COME CENERENTOLA:La storia da fiaba di un principe purosangue e di una nata Babbana. di mikilily (/viewuser.php?uid=140534)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.C'era una volta... ***
Capitolo 2: *** 2. INCONTRO CON IL CAPO ***
Capitolo 3: *** 3.IL MIO ODIOSO E AFFASCINANTE CAPO ***
Capitolo 4: *** 4. Tutte le donne del Legismago ***
Capitolo 5: *** 5.COME UNA PRINCIPESSA. ***
Capitolo 6: *** 6.IL GRAN BALLO ***
Capitolo 7: *** 7.DOPO IL BALLO ***
Capitolo 8: *** 8.Licenziata. ***
Capitolo 9: *** 9.La verità. ***
Capitolo 10: *** 10.Solo Bugie. ***
Capitolo 11: *** 11. Dispersi ***
Capitolo 12: *** 12. Il processo. ***
Capitolo 13: *** 13. collaborazioni ***
Capitolo 14: *** 14 Bacio al cioccolato. ***
Capitolo 15: *** 15. Lucius ***
Capitolo 16: *** 16. Tutte le donne di Draco. ***
Capitolo 17: *** 17 Il processo Zabini. ***
Capitolo 18: *** 18.Cena a lume di candela. ***
Capitolo 19: *** 19 La tempesta nel cuore. ***
Capitolo 20: *** 20. Il vero Draco Malfoy ***
Capitolo 21: *** 21.Incontro al chiaro di luna. ***
Capitolo 22: *** 22.I gesti che valgono un ti amo. ***
Capitolo 23: *** 23.l'accusa infamante. ***
Capitolo 24: *** 24. L’alleanza Granger-Zabini-Black. ***
Capitolo 25: *** 25.Colloquio con il Ministro della Magia. ***
Capitolo 26: *** 26. Lotterò per noi. ***
Capitolo 27: *** 27 lotterò per noi (II parte). ***
Capitolo 28: *** 28. Ritorno al Manor. ***
Capitolo 29: *** 29.Quello che resta dell'eroe magico. ***
Capitolo 30: *** 30.l'attesa prima del processo. ***
Capitolo 31: *** 31 Scontro tra titani I parte ***
Capitolo 32: *** 32. Scontro tra Titani II parte. ***
Capitolo 33: *** 33. La resa dei conti Potter. ***
Capitolo 34: *** 34. La verità della McGranitt. ***
Capitolo 35: *** EPILOGO ***
Capitolo 1 *** 1.C'era una volta... ***
C'era
una volta, in un paese lontano, un gentiluomo
vedovo che viveva in una bella casa con la sua unica figlia.
No.
No. No…c’era una volta e c’è
ancora una giovane e promettente
studentessa in Magispudenza. Questa ragazza è tanto
sfortunata, l’amore non
l’ha mai baciata o forse si.
Ma
aspettate che vi racconto la sua storia.
Siete
comode… avete preso i fazzoletti non vorrei allagaste i
vostri divanetti.
Ora
che tutto è pronto, vi racconto la storia più
antica del mondo.
Una
luce fioca penetrava dalle persiane della finestra del
modesto appartamento alla periferia di Londra che due giovani ragazze
condividevano, per dividersi le spese troppo elevate.
Da
quando era finita Hogwarts tutto per loro era cambiato. La
più grande delle due; una riccia dai grandi occhi castani
aveva deciso,
incoraggiata dai suoi genitori babbani, a continuare gli studi
rinunciando alla
fama e alla gloria che l’avevano vista primeggiare nelle
pagine di tutti i
quotidiani magici appena finita la seconda guerra magica di cui lei era
un’eroina.
Aveva
abbandonato la facile carriera da Auror del ministero
per dedicarsi alla Magispudenza, ramo più complicato ma
concretamente più
indicato per “la- so- tutto- di Hogwarts”. Da
alcuni mesi, aveva incominciato il
praticantato in un noto studio a Diagon Alley, facendo una buona
impressione sull’avvocato
magico, uno stregone molto conosciuto a Londra, che dirigeva lo studio
in vece
del proprietario che stava nella sede principale di Parigi. Aveva
talmente
impressionato il vecchio mago, tanto che questi le assicurò
che avrebbe parlato
di lei con il proprietario che a breve sarebbe tornato in Inghilterra.
