Rachele, la piccola verde Leprecauna

di _Eterea_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Note Importantissime:  Per chi sta iniziando questa storia ora, sappia che per il momento l'ho un po' abbandonata... Non che non abbia intenzione di concluderla, eh, solo che l'ispirazione se n'è momentaneamente andata e mi sto concentrando su altre storie. Sto modificando i capitoli già pubblicati, per renderli più presentabili e meno bimbominkiosi di com'erano quando li avevo pubblicati.


 

Rachele, la piccola verde Leprecauna
 

 
Prologo_


 
Avvicinai lentamente il bicchiere  colmo di succo di frutta all’ananas alle labbra.
Stavo per aprire la bocca e assaporare un po’ di freschezza, contrastante all’aria afosa e secca del deserto, quando scattai terrorizzata rovesciando metà del contenuto del bicchiere sul tavolo.
Qualcuno era entrato di corsa sbattendo come una furia la porta. Cercando di non lanciare improperi vari all’idiota di turno, sollevai lo sguardo e mi ritrovai davanti un esaltato Bill. Il suddetto Bill, mio collega di lavoro/migliore amico, si era fermato davanti al mio tavolo con un sorriso enorme e una pila di fogli tra le mani.
«Ehi, Rachy! Indovina un po’! Passeremo qualche settimana in… rullo di tamburi... Romania! Non è fantastico?!»
Lo guardai perplessa, cercando di rilassarmi e cancellare il brivido di ribrezzo che mi era venuto a causa del “Rachy”... ma che razza di soprannome è?  
«Perché?» L’entusiasmo del ragazzo si affievolì, probabilmente non contento del mio poco interesse.
«Per lavoro! Ti spiego più tardi... Magari ti faccio conoscere Charlie! Ricordi? Mio fratello che-»
«Quello che lavora con i draghi?»
«Sì, esattamente quello! Oh andiamo... Romania!»
«Sì, davvero entusiasmante…»
 
---
 
STOP!  Ferma! -ehm- TIME OUT!
 
Bene – colpetti di tosse – adesso che ho attirato la vostra attenzione… Salve!
 
Per iniziare vorrei dire una cosa: sono una persona completamente confusionaria, una sottospecie di disordinata cronica, ma questa volta voglio andare contro natura e fare le cose con precisione.
Precisione, questa parola – probabilmente – esiste nel mio vocabolario solo perché nella voce accanto “ opposto” c’è stampata la mia faccia con due pollici alzati e il sorriso da ebete. Cosa davvero gratificante.
Allora bando alle ciance e iniziamo questa mia fantasmagorica e precisa presentazione.
Nome: Rachele;  Cognome: O’Shea;   Anni: ventuno;  Residenza: Egitto;  Mestiere: Spezzaincantesimi;
Codice Fiscale: 210 .. No .. questo no.
Bene, dopo aver fornito i miei dati principali – adesso potete denunciarmi tranquillamente per qualsiasi cosa, avete tutto – passiamo ad una descrizione fisica, giusto per farvi un’idea del mio io e magari non immaginarmi come una strafiga.
Quindi, partendo dall’alto... Aah, come mi piacerebbe dire che ho una lucente e folta chioma di lunghi e boccolosi fili di luce in testa, ma... No. I miei capelli sono corti - un taglio tra il caschetto e il maschiaccio che né io né il mio parrucchiere abbiamo ancora capito - e di un banale color nero. Anche se ai tempi della scuola erano... blu elettrico. Wow, che shock, né? La vostra espressione, in questo momento, penso ricalchi esattamente quella della McGranitt al mio ritorno dalle vacanze natalizie, al quarto anno. Il suo sguardo di disgusto era secondo solo a quello di Piton. Però, c’è un però, la Mc non poteva lamentarsi più di tanto, dato che si trattava di una delle sue studentesse migliori. Cercò di chiudere un occhio su questa faccenda. Sì, dopo avermi trascinata (non scherzo) dal preside e avermi fatto, in sua presenza, una tirata d’orecchie di circa tre quarti d’ora.
 
Come ho già detto, Trasfigurazioni era una delle, pochissime, materie in cui eccellevo. Da brava Corvonero fallita che ero, prendevo voti massimi solo in Trasfigurazione e Incantesimi. E basta. Altri voti decenti potevano essere: Difesa Contro Le Arti Oscure, Pozioni ( diciamo non proprio Troll) e Erbologia. immagino vi starete chiedendo perché una delle più belle materie non sia qui presente: Cura Delle Creature Magiche. Una sola parola: fobia.
Ecco, diciamo che, se mi metteste davanti un gattino bianco, piccolo che sta in una mano, con gli occhioni dolci che dicono “Spupazzami!"… Allora a quel punto potrei anche guardare e – magari – accarezzare il suddetto animale. Ma se invece, come fece il caro prof. di Cura Delle Creature Magiche, mi mettete davanti un ippogrifo, che al minimo cenno di mancanza di galanteria ti strappa un arto… a quel punto potrei avere qualche problema.

E adesso che mi ci fate pensare, io sto per andare in Romania con Bill (e gli altri) dove c’è il fratello che addestra i draghi?
Ho paura. Non per qualcosa, ma chiunque conoscesse almeno un pochino Bill Weasley, capirebbe che sarebbe un rischio. Come minimo mi legherà e getterà nella tana di un drago. Non perché sia cattivo sia chiaro, ma Bill quando si parla di scherzi ( bastardi per lo più) non sembra avere limiti.
Lui dice che è un tratto di famiglia. Io spero di non conoscere MAI il resto della sua famiglia, specialmente perché a quanto pare è composta da 7 elementi ( esclusi i genitori). No, dico... Altri 6 tizi del genere! Non sopravvivrei a lungo, anche se devo ammettere di  sapermi difendere bene in quei casi.
Anche se Bill... è Bill.
 
Restando su questo argomento mi è appena venuta in mente una cosa: che sia chiaro, a me lui non piace. Cioè, come amicone e fratellone sì; ma se si parla di più, assolutamente no.
Anche perché lui ha Fleur. Oh! Non ho ancora parlato di Fleur! In poche parole è una nostra collega, e pare che tra i due sia scoppiato l’ ammmore. Conosco Bill da un anno e mezzo ormai, e non l’ho mai visto così... Rimbambito come da quando è arrivata lei. Non che sia gelosa, per carità, ma ho già dovuto assistere ad una scena abbastanza vomitevole su lei che lo imboccava; melensaggine pura.
Chiunque la conosca poco, potrebbe dire che Fleur sia snob, altezzosa, appiccicaticcia... Praticamente un’oca giuliva.
Ma chi la conosce meglio, come me, deve dire che comunque è simpatica, dolce e carina con tutti, e ogni tanto la si sente dire pure qualche battuta! Unica vera pecca: è francese.
Una cosa che non sopporto di lei: è una mezza Veela. In teoria dovrei amarla per questo, ma pensate di andare in giro affianco a una come lei: bellissima, un fisico mozzafiato, eleganza in ogni movimento .. Io invece: diversamente bella, un po’ cicciottella ( senza eccesso di pancia ma con i fianchi piuttosto larghi), goffa e vestita peggio di un camionista.
 
Visto che questa sarebbe una presentazione sulla mia persona, vorrei farvi presente in che modo esco di casa la mattina: jeans strappati e consumati fino al’orlo, maglie larghe e a volte, sopra, camicie da boscaiolo. Il mio guardaroba si riduce ad un solo colore, a parte qualche caso eccezionale, cioè il nero. Non perché sono dark o perennemente in lutto o chissacosa... Solo un semplicissimo motivo: dimagrisce ( triste realtà).
Nell’angolo più buio e dimenticato del mio armadio c’è anche una piccola e raggomitolata fonte di luce rosa. Regalo/ scherzo di cattivo gusto di Bill. Un maglioncino assolutamente da diabete : rosa confetto. Dire che l’ho ucciso quella sera è dire veramente poco.
 
Ma guarda! A questo punto la mia presentazione sembra un po’ quei temi che fanno fare in seconda elementare, giusto perché se no gli insegnanti non sanno assolutamente cosa fare della loro esistenza. Avete presente? “ Tema: come ti chiami? Come sei fisicamente? E caratterialmente?Cos’è per te l’amicizia?” Utilità del tema: stordire piccole menti.
Mmmh, vi sembra strano che una strega sappia cosa fanno alle elementari i babbani? Notizia straordinaria! Sono una Nata Babbana.
Non l’ho detto prima perché: primo non mi è venuto in mente, secondo perché non si legava al discorso, terzo... non c’è un terzo.
Sì, sono una Nata Babbana e, come ogni membro di questa razza che si rispetti, ho scoperto di essere una strega all’arrivo della lettera per Hogwarts a 11 anni. I miei genitori sono due comunissimi babbani medi. Papà, irlandese (AH! Già! Sono mezza Irlandese! sorry), fotografo che gira il mondo alla ricerca, secondo me vana, del successo. La mia mamma, invece, è una veterinaria/casalinga disperata.
 
