Lucy's story

di fiona
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


                                      Capitolo 1

 
Era la sera prima della partenza . Mia madre era molto felice perché dovevo andare da mio padre che non vedevo da  anni. Ero felice perché rivedevo mio padre ed avrei conosciuto molte persone, ma nello stesso tempo ero triste perché dovevo lasciare la mia casa, il mio adorato cane ed i miei cari amici. Era l’ora di cena, io stavo ancora preparando lo zaino. Ad un certo punto mia madre mi disse : “La cena è pronta!” ed io risposi: “ Mamma  vengo subito “. Dopo cena mi coricai subito perché sapevo  che domani sarebbe stata una giornata stancante,bella perché avrei rivisto mio padre.
Era la mattina della partenza, ero agitata, felicissima di andare da mio padre.  Mi feci la doccia subito, sistemai la mia valigia. Io e mia madre  andammo all’aeroporto, la salutai  molto velocemente perché avevo paura di perdere l’aereo e non avevo voglia di aspettare ancora. L’aereo partì per New York alle 3.00  di pomeriggio.
Quando atterrai non vedevo l’ora di abbracciare mio padre, quando scesi vidi mio padre felice, corsi verso lui e ci abbracciamo. In macchina mi  disse: “Sono felice di averti qui per 5 anni TI VOGLIO BENE!” e risposi: “Anch’io!”. Non parlammo per tutto il tempo. Quando arrivammo a casa , ad aspettarci c’era una donna alta e bionda, mio padre ci presentò -subito :”Amore questa è mia figlia Lucy e lei è Mary la mia fidanzata!”. Entrai in casa e Mary mi disse : “Vieni cara ti porto nella tua nuova camera, ora abiterai con noi che bello! Faremo tante esperienze insieme !” e balbettai :”Come no, preferivo stare a  casa!”, mi disse: “ Che hai detto cara?” ed io risposi : “Niente!”. Stetti fino all’ora di  cena in camera mia a scrivere il mio diario.  Quel pomeriggio l’avevo passato sull’aereo da sola vicino ad un signore che faceva ridere e mi era simpatico, io stavo bene con lui perché era interessante e pure se sapeva tutta la mia storia, mi chiesi chi era? Perché sapeva tutto  di me? Ma non ebbi il coraggio di chiederlo, però sapeva che si chiamava Pierre. Mentre scrivevo pensai e ripensai  a quella frase: “ Quanti doni mi ha fatto il 1997!” che voleva dire ? Non capivo cosa volesse dire, ma avevo capito una cosa: che dovevo indagare per scoprire chi era. Mentre stavo pensando una voce da femmina mi disse : “È pronto cara!”. Quando scesi quella scema con mio padre erano seduti a tavola! Mangiammo la lasagna e la carne, che piatto banale! Mio padre mi chiese :” Come è stato il viaggio?” ed io risposi :”È stato molto bello!”. Appena ebbi finito di cenare salii in camera e finii di scrivere. Mio padre venne, mi diede la buonanotte e ricambiai. Mi addormentai subito, però il mio cervello stava lavorando per ricomporre la vicenda con Pierre, ma non ricavai niente perché mancavano dei pezzi da inserire , ma non sapevo cosa ! Mi girai e rigirai tutta la notte ma non riuscii a ricomporre la storia. Però ero felice di aver scoperto una  cosa che svolterà la mia vita,  ma dovevo andare fino in fondo per rimettere a posto quella conversazione.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Era la mattina dell’inizio del liceo, mi lavai e mi svestii. Scesi subito per fare colazione sola  con mio padre prima che la sua fidanza si svegliasse, ed invece, erano tutte due al tavolo ad aspettarmi per fare la colazione. La sua fidanzata mi disse:”Buongiorno cara! Come hai dormito?” e le risposi :”Buongiorno papà! Ho dormito benissimo!”. Mi lavai i denti, mi misi il giubbotto ed uscii. Entrai in macchina con mio padre senza Mary finalmente, così potevo raccontare tutto quello che volevo. Quando ci lasciò incominciai a parlare con lui delle mie preoccupazioni sulla mia nuova scuola, sui miei nuovi amici e sui miei professori e mio padre mi rispose che non mi dovevo preoccupare. Quando arrivammo a scuola c’erano  tutti i ragazzi che dovevano fare la prima come me, ma c’erano anche i ragazzi più grandi di me. La paura e l’ansia  mi saliva ancora di più perché non sapevo in che sezione dovevo andare. Ad un certo punto  la preside  fece il discorso di benvenuto e poi iniziò a chiamare i ragazzi, la prima fui io ero felice e salutai velocemente mio padre. Entrai nella scuola, mentre facevo il giro  per le aule, incontrai Pierre, era con un ragazzo, ma non capivo se era un alunno  o se era suo figlio. Poi arrivò una signorina e tutt’e due lo tenevano stretto, ma non capivo perché. Finalmente trovai la mia aula c’erano già tutti i ragazzi , mancavano due io ed un altro,  il prof di diritto stava arrivando mi dissero i miei  nuovi compagni, però non sapevano come si chiamava e …… All’improvviso  arrivò il nuovo prof , era Pierre e il ragazzo,  il prof disse:”Buongiorno ragazzi! Questo è Matteo, mio figlio, ha 14 anni  ed è purtroppo sordomuto, ma intelligente e simpatico.” Incominciò  fare l’appello per conoscerci, quando arrivò al mio nome fece  un grande respiro, si concentrò e disse solo  il nome. Dopo l’appello raccontò la sua storia aveva  3 figli, però una di questi era sparita con sua madre e i due figli oggi giorno l’aspettano con speranza, ma mi sta fissando come se ero io quella smarrita.
Finalmente suonò la campanella, e tutti i ragazzi si precipitarono a conoscere Matteo e videro che era molto più intelligente di loro e non lo poteva fregare nessuno. Ma il prof mi fissava mentre parlavo con i miei nuovi compagni, ma io non capivo perché. Alla fine  ci accordammo per fare una pizza di benvenuto con Matteo.
Uscì con tutti i ragazzi e vidi che nella macchina non c’era mio padre, ma Mary, che faceva là perché non era venuto papà. Suonava all’impazzata, per farmi segno di salire, io facevo finta di non sentirla, scese mi prese a ceffoni e poi salimmo in macchina. Per tutto il tragitto stemmo  zitti , ma appena arrivammo  davanti casa. Entrammo e mi disse che non finiva là. Salii in camera, ascoltai la musica, feci la cose mie. Ad un certo punto arrivò mio padre per dirmi di scendere per cenare. Mary gli raccontò tutto il fatto e lui disse: “Cara non sei sua madre, quindi non le dovevi alzare le mani, chiedi scusa!” e mary mi chiese scusa e io salii in camera, mio padre mi diede la buonanotte.
 