Facendo
letteralmente impazzire di gioia Hermione che già si
vedeva come avvocatessa di grido nei più grandi processi dei
maghi.
La
piccola, invece, una rossa tutto pepe dopo aver archiviato
la sua storia d’amore con l’eroe magico Harry
Potter, aveva deciso di cambiare
completamente vita buttandosi a capofitto nel lavoro.
L’unico
lavoro che trovò in quegli anni di ricostruzione nel
magico mondo, era quello di impiegata per una grande multinazionale del
whisky
incendiario. Il lavoro nel primo periodo era duro, sveglia presto e
sorrisi
compiacenti con tante ma tante scartoffie da sistemare, ma con il
passare dei
mesi e infine degli anni era diventata talmente brava da riuscire a
scalare con
successo le vette societarie arrivando a diventare direttrice di
mercato per
l’Inghilterra.
-Hermy,
Hermy su sveglia sono le sette devi prepararti per
andare allo studio- urlava dalla cucina un’agitata Ginevra
Weasley.
Quella
sera avrebbe conosciuto il suo capo ed era agitata da
giorni, ma che dico giorni, mesi.
-Hermione
alzati- continuava ad urlare svegliando metà
quartiere.
La
riccia si alzò di malavoglia rabbrividendo un poco appena
la sua pelle venne a contatto con il freddo gelido della sua stanza, si
mise la
vestaglia e maledì la caldaia condominiale rotta da giorni.
-Possibile
che non riescano a chiamare un tecnico per
aggiustare la stufa- disse uscendo come un razzo dalla sua stanza
cercando di
muoversi e sciogliere i muscoli per scaldarsi. - Se continuiamo
così finiremo
assiderate come la piccola fiammiferaia-.
-La
chi?- chiese la rossa porgendole una tazza fumante di
caffè nero bollente.
-lascia
stare è una fiaba babbana-
-una
fiaba finita male- Concluse Ginny osservando l’amica che
tremava dal freddo.
-va
bene tesoro- io vado disse la rossa vestita con il suo
Tailleur rosso porta fortuna e le perle finte che secondo lei facevano
tanto
chic.
-in
culo alla balena Ginny- disse Hermione sollevando appena
lo sguardo dalla sua tazza fumante.
-immagino
sia un altro detto babbano – disse la rossa
guardandola scettica mentre si infilava il suo cappotto nero ormai
prossimo
alla pensione.
La
rossa mosse solo il capo sorridendo appena e dopo un
sonoro clap capì che la rossa si era smaterializzata a
lavoro.
Poco
dopo anche la riccia dovette prepararsi anche per lei
quel giorno sarebbe stato importante, non ne aveva parlato con nessuno
neanche con
Ginny.
Quel
giorno avrebbe finalmente conosciuto il capo e magari la
sua vita sarebbe finalmente cambiata ripagandola di tutti i sacrifici,
le
rinunce che in quegli anni aveva sopportato.
Forse
quella mattina sarebbe stato il suo giorno d’oro, il
giorno in cui tutto sarebbe andato a meraviglia.
SPAZIO
AUTRICE.
SALVE,
ENNESIMA DRAMIONE, SIETE FELICI IMMAGINO... NON SO ANCORA QUNADO
AGGIORNERO MA NON SPESSO ALMENO FINO A QUANDO NON HO FINITO LA STORIA
DEI GRAFFI DELL'ANIMA, MA HO VOLUTO REGALARVI IL PROLOGO, NON
è MOLTO FORSE SI CAPISCE UN PO' COME SI SVOLGERà
MA SPERO PIANO PIANO DI STUPIRVI E CHE MI SEGUIATE NUMEROSE.
GRAZIE
IN ANTICIPO A CHI LEGGERà, SEGUIRà E
COMMENTERà LA FF.
