When you're too in love to let it go

di dreamasmile
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***



Capitolo 1
*** 1. ***



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La stagione fredda si stava avvicinando e gli abitanti della Comunità cominciavano ad usare i loro cappotti, grigi per le donne e neri per gli uomini. 
Il sole stava calando lento sull'orizzonte e i primi cittadini rientravano dal lavoro. Kurt salutò cordialmente Tyra, l'Anziana di cui si prendeva cura, e inforcò la sua bicicletta argentata, pedalando sulla via di casa.
Quando aveva ancora un'età, si confondeva spesso. Le case erano tutte uguali, i tetti grigi, i muri bianchi e il giardino perfettamente curato, e non riconosceva mai la sua, finché la sua sorella maggiore, Key, non usciva sul pianerottolo per aspettarlo.
Ma ora che era cresciuto, non faceva fatica a riconoscere il suo giardino e ad appoggiare la bici sull'apposita rastrelliera, accanto a quelle dei genitori e della sorella.
''Ciao, Kurt. Com'è andata oggi al lavoro?'' gli chiese la madre, sistemando le sue scarpe, buttate senza riguardo nel corridoio.
''Tutto bene, grazie. Tyra sarà congedata tra poco e allora dovranno assegnarmi un altro Anziano. Hai passato una bella giornata al lavoro?'' chiese di rimando Kurt, quella era la prassi. Tutti cordiali e gentili, soprattutto tra familiari.
''Bè, quasi. C'è stata un'infrazione delle regole da parte di un Dodici, ma sono riuscita a non fargli avere la punizione. Mi dispiace sempre dover punire i bambini'' disse la donna.
Si occupava di Legge e Giustizia, un ruolo molto importante nella Comunità. Era lei che doveva fare in modo che tutti seguissero le regole ed era sempre lei a punirli quando le infrangevano.
''Sono contento'' 
La cena quella sera fu piuttosto silenziosa, fino a quando Key sbalordì tutti con una notizia insolita.
''Oggi è arrivata una nuova unità familiare'' dichiarò, risvegliando l'attenzione di Mamma, Papà e Kurt.
''Come? E' impossibile!'' disse il padre, con espressione sbalordita.
Non era un tipo molto sveglio, faceva il Lavorante, e non aveva nessuna capacità particolare. Ma se c'era una cosa che sapeva perfettamente erano le regole, e in quell'enorme libro non c'era niente a riguardo di trasferimenti.
''Dicono che nella loro Comunità ci sono regole diverse e che, se non vanno d'accordo con le persone, possono trasferirsi. Sono in tre, hanno un solo figlio. Mi pare che si chiami Nate o Blaine o qualcosa del genere'' continuò Key, finendo il suo pasto.
''Bene, avete tutto finito la cena. Che emozioni avete provato oggi?'' chiese la madre, sorridendo.
Era un rituale, scritto nelle regole, molto importante. Così il Consiglio degli Anziani aveva sotto controllo tutti i cittadini e potevano evitare gli ammutinamenti. Non che ne fossero mai capitati.
Kurt odiava quel momento, più di quando al mattino dovevano raccontarsi i sogni. Non sapeva mai cosa dire, ogni giorno era una monotonia totale e gli unici momenti interessanti erano i congedi, che erano piuttosto frequenti nel luogo di lavoro di Kurt.
''Oggi non ho provato emozioni'' disse il padre, dileguandosi da lì. Come il figlio, non era un amante di quei momenti.
''Io sono felice perchè tra poco ci sarà la Cerimonia e avrò nuovi bambini'' disse Key, allegra.
Lei era un'Istruttrice dei Tre. Una sorta di maestra, solo che non insegnava ai bambini la matematica e la letteratura, gli insegnava come si viveva nella Comunità.
''Io sono incuriosito. Voglio conoscere quel tale della nuova famiglia. Blaine, giusto?'' disse Kurt.
La sorella annuì, pulendosi la bocca con il tovagliolo. ''Kurt-olly, lo sai che la curiosità non è ben accetta nella Comunità. Se lo incontrerai, sarò molto felice per te, ma stai attento a quello che dici'' gli disse la madre con calma, mostrandogli un sorriso rassicurante.
Nonostante non fosse la sua vera madre, lo trattava come se lo fosse. Nessuno nella Comunità sapeva chi era la sua vera madre, né chi erano i suoi veri fratelli e sorelle. Solo chi erano i componenti della propria unità familiare.
''Grazie per la correzione, mamma. Ne farò buon uso'' rispose Kurt, anche se non aveva neanche sentito le sue parole. Ma doveva dirlo, era la solita noiosissima regola.
''Vado a dormire, buonanotte a tutti'' continuò il ragazzo, andando in camera sua.
Era stanco di quella vita. Voleva un pò di movimento, poter uscire la mattina e respirare aria in un certo senso migliore, senza tutta quell'oppressione che li circondava.
Tutta la città era sotto un'immaginaria cupola di vetro che li proteggeva da tutti i pericoli del mondo ma allo stesso tempo li isolava e non gli faceva conoscere la vera realtà, il mondo pieno di colori e di differenze.
Ma tutto quello stava per finire, Kurt se lo sentiva.




