebbe dissetato, avrebbe messo pace nel mio cuore, gli avrebbe ricordato il bel motivo per cui stava soffrendo.
Lui era là.
Fiero, altero, era una meraviglia guardarlo, quando surfa diventa una persona diversa, riesce ad esprimere se stesso. Le sue gambe di piegavano leggermente in avanti, allargava le braccia sui fianchi, inarcava le spalle.
Su di me ha un effetto ipnotizzante, tanto che sporgendomi per guardarlo meglio sono caduta sott'acqua. Avevo il piede legato alla tavola e non riuscivo a risalire a galla. Percepivo la pesantezza del mio corpo e la quantità di acqua che mi circondava. Sembrava di essere rinchiusa in un pezzo di vetro. La luce filtrava attraverso l'acqua, attraverso di me.
Ad un tratto un qualcosa mi strattonò da questo stato di immobilità vitale e mi trascinò verso la superfice. La mia prima reazione fu quella di chiudere gli occhi e di spalancare naso a bocca per lasciare che la vita scorresse di nuovo in me. Ero raggomitolata tra le braccia di qualcuno che non avevo il coraggio di guardare. Gli pogiai distrattamente un dito sulla guancia e capii subito che non era altri che Edge. Non poteva non esserlo. Raccolsi tutto il fiato di cui disponevo per pronunciare in un soffio il suo nome.
Lui non mi rispose.
Dopodichè ricordo soltanto un grande buio e silenzio. E poi la mia stanza. Mi ritrovai stesa nel mio letto sotto un lenzuolo bianco con addosso praticamente nulla. Accanto a me c'era Fly seduta su una sedia che vegliava su di me.
- Finalmente la Bella Addormentata si è svegliata
Accennai un debole sorriso. Era incredibile che tra tanta gente lei avesse deciso di strami accanto in un momento così particolare. Cercai di concentrare tutte le mie forze in quella frase.
- E' stato Edge a salvarmi?
Silenzio. Un leggero colpo di tosse da fuori alla porta. Era lui.
Fly si alzò baciandomi dolcemente sulla fronte e uscì lasciando entrare Edge.
Era così bello. Mi prese la mano. - Sei stato tu a salvarmi?
Ripetei.
- No
Rimasi a dir poco squitizzata da quella risposta, non me l'aspettavo, cioè mi aspettavo che fosse stato lui a salvarmi quando invece magari sarà stato Simmo o Matt. Mi salirono le lacrime agli occhi ma per non farmi vedere in questo stato mi girai sul fianco. In questo modo non correvo il rischio di incappare nella severità del suo sguardo. Nelle sue labbra pronte e giudicarmi. Mi girai dall'altro lato per non vedere il viso di chi mi aveva illuso con tante belle parole, certezze ed un bacio.
Feci in modo di non vedere la persona che in quel momento era più importante per me, quella che avrei voluto ammirare giorno e notte, quella con cui avrei voluto condividere qualcosa e che invece mi aveva frantumato il cuore.

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Capitolo 3
*** Edge ***


Rimase lì distesa sul suo letto, girata dall'altro lato per non guardarmi. Sentivo che stava piangendo anche se faceva di tutto perchè io non me ne accorgessi. Potevo vedere solo la sua schiena nuda, le sue spalle leggermente abbronzate, il colle coperto dai capelli scuri. Stetti lì seduto in silenzio fin quando lei si addormentò. In cuor mio sorrisi e uscii dalla stanza chiudendomi la porta alle spalle.
Scesi dagli altri in cucina.
Io e Heath leggevamo una rivista di surf, le ragazze parlottavano tra loro e Matt stava come al suo solito sempre dietro a Perri. Simmo fece irruzione nella stanza con la sua voce di natura alta e con una sfumatura di comando.
- Ragazzi andatevi a preparare, vi porterò ad ammirare le onde più alte della stagione, non abbiamo molto tempo, correte!
- Ma Simmo c'è Bec che non è in grado di venire con noi
- Ok Fly se ci tieni tanto alla tua amica rimani tu con lei
D'un tratto non so dire che mi fosse successo ma mi alzai e quasi come un animale braccato mi avvicinai al coach.
- Resto io con Bec
- Il nostro Edge ha già fatto abbastanza l'eroe per oggi, vieni a goderti le onde
Vidi Perri sorridere e venirmi vicino. - Dai lascialo stare qui, dopotutto si è offerto volontario
- Ma avevamo deciso che Fly...
- A lei non dispiacerà!
- Ok ragazzi fate come volete ma io vi aspetto tra due minuti fuori, prendete l'attrezzatura e fate presto
Guardai Perri negli occhi, in quei suoi occhi che ridono, che esprimono gioia di vivere. Cercai di ringraziarla ma ero troppo in imbarazzo per farlo. Cercai di aprire la bocca ma inconsapevolmente serrai la mascella e tutte quelle belle parole di ringraziamento mi morirono in gola. Quasi come se mi avesse letto dentro Perri disse:
- Non l'ho fatto per te Edge, ma per Bec
E se ne andò.
E se andarono tutti.
C'ero solo io. E Bec.
Me ne andi in camera mia cercando di non pensare che giusto nella stanza accanto Bec dormiva placida e che la casa era deserta. Afferrai una pallina da tennis e presi a tirarla contro il soffitto. Non dovevo pensarci. Non dovevano venirmi in mente strani pensieri. Staren fantasie. Non doveva venrmi in mente lei. Avevo fatto di tutto perchè eli non influenzasse la mia vita, non vi entrasse a far parte semplicemente mi avrebbe distolto da quelli che per me sono gli obiettivi più importanti. Ma lei era là. Io non potevo farci niente.
Uscii dalla camera da letto deciso ad andare fuori ad allenarmi, almeno non avrei pensato a lei, ma passai davanti alla sua porta. Era aperta. Dormiva ancora. Il suo profilo magnificamente disteso si stagliava sulla parete bianca. Sembrava un angelo.
Con prudenza mi avvicinai e mi sedetti sul suo letto. Il suo respiro era calmo e regolare, aveva smesso di piangere ma aveva ancora il viso bagnato delle sue lacrime. Le misi una mano sulla spalla. Sentii la sua pelle bruciare sotto la mia, quasi come se avessi preso la scossa la scostai. Nel sonno si voltò verso di me.
Potei ammirare il suo viso, le sue guance, la sua bocca, i suo capelli che facevano da cornice ad un capolavoro assoluto. Non riuscii a resistere. La baciai.
In quel momento lei si svegliò.
Mi guardo con quegli occhi profondi sapendo che con un solo sguado avrebbe potuto dirmi di portarle la luna e io l'avrei fatto.
Mi abbracciò lasciando cadere il lenzuolo che copriva il suo corpo nudo. Sentivo il suo corpo premere sul mio petto.
La feci scostare e mi sedetti sul letto al suo fianco. Lei alzò il lenzuolo sulla mia testa e lasciò che ricadendo ci coprisse. La presi per i fianchi e la strinsi a me baciandola come non avevo mai fatto. Lei sue mani scendevano per abbassarmi il costume.
Ci ritrovammo soli, nudi e per di più a letto insieme.
Mi sentivo felice e credevo che il mio cuore mi stesse per scoppiare in petto per la gioia. Lei rideva, coglievo dentro di lei la stessa passione che io stavo provando in quel momento. Ero felice che stavamo vivendo quel momento insieme, provando le stesse emozioni.
Sorrisi, sorrisero i miei occhi, sorrise il mio cuore, sorrise con me tutto il mio corpo e lei lo percepiva. percepiva l'amore che c'era tra noi nonostante tutto. Lei capiva, mi capiva.
Facemmo l'amore.
Non ci sono parole per descrivere quei lunghi momenti, troppa felicità, troppo amore per il mio cuore. Lei si addormentò con un sorriso sulle labbra che non dimenticherò mai.
Stetti lì a guardarla dormire finchè non mi accasciai al suo fianco e il sonno non sorprese anche me.

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Capitolo 4
*** Grazie! ***


Tutto quello che ricordo è il suo corpo magnifico giacere accanto a me e dopo un'ombra.
Un urlo.
Le voci di Anna, Fly e Perri si accavallavano una sull'altra e si facevano breccia nella mia mente ancora assopita. Aprii gli occhi sul mondo e vidi Edge addormentato nel mio letto e le mie tre amiche sul ciglio della porta.
Urlavano.
Edge si alzò di soprassalto e ebbe una reazione orribile alla vista delle tre. Saltò giù dal letto mostrando anche alle altre le sue qualità fisiche.
Le urla si intensificarono.
Edge prese un'asciugamano e fuggì di corsa dalla mia stanza. Rimasi così, seduta sul letto, con i timpani a pezzi e consapevole che più di una persona in questo preciso momento mi stava giudicando.
- Tu ed Edge!
- Non ci posso credere
- Ma l'hai fatto?
- Ragazze calme, chiudete la porta e sopratutto non ditelo a nessuno, Deb e Simmo non devono saperlo
- Ovvio
- Hai la mia parola
- Ora dicci tutto
Ero consapevole che avrei dovuto confidarmi con le mie amiche, era il prezzo del loro silenzio. Allora lo feci, logicamente tralasciando alcuni particolari intimi
- Per quanto ho visto Edge è ben piazzato
- Perri!
Urlai arrossendo furiosamente e facendo un sospiro ripensando a Edge e a quanto Perri avesse ragione.
Bussarono alla porta e subito tutte e quattro ci zittimmo. Deb entrò per avere notizie delle mie condizioni di salute, le fece sinceramente piacere sapere che mi sentivo meglio. Stava per uscire quando il suo sguardo si posò sul costume di Edge, dimenticato da lui nella fretta, distrattamente adagiato sul comodino.
- E questo?
Disse prendendolo in mano e alzandolo in modo che tutte potessero vederlo.

*****

Corsi di filato in camera mia, Matt stava steso sul letto a leggere e Heath ero chino per cercare qualcosa nell'armadio. Mi videro entrare in quello stato e poi scoppiarono a ridere. Erano troppo stupidi o troppo ingenui per capire cos'era successo per la verità. Mi vestii in fretta e furia deviando le domande che cominciarono a nascere copiose nelle menti dei miei non tanto sprovveduti amici. Come avevo fatto a cadere in questa così troppo fitta rete d'amore. Tutto ciò vale il suo amore. Oh sì lo vale mille volte. Il ricordo di lei dominerà per sempre i miei pensieri futuri.
- Che fai, sogni ad occhi aperti?
- Oh ciao Deb
- Dimmi un pò Casanova è tuo questo costume?
- Sì ma dove...
- Era in camera di Bec, ne sai niente?
Ci avevano scoperti. Tutto sarebbe finito in tragedia da un momento all'altro. Tutti e due espulsi o soltanto io? Avrei dovuto dire addio al surf, a Bec, a tutto il mio mondo in pratica. Cosa avrei dovuto fare? Fare un'uscita regale, con un colpo di scena con un bel monologo stile William Shakespeare? Quasi mi salivano le lacrime agli occhi ma per rabbia più che per orgoglio cercavo di ricacciarle alle falde del mio essere. Quando d'un tratto il vero colpo scena, il vero eroe, il vero me che agiva in maniera razionale nel corpo di Matt.
- Senti Deb dovrebbe esserci anche il mio, trovato niente? Bec doveva lavare anche i nostri di costumi ma a quanto vedo credo che non le sia passato nemmeno per l'anticamera del cervello
- E' vero Disse Heath quasi ad incoraggiare Matt e a farmi capire che non sono solo.
Deb rimase un pò stupita, diciamo che le abbiamo dato una lezione, solo perchè è il nostro coach non deve mettere il naso nelle nostre faccende private o sbaglio.
Se ne andò così, senza risponderci, mollando il costume sul pavimento e chiudendosi la porta alle spalle.
I miei amici mi sorrisero in modo complice.
-Grazie ragazzi.

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Capitolo 5
*** Fosse l'ultima cosa che faccio ***


- E' la vostra grande occasione, dovete impegnarmi al massimo. Entro domani sceglierò i due partecipanti per la competizione di Adelaide, un ragazzo ed una ragazza. Rappresenteranno la Solar Blue quindi soltanto i migliori saranno scelti. Starete tre giorni ospiti del miglior albergo di tutta la città, cinque stelle tutto incluso, sarà per voi anche una buona occasione di rilassarvi un pò. Detto questo che vinca il migliore
Quando Simmo parla mi mette sempre un'angoscia addosso, lui crede che sia facile competere contro i propri migliori amici. Anche se devo dire che questa volta ho una gran voglia di vincere, deve essere fantastico andare lì, stare in acqua con i migliori surfisti, avere l'occasioni di conoscere gli sponsor. Sarebbe fantastico se venissi scelta. Il massimo però sarebbe andare ad Adelaide con Edge, in un albergo extralusso solo io e lui, passeremmo un pò di tempo da soli, senza paura di essere scoperti.
La nostra relazione procede anche se in segreto, Deb e Simmo non devono sapere che stiamo insieme, non approverebbero. Per fortuna abbiamo l'appoggio dei nostri amici, se non ci fossero loro.
Mi fa stare malissimo però vederlo agli allenamenti e non potergli stare vicino, non potergli parlare. E' una vera e propria tortura psicologica, ma è meglio così, per tutti e due. L'unico problema è che lui sembra non risentire di ciò, anzi. Capisco che vuole tenere segreto quello che c'è tra noi ma lui lo fa con tale noncuranza che sembra che davvero non gli importi niente di me.
Per questo voglio andare con lui a quella gara, è un ottima occasione per stare insieme, capire cosa esattamente c'è tra noi e come mai è così scostante con me.
La sera era il nostro turno lavare i piatti. Lo facevamo in silenzio sfiorandoci la mano ad ogni occasione. Gli dovevo parlare del mio progetto, ne sarebbe stato entusiasta.
- Edge che ne dici della competizione di Adelaide?
- Grandiosa, farò un figurone
- E poi potremmo stare in un albergo tutto compreso io e te da soli ti rendi conto?
- Sono sicuro che riuscirei a vincere, anche se sarebbe fantastico anche solo essere preso di mira da uno degli sponsor
- Non stai dimenticando qualcosa?
- Cosa?
- Me!
- Senti Bec, non voglio fare progetti, se non dovessi essere presa ci rimarresti male e mi dispiace
- Perchè dici così? Non si può pensare positivo una volta tanto?
- Io sono realista
- E poi perchè proprio io non dovrei essere presa? Non potrebbe succedere che passasse Matt o Heath al tuo posto
- Impossibile, sono molto più bravo e competitivo di loro
- E io no? O forse le altre sono migliori di me?
- Non intendevo dire questo, voi siete...allo stesso livello...ecco
- Tu non hai fiducia in me
- Basta Bec, abbassa la voce qualcuno potrebbe sentirci
- Io faccio quello che mi pare e ascoltami bene, io vincerò domani e andrò ad Adelaide
- Fa' il possibile sai che sarebbe fantastico
Odio quando fa così. Avrei voluto spaccargli la faccia. ma chi si crede di essere. Io voglio stare con lui ma Edge mi rende la vita impossibile. Devo vincere, devo dimostrargli che se una cosa la voglio la ottengo.
Farò quella vacanza con lui, fosse l'ultima cosa che faccio.
Salii in camera in fretta e furia, aprii l'armadio e tirai fuori il borsone da viaggio. Presi tutto quello che mi capitava sotto mano e con forza buttai tutto dentro. Avevo le lacrime agli occhi.
Se lui non confidava in me come avrei potuto vincere domani?

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Capitolo 6
*** Non preoccuparti amore andrà tutto bene ***


Era il gran giorno, ero davvero terrorizzato, non ero mai stato tanto in pena per una gara. Certo io ero sicuro di vincere ma potevo pensare lo stesso di Bec? In realtà ero troppo preoccupato per lasciarmi andare a fantasie, la spiaggia di Adelaide, Bec, la vittoria. Dovevo concentrarmi solo sul momento presente. Bec ce l'avrebbe fatta. Io ho fiducia in lei.
La giornata era l'ideale per surfare. Cominciano prima i ragazzi e poi dopo pranzo le ragazze.
Ci alzammo tutti presto, facemmo colazione, tutti tranne Heath, era troppo teso per mangiare e poi tutti in spiaggia. Sistemai a riva la mia tavola, stavo guardando il mare, cercavo di prendere confidenza con le onde e calmarmi, svuotare la mente di tutti i pensieri e occuparmi solo di essere scelto da Deb e Simmo, al resto ci avrei pensato dopo.
Bec mi si avvicinò.
- Non preoccuparti, andrà tutto bene
- Lo so
E mi lanciai, corsi verso il mare e cominciai a remare con le braccia. Al mio fianco vedevo i miei compagni che mi tenevano testa. Non dovevo innervosirmi. Quando arrivai abbastanza a largo mi alzai sulla mia tavola e tornai indietro lasciandomi trasportare dalle onde. Flettevo il mio corpo in modo da essere aerodinamico, le mie spalle rimanevano ferme e aprivo le braccia per essere in equilibrio. Da manuale.
Tornammo a riva tutti e tre. Simmo stava ancora scrivendo e quando ci sentì arrivare alzò lo sguardo dal foglio.
- Complimenti abbiamo uno dei vincitori.

