I'm only human.

di AllieSanders
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1; ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2; ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3; ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4; ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5; ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6; ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7; ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8; ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9; ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10; ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11; ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12; ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13; ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14; ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15; ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16; ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17; ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18; ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19; ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20; ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1; ***


 
Aveva nevicato molto quel giorno, ed io odiavo il freddo.  Amavo il sole, e la Florida, la mia amata Florida. Era Dicembre, ed i miei carissimi genitori avevano deciso di passare 20 giorni sulla baita in Canada. Erano diversi da me, spesso mi chiedevo se non mi avessero adottata; come descriverli?Beh, erano la solita coppia di ricchi viziati ed amanti del lusso, al contrario mio, che avevo un unico amore: la musica. Tutti si chiedevano perché non sfruttassi il “privilegio” dei soldi. Facile: volevo essere una ragazza come le altre, semplice, ed amata per quello che ero veramente. Come Jess, la mia migliore amica, l’unica che mi capiva veramente. Lei non veniva da un’agiata famiglia, anzi, la sua era una famiglia modestissima. La madre era una parrucchiera ed il padre chitarrista, purtroppo però, lo era solo il mercoledì sera in un piccolo pub in città. Ci aveva insegnato lui a suonare, era un po’ come un secondo padre, anzi, diciamo come il padre che avrei voluto avere. Non vedevo Jess da 13 giorni e mi mancava terribilmente; la stavo per chiamare e sentì subito la voce di mia madre:
 “Caroline Valery Bouvier, corri subito a prepararti!” 
“Mamma, ti ho detto che non ci vengo con voi, odio questo freddo, odio sciare ed odio i vostri fottutissimi amici! Lasciami in pace!” dissi sbattendo la porta.
  Mi addormentai e mi svegliai dopo qualche ora grazie al forte vento che faceva un rumore terrificante. Vidi un messaggio di Jess: “Tesoro, mi manchi. Ti ho mandato un’email, ho trovato un concorso fighissimo su internet, potresti partecipare e conoscere i Paramore! Fammi sapere, a presto!”
 
 
 
Beh, io a quel concorso partecipai, ed è per questo che adesso sono qui.  Sul loro pullman, diretti verso il Brasile. In cosa consisteva? Mandare un nostro video dove spiegavamo cosa erano per noi i Paramore, e dove avremmo dovuto cantare una loro canzone. Io vinsi, e poi, li incontrai. Fu “amore a prima vista”. Già, proprio così.  Dopo una lunga chiacchierata con i tre, il giorno del mio compleanno, il 25 Marzo, mi squillò il telefono; era Jeremy, mi diceva che mi ammiravano e che, se mi andava, potevo partire con loro, e fargli un po’ di compagnia durante il tour. Non fu facile convincere i miei; sebbene io avessi 19 anni, loro mi trattavano come se ne avessi 9, in più, odiavano la musica che ascoltavo e tutto quello che mi rendeva felice o che non rientrava nei loro standard. Dopo svariate discussioni, volenti o nolenti, mi fecero partire.
 
 
 
 
“Sono tre ore che sei chiuso in quel cavolo di bagno! Devo lavarmi, lo vuoi capire? Esci subito o ti faccio uscire con la forza!!!!!!!!!”
Improvvisamente qualcuno mi prese in braccio e mi buttò sul divanetto stampandomi un bacio in fronte.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2; ***


“Taylor sei uno stronzo!” dissi sbattendo la porta del bagno.
Mentre lavavo i denti sentì Hayls parlare con Tay
“Tay sono le 8 del mattino, ieri sera siamo tornati tardi, lasciala in pace!”
Jeremy rideva, mentre Tay cercava di giustificarsi
“Aaaaah queste donne! Poi mi chiedono perché sono single!”
“Buongiorno a tutti!” dissi sbadigliando.
Stavo con i Paramore  da circa un mese e mezzo ormai, ed avevamo fatto subito amicizia. La prima settimana per me però, a causa della mia assurda timidezza era stata difficile. 
Ero persa nei miei pensieri ed improvvisamente sentì la voce squillante di Hayley pronunciare il mio nome.
“Careeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!Dobbiamo darti una notizia stupenda, fantastica, bellissima, memorabile, eeee chi più ne ha più ne metta!”
Era eccitatissima, non capivo il motivo di questa contentezza.
“Ragazzi, dite pure, mi sta venendo l’ansia!”
“Niente ansia piccolina! Beh, stasera suonerai con noi, e  se ti va, canterai anche. Ovviamente, non tutte le canzoni, scegline due o tre che ti piacciono di più, tra un po’ inizieremo le prove.” Disse Jerm facendo l’occhiolino.
Li abbracciai forte e mi misi a gridare come una pazza; chiamai subito Jess e cercai di convincerla di venire al concerto, le avrei spedito un biglietto aereo, un biglietto per il concerto ed un pass per entrare nel backstage, avevo bisogno della mia migliore amica in una serata così importante per me.
Lasciai il cellulare in bagno, e seguì Hayley che voleva assolutamente prestarmi una delle sue straordinarie magliette.
Squillava un cellulare, ed io non mi  resi conto che fosse il mio. Era mia madre, e rispose Tay.
“Pronto?”
“Sono la signora Bouvier, chi parla?”
“Salve, sono Taylor. Care è di là, aspetti che la chiamo.”
“Ah, sei quello ricciolino che suona la chitarra? Bleah. E comunque si chiama Caroline, Care è così volgare.”
Tay mi passò il telefono, la sua espressione era un misto tra il ribrezzo e lo sconvolgimento.
“Mamma, cosa vuoi? Cos’hai detto a Tay?”
“Tay? Ma non era un ragazzo? Non importa. Ad ogni modo, ho saputo che sei in Brasile, stasera la sorella della madre dei fratelli Leto, festeggia il compleanno, potrei mandare il jet privato a prenderti, che ne pensi? Anche quei due suonano,  loro non mi vanno a genio, però potresti conoscerli invece di stare con quelli là, non trovi?”
“No. Stasera canto anch’io, quindi andrete da soli. Ciao mamma”
Raccontai ad Hayley e Jeremy quella conversazione con mia madre, e Jerm mi fece notare un nome, anzi, un cognome : LETO.
“I Leto sono due persone fantastiche, Jared e Shannon. Jared è il cantante, Shannon il batterista dei 30 seconds to Mars. E’ impossibile che tu non li conosca. E poi c’è Tomo, il chitarrista. Ripeto, è impossibile!” disse Jerm, quasi scioccato.
“Ah sì, ricordo vagamente qualche canzone: Hurricane, Closer to the edge, A beautiful lie. Sono, uhm, carini. L’unica cosa che mi ha spinto a non ascoltarli sono i modi di quel.. Jared. Non lo sopporto proprio.”
Conclusa la conversazione, iniziarono/iniziammo le prove.
 
 
Ore 22.00
Il concerto doveva iniziare, ed io, avrei cantato “That’s what you get” con Hayls, come prima canzone. Loro erano fantastici, ed io mi sentivo solo un’intrusa.
Misguided ghosts, My heart. Eccole, le tre canzoni in cui la dovevo accompagnare.
Ore 23.07
Il mio compito era finito, era andato tutto alla grande, solo una piccola stonatura, ma niente di grave. Appena scesi dal palco abbracciai Jess, era più contenta di me. Ero nel backstage, cercavo di riprendermi ascoltando quei tre pazzoidi, l’emozione era troppo grande. La folla era in delirio, tutti che gridavano, lanciavano striscioni, magliette, peluche, e tante altre cose. Guardai Tay, che mi sorrise.
 
 
A fine concerto, durante Misery Business, Hayls mi chiamò sul palco e mi presentò a tutti quei parawhores, sembravano soddisfatti.
Il concerto si concluse. Hayls, Tay e Jerm erano impegnati con i fans ed io feci un giro con Jess. Vidi un ragazzo, con gli occhiali da sole e i capelli.. Rosa? Aveva i capelli rosa?

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Capitolo 3
*** Capitolo 3; ***


“Jess, ma lo vedi quello? Ma chi cavolo è? Ahahah i capelli rosa, ha i capelli rosa!”
“Care quello è...”
“Devo cercare Hayls” dissi continuando a ridere.
“Eccola!” esclamai.
“Hayls, oddio Hayls ma lo vedi quello? Cioè, quei tre, laggiù. Uno ha i capelli rosa, è ridicolo! Ma è un fan?”
“Care, quello è Jared Leto, è un mio grande amico.”
“Ah.” Rimasi di sasso. Quello era Jared Leto, il grandissimo Jared, ed aveva i capelli rosa? Mah.
Vidi Hayls che lo abbracciava, e poi abbracciava anche gli altri due, credo fossero Shannon e Tomo. Jeremy e Taylor li salutarono, Tay mi prese la mano e mi portò con loro, presentandomeli.
“Uhm, io sono Jared, e loro mio fratello Shannon e Tomo. E tu sei…?!” disse con tono di superiorità.
“Caroline Bouvier. Chiamami Care, però.”
“Facciamo che non ti chiamo e basta!” strizzò l’occhio e se ne andò.
Ero stupefatta. Come si può essere così superficiali? Era una diva, ecco, una diva! Stavo pensando a quanto fosse sgorbutico ed arrogante e sentì una voce che mi parlava.
“Ciao, Caroli..Care. Io sono Shannon Leto”
“Ed io Tomo Milicevic, è un grande piacere conoscerti. Ci hanno parlato molto di te.”
“Non fare caso a Jared, lui è così, cioè, in realtà non è così, ma ormai ha una sua reputazione!” risero.
“Vi hanno parlato di me? E chi? Comunque, è un piacere conoscervi. “
“Noi.” Disse Tay, abbracciandomi.
“Ah.”  Non sapevo che dire, ero ancora stupefatta dal comportamento di quell’essere.
“Bene ragazzi, io ho fame. Che ne dite di andare tutti a mangiare?” disse Jeremy.
“Sei sempre il solito!” Dissi ridendo e dandogli una pacca sulla spalla.
Jess se n’era già andata e noi  andammo a cenare. Con noi vennero Tomo e Shannon, senza Jared, ovviamente, lui era troppo per stare con noi, poveri umani.
Come facevano gli altri a stargli accanto?
 
 
 
Tornammo in hotel, i ragazzi avevano deciso di dormire lì qualche giorno e dopo, di tornare sul nostro/loro amato pullman.
Io e Hayls eravamo nella stessa stanza, mentre  Jerm e Tay in quella accanto. Eravamo rimasti qualche ora insieme, Hayley crollò, ed io ero appoggiata sul letto, in dormiveglia. Sentì qualcuno, che mi baciò sulla guancia, ed in fronte.
“Sei bellissima anche quando dormi. Buonanotte piccola”.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4; ***


Fui svegliata dalla voce di Hayls che parlava al telefono.
“E’ una cosa fantastica, sul serio! Avete avuto un’idea geniale, sìsì è da un po’ che ci penso, ma non ho mai avuto il coraggio di proporla! Perfetto, allora li chiami tu? Io parlerò con Jeremy e Taylor, ne saranno entusiasti!”
“Hayls ma che..”
“Care,  ho una notizia fantastica, però aspettiamo i ragazzi!”
“Eccoci!” esclamò Taylor.
“Allora, tenetevi forti! Faremo un concerto di beneficenza con i 30 seconds to Mars in Europa! Ancora non si sa se andare in Italia, Spagna o Francia, ma si farà!”
“E’ un’idea grandiosa!” urlò Jeremy.
Io non ne ero molto entusiasta però, Shannon e Tomo erano dei grandi, ma Jared? Forse lo giudicavo male, senza nemmeno conoscerlo.
Ero ancora a letto, e Taylor mi saltò addosso
“Tayyyy mi fai male!” gridai ed iniziai a ridere.
“Ragazzi dobbiamo fare le valigie e ripartire, pomeriggio abbiamo un incontro con Jay, Shan e Tomo”.
Tay sbuffò, e tornò nella sua stanza insieme a Jeremy.
 