Quando ricevetti la lettera e il tizio del ministero venne a spiegare la situazione ai miei, devo dire che la presero piuttosto bene. Anche se, dopo lo shock iniziale e le varie spiegazioni, la prima cosa che chiese mio padre fu:
«Ma allora... i Leprecauni esistono!?»
Che dire, è il mio papi irlandese, è così e me lo devo tenere. Dopo i primi anni di scuola, i miei si allontanarono sempre di più fino ad arrivare alla separazione. Io non ero molto d’accordo, e da qui partì la mia ribellione/stupidità e, sempre da qui, uscirono i capelli blu.
 
Bene penso di aver fatto un piccolo resoconto della mia vita, molto piccolo, ma non ho voglia di dilungarmi oltre... quindi... Detective può spegnere la luce, abbiamo finito.
 
---
 
Bill aveva tirato fuori, a questo punto, lo sguardo più sarcastico che riusciva a fare.
«Bene, dato che tu non mi dai soddisfazioni, vado a dare la BELLA notizia a Fleur» E se ne andò facendo ancora il finto offeso.
Appena chiuse la porta, scoppiai a ridere.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1


Aprii gli occhi e contemporaneamente la bocca, sbadigliando sonoramente e – sempre con la grazia di un ippopotamo – mi stiracchiai in tutta la mia – corta - lunghezza . Avevo dormito tre ( e dico tre!) ore sul soffice e morbidoso divanetto di casa mia.
Ero tornata a casa presto quel giorno da lavoro – per poter fare le valige per la partenza del giorno seguente – e dopo aver arraffato un po’ di vestiti a caso dall’armadio per poi gettarli in disordine nella valigia aperta sul letto, mi ero concessa qualche – meritatissima – ora di riposo.
Cercai con la mano ai piedi del divano la bacchetta, che una volta trovata, usai per prendere l’orologio appoggiato sul tavolo.
Vorrei far presente la mia poltronaggine: il divano è a meno di un metro dal tavolo. Ma perché sprecare inutilmente le forze quando - con un semplice “Accio!” – gli oggetti volano direttamente nelle tue mani? In momenti come questi... amo essere strega!

Improvvisamente la porta del bagno si aprì di scatto, producendo un rumore allucinante. Girai lentamente la testa – giusto per non faticare troppo – e mi ritrovai davanti Adele con gli occhi luccicanti e più arruffata del solito.


… Ma... Cosa sono quelle facce?
Ho forse dimenticato di presentare la mia collega/coinquilina/migliore amica? Davvero??… ops.
E dai, capita a tutti di dimenticarsi qualcosa, no?
Lasciando perdere il fatto che sono la migliore amica peggiore del mondo… ecco a voi Adele!

Allora: Adele Morgan ha 24 ( credo) anni, è mezza inglese e mezza greca, Purosangue… e sì, non penso vi interessi la sua data di nascita, ma nel caso in un prossimo futuro vorreste farle un regalo, festa a sorpresa o qualsiasi cosa … è il 12 Aprile.
Esteticamente è – lo devo dire – una bella ragazza.
Magra, più di me perlomeno, ha dei gonfissimi capelli che le stanno a criniera – punto di sfottimento da parte mia – boccolosi e castano chiari; gli occhi molto scuri, a volte sembrano proprio neri… inquietante.

Adele – anche se purosangue – è un amante del cinema, scoperto grazie a moi, e della cioccolata. Datele una barretta di cioccolata e avrete in pugno la sua vita.
Sì, va bè… simpatica, solare, allegra, spigliata… solite cose pallose che si dicono di qualcuno.

Dato che sono un’ amante del cinema anche io, imiterò un film ( chi lo riconosce è un mito) per presentarla al meglio:
- Oh, conosci Adele? Adele Morgan, mia stimatissima collega nonché coinquilina fuori di testa e maniaca dell’ordine, ci siamo conosciute un anno fa grazie al lavoro e abbiamo preso casa insieme per disperazione… o meglio, per fuggire dalle grinfie dei babbi e delle mamme. –
Bene, dato che sono ancora mezza rincoglionita dal sonno, termino qui la Adele Presentation… e torno alla realtà.


«Tu. Non. Hai. Idea. Di. Quello. Che. Mi. Ha. Appena. Detto. MAY!»
La guardai perplessa
«Mmmmmh… cosa?»
Ignorò la mia mancata partecipazione, ed urlò
«TI AMOOOOOO!»
La guardai impaurita
«Ad… ti voglio bene, ma non cred-»
«Ma cosa hai capito?! Uffa, ha ragione Bill a dire che non ascolti mai! May ha detto a me ti amo!»
Iniziai a capire, e tirai fuori il sorriso più sincero che trovai.
«Oh! Ma è stupendo... Ma te l’ha detto prima lei o-»


… Perché di nuovo quelle facce perplesse?… Ah, già. Avevo dimenticato un piccolo particolare.
Adele è lesbica. Sorry… Spero che a nessuno dia fastidio! Anche perché, se no, può anche girare i tacchi e andarsene (magari non centrando la porta e sbattendo il nasino bello al muro).
Adele è la mia migliore amica e non tollero facce disgustate e di disapprovazione rivolte alla sua sessualità!
Con questo chiudo la parentesi. Che adesso mi accorgo di non aver mai aperto… ri-ops.


«Sì! Lei! Oh… era così dolce!! Non sai come sono fel-» Venne interrotta dal suono del telefono. Mi allungai verso la cornetta, e dopo averla afferrata, risposi con completa nonchalance.

«Pronto…»
Dall’ altra parte del filo: «RACHY!! SEI TU? CI SEI?»
Allontanai immediatamente la cornetta dall’orecchio, sicura della distruzione del mio timpano sinistro.
«Bill... sarà la centesima volta che ti dico che AL TELEFONO NON C’E’ BISOGNO DI URLARE!»
«E PERCHE’ TU LO STAI FACENDO?»
«PERCHE’ HO VOGLIA DI STRANGOLARTI! Adesso, facendo finta che sono a dieci centimetri da te, puoi dirmi il motivo di questa chiamata?»
«ALLORA, STASE- , cioè, stasera venite, tu e Ad, a festeggiare un po’ prima di partire domani? Qualche birra, ecc... Come sempre, dopotutto.»

Riguardai Adele, sapendo già la risposta. 
«Tu hai voglia di uscire con noi stasera?»
Ci pensò un attimo, poi mi guardò dispiaciuta
«Avevo promesso a May che questa sera l’avrei passata con lei. Infatti stavo andando già adesso. Ceniamo insieme e poi…»
«OK! Sì, grazie, non voglio sapere i particolari… ma... aspe'... che ore sono?»
«Le 20.00» Strabuzzai gli occhi.
Avevo dormito veramente tre ore.
Che vergogna… All’improvviso mi ricordai della presenza di Bill dall’altra parte del telefono ( forse aiutata dalle sue urla. Maledetto il giorno in cui glielo regalai).

«Adele è occupata stasera… io vengo, visto che non ho niente di meglio da fare…»
«OTTIMO! CI V- vediamo alle 21.00 al solito bar. A dopo!» Quando riattaccai mi ributtai sul divano.
Ogni mio muscolo si opponeva al mio tentativo di alzarmi. Esausta, mi sedetti e, con lo sguardo vacuo, mi diressi in bagno per sciacquarmi la faccia, giusto per non sembrare uno zombie o uno spaventapasseri.
Ehi, che idea… non sarebbe un cattivo lavoro, no?! Spaventapasseri vivente!!

Vado a farmi un caffè prima di sparare altre cazzate del genere, magari con testimoni.





Mi smaterializzai nel vicolo affianco al bar. Ormai frequentavamo quasi esclusivamente posti babbani, un po’ per merito mio e poi Bill era curioso, quindi dovevo stare attenta a dove comparivo. Arrivai all’ingresso dell’affollatissimo locale e, alzandomi in punta di piedi (l’ho già detto che sono tappa?) intercettai lo sguardo di Fleur.
Mi avvicinai a loro, spintonandomi con la varia gente, e mi buttai letteralmente sulla sedia.

Helmi (il barista) si avvicinò a noi, sorridente come al solito, e soprattutto calmo come al solito.
Accidenti, nonostante avesse un locale del genere, a volte pieno di idioti dalla rissa facile, riusciva sempre a mantenere una dignitosa tranquillità. Avrà sulla sessantina, ma sembra sempre spinto da una grande forza, che gli permette di gestire da solo il locale.
Ce l’avessi io tutta quella energia, e ho solo 21 anni.

«Il solito ragazzi?» Ah, già, parlava anche benissimo l’inglese.
«Sì, grazie Helm!» Bill gli si era affezionato molto, non si può dire lo stesso di Fleur. Fleur odia quel posto. Lo ha odiato dall’inizio e lo odia tutt'ora.
Anche se con Bill non si lamenta mai, si limita a guardare disgustata intorno a sé, e chiunque intorno a sé. Per esempio, adesso, sta guardando malissimo due tizi (dall’aria camionisti) che ubriachi marci, si tirano amichevoli pugni sul braccio.
Perché, si sa, che tra qualche minuto: o si addormentano, o scoppia una rissa in piena regola.
Quando Helm tornò con le birre ne bevvi un lungo sorso, per poi sentirmi molto meglio. Ahhhh l’alcol.