****

Riuscivo a percepire la tensione di Bec, tutto ciò che la faceva soffrire o stare male in qualche modo colpiva anche me. Avrei voluto baciarla o almeno farle capire che non era sola ma il mio stupido orgoglio mi impediva ciò. Sapevo poi che questa era la sua battaglia, non la mia, avrebbe dovuto farcela con le sue sole forze. Mi sedetti sulla sabbia accanto a Deb e Simmo per spiare i risultati in tempo reale. Non so se era più tragica per me o per lei. Stavo male solo al pensiero di veder piangere Bec di nuovo, niente avrebbe dovuto più ferirla, dal momento che sono entrato io nella sua vita.
Ce la farai amore mio, supererai ogni ostacolo e sarai sempre più forte, io sarò qui e ti aspetterò, aspetterò che tu verrai da me.
Finalmente la gara è cominciata, l'attesa era snervante. Se devo essere sincero Bec non è partita nel migliore dei modi, ma recupererà, ne sono sicuro. Eccola, sembra quasi un angelo, quando è in acqua sembra che sia un tutt'uno con la natura, è spendida l'intesa che ha con l'ambiente che la circonda. Non devo distrarmi.
Guardai sul foglio di Simmo.
Perri era in netto vantaggio.
Coraggio amore mio, puoi farcela.
Aggiunge a Fly qualche punto.
Ecco, ora ha preso un'onda da favola, un'esecuzione perfetta, non può non metterle dei punti.
Infatti lo fa.
Perri aumenta ancora di più il suo vantaggio.
Bec le tiene testa.
La gara finisce.
Avrebbe davvero vinto Perri? Non potevo permetterlo.
- Ehi Simmo che te n'è parso?
- Perri è stata davvero brava, credo che darò a lei il posto
- E Bec? L'hai vista bene?
- Effettivamente sono un pò indeciso, Perri l'ha superata di pochissimo
- Ma c'è stato un momento che Perri sembrava stesse cadendo, invece Bec dimostra una certa dimistichezza con la tavola
- Cosa vuoi farmi capire Edge? Vuoi metterli tu i voti al posto mio?
- Certo che no
- Allora sparisci

*****

- Non posso credere che abbia vinto io, sul serio, è stata una sorpresa
- Anche per me
- Mi dispiace un pò che i piccioncini non siano potuti andare
- Ma dai lo so che sei felice di essere qui con me
- Cavolo dobbiamo sbrigarci, l'aereo sta partendo, presi i biglietti?
- Certo e i documenti?
- Li ho in borsa
- Dobbiamo andare di là, dai i biglietti e i documenti alla hostess
- Prego posso vedere le vostre carte d'imbarco e documenti
- Ecco qui
- Voi siete?
- Signorina Rebecca Sanderson
- Edge
- Prego?
- Scusi...volevo dire Dean Edgely

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Capitolo 7
*** Le ultime parole famose ***


- Pronto?
- Perri! Sono Bec!
- Tesoro come va? Il viaggio? Il posto? L'albergo?
- Tutto fantastico, è così romantico...
- E con Edge?
- Bene, anzi benissimo, avevo ragione questa vacanza ci farà proprio bene
- Vi invidio in una maniera incredibile, se io e Matt fossimo lì...
- Piccioncini siate felici per noi, senza rancore
- Sì senza rancore sono felice che alla fine Simmo abbia cambiato idea. Cosa ci avrei fatto ad Adelaide da solo con Edge?
La prima cosa che avevo fatto arrivata in camera era stata quella di chiamare la mia migliore amica e lasciare che la mia emozione s'incanalasse in quella telefonata. Edge era sereno, sorrideva ed era evidente che era, come me d'altronde, al settimo cielo.
La camera d'albergo sembrava quella delle principesse che si sognano da bambine, il letto gigantesco, una vasca idromassaggio che sembra una piscina, il frigo bar già tutto pagato, un balconcino delizioso con due sedie a sdraio per prendere il sole. Non potevo chiedere di meglio. Quando finii di parlare con Perri, che poi mi passò anche Fly ed Anna per farmele salutare, andai a sedermi fuori con Edge. Gli presi la mano, d'un tratto il suo sguardo s'era fatto più cupo.
- Che ti prende?
- Sono teso per la gara
- Fino a domani non dobbiamo preoccuparcene
- Già
- Dobbiamo soltanto pensare a stare insieme e recuperare il tempo perso
- Che ne dici della vasca idromassaggio?
Le idee di Edge sono sempre geniali. E' stato bellissimo stare abbracciata a lui mentre un getto d'acqua ti massaggia la schiena, mi sono stretta a lui lasciando che le sue dita mi accarezzassero il viso.
Ero immersa nei miei pensieri quando la voce di Edge mi fece tornare al mondo reale in una maniera anche un pò brusca. Mi sentivo come se mi avessero tirato un sasso in testa.
- Ti amo
Mi alzai in ginocchio per guardarlo negli occhi e lui mi baciò il collo.
- Come hai detto?
Forse era uno dei miei pensieri e non l'aveva detto per davvero, era solo la mia immaginazione.
Edge scandì lentamente le parole con una semplicità quasi infantile.
- Ho detto che ti amo
Non so spiegare il motivo preciso ma scoppiai a piangere e strinsi ancora di più Edge. Lui rimase un pò interdetto ma poi si lasciò catturare dalle mie braccia. I nostri corpi erano così vicini, quasi come se fossero una cosa sola e così i nostri cuori, provava quello che in fondo avevo sempre saputo, lui era lo specchio di me stessa. Anch'io lo amavo, lo amavo come la terra ama i fiori, come il cielo ama le stelle e come lui ama me. Allora perchè non gli ho detto ciò che provavo, mi sono limitata a rifuggiarmi in lui per fuggire da me stessa e dai miei sentimenti.
*******

- Che ne dici se andiamo a cena?
- Mi sembra un'ottima idea
Ero di ottimo umore, Edge mi amava, avremmo partecipato ad un'importante gara di surf e poi tutto era magnifico. Niente e ripeto niente avrebbe potuto gustare questa mia pace interiore.
Cos'altro posso dire se non: le ultime parole famose.
- Oddio! No, non ci posso credere! Dean, sei tu!
Scendendo le scale ci trovammo davanti una ragazza che praticamente era il mio opposto. Alta, bionda, un fisico perfetto che traspariva al di sotto di un abito completamente trasparente.
- Quanto tempo Dean caro, dammi un bacio
Edge era a dir poco sorpreso.
- Non mi dire che sei...Josie
- Esatto, su vieni qui e dammi un bacio
La sconosciuta biondo platino, che solo a vedermi mi dava sui nervi, strattonò Edge per il braccio e lo bacio velocemente sulle labbre. Inutile dire che andai su tutte le furie. C'è da dire però che quello che stava peggio era Edge, in un totale stato confusionale emotivo.
- Bec lei è Josie
- Piacere sono la ex fidanzata di Edge, immagino che ti avrà parlato tantissimo di me
Parlava ad una velocità impressionante e ogni parola era uno sputo di veleno. Avrei voluto urlare ma non potevo. Avrei voluto rallentare il corso del tempo o magari tornare indietro e non uscire dalla nostra stanza. Avrei voluto tante cose ma mi limitai a dire:
- Ciao io sono Bec, un'amica di Edge
Quella frase stupì più me stessa che lui. Amica? Come mi era saltato in mente di dire amica? Non solo ero la sua ragazza ma neanche mezz'ora prima mi aveva detto che mi amava e poi avevamo fatto l'amore nella vasca. Come mi era saltato in mente di dire amica?
- Edge? Che brutto soprannome, ora basta parleremo a cena siete invitati al mio tavolo stasera, sempre che a te faccia piacere, che ne dici Dean?
- Certo con piacere
- Allora andiamo
Lei prese Edge sottobraccio e camminava avanti ondeggiando il fianchi e fondoschiena. Io più lentamente li seguivo dietro pensando a qualcosa che non avevo mai considerato. Edge aveva una vita che non comprendeva me, tutto un mondo di cui ero allo scuro.
Cos'altro posso dire se non: le ultime parole famose.

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Capitolo 8
*** Dacci dentro ***


- Che serpe! E ora dov'è lui?
- Sta dormendo, è qui, a letto
- Senti Bec devi fare qualcosa
- Lo so ma cosa?
- Allora con calma. Domani hai la gara quindi rilassati, ci penserai in un secondo momento
- Pare facile
- Lo so ma fai un bel respiro, ci sentiamo domani, ok?
- Va bene, ciao
- Ciao
- Aspetta
- Che c'è?
- Grazie Perri
- Ti voglio bene, buonanotte
Molto a malincuore attaccai. Avevo bisogno di una persona amica con cui confidarmi. Il mio sogno d'amore e di vittoria era andato in frantumi.
- Hai finito di parlare con Perri? Dai vieni a letto?
- Eccomi
- Ti sento strana, che hai?
- Niente solo che non mi piace quella ragazza
- Chi Josie? Ma dai è simpatica
- Era la tua ragazza...
- Appunto
- ...E io non ne sapevo niente
- Dai dormi, domani andrà meglio
Volevo dirgli "lo spero" ma stetti in silenzio. Lui si strinse accanto a me, mi cinse con le braccia e si addormentò. Io rimasi sveglia ancora un pò. Guardavo il soffitto, la stanza buia e cercavo la luna con lo sguardo fuori dalla finestra. Alla fine il sonno sorprese anche me tra le braccia di Edge e mi addormentai sperando in un fururo migliore.

***********

La gara stava per avere inizio, era ad eliminazione diretta, se venivi fatto fuori non c'era modo di tornare in pista. Cominciavano prima i ragazzi, così dopo avermi baciata e rassicurata Edge corse in spiagga per la prima batteria.
Io mi sedetti vicino al tabellone dei punteggi per guardare il mio Edge che si faceva onore. Ce l'avrebbe fatta, lo sapevo.
La gara cominciò, tutti si tuffarono in acqua, erano quasi una cinquantina e lo scopo era quello di farsi notare con qualche acrobazia. Ero troppo impegnata ad esultare che quasi non mi accorsi che Josie si sedette proprio accanto a me.
- Ciao
- Ciao
- Edge se la sta cavando abbastanza bene
- Ce la farà
- Posso farti una domanda?
- Solo se poi anch'io posso fartene una
- Tu e Edge state insieme?
- Sì
- Si vedeva da come lo guardi e sopratutto da come guardi me Appoggiai la testa sulle ginocchia
- Cosa c'è stato di preciso tra te ed Edge?
- Io e Dean siamo stati insieme due anni, ci siamo lasciati quando seppe di essere stato ammesso alla Solar Blue, mi lasciò lui.
- E lui ti piace ancora?
- Moltissimo, comunque attenta è un ragazzo pericolo, scommetto che già ha detto di amarti...
Quello fu davvero un colpo basso.
- ...Lo dice a tutte le ragazze, solo così per fare scena
Ero senza parole, sconvolta, triste e demoralizzata.
- Tutti i surfisti della categoria sono pregati di recarsi presso i giurati.
Edge aveva finito. Ora si trattava solo di scoprire se poteva accedere alle finali o meno.
Senza neanche guardarmi Edge corse sulla sabbia, lasciò la tavola e si unì agli altri.
- E i cinque finalisti di questa competizione sono:
Jesse Grodel, Micheal Cunnigham, Peter Smith, Dean Edgely e Roger Green
Ce l'aveva fatta il mio amore era in finale.
Corsi da lui, Edge mi prese tra le braccia e cademmo sulla sabbia. Eravamo troppo felici. Ci rotolammo finchè eravamo talmente pieni di sabbia da far paura e continuammo a ridere fin dentro la stanza. Ridevamo mentre ci facevamo la doccia, ridevamo quando brindammo alla sua vittoria. Ma ero davvero così serena come davo a vedere? Quella ragazza aveva gettato un'ombra sulla mia felicità ma non volevo che Edge se ne accorgesse.
E poi dovevo rimanere calma perchè tra poco toccava a me.

***********

- Perri ti sta squillando il cellulare, credo sia un messaggio
- Arrivo Fly

from: Bec to: Perri
Ciao Perri, indovina chi è arrivata in finale e chi no! Che bello non vedo l'ora che venga domani, dici a Simmo che io e Edge siamo passati. Brutte notizie in campo sentimentale, quando puoi chiamami sul cellulare. Salutami tutti. Un bacio. Bec

Mi faceva infinitamente piacere che sia Bec che Edge fossero arrivati in finale. Anche se mi dispiaceva per la situazione che Bec stava vivendo. Conosco Bec tanto da sapere che sta soffrendo immensamente e non se lo merita, è una ragazza fantastica e deve essere felice. Certo che Edge è proprio un cretino, poteva anche farle capire che lei è l'unica invece di tentennare. Maschi, chi li capisce è brava. Tutti credono che il mio rapporto con Matt sia perfetto mentre invece non è affatto così, ma preferisco pensare a Bec così da non pensare ai miei di guai.
Andai in cucina, Anna stava cucinando e Heath le dava una mano. Mi sedetti accanto a loro e li informai delle grandi novità riguardo i nostri amici. In finale. Quasi non ci credo, il problema è che Bec si farà troppo condizionare e si farà mettere sotto pressione. Forza amica mia puoi farcela, anzi devi farcela!

from: Perri to: Bec
Non avevo dubbi a riguardo, nella vita si è bravi a fare solo una cosa lei lo è già a rovinare le coppie, non poteva esserlo anche nel surf. Sei grande, mi raccomando dacci dentro. Siamo tutti con te. Non pensare a chi vuole metterti i bastoni tra le ruote, tu ce la farai a superare ogni ostacolo, anche con Edge. Salutamelo. Un abbraccio collettivo.
Perri


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Capitolo 9
*** Bec, Bec, stavo dicendo di Bec? ***


Bec si era alzata presto, in tensione per la gara era andata ad allenarsi. La gara sarebbe cominciata a momenti ma io non sapevo se andare a vederla o meno. Se era scesa di buon'ora voleva dire che aveva voglia di stare da sola, se no avrebbe svegliato anche me.
Forse avrei dovuto lasciarla libera. Ero molto indeciso, forse sarebbe stato meglio chiedere a chi ne sapeva sicuramente più di me in fatto di donne.
Provai a chiamare Matt sul cellulare ma non rispondeva, o era in acqua o con Perri in entrambi i casi non avrebbe certo dato retta a me.
Ero inquieto, guardavo l'ora ogni cinque secondi, Bec ora era in acqua, sono sicura che ce la stava mettendo tutta. Sarei sceso per la premiazione. Mi spogliai e andai in bagno per farmi una doccia. Mentre mi insaponavo le spalle cercavo le parole adatte da dire a Bec quando l'avrei incontrata vincitrice.
Un rumore di porta che si apre.
Il mio corpo si irrigidì. Chi poteva essere? Forse la cameriera. Tranquillo. Respirai profondamente.
Bec, Bec, stavo dicendo di Bec? Oddio ero così teso, sarebbe stato meglio andare in spiaggia a fare il tifo per lei? O si sarebbe emozionata troppo? Ok deciso, scenderò subito in spiaggia, non ce la faccio, l'attesa è straziante. Chiusi di fretta l'acqua, presi un'asciugamano e uscii dal bagno.
Josie era seduta sul letto.
Cercai di coprirmi il più possibile con l'asciugamano.
Lei si alzò e mi venne vicino, camminava lentamente. Io ero rimasto a dir poco paralizzato. Odio il fatto che nei momenti cruciali io non so mai che fare.
Era praticamente a meno di un metro da me.
- Che ci fai qui?
- Dai Dean, non fare finta di niente, lo so bene che anche tu lo vuoi
- Vattene
- Sempre gentile vero?
- Non ti basta quanto mi hai fatto soffrire quando mi hai lasciato solo perchè saremmo stati distanti per un pò
- Errori, ora ti voglio
- Io amo Bec
- L'hai detto tante volte
- Io la amo sul serio
- Sei un uomo Dean, ogni uomo deve rispondere al richiamo dell'altro sesso, in questo momento mi desideri, puoi avermi e la tua Bec non lo verrebbe mai a sapere
- Vattene
Quest'ultima parola risuonò più come una preghiera che come un comando.
Ora si era avvinghiata a me. Le sue dita scorrevano lungo la mia schiena nuda e ancora bagnata.
Potevo sentire il battito del suo cuore, il rumore del suo respiro. Con il braccio lasciai l'asciugamano che cadde innocentemente a terra e l'allontanai da me.
Lei cadde per terra.
Mi guardò.
Riuscivo a seguire il suo sguardo prima dal mio viso al petto e poi dalla vita in giù.
Si alzò in piedi.
Bec entrò dalla porta.

