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di Carotina91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


-Hanna ti avevamo detto che questa sarebbe stata la tua ultima bravata. Non capisco perché ti comporti così ma da oggi non farai più la ribelle, io e tuo padre abbiamo deciso di mandarti da mia sorella a Loitsche, fai i bagagli ora! E non pensare che tu…-

Mia madre è sempre stata molto cocciuta e autoritaria, rigida a rispettare le regole, le sue regole che nessuno osava infrangere fino a quando sono nata io. I miei sono sposati da molto tempo fidanzati da giovanissimi beh, mio padre a quel tempo aveva solo tredici anni, mia madre quindici. Lui non sapeva ancora a cosa andasse incontro stando con lei. Mia madre è di origini tedesche, i suoi genitori sono sempre stati molto protettivi con lei, attenti a chi frequentasse, a cosa facesse dopo la scuola e tante altre cose, dei veri mastini direi. Mio padre è il contrario, timido e sempliciotto è italiano ha conosciuto mia madre quando lei si trasferì in Italia per continuare gli studi e lì scoccò quello che si chiama il colpo di fulmine. Non si fidanzarono subito per vari motivi ma questo lo racconterò poi, è meglio che ora finisca di togliere i vestiti dall’ armadio prima che Hitler continui con la sua ramanzina. Per una parte sono felice di andare via da questo paesino, c’è sempre la stessa gente, tutti sanno tutto, la gente non si fa mai i fatti suoi. Mia madre ci tiene tantissimo alla privacy io invece faccio tutto ciò che è sbagliato forse perché mi annoio. Vorrebbe che conducessi una vita simile a quella dei miei coetanei, ma è così palloso seguire le regole, e i ragazzi qui sono così noiosi e le ragazze tutte perfettine attente al look. Lascio cadere una maglietta sul pavimento e mi affaccio al balcone guardando il cielo, l’unica cosa che mi piace di questo posto è il cielo di notte. Roccafiorita non è come le grandi città qui nessuno mi capisce, tutti o quasi pensano che io sia solo una teppista e basta. Non ho veri amici quelli veri è difficile trovarli, per questo non mi confido mai con nessuno perché alla prima occasione, appena ti volti subito sono pronti a pugnalarti alle spalle. Mesi fa mi vedevo con una ragazza non eravamo migliori amiche solo amiche, uscivamo tutte le sere in un locale fuori città, fumavo e bevevo in sua compagnia, non durò molto fui arrestata per guida in stato d’ebbrezza e mia madre interruppe la nostra amicizia. Ho sempre voluto fuggire da questo paese di merda, non ha mai fatto per me io sono libera come il vento vorrei viaggiare on the road, e forse cominciare dalla Germania credo sia un buon inizio. Beh almeno non sentirò mia madre dirmi che sono una buona a nulla e che con il mio comportamento l’ho delusa profondamente, credo che un po’ si vergogni di me, ma sono sempre sua figlia e ammetterlo sarebbe per lei solo una debolezza, spera di potermi mettere la testa apposto, ma è un gesto inutile. Ho un fratello di quattro anni più grande di me, forse con lui avrà più pazienza. Torno in camera per risistemare le ultime cose, decido di mettere tutto nelle valigie, non tornerò a casa molto presto, rido a quest’idea, mia madre impazzirà. Mi guardo in giro e mi accordo che tutto è pronto, porto l’orecchio contro la porta, lei non sta più urlando e io non scenderò in cucina. Mi guardo allo specchio accorgendomi che in realtà non ci somigliamo affatto; ho lunghi capelli nero blu mossi, occhi di un azzurro molto chiaro, labbra piccole e carnose, la mia pelle è bianca forse un po’ troppo ma a me non importa mi piaccio così. Sono magra, alta più o meno 1,66 ho una terza di seno abbondante, non sono per niente gracilina come dice mio fratello, anzi mi piace tenermi allenata. Ho tre piercing uno all’orecchio destro, uno sull’ombelico e uno sul labbro, e uno tatuaggio. Amo la moda, l’unica cosa che mi soddisfa sono due ore di sano shopping tutto il resto potrei farne a meno. Sento qualcuno bussare e senza dire nulla la porta si apre e fa il suo ingresso mio fratello Andrea. Lui è diverso da me, è un tipo sportivo ama il calcio e il basket, ha i capelli castani, occhi chiari quasi verdi, un fisico da atleta si allena tre volte a settimana ha messo su dei buoni muscoli. Io e lui siamo pappa e ciccia, amiamo far arrabbiare nostra madre, anche a lui non piacciono le regole ma diversamente da me non le infrange, è più come mio padre ha preso da lui. Si avvicina chiudendo la porta alle sue spalle e mi abbraccia, so che la mia partenza lo ha reso triste ma io e lui siamo come gemelli l’uno sentirà sempre la mancanza dell’altro.

Andrea: Mi mancherai Hanna, come farò qui senza di te?!
Hanna: Ehy, non voglio vederti piagnucolare intesi? (Gli arruffo i capelli) Te la caverai benissimo.
Andrea: Nostra madre ha davvero esagerato, mandarti in Germania poi mi sembra un idea assurda!
Hanna: Eddai così avrai la casa tutta per te e magari qui potrai mettere i tuoi attrezzi così smetterai di andare in palestra!
Andrea: Non è divertente, tu tornerai e riavrai la tua camera.
Hanna: Credi davvero che tornerò?

Mi siedo sul letto l’unico ancora non disfatto, lui si affianca a me. Io come sempre appoggio la testa sul suo petto e lui ricambia stringendomi affettuosamente a lui. Se non fosse mio fratello credo che potrei amarlo.

Andrea: Che vuoi dire scusa?
Hanna: Dico solo che potrei decidere di restare lì…
Andrea: Nostra madre non te lo permetterà lo sai.
Hanna: Eppure è proprio lei che mi costringe a partire no?
Andrea: Beh, se tu non ti fossi fatta beccare con quel pacchetto d’erba…

Mi siedo sciogliendomi da suo abbraccio, lui mi accarezza la schiena coperta da un piccolo top, non mi è mai piaciuto dormire con dei pigiami, anzi quando sono sola dormo sempre nuda, non sono pazza solo che mi piace stare comoda.

Hanna: Andrea tu non capisci qui mi sento come un uccello in gabbia, mi sento soffocare ogni giorno, trasgredisco alle sue regole perché non ne posso più. (Lo guardo) Tu mi dovresti capire più di tutti, sai quanta voglia ho di lasciare questo posto. Odio la gente di qui, anche se l’idea di lasciare te mi distrugge so che però starai bene, e questo mi conforta e mi da la forza di lasciare tutto e andare in Germania.
Andrea: Pensi che lì ti troverai bene?
Hanna: Forse, ma provare infondo non costa nulla.
Andrea: Io non so che dire…vorrei tanto che restassi, ma partire credo sia la soluzione migliore, scusami se sono così indeciso.
Hanna: è normale sei mio fratello.

Mi ristendo lasciandomi coccolare da lui, mi mancherà da morire lo sappiamo entrambi.

Hanna: Dormi con me vero?
Andrea: Certo, è l’ultima sera come potrei non restare qui.
Hanna: Allora spogliati e mettiamoci a letto.
Andrea: Si, mia signora.
Hanna: Scemo.

La notte passò in fretta così veloce che mi sembrava quasi di essermi addormentata da poco. Svegliai mio fratello con un bacio sulla guancia, strizzò gli occhi e stiracchiandosi si alzò dal letto andando in bagno. Andai nell’altro bagno feci una doccia veloce e ritornai in camera, i vestiti li preparai la sera prima alle volte ci mettevo davvero tanto a decidere e finiva che decidevo sempre per il semplice. Non sono una ragazza che sta ore davanti all’armadio a pensare ora che mi metto? Gonna, top o jeans? E i capelli e quale sarà il trucco più adatto? Io non mi faccio di questi problemi indosso la prima cosa che vedo e sono pronta. Da un cassetto prendo l’intimo e lo indosso. Mi siedo sul letto, metto gli shorts di jeans, camicia blu la quale arrotolo le maniche. Prima di chiudere la valigia prendo gli stivali, una collana e gli orecchini a forma di panda, regalo di Andrea. I capelli li lascio sciolti, mi trucco gli occhi, un po’ di far e il mio lucidalabbra alla fragola, sono pronta non mi resta che salutare gli altri. Vestito

Andrea: Chiamami tutti i giorni, promettilo!
Hanna: Promesso fratellone!
Papà: Fai attenzione hai malintenzionati, ah ti ho messo lo spray al peperoncino nella borsa.
Hanna: Babbo. (Lo abbraccio) Non preoccuparti starò bene.
Papà: Lo so tesoro.
Hanna: Ok, ora vado il taxi mi aspetta.
Andrea: Non vuoi salutarla?
Hanna: è tardi, e poi lo so che non vuole! Ciao babbo, ciao Andy vi voglio bene!

In fretta esco di casa carico le valigie sul taxi e do un ultima occhiata alla casa, saluto Andrea e vado via. La mia nuova vita sta iniziando non potrei esserne più felice.

Ciao a tutti, beh che dire, rieccomi con una nuova storia nonostante debba continuare le altre. Questa ff mi venuta di getto credo di averla sognata :) Hanna è una ragazza che non sa stare ferma in un solo posto. C'è sua madre che la vorrebbe come lei ma Hanna è diversa e prima o poi capirà che con il suo atteggiamento la allontanerà ancor di più. Poi cè Andrea legatissimoa sua sorella, e i nostri th, che nel primo cap non ci sono penso dal 2 o dal 3 voglio fare le cose con calma con questa storia. Beh spero la leggano in tanti e soprattutto che sia anche commentata. Kuss .

CAST

Hanna-Andrea-Gabrielle-Vera- Nathaniel-Sara-Stephanie-Julia-Jordan

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


-Signorina vuole che le porti qualcosa da bere?-
Hanna: Si, grazie una cola!
-Arriva subito-

Il mio aereo è partito in ritardo sono credo tre ore che sto viaggiando, spero di arrivare in fretta, questi sedili sono così scomodi. Le hostess sono gentilissime ti offrono di tutto, ma io non ho preso tante cose, ho paura di restare in bagno per un po’. Il solito trillo che avvisa l’arrivo di un messaggio, lo apro è della zia. Dice che mi aspetta in aeroporto, e che dovrei arrivare tra poco, già conta i minuti. Lei è completamente diversa da mia madre, è più vecchia di due anni ma si comporta come una ragazzina. Lei e mia madre si parlano poco per via della vita che conduce mia zia Gabrielle. Io l’adoro, è sempre stata amorevole con me e Andrea. L’unica volta che sono stata a casa sua avevo sei anni, è stata una bellissima estate, la più bella di tutte. Le scrivo che non vedo l’ora di abbracciarla. La hostess di poco fa avvisa i passeggeri di allacciarci le cinture, poso il cellulare e lo faccio. Gli aerei mi sono sempre piaciuti, l’unica cosa è quando partono e atterrano che non mi va molto, che ne so potrebbe succedere qualcosa. Faccio piccoli respiri finche i motori si spengono e ci dicono che possiamo uscire. Prendo la borsa e corro all’uscita, mi scontro con uno o due uomini, mi giro scusandomi e cerco le mie valigie tra le tante. Non le vedo subito, la folla sta lentamente diminuendo, mi avvicino al rullo e le vedo, ora non mi resta che cercare Gabrielle. Nel frattempo chiamo Andy.

Hanna: Ciao scemo che fai?
Andrea: Hanna, sei arrivata? Ti lasciano telefonare in aereo?
Hanna: Sono appena scesa, sto aspettando la zia.
Andrea: Capisco, qui è una noia mortale, già mi manchi.
Hanna: Tu no, ci siamo salutati da poco, dai non fare il bambino.
Andrea: Non lo faccio, dico solo la verità.
Hanna: Ahaha, giusto…
Andrea: Che c’è ti sento strana.
Hanna: Niente, è solo che…sono in Germania!
Andrea: Gia…ehy da ora non puoi più parlare italiano, ma in tedesco!
Hanna: Verissimo altrimenti qui come faranno a capirmi?
Andrea: Esatto, meno male che hai seguito quei corsi, alla fine ti sono serviti.
Hanna: Guarda caro fratello che il tedesco mi è sempre piaciuto.

-Hanna! Hanna dove sei?-

Andrea: Sbaglio o qualcuno ti chiama?

Mi guardo in giro e noto una donna cercare qualcuno quando posa lo guardo su di me, sorride e mi viene incontro.

Hanna: Andy credo di aver trovato nostra zia, è cambiata tantissimo, ti lascio…
Andrea: Ehy aspetta…
Hanna: Ti richiamo domani, ciao fratellino.
Zia: Hanna sei proprio tu?
Hanna: Si, sono io. Che c’è mi trovi così diversa?
Zia: Beh tesoro calcola che è da quando avevi sei anni che non ti vedo e devo dire che sei una bellissima ragazza.
Hanna: Anche tu non sei male, ti immaginavo più vecchia.
Zia: Ah ma grazie, che ne dici di andare a casa? Poi mi racconti tutto per strada.
Hanna: Ok, (Spingo il carrello con le valigie) Vivi ancora con quel tipo?
Zia: No, sai dopo che tua madre gli fece una delle sue ramanzine, lui scappò a gambe levate!
Hanna: Peccato, mi piaceva.
Zia: A chi lo dici!

Usciamo dall’aeroporto raggiungiamo la sua macchina e carichiamo le valigie. Mentre giuda mi guardo intorno, Loitsche anche se non la conosco per niente, mi sembra un po’ come Roccafiorita, ma decisamente molto meglio. Gabrielle mi racconta di tutto quello che fa qui, prima di tutto mi ha detto che lavora in un studio medico, in poche parole fa la segretaria. Conosce si e no quasi tutti, e da come ne parla penso siano persone affidabili. Credo che mi troverò bene qui. Siamo arrivate, la sua casa non è niente male, anzi mi piace. Casa Ps: é solo per dare un idea di com'è!

Zia: Ti piace la mia piccola casetta?
Hanna: Meglio della nostra, ma sembra che i muri siano scoloriti.
Zia: Si, devo riverniciarla…
Hanna: Me lo lasci fare?
Zia: Ne sei in grado?!
Hanna: So fare molte cose.
Zia: Cose del tipo per questo tua madre ti ha mandato qui?
Hanna: Anche! (Sorrido).
Zia: Mi posso fidare?
Hanna: Certo!

Scendiamo dalla macchina e mentre mi do uno sguardo intorno lei comincia a portare le mie cose di sopra. Qui le case sono quasi uguali, sono come nei film americani, una accanto all’altra come in un quartiere residenziale.

Zia: Hanna vuoi fare un giro in città prima di cena?
Hanna: Si, ma non preoccuparti faccio da sola!
Zia: Sicura? Vuoi che ti accompagni?
Hanna: Naaa, faccio da me.

Sto per uscire dal cancello quando Gabrielle, mi ferma e mi dice di non combinare disastri, mi dice di ritornare a casa prima di sera e bla bla bla…dovrebbe saperlo che io non seguo nessuna regola. Mi avvio camminando lungo una stradina, a pochi metri dalla casa di mia zia c’è ne un'altra simile solo che l’interno è protetto da un grosso cancello, mi chiedo chi mai possa viverci. Passandoci accanto sento delle voci e un cane che abbaia, c’è una fessura mi sporgo per guardare meglio. C’è un ragazzo che lancia un frisbee e il suo cane che lo afferra al volo. Continuo a guardare per un po’ quando mi sento picchiettare la spalla, mi giro e c’è un ragazzo accanto a me. Mi parla in tedesco non capisco subito e gli chiedo di parlare più piano in modo che possa capire, lui lo fa e anche io comincio a parlare in tedesco.

Hanna: Non stavo facendo nulla di male, guardavo solo non sapevo fosse vietato.
-Hai uno strano accento, non sei di qui vero?-
Hanna: Cosa te lo fa pensare oltre al mio accento?
-Beh…tipo che non ti ho mai vista da queste parti-
Hanna: Certo, sono ospite in quella casa laggiù, starò qui per un bel po’.
-Oh, non sapevo che Gabrielle avesse parenti-
Hanna: La conosci? Piccolo paese…
-Beh i nuovi arrivi non passano inosservati per molto-
Hanna: Si, ne ho una vaga idea. (Mi mordo il labbro) Beh ci si vede.

Non gli do il tempo di rispondere che mi avvio per la mia strada raggiungendo il centro. Ma mentre cammino mi sento perennemente seguita, mi fermo all’improvviso e mi giro. Mi ritrovo lui dietro, ma non ho paura come avrebbero molte ragazze, io so difendermi da sola.

Hanna: Mi stai seguendo!
-Beh no facciamo solo la stessa strada tutto qui-
Hanna:Si, certo io li conosco i tipi come te, appena vedete una ragazza carina vi ci fiondate sopra, ma ti dico una cosa (Mi avvicino) con me non attacca, io non cascherò nella tua trappola brutto maniaco.
-Ehy non voglio farti del male, non sono quel tipo di ragazzo che credi tu-
Hanna: Senti se è perché stato sbirciando allora mi scuso, ero solo curiosa tutto qui. Non mi pare di aver fatto qualcosa di male, beh non ancora.
-Sei una tipa strano, ma mi piaci-
Hanna: Tu no, vedi di sparire maniaco-
-Non sono un maniaco. E non volevo spaventarti prima…-
Hanna: Oh, tranquillo non lo hai fatto.
-Pensavo che fosse l’ennesima fan che voleva fotografare mio fratello-
Hanna: (Alzo un sopracciglio) Fan?!
-Davvero non sai chi sono?-
Hanna: Dovrei saperlo?
-Beh, mi sembra un po’ strano…-
Hanna: Tu mi sembri molto strano, di ci starai mica provando?
-Anche se fosse? Dici che avrei una chance?-
Hanna: No, direi di no. È troppo vecchia la storia del conoscersi, prova con qualcos’altro.
-Qualcosa del tipo?-
Hanna: Magari puoi dirmi il tuo nome, questo è un buon inizio!
-Cosa mi offri in cambio se te lo rivelo?-
Hanna: E poi dicevi che eri diverso, so dove vuoi andare a parare.
-Allora davvero non sei una fan e non mi conosci per niente?-
Hanna: No, sono arrivata poco fa, come potrei conoscerti?
-Ahahah va bene in tal caso sono Tom-
Hanna: Io Hanna.
Tom: Piacere di conoscerti Hanna.

Restammo li per un po’ a guardarci fin quando il suo cellulare squillò e disse di dover tornare a casa. Lo osservavo correre via in quegli enormi pantaloni, quel felpone enorme che avrebbe contenuto lui più un'altra persona e me. Che strano ragazzo, davvero molto strano ma carino.

Ciao nuovo capitolo finito di scrivere poco fa. Che dire penso che la storia essendo ancora all'inizio stia procedendo bene. A volte quando non ho le idee chiare mi blocco e non riesco ad aggiornare per giorni, mentre scrivo ascolto musica non importa che siano i th o altro genere, qualsiasi mi da l'ispirazione per scrivere. Vi chiedo solo di recensire per sapere com'è, se piace, se non è gradita, qualsiasi cosa in fondo non chiedo molto, anche se leggerla è ja qualcosa ;) oh, questa è la zia Gabrielle! Kuss.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Zia: Allora hai conosciuto Tom giusto?
Hanna: Si, è uno stano tipo…(Dico vaga).
Zia: Strano come te? (Ride) A me sembra normalissimo!
Hanna: Ha qualcosa di strano, ma non so cosa.
Zia: Continui a dire che è strano, non sarai tu invece ad essere strana?!

Gabrielle si alza leccando il cucchiaio sporco di gelato e si avvicina al lavandino per posarci dentro la tazza sporca, io la guardo alzando un sopracciglio come per dire –ma che cavolo dici?- ride e si pulisce le labbra incrociando le braccia al petto.

Zia: Dai non fare quella faccia, non ho detto chissà che…
Hanna: Io non sono strana…A proposito lui che tipo è?
Zia: Perché ti interessa?
Hanna: No, è solo per sapere, mi ha fatto delle domande…
Zia: Del tipo?

Hanna: Beh quando siamo arrivate avevo detto di voler andare a fare un giro, e mi sono fermata davanti a quella villetta di fronte casa tua. Avevo sentito delle voci e mi sono messa a guardare da un buco nel muro poi dopo un po’ mi sento toccare la spalla, vedo lui che dice cose…

Zia: Aspetta forse pensava che tu volessi fotografarli?!
Hanna: Esatto! Ma non capisco perché, non so nemmeno chi è…
Zia: E si è messo a parlare con te…mh chissà se forse…
Hanna: Cosa?! Sputa il rospo!
Zia: Oh, niente cara, (Guarda l’orologio sulla parete) è l’ora della nanna, forza di sopra.
Hanna: Non ho sonno, e poi mi devi ancora dire tante cose.
Zia: Non credo, e poi se vuoi imparerai a conoscerlo bene tu, penso che resteranno un po’ prima di ripartire.

Hanna: Chi riparte? Gabry, sei troppo strana anche tu!
Zia: Fila di sopra puffa blu! (Ride di gusto).
Hanna: Solo perché sono stanca per il viaggio!
Zia: Vedi di rigare dritto signorina!

Prima di salire le scale le mostro il dito medio, Gabrielle fa una smorfia di dissenso e mi chiudo in camera. È abbastanza spaziosa, ho scelto la mansarda amo le case che ne hanno una. Disfo un po’ le valigie cominciando a mettere qualcosa nell’armadio e nei cassetti ma giusto l’indispensabile il resto lo faccio domani. Mi affaccio al balcone è piccolo ma pieno di vasi e fiori di ogni tipo o quasi, immagino Gabrielle a fare giardinaggio. Lei è un tipino un po’ particolare e eccentrico, ma è questo che ci differenzia altrimenti saremmo tutti uguali e sarebbe un enorme noia. In lontananza vedo una luce rossa, guardo meglio ma avrei bisogno di un binocolo scendo in corridoio e ne trovo uno in un cassetto, torno in camera e sbircio. Non si vede quasi niente è come se la notte si fosse nutrita di tutto ciò intorno a sé, rientro e mi stendo sul letto chiudendo le tende del baldacchino. Sto per chiudere gli occhi quando mi arriva una chiamata, guardo il display –numero privato- non rispondo, penso che chi si nasconde dietro qualcun altro o qualcosa o numero che sia è una persona di cui non ci si possa fidare. Mi spoglio dopo una doccia veloce e mi infilo sotto le calde coperte, prendo subito sonno.

02:30

Qualcosa disturba il mio sonno da un po’, non ho voglia di svegliarmi con tutte le forze che ho cerco di continuare a dormire ma l’incessante vibrazione mi costringe ad aprire gli occhi. Mi siedo coprendomi il corpo, afferro il cellulare dal comodino e noto dieci messaggi. Accidenti penso poi guardo l’ora 2 e mezza del mattino, chi non dorme a quest’ora? Beh ora sono sveglia mi metto a leggerli, quattro sono di Andrea, due del babbo, uno di Gabrielle, e gli altri tre?! Non c’è nome…un bip, apro e leggo.

-Scusami per questi messaggi così improvvisi, spero davvero di non averti svegliata. Quello scemo voleva solo scherzare mi scuso per lui, mi piacerebbe conoscerti a domani e torna a dormire se stai leggendo.-

Hanna: Oh, e chi è questo?!

Forse Gabrielle ha dato il mio numero a qualcuno?! Bah domani glielo chiederò, ora voglio solo tornare a dormire, rimetto il cell sul comodino e avvolgendomi nelle coperte lascio che Morfeo mi ripreda a sé.

Zia: Ehy buon giorno!
Hanna: ‘Giorno!

Sbadigliando entro in cucina sedendomi svogliatamente sulla sedia, oggi è domenica accendo la tv, ma non capisco molto parlano tutti troppo velocemente non ci capisco nulla, metto un cartone animato e ascolto Gabrielle che parla.

Zia: Allora Hanna che ne dici di venire al mercato con me oggi?
Hanna: Dove con te?!
Zia: Su pigrona, sarà divertente!
Hanna: Come vuoi vado a vestirmi allora!
Zia: Su, su sbrigati allora!
Hanna: Si, si…

Scendo un ora dopo linda e profumata, con pantaloni aderenti di pelle, maglia grigia con maniche lunghe e scollo a v, giacca nera di pelle, stivaletti bassi grigi e borsa nera. Passo una mano tra i boccoli prendo gli occhiali da sole, e esco aspettando Gabrielle in macchina.

Andrea: Perché non mi hai richiamato?
Hanna: Scusa dormivo!
Andrea: Che sei scema già lo so, ma voglio sapere il motivo.
Hanna: Andrea ti uccido…
Andrea: Sei troppo lontana, e comunque scherzavo!
Hanna: Scemo ero stanca per il viaggio.
Andrea: Ah ecco, beh che mi racconti?
Hanna: Sto andando al mercato con Gabry!
Andrea: Tu?! (Ride a crepapelle) la vorrei proprio vedere questa!
Hanna: Smettila idiota.
Zia: Ciao Andy, lo sai che tua sorella ha conosciuto un ragazzo ieri?

Sento Andrea che urla dall’altro capo, stacco il cell dall’orecchio e metto il vivavoce. Gabrielle ridacchia io la fulmino, lo sa che non mi piace essere presa in giro. Sbuffo sento Andy che smette di ridere.

Hanna: Hai finito scemo?
Andrea: Ma dai appena arrivata e già conosci dei tipi? A proposito chi è?
Zia: Non preoccuparti è apposto, tranquillo.
Hanna: Non m’importa chi è, non mi interessano i ragazzi!
Zia: Siamo arrivati, scusa Andy ti richiamiamo!
Andrea: Ok, a più tardi devo andare anche io.
Hanna: Ciao fratello!
Andrea: Ti voglio bene, Puffa!
Hanna: Idem!

Riattacco. Mi guardo intorno e mi chiedo ma dove sono finita? Gabrielle tutta contenta corre vicino a una bancarella abbracciando una persona forse una sua amica, mi fa segno di avvicinarmi ma io preferisco fare un giro e le faccio segno che ci vediamo dopo. Annuisce e torna a parlottare con la sua amica. Non sono mai stata in un mercatino prima d’ora, c’è tanta gente forse troppa, ripenso a poco fa in macchina. Io non sono interessata a quel tipo, non credo di essere corrisposta per i ragazzi. In realtà una volta mi ero innamorata di un ragazzo bellissimo a parer mio, non fu niente di duraturo la classica cotta estiva. Mi piace stare con i ragazzi mi trattano come una di loro e non come una bambola. Ricordo che Carol diceva sempre che l’amicizia tra uomo e donna non può esserci perché prima o poi entrano in gioco i sentimenti, io invece dico che due persone di sesso opposto possono essere dei perfetti amici e che non devono per forza innamorarsi. Io non vorrei mai innamorarmi del mio migliore amico, non vorrei mai rompere un amicizia per una cotta, farei di tutto perché ciò non accadesse. Quel ragazzo poi mi chiedo chi sia, si chiama Tom e poi? E ripenso alle parole che mi ha detto ieri, le foto? Suo fratello? Che c’entra tutto questo? Forse è una specie di vip o cosa, beh non voglio rimuginarci su ancora sinceramente non mi frega più di tanto chi lui sia. Trovo una panchina e mi siedo, credo che me ne starò qui per un po’ ho appena scansato una signora e delle ragazzine piene di borse e pacchetti. Guardo le persone che chiacchierano e comprano migliaia di oggetti che probabilmente useranno di rado o mai e penso che non sono tanto diversi dai tanti miliardi di abitanti che popolano la terra. Ho sempre pensato che siamo tutti uguali, tedeschi, italiani, russi siamo un miscuglio di razze diverse ma al tempo stesso così maledettamente uguali gli uni con gli altri. Mi madre non è di questo parere, per lei essere tedesca è un onore, nel suo piccolo si sente importante per la comunità o per meglio dire per se stessa. Io invece sono metà tedesca e metà italiana, una mezzo sangue come diceva Carol, mi viene da ridere a questa affermazione.

-Ciao, non credevo di trovarti qui?-
Hanna: Mi piace guardare le persone tutto qui…(Dico vaga).
-Posso?! (Indica la panchina)-
Hanna: Certo, è un luogo pubblico.
-Cosa c’è?!-

Hanna: Chi sei tu in realtà?
-Mi pare che ci siamo già presentati, sono Tom ricordi?-
Hanna: Tom e poi? Gabrielle mi detto delle cose…
Tom: Cose del tipo? (Sorride).
Hanna: Non molto ma questo ti rende un tipo sospettoso!
Tom: Ahaha, ma cosa dici?!
Hanna: Niente lascia stare (Mi alzo).
Tom: Vai già via? E io che pensavo che avremmo chiacchierato un po’.
Hanna: Cosa dovrei dire a uno come te?!
Tom: Beh ci sono tante cose di cui potremmo parlare.
Hanna: Se mi dici dove trovare un buon locale da queste parti forse “parleremo”.

