Consequence

di Agrifoglio
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chris's birthday // Darren ***
Capitolo 2: *** Klaine skits // Chris ***
Capitolo 3: *** Dublin kiss // Darren ***
Capitolo 4: *** Who is a good crisser? // Chris & Darren ***
Capitolo 5: *** Grey room // Darren ***
Capitolo 6: *** Never say never // Darren ***
Capitolo 7: *** The premiére // Chris ***
Capitolo 8: *** Fashion Night Out // Chris ***
Capitolo 9: *** You take my breath away // Darren ***



Capitolo 1
*** Chris's birthday // Darren ***


Quelle poche volte in cui Darren apriva il suo laptop e decideva di girovagare un po’ su internet, rimaneva sempre stupefatto. C’erano cose che non riusciva a capire, cose che per lui non erano così ovvie, ma forse solo perché dentro di sé era ancora un ragazzino ingenuo. Non riusciva davvero a capire perché alcune delle sue fans credessero fermamente che lui avesse una cotta per Chris Colfer. Non che s’indignasse, in fondo sapeva perfettamente a che livelli di insanità mentale potesse portare il fangirling sfrenato; lui stesso, benché per altre ragioni, ne era stato vittima nella sua adolescenza. Gli capitava di leggere, talvolta, di ragazze che si affannavano nel cercare prove su una loro possibile relazione (CrissColfer li chiamavano) ed eventuali conferme alle loro fantasie. La cosa che più lo sbalordiva era che effettivamente queste fantomatiche prove c’erano, e probabilmente, se fosse stato al posto di una di quelle ragazze, anche lui avrebbe pensato che una cosa del genere fosse possibile.
Ma Darren sapeva che non era così. Era molto affezionato a Chris, gli piaceva lavorare con lui e avevano legato molto sul set. Lo ammirava tantissimo, ma in fondo era impossibile fare il contrario: un attore formidabile, per non parlare della sua voce, un ragazzo pieno di passioni ed interessi… Stare vicino a lui era entusiasmante, e Darren quasi un po’ lo invidiava e si sentiva così piccolo davanti ad un talento del genere. E, Darren pensava, forse era per questo che ne parlava spesso nelle interviste, o che cercasse di attirare la sua attenzione quando sentiva la sua presenza. Non c’entravano i sentimenti, non di certo, era qualcosa che si fermava su un piano di intesa artistica. E per questo che, nonostante si fosse reso conto della sua quasi morbosità, non cercò nella maniera più assoluta di cambiare il suo atteggiamento nei suoi confronti. E poi dimostrare affetto e ammirazione è una cosa bella, si diceva, ognuno dovrebbe comportarsi così con gli altri, perché me ne dovrei vergognare se lo faccio io?

 
**
 
Il giorno del compleanno di Chris, il tour del Glee Live era iniziato da pochi giorni. Darren ancora non poteva credere di essere arrivato fino a quel punto, a cantare e recitare su un palco, davanti ad un pubblico così vasto di ragazzi urlanti e sorridenti. E lui fremeva ascoltando quegli applausi, quelle grida, sapendo che almeno una parte era indirizzata a lui. A lui e, ovviamente, anche a Chris, che non faceva altro che improvvisare scenette esilaranti durante il loro unico sketch. Che poi chissà che si era messo in testa, ogni volta a prenderlo alla sprovvista in quel modo, chissà che aveva in mente. Lo faceva per i suoi fan, senza dubbio, da professionista quale era, avrebbe fatto qualsiasi cosa per loro. Il giorno del suo compleanno era in splendida forma, esibendosi in Single Ladies. Darren lo guardava da dietro le quinte e si chiedeva come fosse possibile che nessuno ancora avesse fatto pubblicamente gli auguri a quel ragazzo. È un’assurdità, pensava, si merita un applauso, una standing-ovation, è fantastico e nessuno, nessuno, gli ha ancora augurato buon compleanno. E non poté proprio evitare quella volta.
« HAPPY BIRTHDAY, CHRIS! », e lui dal palco fece una delle sue dolci facce buffe.

 
**
 
Nelle interviste che aveva fatto negli ultimi giorni, Chris non faceva altro che parlare della sua festa di compleanno e di cosa aveva in mente e di quanto grandiosa sarebbe stata. E di fatto lo era. C’era la musica, c’era un gruppo spropositato di persone e Darren si stava divertendo tantissimo. C’erano così tante persone che, nonostante la serata fosse quasi giunta al termine, Darren non aveva ancora incontrato il festeggiato. E a essere sincero, doveva ammettere che l’aveva cercato con lo sguardo per parecchio tempo, fino al punto che aveva desistito e aveva continuato a godersi la serata. Gli venne in mente, mentre ballava sulle note della canzone più in voga del momento, di quando al college era solito festeggiare i compleanni dei suoi compagni di stanza nei modi più assurdi. Era sempre stato una persona fuori dal normale, in effetti, e quasi ci stava che nel bel mezzo dei festeggiamenti li baciava sulla bocca in preda all’euforia. Non ci vedeva nulla di male lui, solo un modo particolare di esprimere affetto, lo divertiva, e con il passare del tempo divenne quasi una tradizione. Baciare sulla bocca Chris sarebbe stato del tutto inopportuno, lo sapeva, ma riconosceva anche che quel tipo di rapporto che aveva instaurato con i suoi vecchi colleghi di college si avvicinava, anche se di poco, a quello che era nato con Chris. Ma erano solo pensieri nella sua testa, nulla di più.
« DARREN! »
Era Chris che lo chiamava, da dietro la sua spalla. Era straordinariamente elegante, in ghingheri come poche volte lo è stato, se si è escludono quelle sul set. Aveva le guance arrossate, il sorriso sulle labbra e gli occhi un po’ stanchi. Si teneva abbracciato a Lea, quasi come se avesse bisogno di un sostegno per stare in piedi. Darren poteva giurare che non fosse esattamente lucido in quel momento.
« Darren, ti ho cercato ovunque! », disse con una voce più acuta del normale.
« Ehi, Chris! Ti ho cercato anche io, volevo farti gli auguri di presenza… »
Chris barcollò un po’ e poi gli lanciò le braccia al collo. « Ehi, grazie davvero per gli auguri oggi sul palco. Grazie, davvero, davvero». Continuava a ripeterlo come se Darren gli avesse salvato la vita o qualcosa del genere. Erano solo degli auguri in fondo.
Darren rise. « Era il minimo Chris, non devi ringraziare»
Chris si allontanò un po’, tenendo questa volta solo il braccio destro sulle spalle di Darren. Barcollò ancora, e si aggrappò a Darren che si sforzò di tenerlo dritto. « Davvero Darren… Sai, tu, tu sei uno dei migliori colleghi che ho avuto, tu sei divertente… Mi fai sempre ridere. Sì, davvero Darren… », sbiascicava complimenti e Darren arrossì un po’. « Io ti voglio bene, Darren, credimi, ti voglio bene »
« Anche io ti voglio bene, Chris», disse sorridente.
E poi, per un motivo che Darren a lungo non riuscì a spiegarsi, in quella musica assordante, fra la gente che spintonava noncurante di loro, per qualche motivo astruso e misterioso, Chris posò le sue labbra su quelle di Darren. Fu solo un secondo, un bacio che durò il battere di un ciglio, sonoro e ridondante, che quasi Darren ne sentì l’eco per tutta la stanza.
E così come era arrivato, all’improvviso, dal nulla, sparì, fra la gente, salutando alcuni, abbracciando altri, dispensando sorrisi. E Darren fermo, immobile, con la testa frastornante. Un bacio?

