Kissed by the Letters.

di xSabri
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Voglio vedere i tuoi occhi. ***
Capitolo 3: *** Metti le lenti! ***
Capitolo 4: *** La perfezione. ***
Capitolo 5: *** E' una storia lunga ***
Capitolo 6: *** Una lettera per te. ***
Capitolo 7: *** Devo essere elegante? ***
Capitolo 8: *** Solo se lo vorrai. ***
Capitolo 9: *** Non dimentichiamoci di lui. ***
Capitolo 10: *** Paura di perderti. ***
Capitolo 11: *** Juilliard. ***
Capitolo 12: *** Non con mio padre. ***
Capitolo 13: *** E' meglio ***
Capitolo 14: *** Almeno per una volta ***
Capitolo 15: *** Per l'ultima volta sulle mie. ***
Capitolo 16: *** Il mio unico ruolo. ***
Capitolo 17: *** Si, ora lo sono ***
Capitolo 18: *** A tra venti anni. ***
Capitolo 19: *** Epilogo. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


"Era metà ottobre e il vento autunnale mi scompigliava i capelli. Il vialetto che costeggiava la riva del lago era cosparso di foglie rosse arancione.  C’era qualcuno che portava a spasso il cane e chi faceva la sua corsa giornaliera.
Stavo passeggiando e fui attirata dalla figura di quell’uomo poggiato alla ringhiera e che dava da mangiare le papere.  Aveva un soprabito fango che copriva una punta arancio con sotto una camicia bianca, un pantalone beige e un paio di scarpe marroni. Aveva un sciarpa bianca intorno al collo.
Accartocciò la busta di carta che aveva in mano e si girò per buttarla ma si fermò a fissarmi.
Andai verso di lui e gli sorrisi.
-Sei qui.
-Te l’avevo promesso che sarei venuto.

Mi prese una mano e continuammo a camminare lungo quel vialetto sotto gli occhi della gente che passava. 

S.

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Capitolo 2
*** Voglio vedere i tuoi occhi. ***


20 anni prima.
Non erano neanche le cinque del mattino che dei rumori insoliti mi svegliarono. Mi affacciai alla finestra e notai il camion dei traslochi.
Qualcuno si era trasferito nella casa di fianco alla mia, la casa che era appartenuta alla mia migliore amica fino all’estate prima.
Si era trasferita a casa dei suoi zii, dall’altra parte del mondo dopo un brutto incidente dei suoi genitori. Viveva in Australia e non riuscivamo a sentirci più come prima. Mi mancava terribilmente e non avrei mai immaginato che qualcuno potesse prendere la loro casa. Non accettavo che qualcuno vivesse lì.
Mi raggomitolai sotto le coperte e aspettai che la mia sveglia suonasse.
Non tardò neanche di mezzo secondo. Alle sei e mezza iniziò a suonare e io mi alzai per fare colazione.
Mio fratello e mia madre erano già seduti a tavola, mentre mio padre si stava vestendo.
-Mamma-la chiamai-sai chi sono i nuovi vicini?
-No tesoro-mi rispose facendo spallucce-non ho ancora avuto l’onore di conoscerli.
Annui e abbassai lo sguardo sulla mia tazza di latte e cereali.
Mio fratello mi misi una mano sulla spalla.
-Lo so che ti dà fastio-mi sorrise-dà fastidio anche a me.
Mio fratello si chiamava Justin,era due anni più grande di me, aveva 18 anni. Aveva folti ricci neri, molto neri e due occhi verdi che avrebbe conquistato chiunque. Portava spesso i capelli raccolti in uno chignon alto perché li ricadevano sugli occhi e a lui davano fastidio.
Era alto, molto alto e aveva un fisico, non perfetto ma quasi. E a volte mi meravigliavo che fosse mio fratello per quanto eravamo diversi.
Io non ero alta, appena raggiungevo il suo mento i miei capelli lisci e  biondi mi ricadevano sulle spalle da quando ero piccola, non li avevo mai portati corti. Solo gli occhi erano uguali, verdi ad entrambi.
Mio fratello era  stupido, testardo, a volte egoista ma tanto dolce. Riusciva a farmi sentire la persona più importante del mondo anche solo per un istante. Riusciva a tirarmi su con un sorriso e una battuta fatta al momento.
Era quel tipo di ragazzo che avrebbe seguito fino in capo al mondo la ragazza che gli piace, per dimostrargli tutto ciò che poteva donargli.
Lo aveva fatto anche con Caroline, la mia migliore amica che ora viveva in Australia.
L’aveva seguita fino all’aeroporto offrendole di rimanere da noi, pregandola di non andare così lontano. Ma lei non poteva farlo. Il tribunale l’aveva affidata agli zii e lei poteva solo accettare questa decisione.
Mi affacciai alla finestra della cucina e fu quella la prima volta in cui lo vidi.
Aveva un semplice jeans scaduto e una felpa blu. Un paio di converse bianche e un paio di occhiali da sole agli occhi.
Si stava guardando in torno e alzò lo sguardo fino alla finestra da cui ero affacciata. Avvampai ma lui mi sorrise e mi fece un gesto con la mano.
Era bellissimo, con quei suoi ricci che gli contornavano il viso e quel sorriso che evidenziava due profonde fossette.
Tornai a sedermi al tavolo e sorrise girando il latte che era nella tazza da ormai 20 minuti.
-Chi hai visto?
Mio fratello mi diede una gomitata facendo versare un po’ di latte sul tavolo.
-Il vicino è-feci un sospiro-bellissimo.
Salì in camera mia e aprì l’armadio. Primo giorno di scuola dopo una lunga convalescenza a casa.
Avevo preso la febbre e per due settimane avevo sentito solo lontanamente parlare della scuola.
Indossai un paio di shorts nero a vita più alta e un maglioncino verde, morbido che mi cadeva su una spalla. Misi una sciarpa nera per coprirmi e le francesine nere basse.
Presi un paio di bracciali neri dal cassetto  e me li infilai ad un braccio.
Scesi in soggiorno e mio fratello era ancora davanti al televisore a guardare la televisione.
-Mamma io vado-urlai per farmi sentire al piano di sopra.
Per andare a scuola dovevo per forza passare davanti al camion dei traslochi e davanti a lui.
Misi i miei occhiali da sole per coprire gli occhi e mi incamminai a passo sicura.
Guardai la casa, come facevo ogni mattina passandoci davanti e vidi la figura di una donna che gesticolava dando indicazioni agli uomini che portavano in casa scatoloni pieni di roba.
-Non guardarla male-una voce alle mie spalle attirò la mia attenzione-è solo nervosa.
Mi girai e poggiato al camion c’era lui con il suo iphone in mano.
-Non c’entra niente lei.
Continuai a camminare.
-Eri tu alla finestra prima?
Mi girai verso di lui, aveva alzato gli occhiali da sole scoprendo due occhi verdissimi.
Annui, arrossendo un po’.
Mi porse la sua mano.
-Piacere, Harry-mi sorrise-il tuo nuovo vicino.
-Nicole.
Sorrisi afferrando la sua mano e lui me la strinse.
Era calda e grande. La mia mano sembrava quella di una bambina a confronto.  
Si avvicinò al mio viso e indietreggiai istintivamente.
-Voglio vedere i tuoi occhi-fece una smorfia.
-Forse la prossima volta-risi e tornai a camminare verso la sua.
-La prossima volta?-mi urlò contro.
-Ti ricordo che siamo vicini!
Alzai gli occhiali e gli feci l’occhiolino. Ero sicura che non avesse riconosciuto il colore a quella distanza. 

S.

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Capitolo 3
*** Metti le lenti! ***


Quegli occhi erano così perfetti. Quelle due fossette che si formavano quando sorrideva lo rendeva ancora più bello di quanto già lo fosse. Arrivai a scuola continuando a pensare al suo viso, alla sua stretta di mano calda e protettiva.
Varcai il cancello della scuola e mi guardai un po’ intorno.
Era uno dei primi giorni di Novembre, non faceva molto caldo ma neanche tanto freddo.
La maggior parte degli studenti erano seduti sui prati a ripetere prima delle lezioni o a fare colazione. 
Era terribile andare a scuola sapendo di essere praticamente soli. Non mi erano mai stati simpatici i ragazzi che frequentavano il mio liceo. Erano tutti viziati, tutti troppo fieri di quello che erano.  Io non ero così. Ero insicura di me molto spesso. Non ero mai stata invitata ad uscire da nessuno in quella scuola e qualcosa mi faceva pensare che non andassi bene. Non indossavo mai la divisa di quella scuola, mi sembrava monotona e orribile.
Le ragazze dovevano mettere una gonna nera a pieghe e una camicia bianca sopra in primavera, mentre in inverno potevamo mettere un cardigan nero.
Era tutto troppo bianco e nero in quell’istituto. Ero l’unica che ancora aveva il coraggio di indossare i propri vestiti e i professori ormai ci avevano fatto l’abitudine.
Sulle scale dell’entrata c’era il solito secchione. Il solito sfigato preso in giro da tutti. Mai una volta che l’avessi visto controbattere o difendersi. Si lasciava sfottere da tutti. Soffriva e si vedeva da lontano ma nessuno l’aveva mai notato.
Mi avvicinai a lui. Aveva la testa in un libro diverso da quello che aveva il giorno prima. Sembrava qualcosa di serio visto tutte quelle formule matematiche.  Mi sedetti accanto a lui e iniziai a sgranocchiare una mela.
-Vuoi prendermi in giro pure tu?
Non alzò lo sguardo dal libro, continuò a leggere.
-No, sto semplicemente mangiando una mela.
Era l’unico che mi parlava lì ed ero l’unica che non si era mai permessa di prenderlo in giro.
-Sei l’unica che si siede accanto a me per mangiare una mela.
Gli sorrisi.
-Vuoi che ti prenda in giro anche io?
Fece segno di no con la testa e i grandi occhiali neri che portava sul viso gli caddero. Rimasi stupefatta da quello che vidi. Chi ha mai detto che gli sfigati devono essere sempre tutti brutti? Lui era l’eccezione a quella stupida regola. Gli occhi nocciola brillavano colpiti dai raggi del sole e il suo sorriso era magnifico.
Come avevano fatto a non notarlo prima le ragazze?
Si accorse che lo stavo fissando e si rimise gli occhiali.
-No, levali.
Il suo sguardo si fece curioso e poi rise.
-Perché ridi?
-Perché tutti mi dicono di non metterli più quando li levo-
sorrise malinconico-ma sono mezzo cecato, devo tenerli per forza.
Annui, capendo la situazione.
Continua a sgranocchiare la mia mela e poi suonò la campana.
Si alzò e mi porse la mano, l’afferrai e ci incamminammo verso la classe. Avevamo la prima ora nell’aula di biologia insieme.
-Metti le lenti!
Si girò verso di me.
-Ti accompagno io dall’oculista-gli sorrisi-fatti dare le lenti.
-Ma tanto non cambia nulla.
-Non cambia nulla?
-eravamo entrati in classe e tutti ci stavano fissando-sei bellissimo senza occhiali.
Mi sorrise e ci sedemmo nello stesso banco di lavoro.
Il professore cominciò a spiegare la struttura della cellula, distribuendoci vetrini per il microscopio per farci capire meglio cosa stesse dicendo.
-Io sono Nicole-mi avvicinai a quel bel secchione che avevo accanto per farmi sentire.
-Lo so-sorrise-io sono Zayn, piacere. 

S.
*EccomiEccomi*
Alloooora, ciao! (?)
Ho fatto diventare ZAyn un secchion con gli occhiali dalle lenti doppie che gura per la scuola con una camicia a quadrettini e un farfallino a righe (?) 
Comunqueee, come avete ben potuto notare la signorina si distingue dalla massa *CheGrandeDonna*
Spero vi sia piaciuto :P

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Capitolo 4
*** La perfezione. ***


Dopo scuola, Zayn mi invitò a prendere un frappè in una gelateria del centro. Andammo a lasciare gli zaini a casa sua e mi chiese di aspettare un attimo in soggiorno perché voleva cambiarsi.
Aveva una camicia a quadrettini stretti gialla, arancio e bianca con un farfallino a righe blu e bianco.
Era imbarazzante andare in giro con lui conciato così ma, in fin dei conti, non mi importava molto.Era meglio di stare da sola.
Iniziò a sbottonarsi la camicia davanti ai miei occhi, permettendo ai suoi pettorali di intravedersi. Quel ragazzo di fronte ai miei occhi, finalmente senza occhiali, era la perfezione fatta persona. Non avevo mai visto, nelle numero scuole che avevo frequentato, un secchione tanto intelligente quanto bello.
Non c’erano parole per meglio descrivere ciò che avevo davanti. Era perfetto, punto.
Spalancai involontariamente la bocca e sgranai gli occhi, come una bambina che ha appena visto una stanza piena di giocattoli nuovi.
Dovette passarmi la mano davanti agli occhi per svegliarmi dall’apnea in cui ero caduta. Il mio cuore aveva iniziato a perdere battiti per quella vista.
-Nicole?-richiamò la mia attenzione-tutto bene?
-Sei sicuro di non essere un giocatore di rugby travestito?
Rise e quella risata illuminò la stanza.
L’avevo già detto che era perfetto?
Prima che si finisse di sbottonare la camicia mi intrufolai in camera sua, cercando qualcosa di decente da fargli indossare.
-Zayn-urlai-le tue camicie sono tutte come quella che stai togliendo?
Me lo ritrovai dietro.
-Più o meno.
Finalmente trovai una camicia un po’ meno imbarazzante.  Fantasia scozzese bianca, rossa e blu. Mi piaceva.
Gli porse una t-shirt bianca che avevo trovato nello stesso cassetto e gliela porsi facendo attenzioni a non fare scendere gli occhi più giù del mento.
Stavo uscendo dalla camera per farlo vestire quando mi girai verso di lui.
-Zayn-sorrisi-prendi la carta di credito dei tuoi. Ti farò diventare lo sfigato più figo del mondo.
Rise e finì di vestirsi.

Dopo due ore in centro, avevamo svaligiato mezzo centro commerciale, bevuto due frullati e mangiato un pezzo di pizza.
Arrivammo davanti all’oculista e lo guardai speranzosa.
-Vuoi entrarci?
Annui convinto e attraversò la soglia del negozio stringendo la mia mano. Arrossì a quel gesto inusuale, ma ricambia la stretta.
-Ragazzi, posso aiutarvi?
Un uomo sulla trentina si avvicinò a noi. Era molto alto e magro. Due occhioni azzurri che ti penetravano e i capelli scuri che contornavano il viso.
-Vorrei delle lenti  a contatto che possano sostituire questi occhialoni.
Zayn rispose molto educatamente e sorridendo.
-Certo-l’uomo gli sorrise-seguimi che facciamo una veloce visita e in qualche ora saranno pronte.
Aspettai per una buona mezz’ora seduta su un divanetto ad aspettare che Zayn finisse la visita. Quando finalmente uscì, aveva le pupille un po’ troppo dilatate, ma in compenso aveva una scatola che conteneva le lenti a contatto.
Lo guardai sorridendo e uscendo mi prese per mano, stringendola.
-Grazie per questo pomeriggio.
Gli sorrisi e chiamai un taxi per tornare a casa.