Tom si alza anche lui avvicinandosi a me, mi mette una mano sul fianco stringendomi a lui. Non faccio nulla ma se prova a fare qualcosa lui il mio ginocchio saprà quale direzione prendere.

Tom: Ne conosco uno apre solo di notte, sicura bimba di volerci andare? Sai le bamboline come te dovrebbero stare a nanna.
Hanna: (Lo allontano) Non sono una bambolina, e sono abbastanza adulta da poter frequentare locali notturni.
Tom: Va bene allora a stasera, pensi che tua zia ti lasci uscire dopo le dieci? (Soffoca una risata).

Hanna: Oh contaci, lei non saprà nulla, dimmi solo dov’è!
Tom: Tranquilla bimba ti ci porto io, sai non vorrei che ti perdessi in una città che non conosci.

Hanna: Non mi fido di te, fai troppo il misterioso per i miei gusti e poi…
Zia: Hanna sei qui? E io che ti cercavo da più di mezz’ora…
Hanna: Gabry non farmi la predica, ero qui dove mi hai vista l’ultima volta.
Zia: Questo non esclude che non sapevo dov’eri, sei venuta in Germania per stare sotto la mia ala, devo sapere dove sei l’ho promesso a tua madre.
Hanna: Che palle che siete entrambe, ti credevo diversa sai?
Zia: Signorina tu…
Tom: Ciao Gabrielle, come stai?

La zietta finalmente si gira e nota che non sono sola, sorride ammiccando e porge la mano al moro, oh disgustoso ci manca solo che gli salti addosso. Odio quando si comporta da mammina preoccupata, ne ho già una e mi basta.

Zia: Allora come sta tua madre, tutto apposto a casa? Sai un giorno di questi vengo a trovarla, gliel’ho già promesso da tanto ma il lavoro purtroppo mi impegna e quindi…

Guardo Tom e noto che sorride appena Gabrielle continua a parlare di lavoro, di cucina senza lasciarlo rispondere nemmeno una volta. Mi fa quasi pena conosco Gabrielle e so che quando attacca discorso non la finisce più di parlare. Guardo il cell noto una chiamata persa di Andrea, lo chiamo ma prima di rispondere mi arriva un mess con scritto –credito esaurito- che palle! Ora dove la faccio una ricarica? Mentre Gabrielle è impegnata a parlare mi allontano da loro entrando in una tabaccheria. Esco un paio di minuti più tardi e mi scontro con qualcuno.

Tom: (Ride) Ehy guarda dove vai potresti cadere addosso a qualcuno!
Hanna: Levami le mani di dosso!
Tom: Calmina non ti ho fatto nulla!
Hanna: Beh come ti pare addio (Dico andando via).
Tom: Allora? Per stasera che fai?

Mi fermo e ci penso, sono venuta in Germania perché in Italia facevo troppi casini, qui dovrei fare la brava ma so che non è nel mio dna, ma Gabrielle vorrebbe invece che non combinassi guai. Beh ma io adoro i locali e ballare e quindi è deciso per la discoteca, uscirò di nascosto come facevo in Italia, lei non si accorgerà di nulla.

Hanna: (Mi giro) Passa a prendermi alle 11:00.

Vedo Gabrielle che mi chiama è già in macchina, non perdo tempo e nascondendo le sigarette in borsa vado da lei. Non vuole che bevo o fumo ma a me non importa ho sempre fatto tutto quello che volevo e non sarà certo lei a farmi cambiare idea. Io sono padrona di me stessa e di nessun altro. Scatta il verde al semaforo lei parte e infondo alla strada vedo lui che mi fa l’occhiolino sparendo poi dietro l’angolo e penso, è davvero uno strano tipo.

Zia: Di cosa avete parlato tu e Tom?
Hanna: Di niente di cosa avremmo dovuto parlare?
Zia: Mi sembrate molto in sintonia (Ride)
Hanna: Per niente non sopporto il suo atteggiamento per questo non potremmo mai essere in sintonia noi due.
Zia: Sarà ma a me sembrava il contrario.
Hanna: Tu ti fai troppe fantasie zietta…
Zia: No, è solo che credo che ognuno prima o poi trovi una persona speciale.
Hanna: Mi fai venire il diabete con queste sdolcinatezze.
Zia: Come sei scorbutica Hanna, ma dimmi non c’è nessuno che ti piace?
Hanna: No, io non sono fatta per fidanzarmi.
Zia: Stupidaggini tutti lo siamo.
Hanna: Beh io no, chiuso il discorso.
Zia: Ok, ok non ti arrabbiare (Pensa mentre parcheggia nel vialetto) Allora hai dei programmi stasera? È sabato e le disco sono tutte aperte.
Hanna: Oh allora anche qui c’è vita?!
Zia: (Ride) Spiritosa, certo che ci sono le discoteche, infatti io ci vado con Manuel.
Hanna: E chi sarebbe?!

Entriamo in casa, butto giacca e borsa sul divano e apro il frigo guardando cosa c’è, Gabry mi fa segno di prendere la torta al cioccolato.

Zia: Mah un tipo che ho conosciuto una settimana fa su per giù…
Hanna: Devo preoccuparmi?! (Mi guarda strano) Sai per i tipi che conosci…
Zia: Cos’hanno che non vanno?!
Hanna: Niente, sono solo un po’ eccentrici!
Zia: Come me del resto no? (Ride) Vado a prepararmi.
Hanna: Ok, anche io (Sto per andare di sopra quando…)
Zia: Eh no tu resti a casa stasera!

Mi fermo al primo scalino mi giro guardandola incrocio le braccia e lei rimarca la stessa frase. Va bene non vuoi che io esca? Allora resterò a casa, solo che quando lei uscirà non saprà che stasera ho dei progetti, cara zia tu non mi conosci affatto.

Hanna: perché non posso uscire?!
Zia: Perché ne combinerai una delle tue e io voglio stare tranquilla!
Hanna: Quindi se restassi a casa ti darei meno dispiacere?
Zia: Beh non avrei modo di preoccuparmi su cosa fai o dove sei.
Hanna: Oh, (Ci penso) Buon ragionamento, beh allora per non darti dispiacere se proprio insisti resterò a casa, sarà un sabato noioso però in qualche modo mi divertirò.
Zia: Ohh, (Mi abbraccia) eccola la mia nipotina.
Hanna: Va beh vai a prepararti io vado di sopra mi aspetta una serata film e pizza.
Zia: Quale film ti vedrai?
Hanna: La sirenetta (Mi fissa) non guardarmi così non posso farci nulla se la tua videoteca è scarsa.
Zia: Ok, a domani sai penso che farò tardi.
Hanna: Sarò qui ad aspettarti, notte!
Zia: Fai la brava.

Ride e va di sopra faccio anche io la stessa cosa ma lei non sa che appena varcherà la soglia di casa appena uscirà dal vialetto io farò la mia mossa. Scusa zietta ma non sono venuta in Germania per fare la brava sono qui perché l’ha deciso lei e io non le assomiglierò mai.

----->vestito di Hanna<-----

Buona sera a tutti, mi dispiace per questo enorme ritardo ma ho avuto un pò di problemi e non so mi sono bloccata al secondo cap e non sono più riuscita ad andare avanti. Non l'ho abbandonata, sto cercando di scriverla meglio di correggere eventuali errori spero solo che chi la leggeva prima continui a seguirla e a lasciare qualche commento. Ringrazio chi l'ha messa tra i preferiti, le seguite e le ricordate beh ora vi lascio spero vi piaccia al prossimo cap ciao! :D

GeG: Ciao mi fa piacere che ti piaccia, mi dispiace solo di aver lasciato che passasse troppo tempo continua a seguirmi e certo che leggerò la tua amo le storie sui th, a proposito qual'è il tuo preferito? xD

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Ciao a tutti rieccomi con un nuovo capitolo avrei dovuto postarlo ieri ma ho avuto un problema con un link, comunque ringrazio chi l'ha messa tra le seguite, i preferiti e le ricordate. Non posso obbligare nessuno a commentarla anche se mi farebbe piacere un opinione, beh vi lascio al cap al prossimo baci!

GeG: Mi piace che a te piace xD spero che continuerai anche la tua. Ti avevo mandato un mp ma non so se è arrivato! :D

◕‿◕◕‿◕◕‿◕◕‿◕◕‿◕

Gabrielle è andata via mezz’ora fa prima di vestirmi ne approfitto chiamando Andrea, spero che non stia dormendo ho voglia di sentire la voce di mio fratello, sarò ripetitiva ma mi manca.

Andrea: (Con voce assonnata) Chi rompe a quest’ora?!
Hanna: Ciao fratellone, ti ho svegliato?
Andrea: No guarda ero nel bel mezzo della notte a giocare alla play…
Hanna: Davvero?! (Ridacchio) E io che credevo stessi dormendo!
Andrea: (Sbuffa) Puffa ma ti sembra l’ora?!
Hanna: Scusa se voglio parlare un po’ con mio fratello ma evidentemente lui non vuole, preferisce dormire piuttosto che parlare con sua sorella.

Andrea: Lo sai che mi fa sempre piacere quando mi chiami ma ora (Sbadiglia) sono veramente stanco.

Hanna: Ma và? E cosa hai fatto per essere così stanco?
Andrea: Ah, ah, ah spiritosa! Te l’ho detto che lavoro in quell’nuovo ristorante cinese vicino casa nostra, ho finito il turno un ora fa.
Hanna: Mh…è davvero solo il lavoro a stancarti o c’è altro?
Andrea: Non ho una ragazza se è questo che vuoi sapere.
Hanna: Va bene ci credo (Lo sento sospirare) Andy che c’è?!
Andrea: Niente, è che nostra madre non vuole che ci lavori in quel posto, ma io ho bisogno di star via di casa lei mi opprime troppo…

Hanna: Fratello non ascoltarla lei vorrebbe tenerti stretto a sé, ma tu sei destinato a grandi cose.

Andrea: Si, guarda tu dove sei finita!
Hanna: Io sto bene infondo in Germania non si sta poi così male! Voglio che tu sia felice, è questo che mi importa.
Andrea: Non preoccuparti so tenerle testa, e poi questo dovrei dirlo io a te, sono il fratello maggiore.

Hanna: Ahahah va bene ti lascio dormire, vado a prepararmi buona notte fratello.
Andrea: Ehy aspetta dov’è che vai stasera?
Hanna: In discoteca con…(Mi fermo appena in tempo) con nessuno.
Andrea: (Fa la vocina dolce) Hannina con chi vai in disco?
Hanna: Ok, un tipo ma è solo perché non conosco la zona tutto qui.
Andrea: Certo, poi mi farò dire tutto da zia.
Hanna: Andrea non provare a raccontarle niente, lei non sa che esco.
Andrea: Oh, la tua prima fuga…ok allora buona serata sorella, notte!
Hanna: Grazie e vedi di tacere!
Andrea: Sarà fatto ciao!

Riattacco e decido di cominciare a vestirmi facendo tappa prima al bagno, successivamente prendo i vestiti dall’armadio: Maglia viola lunga con profonda scollatura, maniche ampie a pipistrello, stretta sul fondo, leggins di pelle neri, scarpe con tacco viola e pochette nera. I capelli decido di arricciarli mettendo un cerchietto color argento, e collana, orecchini e braccialetto della linea Morellato i miei preferiti quelli con il panda, regalo di Andrea. Per il trucco scelgo un ombretto viola e uno bianco, matita nera e mascara, un lip gloss rosa e sono apposto. Guardo l’ora sul comodino sono quasi le undici prendo le chiavi e esco. Giro intorno alla casa percorrendo tutto il viale alberato finché noto una macchina nera e un ragazzo appoggiato ad essa, dev’essere Tom mi avvicino a lui toccandogli la spalla.

Tom: (Si gira sorridendo) Puntuale mi aspettavo che tardassi!
Hanna: Perché avrei dovuto?!
Tom: Per farti bella e fare colpo su di me!
Hanna: Non sono un oca e non ho intenzione di fare colpo su di te!
Tom: Peccato, molte al tuo posto vorrebbero parlare con me…
Hanna: (Lo interrompo) Allora gli lascio il posto! Andiamo?
Tom: Certo!

Tom ride fa per aprirmi lo sportello ma io sono più veloce di lui, ridacchia e fa il giro. Mi soffermo a guardare l’interno è davvero bella non me lo sarei mai aspettato da un ragazza deve tenerci molto. Mi piacciono le macchine grandi e spaziose, noto lui che mi guarda abbasso la testa scuotendola. Passano minuti nei quali non parliamo lui sta zitto e io pure, ma questo non mi mette a disagio anzi viaggiare in macchina mi è sempre piaciuto e il silenzio dopotutto non è poi così male anzi forse è meglio ti tante parole inutili. Con la coda dell’occhio lo guardo è concentrato sulla strada, sembra che nessuno possa riuscire a distrarlo dalla giuda. Le mani grandi sono sul volante non lo stringono e di tanto in tanto la destra si sposta sul cambio, sposto lo sguardo completamente su di lui se ne accorge e credo di essere arrossita un po’, mio dio. All’improvviso fa una pernacchia e mi ritrovo sulla faccia la sua saliva non bestemmio anche se dovrei, prendo una salviettina imbevuta e mi pulisco.

Hanna: Ti ringrazio ma sai mi ero già lavata il viso.
Tom: Dai per un po’ d’acqua, dovresti ringraziarmi sai molte rag…
Hanna: (Lo imito) Molte ragazze farebbero la fila per me, mi bacerebbero i piedi o si lascerebbero sputare in faccia solo perché sono io!

Lo guardo alzando un sopracciglio, lui ci prova a non ridere ma non resiste molto mi aggiungo anche io, la sua risata è semplicemente stupenda.

Tom: Ahahah giusto!
Hanna: Chi sei veramente?!
Tom: Perché lo vuoi sapere? Comunque Tom, ci siamo già presentati mi pare!
Hanna: Tom e poi? (Sbuffo) Parli sempre di queste ragazze che farebbero di tutto per te, è normale se poi ti chiedo chi sei, no?!

Tom: Ok, se davvero vuoi saperlo scoprilo da sola!
Hanna: A che scopo scusa e se non vuoi dirmelo parla chiaro!
Tom: Ma no, prendila come un gioco e poi chi ti dice che non ci guadagnerai niente?
Hanna: Mh, cosa ci guadagnerei?!
Tom: Beh ho notato che ti piace la mia macchina (Annuisco) Te la faccio guidare se vinci, e se perdi beh (Ridacchia) dovrai passare un week-end con me!
Hanna: Che? Sei impazzito per caso? (Fa no con la testa) Suppongo che non posso farti cambiare idea giusto?
Tom: No, e poi cosa ti costa immagina passerai due giorni con il sottoscritto!
Hanna: Oh ora svengo (Mi passo una mano sulla fronte) pensi che sono scema?
Tom: Ma no è che sei nuova e mi pare che ti vuoi divertire e si da il caso che io so come divertirsi, quindi non vedo dove sia il problema!

Hanna: Le tue parole sembrano avere un doppio fine!
Tom: (Ridacchia) Può darsi, ma non ti salto addosso tranquilla!
Hanna: Oh Tom sta sicuro che se solo ci provi ti farò rimpiangere di essere nato!
Tom: uhh, cattiva faresti questo a me?
Hanna: Lo farei a chiunque…

Tom mi guarda io abbasso lo sguardo, mette la sua mano sulla mia accarezzandola lentamente.

Tom: Posso farti qualche domanda? Solo per conoscerci meglio, oh tu però non puoi farle a me! (Sorride).
Hanna: Va bene. Sono indecenti le tue domande?!
Tom: No, quanti anni hai?
Hanna: Diciassette!
Tom: Sei tedesca? E hai sorelle belle come te?
Hanna: (Sospiro) Beh per mia fortuna non ho sorelle, così staranno alla larga dai maniaci (Lo guardo) e sono metà tedesca, una mezzo sangue!
Tom: Una che?

Hanna: Mia madre è tedesca, mio padre italiano i suoi genitori invece argentini, l’ho scoperto da poco perciò mezzo sangue.
Tom: Wow mi piacciono le ragazze con più orogini!

Fisso Tom assottigliando gli occhi lui si gira e ride a crepapelle, lo so che mi sta prendendo in giro questo dannato crucco.

Hanna: Hai finito o continuerai per molto?
Tom: Si, scusa ho finito! Non ho mai riso così tanto!
Hanna: Ah, mi fa piacere che ti faccio ridere!
Tom: Ma no dai, è che sei la prima ragazza con cui parlo senza fare niente!
Hanna: Tom mi stai dicendo che sono la prima ragazza con cui hai mai parlato in vita tua?!

Tom: No, intendevo dire che di solito me le porto a letto e finisce lì!
Hanna: Oh che onore che ho allora! (Guardo il cell) Quando arriviamo è da più di mezz’ora che guidi.

Tom: Appena trovo parcheggio, allora hai deciso se accetti o no?

Lo guardo alzando un sopracciglio, cosa dovrei fare? La Hanna di prima avrebbe accettato senza esitare mentre questa Hanna dovrebbe pensarci di più e dire di no come è giusto che sia ma io so che sceglierò sempre la via più difficile perché le cose facili non mi piacciono.

Tom: Ti sembra troppo per te?!
Hanna: Affatto (Gli porgo la mano) Accetto a patto che tu non lo dica a nessuno!
Tom: Ok, perfetto allora!

Prevedo guai molto seri, credo di essere entrata in un grosso pasticcio ma non voglio tornare indietro ormai la frittata è fatta bisogna solo saperla cuocere bene, e ovviamente Gabrielle non dovrà mai saperlo, di certo non approverebbe. Tom sta sicuro che in un modo o nell’altro riuscirò a scoprire che sei.

Tom: A cosa pensi? Mi sembri pensierosa!

Siamo appena entrati in discoteca c’è molta gente, il locale è abbastanza grande diverso da quelli che frequentavo in Italia questa discoteca è molto più grande. Ha due piani, una pista da ballo abbastanza grande, divani in molti punti al primo piano credo che ci sono i privè quindi suppongo che qualche vip di passaggio ci venga. Il bar è stracolmo di gente a quanto vedo sono quasi tutte donne, il dj alla console non è per niente come quello a cui ero abituata questo sembra sapere il fatto suo. Andrea sarebbe stato entusiasta di tutto questo…

Tom: Ehy, tutto ok?!
Hanna: Tom ti ringrazio di avermi portata qui sai, credo che andrò a ballare a dopo!

Scappo via prima che lui possa rispondere, mi immergo nella folla muovendomi a ritmo con gli altri e poi per conto mio. Guardo Tom che sta andando al bar e penso che non è una cattiva persona anzi per quel poco che lo conosco mi sembra un tipo apposto. Sorrido un ragazzo si avvicina balliamo insieme, mi è sempre piaciuto ballare una delle poche cose che apprezzo è proprio il ballo. Spesso quando ero sola a casa guardavo MTV e qualsiasi video non importa il genere io lo riproducevo, ballare per me è come scaricare la tensione accumulata è un buon modo per scaricare i nervi tesi. Il tipo si allontana da me ma poco mi importa, all’improvviso sento due braccia che mi circondano la vita, lo sapevo un maniaco ora mi giro e lo sistemo per le feste.

Tom: (Coprendosi il viso) Ehy ferma sono io!
Hanna: Credevo fossi un maniaco e invece sei solo tu!
Tom: Seguimi qui c’è troppo casino e non ti sento!
Hanna: (Sbuffo) Mi stavo divertendo lo sai?!

Tom mi porta in uno dei privè mi siedo su un divano nero sul tavolo ci sono bicchieri e una bottiglia di vodka alla fragola, mi fa cenno di servirmi. Non me lo lascio ripetere due volte la vodka mi è sempre piaciuta forse un po’ troppo.

Hanna: Mh, (Bevo) Amo la vodka buona scelta (Mi rubo il suo bicchiere) si davvero buona!

Tom: Vacci piano è forte e ti fa male e quello era il mio bicchiere!
Hanna: Scusa ma non puoi capire da quanto non la bevevo!
Tom: Che non sarai mica un ubriacona?!
Hanna: (Offesa) Ma che dici?! Mi piace bere ma difficilmente mi ubriaco!
Tom: Beh bevi poco lo stesso non voglio riportarti in braccio!
Hanna: Sta zitto! (E ne bevo un altro)
Tom: Eh no ancora?!

Non capisco a cosa si riferisce poi guardo la sua mano e mi accorgo che gli ho rifregato il bicchiere, si alza furioso ma non gli faccio caso poi mi sento prendere il viso e succede tutto velocemente le sue labbra si appoggiano sulle mie, schiudo la bocca e subito se ne approfitta. Non so perché ma rispondo al suo bacio ma solo per poco ci stacchiamo con un sonoro schiocco.

Tom: (Si lecca le labbra) Si, hai ragione è davvero ottima questa vodka!
Hanna: (Mi alzo) Non avresti dovuto farlo!
Tom: Per un bacetto? (Ride) Vai via?!

Con il dito indice indico su lui alza la testa e ignaro di cosa sto per fare non si accorge che gli arriva un pugno in pieno stomaco, si piega dolorante e lo lascio sul divanetto mentre torno in pista a ballare. No gli ho fatto troppo male anzi mi sono anche trattenuta, lui non doveva baciarmi anche se ripensandoci non mi è dispiaciuto troppo però non voglio già dare dispiaceri a Gabrielle. Penso però che lei non è indifferente a Tom anzi credo che stia tramando qualcosa ma non so cosa. Mi fermo toccandomi le labbra le lecco un po’ c’è ancora il suo sapore, stupido crucco. Qualcuno mi abbraccia sento un fiato caldo sul collo un odore familiare, stavolta non gli faccio male un altro pugno sarebbe troppo.

Tom: (Sussurra) Ti perdono per il pugno, balliamo?
Hanna: Cosa ti fa pensare che ho voglia di ballare con te?!
Tom: Perché sono un buon ballerino e sono affascinante!
Hanna: Mh, non attacca Tom! (Sciolgo l’abbraccio) Con me queste tattiche di abbordo non funzionano carino!
Tom: E dai che ti costa, ti ho vista dal privè ti muovi bene!
Hanna: Bene è poco, ma tu con quei vestiti (Lo indica) immagino come ti muovi!
Tom: Scommettiamo?
Hanna: Ancora?! Non sai vivere senza scommesse?!
Tom: Scema (Si avvicina) hai fifa?
Hanna: Scema lo dici a tua sorella!
Tom: Non ho sorelle e dobbiamo discutere qui?

Intanto parte la canzone “Till the dawn” a sentirla bene mi è familiare anzi è una delle mie preferite solo perché mi piacciono i passi e la musica. Tom smette di parlare e mi guarda.*video**Per chi ha visto step up la scena del film nella disco Tyler e Nora, fate un piccolo sforzo di immaginazione pensate che tom e hanna siano loro due xD

Tom: Ti piace?
Hanna: Ok, se riesci a starmi dietro ti concedo qualche altra domanda su di me e lo so che vuoi sapere!
Tom: (Ammicca) Accetto andiamo!

Lo guardo male lui invece sorride tenendomi per mano ci mischiamo alla folla. Tom fa dei movimenti strani è buffissimo con il bacino lo spingo di lato, comincio a muovermi seguendo la musica lui mi viene dietro ci muoviamo dapprima insieme seguendo gli altri. Devo ammettere che non è male anzi si muove bene, faccio vedere a Tom un paio di passi lui annuisce e mi segue e insieme a noi anche tutti gli altri mi sembra di stare in un film o in un video. Lo ammetto mi sto divertendo non mi sento nemmeno in colpa per essere uscita di nascosto. Tom si avvicina forse un po’ troppo mette le mani sui miei fianchi siamo ad un soffio da ribaciarci ma io sposto la testa, lui appoggia la testa sulla mia spalla lasciando un bacio umido. Non aspettiamo che la canzone finisca stanchi andiamo dal barman, lui appena vede Tom lo saluta amichevolmente dandogli il cinque, poi guarda me.

Cole: (Barman) Tom anche stasera nuova fiamma?
Tom: Lei è Hanna è da poco arrivata in città!
Cole: Piacere mio cosa ti offro?
Hanna: Che vuoi dire con nuova fiamma?
Cole: Andiamo non fare la finta tonta lo so che sei la…(Guarda Tom che gli mima di stare zitto) oh beh forse ti ho scambiata per qualcun'altra!
Hanna: (Assottiglio gli occhi) Che è sta storia Tom?
Tom: Tranquilla bimba lui fa sempre così quando vede una bella gattina!
Cole: (Sorride) Che volete farci passano tutte da qui!

Sto per rispondere quando sento il cellulare squillare guardo lo schermo e per poco non sputo il drink che ho in bocca, ingoio Tom mi guarda chiedendomi cos’ho, non gli rispondo corro subito in bagno mi ci chiudo dentro in modo da non far entrare nessuno, faccio un respiro profondo per non far capire a Gabrielle che sono nervosa.

Gabrielle: (Abbastanza incazzata) Dove diavolo sei è più di mezz’ora che ti chiamo!!
Hanna: (Fingo di sbadigliare) Scusa dormivo non ho sentito il cell…
Gabrielle: Certo e speri che ci creda, dimmi la verità sei in un locale?!
Hanna: Ma che locale dormivo Gabrielle e mi hai svegliata!
Gabrielle: (si calma) Mh, ok se è così ti chiedo scusa!
Hanna: Oh beh non importa ormai sono sveglia, perché mi hai chiamata?
Gabrielle: Volevo solo dirti di lasciare le chiavi sotto il nano in giardino, le mie le ho dimenticate!

Hanna: Credevo che non tornassi, è successo qualcosa con il tipo?!
Gabrielle: (Scocciata) è stato un noiosissimo appuntamento appena ne ho avuto l’occasione l’ho scaricato alla prima che è passata!
Hanna: Cattiva, non ti credevo capace di farlo!
Gabrielle: Mi conosci poco ragazzina.

Stavo per rispondergli “anche tu” ma ho preferito tacere avrebbe capito.

Hanna: Va bene mi dispiace per il tuo fiasco beh troverai le chiavi sotto il nano!
Gabrielle: è musica quella che sento? Hanna?
Hanna: (Sbuffo) Ancora?! No, è solo la tv svegliandomi mi hai ricordato che l’ho lasciata accesa, ed è appena finita la sirenetta!
Gabrielle: Un cartone animato?!
Hanna: Hai solo quelli!
Gabrielle: Va bene a dopo allora tra un oretta dovrei essere a casa.
Hanna: Ok, a domani torno a dormire!

Riattacco, mi guardo allo specchio non sono per niente nervosa anzi poteva andare molto male invece la telefonata non le ha dato modo di insospettirsi, devo solo tornare a casa, però mi stavo divertendo e io odio quando mi interrompono.

Tom: Ehy credevo fossi caduta nel water!

Incontro Tom nel corridoio che porta hai bagni probabilmente ci avrò messo un po’ al cell. Lo guardo e penso che se mi ha accompagnata qui magari sarà così gentile da riaccompagnarmi a casa.

Hanna: Tom ho da chiederti un favore!
Tom: Dimmi tutto bimba!
Hanna: Falla finita eh…
Ragazza: Tomi dove eri finito?!

Sposto lo sguardo oltre Tom e noto una ragazzina bionda, alquanto bassa, occhi marroni, svestita da morire, indossa un cortissimo vestito rosa chiaro con scarpe con il tacco a punta, sembra una delle tante doppelganger di Paris Hilton.

Tom: Pamela scusa ma sono impegnato!
Ragazza: Ma sono Katia, chi è Pamela lei? (Mi indica)
Hanna: Ti piacerebbe! Senti Tom mi riaccompagni a casa poi ti spiego!
Katia: Cosa sei un’altra sua groupie?! Guarda che ci sono prima io!
Tom: (Rivolto alla bionda) Taci e va via!

La biondina fa dietro front e sparisce in mezzo alla folla, Tom mi guarda ho un sopracciglio alzato e braccia incrociate. Sorride e mi spinge fuori dal locale raggiungiamo la sua macchina.

