When You're Gone

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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


When you’re gone…

 

Erano le otto di mattina. Una mattina d’inverno. La neve cadeva tranquilla dal cielo che non accennava a far sparire le candide nuvole. Del fumo usciva dai camini di una casa in mezzo alla distesa innevata.
-Mmmmh…
Un ragazzo di quattordici anni, assonnato, scendeva le scale. I suoi ciuffi ballavano a ogni gradino. E a ogni passo il suo sospiro si faceva più pesante.
Scese tutti gli scalini fino ad arrivare al piano di sotto, dove si aspettava di vedere il fratello. Il suo viso era caratterizzato dall’espressione annoiata dalla monotonia, con un occhio socchiuso e l’altro prostrato al sonno, chiuso, stropicciato da una mano, e la bocca sempre pronta ad uno sbadiglio.
-Shawn… Sei già sveglio..?
Non avendo ancora la piena coscienza di quello che gli stava intorno, il ragazzo, appoggiato con la mano alla parete fredda, se la prendeva comoda per le scale, sapendo che il fratello era già sveglio, come al solito.
Era sempre stato Shawn colui che si svegliava prima di tutti. Quello meno pigro, quello che si dava sempre da fare.
Quando finì di scendere le scale, sporse la testa oltre la soglia della porta. La scena che vide lo fece sorridere. Un sorriso di quelli che solo suo fratello, il suo adorato gemellino, riusciva a generare.
Il ragazzo dai capelli grigi, con i suoi stessi ciuffi, gli volgeva le spalle, con il petto verso il lavandino nel quale stava lavando gli ultimi piatti, con le cuffie nelle orecchie e un grembiule intorno alla vita.
-Shawn…
-Mh?
A quella specie di sospiro, il ragazzo dai capelli grigi si girò piano. Vedendo il fratello, si tolse le cuffie lasciandosi sfuggire un sorriso.
-Hayden! Finalmente ti sei svegliato!
L’interpellato sorrise e annuì piano.
-Come sempre ti sei svegliato presto…
Il ragazzo rise, una risata dolce e piena di innocenza che fece arrossire leggermente l’altro.
-Hayden, sono le undici!
Hayden guardò l’orologio. In effetti, il fratello aveva ragione. Lui, da ragazzo più che pigro, aveva sempre saputo di dormire tanto. Forse troppo. A volte riusciva a dormire anche fino alle due del pomeriggio. Al contrario del gemello, che si svegliava sempre entro le dieci di mattina. Hayden non si era mai svegliato prima di Shawn. Il sonno glielo impediva.
Hayden sbuffò. Un sospiro di sconfitta, più che altro. Poi guardò Shawn.
-Che cosa hai preparato di buono oggi?
-Frittelle!
-Mmmh!!! Le tue frittelle sono buonissime!
-Ahah, e allora perché non entri?
Hayden notò solo allora che era ancora fuori dalla porta. Non ne sapeva bene il motivo. O forse sì.
Shawn era con il grembiule. Lui adorava vederlo con quel grembiule, almeno quanto adorasse vederlo con la tuta. E lui, da ragazzo impulsivo, sapeva che sicuramente non avrebbe resistito a lungo… Shawn era lì, sarebbe stato lì con lui tutto il tempo e lui avrebbe ceduto. Sì, avrebbe ceduto sicuramente, gli avrebbe fatto qualcosa di cui si sarebbe pentito moltissimo. Shawn gli piaceva, ma anche più di un fratello. Tutti dicevano che quello era soltanto amore fraterno, ma lui non ci credeva tanto.
-Allora? Non entri?
Shawn, che era andato ai fornelli a rivoltare e a far saltare le frittelle, girò il viso verso di lui.
Hayden arrossì ancora.
-Sì, ora entro…
Si fece coraggio ed entrò, con la più sincera intenzione di restare calmo e assolutamente impassibile nel caso in cui Shawn gli fosse passato vicino.
Non sarebbe stato facile…
Si ritrovò vicino al tavolo. Posò una mano sulla sedia, ma, mentre stava per sedersi, la voglia di abbracciare il fratello da dietro lo pervase.
“Che sarà mai?! Avanti, vai! Non succederà niente di male!” gli sussurrava una parte di lui.
“Aspetta, non andare! Non riuscirai a contenerti!! Farai meglio a stare fermo dove sei!” gli diceva l’altra.
Si sentiva diviso in due.
Ma tutti sanno che il diavolo tenta sempre, forse anche troppo, e Hayden non seppe resistere.
Si avvicinò a Shawn, che stava mettendo con delicatezza l’ultima frittella sul piatto di ceramica, e lo avvolse con il suo corpo.
-Sono buone, vero, le frittelle..?
Gli sussurrò nell’orecchio con voce sensuale.
Shawn arrossì e balbettò un qualcosa che assomigliava ad un “Sì, ottime”.
Hayden rise appena e lo strinse a sé.
-Facciamo così, se sono buone oggi evito di rubartele…
Shawn dapprima arrossì ancora, poi sorrise.
-Lo sai che non resisterai alla tentazione…
È vero, Hayden non era adatto a respingere le tentazioni. Come in quel momento. Era stato condotto in cucina dalla tentazione di vedere Shawn. Era in quella posizione a causa di una tentazione, e sicuramente non avrebbe resistito e avrebbe rubato una o molto probabilmente più frittelle dal piatto di Shawn.
-Non preoccuparti, non lo farò questa volta…
-Sei sicuro? Guarda che ti conosco bene…
Hayden ci pensò su un attimo. Se avesse rubato le frittelle a Shawn, probabilmente lui ci sarebbe rimasto male e avrebbe ricorso alla strategia della faccia da cucciolotto bastonato, sua specialità.
Il ragazzo scosse la testa e disse, arrossendo al pensiero di quella faccina così dolce:
-Forse hai ragione… Ma questa volta non succederà, te lo giuro!
Hayden raccolse tutta la dolcezza che albergava dentro di lui e fece tremolare il labbro inferiore.
Shawn lo guardò arrossendo e sorrise.
-Va bene, ti credo… Lo sai, anche se la tua faccia da cucciolo deve essere migliorata, non sei così male…
Hayden rimase di stucco, e lasciò Shawn.
“Non sei così male”.
Nonostante l’intenzione di Shawn nel dire quelle parole fosse un’altra, a Hayden il senso di quella frase fece uno strano effetto. Non era poi così male…
Il suo caro fratellino pensava… che dopotutto lui non fosse così male…
Un sorriso malizioso comparve sul suo volto, mentre seguiva il fratello.
 
Shawn prese il piatto colmo di frittelle e si diresse al tavolo.
-Ecco fatto…
Si tolse i guanti da forno, mentre Hayden si sedeva, sempre con la stessa espressione.
A Shawn quel sorrisetto non era nuovo, ma gli faceva nascere ogni volta un inquietante terrore.
-Hayden..?
-Mh..?
Hayden alzò lo sguardo guardandolo negli occhi. Nel momento in cui i loro sguardi si incrociarono, Shawn arrossì e abbassò lo sguardo, cominciando a distribuire le frittelle su due piatti.
-N-Niente…
-Shawn, cos’hai?
L’espressione di Hayden assunse un diverso tono, preoccupato per il fratello. Si alzò e gli si avvicinò mettendogli una mano sulla fronte.
-H-Hayden, c-cosa fai..?
-Mh… Non sembra tu abbia la febbre…
-C-Cosa ti fa credere che io abbia la febbre?
-Sei tutto rosso…
Hayden gli sorrise, mentre Shawn alzava lo sguardo. Appena i loro sguardi si incrociarono, Hayden continuò.
-E sei così carino quando sei così rosso…
Shawn si stupì di quella frase. Varie volte Hayden gliel’aveva detta, ma in quel contesto il suo cuore si riempì di una misteriosa gioia, mai provata prima.
-Esattamente come ora…
Hayden gli sorrise di nuovo, un sorriso pieno di allegria e un po’ di imbarazzo, un sorriso a trentadue denti che lasciava trasparire tutta la sua felicità.
Shawn sorrise a sua volta.
-Se il rosso mi dona così tanto, che ne dici di farmi un favore..?
-Quale favore? Cosa vuoi che faccia?
-Potresti tornare a sederti e mangiare le tue frittelle, per favore?
-Uff, pensavo volessi un po’ di coccole come quando eravamo piccoli…
-…
-Cosa c’è? Ci stai ripensando??
-Mh… Diciamo che se finisci le tue frittelle da bravo io ti permetterò di farmi delle coccole.
Hayden arrossì leggermente e gli brillarono gli occhi. E, senza dire niente, si fiondò sulla sedia e cominciò a mangiare (pardon, a ingozzarsi) delle frittelle.
Shawn si sedette e rise guardando il fratello.
Gli era sempre piaciuto vederlo così felice…
Ma mai quanto gli era piaciuto in quel momento…