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Capitolo 10
*** C'è solo una cosa da fare ***


Quello che mi si presentò davanti agli occhi fu uno scenario apocalittico. Come aveva potuto farmi questo? Edge era andato a letto con quella Josie mentre io facevo la gara, ecco perchè non era venuto a vedermi e pensare che io l'avevo aspettato fino all'ultimo. E aveva detto che mi amava.
Ci sono tanti modi di reagire ad una brutta notizia. Questo è uno di quelli.
Mi avvicinai con una voglia indescrivibile di riprendermi il mio orgoglio ferito. Non avrebbe potuto neanche volendo evitare il mio pugno. Barcollò e scivolò sul pavimento. Le lacrime avevano ormai inondato i miei occhi, la rabbia mi saliva da dentro e avrei voluto continuare a picchiare ma sapevo che non sarebbe servito a niente.
Era come se fossi morta dentro.
Così sferrai l'ultimo colpo, non con le mani ma con la parola.
- Ti odio Edge
E me ne andai. Presi il trofeo che avevo lasciato cadere al ciglio della porta e me ne andai. Percorsi il corridoio piangendo, ero così adirata, ma non con lui, con me stessa che gli avevo concesso di insinuarsi nel mio cuore così facilmente, che avevo ceduto ai baci, alle carezze, alle effimere parole. In realtà non era lui che odiavo ma bensì me stessa. Mi fermai e mi sedetti per terra. Pogiai il premio al mio fianco e lo guardai accennando un sorriso. Avevo vinto. Avevo vinto cosa? Come potevo essere felice se non potevo condividere la mia gioia con Edge. Sentivo il mio amore straripare come un fiume in piena.
Avevo bisogno di sentire una voce amica. Al piano di sotto c'era un telefono a gettoni, mi feci prestare i soldi dal portiere della hall e feci la mia telefonata.
- Pronto qui Heath chi parla?
A sentire la voce del mio amico scoppiai a piangere più forte.
- Pronto? Pronto chi è?
- Heath...
- Bec, Bec che ti è successo? Parla
- Perri. Passami Perri
- Subito ma tu stai bene?
Non riuscii nemmeno a dire di non preoccuparsi. Lui evidentemente dovette capire e diede il telefono a Perri.
- Tesoro!
- Perri
- Che cosa è successo? Se è perchè non hai vinto vengo fino ad Adelaide e ti tiro i capelli
- No, no, ho vinto
- Hai vinto, allora non capisco, spiegami
La mia voce si era fatta terribilmente nasale.
- EDGE E'ANDATO A LETTO CON QUELLA MENTRE IO ERO IN SPIAGGIA
Urlai con tutta l'aria che mi era rimasta in corpo quasi come se volessi trasmetterle il mio dolore.
Perri non rispose.
Cominciò anche lei a singhiozzare.
Piangevamo insieme, senza pudore nè inibizioni. Due amiche che piangono, io che faccio una costosissima telefonata solo per piangere e il bello è che era proprio quello di cui avevo bisogno. Alla fine Perri tirò su col naso e mi ordinò:
- Torna subito qui, tanto ormai la tua coppa ce l'hai, torna qui! Non aspettare Edge, torna da sola ma torna!
Finirono le monete.
La comunicazione s'interruppe.
Mi piegai sulle ginocchia. Tornare? E come?
Tornai in camera e trovai Edge da solo, indossava la maglietta che gli avevo regalato. Appena mi vide venne da me e mi abbracciò, io non ebbi la forza di oppormi. Quasi svenni tra le sue braccia che cercavano quasi di penetrare nella mia anima per strapparmi dalla mente ciò che avevo visto.
- Ti giuro che non è successo niente
Quasi come se fossi addormentata mi scostai da lui ed uscii fuori al balconcino.
- Bec, guardami, parlami almeno, insultami dimmi qualcosa, non puoi tenere tutto dentro
Io continuavo imperterrita nel mio silenzio.
- Non c'è stato niente, ok io ero nudo ma ero appena uscito dalla doccia, lei era lì ma non c'è stato niente, non l'avrei mai permesso, io ti amo, chiedilo a lei se vuoi ma è così, Bec credimi è così
- Io me ne vado
- Non puoi andartene, domani io ho la gara e poi ci sarà la festa per i vincitori e poi c'è il nostro volo, già prenotato e pagato per giunta
- Io me ne vado
- Possibile che tu non mi creda? Pensavo che il nostro rapporto si basasse su lealtà e sincerità reciproca
- Proprio tu mi vieni a parlare di lealtà e sincerità?
- Non c'è stato niente
I suoi occhi mi sembravano così schifosamente sinceri. Ma non potevo cascarci di nuovo
- Perchè ti ostini a mentire?
- Perchè tu ti ostini a non credermi?
- Credevo mi amassi
- Infatti è così, farei qualsiasi cosa per te
- Sì? Allora partiamo, adesso, insieme
- E la gara?
- Ritirati
- Se la metti così c'è solo una cosa da fare

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Capitolo 11
*** Chiamata in arrivo "Amore mio" ***


- Non puoi chiedermi questo
- Certo che posso, vedi lo faccio: torna con me a casa
- E rinunciare all'occasione della vita? Mai, va avanti senza di me
Ecco si era giocato anche l'ultima occasione che gli avevo dato. Ora gli altri non potevano rimproverarmi di non averci provato, gli avevo fatto un'offerta in nome di quello che lui dice di essere amore per me e niente. Ok partirò da sola ma niente e ripeto niente sarà più come prima. Preparai la valigia, parlai a lungo a telefono con Simmo convincendolo a spostare la prenotazione per il mio volo. Tutto era pronto. Chiamai l'ultima volta dalla camera Perri dicendole che sarei arrivata tra qualche ora, le dissi di non preoccuparsi e di prepararsi ad uno sfogo di prima maniera.
Attaccai.
Rimasi seduta sul letto a fissare la stanza, quelle semplici pareti che avevano ospitato l'amore mio e di Edge per un giorno. Un giorno che non dimenticherò mai. Perchè Edge ha rovinato tutto? Perchè ha deciso di mandare in pezzi la mia vita? Non riesco ad odiarlo anche se ne avrei tutti i motivi, non riesco a provare rancore, sento soltanto una gran nostalgia di quei bei momenti che trascorrevamo insieme a ridere e parlare. Edge rimarrà sempre nella mia memoria anche se la nostra storia ormai è arrivata ad un vicolo cieco. Raccolsi le mie cose e me ne andai. Edge dopo la mia sfuriata se n'era andato in spiaggia a pensare e la stanza dopo che io me ne sarei andata sarebbe rimasta vuota. Vuota come la mia testa, come il mio cuore, come la mia anima, completamente svuotata di ciò che le dava la vita: l'amore.
Presi le chiavi e chiusi la porta. Trascinai la valigia fino all'ascensore e scesi. Tra tanta gente quasi riuscivo a perdere la mia identità. Chi era Bec? Dopotutto nemmeno io sapevo chi fossi. Io ero io in quanto c'era qualcuno che mi rendeva tale che amava il mio io e gli dava una forma, dei sentimenti. Perdendo Edge io ho perso anche me stessa. Un cameriere mi aiutò a portare la valigia. Posai le chiavi alla recepsion, salutai e chiamai un taxi.
Il tassista mi aiutò con i bagagli e mi aprì la portiera, stavo per salire in macchina quando qualcuno mi afferrò per un braccio. Edge? Possibile che fosse lui? Ti prego fa che sia il mio Edge pentito e pronto a ricominciare.
- Devo parlarti
-Cos'altro vuoi? Non credi di aver fatto abbastanza
- Non ti sono mai stata simpatica ma almeno ascoltami, tra me e Edge non c'è stato niente. Io avrei voluto l'ho tentato e non posso negare di averci provato ma lui mi ha respinto e sai che ha detto
- Non voglio saperlo
- Ha detto: "Io la amo" e l'ha detto con degli occhi che avresti dovuto vederlo, insomma, ascoltami, non fidarti di un giudizio affrettato, dagli retta, non è un bugiardo Mi liberai della sua presa e chiusi lo sportello.
- All'aereoporto
Stavo facendo la cosa giusta? Anche se volevo apparire tanto sicura, con Edge, con Josie, addirittura con me stessa, io ero attanagliata dai dubbi, dai sensi di colpa, dalla tristezza, dai rimorsi, dai ricordi. Avrei voluto cancellare Edge dalla mia vita come se non fosse mai esistito ma purtroppo non era possibile. Non me la sentivo di perdonarmi, sarebbe stato un gesto troppo grande, qualcosa che lui non avrebbe fatto al mio posto. Non aveva neanche accettato di tornare con me.
Ero un pò in anticipo per il mio volo ma avevo preferito fare le cose di fretta ed allontanarmi da quel luogo il più presto possibile.
D'un tratto però mi pentii di non aver salutato Edge. Era stata una mossa affrettata e infantile. Come sarebbe stato rivederlo a scuola? Senza contare che viviamo sotto lo stesso tetto. Avevo sbagliato, avevo sbagliato. Presi il cellulare e provai a telefonargli. Guardando lo schermo sorrisi. Nella rubrica l'avevo rinominato "Il mio piccolo Edge". Mi sembrò così strano premere il pulsante della chiamata e veder lampeggiare questo nome sul display.

Mi ero rifugiato in spiaggia per fuggire da me stesso. Mi odiavo. Avevo fatto soffrire la mia Bec, ero un essere ignobile, orribile. Perchè non riesco a reagire nei momenti cruciali, avrei potuto fare tante cose perchè ho scelto di restare immobile e aspettare che Bec rientrasse? Perchè? Era tutta colpa mia. Certo lei non poteva chiedermi di rinunciare a partecipare alla finale, avevo faticato tanto, mi sono allenato per anni per veder sfumata la mia possibilità, la mia unica possibilità per il momento. Il mio cellulare iniziò a squillare, lo presi dalla tasca dello zaino.
Chiamata in arrivo "Amore mio".
Avrei dovuto rispondere o no? Rispondere per litigare ancora, rispondere per fare pace.
- Pronto Bec?
- Edge stai zitto non dire niente lascia che ti dica io una cosa...
Qualche secondo di silenzio.
- ...Ti amo stupido
Era sicuramente la cos che meno mi sarei aspettato in quel momento. Ecco ora ero in crisi più di prima.

************

Cosa mi era saltato in mente? Ti amo? In una situazione come quella, Edge mi aveva fatto proprio perdere la testa. Il mio volo partiva tra un ora e per ingannare il tempo mi misi a leggere una rivista di surf che per puro caso avevo rubato ad Edge qualche giorno prima. Proprio sopra un articolo sul kiteboard, sotto la scritta "Da far leggere ad Anna" ce n'era un'altra, più piccola, a matita.
Te lo scrivo qui dato che oltre ad esserti impossessata del mio cuore prendi possesso anche delle mie cose. Sei grande Bec Sanderson, rimani sempre così.
Schifosamente melenso.
Chiusi la rivista e pogiai la testa tra le mani. Riposare non mi avrebbe certo fatto male.
- Ultima chiamata per il volo 451/00 in partenza...
Era il mio, raccolsi le mie cose, il borsone e mi diressi verso la hostess. Tra poco mi sarei lasciata tutto alle spalle. Non vedevo l'ora di tornare alla vecchia vita, quasi come se questo sforunato incidente non fosse mai successo, tornare da Perri, Matt, Heath, Fly e Anna, tornare alla mia spiaggia, tornare da Joe, tornare dal vecchio Edge, quello che almeno faceva finta di provare qualcosa per me. Mi feci spazio tra le persone camminando a stento e trascinandomi verso il mio posto. Il mio posto che era occupato da uno zaino. Sul sedile accanto era seduto un ragazzo biondo che leggeva un quotidiano.
- Da quando in qua t'interessa la cronaca?
- Da quando hai cominciato a rubare le mie riviste di surf
- Sposta qua e fammi sedere.

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Capitolo 12
*** L'ho fatto perchè ti amo ***


- E così ha ccettato di tornare qui senza partecipare alla gara?
- Era il minimo Perri, non mostrarti così sorpresa
- Lo sono Bec, anzi mi sembra quasi che sia tu quella che non capisce, dico, ti rendi conto cos'ha fatto Edge per te?
- Ha rinunciato ad un contest, e allora?
- E allora? Tu Edge lo conosci meglio di me e sai quant'è importante per lui vincere, anzi competere, se ha accettato di tornare con te, credo tu tu debbe credergli
- Ma non eri dalla mia parte?
- Io non sono dalla parte di nessuno, dico solo che tu la tua occasione l'hai avuta, Edge no, lui ti ama
- Se mi amasse non avrebbe fatto quel che ha fatto
- Ma ne sei certa? Lui è un ragazzo sincero e poi non hai avuto di questi problemi, lui non ha occhi che per te
- Lo vedremo
Ero furiosa, la mia era quasi una provocazione. L'avevo invitato, se come diceva non era successo niente, a seguirmi, a tornarcene a casa, a rinunciare all'occasione della vita e lui l'ha fatto.
A volte gli uomoni fanno qualcosa di grande, un gesto eroico che ribalta completamente la situazione, posso compiere un gesto, dire una parola, in questo caso ha preso un aereo. Non è mica una cosa da nulla.
Ero molto combattuta sul da farsi. Io lo amavo. Su questo non c'era ombra di dubbio quindi avrei dovuto far finta di niente e far andare avanti la nostra storia come se niente fosse successo? Avrei tanto voluto, sul serio, avrei volentieri rimosso ogni cosa di quel giorno e tornare a guardarlo con gli occhi di ieri. Ma non è così. Non sarà mai così.
Me ne andai fuori in veranda a pensare un pò. Il vento dell'oceano mi faceva bene. Mi appoggiai alla ringhiera con la testa rivolta alla spiaggia.
Sentii la rabbia sbollire dentro di me, la tristezza sfumare lentamente. Per un momento il desiderio di perdonare Edge aveva sovrastato ogni altra cosa. Edge aveva avuto il sopravvento su tutto. Compreso la mia dignità. Lo amavo troppo per continuare questa farsa, che d'altronde faceva più male a me che altro.
Edge era alle mie spalle.
- Ciao
- Scusami
- E per cosa?
- Per tutto, per averti costretto a rinunciare alla gara, per non averti creduto, per tutto insomma
- Tu non mi hai costretto, io l'ho fatto perchè ho voluto farlo, l'ho fatto perchè ti amo e sono felice che tu abbia capito che io non ti avevo mentito
- Sono felice anch'io
- Tra di noi non ci deve essere più niente
- E nessuno
- Esatto
Mi prese la mano e la strinse forte alla sua.
Il mare era calmo.
Ero tornata alla vecchia vita, agli amici e alla felicità, quella genuina, innocente, pura, pura come l'oceano.
Baciai Edge ininterrottamente mentre lui mi teneva per i fianchi. Il mio Edge, mio e basta.
Un colpo di tosse.
Ci girammo contemporaneamente.
- Bec Sanderson mi sa che dovremmo fare una bella chiacchierata, perchè non mi raggiungi nel mio ufficio?
Era Simmo.

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Capitolo 13
*** Lo scoop è sempre dietro l'angolo ***


Seguii Simmo nel suo ufficio. Lui se ne stava sulle sue, non era come al solito. Stette zitto finchè non entrammo nel suo ufficio e chiuse la porta a chiave. Il rumore della chiave che girava nella toppa mi spaventò un pò senza sapere esattamente di cosa avere paura.
Si sedette dietro la sua scrivania e mi invitò ad accomodarmi.
- Noi dobbiamo parlare. Spero che tu abbia un motivo valido per essere voluta tornare qui con un giorno di anticipo, aver fatto rinunciare alla Solar Blue a concorrere nella categoria maschile. Ti rendi conto vero di quello che ho dovuto fare per farti tornare? Spostare il volo, annullare la prenotazione dell'albergo, dimmi solo il perchè
- Io, io non mi sentivo bene
- Ma ora sei in splendida forma o sbaglio?
Io arrossii, non sapevo che inventarmi questa volta. Mi sarei dovuta aspettare che Simmo prima o poi mi avrebbe fatto delle domande a proposito.
- Simmo voglio dirti la verità, non c'è un motivo, ero molto depressa, stanca, scusami
- Io invece so che cosa è successo. Vuoi saperlo? Tu ed Edge state insieme, avete litigato e tu per una stupida scaramuccia d'amore hai mandato all'aria tutto. Non è forse così?
- Io ed Edge? Ma dai, cosa vai a pensare?
- Vi osservo da un pò e questa volta ne ho la conferma. Vuoi sapere una cosa. Per il contest avevo scelto Perri ma poi ho pensato di metterti alla prova, sapendo che avevi una relazione con Edge. Non hai l'hai superata Sanderson. Potrei espellere entrambi lo sai?
Io non riuscivo quasi a parlare, era come se il mio più grande incubo si fosse concretizzato sotto i miei occhi increduli.
- Però per tua fortuna sono buono e potremmo arrivare ad un incontro
- Davvero?
- Certo, vieni qui e te lo spiego
Mi alzai e mi andai accanto a Simmo. Ero così felice, era una gran fortuna avere un coach come lui.
Questi pensieri mi morirono nella testa nel momento in cui mi mise una mano dietro alla schiena e l'altra sul petto.
- In cambio del mio silenzio voglio solo una cosa Sanderson Non riuscii a trattenere un urlo.