«Allora tutto pronto per domani?» Mi chiese Bill, dopo aver bevuto.
«uhmm… penso di... sì?»
Bill sorrise
«Lo spero… allora mia piccola verde Leprecauna-»
«COME?!» Oddio, da quando si era inventato quel soprannome assurdo?! Ma perché a me!
«Non ti piace? – ormai se la stava ridendo alla grande – è il tuo nuovo nomignolo, visto che Rachy non ti piace»
«Ma... non è un nomignolo! E’ una frase! Cos’è d’ora in poi dirai ogni volta “ piccola verde Leprecauna”? Non è un po’ lungo?»
Cercai di fargli tornare il buon senso, sempre che ce ne avesse un po’ (cosa discutibile).
Ci pensò un po’ su, intanto Fleur iniziava ad agitarsi sulla sedia, forse perché i due tizi di prima avevano iniziato a discutere. A quanto pare aveva vinto la seconda opzione.


«Ehm... Fleur? Allora… mi spiegate qual è il lavoro in Romania?» La ragazza si voltò lentamente verso di me, ignorando le urla dei tizi
«Dobbiamo spezzare gli incantosimi che bloccano l’entrèe di una grotta, dove sembra esserci una spocie di tesor... non ci hanno detto di più, però. Deve essere una cosa gronde.»
«Wow, interessante» Caspiterina! Chissà quante trappole mortali, pericoli … anche solo a pensarci, mi sale l’adrenalina alle stelle!
«Ci metteremo un po’ dunqu-»

«P.V.L.» Mi girai verso Bill guardandolo come se fosse impazzito.
«…cosa?»
Sorrise compiaciuto
«Visto che “piccola verde Leprecauna” è troppo lungo... prendendo le iniziali, diventa P.V.L. Non è geniale!»

Non potrei neanche descrivervi la mia faccia, penso che si rispecchi nelle vostre.
«Pvl? Ma sei impazzito? Sembra la sigla di una Concessionaria!»
«Una che?»
«Lascia perdere...»
«Ma dai! è carino, no Fleur?» Fleur era ormai visibilmente spaventata.
Helm stava cercando di cacciare fuori i camionisti che ormai avevano iniziato ad azzuffarsi.
Guardammo tutti e tre la scena (io e Bill silenziosamente facevamo le scommesse. Il mio era quello con la camicia rossa), alla fine, Fleur, si complimentò con Helmi per averli scacciati.

«Comunque… domani sera Charlie ci ha invitati a cena. Va bene?»
«Oh sì, sì certo. Così almeno conoscerò finalmente questo benedetto Charlie!»

Già… finalmente.






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mio ritratto di - Rachele

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***



Capitolo 2



Aprii la porta della stanza e rimasi sorpresa.
 
Eravamo arrivati da pochi minuti a Sătmare Balaur- il villaggio magico vicino a Măndra ( Romania) dove eravamo arrivati tramite passaporta, per poi smaterializzarci - e già mi trovavo parecchio a disagio. La cosa che si notava subito, di quel posto, era l’attrazione principale.
 La riserva dei Draghi.  Esattamente dove lavorava l’adorato fratellino di Bill. Ma … Porco Merlino … tra tutti i posti dove potevano trovare una “grotta” piena d’oro, proprio accanto ALLA RISERVA DEI DRAGHI??!?!?
Ogni negozio, locale e casa di quel posto lo faceva capire chiaramente.
 
 L’ unica consolazione, fu scoprire che non avremmo alloggiato nel locale che portava il nome – badate bene – “ Nello stomaco del Drago” ( MA CHE RAZZA DI NOME E’?????DOVREBBE ATTIRARE LA GENTE??) che ci trovammo di fronte appena smaterializzati, bensì nel “Sursă de ‘’mied” cioè “ Fonte di Idromele”. Dai, decisamente più accogliente dell’altro. Prendemmo le camere e, poco dopo, Bill e Fleur decisero di fare un giro di perlustrazione ( così lo chiama lui) del villaggio.
Io decisi di restare in camera a poltronare fino alle 20.00, quando saremmo andati alla tanta attesa cena a casa del fratello fissato dei Draghi. Quindi, salutai tutti, Adele probabilmente corse in camera per cercare di mettersi in contatto con la sua May, e mi diressi – con tanto di carrello con le valigie – verso la mia stanza.
 
Come ho già detto, quando entrai nella camera rimasi meravigliata. Tutto il locale era molto rustico, ricordava un po’ i tre Manici di Scopa di Hogsmeade, e semplice; la stanza era più o meno simile, però molto più grande di quanto avevo immaginato. Il letto era stupendo, sembrava un po’ più grande di un matrimoniale normale, e la vista dalla finestra era a dir poco spettacolare. Si vedevano le montagne e un lago, non avevo idea quale fosse, dopotutto ad Hogwarts non insegnano Geografia, quindi … non è colpa mia.
Lasciai le valigie accanto al letto e mi ci buttai sopra. Era morbidissimo, stavo per cadere in letargo quando mi ricordai della cena. Mancava un’ora, e sinceramente non avevo voglia di agghindarmi chissà come. Dopotutto era solo il fratello di Bill … un paio di jeans, una maglietta semplice, e fine.
Avevo appena finito di vestirmi, quando due persone si fiondarono nella mia stanza. Mi girai verso la porta e vidi Adele e Fleur scrutarmi malissimo. < Cosa c’è? > mi guardai addosso, aspettando di vedere, magari, una macchia sui jeans, o qualcosa di simile ma niente. < Allora? > Adele si avvicinò sospirando < Cosa sono quelli? > indicò il mio abbigliamento < I miei vestiti? Si può sapere cosa volete?? > Si avvicinò pure Fleur seria < Rachél non possiamo lasciorti andore in jiro così! > Le guardai stralunata < State scherzando, vero?! >  < Niente a fatto, Rach! Andiamo, per una volta non potresti vestirti un po’più … sexy? > Rimasi a bocca aperta < SEXY??? La Romania vi fa veramente male … > < Ho una gonna che mi sta un po’ larga … dai, non te ne pentirai!! > < Gonna?? Mai. E’ fuori discussione, non mi vedrete mai con addosso una ... >
 
< HAHAHAAH!! Gonna, P.V.L??? > Ok. Avrei Cruciato tutti e tre se avessi potuto . Mi avvicinai a Bill – che ancora aveva le lacrime agli occhi dal ridere – per dargli un calcio negli stinchi, ma schivò il colpo. < Dai, non te la prendere! Sei uno schianto, ma è comunque assurdo vederti così! > < Lo schianto lo farai tu, presto, a causa di un mio Schiantesimo. >
Continuando a ridere si smaterializzò, con noi attaccate alle sue braccia. Tutte e tre speravamo si ricordasse dove abitava il fratello … non sono solo io quella senza senso dell’orientamento.
Fortunatamente azzeccò al primo tentativo.
 
Charlie abitava in una piccola villetta poco lontano dalla riserva. Molto piccola, ma carina, circondata dal verde. Ci avvicinammo alla porta e Bill si fece avanti – io avevo una voglia matta di togliermi quella stupida gonna – e bussò. Ad aprire fu una ragazza. Alta, probabilmente poco più della mia età e rumena, capelli scuri acconciati a chignon, vestita decisamente bene ( ricordava un po’ Fleur) e due occhi azzurri glaciali. Diciamo che a prima vita non mi è stata molto simpatica, aveva l’aria di una che se la tira parecchio.
 
Quello di noi più confuso fu Bill. < Scusi, credo di … aver sbagliato > Lo guardai male. Che idiota, non si ricorda neanche dove abita il fratello. Vergogna Bill.
La ragazza lo guardò attentamente , poi parlò con un inglese perfetto < Lei deve essere Bill, immagino. > Il ragazzo sembrò ancora più confuso. Andiamo, sarà la sua ragazza, perché così stupito?!  < Quindi non ho sbagliato. Qui abita Charlie Weasley? > < Sì, certo. Accomodatevi. > Si fece da parte e noi entrammo, il soggiorno era molto grazioso, tutto in legno. < Vado a chiamare Charlie. Voi intanto fate come foste a casa vostra. >
Dio che antipatica, l’aveva detto in un tono che diceva “ Sì, ma guai a chi tocca qualcosa”, e con una faccia da schiaffi per giunta. < Perché non pensavi fosse casa sua? > Sussurrai a Bill. < Charlie non mi ha parlato di una ragazza!! e lui mi dice sempre tutto- > Fu interrotto dall’entrata – piuttosto rumorosa- di un ragazzo dai capelli rossi.
< Ehi, fratello! > Sorrise – mmmh bel sorriso – il presunto Charlie. Bill si riscosse e corse ad abbracciarlo. < Ehi!! Tutto bene? – guardò verso la porta dalla quale il ragazzo era appena entrato – ma chi è quella?? > Charlie incrinò un po’ il sorriso < Alina, una mia collega > < Solo collega?! > < Oh, sì certo > Disse vago avvicinandosi a noi. < Fleur, sono felice di rivederti! > L’abbracciò poi si voltò verso di noi. < Io sono Adele –  non perde mai tempo – e lei è Rachele! > Gli strinsi la mano – anche dei begl’ occhi - < Sì … esatto > < Bill mi ha parlato di voi, sono felice di conoscervi > Sembrava sincero, in quel momento tornò Alina a annunciare la cena. Bill si avvicinò al fratello mentre ci sedavamo al tavolo < Allora, perché è qui? > < La sto ospitando per un po’ a casa mia, perché la sua è infestata dai Doxi. Tutto qui. > < Scusa, e non aveva nessun’altro da cui andare? > chiese Bill. < A quanto pare … >
 