 
 
Fatte le valigie, ripartimmo. 
Incontrammo Jared, Shannon e Tomo, e  insieme a Jeremy, Hayley e Taylor decisero di fare il concerto in Francia, così  partimmo per Paris.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5; ***


Paris, Paris. La città dell’amore.
Jared rimase sempre uguale nei miei confronti, nemmeno un miglioramento.
Eppure sembrava così disponibile con gli altri.
Hayls mi aveva riproposto di cantare con lei, questa volta avrei scelto canzoni diverse,  ormai sapevo suonarle e cantarle abbastanza bene.
“Andiamo alla Tour Eiffel? Non l’ho mai vista!”
Nessuno voleva accompagnarmi, e così misi il broncio.
“Forza, ti ci porto io!” disse Taylor con un sorriso a 548 denti.
“Aaaah ti voglio beneeeeee!” dissi dandogli un bacio sulla guancia.
 
Arrivammo alla Tour Eiffel e tutti i fan di Taylor ci guardavano in modo strano; salimmo fino in cima, ed io stavo per svenire; dannatissima paura dell’altezza.
“Hei, ci sono io, sta tranquilla, va bene?”
“Okay.” Sorrisi e lo abbracciai.
“Devo dirti una cosa” mi disse Taylor.
“Spara!”
“Tu sei bellissima, ed è inutile che lo neghi, perché è così. Quando ti guardo, vedo una persona meravigliosa, fuori e dentro. Stare vicino a te mi fa venire i brividi, e quando non ti sto vicino sto male. E adesso sto per fare una cosa che forse non ti piacerà.”
Non ebbi nemmeno il tempo di dire una parola, Taylor mi prese il viso tra le mani e mi baciò. Dolcemente. Non credevo, ma amai quella sensazione. Appoggiai le mani sul suo petto, sentivo il battito del suo cuore, il suo profumo, il calore che mi trasmetteva.
“Grazie”. Gli dissi così, semplicemente.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6; ***


Io e Tay ci divertimmo un sacco quel pomeriggio. Passamo almeno tre ore in giro per Parigi, mano nella mano. C’erano molte sue fans, una mi chiese se io fossi la sua ragazza, e volle un autografo. Verso le 17.30 Hayley lo chiamò
“Sono due ore che cerco di rintracciarvi! Dove diavolo siete??! Ringrazia Dio che il concerto è stato rimandato a domani sera, altrimenti potevi ritenerti un ricciolino morto! Stiamo venendo in centro, ci vediamo sotto la Tour Eiffel!”
Non lo fece nemmeno parlare, la solita Hayls. Sicuramente era solo preoccupata per noi, non si sarebbe mai incavolata per una cosa così banale.
“Era furiosa, vero?”
“Le passerà.” Disse sorridendo Tay. Non mi diede nemmeno il tempo di rispondere, che mi stampò un bacio sulle labbra.
Ci incamminammo verso la Tour Eiffel,  dove c’erano altre fans. Riconobbi la testolina rossa di Hayls, quella rosa di Jared, e tutto il resto del gruppo. C’era una nuova ragazza, avevo la sensazione di averla già vista, ma non ricordavo dove.
“Lei è la mia ragazza, l’amore della mia vita.” Disse contento Jeremy.
“Molto piacere, io sono Caroline, ma ti prego, chiamami Care!”
“Lo so, ho sentito parlare molto di te, piccola. Ma aspetta, tu e lui….?”
Arrossì timidamente, ed Hayls  mi tirò per un braccio portandomi qualche metro di distanza dagli altri.
“Se non prometti di raccontarmi tutto quando saremo sole,  non ti lascio tornare da lui!”
“Promesso!” le dissi, e l’abbracciai forte.
Tornammo dagli altri e sentì qualcuno tossire forte; mi girai, era Jared.
“Tutto bene?”
“La mia salute non è affar tuo, ragazzina.” Mi disse sgarbatamente.
Taylor cambiò in viso, quasi infastidito; lo presi per mano e gli sussurrai piano “Tranquillo”.
 
 
Passamo una serata piacevole, a parte qualche paparazzo fastidioso e qualche altro autografo, fatto da me. Che sensazione strana; una ragazza, aveva massimo 16 anni, mi disse “Ti prego, fammi un autografo anche tu, un giorno potrebbe valere molto, me lo sento!” . Questa frase mi rimase impressa.
Tornammo in hotel, questa volta però io dormì con Taylor, ed Hayls, sentendosi un’intrusa, chiese una singola, visto che nell’altra stanza c’erano Jeremy e Katy.
 
 
 
 
 
This heart, it beats, beats for only you ,my heart is your's .
This heart, it beats, beats for only you, my heart is your's. “

 
“Tesoro, lo sai che per me sei fantastico, ma continua a suonare la chitarra, lascia cantare Hayls!”
“Ah si? Bene, non canterò più per te!”
“Buongiorno” dissi dando un bacio a Taylor.
Aveva cantato qualche nota di “My Heart” per farmi svegliare, era così premuroso con me.
“Ci aspettano per la colazione, hai già scelto quali canzoni vuoi cantare stasera?”
“Sì. Canterò My heart, Let the flames begin e All I wanted.”
“Fantastico!” Mi diede un altro bacio, e andò via.
 
 
 
Pochi minuti e sarei salita di nuovo sul palco con loro, avrei cantato accanto ad Hayls, sulle note di Jeremy e Taylor. Che emozione fantastica.
 
 
All I wanted was youuuuuu!
I could follow you to the beginning
Just to re-live the start
Maybe then we’ll remember to slow down
At all of our favorite parts ..
All I wanted was youuuu,
All I wanted was youuu,
All I wanted was youuu,
All I wanted was youuu,
All I wanted was youuuu..”

 
“Facciamo tutti un applauso alla mia grande amica Caroline, non è fantastica?”
urlò Hayls quando finimmo di cantare “All I wanted”.
Scesi dal palco, e andai nel backstage.
“Forza ragazzi, tra poco tocca a noi! Mettiamoci tutta la grinta possibile ed immaginabile, la Francia è qui per noi!” urlò Shannon.
“Si, la Francia è qui per noi!” disse a sua volta Tomo.
Jared invece, era stranamente silenzioso, raramente sorrideva; spesso tossiva, avrei voluto chiedergli perché stava così, ma preferì evitare.
 
 
“Grazie a tutti, siete fantastici e noi vi amiamo! Adesso però tocca a loro, i magnifici 30 Seconds To Mars! Un applauso gente, a presto, spero!”
Tay, Jerm ed Hayls scesero dal palco. Jerm raggiunse Katy, ed Hayls cominciò ad urlare come una pazza quando vide Chad, il suo enorme ragazzo. Io e Tay rimanemmo soli, fece per darmi un bacio, ma poi si allontanò, spaventato da un mio possibile respingimento.
“Vieni qui, ragazzone. Sei più sexy così, sai?” dissi ridendo
“Ah, perfetto allora!”
Shannon ci passò davanti come una furia, seguito da Tomo e Jared.
“In bocca al lupo ragazzi!” urlammo.
 
“BONSOIR!” urlò Jared al microfono.
Alla sua vista, la folla divenne scatenata, e sulle note di “Attack” iniziarono a suonare e cantare. Jared tossiva in continuazione, ed io mi stavo preoccupando; nessuno però, ci fece caso. Andarono avanti, “Closer to the edge” e poi, “Hurricane”.
 
Do you really want?
Do you really want me?
Do you really want me dead or alive to live a lie?”

 
La voce di Jared era roca, ed ad un tratto, silenzio.
Cantavano solo i fans. Le luci si spensero, e la musica si fermò. 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7; ***


Mi staccai dall’abbraccio di Taylor e salì di corsa sul palco.
“Cazzo! Lo sapevo! Cazzo cazzo cazzo cazzo cazzo! Jared, Jared mi senti?”
Jared aveva perso conoscenza, ed anche se non si meritava il mio aiuto, ero lì per lui.
“Bro, mi senti? Sono io, Shannon, svegliati cazzo!”
“Shannon, chiamate un’ambulanza, immediatamente. Taylor, Jeremy ed Hayley andranno con lui, noi resteremo qui. Ci sono migliaia e migliaia di Echelon, e anche senza Jay si deve continuare. Vi aiuterò io. Canteremo solo poche canzoni però, poi dobbiamo andare da lui.”
“Non possiamo lasciarlo andare da solo!!” esclamò Tomo.
“Care ha ragione.” Disse aspramente Shannon.
Nel frattempo l’ambulanza era arrivata.
“Piccola, non devi farlo per forza, Jared non ha mai fatto niente per te.”
“Tay, tu sei un suo amico. Vai con loro, ti prego.” Gli diedi un bacio e salì sul palco.
 
 
Si riaccesero le luci.
“Okay, buonasera Franciaaaaa! Sono di nuovo io, Caroline. Jared ha avuto qualche problemino, quindi lo sostituiremo noi, tutti insieme. D’accordo?”
“Uno, due, un, due tre!”
Riconobbi le note di Kings and Queens.
Into the night, desperate and broken,
the sound of a fight, father has spoken..
We were the kings and queens of a promise..
We were the victims of ourselves…”
 
 
 
“Siete parenti del signor Leto?” disse un’infermiera,  aveva circa 40 anni, non di più, capelli a caschetto biondi, ed una vocina stridula.
“Io, sono Shannon Leto, suo fratello”.
“E gli altri due chi sono? Io posso far entrare solo i parenti, mi dispiace davvero molt…”
“Senta, io sono Caroline Valery Bouvier, e credo che lei conosca la mia famiglia. Siamo amici intimi del signor Leto, e se lei non ci fornisce tutte le informazioni che ha su Jared le assicuro che sarà disoccupata fino alla fine dei suoi giorni.”
“Notevole” disse Tomo, sorridendomi.
Feci l’occhiolino.
Non avevo mai usato quel tono con nessuno, e soprattutto non avevo mai usato il mio nome intero, facendomi riconoscere.  L’infermiera ci fece accomodare nella sala d’attesa e, passati appena dieci minuti ci diede tutte le informazioni possibili ed immaginabili sul misterioso malore di Jared, ci fece parlare con un medico, e ci portò alla sua stanza.
“Entrate voi ragazzi, fate con comodo, io aspetto qui.”
Nel frattempo, mi sedetti su una di quelle scomode poltroncine della sala d’attesa e decisi di chiamare Taylor.
“Pronto?”
“Amore, sono io. Sono arrivata in ospedale, Shan e Tomo sono dentro. Vorrei tanto abbracciarti in questo momento, ho bisogno di te.”
“Piccola, sono in albergo, mi sono fatto una doccia. Jeremy e Katy sono ancora lì, vengo subito.”
“No, riposati. Tornerò con Shan, Tomo o Jerm. Oppure prenderò un taxi. Ci vediamo più tardi, ti prego, sta lì. Hai bisogno di dormire.”
“Sei sicura?”
“Al cento per cento. Arriverò tra poco. A dopo, buon riposo.”
“Grazie, sei fantastica. A dopo.”
Conclusa la telefonata con Tay iniziai a giocare con il mio I-phone; sia benedetto, mi fece compagnia per almeno un’ora e mezza.
“Care, io e Tomo andiamo a cercare una macchinetta per prendere un caffè. Non sapremo mai come ringraziarti, sei stata fantastica. Ti vogliamo bene” disse Shan arruffandomi i capelli.
“Non c’è di che” sorrisi.
“Jay si è appena svegliato” mi disse sorridendo Tomo.
 