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Hayden aveva mangiato di gusto le frittelle preparate da suo fratello Shawn. Ma quello che lui voleva non erano le frittelle di suo fratello… Lui voleva suo fratello. Quel pensiero lo incuteva. Ma nello stesso tempo lo inebriava di nuove emozioni ogni volta che era vicino a Shawn…
Varie volte si era chiesto se Shawn si fosse scioccato e preoccupato se lui gli avesse parlato di questa cosa… Aveva sempre preferito evitare, per poter stare vicino a lui tutto il tempo, godere del suo profumo, giocherellare con i suoi capelli.
Quella mattina, Shawn si era offerto di mettere a posto. Dopotutto, era sempre lui a mettere in ordine, in qualsiasi stanza, ma lo faceva con quell’innocenza e quell’ingenuità così dolci che a Hayden ogni volta si scioglieva il cuore. Vedere suo fratello felice era l’unica cosa che voleva.
-Shawn, ti sei svegliato presto oggi… Lascia che pulisca io al posto tuo, per questa volta… Tu va’ pure a riposarti…
-Hayden, ne sei sicuro?
-Certamente, non voglio vedere il mio fratellino stanco…
Alla parola “fratellino”, Shawn arrossì leggermente.
-V-Va bene… Ma fai attenzione ai piatti… Non farti male…
-Oh, Shawn, sono grande adesso! *Posa eroica*
A Shawn venne da ridere, ma si trattenne e sorrise dolcemente.
-Ok, posso stare tranquillo sapendo che c’è un uomo in casa che mi proteggerà…
Entrambi arrossirono, soprattutto Hayden, che, cercando di fare l’indifferente, mise il broncio guardando dall’altra parte.
-C-Certamente, avevi dei dubbi..?
Shawn sorrise nuovamente. Gli piaceva vedere il suo fratellone imbarazzato.
-Bene, allora io vado!
E, felice come una Pasqua, salì le scale tenendosi alla ringhiera.
-Sta’ attento, Shawn! Così cadi!!!
-Stai tranquillo, non succederà nien…
In quel momento, la presa alla ringhiera cedette, e Shawn scivolò all’indietro. Per fortuna, Hayden, che aveva i riflessi pronti ed era già pronto al peggio, corse sulle scale e afferrò Shawn al volo, prendendolo in braccio.
-Che ti avevo detto..? Sta’ più attento la prossima volta…
Shawn era arrossito, mentre Hayden saliva le scale con lui in braccio.
Arrivati in camera, Hayden posò Shawn sul letto.
-Ecco fatto, ora puoi dormire!
-Grazie, nii-san…
Hayden arrossì.
-N-Non ho fatto niente io… Adesso dormi… Ci vediamo dopo…
Il ragazzo fece per girarsi e andare, ma, appena si voltò, Shawn lo prese per la manica.
-Shawn, cosa c’è..?
Chiese dolcemente Hayden.
-Voglio il bacio della buonanotte!
Hayden sorrise.
-Va bene, ma uno solo, eh! Io devo scendere a mettere in ordine!
Shawn annuì deciso.
Hayden gli si avvicinò e gli baciò la fronte, mentre l’altro chiudeva gli occhi arrossendo.
Fatto questo, gli infilò le coperte.
-Buonanotte, angioletto…
-‘Notte…
Hayden gli sorrise passandogli una mano sui capelli e uscì, lasciando la porta socchiusa.
Scese le scale cercando di non far rumore e arrivò al piano di sotto. Tirò un sospiro di rassegnazione osservando con malincuore quante cose doveva fare.
-Bene, mettiamoci al lavoro…
Si tirò su le maniche e si diresse in cucina, dove una decina di piatti lo aspettavano.
Molto pazientemente, Hayden andò verso il lavandino, si legò un grembiule in vita e si mise i guanti da cucina.
Aprì il rubinetto dal quale scorse l’acqua. Il ragazzo chiuse la porta, nell’attesa che il lavandino si riempisse, per non far sentire i rumori dell’acqua al fratello.
Ci vollero pochi minuti prima che il lavandino (e anche lui) fosse pronto.
Hayden prese il primo piatto, lo immerse nell’acqua tiepida, prese il sapone, se ne mise una goccia sulla mano, tirò fuori il piatto e lo bagnò, per poi asciugarlo con lo straccio.
Ripeté la stessa operazione per tutti i piatti presenti a lato del lavandino, e ripose il tutto nel ripiano al di sopra.
-Bene… I piatti sono tutti puliti… Adesso passiamo al salotto…
Svuotò il lavandino dall’acqua, si tolse i guanti e il grembiule, si lavò le mani e si diresse nella sala sopra citata, richiudendo piano la porta della cucina.
-Chissà se Shawn dorme…
Sussurrò. Si diresse al divano, dove milioni di libri sparsi, anche sul pavimento, bloccavano il passaggio.
-Accidenti… Come fa Shawn a trovare sempre la voglia di pulire tutto..?
Da quando i loro genitori morirono in un incidente, lui e Shawn dovettero cavarsela da soli. Ed era sempre Shawn ad occuparsi della casa.
Hayden, sempre svogliato, rimaneva tutto il tempo in camera, a giocare con i videogiochi.
In quel momento capì cosa si provava a pulire tutto.
Non fu facile, ma, dopo una mezz’oretta, riuscì a mettere in ordine tutto il salotto.
-Finalmente ce l’ho fatta! Che faticaccia!
Detto questo, Hayden si sedette sul divano.
-Chissà se c’è qualcosa di bello da guardare in TV…
Fece per allungarsi per prendere il telecomando, ma in quel momento il telefono squillò.
-Uff… Proprio quando vuoi rilassarti!
Si alzò e si diresse al tavolino del salotto, dove c’era il telefono.
Alzò la cornetta.
-Pronto?
-Shawn? Sono Mark!
Mark?? Mark Evans?? Cosa chiamava a fare Shawn?!
-Ciao Mark.
-Tutto bene?
-Certamente. Cosa mi dici di te? Perché hai chiamato?
Era strano che non riconoscesse la mia voce, ma questo era un mio vantaggio.
-Ehm… Perché ho chiamato..? Non mi ricordo più.
Una gocciolina mi comparve dietro la testa.
-Ah già! Senti, devi assolutamente venire a Tokyo domani!
Quella frase mi spiazzò.
-Come mai..?
-Il mister Hillman ci ha convocati tutti nella palestra della Raimon! A te non è non è arrivata nessuna lettera??
-A quanto pare no.
Strinsi i pugni.
-Strano! Beh, tieniti pronto perché ti dovrebbe arrivare da un momento all’altro!!! Comincia a preparare le valigie! Sono così eccitato!!! Non vedo l’ora!!! Adesso vado a prepararmi per domani, il grande giorno! Ciao!
Gli agganciai il telefono in faccia prima che potesse finire la frase.
In quel momento, mi girai. Vidi Shawn, con una mano che si strofinava l’occhio e il viso assonnato, scendere le scale.
In un qualsiasi momento avrei potuto morire per tanta pucciosità, tipica di mio fratello, ma in QUEL momento, avrei voluto togliergli dal viso quell’espressione tutta tenera…
Come hai potuto non dirmi niente, Shawn..?
 
