Rosso vermiglio

di Piccola Stella Senza Cielo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** viaggio verso un sogno ***
Capitolo 2: *** Con gli angeli ***
Capitolo 3: *** Resisti ***



Capitolo 1
*** viaggio verso un sogno ***


Stanotte ho fatto un sogno. Eravamo tutti su una spiaggia, e il sole, prossimo a coricarsi, tingeva il cielo d’un arancio intenso, che diventava sempre più chiaro man mano che si avvicinava alla linea dell’orizzonte. Non mancava nessuno: c’era Viviana con Elios, poi Fulvio, Roberto, Gerardo, Lidia, anche Luka forse, Francesco, e altri. Elios accarezzava con le dita le corde di una chitarra, e Viviana lo accompagnava con la voce, intonando una vecchia canzone dei Camel. Fulvio si lanciava la sabbia con Roberto, che finalmente aveva sul viso un sorriso aperto e sincero, mentre Luka stava con Francesco; per scherzare indossava il pareo di Lidia e gli occhiali da sole di Serena, e faceva una grottesca parodia di donna, camminando con movenze femminili e una sigaretta tra le dita. Gerardo finalmente guardava Lidia con gli occhi sereni di una volta, quegli occhi affascinati e sognanti con cui parlava di lei. Lidia riusciva a sostenere quegli sguardi che qualsiasi ragazza avrebbe desiderato per sé, ma che a volte fanno così paura, e riusciva a chiarire tutti i suoi pensieri, ad eliminare le tenebre che erano discese nella sua anima, e ad essere finalmente pura, libera da qualsiasi turbamento.
Io, seduta sulla sabbia fine e chiarissima di quella spiaggia, con le ginocchia abbracciate, fissavo il mare. Quel mare semplice ed infinito, quel mare che increspandosi al tramonto aveva ispirato le opere di tanti poeti, e che riflettendo il cielo era divenuto anch’esso d’un colore caldo, mentre l’acqua che baciava la spiaggia era fresca e pulita, pura come una fonte di montagna. Una leggera brezza ci spettinava un po’ i capelli, e ogni tanto il mio sguardo cadeva sui miei compagni, finalmente spensierati e uniti come una volta. Il sole pian piano diveniva sempre meno visibile, ora era solo un disco d’oro che s’intravedeva in lontananza, e che sembrava scendesse nelle più oscure profondità della terra, inghiottito dal buio. Io chiusi gli occhi, per lasciare che l’ultimo spiraglio di luce entrasse in me, prima che svanisse come la più effimera delle visioni.
Quando li riaprii era ormai sera, e il cielo era divenuto azzurro scuro, anche se le stelle non erano venute ancora a decorare quel manto oscuro e misterioso. L’aria era più fredda, il vento più pungente, ma c’era qualcosa, quella sera, qualcosa di strano. Non si riesce a spiegare.
Poi di colpo tutto sparì, il sogno scomparve. Mi guardai attorno, stordita, e realizzai che era stato tutto un sogno. E capii che forse un sogno è solo uno specchio, in cui l’anima riflette i più riposti e tormentati desideri. Io ho guardato in quello specchio a lungo, cercando di cavarne i desideri più riposti della mia anima. Ma era già mattina.

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Capitolo 2
*** Con gli angeli ***


Volare volare volare...via dal passato, via dalla gente, via da tutte le storie del cazzo...perché la gente nulla sa e nulla saprà riuscirò mai a trovare un'identità forse sì forse no mi basta non comprendere mi basta essere qui...e quante ingiustizie...la vita è ingiusta un altro santo è con gli angeli ma troppe lacrime ha versato nella sua vita, troppe, troppe, troppe, ha sofferto ha lottato ha creduto in ciò che ha fatto a testa alta senza mai farsi mancare il sorriso e ora cosa resta resta un corpo immobile e martorizzato dall'ingiustizia fatale, e spero proprio che Dio esista lo spero per tutti gli uomini ma più di tutto lo spero per Lui, sennò la sua vita non ha avuto compensi...nulla, non ha avuto un cazzo, e quanti fetenti vivono allegramente fanno male e non se ne accorgono, e lui, lui ha amato, è stato in piedi fino all'ultimo soffio di vita...e che resta? Nulla. Polvere e lacrime. Effimere gocce d'acqua, che per l'ultima volta gli bagneranno il volto gentile, e spero ci sia un Paradiso, che ci sia Dio e ci siano gli angeli, voglio pensare che ora Lui sia la stella più luminosa del cielo, che brilli e ci sorrida, così come ha sempre fatto, che non soffra, che riesca ad aiutare tutti noi come ha fatto quando con noi era anche col corpo. Una preghiera, non chiedo di benedire la sua anima, che quella è già benedetta, anzi LUI era una benedizione, se Dio c'è ci ha benedetti con la presenza di quell'uomo, e forse la sua gloria la testimonia così, mandandoci persone del genere, ma prego che ora per lui ci sia solo pace, luce e pace, null'altro che la tranquilla e disinteresata luce dei Cieli, e il vento.