Hanna: Cos’è una groupie?!
Tom: Non lo so, mi dici perché devi tornare così presto a casa?
Hanna: Mh, tu mi nascondi qualcosa (Lo guardo) ma stasera sorvolerò!
Tom: Ma dai, comunque sono stato mitico sulla pista da ballo vero?
Hanna: Affatto, sembravi un pinguino…
Tom: Ehy, mi stai offendendo!
Hanna: Ma sta zitto!

Passiamo i restanti minuti a battibeccare, ridere, prendendoci in giro come vecchi amici. Abbiamo alzato entrambi un po’ il gomito ma non troppo da sbronzarci, all’improvviso si ferma, mi dice che siamo arrivati.

Hanna: Beh mi dispiace che hai dovuto lasciare la bionda finta!
Tom: Di niente, e non mi dispiace affatto per quella!
Hanna: (Esco dalla macchina) Buona notte Tom!
Tom: Notte Hanna, ci si vede in giro!

Sorrido lui parte e va via alzo lo sguardo e noto che le luci in casa sono spente Gabrielle non è ancora tornata, prendo le chiavi e ne lascio un doppione sotto il nano “Pisolo” in giardino. Entro in camera mi spoglio nascondendo i vestiti in un puff marrone li laverò domani beh oggi più che altro. Mi strucco sciacquandomi il viso, metto una crema da notte ci tengo al mio corpo uso creme e cremine varie meglio essere curate che non. Ritorno in camera prima di mettermi a letto sento il rumore di una macchina da dietro la tenda vedo la macchina di Gabrielle entrare in garage, spengo in fretta la luce e mi addormento. Ripensando a questa serata mi viene solo un pensiero in mente, Gabrielle aveva detto che infondo se la prendo bene mi piacerà stare qui, aveva ragione sta cominciando a piacermi tutto questo.

◕‿◕◕‿◕◕‿◕◕‿◕◕‿◕

vestito di Hanna

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Roccafiorita, Italy 8:30

Sono avvolto nella mia coperta la camera è vuota non si sente nemmeno una mosca volare, solo la sveglia trilla incessantemente da un po’. Mi dico in mente che è ora di alzarsi ma il mio corpo non risponde a questi stimoli non ne vuole sapere di ubbidirmi. La porta scricchiola e un tenue raggio solare mi acceca gli occhi semi chiusi, mia madre dev’essere entrata di nuovo in camera mia, come tutte le mattine entra alza le tapparelle e ferma la sveglia. Riesco a pensare solo ad una cosa “la pace è finita” mi alzo di malavoglia scostando la coperta che ricade leggera sul pavimento, vado in bagno faccio scorrere l’acqua e mi tuffo sotto il suo getto caldo mi rilasso un po’ e penso a cosa fa la mia sorellina. Mamma è stata crudele l’ha allontanata da me sono entrambi due teste calde non si parleranno mai faccia a faccia sono così identiche ma anche molto diverse. Apro un po’ l’anta noto l’ora sul mobiletto sono quasi le 09:00 devo sbrigarmi il signor Cho si incazzerà tantissimo se arrivo di nuovo in ritardo. Indosso la divisa e scendo in soggiorno mi affretto a prendere le chiavi del motorino e esco di casa, vedo mamma sul vialetto.

Mamma: Vai di nuovo in quel posto? Non ti avevo detto di licenziarti?
Andrea: E io non ti avevo detto che al mio lavoro non ci rinuncio?
Mamma: Andrea sei mio figlio devi fare ciò che ti dico!
Andrea: Si, sono tuo figlio ma ho anche la mia vita mamma!
Mamma: Che vorresti dire che ti opprimo?
Andrea: Che mi tieni al guinzaglio come se fossi il tuo cagnolino personale, che cerchi di tenermi rinchiuso un casa come un uccello in gabbia io non sono così. Ho la mia vita, i miei amici, il mio lavoro…(La guardo) Mi hai tolto mia sorella vuoi anche togliermi la mia vita?!

Mamma: Ho dovuto farlo, siamo diventati la vergogna di tutti!
Andrea: Cos’è che ti importa veramente, scusa ma non ti capisco! Ti importa cosa dice la gente o la tua famiglia?!

Mamma: Tu non capisci i tuoi nonni mi hanno cresciuta con grandi valori e un istruzione rigida, tua sorella va contro tutti i nostri principi.
Andrea: La verità è che lei non ti somiglia affatto per questo cerchi di cambiarla ma lei è così e dovresti smetterla altrimenti perderai anche lei.

Vado via prima che dica altre cose offensive, lei resta li immobile forse non si aspettava che le rispondessi dicendole quelle cose ma è come se una forza mi spingesse a risponderle a tono. Mia madre aveva un'altra sorella purtroppo è morta in un incidente stradale guidava il suo ragazzo, una notte mentre lui la riportava a casa si schiantarono contro un camion morirono entrambi. Credo anzi lo so per certo che Hanna le assomiglia più di nostra madre in tutto soprattutto nell’aspetto. In lei mamma rivede sua sorella lei era la più piccola soffrì molto quando la perse anche se sembra avere un cuore di ghiaccio in realtà credo voglia solo proteggerci. Lei si chiamava Alice mamma non parla mai di lei solo zia Gabrielle ci raccontava delle storie più che altro episodi su di lei, avrei voluto conoscerla!

Sig. Cho: A quest’ola si alliva giovanotto?
Andrea: Sono mortificato mi dispiace lo sa mia madre…
Sig. Cho: Si, si ola vai a cambialti sbligati i clienti aspettano!

Corro nel retro poso il motorino nel suo garage e mi cambio oggi mi aspetta una gran giornata, noto che già di prima mattina ci sono molti clienti. Prima di andare in cucina mando un mess ad Hanna!

Loitche 16:30

Gabrielle scende in cucina c’è un buon odore nell’aria, sorride è di sicuro odore di biscotti e infatti entrando mi vede che giro l’impasto in una ciotola. Ho un buffo grembiule e il viso sporco di farina, non perde tempo recupera la macchina fotografica e scatta. Mi giro e noto lei che ridacchia, non mi arrabbio anzi mi metto in posa e lei riscatta, il flash mi colpisce il viso.

Zia: Cosa prepari di buono?
Hanna: Biscotti con gocce di cioccolato!
Zia: (Ne morde uno) Mh, sono buonissimi!
Hanna: Beh non avevo niente da fare quindi, a volte mi diletto in cucina!
Zia: Sembri molto pratica!
Hanna: A casa mi cucinavo spesso!

Gabrielle non aggiunge nient’altro forse avrà capito che continua ad esserci dell’astio tra sua sorella e me, lei lo ha sempre saputo.

Hanna: Non ne voglio parlare!
Zia: Ok, non ti faccio domande!
Hanna: Tu conosci Tom?
Zia: Abbastanza perché me lo chiedi?
Hanna: Così, deve esserci per forza un motivo?
Gabrielle: (Ride): Beh lui a prima vista può sembrare uno stronzo, uno che se ne frega di tutto e di tutti. Uno interessato solo a…
Hanna: Impollinare?! (Ridacchio)

Zia: (Ride) Ah certo vedi lui è un farfallone, vola di fiore in fiore!
Hanna: Quindi dovrò procurarmi un insetticida!
Zia: Potresti ma non credo che servirà!
Hanna: Vuoi dire che il mio fiore non gli interesserebbe?!
Zia: Dico solo che a lui interessano quelle “facili” e tu non sei una facile!
Hanna: è vero, il mio fiore non verrà impollinato da lui!
Zia: Senti Hanna che ne dici se più tardi mi accompagni da una mia cara amica?
Hanna: Certo, possiamo portarle un po’ di biscotti se ti va!
Zia: Ma si, vai a prepararti qui pulisco io!
Hanna: Ok, a più tardi!

“Ehy, ti è arrivato un messaggio, ciao!”

La mia suoneria mi avverte di un mess, guardo il cell e noto che lo ha mandato Andrea, lo apro. –“Scusa ti chiamo domani, giornataccia e negozio strapieno, il signor Cho già sta dando i numeri se mi ribecca col cellulare sarò nei guai. Ti voglio bene sorellina fai la brava, kiss”- Sorrido che scemo che è, gli rispondo più tardi tanto comunque non penso mi risponderà. Sono contenta che si tenga occupato è un buon modo per stargli lontano. Io non ho niente contro di lei solo non la capisco e non ci tengo, solo una volta ho provato ho provato ad avvicinarla ma il risultato è stata molto basso. Lei mi punisce e io per ripicca disubidisco è sempre stato così. Gabrielle mi chiama, beh per la verità ero già pronta di mio, non devo andare in discoteca quindi non devo assolutamente agghindarmi, scendo in soggiorno.

Hanna: Come siamo belle, devi far conquiste?
Zia: Ma che, dai solo voglio essere presentabile tutto qui!
Hanna: -Rido- Qui gatta ci cova zietta!
Zia: Mh, va e prendi un giacchetto!
Hanna: Ovvio!

Gabrielle esce in strada mi dice che la casa della sua amica è vicina anzi è la villetta che ho visto il primo giorno che sono venuta, annuisco mi cammina davanti e noto che a volte sbanda quasi inciampando sorrido.

Zia: Ehy perché ridi?
Hanna: Niente, sicura di saper camminare sui tacchi?
Zia: -Offesa- Signorina li ho portati prima di te!
Hanna: Non dico il contrario ma sembra che…

Non finisco di parlare che cade sull’asfalto, l’unica cosa che riesco a pensare è meno male che i biscotti li sto portando io altrimenti avrebbero fatto una brutta fine. Gabry urla dicendo di essersi fatta male, io ridacchio ma alla fine scoppio a ridere mentre lei si dispera. Dalla casa di fronte esce una donna con capelli biondi, magra, con due begli occhi nocciola e molto bella, viene a soccorrere Gabrielle. La carica su una spalla e entriamo in casa sua, quindi suppongo che la sua amica sia questa donna. Ci fa accomodare io ancora con i biscotti in grembo guardo Gabrielle che piagnucola per il bruciore alla gamba, in effetti quel disinfettante deve bruciargli molto, lei mi guarda e io faccio il musetto come a dire, perdonami perché ho riso.

Zia: Se non mi facesse così male ti ucciderei!
Hanna: E poi come faresti senza di me?
Zia: Oh cara mia sta tranquilla che un modo lo trovo.
Hanna: Come sei cattiva zietta!
Zia: Hanna lei è la mia amica Simone vedi di non farti riconoscere subito!
Simone: Ok, scusatemi non trovavo le fasciature!
Zia: Non preoccuparti è solo colpa mia non sono stata attenta!
Hanna: -A bassa voce- Diciamo che non hai per niente visto l’enorme buca!

Gabrielle grugnisce contrariata guardandomi male.

Simone: Hai proprio ragione cara lei non guarda mai dove mette i piedi!
Hanna: Chissà cosa l’ha distratta…
Zia: Ehy, vi ricordo che qui quella ferita sono io!
Hanna: è solo un graffio non farla tanto tragica!
Simone: Ok, ora hai una perfetta fasciatura, andiamo in cucina!
Hanna: Si, ecco le ho portato un po’ di biscotti fatti in casa!
Simone: -Annusa- Hanno un buon odore non vedo l’ora di assaggiarli.

Lascio Gabrielle sul divano si rifiuta di seguirci dice che le fa male il ginocchio, tipica scusa di chi non vuole fare niente. Io e la signora parliamo di Gabry mangiucchiando i biscotti, mi sembra un bel tipo, non è sgarbata o scontrosa, la scambierei volentieri con la mia di madre. So che può sembrare cattivo da dire ma lei è molto dolce.

Simone: Hanna posso chiederti delle cose?
Hanna: Mh, del tipo?
Simone: Non preoccuparti sono solo curiosa è la prima volta che Gabrielle ha un ospite.
Hanna: Beh, sono sua nipote, italiana più che altro mezza tedesca, immagino che per lei sia strano trovarsi in casa qualcuno dato che prima era sempre sola!

Simone: Ed è questo il punto penso che tu le faccia bene, la vedo più solare da quando ci sei tu!
Hanna: Se lo dice lei non posso fare altro che fidarmi!
Simone: Quindi sei anche italiana? –Annuisco- Parli bene il tedesco però!
Hanna: Mia madre mi sta facendo studiare lingue…e poi come non sapere la sua lingua natia.
Simone: Tua madre è tedesca?
Hanna: Si, purtroppo…non mi fraintenda non ho niente contro i tedeschi!
Simone: Oh, mi dispiace non volevo toccare un tasto dolente.
Hanna: Ma si figuri è solo che non mi va di parlare di qualcuno che conosco poco, io e lei non ci siamo mai confidate, mai parlato da mamma a figlia, non c’è rapporto tra noi, siamo come due estranei.

Simone mi guarda con il viso di chi capisce cosa stai provando o almeno cerca di capire cosa provi anche se non ha la minima idea di ciò che porti dentro. Abbassa lo sguardo sospirando, non gliene faccio una colpa non mi è facile parlare di “lei”. All’improvviso dalla porta finestra che da sul giardino entra un ragazzo altro, magro, capelli corti e biondi, un po’ muscoloso con jeans strappati e canotta grigia.

Simone: Andy hai finito con il giardino? Sarai stanco basta per oggi!
Andreas: Mh, non ho ancora finito ma va bene ubbidisco mammina!
Simone: Scemo! –Gli da una pacca sulla spalla- Sei tutto sporco di fango vai a lavarti!
Andreas: Vado a dopo!
Hanna: è suo figlio?
Simone: No, è il miglior amico dei miei figli!
Hanna: Ne ha due? Anche io ho un fratello, mi manca lui è in Italia!
Simone: Posso capire i miei figli non sono mai a casa solo quando possono vengono a trovarmi, ma io ci ho fatto l’abitudine ma non nego che mi mancano da morire!

Sentiamo la porta d’ingresso sbattere Gabrielle che saluta qualcuno e dei passi venire verso la cucina. Mi giro riconosco la figura non ci credo possibile mai che quel tipo posso essere figlio di quest’angelo di donna? Mah, è Tom incredibile sembra fatto apposto io in casa sua, mh però messo così posso scoprire qualcosa in più su di lui abbiamo sempre fatto quella famosa scommessa e non voglio di certo perderla.

Tom: Tu?!
Hanna: Io!
Tom: -Sorride- Cosa ci fai qui?
Simone: Tom, Hanna ha portato i biscotti!
Tom: -Li osserva- E se sono avvelenati?!
Simone: Non essere sciocco sarei già distesa sul pavimento se lo fossero!
Hanna: Scemo, non lo farei mai!
Tom: Mh io non posso saperlo, e se mi volessi morto?!
Hanna: Perché dovrei?!
Simone: Ehy ma già vi conoscete?
Hanna: Insomma, diciamo che non so praticamente niente di suo figlio!

Simone guarda il figlio che gli fa uno sguardo del tipo se parli ti uccido, ridacchia e lei torna a guardare me.

Simone: Dovresti conoscere l’altro mio figlio lui si che è un tipo interessante, non come Tom!
Tom: Ehy guarda che io sono presente!
Simone: Ahi si? Credevo il contrario!
Tom: Mamma possiamo parlare? –Mi guarda- Da soli!
Hanna: Ok, ho capito quando sono di troppo!

Mi alzo uscendo dalla cucina incontro il biondo in corridoio indossa solo un asciugamano in vita dev’essere appena uscito dalla doccia, mi vede e ammicca malizioso entrando in una stanza, io ricambio e penso ma che tipo strano. In salotto c’è Gabrielle che parla con un ragazzo, il viso è molto simile a quello di Tom, ma in fatto di look è completamente diverso da lui.

Hanna: Che fate?

Gabrielle: Hanna lui è Bill, guarda non sono bellissimi questi orecchini?
Hanna: Mh, si…-Guardo lui- Ciao comunque!
Bill: Finalmente ti conosco –Mi abbraccia, più che altro mi stritola- Sono felice di conoscerti!
Hanna: A cosa devo questo onore?
Bill: Tom mi ha parlato di te!
Hanna: -Sorrido- Wow così diventerò famosa!
Bill: Tom penso abbia altri fini!
Hanna: Dovrebbe smettere di pensare allora!
Bill: -Rivolto ad entrambe- Restate a cena stasera mamma ne sarà felice!
Gabrielle: Si, Bill restiamo volentieri!
Hanna: Ecco io veramente avrei altri programmi!

Gabrielle mi guarda male io sbuffo l’idea di restare in questa casa per la cena non mi va proprio voglio uscire non restare a casa anche se la compagnia della dolce Simone non è tanto male. Intravedo lei che sorride con quello scemo del figlio e un po’ sono gelosa del loro rapporto vorrei che anche il mio fosse così roseo come il loro ma non succederà mai. Guardo Bill che mi fissa da un po’ aspetta che gli dica qualcosa. Mi siedo accanto a lui e semplicemente accetto mi abbraccia felice come un bambino al quale ha ricevuto un regalo tanto atteso, sorrido di rimando che vicini strani.

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Vestito di Hanna

Trucco Hanna

Vestito Gabrielle

Trucco Gabrielle

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Apro gli occhi mi sento un po’ stordita ricordo poco e niente di ieri, scendo dal letto raggiungendo a fatica la cucina il mio stomaco brontola costringendomi a nutrirmi. Sento un buonissimo odore di cornetti e caffè, Gabrielle è già vestita e fa avanti e indietro dalla cucina allo studio.

Zia: Hanna finalmente ti sei alzata, in camera trovi la divisa.
Hanna: -Addentando un cornetto- Divisa?! E per cosa?!
Zia: Per andare a scuola no?
Hanna: Eh scuola? Non si è mica parlato di scuola.
Zia: Ehy se devi restare qui devi fare qualcosa non puoi di certo stare a casa.
Hanna: Beh posso trovarmi un lavoro.
Zia: Devi pensare alla tua istruzione viene prima.
Hanna: è ingiusto io odio la scuola…
Zia: Non hai scelta se vuoi restare a casa mia devi fare ciò che ti dico!

Prendo la tazza di caffè e due cornetti e senza risponderle me ne torno in camera sbattendo la porta. Guardo l’armadio e appesa ad un anta vedo l’uniforme mi avvicino e in effetti non è brutta è solo l’idea di andare in una scuola che mi fa venire il vomito. Non ho mai sopportato le scuole i professori e gli alunni non mi vanno molto a genio. L’unica materia che mi piace sono le lingue, se Gabry vuole che frequenti una scuola e che scuola sia non ho scelta e lei lo sa.

Zia: -Mi vede scendere- Oh già pronta? Dai su che ti accompagno!

Non ci ho messo troppo nel vestirmi, usciamo di casa ma io non le rivolgo la parola non me la sono presa per questa decisione credo che ero solo un po’ sorpresa in fondo frequentare un istituto privato non è una bruttissima cosa. Lei parla da un po’ ma io sto ancora zitta non voglio darle la soddisfazione che in fondo non trovo male l’idea della scuola anche se comunque non mi piace, voglio che soffra un po’ giusto un pizzico.

Zia: Dai Hanna sono sicura che ti farai tanti nuovi amici e in più gli alunni non sono come in Italia, almeno sto un po’ più tranquilla e so che non farai stupidaggini.
Hanna: -Sbuffo- Hai paura che possa incendiare l’istituto?
Zia: Ne saresti capace?!
Hanna: Può darsi se mi fanno incazzare si!
Zia: Cerca di non farlo allora!

Squilla il cellulare guardo lo schermo sorrido al nome di Andrea.

Hanna: Andy ciao, scemo come stai?
Andrea: Stanco, e tu? Non mi hai richiamato…
Hanna: Era il tuo turno di chiamare!
Andrea: No, spettava a te ti avevo detto che non potevo chiamare.
Hanna: Beh –Ci penso- Magari l’avrò dimenticato!
Andrea: Va be, che stai facendo?
Hanna: Vado a scuola!
Andrea: -Incredulo- Che? Tu? Allora viene a piovere.
Hanna: Scemo non scherzare che palle so già che sarà così!

Zia: Smettila signorina ora attacca siamo arrivati e saluta Andrea.

Hanna: La zietta ti saluta detto attaccare ti chiamo più tardi.
Andrea: Va bene, buona giornata sorellina!
Hanna: Ciao fratello!

Gabrielle parcheggia guardo l’edificio è molto grande sembra una scuola di quelle che si vedono nei manga mi gratto la fronte siamo in Germania ma dalla divisa e dalla scuola sembra di stare in Giappone. Vedo alcuni studenti correre raggiungendo l’entrata, Gabrielle saluta un uomo poi mi fa segno di seguirla. Entriamo nell’istituto seguo entrambi mi guardo intorno, rido è proprio come nei manga quindi se ne avete visti sapete com’è una scuola giapponese, amo il Giappone. Penso che questo sia un punto a favore, raggiungiamo l’ufficio del preside ci fa accomodare su un divanetto e poco dopo fa il suo ingresso.

Hanna: -Bisbigliando- è un gran bell’uomo il preside!
Zia: Lo so, una volta ci sono uscita insieme!
Hanna: Mh, questo è un altro punto a favore.
Zia: Non pensare strane cose Hanna, comportati bene!

Il preside prese dei fascicoli mostrandoli a Gabrielle, cominciano a parlare mentre io sto per in disparte guardandoli di tanto, lui non è una pessima persona o forse non dovrei giudicarlo a prima vista. Lei è sorridente e si sposta spesso una ciocca di capelli dal viso, sembra una scolaretta in calore. Dopo una lunga chiacchierata si stringono la mano l’uomo mi guarda e io di rimando lo fisso. Vengo accompagnata in classe dal segretario che mi spiega le regole, cosa fare o non fare etc…io non lo ascolto veramente di tanto annuisco fingendomi interessata. Porta un cartellino sulla maglietta leggo “Nathaniel” dev’essere il suo nome, lui è moro ha i capelli spettinati, magro, ha gli occhi chiari, è vestito molto bene a parer mio. Porta una camicia bianca sbottonata sul petto, jeans chiari e scarpe da ginnastica. Sorrido credo che non sarà poi tanto male il mio soggiorno qui.

Nathaniel: Allora spero ti troverai bene qui, vai in classe ora!
Hanna: Si ho capito tutto, ma pensavo…
Nathaniel: Pensavi cosa?
Hanna: Beh non conosco l’istituto e potrei perdermi, mi fai da guida?
Nathaniel: Non sono autorizzato a fare da guida ma se proprio ci tieni dopo le lezioni ti mostro un po’ di cose.

Hanna: -Sorrido- Ok, a dopo allora!

Mi volto entrando in classe, noto il suo sguardo sulle mie gambe lo vedo arrossire, mi viene da pensare con tutte le ragazze che ci sono qui gli viene ancora da arrossire? Lo saluto presentandomi poi alla classe, vado nell’ultimo banco in fondo alla classe. C’è l’ora di matematica non potevo chiedere di peggio, non mi è mai piaciuta molto, butto l’occhio sul banco una scritta cattura la mia attenzione, leggo “Bald überqueren wir den Monsun” non capisco bene il significato riesco a parlare decentemente tedesco ma sullo scritto ho ancora un po’ di lacune. Senza farmi vedere dall’insegnante mi metto a messaggiare con Andrea, mi racconta molte cose sul lavoro, dice anche di aver incontrato una ragazza non dice il nome, mh chi sarà mai? Mando l’ultimo mess sento la campanella suonare prendo le mie cose uscendo in cortile non c’è nessuno eppure le lezioni non sono ancora terminate. Credo che mi ci vorrà un po’ per abituarmi a tutto questo. Guardo il cancello dell’istituto un ragazzo attira la mia attenzione non ci credo anche qui me lo ritrovo.

Tom: Sei carina con questa divisa!
Hanna: Sono d’accordo con te è carina!
Tom: Ti piace la mia ex scuola?
Hanna: Venivi qui? –Annuisce- Mh per ora non è male, dove sono tutti?
Tom: -Guarda l’ora- Saranno in palestra c’è educazione fisica!
Hanna: Non ho un cambio la salterò!
Tom: -Ride- Non farti scoprire da nessuno, anzi fai il giro andiamo verso quegli alberi.

Tom scavalca il cancello mi prende la mano e andiamo dietro una albero dove gli studenti e soprattutto il preside non può vederci.

Tom: Diciamo che non ho fatto belle cose qui!
Hanna: Ah si? Me ne dici una?
Tom: Ho messo la gelatina nella piscina una volta!
Hanna: Avrei voluto vedere la scena di quando ti hanno scoperto!
Tom: Non hanno mai saputo chi è stato!
Hanna: Che ci fai qui?
Tom: Niente passeggiavo e per puro caso ti ho vista!
Hanna: Puro caso è?

Tom annuisce tenendomi ancora per mano guardo il suo gesto mi guarda malizioso sta per avvicinarsi quando lo respingo, sbuffa contrariato.

Tom: Non credo ci fosse una ragazza che mi respingesse!
Hanna: C’è l’hai di fronte!
Tom: Lo vedo, eccome se lo vedo!
Hanna: Tu non mi piaci in quel senso non provo attrazione per te Tom, quindi non voglio baciarti ne fare altro, possiamo essere amici se vuoi ma niente di più!

Tom si alza scavalca di nuovo il cancello per uscire credo se la sia presa, ma deve smetterla di baciarmi non provo niente per lui. Lo raggiungo tirandogli la maglietta attraverso il cancello, lui si gira guardandomi attraverso i suoi grossi occhiali da sole. Gli dico di avvicinarsi lui lo fa, attraverso le sbarre gli tolgo gli occhiali dicendogli che non volevo trattarlo male e lui ridendo dice che non s’è l’è presa anzi mi ha dato appuntamento al parco domani dopo scuola, si rimette gli occhiali e va via. Penso a quanto strano è quel ragazzo, voglio scoprire cosa si nasconde dietro quel faccino.

Nathaniel: Ehy Hanna vai via?
Hanna: Si, perché?
Nathaniel: Ho un po’ di tempo pensavo di mostrarti l’istituto!
Hanna: Ti dispiace se rimandiamo?
Nathaniel: Provo a indovinare ti sei già stancata della scuola?
Hanna: No, semplicemente non vedo l’ora di andare a casa!
Nathaniel: Ahahah vieni ti offro un caffè prima che arriva l’autobus.
Hanna: Ok, grazie.

Nathaniel è un tipo carino e gentile, se lo avessi incontrato in Italia credo che la sua troppa dolcezza mi avrebbe fatto venire il diabete, insomma non avrei mai accettato di bere qualcosa con lui. Vivendo in Germania è tutto diverso e nuovo per me, ma la Hanna che combina disastri, si ubriaca nelle disco, esce di nascosto o rientra all’alba non è sparita è ancora qui. Nathaniel torna al tavolo con due caffè fumanti e una torta alle mele, mi guarda c’è la dividiamo chiacchierando un po’. Per strada fino alla fermata continuiamo a parlare di tante cose, forse ho trovato un nuovo amico e dichiaro amico non ragazzo come direbbe Gabrielle, salgo sul bus prendo posto attraverso il vetro ci salutiamo. La mia vita sta iniziando ora lo credo sul serio.

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Divisa scolastica di Hanna

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Sono passate due settimane dal primo giorno di scuola, dall’incontro con Nathaniel, devo ammetterlo in fondo ma proprio in fondo Gabrielle non aveva tutti i torti mi piace tutto questo, ma mi manca molto l’Italia, mio fratello e mio padre.

Zia: Hanna vai fuori a prendere la posta?

Sorrido Gabrielle in questi giorni è molto allegra sono sicura che c’entra di sicuro un uomo non ci sono altre spiegazioni, e forse magari so anche chi è. Esco lasciando il cancello socchiuso la buca delle lettere è strapiena, non ricordavo che Gabry ricevesse tanta posta. Noto un pacco di medie dimensioni è a nome mio, non ci credo Andrea finalmente mi ha spedito il pc.

Hanna: Ehy zietta come mai hai ricevuto tanta posta oggi?
Zia: Fa vedere! -Guarda la posta- Ah Albert ha di nuovo confuso la posta!
Hanna: Albert?! E chi sarebbe?
Zia: è un sostituto postino, non come Stuart lui si che non si sbaglia mai ma è un caro ragazzo Albert.
Hanna: Si va bene, allora di chi è l’altra posta?

Zia: Beh bisogna consegnarla hai proprietari!
Hanna: E chi sono? –Un nome cattura la mia attenzione- Kaulitz?!
Zia: Si, vuoi portargliela tu?
Hanna: Portarla a chi?
Zia: Ma a Tom no?! –Disse come se la cosa fosse ovvia-
Hanna: Tom fa di cognome Kaulitz?!
Zia: Si, non lo sapevi? –Faccio no con la testa- Beh ora lo sai!
Hanna: Giusto, torno tra un po’!
Zia: Fa con comodo!