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Capitolo 2
*** Klaine skits // Chris ***


Gola secca e capogiri. Come ogni cosa, anche le sbronze hanno il loro lato negativo. E adesso, all’alba dei suoi ventun’anni, anche Chris ne era al corrente. Così si svegliò, nel letto di una camera d’albergo presa per l’occasione, premendo i palmi delle mani contro le tempie per cercare di alleviare un mal di testa atroce. Forse aveva esagerato la sera prima; tutto quell’alcool, la tequila di cui non faceva altro che parlare negli studi televisivi… Che ne sapeva lui, di quello che poteva succedere? Un’altra sciocchezza, pensava, odiando quella sua voglia di sperimentare, e di strafare, e di non pensare alle conseguenze. Cercava qualcosa da indossare nella confusione del suo trolley e ripercorreva con la mente la serata appena passata. L’arrivo alla festa in tutta segretezza, gli amici dentro ad aspettarlo, la musica, le luci, qualche regalo, la torta… nessuna foto. Così era stato imposto agli invitati: niente foto. Chris e la sua fissazione per la privacy. Continuavano a rimproverargli quanto fosse esagerato, ma Chris sapeva che il suo era un bisogno di proteggersi, di tenere una parte di lui al di fuori delle telecamere, nascosta ai fan, ai media; aveva bisogno di tenerla per sé, e di aggrapparsi ad essa quando a volte si sentiva un po’ perso. Doveva essere lui a decidere quale lato di sé era giusto mostrare, e in quale misura. La sera della festa però non era riuscito a tener fede al proprio obiettivo e, purtroppo, l’alcool aveva fatto sì che si lasciasse andare completamente. Eppure, pensava guardando fuori dalla finestra, qualcosa che mi sfugge c’è. E non si sapeva dire esattamente cosa. Era una di quelle sensazioni brutte che però è difficile ricollegare ad una situazione o ad un avvenimento in particolare. Si sforzava, si spremeva le meningi Chris, mentre indossava una comoda t-shirt, ma non gli veniva in mente niente. Prese il telefono, nessun messaggio strano, nessun “Oddio, cosa hai fatto ieri?” oppure “Non pensavo fossi quel tipo di ragazzo”, e questo lo tranquillizzò di non poco. Quindi, dicendosi in tutta calma che non aveva nulla di cui preoccuparsi, si recò alle prove.

**

Come ebbe modo poi di scrivere in un tweet, se c’era una cosa che gli organizzatori del tour avevano imparato era che non bisognava mai lasciare Chris con un microfono acceso fra le mani. Il Glee Live stava avendo un successo strepitoso, le arene erano sempre gremite di gente, e non c’era niente al mondo che lo divertiva di più che improvvisare scenette comiche sul palco. E questo andava sempre a discapito di Darren, che doveva tenergli testa ogni volta. E ci riusciva! La cosa più buffa era che, con il passare del tempo, l’obiettivo di Chris si spostò dal “divertire il pubblico” a “far capitolare Darren”, che era sempre impeccabilmente pronto a cogliere la battuta in tempo, stando al gioco. Chris non sapeva perché per lui fosse così importante, forse non se lo chiese nemmeno, eppure continuava ad inventare situazioni sempre più assurde per farlo cedere, e ogni volta che non ci riusciva quasi se la prendeva con se stesso e si chiedeva se non fosse un po’ troppo prevedibile. E subito ad inventarne un altro. D’altro canto, Darren non batteva ciglio, e mai, mai, si era lamentato o aveva detto che no, non ci stava, era il momento di smettere. Semplicemente, quando scendevano dal palco, gli lanciava un sorriso, o gli faceva un gesto con la mano per dire che aveva apprezzato. Però, se doveva essere sincero, Chris aveva notato un certo comportamento strano da parte di Darren, qualcosa che non poteva spiegare. Non gli rivolgeva quasi mai la parola, se non per questioni di tipo pratico, che riguardavano le prove o lo spettacolo in generale, e questo Chris poteva ben capirlo. Un tour del genere, con tutte quelle tappe, due esibizioni a giornata, era estenuante. A volte avevano solo il tempo di mangiare qualcosa prima di riprendere a provare. Ma il punto era che Chris aveva la sensazione che lui volesse parlargli. Ma non semplicemente parlargli, ma dire qualcosa di veramente importante. Glielo leggeva in faccia, in quel sorriso accennato che non lo lasciava mai, glielo leggeva negli occhi, uno sguardo preoccupato ma allo stesso tempo curioso. E il modo poi in cui cercava di attirare la sua attenzione… C’erano delle volte in cui, proprio sul palco, durante le esibizioni, invece di seguire gli altri, guardava proprio lui o, addirittura, mollava il resto del gruppo per seguirlo, dargli una pacca sulla spalla, fargli una smorfia o cose del genere. Chris non ne era infastidito, questo era ovvio, era solo che, per quanto fosse abituato ad attirare l’attenzione di una grande massa, di un grande pubblico, non era avvezzo all’idea di poter attirare l’attenzione di un singolo, di una sola persona. Soprattutto di una persona come Darren, altamente interessante, mentalmente stimolante, uno di quelli che faceva simpatia a chiunque incontrasse, e che di certo non aveva bisogno di lui o delle sue attenzioni. Fu anche per questo che Chris decise di fare finta di nulla, e di continuare nel suo intento come se nulla fosse. E fu così che, una mattina a Londra, gli venne in mente un’idea perfetta per il loro sketch. Senza dubbio Darren sarebbe rimasto spiazzato.
 
**
 
Il camerino di Chris era abbastanza comodo questa volta, rispetto alle precedenti. Grande, luminoso, e c’era anche lo spazio per un tavolo in ferro con qualche sedia attorno. Era proprio seduto a quel tavolo che Chris stava lavorando alla sua ultima trovata. Aveva recuperato una serie di piatti in carta a cui aveva incollato le foto ufficiali di Kurt Hummel e Blaine Anderson, con qualche cuore ritagliato su cartoncini colorati e l’immagine di un canarino, il loro Pavarotti, destinato ad una tragica fine. Certo, ci aveva perso su almeno due ore ma era molto soddisfatto del suo lavoro. Mentre era intento a passare la colla sulle foto, qualcuno bussò alla porta.
« Sì? »
« Ehi Chris, sono io, Darren »
Chris sgranò gli occhi, non si aspettava certo di vederselo presentare in camerino, e cercò di mettere tutti i piatti di carta e i ritagli e le forbici e tutto il resto dentro la sua borsa.
« Se disturbo, vado via »
« Un momento, un momento… »
Diede un’ultima sistemata al tavolo e poi « Prego, entra pure ».
Darren aprì la porta e con discrezione si fece avanti. « Ehi Chris… Ehm, che stavi facendo? »
Chris non era riuscito a nascondere il tutto perfettamente: una pila di piatti di carta era rimasta per dov’era, e a terra, vicino al tavolo, si vedevano ancora striscioline di carta colorata, rimasugli di cartoncini di vario genere.
« Uhm, beh, lo scoprirai », disse con un sorriso. Darren si avvicinò a lui ridendo. « Tu pensi di potermi mettere in difficoltà, Christopher? Guarda che non è facile »
« Mi stai sfidando, DC? Non ci provare! »
Si guardarono e scoppiarono in una risata. Poi lo sguardo di Darren si rabbuiò un tantino. E Chris lo guardava, ma lo guardava distrattamente, perché mai aveva visto i suoi occhi in quel modo, e in fondo poco gli importava perché di certo non poteva essere lui la causa di questo. E in più escludeva che Darren fosse venuto per parlare dei suoi problemi con lui o cose di questo tipo. Chris si sedette sul tavolo, una gamba sull’altra, e Darren, prendendo posto sulla sedia di fronte allo specchio, inizio a parlare.
« Bene, sono venuto qua, fondamentalmente, per chiederti una cosa, cioè, per meglio dire, per togliermi una curiosità »
Chris lo stava ad ascoltare con poco interesse, mentre pensava che forse era il caso di aggiungere un suo autografo su quei piatti di carta, visto che li avrebbe tirati dal palco. Una sua firma e magari una faccina sorridente…
« Mi ascolti, giusto? »
« Sì, sì, certo, certo »
« Bene, perché volevo sapere il motivo per cui mi hai baciato il giorno del tuo compleanno »


Chris ebbe la sensazione che la sua mente si fosse fermata per un black-out totale. Qualcosa tipo un cortocircuito proprio dentro il suo cranio che si diffuse brevemente per tutto il corpo. Congelò lo sguardo su Darren, le pieghe del suo sorriso cedettero, e a poco a poco inizio a ricordare. Prima venne Lea, a cui raccontò tutto il suo amore per i Reali di Inghilterra, mentre la teneva stretta con un braccio. E poi, proprio mentre stava per spiegarle il perché, secondo lui, sarebbe potuto diventare erede al trono, vide Darren. E in fondo voleva solo ringraziarlo per gli auguri, ma c'era la musica, e quella luce strana gli faceva gli occhi di miele, e poi le sue labbra si muovevano lentamente, e lui… Sì, lo aveva baciato davvero. Come aveva potuto fare una cosa del genere, non se ne capacitava. Esporsi in questo modo, con un collega poi. Stupido Chris, stupido tu e tutto quello che fai, si ripeteva nella testa, cosa avrà pensato tutto questo tempo? Che sono un idiota, che bacio chiunque mi dia un po’ di attenzione? Sentì il bisogno di fare un respiro molto profondo prima di parlare, e nel momento in cui la voce gli uscì dalla bocca, il suo sguardo si abbassò quasi automaticamente.
« Non dobbiamo parlarne mai più. »
« Chris, io… »
« Non sto scherzando, Darren. Non dobbiamo parlarne mai più. Non è mai successo niente, io non ti ho mai... quello che è, e ti prego, ti prego, dimenticalo. »
« Oh… Ok. »
« Esci da questa stanza adesso »
« Ok, sì, scusami se ti ho messo in imbarazzo. Mi dispiace ». Darren aprì la porta con lentezza, quasi si aspettasse di essere fermato come succede nei film d’amore strappalacrime. Ma Chris non lo fermò, perché non voleva fermarlo. E guardandosi allo specchio non riuscì ad evitare che una lacrima gli scivolasse sulla guancia.