*******

- Sono preoccupato per Bec
- Ma dai, calmati Edge
- Io riesco a percepire quando le cose non vanno bene e qesto è uno di quei momenti. Chi viene con me?
Gli altri si guardarono in faccia.
- Non mi sembra il caso, Edge calmati
- No io vado ma ho bisogno di qualcuno che venga con me
- Vengo io
- Perfetto Heath, però per piacere posa quella videocamera. - Non si sa mai Edge, lo scoop è sempre dietro l'angolo Cercammo di appostarci davanti alla porta ma era chiusa a chiave. Avremmo provato a guardare dalla finestra. Uscimmo fuori e facemmo il giro della casa. La finestra era molto in alto e non sapevamo come raggiungerla.
- Prendimi sulle spalle
- Edge ma sei matto, meglio che tu prenda me, sei più forte e io peso di meno
- Va bene genio ma sbrighiamoci
Mi piegai sulle ginocchia e lasciai che Heath mi si arrampicasse sulle spalle. Se ne stava lì in piedi con la videocamera puntata verso l'ufficio. Non capivo niente. - Mi dici che succede?
- Parlano ma non sento che cosa dicono, il vetro è troppo spesso
- Stai riprendendo?
- Sì
- Invece di pensare a cose serie
- Aspetta Bec si è alzata, va verso Simmo
- E poi?
- Aspetta, oddio Edge, Simmo la sta palpando
La voce di Heath, il mio cervello che elaborava la notizia, l'urlo di Bec che ruppe il confine del suono, ruppe la bolla di silenzio che ci si era formata intorno.
Quasi come se fossi stato chiamato, come se quell'urlo fosse in realtà il mio nome, cominciai a correre.
Heath cadde per terra ma non mi fermai ad aiutarlo. Il mio solo pensiero era Bec, dovevo andare da lei.
La porta era ancora chiusa. Cominciai a prenderla a spallate, le diedi un calcio con tutta la forza che avevo in corpo e quella s'aprì.
Vidi Bec con uno sguardo di pure terrore e Simmo che la toccava. Mi sentivo come un animale ferito, volevo soltanto sfogare la mia rabbia su di lui. Aveva fatto del male alla Bec e non l'avrebbe passata tanto liscia. Bec si scostò e io diedi un pugno a Simmo che cadde dalla sedia.
- Non osare più toccarla porco
- Siete fuori, siete fuori tutti e due, espulsi, avete firmato la vostra condanna sciocchi.
- Sbagli Simmo, sei tu che sei fuori
Heath era fermo sul ciglio della porta tenendo la video camera in mano.
- Ecco a che serve Edge, lo scoop è sempre dietro l'angolo

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Capitolo 14
*** Un bel respiro ***


Erano stati tutti provvidenziali, Heath, ma sopratutto Edge, non potrò mai dire loro grazie abbastanza.
Non mi sarei mai aspettata che Simmo potesse essere capace di mettermi le mani addosso. Eppure e stato così. Da quel giorno i nostri rapporti sono stati sempre più minimi. Non ci ha espulsi, ma per il semplice motivo che sapeva che se l'avesse fatto Heath avrebbe mostrato il video al capo della Solar Blue. I nostri problemi erano risolti, almeno per il momento.
Da quando io ed Edge ci eravamo messi insieme non ce n'era andata una per il verso giusto. Ora potevamo fare surf insieme, andare in spiaggia insieme, fare la doccia insieme, insomma vivere la nostra vita di coppia finalmente.
O almeno era quello che pensavo.

***********

Che bello che si era tutto chiarito, Edge e Bec avevano ricominciato a stare insieme come una vera coppia, Simmo, diciamo che non poteva farci niente dato che grazie all'intervento del mio tesoro potevamo ricattarlo a nostro piacimento e con gli altri tutto bene. A scuola ce la si cava e invece col surf va benissimo come al solito. Io sono sempre felice, è raro vedermi triste quindi anche quel giorno avevo il sorriso sulle labbra quando sono andata in camera.
- Bec è passata per portarmi quel libro?
Anna dal letto fece segno no. Pazienza, sarei andato a prenderlo direttamente in camera sua dato che lei non ha la minima considerazione di me e dei miei bisogni.
La porta della stanza era aperta ma non c'era nessuno dentro. La spinsi piano ed entrai, non volevo sentirmi una ladra, dovevo solo riprendermi quel libro che mi serviva per il giorno dopo e poi filare.
Eccolo là sulla libreria. Lo tirai fuori e caddero per terra tutta una serie di foglietti. Mi chinai per raccoglierli. Nella mia testa sapevo che non potevo leggerli, sarebbe stato come violare la privacy di Bec ma mentre li raccoglievo il mio sguardo cadde su di un foglio, anzi un foglietto illustrativo.

- Anna, Bec è incinta
Anna si alzò dal letto, si aggiustò i capelli e si voltò verso di me.
- Che cosa stai dicendo Fly?
- Ho trovato tra le sue cose il foglietto illustrativo del test di gravidanza
- Hai frugato tra le sue cose?
- No è caduto da solo, il punto è un altro, Bec avrà un bambino, ma ti rendi conto? Dovrà lasciare la scuola, il surf, dovrà lasciare noi
- Come è potuto accadere, non pensavo che fossero così, insomma, irresponsabili
- Ed Edge lo saprà?
- Non ne ho idea
- Non dovremmo dirlo a nessuno
- Hai ragione, silenzio assoluto
- E con Bec?
- Facciamo finta di niente
Un bambino, qualcuno nascerà da Bec. Bec la nostra amica, Bec a cui piace divertirsi, fare surf, Bec che ama Edge. Edge padre? Non me lo vedo proprio. E Heath che padre sarebbe? Ma perchè mi faccio queste domande? Il problema reale è cercare di parlare con lei o almeno con lui per dire che hanno tutto il nostro appoggio. Inconscenti che non sono altro.
Ero pensierosa e senza pensarci andai a sbattere contro Heath.
- Stai attenta piccoletta
- Scusa Heath. A proposito posso farti una domanda?
- Certo spara
- Ma noi ci diciamo sempre tutto? Non dobbiamo avere segreti l'uno con l'altra?
- E' giusto. Perchè c'è qualcosa che devi dirmi?
Lo so che l'avevo promesso ad Anna ma Heath è Heath, il mio ragazzo e poi a chi potrebbe dirlo, capirà e anzi mi aiuterà a reagire al colpo. Colpo? Sembra che sia io quella incinta e non Bec. Ora glielo dico. Calma. Un bel respiro.
- Bec è incinta
- Come?
- Aspetta un bambino
- Stai scherzando spero, no ne sono certa, ma non dirlo a nessuno mi raccomando
- Se lo dici tu
- Ora devo andare
- Ciao scricciolo

******************

Fly corse via lasciandomi da solo con questa triste verità. Era una cosa sconcertante, ero a dir poco allibito. Non me lo sarei mai aspettato da Edge, credevo che fosse assennato. Tornai in stanza. Matt e Edge giocavano a fare la lotta. Edge avrebbe dovuto lasciare tutto per dedicarsi al bambino, si erano rovinati una vita, almeno se ne rendevano conto? - Dai Heath vieni qui, fatti sotto
- Edge non ne ho voglia
- Ma dai
- Tu invece sembri di buon umore, non è vero?
- Sì le cose mi vanno abbastanza bene, anche con Bec tutto a posto
- E un bambino allora lo definiresti apposto?
- Che cosa stai dicendo?
- Non mi dire che non lo sapevi

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Capitolo 15
*** Mi stupisco come quelle spalle tanto esili abbiano potuto reggere il peso di tutti i nostri sguardi ***


Non potevo crederci.
Io e Bec avere un bambino. Avevamo promesso di dirci tutto, perchè non mi aveva confessato di essere rimasta incinta? Tutto mi sembrava talmente assurdo, la testa mi girava e avevo cominciato a sudare freddo. Un figlio voleva dire la fine per le nostre carriere da surfisti, l'inizio di una vita di stenti. Perchè mi aveva fatto questo?
Non riuscivo a capire bene cosa provassi, una piccola parte del mio cuore era felice, per un inspieabile motivo, forse per aver condiviso con Bec qualcosa di così grande. L'altra parte quella razionale aveva voglia di spaccare tutto.
Dentro di me la mia testa aveva voglia di urlare e di piangere. Avrei voluto piangere tutte le mie lacrime e quando le lacrime sarebbero finite, i miei occhi avrebbero sgorgato sangue.
- Tutto bene Edge?
- Sì sto bene. Ma fammi un piacere: chiama tutti, voglio tutti qui in meno di un quarto d'ora
- Non sarebbe meglio che voi affrontaste questa cosa da soli
- Ho bisogno di voi ragazzi non mi abbandonate
Matt e Heath uscirono dalla stanza. Andarono a chiamare tutti. Io mi stesi supino sul letto. Cercavo di liberare la mente. Pensare a lei, a me, agli altri, al bambino, a Simmo che avevo picchiato, a mia madre, come l'avrebbe presa lei? Troppe emozioni, tutto si accavallava vorticosamente in me, cercava di farsi spazio, di prevalere ma era solo un gran caos.
I miei amici si presentarono tutti in stanza.
Riconoscevo, nonostante gli occhi fossero appannati dalle lacrime, la piccola Fly, il fascino Perri, la voce di Anna, le braccia muscolose di Matt, lo sguardo ancora infantile di Heath.
E poi lei, bellissima, ma una bellezza sbattuta, stanca ma lo stesso meravigliosa e radiosa.
Lei, Bec.
Matt chiuse la porta.
Bec mi guardò con uno sguardo strano. Io l'abbracciai e cominciai a piangere. Tutti mi capivano e sapevo che condividevano il mio gesto, tutti tranne Bec, quella che più degli altri avrebbe dovuto essermi vicina. Si staccò da me. - Volete dirmi che succede?
- Perchè non mi hai detto che sei incinta?
Lei tacque.
Tutto si azzittì. Il mondo per un momento girò attorno a noi. I miei occhi erano gonfi. I suoi terribilmente vivi, veloci. Potevo sentire tutto il suo corpo vibrare per l'attesa, i suoi nervi tesi.
- Io non sono incinta
Intervenne Fly per aiutarmi, anche lei non capiva il comportamento di Bec. Vinse la sua timidezza e parlò.
- Ho trovato il foglietto illustrativo del test di gravidanza
Ora Bec era sconvolta, colta completamente alla sprovvista, sembrava un animale braccato. Non sapeva quasi cosa rispondere.
- Non è mio
- Non è tuo e allora di chi è?
Ci girammo tutti verso Perri.
Era rossa in viso. Matt la guardò a lungo, intensamente, il suo sguardo era vuoto, privo di qualsiasi carica emotiva, eppure era fisso su di lei. C'era del ghiaccio nelle sue orbite.
Le parole di Matt erano come pietre appuntite scagliate con forza contro Perri. La Perri bella, sicura di sè, la Perri a cui non si può dire di no, la Perri a cui piace lo shopping, la nostra amica Perri.
- E' vero? E' tua quella roba?
Mi stupisco come quelle spalle tanto esili abbiano potuto reggere il peso di tutti i nostri sguardi.
- Sì, Bec non c'entra, quella roba è mia.

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Capitolo 16
*** Tanto rumore per nulla ***


- Sì, Bec non c'entra, quella roba è mia
Non potevo credere alle parole di Perri. Mi sentivo come se i ruoli si fossero invertiti, d'un tratto avevo capito esattamente cosa aveva provato Edge, era come se avessimoo condiviso lo stesso momento visto con i medesimi occhi. Come era potuto succedere? Perchè aveva dovuto aspettare così tanto per dirmelo? E poi così davanti a tutti. Perri doveva sempre accentrare tutto su di sè, non arrivava a capire che a me non piace stare al centro dell'attenzione. Eravamo così diversi, a volte non capivo come potessimo stare insieme.
Provavo soltanto un gran desiderio di svegliarmi, questo era sicuramente un incubo, il peggiore degli incubi.
- Scusate, potete lasciarci soli, io e Perri dobbiamo parlare
I ragazzi uscirono in silenzio, Edge teneva Bec stretta tra le braccia. Avevo una grande invidia verso di lui, ora poteva stringere la sua ragazza, il pericolo era passato.
Ora dovevo affrontare le mie paure, dovevo affrontare Perri.
- Perchè non mi hai detto niente?
- Senti Matt...
- No, non voglio ascoltarti, fa parlare me. Va bene? Io non ho intenzione di essere vittima di un tuo capriccio, perchè lo sai meglio di me che quello che è successo è tutta colpa tua
- Solo mia? Caro certe cose si fanno in due
- Tutti tranne noi, tanto sei sempre tu a decire tutto, organizzare, comandarmi a bacchetta, ora mi sono stancato e non ho intenzione di assecondarti come sempre. Ora si fa come dico io
- E quale sarebbe la tua soluzione? Su parla, tanto tu hai sempre una soluzione per tutto
- La soluzione non è poi così tanto difficile, pensaci, anche un cervello di gallina come te può arrivarci - Cosa hai detto?
- Ascoltami Perri io questo bambino non lo voglio, non voglio rovinarmi il resto della vita, non voglio rinunciare al surf e sopratutto voglio avere altre ragazze oltre te, non voglio rimare legato a vita di una di cui non mi importa niente
- E' davvero questo quello che pensi?
- Devi abortire, non ti offro altre soluzione, è la cosa migliore per tutti e due, credimi, mi ringrazierai
- E se io non volessi?
- Credo che dovresti sbrigartela da sola perchè io sparirei prima che tu potessi pronunciare il mio nome per intero - Non preoccuparti Matt non ho intenzione di venire a piangere da te
- Meglio
- E' per questo che ti lascio, non ci voglio stare con uno come te, si vede che non ci tieni a me e non mi meriti
- Vattene allora tu e quella cratura che ti sta crescendo in grembo
Perri uscì sbattendo la porta alle sue spalle. Piangeva. Avevo una gran voglia di farlo anche io ma mi trattenni. Rimasi lì impalato, all'in piedi, davanti alla porta. Aspettando che tornasse da me.
Non è successo.

Decisi di non pensare a Perri e a tutto quello che era successo, non sapevo spiegarmi se quello fosse stato un vero addio o solamente una litigata. Dovevo chiarire i sentimenti che provavo per lei, dovevo testare se valesse la pena tornare insieme.
Andai in cucina a prepararmi un panino, tutta quella situazione mi aveva fatto venire fame. Il problema in questa casa è che c'è sempre una fila chilometrica davanti al frigorifero.
Edge stava cucinando qualcosa di dietetico e schifoso, una sua specialità insomma. Bec lo stava aiutando passandogli i vari ingredienti dal frigo.
Appena mi vide mi sorrise e mi abbracciò.
- Sono così felice per te Matt, non sai quanto
- Per cosa?
- Come perchè? Abbiamo scampato un bel pericolo, un bambino che gironzola per la Surf Accademy non è il massimo
- Vuoi dire che Perri non è incinta?
- Sì, ma perchè non te l'ha detto?
Che stupido che ero stato, avevo rovinato tutto. Lasciai Bec senza nemmeno salutarla e corsi di sopra. La porta di perri era chiusa.
Bussai con tutta la forza che avevo in corpo e mi stupisco che non si sia scardinata.
- Perri devo parlarti
- Non ho niente da dirti
Cominciai a tirare calci. La mia voce era una lamentela, come quella di un bambino che non riesce ad ottenere ciò che vuole.
- Aprimi, ti prego
Perri aprì la porta. Era bellissima nel suo pigiama rosa, i capelli raccolti, gli occhi lucidi.
- Hai pianto?
- Per uno come te non ne vale la pena
- Non sei incinta
- Finalmente l'hai capito
- Ma tu avevi detto...
- Calmati io non avevo detto niente, siete stati voi, anzi, sei stato tu a non farmi parlare, non ho avuto modo di spiegarti che era solo una possibilità
- Possibilità che non si è rivelata realtà
- Esatto
Un momento di silenzio. Lei riusciva a troneggiare su esso, era sempre stata capace di reggere un confronto, io no.
- Mi dispiace per tutto quello che ho detto
- Anche a me
- Mi piacerebbe che tornassimo insieme
- Scordatelo
- Ma come?
- Ti ho detto che non voglio più vederti. E' così che avresti reagito se fossi stata realmente incinta? E' così tanto che t'importa di me?
- E' stata una reazione istintiva, scusa - Appunto hai agito secondo il primo inpulso ed stato quello di abbandonarmi, non voglio stare con uno che mi lascerebbe alla prima difficoltà
- Ma Perri io ti amo
- Dovevi ricordartene prima

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Capitolo 17
*** Peggio di così ***