Angolo dell’Autrice
Macciaoooooo ^^ Guai in vista per la pace di casa Frost!
Hayden riuscirà a mantenere la calma con suo fratello?
O perderà le staffe e lo costringerà a parlare?
E Shawn ha nascosto per caso qualcosa??
Beh, scopritelo nel prossimo capitolo!
Spero che non ci siano errori ortografici… Nel caso in cui ce ne siano, perdonatemi!!!
Adesso vado!
Bye bye!

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Hayden era ancora nel soggiorno. Dopo quello che aveva sentito al telefono aveva bisogno di parlare con Shawn, ma non trovava il coraggio per andare di sopra, svegliarlo mentre dormiva serenamente, e parlargli. Sì, perché, con il suo caratterino, di sicuro non gli avrebbe parlato, ma gli avrebbe letteralmente urlato contro, facendolo sentire sicuramente e tremendamente in colpa con quel suo faccino da cucciolo bastonato.
Sospirò.
-E va bene… Con calma… Va’ di sopra… e parlagli… Ma con tranquillità…
Teneva stretti i pugni, e cercava la forza nelle gambe, che se n’era andata via.
Sospirò nuovamente. Era intenzionato a parlare con Shawn e così avrebbe fatto.
Miracolosamente, riuscì a scrollarsi e a salire le scale. Sentiva le gambe molli, mentre i pugni gli facevano quasi male dalla stretta in cui erano rinchiusi.
Una volta saliti tutti i gradini e percorso il corridoio, si girò sul lato, dove la porta chiusa della camera di Shawn aveva appeso un cartello con scritto: “Non disturbare”.
Hayden non era mai stato talmente incline alla violenza. Avrebbe voluto disintegrare la porta, anche se questo avrebbe voluto dire spaventare a morte Shawn. Un attimo… Hayden stava cominciando a far finalmente funzionare le rotelle del suo cervello.
Se avrebbe aperto con la violenza quella porta, avrebbe sicuramente spaventato suo fratello. E se lo avesse spaventato… non gli avrebbe più rivolto la parola… E lui sarebbe rimasto da solo… Senza contare che Shawn sapeva essere convincente senza nemmeno saperlo, e con il suo atteggiamento dolce avrebbe lo avrebbe di sicuro perdonato. Era veramente quello che Hayden voleva? Si sarebbe comunque sentito in colpa. Non avrebbe più potuto rivolgere né lo sguardo, né la parola a quel dolce faccino.
Hayden scosse la testa quando sentì un sospiro provenire dall’interno della camera. Si spaventò di colpo e il suo cuore prese un battito. Appoggiò le mani sulla porta e successivamente posò l’orecchio sulla superficie fredda e liscia.
Dentro la camera, una voce triste stava parlando ad un soggetto invisibile.
-Mamma… Papà…
Hayden per poco non fece un balzo. Abbassò lo sguardo stando in ascolto.
-Cosa devo fare..? Hayden è così protettivo… N-Non voglio che soffra… E’ sempre stato buono con me…
Dei singhiozzi spinsero Hayden in quel momento più che mai ad aprire quella porta.
-Shawn, cosa sta succedendo??
Quello che vide lo sconcertò. Uno Shawn in pigiama che teneva nelle due mani la fotografia dei loro genitori, bagnata dalle lacrime. Sul cuscino riposava (?) una busta gialla aperta, e di fianco una lettera probabilmente già letta.
-H-Hayden…
-Shawn perché piangi?? Cosa è successo?
-…
-Shawn…
Hayden si sedette accanto a lui e gli avvolse un braccio intorno alle spalle avvicinandolo a sé e facendogli appoggiare la testa sulla sua spalla. Poi sussurrò dolcemente.
-Dimmi cosa ti preoccupa…
Shawn tirò su con il naso per poi singhiozzare un paio di volte prima di raccontare tutto.
-I-Ieri… m-mi è arrivata questa…
Porse la lettera a Hayden, che la prese e la lesse velocemente. I suoi occhi presero a traballare finito di leggerla completamente.
-D-Dovrai… andartene…
Shawn annuì, cupo. Hayden si passò velocemente la manica sugli occhi. Non voleva che il suo fratellino lo vedesse piangere.
-S-S-Sono contento per t-te… R-Rivedrai Mark e gli altri…
-Hayden… S-Se non vuoi posso… rimanere qui, non c’è probl-
-No! T-Tu… devi andare… Se Hillman ti ha convocato vuol dire… che ha in mente qualcosa di grosso…
-Fratellone…
Hayden sorrise tristemente, nonostante i suoi sforzi. Accarezzò i capelli dell’albino, che seguì la sua mano chiudendo gli occhi. Lui arrossì.
-Ti prego, fa’ del tuo meglio, qualunque cosa si celi dietro quest’invito… Ok?
Shawn annuì. Hayden lo abbracciò.
-Ricordati che io ci sarò sempre per te… Se vuoi che ti riporti indietro, non esitare a chiamarmi… Sarai sempre il mio fratellino cuccioloso…
Shawn arrossì e sussurrò.
-Ti voglio bene… Atsu-chan…
E strinse la presa affondando il viso nella maglia del fratello.
Hayden arrossì non poco e chiuse gli occhi accarezzandogli i capelli così delicati e dolci, come lui.
-Torna presto, Shirou-chan…
Lui annuì nel suo petto.
La scena era così bella che Hayden avrebbe voluto non finisse più… Avrebbe voluto stringere forte il suo fratellino per tutta la vita, e solo ora che stava per andare via capiva quanto importante lui fosse per lui…
Mi mancherai, Shawn…

Scusate per il mostruoso ritardo ^^'''