Esco raggiungendo casa Kaulitz, ammicco ora so qualcosa in più su di te caro Tom. Suono il campanello il loro cane si avvicina al cancello scodinzolando allegro. Mi fermo a guardarlo.

Bill: Hanna che bello rivederti!
Hanna: Ciao Bi, ti ho portato la posta!
Bill: -Ride- Fai la postina ora?
Hanna: No, pare che il postino abbia confuso la posta!
Bill: Ah, si lo fa quasi sempre!
Hanna: Ok, vado ciao Bi!
Bill: Ehy aspetta ti va di entrare? Sai mamma ha fatto la torta!
Hanna: Un'altra volta magari.
Bill: Va bene ma la prendo come una promessa!
Hanna: Certo Bi, ciao!

Vado via ho deciso di camminare un po’ tanto Gabrielle eccitata com’era non si accorgerà della mia assenza. Bill è simpatico sembra quasi un bambino da come si comporta ma non importa a me piace, strano ma vero. Loitche è davvero piccola il parco è vicinissimo casa, trovo un albero all’ombra mi siedo alle sue radici, il sole scotta ho caldo. Prima di partire il babbo mi ha regalato un i-phone non l’avrei mai detto di solito non è da lui, forse voleva farsi perdonare per il mio trasloco forzato. Squilla forse Andrea è libero e mi risponde.

Andrea: -Allegro- …Dimmi di più su questo Tom, è il tuo ragazzo?
Hanna: Nemmeno saluti tua sorella che già vuoi impicciarti dei fatti miei?!
Andrea: Scema, ma no era sottinteso il mio saluto!
Hanna: Come no!
Andrea: E quel Nathaniel allora?!
Hanna: Dovete smetterla tu e Gabry di sparlare di me a mia insaputa!
Andrea: Non parliamo solo di te sorellina!
Hanna: Ah buono a sapersi allora!
Andrea: Gabrielle dice che Tom ci prova spudoratamente con te ma che tu lo rifiuti e ogni volta lo respingi. Mh la cosa si fa interessante non è che quel ragazzo si è preso una cotta per te?

Hanna: Quante volte dovrò spiegare che Tom per me è solo un amico e niente più?
Andrea: Non mi convinci –Cambia discorso- Comunque come va la vostra scommessa?
Hanna: -Sbuffo- Per ora vince lui!
Andrea: Che?? Beh dimmi qualcosa di lui così ti aiuto!
Hanna: Non sarebbe leale, però ok ci sto!

Poso l’i-phone in tasca mi tolgo la giacca e dico le poche cose che so su di lui anche se non è correttissimo farsi aiutare da mio fratello, ma ogni tanto credo che un aiutino non faccia poi male. Non voglio perdere riuscirò a guidare quella macchina.

Andrea: -Dopo aver ascoltato tutto- Ma non è molto, praticamente non sai niente di lui…
Hanna: So anche questo, mi sa che perderò!
Andrea: -Pensa- Ma almeno il suo cognome lo sai?
Hanna: -Rido- Ma dai, secondo te potrei trovare Tom su internet non è mica famoso? Comunque è Kaulitz!

Andrea si strozza, tossisce e poi riprende fiato si riattacca al cell e mi dice che sono una scema e che avrei dovuto chiamarlo prima, aggiunge che non so che fortuna immensa mi è capitata.

Hanna: Mi stai confondendo fratello.
Andrea: Se non ci credi te lo mostro!
Hanna: E come? Tu sei in Italia!
Andrea: Scema secondo te che ti ho mandato a fare il portatile?
Hanna: é a casa! –Mi si accende la lampadina- Però ho l’i-phone!
Andrea: Chi te lo ha comprato??
Hanna: Il babbo prima di partire!
Andrea: Cazzo a te si e a me no, l’ho pregato tanto per averne uno e guarda un po’!
Hanna: Va beh dai sorvoliamo!
Andrea: Si, si comunque vai su google e scrivi Tom Kaulitz poi fai cerca!
Hanna: Mi sembra una cosa stupida…
Andrea: Zitta e fallo poi mi ringrazierai!

Lo faccio e in me che non si dica mi si aprono centinaia di link su Tom e Bill e su una band, i Tokio Hotel mai sentiti nominare. Apro un link qualsiasi credo sia il loro sito ufficiale, pazzesco non lo avrei mai detto quindi si è preso gioco di me. Che stupido e scema io a pensare che lui è un ragazzo normale come tanti, invece è famosissimo beh la cosa in effetti non mi sconvolge più di tanto. Fa troppo il saputello per i miei gusti, e…non me lo aspettavo.

Andrea: Ancora viva?!
Hanna: Certo ti pare che resto scioccata per un tipo così?
Andrea: -Ride- Mi pare che ti abbia sconvolta parecchio invece!
Hanna: Quanto ti sbagli fratello!
Andrea: Che vuoi fare ora che sai chi è?
Hanna: Niente cosa dovrei fare?!
Andrea: La Hanna che conosco non si sarebbe fatta prendere in giro così, si sarebbe vendicata.
Hanna: Forse la Hanna che conosci è un po’ cambiata da com’era…
Andrea: Ah si? Beh credo che questa nuova versione mi piaccia.
Hanna: Sono d’accordo con te!
Andrea: -Ride- Ora devo andare, salutami Tom!
Hanna: Divertente poi parliamo della tua di donna.
Andrea: Ciao sorellina baci!
Hanna: Si, si scappa! –Dico riattaccando-

Passo tutto il pomeriggio cercando notizie su Tom di preciso non so perché lo sto facendo un po’ mi incuriosisce, c’è un alone di mistero su di lui, vorrei capirne di più senza secondi fini. Rientro a casa verso le otto, è sera e appena entro sento un buon profumino di cibo Gabry dev’essersi messa d’impegno stasera, mh mi chiedo se ha un ospite. Mi affaccio in cucina e come pensavo è linda e pulita e anche ben vestita.

Hanna: Un appuntamento?!
Zia: Hanna non indovinerai mai chi viene a cena stasera!
Hanna: Non amo gli indovinelli spara!
Zia: Richard, il preside della tua scuola!
Hanna: No, vuoi fare tuca-tuca con lui?!
Zia: Ma che?! –Ride arrossendo- è solo una cena!
Hanna: Si, so come finiscono queste cose, prima si cena e poi si sco…
Zia: Basta! –Riprende il colorito- Devi farmi un favore!
Hanna: Del tipo? Non avevi detto che non ti piaceva?
Zia: Tutti posso cambiare idea, e comunque dovresti sloggiare mi serve la casa.
Hanna: Ho capito che vuoi scopartelo ma io dove dovrei andare?
Zia: Beh c’è una pizzeria che ha da poco aperto perché non vai lì?
Hanna: Cosa ci guadagnerei?
Zia: Tutto quello che vuoi a patto che non torni presto, ti prego!

Senza risponderle sbuffo e vado di sopra lei saltella allegra per casa a volte mi chiedo chi delle due è l’adolescente. Faccio una doccia veloce e vado in camera, noto dei vestiti sul letto, perfetto la zietta mi ha preparato anche i vestiti. Penso che per lei sarà una notte di fuoco, mi vesto e mi trucco. Scendo in soggiorno la zia parla con un uomo, strano non ho sentito il campanello ma lui è già arrivato.

Hanna: Beh io vado!
Zia: Ehm si buona serata, non fare tardi.
Hanna: Buona serata a voi attenti hai vicini!
Zia: Si, certo ora vai.

La zietta mi spinge fuori casa sbuffo sembra che non vede un uomo da tanti anni. Aspetto l’autobus e vado in centro, la pizza da Luigi’s sembra buona e appetitosa almeno questo dice il volantino, ho ordinato una margherita, patatine e cola. Se dovrò restare fuori mi converrà mangiare bene. Il ristorante non è molto grande, lo stile è orientale per essere una pizzeria?! C’è un grosso forno a legna, ogni tavolo si gira come quello dei cinesi così che ognuno abbia la propria pietanza senza chiedere di passargliela. Dopo poco arriva la mia ordinazione, mh sento un buon profumino non vedo l’ora di assaggiare la pizza, è il mio piatto preferito insieme alle patatine con ketchup.

Bill: Ciao Hanna!
Hanna: -Alzo lo sguardo- Bi, ciao, che ci fai qui?
Bill: Siamo venuti a mangiare la pizza!
Hanna: Siamo?! Chi c’è con te?
Bill: C’è Tom con la sua ragazza, ti spiace se mi siedo?
Hanna: Affatto sei il benvenuto! –Lo guardo- Tom ha la ragazza?
Bill: -Si gratta la nuca- Beh non è proprio la sua di ragazza, diciamo…
Hanna: Accompagnatrice serale?
Bill: -Ride- Si, penso sia il termine giusto, dio che fame!
Hanna: Ne vuoi un po’?
Bill: No grazie, se non aspetto Tom lui si incazza!
Hanna: Ok, e la tua di ragazza dov’è?
Bill: Non c’è l’ho sono single!
Hanna: Bene, qualcosa ci accomuna Bi!

Bill ride di una risata cristallina, sembra un cucciolo quando arriccia il naso e fa il labbruccio, fa venire voglia di stringerlo e spupazzarlo di baci…un attimo ho usato queste parole? Credo di essere diventata pazza, sicuramente. Da lontano Bill fa cenno al fratello di venire al tavolo appena mi vede fa una smorfia, ci raggiunge anche la sua amica. Bill mi chiede se anche Tom può unirsi a noi, a me non importa se c’è o non c’è mi piace la compagnia di Bill, la biondina mi guarda male. Vedo Tom mordersi il labbro inferiore, si avvicina baciandomi la guancia e senza che la bionda sente sussurra una frase.

Tom: Sei sexy stasera, mi piaci!

Lo guardo di traverso lui fa il giro e si accomoda vicino al fratello, la bionda continua con le sue occhiatacce. I due fratelli cominciano a parlare ignorando la bionda, mi sembra che Bill abbia detto si chiama April, la guardo sorridendo.

April: Che hai da ridere?
Hanna: Niente solo, non ti da fastidio che ti ignorino?
April: Lui non mi ignora, appena finisce di mangiare andremo a casa mia.
Hanna: Oh, farete un dopo festa a letto?
April: Almeno io si tu no!
Hanna: Mi fai un po’ pena, ma ti capisco!
April: Provaci con Bill se ci riesci!
Hanna: Io non sono come voi, non mi do al primo che capita.
April: Beh fai male dovresti approfittare dell’occasione che hai…
Hanna: Si? E ritrovarmi il giorno sola e dimenticata in uno stupido letto?!

Penso di aver colto nel segno forse le mie parole hanno trafitto il suo piccolo cuoricino ma mai una persona deve farsi illusioni, non è bene pensare che il giorno dopo Tom o i ragazzi restino se non sono veramente interessati. La biondina si alza furiosa dirigendosi verso il bagno, Bill sghignazza e Tom mi guarda ammiccando.

Hanna: Che avete da sorridere?!
Tom: Se mi volevi tutto per te bastava solo chiedere!
Hanna: Ma guarda un po’, avrei giurata che la tua lista fosse molto lunga.
Tom: Non è come pensi.
Hanna: Si lo è, non potrebbe essere diversamente.

April ritorna si siede accanto a Tom stringendogli il braccio.

Tom: Che c’è Katia?!
April: Sono April Tom, non ti ricordi mai il mio nome!
Tom: April, Katia per me fa lo stesso.
Hanna: Sei tremendo, povera la fai sentire una nullità!

I due fratelli ridono, lei è molto offesa non capisco perché se la prende tanto. Continuo a mangiare la pizza, tra una patatina e l’altra Bill dialoga con Tom, a volte prende la parola April ma inevitabilmente viene ignorata da uno dei due. Io mi limito a guardarli mi piacciono le chiacchierate tra gemelli, sono interessanti. Finisco le patatine sotto lo sguardo di Tom, mi fissa da un po’ non so bene il motivo ma lo vedo leccarsi le labbra e muovere il piercing al labbro.

April: …Dicevo che Pamela ora mi odia perché ha saputo di quest’uscita, cavolo era la mia migliore amica! Un po’ mi dispiace per lei, ma sono contenta.
Bill: Potevi anche rifiutare no?
April: E perdermi una serata con Tom?!
Bill: Non è poi così speciale se nemmeno sa il tuo nome!
April: Bill non capisci niente!

Tom continua a guardarmi non ascolta più April ne Bill, i suoi occhi sono fissi nei miei, non distolgo lo sguardo i suoi occhi mi rapiscono, anzi vorrei capire qualcosa in più su di lui. Quello che ho letto su internet descrivono lui come un porco malato di fica, un Tom stronzo a cui non importa niente eccetto la musica e le sue groupies. Io però non credo a quello che scrivono le fan o i giornalisti, io voglio conoscere il vero Tom quello dietro le telecamere, quello che ho visto il primo giorno a Loitche. Mi alzo catturando l’attenzione di Bill che smette per un attimo di battibeccare con April, mi chiede se sto andando via la mia risposta è affermativa. Vado a pagare il conto e esco fuori so per certo che lui mi seguirà lo fanno tutti. Dopo poco sento una presenza dietro di me mi spinge in un vico poco distanza dalla pizzeria.

Hanna: Che vuoi Kaulitz?!
Tom: Se pensi di aver vinto ti sbagli, non sai praticamente niente su di me!
Hanna: Vero, speravo mi dicessi qualcosa tu!
Tom: Indovino, hai letto qualcosa su internet…
Hanna: Non mi fido del web!
Tom: Sai cosa significa? Passeremo due giorni insieme!
Hanna: La cosa ti rende allegro?!
Tom: -Appoggia le labbra sul mio collo- Molto allegro!

Sbuffo per i suoi modi lo allontano, lui ride mi viene dietro come un cagnolino mi spinge di nuovo contro il muro le nostre labbra sono vicinissime.

Tom: Ti sfido, baciami so che lo vuoi!
Hanna: Secondo me sei tu a volerlo!
Tom: Posso avere tutte le ragazze che voglio mi basta solo schioccare le dita.
Hanna: Allora non perdere tempo con me!
Tom: Mi piaci e presto o tardi sarai mia!

Lo spingo via faccio per andar via ma lui mi stringe il polso baciandomi, infila la lingua nella mia bocca mi lascio andare decido di rispondere, lui sorride mette le mani su i miei fianchi portandole sotto la maglietta. I suoi baci sono lenti e umidi dalle labbra scende sul collo si sofferma di più su quest’ultimo.

Hanna: -Sussurro- Tom…
Tom: -Lascia un bacio sul collo- Dimmi!
Hanna: -Gli do un calcio nelle parti basse- Ti avevo detto di non baciarmi!
Tom: -Si inginocchia contro il muso- Cazzo ma sei impazzita?!
Hanna: No, te lo sei meritato!
Bill: Hanna, dove sei??

Bill fuori dalla pizzeria mi chiama, lo raggiungo mi chiede se ho voglia di andare con lui in un locale accetto in fondo non devo tornare presto a casa, no? Mi giro vedo April china su Tom, ora mi guarda male è uno stupido, più cerca di portarmi a letto più si farà male. Io e Bill entriamo in macchina aspettando Tom e la bionda, appena chiude la portiera gli mando un bacino sorridendo, lo vedo perfettamente è incazzato penso che almeno se lo è non mi salterà addosso. Prevedo una notte di fuoco.

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Vestito di Hanna+Trucco di Hanna

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Ciao mi dispiace non aver aggiornato prima ma non avevo molto tempo per scrivere, oggi invece mi sono decisa e ecco sfornato un nuovo cap. Come sempre ringrazio chi la legge, chi commenta e chi non. Colgo l'occasione per dire, avete visto la nuova foto di Tom, mh è più bello del solito come si fa a non amarlo.

Fededudette: Grazie mi fa piacere che ti piaccia, si lei e la zietta sono forti insieme. Lei oltretutto non è la classica zia che vieta di fare qualsiasi cosa perchè è pericoloso, anzi lei a volte la sprona perchè vuole che hanna sia felice. spero ti piaccia questo cap, continua a seguirmi, kuss!

Paolina91: Grazie beh non volevo lasciarla troppo questa ff solo non avevo tempo per scrivere spero di aggiornarla presto. Tom vuole portarsela a letto, ci prova in tutti i modi ma lei lo rifiuta e per lui è una sfida che ben presto chissà può diventare qualcos'altro? xD

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Zia: Tra quanto hai detto arriva Tom?
Hanna: Tra mezz’ora credo, beh più o meno!
Zia: Oh, sicura che non arriva prima?
Hanna: Perché? Vuoi dare un festino in mia assenza? Vuoi venire con noi?
Zia: Oh no, no preferisco lasciarvi la vostra intimità!
Hanna: Smettila di dire cazzate, io e lui non siamo niente!
Zia: Certo, e questo week-end a cosa lo devo?
Hanna: Una semplice uscita tra amici? Ci sarà anche Bill quindi non cominciare a farti film mentali, non succederà proprio niente tra noi due.

Zia: Dici? Eppure l’ho incontrato stamattina e non mi ha accennato niente!
Hanna: Magari è riservato e non un chiacchierone come te!
Zia: Io non sono chiacchierona! –Dice offesa-
Hanna: Si che lo sei, ammettilo!
Zia: -Guarda l’ora- Tom non è puntualissimo…
Hanna: Mi stai cacciando per caso?
Zia: Ma non lo farei mai tesoro! Oh credo che il campanello abbia suonato!
Hanna: Non è vero, anzi vado io!

Entrambe corriamo all’ingresso, apriamo la porta ma inevitabilmente cadiamo addosso a Tom che non riuscendo a spostarsi vede cadere prima me e poi Gabry. Minchia che male la collana di Gabrielle il ciondolo che è appeso ad essa si è impigliato tra i miei capelli, Tom ne approfitta mi tocca ovunque a dire il vero un po’ mi piace sentire le sue grosse mani sui fianchi mi da un certo non so che di calore, mi sento protetta. Mi alzo togliendomi di dosso la zietta e aiuto Tom a rialzarsi. Corro di sopra finendo di sistemare le ultime cose mentre sento loro che parlano di sotto, cosa avranno mai da dirsi?

Zia: Tom dimmi la verità lei ti piace?
Tom: è bella e simpatica, credo che potrei divertirmi molto con lei!
Zia: Io non intendevo quel tipo di divertimento!
Tom: So cosa intendevi, e ti dico che non devi preoccuparti mi conosci no?
Zia: Si, Tom ti conosco per questo mi preoccupo.
Tom: Tranquilla mi ha rifiutato tante volte, è la prima volta che succede! –Ride-
Zia: Lei è unica non ne troverai altre.
Tom: Non cerco storie d’amore, non ho tempo per quelle.
Zia: Certo perché devi soddisfare tutte le fan che ti sbavano dietro.
Tom: Non la metterei su questo punto sai?
Zia: Tom non farle del male ok? So quanto vuoi raggiungere il tuo scopo solo che poi dovrai fare i conti con me, e non ti conviene conoscere l’altro mio lato!
Tom: è una minaccia per caso?
Zia: No, solo un avvertimento!

Scendo le scale e per caso sento le loro ultime parole, però non pensavo che la zietta fosse così protettiva, mi fa piacere che si preoccupi ma io so gestire i tipi come lui. Tom non l’avrà vinta ancora.

Hanna: Kaulitz andiamo sono pronta!
Tom: Mhh sei figa anche in tuta!
Hanna: Io lo sono sempre carino!
Tom: Per questo mi attizzi!
Zia: Tom…

Trascino la borsa e Tom fuori casa, Gabrielle ci segue ma io non le bado. Tom mette tutto dietro poi parte, Bill non c’è non è che mi hanno giocato un brutto tiro lui e suo fratello?

Hanna: Dove cazzo è Bill?!
Tom: Non si dicono le parolacce bimba!
Hanna: Poche chiacchiere, lui dov’è?
Tom: Aveva un impegno, e poi scusa hai paura a stare con me?
Hanna: No, dovresti essere tu ad averne!
Tom: Sono sicuro che diventeremo molto amici!
Hanna: Vedremo…
Tom: Dai non essere arrabbiata, mi piace quando sorridi!

Che paraculo che è, giro la testa guardando il finestrino non voglio che mi veda sorridere perché odio cedere facilmente. La sua mano si posa sulla mia coscia ora gli do un pugno, lo fisso lui sorride innocente poi la toglie per cambiare marcia.

Hanna: -Scherzando- Sei una testa di cazzo Tom!
Tom: Grazie, non me lo hanno mai detto.
Hanna: Beh c’è una prima volta per tutto!
Tom: C’è anche per un'altra?!
Hanna: -Rido- No, carino! So cosa vuoi e il mio fiore non verrà impollinato da te!
Tom: Eh? Impollinato?
Hanna: Lascia stare. -Sbuffo- Di un po’ tra quanto arriviamo?
Tom: Guarda li!

Guardo dove a indicato e vedo l’insegna del lago e un cartello dove dice che la zona ospita anche campeggiatori, infatti ci sono due roulotte. Tom trova un posto appartato e non visibile dagli altri, beh suppongo per via che è un musicista. Immagino che se c’è qualche ragazzina sua fan la vacanza si rovinerebbe, meglio evitare.

Tom: Ok, bimba ora Tom ti fa vedere come si monta una tenda!
Hanna: Ah si? –Mi siedo- Vediamo di cosa sei capace!
Tom: Ti stupirò piccola!

All’inizio mi è sembrato un po’ confuso, le istruzioni dicevano altro la prima volta è riuscito a montarla ma mancava un pezzo non era per niente come la figura. La seconda appena è entrato dentro la tenda si è richiusa chiudendolo dentro, morivo dalle risate mentre lui sparava bestemmie a destra e a manca. Finalmente dopo quasi un ora è riuscito a montare la mia e la sua, non ne potevo più la pancia mi dolorava, non ho mai riso tanto in vita mia.

Hanna: Stanco?!
Tom: Ma va? No, anzi ho una fame tremenda!
Hanna: Che dici non è nemmeno sera!
Tom: -Sorride- Io avrei una cosa in mente per far passare il tempo!
Hanna: -Lo guardo storto- No!
Tom: Ma non sai nemmeno cosa voglio dire!
Hanna: So cosa vuoi dire, e la mia risposta è no!
Tom: Non intendevo il sesso se è questo che pensavi!
Hanna: Ah, no? E cosa pensavi?!
Tom: Andiamo a fare il bagno!
Hanna: E questo è tutto ciò che la tua mente ha saputo pensare?
Tom: Ehy non offendere!

Tom comincia a spogliarsi, resto a bocca aperta ma a lui non lo do a vedere, faccio l’indifferente. Resta a petto nudo mi mordo il piercing, ha un fisico stupendo, passa hai jeans li sbottona piano facendoli scendere lentamente se vuole farmi morire questo è un buon modo per farlo. Resta in costume sorride e alza lo sguardo su di me, io da finta indifferente come se la cosa non mi abbia toccata minimamente applaudo sorridendo.

Tom: Piaciuto lo spettacolino? Se vuoi ne faccio un altro stanotte!
Hanna: No, grazie mi è bastato questo, buona nuotata!
Tom: Tesoro tu vieni con me, non crederai mica che vado da solo?
Hanna: Tanto non ci vengo, e non puoi obbligarmi!
Tom: Certo che posso!
Hanna: Che vuoi dire?!

Tom mi prende sollevandomi di peso mi porta nella mia tenda scava in borsa e tira fuori un bikini rosso, mi dice di metterlo e che se non lo faccio lo farà lui. Esce e io sbuffando mi spoglio.

Hanna: -Incrocio le braccia- Contento?
Tom: -Leccandosi le labbra- Mh, molto mi fai eccitare bimba!
Hanna: Si, si ora muoviti!

Lo tiro fino al lago, non dista molto dal campo anzi pochissimo, noto il suo sguardo sul mio culo, a dire il vero la mutandina si infila nelle chiappe a mo di perizoma. Tom non perde l’occasione di tuffarsi, io no lo guardo dalla riva, mi bagno solo i piedi così non mi rompe.

Hanna: Hai finito di guardarmi il culo?
Tom: Hai finito di fare l’antipatica?
Hanna: Stupido…
Tom: Oh, sono riuscito a farti stare zitta!
Hanna: Fanculo –Sto per tornare indietro-

All’improvviso mi sento prendere da dietro e in meno di un minuto quello scemo mi butta in acqua, io sputo poiché ne ho bevuto un po’, lui ride oh caro Tom ora me la paghi. Faccio finta di nulla mi avvicino lui continua a ridere, lo butto in acqua ma cado anche io con lui. Ci ritroviamo vicinissimi lui non perde occasione e cinge i miei fianchi impedendomi di allontanarmi.

Tom: -Sussurra- Perché cerchi in tutti i modi di resistermi?
Hanna: Non sono io che non ti resisto sei tu che non sai resistermi!
Tom: -Ride- Questa è bella, io sono il Sex-Gott piccola!
Hanna: -Scocciata- Non mi importa chi tu sia, per me sei solo Tom non Tom Kaulitz!
Tom: E mi piaci perché non mi tratti da star, non mi sbavi hai piedi come le altre, sei diversa e questo mi attrae ma non posso avere una storia, sono famoso.
Hanna: Allora smetti di provarci, smettila di farmi sentire un trofeo da esporre dopo la vittoria.
Tom: Non lo sei mai stata…
Hanna: Sai Tom si può essere anche solo amici, non conta solo il sesso è sbagliato metterlo al primo posto in tutto!

Tom non risponde mi guarda negli occhi mi sento un po’ in imbarazzo a dire il vero, il suo sguardo è fisso mi chiedo a cosa sta pensando, io credo nell’amicizia tra uomo e donna, so che due amici possano restare solo amici senza che entri in mezzo il sesso, poi beh se succede per me non cambierebbe niente. Se facessi sesso con il mio migliore amico, il giorno dopo non cambierebbe nulla, saremmo sempre amici il sesso non cambia le cose sono gli uomini a far si che cambino. Sento le sue mani stringermi si avvicina al mio viso, tra poco mi bacia, mi chiedo se è stupido o cosa. La sua bocca mi sfiora la guancia, le nostre fronti si toccano lui respira i piercing si toccano, ora mi bacia lo sento, ma all’improvviso mi lascia e torna al campo. Mi tocco le labbra fredde, non mi ha baciata eppure nel mio cuore sento chiaramente che quel bacio io lo volevo.

Hanna: Tom dormi?!

Non riesco a prendere sonno mi avvicino alla sua tenda, sembra dorma profondamente. Mi allontano quando mi afferra la mano tirandomi a lui.

Tom: -Sussurra- Mi hai svegliato!
Hanna: Scusa è che…fa nulla!

Tom: Cosa c’è?
Hanna: Non riesco a prendere sonno!
Tom: So come farti prendere sonno.
Hanna: -Lo guardo male- Si, certo!
Tom: Perché pensi che ho in testa solo il sesso?
Hanna: Non lo so, perché sei un maschio e pensi solo con l’uccello?
Tom: Mi offendi e no non penso solo col cazzo!
Hanna: Che bravo Tom ora anche volgare sei.
Tom: Colpa tua!
Hanna: Se dobbiamo battibeccare me ne torno in tenda.
Tom: No, resta qui!

Tom mi fa stendere accanto a lui, si sposta e mi infilo nel suo sacco a pelo, dorme in mutande e maglietta, io ho solo una camicia da notte corta con spalline sottili azzurra. Siamo vicinissimi sento perfettamente il suo corpo a contatto con il mio, mi abbraccia dicendo che non a cattive intenzioni, gli credo non sembra mentire infondo penso che lui sia una brava persona. Appoggio la testa sul suo petto è caldo peggio di una stufa, ma non mi dispiace, mi accarezza i capelli chiudo gli occhi ma prima di addormentarmi alzo la testa rubandogli un piccolo bacio, un bacio della buona notte. Lo sento sorridere e tutto intorno diventa scuro.

”Sai Tom credo che tu mi piaccia, ma non posso innamorarmi di te, come hai detto tu sei famoso e non vuoi una relazione duratura, rispetto la tua decisione, saremo buoni amici lo prometto. Il mio cuore è già stato spezzato troppe volte i cocci sono piccoli frammenti impossibili da rimettere insieme, non sono pronta per un'altra delusione per questo non voglio concedermi a te. Ti voglio bene, è tutto ciò che posso dirti.”