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


 
                                               Capitolo 3
 
Quando mi svegliai mio padre era accanto a me , e mi  disse  ‘’ buongiorno tesoro ‘’ con il vassoio della colazione. Poi mi lavai e mi svestii ed uscii di corsa da casa per evitare Mary. Durante il tragitto chiesi a mio padre se sabato potevo fare una pizza  con i miei nuovi compagni e mi rispose di sì. Arrivammo a scuola e lo salutai e scesi dalla macchina. All’entrata della scuola trovai Matteo solo, e dissi :”Ciao”, mi rispose :”Ciao Lucy”, entrammo, mentre andavamo verso l’aula mi raccontò la sua vita era affascinante e bello, poi vennero gli altri e lo salutarono. Venne il prof d’inglese e si presentò, ci presentò il nostro programma  dell’anno, per 5 ore avemmo 5 prof diversi che si presentarono, ma non Mike. Quando suonò l’ultima campana dell’ultima ora,  ci riunimmo vicino a Matteo e decidemmo per la pizza di sabato, tutti i  genitori avevano detto di sì, che bello, anche il padre di Matteo. Quando uscii vidi mio zio nella macchina, allora pensai che mio padre non mi voleva venire a prendere, ogni giorno manda un famigliare diverso, ma perché?
Salii in macchina e mio zio mi abbracciò e mi disse che la fidanzata di mio padre aveva fatto un incidente, niente di grave e gli risposi meno male.
Quando arrivammo a casa, entrai in casa con mio zio, in casa c’erano i parenti sia di lei che i miei, tutti intorno a lei come se fosse la regina, però sul pisello.
Non mi guardarono nemmeno un attimo, tutti concentrati su di lei, salii in camera, feci i compiti velocemente e misi su internet per cercare i miei amici, c’era Matteo, mi misi a chattare con lui, mi disse tante cose belle sulla sorella smarrita e la madre era sta uccisa dai medici, mi fece piangere tanto per la sua tenerezza nel raccontare le cose ed alla fine ci salutammo. Decisi di  fare un diario segreto per scrivere le mie emozioni ed i commenti. Lo incominciai subito.
                                                                                              NY, 4settembre
Caro diario,
il 3settembre è iniziata scuola purtroppo, ma i professori ci hanno detto che il primo mese non faremo niente. Oggi la fidanzata di mio padre ha fatto un’ incidente, che scema. Ma la cosa più  bella è che ho parlato con Matty. È un ragazzo dolcissimo e fragile come me, sempre sorridente, anche se la vita non lo permette perché sordomuto, la sorella è scomparsa da oramai da 14anni e la madre è morta dopo il parto. La sorella ha anche problemi meno gravi di lui. Anch’io ho problemi di scrittura e di linguaggio. Lo voglio aiutare ha cercare sua sorella, però non so come aiutarlo, domani ci provo vedrò come andrà. Non sopporto la fidanzata di mio padre, perché è troppo  scema e vizia, si compra le cose firmate e tutta una fighetta con la puzza sotto il naso. Ora devo andare perché mi stanno chiamando per la cena. Ci vediamo domani.
Scesi e vidi una grande tavolata con tutti i parenti, non c’era un posto per me, Mary mi disse che non potevo stare a tavola con loro perché io non sono un suo parente. Mi feci un panino e me n’andai a letto.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


                                               Capitolo 4
Quando mi svegliai, erano già le dieci, era sabato. Poi feci colazione con tutta calma. Giù non c’era nessuno, solo disordine, mi  lavai e mi vestii. Uscii di casa, telefonai alla  mia nuova amica e dissi che stavo arrivando all’appuntamento per andare a fare shopping: desideravo comprare un abito per andare in pizzeria la  sera.