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Capitolo 3
*** Dublin kiss // Darren ***


Andava avanti così da giorni. Darren che lo cercava con gli occhi, che cercava di avvicinarlo, anche con una scusa banale, di rivolgergli la parola, ma niente. La conversazione avvenuta in quel camerino era ormai un chiodo fisso nella sua mente, per una serie di motivi che non si voleva spiegare nemmeno. Era troppo dispiaciuto, e non sopportava esserlo e voler rimediare era normalissimo, si diceva. Sul set era il suo ragazzo e nella vita di tutti giorni sembrava quasi odiarlo. Senza darne dimostrazione. Ed era forse questo quello che Darren odiava di più. Sul palco il sorriso di Chris tornava a brillare quando lo guardava, e più di una volta Darren cercò disperatamente un segno, un qualcosa che potesse dirgli che no, non stava recitando, quel sorriso era sincero e finalmente lo aveva perdonato. Cercava di leggerglielo nell'azzurro dei suoi occhi, o in qualche gesto improvvisato, un mano tesa verso di lui in un momento in cui non era previsto da un copione, un cenno qualsiasi. Ma Chris era troppo un ottimo interprete, troppo impeccabile per poterlo cogliere in un attimo di cedimento, che ad ogni modo difficilmente ci sarebbe stato. E andava su e giù Darren, percorrendo il suo di camerino, pensando ad un modo, qualsiasi cosa, per farsi perdonare, anche se poi di cosa doveva farsi perdonare non lo sapeva. Che cosa aveva fatto di così tragico? Aveva chiesto spiegazioni, ma cosa si aspettava Chris, che lasciasse correre? Voleva capire cosa aspettarsi, se quel bacio per Chris avesse significato qualcosa di più... Per Chris di certo, perché lui per lui no, per lui Chris era il suo collega e basta, e sì, lo aveva colpito almeno un po', perché un bacio così all'improvviso, un bacio che lo aveva colto di sorpresa e forse sì, forse non aveva neanche disprezzato, ma in fondo conosceva già il sapore delle sue labbra... Le sue labbra morbide... E dolci...

**
 

« Blaine Anderson Warbler, I have never loved another »
Così iniziava la lunga poesia che Chris, o meglio Kurt, aveva scritto, e stava leggendo lì, sul palco di Dublino. Darren era sinceramente stupito. Che Chris fosse capace di tutto ormai lo sapeva, e in effetti per il gran finale si aspettava qualcosa di veramente grandioso. Con la mente, lo vedeva seduto ad una scrivania o qualcosa del genere, concentrato sul foglio di carta che teneva ora in mano, a scrivere di tutto il suo amore per Blaine. Si chiedeva come facesse a distinguere così nettamente il personaggio e l'interprete, Darren stesso, e non perché lui non ci riuscisse, ci riusciva benissimo, ma perché i rapporti erano veramente incrinati. 
« I admire you almost as much as I admire the late Alexander McQueen. You’re exquisite when you sing ». Darren poté dire di aver sentito un brivido lungo la schiena, prima di realizzare che no, non era di lui che stava parlando, parlava di Blaine. Ma in fondo desiderava tanto che quelle parole fossero per lui.

« We’ve seen everything eye to eye. All the pain, all the hurt ». E anche loro lo avevano fatto, quasi quanto Kurt Hummel e Blaine Anderson. Soprattutto negli ultimi giorni.
E poi qualcosa, e Darren non se l'aspettava. Un sussurro, una parola detta a mezza voce, giusto dopo aver pronunciato l'altro verso della poesia ( “
At least we did until my last growth spurt ” ). Chris scandì bene le lettere, forse perché aveva paura che Darren non capisse, ma questo era impossibile, per lui che tanto aveva aspettato un segnale, non se lo sarebbe lasciato sfuggire così. E, occhi negli occhi, Chris gli regalò quel “ Sorry ”, e glielo regalò perché Darren sapeva che era solo suo, e chissà quante cose avranno pensato fra il pubblico, chissà che cosa sarà sembrato agli occhi degli altri, ma a Darren non importava perché il suo cuore si era riempito di felicità, per un attimo, il tempo di quel “ mi dispiace ”, e gli sembrò che non ci fosse più niente, se non loro due, su di un palco, e Chris che era dispiaciuto, e nient'altro al mondo.

« I’m so thankful to have found a partner as talented as me » concludeva Chris, e Darren pensò che non avrebbe potuto chiedere di meglio. Era strano per uno come lui, che ne aveva avute di soddisfazioni nella sua vita, era stato un ragazzo fortunato, era strano per lui sentirsi così pieno, dopo dodici e solo dodici parole. Che cosa voleva dire questo, non lo sapeva, non era importante saperlo, in quel momento proprio no. Perché la sua mente era così offuscata e aveva così tanta voglia di fargli sapere quanto era felice di aver sentito quelle parole, e non gli veniva in mente nessun modo, nessun altro modo...

 

**

Un bacio. Un bacio così, piantato sulle labbra, in tutta naturalezza, stringendogli la testa fra le mani come per non farlo scappare, per stringerlo a sé ancora più forte. Quando scese i pochi gradini che lo portavano dietro le quinte, Darren era totalmente in fibrillazione. Non poteva credere di averlo fatto, non in quella maniera, del tutto improvvisata, e nonostante tutto non era dispiaciuto. Sentiva ancora l'emozione sotto la pelle, e i brividi, e non se lo spiegava perché, ma era felice. Felice perché aveva sentito la voce di Chris, subito dopo il bacio, e sembrava più acuta del normale, proprio come gli succede tutte le volte in cui é particolarmente emozionato, e lo lusingava e a pensarci gli veniva il sorriso. Si passò una mano sui capelli, dirigendosi verso il camerino, e sorrideva perché lo aveva baciato e lo aveva baciato davanti a tutti e nessuno poteva mai capire che importanza aveva avuto per lui quel bacio. Vide Riker da lontano, non riusciva a nascondere la sua felicità.
« L'ho baciato, ci credi? Lo avresti mai detto? L'ho baciato, è assurdo... È assurdo! »
« Eh, l'ho visto, amico, l'hai baciato. Bella mossa, davvero, hai stupito tutti ». Riker si complimentava con lui e lo definiva un “ grande artista ” per la sua improvvisazione che sembrava quasi pianificata, ma lui riusciva solo a pensare al bacio.

« L'ho baciato. L'ho baciato su un palco. Non posso crederci... »
Riker rise e andò a prepararsi per l'ultima esibizione, lasciandolo così solo ai suoi pensieri. Ma non passò molto prima che Darren, davanti allo specchio della sua stanza, sentisse qualcuno bussare alla porta.