- Sei un'idiota lo sai?
- Sì ma cosa posso farci, è stato più forte di me
- Ma reagire in quel modo, non voglio giustificare Perri ma credo che avresti, come dire, dovuto...
- Lo so Edge ma cerca di capirmi almeno tu, sono andato nel panico
- Ora calmati amico, ok?
Matt era davvero distrutto, credo di non averlo mai visto talmente a terra. Mi sarebbe tanto piaciuto cancellare quella giornata dalla nostra vita. Era il mio migliore mico e sapevo quello che si provava dato che anch'io c'ero passato. Già, anche nella mia testa si era insinuato il dubbio. Ora non posso fare a meno di chiedermi come sarebbe stato. Io e Bec avremmo lasciato l'accademia, forse avrei cominciato a lavorare e nostro figlio? Sarebbe stato un maschio o una femmina? Ma che sto dicendo? Sto anch'io cominciando a svalvolare, per dirlo alla Heath.
- Ciao Edge
- Bec
La baciai teneramente sulle labbra.
Lei arrossì. Quello che mi piaceva di lei era la sua capacità di stupirsi delle piccole cose, di amarmi come se fosse il primo giorno.
- Come va?
- Tutta questa situazione ha creato un pò di scompiglio
- Matt sta malissimo
- Perri anche di più
- Non puoi fare qualcosa per, diciamo, metterci una buona parola?
- Ma forse non sai come ha reagito, te l'ha detto? Ha avuto anche il coraggio di ripetere quelle parole? Edge io ti amo perchè anche quando ti avevano detto quelle cose, tu mi sei rimasto accanto e in quel momento ho capito che non mi avresti lasciata da sola
Mi abbracciò. Aveva un profumo talmente bello, la sua pelle era liscia e morbida e quasi mi dispiaceva che stesse a contatto con la mia, ancora sporca di salsedine. A volte mi sembrava di pensare a lei come una bambola di porcellana.
- Devo dirti una cosa
I suoi occhi divennero seri, congiunse le sopraciglia e cercò di scandire lentamente le parole.
- Perri sta uscendo con altri ragazzi, in particolare con uno, credo che sia il suo nuovo ragazzo
- Stai scherzando?
- Dillo a Matt non voglio che lo scopra così, potrebbe fare qualche pazzia
Subito nella mia mente si accavallarono i ricordi che avevo di Perri e Matt insieme, Perri e Matt in spiaggia, che preparano la cena, Matt che spiega biologia a Perri, Perri che si mette in ghingheri per uscire con lui. L'uno non esiste senza l'altro, così come io non potrei sopportare di vivere senza Bec. Avrei dovuto fare qualcosa.
- Bec, ho un piano, mi aiuterai?
- Quale piano, per fare che?
- Mi ami?
- Sì certo...
- Mi basta sapere questo
Le diedi un bacio veloce sulla guancia e mi alzai. Dovevo trovare Heath e magari anche Fly e Anna, avrei avuto bisogno anche del loro aiuto.
- Vorresti fare in modo che quei due tornino insieme?
- E tu che ci guadagni?
- Heath smettila di dire così, a me dispiace sul serio per Matt e pensavo che anche voi non sopportaste quest'aria di tensione
- Dici la verità, vuoi semplicemente fare surf tranquillo senza che l'astio sia così forte da inquinare l'oceano
- Heath!
- Ok, ok ci sto, ditemi cosa devo fare

*************************************************************

Edge mi aveva letteralmente abbandonato, non riuscivo a trovare Heath e mi sentivo talmente solo che pur di parlare con qualcuno sarei andato da Deb. Decisi di andare a prendere una boccata d'aria e magari prendere qualche onda, Edge dice che quando non sa cosa fare con Bec, con la scuola o con la sua vita se ne va in mezzo al mare a non fare niente, a guardare il cielo. Scesi di sotto e presi dal deposito la mia tavola, stavo per allontanarmi verso la spiaggi quando sentii il rumore di un motore. Ero sicuro che fosse Joe, da quando ha la patente viene sempre a prendere Anna per portarla in giro, mi avrebbe fatto bene parlare con lui. Mi avviai verso il vialetto quando mi accorsi che quella non era la sua macchina.
Era una spider rossa fiammante guidata da un bel tipo, alto e biondo, portava un paio di lenti scure. Aprì la portiera e fece uscire la ragazza da lì. Il mio cuore cominciò a battere a mille, magari non sarebbe successo se quella ragazza non fosse stata Perri e se lui non le avesse toccato il culo e poi baciata sulle labbra.
Ci eravamo lasciati davvero da pochissimo e lei mi aveva già dimenticato. E tutte quelle parole? Quelle promesse? Non significavano niente per lei? Quella era proprio la fine. Non sai di essere arrivato alla fine finchè non ci sbatti con la faccia sopra. Proprio come avevo fatto io.
La mia unica consolazione era che ora peggio di così non poteva andare.

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Capitolo 18
*** Gioco di squadra ***


Era tutto il giorno che i ragazzi si comportavano in maniera strana con me, sembrava quasi che mi odiassero. Edge e Heath restavano chiusi per ore in camera di Fly ed Anna. Bec era nervosa, quasi isterica e Perri, con Perri ormai non parlavo molto, anzi per niente. Da quando avevo saputo che usciva con un altro ragazzo avevo deciso di chiudere tutti i tipi di rapporti. Nella mia testa una voce, la sua di voce, mi ripeteva che sbagliavo, che avrei dovuto tornare a chiederle perdono, ma chissà perchè finiva sempre che mi andavo a fare una doccia fredda. Più cercavo di evitarla e più lei mi compariva davanti e anche se mi chiudevo in camera lei mi perseguitava in sogno.
Purtroppo sapevo bene cosa voleva dire questo, accidenti a me. Ero innamorato. Ma non una classica cotta di liceali, qualcosa di più serio e più profondo. Da quando ci siamo lasciati tutto mi sembra spento, vuoto, senza significato. Anche il surf lo pratico con meno passione, non riesco a mettere l'entusiasmo di un tempo. Lei si è portata via un pezzo di me.
Era sera e Heath si era quasi addormentato, Edge finiva i compiti e io me ne stavo sul letto a far tutto tranne che pensare, tanto sapevo che ci sarebbe stata lei. Un quadretto delizioso.
Bec bussò alla nostra porta.
Strano.
Controllai l'ora sull'orologio a parete. Era mezzanotte passata. Edge aprì la porta e Bec si fiondò di corsa nella stanza.
- Ragazzi c'è un problema
- Che tipo di problema?
- Si tratta di Perri
Solo a sentire quel nome mi girai dall'altro lato.
- Matt ora non è il momento di fare l'infantile, Perri non è tornata ed è quasi mezza notte e mezza, c'è l'ispezione, se scoprono che Perri non è nel suo letto potrebbe essere espulsa
- Fatti suoi, si ostina a uscire con quel biondo con la macchina
- Dobbiamo aiutarla
- Qualcuno di noi deve andare a cercarla
Tutti guardavano me, ne ero consapevole e poi ero anche il più indicato ma il mio stupido orgoglio mi impedì di cedere.
- No ragazzi non me la sento
- Allora andrò io
Edge si fece coraggiosamente avanti, gli ero grato per quel gesto ma d'altra parte capivo che io ero l'unico. Mi sentivo un pò un eroe e non mi dispiaceva.
- Scusa Edge ma è una cosa privata
Ci sorridemmo.
- Il piano è questo: tu vai fuori, prendi l'orologio di Heath, se per le 12.20 non l'hai trovata, torna indietro siamo intesi? Se la dovessi trovare ma hai problemi per il tempo manda un messaggio o a me o a qualsiasi altro, saremo tutti insieme per aiutarti
Io annuii.
Uscii dalla finestra del bagno e subito fui inghiottito dall'oscurità. Mi strinsi addosso la maglietta e con cautela avanzai. Sentii il rumore di una frenata e vidi la luce dei fari. Era sicuramente Perri con il suo amico. La sua risata, era così tanto che non la sentivo ridere. D'un tratto capii che lei mi aveva completamente simpiazzato e che non ci sarebbe stato mai più posto nel suo cuore. Che sciocco ero stato. Stavo per tornare indietro quando pensai che fosse strano che nonostante fosse arrivata e sapesse che era tardi Perri s'attardasse. Pensai che dopotutto non avevo niente da perdere, già mi odiava, quindi mi avvicinai a loro. Non riuscivo a vedere molto, la luce dei fari mi accecava. Controllai l'ora: 12.15. Questo voleva dire che avevo cinque minuti.
Mandai un messaggio a Edge.
from: Matt to: Edge
Situazione sospetta, controllo e torno. Non preoccupatevi

*********************************

Era stata una magnifica serata. Io e Kevin c'eravamo divertiti da morire e devo ammettere che ero riuscita anche a non pensare a Matt per un pò. Matt, che problema, era così difficile mettere da parte i sentimenti che provavo per lui. Mi aveva fatto stare malissimo ma ciò nonostante non so cosa avrei dato per stare con lui in macchina, invece che con Kevin, in questo momento. Controllai l'orario: 12.12. Giusto in tempo per rientrare all'ispezione della mezza. Kevin entrò nel vialetto, fece un inversione e fermò l'auto.
Ore: 12.14.
Lo salutai velocemente dicendogli che ormai si era fatto tardi ma lui blocco la mia portiera. Ero prigioniera. Kevin mi costrinse a baciarlo e quando sentii che ero riluttante si sbottonò il jeans. Provai ancora più forte a forzare la portiera ma quella non si decideva ad aprirsi.
Ore: 12.15
Mi prese per i capelli e mi spinse la faccia sui suoi boxer. Mi liberai dalla sua presa e gli morsi la mano. Fu allora che mi colpì, prima una volta e poi ripetutamente e sempre più forte. Avrei voluto urlare ma tutto quello che usciva dalla mia bocca era un sussurro.
- Matt
Pronunciare quel nome mi dava coraggio.
- Matt
Quasi non sentivo più dolore.
- Matt
Era tutto ovattato, quasi come se stessi sott'acqua
- Matt
D'un tratto Matt era lì.
Prese a bussare contro la portiera e finalmente Kevin mi lasciò, uscì dalla macchina e cominciò a picchiarsi con Matt. Non era stupita o sorpresa, ero certa che sarebbe venuto, se mi amava avrebbe sentito che ero in pericolo ed era stato così. Fui riportata alla realtà dal rumore che fece il corpo di Matt cadendo sotto un pugno di quell'animale. Allora afferrai il cellulare che gli era caduto, cercai l'ultimo numero che aveva chiamato, e pigiai il pulsante verde.
Ore 12.20, erano tutti fuori e si erano messi a cerchio intorno a me per proteggermi. Kevin prese la macchina e se ne andò.
Io ero ancora seduta sulla strada. Accanto a me c'era Matt disteso e gli altri più spaventati che mai.
- Ora però diamoci una mossa
Ore 12.30, Simmo fece la sua solita ispezione e ci trovò ognuno nei propri letti.
- Grande gioco di squadra ragazzi

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Capitolo 19
*** Esci dalla stanza senza svegliare gli altri ***


Tutto il corpo mi faceva un male incredibile. Per mettermi a letto i ragazzi mi avevano preso di peso e per non far vedere il naso rotto a Simmo avevo immerso la faccia nel cuscino, che ora era diventato di un rosso acceso. Non riuscivo a prendere sonno, il ricordo di lei completamente terrorizzata dala paura e poi di me, ero davvero sconvolto, non ci capivo più niente. Senza accorgermene avevo ancora addosso l'orologio che mi avevano prestato, me lo tolsi e distrattamente guardai l'ora, era l'una e mezza. Volevo andare a lavarmi via ogni traccia di quest'impresa. Non volevo più saperne di fare l'eroe, non era il mio ruolo. Il mio cellulare iniziò a squillare. Subito abbassai il volume della suoneria e mi coprii con il lenzuolo. Era un messaggio.

from: Perri <3 to: Matt Devo vederti. Esci dalla stanza senza svegliare gli altri

Lasciai il cellulare nascosto nel letto e mi misi in piedi. Senza far alcun rumore aprii la porta e mi ritrovai a meno di venti centimetri da Perri.
- Ti aspettavo
- Io era tanto che aspettavo
Ci baciammo. Durò un'eternità, era così bello ritrovarsi tra le braccia dell'altro, ogni attimo trascorso con lei mi rinvigoriva e cominciavo a sentire quel sentimento che credevo ormai estinto ed estirpato dal suo cuore.
- Ti amo, non volevo ferirti dicendo quelle cose è solo che non sono pronto
- Ora taci
Mi abbracciò ancora più forte e capii che lei non aveva smesso nemmeno per un secondo di provare quello che sentivo anch'io negli abissi del mio cuore.
- Non voglio più perderti
Questa fu l'ultima frase che ci dicemmo prima di addormentarci l'uno nella braccia dell'altro. Così, sul pavimento, ma felici e innamorati.

********************************

- E voi che ci fate qui?
Stavo uscendo dalla stanza e mi trovai Perri e Matt che dormivano proprio sul ciglio della porta.
- Alzatevi prima che qualcun altro possa vedervi
I due ancora assonnati e abbracciati si misero in piedi.
- Buon giorno principessa
Troppo zucchero prima di colazione, Edge non sarebbe stato d'accordo. Non so perchè ma avevo sviluppato una totale intolleranza verso certe cose, l'amore era una di quelle. In realtà il vero motivo era che Fly non mi considerava proprio come avrei voluto. Ma avevo da tempo deciso di metterci una pietra sopra. Scesi a colazione, erano tutti seduti intorno al tavolo e di buon umore per giunta.
- Ho grandi notizie
- Anche io, quindi fa parlare me
- Chi ti ha detto che è più importante?
- Non litigate appena svegli, vi farà male e lo farà senz'altro alla mia testa
- Io e Joe l'abbiamo fatto
- No, non ci credo
- Hai capito il fratellone
- E dove? Quando?
- Ieri pomeriggio in macchina ma aspettavo l'occasione adatta per parlarvene
- Sono troppo felice Anna
- E tu Heath qual era la grande notizia?
Come per rispondere alla domanda di Edge, Perri e Matt si presentarono insieme davanti ai loro occhi.
Bec scoppiò a piangere e spingendo via Matt andò ad abbracciare l'amica, seguita a ruota da Fly e Anna.
- Le donne, non le capiremo mai
Noi tre invece ci scambiammo uno sguardo d'intesa.
- Sono così felice che siate tornati insieme
- E pensare che vi stavamo preparando anche una sorpresa
- Quale? Si può sapere?
- Ma possiamo usarla quando litigherete di nuovo
Aprii lo zaino e tirai fuori due dischetti, uno lo diedi a Matt, dicendogli di accendere il dvd, e l'altro a Bec dicendole che era una sorpresa. Mi abbracciò forte tanto che dopo un pò Edge la prese per un braccio e noi tutti ci andammo a sedere davanti alla televisione.
L'idea era stata di Edge ma il montaggio e le riprese erano le mie. Il tutto consisteva in un insieme di foto e frammenti di video in cui Perri e Matt stavano insieme ed erano felice. In sottofondo la mia voce che raccontava la storia di questa giovane e promettente coppia.
- E quando ti lascio un'altra volta!
Ci mettemmo a ridere.
La burrasca era passata, era tornato il sole e potevamo godercelo, almeno per un altro pò.

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Capitolo 20
*** Simmo ***


Da quel giorno non riuscivo più a dormire. Lei era sempre nei miei sogni, quella Bec Sanderson mi aveva rovinato. Non credevo che mi sarei ridotto a questo, non era da me. Stavo cominciando a mettere tutto in discussione. Loro non ne hanno fatto parola con nessuno ma so che questa situazione non durerà a lungo, devo fare qualcosa. A volte non riesco a sostenere lo sguardo di Dean, carico d'astio e di rancore. Non ce la faccio. La mia filosoia di vita è sempre stata quella di tnre duro ma questa volta non funziona. Odio me stesso, quello che ho fatto, non capisco che mi è preso. Vorrei parlarne con qualcuno ma da allora ho il terrore più assoluto di interagire con altri esseri umani. Rimango pur sempre il loro insegnante. Forse dovrei ritirarmi, sarebbe l'unico modo per dormire. Evitare che quel ricordi mi tartassi per sempre, o almeno fino alla fine dell'anno.
Me ne stavo sempre lì, chiuso nel mio ufficio, non lasciavo che nessuno mi disturbasse e in cambio di questo c'era la totale anarchia in casa. Non era un problema mio. E cosa avrei fatto se avessi lasciato la Surf accademy? Ormai non potevo più essere un surfista professionista ma d'altra parte surfare è l'unica cosa che sapevo fare.
Bussarono alla porta.
Lo ignorai.
Sentii un rumore di chiavi e poi mi si fece davanti Deb.
- Esci per favore
- Non esco Simmo e tu adesso ascoltami. I ragazzi mi hanno fatto vedere il video
- Lo sospettavo
- Hanno dato a me libero arbitrio
- E cosa hai intenzione di fare? Denunciarmi? Sappi che non m'importa
- No, io voglio aiutarti. Perchè non ti prendi un periodo di pausa? Conosco una persona che può sostituirti momentaneamente
- No, non ce la faccio
- Simmo devi reagire
Deb mi mollò uno schiaffo.
- Perchè fai tutto questo per me?
- Perchè ci tengo a te, chiaro?
Mi sentii tremendamente in colpa. Feci di sì con la testa.
- Va bene mi prenderò questa pausa, magari mi aiuterà a chiarirmi le idee
- Il tuo sostituto sarà Larry, quel ragazzo che stava nella nostra accademia, te lo ricordi?
- Sì ma ad una condizione accetto
- Quale?
- Tu verrai con me
Le presi la mano e lei arrossì. Sapevo che lei avrebbe voluto baciarmi ma si limitò a prendere la sua agenda con le mani che gli tremavano.
- Devo chiamare Larry
- Certo, prima il dovere poi il divertimento
- Ma che divertimento, ora va a dirlo ai ragazzi
Mentre uscivo mi accompagnò con uno sguardo languido e si sciolse in un sorriso.