Alina entrò portando un enorme vassoio, e guardò Charlie con le guance leggermente arrossate < Charlie vieni! Siediti vicino a me! > Dal tono civettuolo con cui l’aveva detto intuii il perché non avesse altri da cui andare. A quanto pareva anche Adele la pensava come me; ci scambiammo uno sguardo che diceva tutto. Iniziammo a mangiare tranquillamente, Bill raccontò a Charlie il lavoro che dovevamo fare lì in Romania, non che ci fosse molto da dire, avremo saputo i particolari l’indomani mattina.
Era più che palese che Alina fosse cotta e stracotta di Charlie, ma a quanto pareva:  1 o lui faceva finta di non capirlo perché non era interessato, 2 o non l’aveva proprio capito.
Considerando la parentela – vedi Bill – optai per la 2.
Su, anche un Confuso l’avrebbe capito. Le mancavano solo gli occhi a cuoricino. Cercai lo sguardo di Bill per vedere se anche lui l’avesse notato, ma lo vidi farsi pulire la bocca con il tovagliolo da Fleur. Ma PERCHE’proprio a me.
 
Adele interruppe il silenzio < Allora, Alina, da quanto vi conoscete? > < Più o meno da Natale, quando ho iniziato a lavorare alla riserva. > < Non sei di qui? > Dissi tirando fuori il sorriso più falso che trovai, lei mi guardò un attimo confusa < Sì, perché? > < Bé … se ti ha dovuto ospitare Charlie, non devi avere nessuno qui. > Non volevo essere così acida, ma mi stava troppo indisponente. < Io … non ho nessuno che abiti qui … > Era alle strette. Charlie resuscitò da un boccone – secondo me esagerato – di pollo < Ma non avevi una sorella- > < Non ci parliamo. > Stava sudando freddo. io e Adele ci scambiammo un’altra occhiata.
Alina, penso per vendicarsi, si rivolse a me < Racchia – cioè - Rachele, giusto? Di dove sei?? > il mio coltello si alzò pericolosamente, ma un calcio di Adele me lo fece abbassare.
< Sono nata a Swansea, in Inghilterra, ma sono mezza Irlandese > < Uh, bella l’Irlanda! Ci sono stato una volta per prelevare un Drago … >
 
L’entusiasmo di Charlie mi fece sorridere, evidentemente fece l’effetto contrario sulla Regina dei Ghiacci < Interessante … devi aver frequentato Hogwarts, allora, Charlie me ne ha parlato tanto > Tesoro, se stai cercando di farmi ingelosire, stai sbagliando di grosso; pensi che me ne freghi qualcosa?!
< Ne sono felice, è una scuola stupenda … > < La devi aver lasciata da poco, giusto? L’anno scorso magari … >  Ok. Le stavo per saltare addosso. Ovviamente per picchiarla, se qualcuno non l’avesse capito. Mi ha dato 18 ANNI!??!!??! Nascondetemi la bacchetta, potrei fare una strage! < Veramente ho 21 anni. > < Oh! Solo un anno in meno di me … sembri più piccola … > Fleur si mise in mezzo prima che fosse tardi. < Ehm, Charlì … questa casa est stuponda! Dove l’hai … > Non seguii il discorso, ero troppo concentrata a guardare male la tizia che avevo di fronte.  Charlie mi stava già simpatico, ma lei … mi ha dato della diciottenne, nessuno mi aveva dato così palesemente della mocciosa.
Cara Alina, se questa è guerra, che guerra sia.





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NOTE AUTRICE:

Oh! Che bello, le mie prime note autrice in questa ff !!!! Bene, è arrivato Charlie! Non che abbia avuto un ruolo molto importaante in questo capitolo, ma l'attenzione di Rachele era per qualcun'altro. Alina. Dio, mi sta già sulle scatole. Vedremo descritta meglio presto anche lei. Il prossimo capitolo sarà incentrato sul loro lavoro, sto costruendo una storia complicata pure per quello, non voglio ci sia solo l' ammmore in questa ff. Non sarebbe da me. Ci sarà anche Charlie ( per la felicità di Charme e Fera) ... ma ancora non so bene come, quando e perché.

Ora vado * sale in groppa a un Drago*. Al prossimo Capitoloooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3




< Ma guarda un po’ chi ci ha onorati della sua presenza > Bill … fottiti.

Di solito non uso un linguaggio così scurrile, ma … fottiti. Dopo il sogno, ma che dico INCUBO, della notte prima, non volevo sentire sarcasmo o ironia di alcun genere. < Bill, fottiti.> Appunto. Fece finta di non aver sentito < Cosa ti ha trattenuta stamane? Il mostro sotto il letto ha cercato di rapirti, oppure il water ti ha risucchiata e trasportata in un mondo parallelo? > Strinsi il pugno, ma l’espressione alla “ è solo stupido ti prego ignoralo” di Fleur mi fece cambiare idea. Iniziai a guardarmi intorno.
Ci trovavamo in una specie di immensa vallata terrosa, non molto lontana dal villaggio; lì si trovava la grotta che avremmo dovuto disincantare. Intorno c’erano un paio di grandi tende piantate dai nostri “tecnici” e vari folletti della Gringott del villaggio. Di fronte a noi c’era l’entrata della grotta.
 
All’improvviso notai l’assenza di qualcuno. < Ehi. Dov’è Adele? > Fleur, che si stava guardando attorno annoiata, si girò verso di me < E’ andota a farsi dìr con precision i vari dettogli sulla grotta >. Sospirai e mi sedetti;. Avevano mandato Adele, il che voleva dire che sarebbero passati anni prima del suo ritorno, dato che si fermava a salutare e conversare con ogni cosa, vivente o non, ogni volta che doveva fare 3 metri di strada piedi. Lei era così, mostruosamente socievole.
 
Non avevo nemmeno fatto colazione, il sogno mi aveva troppo sconvolta.
Ne ricordavo ancora con precisione la scena principale. Nel sogno, io e Charlie ( chissà perché lui, poi) ci trovavamo in una strana stanza circolare, dove le pareti erano dello stesso colore della gonna che Fleur mi aveva infilato apposta la sera prima. Stavamo parlando tranquillamente, quando il soffitto è volato via ed è entrata, dall’apertura, una gigantesca Alina! In mano teneva un drago di ferro che, e dopo aver riso, iniziò a lanciarmi addosso. Continuava a colpirmi con in Drago e ripeteva “Racchia, Racchia, Racchia, Racchia …” … finché non mi sono svegliata.
 
Devo smettere di bere. Ok, non che io beva più di qualche birra ogni tanto, ma a quanto pare mi fa comunque molto male.
Decisi che non l’avrei mai raccontato a nessuno. Specialmente a Bill.
Mi stavo ormai appisolando, quando tornò Adele, felice e pimpante. < Ehilà!! Oh, Rach finalmente! Allora, devo raccontarvi una storia > La guardai male < Una storia? Spero per il tuo bene che sia lunghissima, per averci messo tutto questo tempo … > < Dai P.V.L, lasciala parlare. O qui non iniziamo più. >
< Bene. Allora, la grotta che avete di fronte a voi era, intorno alla metà dell’800, il laboratorio di un mago alchimista. > < Oh cielo … gli alchimisti sono i peggiori, là dentro ci saranno un centinaio di incantesimi di protez- > < Bill!! I commenti alla fine della storia!
< Comunque - mi guardò male - il mago era Paraschiv ( penso si pronunci così) Dragan; e stava facendo esperimenti, per trovare la cura per tutte le malattie, sui Draghi-> < DRAGHI??!!? No, no, no no … non ci siamo proprio- > < Rach, è l’ultima volta che lo dico: zittitevi!! > Misi su il broncio e incrociai le braccia. In effetti, perché questo sarebbe dovuto andare a vivere in una grotta vicino alla riserva dei Draghi, se non per studiarli. Merda.
< E’ per questo che siamo qui, loro, i folletti del villaggio, pensano che ci sia riuscito. >
La guardammo tutti e tre con sguardo ironico e leggermente scettico. < Suvvia Adél! Una cura pour tutte le malattìe?! Non ponsano che se veramonte l’avosse trove, l’avrobbe detto a tuttì?? >
< Fleur, loro ne sono convinti perché dicono di aver trovato delle prove > < E sarebbero …? > < Non ce lo vogliono dire, Bill. Per adesso il nostro compito è quello di arrivare in fondo alla grotta e trovare questa “cura”, se veramente esiste … >
Mi alzai di scatto. < Ok, andiamo allora> Iniziai a camminare velocemente verso l’entrata, sguainando la bacchetta < Ehm, P.V.L non penso sia così facile- > < Finitem Incantate! > Bill non riusci nemmeno a finire la frase, che l’incantesimo mi sbalzò indietro,e finii a terra sul sedere. < Ahi … > Fleur mi corse accanto per aiutarmi < Oh Rachél!! Dovi stare attonta! Non agire di impulsio! >
< In teoria, avrebbe dovuto funzionare … >
 