« Chris! »
Chris entrò, senza molte storie, piazzandosi proprio davanti a lui. « Ottima performance, devo dire. Complimenti. »
« Oh, beh, grazie Chris ». Darren lo guardava non sapendo cosa aspettarsi. Era sarcasmo quello? Non aveva apprezzato davvero?
« Forse, e dico forse, non hai pensato al fatto che ci stavano guardando in centinaia ». Parlava mantenendo la calma, ma era palese che fosse tutt'altro che tranquillo. Darren s'incupì leggermente.
« Qual è il problema, Chris?»
« Il problema è che non capisci che la gente si farà chissà quale idea di questo bacio ». Chris si agitava parlando, per quanto si sforzasse di non sembrare arrabbiato non ci riusciva.
« Avevo dichiarato quella questione chiusa, Darren, pensavo fosse chiaro, pensavo lo avessi capito, come ti è venuto in mente? »
« Non ti è piaciuto? », chiese Darren senza malizia.
« Questo non c'entra nulla Darren, questo non c'entra assolut... Ah, basta, ci rinuncio »
Fece per andarsene, ma Darren, e non poté proprio evitarlo, lo tirò un po' a sé, agganciando le sue dita ad uno dei passanti dei pantaloni neri di Chris. E lui lo guardò negli occhi.
« Penso che tu ti stia agitando per nulla »
« Ah pensi questo? ». Continuavo a guardarlo.
Darren sorrise. « Sì »
« Pensi questo? ».
Ancora sguardi, ma questa volta intensi. Profondi. Come se cercassero di entrare dentro gli occhi dell'altro, di aprire il proprio animo tramite quello sguardo, perché ci sono cose a parole nessuno sa dire.
E poi le loro labbra si toccarono, e questa volta non fu per pochi secondi, non fu un bacio da “ mordi e fuggi ”, era di più, era un respirarsi addosso e viversi dentro due bocche, era un insieme di mani e dita e braccia. E Darren che lo tirava a sé, cingendogli i fianchi, e Chris che stringeva una mano sulla sua nuca, a mo' di graffio, per fargli un po' male, perché questo era farsi male, farsi male insieme, ma farsi male perché lo si vuole e basta.
Qualcuno bussò alla porta. « Fra cinque minuti sul palco ».
Chris gli lanciò un'occhiata e scappò via, come Cenerentola dopo la mezzanotte.

Nel frattempo qualcuno, in una giacca da Warbler, prendeva il telefono in mano.

      

 



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Hello, hello! Scusatemi per la mia assenza, avrei voluto postare prima ma non ne ho avuto il tempo.
Ci tengo a precisare che i tweets di Riker sono veri (ma probabilmente lo sapete già XD),
così come è vero il Sorry e, ovviamente, anche il bacio. 
Spero che vi piacca questo capitolo! 
Un bacio ;)


 

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Capitolo 4
*** Who is a good crisser? // Chris & Darren ***


Chris quasi pensò fosse un incubo. Interviste su interviste, e tutti a chiedere sempre la stessa cosa: “ Is Darren Criss a good kisser? ”. E niente lo infastidiva quanto quella domanda. Era come se la gente non pensasse ad altro, stavano lì a rimuniginare su una questione così stupida, bacia bene o bacia male, come se si potesse giudicare una persona, un artista, dal modo in cui bacia. Perché quest'accanimento? Yeah, Darren Criss is a freaking good kisser, voleva rispondere, così da farli smettere una volta per tutte, perché era questo che volevano sentirsi dire tutti, che Darren Criss baciava da Dio, e che le sue labbra erano qualcosa di paradisiaco, e che non c'era niente di più bello di sentire le sue mani tenerlo stretto, e... E tutte altre cose che, in ogni caso, era il pubblico a voler sentire e che non erano assolutamente vere. Ovviamente c'era qualcosa di più bello di sentire le sue mani tenerlo stretto. Ed era il suo respiro sul col... No! Era avere una conversazione normale e civile su un argomento qualsiasi, e poi magari passargli una mano fra i capelli, e... Era fermo nella sua decisione, Chris, di lasciarsi quegli strani avvenimenti alle spalle. Non erano previsti. Non dovevano succedere. Non si può rovinare tutto per una cosa del genere, pensava, ci vuole un buon feeling per interpretare una coppia di fidanzati sul set e una cosa del genere, come quella successa a Dublino, avrebbe rovinato tutto, e la gente avrebbe iniziato a prestare attenzione non tanto ai personaggi quanto a loro due e non era professionale.
Il tour era finito da qualche settimana, presto avrebbe iniziato le riprese del suo film ed era totalmente elettrizzato. Un momento perfetto nella sua vita, sogni che diventano realtà, tutto quello che aveva sempre desiderato. Darren Criss è solo una nuvola in un cielo azzurro, si diceva, niente che non possa essere spazzato via con po' di tempo. Sarebbe più facile, pensava, se la gente la smettesse di farmi tornare in mente quella scena. E ogni tanto, in quei momenti,  prendeva il telefono in mano, lo guardava, digitava qualche parola e poi cancellava tutto, cercando di tornare in sé.


**

Non poteva che sorridere Darren guardando quel video. Un'intervista fatta molto tempo prima, che Darren non aveva visto e che mai aveva notato. Gli occhi di Chris si chiudevano da soli, tanto era assonnato, e a Darren ricordava tanto un tenero gattino che sul punto di addormentarsi. “ Is Darren Kiss a good crisser? ”, e a sentirlo gli scappò una risata. Povero Chris... Erano passate settimane ormai e Darren non aveva avuto modo di parlargli. E doveva ammettere che ne aveva voglia. Era stato così intenso quel bacio, l'ultima volta, che non poteva negarlo. Le sue settimane erano state piene di impegni, con il suo di tour e le tappe a Londra e tutto il resto, ma ogni volta che poggiava la testa sul cuscino non poteva fare a meno di pensare a quella sera a Dublino, il morso sul labbro, la passione, ed esattamente ogni volta qualcosa gli stringeva lo stomaco. Brividi, davvero. Solo pochi mesi prima mai lo avrebbe pensato, lui etero, che aveva sempre creduto di esserlo, e un ragazzo con un viso dolcissimo e una personalità straordinaria che all'improvviso gli era entrato nella testa, nella pancia... nel cuore. Continuava a seguirlo, su internet, ogni volta che ne aveva la possibilità, si informava sul film, sulle riprese, a volte indirettamente, tramite la sua amica Lauren, cercando sempre di non destare sospetti.

« E dimmi, dimmi... Dimmi di Chris, come... Insomma come se la cava? », le chiedeva per telefono, con la voce incerta di chi sta nascondendo qualcosa.
« Chris è fantastico, sono contenta che mi abbia dato quest'opportunità, lo sai? È bello lavorare sul set, verrà fuori un gran film, davvero, è tutto perfetto »
« Lo immagino, sarà un gran film, e poi ci sarai tu, questo lo rende migliore! Ma dimmi... Chris sta bene? Non lo vedo da un po' »
E continuava così, ad ogni telefonata. Si chiedeva come Lauren non avesse intuito, ma di sicuro lo aveva fatto perché lo conosceva, ma forse proprio perché lo conosceva non ci aveva trovato nulla di strano, si preoccupava per tutti Darren, era sempre così.

Prese in mano il suo telefono una sera. Scrisse un sms. Non poté evitarlo.
“ quindi... sono un bravo crisser? lol ”
Attese la risposta con il cuore in gola, chiedendosi se fosse stato meglio evitare, se lo aveva infastidito di nuovo, e non voleva, assolutamente no, desiderava solo parlargli.
Attese, e attese. Si sedette sul divano, guardò il telefono. Forse era arrivato il momento di voltare pagina. Non sarebbe stato difficile, pensava, il suo non era amore, non gli sarebbe costato nulla smettere di pensare a lui. Il loro rapporto ne avrebbe giovato, in qualsiasi caso. Gli venne in mente sua madre e le sue parole “ Sembra un così bravo ragazzo ”, chissà se avrebbe detto lo stesso adesso, se avesse saputo cosa era successo. Non che temesse il giudizio di sua madre, mentalità aperta quella sua, ma adesso cambiava tutto, ne era spaventato lui per primo. Un così bravo ragazzo... Lo era davvero.
Il telefono emise un beep. Lo stomaco di Darren fece un balzo. Aveva risposto. 
“ l'ho detto ”
“ lo so. volevo ringraziati, nessuno mi aveva definito un bravo crisser prima d'ora ”
“ posso immaginarlo. non sono cose che si sentono dire tutti i giorni ”
“ anche tu lo sei ”
“ cosa? ”
“ un bravo crisser

**

Darren, per la miseria. Chris aveva gli occhi puntati su quel messaggio. Sorrise, sistemandosi nel suo letto. Non ci poteva credere. Cosa si era messo in testa quel ragazzo? Di farlo impazzire? Perché ci stava riuscendo. La cosa che lo faceva arrabbiare era che, anche se allontanarlo era ciò che desiderava di più, ormai non era più in grado di farlo. E dunque andarono avanti così per giorni, settimane. Un sms, qua e là. Per sentirsi, per non lasciarsi andare. A parlare così, del più e del meno, solo loro due e nessun altro a metterci il naso, a chiedersi “ come va il tour? ”, “ come procedono le riprese? ” e sciocchezze del genere. Solo poche parole ma di cui ormai non poteva fare a meno. Molte volte Chris, parlando con Ashley fu sul punto di dirgli che sì, aveva una cotta per Darren, ma poi la razionalità aveva il sopravvento e lasciava perdere. Ammetterlo avrebbe reso la cosa troppo ufficiale, ed era l'ultima cosa di cui aveva bisogno.