By Ale

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Quella sera Hayden, nella sua stanza, non riusciva a pensare ad altro se non a suo fratello e alla sua imminente partenza. Pensò a quella casa, così vuota senza la presenza di Shawn, che, già di per sé, non era mai così chiacchierone da riempire il silenzio che regnava ogni volta. Anche il solo stare nella sua camera, sdraiato sul suo letto con le braccia incrociate dietro la testa e la finestra dalla quale penetrava la tenera e pallida luce della luna, lo rendeva non poco agitato. Tutte le notti aveva paura. Paura di perdere l’unico legame che c’era ancora tra lui e la sua famiglia. Aveva il terrore di perdere Shawn per sempre.
Solo quando quella frase gli passò come un fulmine tra i pensieri, capii il motivo per il quale non ce l’aveva veramente con suo fratello nonostante tutto. E il motivo era che lui teneva troppo a Shawn… Ci teneva tanto da mandarlo lontano da lui… Probabilmente per moltissimo tempo… E se Shawn si fosse ferito?? Non ci poteva nemmeno pensare. Gli vennero le lacrime agli occhi e si morse il labbro così forte da farlo sanguinare un poco.
-Dannazione…
Si mise dapprima seduto, accendendo la lampada adagiata sul comodino accanto al suo letto. Si guardò intorno, confuso, probabilmente dal sonno, e constatò che non c’era qualcosa con cui potesse medicarsi in quella stanza. Si alzò di malavoglia. La testa gli doleva, ma non avrebbe potuto stare con il labbro sanguinante. Anche perché stare tutta la notte insonne con il disgustoso sapore del sangue proprio sul labbro non gli andava per niente.
Pensò che con una certa sicurezza sarebbe riuscito a trovare del disinfettante in bagno. Dopotutto Shawn faceva sempre la scorta di ogni tipo di medicinale.
Così, a passi pesanti, si diresse verso il bagno, che era sullo stesso piano della sua camera. Ma non si era ricordato di un particolare: tra la camera e il bagno si trovava la stanza di Shawn.
Però il pensiero non raggiunse il suo cervello abbastanza in fretta e ci passò davanti.
Shawn teneva sempre la porta socchiusa, non la chiudeva mai del tutto, come invece faceva ogni volta Hayden. Il fascio di luce usciva dallo spiraglio tra lo stipite e la porta stessa illuminando in parte Hayden, che aveva voltato la testa verso la stanza. Dall’interno sentiva il respiro di Shawn, che dormiva sogni tranquilli. Aprì di un altro po’ la porta, attento a non fare nessun tipo di rumore e si appoggiò allo stipite. Vedere suo fratello così tranquillo, che dormiva come un ghiro nel suo letto illuminato dai raggi della luna, lo faceva sentire meglio. Per un attimo si scordò del sangue sul labbro, che si era ormai anche seccato, e restò ad osservare i capelli grigi e lucenti del ragazzo. Guardò le sue palpebre chiuse e successivamente i suoi occhi scesero, con sguardo avido. Sul volto di Shawn era dipinto uno splendido sorriso, lieve e delicato. Il sorriso di suo fratello… Guardarlo gli faceva solamente pensare che non lo avrebbe più rivisto… per un bel po’…
Gli salì un groppo improvviso nella gola e dovette trattenersi per non lasciarsi scappare nessun singhiozzo.
Camminò in punta di piedi, attento a non svegliarlo. Si sedette in ginocchio sul pavimento, accanto al letto.
Allungò la mano tremante verso i suoi capelli grigi, e glieli accarezzò. Sussurrò piano:
-Cucciolo mio..
Si avvicinò al suo viso e lo strofinò contro il suo dolcemente.
Hayden arrossì quando sentì Shawn fare le fusa. Piano piano, Shawn aprì gli occhi.
-Hayden…
Si strofinò gli occhi assonnato. Hayden arrossì e scosse la testa.
-S-Shawn, ti sei svegliato… Scusami, ho fatto troppo rumore…
L’albino scosse la testa a sua volta.
-Non è vero! E poi sono felice di essermi svegliato con te vicino al mio letto…
Hayden arrossì ancora di più. Ormai doveva essere rossissimo, ma grazie al semi-buio della stanza nessuno avrebbe potuto notarlo.
-Shawn…
Non resistette più. non poteva resistere ancora. Gli accarezzò i capelli e socchiuse gli occhi avvicinandosi.
Shawn arrossì, ma non riusciva a resistere al tocco del fratello, che si era avvicinato ancora di più.
Hayden era più vicino di quanto non lo era mai stato. E, piano piano, quasi senza accorgersene, gli sfiorò le labbra. Quelle labbra così morbide del fratello, in quel momento riscaldavano le sue, che avevano assoluto bisogno di quel calore.
Lentamente, la sua mano vagò per la maglia di Shawn, che cominciò a rabbrividire. La mano passò sotto la maglia e accarezzò la pelle così chiara e candida, fino ad arrivare alla spalla e al collo. In quel momento, anche l’altra mano intervenne, accarezzando il collo e posandosi dietro la testa del ragazzo. Il bacio, intanto, diventava sempre più profondo, e Hayden si sentiva ogni minuto meglio. Sentiva il calore aumentare dentro di lui. Il rossore se n’era andato, in quel momento non gli importava più nulla. Voleva solamente dimenticare tutto quello che lo aveva portato in camera di sua fratello, e godersi quegli istanti al meglio.
Si staccarono dopo minuti che parevano anni.
-S-Shawn…
I due ragazzi ansimavano, ma non potevano essere più felici.
Shawn sorrise dolcemente.
-Mi hai dato il miglior saluto che avresti potuto darmi…
Il suo sorriso si affievolì.
-Mi mancheranno le tue labbra…
Hayden pensava solamente che avrebbe dovuto baciare prima, molto prima, le labbra del fratello.
-Anche a me le tue, fratellino…
-Ti prego, Shawn… Torna presto…
-Farò di tutto per tornare il prima possibile, te lo prometto!
Detto questo, a Shawn tornò il sorriso, un sorriso un po’ triste, ma sempre stupendo, come ogni volta. Soprattutto in quel momento, sotto la debole luce della luna, quel sorriso sembrava venuto da un angelo.
-Sarai il mio angelo, Shawn…
-Hayden… Mi mancherai moltissimo…
-Anche tu… Te l’avrò detto troppe volte ormai…
-Non importa. Voglio… sentire la tua voce il più possibile…
A Hayden stavano scendendo le lacrime, ma non voleva piangere di fronte al fratellino. Dopotutto era lui quello forte.
-Hayden, voglio… voglio sentire le tue lacrime…
-S-Shawn, i-io…
Cominciò a singhiozzare e lo abbracciò forte lasciando che le lacrime scendessero sulle sue guance.
Shawn chiuse gli occhi e sorrise sussurrando:
-Mi piace sentire le tue lacrime calde…
Hayden non riusciva a dire niente, e si limitò a stringerlo forte continuando a piangere in silenzio.

Ragazzi, scusate l'incredibile ritardo! Spero tanto che il capitolo vi sia piaciuto, anche se sembra una copia di quello precedente ^^'''

By Ale

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Wow, da quanti secoli non aggiornavo questa fic O.o
Troppi u.u Comunque, ringrazio tutti coloro che leggono, che recensiscono e anche di più chi sta facendo entrambe le cose <3

 
 
Erano ormai passati giorni dalla partenza di Shawn, e Hayden continuava a vivere da solo nella loro casa e a guardare il suo fratellino in televisione. Gli piaceva vederlo giocare a calcio, tifare per lui anche se sapeva che le sue urla di incitamento non sarebbero mai arrivate alle sue orecchie troppo lontane.
Questa distanza lo uccideva. Avrebbe voluto tanto essere lì, al campo, per poter giocare al fianco di Shawn, per aiutarlo a sentire la sua presenza accanto a lui, ma forse questo era solo un pensiero egoista di un ragazzo che voleva il suo fratellino tutto per lui. Perché lo infastidiva vedere Shawn che passava la palla ai suoi compagni, e ancora di più quando erano gli altri a passarla a lui. Era così geloso… Avrebbe voluto più di ogni altra cosa il poter giocare insieme a lui. Vivere vittorie e sconfitte insieme. Avere suo fratello sempre vicino. Soprattutto dopo…
-Il bacio…
Hayden si portò le dita alle labbra. Si sentiva così male per aver fatto una cosa del genere al suo stesso fratello… Sapeva benissimo che era proibito fare cose di quel tipo tra fratelli, ma non poteva più sopportare la pressione. Lo stata consumando lentamente, senza pietà. Ormai non poteva neanche più aver vicino Shawn senza provare una forte sensazione, e si vergognava per i pensieri che faceva.
Dava la colpa alla sua mente che fabbricava immagini così disgustose e proibite, ma era perfettamente a conoscenza che la colpa era solo sua.
Si alzò.
-Per di più..
Pensava a voce alta.
-Per di più ci si mette questa maledetta gamba!
Arrivò a passi lenti in cucina e si sedette stringendo i denti.
 
Quando ripresi coscienza mi guardai intorno e constatai che mi trovavo all’ospedale. Quelle pareti bianche erano uniche, tipiche di quei posti e sapevo di non potermi sbagliare.
Sentivo una grande stanchezza addosso, come se avessi ancora bisogno di dormire. Avevo gli occhi pesanti che vagavano per la stanza.
Poi, la vidi. La ferita sulla mia gamba. Tutto il sangue che aveva impregnato i pantaloni era di un rosso talmente scuro che mi fece quasi paura. Quanto aveva sanguinato quella ferita?! E da quanto tempo mi trovavo all’ospedale..? E Shirou?! E la mamma, il papà?! Dove sono tutti??
Ho paura, fatemi uscire, rivoglio i miei genitori e il mio fratellone*!!!
 