Le luci del vialetto erano tutte accese. Avevo dimenticato del trasloco avvenuto quella mattina.
Entrai dal retro di casa e fui attirata da una figura che sembrava fumare una sigaretta seduto a una delle panchine su cui io e Caroline avevamo  pianto, riso, scherzato, organizzato congiure.
Mi avvicinai, curiosa di sapere se ci fossero anche quelle incisioni sul legno che avevamo lasciato.
La figura del ragazzo si girò e mi sorrise. Era Harry.
-Ciao-gli sorrisi-scusa il disturbo ma volevo solo vedere una cosa.
Feci luce sulla panchina e trovai le nostre incisioni: “Car & Nic”
-Nic sei tu giusto?
Annui.
-E Car?
-La mia migliore amica-abbassai lo sguardo-viveva qui prima di voi.
Annui, sembrava aver capito la situazione.
-Ehi, i tuoi occhi-sorrise-sono magnifici.
Avevo dimenticato di coprirli e ora li aveva visti.
Sorrisi a mia volta e arrossì un po’.
Lo salutai e mi avviai verso la porta di casa.
-Ehi Nicole-mi richiamò-ti dispiace se domani andiamo insieme a scuola?
-No,anzi-sorrisi-alle 8 e mezza pronto.
Annui e tornò a fumare la sua infinita sigaretta.

S.

*EccomiEccomi*
Scusate l'assenza ma tra scuola e tutto il resto non avevo proprio il tempo di aggiornare.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Olèèè! 
Posso darvi un consiglio? Passate a leggere la FF sempre su questi carciofi, che ha appena inziato a scrivere una mia amica.
E' la sua prima FF. Passateci mi farebbe piacere!
Eccovi i link: http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=885994
A
l prossimo capitolo. Peace, love and read FF (?)

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Capitolo 5
*** E' una storia lunga ***


Non riuscì a dormire molto quella notte. Troppi pensieri affollavano la mia testa.  Era la prima volta che due ragazzi riuscivano a sconvolgermi in quella maniera. Da una parte c’era Zayn. Era bello, troppo bello, tanto intelligente e dolcissimo. Il prendermi la mano, le sue risate spontanee, mi avevano in qualche modo conquistata.
Dall’altra parte c’era Harry, il tenebroso. L’avevo visto due volte quel e mi era sembrato diverso entrambe le volte. La mattina era più socievole, più curioso, mentre la stessa sera mi sembrò nervoso e lontano dal nostro pianeta. Come se stesse pensando ad altro.
Alle sei e mezza la sveglia suonò e dovetti alzarmi altrimenti avrei fatto ritardo. Ero il tipo di ragazza che doveva fare tutto con calma. Avevo i miei tempi per fare colazione, i miei tempi per lavarmi e poi i miei tempi per vestirmi. Ero sempre stata lenta, troppo lenta.
Justin quando mi chiamava da quando eravamo piccoli tartaruga per questa mia lentezza inusuale.
Scesi in soggiorno e lui era lì che giocava con i cereali.
-Posso?
Gli sorrisi e presi un cucchiaio dei suoi cereali.
-Si sorellina-rispose sarcastico-fai finta che non esistano altre tazze.
Risi, ma continuai a mangiare i suoi cereali cambiando canale alla tv.
Misi ad MTV e partì Paradise dei Coldpaly. Adoravo quella canzone.
Iniziai a cantare, facendo finta che il cucchiaio fosse il mio microfono. Non ero tanto stonata, ma non si poteva neanche dire che fossi intonata.
Andai al piano di sopra e dopo una rilassante doccia aprì il mio armadio. Come ogni mattina non sapevo cosa mettere.
-Se tu mettessi la divisa-Justin entrò in camera mia-non avresti questi problemi la mattina.
-Justin-
gli sorrisi-taci!
Uscì dalla camera e accese lo stereo. Seguiva un solo uomo, il suo unico e primo idolo: Bruno Mars.
Sapeva ogni sua canzone a memoria, era pieno di suoi poster e aveva anche il suo disco. Adoravo questa parte di mio fratello. Non aveva paura di essere preso in giro per i suoi gusti musicali, li mostrava a tutto il mondo e se qualcuno non li accettava erano suoi problemi.
Quella mattina indossai un semplice jeans chiaro, un maglioncino bianco e un blazer nero. Misi le francesine basse in cuoio dello stesso colore della borsa in cui misi i pochi libri che mi servivano quella mattina.
Intorno al collo e sulle spalle mi poggiai uno sciarpone bianco con dei richiami sull’arancio.
Non mi truccai quella mattina, non ne avevo voglia. Mi limitai a mettere un po’ di mascara per alzare le ciglia. Passai la piastra sui capelli e scesi:erano le 8 e mezza precise.
Uscì di casa e lo trovai seduto sulla panchina con gli occhiali da sole calati sul naso.
-Buon giorno signorina Payne.
-Buon giorno Harry-sorrisi-il mio cognome è diventato di dominio pubblico?
Sorrise e annui.
Ci incamminammo verso la scuola, e mi guardava. Troppo spesso.
-Che c’è?
-Mi stavo chiedendo-si morse il labbro-quanti siamo a non portare la divisa a scuola?
Ci pensai. Prima che arrivasse lui eravamo solo io e Zayn.
-Solo due oltre a te.
Calò di nuovo il silenzio.
Quando arrivammo a scuola, Zayn era seduto sugli scalini all’entrata. Stava leggendo un romanzo e indossava uno dei maglioncini che avevamo comprato il giorno prima. Non aveva gli occhiali e la maggior parte delle ragazze che passavano davanti a lui si fermarono a guardarlo.
-Buon giorno Malik!
Gli diedi un bacio sulla guancia e lui mi sorrise.
-Ti presento Harry-indicai il ragazzo che era al mio fianco-si è trasferito in queste zone da poco.
-Io sono Zayn-gli porse la mano-piacere.
Mentre loro si stringevano la mano io mi sedetti tra le gambe di Zayn, mi piaceva quel ragazzo e mi piacevano i suoi abbracci.
La prima campanella suonò e tutti e tre avevamo la prima ora di inglese in comune.
Harry si sedette nell’unico posto libero davanti a me. Zayn era due banchi più dietro di noi.
La lezione passò velocemente.
Quella mattina, avevo la maggior parte delle lezioni con Harry e Zayn e fortunatamente non mi trovai mai sola.
Durante la pausa pranzo incrociammo il preside Tomlinson che ci guardò male.
-Ragazzi-ci richiamò-seguitemi in ufficio.
Ci guardammo chiedendoci cosa avessimo fatto e lo seguimmo.
Ci fece accomodare su un grande divano e ci squadrò notando il nostro abbigliamento.
-E le vostre divise?
-Odio indossare solo camicie bianche e cardigan-gli risposi-preferisco i miei vestiti.
-E voi due?
Si rivolse a Zayn ed Harry.
-Non penso che venire a scuola con una divisa interferisca sull’apprendimento-Zayn sfidò il preside che rise.
Harry lo guardava senza parlare.
-Non indossavo la divisa nella mia vecchia scuola-sorrise-e non la indosserò qui, sono d’accordo con Zayn.
Il preside attaccò con la sua solita romanzina sul perché delle divise. Nessuno dei tre gli stava prestando attenzione. Mi stavo guardando un po’ intorno per la stanza e scorsi un paio di foto sula sua scrivania.
Una tra di quelle mi colpì. Raffigurava un ragazzo, dai capelli castani e gli occhi azzurri. Un sorriso che solo pochi hanno e una maglia a righe bianca e blu.
-E’ mio figlio Louis-il preside si occorse che stavo guardando la foto-ed è fidanzato.
Lo guardai e annui.
-Stavo solo guardando senza secondi fini.
Rise e ci mandò in classe visto che era appena suonata la campana.
Dopo scuola, salutai Zayn con un bacio e me ne tornai a casa con Harry. Chiacchierammo un po’Volle sapere perché Caroline si fosse trasferita, perché non avesse scelto di rimanere da me.
Questo però non lo sapevo neanche io. Aveva preferito andare in Australia, forse anche per la presenza di Justin. Forse aveva paura di creare qualcosa di troppo serio.
-Ehi-Harry mi fermò per un braccio-entriamo a prendere un frullato?
Eravamo fermi davanti al mio bar preferito. Annui e ci accomodammo in attesa che qualcuno venise a prendere le nostre ordinazioni.
Presi il solito frullato al cioccolato con la panna sopra e lui un frullato alla banana. Presi il borsellino dalla borsa per pagare, ma si bloccò.
Come ogni volta che mi capitava di aprire il portafogli, il mio dito sfiorava dolcemente la foto che conteneva.  Harry notò che mi feci seria e mi strinse un braccio.
-Chi è lui?-indicò la foto
-E’ una storia lunga-accennai un sorriso.
-Io ho tempo da perdere.
Si mise seduto comodo sulla sedia e aspettò che iniziassi a parlare. 

*EccomiEccomi*
Alors, in questo capitolo si vede quando Nicole si sia unita a Zayn (olèèè) e di quanto Harry voglia farsi un paio di amici (olèèè) ma c'è un'altra cosa che se avete letto con attenzione avreste notato!
C'è la descrizione di Louis, e questo l'avevamo capito, ma c'è un'altra parola di troppo nel capitoloo! 
Voglio proprio vedere se qualcuno l'ha notata u.u
Al prossimo, ciao! :D

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Capitolo 6
*** Una lettera per te. ***


*EccomiEccomi*
Oggi lo metto all'inizio perchè mi va, olèèè!
Ma è possibile che tra di voi solo una è riuscita a capire che cosa volevo evidenziare senza il mio aiutoo? D:
IL COGNOME DI NICOLEEEE! Pff, leggete il capitolo che è meglio, e fatemi sapere com'è! :))


Guardai la foto per l’ultima volta e poi richiusi il borsellino.
-E’ mio fratello-guardai Harry e una lacrima mi solcò il viso.
-Cosa gli è successo?
Mi passai una mano sotto gli occhi per togliere le lacrime. E iniziai a raccontargli tutto. Era la prima volta che lo raccontavo a qualcuno, ma di Harry mi fidavo.
-Si chiamava Liam-sospirai-questa foto risale all’anno scorso.
Gli feci vedere di nuovo la foto.
Con la mente tornai al 13 luglio dell’anno prima. Eravamo in vacanza al mare, io lui e Justin, il suo gemello.
Eravamo in spiaggia quella mattina perché  faceva troppo caldo per visitare la città.  Justin e Liam stavano giocando in acqua come due bambini.  Tra di loro c’era sempre stato qualcosa di tanto speciale che li univa. Come se il loro cordone ombelicale non si fosse mai separato. Proposero una gara di nuoto e io avrei fatto da giudice. Iniziarono a nuotare e andarono troppo dietro. Liam ebbe un crampo e Justin non se ne accorse in tempo per poterlo aiutare. Solo dopo due ore riuscimmo a trovare il suo corpo.
Ho sempre pensato, che in fondo,  mia madre addossasse un po’ la colpa di ciò che era successo ad entrambi senza averlo mai dimostrato. Tutti vogliono qualcosa che possa spiegare concretamente la morte del proprio figlio, e non mi sarei meravigliata se un giorno avesse dato la colpa prima a Justin e poi a me.
Anche io mi sentivo colpevole in qualche modo. Avrei potuto impedire che facessero quella gara. Ma non era la prima volta che lo facevano.
Harry mi strinse una mano e gli sorrisi.
-Mi dispiace per tuo fratello-ricambiò il mio sorriso- torniamo a casa, ti va?
Annui e iniziammo a camminare verso casa. Mi accompagnò fin davanti alla porta nonostante gli avessi spiegato che non c’era bisogno che lo facesse.
Un suo abbracciò mi lasciò senza fiato.  Mi sussurrò all’orecchio che se avevo bisogno di qualcuno lui ci sarebbe stato. Non mi importava se lo conoscevo da poco. In lui, come in Zayn, c’era qualcosa di speciale, che andava oltre il semplice stare insieme a scuola.
Ci demmo appuntamento per andare a scuola il mattino dopo e lo salutai.
Entrai in casa e Justin era seduto a guardare la televisione.
-Sorellina-mi chiamò-non devi dirmi niente tu?
-Ah si-mi avvicinai-ti voglio bene.
Gli scompigliai i ricci e gli diedi un bacio. Mi tirò sul divano accanto a lui e mi abbracciò.
In quei momenti, più che mai, sentivo la mancanza di Liam.
-Justin.
Continuava a stringermi al suo petto e ad accarezzarmi i capelli.
-Lo so, manca anche a me.
A volte non bisognava parlare per capirsi. C’era telepatia. Come c’era con Liam.
Avevo sempre pensato che io fossi la loro gemella e che ci avessi messo due anni in più per crescere nella pancia di mia madre.
A quell’idea risi per quanto bizzarra potesse essere.
-Chi era quel ragazzo?
-Il vicino.
-Non voglio che tu te la faccia con il vicino-
rise.
-Lo so che sei geloso-gli feci una linguaccia-non preoccuparti.
Mi alzai e andai a preparare la cena perché mia madre non era ancora rientrata dal lavoro.
Non ero tanto brava a cucinare, ma in casa tutti si erano abituati ai miei pasticci.  
Quando mia madre entrò in casa, stava controllando la posta che era arrivata.
-Nicole-urlò dalla stanza a casa-c’è una lettera per te.
Mi asciugai le mani e andai a prenderla. C’era solo il mio nome sopra, senza indirizzo. Andai in camera mia e la lessi.
“Ciao,
ok, capisco che ti possa sembrare assurdo scrivere una lettera per poterti conquistare, ma vedi, sono fatto così. So scrivere e so anche leggere, ma soprattutto so scrivere e ora sto scrivendo. Ma che sto dicendo? Ok, ora tralasciando, mi ero prefissato di scriverti qualcosa di serio, molto serio, in questalettera, ma non ricordo più che dovevo dirti e quindi vado avanti.
Mi piacciono i tuoi occhi. Sono così verdi e profondi e il contorno nero che c’è intorno li rende così unici.
Mi piace il modo in cui ridi, si vende che è spontaneo.
Mi piace come vuoi fare la trasgressiva e non metti la divisa a scuola.
Se vuoi darmi una risposta, lascia la lettera nella tua buca quando esci di casa. Io passerò a prenderla. Non chiedermi di svelarti chi sono, non lo farà presto.
Con affetto, anonimo”

Era scritto a macchina e su qualcuno ci aveva spruzzato del buon profumo.
Misi la lettera nel cassetto e iniziai a scrivere la mia risposta, ero curiosa dai sapere chi fosse, ero curiosa di conoscere il mio ammiratore segreto.
“Caro anonimo,
mi hai spiazzata ma almeno qualche notizia in più su di te potevi darmela. Vuoi giocare a guardia e ladri? Per me va bene, sappilo. Io non ci perdo niente.
Ma non credi che mettendo la lettera nella mia buca delle lettere potrei accorgermi di chi sei? Mi sembra un buon modo per farsi scoprire.
Bene, io aspetto una tua risposta, con più notizie su di te possibilmente.
Molto curiosa, Nicole”

Mi misi a letto subito dopo aver scritto la mia risposta. Fui assalita da un senso di vuoto.  Mi tornò alla mente Liam. In quella giornata era stato troppo presente.
Mi mancava vederlo per casa in boxer che cantava le canzoni di Bruno Mars prendendo in giro Justin.
Mi mancava quando veniva da me e mi abbracciava senza motivo, giusto perché ne aveva voglia. 
C’era chi diceva che, finchè l’avessimo pensato, lui sarebbe rimasto con noi, sempre, in ogni momento. Ma io avevo bisogno della sua presenza fisica, non spirituale e immaginaria, che potevo fare allora?