Il giorno prima della prémiere del Glee Live, per la prima volta dopo mesi, si ritrovarono tutti insieme nella stessa città. Chiusi in una stanza d'albergo, senza che nessuno sapesse nulla, Chris e Lea erano seduti sul letto con un bicchiere pieno di tequila nelle mani. Chris non faceva altro che ripetere che era emozionato e che voleva che tutto fosse perfetto e che non vedeva l'ora di rivederli tutti, perché aveva sentito la loro mancanza, e voleva rivedere Cory, e Mark, e Naya, e Amber, e... Pensò a Darren, ma lo tenne per sé. Si rese conto però che il loro incontro sarebbe stato inevitabile, e per un attimo fu preso dal panico. Perché si sarebbero visti, ma sotto i riflettori, sotto gli occhi delle fans. Chris aveva paura di non riuscire a reggere. La sua leggera, leggerissima, infatuazione per Darren sapeva gestirla perfettamente lontano da lui, ma cosa sarebbe successo quando se lo sarebbe ritrovato davanti? Nella sua mente un flash, Dublino, la giacca dei Warbler... Una stretta allo stomaco. Non poteva farcela. La tequila era già arrivata alla testa, e si sa che le decisioni prese in questi casi non sono mai le migliori. Almeno non sempre.
“ dove sei ”
“ LA, ovviamente. domani è il grande giorno ”
“ vieni da me ”

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Capitolo 5
*** Grey room // Darren ***


Non ci pensò neanche due volte Darren, leggendo il messaggio. Come se fosse tutto quello che aveva sempre desiderato (non lo era, alla fine?), si precipitò nell'albergo in cui alloggiava Chris, indossando una vecchia felpa e un paio di jeans, i riccioli scombinati e il sorriso sulla bocca. Non si fece neanche annunciare, lui sapeva, lui era là ad aspettare, magari sul letto o davanti alla finestra, ad aspettarlo per dirgli chissà che cosa, per dirgli che voleva baciarlo ancora o passare la vita con lui. Non gli importava, in ogni caso. Voleva così tanto vederlo che avrebbe accettato anche un insulto, qualsiasi cosa pur di stare davanti a lui a sprofondare nei suo occhi. Si diede una sistemata prima di bussare, giusto per non sembrare troppo trasandato. E quando Chris aprì la porta, fu la sua bocca curvata all'insù a salutarlo.
« Ehi ». In realtà l'espressione di Chris non era quella che si aspettava. Sembrava stralunato, lo osservava con sguardo curioso come se Darren fosse l'ultima persona che si sarebbe aspettato davanti la porta.
« Che ci fai qui? », gli chiese e Darren lo guardò perplesso. Poi Chris lo fece accomodare.
Era tutto in disordine nella stanza, vestiti sparsi un po' qua e un po' là, e una canzone di Rihanna aleggiava nell'aria. Darren si fece avanti fra tutta quella confusione, e poi si voltò a guardarlo, quasi a chiedere spiegazioni. Chris non era al massimo della sua forma, o almeno così sembrava. Aveva le gote arrossate, la camicia era stropicciata e si intravedeva persino la canotta che indossava sotto. Per un attimo il pensiero che gli fosse successo qualcosa di grave, che non lo avesse chiamato solo per parlare gli sfiorò la mente. Solo per un secondo, prima che la sua attenzione fosse catturata da una bottiglia di tequila quasi finita, poggiata su un tavolo sotto la finestra. Rise.

« Chris, hai bevuto? »
« Io non... non ti ho invitato. Ti ho invitato io? Perché... perché sei qui? »
« Forse non lo ricordi ma mi hai detto tu di venire. “ Vieni da me ” diceva il messaggio »
« E tu sei venuto... »
« Non avrei dovuto? »
Chris si guardava attorno, sembrava davvero non esserci con la testa. Darren si chiese cosa pensava in quel momento. Avrebbe dato qualsiasi cosa per saperlo. Vide Chris barcollare un po' e si precipitò su di lui per reggerlo.
« Tutto ok? »
« Non dovevi venire, Darren... Non dovevi... Io... ». Si ritrovarono vicini, più del normale. Darren sentì il respiro di Chris sul suo viso. « Io non voglio che... »

Poi Chris lo baciò, poggiandogli una mano sulla guancia. Bacio passionale, e Darren pensò che non lo faceva così Chris, irruento e impetuoso, ma forse era colpa dell'alcool.
Rispose al bacio, non avrebbe potuto fare altrimenti, stringendolo per i capelli contro di lui. Si avventò sul suo collo, passandogli la punta della lingua nell'incavo del collo. Stava esagerando forse? C'era una parte di lui, piccola e nascosta, che se lo chiedeva, si chiedeva se forse non era meglio fermarsi e parlare, parlare di loro e del perché tutto questo stava succedendo. Ma i sospiri di Chris gli impedivano di fermarsi, anzi lo portarono oltre, lasciando che lo spingesse sul letto, finendo sopra di lui. Era tutto molto insensato, in effetti, la loro era un'amicizia, non c'è spazio per queste cose in un'amicizia, ma cosa gli stava succedendo di recente? Sentiva le mani di Chris sulla sua schiena, sentiva il profumo dei suoi capelli, la sua pelle così dannatamente morbida sotto le sue labbra, e tutto questo gli dava alla testa, Chris gli dava alla testa, come forse nessuno prima di allora. Mentre lo baciava, preso dall'emozione, dalla passione, pensò di tutto, pensò che quello che stava succedendo era destinato a succedere, che forse la sua vita stessa era destinata a quel momento, che lui, Chris, era la persona della sua vita, che voleva stare lì con lui, fra le sue braccia, per sempre, e tutto era perfetto, e lo avrebbe reso felice, e avrebbe fatto di tutto per vedere quel sorriso che lo illuminava, ogni mattina per il resto dei suo giorni.

« Chris... » sussurò delicatamente, anche se avrebbe desiderato urlarlo il suo nome. Chris, Chris... E lui gli sfiorava la pancia, i fianchi, e poi...

E poi Darren si fermò. Qualcosa, un qualcosa di imprecisato, era scattato nella sua mente. Si rialzò, mettendosi a sedere sul letto, mentre Chris, con la bocca leggermente socchiusa, lo guardava e sembrava quasi sognante.

« Stiamo esagerando. Tu... tu non credi? »
Vide Chris, che elaborò lentamente quella frase, e l'espressione di gelo che assunse subito dopo.

« Stiamo cosa? », si mise a sedere di nuovo, mentre le sue guancie diventavano, se possibile, ancora più rosse. « Esagerando? »
Lasciò che la sua testa sprofondasse fra le sue ginocchia, Darren, che non sapeva che dire, che era là vicino ad una persona a cui teneva ma che improvvisamente, per chissà quale motivo, lo spaventava a morte.

« Meglio che vada »
« Tu... tu non vai da nessuna parte ». Chris urlava quasi, sconvolto a tal punto che gli mancava la voce.
« Chris... »
« Non l'ho voluto io questo! Se tu la smettessi di essere così dolce e... Io non voglio questo, Darren, capisci? Vorresti dare la colpa a me? Sono io che ti ho portato ad esagerare? »
Non era così, e Darren lo sapeva bene, ma stava lì a guardarlo, cercando di trovare le parole che però non gli venivano in mente. Non era sua la colpa, non era di Chris, non era di nessuno. Nella vita certe cose succedono e basta. Forse era normale avere paura, chi non l'avrebbe avuta?, pensava. Una situazione del tutto nuova per lui, e non era questo il modo di affrontarla, lasciandosi travolgere, perché bisognava essere razionali, e lui non lo era, quando stava vicino Chris non lo era mai...
« Chris, io... Non è questo. Solo che... ». Guardò il pavimento, con l'aria di chi sapeva di avere colpa ma non aveva il coraggio di ammetterlo. Era così arrabbiato, Chris, che non si voltò nemmeno quando si avvicinò alla porta. Questa volta non lo aveva cacciato, Darren era perfettamente al corrente che Chris, questa volta, voleva tenerlo con lui e non lasciarlo andare. Ma lui non... non se la sentiva.

Qualcuno bussò alla porta e Darren, che si trovava proprio là davanti, aprì. Trovò Ashley, sorridente, con qualcosa tra le mani.