Hayden sbatté il pugno sul tavolo. Erano ricordi troppo dolorosi per lui. Ma ancora di più lo erano quelli precedenti all’ospedale. E soprattutto il momento in cui seppe dai dottori la sorte dei suoi genitori.
Ma trovava sollievo nel sentir pronunciare dai dottori le parole:
-Tuo fratello sta bene. E’ uscito dall’ospedale molto tempo fa, non era grave.
Ogni volta che provava dolore nel ricordare, quella frase lo faceva sempre sorridere e trovare un po’ di conforto. E ancora di più il ricordo di quando aveva potuto tornare a casa, dopo anni in cui era stato segregato in quell’ospedale. Rivedere il viso di suo fratello era stato come andare in Paradiso. Shawn a quel tempo aveva compiuto si e no tredici anni. Viveva a scuola, dove i professori si prendevano cura di lui in tutti i modi. Cercavano di sviare quando Shawn si soffermava sull’argomento “famiglia”, in modo che Shawn non sapesse nulla della morte dei suoi genitori e probabilmente anche del suo fratellino.
Fu un duro colpo per Shawn sapere tutto da Hayden stesso, che non sapeva ancora come abbia fatto a trattenere le lacrime che suo fratello non seppe non lasciar scivolare sulle guance.
Mai più io farò bagnare quelle guance di lacrime” si era detto. Era stato troppo doloroso per lui vedere Shawn in quello stato.
Ogni settimana Hayden doveva regolarmente andare in ospedale per fare dei controlli alla gamba, che scoprì poi essere stata covo di un’infezione. Purtroppo il metallo che si era conficcato nella gamba aveva provocato una bella infezione, che per fortuna i dottori erano riusciti a curare in tempo.
Tuttavia il dottore lo aveva avvertito: la situazione sarebbe peggiorata in pochi anni.
Probabilmente rischiava una nuova infezione, ma Hayden non aveva avuto il coraggio di dire niente a Shawn di tutto questo. Neanche quel giorno, quel giorno di inverno in cui avevano deciso di fare una passeggiata perché erano abituati a stare in mezzo alla neve, aveva avuto la forza di dire al suo fratellino che presto sarebbe stato costretto ad essere molto probabilmente operato di nuovo. Molto presto, sentiva già in quel periodo una fitta nella gamba ogni volta che la posava a terra.
Ma neanche questo inconveniente l’avrebbe allontanato da suo fratello, neanche questo.
Soprattutto in quel momento, che suo fratello era lontano da lui, non poteva mollare. Se proprio doveva essere operato, voleva che Shawn fosse con lui, così da confortarlo in ospedale e dirgli che non c’era niente di cui dovesse preoccuparsi.
D’altra parte, se gli fosse successo qualcosa alla gamba mentre Shawn non era lì con lui, avrebbe potuto evitare di far preoccupare il suo caro fratellino. E non avrebbe visto un’altra volta le lacrime scorrergli lungo le guance…
D’altronde, ormai non sarebbe mancato molto al momento in cui avrebbe dovuto operarsi per forza, quindi perché aspettare? Meglio togliersi subito il pensiero.
 
Mentre saliva le scale zoppicando, pero’, un dubbio gli attraversò la mente:
-E se… l’operazione non.. andasse bene..?
Dopotutto non era certo al cento per cento che l’operazione finisse per il meglio. Se gli fosse successo un qualsiasi cosa… non avrebbe più potuto vedere Shawn…
Scosse la testa. Non doveva pensarci. In ogni modo, forse sarebbe stato meglio inviare una lettera a Shawn prima di farsi operare…
Sì, quel giorno stesso avrebbe scritto la lettera e l’avrebbe inviata il giorno dopo per poi andare a farsi operare.
Pero’ innanzitutto avrebbe dovuto avvisare il dottore della sua decisione. E ovviamente non avrebbe scritto nulla dell’operazione nella lettera… Non voleva far preoccupare suo fratello…
 
Sì, avrebbe fatto così.

Spero che questo capitolo banale e senza senso vi sia piaciuto! Alla prossima e ancora grazie di seguire questa storia! <3

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Il giorno dopo, Hayden era pronto per l’operazione. Era preoccupato, ma almeno aveva il cuore in pace. Aveva scritto la lettera a Shawn informandolo delle ultime notizie e degli ultimi fatti avvenuti ad Hokkaido, anche se non erano niente di che. Non succedeva mai niente di interessante lì.
Mentre si dirigeva in ospedale, non poteva non pensare al peggio. Non era ancora sicuro di volerlo fare, ma ormai aveva preso la sua decisione. Era l’unica che potesse prendere, del resto.
Avrebbe voluto almeno rivedere per l’ultima volta suo fratello…
Scosse la testa.
Ora basta! Basta pensarci! Andrà tutto bene!
Ma più ci pensava, più gli venivano dubbi.
E non si accorse di essere arrivato davanti all’ospedale.
Entrò sospirando e richiuse la porta alle sue spalle sedendosi su una delle sedie della sala d’aspetto.
Aveva chiamato il dottore la sera prima, informandolo della sua decisione.
 
-Hayden, sei pronto?
-Sì dottore.
-Allora vieni con me.
Il dottore portò Hayden nella sala operatoria. Hayden non si sentiva a disagio, perché nella sua mente l’immagine del suo caro fratellino non lo abbandonava. Sapeva che in quel momento, suo fratello, anche se lontano, era accanto a lui.
Anche se Shawn non sapeva nulla della gamba di Hayden, né dell’intervento che quest’ultimo stava per affrontare, il grigio avrebbe continuato a stare vicino a suo fratello.
-Spogliati e sdraiati su questo lettino quando sarai pronto, ok?
-Certo.
Hayden non aspettò molto. In pochi minuti si ritrovò disteso su quel letto dalle lenzuola bianche, sotto la luce quasi accecante della lampada posta poco sopra il suo corpo in quel momento immobile.
“Fratellino… Presto l’operazione sarà finita, e io verrò da te”.
Quando Hayden fu addormentato, il dottore cominciò a operare.
 
Shawn
-Shawn!
-Mh? Oh!
Avevo mancato l’ennesimo pallone. Quella mattina non mi sentivo nel pieno delle forze, specialmente in quel momento. Sentivo che c’era qualcosa che non andava. Avevo una strana sensazione.
-Shawn, va tutto bene?
-Oh, capitano… Sì, sto bene! Ma in effetti non sono completamente nelle mie forze oggi…
-Infatti non sembri molto concentrato… Va’ a sederti e riposati un attimo se vuoi!
-Grazie Mark.
Andai alla panchina seguendo il consiglio del capitano e abbassai lo sguardo. Perché mi sentivo così strano? E poi.. sentivo come un pizzicorino fastidioso alla gamba.
Alzai gli occhi al cielo.
“Fratellino, spero che tu stia bene…”.
 
 
Hayden
Una volta svegliato, sembrava quasi che non sentissi più la gamba. Era come addormentata.
Provai a muoverla, ma poco prima che potessi anche solo muovere un muscolo, il dottore, che era nella stanza, mi fermò.
-Fermo Hayden! Non puoi ancora muoverla!
-D-Dottore, mi dica che è tutto a posto!
Lui mi sorrise e annuì.
-Certo… E’ andato tutto bene. Vedrai che ti riprenderai in pochissimo tempo.
Tirai un sospiro di sollievo.
-Ma… per quanto dovrò restare qui?
-Beh, fino a che non riuscirai a muovere la gamba normalmente! Ma vedrai, accadrà prima di quanto tu creda!
-Lo spero…. Ho deciso che andrò a trovare mio fratello appena sarò tornato come prima.
-Ho sentito che tuo fratello fa parte della Inazuma Japan.
-Esatto! Voglio andare a trovarlo prima che lui e la squadra partano per l’isola di Liocott.
-Sicuramente ti rimetterai prima di allora! Sta’ tranquillo e riposati per il momento. Tornerò più tardi per un controllo, tu non provare a muovere la gamba, ok?
Annuii.
Appena il dottore uscì dalla stanza, mi sdraiai.
Per fortuna era andato tutto bene…
E se il dottore mi aveva rassicurato che sarei guarito prima della partenza dell’Inazuma… allora potevo stare tranquillo.
Dopotutto mancavano ancora molte partite…
Ma ero certo che l’Inazuma avrebbe vinto tutti gli scontri.
Io dovevo solo pensare a riprendermi.
Verrò da te, fratellino… Presto…

Ringrazio akima per aver recensito il capitolo precedente! Grazie davvero <3
E grazie a tutti quelli che leggono, recensiscono e mettono la storia nelle seguite / preferite :3
Grazieeeeee <3