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Capitolo 7
*** Devo essere elegante? ***


Quella che si era formata tra me e Anonimo, divenne subito una strana corrispondenza. Non passava giorno che tornassi a casa ansiosa di leggere una sua lettera. C’era qualcosa che mi legava a quel ragazzo, sentivo di conoscerlo, ma non avevo ancora capito chi fosse.
Nel frattempo, Zayn soprattutto, aveva preso un posto importante nella mia vita. Era qualcosa di più che un semplice amico. Il suo modo di parlare tutto forbito e la sua bellezza mi facevano ridere. Era una combinazione che non si trovava spesso in un ragazzo. Una combinazione che mi affascinava troppo.
Harry era Harry. (?) Non c’erano parole per descriverlo. Forse, il fatto che abitasse nella vecchia casa della mia migliore amica aveva fatto si che in qualche modo prendesse il suo posto.
Ormai, passava la maggior parte del tempo a casa nostra. Aveva legato molto con Justin e questo mi piaceva.
Justin non aveva mai legato con i miei amici, soprattutto con i ragazzi. Era geloso, talmente tanto, da avere pregiudizi su chiunque si avvicinasse a me. Però di Zayn e soprattutto di Harry, sembrava fidarsi cecamente.
Qualche  mese dopo l’arrivo della prima lettera avevo iniziato a prendere quello scrivere, come uno sfogo giornaliero. Gli raccontavo di tutto, di come fosse andata a scuola, di quello che avevo fatto nel pomeriggio. Scemenza a cui lui rispondeva puntualmente.
Il primo giorno di primavera, mi ero svegliata di buon umore. Gli uccellini cantavano sulla grande quercia che avevo in giardino e il sole era entrato nella mia stanza. Mi era sempre piaciuta la primavera.
Scesi in soggiorno a fare colazione e trovai Harry.
-E tu?-mi stropicciai gli occhi-che ci fai qui?
-Ho dormito qui.

Lo guardai accigliata.
-Tu dormi qui e non mi avvisate?-feci l’offesa-questa me la segno!
Si alzò dalla sedia su cui era seduto e io incrocia le braccia la petto. Mi abbracciò e mi scompiglio i capelli, come se non lo fossero già.
-Paynetta-mi prese in giro-su paynetta.
Lo guardai ridendo.
-Chi nomina pennette a quest’ora?
Justin entrò in camera e iniziammo a ridere. Finimmo di fare colazione tutti insieme e mi andai a preparare per andare a scuola.
Quella mattina, per inaugurare la primavera, avevo bisogno di indossare qualcosa di colorato.
Misi un jeans chiaro, e una maglia bianca e nera a righe e per sdrammatizzare la monotonia di quei colori, misi il mio blazer verde smeraldo e le ballerine dello stesso colore.
Misi giusto un po’ di matita sotto e legai i capelli in una lunga treccia che lasciai cadere su una spalla.
-Nicole sei pronta?
Harry era già pronto giù in soggiorno. Dopo pochi minuti scesi e sgranò gli occhi.
-Devi andare a scuola-sorrise-non ad una festa.
-Scemo-
gli scompigliai i capelli e uscimmo di casa.
Mi fermai davanti alla cassetta della posta e recuperai la lettera. Come ogni mattina ce n’era  una nuova lì.
-Oggi cosa scrive il tuo bell’Anonimo?
Lo guardai ridendo.
-Ora vediamo!
“Buongiornoo :3
Come sono bravo e dolce e darti il buongiorno ogni mattina prima che tu vada a scuola e , soprattutto, come sono puntuale e furbo a non farmi scoprire. Di la verità che un po’ ti rosica il fatto che non sia ancora riuscita a scoprire chi sono. Ammettilo su, che ormai si capisce.
Comunque, sto per iniziare a darti indizi dopo due mesi. Keep Calm and Smile. Ok, questa non c’entrava ma mi piaceva e l’ho inserita. E poi è un indizio. Sorrido, sempre. Mi piace sorridere e sono consapevole di avere un bel sorriso. MA come sono modesto eh! (?)
Voglio sapere come ti andrà la giornata, come al solito.
Un bacione, anonimo”

Ripiegai la lettera e la infilai in tasca.
Harry accanto a me camminava e sorrideva.
-Non farti suggestionare da quello che dice-gli diedi una gomitata-non sorridere come un ebete!
Quando arrivammo a scuola Zayn era seduto, come sempre, sui nostri scalini. Corsi verso di lui e si alzò per abbracciarmi.
-Ciao bel secchione-gli diedi un dolce bacio sulla guancia.
-Ciao tesoro-mi sorrise-mi è venuta un’idea.
Harry era rimasto dietro e parlare con un paio di ragazze su cui aveva fatto colpo durante l’anno.
Guardai Zayn incitandolo a parlare.
-Che dici se-si morse un labbro-stasera ti porto a cena fuori? E’ sabato e vorrei parlarti.
-Devi parlarmi-lo guardai curiosa-così mi metti ansia però!
-Non è niente di brutto-sorrise-accetta su!
-Devo essere elegante?
-Molto.

Gli diedi un altro bacio e lo lasciai seduto sugli scalini per andare a lezione. Alla prima ora avevo chimica.

Quella sera Harry era a casa con me e mio fratello, ed eravamo seduti tutti e tre sul letto a contemplare il mio armadio.
-Qualcuno che mi spieghi perché siamo qui.
Justin guardò Harry e rise.
-Nicole ha un appuntamento.
Iniziarono il loro stupido balletto che mi mandò più in crisi.
Uscì dall’armadio tutti i vestiti che avevo ma nessuno mi riusciva ad ispirare. Per il nervoso iniziai a urlare.
-Mamma aiutami!
Mia madre entrò in camera con una scatola aperta.
-Metti questo-mi sorrise-era il mio, dovrebbe starti bene.
Presi il vestito dalla scatola e sul mio viso si accese un sorriso di ringraziamento.
Un’ora dopo ero pronta.
Avevo messo un vestito rosa antico  con un ampia scollatura sulla schiena che terminava con un fiocco.
Davanti era semplice. Stretto in vita e poi si apriva arrivando a metà coscia. Misi una paio di decolté dello stesso colore del vestito. Per coprirmi presi una lunga stola sul panna in trasparenza e l’avvolsi intorno alla spalle. Raccolsi i capelli in un elegante chignon e alle orecchie misi le perle che mi aveva regalato la nonna per natale. Mi guardai allo specchio, ma mi vedi ancora incompleta. Avevo la gola troppo spoglia per i miei gusti.
Aprì il cassetto e trovai il punto luce che mi aveva regalato Liam al mio compleanno, qualche giorno prima che morisse.  Presi la pochette panna e ci misi il cellulare e qualche spicciolo.
Scesi e sia Justin che Harry si girarono a guardarmi nel sentire il rumore dei tacchi.
-Porco cane Nicole-mio fratello mi fece fare un giro su me stessa-sei bellissima!
Gli sorrisi e arrossì.
Qualcunò suonò il clacson e mi affacciai alla finestra per vedere chi fosse.
-Nicole-prima che chiudessi la porta Harry mi richiamò-ma con chi hai questo appuntamento?
-Zayn-
gli feci l’occhiolino e raggiunsi in macchina il mio cavaliere. 

S.

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Capitolo 8
*** Solo se lo vorrai. ***


Entrai in macchina e lo salutai con un bacio.  Mi sorrise e mise in moto. Mi portò in una villa sul mare. Era tutta illuminata e c’erano delle piccole torce lungo il sentiero che portava all’entrata.  Scese dalla macchina e venne ad aprirmi la portiera. Mi prese per mano e mi portò in casa. Aveva  un pantaloni grigio scaduto e degli scarponcini come quelli dei militari, una semplice camicia bianca, tutta abbottonata e un blazer nero con dei riporti sul grigio. Intorno alla gola porta una sciarpa nera, di quelle sottili.
Era cambiato da quanto lo avevo conosciuto. Ora non passava giorno che non stesse vestito come si deve, che non facesse colpo su qualche ragazza. Di questo però ne ero gelosa. A me lui piaceva, e anche molto.
C’era qualcosa fra di noi che si era accesa dall’oculista quando mi prese per mano. Era stato qualcosa di improvviso, da parte di entrambi.  Però, eravamo troppo orgogliosi per ammetterlo a noi stessi. Troppo testardi per accorgerci che non era semplice amicizia.
Si fermò sull’uscio della porta e mi guardò.
-Dirti che sei bellissima è banale-mi sorrise-te lo avrà già detto tuo fratello.
Annui e sorrisi.
-Sei uno splendore pulce!
Aveva sempre pensato che fossi la pulce più fastidiosa del mondo ma che se non avesse avuto me, a quest’ora starebbe ancora solo, incapace di socializzare con qualsiasi essere vivente.
Mi piaceva essere trattata come se fossi la sua salvatrice, mi faceva sentire importante e potente.
Aprì la porta di casa. Una dolce melodia usciva da uno stereo sulla sinistra e le candele profumate davano alle stanza un’atmosfera dolce e al gusto di vaniglia.
-Non le hai accese tutte tu, vero?
-Mi sono fatto aiutare-Sorrise.
Mi portò in un grande soggiorno. C’era una tavola apparecchiata per due e delle altra candele tutte intorno. Il camino acceso, benché non facesse freddo,  dava alla stanza quel tocco in più.  Mi fece strada verso la sedia, attento a non farmi pestare le candele che erano sul pavimento. Mi scostò la sedia e mi fece sedere, poi si accomodò di fronte a me.
Dopo qualche secondo entrò in camera un ragazzo, biondino, con degli occhi azzurri talmente profondi che ci sorrise.
Aveva un jeans e una polo blu, semplice.
-Nicole-Zayn richiamò la mia attenzione-posso presentarti mio fratello Niall?
Gli porsi la mano e lui l’afferrò.
-Io sono Niall-mi sorrise-sei meglio di come ti aveva descritta.
Guardai Zayn che divenne tutto rosso e che fece capire con un cenno a Niall che doveva iniziare a portarci i piatti per mangiare.
-Ci fa da cameriere?-aggrottai le sopracciglia.
-Ma no-rise-è solo andato a chiamare Gerardo.
-E chi sarebbe?

Non riuscì ad ottenere nessuna risposta perché pochi  secondi dopo entrò in camera un uomo alto. Aveva o un abito nero e una camicia bianca, e un grosso farfallino nero al collo. Ci sorrise e ci chiamò un’altra donna che ci portò un piatto con del sufflè di patate. Adoravo il sufflè e qualcosa mi diceva che in quella cena c’erano molte cose di cui andavo pazza.
-Assaggia su-Zayn mi sorrise.
Portai il primo boccone alla bocca e mi meravigliai del suo sapore. Non avevo mai mangiato un sufflè così buono.
-E’ buonissimo-sorrise-fai i complimenti alla cuoca!
-Grazie allora-rispose sorridendo.
-Attimo-presi fiato-hai cucinato tu?
Annui fiero di sé. Bello, intelligente e sapeva cucinare. Zayn Malik era da sposare.
Dopo il sufflè ci fu servito del pollo al Carrey e una macedonia di fragole con panna e cioccolato. Bevemmo dell’ottimo vino bianco.
Quando finimmo, mi prese per mano e mi porto sulla spiaggia. C’erano due asciugamani bianchi stesi già e delle candele intorno. Si stese su una di essi e mi feci segno di fare lo stesso. Lo accontentai e mi stesi sul suo petto. Il suo battito era regolare e, nonostante ci fosse quella brezza marina che rinfrescava l’aria, avevo caldo. Il suo contatto mi riscaldava. Sempre.
Iniziò ad accarezzarmi la testa, facendo attenzione a non rovinare lo chignon.  Rimanemmo così per molto tempo prima che parlasse.
-Sai, sembra strano essere qui, soli, dopo tutto questo tempo-sospirò-non voglio essere banale, ma non ho davvero parole.
Mi strinsi ancora di più a lui, sapevo dove voleva arrivare e io volevo che ci arrivasse.
Non avevo pensieri in quel momento. Mi dimenticai di Anonimo. Mi dimenticai di tutto il mondo. Mi dimenticai anche di Harry.
-Credi che..-si fermò un attimo, sicuramente per mordersi il labbro come faceva sempre quando era nervoso-..potrebbe essere qualcosa fra noi?
Sorrisi, ma lui non lo notò.
-Ti capisco se dirai di no-si fermò ancora-direi anche io di no se fossi in te ma…
-Malik ma quante parole per niente.

Mi guardò con un’aria interrogativa. Quando capì cosa volessi intendere mi sorrise.Si mise a sedere e io di fronte a lui.
Mi accarezzò una guancia e mi scostò alcuni ciuffi ribelli che erano usciti dallo chignon.
-Lo credi davvero?
Annui sorridendogli. Mi alzai e mi avviai verso casa dopo avergli dato un dolce bacio sulla guancia.
Quel venticello mi aveva infreddolito. Mi sedetti davanti al camino facendo attenzione a non bruciarmi con una delle candele poste qua e là per la stanza.
Lui mi raggiunse e si mise a sedere accanto a me. Chiamò Gerardo e chiese  di portare il dolce.
Era una tortina al cioccolato ricoperta di zucchero a velo. Ne assaggiai un po’ ed era squisita. Il cacao amaro di cui era formata il pan di spagna si amalgamava perfettamente alla crema al cioccolato fondente di cui era formato il ripieno.
La dividemmo, ridendo anche per le cose più stupide.
Finimmo quella torta e tornai a guardare il fuoco scoppiettare nel camino. Zayn allungò un braccio verso il mio viso e un pollice tolse un po’ di cioccolato rimasto su un angolo della mia bocca. Poi si fece più vicino.  La distanza tra il mio viso e il suo si fece sempre minore. Poggiò la sua fronte sulla mia e mi guardò negli occhi.
-Pensi che potrei farlo?-mi sorrise.
-Mi chiederai sempre il permesso?
-Solo se lo vorrai.

Poggiò le sue labbra alle mie. Erano morbide e avevano un buon sapore.  Fu un bacio casto. Senza troppa passione, senza  troppa avidità. Fu un bacio al cioccolato, come ne esistono pochi. Fu il primo bacio, il migliore di tutti quelli che seguirono.

S.

*EccomiEccomi*
Scusate il ritardo, ma è una settimana difficile questa :S
Spero che l'appuntamento sia tanto romantico, a me ha fatto venire un po' di carie. Spero che non abbia deluso le vostre aspettative. 
Ci vediamo nella prossima puntata (?) 