Quando arrivai le mie amiche stavano già vedendo una vetrina di un negozio, mi sentivo felice perché per la prima volta uscivo con le mie nuove amiche.
Parlammo dei nostri compagni di classe e dissi che mi piaceva Matteo perché aveva un cuore grandissimo, tutte commentarono ciò che avevo appena detto.
Quando entrammo  nel magazzino più importante della  città, mi tremavano le gambe , mi batteva il cuore forte perché non vedevo l’ora di entrare e comprare il vestito che avrei indossato la sera stessa.
Andavamo da una parte all’altra come pazze per scegliere il vestito adatto alla sera, mi girava la testa, ma ero contenta. All’improvviso vidi un negozio poco costoso, entrammo ci provammo i vestiti, finalmente trovai un vestito bello, elegante e che mi stava bene addosso e decisi di comprarlo. Quando, tutte e quattro comprammo i vestiti per la sera, andammo finalmente a mangiare qualcosa al primo ristorante che trovammo, eravamo stanche ed affamate. Ad un certo punto vidi Pierre, rimasi immobile, mi batteva il cuore perché era la seconda volta che lo incontravo fuori l’ambito scolastico, ma lui non era da solo vicino c’erano Matteo, il fratello, e una donna. Tutti e quattro si alzarono e ci vennero a salutare, in quel momento suonò il mio telefonino, era mio padre, risposi e mi disse    che stava partendo velocemente per l’Italia per fare una vacanza con la sua fidanzata perché  voleva risposarsi, chiusi e ritornai al tavolo, chiesi se qualcuno mi poteva ospitare almeno per questa notte. Pierre si offrì ed io disperata accettai l’invito, quando finii di pranzare lui mi fece salire in macchina, andammo prima a casa mia per prendere le mie valigie e poi andammo a casa sua, per tutto il tragitto non parlai perché avevo paura, non avevo idea di cosa dire. Quando arrivammo a casa sua, mi sembra di averla vista in qualche foto  mia di quando ero piccola, ma non avevo capito il senso di tutto questo perché mi ritornavano i vecchi ricordi, perché mio padre era partito velocemente.
Quando entrai  c’era un’altra donna ad  aspettarci, mi presentai come alunna di Pierre, quando pronunciai il  mio nome mi fece un grande sorriso, e mi disse che si chiamava Anne. Poi prese Matty per mano e gli tolse la giacca, poi Matty venne verso di me, mi prese e mi fece salire due rampe di scale prima di arrivare in camera,  mi fece vedere le foto di sua sorella e vidi che le mie erano simili a queste, poi venne il fratello gli tolse l’album e gli disse che l’album era di famiglia e nessuno lo poteva vedere, gli diede uno scappellotto e lo fece piangere. Lo abbracciai e gli dissi che non si doveva preoccupare, mi sentii felice.
Quando andai giù, Pierre mi disse : “Lucia ti devi preparare perché è tardi, fra un’ora dobbiamo uscire.” Mi lavai e mi vestii velocemente e poi scesi, tutta la famiglia era lì, tutti mi dissero in coro: “ Sei bellissima”. Andammo tutti alla pizzeria , in macchina mi batteva il cuore, mi sentivo contenta perché non ero mai andata con  persone appena conosciute.
Quando arrivammo c’erano tutti, appena mi vide Antonio mi disse che ero bellissima, mi sedetti vicino a lui, mi abbracciava e mi diceva che mi voleva. E io risposi che volevo pensarci su e lui fece cenno di sì, da lontano vidi Matty che parlava con una bella ragazza, ma mi guardava e mi sorrideva e gli rispondevo con un sorriso.
Quella sera fu bellissima  perché ci divertimmo moltissimo, parlavamo delle nostre esperienze passate, dei bellissimi ricordi di quando eravamo piccoli, Matty anche lui, nonostante la sua brutta storia, la raccontò.
Quando andammo a casa, mi sentivo  un po’ stanca, ma felice perché era stata una giornata indimenticabile!  