Perdemmo tutta la mattina nel cercare di rompere l’incantesimo, arrivammo alla pausa pranzo stanchi, con le menti vuote e irritati tutti e quattro.
Non riuscivamo proprio a venirne fuori.  L’incantesimo di protezione assomigliava vagamente ad una bolla; avevamo usato tutti gli incantesimi più complicati  che ci venivano in mente ma niente. Un zero assoluto.
Quando tornammo ci mettemmo a tavolino e iniziammo a discutere sul da farsi.
Bill era sempre quello più determinato, e difficilmente si faceva demoralizzare da un lavoro.
< Bene, ricapitolando: niente di quello che abbiamo provato fino ad adesso ha funzionato, e l’incantesimo assomiglia ad una bolla protettiva … suggerimenti? > Adele sbuffò < Ah, guarda. Non ne ho la minima idea, ho terminato gli incantesimi. Non so davvero cosa fare o pensare.> Dopo aver finito si accasciò sulla sedia a rimuginare. < Beh - iniziai io - magari stiamo sbagliando tutto. Forse non dovremmo pensare così in grande. È come negli indovinelli, più tu pensi alle cose più complicate, più la soluzione è facile … >
Fleur, che fino a quel momento era rimasta zitta, saltò in piedi < Rachél! Sei un génio! - < Eh … ? > - Vénite! > Iniziò a correre verso l’entrata delle grotta, noi tre incerti la seguimmo.
Fleur si fermò, tirò fuori la bacchetta e gridò < Reducto! > Si sentì una forte esplosione. Adele si avvicinò alla grotta e mise un piede dentro.
Non. È. Possibile.
Bill era con la bocca spalancata, Adele aveva una mano sulla faccia e Fleur era l’unica ad essere soddisfatta e felice. A me stavano veramente cadendo le braccia. < Reducto? No, cioè … tutta la mattinata persa per REDUCTO?!?!? > Ecco, eravamo arrivati alla soluzione dell’indovinello da me sopracitato. E ci sentivamo delle cacche. Ci si sente sempre così quando si scopre che ti sei scervellato ore e ore per niente, quando la soluzione era così banale e stupida.
< Se era una bulle bastova farla esplodere, no? > < Come cavolo ho fatto a non arrivarci … > < tranquìllo amour. Io ci sono arrivota solo grazìe a Rachél. >
Ah beh … almeno mi veniva riconosciuto. Anche se l’avevo fatto inavvertitamente.
 
Entro la sera riuscimmo a distruggere anche un altro incantesimo, più o meno con lo stesso principio dell’altro.
< Ragazze, fermiamoci qui oggi, se ne parla domani. Accidenti, ce ne sono ad ogni tre passi … ci impiegheremo più del previsto. Ah, poi uno di noi deve andare alla riserva, per scoprire se lì sanno qualcosa su questo tipo e sugli esperimenti che stava facendo. P.V.L? > Lo guardai con gli occhi spalancati < Cosa?! Stai scherzando, vero?! Io non ci vado neanche morta, e poi lì ci lavora tuo fratello e quindo avrà degli agganci per aiutarci. In poche parole: ci vai tu > Bill storse il sorriso < Mi dispiace P.V.L., ma io sono il capo squadra e quindi devo stare sul campo, Adele ci metterebbe una vita - < Ehi!! > - e Fleur … non posso restare una mattina senza di lei > concluse alzando le spalle; a Fleur le luccicavano gli occhi e sembrava che gli sarebbe saltata addosso a breve, mentre io assottigliai i miei.
Sospirai, tanto avrebbe vinto lui comunque. < Ok, quando ci vado? > < Domani mattina > < Domani??! Ma … ahh lasciamo stare. > Bill sorrise e, passandomi vicino, mi scompigliò i capelli con una mano. < Brava P.V., e ricordati di salutare mio fratello da parte mia! > < P.V. … bleah … > Borbottai dirigendomi fuori dal campo protettivo per potermi poi smaterializzare.
 
Quando arrivai in stanza mi tolsi subito le scarpe e mi guardai allo specchio. Avevo il viso stravolto, sporco e sudato. I capelli erano più in aria del solito, ma non ci feci molto caso: a me piacevano così dopotutto. Mi soffermai sugli occhi, che erano probabilmente l’unica parte del mio corpo che mi piacesse davvero. Verdi acqua come quelli di mio padre, l’unica traccia d’Irlanda che avevo addosso.
Me li strofinai con una mano e mi chiusi in bagno per fare una doccia prima di andare a letto.
Maledizione, il giorno dopo sarei dovuta andare alla riserva … iniziai a sperare di non sognare Draghi quella notte, oppure avrei mandato volentieri a quel paese Bill.
Speriamo bene.



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Note autrice ritardataria:

Mio dio ... è passato veramente un sacco di tempo dal primo aggiornamento. Chiedo umilmente perdono.
In questo capitolo si vede meglio il lavoro che devono fare e ... ok, qui non c'era Charlie ma PROMETTO che nel prossimo ci sarà. Non ho avuto molto tempo per rileggere perché devo correre a fare architettura, quindi eventuali errori perdonatemeli e magari indicatemeli nelle recensioni. 
grazie mille a tutti quelli che seguono la storia, a presto!!!

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4
 
 
7:15
< … >
 
7:45
< …. Ghggggg … >
 
8:05
< zzzz … Biiill … ghgg, non lanciarmi la bacchetta addoss- zzzz >
 
8:45
< mmmh … AAAAAAAAAAAAAAAH >
 
Fu così che mi svegliai … rotolando giù dal letto.
Mi alzai a fatica, districando le coperte incastrate attorno alle gambe, e bofonchiando qualcosa di incomprensibile e, probabilmente, senza senso.
Mi stiracchiai sentendo tutte le ossa scricchiolare e mi sentii meglio.
 La giornata precedente era stata molto lunga e faticosa, ma dopotutto ero riuscita a riposare a lungo e bene. La comodità di quei letti era indescrivibile, davvero, non trovo parole adatte.
Mi allungai verso il comodino per prendere la sveglia, e lì ebbi un collasso.
 
Erano le 8:50. Ero fottutamente in ritardo. Cazzo.
                                                                                                                                                                
Mi sarei dovuta incontrare con il fratello di Bill, che il suddetto Bill era riuscito a contattare la sera prima, per parlare con l’amministrazione della Riserva della grotta e di Dragan ( l’alchimista). Il massimo sarebbe stato sbirciare negli archivi, ma sia io che gli altri dubitavamo che ci avrebbero dato il permesso così presto; senza delle prove concrete, per lo meno.
E, in teoria, ci saremmo dovuti incontrare alle 9.00 davanti all’ingresso della Riserva.
Riflettei per un secondo … 10 minuti potevano bastare.
 
Alle 9:04 mi trovavo di fronte al cancello. Solo quattro minuti di ritardo; dovetti ammetterlo: sono una grande.
Rimasi lì ad aspettare.
 
9:07 … Ok,  può capitare a tutti di essere in ritardo, no?
 
9:10 … Poverino, avrà avuto un contrattempo …
 
9:15 … E’ morto?!
 
9:17 … basta, quando arriva lo uccido.
 
Alle 9:29 “Charlie” mi degnò della sua presenza. Arrivò sorridente, perfettamente riposato e soprattutto: calmo. Certo, calmo come uno con 20 minuti di ritardo (ironia – ironia).
< Ehilà, collega di Bill! Tutto bene? >
Lo guardai con un cipiglio alzato e lo sguardo scazzato, ma la mia espressione non fece barcollare nemmeno un po’ la sua allegria.
< Charlie … sai, vero, che dovevamo incontrarci qui alle 9:00??! >
Lui alzò le sopracciglia, ma continuò a sorridere facendomi arrabbiare ancora di più.
< Cosa? Ma no, Bill mi ha detto alle 9:30. Sono sicuro … aspetta > Tirò fuori un pezzo di carta e me lo porse.
“ < … > con Rachele alle 9:30 di fronte all’ingresso principale. A domani sera! “
 
No, cioè, Bill aveva vita breve. In effetti mi sembrava un po’ troppo soddisfatto quando, la sera prima, mi stava riferendo l’orario dell’incontro. Mi spiaccicai una mano sulla fronte e sospirai; almeno era stato più gentile del solito: solo 30 minuti di anticipo erano NULLA rispetto a tutto quello che mi aveva fatto passare in quell’anno e mezzo.
< Ok, andiamo … che simpaticone tuo fratello, no?! >
Charlie scoppiò a ridere, aprì il cancello e mi guidò all’interno. < Bill può sembrare in apparenza calmo e un “ bravo ragazzo” ma, e fattelo dire da uno che lo conosce da sempre, ma anche a lui scorre nelle vene il gene Weasley. E poi, tu non hai ancora conosciuto Fred e George! Davvero, in confronto Bill è davvero un angelo. >
 
Arrivammo in un atrio grande e luminoso, non particolarmente elegante ma accogliente e dai colori brillanti. Mi sentirò un’ idiota ma avevo sempre immaginato quel posto cupo, rozzo e pieno di fiamme e cenere ovunque. Probabilmente ero ancora nella zona base, non osavo immaginare il posto dove lavorava Charlie.
 