 
Respirai a fondo, e decisi di entrare.
“Hei” mi sussurrò Jared.
“Hei. I tuoi capelli sono davvero orribili” sorrisi.
“Grazie. Shan e Tomo mi hanno raccontato, certo, non sei come me, però grazie. Sei stata meravigliosa, ed io non mi meritavo tutto quello che hai fatto per me.”
“Non c’è di che Jay dai capelli rosa.”
“Non è rosa è..”
“Lo so.” Sorrisi. Riuscivo a vedere Jared sotto una nuova luce adesso, non come la diva che voleva far credere di essere, ma come una persona, un essere umano, proprio come me.
“Devo operarmi, non riesco più a  cantare, ascolta.”
He’s a stranger to some and a vision to none, he can never get...”
Cominciò a tossire, e a sputare sangue.
Chiamai di corsa l’infermiera, non mi era mai successa una cosa simile, e stavo morendo di paura, tanto che, appena lei arrivò, svenni.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8; ***


Mi svegliai, ero scombussolata; non riuscivo a capire dove mi trovassi.
Mi voltai ed accanto a me c’era Taylor che mi teneva la mano.
“Ma dove sono?”
“Dio, ti sei svegliata!” gli si illuminò il viso.
“Ma cos’è successo?”
“Eri con..Jared e quando ha provato a cantare ha iniziato a…”
“Sì, questo lo ricordo.”
“Poi sei svenuta, e siccome sei fortunata amore, hai sbattuto forte la testa. Ho avuto tanta paura. Come ti senti?”
“Grazie. Grazie, grazie, grazie, grazie. Ci sei sempre. Grazie.”
“Smettila, non mi devi ringraziare. E poi, avevo fatto una domanda, come ti senti?” disse sorridendo.
“Meglio, ho un po’ di confusione, ma meglio. Quando potrò uscire di qui?”
“Non so, vado a chiamare il medico. Arrivo subito” Mi diede un bacio sulla mano e si alzò di corsa dalla sedia.
 
 
 
“Non ci voglio stare da sola in ospedale, voglio uscire di qui.”
“Tesoro non puoi, devono farti qualche controllo, domattina uscirai.” Mi disse Tay, rassicurandomi.
“Uffa. Tu vai, sei stanco.” sbuffai.
“Più tardi forse tornerà Hayls, non so se la faranno entrare.”
“Non farla venire, riposatevi. Domattina però, voglio che veniate tutti a prendermi, pure Chad, anche se non lo conosco.”
“Dovrei essere geloso?” rise.
“Non ne hai motivo”
Mi diede un bacio e andò via.



Stavo cercando di dormire, ed improvvisamente qualcunò entrò nella mia stanza.
“CHI SEI? NON AVVICINARTI E NON MI TOCCARE!”

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Capitolo 9
*** Capitolo 9; ***


 
 
Mi alzai  di corsa e presi un cuscino.
“Vuoi farmi del male con un cuscino?” disse qualcuno sussurrando, quasi non lo sentivo; accesi la luce.
“Jared, Dio, mi hai fatto prendere un colpo!” mi sedetti piano sul letto e strinsi il viso tra le mani.
“Scusa” tossì.
“Tranquillo. Ma perché sei qui?”
“Volevo farti visita, però per favore, chiudi la porta, se mi scoprono sono rovinato, non posso alzarmi dal letto, e non dovrei nemmeno parlare.”
Lo osservai attentamente; era malandato, non sembrava il solito Jared.
“Jay, torna a letto, ti accompagno nella tua stanza. Non voglio che tu stia male, per me.”
“Mi hai chiamato Jay?”
“Scusami..” nonostante tutto, era sempre il solito, dannatissimo Leto.
“Non ho detto che mi dispiace. Jay.. è bello.”
Gli sorrisi. Mi stavo contraddicendo da un momento all’altro, ed in più, avevo sbagliato opinione su di lui. Solitamente riuscivo a capire le persone, subito, anche con uno sguardo; con lui era diverso, mi aveva fatto andare il cervello in fumo.
“Posso stare qui con te? Domattina presto me ne andrò, promesso. Non ci scoprirà nessuno.” Disse quasi imbarazzato.
“Certo.” Lo dissi senza pensare, stavo forse sbagliando?
 
 
Passammo tutta la notte a parlare, io sul letto, e lui sulla sedia a rotelle; non riusciva ad alzarsi e nessuno ancora ne capiva il motivo.
 
 
Fui svegliata dalla vibrazione del cellulare.
“Pronto?” dissi con voce assonnata.
“Dove sei?”
“Nel mio fantastico letto d’ospedale, ma chi è?”
“Sono tua madre. Non riconosci più la mia voce? Di male in peggio.”
“Che vuoi?”
“Perché sei in ospedale? Quei vandali ti hanno picchiata? E perché sei su tutti i giornali come ‘La ragazza che ha salvato il concerto dei trenta e qualcosa’ ?”
“Sono svenuta e ho sbattuto la testa okay? Sto meglio qui che a casa, e poi ho fatto quello che si doveva fare, ciao”
“Tuo padre vuole parlarti.”
“Papà?”
“Sono fiero di te, ma non dirlo a tua madre, odia quello che stai facendo. Se ci sarà un concerto nelle vicinanze io verrò, mi manchi principessina. Un bacione”
Rimasi scioccata dalla conversazione con mio padre, non era mai stato così affettuoso con me. Dopo qualche minuto, mi riaddormentai.
 
 
 
Verso le 10 Taylor venne a prendermi, accompagnato da tutti gli altri: Jeremy e Katy, Hayley e Chad, Shannon e Tomo.
La mia prima reazione fu quella di saltare addosso a Taylor. Gli altri risero.
Hayls mi abbracciò.
“Come ti senti piccolina?” mi disse Katy.
“Bene, molto bene.”
“Lo sapevamo, in realtà era tutta scena, volevi passare anche tu una nottata in ospedale!”
“Oh sì Shan, in realtà è questa la verità!”
“Lo sapevo!”
Tutti risero.
“Piacere, io sono Chad, il ragazzo di questa fantastica ragazza con la testolina rossa.”
“Molto piacere”.
“E’ enorme” pensai.
“Un giorno ti presenterò la mia Vicky!” mi disse Tomo.
“Ne sarei onorata.” sorrisi.
 
 
 
Firmai alcune carte e raggiungemmo Shan e Tomo che erano andati da Jared; stava litigando con l’infermiera, nonostante i due cercassero di calmarlo.
“IO SONO JARED LETO E NON POSSO MANGIARE QUESTA POLTIGLIA PER COLAZIONE!” disse con tutta la voce possibile.
“Mi dispiace signor Leto, ma qui tutti sono uguali, se ha fame mangia, altrimenti rimarrà digiuno.” Rispose nervosa.
Mi avvicinai a Jared e gli diedi un bacio sulla guancia.
“Non puoi trattare tutti così Jay, lo capisci?” dissi ridendo come una matta.
Mi voltai e guardai Taylor; era dannatamente geloso, e cambiò espressione. Guardò Hayls e se ne andò velocemente.
“Scusa, non lo fa apposta; arrivo subito.” sussurai a Jay.
Annuì.
Corsi da Taylor e lo tirai per un braccio.
“COSA TI PRENDE?! NO SPIEGAMELO!”
“TI SEMBRA NORMALE CHE TU VAI Lì, E GLI DAI UN BACIO?”
“SI! Lo sai quanto ci sono stata male quando mi trattava in quel modo, adesso va meglio, siamo amici! Non c’è niente di male Tay, assolutamente niente.” Mi calmai, avvicinandomi a lui, e gli accarezzai il viso. “Devi fidarti di me.”
“Mi fido di te, scusa.” Disse abbracciandomi.
 
 
Dopo qualche ora passata in ospedale, io e Tay decidemmo di fare una passeggiata. Stavamo mangiando una crepes quando mi squillò nuovamente il telefono.
“Dio, è mia madre!”
Taylor rise. Queste divergenze con mia madre lo divertivano, era strano, il mio ragazzo.
 
“Che vuoi?” risposi bruscamente.
“Voglio venirti incontro, sono sempre tua madre e ti voglio bene. Hayley, o come si chiama lei, mi ha detto che sei fidanzata. Voglio conoscerlo, e voglio conoscere la sua famiglia. Manderemo il jet privato a prendervi, mandami un sms e dammi una risposta. Anche tuo padre ci tiene.”
Rimasi di sasso. Taylor, ovviamente, incuriosito da mia madre, accettò, e con lui, tutta la sua famiglia.





Note:
Per prima cosa, vorrei ringraziare la mia fantastica amica Sara, senza di lei la madre di Care non avrebbe avuto la fantastica idea di conoscere la famiglia York;
Dopo, volevo dire GRAZIE, a tutti voi, che leggete questa FF. Mi scuso con tutte/i gli Echelon che stanno soffrendo per il povero Jared che è rimasto senza voce e su una sedia a rotelle. Anche a me dispiace molto ç.ç , sicuramente in seguito starà meglio :3

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Capitolo 10
*** Capitolo 10; ***


“E’ una pessima idea, me lo sento. E poi, perché dobbiamo andare nella villa in Argentina? Odio tutto questo.” Sbuffai. Non ero affatto contenta dell’idea che aveva avuto mia madre.
“Andrà tutto alla grande. Adesso calmati. I miei genitori stanno per arrivare, c’è anche Justin. Saranno contenti di conoscerti, vedranno che persona fantastica sei.” Mi disse Taylor stringendomi la mano. Mi diede un bacio ed entrammo.
“Ciao mamma, ciao papà. Lui, è Taylor, il mio fidanzato.”
“Molto piacere signori Bouvier, avete una figlia meravigliosa.”
“E’ un piacere per me e mia moglie avervi qui, accomodati, prego. Suoni la chitarra, giusto?”.
Mio padre trascinò via Taylor, mi tranquillizzai, quei due sembravano andar d’accordo.
 “I signori York sono nella stanza principale signora Bouvier.” Disse Anne, la nostra cameriera.
Taylor mi raggiunse, lo presi per mano ed andammo incontro ai suoi genitori.
Ancora dovevano servire la seconda portata, e mia madre iniziò a fare il terzo grado a Peter, il padre di Taylor ed a suo fratello Justin.
“Una famiglia di musicisti, molto divertente. No la prego signor York, mi dica sul serio qual è la sua professione.”
“La musica è la mia professione.” Rispose cordialmente Peter.
“E come fa a mandare avanti una famiglia?”
“Mamma, smettila.”
“Come riesce a mandare i suoi figli in giro per il mondo, senza nessun ritegno?”
“Ho detto smettila.” Alzai il tono della voce.
“Quante case avete?”
Erano tutti troppo buoni per mandarla a quel paese, così, ci pensai io.
“Mamma hai rotto le scatole, io me ne vado. Sei odiosa!” Mi alzai, e mi diressi verso la porta.
 
 
 
Era passata una settimana, e noi eravamo tornati a Parigi.
Dopo una meravigliosa cenetta a lume di candele tornammo in albergo. Appena Taylor si addormentò sgattaiolai fuori dalla stanza, e preso un taxi, andai in ospedale da Jared. Le infermiere ci conoscevano tutti, o per meglio dire, mi conoscevano; specialmente Jiuliet. Aveva all’incirca 60 anni, ed ogni sera anche lontano dall’orario di ricevimento mi faceva entrare, senza dire niente a nessuno. Purtroppo non conosceva bene la mia lingua, ma grazie al grande amore di mia madre per il francese che mi aveva trasmesso, riuscivamo tranquillamente a comunicare.
“Jay, stai dormendo?”
“Ho provato di nuovo a cantare, il medico ha detto che se ci riprovo  rischio di farmi del male, sul serio. Non posso muovermi da questo letto Care, odio tutto questo. Io sono JARED LETO e adesso dovrei essere in qualche posto nel mondo a cantare e a far sognare i miei fans. Non ci riesco però, non sono stabile! Sono due settimane che sto qui, e non fanno niente per curarmi, non ce la faccio più, portami via di qui, ti prego! “
Dai suoi occhi iniziarono a scendere delle lacrime, che bagnarono la mia mano, appoggiata sul suo volto.
“Non dire a nessuno che sto piangendo, per favore.”
Singhiozzava, come un bambino.
“A me puoi dire tutto, non ti giudicherò mai. Fatti più in là, dai.”
Mi sdraiai in quel letto, accanto a lui, e l’abbracciai forte.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11; ***


“Io non sono come vogliono farmi sembrare Care, io sono buono.”
“Lo so che sei buono Jay, lo so. Non devi giustificarti.”
“Io, ti voglio bene piccolina.”
Mi guardò intensamente, cercai di studiare la sua espressione. Era sincero, lo si vedeva dai suoi occhi. Fece un sorrisetto, in attesa di una mia risposta.
“Anche io te ne voglio. Sei un ottimo amico e ci sarò sempre per te.”
Il suo sguardo si spostò quando pronunciai la parola amico.
 