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Italia, Roccafiorita

Martedì. Oggi è il giorno libero di Andrea, ne ha approfittato per andare in palestra si è accorto di avere un po’ di pancetta e ha deciso di smaltirla. Mentre prende i pesi incontra Sara una ragazza che lavora in una profumeria di fronte al ristorante cinese dove lui lavora. Si incontrano spesso per pranzo dove lui le offre da bere o lei un panino. Sara è carina e simpatica, lei è mora ha i capelli lunghi e lisci, occhi nocciola penetranti, labbra rosee perfette, il fisico asciutto, è magra ma ha tutte le curve al punto giusto, è la compagna perfetta ma lui non pensa al matrimonio come sua madre, lui pensa a oggi non a domani. Sara si avvicina sorridendo salutandolo con la mano, lui ricambia stringendola in un dolce abbraccio.

Sara: Ehy pensavo lavorassi!
Andrea: Ieri avevo il doppio turno quindi oggi libero, ho approfittato per allenarmi!
Sara: Anche io infatti sono con un amica!
Andrea: Capisco, hai provato lo zumba?
Sara: -Ride- Si, è divertente dovresti farlo anche tu!
Andrea: Eh un giorno di questi…
Sara: Lo si fa insieme!
Andrea: Ok affare fatto!
Sara: Ho saputo di tua sorella, mi dispiace dev’essere dura stare lontani.
Andrea: Si, anche a me manca, ma penso che lei si stia divertendo in Germania.
Sara: Beh anche io mi divertirei se fossi così lontana, ne approfitterei finché potrei.
Andrea: Ah si allora credo che lei faccia esattamente come hai appena detto!
Sara: E tua madre che dice?
Andrea: Beh per avercela mandata mh…a dire il vero non lo so, lei è inespressiva!
Sara: -Ride- Vuoi dire che non ha emozioni?!
Andrea: Dico solo che non si rivela mai per ciò che realmente è!
Sara: E secondo te che persona è?
Andrea: -Si guarda le mani- Una persona molto sola!

Sara stringe Andrea in un abbraccio di conforto anche se non comprende fino in fondo il suo stato d’animo malgrado in cuor suo ha già provato quello che adesso Andrea prova verso la sua famiglia.

Sara: Mi dispiace, se posso fare qualcosa non esitare a chiamarmi!
Andrea: Grazie sei una cara amica Sara!

Tutt’ad un tratto Sara diventa cupa., Andrea le chiede il motivo della sua improvvisa tristezza.

Sara: Ho sentito che è tornata Carol!
Andrea: Cosa?
Sara: Ho saputo che l’anno vista in centro qualche giorno fa…
Andrea: -Abbassa lo sguardo- Merda!

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vestito di Hanna Campeggio

Bikini Hanna

Ciao o per meglio dire buona sera, eh mi sento un pò in imbarazzo è da troppo che non posto solo farmi venire un idea per ogni capitolo è difficile, scrivere qualcosa di buono e decente non affatto facile. In questo capitolo c'è una new entry Sara, un amica di Andrea ma solo un amica o qualcosa di più? xD E presto anche un altro personaggio entrerà a far parte del cast. Che posso dire leggetela e ditemi cosa ne pensate, avere dei suggerimenti in più su come migliorarla fa sempre bene, e beh buona lettura mi scuso ancora per l'enorme ritardo, kuss!

Paolina91: Ciao spero ti sia piaciuto questo capitolo, beh tutte le fan di Tom credo che sperano di avere qualcosa di più da lui o altre si accontentano anche di una sola notte con lui, invece hanna non cerca una notte con Tom non vuole essere come le sue groupies. Per Tom invece è come una sfida cerca in tutti i modi di sedurre Hanna, ma non ci riesce e per lui che non ama perdere anche se lei lo rifiuta ogni volta lui non si scoraggia e pensa che prima o poi lei cederà, cosa che accadrà? xD Beh posso dire solo che da questo capitolo in poi il rapporto Hanna-Tom sarà più intenso, non dico che succederà qualcosa tra i due ma ci saranno momenti particolari tra loro e beh continua a seguirmi e lo scoprirai! Ciao notte!

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Giovedì. Sono ancora intrappolata in questo buco di Loitsche non fraintendetemi non ho niente contro le piccole città ma tutti i giorni è sempre la solita routine nulla di nuovo. Ho saltato due ore di matematica la prof Fiona Smith non la reggo la sua voce da papera è in sopportabile. La palestra è il mio luogo di rifugio oltre le scale antincendio, ma fuori diluvia e non voglio tornare zuppa a casa. Mi accendo una sigaretta a Gabry non da fastidio che fumi ma mi dice sempre che morirò se continuo a fumare è una rompiballe a volte. Non sono una fumatrice ma ogni tanto una cicca non fa male, anche la mia compagna di banco fuma e quando decidiamo di saltare una lezione inevitabilmente ci ritroviamo a chiacchierare e fumare insieme come vecchie amiche. Lei è un tipo strano ma vivace e simpatica, non ha tutte le rotelle al proprio posto ma mi va bene, devo solo riuscire a fidarmi di nuovo. Dopo la storia di Carol quello che facevano insieme la rottura della nostra amicizia è stato troppo per me, non riuscirò ad avere vere amiche come lei era la mia migliore amica ma il suo errore ha gravato su tutti. Aspiro il fumo guardo le gocce di pioggia scendere lentamente lungo il vetro delle finestre mi sento in pace la campanella suona spengo la cicca e mi unisco agli altri in corridoio. Una mano si posa sulla mia spalla mi giro e Vera mi sorride.

Vera: Ehy nana, non ti ho vista in classe dov’eri?
Hanna: Non la reggo la prof e quindi…
Vera: Nemmeno io la prossima volta avvertimi che la salto pure io!
Hanna: Ah si? Ne saresti capace?
Vera: Tesoro prima che arrivassi ho scoperto tanti luoghi per sottrarsi dalle lezioni!
Hanna: Buono a sapersi, andiamo in mensa c’ho una fame!
Vera: Certo, ehy prima di uscire dall’aula ho sentito Stephanie e le sue amiche che parlottavano.
Hanna: Novità?
Vera: Parlavano di come Stephanie abbia scopato con uno…
Hanna: Dimmi un solo ragazzo a cui non gliel’abbia data!
Vera: Mh…l’assistente del preside, ne sono sicura.
Hanna: -Fingendomi esaltata- Che bello, e poi?
Vera: Stephanie è stata in discoteca qualche giorno fa e ha incontrato Tom…
Hanna: Kaulitz?!
Vera: Eh si, ormai lo sanno tutti che i gemelli sono in città!
Hanna: Capisco e allora? Anche se conoscendo lui è una cosa normale…

Arriviamo in mensa è strapiena prendiamo entrambe un hamburger, patatine fritte, io un insalata e cola cerchiamo un tavolo e andiamo ad occuparlo. Non posso crederci Tom è stato con quella barbie odiosa, beh non c’è da aspettarsi troppo lui va con tutte non guarda in faccia nessuno, si scoperebbe anche le maniglie delle porte se solo respirassero.

Vera: Ma una cosa mi ha insospettita..
Hanna: Che Stephanie non gliel’ha data bene?!
Vera: Ahah questo anche è successo una volta, che figura. Ho sentito che mentre Tom veniva abbia sussurrano un certo nome…
Hanna: E? –Le dico spronandola-
Vera: Ha detto “Hanna”

Mi strozzo con una patatina Vera mi guarda sorridendo, bevo un po’ di cola riprendendo il respiro regolare.

Hanna: Che c’è?
Vera: Io scommetto che la “Hanna” che Tom ha chiamato quella notte sia tu.
Hanna: Io non sono mai stata a letto con Tom.
Vera: Lo so, so che tipo sei e ti stimo, ma penso anche che c’è stato qualcosa tra voi che non è tra le lenzuola.

Hanna: Ti sbagli siamo amici, solo semplici amici, non potrei mai stare con uno come lui.
Vera: Non dirlo Hanna che poi te ne penti, Tom non è come pensi.
Hanna: Parli come se conoscessi il vero Tom!
Vera: In parte è così, ma ci sono molte cose di Tom che nessuno sa forse nemmeno suo fratello!
Hanna: Mh, questo mi sembra improbabile…
Vera: Sono stata la ragazza di Bill per un po’ prima che partissero per il loro primo tour mondiale.
Hanna: Davvero? E come mai è finita?
Vera: Che domande viviamo in mondi troppo diversi per poter stare insieme, ma chissà…-Sorride imbarazzata- Ehy ti va di andare in un posto stasera?
Hanna: Che genere di posto?
Vera: -Scherzando- Uno dove si balla fino a stancarsi, si fuma fino alla nausea, ci si ubriaca fino a non sapere più niente, e dove c’è sesso e rock and roll! Ci stai?
Hanna: Sarebbe come un ritorno alle origini, mh…ok ci sto a che ora sarebbe previsto?
Vera: Dopo le 23:00 dirai a tua zia che dormirai da me così non sospetterà nulla, e non preoccuparti i miei non diranno niente anzi ci copriranno!
Hanna: E sia, stupiscimi!
Vera: A stasera ti mando una mail con l’indirizzo di casa mia, devo andare a lezione…
Hanna: Inglese?
Vera: Si, anche tu?
Hanna: Andiamoci insieme va!
Vera: -Ride- Pensi che potremmo essere grandi amiche noi due?!
Hanna: Se mi mostri che in questo buco ci si diverte certo che si!

Ridiamo incamminandoci verso l’aula, mi giro noto lo sguardo di Stephanie e del suo gruppetto addosso, non mi importa di loro, cammino sicura di me fuori dalla mensa credo di averla infastidita e penso che un po’ abbia ascoltato il nostro discorso su “Tom”. Vera mi ha detto che è una fan di Kaulitz, tipico una sciacquetta come lei come non poteva essere una sua fan? Le lezioni passano in fretta per mia fortuna, ma fuori piove ancora e io non ho l’ombrello, mi tocca aspettare che smetta di piovere, che palle e io che pensavo di rientrare presto.

Nathaniel: Hanna come mai ancora qui?
Hanna: Segretario e lei invece?
Nathaniel: Da quando ci diamo del lei?
Hanna: Mh…pensavo che a scuola dovessimo tenere un certo comportamento!
Nathaniel: Si, è vero ma sono andati tutti via, per cui non vedo il problema!
Hanna: Giusto, allora come mai non sei già andato via?
Nathaniel: Eheh, ho perso tempo col sistemare alcune scartoffie, tu aspetti tua zia?
Hanna: No, magari lei è al lavoro, sto aspettano che smetta!
Nathaniel: Beh non ti lascio qui, ti do un passaggio ho la macchina qui fuori!
Hanna: Non vorrei disturbare…
Nathaniel: Ma figurati nessun disturbo lo faccio volentieri.

Mi offre il suo ombrello, mi stringo a lui quel poco che basta per starci entrambi affrettiamo il passo raggiungendo il parcheggio poco distante dall’istituto. Appena accende la macchina parte la radio e una canzone che mi fa sbarrare gli occhi.

Hanna: No, non ci credo Justin Bieber?! Ti piace sto tizio?!
Nathaniel: -Rosso- Beh che c’è? Si mi piace e allora?
Hanna: -Soffocando le risa- Niente ma pensavo ascoltassi di meglio, che “Baby, baby, baby oh…” –Canticchio sfottendolo-
Nathaniel: Devo lasciarti qui a piedi?
Hanna: Hanna trova sempre un passaggio!
Nathaniel: Guarda lo potrei fare ma…
Hanna: Ma cosa?!
Nathaniel: Sono un signore io per cui ti accompagno!
Hanna: Uno che ascolta Justin Bieber ahah!
Nathaniel: Ok, basta che ne dici se usciamo stasera?
Hanna: Perché?
Nathaniel: Perché mi sei simpatica!
Hanna: Non è un buon motivo.
Nathaniel: Ok ho capito o hai il ragazzo o non vuoi uscire con me.
Hanna: Ho altri impegni e poi tu sei il segretario.

Siamo arrivati sotto casa mia faccio per uscire quando lui mi ferma stringendomi il polso.

Nathaniel: Dai Hanno solo una cena.
Hanna: Devo andare, grazie del passaggio!

Affretto il passo chiudendo la porta alle spalle, nei suoi occhi c’era qualcosa l’ho sentito. Guardo dalla finestra la sua macchina non c’è più, me no male è andato via. Gabrielle non è ancora tornata la casa è così vuota, chiamo Bi mi manca. Suona ma nessuno risponde, mh riprovo ed è ancora occupato, beh non c’è due senza tre e finalmente alla terza una voce risponde.

Hanna: Ciao Bi! –Dico allegra- Che facevi non mi hai risposto subito!
Bill: Ehm…ero in bagno eh facevo delle cose…
Hanna: Cose del tipo masturbarti e…
Bill: -In evidente imbarazzo- Ma che dici? Non mi stavo masturbando!
Hanna: Ok, scusa, mi annoio passi da me?
Bill: Mh, c’è tua zia?
Hanna: No è al lavoro perché me lo chiedi?!
Bill: Allora vieni tu da me!
Hanna: Fai sul serio?
Bill: Certo dai ti aspetto.

Fantastico mi chiude il telefono in faccia odio quando succede. Salgo in camera butto la borsa sulla sedia, mi spoglio togliendomi la divisa scolastica, in intimo vado in bagno accendo la radio mi piace sentirla mentre faccio la doccia vorrei restare per sempre qui sotto l’acqua ma non posso, ci metto giusto una ventina di minuti. Preparo i vestiti e il borsone per stasera spero che Gabry non faccia storie. Indosso l’intimo che consiste in tanga e reggiseno azzurro di pizzo, amo l’intimo ne ho due cassetti pieni. Mi specchio mi trovo decisamente ok, non sono vanitosa non lo sono mai stata. Apro l’armadio scelgo dei vestiti semplici opto per una maglietta bianca, pantaloncino rosso, giacchino verde e una sciarpa blu e azzurra, per le scarpe non so non voglio mettere i tacchi, prendo da sotto il letto un paio di ballerine rosse, le guardo, ma si vada per queste. Faccio una coda alta non mi trucco tanto non devo fare colpo su nessuno, prendo le chiavi e i miei inseparabili occhiali da sole, mi dirigo verso casa Kaulitz.

Tom: Aspettiamo chi di grazia?
Bill: Tom non fare l’antipatico arriverà tra poco!
Tom: Se solo mi dicessi chi sarebbe più facile.
Bill: Mio dio come sei impaziente e comunque guarda che la conosci pure te!
Tom: Mh…-Ci pensa- Non sarà mica la ragazzina coi capelli blu?!
Bill: Tom, Hanna è mia amica!
Tom: Se non la conosci nemmeno…
Bill: Nemmeno tu la conosci e già volevi portartela a letto!
Tom: Che c’entra?! Io volevo solo provarla! –Disse con ovvietà-
Bill: -Sgranando gli occhi- Provarla? Cos’è una fetta di prosciutto?!
Tom: -Ride- Ma dai sai cosa voglio dire!
Hanna: Io no, se sei così gentile a spiegarmelo!
Bill: -Salta sul posto- Oh gott, ma quando sei arrivata?!
Hanna: Solo ora, perché c’è qualcosa che non avrei dovuto sentire?
Bill: Figurati proprio niente, -Mi guarda da capo a piedi- Mi piace il tuo look se fossi femmina mi vestirei come te, eh si!
Hanna: -Gli do un pungo innocente sul braccio- Ma sta zitto, prendi in giro eh?
Bill: -Mi abbraccia- Non lo farei mai sei la mia amica!

Sorrido a quell’affermazione è da tanto che non sentivo chiamarmi in questo modo, credo che se fossi stata da sola una gocciolina mi sarebbe caduta dagli occhi. Ricambio l’abbraccio e sorridiamo entrambi come ebeti, sono particolarmente felice.

Tom: Fate pure come se non ci fossi eh?! –Disse offeso-
Hanna: -Mi avvicino- Tom?!
Tom: -Mi guarda socchiudendo gli occhi a due sottili fessure- Mh…che c’è?
Hanna: -Gli faccio segno di abbassarsi- Buon giorno anche a te Tom!

Gli do un bacino sulla guancia beh in verità è quasi vicino al labbro vicinissimo al suo piercing. Lui ne approfitta mettendo le sue mani sui miei fianchi, sorride da marpione, siamo fronte contro fronte sorride malizioso lui, io sono tranquilla.

Tom: -Sussurra- Vuoi farmi proprio impazzire vero?!
Hanna: Io? Che ho fatto? –Come se la cosa non fosse ovvia-
Tom: So a cosa stai pensando e ti accontenterò ma sappi che Tom Kaulitz ha molte carte nella manica, e le userà tutte puoi starne certa.
Hanna: Beh, -Piego la testa di lato- Non vedo l’ora che tu le scopra tutte!

Tom sorride mette un braccio intorno al mio collo Bill si affianca cominciamo a camminare, gli chiedo dove stiamo andando rispondono ad un parco dove non va quasi mai nessuno ma è ancora in buone condizioni. Ci sediamo su delle giostre, Bill su un cavallo a dondolo, io sull’altalena e Tom in una tazza girevole.

Bill: Hanna ci racconti qualcosa di te?
Hanna: Qualcosa del tipo?!
Bill: Qualunque cosa tu voglia anche la più stupida!
Hanna: Beh non saprei, facciamo così prima mi raccontate voi qualcosa poi io!
Bill: Puoi sapere tutto se vai su internet…
Hanna: No, li saprei tutto sui Tokio Hotel ma io voglio sapere tutto su Tom e Bill non sul cantante e chitarrista, non mi interessa quello che scrive la stampa.
Bill: Beh sai alla fine penso di essere un po’ come il Bill famoso, ma non sono così presuntuoso o pieno di me come appaio. Non mi credo migliore degli altri, amo la musica per ora è la mia priorità…
Hanna: Hai mai pensato di smettere?
Bill: A volte si, sai le fan che non ti lasciano un attimo di privacy, i molteplici impegni a volte ho seriamente pensato di smettere ma poi deluderei tutte le persone che credono in me e questo mi da la forza di andare avanti.
Tom: Io credo che continuerò fino alla fine a suonare non ho altri sogni, niente e nessuno ostacolerà la mia passione.

Tom che fino a poco tempo fa è stato zitto ora se ne esce con questa frase, che vuoi dire con ciò? Che se provassimo a stare insieme la tua carriera potrebbe finire o addirittura se dovessi scegliere preferiresti sempre e comunque la tua carriera? Scusa Tom ma così non va affatto bene.

Bill: Che cosa cattiva che hai detto Tom!
Tom: Io non credo, è quello che penso.
Hanna: Ehy Bill come vai a ragazze? –Dico ignorando lo sguardo di Tom sulla mia persona-
Bill: Ehm io veramente, non ho la ragazza.
Tom: Bill è gay perciò non c’è l’ha.
Bill: -Lo fulmina- Ma sta zitto stronzo sai che non è vero!
Tom: -Ride- Scherzavo idiota!
Hanna: Che bell’amore fraterno wow!
Bill: Si, noi ci prendiamo in giro ma ci vogliamo bene!
Tom: Parla per te…
Bill: Zitto, prr –Mi guarda- Tu hai fratelli Hanna?
Hanna: Si, è in Italia mi manca moltissimo.
Bill: Io non riuscirei a stare lontano da Tom per tanto tempo…

Guardo Tom che un po’ è arrossito per l’affermazione del gemello, ridacchio lui mi mostra il dito medio. Mi squilla il cell è un messaggio, Vera mi ha mandato il suo indirizzo di casa. Mi chiedo che tipi erano Bill e Vera insieme, se lei è un po’ strana non riesco a immaginare loro due come coppia, sarebbero strani e allo stesso tempo perfetti insieme. Bill mi chiama allontanandomi dai miei pensieri, gli sorrido.

Hanna: Non è nulla stasera vado a una festa se così si può chiamare.
Tom: Dove si troverebbe sta festa?
Hanna: Non lo so, Vera ancora deve dirmelo.
Bill: -Sgrana gli occhi- Vera?! La conosci?!
Hanna: Si, andiamo alla stessa scuola, perché?
Tom: Era la sua ragazza, se l’è fatta qualche volta.
Hanna: Zitto tu, pensi solo a trombare mio dio mi fai quasi schifo.
Tom: Grazie, un bel complimento!
Hanna: Prego ma figurati non c’è di che!
Bill: Ti ha detto qualcosa?
Hanna: Qualcosa di che tipo?
Bill: Boh non so, qualcosa di…me?
Hanna: Ah, questo vuoi sapere beh caro Bi, lei non mi ha detto niente di te solo che stavate insieme.
Bill: -Sembra deluso- Ah…
Tom: Te l’ho sempre detto che non faceva per te, o almeno dovevi provarci di più!

Bill non risponde restiamo zitti tutti e tre, sbuffo odio quando non si sa di cosa parlare. Lasciamo il parco poco dopo mi dispiace per Bi, penso che dopotutto non abbia dimenticato Vera ma le cose cambiano sempre. Mi affretto a raggiungere casa ma qualcuno di mia conoscenza mi ferma, so perfettamente chi è. Lo guardo scocciata aspettando che dica qualcosa.

Tom: Ho qualche possibilità con te magari stasera?

Sorride malizioso muovendo il piercing, indietreggio toccando il muro, sono di nuovo con le spalle al muro come quella sera. Le sue mani si impossessano dei miei fianchi, mi piace essere toccata da lui è bello mi sento bene in sua presenza, è un po’ come stare con Andrea. Ma Tom non è mio fratello, per fortuna altrimenti sarebbero stati solo errori e non so se li avrei mai potuti superare. Lui continua a parlarmi con voce sensuale ma io non ascolto sono troppo presa dai miei pensieri mi soffermo a guardare ogni movimento del suo viso. Sento le labbra umide e sgrano gli occhi, mi ha appena baciato.

Tom: -Sorride piegando la testa di lato- Ora mi ascolti?

Hanna: Ero sovrapensiero…-Dico vaga-
Tom: C’è voluto il bacio del principe per risvegliarti?
Hanna: Non dormivo, tu non sei un principe e non ho bisogno dei tuoi baci per svegliarmi dai miei pensieri caro Tom! E per la cronaca quante volte dovrò ripeterti di non baciarmi sei scemo o cosa?!

Tom: Puoi ripeterlo all’infinito, ma io ti bacerò lo stesso, quindi – Si avvicina- puoi anche smettere di ripeterlo.

Finisce la frase e mi bacia, ci penso a lungo il suo ragionamento non è sbagliato, tutte le volte gli ripeto di non farlo ma lui non mi ascolta. Allora cosa devo fare? Se gli do via libera lui non mi bacerà solo ma proverà a fare altro, a fare cose che io non gli permetterò mai di fare. Ci baciamo per più di dieci secondi, sembriamo due bambini che si baciano per la prima volta. Sta per allontanarsi ma mi rendo conto che non voglio che si allontani, è come una droga, una volta che la provi ne vuoi sempre di più. L’unico problema è che io non ho mai provato Tom e sono sconvolta per ciò che provo nei suoi confronti. Credo che sia qualcosa di profondo, e qualcosa di nuovo per me, poche volte mi sono davvero innamorata di qualcuno, solo che appena cominci ad amare inevitabilmente inizi anche a soffrire e io odio stare male per qualcuno, soprattutto se il soggetto che mi fa star male è un ragazzo.

Tom: -Carezzandomi la guancia- Ehy…

Non so nemmeno io cosa mi sia passato per la testa ma non tutto si può spiegare, so solo che prima di salutarci prima di prendere due strade diverse io devo sentire il suo sapore ancora una volta. Le mie mani si spostano sui lembi della sua maglietta lo tiro approfondendo il contatto tra noi, mi avvicino lentamente fino a che la mia bocca tocca la sua. Fu un bacio lento ma colmo di passione e desiderio.

Tom: Vuoi davvero farmi impazzire vero?!
Hanna: Impazzire?! Ma no! –Lo guardo- Ti preferisco sano di mente!
Tom: Eppure è esattamente ciò che stai facendo!

Ok, ora è troppo mi sta prendendo in giro e non mi piace che qualcuno si prenda gioco di me.

Hanna: Smettila sappiamo entrambi che è solo un gioco, solo che io non ti devo niente, e poi so dove lo hai infilato! –Dico con una punta di acidità ripensando a Stephanie-
Tom: -Ci pensa- Gelosa?! Lo so non sei la prima.
Hanna: Non sarò nemmeno l’ultima!

Faccio per andare via ma lui mi blocca ancora al che io mi altero, fortunatamente un clacson lo distrae, ne approfitto e fuggo via dalla sua presa. Lui mi guarda lontano ma per poco torna sui suoi passi chiudendo il portone di casa alle sue spalle. È uno stupido, stupido Kaulitz ma…guardando quel muro vuoto mi viene da sorridere. Mi do della schiocca io sono più forte di lui, io sono Hanna.

Hanna: Ciao giusto in tempo! –Le dico entrando in fretta in macchina-
Vera: Ehy da chi correvi via?
Hanna: Da un potenzia maniaco. –Rido-
Vera: Mh, un maniaco che sia chiama Tom? –Ride a sua volta-
Hanna: Può darsi, ehy aspetta devo prendere la mia borsa.
Vera: Non preoccuparti me l’ha data tua zia, le ho già detto tutto tranne della festa ovviamente!
Hanna: Giusto, a proposito…
Vera: Cosa c’è devi dirmi qualcosa?
Hanna: Mi racconti qualcosa di voi?
Vera: Di voi chi?
Hanna: Andiamo sai di chi parlo, di te e di Bill!

Vera: Oh, beh ci siamo conosciuti quando il gruppo era ancora all’inizio ma non per questo sconosciuti, anzi avevano la loro fama e i pochi fan. Mi sono innamorata subito di Bill, lui è dolce e protettivo e super geloso –Ride- ricordo che litigavamo spesso quando per scherzo guardavo un altro e lui per dispetto ci provava con le sue fan. Ci lasciavamo e ritornavamo insieme come quando ti cambi un paio di calzini. Mi piaceva farlo incazzare perché è bellissimo quando sbraita, e dopo fare la pace lo è ancora di più.

Hanna: Wow –Esclamo con il mio solito umore- Da come ne parli sembri ancora molto presa da lui!
Vera: Vedi Hanna è facile innamorarsi di un ragazzo poi se questo ragazzo è Bill è ancora più facile, ma la cosa più difficile è che se ti innamori di Bill Kaulitz non puoi più dimenticarlo!

Le sue parole mi fanno stranamente pensare a Tom io non sono innamorata di lui lo saprei se lo fossi, mi da solo fastidio il suo comportamento, tratte le ragazze come se fossero oggetti di certo non mi importa di quante ne ha portate a letto mi dispiace per loro perché non saranno mai niente di più che una scopata per Tom. Non lo conosco benissimo per giudicarlo ma i suoi modi mi fanno incazzare ma al tempo stesso sento qualcosa che va oltre l’attrazione fisica. Non so spiegarlo è complicato poi se si parla di me lo è ancora di più, beh con il tempo si vedrà giusto? Un mess cattura la mia attenzione è di Tom!

“Non sono lo stronzo che tutti credono sono qualcosa di molto di più, devi solo imparare a conoscermi. Posso mostrarti il vero Tom se vuoi ma attenta ti potresti seriamente innamorare di me, dopotutto io sono Tom. A stasera micia, kussen!”

Vera: è Tom?
Hanna: è lui!
Vera: Ci divertiremo stasera.
Hanna: -Sorrido maliziosa- Non vedo l’ora!

◕‿◕◕‿◕◕‿◕

vestito di Hanna

Ciao nuovo cap, so che ci metto sempre tanto a pubblicare mi scuso ogni volta e anche ora però l'importante è non abbandonare una storia per questo voglio solo dire che ringrazio chi la commenta, chi no, chi la legge e basta, chi l'ha messa tra i preferiti, le seguite etc... ho poco tempo devo andare ma tra qualche capitolo il rapporto tra il nostro Tommino e la bella Hanna si intensificherà e entrambi scopriranno molte cose un bacio a presto! ◕‿◕ Dimenticavo "Siwon" grazie di averla letta spero ti piaccia questo cap xD

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Hanna: Tua mamma è un po’ strana! –Esclamo all’improvviso-
Vera: Strana, in che senso?
Hanna: Beh, strana come lo è una qualsiasi mamma hippie.
Vera: Che? –Ride- Chi ti ha detto che i miei sono hippie?
Hanna: Gabrielle, vuoi dire che non è così?
Vera: Ah si? Allora è strana pure lei.
Hanna: Questa non è una novità, che non ci sta con la testa si sa…
Vera: Dai, non offenderla è così simpatica!
Hanna: Guarda, sono la prima a pensarlo.
Vera: -Ride- Beh, comunque i miei genitori, diciamo che a volte si comportano come due ragazzini, due adolescenti in fase di crescita, ma non vuol dire che non sono responsabili, anzi sono dei bravi genitori.