< Senti … ehm … tizio- cioè Charlie - iniziai a disagio - tutta la zona dell’amministrazione barra archivio, si trova molto vicino alla zona dell’allevamento? >
Charlie mi squadrò poi sorrise gentile < No, no. Non ti preoccupare si trova a distanza di sicurezza dal “campo”. Bill mi ha parlato del tuo “problemino”.  E poi, se hai paura ci sarò io a proteggerti > concluse ridendo. Assottigliai gli occhi e lo guardai malissimo; pensava che fossi una fifona??! No, con il lavoro che faccio, pensa davvero che me la faccia addosso così?? Non sa con chi sta parlando.
< Cosa?! Io non ho affatto bisogno del tuo aiuto. So difendermi benissimo da sola GRAZIE. >
Non la smetteva di sorridere; davvero snervante. Odio gli eterni ottimisti, quelli che sorridono anche se gli stai lanciando addosso schegge di vetro affilate.
< Ahhh, allora dopo vuoi fare un giro nel mio reparto? > Chiese ingenuamente facendomi un brevissimo occhiolino.
Sospirai < Come hai detto tu, il sangue dice TUTTO. >
 
Girammo per un lungo corridoio che terminava con un altro piccolo atrio circolare, tutti i corridoi erano pieni di porte chiuse con il cartello sopra dalla quale uscivano donne e uomini vestiti casual che salutavano cortesemente sorridendoti. Arrivati nella stanza circolare ci ritrovammo davanti ad un bancone d’attesa.
< Ok, adesso io vado a chiamare il direttore. Tu aspettami pure qui, arrivo in un lampo >.
< Va bene … >
Mi sorrise ( ecco che dicevo? Ma questo ragazzo non fa altro che sorridere e ridere?!) e svanì dietro una porta scura.
 
Rimasi lì, appoggiata al bancone con le braccia incrociate.
All’improvviso sentii una voce famigliare. < Oh Emil, dai non farti pregare. Facciamo solo uno scambio di squadra! Tu ti prendi Sarah e io Weasl- >
< Ma CIAO Alina!!! > Oh sì, quale modo migliore di iniziare la giornata, se non quello di dare fastidio a quell’oca giuliva. Credo abbia sentito un brivido dietro la schiena  mentre si girava a guardarmi. Mi squadrò da dietro gli occhiali rettangolari e tirò fuori il sorrisetto più falso che io abbia mai visto in tutta la mia intera esistenza. Io continuai a sorriderle apertamente < Oh, ma guarda un po’ chi si vede. La giovane Rachel- Racchia- RACHELE! Giusto. - si girò verso il suo collega - Emil, ti presento l’amichetta del fratello di Charlie ( lo pronunciò con un tono possessivo che diceva solo “ miomiomiomiomiomio” ) >
Strinsi la mano di Emil pensando “ senti ciccia, amichetta lo dirai a qualcun altro; se non mi porti rispetto ti faccio il culo a strisce!”
Ma mi trattenni dal dirlo … gliel’ avrei fatta pagare in modo più adeguato e a tempo debito.
 
Qualche secondo dopo arrivò Charlie insieme a un vecchietto raggrinzito e, a giudicare dagli occhiali, pure mezza talpa. Charlie mi guardò come per dire “ mi dispiace che sia così, non so che farci” e partì con le presentazioni. < Allora, direttore le presento Rachele dell’ufficio spezza incantesimi; Rachele , il direttore Raou Cassian >
Incerta gli strinsi la mano, sembrava una di quelle persone che solo sfiorandole si riducono ad un mucchietto di ossa.
< Piacere signor Cassian > Guardai Charlie con gli occhi sbarrati, mentre Cassian parlava con Emil Charlie mi si avvicinò al’orecchio.
 < Mi dispiace, ma il suo assistente oggi non c’è, ed era con lui che dovevi parlare … con il vecchio non combinerai niente > < E allora che faccio??! Uffa, mi conviene passare un'altra volt- > Mi girai a guardare Cassian parlare con Alina, e per poco non le scoppiai a ridere in faccia.
< E a te, a te come va Nicolae? Ti vedo un po’ dimagrito o sbaglio? > Alina diventò di tutti i colori.
< Ehm, signore … io sono Alina, del reparto scientifico, non si ricorda?? > L’uomo si sistemò gli occhiali sul naso e parve capire. < Ah già, Alina … certo, certo. Ma la peluria mi aveva confuso … >
 
Mia mente in quel momento: “ AHAHAHHAHAHAHHAHAHAHAHHAHAHAHHAHAHAHAHAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH”
 
Vidi piacevolmente sorpresa che anche Charlie face fatica a trattenere le lacrime, ma si ricompose velocemente. < Signor Cassian, se vuole posso far venire la signorina - mi guardò perplesso “< O’Shea > gli suggerii io - giusto, la signorina O’Shea un altro giorno … magari in presenza di Adam. >
< No, no. Non c’è né bisogno, posso occuparmene tranquillamente io. > e così dicendo ci condusse nel suo ufficio, poco lontano dalla stanza circolare.
 
Charlie si congedò e, quando ci fummo seduti tutti e due, iniziò a parlare. < Allora, da quel che ricordo siete venuta a parlarmi degli scavi. >
Mi raddrizzai sulla poltrona < Sì, esattamente. Da quello che ne sappiamo la grotta che stiamo cercando di ispezionare apparteneva ad un certo Paraschiv Dragan, mago e alchimista …>
< Sa - mi interruppe - non credevo che qualcuno “esterno” sapesse di quel posto. >
Ci fu un minuto di silenzio interminabile, tanto da farmi fare delle seghe mentali assurde.
“ oddio, è lui. Ma no che idiota!! Quello era dell’ 800, questo qui non può mica avere quasi 200 anni! Neanche Albus Silente in persona potrebbe arrivare a tanto. Però, SA qualcosa. Mmmh Il vecchietto potrebbe essere utile in un modo o nell’altro”.
 
< Immagino si starà chiedendo come faccio a sapere della sua esistenza - acuta osservazione, vecchio … - beh, diciamo che quando io ero piccolo giravano delle leggende. Sì, da quel che si raccontava, Dragan faceva delle ricerche sull’elisir di lunga vita- >
< Ehi, aspetti un momento. A noi avevano parlato di una cura a tutte le malattie … >
Si aggiustò di nuovo gli occhiali sul naso e si sporse un po’ verso di me. < Lo chiami come vuole, Elisir, cura …  per me non c’è differenza. Più che altro per lui non c’era differenza. Sa, per chi ha paura della morte, la suddetta può diventare una specie di malattia incurabile; e così che la considerano la maggior parte degli alchimisti. Lei non ha paura della morte? >
 
L a domanda diretta mi lasciò un attimo interdetta, non me l’aspettavo.
< Beh, io … sinceramente non lo so. Mentirei dicendo di no. >
Pensandoci un attimo … dove diavolo era finito il vecchietto stralunato e mezzo fuori di zucca?!?!? Da dove era uscito il filosofo??
Mi sorrise pacato. < Bella risposta, bella davvero. Comunque, tornando a noi, le leggende smisero di diffondersi per una buona ragione. Tutti noi, abitanti di Sătmare Balaur,iniziammo a temere che le leggende fossero vere, e quando arrivò il Mago Oscuro Grindelwald, penso che lei lo conosca, gli abitanti ebbero paura che potesse interessarsi alle leggende e cercare la grotta. Allora, la storia venne tenuta nascosta. >
 
Fece una breve pausa, per versarsi del the, che mi offrì ( ma io ODIO il the), poi ,facendosi improvvisamente più serio e duro, continuò.
< So cosa è venuta a chiedermi, ma non credo di poterle dare ciò che vuole- < Ma signore- > - no. Mi dispiace. Anzi, anche solo tutta questo baccano che state facendo attorno alla caverna non va bene.
Non capisce che siamo in grave pericolo? Se il Mago più Oscuro di tutti i tempi venisse a sapere della, anche solo possibile, esistenza di questo elisir, per noi tutti sarebbe la fine. >
Iniziai a sudare freddo < Sta parlando di Voi - Sapete - Chi, vero? >
Cassian sospirò e bevve un lungo sorso di the. < Mi dispiace, ma non mi sposterò dalla mia decisione. Ne parli pure con i suoi superiori, per me il discorso è chiuso. > Si avvicinò, questa volta molto di più, e quasi sussurrò. < Sta prendendo sempre più potere, ed ora che può agire a volto scoperto è ancora più pericoloso. Cerchi di avvertirli, questa potrebbe essere la nostra rovina. >
 
Si alzò e io feci lo stesso, quando mi accompagnò la porta gli strinsi la mano e lo ringraziai. Mi aveva aperto gli occhi e fatto ragionare.
D’accordo, io dubitavo molto sulla veridicità di quella leggenda, ma se anche ci fosse stata la minima possibilità che fosse reale, Cassian aveva ragione su tutto.
Tu - Sai - Chi era già abbastanza pericoloso e terribile così com’ era, gli mancava solo l’elisir di lunga vita, a quel punto nessuno avrebbe potuto fare più niente.
 