 
 
Grazie a Dio Taylor aveva il sonno pesante, così quando alle 5 di notte tornai e mi infilai piano nel letto, e mi sdraiai su di lui.  Era mezzo nudo, e io mi poggiai piano sul suo petto, sentendo il battito del suo cuore.  Si mosse, svegliandosi. Mi diede un bacio.
“Caroline, io voglio fare l’amore con te.”
“Anche io lo voglio, Taylor.”
Ero pronta; ormai io e Taylor eravamo una cosa sola. Mi tolse piano la maglia, e mi slacciò il reggiseno. Gli feci scivolare lentamente i pantaloni, e lui fece lo stesso con me. Dopo pochi minuti, era già dentro me.
 
 
 
Dopo quella bellissima notte, ci svegliammo a causa di Hayley che batteva forte alla porta.
“Svegliatevi dormiglioniii! Subitooo!”
Sobbalzai, e cominciai a ridere; sia io che Tay eravamo nudi.
Io corsi in bagno, e lui si infilò qualcosa al volo e corse ad aprirle.
“Hayls, ma che vuoi?”
“Vi ho disturbati? Dov’è Care? Devo farvi vedere una cosa!”
“Sono in bagno!” urlai. Presi una tovaglia, e avvolgendola intorno a me, uscì.
“Stavo facendo una doccia, dicci pure!”
“Guardate!”
Hayls prese il suo cellulare, facendoci vedere una foto di noi due insieme; c’era una grande scritta rossa:
“IL CHITARRISTA DEI PARAMORE, TAYLOR YORK E LA SUA NUOVA FIAMMA CAROLINE VALERY BOUVIER A PARIGI.”
“Non m’importa.” Dissi sorridendo a Taylor.
Il mio cellulare cominciò a vibrare. Era Shan.
“Shan?”
“Caroline, venite subito in ospedale.”
Era spaventato, lo percepivo dalla sua voce.



Questo capitolo è dedicato ad Ylenia che continua a leggere questa FF e che mi sopporta sempre :) Ti voglio bene piccolina :)

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Capitolo 12
*** Capitolo 12; ***


Arrivammo di corsa in ospedale; Io, Tay, Jerm ed Hayls. Katy e  Chad erano ripartiti. Mi misi a correre verso la stanza di Jared; un medico mi urlò contro: “NON SI CORRE QUI DENTRO, SIAMO IN UN OSPEDALE, MALEDUCATA!”
Gli feci un brutto gesto, e continuai a correre. Il cuore mi batteva forte, per un attimo credetti che fosse uscito fuori dal mio petto, era molto simile alla batteria di Shannon.  Arrivai davanti alla porta: il letto era disfatto, le finestre spalancate, ma non c’era nessuno. Avanzai, alla ricerca in un’infermiera, un medico, una donna delle pulizie, qualcuno, una pesona qualsiasi che mi spiegasse.
Avevo chiamato almeno 5 volte Shannon, ma non mi rispondeva.
Mi girava la testa, stavo per inciampare, quando mi imbattei nel dottor Roberts.  Era americano, proprio come noi, lo si capiva dal cognome, e dalla sua strana pronuncia francese. Volevo saperlo, ma mi importava di più di Jared, così gli chiesi qualche informazione.
“Leto? Jared Leto?”
“Si, proprio lui. La prego, mi dica dov’è, e come sta, sono molto in ansia e credo che mi sentirò male se lei non mi aiuterà!”
“Ho sentito dire che è peggiorato, non so dirle altro, stia qui, manderò un’infermiera che le darà aiuto.”
“Grazie.”
Mi sedetti su una sedia, l’ansia mi stava divorando ed il mio cuore stava per fare BOOM! Non sapevo nemmeno in qualche piano mi trovavo,  ed iniziai a pensare al peggio. “NO!” continuai a ripetermelo. “Jared sta bene, sta benissimo.”
Vidi una donna, con un volto familiare avvicinarsi a me; era Juliet.
“Piccola Caroline, perché piangi? Mi ha mandata il dottor Roberts,  intanto prendi questa pillola, e poi raccontami tutto!” mi disse la dolce donna, sedendosi accanto a me e mettendomi un braccio sulle spalle.
“Cazzo, smettetela di chiamarmi tutti piccola! Io non sono piccola!”
“Non ti chiamerò mai più piccola.”
“Scusi, non volevo. Dov’è Jared? Come sta? Il suo letto era vuoto!” singhiozzavo.
“Te lo dirò solo se ti calmerai, adesso bevi.”
Calmarmi? Come facevo a calmarmi? Jared era chissà dove ed io dovevo calmarmi! Ma vaffanculo! Stavo esplodendo di rabbia,  ed avevo una gran voglia di rispondere male a quella vecchietta, ma poi mi guardò con quegli occhi dolci, mi ricordava tanto mia nonna, che quand’ero più piccola e scappavo di casa mi accoglieva a casa sua, e come una mamma si prendeva cura di me,  mi rimboccava le coperte, nonostante io riuscissi a farlo da sola e mi portava il thè caldo, o la cioccolata. Quanto l’amavo. Così, dopo qualche minuto, feci un respiro profondo e mi rivolsi a Juliet.
“Sono calma. Adesso, la prego, mi dica dov’è Jared.”
“E’ stato ricoverato d’urgenza, aveva ricominciato a tossire e sputare sangue, c’è qualcosa che non va, ma io non sono la persona giusta per spiegartelo. Tra meno di un’ora e mezza uscirà dalla sala operatoria e saprete se potrà ritornare a cantare.”
Spalancai gli occhi. Come faceva a dirlo con così tanta leggerezza?
Quella voce, era meravigliosa,  e dire che prima non lo sopportavo, non riuscivo nemmeno a sentirlo cantare, che andavo su tutte le furie.  Adesso io, senza quella voce, non potevo stare.  Senza rendermene conto, ricominciai a piangere.
Da lontano riconobbi Tomo, e Shannon.
Mi alzai, e gli corsi incontro. Abbracciai Shan, aveva le lacrime agli occhi anche lui.
“Se dovesse andare storto, io non saprei.. Lui ama cantare, non riuscirebbe ad andare avanti senza la sua musica!”
“Andrà tutto bene, fidati.”
Dovevo fare forza a Shan e Tomo, quindi, cercai di essere forte.
“Amore!”
Era Taylor. Mi buttai su di lui ed iniziai a piangere; nel frattempo Shannon raccontò tutto ad Hayls, Jerm e Tay, aggiungendo qualche dettaglio, che Juliet, probabilmente per non farmi preoccupare, non mi aveva detto.
 
 
 
Passarono due ore; più di quanto aveva detto Juliet.
Eravamo tutti molto ansiosi,  e grazie alla presenza di Taylor, io riuscii a calmarmi.
“Stai sopportando tutto questo insieme a me, come potrei desiderare di meglio?”
gli dissi con le lacrime agli occhi. Effettivamente, lui stava lì solo per me, lo sapevo. Prima era un grande amico di Jay, ma dopo, a causa della sua gelosia, era diventato più freddo nei suoi confronti, me ne ero accorta subito.
“Ti amo.”
“Cos’hai detto?”
“Non è il momento più opportuno per dirtelo, ma io ti amo. Amo il modo in cui mi guardi, in cui mi baci, in cui litighiamo. E poi amo quando ti sposti il ciuffo, quando ti leghi i capelli, e amo i tuoi occhioni grigi, e le tue labbra. Amo tutto di te, io ti amo cazzo, ti amo Caroline Valery Bouvier.”
Lo tirai a me, e gli diedi un bacio, infinito. Non era il momento giusto, ma io avevo bisogno di far incontrare le sue labbra con le mie.
“Ehm, sono il dottor Pattièr, ho operato il signor Leto, abbiamo appena concluso l’intervento.”
“Dottore, mi dica tutto.” Disse cordialmente Shan, con un tono decisamente ansioso.Anche se non lo dava a vedere, Shan amava suo fratello.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13; ***


Il dottore ci guardò in modo strano e  solo dopo averci sguadrati tutti, uno per uno disse “L’intervento dovrebbe essere andato bene, purtroppo l’anestesia era troppo pesante, quindi avremo risposte certe solo quando si sveglierà.”
“Vabbè, una, due ore massimo, giusto?” dissi con aria preoccupata.
“No, forse si parla di giorni. E’ essenziale che voi gli  rimaniate accanto, gli parliate, solo così si potrà velocizzare.”
“Mi scusi l’ignoranza, ma questo succede quando si è in coma, o sbaglio?” ribadì Tomo.
“Sì, ma in questo caso è stato un intervento diverso; ha bisogno di voi, nient’altro, nessuna medicina, solo della presenza della gente a cui vuole bene.” Rispose il medico.
“Ah, devo dirvi un’altra cosa. Il suo malore alle gambe, è stato causato da una specie di shock, non saprei come spiegarvi. Dovrà fare una, due settimane di riabilitazione, ed ha bisogno di qualcuno che gli stia sempre accanto, sempre. Adesso scusatemi, devo prepararmi per un altro intervento, per qualsiasi cosa, chiamatemi.”
L’espressione di Shannon cambiò mille volte. Mi alzai e lo abbracciai.
“Stai tranquillo, si risolverà tutto.”
Aveva le lacrime agli occhi, di nuovo. Faceva tanto male vedere Shanimal in quel modo, solitamente lui era quello forte, mentre adesso, stava lentamente crollando.
Si avvicinò a noi un omone, e piano ci disse “Siete gli amici del signor Leto?”
“Sì.” Risposi prontamente.
“Bene, tra qualche minuto lo porteremo nella sua stanza.”
Mi voltai, per capire come si sentissero gli altri.  Hayley era sconvolta, triste, impaurita. Lo capivo dai suoi occhi, guardavano un punto fisso, e poi anche dalla sua posizione, era raggomitolata su quella poltroncina.
Anche Jeremy ci stava male, credo che dopo Shan e Tomo lui fosse la persona più legata a Jared. Aveva la testa tra le mani, e gli vidi scendere una lacrima.
E poi, Taylor? Beh, lui era amico di Jay, ma ormai il loro rapporto si stava sgretolando, purtroppo. Ero in preda ai miei pensieri e sentì una voce
“PERMESSO, PERMESSO!”
Jared era su una barella, gli occhi chiusi, la flebo attaccata al braccio, e delle fasce. Non riuscii a mettere a fuoco la situazione, sembrava un cadavere.
Scossi la testa, e cacciai subito quel brutto pensiero.
Ci alzammo in contemporanea e automaticamente seguimmo quella massa di infermieri che lo stavano per portare in stanza.
 
 
 
Passarono all’incirca due ore e noi eravamo fuori dalla stanza, ci avevano raccomandato di far passare qualche ora prima di entrare.
“Ragazzi, tornate in albergo, sul serio, sto io qui.” Disse Shan.
“No, non ti lasciamo solo.” Rispose prontamente Hayls.
“Allora, facciamo che adesso tornate tutti in albergo, e andate a riposarvi, io sto qui, ce la faccio, senza problemi. Almeno un’ora, siete ridotti malissimo. Per favore.” Ribadì.
Dopo più di mezz’ora di discussioni, li convinsi, e andarono a riposarsi. Taylor voleva rimanere per forza con me, ma mandai anche lui in albergo, volevo rimanere sola con Jay.
Entrai nella sua stanza, presi una sedia, e mi sedetti accanto a lui. Iniziai a parlare, a vanvera.
“Jay devi svegliarti,  non ho capito perché ancora dormi, il dottore non ce l’ha detto, avranno sicuramente sbagliato qualcosa.  Però ti prego, svegliati, io ho bisogno di te, anzi, tutti noi abbiamo bisogno di te.  Per favore.”
Vuoto.
Parlai da sola per ore, e finì per addormentarmi.
Sentì qualcuno che mi accarezzava piano il volto.
“Jared! Jared sei tu!”
“No, amore sono Taylor. Jared non si ancora svegliato.”
“Scusa.”
“Non preoccuparti. E’ venuto Shannon, insieme ad Hayls. Staranno loro qui, torneremo domattina. Andiamo”
Presa dalla stanchezza ascoltai Taylor, e tornai con lui in hotel.
Nonostante fossero le 4 del mattino mi feci una doccia, e poi mi infilai a letto.
Taylor mi diede un leggero bacio, e si sdraiò accanto a me.
 