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Capitolo 3
*** Resisti ***


Resisti. Quante volte, in questi otto mesi, me lo sono ripetuto. Resisti. Una parola che vidi scritta su un manifesto di un partito, comunista, se non ricordo male.Era scritta in bianco su uno sfondo rosso, ed era un incitamento a lottare senza mai fermarsi.
"Avrai per sempre la tendenza ad avere molte ulcere, e non guarirai mai più totalmente. Però, se ti curerai, se avrai forza e pazienza, potrai far assopire questa tendenza anche per periodi lunghi". Il medico parlava, e io dentro di me ripetevo, ininterrottamente, "resisti"
Durante quello stramaledetto esame, soffrivo, impazzivo, stringevo i denti, mentre la mente non era più lucida, e m'abbandonavo, solo una parola era fissa nella mia mente...."resisti"
Ho resistito. Resisto. Resisterò. Per me, certo, ma anche per Alda, Beppe, Giannino, zia, zio, zio Ciccio, la nonna. Tutte persone che non hanno mai mollato. Mai, neppure per un attimo. C'è chi è riuscito ad arrivare fino in fondo e a vincere la propria battaglia, chi no, chi ci sta provando adesso. Ed è per questo motivo che ho deciso di reagire a questo brutto periodo della mia vita, per questo non me la sento di lasciarmi andare: sarebbe un'offesa a chi mi ha dimostrato tutto quel coraggio, a LORO. Sono loro che mi appaiono davanti agli occhi quando il corpo mi volta le spalle.
Sono stata presa in giro da medici incompetenti, e forse sarei potuta guarire del tutto se mi fossi rivolta a coloro che mi stanno curando in questo periodo (con risultati ottimi, aggiungerei), ma non importa.
Ricomincerò a vivere, e imparerò ad accettare i miei limiti fisici senza starci troppo apensare, anzi, traendone una lezione di vita. Io credo che nulla succeda per caso. Forse il destino ha voluto mandarmi la sofferenza per farmela capire, accettare, combattere, magari affinché io aiuti, nel futuro, qualcuno con lo stesso problema. Ho capito che non bisogna mai abbandonarsi, neanche quando le forze ti lasciano quasi de tutto. Mai. Bisogna invece provare, provare, correre contro il vento, anche quando diventa gelido, non importa se ti abbatte, devi sempre credere di essere a un passo dal traguardo. Come va, va. Io ho vinto. Sto molto meglio, non perdo più sangue, e ho tanta, tantissima voglia di godermi la vita attimo per attimo. Anche la mia esperienza, la racconterò a chiunque si trovi in difficoltà. La vita è bella, anche per queste cose. Che te la fanno apprezzare con maggiore intensità. Per tutto questo tempo, ho ricordato cosa mi disse una persona che ha avuto dei problemi più seri dei miei:
"La vita è una corsa ad ostacoli. Cadi al primo salto e ti rompi i denti? Nessun problema, ti alzi, vai dal dentista, ti fai i denti nuovi e continui"
Certo, potresti anche non arrivare alla fine, nessuno ti assicura che vincerai. Però, vuoi mettere? Avrai la soddisfazione di dire: Ho combattuto fino a che ho potuto. Nessuno ti toglierà le sensazioni che hai avuto mentre lottavi per la vita. Né ora, né mai.

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