UN
MEGA BACIO MIKILILY.
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Capitolo 2 *** 2. INCONTRO CON IL CAPO ***
2.
Incontro con il capo.
Si
era smaterializzata
direttamente nel suo grande ufficio al secondo piano della grande
fabbrica di Whisky
incendiario a nord di Londra.
Amava
arrivare prima di
tutti e programmare la giornata, nell’ordine avrebbe
innaffiato la sua pianta;
regalo di Neville il suo miglior amico quando fu promossa a direttrice
delle
vendite per l’Inghilterra; Avrebbe controllato la posta ed
acceso il computer,
quell’aggeggio che era indispensabile per far
pubblicità nel mondo Babbano ed
era grazie a questo, che riuscì ad incrementare le vendite,
ma questo i suoi
superiori non lo sapevano ancora. Per questo, doveva ringraziare la sua
migliore amica, quella santa di Hermione, si era armata di pazienza e
per
settimane le aveva insegnato tutto quello che sapeva sul quella sorta
di
cervello elettronico e la so tutto di Hogwarts, sapeva una marea di
nozioni su
quella scatola strana.
Dopo
aver controllato la
posta si dedicò alle fatture e alle scartoffie varie che la
sua segretaria le
aveva lasciato sul tavolo, controllò l’orario e si
accorse che mancava poco all’ora
ics.
La
sua riunione col capo
si sarebbe svolta all’ultimo piano del palazzo,
raccattò tutti i documenti sugli
introiti e i guadagni degli ultimi sei mesi poiché avrebbe
esposto la sua idea
per ampliare le vendite usufruendo di nuovi canali
d’informazione babbani,
sperando
che il capo fosse
aperto a quel tipo di mercato alternativo.
-bene
signorina Wesley-
disse il direttore del settore produzioni. –la riunione sta
per incominciare c’è
solo il vice, il capo arriverò tra poco. Le consiglio di
evitare di esporre le
sue idee babbane non credo vengano apprezzate-.
Ginny
lo guardò male quel
vecchio e untuoso mago non le era mai piaciuto, ogni volta che la
incontrava
non mancava di farle presente la sua predisposizione per i nati babbani
facendo
dell’ironia su Hermione e sul suo ex fidanzato. Che poi con
tutto quello che si
poteva dire ma prendersela e fare ironia su due dei salvatori del mondo
magico
si doveva essere strani forte o vicini all’oscuro.
No,
quello magari no. Sicuramente
il Signor Williams poteva aver radicato le idee di sangue puro come
alcune
famiglie; due tra tutte quelle di Malfoy o Zabini. Scaccio
quell’idea e segui l’uomo
dentro la sala riunioni immersa nella luce.
Si
sedette nel posto a lei
indicato dal mago e poggiò con delicatezza i fascicoli e i
documenti che si era
portata dietro e finalmente alzò lo sguardo pronta a
salutare il vicepresidente
della società per cui lavorare da quasi quattro anni, ma il
saluto le si bloccò
in gola e se l’avessero punta con uno spillo dalle sue vene
non sarebbe uscita
nemmeno una goccia di sangue.
-Signor
Zabini, questa è
la nostra direttrice di vendita per l’Inghilterra- disse il
signor Williams presentando
la rossa che non riusciva a dire mezza parola.
-Salve-
disse il moro dagli
occhi blu, recuperando subito il sangue freddo prerogativa del suo
carattere e
osservando la rossa cercò di leggerla dentro.
-salve-
rispose Ginny rimmergendo
dalla trans in cui era caduta.
-beh
che vuole fare espone
o vuole rimanere ancora così imbambolata a guardarmi- Ginny
divenne rossa in
viso quasi come i suoi capelli.
-espongo-
disse
sussurrando e alzandosi in piedi dirigendosi a passo deciso verso la
lavagna
magnetica alla fine della stanza.
Lì
in piedi, davanti a
quel moro insopportabile che per anni l’aveva presa in giro
per la sua famiglia
e le sue idee avrebbe esposto la sua idea per ampliare e incrementare
le
vendite.