 
 
Fui svegliata dalla luce che penetrava dalla finestra.
Mi stropicciai gli occhi e guardai l’orologio che c’era sul comodino.
“Mezzogiorno? Cazzo, è mezzogiorno!”
“Buongiorno dormigliona!” mi disse Taylor con un sorriso a 32 denti.
Mi dava sui nervi quella sua tranquillità, Jared non si era ancora risvegliato dall’anestesia, cosa assolutamente strana, e lui era così tranquillo.
Per evitare discussioni mi infilai in bagno, mi lavai velocemente e uscì.
 
 
“Buongiorno Jiuliet.”
 Salutai la dolce signora, e mi avviai verso la stanza di Jared. Non c’era nessuno, che fine avevano fatto gli altri?
“Non sei ancora sveglio eh? Uff. Cosa dobbiamo fare con te? Mi stai facendo preoccupare un sacco.”
Gli strinsi la mano, e lui  strinse la mia.
“Ciao bellezza.” Disse piano.
“OH DIO JAY! JAAAAAAAAAAAAAYYYYYYYY!”
Urlai, e senza rendermene conto, lo abbracciai.
“Hei, hei, hei. Fai piano, sono delicato, io.”
“Scusa scusa scusa! Dio mio Jay, sei sveglio!  Devo chiamare Shan!”
Chiamai di corsa Shan, e poi, calmandomi, mi sedetti  di nuovo su quella sediolina blu.
Gli sorrisi, guardandolo negli occhi; erano più belli del solito.
Mi strinse la mano ed io mi appoggiai sul suo braccio; così, mi diede un bacio in fronte. Mi voltai, e vidi un’ombra:era Taylor.



Note:
Ci tengo a precisare che ho inventato tutto sul malore di Jared, e che molte cose potrebbero sembrare assurde; è solo frutto della mia fantasia.
Chiara,  grazie di tutto, e grazie perchè credi in me, e me lo dimostri anche leggendo la FF e dandomi consigli. Ti voglio un mondo di bene.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14; ***


Jared  mi sorrideva, non si era accorto della presenza di Taylor. Ero troppo contenta, e non mi andava di litigare con il mio ragazzo, ma sicuramente, la lite era inevitabile per lui.
“Arrivo, Jay.”
“Dove vai?”
“Sto arrivando.”
Nel frattempo Taylor era uscito dalla stanza, e camminava velocemente nel corridoio. Gli corsi dietro, e lo fermai.
“La vuoi smettere? Cazzo, Taylor, devi smetterla!”
“Non ti ho detto niente.” Disse con indifferenza.
“Ho capito tutto dal tuo sguardo.”
“Ciao, Care.”
Lo guardai sbalordita. Era forse impazzito? Mi misi una mano tra i capelli, e tornai piano da Jared.
“Problemi?” disse piano.
“No, tutto okay.” Risposi in modo freddo.
“Sai che con me puoi parlare di tutto.”
“Ti ho detto che è okay Jared.”
Era rimasto infastidito da quella risposta, passammo almeno dieci minuti senza dire una parola, così decisi di rompere il ghiaccio.
“Scusa Jay, Taylor ha questi momenti di gelosia, e io non lo sopporto quando fa così.”
“L’ho notato, sai? Io e lui eravamo molto amici, parlavamo in continuazione, e quando non ci vedevamo mi chiamava sempre; adesso è diverso. Ho fatto qualcosa di male? Ti ho dato fastidio?”
“No, no, no! Assolutamente no! Tu non hai mai fatto niente di male Jay, sono contenta del nostro rapporto, mi rende felice.”
Mi sorrise.
*Tock tock*
Era Shan.
“Bro! Sono contento che tu stia bene! Vieni qui, fatti abbracciare!”
Shan lo stritolò, si guardarono negli occhi e cominciarono a ridere.
“Siete due scemi!”
“Hei, ci sono anche io!” arrivò Tomo, e si unì all’abbraccio.
Quei tre erano qualcosa di sensazionale insieme, si completavano a vicenda.
C’era una specie di magia nei loro occhi, non solo quando suonavano e cantavano, ma anche quando si comportavano da persone normali, mangiavano una pizza, guardavano un film.
Erano circa le 9 di sera quando me ne andai dall’ospedale, Jeremy ed Hayley erano venuti a darci il cambio, ma io fui l’unica che andò via, semplicemente per cercare Taylor. Non era tornato in albergo, e i ragazzi non l’avevano visto.
Provai a chiamarlo almeno dieci volte, così iniziai a girare per Parigi, senza una meta. Solitamente quand’ero nervosa facevo lunghe passeggiate,  mi rilassava.
Cercai il numero dell’hotel nella rubrica, e chiamai.
“Pronto? Salve sono di nuovo io, Caroline Bouvier. Volevo sapere se il signor York è tornato.”
“No, mi dispiace, non l’abbiamo visto.”
“Lei è sicura che non ha lasciato nessun messaggio per me?”
“Guardi, io ho dato il cambio al mio collega, ho controllato e non c’è nulla, però se vuole può lasciarmi il suo numero, io do un’altra occhiata ed entro 10 minuti la richiamo.”
“Gliene sarei molto grata.”
Così, lasciai il mio numero a quella gentile donna e continuai a camminare.
Guardai l’orologio. 10:42.
Erano almeno due ore che camminavo senza sosta, così decisi di fermarmi a mangiare qualcosa. Dopo aver mangiato, e pagato, uscì dal locale e mi sedetti su una panchina, in attesa di una chiamata. Erano passati più di dieci minuti,  e cominciavo ad essere in ansia. Decisi di telefonare ad Hayls.
“Pronto? Care?”
“Hayls sono io, dove sei?”
“Ancora in ospedale, siamo un po’ con Jared. E’ successo qualcosa?”
“Non trovo Taylor, tu non l’hai sentito?”
“No! Vuoi che venga lì da te?”
“Non ce n’è bisogno, ora torno in albergo. Grazie.”
Riattaccai e guardai l’orologio. Quasi mezzanotte. Non ero mai stata molto coraggiosa, e non conoscevo bene Parigi. Nonostante il mio cuore stesse per scoppiare, decisi di chiamare un taxi e tornare in albergo. Stavo forse sbagliando con Taylor? Era colpa mia tutto questo? Dovevo tagliare i rapporti con Jared?
Dopo circa 15 minuti arrivai in albergo, e passai dalla reception.
“Signorina Bouvier, la stavo per chiamare. Mi perdoni, sono passati più di dieci minuti, però c’è stata molta confusione; non ho trovato nulla, mi dispiace.”
“Grazie lo stesso.”
Presi le chiavi della mia stanza e salì piano le scale. Non avevo voglia nemmeno di prendere l’ascensore. Mi scese una lacrima; se fosse successo qualcosa a Taylor non me lo sarei mai perdonata.
Mi buttai sul letto, stravolta e dopo pochi minuti mi addormentai.
 
 
 
Ore 4:47.
Fui svegliata dal telefono della camera d’albergo.
“Sì?”
“Signorina Bouvier? Ho trovato qualcosa sul signor York che potrebbe interessarle.”
 
 
 
Mi vestì di corsa, presi l’indirizzo, e chiamai un taxi.
Arrivai davanti ad un locale strapieno di gente. Musica house (si chiamava così? Non ero un tipo da discoteca) e puzza di alcol dappertutto. Che schifo. Un ragazzo si avvicinò a me.
“Hei bellissima, vuoi vedere un qualcosa di meraviglioso?”
Lo guardai sdegnata, e continuai a cercare Taylor.
Dopo almeno mezz’ora, vidi un viso familiare: era sdraiato su un divanetto, e stava delirando. Una ragazza accanto a lui cercava di farlo riprendere.
“Cos’è successo?” le chiesi preoccupata, sperando che sapesse darmi una risposta.
“Non lo so, so solo che è dalle 3 che sono qui con lui, e cerco di farlo riprendere! Io sono una sua fan, non dirò a nessuno di quello che sta succedendo, però aiutami, ti prego!”
Quella ragazza aveva un volto familiare.
“Aiutami a portarlo fuori di qui.” Le dissi.
Portammo Taylor fuori, puzzava in una maniera incredibile.
“Io ti conosco, siiiiiiii! Tu sei la mia fidanzata, e io sono ubriaco!” disse ridendo.
Chiamai un taxi.
“Grazie piccola, ti prego, se ci tieni davvero a lui non dire niente a nessuno. Se mi lasci il tuo numero ti farò chiamare quando sarà in condizioni migliori.” Le dissi.
Accettò subito.
“Scusami, ma tu quanti anni hai?”
“16.” Rispose, arrossendo.
“E perché sei in questo posto così squallido?”
“Mi hanno portata degli amici, ma loro hanno iniziato a bere e mi sono persa! Sono rimasta sola!” mi rispose. Dopo un po’ iniziò a piangere. L’abbracciai, e la rassicurai; sembrava una ragazza per bene.
“Ti riporto io a casa, andiamo.”
Salì con me sul taxi, e cominciammo a parlare. Si chiamava Cristine.
 
 
 
 
Feci fatica a far scendere Taylor dal taxi e a portarlo in camera, ma avendo usato tutta la  mia buona volontà, ci riuscì. Non sapevo cosa si facesse in questi casi, quindi mi limitai a metterlo a letto. Ero stanca, e mi sentivo in colpa per Tay, era colpa mia se era ridotto così. Mi sdraiai accanto a lui,  e abbracciandolo, mi addormentai.
 
 
 
Ci svegliammo in contemporanea.
“Cosa cazzo ho combinato ieri sera?” mi disse confuso.
“Sei scomparso cazzo, e io ho girato tutta Parigi da sola, fino a mezzanotte,  per poi tornare in albergo e svegliarmi alle 5 perché si era scoperto dov’eri, così sono entrata in una specie di pub pieno di gente ubriaca, dove un ragazzo ha cercato di portarmi non so dove, per poi vederti collassato su un divanetto, con una tua fan ai piedi, che cercava di farti riprendere in tutti i modi perché tu sei il suo idolo e lei doveva vederti così! Cazzo Taylor hai fatto proprio schifo!”
Stavo urlando, mi avvicinai a lui e gli diedi una sberla con tutta la forza che avevo. Mi sedetti sul letto e con la testa tra le mani, iniziai a piangere.
“Tu non sai quanto mi sono preoccupata, io non so badare a me stessa, e devo badare a te? Perché fai così? Per quale fottutissimo motivo fai così?! Taylor la gelosia è un mostro, e sappi che ti sta facendo impazzire!”
Singhiozzavo; Taylor si sedette accanto a me e mi abbracciò.
“Perdonami, ti prego. Perdonami Caroline. Non sono così, tu mi conosci, e io non sono questo.  Non ti merito, mi odio. Da domani parto, me ne vado, ti lascerò in pace, non mi farò mai più vedere, te lo prometto, ma ti prego, non portarmi rancore.” Si alzò, e cominciò a raccogliere i suoi vestiti.
“Dove cazzo vai? Taylor Benjiamin York non ti muovere.”
Mi buttai su di lui e lo abbracciai fortissimo.
“Tu non vai da nessuna parte, hai capito? E non ti permettere più a dire cose simili! Tu stai qui con me!”
Mi strinse forte a lui e mi baciò come non aveva mai fatto prima.
“Non farlo mai più, ti prego. Mai più Taylor, promettimelo.”
“Te lo prometto. Ti amo, Caroline io ti amo!”
“Ti amo anche io,  grandissima testa di cazzo.”
Mi buttò sul letto,  eh beh, il resto è immaginabile.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15; ***


“Faccio una doccia” mi disse Taylor dandomi un bacio.
“Va bene” sorrisi.
“Poi andiamo da Jared.”
“Tay, non è necessario che tu venga solo per farmi un favore.”
“No, voglio chiarire con lui. Ah amore, se non ti chiedo troppo, potresti trovarmi qualcosa per il mal di testa da qualche parte?”
“Certo”.
Premetti il tasto dell’ascensore e scesi alla  reception; mi diedero delle pillole e risalì.
“Amore ho preso delle pillole, ma siamo sicuri che puoi prenderle? Non è meglio andare in ospedale?”
“Non preoccuparti”
“Va bene”
Gli saltai addosso, aggrappandomi come una scimmietta e gli diedi un altro bacio. Le sue labbra erano bagnate, e soffici.
“Amore scivolo, scivolo, scivolo.”
Boom! Caddi a terra.
Cominciò a ridere come uno scemo, e feci un altro salto.
“Tienimi bene stavolta, se cado di nuovo rovinerai questo momento così romantico” risi.
“Sei pesanteee!”
“E tu non sei per niente virile” risposi facendo la linguaccia.
Mi buttò nuovamente sul letto.
“Chi non è virile?”
 