Mine's Corner

salve a tutti :3 questa è la prima volta 'ufficiale' che scrivo su questo fandom anche se è da moooolto che scrivo su tantissime altre cose.
è un pò strana questa storia, mi è venuta in mente ieri sera quando ho finito di leggere un libro chiamato 'The Giver' al quale è ispirata questa FF.
per ora spero che vi sia piaciuta e spero di ricevere qualche commentino :3
se volete, seguitemi su twitter (@klainesbaby_)
I gotta gay. go, go, I gotta go :D
alla prossima, sciaoo **

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Capitolo 2
*** 2. ***



Kurt uscì di casa particolarmente contento quella mattina, anche se non lo dava a vedere. Qualche minuto prima lo Speaker aveva fatto un annuncio, facendolo risvegliare.
''Diamo il benvenuto all nuova unità familiare che da oggi vivrà con noi nella Comunità'' aveva detto, suscitando uno strano interesse in ogni singolo abitante.
Chi sono? Che lavoro fanno? Come sono? Che suono ha la loro voce? erano solo alcune delle migliaia di domande che viaggiavano nella testa degli abitanti della Comunità.
Kurt arrivò davanti al suo luogo di lavoro in perfetto orario; fece per riporre la bicicletta nella rastrelliera, quando notò che qualcosa era cambiato, come se ci fosse una presenza nell'aria né negativa né positiva, semplicemente... nuova.
Una bicicletta colorata era appoggiata al muro candido, senza ordine, senza seguire le regole.
Kurt sistemò la sua e, prima di entrare, si sporse ad osservare quella nuova presenza colorata. Ne aveva viste tante, di bici, e quella era l'ennessima, se non per due particolare: non era grigia e non era nella rastrelliera.
Gli abitanti della Comunità non potevano infrangere le regole come se nulla fosse, pena il congedo o una ammunizione. L'unico giorno in cui erano tenuti a non rispettare le regoole era il giorno di vacanza. Di quei giorni ce n'erano pochi e, nonostante tutto, gli adulti si comportavano come sempre, solite abitudini, solite rigide regole.
I bambini, al contrario, lasciavano le bici per terra, in mezzo alla strada, urlavano e si scioglievano i capelli, come se gli restasse solo un giorno da vivere.
''Neanche un Nove lascia la bicicletta in questo stato'' pensò Kurt, leggendo la targhetta di appartenenza.
Blaine, c'era scritto, a caratteri cubitali.
Voleva lasciarla lì, fare in modo che il nuovo arrivato si prendesse la sua punizione, ma Kurt prese la bici per il sellino e la mise dove dovrebbe stare, nella rastrelliera.
Entrò nel luogo di lavoro e salutò la solita segretaria seduta dietro la sua scrivania, intenta a scrivere i vari registri di presenza.
''Salve Margaret, buona giornata'' le disse Kurt, sorridendole.
''Oh, Kurt, aspetta. Mi è stato chiesto di fare da guida al nuovo arrivato, ma ho tante cose da fare. Puoi farlo tu?'' chiese la donna gentilmente, aspettando una risposta.
''Si, certo, ma... -un ragazzo, anzi, un uomo, comparì di fronte a Kurt, avvolto nel suo camice da lavoro- Blaine, giusto?''
Il nuovo arrivato annuì, porgendo la mano alla sua nuova guida.
''Ma che...?'' pensò Kurt, spostandosi. Voleva colpirlo? Nessuno gli aveva mai porso la mano, a quale scopo poi?
''Mi chiamo Kurt e sono la tua guida qua al Centro per Anziani, per oggi'' disse, con un sorriso forzato. ''Non...voi non stringete la mano quando conoscete una persona?'' chiese Blaine divertito.
L'altro scosse la testa e si avviò verso l'ascensore, facendo cenno al moro di seguirlo.
''Vieni, Blaine. Ci sono tante cose che devo mostrarti'' disse Kurt, mentre il suo nuovo apprendista lo raggiungeva in ascensore.
''Dunque, occhi azzurri, dove andiamo?'' domandò Blaine, mentre la porta si chiudeva.
Kurt, più scandalizzato che altro, sobbalzò dallo stupore e, una volta ricomposto, disse chiaramente ''Ascoltami, Blaine, non so da quale strano posto tu venga, ma qua ci sono certe regole da rispettare. E una di queste è il rispetto verso gli altri, ok? Anch'io non dovrei parlarti così in questo momento, ma gli ascensori sono l'unico posto senza trasmettitori e quindi non possono controllarci. Tutto chiaro, nuovo arrivato?''
Blaine annuì, diventando improvvisamente molto silenzioso.




Mine's Corner

sono felice! felice felice felice :3
ahahah, ok, la smetto.
vi ringrazio infinitamente per le 7 seguite già al primo capitolo e per le recensioni, siete meravigliosi *-*
spero che questo capitoletto vi piaccia!
il prossimo aggiornamento credo che sia mercoledi (ossia il mio compleanno uu)
fino ad allora, baci**

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