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


All’improvviso squillò il telefonino, mi svegliai e vidi  che Antonio mi aveva mandato un messaggio con scritto “Buongiorno amore! Oggi usciamo insieme?” e gli risposi di sì, mi rimisi al letto.
Dopo un po’ di tempo venne il padre di Matty, ci portò la colazione a letto a tutti e tre. Poi mi lavai e mi vestii con molta tranquillità, poi uscii con  Antonio ed altre tre amiche, ma Matty non venne perché aveva la febbre a 38°C. Mi venne  a prendere la madre di  Antonio, in macchina mi abbracciava e mi baciava, mi sentivo felice e contenta, ma nello stesso tempo ero preoccupata per Matty. Andammo a visitare una grotta, ci divertimmo molto  perché non eravamo mai andati insieme in una grotta. Sembravamo dei piccoli esploratori. Angela che cadeva perché si era messa le scarpe non antiscivolo, io che avevo paura dei pipistrelli, quindi, mi aggrappavo ad Antonio, Mike che seguiva  la guida come se fosse la sua ombra. Quando finimmo questa interessantissima gita, la madre di Antonio ci venne a prendere, per tutto il tragitto parlammo  molto, quando  arrivammo salutai Antonio con un bacio. Entrai in casa non c’era nessuno, chiamai Matty al telefonino e non rispose nessuno, dopo chiamai Antonio e mi venne  a prendere ed insieme andammo a casa sua. Quando arrivammo Antonio mi portò in camera sua, quest’ultima era piena di libri e cd. All’improvviso mi afferrò e scendemmo veloce le scale, uscimmo e ci facemmo una lunga passeggiata nel bosco, incontrammo tanti animali, Antonio che mi sollevava e mi faceva volare,   davamo  da  mangiare agli animali. Poi ci sdraiammo sull’erba  e  ci  baciammo, mi sentii molto rilassata e contenta, stemmo molti minuti là  a baciarci. Infine rientrammo a casa felici e contenti, saltellavo per  la gioia di aver baciato il ragazzo più carino della classe. Dissi alla madre di Antonio che dovevo tornare a casa , ma lei mi rispose che se volevo potevo cenare con loro, le risposi  di sì. Infatti, fu una bella idea, mentre aspettavamo di mangiare, Antonio mise la bachata e ballammo per molto tempo , mi sentivo leggera come una piuma. Dopo circa un’ora mangiammo parmigiana e pollo, fu tutto squisito. Quando finimmo non sapevo dove andare, ero totalmente confusa e stanca, chiesi se c’era un posto per me e i genitori di Antonio mi risposero di sì.  Verso le undici, dopo aver chiacchierato ci addormentammo.  