 
 
Dopo una buona mezz’ora, mi voltai, e lo guardai dritto negli occhi.
“Ti ho mai detto che i tuoi occhi sono bellissimi?”
“No” sorrise
“Beh, lo sono” mi diede un bacio, e poi un altro, e un altro ancora.
“Ti amo!” gli dissi.
Mi alzai dal letto e mi rivestì. Avevo la sensazione di aver dimenticato qualcosa, ma non ricordavo niente di importante. Improvvisamente, mentre legavo i capelli, ebbi un flash.
“Amore devi chiamare quella ragazza che ti ha aiutato, la tua fan.”
Ecco cosa dimenticavo. La sera prima quella ragazzina era stata la sua ancora di salvezza; lo guardava con una strana ammirazione, anche se lui era ridotto in quel modo.
 
 
 
Uscimmo in strada mano nella mano; avevamo deciso di andare prima a ringraziare Cristine, e poi da Jared.
Arrivammo in un parco, dove ci aspettava.
“Ciao Cristine! Hai visto? Eccolo qui, bello e sobrio come non mai!” le dissi entusiasta.
“Eh, lo vedo, che è bell.. sobrio, voglio dire, lo vedo che è sobrio. Menomale!” la guardai male; era solo una ragazzina, quindi, ci passai su.
Passamo un’ora con lei; dopo feci capire a Tay che era giunto il momento di andare. 
“Cristine, non so come ringraziarti per ieri, per ogni cosa, se vuoi qualche biglietto, un autografo, una maglia, qualcunque cosa, puoi chiamare. Il numero con cui ti ho telefonato prima è il mio, a presto!”
Il telefono di Taylor squillò.
“Pronto?”
“Taylor! Ma dove ti eri cacciato?”
“Hei, Jerm. Beh, lunga storia, poi ti spiego. Dove siete?”
“Stiamo andando da Jay, voi?”
“Anche. Ci vediamo lì. Salutami Hayls”
Camminavamo, tranquilli, e il mio cellulare vibrò. Un messaggio.
“Mi manchi. Quando hai intenzione di venirmi a trovare?”.
Era Jared. Il mio cuore cominciò a battere forte, e credo anche che arrossì, il mio volto era in fiamme.  Strinsi più forte la mano di Taylor, fu istintivo.
“Chi è?”
“Mia madre.”
“Problemi?”
“No no. Ti saluta”.
Ovviamente, mentii. Io e Tay ci eravamo ripromessi di dire sempre la verità, ma volevo che lui e Jay chiarissero questa brutta  situazione, così eliminai il messaggio e continuai a camminare.
 
 
 
Arrivati in ospedale, salutai Jared, e lo stesso fece Taylor.
C’eravamo solo noi tre, chissà dov’erano gli altri. Io e Tay ci sedemmo, e lui, schiarendosi la voce, iniziò a parlare.
“Jared ascolta, sono stato stupido, e geloso. Credevo che tu ci stessi provando con Care, ma so che non lo faresti mai perché sei mio amico, e poi, mi fido di lei. Quindi scusa, di tutto. Spero che riuscirai a perdonarmi, e che tutto ritornerà come prima. Cerca di metterti nei miei panni, sono solo innamorato.”
Taylor era nervoso. Lo capivo dai suoi occhi, non guardava in faccia Jared, le sue gambe tremavano, e mi stringeva forte la mano.
“Tutto come prima.” Disse Jared, amaramente.  Non era “soddisfatto” di quello che aveva detto Taylor, ma non capì perché.
“Arrivo subito, scendo a prendere un caffè, vuoi qualcosa?”
“No.”
“Okay.” Taylor si alzò, e si avviò verso la macchinetta. Guardai in viso Jared, sembrava nervoso.
“Perché non hai risposto al mio messaggio?”
“Me lo sono dimenticata, scusami.”
“Domani esco di qui, non sarai più costretta a venirmi a trovare tutti i giorni. Non sarò più un peso per nessuno.”
“Jay, tu non sei un peso. Per me è un piacere stare qui.”
Stava per rispondermi, ma si trattenne.
“Hei bro! Ciao anche a te Care!” disse con un sorrisone Shannon.
“Ciao bro.”
“Ciao Shan!”
“Care, ho bisogno di parlarti, vieni un attimo?”
“Certo.”  Dissi confusa.
“Scommetto che sai che domani Jay uscirà da qui.”
Annuì.
“Il medico ha detto che ha bisogno di qualcuno che stia con lui a Los Angeles. Come devo fare Care? Lì io e Tomo abbiamo le nostre abitudini, io starei con Jay, ma diventeremmo pazzi entrambi. Non posso costringere Tomo, lui ha anche la sua vita, idem i ragazzi. Devo pagare qualcuno per fargli compagnia?  Ho chiamato Ruby, Curtney, Carine. Nessuno vuole stare con Jared Leto malato. Mi hanno detto che loro non sono badanti. Dimmi tu cosa fare, ti prego.”
Shannon era in preda al panico, lui era abituato a stare sempre fuori, le serate con Antoine,  le interviste, i pub, e tutte quelle cose da rockstar. Ci pensai, e respirai a fondo.
“Starò io con lui. Verrò da voi, a Los Angeles. Fammi solo parlare con Taylor.”
Gli si illuminarono gli occhi, mi prese in braccio e mi fece girare.
“GRAZIE!” urlò.
Sorrisi. Dovevo dirlo ai ragazzi.
Vidi Hayls in lontananza, e la chiamai. Le raccontai tutto.
“Te la senti, Care?”
“Sì, credo di si. Non voglio perdere Taylor. Hayley io lo amo.”
“Taylor è il ragazzo più fedele che io abbia mai conosciuto. E poi, è innamorato. Quando ti guarda, quando parla di te, gli si illuminano gli occhi. Capirà, stai tranquilla.”
“E voi? Io dovrei stare con te, Jerm. Con i Paramore.”
“Ce la caveremo.”
“Grazie di tutto.”
La abbracciai forte.
“Ti voglio bene, e su di me puoi sempre contare, sempre.” Mi sorrise.
Chiamai Jeremy, e riferì la mia scelta anche a lui. Mi abbracciò, e mi disse che lui ci sarebbe stato sempre. Infine, dovetti parlare con Taylor.
“Taylor, io ti amo, ma lui è un mio amico, e non posso lasciarlo solo. Potrebbe cadere in depressione e non reagire più. Non può nemmeno muoversi. Tu non immagini quanto mi mancherai, ma io devo farlo.”
Cercai di capire la sua espressione. Sembrava deluso, e triste.
“Ne sei sicura, Care?” mi disse, guardandomi dritto negli occhi.
Per un nanosecondo, a causa di quegli occhi, stavo per cambiare idea.
“Sicurissima.” Dissi, a malincuore.
“Va bene. Però, quando potrò verrò lì, il tour sta per finire, e poi potremo stare sempre insieme.”
“Non vedo l’ora.”
Mi scese una lacrima e l’abbracciai.
 
 
 
Fu difficile fare le valigie e lasciare Parigi. Andammo tutti insieme all’aereoporto; i Paramore però, presero l’aereo per l’Asia e noi, per l’America. Salutare Taylor fu la cosa più difficile di tutte, già mi mancava. Sull’aereo piansi in silenzio; non volevo che vedessero quant’ero debole.
Quando arrivammo a Los Angeles, salimmo su una macchina che ci portò davanti all’enorme casa dei Leto. Vicky era già lì che ci aspettava. La salutammo, e dopo un po’ lei e Tomo andarono via.
Shannon rimase per molto al telefono con Antoine; sarebbe uscito la sera stessa.
Quando staccò mi disse “Mi mancava tutto questo.”
Io e Jay saremmo rimasti in casa, quindi, ordinai una pizza. La loro casa era immensa, e feci fatica per ricordare quale fosse la mia stanza. Jared sembrava più contento ora che era nella sua città. Stavamo guardando uno dei film in cui recitava, quando ci addormentammo sul divano. Dopo un po’ mi svegliai. Lo guardai a lungo, e, anche se non l’avevo mai pensato, Jared era bellissimo.
Sembrava un ventenne, ma non era questo che lo rendeva così affascinante. Erano i suoi lineamenti, la sua voce, le sue labbra. E anche le sue mani, il suo corpo. Scossi la testa e decisi di mandare un messaggio a Taylor.
“Già mi manchi, amore mio. Sento la tua mancanza  ogni minuto che passa, divertiti, e pensami. Ti amo tanto.”
Mi riappoggiai sul divano, e chiusi gli occhi, addormentandomi.
 
 
If i could end the quest for fire
For truth, for love, for my desire
my desire...
And i fell apart
But got back up again …”

 
 
Fui svegliata da quella fantastica melodia; Jared aveva ricominciato a cantare.

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Capitolo 16
*** Capitolo 16; ***


“Jared, Dio mio! E’ fantastico! TU CANTI!” Urlai, e mi buttai su di lui abbracciandolo. Cantammo per ore, Jay sembrava di nuovo felice e se lui lo era, lo ero anch’io.
 
 
Three weeks later.

 
Erano passate tre settimane, mi trovavo molto bene a casa Leto, i ragazzi mi facevano divertire tantissimo, e Shan mi aveva insegnato a suonare la batteria. Tomo e Vicky erano spessissimo con noi, e non ero mai imbarazzata a causa della presenza di due ragazzi uomini.  Los Angeles era fantastica, ormai la conoscevo perfettamente, l’unico problema era che mi mancavano i Paramore, soprattutto Taylor. Ci eravamo visti solo per mezza giornata all’incirca una settimana fa, ma non mi stancavo mai di lui.
La cosa migliore era che Jared stava facendo progressi, infatti oltre a cantare, aveva iniziato la terapia per poter ricominciare a muoversi ed essere autosufficiente; lo aiutava molto, adesso riusciva a stare in piedi, sempre tenendosi con qualcuno, ma ci riusciva.  Le scale erano un problema , così con l’aiuto di Shannon e soprattutto di Vicky, creai una stanza da letto provvisoria al piano inferiore.
“Jay, Shan! Non è rimasto niente da mangiare qui dentro, vado a prendere qualcosa!”
Presa la borsa chiusi la porta e mi incamminai per le strade affollate di Los Angeles. Dopo aver fatto la spesa, e fatto un po’ di shopping, passai davanti una pasticceria, e comprai una torta enorme; non dovevamo festeggiare niente, ma ogni occasione era buona per mangiare dolci.
Dopo qualche ora rientrai, appoggiai le buste sul tavolo e cercai Jay; non c’era. Pensai che Shan l’avesse aiutato a salire di sopra, così salì le scale.
“Jay? Shan?” urlai. Nessuna risposta; solo musica. Da una stanza proveniva un suono meraviglioso di chitarra, ed udì anche la voce di Jared. Com’era possibile? Aprì la porta, e rimasi a bocca aperta.
Jared stava saltando sul letto mentre cantava.
“FOTTUTISSIMO LETO, COME CAZZO FAI A SALTARE SE FINO A TRE ORE FA ERI SU UNA SEDIA A ROTELLE SENZA POTERTI ALZARE?!” urlai.
Si accorse di me solo quando iniziai a gridare, la chitarra cadde a terra e fece un rumore orribile,  lui sbiancò.
“Io..”
“IO UN CAZZO! DA QUANTO VA AVANTI??”
“No ma..”
“HO DETTO CHE VOGLIO SAPERE DA QUANTO CAZZO VA AVANTI QUESTA STORIA!”
“Due settimane.” Disse timidamente.
“VAFFANCULO, BRUTTO PEZZO DI MERDA!” gli diedi un ceffone, e mi chiusi a chiave nella mia stanza.
Cercai di telefonare a Tay, e poi Hayls, e Jerm. Nessuno rispondeva, nessuno.
L’unica alternativa era tornare in Florida,  ma le ultime persone che avrei voluto vedere erano i miei, così chiamai Jess, che purtroppo però, era in Portogallo per uno stage, o qualcosa di simile.
“I miei non faranno problemi ad ospitarti tesoro, lo sai. Sei come una seconda figlia per loro.” Mi aveva detto.
“Prenderò una stanza, grazie lo stesso.” Le risposi.
“Per qualsiasi cosa chiamami, non c’è nessun problema.”
“Grazie.” Mi limitai a rispondere.
Stavo preparando la valigia, quando sentì bussare alla porta.
“Non ti aprirò, dannatissimo Leto!”
“Care, sono Shannon! Aprimi!”
“NO!” Urlai.
 