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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Hayden
Non potevo più aspettare. Volevo a tutti i costi rivedere Shawn.
-Mi dispiace, Hayden, non puoi ancora uscire. La tua gamba non si è ancora ripresa.
Continuavano a dire le infermiere. Ma a me non importava, dovevo assolutamente andare da mio fratello, che sicuramente era in pensiero per me, come io lo ero per lui.
-Dottore, è vero quello che dicono le infermiere? Che ancora non posso alzarmi dal letto?
-Devi cercare di capire, Hayden… L’intervento non era una cosa da niente, la tua gamba non può ancora reggere certi sforzi. Abbi pazienza e sta’ tranquillo.
Ma potevo stare veramente tranquillo? Come avrei potuto? Shawn era lontano da me, e non avevo neanche ricevuto sue notizie dall’ultima partita trasmessa in TV.
La luce del sole quel giorno era calda e i suoi raggi penetravano dalla finestra. Decisi che quello era il giorno perfetto per fuggire.
Provai a mettermi seduto e scoprì che la gamba era come addormentata.
Cercando di non fare rumore, mi alzai appoggiandomi dove potevo. Mi tolsi in fretta quella specie di pigiama che il dottore mi aveva obbligato a mettere e mi vesti. Le infermiere non si erano accorte il giorno dell’operazione di aver lasciato su una sedia i miei vestiti.
Tentando di risvegliare la gamba ancora addormentata, mi aggirai il più furtivamente possibile per i corridoi di quel maledetto ospedale e per poco non fui scoperto dallo stesso dottore mentre giravo l’angolo.
Ma finalmente arrivai all’ingresso e riuscì ad uscirne senza essere visto da nessuno.
Mi allontanai dall’ospedale e mi sedetti quando finalmente ne fui abbastanza lontano.
Durante la fuga ero riuscito finalmente a muovere un po’ la gamba, ma aveva cominciato a fare male, che era peggio.
Dopo aver ripreso un po’ di fiato che avevo sprecato nella semi-corsa, tornai a casa. Ovviamente non c’era nessuno, come mi aspettavo.
Preparai in fretta una valigia con le cose essenziali che mi sarebbero servite per il viaggio, e uscii alla volta dell’aeroporto.
 
C’era un mucchio di gente che aspettava di partire. Se pensavo che erano tutti diretti per la Liocott immaginavo che l’Inazuma stesse andando bene. Non ero molto concentrato sulle partite in TV. Escogitavo sempre una maniera per uscire.
Per fortuna c’erano dei biglietti disponibili e avrei potuto prendere subito l’aereo, che non tardò ad arrivare.
E un’altra fortuna consisteva nel fatto che ero riuscito a risvegliare completamente la gamba e, a parte il dolore che aumentava, potevo tornare a camminare normalmente.
 
Shawn
Quel giorno avevo uno strano dolore alla gamba, perciò pensai che fosse meglio restare di nuovo in panchina.
-Shawn, come ti senti oggi?
-Meglio di ieri, pero’ ho male alla gamba…
Nathan mi guardò e inclinò la testa.
-Che io ricordi non ti ho visto cadere o sbattere da qualche parte…
-Infatti non è successo niente di tutto questo… L’avrò messo male ieri prima di uscire dal campo…
-Probabilmente è così… Non dovresti farti controllare da un dottore?
-Hai ragione. Stavo già pensando di andarci oggi pomeriggio, se non vi dispiace…
-Fa’ pure! Anzi, devi!
 
Così quel pomeriggio andai all’ospedale della Liocott per farmi controllare la gamba da un dottore.
-Mh… Non mi sembra che tu abbia qualcosa alla gamba… Dove ti fa male?
-Veramente non so di preciso. Sembra al ginocchio o forse più in basso.
-Facciamo delle lastre per controllare.
Annuii. Ma dalle lastre non risultò niente. Tanto che cominciai seriamente a preoccuparmi.
Ma, mentre tornavo alla sede della squadra, cominciava a balenarmi in testa l’idea che quel dolore potesse in qualche modo essere collegato a Hayden.
Decisi di chiamarlo al cellulare.
-Pronto?
-Hayden, sono io, Shawn!
-Fratellino! È bello poterti risentire! Pensavo che fossi sempre impegnato negli allenamenti, perciò non osavo chiamarti…
-Lascia perdere questo ora.. Potrà sembrarti strano ma ho come l’impressione che tu mi stia nascondendo qualcosa.
-Mh? Tipo cosa?
-Non so… Ultimamente mi sento strano, ma quello che mi preoccupa di più è un misterioso dolore alla gamba. Neanche il dottore oggi ha saputo trovare niente di strano, ma continua a farmi male.
Sentii Hayden dall’altro capo del telefono irrigidirsi e anche la sua voce da quel momento non fu più sicura e tremava.
-Hayden, ti è successo per caso qualcosa?
Gli chiesi prima che potesse finire di balbettare. Sospirò.
-Ti spiegherò tutto… ma quando sarò lì.
-Cosa?! Non starai mica pensando di venire qui, vero?!
-Veramente sono già sull’aereo e manca poco all’atterraggio. Ci vediamo più tardi!
E attaccò.
Come aveva potuto salire su un aereo da solo e senza avvertirmi né dirmi se stava bene?!
Ma dopotutto ero felice anche io di vederlo e lo sapevo bene.
 
Hayden
Durante l’atterraggio continuai a guardare assorto fuori dal finestrino. Quindi anche Shawn aveva male alla gamba…
Sfortunatamente il dolore era aumentato ancora e in quel momento era allucinante.
Come avrei potuto dire tutto a Shawn? Del resto, non avrei potuto stare zitto, intelligente e furbo com’è Shawn, avrà già intuito tutto. E comunque gli avevo già detto che gli avrei raccontato tutto quando sarei stato lì, faccia a faccia davanti a lui.
E non avrei più sentito il dolore davanti al suo faccino.

Angolo della sottospecie di Autrice che adora scrivere e dire 'faccino'.
Ebbene sì gente, dovevo scrivere come ultima parola del capitolo 'faccino' u_u Perché Shawn ha davvero un bellissimo faccino teneroso e coccoloso, va bene? èwè
E dico sempre a mio fratello che ha un faccino troppo tenero, quindi c'ho preso l'abitudine ùwù
Ringrazio C U C C I O L A e Summer38 per le splendide recensioni nel capitolo precedente °u°
Ringrazio (di nuovo) C U C C I O L A anche per avermi dato la stupenda idea (che nella fic verrà un disastro per come la scriverò) per continuare questa fic che per mancanza di ispirazione avrei voluto far finire con questo capitolo.
Grazie anche e come al solito a tutti quelli che leggono / recensiscono / mettono nelle preferite, seguite :3
Alla prossimaaaa!

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


-Hayden..!
Ero finalmente arrivato da Shawn. Ero davanti a lui. Mi era mancato così tanto… Eppure non riuscivo a fare praticamente nulla. Nient’altro che stare fermo immobile davanti a quei dolcissimi occhi grigi pieni di tenerezza.
-Shawn, e così lui è Hayden?
-Sì, Mark, è lui!
-Devo dire che siete quasi due gocce d’acqua!
Guardai il ragazzo che aveva parlato. Era Mark Evans, il capitano della Inazuma Japan.
Sapevo bene che lo stavo guardando male. Non potevo farci niente, odiavo Mark e i componenti dell’Inazuma, compreso l’allenatore, che mi avevano portato via Shawn.
-Mark!
-Mh? Sì, Axel?
-Non faremmo meglio a riprendere gli allenamenti?
Cosa? Allenamenti? Avrebbero fatto allenare anche Shawn? Quindi erano loro la causa del dolore del mio fratellino al ginocchio! Erano loro… E volevano portarselo via nuovamente!
-Hai ragione! Shawn, tu sta’ pure un po’ di tempo con Hayden!
-Grazie Mark ma non vorrei saltare gli allenamenti…
-Non ti preoccupare! Dopotutto ti fa male anche il ginocchio, no?
-Mh…
Shawn abbassò lo sguardo e annuì.
-Tranquillo fratello! Ti aspettiamo fuori!
-Harley ha ragione, Shawn!
-Grazie ragazzi…
 
-… Sembra che tu ti trova davvero bene con i tuoi amici.
-Sono davvero tutti fantastici…
-…
-Hayden…
-Che vuoi?
-Perché sei venuto qui…?
-Non solo non mi dici nulla quando arrivo e mi presenti una scena a dir poco disgustosa con i tuoi “amici” ma hai anche il coraggio di chiedermi che cosa ci faccio io qui?!
-Ha-Hayden…
-No! Adesso ascoltami!! Non sai cosa ho dovuto passare per venire qui!! E solo per vederti!! E cosa devo sopportare quando arrivo?! Vederti in mezzo ai tuoi amici che non esitano un solo secondo a chiederti di andare ad allenarti con loro pur vedendo che ci sono anche io! Avrei voluto parlarti come quando eri ancora a casa con me, dirti quanto mi sei mancato e quanto avrei voluto rivederti ma… a quanto pare sono d’intralcio qui. Quindi me ne torno da dove sono venuto.
-Hayden, aspetta!!
Non gli diedi il tempo di ribattere e uscì in fretta, arrabbiato come non lo ero mai stato. Pensandoci bene, avrei dovuto stupirmi di esserlo proprio con mio fratello.
 