Nella stanza circolare trovai Charlie, che mi accompagnò all’uscita; durante il tragitto gli raccontai tutto quello che ci eravamo detti io e il suo direttore.
Alla fine rimase sorpreso e interdetto quanto me.
< Beh, ragionandoci, non ha poi tutti i torti. Chi pensa che si aggiri solo in Inghilterra si sbaglia di grosso. Io credo che se sentisse una storia del genere si fionderebbe subito qui. Dopotutto è quello che è successo sei anni fa con la pietra filosofale, no? >
< Già, giusto … >
 
Charlie sorrise e mi scosse dallo stato vegetale in cui ero entrata per riflettere < Senti, stasera Bill e Fleur escono con me a cena, li porto in un posto magnifico, perché non venite anche tu e Adele? >
Lo guardai di sbieco < ci sarà anche “Nicolae”? > Chiesi, schifata.
Lui mi guardò con gli occhi spalancati < CHI?!? > Scoppiai a ridere < Alina, no? >
Parve capire e scoppiò a ridere < Ah già, quel vecchio pazzo … Comunque no, deve lavorare ad un progetto con un suo collega stanotte … centrano le stelle, sinceramente non sto ad ascoltarla più di tanto. Parla sempre e tantissimo, sembra un rocot, ehm, corot …> < robot?? > Ah! I purosangue e gli oggetti babbani … che miscela terribile. < Sì, quelli! Comunque, perdo sempre metà delle cose che dice … è un po’ noiosa. >
Noiosa è uno dei pochi termini gentili che le affibbierei.
 
< Sbaglio o non ti sta molto simpatica? > Lo guardai con le sopracciglia all’attaccatura dei capelli < Chi?? IO??? Ma cosa dici mai … la odio. >
Si bloccò improvvisamente, e fece uno di quei sorrisi che, di solito, precedono la minchiata del secolo ( vedi: P.V.L) < Non sarai mica gelosa? >

< Tsè! Stai scherzando spero … si vede che mi conosci da poco, non sai proprio i miei gusti. > finii squadrandolo male.
< ahahhahaha che frecciatina. Allora a stasera! > < Ma io veramente non avrei detto di- >
Si smaterializzò.
< Eh certo … >
Bene, che bella serata che mi aspettava.
Prima di smaterializzarmi pensai ancora alle parole di Cassian, e più ci riflettevo più mi convincevo che aveva ragione.
Era troppo pericoloso.

 

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< Fleur??? Sei pronta????? >
Mio dio, quella donna mi farà invecchiare.
Erano le 19:55le avevamo appuntamento con Charlie a casa sua alle 20:00 in punto. Ma ovviamente a causa di Fleur saremmo arrivati in ritardo. Adele aveva rifiutato l’invito, non si sentiva bene e voleva riposarsi, così la lasciai mezz’ora prima, dopo averla salutata, nella sua stanza.
Io e Bill stavamo aspettando che Fleur finisse di truccarsi per poi andare … ma ci stava mettendo una vita.
Finalmente uscì. Ok, era bellissima - come sempre dopotutto - ma ci metteva sempre un tempo esagerato per prepararsi. Dopo aver baciato Bill, con mio completo disgusto, si girò verso di me < Ricorda Rachèl, non bisogna mai dore tompo alla beuté! > < Sì, certo, come dici tu … >
Ci smaterializzammo e, assurdamente, arrivammo puntuali.
 
Bill stava per bussare quando Un Charlie forsennato uscii da casa. Si bloccò appena ci vide. < Oh Bill! Ciao Fleur, Rachele … mi dispiace ma devo rimandare la cena. Stavo per inviarti un gufo. Due dei miei draghi sotto custodia si sono azzuffati e feriti gravemente, e non riescono a calmarli. Devo andare io perché non voglio che li debbano stendere con la magia. Mi dispiace sul serio ma devo andare. >
Bill rimase sorpreso < Ma certo, non ti preoccupare. Vai pure, rimandiamo ad un'altra volta. >
 
La cosa che mi sorprese di più fu vedere la seria preoccupazione di Charlie, che si intravvedeva nei suoi occhi. Era bello che si preoccupasse così delle sue creature, per lui erano come figli ( anche se un po’ più grossi e sputa fiamme).
 
Gli sorrisi rassicurante < Ma sì non ti preoccupare, questo è più importante >
Mi guardò facendo un brevissimo sorriso < Grazie > poi si smaterializzò.
 
Rimanemmo in silenzio per qualche secondo.
Fleur sospirò < e adosso cosa faciamo?? >
Bill mi guardò a lungo. < Cena ad ordinazione all’albergo? >
Sorrisi < Con mega partitona a carte? >
< E birra! >
Sorrisi all’espressione affranta di Fleur. < E birra. Yeah! >

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


NOTE AUTRICE DA LEGGERE ASSOLUTAMENTE: Non molto di importante da dire, se non che: L’ultima parte del capitolo cambia POV, cioè, passa dal POV Rachele al POV Charlie. Questo non succederà sempre, ma ogni tanto mi piacerebbe mettere qualcosa dal punto di vista di Charlie. Ovviamente questo sarà ogni volta segnalato. ^^ Buona Lettura.
 
Capitolo 5
 
Quello che mi stavo chiedendo da un po’ di giorni era: perché mai io dovrei anche solo pensare di mangiare delle cose del genere a colazione.
Ok, posso capire che si tratti del pasto più importante della giornata, che deve renderti abbastanza in forze da affrontare il lavoro eccetera, eccetera ... Ma davvero qualcuno può pensare di mangiare tutta quella carne?!
 
< E di che ti lamenfi, è tutto squifito … > cercò di dire Bill tra un morso e l’altro della gigantesca bistecca che aveva davanti. Mio Dio. Era il quarto giorno che passavamo a Sătmare Balaur, e io non ero ancora riuscita a fare una colazione normale.
 < Certo, certo … almeno ci fosse del caffè decente. Questa roba è terribile … >
Allontanai la tazza il più lontano possibile dal mio naso, sbuffando e mangiando sconsolata una fetta di pane tostato.
< Beh prendi il the, no? > Adele mi guardò cercando di trattenere le risate, sapeva esattamente come fare ad irritarmi a prima mattina.
< Certo, se non mi facesse altamente schifo … >.
Bill ingoiò l’ultimo boccone e si rilassò sulla sedia, evidentemente soddisfatto.
< Allora, P.V.L, fai il resoconto di quello che ti hanno detto alla Riserva ieri, sono curioso >.
Improvvisamente mi rianimai, ricordando la conversazione con Cassian. Mi sistemai meglio sulla sedia e assunsi un’espressione molto seria, che fece preoccupare visibilmente Fleur che mi guardò con i suoi meravigliosi occhioni azzurri spalancati. Ma si può sapere perche dovrei avere un' amica mezza Veela?? Che nervoso.
 
Raccontai per filo e per segno tutto quello che mi era capitato alla riserva, lasciando perdere lo scherzetto di Bill ( che gli avrei fatto pagare più avanti), ma prestando particolare attenzione alla storia di Nicolae ( in modo che Bill e Adele si facessero delle grasse risate).
Quando ebbi finito e dopo aver fatto presente come la pensavo io a riguardo, rimasi un attimo titubante.
Lo sguardo di Bill non mi piaceva affatto.
Cioè, non sembrava affatto lo sguardo di uno preoccupato per il pericolo incombente, sembrava piuttosto … irritato?
< Quindi mi staresti dicendo di mollare? >
Lo guardai accigliata; ora si vedeva chiarissimo che si stava arrabbiando. Strano, molto strano.
< Beh … insomma sì, no? E’ troppo pericoloso, se Lui lo venisse a sapere- >.
< Oh andiamo! L’hai detto anche tu che quel Cassian è un vecchietto rimbambito. Perché dovremmo credergli?! Se ci hanno detto che si tratta di una cura per le malattie non credo che Tu-Sai-Chi si interesserebbe! >
Iniziai a irritarmi anche io.
< Bill ti ho detto come la pensa, no? Non si tratta di una cura- >
< Senti, ho accettato questo incarico, e non intendo mollare senza averlo prima portato a termine! >
Adele si intromise cercando di appoggiarmi.
< Bill, dai … è troppo pericoloso anche rischiare >.
Bill si alzò in piedi, era furioso.
< Non siamo dei principianti, sappiamo tutti qui che può essere pericoloso. Ma non dobbiamo comunque mollare. E se poi si trattasse davvero - disse in modo sarcastico - di un elisir di lunga vita potremmo distruggerlo come ha fatto Silente con la pietra filosofale. >
< Bill e se non facessimo in tempo? Lo sai quanto lui è forte, da quando lo sottovaluti così? >
Fleur era rimasta zitta tutto il tempo guardando sconcertata il suo fidanzato, poi cercò di parlare lentamente e a bassa voce.
< Bill, magori dovremmo parlorne anche con l’Ordinè … >.
 