Sapeva
già in partenza che quella sarebbe stata l’unica
possibilità e
se mai un serpeverde come Zabini aveva un cuore avrebbe continuato a
lavorare
per quell’azienda, anche se Ginny ne era certa, mentre con
fretta slegava la
cartella rossa davanti a se, quella sarebbe stata l’ultima
volta lì dentro.
Aveva
pronto un discorso
ad effetto sull’importanza sull’esportazione e la
pubblicità con cartelloni e
nei supermercati babbani dell’alcolica bevanda, ma dopo aver
sollevato lo
sguardo e osservato gli occhi indagatori del moro Zabini
riacquistò il suo
coraggio e il famoso orgoglio Grifondoro.
Lei, Ginevra Weasley, era
scesa in battaglia,
aveva combattuto una guerra cosa era uno stupido figlio di
papà con la puzza sotto
in naso e un fisico da urlo. Niente, lui non si era mai sognato di fare
niente come
i suoi amici, era scappato, si era nascosto dietro le vesti e i
mantelli dei
loro padri. Ginny si sentiva nuovamente in battaglia quella mattina,
sentiva l’adrenalina
scorrerle nelle vene.
Di
fronte non aveva Voldemort o Bellatrix Lestrange ma
uno stupidissimo e insignificante Blaise Zabini che la guardava dentro
analizzando i suoi gesti le sue parole e i suoi imbarazzi.
-allora
ci muoviamo non ho
tutta la mattina-disse spazientito il moro osservando
l’orario.
-
Signor Zabini- disse
Ginny prendendo coraggio. – la mia idea è
semplicissima, osservando gli
introiti- mostrando i lucidi in cui un piccolo grafico a torta faceva
vedere i
risultati delle vendite nei mesi precedenti- degli ultimi mesi ho
pensato di
incrementare le vendite usando come nei mesi precedenti delle vie di
comunicazione alternative.
-vie
di comunicazione
alternative – ripeté Blaise come stralunato
osservando la rossa in fondo alla
stanza e il signor Williams pallido e certamente agitato dalle idee
della
Wesley.
-si
non so se ha saputo ma
negli ultimi mesi abbiamo triplicato le vendite- Blaise annuì
-prosegua-
-questo
incremento non è
dovuto ad un cambio di prodotto ma alla pubblicità.
-pubblicità?-chiese
Blaise
noi non abbiamo pagato per della pubblicità.
-Voi
no ma io l’ho pubblicizzata
su alcuni siti di consumatori babbani-
Ginny
era talmente presa
dalla sua spiegazione sul mondo di internet e della
pubblicità gratis che aveva
fatto al prodotto che non si accorse di niente, né di una
porta che si apriva ,
né di passi svelti verso la grande tavola in cui aveva
lasciato i suoi
documenti, si accorse solo del viso agitato di Zabini che guardava lei
poi un
altro punto poco distante e quando si girò le sue gambe
tremarono.
Deglutì sonoramente
osservando un alta figura vestita di nero, alta e slanciata con degli
inconfondibili capelli biondo platino, non vi erano dubbi quello dietro
di lei
che osservava con circospezione le sue tabelle e consultava gli
introiti altro
non era che Draco Malfoy.
-Cosa
Weasley- disse con
un tono della voce sicuro.
-ecco
il whisky ha avuto
successo soprattutto nei grossi centri come Londra e Manchester mentre
nessuno
si è accorto di lui in Scozia nonostante sia una delle
bevande più consumate
tra i maghi, ma noi-disse la rossa -tendiamo a consumare sempre le
solite cose
invece i babbani provano, collaudano, tentano per questo-
-chi
ti ha assunto nella
mia società- disse Malfoy girandosi verso la rossa e
guardandola dall’alto in
basso.