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Capitolo 9
*** Non dimentichiamoci di lui. ***


-Oh, scusate.
Niall era sulla porta e aveva appena assistito alla scena. Io arrossì e mi nascosi il viso tra le mani. Zayn iniziò a ridere.
Li guardai meglio, per essere fratelli non si somigliavano per niente. Erano l’opposto.
Zayn aveva una carnagione più ambrata, Niall era pallido. Zayn aveva due occhioni nocciola, Niall due occhi color cielo. Uno era bruno, l’altro biondo.
-Voi non siete fratelli-li guardai ancora una volta-siete troppo diversi.
Niall si venne a sedere accanto a noi. Zayn mi guardò e mi accarezzò una mano.
-Lui è stato adottato.
Guardai Niall che annuì sorridendo.
-Noto che tu l’abbia presa bene-sorrisi a mia volta.
Mi raccontarono che i genitori di Zayn aveva trovato Niall un po’ di mesi dopo la nascita del loro primo, unico e ultimo figlio. La mamma di Zayn, aveva avuto già molti problemi per avere lui, e un altro figlio l’avrebbe uccisa. Si era fatta asportare l’utero per non rischiare.
Una sera di Settembre stavano camminando per le vie di Mullingar, in Irlanda. Era la loro prima vacanza da vera famiglia.Era una serata abbastanza fresca per essere di metà settembre e tutti giravano con cappotti e sciarpe. Una donna, stava camminando tranquillamente, con il suo bambino tra le braccia. Un colpo di pistola, unico colpo. La donna cadde a terra, inerme. Gli occhi spalancati sul proprio bambino che stava piangendo. Nessuno aiutò quella donna, tantomeno il bambino che rischiava di morire congelato durante la notte. Il padre di Zayn lo prese tra le braccia e lo portò con sé.
I due ragazzi erano cresciuti insieme, avevano avuto gli stessi diritti e doveri in quella casa. Erano entrambi figli. Uno naturale e uno adottivo. Ma, in fondo, i figli sono di chi li cresce, quindi che cambiava?
Niall affrontava il racconto di quella sera con leggerezza. Sin da quando era bambino si era accorto della differenza fisica tra lui e i suoi genitori, ma questo non lo turbava affatto.
Rimase con noi qualche altro minuto, alimentando il fuoco con della legna, poi andò via. Era arrivata la sua ragazza.
-Se ti chiedo di fare il bagno accetteresti?
Guardai fuori dalla porta finestra. Il mare era calmo.
Annui e mi aiutò ad alzarmi dal pavimento.
-Hai intenzione di fare il bagno vestita?-Zayn mi guardò e rise.
-Mbè, in assenza di costumi-risi a mia volta.
Si avvicinò a me e mi diede un bacio sul collo.
-Io mi vado a svestire. Ci vediamo in mare.
Passeggiai fino alla riva. Il vento mi aveva del tutto scompigliato i capelli che avevo dovuto sciogliere. Misi un piede nell’acqua gelida. Mi sbottonai il vestito e lo sfilai rimanendo con l’intimo. Lasciai cadere il vestito ed entrai in acqua. Il freddo mi percorse tutto il corpo finchè delle braccia non mi cinsero la vita.
Zayn era dietro di me, con una semplice mutandina blu. Mi girai verso di lui e poggiai il mio viso sul suo petto. Notai la presenza di un tatuaggio.
-E questo?
-E’ il nome di mio nonno-
sorrise-l’ho fatto qualche giorno fa.
Mi prese tra le sue braccia e mi portò più dietro. L’acqua mi arrivava all’ombelico e avevo tutti i muscoli atrofizzati dal freddo. Mi accarezzò il viso e mi sorrise.
Era un sorriso caldo, confortante. E mi ricordò Harry.Mi tonrò alla mente la sua faccia uando avevo detto che il mio appuntamento era con Zayn. Sembrava quasi deluso.
E poi Anonimo, non sapevo niente di lui tranne che gli piacevo e che aveva un sorriso magnifico da come lo descriveva. Quasi mi pentì di essere lì con Zayn. Ripensai alla promessa fatta il giorno di natale tra noi tre.
Harry ci aveva guardato facendoci promettere di non mettere mai l’amore davanti l’amicizia. Di essere sempre noi stessi, anche se fidanzati. Di non dimenticarsi di essere tre e non due.
In quel momento mi stavo dimenticando di lui. Avevo infranto la nostra promessa.
Guardai Zayn che mi sorrideva.
-Zayn..-la mia voce era bassa-la promessa.
Lui sgranò gli occhi e annui.
-Non saremo mai solo noi due-mi sorrise-noi saremo sempre un trio. Io, tu e lui.
Annui, cercando di far diventare quelle parole mie. Cercando ci crederci davvero.
Mi abbracciò.
-Non dimentichiamoci di lui-lo guardai dritto negli occhi-resterebbe solo.
Zayn annui e mi diede un altro dei suoi dolci baci.
Rimanemmo in acqua per un’altra mezz’ora. Ridevamo e ci schizzavamo come dei bambini. Quando uscimmo, il vento gelido ci fece sbattere i denti. Recuperai il mio vestito e tornammo in casa. Mi diede un asciugamano e mi misi a sedere davanti al camino.
Guardai l’orologio. Le dodici meno dieci. Entro dieci minuti sarei dovuta essere a casa.
-Zayn-urlai-è tardissimo devi riportarmi a casa.
Salimmo in macchina ma decise che per quella sera non sarebbe partita. Chiamai mia madre spiegandole il problema. Justin però quella sera era uscito con la macchina di papà e non c’era nessuno che mi passasse a prendere.
-resta a dormire qui-mi voltai verso di lui corrugando la fronte.
-Seriamente?
Annui-Niall dormirà nella sua camera, io nella mia e tu nella stanza degli ospiti-sorrise-fidati.
Mi madre mi raccomandò di non afre nulla di troppo affrettato, di fare attenzione e di non rompere niente, come se fossi una bambina di cinque anni.
Ero seduta sulla lavatrice dopo aver fatto una doccia calda, e stavo aspettando una maglia di Zayn da mettere per la notte. Mi portò un suo maglioncino rosso, un po’ consumato.
Lo misi. Mi arrivava a metà coscia ma andava bene. Rimasi seduta a gambe incrociate sulla lavatrice mentre lui si lavava i denti e si guardava, come sempre, allo specchio.
Era diventato troppo vanitoso da quando  mi aveva conosciuta. Troppo fiero del suo aspetto fisico.
Si avvicinò a me e si poggiò alla lavatrice mettendo le mani sulle mie ginocchia.
-Allora, vuoi andare a dormire o ci vediamo un film?
Lo guardai titubante.
-Devo rispondere prima ad Anonimo e poi ci vediamo un film.
Mi sorrise e mi diede un foglio con una penna.
Poggiai il foglio sul ginocchio e iniziai a scrivere, lui intanto era di fronte a me poggiato al lavandino che mi guardava.
“Caro Anonimo,
questa è stata la serata più bella della mia vita, ma è meglio che non te la racconto altrimenti ti dovrei dire che il mare era gelido e il cammino era caldo. (?)
Bene, andiamo avanti. Come stai? Tutto bene? E la tua ragazza? Avevi detto di averne trovata una in qualche lettera fa. Io stasera sono diventata la signora Malik. Forse è troppo ufficiale come titolo, ma è quello il concetto.
Voglio altri dettagli su di te. Non mi basta sapere che hai i denti drittissimi, una bella voce e delle labbra rosee. Non credi che mi meriti di più? L
Dai, io voglio sapere chi sei. Dammi almeno la prima leggere del tuo nome o del tuo cognome. Il colore dei tuoi capelli e il colore degli occhi. Dai, dammi qualche altro indizio.
Con qualsiasi cosa ci sia, Nicole”

Ripiegai la lettera e la poggiai sulla lavatrice alle mie spalle. Zayn si riavvicinò a me.
-E se tipo andassi a dormire che sono esausto?
-Ti picchierei a sangue-
ridemmo.
Mi diede un bacio, e poi un altro.
Legai le mie gambe intorno alla sua vita mentre la lavatrice mi continuava a sostenere. Scese giù, fino al collo  e un brivido percorse il mio corpo.
Mi guardò e io mi morsi un labbro.
Al primo appuntamento non si andava oltre il bacio e io cosa stavo facendo?
Me ne fregai delle regole e gli diedi un altro bacio.
Si staccò da me e andò a chiudere la porta a chiave.
-Al diavolo il film-gli sorrisi e lui tornò a baciarmi.

S.

*EccomiEccomi*
LA LAVATRICEEEEE! 
se nessuno caca la mia storia questo è l'ultimo capitolo che pubblico! CApisco che faccia schifo e che non sia il massimo, ma almeno fatemolo sapere, almeno mi metto l'anima in pace.
Al prossimo, se ci sarà u.u 

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Capitolo 10
*** Paura di perderti. ***


*So I put my hans up, they’re playn’ my song, the butterflies..*
Mi strofinai gli occhi. Un braccio di Zayn cingeva la mia vita e il suo viso era a pochi centimetri dal mio. Stava ancora dormendo. Afferrai il cellulare che era sul comodino, cercando di non svegliarlo.
-Pronto?
-Dio, Nicole-la sua voce era preoccupata-ma dove sei?
-Da Zayn-guardai il cellulare per vedere chi fosse-buon giorno anche a te Harry.
L’orologio sulla parete segnava le sei del mattino.
-Vuoi che ti venga a prendere?
-No, mi accompagna lui dopo.
Chiusi la chiamata e me ne tornai a dormire. Possibile che neanche di domenica potessi dormire fino a tardi?
Non passo molto prima che Gerardo entrasse in camera e venisse a chiamare Zayn che, dopo avermi dato un bacio sulla fronte credendo che stessi ancora dormendo, uscì dalla camera.
Guardai l’orologio. 7:30.
Alzai il lenzuolo fin sopra la testa e cercai di riaddormentarmi.  Ma non ci riuscì, delle urla provenienti dal piano di sotto mi fecero spaventare. Mi alzai e infilai il maglione di Zayn.
-Dov’è?-Era la voce di Harry.
-E’ su che dorme-la voce di Zayn era dolce-non urlare che la svegli.
-La sveglio?-la sua voce era dura-per caso non ha dormito durante la notte?
Mi affacciai dalle scale,senza farmi vedere e notai Zayn abbassare lo sguardo e grattarsi la nuca. Non sapeva cosa dire.
-NON HA DORMITO ‘STANOTTE?-Harry alzò ancora di più la voce.
Niall uscì dalla sua camera e mi vide seduta sulla scale. Gli feci segno di stare zitto. Avevo paura di farmi scoprire. Non volevo che Harry si arrabbiasse ancora di più.
-Malik-la sua voce era dura-mi fai schifo!
Non ci pensò due volte prima di stampargli un pugno in pieno viso.
Zayn si portò le mani al naso e io scesi le scale a due a due per fare prima.
Harry mi guardò. Aveva gli occhi rossi e lo sguardo deluso. Mi squadrò, notando il maglioncino di Zayn.  Si avvicinò a me e mi prese per un polso.
-Ti riporto a casa.
Mi liberai dalla sua presa e raggiunsi Zayn steso ancora sul pavimento con il naso che sanguinava.  Si alzò di colpo e si avventò su Harry.
-Tu non puoi permetterti..-primo pugno-..di dirmi che faccio schifo..-secondo pugno-quando sei tu..-primo schiaffo-..il primo che cambia ragazza ogni notte!
Harry riuscì a riprendere in mano la situazione ma Niall li bloccò. Mi misi tra di loro e li guardai con gli occhi lucidi.
Guardai Harry, aveva il viso tutto rosso e un labbro rotto, continuava a massaggiarsi  una mano. Zayn stava messo un po’ meglio, solo il naso sanguinava. Avevano entrambi l’affanno e continuavano a guardarsi con aria di sfida.
Mi portai le mani tra i capelli cercando una soluzione e mi sedetti per terra. Non sapevo cosa fare. Dovevo dare ragione a Zayn o andare a casa con Harry? Dovevo chiamare altri rinforzi o poteva bastare Niall a dividerli? Avevo bisogno di ragionare, di pensare.
Li guardai di nuovo, prima Harry e poi Zayn. Anche loro si erano seduti sul pavimento. Uno di fronte all’altro, con la stessa aria di sfida.
-BASTA!
Si girarono a guardarmi sgranando gli occhi. Mi alzai in piedi e andai prima da Harry.
-Tu non puoi venire qui e rovinarmi la domenica-gli puntai il dito sul viso-non puoi rovinarmi ciò che ho passato stanotte-presi fiato-tu lo fai ogni notte quindi non lamentarti!
Mi girai e andai verso Zayn che era poggiato alla parete.
-Io ora voglio stare con lui-tornai a guardare Harry- che ti piaccia o no!
Zayn mi sorrise e mi prese una mano.
-Non puoi capire cosa significa sentirsi legata a qualcuno-Harry abbassò lo sguardo-non lo capirai mai finchè non smetterai di portarti a letto ragazze che raggiungono anche i 30 anni solo per il gusto di divertirti!
Mi abbandonai tra le braccia di Zayn e sospirai. Mi strinse al suo petto e mi rassicurò. Avevamo bisogno solo di tempo, e poi si sarebbe chiarito tutto. Almeno era questo quello che pensava Zayn.
Misi il viso tra le mani. Forse avevo esagerato a dire quelle cose ad Harry. Forse anche lui provava qualcosa portandosi a letto quella 32enne da ormai qualche settimana. O forse non la cambiava da così tanto tempo solo perché si divertiva di più con lei che con una semplice adolescente.
Alzai lo sguardo e lui era ancora lì, poggiato al divano con la testa fra le gambe. Sembrava che stesse piangendo.
Mi alzai e andai da lui, sentendomi in colpa per le cose che gli avevo detto.
Gli poggiai una mano sulla spalla e lui alzò il viso. Stava piangendo. Istintivamente lo abbracciai perché non sapevo cos’altro fare.
-Scusami-le sue parole erano un sussurro-ho paura di perderti, tutto qui.
Quelle parole mi colpirono. Ero la sua migliore amica, non mi avrebbe mai perso per un ragazzo.  Un ragazzo che era tanto vicino a lui.
Accarezzai i suoi ricci e lo rassicurai. Gli avevo fatto una promessa e l’avrei mantenuta. Anche Zayn si avvicinò a noi e lo aiutò ad alzarsi.
Gli porse la mano in segno di scusa e Harry l’accettò. Nessun sorriso, nessun abbraccio. LA freddezza  assoluta.
Harry rimase a fare colazione con noi. C’era di tutto sul tavolo. Presi una croissant caldo con la nutella e una tazzona di caffè con un sacco di zucchero. Dovevo svegliarmi in qualche modo anche se così rischiavo il diabete.
Iniziai a canticchiare Party in the Usa di Miley e loro mi guardarono male.
-Che c’è?
Iniziarono a ridere per la faccia che feci.
Non pensavo che bastasse così poco per rompere quella tensione.  

S.