Rimasi con la bocca aperta, cercando di dire una parola quando mi bloccai di colpo.
< Il cosa? >.  Fleur mi guardò con gli occhi spalancati portando si istintivamente una mano alla bocca, come se si fosse fatta sfuggire una parola di troppo. Guardai anche Bill e Adele. La seconda aveva la mia stessa espressione interrogativa, mentre Bill guardò male Fleur.
< Allora? > chiese Adele curiosa.
Bill sospirò < Ve ne avrei parlato presto … non mi sembrava il momento opportuno. L’Ordine della Fenice è un’organizzazione segreta, fondata da Silente, per contrastare Tu-Sai-Chi >.
< Avevo sentito delle voci, ma non sapevo che esistesse veramente … Un momento. Perché non me ne hai parlato prima? E perché noi due – indicai me stessa e Adele - non ne facciamo ancora parte? >.
Ok, ora Bill era evidentemente in imbarazzo.
< Vedi … - iniziò senza incrociare il mio sguardo, non assolutamente un comportamento da Bill – Senti, ne riparliamo un'altra volta, ho un sacco di cose da fare, l’importante è che adesso lo sapete, no? Ciao > Baciò Fleur sulla fronte e schizzò, più velocemente della luce, fuori dal ristorante dell’albergo.
 
Rimasi perplessa per qualche minuto, poi mi girai cercando spiegazioni, verso Fleur.
< Oh, non guordore moi. Non ha mai volutò dirmì parcé … >.
Sospirai e mi alzai dalla sedia < Ok, sentite io devo fare un giro in paese per comprare delle cose, visto che ho il pomeriggio libero, avete bisogno di qualcosa? Vi raggiungo alla caverna per le 18, ok? >.
< Va bene, ehm … non credo di aver bisogno di niente urgentemente, a dopo! >
< Nemmenò moi >
< A più tardi allora … > Me ne andai, ancora confusa per la discussione con Bill, così presa nei miei pensieri che per poco finii contro una delle finestre vicino alla porta dì’ingresso dell’albergo. Certo, se io non faccio queste figure, il mondo non gira più.
 
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Passeggiando per le vie del centro, mi resi conto di una cosa sorprendente: in fin dei conti i negozi dei maghi ( che siano in Romania o a Londra) non erano poi così diversi. Più o meno vendevano le stesse cose, anche se ovviamente con nomi diversi.
Uscii dalla farmacia in fretta cercando di infilare il borsellino nella borsa a tracolla, impresa più che ardua: la causa è la mia imperterrita lotta contro le borse grandi; più è piccola la borsa e meglio è, per me.  Beh, poi però mi riduco a dover fare scenette assurde in mezzo alla gente per riuscire a ficcarci dentro lo stretto indispensabile.
 
A causa di questa mia distrazione andai a sbattere contro qualcuno. Mi scusai con il malcapitato, poi alzai lo sguardo e rimasi un attimo pensierosa. L’avevo già visto da qualche parte. Anche lui aveva la mia stessa espressione, ma dopo qualche secondo si illuminò.
< Aspetta, tu sei Rachele giusto? La collega del fratello di Weasley? >
Loguardai ancora un attimo incerta, poi ricordai. Era il tizio che Alina mi aveva presentato alla Riserva … e a guardarlo bene, ora, non era poi così male. Capelli lunghi fino alle spalle legati indietro ( forse questo ricordava un po’ Bill, ma va beh) neri e occhi dello stesso colore. Pelle abbronzata e, dal fisico, supposi lavorasse nello stesso reparto di Charlie. Bene, un altro fissato dei draghi … tutti a me capitano?
< Certo, adesso ricordo! Ci aveva presentati Nicola – Alina… anche se mi sfugge il tuo nome. >
Mi sorrise gentilmente < Sono Emil, Emil Sebastian. Se hai bisogno di aiuto per orientarti, non devo far altro che chiedere. >
Mi stava decisamente simpatico, poi era così carino … perché non approfittare, no?
< In realtà avrei finito di fare compere, ma avrei proprio voglia di un gelato … se sai suggerirmi un posto. >
< Ma certo! Vieni dai, te lo offro io. >
< Qui in Romania siete tutti così gentili e disponibili con i turisti? > A Londra col cavolo che un bel ragazzo ti offre un gelato così, per gentilezza.
< Beh, se sono amiche dei nostri colleghi e belle ragazze, perché no? >
Mi guidò fino ad un bar dietro l’angolo, poco affollato ma decisamente accogliente. Ci sedemmo ad uno dei tavolini fuori, dopo aver reso il gelato, a causa della calura della giornata.
< Sai volevo chiederti una cosa … > Iniziai dopo aver mandato giù qualche cucchiaino di gelato il cioccolato.
< Spara >
< Cosa ne pensi di Alina? >
Tirò fuori un’espressione un po’ irritata. Bene, a quanto pare Alina non sta simpatica a molti.
< Sinceramente? Non la sopporto. > Siamo in due, caro.
< Sai – proseguì – è molto viziata, egoista e quando si mette in testa una cosa è difficile riuscire a smuoverla. Per esempio, adesso che si è presa una cotta per Weasley, è diventata ancora più insopportabile. Non ho idea di come faccia quel povero ragazzo a sopportarla... è così appiccicosa. Credo debbano farlo santo, dopo tutto quello che deve sopportare; io l’avrei mandata al diavolo già da un pezzo. >
< Ah, non sei l’unico… >
< Non ho voglia di parla di quella piaga, perché non mi parli di te, invece. Credo che la tua vita sia decisamente più interessante >
Rimasi con lui a parlare di me per ore; credo di non aver mai parlato tanto in vita mia. Stare con quel ragazzo era veramente piacevole, ti ascoltava e commentava in modo divertente… non era riuscito a trattenersi dal ridere quando gli avevo raccontato l’episodio dei capelli blu ( ma, dopotutto, come dargli torto…).
Infine guardai l’orologio e mi accorsi che si erano fatte le 17 e mezza passate. Mi scusai e lo dovetti salutare frettolosamente < Figurati, spero di passare un altro pomeriggio così piacevole, a presto! >
Mi smaterializzai velocemente in albergo per mettere in camera gli acquisti della giornata e poi mi smaterializzai di fretta alla Caverna.
< Rach! Come ha passato la giornata? Stiamo procedendo alla grande qui! >
Guardai Adele con lo sguardo più malizioso che riuscii a fare ( dio, che fatica per me) < Ehhhh, sapessi… >
< COSA?! Racconta, subito! Non scappare, RACH!!! >

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Cambio p.o.v------------------------
 
< Dai su, si può sapere perché non vuoi mangiare, piccolino? Andiamo, Snarl… >
Accidenti, mi da sempre sui nervi non riuscire in qualcosa. Questo povero draghetto sta morendo di fame, si rifiuta di farsi nutrire e io non riesco a capire il perché.
< Charlie, dai fai una pausa! Anche tu hai bisogno di mangiare, se svieni lì dentro non sarai d’aiuto a nessuno >
Sentii la pancia brontolare rumorosamente, così mi decisi a seguire il consiglio di Leo, anche se di malavoglia.
Era da poco prima dell’ora di pranzo che mi trovavo con Snarl, il cucciolo di Dorsorugoso di Norvegia arrivato da una settimana, e mi ero preso così tanto con lui che mi ero persino dimenticato di mangiare.
Entrai nel corridoi e mi ritrovai faccia a faccia con Alina. Maledizione.
< Charlie!! Purtroppo adesso devo andare di urgenza al laboratorio! Ci vediamo stasera a casa, ciao! >
Un brivido mi percorse la schiena. Ma quanto diavolo ci vuole a disinfestare una stramaledetta casa? Poverina, mi dispiace quel che le è successo, ma adesso credo che stia un po’ approfittando della situazione. Mah.
Mi diressi verso la mensa della Riserva, stavo per arrivare a destinazione quando incrociai Emil, era più sorridente del solito e sembrava di ottimo umore. Buon per lui.
< Ehi, Emil. Successo qualcosa di particolare oggi per renderti così felice? >
< Diciamo che ho passato un bel pomeriggio, insieme alla collega di tuo fratello >
Rimasi accigliato. < Collega di mio fratello? >
Scoppiò a ridere < Ma come? Rachele, no? >
< Ah … già. >Ovvio che avessi capito, solo che… mi sembrava strano. Rachele non mi sembrava il tipo da accettare un appuntamento così su due piedi da uno praticamente sconosciuto.
< Ci siamo incrociati in centro e le ho offerto un gelato. Cos’è quell’espressione, non sarai geloso spero. >
< Cosa? No, no certo che no. Perché mai dovrei… >
< Meglio così, perché sai, credo mi interessi. Anzi se per caso la incontri con tuo fratello, non è che potresti mettere una buona parola su di me? Te ne sarei grato. >
< Cavolo, la conosci da poche ore e già ti “interessa”? > Chiesi ironico, e un pochino irritato.
< Sai, è particolare. Mi trovo bene con lei, quindi meglio essere prevenuti, no? Sono in ritardo, ci si vede Weasley! >
< Certo, certo … ciao > Il perché mi desse così fastidio non riuscii a capirlo. Dopotutto Emil è un bravo ragazzo, niente di cui preoccuparsi. No?
Sul fatto che Rachele sia un tipo particolare nulla da obiettare, è ironica, simpatica e le sue buffe fobie la rendono ancora più divertente…
 
Ma si può sapere perché sto progettando mentalmente di tornare indietro e dare un pugno sul naso a Emil??

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