 
Mi distesi sul letto, quella sarebbe stata l’ultima volta.
“Sei un idiota, sei un dannatissimo idiota! Te l’avevo detto di dirglielo, lei sarebbe rimasta lo stesso, ti vuole bene e lo sai!” Sentì Shannon rimproverare il fratello.
Dopo qualche minuto presi la mia roba, e aprendo piano la porta me ne andai.
“Ti prego Care, perdonami! L’ho fatto solo perché volevo stare con te,  in caso contrario non ti avrei mentito!”
“Vaffanculo.”
Jared mi prese di forza, e mi baciò. Cercai di staccarmi da quelle meravigliose labbra, ma non ci riuscì. Dopo qualche secondo lo spinsi, e me ne andai, sbattendo la porta.
 
 
 
“Pronto?”
“Hei amore mio, come stai? Ho visto solo ora le chiamate, credo che tu abbia chiamato anche Hayls, ma ha il cellulare rotto, e Jerm non lo apre da giorni.”
Non risposi, singhiozzavo.
“Caroline, cos’è successo?”
Gli raccontai tutto; compreso il bacio.
 
 
 
TAYLOR.
 
 
Care mi raccontò tutto, tra le lacrime.
“Hayls, Jerm! Sto partendo per Los Angeles.”
“Taylor, tu, cosa?” mi disse Hayls.
Raccontai tutto ai miei migliori amici; rimasero sconvolti.  Grazie a Dio, per almeno due settimane non era in  programma nessun concerto.
“Tay, rimani calmo.” Mi disse Jeremy, abbracciandomi.
Presi la valigia e mi avviai verso l’aereoporto.
 
 
Il viaggio durò un bel po’, ma ne era valsa la pena; nessuno doveva far del male alla mia ragazza.
Ero stato a casa dei Leto molte volte, così non ebbi difficoltà a trovarla.
Bollivo di rabbia, e suonai molte volte il campanello.
Aprì Shannon.
“Dove cazzo è tuo fratello?” pronunciai quelle parole amare molto lentamente, scandendole bene, una per una.
“Taylor, stai fermo!” gli diedi una spinta ed entrai in casa. Sentivo musica al piano superiore, e salì di corsa le scale; Jared era in una stanza non molto grande; pareti blu, uno, due attrezzi per fare allenamento, e delle chitarre.
Lo presi per la  maglia,  e con tutta la forza che possedevo gli diedi un pugno.
“Questo è per aver mentito alla mia ragazza.”
Gliene sferrai un altro.
“Questo è perché l’hai baciata, brutto pezzo di merda.”
Il sangue cominciava a colare, non lo risparmiai, e gliene diedi un altro ancora.
“E questo è da parte mia. Ti saluto.”
Non fece nemmeno per difendersi, era lì, come un vegetale, a farsi riempire di botte. Scesi di corsa le scale.
“Ciao, Shannon.” Dissi sbattendo la porta.

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Capitolo 17
*** Capitolo 17; ***


Jared.
 
Il sangue che colava era immenso, si era formato un lago intorno a me, e la mia maglietta aveva cambiato colore, da bianco, a rosso. Shannon corse verso di me con del ghiaccio.
“Chiamo un dottore, bro!” disse preoccupato.
 
 
“Ahia!” urlai.
“Mi scusi, signor Leto.” Rispose cordialmente il dottore.
Ero finito in una clinica privata; dovevano fare i raggi per vedere se avevo il naso rotto, quel bastardo di Taylor mi aveva fatto davvero male. Come se non ne avessi abbastanza degli ospedali.
“Il setto nasale è rotto. Le darò degli antidolorifici, e lo fisseremo con una stecca.”
Mi disse il dottor Drew distraendomi dai miei pensieri.
“Ah. Io non ne capisco niente, faccia lei.” Gli risposi acido.
Quando ebbe finito io e Shan lo ringrazziammo. Tomo era arrivato da poco.
“Quanto le devo?”
“Oh, nulla. Solo un favore, potreste fare un’autografo a Charlie? E’ mia figlia, e vi ama. Ho speso molti soldi per portarla ai vostri concerti!” rise.
Scrissi quattro parole e firmai, cercando di sorridere; purtroppo, non ci riuscivo. Ero stato uno stronzo, ma l’avrei fatto altre mille volte. Per la prima volta nella mia vita, sentivo il mio cuore battere all’impazzata quando Caroline mi sorrideva, o quando mi prendeva in giro, o anche quando mi guardava con quei bellissimi occhi grigi.
Salimmo in macchina. Era tutto troppo silenzioso.
“Te lo sei meritato, bro.” Mi disse aspramente Shan.
“Lo so.”
Tomo sospirò, e appoggiandomi allo schienale del sedile anteriore, chiusi gli occhi.
 
 
 
Taylor.
 
“Caroline, sto arrivando. In che stanza sei?” dissi al telefono a Care.
“253.” Mi rispose.
Arrivai, e corsi velocemente verso il corridoio che portava alla sua stanza.
249, 250, 251, 252.. 253. Bussai ed entrai.
Vidi Caroline appoggiata sul letto, gli occhi rossi, e gonfi. Sicuramente aveva buttato un sacco di lacrime, per conto mio, completamente inutili.
Chiusi la porta e buttando le mie cose a terra corsi ad abbracciarla. Mi strinse forte.
“Avevi ragione, dovevo venire con voi.” Cominciò a singhiozzare, di nuovo.
“Amore mio, ci sono io qui. Tranquilla.” Le diedi un bacio sulla fronte, e stringendola forte a me, dopo qualche minuto, la vidi chiudere gli occhi.
Passai almeno un’ora a guardarla; la sua bellezza era incredibile, soprattutto quando dormiva.
 
“ Hei, Hayls.”
“Tesoro mio, come stai?”
“Uno schifo.”
“Hai combinato qualcosa?”
“No. Ti passo Care, salutami Jerm.”
Hayls e Care parlarono al telefono per almeno un’ora, così ne approfittai per fare una doccia. Prima o poi avrei dovuto dire a Care di quello che era successo con Jared.
“Amore, ecco il telefono. Scusa se ci ho impiegato così tanto. Devo fare una doccia anch’io.” Mi disse Care.
“Fai pure, ti aspetto.”  Le diedi un bacio, e mi poggiai sul letto.
Il telefono di Care vibrò: non avrei dovuto farlo, ma lo presi. Un sms. Jared.
Ho il setto nasale rotto, il tuo ragazzo mi ha picchiato. Ho fatto schifo, ma ti prego, perdonami. Io credo, di provare qualcosa per te.”
Controllai che Care fosse in doccia, e risposi io.
Ti odio. Non farti più vedere, né sentire. E non rispondere a questo messaggio, brutto stronzo.”
Invia.
Era la cosa più squallida che avessi mai fatto nella mia vita. Posai il telefono di Care sul letto, ed entrai nel bagno.
“C’è un posticino anche per me?” dissi sorridendo.
“C’è sempre un posto per te.” Rispose trascinandomi nella doccia.

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Capitolo 18
*** Capitolo 18; ***


Ciao a tutti :) Voglio dire qualcosa per voi che leggerete anche questo capitolo.
Intanto GRAZIE. Un grazie sincero, sentito, a tutti voi che seguite la mia FF, frutto del mio amore per i Paramore e per i 30 seconds to Mars.
Siete tutti fantastici, sul serio.


Caroline.
 
Erano passati ormai sei mesi, non sentivo/vedevo più Jared da ormai troppo tempo, e nonostante tutto mi mancava molto. Mantenni comunque il grande rapporto che si era creato con Shannon e Tomo, erano miei grandi amici, e non volevo abbandonarli. Io e Taylor avevamo deciso di affittare un appartamentino a Los Angeles, amavo quella città, e non volevo lasciarla. Ai Paramore rimanevano solo altri tre concerti, e poi si sarebbero riposati per qualche mese; così Taylor, Hayley e Jeremy dovettero ripartire, ed io decisi di aspettarli a casa.
Stavo sistemando un po’, cosa alquanto strana, (visto che ero pigra di natura) e mi imbattei in un grande album fotografico azzurro, con una grande scritta bianca :
PARIS.
Oh mio Dio. Erano tutte le foto che avevamo fatto durante quel lungo viaggio, Hayls aveva deciso di stamparle e creare un album da regalare ad ognuno di noi. Feci un lungo respiro, mi sedetti incrociando le gambe e lo aprii.
La Tour Eiffel,  io ed Hayley, Jeremy e Katy, io e Taylor, Shannon che mangia una baguette enorme. Sorrisi. Sfogliai ancora le pagine : Jared.
Era imbronciato; non ricordavo il motivo. E poi noi in ospedale insieme a lui, sì, Hayley aveva voluto immortalare pure quei momenti, sebbene non fossero dei migliori. Mi scese una lacrima. I miei pensieri furono distratti dal cellulare che squillava.
“Pronto?”
“Piccola mia! Quanto mi manchi!”
Era Taylor. Parlammo per almeno mezz’ora, e poi a turno mi passò Jeremy ed Hayley.  Le dissi che avevo intenzione di fare una cosa che non sarebbe piaciuta molto a Taylor, mi rispose semplicemente di fare quello che mi diceva il cuore, e che Taylor mi amava troppo per incazzarsi con me. Così, dopo una lunga chiacchierata con quella che ormai era diventata come una sorella per me, decisi di fare un lungo, lunghissimo bagno caldo e di sistemarmi per bene.
Quando fui veramente pronta, presi il telefono, e scesi nella rubrica.
J:
Jacopo
James
Jeremy
Jess
John
Julia
E Jared? Dov’era finito il suo numero? Taylor. Era stato sicuramente lui. Sospirai, e chiamai Shannon.
“Shan, ciao, sono Care. Ho bisogno di un enorme favore.”
“Piccola Care! Dimmi tutto, sai che ci sono sempre per te!”
Gli spiegai un po’ la situazione, sapevo che potevo fidarmi di lui. L’unica cosa che mi disse fu “Tieni a bada il tuo ragazzo, mio fratello si incazzerà molto se dovrà subire un altro intervento per sistemare il suo preziosissimo setto nasale.”
Ma di cosa parlava?
 