Shawn
Hayden… Perché se ne era andato? Perché si era arrabbiato tanto?
Non lo avevo mai visto in quel modo. Non si era mai arrabbiato così tanto con me, ne ero sicuro.
 
Hayden
Non ci potevo credere! No, no! Ero stato solo uno scemo!
-Dannazione!!
Senza accorgermene stavo cominciando a correre.
-Mi odio, mi odio, mi odioo!!
Mi odiavo così tanto che non sentivo il dolore alla gamba che cresceva senza sosta. Non mi fermavo, non volevo, non volevo neanche che le lacrime scendessero come invece stava per succedere.
-Volevo solo avere Shawn un po’ per me almeno per oggi, accidenti!! Chiedevo troppo?!
L’unica cosa che vidi poco dopo fu il terreno su cui stavo correndo. Sì, ero caduto. Ero inciampato o.. così credevo.
-Dannazione..!
Tentai di rialzarmi ma una fitta atroce alla gamba mi impedì di provarci di nuovo.
Cercai di muovere solo la gamba, quantomeno di piegarla, ma niente. Il dolore era troppo forte, non potevo continuare così.
-Shawn…
Potevo solo calmarmi e piangere quanto avrei dovuto per liberarmi di quel peso.
-M-Mi dispiace…
 
Shawn
Da quando Hayden se n’era andato, il dolore alla gamba aumentava a dismisura, quasi lo facesse apposta per farmi soffrire ancora di più. Come se non stessi già male di mio..
Ormai non potevo più neanche muovere un passo, nonostante non mi facesse ancora così male da non poter restare in piedi.
Quando Mark e gli altri furono di ritorno dagli allenamenti e mi videro, mi tempestarono di domande e si preoccuparono così tanto che fecero tutto quello che era in loro potere -e forse anche di più- per farmi stare meglio, sia psicologicamente che fisicamente.
Manco poco e non ebbi più la forza di mangiare né di muovermi. Il dolore al ginocchio mi tormentava. Anche la testa cominciava a farmi male. Sentivo come un continuo rimbombare e martellare, e così come al ginocchio. Avrei fatto di tutto per farmi passare quel male, di tutto. Anche tagliarmi la gamba se necessario. Non avrebbe fatto più male del dolore al ginocchio ed ero sicuro che anche la testa non mi avrebbe più fatto impazzire.
Non sentivo nemmeno più cosa mi dicevano i miei compagni. Piano piano, non ne conoscevo il motivo, la vista mi si offuscava.
Ad un certo punto sentì come se qualcuno mi tirasse su di peso e mi prendesse in braccio. Poi non sentì altro che dei passi e il leggero vento della notte sfiorarmi i capelli e il viso.

Angolo dell'Autrice che nel profondo -ma neanche tanto nel profondo- ama torturare i personaggi di questa storia.
Eccoci con probabilmente il penultimo capitolo di questa fic :3 Sì, perché penso che nel prossimo capitolo le sofferenze dei due gemellini si dissolveranno -e sarebbe anche ora poverini- :3
Ringrazio profondamente
akima e Summer38 per aver recensito il capitolo precedente e, come al solito, chi ha letto questo capitolo e chi lo recensirà!
Grazie davvero <3