Annuisco, anche se non li conosco le credo, vorrei anche io una madre come la sua, abbiamo parlato poco ma è diversa dalla mia lo è molto, Vera sorride.

Hanna: Cos’è quel sorrisetto??
Vera: Allora cara Hanna, cosa c’è tra te e Tom Kaulitz? Non dirmi quel tuo famoso “Niente” perché non ci credo!

Sbuffo gettandomi sul suo letto, prendo un cuscino portandolo sul viso. Cosa dovrei risponderle? Non so nemmeno io cosa pensare di Tom, è difficile leggere nei suoi pensieri, mi chiedo spesso perché tormenta me e non qualcun'altra. Comincio a pensare che sono davvero solo una scommessa per lui. Ma a dirla tutta lo ammetto, un po’ di attrazione c’è non mi è del tutto indifferente e credo che anche per lui è lo stesso. Io non lo so cosa voglio, di certo non un fidanzato e non Tom.

Vera: Ehy Hanna –Mi scuote- Mi rispondi o no?
Hanna: Cosa?

Vera: Senti io non voglio farti incazzare ma dire che non ti piace è una cosa stupida secondo me.
Hanna: Cosa vuoi che ti dica allora?
Vera: Tu non devi dirmi niente, ma non puoi mentire a quello che realmente è!
Hanna: Cioè, dovrei dire che nonostante tutto, Tom mi piace?!
Vera: Che ti piace, non è un segreto anzi, è un fatto certo!
Hanna: -Mi metto a sedere- Ok, forse un po’, ma non lui forse i suoi modi non lo so…
Vera: Oh, Hanna sono fiera di te!

Mi salta addosso stritolandomi, è proprio pazza ma nel mio piccolo sono felice che c’è, abbiamo tutti bisogno di qualcuno accanto, non importa chi è ma la cosa che davvero conta è che se c’è non devi fartela scappare.

Hanna: Allora, vuoi dirmi dove andiamo?
Vera: A una festa, te l’ho detto. Ora ti faccio vedere i vestiti che indosseremo!
Hanna: Ohi Vera, vestiti normali ok?
Vera: Ehm…ma si che sono normali!
Hanna: Mhh, fa vedere!

Apre l’armadio e prende un vestito corto nero, con dei laccetti sottili dietro il collo, la guardo male perché è molto corto beh non troppo alla fine, ma lei dice che non lo indosserò io e questo mi preoccupa ancora di più. Prende poi un top nero con dei stras è scollato e dietro ha le spalle nude, da un altro cassetto estrae una minigonna rosa, si gira verso di me sorridendo.

Hanna: No, io odio il rosa poi quel colore è troppo!
Vera: Eddai è carino e ti starà benissimo!
Hanna: Non hai qual cos altro??
Vera: No, indossali!

A malincuore li metto, il top mi sta benissimo aderisce hai fianchi e al seno perfettamente, la gonna invece penso sia davvero oscena ma lei sembra così felice che indosso queste cose che non più obbiettato. Scarpe alte per me e per lei, nere, trucco per me ombretto rosa e lip con un po’ di fard sulle guance, mentre per lei ombretto rosa e nero, mascara e rossetto. Entra d’improvviso in camera sua mamma Susan.

Susan: Ciao bimbe, oh Hanna sei uno schianto!
Vera: Mamma dai non farti subito riconoscere! –Dice seccata-
Susan: Ma cosa ho fatto?? Ho solo dato un complimento a Hanna.
Hanna: E…è ben accetto, sto bene vero?
Vera: Avevi detto che non ti piaceva…
Hanna: Diciamo che è passabile, e comunque non so dove andiamo quindi non mi sono lamentata.
Susan: Posso dirglielo? Ti prego!
Vera: -Sbuffa- Tu non sai tenerti i segreti!
Susan: è così eccitante, vorrei venire con voi! –Gli occhi cominciano a brillare- Oh dovevate vedere quando ero una ragazzina come voi, mi piaceva andare alle feste ma mia mamma non voleva e così uscivo di nascosto, e proprio ad una festa ho conosciuto Peter, mio marito!

Vera: Scusala, quando parla dei vecchi tempi non la smette più!
Hanna: Non importa, anzi mi interessa!
Susan: Allora vado a prepararmi?
Vera: Mamma no, non dirai sul serio? Siamo ragazze non possiamo farci vedere con te mi sfotteranno a vita, vuoi questo?
Susan: Uff, no però…

Hanna: A me non dispiace!
Susan: Oh lei si che mi piace!
Vera: Hanna…

Mezz’ora dopo usciamo di casa direzione…beh non ne ho idea. Sua mamma ci è rimasta un po’ male ma credo che sopravvivrà, c’è un po’ di silenzio Vera a volte sospira, chissà a cosa pensa.

Hanna: Ehy sei pensierosa!
Vera: Non so…in realtà parlando di ragazzi con te mi sono venuti in mente tutti i bei momenti passati con Bill, pazzesco vero? –Mi sorride-
Hanna: Ma no credo sia una cosa normale in fondo…vuol dire che non l’hai dimenticato e che è ancora nel tuo cuore!

Vera: Dici? È passato così tanto tempo che…beh diciamo che ho guardato altri orizzonti quando ci eravamo lasciati!

Stiamo in silenzio, penso a come è difficile amare e innamorarsi di qualcuno quando non sai se il suo cuore è ancora tuo. Personalmente l’unica volta che mi sono davvero innamorata è stato in un campeggio estivo, ero con Carol e la scuola. Due settimane in vacanza lontano da tutti era davvero il massimo. C’era questo ragazzo Max davvero un bel tipo alto, biondo, occhi verdi, muscoloso e ricordo che tutte le ragazze gli facevano il filo, io stavo in disparte perché in quel periodo ero un po’ timida non sapevo bene ciò che volevo e innamorarmi non mi facilitava le cose. Credevo davvero che ci saremmo misi assieme ma lui non guardava le ragazzine ma io ci provai comunque perché come si dice di solito “chi non risica non rosica” e io…

Vera: Buuu –Urla cercando di spaventarmi-
Hanna: -Io tranquilla- Non mi hai fatto paura!
Vera: Oh cavolo e io che credevo di si!
Hanna: Io non mi spavento così facilmente, mi pare di avertelo già detto!
Vera: Eh si ma chissà…
Hanna: Cosa vorresti dire?
Vera: Niente, niente…a proposito ti porto ad una corsa di auto. Non so se hai mai visto i film in cui ci sono corse clandestine, qui tutti ne sono a conoscenza ma nessuno riesce mai a scoprire dove gareggiano, tranne noi due.

Hanna: Ahm, tipo “Fast and furious”? Quel tipo di corse?
Vera: Si, ma non preoccuparti niente di pericoloso!
Hanna: Non mi dispiace un po’ di brivido, ma cosa dovremmo fare li?
Vera: Ti sto solo mostrando il lato oscuro di Loitsche, volevi andare in una insulsa discoteca?
Hanna: -Ridacchio- No, mi stupisci davvero, sei una ragazzaccia!
Vera: E non hai ancora visto niente!

Mezz’ora più tardi arriviamo nel posto è come se stessimo in un deserto e la pista è illuminata da lucine bianche che mostrano il percorso. Ci sono molte macchine, ragazze semi vestite, mi guardo e capisco perché quest’ abbigliamento. Mi faccio spazio tra la folla ci sono i soliti fighetti che si vantano perché hanno belle macchine e tipe che gli sbavano dietro. Vera mi raggiunge circondandomi il collo con un braccio.

Vera: Visto? che ti dicevo, è fantastico!
Hanna: Io ancora devo vedere nulla!
Vera: Stanno aspettando tutti Dilan, appena arriva si inizia!
Hanna: E questo Dilan è?!
Vera: Lui gestisce tutto è il capo qui, è stato lui a dirmi dove si radunano!
Hanna: Mh interessante…-Sposto lo sguardo- Merda guarda chi c’è!

Le indico poco più avanti a noi tre ragazze, non ci posso credere anche qui me le ritrovo?? Sono Stephanie e le arpie. Vera è scocciata ma non sembra tanto sorpresa di vederle magari fanno parte del giro anche loro? Si avvicinano con la loro aria da presuntuose soprattutto Stephanie.

Stephanie: Ehy Hanna anche tu qui, mh non avrei mai pensato di vederti in questo posto!
Hanna: Ah si? Così impari a pensare!
Vera: Gira alla larga Steffy!
Step: Non chiamarmi Steffy e non sto parlando con te!
Vera: Ci vediamo dopo…
Step: Allora sei in tiro perché vuoi far colpo su qualcuno?
Hanna: A te cosa frega?
Step: Sta calma Hanna, non ti ho mica detto chissà che!
Julia: Sei molto carina Hanna, vuoi da bere? –Mi offre la sua fiaschetta-
Step: Julia cazzo guarda che non è una tua amica!
Julia: Volevo solo essere gentile Steffy! –Dicendo questo va via-
Hanna: Come tratti bene le tue amiche!
Step: Cazzi miei! Ho sentito quello che dicevi in mensa!
Hanna: E allora?!
Step: Allora se forse non ti è chiaro te lo dirò io, devi stare lontana da Tom, oramai lo sanno tutti che i gemelli sono in città.
Hanna: Scusa? Credo di non aver capito, tu dici a me di stargli lontano? Cosa sei la sua ragazza??
Step: -Ride da civettuola- Lo sarò presto!
Hanna: Oh certo, vedi nei sogni delle fan lo è ma nella realtà no, dovresti limitarti solo hai sogni.
Step: Pensala come vuoi, ma smettila di andarci dietro lui non è interessato a te!
Hanna: Certo, come vuoi tu lo lascio perdere solo che c’è un problema!
Step: E sarebbe? –Dice incrociando le braccia-
Hanna: Che non sono io che gli vado dietro ma è lui, quindi dovresti dirlo a Tom non a me!
Step: Molto divertente, dovresti saperlo che lui non si innamora mai.
Hanna: Non mi interessa il suo cuore, ne il suo corpo a differenza tua Tom non mi interessa in questi aspetti. –La guardo- Mi fai pena Stephanie!
Step: Non mi importa cosa pensi, voglio solo che stai lontana da Tom e se non ti è chiaro non è una richiesta!

Hanna: -Faccio finta di pensarci- Oh, vorresti dire che è un ordine quello che mi hai dato?
Step: -Annuisce- Assolutamente si!
Hanna: Beh ti dirò una cosa, io non prendo ordini da nessuno soprattutto da te che sei solo un oca snob e presuntuosa e riguardo Tom, non penserai davvero che lui sia interessato a te? –Mi guarda male- La tua notte l’hai avuta e ti è andata pure male!

Vado via ridendo mentre lei se la prende con le amiche, stupida oca cosa credeva di fare, io non prendo ordini da nessuno! Mi piace però che sia gelosa di me o forse lo è di tutti. Sgrano gli occhi ma quello è Bill, che diavolo ci fa qui e se c’è lui c’è anche quello scemo di suo fratello?? Che palle pure lui qui, ma ripensandoci potrei far incazzare quella stupida barbie di Stephanie. Oh questo si che mi farebbe passare una serata da favola, vedere quell’oca infuriarsi ma si, vado a cercarlo.

Hanna: Ciao Bi!
Bill: -Si gira- Ehy, non credevo di trovarti in questo posto!
Hanna: Umm, non sei il primo che me lo dice, ma anche io potrei farti la stessa domanda!
Bill: Oh, beh –Si gratta il mento- non dirlo a nessuno ma quando torniamo in germania non ci perdiamo una corsa di Dilan!
Hanna: Davvero?? Non conoscevo questo tuo lato!
Bill: Beh cara Hanna abbiamo tutti i nostri piccoli segreti!
Hanna: Giusto! –Lo guardo sorridendo, è proprio carino Bill-
Bill: Hanna noi siamo amici vero? –Annuisco- Bene ecco volevo chiederti anche se per un certo senso so già la risposta ma comunque voglio la tua conferma e…te lo dico senza più giri di parole…ti piace mio fratello??

Hanna; -Sbuffo scocciata- Si, mi piace tantissimo Bill, lui è irresistibile credo diesseremi innamorata!
Bill: -Ride- Davvero?
Hanna: No!
Bill: Ma come?! Dici sul serio?!
Hanna: Bill mi avete rotto con queste domande su Tom…
Bill: Scusa non volevo farti arrabbiare. –Sembra molto dispiaciuto-
Hanna: Non fa niente Bi, acqua passata pensiamo a divertirci ok?
Bill: Ok, a proposito lei è qui?
Hanna: Con lei intendi Vera eh? –Sorrido ammiccando-
Bill: Mh, non è per interesse personale…
Hanna: Certo, certo fingiamo che sia cosi, siamo venute insieme ma non svenire quando la vedi.
Bill: Figurati io non svengo mai.

Alzo un angolo delle labbra, penso che abbia proprio ragione, infondo tutti abbiamo dei segreti chi più chi meno. Mi chiedo che fine ha fatto Vera, magari scappa da Bill?? Lui è tranquillo ride e parla con un tanta gente, dopo aver saputo la vera identità di Tom ho guardato su youtube qualche loro video e mi hanno spiazzato. Bill è così diverso quando canta è tutt’un'altra persona mentre fuori dal mondo dello spettacolo sembra quasi umano. Le ragazze urlano e si dimenano sfoggiando i loro corpi coperti da vestiti succinti, sei macchine partono all’improvviso dopo che qualcuno urla il famoso “Via” Qualcuno tra la folla agita le mani, ci sono troppe persone. Cammino tra la folla e noto una persona che conosco bene, è appartato con una ragazza, la sta baciando e beh, quello che fanno lo posso immaginare. Mi avvicino un po’, non è possibile…mi sta seguendo?

◕‿◕◕‿◕◕‿◕

O mio dio, è da tantissimo che non aggiorno. Scusate davvero, mh non volevo metterci così tanto ma...non avevo idee, black out totale. Mi dicevo domani penserò a qualcosa, ma più la rileggevo e più non mi veniva niente da scrivere. Cmq so che probabilmente i vecchi lettori non ci saranno più, penso che l'avete dimenticata ormai. Ma spero che nonostante ciò qualcuno vecchio o nuovo lettore interessi la mia ficcy e niente. Cercherò di aggiornala senza far passare troppo tempo xD Buona lettura, e ogni volta che inserirò un nuovo personaggio potete trovare la foto nel primo cap. :D

Hanna Look

Vera Look

Julia Look

Stephanie Look

Jordan Look

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Hanna: Nathaniel??

Lo dico all’improvviso senza nemmeno accorgermene. Lui si scosta dalla ragazza e mi sorride. Mi viene incotro, ho tempo per fargli una piccola radiografia. Fuori dalla scuola è una persona completamente diversa, mentre li è vestito di punto, qui sembra un ragazzino. Indossa jeans larghi e bucherellati, l’elastico dei boxer si intravede tra la canotta e i jeans. La felpa è sbottonata lasciando intravedere i pochi muscoli attraverso la canottiera trasparente. I capelli sono pieni di gel e pettinati alla come vengono, non sono in ordine. Si avvicina spavaldo e sorridendo. Mi abbraccia stringendomi forte, ne approfitta anche mettendo le mani un po’ sopra il sedere, mi irrigidisco ma non troppo.

Nathaniel: Hanna sei…-mi guarda- uno schianto!
Hanna: Grazie, anche tu sei…diverso! Dico con sincerità.
Nathaniel: Si, in realtà questo è il vero me, credo! Dice ridendo.
Hanna: Ah, buona a sapersi allora.
Nathaniel: Ti ho vista con Bill Kaulitz, non sapevo foste amici!
Hanna: Nemmeno io ma…lui è simpatico. Dico ridacchiando.
Nathaniel: È strano invece, non dovresti frequentare certa gente.

Non so il motivo preciso ma le sue parole mi infastidiscono, io mi fido di Bill.

Nathaniel: Ehy dai non offenderti.
Hanna: -Sbuffo- Non sono arrabbiata, ma non offendere i miei amici!
Nathaniel: Va bene, non lo faccio più. Ti va di fare un giro?
Hanna: Dove vuoi portarmi?
Nathaniel: Forse ho un idea di cosa ti piace!
Hanna: Ok, fa vedere!

Le auto stanno ancora correndo, sfidandosi per chi arriva primo. È eccitante come guardare un film, questa gente è libera di fare ciò che vuole. Non ci sono regole, ne chi ti dice cosa puoi o non puoi fare. Nathaniel mi ha davvero sorpresa, forse più di tutti cioè quando lo incrocio nei corridoi è tutt’altra persona. Sembra quasi un automa fa tutto automaticamente, stando attento nel suo lavoro. Mentre qui sembra un ragazzino, ha smesso i panni del segretario per vestire quelli di un adolescente. È quasi carino, ma tra noi non potrebbe esserci altro che amicizia, non potrei mai pensare di avere una relazione con lui non è il mio tipo.

Hanna: Ehy, vado un po’ in giro, ci vediamo dopo.
Nathaniel: Cosa?! No, dai aspetta che ti accompagno.
Hanna: Naa, tranquillo voglio solo darmi un occhiata in giro.
Nathaniel: -Non del tutto convinto- Ok, se hai bisogno chiama…
Hanna: Certo! –Annuisco-

Appena gli volto le spalle tiro un sospiro di sollievo, ho sentito un gran bisogno di allontanarmi da lui. Non so precisamente perché ma ho sentito una strana sensazione allo stomaco.
Sbuffo, in questo momento odio Vera che mi ha costretta a vestirmi in questo modo. I tacchi affondano nel terriccio e l’erba alta mi solletica le gambe. Mi chiedo davvero dove è andata a finire. Istintivamente guardo il cell come se mi fosse arrivato un mess, e in effetti eccolo qui, lo apro.

“Sei bellissima stasera. Mi piaci”

Mh, ok questo sembra uno di quei messaggi che mi arrivò la prima sera a casa di Gabrielle. Giro su me stessa ma a parte gente che guarda la corsa non vedo nessuno di familiare. Un altro messaggio.

“Quella mini ti fa delle gambe favolose”

Io ucciderò Gabrielle. Giuro che se ha dato il mio numero a qualcuno la metto nello stufato. Con il suo corpo ci faccio uno spezzatino, lo sa benissimo che non sopporto quando da il mio numero a chi non conosco.

“Mi piace quando sei imbronciata, ti rende ancora più sexy!”

Questo è troppo, sbuffo ma sono incazzata, appena trovo lo stronzo che mi scrive lo faccio diventare carne in scatola. Per l’agitazione il tacco si incastra in una grata. Dico io in mezzo ad un cazzo di deserto proprio dove sto io la scarpa deve incastrarsi?

Hanna: Sapevo che questa serata sarebbe stata un fiasco –Cerco di tirare la scarpa- Ma che cazzo!!

Non sono mai stata una tipa isterica ma quando mi capitano questo tipo di cose non posso evitare di agitarmi come una ragazzina in preda al panico. Sfilo la scarpa zoppicando per sporcarmi il piede. La tiro cercando di non peggiorare la situazione, non so cosa farei se si dovesse rompere il tacco.

“Serve una mano?” Il tizio parla in inglese, sbuffo.

Hanna: No, sono in grado di farcela da me!

Rispondo in malo modo, mi inginocchio e dal momento che lo faccio so che la gonna non è abbastanza lunga da coprirmi interamente, infatti sento una mano sfiorarmi le mutandine di pizzo e fischiare decisamente soddisfatto. Va bene questo è troppo, ora mi alzo e…

Hanna: Kaulitz?! –Non mi aspettavo lui- Non ti ho riconosciuto…
Tom: Bimba sei in difficoltà? –Sorride malizioso leccandosi le labbra-
Hanna: Se ti dicessi di no te ne andresti poi?
Tom: Affatto! –Fa no con la testa- Ora che ho trovato una bella gattina, non me la lascio di certo scappare, non credi?
Hanna: Sei sempre il solito –Incrocio le braccia- Ti andrebbe di sfilarmi la scarpa da quella cavolo grata?
Tom: Qual è il mio premio se lo faccio?
Hanna: La mia gratitudine non ti basta?
Tom: Forse, ma vorrei qualcosa di più!
Hanna: Del tipo?
Tom: Qualcosa che implica la nostra vicinanza.
Hanna: Kaulitz con te non ci scopo… -Sono un po’ stufa di questo-
Tom: Non ti ho chiesto di farlo!
Hanna: Ah, no? E di grazia cosa vorresti?
Tom: Tu di solo si!

Se pensate che mi sia tirata indietro vi sbagliate di grosso. Non ho paura di lui, anche se sembra insietere su qualcosa che da me non avrà mai, ho accettato. Qualunque cosa mi chiederà gliela darò eccetto il mio corpo, ovvio.

Tom: Ecco fatto! –Si avvicina- Si sieda signorina! –Dice indicandomi una pietra.

Tom si inginocchia, gli porgo il piede e lui mi infila la scarpa. Sembra una scena di Cinderella, tipica di quando il principe incontra la dama con cui ha ballato e le infila la scarpetta che le calza alla perfezione. Chissà se Tom potrebbe essere un ipotetico principe…sarebbe di certo originale, con i rasta, i vestiti enormi, e il piercing, sarebbe di certo un gran figo.

Hanna: Che cosa vuoi?
Tom: Tutto a suo tempo!
Hanna: Fai il misterioso?
Tom: Un uomo non deve rivelare troppo –Ammicca- Saprai cosa vorrò quando te lo chiederò.
Hanna: Astuto Kaulitz! –Sorrido-
Tom: Grazie Nardini.
Hanna: Come…? Io non gli ho mai rivelato il mio cognome.

Tom ride e basta, mi prende i fianchi infilando le mani sotto il top, mi accarezza la schiena scendendo con le mani poco sopra il sedere.

Hanna: Tom potresti gentilmente togliere le tue mani dal mio fondoschiena? –Tom sorride- Solo perché tu lo sappia, ok?
Tom: Le mie mani ci stanno bene qui –Dice stringendomi di più- E poi non venirmi a dire che le mie attenzioni non ti piacciono, perché non ci credo!
Hanna: Non ho mai detto il contrario.

Tom sta per parlare ma lo interrompo, potrebbe farsi strane idee.

Hanna: Dico solo che sei opprimente –Tom fa una strana smorfia- Tom io e te siamo amici?
Tom: Se vuoi possiamo essere qualcosa di più baby! –Dice ammiccando-
Hanna: Vediamo se così capisci, -Sbuffo scocciata- Io non vado a letto con i miei amici, potrei ma non voglio!
Tom: Tranquilla tesoro, non devi spiegarmi niente. Va bene così!
Hanna: Ma cosa…? Tom sei così…
Tom: Bellissimo? –Ride- Lo so bimba, so che ti faccio impazzire.
Hanna: Sei incorreggibile!

Mi ritrovo a ridere insieme a lui. Le braccia che fino a poco fa erano posate lungo i miei fianchi, ora cingono il collo del bel rasta. Anche se porto i tacchi lui è ancora un po’ più alto di me.

Tom: Non dovevamo essere solo amici?!
Hanna: È così, ti sto solo chiedendo un bacio, non ci sono secondi fini.
Tom: Questo è interessante!
Hanna: Definisci interessante!

Non chiedetemi cosa sto facendo, in questo momento non mi sento realmente me stessa. So cosa ho detto riguardo a Tom, respingerlo per me non è un problema. So che a differenza di altri, se ci andassi a letto cambierebbe molte cose, e a me se c’èè o no una sottospecie di rapporto con lui, mi sta bene così. Preferisco solo baci ad averlo completamente, sarò pazza? Forse, ma credo che proprio per questo che a Tom interesso tanto, lui non mi avrà facilmente, dovrà guadagnarsi ciò che veramente vuole! 1 a 0 per me!

*****

Deb: Tu che eri sua amica, saprai di certo se è in città!
Vera: Non siamo più amici da tanto, e poi se tanto vuoi saperlo chiedilo a Step.
Deb: Sai che con quella non ci parlo, si vanta troppo per me. Vera: Già, è cabiata dai tempi delle medie.
Deb: È sempre stata una stronza, Vera. Sei tu che continui a sperare che cambi.
Vera: Se un tempo eravamo amiche, forse chissà…
Deb: Dimenticati di Stephanie Vera, lei non cambierà mai. E poi ora hai l’italiana no?
Vera: Vero, ma questo non cambia niente.
Deb: Sei proprio ottusa amica mia.
Vera: Forse…

Vera ha conosciuto Deb alle medie con lei c’era anche Stephanie, a quel tempo non era un arpia come oggi. Quanlcosa è cambiato in Steffy, qualcosa che l’ha fatta diventare un insopportabile presuntuosa. Vera però spera sempre che il brutto caratteraccio di Sthephanie le faccia ricordare che prima si che aveva una vera amica, e non adulatrici pronte a leccarle il culo solo perché si crede popolare.

Deb: Vera se ti dico chi sta arrivando, mi prometto di non urlare? –Disse ridendo-
Vera: Perché dovrei urlare?
Deb: -La fa voltare- Quello è Bill Kaulitz! Dai non credevo di vederlo qui, anche se da certe voci ho sentito che se la faceva da queste parti un tempo.
Vera: Dai Deb non può essere lui, sarà in giro per il mondo…
Deb: Beh, Kaulitz o no, io ci vado a parlare! Tu vieni?
Vera: Ahm…no, credo che passerò…
Deb: Fa come vuoi, io ci vado.

Vera guarda l’amica che corre per davvero verso Bill. Lo abbraccia e cerca di baciarlo, ma lui la scansa e nota che scrive su un foglietto, probabilmente gli avrà chiesto un autografo. Ad un certo punto gli sguardi di Vera e Bill si incrociano. Passano forse minuti ma lei sa che non può più scappare da lui, ed è così che Bill lascia una Deb esaltata per raggiungere la sua “amica?”

Bill: Ciao Vera!
Vera: Ciao Bill!

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Una cosa ho capito, che tutto in generale non è mai facile. Più cerchi di andare avanti, sperando di fare sempre la cosa giusta, e più ti accorgi che invece va tutto male, e che niente è mai come vorresti. I casi sono due, o fai ciò che vuoi fregandotene di tutti e vivi la vita come vorresti, oppure segui la massa adeguandoti senza fare domande, e vivere una noiosa e monotona esistenza. Mi chiedo perché proprio a me, Hanna Nardini,una semplice ma complicata ragazza italo tedesca, devono succedermi tutte queste complicazioni? Sono arrivata in Germania da pocchissimo, non so per quanto resterò, so solo che dovrei ricevere un educazione rigida con molte restrizioni e invece, conduco la stessa vita di sempre, mentendo e facendo ciò che mi pare senza preoccuparmi el parere di nessuno. Citando ora, una famosa frase di Vin Diesel, da uno dei suoi film: “Vivo la mia vita un quarto di miglio alla volta, non mi importa di nient’altro…per quei dieci secondi sono libero”. Mi ripeto spesso che domani è un altro giorno, non importa cosa farò oggi, so solo che domani sarà diverso.

“Mh…Bill, che ore sono?”

Ah dimenticavo, ieri sera è successo di tutto. A fine corsa si sono tutti spostati in una discoteca li vicino, e Tom mi ha trascinata con lui. Di Vera non ho saputo più niente fino in discoteca, ma scommetto che è nell’altra stanza e che non è da sola. Tom si è ubriacato come una spugna e la serata è finita da schifo. Lo guardo che dorme come un bimbo, ma è sudato e puzza, forse dovrei svegliarlo.
Scendo da letto scostando le tende in modo che la luce entri nella stanza. Tom fa dei versi strani coprendosi la testa con il lenzuolo. Siamo a casa di Vera, ho portato Tom nella stanza degli ospiti, di certo non avrebbe potuto dormire con me e Vera, e lei era impegnata in altro.
I suoi genitori non ci sono e forse è meglio così, insomma sapere che la loro bambina, ha portato in casa un ragazzo e dio solo sa cosa ci ha fatto, non è una bella cosa. E poi, vogliamo parlare di Tom?
Saltello fino al letto buttandomici sopra, il materasso balla un po’, scosto il lenzuolo da Tom guardandolo amorevolmente. Odio le sdolcinatezze, ma lui in un certo senso ispira tutto ciò.

Hanna: Buon giorno, bell’addormentato! –Dico ad un Tom mezzo addormentato e rincoglionito al massimo. Mi viene da ridere.-
Tom: Dio che mal di testa! –Apre piano gli occhi- Cos’è è successo?!
Hanna: Ti avevo detto di non bere così tanto, ma tu non mi ascolti mai.