-io
signor Malfoy- Draco
si girò verso Williams -ci servivano giovani e la ragazza
aveva voglia di
mettersi alla prova in alcuni anni ha scalato…-
-si
si immagino visto che
è qui a parlarmi delle sue idee filobabbane, i vecchi ideali
non muoiono mai eh
Weasley-
Ginny
era come pietrificata
a guardarlo, avrebbe voluto rispondere ma non disse nulla e
osservò i gesti del
biondo che prese le altre cartelle poggiate sul tavolo e le
guardò velocemente.
-ottimo
lavoro- disse
infine –lavora per intervenire anche in Scozia ogni tua idea
prima di partire
dovrà essere approvata da il mio vice Zabini-.
Ginny
annuì aveva ancora
un lavoro, lavorava ancora per Malfoy non le aveva riso in faccia non
l’aveva
beffeggiata e umiliata ma le aveva fatto addirittura dei complimenti.
Draco
Malfoy a lei Ginevra Weasley la ex del suo nemico storico Potter.
-Questi
li prendo io-
disse infine il biondo portandosi via i documenti.
-bene
abbiamo concluso-
disse Zabini alzandosi e dirigendosi anche lui verso la porta,- mi
mostri la
fabbrica Weasley o devo chiedere ad un impiegato qualsiasi?-
Ginny
si riprese subito
scattando a passo di marcia verso il moro che quasi si mise a riderle
in faccia
e lo superò portandolo a visitare ogni angolo
dell’edificio e a conoscere il
personale.
***
Aprì
l’ombrello
immergendosi nel silenzioso vai e vieni dei lavoratori londinesi, si
strinse
maggiormente la sciarpa e portò su il bavero del trench
immergendosi nella via
che portava alla Londra Magica, aveva raccolto i capelli in una coda
alta per
non vederli gonfiarsi a causa dell’umidità e a
passo svelto si diresse a Diagon
Alley dove era situato lo studio in cui faceva praticantato.
Arrivò poco dopo
le nove, un minuto dopo che
il vecchio mago che dirigeva lo studio aprisse ; quella mattina avrebbe
finito
il suo lavoro in archivio e poi finalmente, dopo la pausa pranzo,
avrebbe
conosciuto il proprietario.
Il
signor Cooper non aveva
mai detto il suo nome, quando parlava di lui lo definiva il capo ed era
l’unico
che conosceva la sua identità. Hermione, con la solita
curiosità che la
contradiceva, aveva scoperto che era giovane ed aveva ereditato dal
nonno lo
studio.
Aveva
conseguito
continuato la laurea in Francia e dopo soli due anni aveva aperto uno
studio
per conto suo affiliandolo in seguito a questo che già
possedeva a Londra.
-signorina
Granger- disse
il vecchio- buon giorno- disse il vecchio procedendo a passo lento
verso la
giovane.
-il
capo sarà qui per
pranzo lei finisca il suo lavoro in archivio e poi ci porti il
caffè quando
arriva il garzone del bar-
Hermione
annuì avrebbe
anche lavato in terra per essere assunta in quello studio, li passavano
tutte
le cause più spinose e importanti del mondo magico, a loro
si rivolgevano i
maghi più in vista e sempre loro erano quelli che avevano
vinto più cause…si
avrebbe lavato anche il pavimento per essere assunta.
Così
senza perdere tempo
si diresse prima in archivio dove sbrigo il lavoro in sospeso e verso
l’una
dopo aver preso i caffè per i capi andò
nell’ultima stanza.
Bussò
cercando di
mantenere l’equilibrio, evitava di usare la magia per queste
cretinate, pensando
che infondo la manualità servisse, anche se la natura le
aveva dato un dono
enorme come la magia.
Sentì
dei passi dietro la
porta e finalmente fu invitata ad entrare, precedette l’uomo
che le aveva
aperto la porta e a passo deciso si avviò
all’interno della stanza.
-buon
giorno- disse
ricevendo un mugugno come risposta, ma non se ne curò
infondo non era nessuno
per essere accolta con enfasi.
-ah
bene questa è la
nostra praticanda- disse Il signor Cooper presentandola mentre la
riccia posava
il vassoio su una parte sgombra della scrivania.