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Capitolo 9
*** Epilogo ***


Hayden – la sera dello stesso giorno.
Non avevo più il coraggio di tornare alla sede dell’Inazuma Japan, così ero andato lungo un fiume che scorreva un po’ lontano da lì. Nel caso mi avessero cercato non mi avrebbero trovato. O almeno era quello che speravo.
-Hayden!!
Non sapevo chi avesse parlato, ma mi girai. C’era un ragazzo dai capelli azzurri legati dai una coda, e aveva un occhio coperto.
-Hayden, finalmente ti ho trovato!
Aveva la tuta dell’Inazuma Japan, quindi sicuramente era un membro della squadra. Per di più l’aveva chiamato per nome, e gli unici dell’isola che lo conoscevano erano proprio l’Inazuma.
-Lasciami in pace.
-No! Devi subito andare da Shawn, lui è-
-Non tornerò da Shawn.
-Ma cosa è successo? Sembrava che andaste così d’accordo voi due!
Hayden non poté sfuggire un improvviso attacco di rossore.
-E-Evidentemente non andiamo poi così d’accordo… Abbiamo litigato. Ma non mi va di parlarne a uno come te.
-Hayden, io sono amico di Shawn. E adesso sta malissimo!
-Come fai a saperlo? E comunque non sono affari tuoi quello che succede tra me e Shawn.
-Come puoi dire così?!
-Io parlo come mi pare e piace!
-Stammi a sentire, tu. Non ho la minima idea di cosa abbiate fatto o cosa vi siate detti tu e Shawn per essere successo tutto questo, ma l’importante ora è che devi andare subito in ospedale!
-Cosa?! Perché proprio lì? Io non ho un buon rapporto con quei posti!
-Dovrai fare uno sforzo, perché Shawn si trova proprio lì ora!
-Cos’hai detto?!
-Hai capito bene. Non sappiamo bene cosa sia successo, ma evidentemente Shawn non si è sentito molto bene, anzi non rispondeva alle nostre domande, né si muoveva. Sembrava quasi in trance. L’abbiamo portato quasi subito in ospedale. I dottori lo hanno portato nella stanza 148.
Non sapevo bene cosa dovessi rispondere a quel ragazzo dopo quella frase. Shawn era in ospedale. Shawn si era sentito male, e forse la causa era proprio lui. Ma come aveva potuto fare una cosa così terribile al suo fratellino?! Come aveva osato fargli così male da farlo andare addirittura all’ospedale?
-Sbrigati e va’ all’ospedale! Devi seguire questa strada, girare in un vicoletto e quando ne uscirai sarai proprio davanti all’ospedale.
Annuii e cominciai a correre per le vie dell’isola senza dire niente.
Dovevo correre. Andare più veloce che potevo per raggiungere l’ospedale.
Accidenti, Shawn! Perché mi facevi preoccupare così tanto?!
Non potevo pensare che al peggio in quel momento. Sarebbe successo qualcosa di grave? Shawn sarebbe stato male per molto? E quanto, esattamente, stava male? Che cosa gli era successo di preciso? Doveva saperlo, dannazione, lui era suo fratello! E sarebbe rimasto accanto a lui finché non sarebbe guarito. Questo avrebbe potuto giurarlo a chiunque.
-Sono qui!
Finalmente vidi il vicolo e mi ci fiondai senza rallentare la corsa. Non vedevo quasi nulla intorno a me, solo una macchia indefinita di oggetti di vario colore, che sicuramente erano stati abbandonati dagli abitanti dell’isola, e non sentito nulla a parte il vento nelle orecchie.
Il vicolo era stretto, ma lo avrei passato senza problemi. Infatti dopo un minuto ero già alla fine del vicolo, e all’altro lato della strada spuntava l’ospedale di Liocott. Sembrava grande, molto più grande di quello di Hokkaido. Evidentemente ci abitavano molte persone. E con la scusa dei Mondiali molta più gente era sicuramente arrivata da ogni parte del mondo per assistere alle partite.
Quasi senza essermene accorto, mi ero fermato. Per fortuna ero sul marciapiede, altrimenti qualcuno avrebbe potuto investirmi. Anche se non sembrava passassero molte macchine.
Presi un bel respiro e attraversai la strada –inutile dirlo- correndo.
Entrai sempre di corsa nell’ospedale. Fortunatamente non buttai nessuno a terra, anche se non avevo rallentato la corsa verso la stanza di Shawn.
“148..”
Continuavo a ripetermi nella mente.
“-Poi i dottori l’hanno portato nella stanza 148.”
Così aveva detto quel ragazzo dai capelli azzurri.
Arrivai di fronte alla stanza e alzai lo sguardo.
-Eccola… La stanza 148..
Entrai spingendo la porta lentamente. La mano tremava. Non avevo osato neanche bussare.
Shawn era lì, su un lettino, sdraiato. Stava dormendo tranquillamente, non sembrava pallido, almeno, non più del normale.
Mi avvicinai tremante al letto e allungai una mano sul suo viso. Sembrava ancora più delicato delle altre volte. La finestra era aperta ed entrava un dolce e piacevole venticello fresco che scompigliava leggermente i capelli sia a me che a Shawn.
-Fratellino…
Decisi che era meglio non svegliarlo, così presi una sedia lì vicino, l’avvicinai a me e mi sedetti senza fare rumore. Cominciai a sfiorare la guancia a Shawn, lentamente. Avevo quasi paura a toccarlo. Poi pero’ non avvertendo nessun movimento iniziai ad accarezzargliela delicatamente. A quel punto Shawn si mosse leggermente, spostando la testa e strofinandola sul cuscino, ma non volli smettere di accarezzarlo. Quell’atmosfera sembrava quasi irreale. Non si sentivano i rumori all’esterno, nonostante sia la porta che la finestra fossero aperte.
Ad un certo punto mi accorsi che probabilmente la porta lasciata aperta avrebbe creato una corrente d’aria un po’ troppo forte, seppur io non sentissi niente, e avrebbe fatto male a Shawn. Così mi rialzai per chiudere la porta, ma il dolore alla gamba mi bloccò.
-Accidenti…
Mormorai mordendomi il labbro chiudendo un occhio. Non avevo tenuto conto del dolore durante la corsa che avevo fatto per arrivare all’ospedale, e in quel momento si era come tutto accumulato in una sola, incredibilmente dolorosa fitta acuta, che per poco non mi fece gemere dal male.
Decisi che forse sarebbe stato meglio controllarla, così mi alzai e andai in bagno trascinandomi dietro la gamba dolorante.
Ma proprio quando stavo appoggiando per appoggiare la mano allo stipite della porta del bagno per riprendere fiato –certo camminare in quello stato era una fatica-, sentii una voce provenire da dietro di me.
-Oh, tu devi essere Hayden Frost.
Mi girai quel poco per guardare chi aveva parlato. Sembrava un dottore, non molto vecchio, anzi, pareva molto giovane.
-C-Come fai a conoscere il mio nome..?
Sorrise.
-Ieri ci ha telefonato il dottore dell’ospedale di Hokkaido. Sembra che un ragazzo con una gamba un bel po’ malconcia sia fuggito dall’ospedale. E credeva proprio che fosse diretto qui, perché suo fratello giocava ai Mondiali e doveva per forza stargli vicino. Il suo nome era Hayden Frost.
-Come hai fatto a riconoscermi?
-Beh, non è stato difficile. Primo, hai una gamba praticamente inutilizzabile a quanto sembri. Secondo, sei uguale identico a Shawn Frost, un giocatore dell’Inazuma Japan appena arrivato qui in ospedale. E mi chiedi ancora come abbia fatto a riconoscerti?
-Stupido dottore…
Mi sedetti con la schiena contro il muro.
-Pensa solo a fare qualcosa per questa stramaledetta gamba…
Quello lì sorrideva ancora.
-Sei proprio il contrario di tuo fratello, eh? Alzati e vieni con me, cercherò di fare qualcosa.
Lo guardai storto mentre si girava e cominciava a camminare. Poi decisi che seguirlo sarebbe sempre stato meglio che restare lì, con quel dolore lancinante che continuava a martellarmi la gamba.
 
Shawn – la mattina seguente.
Quando aprii gli occhi sentii una leggera volata di vento che mi accarezzò la guancia. Mi sentii rinascere a quella brezza fresca e piacevole.
Diedi una rapida occhiata alla mia sinistra. E mi ricordai di essere stato portato in ospedale da Mark e dagli altri.
Mi misi seduto con la schiena appoggiata contro lo stipite del letto e mi accorsi che non sentivo più alcun dolore.
Né alla testa –probabilmente il riposo mi aveva giovato- né alla gamba, e questa fu la cosa che mi impressionò di più.
Ricordavo benissimo che la sera prima il dolore era così forte che non riuscivo nemmeno a muovere la gamba. E invece in quel momento avrei potuto tranquillamente camminare –anche se preferii restare seduto-.
Notai che la finestra era aperta, prova della splendida aria mattutina che mi inebriava, e che ero solo nella stanza.
Mi toccai una guancia. Sentivo chiaramente che qualcuno la sera precedente mi aveva accarezzato. E quel qualcuno era Hayden. Avevamo sin da piccoli questi “poteri telepatici”, anche se non sapevamo ovviamente parlarci con il pensiero.
Sentii delle voci all’esterno. Poi una folata di vento più forte delle altre aprì la porta socchiusa e restò aperta quel tanto perché io potessi vedere Hayden con la gamba fasciata che provava a camminare con due stampelle.
-Hayden!
Hayden si girò e per poco non fece cadere le stampelle entrando con la velocità di un fulmine spalancando la porta e avvicinandosi al mio letto.
-Shawn! Ti sei svegliato, per fortuna! Come ti senti?
-Molto meglio rispetto a ieri!
Il mio sguardo cadde nuovamente sulla gamba fasciata.
-Ma che hai combinato?
Lui sorrise.
-E’ una storia lunga… Te la racconterò poi..
Reggendosi su una sola stampella allungò una mano accarezzandomi la guancia.
-V-Vedo che sai usarle bene, quelle stampelle…
Lui annuì.
-Ho fatto un po’ di pratica stanotte, e ora sono più agile! Vedrai Shawn, quando usciremo torneremo a giocare insieme. Ovviamente quando tu e i tuoi amici avrete vinto il torneo insieme!
Sorrise, e lo feci anche io.
-Sì!
-E poi giocheremo io e te, è scontato!
-Il solito gelosone, Hayden!
Sorrisi. Non vedevo l'ora di poter tornare a giocare a calcio con i miei amici. Non vedevo l’ora di poter migliorare con Hayden.
Insieme.

Angolo dell'Autrice contentissima perché le manca una sola fic da completare e le avrà finite tutte dopo un secolo che non succedeva.
Hola~ Ho finito anche questa fic ^O^ E' una vera soddisfazione, posso confermarlo xD
Vorrei precisare solo che Shawn alla fine aveva male alla gamba perché era come se il dolore di Hayden lo sentisse inconsapevolmente anche lui. Mi è sembrata una cosuccia un po' tenera, non pensate?
All'inzio questa fic avrebbe dovuto avere il lieto fine. Poi pero' ho cambiato idea e lo avrei voluto fare triste. E invece alla fine non ce l'ho fatta e mi è venuto il finale buono. Che ci volete fare, sono pur sempre i miei gemellini poverini cucciolini tenerini (?) :3
Comunque ringrazio TUUUUUUUUUUUUUUUUUUTTI coloro che hanno recensito questa fic, C U C C I O L A e Summer38 per aver recensito il capitolo precedente e tutti coloro che leggeranno / recensiranno / metteranno nelle ricordate questa fic, come sempre :3
Grazie davvero a

LisaRay
Malboro_Ohana
BlueChan
Flame_Fairy
Giuggioletta
Blue_Queen
akima
Summer38
C U C C I O L A
che hanno recensito questa fic. Senza il vostro sostegno e le vostre recensioni non ce l'avrei fatta (se ho dimenticato qualcuno non uccidetevi, ve ne prego) <3
Beh, e con questo termina questa storia.
Grazie ancora e alla prossima!!


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