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


La mattina dopo la sveglia suonò e saltammo giù dal letto per andare a scuola. Ci lavammo e ci vestimmo velocemente come se ci fosse qualcuno con il  fucile dietro di noi. Salimmo in macchina e Oliver, il padre di Antonio, partì velocemente, a un certo punto ci ricordammo che non avevamo fatto colazione, allora ci precipitammo  alle macchinette e prendemmo due merendine. Quando entrammo in classe il professore aveva già fatto l’appello e ci rimproverò per il ritardo. Ci spiegò come  dovevamo comportarci durante la visita al museo d’arte contemporanea. Matteo mi guardò e mi disse qualcosa con il solo movimento delle labbra, ma io non capì e feci finta di non averlo visto. Quando  salimmo sul pullman, mi sedetti vicino alla mia amica, Polly e, per tutto il tragitto, ascoltammo la musica e ci raccontammo dei fatti segreti.
Quando scendemmo io me ne andai con gli amici avanti, mentre il professore, Matty e la professoressa stavano dietro.
Entrammo  in questo museo d’arte contemporanea immenso, la guida ci diede le cuffie per sentire la descrizione di ogni quadro, noi ci guardammo annoiati, già prima di vedere i quadri, invece, Matty  era molto felice di vederli.
Durante tutta la gita prendevamo in giro gli artisti e pure i quadri. C’erano alcuni quadri molto belli, ma altri erano anche molto brutti. Per tutta la visita oltre a stare attenti alla descrizione dei quadri, ci facemmo le foto con le macchine fotografiche, i maschi  facevano foto ridicole, invece, noi femmine facevamo foto sensuali ed era  inventata  una lotta delle foto.
 Quando il giro del  museo finì, il professore ci portò nel giardino del museo per darci due ore di libertà, Giocammo a pallavolo e  a calcetto, ci divertimmo tantissimo perché le femmine vinsero e i maschi si arrabbiavano. Infine  giocammo anche a scopone  scientifico, a squadre: ogni tavolo era composto da 2 femmine e due maschi, ovviamente vinsero sempre le femmine, Matteo giocò anche lui.
Quando  ritornammo erano già le otto di sera, eravamo tutti degli zombi, sudati, ma contenti perché era stata una giornata indimenticabile. 
Quando arrivammo a casa c’erano la nonna e il fratello di Matteo ad aspettarci, salutai entrambi ed entrammo in casa e raccontammo com’era andata la gita, poi mangiammo e ci addormentammo.
Questa giornata fu una delle più belle in assoluto perché era stata diverte, bellissima, ma anche significativa per me.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


 
Il giorno dopo mi svegliai per andare a scuola, però non ne avevo tanta voglia.
Mandai un messaggio ad Antonio scrivendogli “BUONGIORNO”. Scesi per fare colazione. Quando  salii per andare a lavarmi, vidi in  camera il cellulare illuminarsi e poi spegnersi, mi avvicinai e lessi il messaggio di Antonio in cui chiedeva cosa avrei fatto quel giorno, perché anche lui non  voleva andare a scuola. Gli chiesi se potevamo saltare la scuola senza farci notare, e mi rispose che per lui andava bene. Quando arrivai a scuola, accompagnai Matteo all’entrata dove c’era la professoressa ad aspettarlo e poi con molta flemma me ne andai verso il centro, appena svoltai l’angolo vidi Antonio che mi aspettava. Quando arrivammo in centro ci fermammo in un bar per prendere un caffè e un cappuccino, poi facemmo una lunga passeggiata. Entrammo in alcuni negozi, lì io comprai due vestiti e Antonio un paio di scarpe da ginnastica. Girammo per la città, sembrava che il tempo non passasse mai. All’improvviso ci chiamò Brett, ma noi rispondemmo perché non volevamo dire dove stavamo e facemmo finta di niente. Ci fermammo a mangiare allo Starbucks e lì parlammo per molto tempo. Infine prima di tornare a casa, andammo al centro commerciale per curiosare un po’. Ci divertimmo assai, comprammo tante cose. Quando uscimmo, era già calata la sera e prendemmo l’autobus che poi ci avrebbe portati a casa. Una volta arrivati davanti casa mia, vedemmo il professore e i genitori di Antonio che erano molto adirati. Ci chiesero che fine avessimo fatto e noi gli raccontammo la verità, e loro presero una decisione cioè quella che ci accompagnavano loro in classe. All’ improvviso il cellulare di Antonio suonò, ma lui non rispose. Vidi il nome sul suo cellulare di chi lo aveva chiamato, “Amore”, ma avevo già capito qualche cosa. Quando Antonio e  i suoi genitori se ne andarono, il professore mi mandò in camera senza mangiare. Lì piansi, non solo perché mi aveva messo in punizione, ma anche perché Antonio aveva un’altra fidanzata oltre me. Gli scrissi che lo lasciavo perché avevo scoperto che  aveva un’altra. Lui nei messaggi cercava di dire bugie. Dopo tanto tempo il fratello di Matteo bussò alla  porta ed entrò. Gli dissi tutta la verità e lui mi disse delle cose segrete che nessuno doveva sapere perché per lui queste cose erano molte intime e me le aveva dette perché si fidava di me.
Quella giornata che mi era piaciuta, diventò una giornata da cancellare per sempre perché mi faceva solo male al pensiero che Antonio avesse un’altra fidanzata.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