*EccomiEccomi*
Sono tornata con un altro capitolo! *Siate felici*
E visto che si sta avviciando Natale, mi sono fatta un regalo (?)
Se poi vi piace potrbbe essere anche un regalo per voi.
Ho scritto una OS su Zayn e Nicole. Qualcuno voleva i dettagli della nottata che hanno passato.  http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=897729 questo è il link se volete leggerla! :)

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Capitolo 11
*** Juilliard. ***


Era strana la velocità con cui i giorni passavano. Eravamo già arrivati alla fine di maggio. Ed era l’ultimo anno di liceo. Di lì a poco ci sarebbe stato il ballo e poi il diploma.
Insieme ad un’altra ragazza dovevamo trovare un tema per il ballo e “Una serata a Las Vegas” sembrava l’ideale. I ragazzi sarebbero venuti con lo smoking e le ragazze con vestiti super eleganti.  Mi piaceva l’idea di indossare un vestito importante ed elegante.
Lo scambio di lettere con Anonimo però stava man mano diminuendo da quando mi ero fidanzata con Zayn. Aveva perso interesse nello scrivermi. Aveva perso interessa anche a chiedermi come stavo. Orami non tutte le mattina trovavo una sua lettera della buca, segno che qualcosa stesse cambiando. Avevo voglia di affrontarlo però. Ero ancora curiosa di sapere chi fosse.
“Caro Anonimo,
Come stai? Io bene, anche se mi manchi un po’. Ormai un ci sentiamo più come prima e questo mi preoccupa. Non ti piace più scrivermi? Non ti piace più passare qualche ora davanti ad un foglio bianco non sapendo come colorarlo? Non è perché mi sono fidanzata vero?
Rispondimi prima che puoi.
Con affetto, Nicole”

Lasciai la lettera nella buca delle lettere e raggiunsi Harry che come tutte le mattine mi aspettava per andare a scuola. Gli diedi un bacio sulla guancia e cominciammo a camminare in silenzio. Non avevamo quasi più niente da dirci con tutte le ore che passavamo insieme.
-Com’è andato l’appuntamento con Zayn?-mi guardò, accennando un sorriso sincero.
-Bene-annui-siamo andati a cena e poi al cinema.
Non erano molto lunghe le nostre conversazioni.
Arrivati a scuola, mi diresse agli scalini ma Zayn non c’era. Ed era strano. Harry mi fece segno di guardare nel parcheggio e solo allora lo vidi. Era poggiato su una decappottabile nera, tirata a lucido. Portava gli occhiali da sole e sembrava sentirsi il padrone del mondo. Tutte le ragazze che passavano davanti a lui lo guardavano sgranando gli occhi e ne fui geloso.
Mi avvicinai titubante. Quello non poteva essere lo stesso ragazzo timido che avevo conosciuto all’inizio dell’anno.
-Malik?
Si girò verso di me e mi sorrise. Si avvicinò e mi diede un bacio sulla fronte.
-Buon giorno pulce-si tolse gli occhiali e li mise nello zaino. Ecco il mio Zayn.
-E questa?-indicai la macchina e lui rise entusista.
-Me l’ha regalata mio padre per il compleanno.
-Ma non è già passato?-Harry si intromise nella conversazione.
-Lo so-alzò le spalle-ma me l’ha data solo ieri.
Ridemmo ed entrammo in classe.
L’intera giornata a scuola sembrava non passare mai. Zayn davanti a me era intento a disegnare qualcosa su un foglio e Harry sembrava prendere appunti sulla lezione di matematica, era sempre stato un po’ ottuso in quella materia.
Dopo scuola, Zayn si propose di accompagnarci a casa. Ma Harry rifiutò. Aveva un appuntamento con qualcuno. Mi dava fastidio sapere che si vedesse con una ragazza che non conoscessi. Mi  dava fastidio anche pensare che Anonimo era fidanzato. Ma non erano miei e questi miei problemi dovevo tenerli solo per me.
-Che dici se andiamo a prendere un frappè?
Zayn aveva rimesso gli occhiali da sole e ora sembrava uno di quei ragazzi convinti.
Annui, un frappè al doppio cioccolato mi andava.  Mi portò nel mio bar preferito quello in cui avevo confessato di Liam a Harry. Mi si strinse il cuore ripensando a mio fratello. Al suo dolce faccino e alla sua voce così perfetta.
-Mi porterai al ballo?
Guardai Zayn speranzosa, a lui non piacevano certi eventi.
-Solo perché sei tu- mi sorrise e tornò a sorseggiare il suo frappè.
Dopo un’oretta a parlare mi riportò a casa e notai che Anonimo avesse già risposto alla mia lettera.
“Ciao Nicole,
Non è che non mi piace più scriverti, anzi, mi calma, mi rilassa. Ma è meglio se ci allontaniamo un po’. Tra un po’ dovrò partire per l’America. Sai, mi hanno accettato alla Juillard e sto seriamente valutando di andarci. E se ci vado non avrò più tempo di scriverti e passare da casa tua a ritirare la lettera. Non potrò farlo a tutti quei chilometri di distanza. Mi dispiace tanto.
Con amore, Anonimo”

Aveva fatto domanda alla Juillard e io non ne sapevo niente. Stava per trasferirsi in America e io non ne sapevo niente.  Mi stava crollando addosso una parte del mio piccolo mondo. Lui non poteva andarsene in America senza avermi rivelato la sua identità, lo stavo odiando per questo.
“Te ne vai in America? Dimmi che stai scherzando e che era solo un modo per festeggiare l’arrivo della primavera (?). Perché tutti quelli a cui mi affeziono, anche solo per corrispondenza, spariscono dalla mia vita? Ho forse io qualcosa che non va?  Perché se è così dimmelo almeno mi metto l’anima in pace e non ne parlo più!
Prima che tu vada via dimmi chi sei. Per favore. E poi esiste internet, potremmo scambiarci e-mail, come fanno tutti. Dammi il tuo indirizzo che lo aggiungo subito ai preferiti.

Con delusione, Nicole”
Scesi le scale di casa e corsi a lasciare la lettera.
Harry era seduto sulla panchina sul retro di casa sua con la sigaretta in mano. Fumava quando era nervoso, quando aveva bisogno di sfogarsi.
-Che succede?
Mi misi a sedere accanto a lui e lo guardai.
-Ho litigato con Caroline.
-Harry ancora con quella?-
sospirai-non vedi che è una 32enne sfigata?
Harry mi guardò e iniziò a ridere.
-Le stesse parole di mia madre-rise ancora-a volte mi fai paura.
Mi unì alla sua risata.
-E’ la verità-gli tolsi la sigaretta dalle mani-lasciala perdere, ci sono tante ragazze della nostra età che vorrebbero conoscerti e tu neanche le pensi.
Mi abbracciò e mi sussurrò un grazie. Iniziai a giocare con i suoi ricci, mi piaceva farlo.
-Credi che la troverò mai una che ama un ragazzo come tu fai con Zayn?
-Certo che la troverai-
sorrisi-magari è proprio vicino a te e tu non te ne accorgi.

S.

*EccomiEccomi*
Come fare uscire un capitolo a cazzo? ECCOLOOOO! 
Ok, a me questo non dà prettamente di nulla ma se non lo mettevo non si capiva il seguito. Quindi una volta letto siamo tutte più felici! (?) 
Al prossimo!
Peace Love and aet carrots! 

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Capitolo 12
*** Non con mio padre. ***


“Cara Nicole,
non sei tu a non andare bene anzi. Sei la persona più dolce e sensibile che io abbia mai conosciuto, sei la ragazza a cui mi fa più piacere scrivere. Neanche con la mia fidanzata riesco  a farlo. Credimi, mi mancherai. Ma puoi capire bene che certe occasioni non posso farmele sfuggire. Ho una bella voce, so scrivere bene e posso imparare a recitare. Mi sembra perfetto per il mio futuro. Ti prometto che non ti dimenticherò mai, ma per favore non rimproverarmi per il fatto che ti lascerò così. Non posso darti la mia e-mail perché capiresti chi sono, anche se lo capirai ugualmente.
Un bacione, Anonimo.”

Lessi e rilessi quelle poche righe. Aveva ragione, era una grande opportunità per la sua vita. Poteva diventare famoso e forse un giorno avrei anche potuto rivendermi una delle sue lettere e diventare milionaria. Presi un foglio e gli risposi velocemente. Scesi e misi la lettere nella cassetta delle lettere.
Justin era steso sul prato dietro casa a prendere il sole. Mi misi accanto a lui, per il vestito che avrei dovuto indossare al ballo in bel colorito mi serviva.
-Juss-lo guardai-verrai al ballo?
Annui sorridendo.
-Con chi?
-Danielle.

Quel nome mi trafisse il cuore. Danielle era l’ultima ragazza con cui Liam fosse uscito prima di morire. Non potevo crederci che si fosse ripiegata su Justin ora. Insomma, era un ballerina bravissima, lavorava nel cast di x-factor come professionista, non aveva bisogno di essere ancora presente nella nostra vita.
-So a cui stai pensando-sospirò-ma  a me lei piace davvero e io piaccio a lei.
Abbracciai mi fratello. Mentre parlava si era preso fra le mani la collana che portava al collo. Era una piastrina con un incisione “Cucchiaio e forchetta”. Era una frase stupida, ma solo in pochi erano in grado di capirla.
Quando erano piccoli, Liam e Justin si divertivano a giocare con le posate. Liam aveva sempre la forchetta e Justin il cucchiaio. E con il passare degli anni Liam aveva iniziato ad aver paura dei cucchiai proprio perché per colpa loro non riusciva mai a vincere le loro battaglie.
-Non farti sfruttare, ti prego.
Annui e tornò a guardare il cielo azzurro.
Intravidi Harry, era poggiato alla finestra della sua camera e gesticolava, sembrava che stesse litigando con qualcuno.
Dopo qualche minuto dalla porte sul retro uscì Caroline seguita da Harry che la bloccò per un polso.
-Caroline aspetta!
-Che devo aspettare?
-le rispose a modo lei-Sei un bambino Harry, ho sbagliato sin dall’inizio.
Harry continuò a guardarla, sembrava volesse dimostrare che stesse sbagliando, che era maturo per i suoi 17 anni.
-Vieni al ballo con me domani-lui le sorrise accarezzandole una guancia.
Guardai Harry sgranando gli occhi. Pensava davvero quello che le aveva appena detto?
-Lo pensi sul serio?-anche lei sembrava titubante.
Lui annuì sorridendo e lei accettò.
Harry l’accompagnò alla sua amica e le diede un bacio sulle labbra. Sembrava quasi che la bocca di quella donna volesse inghiottire le morbide labbra di Harry.
Quando andò via, ci raggiunse. Si mise a sedere accanto a me e io non riuscì neanche a guardarlo.
-Nic-mi chiamò-con chi andrai al ballo?
-Non con mio padre.
mi portai le mani sulla bocca pentendomi delle mie parole. Ma come mi veniva in mente di dire certe cose?
-Come scusa?
-Con Zayn-gli sorrisi-con chi altro altrimenti?
Si alzò e mi si posizionò davanti severo. Sapevo che a lui desse fastidio, ma io Caroline non potevo vederla, era più forte di me.
Mi sembrava che venisse al ballo accompagnato da sua madre. Senza nulla togliere ad Anne, però Caroline non era adatta a quel tipo di ambiente.
-Ma che cazzo Nicole-gesticolava arrabbiato-cosa cazzo ti ha fatto che ti sta tanto antipatica?
Mi alzai  e mi misi di fronte a lui. Ero più bassa, molto più bassa e questo mi faceva sentir piccola e debole a volte.
-Ha il doppio della tua età Harry-sospirai-ragiona ‘na santa volta!
Mi guardava titubante non sapeva che dire!
-Harry anche io ti porterei a letto per il bel faccino che hai-cercai di schiarirgli le idee-è una crisi da “Nessuno mi caga”
Mimai con le mani le virgolette e aspettai che lui mi rispondesse.
Mi diede uno schiaffo. Mio fratello sgranò gli occhi e si alzò da terra.
-Ma come cazzo ti permetti di toccare mia sorella?
-Tu, stupida bambinetta che non sei altro-
mi puntò un dito in faccia- non sai niente della vita! NIENTE!
Lo guardai negli occhi, pensava davvero le cose che stava dicendo?
-Smettila di giudicare la mia vita- sospirò- pensa alla tua. Al tuo ragazzo, tuo fratello e a chi cazzo vuoi. Ma non permetterti più di entrare nella mia vita.
Rimasi lì a guardare davanti a me anche quando lui si girò per tornare in casa. Mio fratello mi abbracciò, ma ero impassibile. Non riuscivo a credere che avesse davvero detto quelle parole. Il mio migliore amico mi aveva dato uno schiaffo e mi aveva ordinato di rimanere fuori dalla sua vita.
Mio fratello mi portò in casa dicendo che si sarebbe pentito che mi avrebbe chiesto scusa. Non ne ero però così sicura. Conoscevo Harry ed era orgoglioso. Troppo orgoglioso.
 Passai il resto della giornata in casa. Zayn venne a cercarmi preoccupato e quando gli raccontai la situazione aveva voglia di spaccare il bel faccino di Styles.
Il giorno dopo c’era il ballo.  Dovevo andare dall’estetista per il la manicure, poi dal parrucchiere per un taglio nuovo e poi finalmente a casa per vestirmi. 
Quando, finalmente, arrivò l’ora di prepararmi, mi sedetti davanti il mio armadio e guardai il vestito che mi aveva regalato Zayn proprio per il ballo.
mio fratello si seddete accanto a me mentre si annodava la cravatta.
-E’ proprio bello questo vestito-mi sorrise-non lo indossi?
-Non ho voglia di venire-
lo guardai.
Mi strinse una mano e mi sorrise.
-Ti sembra ora la fine del mondo aver litigato così con il tuo migliore amico-sospirò-ma quando tutto passerà ci riderete su!
Abbracciai mio fratello e mi feci aiutare a mettere il vestito.
Era uno di questi vestiti anni 60\70. Il collo dritto con le spalline e strettissimo in vita. Sui fianchi mi scendeva libero fino a metà coscia. Era sul azzurro, ma non  troppo forte. Un azzurro tenue, color cielo.
Abbinai delle decolté nere semplici e un blazer nero.  Passai la piastra ai capelli e sulle punte feci dei dolci boccoli che mi ricadevano sulle spalle.  Non misi molto trucco perché non volevo stonare con il vestito.
Zayn passò a prendermi. Lui era bellissimo. Aveva messo un abito nero,una camicia bianca a righe E cravattino rosso, come il fiore che portava nel taschino della giacca.
Mi fece salire sulla sua decappottabile e ci avviammo verso la scuola.
Il ballo si teneva nella grande palastra che era stata abbellita con palloncini e un grande palco per la band che doveva esibirsi.
Quando entrai notai che erano quasi tutti arrivati.  Compreso Harry. 
Era seduto su uno dei divanetti a pomiciare con Caroline. Se lui era maturo io ero il papa in persona.
Quando si staccò dalle labbra della sua ragazza si girò verso di me. Gli si sgranarono gli occhi e accennò un sorriso.
Sapevo che era un sorriso forzato, sapeva che avrei preferito non mi guardasse.

S.

*EccomiEccomi*
Vi è piaciutooo?:D
Nel prossimo capitolo ne vedrete di cose! Come mi devo divertire (?)