È così semplicemente…bello. Scosto un rasta dal suo viso, sembra apprezzare. Appoggia la sua mano sulla mia, stringendo non troppo le dita.

Hanna: Ti ho portato il caffè, devi berlo perché non accetterò un no. E devi farti una lunga doccia, perché caro il mio rasta-man, puzzi come un cane.
Tom: -Offeso- Questo sarebbe un complimento?!
Hanna: No, è solo un modo carino per dirti di lavarti!
Tom: La facciamo insieme? –I suoi occhi trasudano maliziosità da tutti i pori- Non sono sicuro di riuscire a reggermi in piedi.
Hanna: No, caro kaulitz, sono sicura che provvederai da solo, anche perché c’è la vasca in bagno. Quindi non dovrò reggerti.

Rido, notando che anche lui sorride. Mi giro su un fianco, reggendomi la testa con una mano. Guardo i suoi vestiti sulla sedia ripensando a stanotte. L’ho praticamente trascinato in casa, in camera e poi non so come a ficcarlo a letto. Ero un po’ indecisa se spogliarlo o meno, ma alla fine ho deciso di lasciarlo in boxer.

Tom: Ehy! Mi spieghi una cosa?
Hanna: Del tipo?!
Tom: Perché sono in mutande?!
Hanna: -Gonfio le guance- Beh, perché fa caldo e ti ho svestito. Ma non preoccuparti, non ho guardato niente. Tom: Peccato, avresti visto un vero uomo!
Hanna: Se qui c’è ne fosse uno, me ne accorgerei.

Tom incrocia le braccia dandomi le spalle, sbuffo ma non sono seccata, anzi tutt’altro. Mi metto seduta sporgendomi un po’ oltre lui, senza accorgermene Tom mi prende la vita e in men che non si dica mi ritrovo sotto di lui. Posizione ambigua eh, Kaulitz? Faccio l’errore di aprire le gambe che lui subito ci si fionda. Non perde tempo a farmi i raggi-x. Indosso un top corallo con scollo a v e un paio di slip del medesimo colore. Giuro che non avevo intenzione di fare colpo su di lui, è Tom che è un maiale.

Tom: Qualcuno si è svegliato…-Disse poggiando le labbra sul mio collo-
Hanna: Beh, allora rimettilo a nanna.
Tom: Forse ha bisogno di un aiutino, e anche il papà gradirebbe molto.
Hanna: Tom…-Esasperata-
Tom: Lasciami fare! –Dice strofinando il suo nasino contro il mio-

Si rimpossessa del mio collo marchiandolo a suo piacimento. Lascia una scia di baci fino alla scollatura, risalendo lentamente verso il mento. Con le labbra mi accarezza la guancia, fino alle labbra. Sento i bordi della maglietta alzarsi pericolosamente fino al seno. Quando Tom sente che io non faccio niente per fermarlo, mi sfila il top scoprendo che sotto non ho nulla, sorride compiaciuto fiondandosi sui miei seni. Mi mordo il labbro gemendo di piacere, ci sa fare con quella dannata bocca.
Con una mano lo massaggia succhiando il capezzolo già turgido, e l’altra…sospiro quando le sue dita entrano in contatto con la mia femminilità. Non controllo più il mio corpo, non so cosa sto facendo, so solo che mi ritrovo a baciargli quegli addorminali perfetti, con lui che mi tiene la testa.

Non ci credo sto per farlo…sto davvero per fare sesso con Kaulitz! Mi scende una lacrima al solo pensiero di ciò che sta per succedere. Non che io non voglia farlo con lui, è che…è complicato.

Invertiamo le posizioni, Tom è sotto di me sento benissimo il suo pene duro, ha lo sguardo languido incitandomi a levargli i boxer. Mi abbasso catturando le sue labbra, mi abbraccia carezzandomi la schiena nuda. Sta per sfilarmi gli splip quando…

Hanna: Cosa c’è? –Dico piano mettendomi a sedere-
Tom: Credo…di stare per vomitare…
Hanna: Cazzo no!!

In fretta mi infilo il top, tiro Tom verso il bagno il più in fretta possibile, non ho voglia di raccogliere il suo vomito. Tom si tocca la testa dolorante, deve fargli molto male. La sbornia non è ancora del tutto passata. Colpa sua, con Bill hanno fatto a gara a chi bevesse più drink senza vomitare. Quello scemo di Bill gli ha dato corda, e ora eccolo qui il sex-gott che dopo una notte da leone, si risveglia da coglione. Stamattina sono buona e vederlo in questo stato mi fa un po’ pena, ma ringrazio questo momento perché se lui non avesse vomitato, a quest’ora saremmo impegnati a fare altro. Sono ancora scossa, devo farmi anche io una doccia.

Hanna: Tom fatti una doccia, ti aspetto di sotto.

Raggiungo l’altro bagno prima che lui possa dire o fare qualcosa. È stato uno sbaglio quello che è successo in camera, anche se non abbiamo raggiunto quel punto, è stato come se l’avessi fatto.
Mi spoglio infilandomi nella doccia, sento i brividi lungo tutto il corpo. Io non posso fare l’amore con Tom, non posso commettere di nuovo lo stesso errore. Credo che resterò single a vita.


[…]


Tom: Ehy, grazie per il caffè e…beh tutto il resto.
Hanna: Figurati, lo faccio sempre per gli amici –Credo che abbia appena sorriso- ma sia chiaro e ritieniti fortunato, non tutti passano nel mio letto senza aver fatto niente!
Tom: -Abbassa lo sguardo- Per quello che è successo prima io…
Hanna: Tranquillo! Tutto dimenticato, eri ubriaco ti capisco.
Tom: Già, ubriaco… -Disse con tono piatto-

Mi giro a guardarlo, mi fa tenerezza e quasi mi tocca il cuore.

Tom: Vuoi avvelenarmi con quelle omlette??
Hanna: Se non vuoi mangiare, non farlo. –Mi fingo dispiaciuta- Ma feriresti i miei sentimenti.
Tom: Oh, povera piccola –Si avvicina- Posso farmi perdonare in qualche modo?
Hanna: Si, che c’è!

Mi giro mettendogli le uova e il bacon a pochi centimetri dal viso. Lui deglutisce guardandomi con sguardo da cucciolo.

Tom: -Guarda il piatto- Vuoi proprio che mangi?
Hanna: Tua madre dovrebbe insegnarti l’educazione.
Tom: E la tua, di non portare ragazzi nel tuo letto!
Hanna: Non pensavo che ti dispiacesse così tanto. Se vuoi puoi dire hai tuoi amici che l’abbiamo fatto –Per un attimo mi ritornano in mente le immagini di noi due- solo che io poi negherei tutto!

Tom: Astuta la ragazzina! –Comincia a mangiare le uova- Commestibile.
Hanna: Ma dai.
Tom: Scusa, ma Bill?
Hanna: Oh, credo che lui invece, non sia andato in bianco!
Tom: Tom Kaulitz, non ha mai fatto cilecca!
Hanna: Mai dire mai, tesoro.

Mi avvio verso le scale superando Tom che mi fissa il culo coperto solo da mutandine un po’ strette dietro, e un top un po’ trasparente che lascia intravedere i capezzoli. L’avrò provocato? Ma cristo non era mia intenzione. Ridacchio un po’, guardando lui con una mano sul cavallo dei pantaloni.

Tom: Provocatrice!!
Hanna: Maniaco!
Tom: Ti faccio compagnia? –Sorride malizioso-
Hanna: Scordatelo, finisci il piatto piuttosto.
Tom: Si, mammina…
Hanna: Idiota!

Passo accanto alla camera da letto di Vera, c’è un silenzio tombale oltre la porta. Sarà meglio che vada a vestirmi, credo che tra non molto si sveglieranno quei due.

Vera: Ehy, ora puoi uscire –Attimo di silenzio- Bill, ci sei?!
Bill: -Un po’ impacciato- Ehm, si…i tuoi sono in casa?
Vera: No…almeno non credo…
Bill: Perfetto –Si guarda intorno- Senti io…
Vera: Non devi dire niente, ok? È tutto apposto!
Bill: No, non è tutto apposto…e lo sai!
Vera: Bill, le cose sono diverse da come erano… –Bill si avvicina circondandole i fianchi- prima!

Vera indietreggia fino a toccare il muro, sospira mordendosi l’angolo del labbro. Colpa di Bill, le sue mani si spostano su e giù sulla schiena della mora.

Bill: Non devi pensare nemmeno per un secondo che è stato uno sbaglio, ok?
Vera: Il pensiero di ciò non ha sfiorato, la mia mente.
Bill: -Sorride- Bene, perché come dice Tom…questa non sarà l’ultima volta!

La mora lo spinge via dandogli un innocente pugno sul braccio. Bill fa finta di sentire dolore, massaggiandosi la parte colpita.

Vera: Ora penso che tu debba andare! Disse spingendolo fuori dalla camera da letto. Bill ridacchia scendendo in salotto.
Bill: Mi stai cacciando?
Vera: Pensavo che non volessi farti vedere qui!
Bill: Mi sbagliavo…

All’improvviso i due sentono un tonfo in corridoio. Vera si affaccia e vede sua mamma avvolta nel tappeto che si massaggia il sedere. La aiuta ad alzarsi portandola sul divano in soggiorno.

Vera: Mamma tutto apposto?
Susan: Dobbiamo buttarlo quel tappeto, anche tuo padre ci inciampa spesso!
Vera: Io te lo dicevo spesso.

Vera si guarda intorno, di Bill nessuna traccia, quando però nota che il moro si è nascosto dietro una pianta, le viene da ridere. A volte Bill, sa essere così buffo.

Susan: Tesoro, forse sarà stata la botta…ma non ricordo di aver comprato quella pianta così strana.

Madre e figlia si guardano. Non si può più tornare indietro, per cui a Bill tocca uscire dal suo ambiguo nascondiglio. Susan felice di vedere che è Bill, si alza dal divano buttandosi letteralmente tra le sue braccia.

Susan: Bill!! –Prima lo stritola- Da quanto tempo tesoro mio –Lo squadra- mio dio, sei ventato un gran bel pezzo di giovanotto. –E infine gli da un buffetto sulla guancia- scommetto che molte ragazze vorrebbero saltarti addosso, vero?
Bill: Ehm…-In evidente imbarazzo- immagino di si!
Susan: Ho visto le news su internet, e quella che mi piace di più è il tuo look al party Nivea!
Bill: Ma dai…sul serio?!
Susan: Certo! Sai che non ti mentirei mai! Anche Tom era…sexy! A proposito dov’è?
Vera: Credo di averlo visto in cucina con Hanna, probabile che sia con lei!
Susan: Allora andiamo, non vedo l’ora di abbracciarlo!

Susan e Bill continuano a chiacchierare, Vera dietro di loro silenziosa li segue. L’ultima volta che il moro è entrato in casa loro, risale a poco prima del tour, e a qualche anno fa.

Susan: Bill, vero che ti fermi a cena?
Bill: Credo di dover tornare a casa, mamma sarà in pensiero!
Susan: No, Bill…dai la chiamiamo dopo…-Congiunge le mani a mo di preghiera- Ti prego, è da tantissimo tempo che non ti fermi qui.
Bill: Lo so, ma non credo sia il caso, ma grazie dell’invito.
Susan: Ok, se proprio non vuoi…

Susan abbassa di poco il capo, Bill sospira sa che non può resistere a quegli occhioni dolci di Susan. Anche sua figlia ha usato questo trucchetto con il moro, e Bill si addolcisce non potendo dire di no.

Bill: -Sbuffa, ma felice- Va bene, resto. Ma sia chiaro, sei tremenda con quello sguardo!

Susan batte le mani abbracciando contemporaneamente sia Bill che Vera. Intanto in cucina i tre trovano Tom e me, che battibecchiamo. Tom continua a insultare la mia cucina, eppure nonostante ciò, continua a mangiare tutto.

Hanna: Ehy, buongiorno –Guardo i tre sulla soglia della cucina- Su sedetevi, ci sono tante cose buone.
Tom: Non mangiate, -Disse con un risolino- potreste morire!
Hanna: Kaulitz, smettila!
Bill: Tom, non è educato…io voglio provare!
Hanna: Bill, ti voglio bene, tu si che sei un gentiluomo, in confronto a tuo fratello!
Tom: Se, se…Bill lo fa apposta, solo perché non vuole offenderti!
Bill: Tom, se non ti piace…perché continui a mangiare?
Tom: Ehm…?

Noi ridiamo mentre treccina arrossisce incrociando le braccia offeso, almeno credo.

Hanna: Oh, ma che carino…il Kaulitz tutto rosso!

Mi viene voglia di fargli cioppi, cioppi su quelle guanciotte.

Tom: Fottiti, stronza! –Sputò acido-
Susan: Tom, modera il linguaggio! –Disse rimproveralndolo-
Tom: Scusa, Susan.

Guardo Vera, è un po’ silenziosa e anche Bill è di poche chiacchiere. Guardo lei che a sua volta guarda me, lei mimo qualcosa guardando Bill. Lei subito arrossisce, e allora capisco lor,o hanno fatto sesso stanotte. Ed è palese che non hanno parlato di niente, o che forse non c’è stato il momento giusto per farlo.

Susan: Ragazzi, dovrei sapere qualcosa?
Vera: Di che tipo?
Susan: Beh, vi lascio andare ad una festa –Indica me e Vera- torno il giorno dopo, e mi ritrovo i gemelli in casa. Mi sa che qualcosa c’è stato tra voi, no?
Hanna: Non proprio, tra me e Tom non c’è stato niente!

Susan guarda la figlia, e anche lei capisce quando la vede abbassare gli occhi e evitare il suo sguardo.

Hanna: Tom allontanati da quelle frittelle, e andiamo in soggiorno.
Tom: -Contrariato- Non ho ancora finito.
Hanna: Finirai dopo…
Tom: Dopo si freddano! –Disse con ovvietà-

Mi tolgo il grembiule, prendo treccina sotto braccio trascinandolo con forza in soggiorno. Se Bill e Vera hanno fatto quello che penso, allora probabilmente hanno bisogno di parlarsi, e con noi intorno di certo non possono farlo.

Hanna: Susan, l’invito era anche per te! Non costringermi a venire li e prenderti!
Susan: Oh, come amo quella ragazza –Disse con gli occhi luccicosi- Arrivo!! –Urla dalla cucina-

Bill e Vera si guardano per un attimo ridacchiando. Restano soli, e il moro decise di fare la sua mossa, si avvicina alla ragazza prendendo una mano tra le sue.

Vera: Bill…
Bill: Non facciamo come Tom e Hanna.


*Tom Und Hanna*


Ho trascinato Susan e Tom in soggiorno, spero che quei due si diano una mossa e che concludano qualcosa. In cucina sembravano un po’ tesi.

Susan: Allora…Voi avete fatto…beh…Disse guardando entrambi.
Hanna: Tranquilla non è successo niente tra noi.

Mi sistemo meglio sul divano accanto a Tom.

Hanna: Eravamo tutti un po’ brilli da ieri sera, siamo venute qui con i ragazzi perché credevamo che passata la sbornia sarebbe stato tutto normale. Non era programmato…forse che Bill e Vera ci dessero dentro come conigli, ma…sono felice per lei.
Susan: E tu?
Hanna: Io cosa?
Susan: Non c’è proprio niente che vi lega?

Io e Tom ci guardiamo, non so cosa dire e lui non parla, ma noto che Susan sorride. Non è come pensi Susan.

Susan: Beh, di mia figlia e di Bill…sapevo che sarebbe successo prima o poi. Ho sempre sperato in una loro riconciliazione.
Tom: Bill è un romanticone, l’avrà sicuramente conquistata con qualche parolina dolce.
Hanna: Almeno lui non pensa sempre a scopare come fai tu.
Susan: Tom, credevo che crescendo un po’, fossi maturato. –Disse puntandogli l’indice contro-
Tom: Mi dispiace Susan –Faccetta d’angelo- Però lo sai come sono.

Sbuffo, è il solito stronzo. Mi fa incazzare il suo comportamente con il genere femminile. Non è gelosia la mia, non mi importa niente delle sue amate groupies, la cosa che mi fa arrabbiare è che lui è un menefreghista del cazzo.
Mi fa vomitare il fatto che io potrei essere una di quelle che gli corrono dietro. Una fan che non perderebbe tempo a strapparsi i capelli solo per un suo sguardo.

Hanna: Tom sei uno schifoso malato di figa!
Tom: Però ti attizzo bimba.
Susan: Non ti piace Tom?! –Guardando me-
Hanna: Che sia un bel ragazzo è palese –Noto lui che si pavoneggia- Se non provassi un minimo di attrazione probabilmente sarei tipo che so…lesbica o che so io…il problema è che non mi piace come si comporta!
Tom: Di sopra però ci stavamo divertendo! –Disse leccandosi il piercing-
Hanna: Fottiti Kaulitz!
Tom: Sarei felicissimo se fossi tu a farlo!

Ed ecco quello sguardo malizioso. Ora lo prendo a sberle. Sto per fiondarmi su di lui quando Susan ci divide. Prende una penna e un taqquino e si sdraia su una poltrona di fronte a noi.

Susan: Ragazzi, dobbiamo fare un discorsetto. Noi tre!
Tom: Tipo psicologo e paziente?!
Susan: In un certo senso Tom!
Tom: Interessante!

Mi guarda mordendosi il labbro. Se non gli tiro un ceffone va a finire che mi incazzerò seriamente, però…lo guardo di sfuggita, cazzo se è sexy. Ok, basta con pensieri osceni se non poi pensa che mi interessa.


*Bill Und Vera*


Vera: Bill guarda che se sei preoccupato per quello che è successo questa notte, non devi preoccuparti!
Bill: Che vuoi dire?!
Vera: So che è stato importante, ma so anche che non devo farmi illusioni.
Bill: Io ci tengo a te, lo sai vero?
Vera: Si, che lo so ed…è lo stesso per me.

Bill sorride, fa per avvicinarsi. Vera è appoggiata con la schiena al lavello, lui la intrappola al mobile impedendole ogni possibile via di fuga.

Vera: Cosa hai voluto dire prima?!
Bill: Prima quando…?
Vera: Quando hai detto, che non vuoi essere come Tom e Hanna!
Bill: Si, perché loro sono due stupidi orgogliosi. Io e te invece siamo diversi.
Vera: Bill tu credi?
Bill: Non lo credo, io lo so! Hanna e mio fratello, è chiaro come il sole che si piacciono, e che potrebbe nascere una storia tra loro. Ma sai anche che Tom è una testa di cazzo e che Hanna…probabilmente le sarà successo qualcosa, perciò magari non vuole impegnarsi con lui.
Vera: In effetti…
Bill: Non voglio mentirti, in tour ho avuto altre ragazze, non molte come Tom ma…
Vera: Bill, io non voglio saperlo! –O forse si?-
Bill: Te lo dirò lo stesso! –Prende fiato- Erano solo un passatempo, ma quello che c’è stato tra noi, è ben diverso. Non era sesso prima e non lo è stato stanotte.

La mora guarda altrove ma non lui. Non può credere alle sue orecchie.
Bill è innamorato di lei?
Vera ha paura, che un giorno ripartirà e dovranno “lasciarsi” ancora.
È giusto impegnarsi in qualcosa che prima o poi sai che potrà finire?

Vera: Io…non so cosa dire…
Bill: -Avvicina la bocca alle sue labbra- Non devi dire niente, devi solo fidarti di me.
Vera: …?
Bill: Non sarà come l’ultima volta. Questa volta sarà diverso. Tu mi piaci e so che anche io ti piaccio.
Vera: Questo è vero, sarei pazza se non mi piacessi. –Accennò un piccolo sorriso-
Bill: Allora? Che dici?
Vera: Cosa vuoi sentirmi dire Kaulitz?
Bill: Vuoi rischiare? Sei pronta per farlo?
Vera: Prontissima!

E in un attimo le loro labbra si congiungono in un lungo bacio. Vera stringe Bill che a sua volta stringe lei. La mora spera in cuor suo che Bill non la stia prendendo in giro. Sarebbe troppo da sopportare, parlare di amore è troppo presto ma sa che è Bill che vuole. E Bill, è lo stesso?


*Tom Und Hanna*


Susan: Costatato che non è odio quello che provate per l’altro –Guarda me- direi più che altro, anzi in realtà è attrazione fisica!
Tom: Nessuno può resistermi…
Hanna: Stai dicendo che mi sentirò meglio se io e lui scopassimo?! –Mi sto incazzando-
Susan: Non intendevo esattamente questo, hai travisato le mie parole.
Hanna: -Sbuffo incrociando le braccia- Io non odio Kaulitz, solo…non impazzisco per il suo modo di fare. Non lo approvo, tutto qui!
Susan: Cosa non ti piace di lui?
Hanna: Che tratta le donne come suoi tappetini personali, che una volta usati…-Lo fisso- li getta via, come spazzatura.
Tom: Io non faccio questo –Lo guardo scettica- Non è colpa mia se le ragazze vogliono saltarmi addosso!
Hanna: Ma non fai niente per evitarlo!
Tom: Quando diventerò gay, probabilmente forse lo farò!
Susan: -Sorride- Interessante!

Io e Tom sbuffiamo, che situazione imbarazzante. Sembra di stare in uno studio di uno psicologo, io e Tom sul divanetto e lei di fronte a noi con un paio di occhiali sul naso, che prende appunti su un taccuino. Mi viene da pensare, che sembriamo una coppia in crisi che è ricorsa ad una persona per risolvere i soliti problemi coniugali.

Hanna: Diagnosi?! –Dico con un risolino-
Susan: Il vostro problema si basa sul sesso!
Tom: Il mio pane quotidiano –Disse con una vena di maliziosità-
Hanna: Non scherzare Susan –Indico Tom- Poi potrebbe crederci!
Tom: Vuoi che ti rammenti che cosa stavamo per fare di sopra?
Hanna: Sono felice che tu ti sia fermato! –Aggiungo- Quello non è stato niente!
Tom: Se non avessi vomitato, a quest’ora dalla tua bocca sarebbero uscite tali parole “Oh, Tom…sii Tom, continua…mhh” -Sorrise-

Prendo un cuscino e lo lancio in faccia a treccina. Stronzo, odio che mi rinfaccia una cosa che per fortuna non è successa.

Susan: Hanna, perché non vuoi andare a letto con Tom?! –Disse di punto in bianco-

Questa domanda mi spiazza. Smetto di lanciare cose a Tom, rintanandomi in un misero angolino del divano. Entrambi notano la mia reazione. In realtà non so spiegare bene cosa mi blocca dal farlo con Tom, lui è bellissimo e sexy e in questi giorni, settimane mi sta quasi simpatico. Ma fare l’amore? Io ritengo che lo si debba fare quando ami davvero qualcuno, e non solo per scaricare i nervi. Ma qual è davvero il mio problema?!

Hanna: Io non posso fare sesso con Tom! –Dico sussurrando- Non voglio spiegarti il motivo, è una storia lunga e…ed è la mia vita, cerca di capire.

Nessuno dei due parla. È meglio così, il sesso complicherebbe solo di più le cose, come se non fossero già abbastanza disordinate. Tom tace abbassando di tanto in tanto la testa, Susan scrive non so cosa su quello stupido quadernino. Nota con la coda dell’occhio Bill e Vera che ridacchiano in cucina, loro si che sono felici, non come me. Un po’ li invidio, avrei voluto che la mia storia fosse stata sincera e pura, ma si sa desiderare la felicità è il desiderio più difficile da realizzare.


[…]


Hanna: Mi devi un favore!

Accompagno Tom alla porta, mamma Simone sarà preoccupata per lui, un po’ come Gabrielle suppongo. Immagino stia sclerando, ma spero comunque che non la faccia tanto tragica per un piccolo ritardo.

Tom: Per cosa?
Hanna: Per non averti lasciato al locale per prima cosa.
Tom: Ah, già…-cambiando discorso- Dimmi una cosa, non è il ragazzo che accompagna la ragazza alla porta?
Hanna: Si, ma ho deciso di invertire i ruoli.

Tom scoppia a ridere contagiando anche me. La sua mano mi sfiora la guancia, chiudo appena gli occhi beandomi di questo momento. Credo di essere stata un po’ troppo cattiva con lui.

Tom: A cosa pensi? –Dice con voce candida-
Hanna: Forse ti ho giudicato un po’ male…

Ora la sua mano si sposta sul mio fianco facendo compagnia all’altra, mi accarezzano entrambe, avvicinandoci.

Tom: Oh, davvero? E a cosa devo questo?
Hanna: Andiamo, sai cosa voglio dire!
Tom: Si, ma io voglio sentirlo da te! Devi dirmi “Scusami Tom, non volevo essere spregevole con te. Ti ho giudicato male e me ne pento. Come posso farmi perdonare?” –Fa la faccia da angioletto-
Hanna: Non pensi di star esagerando un po’?
Tom: Mi piaci, e ho smesso di pensare a te come oggetto sessuale da molto tempo!
Hanna: Tom! –Gli tiro una leggera sberla- Mi fa piacere sapere che per te sono un oggetto!

Mi allontano da lui uscendo in strada, Bill che mi guarda dalla finestra non capisce la mia “fuga” ma immagina sia colpa di suo fratello. Questa Kaulitz, non me la doveva proprio dire, e io scema che pensavo fosse una bella persona.

Tom: Dai aspetta –Mi tira il braccio- Non intendevo quello e lo sai, lasciami spiegare!
Hanna: Spiegare cosa?!

Mi giro, siamo in strada e non mi importa se urleremo, perché sto seriamente cominciando ad incazzarmi. Ci mancava poco che mi desse della puttana.

Hanna: Pensi di riuscire a parlare prima che faccia giorno?
Tom: Gattina scusami per prima –Sorride- Intendevo dire che dopo un attenta riflessione, non mi importa più di andare a letto con te – Lo guardo un po’ male- Insomma non ti farò pressioni, aspetterò che sia tu a chiedermelo!
Hanna: Ma davvero?! –Lui annuisce- Beh, Tom…vorrà dire, che aspetterai molto a lungo!
Tom: -Si avvicina- Meno di quanto credi bimba!
Hanna: Perché ci tieni tanto? Perché io?
Tom: Non lo so…all’inizio ammetto che eri solo una specie di sfida. Insomma nessuna ragazza mi ha mai detto di no, prima di te. Sei l’unica che non cede alle mie avance.
Hanna: Sono l’unica sana di mente.
Tom: -Il suo sorriso si allarga- per questo ho smesso di cercare di portarti a letto. Mi arrendo, ho capito che con te il mio fascino non funziona.
Hanna: Ti rendi conto di quello che hai appena detto?
Tom: Si, ma non dirlo a nessuno, altrimenti ti ammazzo. Ho la mia reputazione!
Hanna: Che paura che mi fai, Kaulitz!

Devo ricredermi su di lui. Ha appena ammesso la sua sconfitta.
Sarò matta però un po’ mi dispiace perché anche se è assillante, mi piaceva avere le sue attenzioni.
Lo so è un nonsense, ma cosa ci posso fare? Una volta che entri nell’universo Kaulitz non riesci più a trovare vie di fuga. A volte quasi lo odio e vorrei che sparisse e altre volte invece mi piace averlo intorno. Sentire quella sensazione di non essere soli, sapere che in un modo o nell’altro c’è. Mi scalda il cuore, mi sento a casa finalmente.

Hanna: Grazie Tom! -Ammicco intrecciando le mani dietro la schiena-
Tom: Per cosa? –Disse leggermente confuso, grattandosi un orecchio-
Hanna: Per esserci…credo!

In un primo momento non risponde, continua a grattarsi alzando di tanto un sopracciglio. Io più imbarazzata di lui, credo anche di essere arrossita. Ma sono contenta che sia notte, cosicché il rossore sulle mie guancie si noti pochissimo.

Hanna: Buona notte, Tom!
Tom: Ehy, non così in fretta, non puoi andartene –Si avvicina- non mi hai ancora dato il bacio della buona notte!
Hanna: Cos’è che hai detto prima?!
Tom: Dai… -Congiunge le mani a mo di preghiera- senza secondi fini, giuro! –Mano sul petto-

Lo guardo un po’ indecisa. Davvero è senza secondi fini? E poi, infondo è solo un bacino, no?