 
Il giorno dopo appena mi svegliai, chiamai mia madre, ma non rispose nessuno. Uscii per andare a scuola pensando a mia madre ed   a mio padre, quant’era bello andare con lei a mare, in piscina ed al parco. Incontrai un tipo strano che mi fermò e mi chiese se ero per caso la figlia di Jessica Marbor. Ci pensai un po’ … ma poi gli risposi di no. Quando arrivai a scuola, la lezione era già iniziata da mezz’ora.  Il professore mi fece restare fuori dell’aula per tutta l’ora sua. Quando suonò la campanella, aprì la porta e mi fissò come se avesse scoperto qualcosa, mentre se ne stava andando gridai “perché un suo amico mi ha chiesto se ero figlia di Jessica Marbor”, lui si fermò e si mise a piangere. Uscii anche Matteo che vide suo padre piangere, lui mi portò nell’aula docenti e mi spiegò la sua storia con Jessica. Quando me ne andai, ero   confusa non capivo niente e non capivo cosa c’entrassi io in questa storia. Rientrai in classe, la professoressa non c’era ancora, mi girava la testa e chiusi per un attimo gli occhi. Quando mi svegliai, vidi solo una luce a neon e il professore che parlava con i medici, ma non capivo niente e sembrava come se fossi sulle nuvole. Il professore sedette accanto a me e mi disse una cosa, ma non lo capivo perché la sua voce faceva eco dentro la mia testa. Fecero la prova del DNA a me e al professore, aspettammo un po’ io ero rigida, nervosa e triste perché in ospedale non venne nessun mio parente a trovarmi e nemmeno mio padre o mia madre che amavo tanto, mi vennero a prendere. Chiesi al professore perché avevo fatto la prova del DNA e che centravo io con la sua storia e la storia di sua moglie. Ma lui non rispose, lui era nervoso più di me e borbottava una parola che non capivo. Dopo due ore esatte ci portarono i  risultati della prova del DNA ed essi risultarono positivi. Il professore mi abbracciò e mi disse “Ben ritornata figlia mia!” e finalmente capii.
Ritornammo a casa felici e contenti,  quando arrivammo a casa trovammo tutta la famiglia del professore e di Jessica, mi abbracciarono  tutti anche i suoi figli che diventarono i miei fratelli. Mi spiegarono tutta la verità; quando seppi che 14 anni prima i genitori che amavo tanto mi avevano rapito, mi misi a piangere disperata. Poi smisi e mangiai felice e contenta.
Io, Matteo e Ivan parlammo per tutta la notte, ci raccontammo i segreti.  Io mi sentivo felice e contenta perché la mia nuova famiglia era accogliente ed allegra. Con la loro allegria mi avevano cancellato il dolore immenso che stavo  provando da quando avevo saputo la verità. Comunque la vita passata con i miei vecchi genitori era un ricordo bellissimo, ma lontano.
Andammo a dormire felici e contenti!

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