A chi interessasse questo è il vestito di Nicole: http://static.blogo.it/fashionblog/20070626_215501.jpg 
Spero vi piaccia quel vestito ma mi sembrava il più adatto alla situazione! :D

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Capitolo 13
*** E' meglio ***


Anche lei si girò verso di me e mi sorrise. Le si leggeva in faccia che non le stavo simpatica e sembrava compiaciuta del fatto che stesse lei a pomiciare con il mio migliore amico.
Mezza palestra si girò verso di noi quando si accorse della tensione che si era venuta a creare. Zayn mi prese per mano e mi portò a bere qualcosa.
-Non badare a lui stasera-mi sorrise-ci sono io.
Annui sorridendogli  lo trascinai a ballare.
Si stava esibendo la band del figlio del preside Tomlinson. Erano tre ragazzi e una ragazza. Uno con chitarra, uno batteria e il figlio del preside cantava con la ragazza. Aveva una bella voce, molto orecchiabile. Zayn si era fermato più volte a fissare il palco e non riuscivo a capire se gli interessasse salire e cantare o la ragazza che stava cantando. Più volte avevo dovuto ricercare la sua attenzione. Sembrava essersi immerso in un mondo tutto suo.
Caroline ed Harry stavano ballando poco lontani da noi. Lei aveva un vestito rosso. Un corpetto stretto metteva in risalto le sue forme da donna e una lunga gonnelline formato da vari volant era attaccato al corpetto. Un grande spacco lasciava vedere un’intera gamba. Ai piedi portava delle decolté nere.
Non era l’abbigliamento adatto per un ballo da liceali. Quasi tutti i ragazzi avevano gli occhi puntati addosso a lei e ad Harry sembrava non dare fastidio.
La musica si fermò, i musicisti avevano bisogno di una pausa. Zayn corse a parlare con Louis, il figlio del preside, lasciandomi sola in mezzo alla pista.
Harry si avvicinò a me e mi prese per un braccio.
-Dobbiamo parlare.
-Davvero?-aggrottai le sopracciglia.
Mi tirò fuori la mischia degli alunni e mi portò fuori la palestra.
Vicino la palestra c’erano i diversi laboratori. Aprì quello di Biologia e mi fece entrare. Lo guardai incrociando le braccia al petto.
-Che vuoi?
-Scusarmi-
sospirò-sono stato uno stupido, e non dovevo darti quello schiaffo. In fondo avevi ragione.
-Ah, davvero?
-Ti prego ascoltami-
si morse un labbro per il nervosismo.
Aspettai che parlasse ma non trovava le parole. Mi abbracciò sperando che ricambiassi.
Avevo paura che abbracciandolo non gli facessi capire che aveva sbagliato, che quella sembrava davvero sua madre, ma non riuscì a non ricambiare.
Mi strinsi forte al suo petto e lui ne fu felice.
-Grazie.
Gli sorrisi e mi misi a sedere su uno dei banconi del laboratorio.
-Te l’ha detto qualcuno che sei bellissima stasera?
-Styles-
risi-sei arrivato tardi.
-Dai Payne non essere così scontrosa.

Iniziammo a ridere come due stupidi. La musica della festa riprese e noi iniziammo a ridere ancora più forte. Per me, per noi, la festa si era spostata in uno stupido laboratorio di biologia chiuso.
Mi chiesi come avesse avuto le chiavi della stanza ma, in fondo, poco mi importava.
Prese un microscopio e qualche vetrino e iniziò a guardarli.
-Non devi farlo ora ma nell’ora di biologia genio!
-Nicole corri, vieni a vedere! Ho trovato le tue gambe senza ceretta!

Mi avvicinai al microscopio e notai che stava guardando le zampe di una mosca. Erano rossicce e pelosissime.
Quando mi scostai, il suo viso era pericolosamente vicino al mio. Mi sorpresi a guardare le sue labbra. Sembravano così morbide e quasi istintivamente mi venne da chiedere di cosa dessero.
Feci un passo indietro, ma inciampai in uno sgabello e lui evitò la mia caduta.
Avevo il suo respiro alla menta a pochi centimetri dal mio viso. Il suo naso contro il mio, la sua fronte contro la mia. Avevo una mano sul polso e il suo battito era accelerato. Anche il mio era irregolare.
Era il mio migliore amico, non poteva provocarmi certi pensieri. Ripensai alla frase detta il giorno prima “tutti ti porterebbero a letto per il tuo bel faccino” e risi.
-Che c’è?
Anche il suo alito dava di menta.
-Niente, ricordi.
Mi misi a sedere sul bancone, facendo attenzione a non inciampare di nuovo. Lui era di fronte a me con le mani poggiate sulle mie ginocchia. 
Lo guardai e mi venne in mente Anonimo.
I suoi indizi erano stati sempre molto vaghi. Il più bel sorriso, aveva una bella voce, se riusciva a passare a prendere la lettera ogni mattina era perché abita nel mio stesso quartiere, anche lui si stava per diplomare.
Quelle piccole cose si rispecchiavano in Harry. MA c’era qualcosa che non quadrava: Harry non doveva andare alla Juilliard da quello che sapevo.  Me lo avrebbe detto, ero la sua migliore amica.
Scacciai l’idea che Harry ed Anonimo potessero essere la stessa persona.
Tornai a guardare gli occhi di Harry. A luce spenta sembravano anche più verdi.
-Dovremmo tornare al ballo. Caroline ti starà cercando.
-Poco mi importa-
alzò le spalle- sono con te.
Sorrisi a quelle parole.
Si avvicinò a me, di nuovo, e mi accarezzò una guancia.
-Se vado via, come fece la tua migliore amica, ti dimenticherai di me?
-Dove devi andare?

Parlavano entrambi a voce bassa, come se non volessimo farci sentire da qualcuno.
-Per ora da nessuna parte-sorrise-ma se partissi?
-Non ti permetto di lasciarmi sola.

Come potevo essere sola se avevo Zayn,mio fratello e tutta la mia famiglia?
-Ma tu non sarai sola.
-Tu non andare via-
sospirai-è meglio.
Fu un attimo e poi mi ritrovai le sua labbra incollate alle mie. Non lo respinsi, ma non risposi subito neanche al bacio. Le sue labbra davano di cocco e menta, ed erano morbide niente a che vedere con quelle di Zayn.
Strinsi le mie gambe intorno alla sua vita e risposi al bacio. Spostò il microscopio e mi fece stendere sul bancone freddo. Continuava a baciarmi, come se fossero anni che aspettava quel momento.
Gli iniziai a sbottonare la camicia, non curante del fatto che fossimo a scuola, che Zayn era nella palestra e che c’era un ballo in corso.

S.

*EccomiEccomi*
E ora sorge la domanda: TEAM ZAYN O HARRY? Muahuahauahu!
Ah, e vi informo cheho dovuto tagliare il capitolo in due perchè altrimenti risultava troppo lungo. 
Buon Natale a tutti :))

P.s: Martì non uccidermi, sono ancora giovane! D:

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Capitolo 14
*** Almeno per una volta ***


-Sei sempre stata mia-mi sorrise tra un bacio e l’altro.
Invertì la posizione mettendomi a cavalcioni su di lui che mi tolse il blazer lasciandolo cadere a terra. Mi sbottonò la zip del vestito  e iniziò a baciarmi dolcemente il collo e poi giù, fino alla spalla.
-Non sono tua Harry-lo baciai di nuovo e mi staccai da lui.
Cercai di ricompormi. Mi ricordai del mio ragazzo che sicuramente mi stava cercando, mi ricorda che lui era fidanzato , che c’era un ballo e che sicuramente stava per arrivare il momento di eleggere la reginetta e io dovevo presentare il tutto.
Mi misi a sedere sul bancone e riallacciai la zip al vestito.
-Harry sei il mio migliore amico.
Neanche io ero convinta di quello che stavo dicendo,  non dopo quello che era appena successo.
Si mise a sedere e mi attirò a sé.
-Scusami-mi diede un altro bacio sulla spalla-non dovevo!
Mi girai verso di lui che aveva ancora il viso poggiato sulla mia spalla
-Così non va-sospirai-torniamo di là.
-Dobbiamo per forza?
-Harry-
lo rimproverai-muoviti!
Mi prese per un braccio mentre mi avviavo verso la porta e mi attirò a sé. Mi lasciai inebriare dal suo profumo e per poco non cedetti di nuovo.
Era così bello stare tra le sue braccia, lo era sempre stato.
Ero innamorata di Zayn quasi con tutta l’anima ma c’era una parte di me, nel profondo, che si era presa una cotta per quel ragazzo con gli occhiali da sole la mattina del trasloco.
Mi alzo il viso con una mano e mi diede un bacio sul naso.  
-Almeno per una volta-mi sussurrò-sii mia.
Lo guardai. Una piccola parte di me era già sua, ma lui non lo sapeva. Era una proposta stupida la sua e avrebbe contribuito a far crescere quella parte di me che era racchiusa in un angolino.
-Non posso-sospirai-è meglio per tutti e due.
Mi baciò di nuovo e le mie parole risultavano assurde alle mie orecchie. 
Mi strinse ancora di più a sé, come se non volesse lasciami scappare. Riabbassò la zip del vestito e questa volta lo tolse del tutto. Mi fece salire sul bancone e io incrociai le mie gambe intorno alla sua vita. Mi sollevò dal bancone cercando di sbottonarmi il reggiseno ma i suoi tentativi furono vani.
-Styles-risi- mi deludi.
Mentre giocherellava con il gancio del mio reggiseno gli sbottonai la camicia, non mi ero mai accorta del suo fisico così perfetto. Gliela sfilai e la lasciai cadere a terra vicino al mio vestito. Rinunciò a sbottonare il reggiseno e tornò a baciarmi. I suoi baci erano caldi e al cocco e si divertita a mordicchiarmi il lobo dell’orecchio.
-Payne sei rigida-mi diede un altro bacio-lasciati andare!
-Sto facendo una gran cazzata-
gli sbottonai i pantaloni.
Lascio cadere a terra i pantaloni e mi sfilò l’intimo e poi fece lo stesso con il suo.
Si stese su di me e mi diede un altro dolcissimo bacio.
Delicatamente mi fece sentire sua, mi fece toccare il cielo con un dito e poi mi fece ritornare all’inferno immaginando quello che sarebbe successo dopo.
Rimanemmo stesi su quel bancone per un’altra mezz’ora. Era strana come situazione. Eravamo nel laboratorio di biologia e nella palestra accanto si stava svolgendo il ballo.
Era più di un’ora che mancavano e di certo, qualcuno aveva notato la nostra assenza. Lo feci rivestire e tornammo alla festa.
Zayn era in un angolo a parlare con Louis, il cantante della band e sembrava non essersi accorto della mia mancanza. Caroline ballava tra una folla di ragazzini. Harry la raggiunse strappandola via a quello spettacolo e io raggiunsi Zayn.
-Ehi-accennò un sorriso-dove sei stata?
Mi guardai le unghie mezze mangiucchiate.
-Stavo chiarendo con Harry.
-Mi fa piacere-
mi sorrise-ti presento Louis, il figlio del preside.
-Nicole-
gli porsi la mano e lui la strinse sorridendo.
Mi sembrava che guardasse Zayn in modo strano però, sembrava piacergli nel vero senso della parola. Rimasi un po’ a parlare con loro e poi tenni il mio discorso da organizzatrice del ballo.
Zayn mi riportò a casa e per tutto il tragitto non fece altro che parlarmi di quanto fosse simpatico e carino Louis. Sembrava la mia migliore amica dopo il primo appuntamento.
-Non è che ti piace?-lo guardai quando si fermò davanti a casa.
-Piacere?-mi sorrise-amore per me ci sei tu.
Abbassai lo sguardo sentendomi in colpa terribilmente.
Lo salutai e scesi dalla macchina. Mentre mi stavo svestendo mi vibrò il telefono: Due messaggi.
“Ti dispiace se domani mattina mi vedo con Louis per un caffè?” Zayn.
“Ho lasciato Caroline mentre l’accompagnavo a casa. Scusami per quello che è successo.” Harry.
Mi lasciai cadere sul letto e mi addormentai quasi subito.

Camminavo per le strade e vedevo intorno a me gente che mi squadrava, mi faceva sentire una puttana come se sapessero quello che avessi fatto. Come se tutti intorno a me avessero assistito alla scena e stessero giudicando.
Solo lui però non mi guardava male, anzi mi sorrideva e apriva le sue braccia. Corsi verso di lui e lo strinsi forte a me. Mi era mancato quel contatto. Mi era mancato il suo profumo.
-Ciao piccola mia-la sua voce era un sussurro.
-Liam..-la mia voce era rotta dal pianto.
Stavo piangendo, ma non l’avevo notato.
-Senti ciò che hai dentro-mi sorrise-non seguire quello che dicono gli altri.
La sua presenza si fece sempre più lontana.
Caddi sulle ginocchia e iniziai a piangere.
-Liam ti prego-lo chiamai-non lasciarmi.


Mi sveglia in camera mia, tutta sudata.

S.

*EccomiEccomi*
Liaaaaaam! ç.ç Mi sento in colpa per averlo fatto morire affogato! D:
Ok, basta! Spero che vi sia piaciuto! Al prossimo! :))

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Capitolo 15
*** Per l'ultima volta sulle mie. ***


“Caro Anonimo,
tu non immagini neanche come la mia vita abbia iniziato ad andare a rotoli dopo aver scoperto che andrai in America e non potremo più sentirci. Non avrò più nessuno con cui sfogarmi.
Ti starai chiedendo di Harry. Bene, con lui ho fatto una grossa cazzata, la più bella della mia vita. La sera del ballo mi ha portato nel laboratorio di Chimica per chiarire la situazione che si era venuta  a formare ma l’unica cosa che sono  riuscita a fare è stata concedermi  a lui. Amo Zayn ma Harry è…semplicemente Harry. Una parte di me, lo desidera con tutta se stessa, ma la restante è più razionale ed è convinta che Zayn sia quello giusto.
Dopo quello che è successo due settimane fa, non riesco più a confidarmi con Harry come prima. E’ una situazione strana.
Zayn si sta notevolmente allontanando invece. Sembra preso da Louis, il figlio del preside fidanzato di cui sicuramente non ti ho parlato. E’ un bel ragazzo, ma mi sta portando via il fidanzato e potrà anche sembrare assurdo, ma sono gelosa della loro amicizia. Anzi, sono più che convinta che tra di loro ci sia più che semplice amicizia. Di questo ho deciso di parlare oggi con Zayn. Harry mi accompagnerà perché non posso affrontare certi discorsi da sola, ho paura di esagerare con le parole.
Non voglio perdere Zayn per un altro ragazzo. Io lo amo per davvero e non per finta come fanno tutte le altre ragazze solo perché ora è diventato un bel ragazzo.
Io voglio poter viverlo ogni giorno.
Voglio poterlo sentire ancora una volta mio.  Insomma, non voglio che mi lasci per un altro ragazzo. Non per il figlio del preside che,oltretutto, è fidanzato.
Ah, per quanto riguarda il college, sono stata accettata a Bradfield e al King's College. Sono quasi sicura di frequentare il King però. Hanno la miglior facoltà medica in tutta europa e per me che voglio diventare chirurgo sembra adatta.
Staremo ugualmente a troppi chilometri di distanza per scriverci, giusto? Dammi la possibilità di scoprire chi sei prima che tu parta, per favore.
Con affetto, Nicole”