-si
chiama Hermione
Granger- quando il vecchio pronunciò il suo nome le venne
naturale sollevare il
viso e guardare l’uomo che stava dietro la grande e imponente
scrivania in
noce, ma appena lo fece venne come folgorata.
Lì
davanti a lei dopo anni
che non lo vedeva, anni che non sentiva la sua voce c’era
Draco Malfoy in tutta
la sua imponenza, la guardò un attimo scrutandola senza
emettere un fiato, né
un gesto, né un saluto, né uno dei suoi famosi
ghigni di scherno.
Niente
la
guardò solo un attimo e in quell’attimo Hermione
sentì un brivido distogliendo
subito lo sguardo da quelli del suo vecchio nemico, il suo odioso
nemico il suo
bellissimo e affascinante ex nemico.
-ha
studiato all’università
magica di Londra e lì si è laureata con il
massimo dei voti- Draco mosse il
capo ascoltando distratto quello che l’anziano avocato gli
diceva
-nello
studio è molto
importante, da quando Hermione è qui il nostro archivio
è finalmente in ordine-
lui sollevò lo sguardo e ad Hermione sembrò che
le avesse sorriso ma poi
riprese a giocare con la piuma snobbandola
-
le ho affidato molte
pratiche e le ha svolte sempre molto bene-
-pensavo
avesse già una
segretaria signor Cooper – disse Draco guardando il vecchio.
-io
si-rispose lui.
-Quindi
sia chiaro, che
cosa vuole per questa ragazza? che divenga la mia segretaria o un
avocato dello
studio o una semplice tiraborse di uno dei miei avvocati?- il vecchio
avvocato
osservò il giovane rampollo del casato dei Malfoy.
-Sarebbe
un ottimo
elemento per lo studio Signor Malfoy la ragazza
è…-
-si
l’ha già detto è abile
e intelligente immagino, anche furba e alquanto ordinata visto che
rimette in
ordine gli archivi ma credo sia poco per assegnarle una scrivania e una
targhetta nella porta in uno dei miei studi- disse Draco Guardando
l’avocato.
Il
vecchio mosse il capo
capendo di aver fallito, quel giovane era un osso duro peggio del nonno
con cui
per anni aveva avuto a che fare.
Hermione
invece si trovava
in imbarazzo, era ferma come un palo mentre due uomini parlavano del
suo futuro
e lei la signorina perfettini non aveva voce in capitolo non era stata
nemmeno
interpellata.
-Per
ora sarà la mia
segretaria personale, visto che mi sono trasferito solo ieri da Parigi
dovrà
catalogare tutte le cause che ho portato avanti in questi anni in
Francia. Se è
veramente in gamba, come dice il signor Cooper, lo deve dimostrare a
me- disse
Draco guardandola e solo in quel momento osservò che la
ragazza che per anni
aveva detestato e odiato non lo stava guardando.
-Gradirei
essere guardato
in faccia quando parlo, come ha detto che si chiama?- chiese facendo
l’indifferente
il biondo, sapeva benissimo chi era, cosa era e cosa aveva fatto.
Conosceva
a memoria ogni idea
e ideale della giovane donna davanti a se, ma non le volle dare
soddisfazione
lui era il capo a lui si sarebbe sottomessa.
-Granger,
Hermione Granger-
rispose Cooper per lei.
-bene
signorina Granger,
spero che sia veramente in gamba tanto da meritare tutte le parole che
l’avocato
Cooper ha speso per lei, ora vada troverà le scatole con i
documenti nell’archivio-.
Hermione
inchino il capo
in cenno di saluto e prima di girarsi pronunciò un debole
-grazie-
Prima
di girarsi e uscire
dalla porta del grande studio. Quando si chiuse la porta alle spalle si
accorse
di non sentire più le gambe e che il suo cuore batteva
all’impazzata, l’agitazione
e l’ansia che aveva prima di incontrare il capo erano niente
rispetto a come si
sentiva dopo averlo incontrato.