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Capitolo 21
*** Gioco della bottiglia pt 1 ***


- Ciao a tutti io sono Larry e sostituirò Simmo per un pò
La notizia della pausa riflessiva del nostro coach destò in noi una gioia repressa incomparabile. Finalmente avremmo potuto starcene per conto nostro senza dare retta a nessuno. La parte migliore era che Deb sarebbe andata con Simmo e che Larry, che aveva giusto qualche anno più di noi, avrebbe badato a noi. Cosa potevamo chiedere di meglio?
- Ragazzi qua ci vuole una bella festa tra di noi per festeggiare
- Mi hai tolto le parole di bocca Edge
- Stasera, nella camera dei ragazzi è più spaziosa
- Avremo bisogno di bibite, qualcosa da mangiare
- Anche musica
Noi ragazzi dicemmo che ce ne saremmo occupati personalmente.
- Basta solo che siate carine
Loro sorrisero. Bec aveva una risata contagiosa, le sue labbra erano così belle quando si tendevanoin un sorriso. Ogni volta che la guardavo mi veniva voglia di baciarla.
- Pensateci voi ma non combinate casini
- Non ti deluderei mai tesoro
La presi fra le braccia e posai la mia bocca sulla sua guancia. Quando sentivo il peso del suo corpo contro il mio mi sentivo il ragazzo più felice della terra. Sentivo il suo profumo entrarmi nei polmoni. Un profumo di buono, dolce, come lei.
- Noi andiamo a prepararci e voi datevi una mossa ad organizzare
Uscirono dalla stanza lasciandoci da soli. Ci guardammo per qualche secondo e poi Matt urlò:
- Diamoci sotto


Una festa era proprio quello di cui avevamo bisogno tutte per eliminare i rancori e le tensioni. Eravamo emozionate, sceglievamo nei nostri armadi i vestiti più belli, più eleganti per essere carine e fare bella figura con i nostri ragazzi.
Volevo che Edge restasse a bocca aperta quando mi avrebbe visto, il mio vestito avrebbe dovuto essere stupefacente.
Perri si stava provando un vesto corto marrone, le donava in maniera incredibile. Anna stava chiamando Joe per invitarlo. Fly indossava un abito lungo azzurro, le faceva esaltare le iridi turchine. Possibile che solo io fossi quella che si sentiva fuori luogo. Erano tutte belle e in quegli abiti sembravano dee. Io invece ero il solito brutto anatroccolo con un vestito smesso troppo largo o troppo stretto.
Diedi un'occhiata veloce ai miei averi e alla fine mi decisi per una schifezzuola rosso corallo. Almeno era il colore preferito di Edge. Mi guardai allo specchio e sorrisi. La mia immagne riflessa sorrise con me. Chissà cosa pensava Edge di me? Solo perchè ora stavamo insieme non significava che non mi sarei dovuta più curare, anzi dovevo conquistarlo ogni giorno. Mi guardava con gli stessi occhi o il nostro rapporto era indelebilmente segnato?
Ma perchè tormentarsi la vita? Basta stasera ci saremmo incontrate con i ragazzi e sarebbe andato tutto per il meglio.
Bussarono alla porta d'ingresso. Correndo scesi ad aprire.
Era mio fratello Joe.
- Ciao è qui la festa?
- Joe! Ciao, dammi qui che pesano
Presi dalle mani di mio fratello la cassette di birre e la portai in cucina.
- Puoi salire Anna è di sopra oppure vai nella stanza dei ragazzi, loro sono lì
- Grazie
Misi le birre in frigo. Qualcuno mi mise la mani davanti
agli occhi.
- Ma chi?
- Indovina
E mi baciò teneramente sulle labbra, con dolcezza, con quella grazie tipica del mio ragazzo.
- Egde!
- Mi hai scoperto
Era davvero bello, aveva indossato una camicia e un jeans che devo dire facevano risaltare ancora di più il suo fisico perfetto.
- Di sopra siamo pronti, che la festa cominci
Presi le birre e lo seguii di sopra. In camera dei ragazzi c'erano già tutti, la stanza era stata decorata in maniera davvero creativa. Sulla scrivania erano state messe le cose da mangiare e posai lì le cose da bere. Per terra in cerchio c'erano dei cuscini e ci accomodammo tutti lì. Accesero delle candele e spensero le luci. Partì la musica. Non troppo lenta ma nemmeno troppo forte. La musica perfetta, era tutto perfetto.
Cominciammo a bere, Edge si scolava una birra dopo l'altra. Io cercavo di rimare sobria ma in quelle circostanze era un impresa titanica. Ci mettemmo a ballare un pò fin quando non cademmo sfiniti per terra, con la schiena sui cuscini, un bicchiere in mano e uno stupido sorriso stampato sulle labbra. Fu allora che a Heath venne la brillante idea di cominciare il gioco.
- Dai si fa a tutte le feste
- Heath ma è un gioco da bambini
- Io lo trovo divertente
- Va bene, Matt prendi quella bottiglia vuota, ragazze attenzione si gioca al gioco della bottiglia
Ci mettemmo in cerchio, Edge mi cingeva con le braccia, mi sentivo strana, sarà stato il troppo alcol.
Primo giro. Heath girò la bottiglia che si fermò su Matt e poi di me.
- Obbligo o verità?
Avevo paura di quale obbligo potesse affibbiarmi Matt allora dissi verità.
- Appena sei venuta qui alla Surf accademy chi credevi fosse il più carino tra i ragazzi?
Un pò titubante sussurrai il nome di Edge ma evidentmente non seppi fingere in maniera convincente.
- Ragazzi se scegliete di rispondere ad una domanda, dovete farlo con sincerità
- Va bene allora dico Heath
Tutti si girarono verso di lui e poi guardarono me. Edge mi lasciò e si sedette un pò più in là.
- Mi raccomando è solo un gioco
Secondo giro. La bottiglia puntò prima Anna e poi Edge.
- Obbligo o verità?
- Obbligo, sono uno coraggioso mica come voi
- Allora, dai uno facile, bacia una ragazza tra di noi
Mi aspettavo che lui si girasse verso di me, mi prendesse la testa tra le mani e posasse le sue labbra sulle mie. Ma non lo fece.
Baciò Perri.
Fu un colpo al cuore talmente forte che non riuscii a trattenere un gemito.
Girai la bottiglia con quanta forza avevo in corpo e mi stupisco che non sia schizzata in aria. Indicò Heath.
- Verità
- Tra di noi chi è quella che più ti piace?
Lui divenne tutto rosso ma con fare sicuro rispose tenendo gli occhi bassi.
- Fly, io la amo
Fly lo sguardò con gli occhi sbarrati senza parlare.

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Capitolo 22
*** Gioco della bottiglia pt 2 ***


Non riuscivo a spiegarmi come mai l'avevo fatto, come mi era saltato in mente di baciare Perri? Ero stato un vero stupido e solo per gelosia. Che m'importa se a Bec piaceva Heath, stava con me, era la mia ragazza era solo questo che contava.
Lei non voleva più parlarmi e mi sembra più che comprensibile. Se ne stava sulle sue, aveva smesso di giocare e piangeva, almeno credo. Perchè l'ho fatto? Edge sei uno stupido!
Mi andai a sedere accanto a lei. Bec non mi guardò nemmeno in faccia.
- Vattene - Ti prego ascoltami, ho agito d'impulso, scusami, Bec, mi stai ascoltando?
- Basta non dire nient'altro
Si alzò e sbattè la porta. Non potevo lasciarla andare così, era la mia Bec e l'avevo fatta soffrire, dovevo trovare un modo per fare pace con lei. Uscii dalla stanza e la seguii. Bec se ne stava sul ciglio della porta, sembrava quasi che mi stesse aspettando. Appena le misi le mani sui fianchi lei crollò. La portai di peso fino in camera sua, la stesi sul letto, le slacciai le scarpe, le sfilai il vestito, mi tolsi la maglietta e gliela misi addosso. Mi coricai al suo fianco. Lei mi abbracciò.
- Grazie Edge
- Ti amo
Mi strinse più forte.
- Sei la cosa migliore che mi sia mai capitata, non voglio perderti, stare con te è fantastico, oltre ad essere bellissima sei la ragazza perfetta, con te sto bene. Bec mi senti?
- Si...ti ascolto...
- Voglio stare con te per sempre
Lei si raggomitolò tra le mie braccia. Puzzavamo d'alcol che era una cosa indecente ma non c'importava. Non provavamo vergogna l'uno dell'altro. Anche se sbronza era Bec.

Bec e Edge se ne erano andati ed eravamo rimasti soltanto io, Heath, Anna e Joe. Perri e Matt si erano addormentati e ora giacevano sul letto di Edge. La situazione non era delle migliori. La coppietta di innamorati se ne stava a baciarsi tutto il tempo in un angolo e io evitavo Heath. Da quando mi aveva fatto questa dichiarazione, così davanti a tutti. Non è nel mio stile.
Non capisco come possa piacermi quel ragazzo, il suo obiettivo nella vita è soltanto mettermi in imbarazzo e prendersi gioco di me. E' vero non si può dire che io gli abbia dato vita facile ma è anche vero che c'è stato un periodo in cui noi due stavamo insieme ma è stato capace di mandare all'aria tutto. Da allora ho cercato di trovare la forza dentro di me per odiarlo. Ma come si fa ad odiare chi si ama?
Cosa si aspettava che adesso sarei caduta tra le sue braccia? Anche se avrei tanto voluto ricucire il nostro rapporto mi sembrava impossibile.
Presi un sorso di birra, avevo bevuto davvero tanto ma non m'importava. Anna e Joe lasciarono la stanza e rimanemmo soltanto io, Heath e i corpi inanimati di Perri e Matt.
Mi guardò a lungo. Non riuscivo a sostenere il suo sguardo, era davvero troppo per me. Mi venne vicino e si inginocchiò proprio davanti a me. Aveva la bocca semiaperta e mi aspettavo che di lì a poco mi avrebbe inondato di parole, di frottole, come al suo solito.
Invece non lo fece. Se ne stette zitto a guardarmi, poi posò la testa sulle mie gambe e io non riuscii a non baciarlo. Lo so che avevo sbagliato e che avevo preso la mia dignità e buttata già dalla finestra ma in quel preciso momento non m'importava più di nulla.
Mi staccai dopo un pò e con l'intento di andarmene a dormire scoprii il mio letto ma ci trovai Joe che se ne sta lì placido con gli occhi chiusi tenendo per mano Anna.
Per un momento mi passò per la testa di dormire con Heath ma subito respinsi con forza questo pensiero.
- Pazienza dormirò sul divano Dissi tra me e me.

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Capitolo 23
*** Dopo sbronza ***


- E tu che ci fai qui?
Caddi dal divano per lo spavento, alzai gli occhi e vidi Larry in piedi davanti a me.
- Allora?
Come facevo a spiegargli tutto? Non sono mai stata portata a dire le bugie e figuriamoci se potevo dirgli la verità. Mi limitai a guardando con lo sguardo di una vittima che prega il carnefice di farlo a pezzi.
- Vabbè lasciamo stare
Tirai un sospiro di sollievo e mi alzai. La testa mi girava tutta, ero in tipico stato di dopo sbronza, come tutti gli altri.
- Come mai nessuno è già sveglio e pronto per l'allenamento mattutino?
Mi venne da ridere, ripensando alle nostre condizioni mi sembrava assurdo che avremmo potuto sostenere un allenamento. Io a stento mi tenevo in piedi.
Vidi scendere dalle scale Perri, aveva i capelli arrossati, indossava la maglietta di Matt e non aveva l'aria di sentirsi molto bene. Appena vide Larry sbiancò e corse di nuovo sopra inciampando ogni due scalini.
- Vorrei capire che sta succedendo
- Vado a controllare
Barcollai fino al piano di sopra. Vidi Edge uscire dalla camera in mutande e correre in bagno tenendosi la mano destra premuta sulla mano. Magnifico. Dalla camera dei ragazzi si sentivano le voci di Perri e Matt, entrai nella mia stanza ma Joe e Anna erano in condizioni non molto presentabili. Possibile che non ci sia nemmeno una persona lucida? Quasi per rispondere alla mia domanda Bec mi venne incontro.
- Sto male
- Lo vedo. Larry vuole delle spiegazioni, abbiamo saltato l'allenamento e tra un pò abbiamo la scuola
Chiuse gli occhi e fece un lungo e rumoroso respiro.
- Fly credimi io non sono in grado
- Nessuno di noi lo è ma è meglio che ci diamo una mossa
- Inteso vado a recuperare Edge, Matt e Perri, tu pensa a Anna, caccia mio fratello e vedi dov'è finito Heath Heath, possibile che il suo nome sia sempre fonte di problemi?
- Non è nella sua stanza
- No, se no non ti avrei chiesto di cercarlo
Sbuffai. Bussai alla porta di Anna. Nessuna risposta.
- Anna ti prego apri dobbiamo scendere, Larry è arrabbiato, abbiamo la scuola, già è saltato l'allenamento
Nessuna risposta. Aprii. Anna era in biancheria intima alla ricerca della sua maglia sotto il letto e Joe era tutto coperto dalle lenzuola. Immagino che non abbia niente addosso. Per un momento l'idea di Joe nudo mi attraverso la mente. Arrossii quasi a diventare paonazza e scossi la testa.
- Joe devi andartene e anche subito
- Non ho i miei vestiti, credo che ieri li abbia buttati giù in giardino
- Ci mancava solo questa. Ok allora Anna preparati e scendi di sotto a tenere a bada Larry, io andrò a cercare Heath e porterò a Joe qualche suo vestito
Fece segno di sì con la testa.
Heath non era in camera. Presi una maglietta buttata alla rinfusa sulla scrivania e un pantaloncino. Non avevo molto tempo. Guardai giù dalla finestra ma di Heath nessuna traccia. Corsi da Joe gli lanciai i vestiti e corsi di nuovo giù. Gli altri erano in cucina, vesti alla bene e meglio intenti a subire la lavata di capo di Larry. Sgusciai fuori senza che nessuno mi vedesse. Vidi Heath venirmi incontro.
Aveva in mano la tavola da surf e i capelli bagnati. Appena mi arrivò vicino provò a baciarmi la io lo respinsi. Avevo sbagliato ieri non potevo rischiare di farlo di nuovo. - Entriamo
Senza dire una parola ma con un'espressione decisamente contrariata mi seguì in casa.

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Capitolo 24
*** Fly e Heath ***


- Avete idea di quello che avete combinato? Saltato un allenamento, siete tutti fuori forma e nessuno se la sente di andare a scuola. Voglio dei motivi
- Larry non ce ne sono
- Sì certo, come no, voi mi avete preso per un fantoccio, anche se non sono Simmo o Deb questo non vuol dire che dobbiate mancarmi di rispetto. Siamo intesi? Adesso avete la giornata libera ma domani, allenamento intensivo e recupererete le ore di stamattina sottraendole dal vostro tempo libero e non voglio storie
Noi non osammo opporci, dopotutto ci aveva dato il resto della giornata libera, questo significava che le coppiette avrebbero potuto starsene a letto crogiolandosi nel loro amore reciproco. Ma io? Se solo Fly si degnasse di parlarmi.
Da una parte non le davo torto, dopo quello che le avevo fatto mi sembrava comprensibile ma ieri sera quando mi aveva dato quel bacio, credevo che le nostre divergenze fossero ormai superate.
Larry ci congedò e ognuno se ne andò da qualche parte, io senza quasi pensarci tornai in spiaggia. Mi stesi sulla sabbia calda e granulosa. Potevo sentire ogni granello dietro la schiena. Chiusi gli occhi.