Rilessi la lettera e andai a lasciarla nella buca delle lettere. Harry mi stava già aspettando seduto sulla panchina per andare a trovare Zayn e parlargli.
-Sono nervosa.
Mi abbracciò e annui.
-Lo so, piccola-mi diede un bacio sulla fronte-ma non preoccuparti, ci sono io.
Iniziammo a camminare verso casa del mio ragazzo mentre ripetevo il mio discorso nella mente. Alcuni tratti mi sembravano troppo forzati e troppo da “mi sto arrampicando sugli spechi”, altri mi sembravano troppo falsi e altri addirittura assurdi. Avrei detto la prima cosa che mi fosse passata per la testa.
Svoltammo l’angolo di casa sua e avvicinandomi notai due ragazzi che si baciavano. Sorrisi. Non avevo mai avuto nulla contro i ragazzi gay che si scambiavano baci in pubblico, erano coppie come le altre, come me e Zayn.
Continuando a camminare, riconobbi la cresta nera e la maglia a righe che portava Louis al ballo. Guardai Harry che aveva appena deglutito pesantemente.
-Non sono loro-sospirai-dimmi che non sono loro.
-Nicole io…

Le sue parole furono interrotte dalla mie lacrime. Le gambe non mi ressero più e caddi sulle ginocchia. Gli occhi fissi sui corpi di quei ragazzi che stavano continuando a scambiarsi un bacio passionale. Zayn che prendeva la mano di Louis e lo portava dentro casa sua e poi infine Niall, che affacciava alla finestra e sgranava gli occhi vedendo me in ginocchio.
Corse giù lasciando la porta aperta da cui si affacciò Zayn per vedere cosa stesse succedendo.
Abbassò lo sguardo quando mi vide e mi venne in contro. Si sedette di fronte a me. Avevo ancora lo sguardo fisso nel punto in cui si stavano baciando pochi minuti prima.
-Pulce-mi prese il viso tra le mani-guardami, sono qui.
Girai il viso verso di lui e aspettai che parlasse.
-Cosa hai visto?
Continuai a non rispondergli, cercando di trattenere i singhiozzi.
-Pulce-sospirò-parlami.
-Per dirti cosa?-
riuscì a rimettere in ordine le mie idee-che non mi sarei mai aspettata di trovarti attaccato alle sue labbre? Che pensavo che quelle labbra sarebbero state sempre e solo il mio rifugio?
Le lacrime cominciarono a sgorgarmi dagli occhi senza freni.
Con un fazzoletto lui cercò di asciugarle,ma erano troppe per essere portate via.
-Queste labbra saranno sempre il tuo rifugio-cerco di sorridere-le mie braccia saranno sempre casa tua, il mio cuore sarà sempre e solo tuo. Sei la prima ragazza che ho amato davvero. La prima con cui ho fatto l’amore, la prima che mi ha portato fin su in paradiso.
Alzai gli occhi verso di lui, cercando di capire il senso delle sue parole. Come potevo trovare rifugio in lui ancora?
-Ma Louis è qualcosa di nuovo per me-abbassò lo sguardo-E vorrei provare a seguire il mio istinto. Ti amo, ma se qualcosa mi ha portato da lui devo lasciarti.
Prese un fazzoletto e si pulì la labbra prima di poggiarle per l’ultima volta sulle mie.
-Zayn-sospirai-io ti amo.
Mi diede un altro bacio sulla fronte e tornò in casa dove lo stava aspettando Louis. Si girò un ultima volta per guardarmi e notai che anche lui stava piangendo.
Harry mi tirò su per le spalle e mi riportò a casa.
Eravamo entrambi stesi sul mio letto a guardare il soffitto. Nessuno dei due parlava e qualche volta il mio corpo era percorso da violenti singhiozzi.
Mi strinsi forte al petto di Harry e mi addormentai.
 
Camminavo di nuovo per le vie di quella città, questa volta piangevo e tutti mi chiedevano il perché.
Liam era sulla solita panchina e accarezzava un gattino.
-Ciao piccola mia-mi sorrise e si alzò per abbracciarmi.
-Stanno andando via tutti-il mio pianto divenne più forte-voglio rimanere qui con te.
Sciolse l’abbraccio e mi guardò sorridendo.
-Anche io vorrei tenerti qui piccola mia, ma non è possibile.
Tornai tra le sue braccia prima che si dissolvesse del tutto.
-Non fermarti solo alle apparenze e sta attenta a Justin, ha bisogno di te.


Quando mi svegliai ero sotto le lenzuola e Harry non c’era più. 

S.

*EccomiEccomi*
Sono el 0.29 e scrivendo questo capitolo quasi piangendo vi giuro. Era un capitolo troppo importante per la storia e aveva paura di non riuscire a descrivere lo strazio di Nicole nel scoprire che Zayn è diventao gay (che perdita oh). Ma ora, arrivata a questo punto, mi chiedo: CI SONO RIUSCITA?
Recensite in tante *-*
Ah, e visto che è l'ultimo dell'anno avevo pensato di farvi un regalino: se mi inviate il link delle vostre FF utilizzando la posta di questo sito, io le leggerò e quelle che reputerò degne, avranno un po' di sana pubblicità nel prossimo capitolo!
Io sono stata così buona, però voi, recensite in cambio eh u.u

Prima di lasciarvi ci terrei a dirvi che ho scritto un'altra OS tratta da un sogno che ho fatto ieri notte. Se volete leggerla questo è il ink: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=908428&i=1

S
pero che il 2012 vi regali ogni felicità che vi meritiate. Buon anno a tutte splendori <3

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Capitolo 16
*** Il mio unico ruolo. ***


Corsi in camera di mio fratello e lui non c’era. Lo chiamai. Primo squillo, secondo squillo. Al terzo rispose.
-Dio, Justin-sospirai-dove sei?
-Da Liam.
Annui, avrei dovuto immaginare che fosse lì.
-Mi aspetti?
-Si.
Chiuse la chiamata e io corsi a vestirmi. Stava piangendo, si sentiva dalla sua voce roca. Presi un Taxi e mi feci portare al cimitero, poco lontano dalla città. Camminai tra le lapidi e da lontano riconobbi il suo cespuglio di capelli neri. Era accovacciato sulla sua tomba e piangeva come un bambino di due anni che vuole la sua mamma.
-Perché mi hai lasciato qui da solo-un singhiozzo percosse il suo corpo-dimmi perché!?
Alzo di più la voce come se volesse farsi sentire da qualcuno.
-Danielle ha sempre e solo amato te-sospirò- e io stupido che ho voluto crederci.
Sapevo che anche lei non era riuscita a togliersi dalla testa Liam, il mio Liam.
-Mi ha preso i giro fino a ieri e tu lì sopra che facevi!?-diede un pugno al marmo freddo-non potevi avvisarmi!?
Una lacrima solcò il mio viso. Eravamo entrambi arrabbiati con lui da quando ci aveva lasciati. Eravamo entrambi pieni di sensi di colpa per quello che era successo ma nessuno dei due lo dava davvero a vedere.
Mi avvicinai a lui e, sentendomi il rumore dei miei passi, alzò il viso verso di me.
I suoi occhi si erano ridotti ad una piccola fessura e aveva le nocche delle mani arrossate.
Mi inginocchiai accanto a lui e diedi un dolce bacio alla foto di mio fratello. Justin mi abbracciò e scoppiò a piangere più forte di prima.
-Cuore mio calmati.
-Come faccio a calmarmi-
le sue lacrime mi distruggevo-mi manca, mi manca dividere la camera con lui e litigare per il suo disordine. Mi manca giocare a basket con lui e prendere in giro te. Mi manca ridere con te, con voi.
Lo strinsi più forte a me. Sembrava così piccolo e indifeso in quel momento.
Solo poco dopo realizzai le parole di Liam: Sta attenta a lui.
Ero entrata egoisticamente in una palla di vetro che mi aveva allontanata da lui e dal suo stato d’animo. Avevo pensato solo alla mia felicità, tralasciando la sua.
Mi tornò in mente Lui, la scena del giorno prima. Mi accasciai sulla tomba di mio fratello e Justin mi guardò preoccupato. Mi prese per le spalle e cercò di farmi parlare, di spiegargli la situazione. Non riuscì a parlare. Non riuscì a pronunciare il suo nome. Faceva male, troppo male ricordare quei pochi attimi. Quel suo ultimo bacio, quelle sue parole.
Era come se, improvvisamente, qualcuno ti sfrattasse da casa tua senza darti la possibilità di recuperare le tue cose.
Tornammo a casa a piedi. Non passavamo molti Taxi da quelle zone. Quando tornammo a casa i nostri genitori erano già al lavoro. Fui sollevata dall’idea di non trovarli in casa. Non avrei dovuto spiegare il perché di tanta fretta.
Mi ricordai di Anonimo, della lettera che gli avevo scritto e corsi a controllare se ci fosse una sua risposta.
Aprì la cassetta della posta ed estrassi una lettera.
aperette.“Cara Nicole,
Sono davvero felice che la King ti abbia accettata e penso che avrei una perfetta formazione medica lì. Poi, conoscendoti, penso che diventerai un ottimo chirurgo.
Allora, sei andata da Zayn? Cosa avete concluso? Spero che tutto sia andato per il meglio.  Te lo meriti davvero.
Stanotte stavo pensando ad una cosa. Il mese prossimo partirò. Sai, dopo il diploma non avrò più nulla da fare qui e penso di andare ad ambientarmi un po’ lì.
Magari, il giorno prima che io parta possiamo vederci. Però, promettimi una cosa: non arrabbiarti con me. Se ho nascosto la mia identità è perché volevo farti conoscere la parte più profonda di me. Devi scusarmi se poi non sarò abbastanza bravo con le parole da poterti spiegare il tutto.
Ho lasciato la mia ragazza l’altra notte.
Sono innamorato del tuo modo di scrivere, del tuo sorriso che vedo ogni mattina a scuola. Sono innamorato di quello che sei quando scrivi. Sono innamorato della tua essenza. Semplicemente.
E ora, non me ne frega niente se mi prenderai per pazzo. Sono uno di quei ragazzi che prima una ragazza se la prende e poi la butta via. Sono uno schifo. Ma lo faccio perché nessuno è mai riuscito a scorgere il mio vero lato. E tu sei l’unica con cui sono me stesso.
Vediamoci venerdì 15 giugno alle 16:00 nel parco delle paperette

Con amore, Anonimo”
Fu l’ultima sua lettere che lessi. Non ebbi più il coraggio di rispondergli. Avevo paura di non trovare le parole giuste per dirgli che non credo al fatto che fosse un mezzo puttaniere.  Non avevo il coraggio di trovare le parole giuste a quella lettera. Ero una codarda e lo sapevo.
In quell’ultimo mese mi preparai per il diploma. Passai il mese a casa con Justin che mi aiutava e che sembrava aver dimenticato Danielle, almeno pareva così.
Il giorno prima dell’esame finale, rilessi tutte le sue lettere. In meno di 48 ore lo avrei visto per la prima volta, o forse per l’ennesima. Non sapevo chi fosse. Non sapevo neanche se scoprendo la sua vera identità  avrei preso il tutto bene.
Chiamai Harry, non volevo andare da sola.
-Pronto?
-Harry sono Nic-sospirai-mi faresti un favore?
-Certo, dimmi.
-Mi accompagni al parchetto dopo domani?
-Non posso-sospirò-devo preparare le valigie per il college.
Il college? Harry aveva scelto il college e non me lo aveva neanche detto?
-Ah-ero delusa-verresti da me allora?
-Certo-lo sentì ridere-arrivo subito.
Buttai il cellulare sulla poltrona all’angolo e poggiai la testa sul cuscino.
Era più di un mese che vedevo Zayn tra i corridoi della scuola e evitavo ogni suo sorriso. Tutte le mattine Louis lo accompagnava a scuola e veniva a riprenderlo. E io? Io andavo e tornavo a casa a piedi e se mi andava bene scroccavo un passaggio a Harry che guidava in modo spericolato la sua motocicletta.
Mi mancava stare tra le sue braccia, mi mancava il suo profumo, mi mancavano le sue labbra. Ma tutto l’amore che avevo potuto dargli si era trasformato in odio. Odio verso quelle lacrime versate su quel marciapiede. Odio per me che mi ero innamorata di lui. Odio per Danielle che aveva preso per il culo Justin.
Qualcuno bussò alla porta ed entrò senza che rispondessi, richiudendo il tutto alle sue spalle.
Aprì gli occhi. Harry era seduto ai piedi del letto con la testa fra le mani.
Mi accovacciai dietro di lui e lo abbracciai.
-Che succede?
-Caroline è tornata.
-Coosa?-
alzai la voce.
Quelle parole mi avevo fatto arrabbiare a tal punto da farmi rendere conto di essere gelosa. Gelosa del fatto che dopo quella notte nel laboratorio di biologia lui avrebbe dovuto volere solo me. Sarebbe dovuto essere mio e solo mio. Ma che cosa stavo pensando?
Nicole tu amavi Zayn, non potevi volere Harry.
Mi alzai e mi sedetti sulle gambe di Harry. Stava parlando ma non avevo ascoltato nulla di tutto ciò che mi stava dicendo. Mi strinse forte a sé e io affondai la mia testa nei suoi ricci.
-Io-sospirò-ho paura di essermi innamorato.
Harry aveva paura di essersi innamorato di chi?
Lo guardai e lui accennò un sorriso.
-ecco perché ho rifiutato Caroline.
Era innamorato di una ragazza, aveva rifiutato Caroline, stava partire per il college e io in tutto questo cosa c’entravo? Niente.
Tornai a stendermi sul letto e richiusi gli occhi. Avrei incontrato Anonimo. Era questo il mio unico ruolo in quel momento. 

s.