« Chrith mi ha detto di portare una bottiglia di tequila! Non sapevo che ci fossi anche tu, Dare, ti unisci a noi? »
Non aveva neanche la forza di rispondere. Fece di no con la testa, poi tornò a guardare Chris che era seduto sul letto, la testa rivolta dall'altra parte, come a non volerlo guardare.

« Io vado, Chris ».
Lui non rispose.


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Questa fanfiction mi sta dando alla testa.
Ho aumentato il rating, anyway.
Baci ;)

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Capitolo 6
*** Never say never // Darren ***


Era seduto su un comodo divano affianco ad Ashley e Mark, durante la livechat. Mancavano poche ore dalla premiére del Glee Live 3D, e si era fatto coinvolgere in questa cosa dai suoi due colleghi. Un modo perfetto per distrarsi e non pensare. Non aveva ancora visto Chris dalla sera precedente, non aveva avuto il coraggio di mandargli un sms o mettersi in contatto con lui in alcun modo. Aveva lasciato correre, perché pensava fosse la cosa giusta da fare, soprattutto dopo quello che era successo durante il tour. Lasciar correre, far finta di nulla, solo così il loro rapporto sarebbe potuto migliorare. Mentre Ashley si chiedeva se Chris le avesse parlato di loro, del loro strano incontro, e si augurava di no, o almeno sperava, nel caso lei ne fosse al corrente, che evitasse di parlargliene o di chiedere spiegazioni perché preoccupata del suo migliore amico. Anche se poi si rendeva conto di esagerare. Di fatto non aveva motivo di essere preoccupata, in fondo era stata una cosa da niente, Chris non è innamorato di me, si diceva, probabilmente non ricorderà neanche...

« Best kisser. Mark Salling  » disse Ashley leggendo una delle domande. Darren concordò, sorridendo nervosamente. L'espressione “ best kisser? ” gli faceva venire in mente Chris, per chissà quale ragione. Continuava a girare e rigirare forsennatamente il suo anello, come aveva fatto praticamente dall'inizio della livechat. 

« Ehi, speaking of kissing, this guy the last night...» e il dito di Mark puntò lui, mentre Ashley rideva annuendo.  La mente di Darren fece in un attimo un migliaio di viaggi mentali, pensando a qualsiasi cosa potessero dire. La sera scorsa cosa? Lo sapevano? Effettivamente Chris avrebbe potuto confidarlo ad Ashley, e Ashley a Mark, ma perché dirlo in una livechat. Il suo sorriso si pietrificò, anche se solo per un secondo, mentre li guardava smarrito quasi a volergli dire  “ come vi viene in mente di dirlo ora? Vi prego non fatelo, per favore, chiudete la bocca, non fatelo e basta ”, ma durò pochissimo giusto il tempo che Mark dicesse:  « ...on the tour! », come se quasi avesse percepito la sua agitazione, e Darren gliene fu grato.

« Oh yeah, I planted so hard on Chris's face », disse, e nella sua testa rigiravano le immagini della sera precedente piuttosto che del bacio a Dublino.
« Do you know if he married you, what his name would be? Chris²! »
E Darren, guardando fisso nella telecamera, non poté fare almeno di dire: « I think it could happen, never say never  ». Penso che possa succedere, perché forse ci credeva davvero.

 



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Capitolo più breve del solito, purtroppo.
Ma aggiornerò prestissimo!
Enjoy :D

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Capitolo 7
*** The premiére // Chris ***


Non gli era mai successo di essere rifiutato così. In realtà non gli era mai successo, perché mai si era esposto fino a questi livelli, ma questo non contava. Continuava a maledirsi, guardandosi allo specchio, perché non poteva credere di averlo fatto, di aver lasciato per un attimo che la sua armatura infrangibile cedesse, tanto da far succedere quello che era successo. Non aveva rinunciato ai sentimenti, preferiva soltanto evitarli, almeno in questo periodo della sua vita, in cui tutto sembrava filare meravigliosamente e non voleva rovinare tutto. Eppure certe cose non si possono evitare, e dirsi che era colpa dell'alcool non sarebbe stata una giustificazione adeguata. Sapeva la verità, sapeva perché era arrivato a quel punto, anche se era disposto a fare di tutto pur di non ammetterlo. Anche calpestare e annientare le sue emozioni.
Il telefono emise un beep e un sms lo avvertì che la macchina che avrebbe dovuto portarlo alla première era giù ad aspettarlo. Non ci mise molto ad uscire dalla stanza e raggiungere l'ascensore. Aveva deciso di indossare il suo sorriso migliore per quella serata, ne era convinto, perché non voleva deludere i suoi fan, e già forse lo aveva fatto più volte. Avrebbe finto, e non ne era felice, ma sapeva che era necessario. Sarebbe stato il ritratto della felicità, e nessuno mai si sarebbe accorto che in realtà dentro di lui era in corso una sorta di battaglia. Perché mentre una parte di lui voleva far finta di niente, come aveva imparato a fare, e provare a ricostruire un rapporto di amicizia con il suo collega, giusto perché era la cosa giusta da fare considerando i ruoli che interpretavano sullo schermo, sarebbe stato salutare. D'altro canto però, una parte di lui premeva affinché lui si vendicasse. Non una vera e propria vendetta, ovviamente, lui non ne era esattamente il tipo. Però in un certo senso voleva quasi che lui pagasse quel rifiuto, perché lo aveva ferito e non poteva accettarlo. E a essere sincero, Chris sapeva perfettamente cosa fare, ma riteneva di avere troppa poca autostima per  “sedurlo e abbandonarlo”, per non parlare poi del fatto che la sua vita non era un musical e dunque avrebbe potuto benissimo aspettarsi un pugno in un occhio.

Nel bel mezzo dei suoi pensieri, le porte dell'ascensore si aprirono, e qualcuno entrò. Era una coppia sposata, sulla mezza età, e avevano un viso familiare, soprattutto la donna, che sfoggiava dei dolcissimi occhi a mandorla. E sembrava che anche loro avevano pensato la stessa cosa di Chris, perché la donna gridò qualcosa tipo: 
« Tu sei Chris! », anche se Chris non riuscì a capire bene, un po' perché la donna gli aveva gettato le braccia al collo e un po' perché era decisamente stupito. Sapeva di fare questo effetto sulle adolescenti, ma non era al corrente di avere fan di quell'età. Prima che la sua guardia del corpo, che era affianco a lui, provasse ad allontanarla, lei lo lasciò andare, dandogli la possibilità di rispondere.
« Ehm, sì, questo è il mio nome a quanto pare »
« Noi siamo i genitori di Darren! »
Pugno allo stomaco. Ci sarebbe stato più un momento della sua vita in cui Darren non sarebbe stato più nella sua testa?

« Nostro figlio ci parla sempre di te, di quanto sei simpatico e pieno di talento »
« Oh, sì, beh, anche lui lo è », bofonchiò, cercando di non far trapelare neanche un minimo del suo rancore.
« Prima che arrivassi qua mi ha chiamato e sembrava triste, sai? Poi ha accennato ad una discussione tra voi due, e ho capito il perché »
Chris temette di essere impallidito in maniera troppo evidente, perché il pensiero che la madre di Darren fosse al corrente di quello che era successo fra di loro era a dir poco imbarazzante. Sebbene apprezzasse il fatto che era dispiaciuto.

« Non so cosa sia successo tra voi due », continuò la signora Criss, così che Chris riuscì a respirare di nuovo correttamente « ma è bene che tu sappia che Darren, davvero, ti adora... ed è molto istintivo, e non devi prenderla per quello che dice quando è nervoso... », continuava a sciorinare scuse e giustificazioni la signora Criss, e Chris sorrise perché era un'immagine molto tenera. Poi le porte dell'ascensore si aprirono e Chris fu obbligato a salutarli.

**

Seduto sul sedile posteriore, pensò a quella conversazione avuta in ascensore e iniziò a ridere. Darren gli voleva bene, ed era questo quello che importava, per lui e per la sua carriera, e per tutto il resto. Ed era stata una fortuna che lui fosse scappato, perché al contrario cos'avrebbero ottenuto? Una storia segreta, complicazioni, e tutta una serie di cose sicuramente non piacevole. Però era sinceramente contento dell'affetto che Darren, indirettamente, attraverso sua madre, gli aveva espresso, così decise che un sms era quello che ci voleva.
“ amici? ”
Non ci mise molto il telefono a beepare.