Tom: Sto aspettando!! –Dice tamburellando un dito sulle labbra-

Mi viene da ridere, mi avvicino lentamente, lui allarga le braccia come si fa quando si vuole abbracciare un bambino. Siamo fronte contro fronte. Le sue mani lente risalgono lungo la stoffa del vestito. Sento chiaramente, i calli duri provocarmi brividi in tutto il corpo. Le mie mani tenute fino a poco lungo i fianchi, vanno ad intrecciarsi dietro il collo di Tom accarezzandolo. I suoi meravigliosi occhi nocciola sono riflessi nei miei azzurri, come specchi. Devo ammetterlo 10, 100, 1000 volte se necessario, ma Tom è dannatamente affascinante. Non resisto a lungo, la sua mano mi accarezza i capelli, spingendomi ad accogliere le sue labbra. Appena si sfiorano sento come se avessi toccato la corrente, schiudo le labbra accogliendo la sua lingua. Ci gioco, prendo il piercing tra i denti tirandolo leggermente.
Mi ritrovo a succhiare e mordicchiare le labbra di Tom. Sono così invitanti e sexy, lui non fa una piega, anzi sembra apprezzare.
Ci spostiamo contro la sua macchina, sbatto contro una delle porte. Le mani di Tom, sono strette hai miei fianchi, lentamente tirano su i lembi del vestito.

Ma come succede quasi sempre, una suoneria disturba il nostro “momento pomicioso”…ma non doveva essere solo un bacino?
Appunto…sapevo di non dovermi fidare di Kaulitz!

Hanna: È Gabrielle… -Sussurro con le labbra rosse e gonfie-
Tom: È la mia mammina –ci guardiamo- se non entro subito, è capace di mettermi in punizione.

Ridacchio in fretta prendo le mie cose e mi affretto a raggiungere casa. Noto Tom ancora fermo sul vialetto di casa, sono scappata prima che si creasse un momento imbarazzante, fatto di un lungo silenzio. Nessuno dei due avrebbe spiaccicato mezza parola, e in poche parole ho evitato una situazione estremamente imbarazzante.


[...]


Zia: Alla buon ora!

Entro in casa cercando di fare il minimo rumore, quando la sua voce mi spaventa. Il soggiorno è illuminato solo da una lampada posta vicino al divano, Gabrielle è illuminata di poco. Sembra un serial killer pronto a farti fuori alla prima occasione.

Zia: Potevi avvisarmi che avresti ritardato! –Il suo tono è alterato- Ero preoccupata, non pensi minimamente a come mi sono sentita non vedendoti rientrare?
Hanna: Scusami, ti racconterò tutto domani. Sono un po’ stanca, e vorrei andare a dormire.
Zia: Non farlo più, non sapevo dov’eri…hanno inventato i cellulari e la prossima volta degnati di una chiamata, signorina!

Il suo tono è troppo calmo, se voleva farmi una strigliata, non ci è riuscita. Mi nasconde qualcosa, lo so per certo, lo sento più che altro. Cosa vuoi dirmi, eh Gabrielle?

Zia: Alla fine del mese viene a trovarti tua madre!

Faccio per salire le scale, ma sentendo quelle parole mi blocco. Sgrano gli occhi, credo che se non mi fossi retta al corrimano, probabilmente mi ritroverei distesa sul pavimento.

Hanna: Perché viene?! –Dico quasi urlando- Gli hai detto tu di venire?!
Zia: Non aggredirmi, certo che no. È una sua iniziativa!
Hanna: Deve esserci un motivo, non si è mai preoccupata per me.
Zia: Ha solo detto che vuole vedere il posto in cui vivi.
Hanna: Ah, ma bene, quindi non posso fare niente, giusto?
Zia: Cosa vuoi che ti dica? –Si alza venendomi incontro- Non sono io che decido della tua vita. Posso insegnarti cosa è giusto e cosa è sbagliato, il resto resta a te. Per ora è lei che decide.
Hanna: Ancora per poco!
Zia: Che vuoi dire?!
Hanna: Che ancora per poco può comandarmi come vuole!
Zia: Non odiarla…è pur sempre la tua mamma! –Un velo di tristezza la colpì-
Hanna: Io non la sento mia, scusa Gabrielle ma non sento niente per lei. –Ha lo sguardo basso- Non so spiegarlo bene, ma si dovrebbe avere un bel rapporto con la propria mamma, si dovrebbe essere come amiche. Invece io e lei, non siamo questo, non riesco a sentire niente che possa unirci.
Zia: Mi dispiace che pensi questo…in realtà… -Si morde nervosa la bocca-
Hanna: Tu mi nascondi qualcosa –La guardo- e non è per l’arrivo di tua sorella, parla Gabrielle!!
Zia: Non posso Hanna, un giorno capirai –Fa per andare in camera- Non è compito mio dirtelo!

Ma dirmi cosa? Gabrielle perché scappi via come se fossi colpevole di qualcosa? Non riesco ad interpretare la sua espressione di poco fa, sembrava turbata da qualcosa. In più l’arrivo di mia madre complica le cose, io non la voglio qui…non sono pronta a vederla. So già che saranno giorni di inferno, perché proprio quando sembra di aver trovato la pace lei deve trasformare il mio paradiso in un inferno?! Con questi pensieri mi addormento, spero che domani andrà meglio.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


È il 20 Giugno, oggi è l’ultimo giorno di scuola.
Non vedo l’ora di evadere da questo istituto, anche se la cosa che mi mancherà di più sono le lezioni di arte. E in primis, non vedrò per molto tempo Nathaniel. Lo trovo simpatico e disponibile, è una bella persona, ma le sue avance no.
Potrei fare a meno di quelle. Non ho mai fatto niente che potesse attirare la sua attenzione, parte tutto da lui. E non smette di chiedermi se può portarmi a cena fuori. È come se il preside mi chiedesse un appuntamento. Con l’improvviso arrivo di mia madre, la mia vita è troppo incasinata.
Spengo la cicca pestandola con il piede, mi chiudo la porta antincendio alle spalle. I corridoi sono colmi di alunni, l’ultima ora è saltata ma dobbiamo restare comunque fino alla fine.
In corridoio vedo Nathaniel chiacchierare con il prof di storia, mi fa cenno di aspettare, ma lo ignoro e filo dritto evitando le sue occhiate. Di solito non mi comporto in questo modo, li affronto i problemi invece di scappare, ma oggi non mi va di parlargli.
Scendo in cortile dove ritrovo Stephanie e le sue amiche se così si può chiamarle. È proprio come nei film americani, Ci sono i popolari, i nerd, i cervelloni e chi come me cerca di adattarsi.
Questi ragazzi sono così diversi tra loro, per etnia e per altro, ma non per questo si deve ignorarli.
Vera sta chiacchierando con delle ragazze e a notarle bene, sembrano far parte di un fan club di qualcosa. Appena mi avvicino una ragazza mi stritola con il suo abbraccio, quasi non respiro.

?: Tu sei quella nuova, vero?
Hanna: Nuova quasi quanto la tua tinta.

Ci guardiamo negli occhi per interminabili minuti. Vera e l’altra tipa si guardano aspettando una nostra reazione, eventualmente per separarci in caso di lite.

?: Mi piaci! –Sposta una ciocca celeste dietro l’orecchio- Mi chiamo Karen! –Disse porgendomi la mano smaltata di celeste-
Hanna: Anche tu non sei male –Karen sorride- Sono Hanna!
?: Ahhh… -Urla la ragazzina dell’abbraccio- Non ci posso credere ragazze!!
Karen: Emily, ti avevo detto di non urlare a quel modo!
Emily: Scusa! –Fa gli occhioni- Hai letto il blog di Tom?
Hanna: Tom ha un blog?! –Come se fossi cascata dalle nubi-
Emily: Che razza di fan sei, se non sai nemmeno questo?! –Mi ringhia contro-
Vera: Calmati Emily, lei è nuova anche in questo! –Ridacchiando-
Karen: Davvero interessante, vorrei scoprire altre cose su di te.
Hanna: -Sbuffo- Sono stufa di questa etichetta!

Le ragazze ridono mentre io incrocio le braccia scalciando un sassolino.

Emily: Scusami, tendo ad essere un po’ aggressiva, quando si parla di loro –Con occhi sognanti- Oh, Bibi!!

Guardo Vera alzando un sopracciglio. Karen scoppia a ridere.

Vera: Le fan chiamano Bill, Bibi e Tom…Tomi, Tommino etc…! –Sono sconcertata- Ci sono tante cose da sapere ancora su di loro!
Emily: Chi ti piace dei quattro?

Gonfio le guance a mo di bambina, non so cosa rispondere. Guardo la mia amica in segno di aiuto, ma lei scuote la testa mentre la nanetta continua a farmi domande alle quali per il momento non so rispondere. Questa è comicità ragazzi, cosa volete che me ne freghi di quali mutande indossa Tom o il piatto preferito di Georg?! Sapere queste cose non vuol dire conoscere una persona.

Hanna: Davvero basta! –Cerco di calmare la nana- Mi sta venendo il mal di testa.
Karen: Dai lasciala in pace.
Emily: Ma io…volevo solo… -Occhioni lacrimosi e testa bassa- Va bene!
Karen: Dobbiamo portarti ad un loro concerto, non puoi non conoscere niente di loro!

Annuisco con poca convinzione. Un sms cattura la mia attenzione, guardo il display “numero sconosciuto” immagino di chi sia.

“Mi manchi” Questo è treccina, di sicuro.

Hanna: Stupido!
Emily: Chi è? Dai fa vedere!
Hanna: Na, affari miei!
Emily: Dai non fare la cattiva!!

Nascondo in fretta il cell nella tasca della gonna. Non sono sicura della sua reazione nel sapere che è proprio Tom il mittente. Meglio tacere.

Vera: Hanna è un po’ gelosa del suo ragazzo!
Karen: È così sexy che hai paura che qualcuno te lo freghi?!
Hanna: Dovrebbero solo azzardarsi a farlo. Non è un bene farmi incazzare.

Vera sorride sotto i baffi, io la fulmino invece.
Come può pensare a me e Tom come una coppia? Ammetto però, che l’idea non sarebbe male.

Karen: Ehy, Hanna! Nathaniel ti sta guardando –Dice con fare malizioso-
Emily: Il segretario ha una cotta per te.

Sbuffo, per carità è un bel ragazzo, ma…proprio non lo vedo in quel senso.

Hanna: Si, che palle che è –Scuoto la testa- Non sopporto i tipi appiccicosi!
Karen: Non preoccuparti, non sei l’unica.
Hanna: Che vuoi dire?!
Karen: Che si comporta così con tutte le nuove studentesse. Le seduce, le porta a cena, dice che vuole essere solo un amico e poi…
Vera: E poi se le scopa e sa che può farsele quando vuole dopo.

Lo guardo con stupore, non immaginavo potesse essere così stronzo. Non giudico mai prima di conoscere qualcuno, ma da come si comporta con me e quello che hanno detto le ragazze, non so se fidarmi di lui.

Hanna: E voi siete state con lui?!
Vera e Emily: No, scherzi?!
Hanna: Tana per Karen –Ridiamo- Tu ci hai scopato, vero?
Karen: Non guardatemi così. Ero giovane e ingenua, e poi se proprio lo volete sapere, a letto ci sa fare!
Emily: Eri una verginella, per questo ti è piaciuto così tanto! –Disse limandosi un unghia-
Karen: Chiudi quella bocca Emily!
Vera: Scusale…tendono un po’ ad esagerare a volte.
Hanna: Non preoccuparti…-Sospiro- Già mi piacciono!
Karen: Ehy, vi va di andare alla festa di Kelly, stasera?
Vera: Come avete fatto a farti invitare? So che lei invita solo quelli della sua cerchia.
Emily: Beh, quest’anno per la fine della scuola ha voluto essere clemente anche con noi!
Vera: Capisco…
Karen: Hanna, verrai vero?
Hanna: Le feste sono la mia vita!
Karen: Bene, perché nessuno le organizza come lei, fiumi di alcol e…maschi! –Disse eccitata-
Hanna: Ah, ecco! –Ridacchio- Va bene direi di andare, voglio levarmi questa divisa, non la sopporto più!
Emily: Nemmeno io. –Disse allentandosi la cravatta-
Karen: Ok, girls! Stasera alle 21:30 alla fermata dell’autobus!
Hanna: In bus?!
Karen: Purtroppo ci tocca -Mocia- mamma ha preso la macchina e non torna prima di dopodomani.
Emily: Io non ho la patente.
Hanna: Non guardatemi, vi ci porterei ma idem anche io come Emily.
Vera: Dai girls, no problem ci sono qui io! –Le ragazze ridacchiano- Passo a prendere prima Hanna e poi voi, ok?
Emily: Io dormo da lei –Indica Karen- quindi mi trovi a casa sua, senza fare troppi giri!


[…]


Allento la cravatta togliendola del tutto. Non vedo l’ora di tornare a casa e buttarla nell’armadio, non ho mai desiderato così tanto qualcosa prima d’ora, come in questo momento.
Gabrielle oggi è al lavoro e Vera mi ha offerto il pranzo a casa sua, promettendomi che non mi farà indossare altri vestiti di quel genere. Non mi è piaciuto affatto andare in giro mezza nuda la sera della dicesi gara.
E sinceramente non mi va di incontrare Nathaniel in giro. Mi ha un po’ non proprio scosso quello che le ragazze hanno detto di lui, ma per come cerca di essermi “amico”. Accavallo le gambe mordicchiandomi il piercing al labbro.

Vera: Cosa c’è? Sei nervosa?
Hanna: No, in verità pensavo…
Vera: A Tom? –Disse maliziosa-
Hanna: Lui è l’ultimo dei miei pensieri.
Vera: Allora a chi? –Disse aggrottando le sopracciglia-
Hanna: Pensavo a Nathaniel e alle cose che avete detto su di lui.
Vera: Di, non avrai una tresca con lui?!
Hanna: Ma cosa ti salta in mente? –Abbaio furiosa- Io e lui, poi…
Vera: Scusa è che…pensavo che ti interessasse? Tu sei la sua nuova preda a scuola.
Hanna: Preda o no, con me non attacca. –Guardo fuori dal finestrino- Però il suo comportamento non mi convince granché.
Vera: Stacci solo attenta, ok?

Annuisco vaga. Prendo una boccata d’aria. Oggi sono un po’ giù, an

Vera: Posso chiederti una cosa?
Hanna: Spara!
Vera: Cos’è che ti fa tanto tentennare, con Tom?
Hanna: È una lunga storia, beh non tanto ma…avevo quattordici anni, quando è successo.
Vera: Cosa è successo?
Hanna: Stavo insieme a Matteo, un ragazzo bellissimo. Andavamo a scuola insieme, ma non eravamo nella stessa classe.

Ogni giorno dopo scuola, tornavamo a casa insieme, o andavamo hai giardinetti a fumare. E a pomiciare, e ridere e raccontarci tante cose. A sognare…stavamo insieme, ma eravamo anche migliori amici.
È stata Carol, a farci incontrare. Io e lei frequentavamo la stessa classe. Ad una festa di compleanno, mi presentò Matteo e…è scattato il colpo di fulmine, Non che io ci creda sul serio, ma ho sentito come un gran calore dentro di me.
Non so esattamente come spiegarlo, so solo che volevo stare con lui. Qualche giorno dopo, abbiamo cominciato a frequentarci, e una cosa tira l’altra, ci siamo dati il primo bacio fuori da scuola.
Passò del tempo, e con lui feci l’amore per la prima volta.
Fu bellissimo, non la dimenticherò mai quella sera.
Io lo amavo, e lui amava me, ci completavamo a vicenda. Ma si sa, tutto accade per una ragione. Un giorno, comprai uno di quei test sulla gravidanza. Prima per curiosità, poi capii che mi sarebbe servito.
Non mi arrivava, il ciclo…non voleva saperne di arrivare.
Non ero spaventata, c’era tipo…una possibilità su un milione di restare incinta.
Prendevo la pillola da un po’, e avevamo sempre usato il preservativo, eppure…tutto questo non fu abbastanza. Dopo il primo test, ne comprai un altro e capii, ero incinta.
Non potevo crederci, un bambino tutto mio. Mio e di Matteo, il mio più grande amore.
Quando glielo dissi...non fu della mia stessa idea. Cominciò a sbraitare, diceva che non ero stata attenta, che un bambino per una ragazzina come me, era troppo presto.
La scuola, gli amici, l’adolescenza…tutto sarebbe cambiato. Non voleva avere un bambino, voleva che abortissi.

Vera: Hanna mi dispiace… -Disse con le lacrime agli occhi-
Hanna: Non dispiacerti, è tutto apposto! –Feci un sorriso amaro-
Vera: Cosa successe dopo?

Hanna: Io…non volevo abortire. Gli dissi che se lui non lo voleva, beh poteva andarsene al diavolo.
Quello che lui etichettava, come “parassita” io già lo chiamavo amore.
Non dissi niente a nessuno per un po’, ma non potevo nasconderlo per sempre.
Una mattina, mia madre scoprì della mia gravidanza.
Andò su tutte le furie, diceva che ero una stupida, una donnaccia, che avrebbe risolto lei il problema.
E così mi trascinò con la forza, in una clinica privata.
Una figlia minorenne e incinta, era…peggio di un umiliazione, peggio.
Mi fece abortire, ero ancora in tempo per farlo. Quando la dottoressa glielo comunicò, fece un sospiro di sollievo. Non poteva credere alle sue orecchie. È stato così ingiusto.
Non potevo fare niente, lei aveva ucciso il mio bambino.
Lo aveva strappato via da me, con quale diritto si è permessa di fare una cosa così sporca?
Lo pensai per tutto il viaggio clinica-casa.
Io non volevo più parlarle. Non parlai per settimane ne con mio fratello, ne con mio padre e tanto meno con lei. Mi mancava…anche se l’ho avuto per poco dentro di me, sentivo la sua mancanza.
Un anno dopo, incontrai di nuovo Matteo. Lo avevo evitato per tutto l’anno scolastico, dopo che l’ebbi lasciato, non volli sapere più nulla di lui. E quando mi vide, mi disse che gli dispiaceva e che era giusto così. Sarebbe stato una sofferenza, far nascere un feto, di cui non puoi prenderti cura.
Lui lo chiamava feto, non aveva nemmeno pensato per una volta, che quello era suo figlio.
Lo ignorai quel giorno, e quelli successivi.
Con Carol, ripresi la mia vecchia vita. Tra feste, alcol, sbronze e visite all’ospedale.
L’ultima cosa che ho combinato, mi ha fatta finire in carcere. Non quello vero…ho passato una notte alla stazione di polizia, dietro le sbarre con Carol.
Lei diceva che sapeva come entrare e uscire da un banco di pegni. Gli dissi che era ok, volevo provarci. E così la sera stessa, entrammo in un negozio.
Lei cominciò a riempire la sua borsa, io no…volevo solo provare quelle sensazioni che provava lei, non mi interessava rubare nulla. Fummo arrestate, prima di uscire scattò l’allarme.
La faccia di mia madre quando si presentò nel commissariato, non la posso dimenticare.
Era tra il viola e il rosso acceso.
Mi portò a casa il giorno e dopo, e lo stesso giorno, comprò un biglietto di sola andata per la Germania. Ed eccomi qui, fine della storia.

Vera: Per cui…non vuoi stare con Tom, per via di quella storia con il tuo ex?!
Hanna: Non riuscirei a sopportarlo, di nuovo. –Dico abbassando la testa-
Vera: Lui non è quel ragazzo…
Hanna: Non importa, io non mi concederò a lui.
Vera: Dovresti ripensarci! Tom non è come appare, è molto di più.
Hanna: Mi accompagni a casa? –Dico sviando il discorso- Arriva mia madre dall’Italia. Non so perché viene, pensa di controllarmi anche qui, povera illusa.
Vera: Si, ti accompagno.


[…]


La sera stessa…

Gabrielle: Non esci con le amiche stasera?
Hanna: Non mi va…
Gabrielle: Dai, dimmi cosa succede!
Hanna: Nulla, perché me lo chiedi?
Gabrielle: Hai il morale a pezzi, e sei taciturna.
Hanna: Ok, ho detto a Vera di Matteo!
Gabrielle: Tesoro stai bene? –Le disse preoccupata- So quanto hai sofferto, per quella storia.
Hanna: Sto bene. È tutto passato ora.
Gabrielle: Come mai, gliene hai parlato?
Hanna: Mi ha chiesto perché non voglio andare, a letto con Tom. E così…gli ho detto parte del motivo.
Gabrielle: Hanna…Tom non è Matteo, e poi non è giusto che tu ti punisca così.
Hanna: Non voglio riprovare quell’esperienza…
Gabrielle: Non resterai incinta di nuovo.
Hanna: Non è per questo…è che se mi innamoro di lui, poi…so che andrà male.
Gabrielle: Se non ci provi, non lo saprai mai.
Hanna: Tom non è come gli altri ragazzi. So che un giorno andrà via, è un musicista.
Gabrielle: Hanna…questo è l’ultimo dei problemi. Se ci pensi ora, non riuscirai mai a crearti una storia con lui.
Hanna: Io non la voglio. Sto bene così!

Gabrielle sospirò sconsolata. Sa che sono una testa dura.
Non voglio innamorarmi di Tom, per poi soffrire e stare male, come è successo con Matteo.
La mia è una ferita, che non si è ancora cucita.

Gabrielle: Non puoi privarti dell’amore, Hanna.
Hanna: Io guardo al mio futuro. Che è molto roseo, a detto di molti.
Gabrielle: Ripensaci, dai una chance a Tom.
Hanna: Sei proprio ostinata tu!
Gabrielle: -Ride- Molto più di te cara.
Hanna: Ci penserò!
Gabrielle: No, domani tu vai a una festa e te lo rimorchi.
Hanna: Ma ti senti?? –Sgrano gli occhi- Hai proprio detto rimorchiare?
Gabrielle: Quando arriverà tua madre, scenderà l’inferno sulla terra. Lo sai vero?
Hanna: Si, addio seratine.
Gabrielle: Già, per cui sarò buona. Ti concedo di rientrare dopo le 11:00.
Hanna: -Storgo il naso- Alle 02:00.
Gabrielle: Troppo tardi. Quell’ora poi…
Hanna: Perché? Cos’ha che non va?
Gabrielle: Le mignotte escono a quell’ora.
Hanna: Beh, ringrazia che non lo sono.
Gabrielle: Ora fila a letto.

Sono molto fortunata, non mi serve la sveglia quando al mattino ho bisogno di svegliarmi.
Gabrielle è molto chiassosa, infatti immagino gli sia appena caduta una pentola.
Sbuffo rigirandomi per riprendere sonno, ma nulla da fare. Lei entra nella mia stanza, spalanca le finestre e scosta la coperta.

Gabrielle: Ma sei nuda! –Spalanca gli occhi ricoprendomi-
Hanna: No, quello è un pigiama a forma di pelle nuda.
Gabrielle: Ma cosa mi dici mai?
Hanna: Sai che al mattino presto sclero. –Mi metto seduta- Perché mi hai svegliata?
Gabrielle: Ricordi gli esercizi mattutini che ti sei gentilmente offerta di fare?
Hanna: Che tu mi hai costretta a fare!
Gabrielle: Si, va beh.. –Fa un gesto con la mano- Comunque questa è la prima lezione. In giardino ho portato dei pesi e una palla per lo yoga. Forza indossa una tuta, e andiamo.
Hanna: Prima della colazione?!
Gabrielle: No, ci mangiamo un croissant e un succo di frutta. E poi in giardino.

La vedo uscire già con la tuta da palestra. Sorride ancheggiando.
Lo sapevo che prima o poi la vecchiaia avrebbe colpito anche lei. Ma so già che se non mi muovo è capace di farmi uscire senza colazione.
Mi infilo nella doccia legando i capelli in una cipolla disordinata. L’acqua calda scorre sul mio corpo facendomi mugolare e desiderare di non uscire mai.
Quando rientro in camera trovo l’intimo, una canotta e dei pantaloncini striminziti sul letto. Ha preparato proprio tutto, anche i fantasmini e le scarpe.


Esco in giardino e c’è la zietta che fa stretching. Mi guarda sorridendo facendo segno di imitarla.
E va bene, se proprio devo.
Mi metto in parte a lei un po’ distante. Dalla pozione eretta, con le piante dei piedi parallele, porto le braccia verso il basso. Inspiro ed espiro, questa posizione l’ho vista fare una volta su youtube, volevo provare qualche esercizio.
All’inizio faceva male, non ero abituata a fare sport, ma dopo altri esercizi mi sono sentita subito meglio. Cerco di tenere ferme le ginocchia e di toccare con le mani le punte dei piedi.
Grabrielle mi imita, ma non resiste e crolla.
Ridacchio aiutandola ad alzarsi.

Gabrielle: Non credevo che facesse tanto male.. –Disse lamentandosi dei dolori alle braccia-
Hanna: È normale, soprattutto se non lo fai tutti i giorni.
Gabrielle: Io voglio avere un bel culo e dei fianchi perfetti.
Hanna: Per quello dei fare esercizi per i glutei. Per la pancia va bene un po’ di crunch alla panca. Ma in assenza di quella useremo la palla per lo yoga.
Gabrielle: Come sai queste cose? –Disse guardandomi con gli occhi a palla-
Hanna: Ho una vita anche io. E comunque mi allenavo un po’, e Andrea mi aiutava a tenermi in forma.
Gabrielle: Oh, bene. Insegni anche a me?
Hanna: E tu mi lasci tornare alle 02:00?
Gabrielle: Scordatelo! –Disse remissiva-
Hanna: Vorrò dire che dovrai ammirare la mia tartaruga, e sfigurare con la tua pancia flaccida!
Gabrielle: Sei proprio una stronza cara nipote.
Hanna: Ho di fronte la mia maestra.
Gabrielle: E va bene. Ma se comincerai a prostituirti, non azzardarti a mettere piede in questa casa.
Hanna: Non farò mai la prostituta!

Ci stendemmo entrambe su un tappetino per lo yoga, le dissi di appoggiare sulla palla tenendole ferme.
In modo da formare un angolo abbastanza retto, fra bicipiti femorali e polpacci.

Hanna: Ora metti le mani dietro la nuca, e ricordarti di inspirare ed espirare.
Gabrielle: Ok, ma facciamolo insieme.

E ora cominciamo in maniera fluida e lenta, staccando le spalle e la parte alta del dorso dalla base d’appoggio. Ritornando dopo poco alla base di partenza.
Gabrielle è ancora una principiante, e ad ogni sforzo si lamenta, mentre io eseguo gli esercizi come se fossi nata per quelli.

Gabrielle: Basta ti prego, è passata solo mezz’ora ma si sembrano di più.
Hanna: Se vuoi fermarti va bene. Io però vado a fare un po’ di jogging.
Gabrielle: Ma come fai?!
Hanna: Mi viene naturale penso. A dopo.


E comincio a correre lasciando distesa in giardino.
Mi viene da ridere, proprio lei mi costringe ad allenarmi solo per avere una forma perfetta, e poi è la prima ad arrendersi.
Mi mancano le corse mattutine con mio fratello.
Non andavamo a correre tutti i giorni, ma quando succedeva mi sentivo in un altro mondo. Uno in cui c’eravamo solo io e lui.
Forse sto correndo un po’ troppo, perché in poco tempo raggiungo il parco. Non c’è molta affluenza, in effetti sono appena le 7:00 del mattino.
Continuo a correre raggiungendo il centro del parco. Ogni tanto mi cade l’occhio su qualcuno che trovo ad allenarsi. Ci sono le coppietta che si allenano insieme, e inevitabilmente finiscono dietro un cespuglio a fare altro. L’obeso che tra una corsetta ed un'altra, mangia un panino al prosciutto.
Ma a cosa gli serve fare finta di tenersi in forma, se poi si abbuffa.
E infine, ci sono quelle persone che corrono con al fianco i loro cani. Quelli mi piacciono di più, non so il motivo preciso, ma è così.
Mi distendo sull’erba improvvisando qualche flessione, e alla fine lasciandomi cadere respirando l’odore dei campi in fiore.
Chiudo gli occhi immaginando che accanto a me ci sia mio fratello.
Sento il viso umidiccio, apro un occhio e un muso nero mi sta annusando, dopodiché una lingua mi lecca la guancia. Mi alzo a sedere guardando il cane accanto a me.
Ha la testa e la schiena nera, il pancino bianco con puntini neri. La coda lunga e affusolata e due occhi nocciola. Non vedo il suo padrone in giro, e non sembra un randagio, dal momento che ha la targhetta.
La guarda e vedo il nome. Scotty.

Hanna: Chi è il tuo padrone, piccolo? –Dico guardando il cane-
“Wolf..wolf…”
Hanna: Mh, facciamo che ti porto a casa e poi cerchiamo il tuo padroncino, ok?

Il cane sembra annuire. Ridacchio e nel momento in cui mi avvio verso casa, lui mi segue fidandosi di me.

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