Ciaooooo!
Porco cane, il primo capitolo che carico dell'anno nuovo, amatemi <3
nessuno che si sia degnato di farmi leggere la sua FF! Porco cane!
Allora facciamo così, voi mi inviate i vostri link e io nel prossimo li pubblicizzo! Ci tengo a fare questa cosa! Lo potete anche scrivere in una recensione! QUELLO CHE VI PAREE! ma fatelo u.u <3

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Capitolo 17
*** Si, ora lo sono ***


-Non so dove finirò domani una volta preso il diploma. Non so andrò al college o preferirò fare la babysitter a vita-sospirai-ma sono certa di una cosa: non rimpiangerò nulla di quello che avrei potuto fare ieri. Avrei potuto raggiungere livelli più alti? Al diavolo i livelli più alti. Avrei dovuto tenermi le persone più strette al mio cuore?-guardai Zayn che sgranò gli occhi-al diavolo loro e le loro crisi esistenziali.-abbassò lo sguardo-ho 18 anni, e l’unica cosa di cui sono sicura è che ho una vita che sarà piena di odio, amore, sofferenze e risate. La vita è tutta una contrapposizione: odio e amore, sofferenze e felicità. Pianti e risate.
Auguro a tutti voi una gran vita. Ognuno di voi se lo merita. Grazie.
Finì il mio discorso finale e tornai al mio posto. Harry mi strinse una mano e mi sorrise. Il preside mi fece un applauso e poi ci chiamò uno ad uno per consegnarci il nostro diploma. L’esame orale si era rivelato più facile di quello che pensassimo ed ero riuscita ad ottenere un bel 100. I miei genitori sarebbero stati fieri di me non appena glielo avessi detto.
Il preside mi strinse la mano e mi sorrise consegnando la mia pergamena.
Ci fu un gran banchetto organizzato in palestra a cui parteciparono tutti i neodiplomati. Ero seduta in un angolo della stanza e stavo chiacchierando allegramente con un ragazza che frequentava il mio stesso corso di spagnolo. Louis si avvicinò a me e mi prese per un polso.
-Vieni, dobbiamo parlare.
Mi alzai e lo seguì. Mi portò nel laboratorio di Biologia. Abbassai lo sguardo ricordando ciò che era successo e sospirai, cercando di calmarmi.
-Che vuoi?-lo guardai.
I suoi occhi azzurri erano contornati di rosso, aveva pianto o si era fatto una canna.
-Devi smetterla di guardare male Zayn, lui ci soffre-sospirò stingendo aria in un pugno-Fino a due minuti fa stava piangendo in bagno e solo per quella frase del tuo discorso.
Lo guardai cercando di trovare le parole più adatte per quel momento. Mi limitai ad abbassare lo sguardo che però cadde su un braccialetto che mi aveva regalato lui a Natale.
Era uno di quei semplici bracciali con una catena e un cuoricino con un incisione “Per sempre il tuo rifugio”
Alzai lo sguardo e cercando di non alzare il tono della voce. Ma ero infuriata con quel ragazzo che avevo davanti. Si era portato via il mio rifugio, il mio porto sicura in una serata di tempesta. Zayn era andato com’era arrivato. Troppo velocemente. Era strano il modo in cui non mi facesse più effetto.
Il semplice fatto che fosse diventato gay, mi aveva allontanato dall’idea di riaverlo con me. Ero riuscita a chiuderlo a chiave con doppia sicura in un angolo di me stessa e in quel momento Louis non si poteva permettere di farmi sentire in colpa per una cosa che non avevo fatto!
-Credi davvero che me ne possa fregare qualcosa ora? Credi davvero che io possa provare un senso di rimorso per quelle parole? Se credevi in questo ti sbagliavi! Io non sono come le altre ragazzette che non ragionano e annuisco! Non so cos’abbia fatto la tua ex quando l’ha scoperto ma io non sono lei! E se credi che dopo avermi detto che sta piangendo in bagno possa correre da lui e chiedergli scusa ti sbagli di grosso-agitai un dito davanti al suo viso-sei entrato nella nostra vita. Ci hai distrutti! Andate al diavolo, entrambi!
Scandì le ultime parole e poi uscì dal laboratorio di biologia.
Harry era seduto a terra vicino a uno degli armadietti e quando sentì la porta sbattere si girò verso di me. Non avevo dato a Louis neanche il tempo per parlare. Per controbattere. Sciolsi lo chignon in cui avevo raccolto i capelli e iniziai a correre per i corridoi della scuola cercando una via d’uscita. Andai a sbattere contro qualcuno. Alzai lo sguardo. I suoi occhi erano rossi e una lacrima stava ancora solcando il suo viso. Feci un passo indietro spaventata della troppa vicinanza. E lui si accigliò.
-Ti faccio anche paura ora?
Abbassai lo sguardo e sedetti vicino ad uno degli armadietti con la testa tra le mani.
-Voglio Harry-sospirai-ho bisogno di Harry.
Zayn si inginocchiò davanti a me e mi alzò lo sguardo.
-Harry?-sospirò-mi hai dimenticato con lui?
-E anche se fosse? Tu ti sei tanto dato da fare con Louis.
-Nicole era il nostro migliore amico.
-Hai detto bene, era.

Mi alzai non appena vidi l’esile figura affacciarsi nel corridoio.
-Voglio lui, con tutto il resto dell’anima che mi rimane-urlai- lui c’è sempre stato! Io voglio lui e se anche volessi ricominciare con lui a te non deve interessare.
Era ancora seduto a terra, lo sguardo fisso verso il pavimento.
-Ti odio Zayn! Ti odio con tutta l’anima lacerata che mi hai lasciato! Harry è capace di ricostruirla!
A quelle parole mi girai  di colpo e lui era dietro di me che mi stringeva i fianchi. Aveva gli occhi fissi nei miei e sorrideva. Era felice.
Mi strinsi al suo petto. Avevo lo stesso profumo della sera del ballo. Abbassò la testa e la poggiò sulla mia. I suoi ricci mi solleticavano la fronte.
-Sei mia.
-Si, ora lo sono.

Mi alzò il viso con un dito e posò le sue labbra sulle mie. Davano ancora di miele. Come quella volta.

S.

*EccomiEccomi*
TeamZayn, non odiatemi vi prego! IO VI AMOOO! <3
TeamHarry su le mani su le mani! AMO ANCHE VOIII! <3
Ok, sono in fase isterismodepressivo da " MANCANO DUE CAPITOLI ALLA FINE" Un altra mezza cacchetta come questo e l'epilogo!
Giuro, che chiunque non leggesse la prossima FF che sto scrivendo *amatemi* mi mancheràà!
Ora, PUBBLICITAAA'!
You're my Kriptonite di kissmehoran:http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=912666&i=1 
adoro l'idea che ha avuto sulla fotografia! Anche a me piace fare foto, soprattutto a mia sorella quando dorme (?)

Tell me you love me di Ms_MartyReid: http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=899309&i=1%20.
La trovo seriamente spettacolare! E se bisogna crederci se lo dico io (?)

Please come back to me di _Shebelieves_:http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=906869&i=1
Il fratello della protagonista è strafigo! *-*

Faith di _Deina13: http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=912435
Ha solo il prologo, ma ispira davvero! Vabbè che io amo il suo modo di scrivere! CONDIVIDETE IL MIO AMOREEE! (?)
 
Grazie per l'attenzione! 
Al prossimo capitolo, che sarà il penultimo! 

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Capitolo 18
*** A tra venti anni. ***


Tornammo a casa. Mi accompagnò fin dentro la mia cameretta e si accoccolò sulla poltroncina.
-Allora me lo dici che college hai scelto?
-No.
-Come no?-
lo guardai male.
-Non c’è niente da sapere. Mi devo prima ambientare in quella città e poi decido se frequentare quel college.
-nome?
-Scordatelo.

Mi buttai sul letto. Tutte le lettere di Anonimo caddero per terra. Erano più di cinquanta.
Harry mi aiutò a raccoglierle e poi andò via quasi volesse lasciarmi una certa intimità con quelle parole, come se il giorno dopo sarebbero svanite tutte senza che io potessi essere in grado di parlare.
Le rilessi, di nuovo, una ad una appuntando su un foglio quelle piccole caratteristiche che mi avrebbero fatto capire chi fosse.
Gli occhi
Il sorriso
Il fatto di essere un Puttaniere.
Il non sapersi mostrare agli altri per com’era davvero.
La sua mania di guardami a scuola.

Passai tutta la notte pensando e ripensando a quelle parole. E lui era l’unica persona che mi veniva in mente.
Cercai di non pensarci, mi sembrava così assurdo. Quando mi alzai dal letto quella mattina, notai justin sulla poltrona della mia camera che leggeva un libro.
I caldi raggi di sole gli illuminavano il viso. Lui e Liam erano diversi, completamente diversi ma erano entrambi bellissimi. Troppo belli per essere due semplici ragazzi di città. Li reputavo due angeli troppo perfetti anche per il paradiso.
Alzò la testa dal libro e mi sorrise.
-E’ il grande giorno eh?
Anche a lui avevo raccontato di Anonimo e mi aveva sempre appoggiata nella scelta di scrivergli a differenza di mia madre che era convinta che alimentassi false speranze.
-Che ore sono?
-Mezzogiorno!

avevo quattro ore per prepararmi. Mi alzai dal letto e lo sistemai alla meglio. Mi accorsi che non sapevo cosa mettere e aprì l’armadio.
Optai per una gonna alta sabbia e la maglia di alice larga che mi cadeva su una spalla.
Decisi che avrei raccolto i lunghi capelli in una treccia e messo le ballerine bianche che si intonavano alla maglia.
Scesi in cucina e preparai il pranzo.
Io e mio fratello chiacchierammo sorridendo davanti ad un buon piatto di pasta al sugo.
Erano le due e mezza quando entrai in bagno per fare un doccia. Uscì tre quarti d’ora dopo.
Mi vestì e dopo aver sistemato i capelli mi truccai un po’
-Fammi gli auguri!
Justin si avvicinò a me e mi strinse forte.
-Andrà benissimo vedrai.
Uscì di casa e mi incamminai verso il parchetto. Non era molto lontano e ci avrei impiegato massimo cinque minuti a piedi.
Quando arrivai, un paio di bambine erano stese sull’erba a parlottare tra di loro, altri bimbi giocavano a palla.
Una figura esile stava dando da mangiare alla paperelle. Qualcosa mi diceva che era Anonimo.
Mi avvicinai con calma e in quella figura trovai qualcosa di famigliare.
Si girò verso di me e sorrise. Mi pietrificai. Era lui. Anonimo era Lui.
-Ciao Nicole.
La sua voce, quel pomeriggio sembrava più dolce.
-Sei tu?-lo guardai-sei sempre stato tu?
Lui annui e si andò a sedere sulla panchina di fronte al piccolo stagno. Mi prese una mano e mi accarezzò una guancia.
-era l’unico modo per sentirti davvero mia.
-Dio Harry, potevi dirmelo.
-No, non potevo-
sospirò-tu eri presa da Anonimo e non da Harry.
Abbassai lo sguardo, aveva ragione.
Ero stata sei mesi con Zayn, sei lunghissimi mesi meravigliosi. E poi tutto era svanito. L’avevo tradito e lui non lo sapeva e poi era diventato gay, come per ripicca.
Mi balenò alla testa la Juilliard. Sarebbe volato via? Mi avrebbe lasciata da sola? No, io avevo bisogno di lui. Non poteva farmi questo.
-Domani parto e non so quando torno e se torno.
Abbassò lo sguardo. Feci lo stesso incapace di trovare le parole giuste per rispondergli. Sarei rimasta da sola.
-Ti amo Nicole-sospirò-ma ho bisogno di quella laurea per me e per la mia futura famiglia.
Annui. Non poteva rinunciare al suo sogno per una cotta adolescenziale.
-Fai bene-lo guardai-farei lo stesso se fossi in te.
Mi guardò per un attimo che sembrò eterno. Mi baciò e sentì il miele invadere la mia bocca, forse per l’ultima volta, forse per una delle tante.
-Rivediamoci qui, fra venti anni.
-Venti?

Annui e mi sorrise.
-Vent’anni sono pochi se pensi che dieci ne devo fare io tra conservatorio e università.
-E gli altri dieci a che ti servono?
-A trovare un lavoro in Gran Bretagna.

Lo guardai scettica emi baciò di nuovo. Era un bacio diverso, malinconico. La sensazione che mi invase fu strana, come se quel bacio volesse portarmi via il resto della mia anima.
Tornammo a casa, mano nella mano.
Parlammo dei suoi sogni, dei suoi progetti. Di quanto io volessi diventare brava in medicina e di quanto lui sarebbe diventato un bravo cantante e compositore.
Poi arrivò il suo taxi. Doveva portarlo all’aeroporto.
Mi diede un altro bacio e poi salì su quella macchina gialla che gli avrebbe permesso di diventare qualcuno.
La macchina partì e lui si affacciò dal finestrino. Mi sorrise un’ultima volta.
-A tra venti anni.

S.


*EccomiEccomi*

Baby is hereeeeeeeee! E se vi state chiedendo chi è Baby, baby sono ioooooooooooo! (?)
Allora! L'incontro è stato deludente, lo so, lo so! 
Ma per raggiungere l'epilogo che ho scritto doveva essere più o meno così (?)
E ora, vi presento il prologo della MIA NUOVA FF http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=914240&i=1
M
i farebbe piacere se qualcuno la leggesse ! *-*

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Capitolo 19
*** Epilogo. ***


20 anni dopo. Avevo passeggiato per tutta l’estate sullo stesso vialetto cercando di scacciare il pensiero che lui potesse essere lì. Poi, avevo smesso per un po’.
Ci ero capitata di nuovo in quella fresca giornata d’autunno. Pausa pranzo dal lavoro.
Era diventato stressante lavorare in ospedale, soprattutto da quando ero diventata uno dei miglior i chirurghi dell’intera Europa.
 Stavo andando a sedermi sulla mia panchina preferita per scrivere ancora qualche lettera ad Anonimo. Non gliene avevo inviata più nessuno da quando era partito, ma continuavo a scrivergli per sfogarmi.
Fui attirata da quella figura esile che stava dando da mangiare alle paperelle.
Sgranai gli occhi credendo che fosse un miraggio, un’altra illusione ottica.
Si girò per buttare il sacchetto ormai vuoto e mi sorrise. Era lui, era tornato.
Mi accarezzò una guancia e l’altra mano la fece intrecciare alla mia.
-Cos’hai da fare per il resto della tua vita?
-Amarti sarebbe una delle cose migliori.

Mi sorrise e, come ogni giorno da quello, percorremmo il vialetto mano nella mano.”

Gli rilessi il nostro libro per l’ultima volta prima che potesse andare via.
Mi strinse la mano e io lo guardai. Le rughe ormai avevano contornato il suo bel viso e i suoi occhi ormai apparivano stanchi e lontani. Le sue labbra, che una volta davano di miele, ora era tutte screpolate e sanguinanti.
Mi sorrise e poi, con quell’espressione sul viso, lasciò la mia mano e chiuse gli occhi, per l’ultima volta.
Non piansi, non ne avevo le forze.
Rilessi la dedica che c’era all’inizio del suo primo libro.
“a lei, la donna che mi è sempre stata accanto e di cui ora non posso liberarmi. Colei che mi ha ridato il sorriso. Colei che mi ha donato tre fantastici figli.
Il nostro amore baciato dalle lettere ci terrà uniti.
Ti amo, tuo per sempre.
Harry.”

Accarezzai dolcemente quella pagina prima di riporre il libro nel cassetto. presi in mano la medaglietta con la foto di Liam che portavo al collo da qualche anno ormai e le diedi un bacio.
-Ehi Liam-sospirai-ora prenditi cura tu di lui.

S.

*EccomiEccomi*
Volete vedere come ora vi farò rimanere male? Andate nel prologo e ditemi, ci sono delle virgolette che non ho chiuso?
Si che ci sono! E le ho chiuse proprio ora con la fine del "Libro"
Come vedete sono diventati vecchi insieme *checosadolcee*
Porca carota bollita, ho finito anche questa! T.T mi viene da piangere! D:
Come sempre voglio ringrazie tutte coloro che hanno inserito la storia tra le preferite, le seguite e le ricordate!
Voglio ringrazie soprattutto chi mi ha sempre seguito e recensito per avermi dato la spinta in più per finire questa storia e iniziarne un'altra! 
Posso lasciarmi alle cose smielate? POSSO POSSO?

IO VI AMO! VI AMO! 

ecco, l'ho detto *-*
Ripeto che sto scrivendo anche un'altra FF e mi farebbe piacere se la seguiste!http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=914240&i=1  
Un bacione a tutte quante! <3

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