“ chris, sono davvero contento di ricevere questo sms! sono così dispiaciuto, credimi! non doveva succedere, sono stato uno stupido, uno stupido, a scappare così... ”
“ ook, calmati! lol rispondi solo alla mia domanda: amici? :)”
“ amici come prima? ”
“ sì :) ”
“ amici come prima ”
Un sorriso smagliante si stampò sulle labbra di Chris, e fu come sentirsi più leggeri. Avevano risolto, e non aveva niente di cui preoccuparsi, e non sarebbe più successo nulla di quello che era successo, e tutto sarebbe tornato come prima. Finalmente quell' 
“incubo” era giunto al termine.

Durante la première, tra una foto e l'altra, Chri rivide da lontano i genitori di Darren, e in quel momento non riuscì a frenarsi, e si precipitò verso di loro perché, sì, se quella sera il suo futuro sembrava più roseo, era soprattutto grazie a loro. 

 

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Capitolo 8
*** Fashion Night Out // Chris ***


« ...e poi fate un giro proprio alla fine della passerella »
Chris ascoltava distrattamente le parole del regista. Non sarà così difficile fare una sfilata, pensava. Vogue Fashion Night Out, ecco cosa avevano proposto all'intero cast poco prima che iniziasserò a girare le nuove puntate. E Chris notò che molti di loro non stavano più nella pelle all'idea di indossare capi firmati promossi da miss Wintour in persona. Ma lui no, non era il tipo. Capi firmati, passerelle? Nah, era quasi contrario a questo genere di cose, benché ci tenesse ad apparire sempre elegante e perfetto durante i red carpet. Non gli sembrava giusto tirarsi indietro, quando tutto il cast era felice di partecipare. Eccolo lì, affianco a Darren, in un completo rosso, a cercare di imparare cosa fare. Spesso l'occhio gli cadeva proprio su di lui, su Darren, che era impeccabile e di una sensualità fuori dal normale. Chris avrebbe scommesso qualsiasi cosa che le sue fan avrebbero fatto perso la testa vedendolo sfilare.
Il regista si avvicinò a loro due, tenendo una cartelletta in mano.

« Passiamo a voi due. Ora, visto che siete una coppia in tv, pensavo di giocare un po' su questa cosa, quindi... Che ne dite di uno sguardo particolarmente... sensuale?! »
A Chris mozzò quasi il fiato. Non era più abituato a questo genere di cose, il che era strano visto che sì, di fatto erano una coppia televisiva. Ma dopo quello che era successo, la loro amicizia era diventata davvero bello, ed era difficile immaginarli in una situazione del genere.

« Certo, è perfetto! », disse Darren entusiasta, e Chris per poco non lo strangolò.
« Sì, sguardo sensuale, è... è perfetto, sì. Come no? Perfetto! » balbettò, cercando di nascondere il suo imbarazzo.
Imbarazzo di che, poi? Avevano chiuso. Chris, avete chiuso con quel genere di cose, fattene una ragione. Ma se ne era fatta una ragione, del tutto, ma fino a che punto? E se tutti quei pensieri fossero tornati nella sua testa? Non succederà, idiota! No, non sarebbe successo, doveva stare tranquillo, e tutto sarebbe andato nel migliore dei modi. E intanto Darren gli fece un mezzo sorriso, e Chris sentì che qualcosa nel suo petto che si scioglieva...

 
**
 
Nel camerino c'era una ressa di persone tale che non si respirava. Avrebbero potuto prendere dei camerini più larghi, dopo tutto. Cercava di sistemarsi i capelli, aspettando che la ragazza addetta a questo lavoro si occupasse di lui. E poi qualcuno entrò nella stanza, creando ancora più confusione. Chris sbuffò, prima di notare che quel qualcuno indossava un completo rosso e che quel qualcuno era Darren. Si avvicinò lentamente, posizionandosi dietro di lui.
« Ehi, anche tu qui per "farti sistemare" ? »
Darren sorrise, e i suoi occhi color miele si fecero più sottili. Ci poteva affogare Chris, letteralmente. 
« Potevano prendere dei camerini più grandi! »
Ok, mi legge nel pensiero. Siamo arrivati a tanto. 

« Stai bene... Con il vestito rosso, intendo »
« Oh, grazie! Sì, dicono che il rosso sia il mio colore, ma preferisco il rosa shocking a essere sincero »
Così etero, Darren!

« Anche tu stai bene, comunque... »
Chris sentì gli occhi di Darren percorrerlo da capo a piedi, ed era una bella sensazione, essere guardati in quel modo. Ma poi cerco di tornare in sé. Cosa gli stava succedendo? C'era già passato, e no, no!, non doveva succedere. Darren, il suo amico, qualcuno con cui scherzare, parlare di cose nerd, etc... Perché doveva vederci qualcosa di sessuale in tutto quello che faceva e che diceva? Forse perché la sua voce era erotismo puro e i suoi occhi poi... Una voce lo fece ritornare alla realtà.

« Devo cercare un'eye-liner » disse una delle truccatrici spingendosi in avanti.
Chris dovette fare un passo indietro per farla passare, e avrebbe preferito evitare perché all'improvviso si trovò a stretto contatto con Darren che gli poggiò una mano sul fianco per non cadere.
Quello che provò si sarebbe potuto descrivere solo con uno di quei flashback cinematografici, quando il protagonista sta per morire e rivede tutta la sua vita in un attimo. Un flash, esattamente, e memorie di baci e di mani che si stringono e di gemiti, tutti nella sua testa, tutti, senza escluderne uno, ché la sua testa sarebbe potuta esplodere da un momento all'altro. D'istinto alzo lo sguardo verso lo specchio per guardare Darren, e lo vide intento ad osservargli il collo, come a volerlo morderlo, e sentì il suo respirò proprio dietro l'orecchio, e avrebbe voluto sbatterlo contro un muro e baciarlo con una passione che a nessun altro aveva concesso.

« Darren... » pronunciò in sussuro senza forze, quasi a supplicarlo di allontanarsi perchè avrebbe potuto non controllarsi in quel momento. Ma lui di certo non aveva afferrato, perché Chris...” rispose, a mezza voce, in un modo così sensuale che Chris non si accorse che la truccatrice, la colpevole, era ritornata al suo posto e adesso potevano anche allontanarsi l'uno dall'altro, se solo avessero voluto. Chris si voltò e lanciando uno sguardo a Darren, per potergli dire, anche se solo nella sua testa, Scusa...”.

**

Non c'era più nessuno nel camerino, in quel momento. Erano usciti tutti, chi per girare, chi per fare una telefonata. Non c'era nessuno, solo loro due. Rimasti fermi, quasi immobili, dopo quello che era successo prima. Chris non sapeva cosa dire e decise di rimanere in silenzio.
« Cos'è stato quello? », chiese Darren e Chris lo avrebbe ucciso con le sue mani, perché non doveva parlare, non doveva chiedere, doveva lasciare tutto per com'era.
« Quello? Cosa? ». Chris decise di fare finta di non aver notato nulla, sapendo che avrebbe fallito miseramente. Si allontanò un po' da lui, avvicinandosi alla porta, per evitare qualsiasi tipo di contatto, visivo o fisico.
Ma Darren gli afferò il polso, con delicatezza, tirandolo un po' a sé. « Sai a cosa mi riferisco ».
Chris non poté non guardarlo negli occhi, e s'immobilizzò sotto il suo sguardo.
« Scusami... Io... Non lo so. Ci sei tu, e io... Io non posso evitarlo. Sai che c'ho provato, lo sai, e hai visto che ci sono riuscito. Ma è difficile, tu... tu... uff... », cercava di trovare le forze, Chris, per scusarsi. Ma era così difficile frenare i suoi istinti, e lui lo stava guardando in quel modo, come poter rinnegare quanto desiderava baciarlo in quel momento.
Vide Darren passare la sua mano su suoi fianchi, e poi salire per passarla sulla sua guancia, e Chris trattenne il fiato, e poi...
E poi lo baciò, di nuovo, instancabilmente. E lo stringeva, e questa volta non aveva paura, non era teso, questa volta voleva lasciarsi andare, lui per primo. Lo desiderava, il modo in cui intrecciava la sua lingua con quella di Chris lo diceva bene, lo desiderava da impazzire.
« Ti voglio... ». Lui, cosa? Ti voglio. Ti voglio. Rimbombarono nella testa di Chris queste parole prima di essere comprese del tutto. Non può volere me, è ridicolo! « Scusami se ho avuto paura. Ti desidero così tanto Chris, non so come abbia potuto pensare il contrario ».
Lo spinse contro il muro Darren, baciandogli il collo e la parte di pelle dietro l'orecchio, e Chris emise un debole gemito.
« Dimmi che non è troppo tardi, dimmi che non stai con nessun altro, dimmi che non vuoi che rimaniamo solo amici »
Le mani di Darren scivolarono sul fondoschiena di Chris, tirandolo a sé con forza, e Chris giurò di sentire qualcosa di duro sfiorare la sua gamba, e la sensazione era elettrizzante, e non poté fare a meno di emettere un altro gemito.