 
 
Ore 15:OO
Selezionai il numero di Jared e premetti il tasto verde.
Uno squillo; due, tre, quattro.
“Caroline?”
“Sì Jay, sono io. Ho bisogno di vederti e parlarti. Mi sono trasferita, qui a Los Angeles. Shannon mi ha detto che sei in città per ora. Vorresti…”
“Dammi l’indirizzo, arrivo subito.”
Il mio cuore cominciò a battere all’impazzata, ma perché provavo queste emozioni? Io amavo Taylor, il mio cuore batteva solo per lui..credo.
Driiin!
Corsi ad aprire la porta, e per poco non sbattei contro il tavolo; la mia solita goffagine.
“Jay!” istintivamente mi  buttai su di lui stringendolo più forte che mai.
“Hei, hei. Non vorrai strangolarmi, servo a molte persone, sai?”
“Accomodati.”
Volevo chiedergli troppe cose, avevo bisogno di tante spiegazioni, ma come si dice in questi casi TEMPO AL TEMPO.
Mi disse che i Mars avevano bisogno di un po’ di pausa, erano in tour da due anni, e adesso volevano solo stare con le persone a loro care, volevano divertirsi e fare cose che fa la gente normale.
“Tu sei una DIVAH, non puoi fare quello normale!”
“Simpatica.” Inarcò un sopracciglio.
“Jay, tuo fratello mi ha parlato di un certo setto nasale rotto e qualcosa di simile, spiegami.”
“Ti spiegherò, ho tante cose da dirti, e lo farò, promesso. Però non ora. Non voglio rovinare questo momento.”
“Okay.” Mi limitai a rispondere.
Eravamo accoccolati sul divano, mi stringeva forte. Sentivo le farfalle nello stomaco. Era una sensazione.. bella.
Guardò l’orologio. Erano le 16:45.
“Ho un servizio fotografico, devo andare. Spero che ci rivedremo prest..”
“Stasera. Vieni qui, cucinerò qualcosa e mangeremo insieme. Devi dirmi qualcosa, ricordi? Lo farai stasera.”
Gli diedi un bacio sulla guancia e lui andò via.
Ma cosa stavo facendo?
Il mio telefono vibrò.
Un sms. Era Tay.
“Amore, mi manchi tremendamente. Tra meno di dieci giorni sarò lì, non vedo l’ora di poterti stringere a me. Ti amo, più della mia stessa vita.”
Lanciai il telefono contro il muro, e strinsi il viso tra le mani. Mi alzai, presi la borsa, e chiamai un taxi. Avevo una cena da preparare.
 
Ore 19:55
Driiin!
Eccolo. Jared era arrivato.
Aprii la porta.
“Sei.. sei bellissima.” Disse quasi scioccato.
Non mi aveva mai fatto un complimento.
Mangiammo tranquillamente, e poi, mi aiutò a sistemare.
“Jay, dai, dimmi tutto.”
“Okay.” Sospirò. “Care, promettimi però che ucciderai il tuo ragazzo solo quando sarà tornato, e che non rovinerai questa bellissima serata.”
“Promesso. Ora parla.”
“Allora, quando tu sei scappata da casa nostra, il tuo ragazzo è venuto, e mi ha picchiato. Mi ha rotto il setto nasale, e ho dovuto fare una specie di intervento. Non lo sapeva nessuno, oltre Shan e Tomo. Ma lui non ti ha detto niente?”
“No.”
“Immaginavo.”
“Perché non mi hai più chiamato in questi sei mesi? Potevamo parlarne, come persone civili.”
“Perché mi hai mandato quel messaggio Care, non ricordi? Per il tuo bene, ti sono stato lontano, anche se, sono stato davvero male.”
“Ma cosa stai dicendo?”
Prese il telefonino, e andò nei messaggi salvati.
Caroline:
“Ti odio. Non farti più vedere, né sentire. E non rispondere a questo messaggio, brutto stronzo.”
“TAYLOR! QUEL BASTARDO! NON SONO STATA IO JAY TI GIURO, IO TI VOGLIO NELLA MIA VITA, SEI LA PERSONA PIU’ FANTASTICA CHE ABBIA MAI CONOSCIUTO, TI PREGO CREDIMI!”
“Lo sapevo che non eri stata tu, lo sapevo!”
Mi prese il viso tra le mani.
“Tu  provi qualcosa per me. Me lo sento, è inutile negarlo.”
Detto questo, mi baciò. Ricambiai, e lo strinsi più forte possibile a me.
Mi slacciò il vestito e io gli tolsi velocemente i vestiti. Mi buttò sul divano, togliendo quello che mi era rimasto addosso.
Fu una delle notti più belle della mia vita.
 

 

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Capitolo 19
*** Capitolo 19; ***


HEEEEEILA’! Ebbene sì, sono tornata :3 Questo capitolo non è uno dei migliori, giuro che farò di meglio la prossima volta.
 

 
Ore 4:33
 
Ero sul divano, stretta in un abbraccio. Mi voltai.
“Tay..” dissi sottovoce.
Dopo qualche istante, non ricevendo nessuna risposta, mi strofinai gli occhi, vedendo un qualcosa di fucsia. Oh cazzo, era Jared! Cos’avevo combinato? Avevamo fatto l’amore. Ecco. Taylor gli aveva rotto il setto nasale ee.. ora ricordavo. Il mio cuore cominciò a palpitare, lo sentivo. Una lacrima mi bagnò il viso: cosa stavo facendo? Taylor  non se lo meritava, era la persona migliore del mondo, e io, ero una fottuta stronza. Chiusi gli occhi e provai a riaddormentarmi.
 
 
Quattro giorni dopo.
 
 
Io e Jared avevamo passato gli ultimi quattro giorni in casa. Mangiavamo, guardavamo film, e facevamo l’amore. Era una routine quotidiana, ormai.
Evitavo il più possibile le chiamate di Taylor, non capivo cosa voleva il mio cuore o se quello che stavo facendo era giusto, ma mi sentivo felice, e volevo cogliere il momento. Ero intenta nel preparare il pranzo, quando Jared mi prese di forza e salendo le scale mi portò in camera buttandomi sul letto. Cominciai a ridere come una scema, fissando i suoi occhi. Oggi erano più luminosi del solito, sembravano due fari. Il suo sorriso poi, era meraviglioso. Quell’uomo aveva quarant’anni ma ne dimostrava almeno la metà. Mi diede un lieve bacio che pian piano divenne pieno di passione, le nostre lingue si intrecciarono. Mi stava per togliere la canotta, quando lo bloccai.
“C’è qualcuno di sotto!” dissi spalancando gli occhi.
“Ma che dici scema, l’avrei sentito! Dove eravamo rimasti?” disse continuandomi a baciare. Chiusi gli occhi, mordendogli il labbro inferiore.
Improvvisamente sentii un rumore forte. Riaprii gli occhi.
Taylor. Bellissimo, nella sua semplicità. Un jeans ed una camicia, due profonde occhiaie, il viso spento, come se gli avessero dato una pugnalata nel cuore.
Sobbalzai, coprendomi con un lenzuolo.
“Non c’è bisogno che ti copri, ti ho visto anche io nuda.” Mi disse con tono duro e freddo come il ghiaccio.
Mi alzai di corsa e lo spinsi in corridoio, chiudendomi la porta alle spalle, Jared non doveva assistere a quella scena.
“Non osare avvicinarti a me, troia.” Sottolineò l’ultima parola e gli diedi uno schiaffo.
“Non ti permettere! Tu non puoi giudicarmi!” risposi.
Riprese le sue valigie, e scendendo le scale si incamminò verso l’uscita.
“Mi fai fottutamente schifo.” Si limitò a dire.
 
 
 
 
 Taylor.


Era stata la  scena più schifosa che io avessi mai visto. Uno dei miei amici più cari e la donna che amavo che stavano per fare sesso.
 Uscii in strada, e una ragazza si avvicinò a me.
“Sei Taylor York?”
“Se non vuoi che ti tiri un pugno nel naso ti conviene sparire*.”
Chiamai un taxi, e caricando le valigie nel cofano mi sedetti nel sedile posteriore. La guardai attraverso il finestrino: era seduta a terra che piangeva. Perfetto, avevo infranto il cuore di un’altra persona.
“Dove andiamo bel giovanotto?”
“Dove vuole.” Gli dissi con la testa fra le mani.
Presi il mio cellulare, e chiamai Hayley.
“Hei bomba, dove sei?”
“Ancora in aereoporto, l’aereo è in ritardo!”
“Non è che mi prenderesti un biglietto? Devo andare via da qui.”
“Cos’è succ..?”
“Poi ti dico.”  Dissi chiudendo la chiamata.
Dentro di me non c’era più niente. Il mio cuore era spento, non avevo nemmeno la forza  di piangere o urlare. Non sapevo di cos’avessi realmente bisogno in quel momento, forse tornare a casa era la scelta giusta. Via, via da L.A. , da Caroline, e da tutto quello schifo che stavo sopportando.
 
 
 
* assolutamente frutto della mia immaginazione, Taylor non è così, è dolce e carino con tutti <3

 

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Capitolo 20
*** Capitolo 20; ***


Whoaaaaa, ce l'ho fatta! Finalmente il ventesimo capitolo :3 Grazie a tutti coloro che sono ancora qui. Sappiate che è importante per me, e scusate se aggiorno così poco, ma sono straoccupata con la scuola. Proverò a farmi perdonare. Anyway, ecco il nuovo capitolo, fatemi sapere se vi è piaciuto e recensite :3
P.s. nessuna delle cose scritte qui è vera, ci tengo a precisarlo.



Taylor.
 
“Si fermi!” urlai all’autista.
Pagai il conto ed arrivai velocemente in un parchetto che avevo visto qualche tempo fa. Presi le mie valigie, e appropiandomi di una panchina vuota, nascosta tra gli alberi, mi ci sdraiai.
Il cielo era azzurro, con delle grandi nuvole bianche.
Da bambini io e Justin giocavamo a chi “trovava le forme più belle”. Era tutto semplice e indolore. In realtà sono sempre stato sfigato in amore. La mia prima delusione l’ebbi a 9 anni, quando Eliza, la bimba più bella della classe rifiutò i miei cioccolatini; ero convinto di esserne innamorato! Poi, alle medie, la situazione era catastrofica! Ero il più brutto di tutti, mi isolavano sempre. Alle superiori, tutto cambiò. Le ragazzine mi venivano dietro, e io non le consideravo; ogni tanto però me ne piaceva qualcuna, e quella non mi guardava nemmeno. Il mio primo vero amore è stata Caroline. Non ho mai amato così tanto una persona; ora ero solo e infelice. Tutto era nero. Nel mio tunnel non c’era via d’uscita, non trovavo uno spiraglio di luce che mi potesse salvare.
Guardai l’orologio: erano passate due ore. “Cazzo, come corre il tempo” , pensai.
Mi alzai, stirandomi i muscoli e strofinandomi gli occhi. Uscì dal parco, e chiamai un taxi. Mi feci portare in un albergo, e salì in camera.
Riaprii il cellulare: 21 chiamate e 35 messaggi. Cazzo! In sostanza era dovuta ripartire, e mi minacciava di morte per essere scomparso.
Sorvolai, e cercai il numero del mio vecchio amico Kellan.
“Pronto?”
“Hei Kell! Sono Taylor, tutto bene? Mi trovo a Los Angeles, hotel Meridian.. che ne pensi di festeggiare in onore dei vecchi tempi stasera?”
“Amico, mi hai letto nel pensiero!” mi disse entusiasta.
 
 
 
 
 
 
Caroline.
 
“Devi smetterla di agitarti, okay? Lui sta bene!” mi disse Jared avvolgendomi tra le sue braccia.
“Si, hai ragione.” Gli risposi.
“Vieni qui, bambolina!” mi tirò a sé baciandomi.
Annuì, infastidita, e ricambiai il bacio.
Mi prese in braccio e mi portò in camera. Cominciai a ridere, e appena aperta la porta, mi buttò sul letto, cercando di togliermi la maglietta. Lo respinsi con una stupida scusa.
“No Jay, devo..  devo fare la doccia, e poi andare al supermercato, a meno che tu non voglia rimanere morto di fame stasera.” Dissi alzandomi.
“Ooookaaaaay. Ti va se ti accompagno?”
“Certo.” Dissi sbattendomi la porta alle spalle.

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