Io e Fly stavamo insieme da circa un mese, il mese più bello della mia vita, non esisteva una ragazza che sapesse farti ridere come lei. Poi ci fu quella festa. Andammo tutti, ognuno accompagnato, io con Fly. Aveva un grazioso vestitino rosa, era uno schianto. Simmo ci accompagnò con la macchina. Il solito rientro a mezzanotte. C'era musica. Ballammo. Lei se ne andò con Anna da qualche parte. Io rimasi da solo. Mi si avvicinò una ragazza. Era bella da far mozzare il fiato, credo stesse nella nostra scuola ma ero troppo succube del suo fascino per collegare le cellule cerebrali. Si mise accanto a me. Cominciammo a parlare. Ricordo ogni parola di quella conversazione.
- Ciao io sono Katrina
- Heath
- Sei carino
- Grazie, anche tu non sei male
- Davvero? Ma sei venuto qui da solo?
- Sei la ragazza più bella che abbia mai visto
- Non hai risposto alla mia domanda
- Sì sono solo
- E quella ragazzina bionda che ho visto che ti gironzolava attorno
- Nessuno
Si gettò tra le mie braccia. Premette il suo petto contro il mio. Ero eccitato ma rimasi fermo. Sentii una porta sbattere. Mi girai di scatto. Era Fly. Mi scrollai Katrina di dosso e le corsi dietro.
- Fly dove vai?
- Fly? Chi è Fly? Io non sono nessuno, tu alla festa ci sei venuto da solo

Il flusso di immagini, di fotogrammi, di parole si interruppe lasciandomi ansimante e con le lacrime agli occhi.
Decisi che non ci avrei più pensato, sarei andato a farmi una surfata. Presi la tavola e mi diressi verso il mare quando vidi Fly stesa sulla spiaggia e accanto Larry. Stavano parlando e a quanto vedevo tra i due c'era molta intimità. Sentii crescere in me la voglia di spaccargli il muso, la rabbia mi cresceva dentro. Corsi in acqua. Il mare mi avvolse e palcò almeno per qualche momento il mio animo agitato. La fortuna mi aveva voltato le spalle. Mi aveva permesso di buttare al vento la storia più importante della mia vita. Mi odiavo. Chissà se le cose sarebbe tornate come prima?
Tornai a riva stanco ma appagato, guardai di nuovo verso la spiaggia, Fly stava ancora con Larry. Diedi un calcio alla sabbia che si disperse per aria e volò via.

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Capitolo 25
*** Mi sei mancato ***


- Allora ragazze che farete oggi pomeriggio?
- Io e Matt andremo al centro commerciale
- Io non saprei, Joe voleva portarmi a surfare in un suo posto segreto
- Mio fratello è sempre così romanticismo nemmeno a pagarlo
- E tu Fly?
- Ecco io, cioè, Larry ha promesso di insegnarmi un aireal
- Secondo me tra voi due c'è qualcosa
- Ma che ci deve essere
Fly non mi sembrava molto sincera, ero quasi sicura che tra lei e il nostro nuovo coach ci fosse una simpatia. Dopotutto Larry non era molto più grande di noi e poi Fly dopo la storia con Heath non è stata più con nessuno, mi sembra una buona occasione per superare quell'ostacolo che le impedisce di andare avanti. Anche se una parte di me avrebbe voluto che Heath e Fly tornassero insieme, erano i miei migliori amici e non potevo che pensarla così.
Salutai le altre e andai da Edge. Se ne stava in camera sua a fare gli addominali contro il muro. Mi misi dietro di lui e gli baciai il collo, lui si voltò verso di me e mi sorrise. Heath stava controllando le riprese che aveva fatto oggi ma non sembrava di buon umore.
- Sono pronto tra un minuto Bec, vado a lavarmi e mi metto qualcosa addosso
Annuii e mi sedetti accanto a Heath. Guardai oltre la sua spalla e vidi che il filmato che stava vedendo non era altro che un'accozzaglia di immagini di Fly. Aveva gli occhi lucidi e gli tremavano le mani, si stava soltanto facendo del male. Avrei voluto dirgli qualcosa ma mi limitai a mettergli un braccio intorno alle spalle. Lui si girò verso di me e affondò nel mio abbraccio, cominciò a piangere senza pudore, come un bambino, sapendo che io non l'avrei giudicato. Mi sentivo così impotente, d'altronde cosa potevo fare?
Edge tornò e lasciai Heath solo con il suo dolore. Anche se cercavo di non pensarci l'idea che il mio amico soffrisse così tanto non mi andava giù. Io e Edge salutammo gli altri ed uscimmo per fare un giro nel parco, sarebbe stato così romantico. Era un pò che non uscivamo da soli io e lui, mi sentivo imbarazzata ma tremendamente bene. Stare con lui mi rendeva felice.
La sua mano cercava la mia per stringerla a sè.

Tutti erano impegnati a fare qualcosa, solo io ero un povero sfigato che se ne stava in camera steso sul letto a guardare il muro. Mi sentivo tremendamente stupido, mi ero sfogato con Bec così senza ritegno, non era nel mio stile. Eppure sentivo che lei era la persona giusta e che mi capiva, con gli altri non potevo essere in pieno me stesso ma con lei era tutto diverso. Io volevo tornare con Fly e dovevo fare qualcosa, non poteva usarmi e poi buttarmi via senza una spiegazione. Certo quel bacio ieri notte c'era stato, non poteva negarlo.
Mi alzai diretto in spiaggia, le avrei detto quello che mi passava per la testa, tanto ormai peggio di così.
Stava surfando, era così bella quando si librava sulle onde leggera e veloce, come un uccello. Non potei trattenere un sospiro, lungo, carico di tutta l'angoscia che mi attanagliava. Stava provando un aireal ma cadde. Il mio primo istinto fu quello di correre da lei ma vidi che c'era Larry. Le onde l'avevano nascosto alla mia vista, forse per non farmi soffrire più del dovuto. Lo vidi prenderla fra le braccia. Il mio cuore ebbe un tonfo, possibile che lei mi avesse già dimenticato? Io non ero proprio niente per Fly?
D'un tratto sentii il bisogno impellente di parlare con qualcuno, allora chiamai Bec.
- Pronto?
Non riuscivo a rispondere, la gola si era chiusa ad ogni parola.
- Heath?
Quasi come uno sfogo, un'urlo liberatorio pronunciai il suo nome.
- Bec
- Che ti succede?
Non ce la facevo. Attaccai.
Fly stava tornando a riva, era la mia occasione. Le corsi incontro ma lei si girò dall'altra parte.
- Dobbiamo parlare
- Davvero? Non ho niente da dirti
- Ieri non è stato niente per te?
- Un errore
- Fly io ti amo, farei qualsiasi cosa per tornare con te
- Allora lasciami in pace
Continuò a camminare lasciandomi indietro, Larry le stava al fianco portandole la tavola

Heath era proprio uno stupido se credeva che saremmo tornati insieme così facilmente. Certo da parte mia c'era un desiderio notevole ma anche una gran voglia di fargliela pagare. Larry mi era stato molto vicino, era bello parlare con lui e in più mi aveva insegnato qualche trucco che faceva sempre comodo in un contest. Anche lui aveva la sua bella dose di problemi ed incomprensioni ma io ero stata capace di fargli capire che poteva parlare liberamente, sarei stata tollerante e non l'avrei giudicato. D'altra parte non era proprio nel mio carattere.
Avevo superato Heath di qualche metro quando lui corse verso di me e mi prese per un braccio.
- Ora mi ascolterai
Larry venne in mio soccorso spingendo Heath lontano da me. Non prese bene questa provocazione e gli diede un pugno in pieno petto.
- Lascia stare Fly ragazzino
- Non potevi trovartene un'altra? Perchè non Perri? Perchè la mia Fly? Perchè vuoi rovinarmi la vita?
Aveva cominciato a dare colpi più precisi e forti, era pieno di rabbia. Larry si difendeva senza fargli del male, dopotutto era ancora il suo allenatore. Subiva i colpi uno dopo l'altro facendomi da scudo.
Perchè per un mio capriccio dovevano soffrire così tante persone e io per prima? Strattonai Larry e per errore Haeth mi colpi in pieno viso. Caddi a terra.
Si chinò su di me, cominciò ad accarezzarmi il viso, chiendomi scusa a raffica. Non potevo fare a meno di sorridere. Larry mise una mano sulla spalla di Heath che si girò guardandolo negli occhi.
- A me non piace Fly
- Sì certo come no
- Sono gay
Heath incassò il colpo meglio di quanto credessi. Scoppiò a ridere, una risata liberatoria, diede una pacca a Larry e tornò a guardarmi negli occhi. Stava ancora ridendo quando chiusi le mie labbra sulle sue in un tenero bacio. Tutto scomparve, si dissolse, esistevamo solo io e lui. Quanto mi era mancata questa sensazione, questa emozione profonda. - Non ho mai smessi di amarti Heath
Lui mi baciò ancora, mi strinse forte. Sentivo il suo cuore battere, il mio respiro accellerare. Chiusi gli occhi e posai la testa sulla sua spalla
- Mi sei mancato

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Capitolo 26
*** Ce la faremo Bec ***


Quando tornammo dalla nostra passeggiata al parco scoprimmo che alla fine Heath era riuscito nel suo intento di tornare con Fly. La cosa sembrava che avesse fatto bene ad entrambi, erano più rilassati, felici e sereni. Tutti stavano raccogliendo le energie necessarie per l'allenamento speciale di Larry.
La sera toccava a me cucinare quindi scesi un pò prima in cucina per preparare qualcosa che ci desse forza, qualcosa di energetico ma che non fosse molto grasso. Perri che in teoria doveva aiutarmi se n'era andata chissà dove e per questo mi sentivo in diritto di avere carta bianca. Larry mi venne vicino e stette per un pò seduto di fronte a me guardandomi cucinare.
- Non te la cavi per niente male Dean
Accennai un sorriso e continuai a tagliare le verdure.
- Lo sai che ci sarà una gara speciale la settimana prossima. Ho saputo che tu sei un tipo competitivo a cui piace vincere
Questa volta posai il coltello e lo guardai in faccia.
- Che gara?
- Surf in coppia, bella idea, vero? Peccato che sia anche molto pericoloso, te la senti?
- Certo
- Sceglierò io le coppie
- Ma una delle ragazze rimarrà fuori
- No, Fly è troppo giovane per partecipare, te l'ho detto, viene addirittura considerato sport estremo
Feci di sì con la testa e mi pulii le mani con uno straccio.
- In ogni caso ne parleremo a cena, l'allenamento di domani sarà finalizzato alla gara della prossima settimana
Se ne andò lasciandomi da solo con i miei dubbi e le mie verdure. Mi sarebbe piaciuto fare quella gara con Bec ma forse sarei stato più preoccupato per la sua incolumità che per la vittoria. Per vincere si deve guardare sempre in avanti. Desiderai che fosse Bec a non poter partecipare alla gara. D'altra parte era pur sempre la mia ragazza, ci sarebbe stata più sintonia. Dovevo smettere di pensarci, dopotutto sarebbe stato larry a scegliere le coppie in gara.
Presi la pentola e la riempii d'acqua.

- Edge questa volta sei riuscito a cucinare qualcosa di decente
- Piano con le offese è un piatto poco calorico e molto energetico e poi reginetta dello stile avresti anche potuto aiutarmi
- Ma dovevo riordinare l'armadio
- Basta ragazzi devo parlarvi
Il momento era arrivato.
- Ci sarà una gara la prossima settimana, consiste nel surf in coppia
- Bello, Matt tu stai con me?
- Calma Perri sarò io a scegliere le coppie, devo mettere su un team vincente che sappia essere in sintonia ma che abbia anche uno stile simile. Domani ci alleneremo su questo
- Grandioso
- Aspetta Fly, tu non puoi partecipare sarebbe troppo rischioso e poi è destinato solo ai maggiorenni
Eravamo tutti emozionati, eccitati al massimo era un'esperienza totalmente nuova e non vedevamo l'ora di buttarci a capofitto in questa nuova avventura.
- Allora le coppie saranno: Matt e Anna
I due si guardarono, a Matt sarebbe piaciuto surfare con Perri ma incassò bene il colpo.
- Heath e Perri
Sorrisero, sarebbero stata una coppia formidabile.
- E Dean e Bec
Lei mi buttò le braccia al collo
- Hai visto siamo capitati insieme
- Già
Ero parecchio preoccupato ma cercai di non darlo a vedere. Non volevo che Larry credesse che fossi un debole non in grado di affrontare una competizione.
- Ce la faremo Bec
Più che incoraggiare lei però volevo are coraggio a me stesso.

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Capitolo 27
*** L'incidente ***


- Dovete spostarvi leggermente all'indietro, calibrare i vostri pesi e creare un baricentro stabile, come avrete notato questa tavola è più grande del normale e quindi anche più pesante, solo con una perfetta armonia riuscirete a farla camminare
Ero al settimo cielo, ero stata così fortunata a capitare con Edge, il mio Edge. Appena Larry si allontanava per lasciarci provare lo abbracciavo e baciavo ripetutamente. Ero così felice. Invece lui mi sembrava molto teso, agitato, non la stava vivendo serenamente come me e gli altri. Forse era la voglia di vincere e quindi le mie distrazioni non erano il massimo per la concentrazione. Decisi di applicarmi, dopotutto anche io volevo vincere. Prendemmo qualche onda, magari non in maniera perfetta ma riuscimmo a non cadere per la prima volta. Lui sembrava aver preso coraggio e cercavamo di spingerci sempre più in acrobazie estreme. Eravamo goffi e crdo che Fly che ci stava guardando dalla riva si stesse facendo delle belle risate.
Scesi dalla tavola e mi posizionai al fianco di Edge.
- Hai sentito Larry, dobbiamo calibrare il peso
- Si ma se vengo più avanti ti cadrò addosso
- Non preoccuparti di questo
Salii dietro di lui, lo cinsi con le braccia e gli baciai la schiena. Non si girò mai ma sapevo che gli piaceva. I suoi bei capelli biondi cadevano all'indietro disegnando una strana forma sulla pelle bagnata. Li accarezzai. Era così bello.
- Sei pronta?
Ammetto che ero un pò distratta da lui, dal suo fisico, dal suo modo di fare. Certo non era la prima volta che lo vedevo in costume ma non avevamo mai fatto surf insieme. Mi alzai in piedi anche se con poca convinzione, mi spostai più in avanti. Lui non aspettò nemmeno un mio cenno d'approvazione che partì.

Cercavo di impegnarmi al massimo, lo sforzo fisico era notevole ma cercavo di non far pesare a Bec nulla. Non dove farsi male. Ci aveva messo più impegno ed anche io ero più concentrato e sicuro. Una volta che hai preso un pò di confidenza e hai imparato a bilanciare il peso è uno scherzo. Una magnifica onda ci passò proprio accanto, non ne avevo mai viste di così alte. Aveva una portata d'acqua spaventosa ed era l'unica in grado di portarci entrambi fino a riva. Cominciai a remare verso di lei e appena giunsi proprio al di sotto mi alzai in piedi.
Sentivo la prte di dietro estremamente pesante.
- Bec viene più al centro, dobbiamo essere più aerodinamici
Sentii il corpo premers contro il mio.
Un momento di distrazione che mi fu fatale. Becc mi cadde addosso e io non ebbi la forza di trattenerla, venne portata via dall'onda e io caddi dalla tavola. Fui schiacciato da un'enorme massa d'acqua che mi impediva di risalire. Mi premeva giù con forza. Risalii a fatica e mentre cercavo di prendere aria la tavola venne dritta contro di me. La pinna si spezzò contro la mia schiena e lo scafo mi clpi con forza alla tempi. Svenni.
Tutto diventò nero. Sentivo che andvo sempre più giù. I sensi mi stavano abbandonando. Una fila di bolle mi uscirono dalle labbra che cercavo di tenre serrate e raffiorarono in superficie.
Mi risvegliai in un letto d'ospedale.