« Darren Criss e Chris Colfer in passerella! » gridò qualcuno da dietro la porta. Anche questa volta Chris, uscendo dalla porta non ebbe il coraggio di guardarlo negli occhi.

**

Sguardo intenso, sguardo intenso, sguardo intenso. Ripassava le mosse nella sua testa, ma in realtà era solo una quella non avrebbe potuto dimenticare. Non aveva avuto il coraggio di dirgli che anche lui lo desiderava, e sapeva che era stupida, ma aveva troppa paura di avere una reazione come quella in albergo il giorno della prima, e non riusciva ad aprirsi anche se ci tentava. Dirgli chiaramente cosa sentiva era escluso, quello sguardo intenso era tutto ciò su cui poteva contare. Darren entrò in scena prima di lui, lo vide sfilare, ammiccante e sexy come sempre, e poi si fece avanti Chris, e in quel momento, quando Darren si voltò verso di lui, fu in quel momento, con quello sguardo, che Chris gli  “ urlò ” contro tutto quello che aveva da dire.
 Darren, voglio essere tuo 
E a giudicare dall'espressione di Darren, di sicuro aveva capito.

 

 

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Capitolo 9
*** You take my breath away // Darren ***


Compose il numero in fretta.
Hello? ” 
“ Te lo hanno già detto?!” 
“ Ryan è appena venuto a parlarmi ” 
“ E che ne pensi? 
Darren era forse un po' troppo eccitato per l'intera faccenda, ma non poteva farne a meno. La prima volta di una coppia omosessuale in una tv nazionale, a quell'ora, era un passo avanti enorme. Anche se sapeva che una parte del pubblico non l'avrebbe accettato, molta gente purtroppo ha ancora una mentalità molto chiusa su questo genere di cose. Era felice all'idea di poter far parte di un qualcosa che non si era mai visto prima, che sarebbe stata una grande novità nel campo della televisione. E in più, leggendo il copione, si era letteralmente innamorato della storia, e di come questa prima volta sarebbe stata rappresentata. Dolce, struggente, e pulita. Era impossibile non essere al settimo cielo. Chris però, dall'altro capo del telefono, ci mise un po' a rispondere.

“ Mmh, all'inizio devo ammettere che ero un po' perplesso... Insomma, è una cosa molto intima, e la gente potrebbe interpretare male... Un argomento delicato, sai... ”. Chris parlava lentamente, come se cercasse le parole giuste. La sua voce tremava un po' e Darren pensò di capire il motivo. In effetti il tutto sarebbe stato imbarazzante. Chris non aveva mai risposto alla domanda che gli aveva rivolto in camerino, e Darren aveva fatto finta di aver dimenticato quell'avvenimento. Ma nonostante tutto, era difficile nasconderlo, ormai era palese. Tra di loro c'era quello che la gente di solito chiama “ tensione sessuale ”. Durante i primi di giorni di riprese, anche se avessero voluto, non avrebbero potuto evitarsi. E nonché loro lo volessero... Ogni qualvolta Chris lo sfiorava per sbaglio, e lo guardava in maniera particolare, era come sentire scosse di elettricità per tutto il corpo, e Darren era sicuro che per Chris fosse lo stesso, anzi, a volte, gli veniva da pensare che forse Chris lo facesse apposta. Si erano ritrovati spesso da soli, in qualche roulotte, per provare qualche scena, ripassare un passo di danza, o semplicemente perché lo voleva il destino. E c'erano dei momenti in cui Chris posava lo sguardo sul suo viso, o sulle sue labbra, ed era come se ogni centimetro della sua pelle lo supplicasse di toccarlo e baciarlo e respirarlo... E Darren molto spesso era stato sul punto di cedere. Si avvicinava, lentamente, quasi attirato da una forza magnetica (e Chris senza dubbio magnetico lo era), e gli sfiorava la mano con la punta delle dita, in un modo che sembrava casuale, non voluto. Ma non erano mai andati oltre, e probabilmente oltre non ci sarebbero andati mai. In quel momento però, Darren era troppo emozionato e aveva necessariamente bisogno del suo parere.
“ È una bel copione, però...  
Ci fu una pausa, poi Darren disse: “ Di cosa hai paura, Chris?  e Chris non rispose. Rimasero un po' in silenzio, un silenzio imbarazzato spezzato solo dal respiro di Chris che era diventato più forte. Poi Chris lo salutò. E Darren rimase seduto sul divano a fissare il telefono.

**

La scena che dovevano girare era molto semplice. Lui e Chris erano sul palco, Chris, o meglio Kurt, lo avrebbe perdonato per un qualcosa successo in una scena che ancora non avevano girato, e poi ci sarebbe stato un bacio. Non avevano ancora iniziato le riprese, e Darren poteva vedere l'agitazione sul volto di Chris.
« Non ti mangerò! » disse, accennando una risata. Chris sorrise, e poi il regista chiese se fossero pronti per iniziare e loro annuirono.
Scena uno, scena due, scena tre... Continuarono così per un bel po'. Ma ogni volta che arrivavano al momento fatidico del bacio e Darren avvicinava le sue labbra a quelle di Chris, vedeva negli occhi di Chris una paura totale. Forse non voleva lasciarsi andare troppo, forse aveva paura di perdere il controllo al contatto con la sua bocca, ma sta di fatto che Darren si sentiva quasi obbligato a deviare la traettoria per finire sull'angolo della bocca. E ogni volta il regista fermava la scena. Fino a quando non si avvicinò a loro.
« Ok, mi rendo conto che non dobbiamo scadere nella pornografia, ma siete una coppia! ».
Darren e Chris si guardarono per un attimo, la mandibola di Chris che perdeva aderenza con il resto della faccia e cadeva giù lasciandolo con un espressione atterrita sul volto.
« Noi non... »
« Avete capito cosa voglio dire. Voglio qualcosa di più passionale! Blaine, Darren ti ha appena chiesto di portarlo a casa tua per fare l'amore, e così che baceresti il tuo ragazzo se ti chiedesse la stessa cosa? ». Darren abbassò gli occhi in imbarazzo. « O la tua ragazza, come preferisci » aggiunse subito dopo il regista, quasi per rimediare. « Passione, Darren! Fammi vedere cosa sai fare »
Darren fece un respiro profondo prima che il regista avviasse la ripresa. La telecamera puntata alle spalle, questa volta. Darren guardò gli occhi di Chris, ancora più azzurri quando pieni di timore. Fece un sorriso e lo baciò. Con delicatezza, succhiò il labbro inferiore di Chris e sentì il suo respiro caldo. La mano che aveva messo sulla sua schiena in maniera del tutto involontaria strinse un po' di più la presa. Succhiò il labbro superiore di Chris, ma questa volta l'accarezzo con la punta della sua, entrando poi nella bocca, cercando quella di Chris che stava ferma determinata a resistere. La lingua di Darren sfiorò quella di Chris e ci girò un po' attorno, fino a quando anche lei non decise di partecipare, e a quel punto i movimenti si fecero più rapidi e il respiro di Chris più forte, e Darren lo strinse a sé ancora di più e tutto quello che avrebbe voluto dirgli è “ Ti voglio mio, Chris, e non posso farne a meno ”. Aveva dimenticato che c'era gente lì con loro, che erano sul set, che lui in quel momento era Blaine e davanti a lui c'era Kurt e che forse stavano esagerando un po', e poi Chris allontanò la bocca dalla sua e a mezzo fiato disse qualcosa che, Darren ne era certo, sul copione non c'era scritto.
 « You take my breath away »

 



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Sono l'unica che ha pensato che questo bacio sembrasse troppo reale?
Ok, ok, Chris è un ottimo attore, ma...  quel sospiro alla fine, non so.
Basta, è deciso: Crisscolfer is totally on! LOL
Spero che il capitolo vi piaccia, a prestissimo :D
[.gif not mine]

 

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