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Capitolo 28
*** Avevo perso la persona più importante per me ***


Non avevo mai avuto così tanta paura in vita mia. Per fortuna Edge era ancora vivo, avevo temuto il peggio. Quando il suo corpo è risalito a galla accompagnato da una scia di sangue purpureo sono andata profondamente in crisi. Ho cercato di afferrarlo ma era troppo pesante da trainare in salvo. Allora ho urlato ma eravamo in mare aperto. Edge aveva perso i sensi.
Il solo pensarci mi faceva venire i brividi. Ora io ero là, accanto a lui, gli tenevo la mano eppure non poteva sentirmi, era così straziante. Mi sentivo tremendamente impotente. Finalmente con qualche scossa ad alcune apparecchiature che gli stavano accanto e una salita a picco dell'encefalogramma Edge si svegliò. I suoi occhi così grandi e azzurri sembravano quelli di un bambino che si aprono sul mondo per la prima volta. Talmente innocente, puro, immacolato, era un angelo. Gli accarezzai la mano ma lui la ritrasse. Era spaventato.
- Dove sono?
- Sei all'ospedale, hai preso una brutta caduta ma per fortuna stai bene
- E tu chi sei?
Quelle parole per me furono una pugnalata in pieno petto.
- Cosa?
- Chi sei tu? Perchè sei qui?
Mi alzai di scatto dalla sedia che cadde con un rumore sordo e metallico sul pavimento. Le labbra mi tremavano, gli occhi mi si erano riempiti di lacrime, mi girai di scatto ed uscii dalla stanza.
- Dottore
- Sì?
- Volevo sapere
Non riuscivo nemmeno a parlare, la mia mente continuava a mandare impulsi nervosi ma tutto era sovraccarico.
- Volevo sapere come sta Dean Edgely
- Lei è una parente?
- Sono la sua ragazza
- Mi spiace ma possiamo dare informazioni soltanto ai familiari
- Ma non verrà nessuno della famiglia, la prego
- Mi dispiace è il regolamento
E se ne andò lasciandomi lì da sola, per la prima volta da quando io e Edge ci eravamo messi insieme. Non ricordavo cosa volesse dire sentire il vuoto attorno, essere sola.
Larry mi venne incontro passandomi una cartella clinica. Non ci capivo niente di quelle cose ma la sfogliai ugualmente cercando una risposta alle mille domande che mi formulavo. - Dice che Edge sta bene
- E' normale che non ricordi niente?
- Non mi stupisce
- Che vuoi dire?
- Ha avuto un piccolo trauma cranico, la memoria temporanea è fuori uso, almeno per il momento
Allora era vero, Edge non si ricordava più di me, non si ricordava di quello che avevamo condiviso. Una parte di me è come se fosse morta con lui. E ora? Non sapeva nemmeno chi ero, il mio nome darebbe diventato uno dei tanti, la mia faccia una tra la folla. Mi misi una mano nei capelli, feci scorrere le dita attraverso la mia chioma scura ancora piena di salsedine. Ero tremendamente indecisa sul da farsi, sarei dovuta tornare indietro da Edge e magari raccontargli di noi? Decisi di andare da lui ma Larry mi prese per un braccia e mi costrinse a guardarlo. Capivo dai suoi occhi che voleva dirmi qualcosa che non avrei gradito.
- Non andare Bec, non farmelo ripetere so che ti farà star male ma Dean deve riaquistare la memoria gradualmente e la tua presenza può interferire
Mi liberai della sua stretta e andai davanti alla porta della sua stanza. Lo spiai attraverso il vetro. Mi salirono le lacrime agli occhi e questa volta le lasciai scorrere, non m'importava essere forte, avevo perso la persona più importante per me.

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Capitolo 29
*** A cosa serve ricordare? ***


Vorrei dire alcune cose prima di iniziare il capitolo. Innanzitutto vorrei ringraziare tutte le persone che leggono e apprezzano la mia fan fiction (il vostro sostegno mi è fondamentale) e in particolare diavoletta_verde. Inoltre vorrei dedicare questo capitolo (è una sorta di regalo non potendo fare di meglio) alla mia sorellina Veronica che adora Bec (e che io adoro XDD) e sopratutto a Valentina. A lei volevo fare una dedica particolare, perchè mi ha molto colpito la sua forza nell'affrontare le avversità della vita. So che sta passando un brutto momento ma almeno spero che questo capitolo la faccia un pò distrarre. Ci sono persone di cui non vale nemmeno la pena parlare. Tu mi capisci. Ti voglio bene

- E quindi non ricorda niente?
- No, non mi ha nemmeno riconosciuto
- Non posso crederci
- Noi cosa abbiamo intenzione di fare?
- L'hai sentito Larry, non dobbiamo creargli pressioni, devi fare tutto da solo
- A quanto pare è una cosa momentanea
- Lo spero
Ci eravamo tutti riuniti in camera nostra per discutere di Edge, certo non potevamo restare con le mani in mano, era nostro amico. Avrei tanto voluto fargli ricordare tutti, i momenti trascorsi insieme, i ragazzi, le nostre avventure di gruppo. Stavo davvero male al pensiero che avesse perduto queste cose, quasi come se non fossero importanti per lui, tanto da essere rimosse. Io compresa.
Edge entrò nella stanza, aveva un'espressione un pò imbarazzata, nonostante fosse già entrato bussò contro la porta.
- Ciao ragazzi io sono Dean un vostro nuovo compagno volevo solo dirvi questo, tolgo il disturbo
Ero esasperata.
- Ma l'avete sentito?
Gli altri erano senza parole. Dovevo fare qualcosa, qualsiasi cosa ma doveva tornare il nostro Edge, il mio Edge.
Lo raggiunsi in cucina. Era seduto e stava prendendo degli integratori. Mi misi accanto a lui.
- Tu sei quella dell'ospedale, vero?
- Sì sono io mi chiamo Bec
- Perchè eri là?
- Diciamo che ero presente quando hai avuto l'incidente ed ero in pensiero per te
- Per me? Ma se manco mi conosci
Scoppiò a ridere. La sua risata però non esprimeva gioia, anzi, era fredda, vuota, quasi metallica.
- Già
Si mise una mano sul mento e si mise a fissarmi.
- Che c'è la mia faccia ti sembra familiare?
- Veramente no, me la sarei ricordata una ragazza così carina
Una lacrima silenziosa mi scese sulla guancia rigandomi il viso. Mi alzai e me ne tornai nella mia stanza. Quella situazione stava diventando insostenibile.
Gli allenamenti per me furono più duri del previsto, ero davvero sfinita sia nel corpo che nell'animo e Larry così stava solo cercando di boicottare la mia salute mentale. Edge sembrava felice. Io lo seguivo in ogni minimo movimento che faceva, spiavo ogni suo respiro, speravo che dietro un suo sgurado si celasse un messaggio per me. Ma invece niente, totale indifferenza.
Andai a posare la mia tavola per finire quella giornata da incubo il prima possibile. Edge stava parlando con Matt. Mi piegai sulle ginocchia per nascondermi, non era mia abitudine origliare ma nel mio caso era una necessità.
- Ma dico l'hai vista alla bruna?
- Bec? Che ha fatto?
- Non mi ha tolto gli occhi di dosso un momento da quando sono qui
- Secondo me è solo la tua impressione
- Gli piaccio è certo
- Non cominciare a farti strane idee
- Ma sì dai una botta e via
Un pò per l'emozione, per la rabbia, per la stanchezza di dover lottare per la felicità ogni singolo secondo della mia vita, diedi un calcio alla tavola che caddè portando con sè tutte le altre. La scena magari poteva anche essere considerata divertente col senno di poi ma al momento avrei voluto scomparire dalla faccia della terra. Matt mi guardo con una faccia incredula e Edge ridendo ripeteva:
- Hai visto? Te l'avevo detto
Raccolsi tutte le energie che mi rimanevano per urlargli contro.
- Sei uno stupido Edge
E corsi via. Fu la corsa più lunga della mia vita, non mi fermai per prendere fiato, lasciai che il vento diventasse parte di me, che la terra sotto i miei piedi diventasse un prolungamento delle mie gambe. Volevo scomparire. Mi tuffai in acqua e rimasi senza nuotarein piedi, lasciando che i miei polpacci sprofondassero nella sabbia. Il mare mi bagnava il viso mischiandosi alle mie lacrime. La mia vita era un totale disastro.
Sentii qualcuno che mi chiamava dalla spiaggia, mi girai di scatto. Era Edge. Sapevo che avrei dovuto affrontarlo, restava pur sempre il mio ragazzo. Camminai verso di lui trascinando il mio corpo in avanti ma senza nessuna convinzione. Mi sedetti sulla sabbia.
La mia mente tornò a tempo addietro, proprio qui la prima volta ci eravamo baciati. Scacciai quel pensiero dalla testa, ormai era tutto inutile. A cosa serve ricordare se non si ha nessuno con cui condividere?
Edge mi accovacciò al mio fianco.
- Bec mi dispiace
Non gli risposi.
- Tu non mi conosci, io cerco di sembrare sicuro di me ma in realtà ho una gran difficoltà ad esprimere quello che provo.
- Tranquillo
Anche se non lo stava guardando riuscivo a percepire che il suo corpo si stava avvicinando al mio. Sentivo il suo respiro sfiorarmi l'orecchio, la sua mano aveva trovato posto sul mio fianco. Mi voltai lentamente per godermi il magnifico spettacolo del suo viso. Quanto mi era mancato.
Mi baciò.
- Che strano, mi sembra di aver già vissuto questo momento
- A chi lo dici Edge
E posai il capo sulla sua spalla.

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Capitolo 30
*** Ritorno ***


Dal diario di Bec
Era passato del tempo, troppo tempo.
I giorni sul calendario erano seguiti uno dopo l'altro, la scuola, il surf, tutto scandiva le nostre giornate come sempre. Dall'incidente di Edge, Simmo ci raccomandò: parlate meno, surfate di più. Nessuno poteva negare che le nostre vite erano cambiate. Edge stette meglio, seguì una cura di riabilitazione e nel giro di qualche mese tornò alla vita di sempre. Per quanto riguarda gli altri le cose si erano complicate anche per loro, Fly e Heath si erano lasciati, come anche Perri e Matt. Eravamo tutti scontrosi e diffidenti, c'importava solo di vincere e quasi non avevamo contatti gli uni con gli altri, vincere, vincere, vincere. Per quanto mi riguarda ho cercato di superare il mio brutto periodo (quando Edge stava male) e devo ammettere che ci sono riuscita, ora sto bene e sono felice.


Avrei dato la notizia ai ragazzi e loro ne sarebbero stati sicuramente entusiasti. Scesi le scale di corsa con un pò di fiatone e con il cuore che mi scoppiava nel petto per l'emozione, che sciocca che sono, emozionarsi così per dei ragazzi. Eppure nel corso di un anno avevo imparato a voler bene a tutti loro, a trattarli quasi come figli, i figli che non ho mai avuto. Scossi la testa per cercare di scacciare i brutti pensieri, da quando mi avevano dato la notizia che non avrei potuto più rimanere incinta la mia vita era stata come risucchiata in un buco nero. Li trovai in cucina, erano tutti lì, seduti intorno alla tavola, con le mani sulle ginocchia e gli occhi distratti. Mi schiarii la gola e loro si girarono a guardarmi, potevo sentire i loro occhi fissi su di me.
- Ho grandi notizie per voi
Non capivano, si guardavano l'un l'altro senza però metterci sentimento in quegli sguardi, li avevamo rovinati quei ragazzi, li avevamo privati di quella gioia di vivere, del desiderio di amare tipico della loro età.
- Ho parlato con quelli della Solar Blue che sarebbero interessati a formare una squadra di surfisti professionisti sponsorizzata da loro
Non capivano, seguivano il labiale ma sembrava che le mie parole non fossero arrivate fin dentro di loro.
- Quindi non ci sarà nessuna finale?
- Nessuna! Siete passati tutti, vogliono voi, svegliatevi
- Deb ma ci prendi in giro?
- No, vi daranno a disposizione un appartamento tutto pagato, sei di voi che vivranno un sogno vi rendete conto?
- Sei? Ma noi siamo solo cinque
- Il sesto dovreste conoscerlo bene dal momento che si tratta di Joe

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Capitolo 31
*** Returns ***


- Allora è tutto deciso, la squadra sarà composta da Bec, Perri, Fly, Edge, Matt e Joe
- E noi coach?
- Anna tu sei stata adocchiata da dei dirigenti della Gold Coast
- E ciò significa?
- Significa che non hai bisogno di una squadra, gareggerai come singolo
- E Heath?
- Heath l'hanno ingaggiato come fotografo personale della squdra, avrà l'esclusiva su tutte le vostre performances
- Grande
Anna però aveva uno sguardo triste.
- Quindi non adrò a stare con i ragazzi?
- No Anna, ti ho detto, sarai la punta di diamante...
- Non m'importa! Dovrò lasciare gli altri....Joe...
- Calmati su Anna
Si alzò di scatto dalla sedia e uscì fuori sulla spiaggia. Si mise a correre fino ad arrivare alla riva, si tolse le scarpe e si bagnò fino ai polpacci scrutando l'orizzonte. Rimase lì per non si sa quanto tempo, il sole era calato piano e la sera s'era inoltrata attraverso il giorno. Il silenzio della spiagga fu interrotto da un respirare affannato. Anna si girò e vide Joe dietro di lei. Si sedette sulla sabbia e le fece cenno di raggiungerlo.
- Ciao
- Ciao
Stettero un pò in silenzio, non sapendo cosa dire.
- Deb mi ha detto tutto
Anna si ostinava nel suo silenzio.
- Mi dispiace, ti ho rubato il posto
- Non c'entra, lo sanno tutti che una squadra di surf è composta da tre ragazzi e tre ragazze, io sono sempre stata di troppo
- Ma Heath...
- Heath starà in casa con voi mentre per quanto mi riguarda sarà sballotata da una costa all'altra dell'Australia e magari mi rimanderanno in Europa
- No...
- E' vero, nell'ultimo periodo non siamo stati molto insieme, tu eri tesa e l'atmosfera in casa non era delle migliori...ma ora che ti sto perdendo senza poter far niente...mi sento male
- Stai zitto Joe, abbracciami
Joe la cinse con le sue braccia e la baciò sulla fronte.
- Affronteremo anche questa



Salimmo in camera per preparare le valigie, avremmo lasciato l'appartamente ai nuovi allievi al più presto. Perri dovette lottare non poco per costringere tutte le sue cose in sole quattro valigie, a me ne bastarono due. Nel giro di un'ora la nostra stanza era svuotata, nella libreria non c'erano più i miei libri e le riviste di Perri, nei cassetti più nulla di nostro.
- Sembra la fine
- Ma che fine...è solo l'inizio di una nuova avventura
- E Anna?
- Sarà un nuovo inizio anche per lei
Perri annuì anche se sembrava che volesse convincere più sè stessa che me.
- Bec io ho paura
- Anche io, ma ci farà bene
- Torneremo quelli di un tempo
- Meglio di prima!

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Capitolo 32
*** Casa dolce casa ***


Ci portarono alla casa nuova. Nessuno che ci avrebbe controllato, un'intera casa tutta a nostra totale disposizione. Fantastico. Non avevamo parole per descrivere la perfezione della cucina, delle scale, delle camere ordinate, dei bagni, del terrazzo, ce ne stavamo con'espressione ebete ancora con i borsoni in mano.
- Benvenuti nella vostra nuova casa ragazzi, lì sul frigo c'è la dieta che dovete seguire, nel salotto in bella mostra c'è la lista con gli allenamenti giornalieri e supplementari e poi il catalogo con tutte le competizioni. So cosa state pensando "che cretino Simmo a pensare che noi seguiremo tutte quste raccomandazioni" ma sbagliate, se perdete più di tre competizioni siete fuori
Sospirammo lentamente e intanto ci guardavamo intorno.
- E ora via, andate a scegliervi le camere
Ci catapultammo in cima alle scale e una doppia fila di camere, tre su un lato e poi simmetricamente sull'altro ci invitavano a scegliere.
- Sono a due
disse Perri con un tono un pò incerto
- E noi siamo sei
- Sette con Heath
- No ragazzi io ho la camera nel capanno lì fuori
- Quindi siamo sei
Nella mia mente per un momento balenò l'assurda idea di dividere la stanza con Edge ma era passato tanto tempo da quando eravamo così intimi e poi lui non ne avrebbe avuta mai intenzione. Eppure sarebbe stato così bello dormire con lui, svegliarsi al suo fianco, nonostante il tempo i miei sentimenti per lui non erano cambiati.
Edge si appoggiò al muro, con una mano si toccò la ciocca di capelli biondi che gli ricadeva sulla fronte e poi parlò.
- Io la vedo molto semplicemente: dal momento che Joe è il fratello di Bec loro possono dormire insieme, io starò con Matt e Perri con Fly
"Che perfetta organizzazione Edge" avrei voluto dirgli, ma la mia voce rotta di pianto avrebbe tradito le mie intenzioni.



Non avevo nessuna voglia di mettere a posto le mie cose nella mia nuova camera. Non potevo crederci, ho passato i peggiori anni della mia vita a convincere mia madre a dare a me e a Joe una camera separata e ora? Edge in una frase mi condanna alla convivenza con quel babbuino disordinato e casinista che mi ostino a chiamare fratello. Avevo preso la tavola con l'intenzione di andare a surfare. Arrivai sulla spiaggia e per un pò me ne stetti seduta a osservare il mare, quella era un'opportunità, dovevo cercare di cogliere i lati positivi della faccenda. Un ragazzo si sedette accanto a me.
- Hey ciao
Mi voltai e lo scrutai con sguardo severo.
- Ci conosciamo?
- No...o almeno...non ancora...mi chiamo Eric
- Bec
- Che meraviglioso nome, io avevo una nonna che si chiamava così, viveva in Colorado e aveva ventisette gatti e suo marito...
Il nuovo venuto aveva voglia di attaccare bottone a quanto pare.
- E tu da dove spunti fuori?
- Sono della Solar Blue
Alzai impercettibilmente il sopracciglio.
- Davvero?
- Sì...perchè così stupita?
- Anche io sono...volevo dire ero della Solar Blue
- Fantastico, sai dove abito quindi vieni a trovarmi, cioè intendevo vieni a conoscere gli altri
- Lo farò
E mi alzai, salutai quello strano ragazzo con la mano e mi avviai verso casa. Estrassi il cellulare dalla tasca dello zaino e mandai un messaggio a Perri.

from: Bec to: Perri
Simmo ha fatto in fretta a rimpiazzarci.

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