Sapeva che sarebbe stato difficile fare colpo
su di lui senza che la conoscesse, senza sapere come lavorava, ma ora
che
sapeva chi era il capo era certa che non avrebbe mai avuto successo,
anche se, beh
ora sarebbe diventata la sua segretaria magari…
Non
illuderti pensò, sei lì
solo perché ti vuole umiliare ma lei era disposta ad essere
umiliata per
mantenere quel lavoro tanto sognato.
Si
lei era una grifondoro
e infondo mettere in ordine un po’ di scartoffie non la
spaventava.
Fino
a quando non arrivo
in prossimità dell’archivio e noto centinaia di
scatoloni su scatoloni che
ingombravano il passaggio e fu lì che maledì il
suo nuovo datore di lavoro,
presuntuoso, schiavista ma notevolmente bellis… basta
Hermione smettila di
guardare a lui come ad un uomo è il capo e ti odia quindi
smettila.
Così
passò tutta la
mattina e buona parte della sera a mettere in ordine pratiche e a
lottare con i
pensieri poco casti sul suo nuovo capo.
SPAZIO AUTRICE...
SPERO VI PIACCIA ANCHE QUESTO
CAPITOLO, DA QUI INCOMINCIA LA STORIA VERA E PROPRIA...
SPERO VI PIACCIA.
|
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Capitolo 3 *** 3.IL MIO ODIOSO E AFFASCINANTE CAPO ***
3.Il mio odioso e affascinante Capo.
Chiuse il rubinetto dell’acqua calda avvolta nei fumi del vapore che salivano dalla vasca, cercò di rilassarsi chiudendo gli occhi per un secondo.
Era distrutta Hermione quella settimana era stata peggio di un incubo, Malfoy l’aveva fatta sgobbare come non le era capitato in tutti i mesi in cui lavorava solo con Cooper e pensare che reputava il vecchio avvocato un vero maniaco del lavoro.
Si sbagliava, Draco Malfoy l’odioso e presuntuoso Serpeverde che con il tempo era diventato ancora più odioso quanto affasciante, cosa che la sua testa non smetteva di rammentare, l’aveva sfinita.
Era corsa su e giù dal suo studio agli archivi ogni volta che gli serviva un fascicolo per poi riportarlo giù quando si accorgeva che il fascicolo che aveva portato non era quello richiesto.
Aveva controllato e inserito i nomi di tutti i nuovi clienti che dalla Francia Draco si era portato dietro preferendo smaterializzarsi a Londra per un consulto con il biondo avvocato che cercarne un altro meno affidabile in Francia. Questa cosa scosse un po’ Hermione rimanendo affascinata dalla spiegazione che un noto imprenditore magico Francese le fece del biondo.
“Quando metto le mie carte in mano a Malfoy, so per certo che tutto si risolve” , Disse l’uomo sorridendo e stupendo la Riccia, come avesse fatto in così poco tempo a farsi un nome e una reputazione tale lo ignorava.
Anche lei, come il biondo si era laureata, anche se frequentano Hogwarts per l’ultimo anno in confronto aveva perso un anno ma lui non aveva ne fatto il praticantato ma aveva aperto subito uno studio.
Lui, ha i soldi.Disse la sua coscienza mentre apriva lentamente le palpebre e con la mano cercava il calice di vino che in precedenza aveva posato nel mobile vicino alla vasca da bagno.
-i soldi ripeté- quasi sussurrando prima di bere un generoso sorso della rossa bevanda.
Ma non era solo quello, non poteva essere solo quello. Lui ci sapeva fare, sapeva trattare con i clienti e con i colleghi, sapeva coinvolgerli e stimolarli a fare bene. Ricordava le sue parole d’incitazione per Taylor Simon prima di quell’importantissima causa di affido.
Taylor doveva difendere il diritto di una giovane donna, una mezzosangue, che aveva sposato un purosangue e per dei cavilli il marito voleva, dopo averla sposata e messa incinta, liberarsi di lei poiché aveva trovato una nuova donna per scaldargli il letto tenendosi però il figlio avuto con la donna assistita da Taylor.
Non ci sarebbero state speranze se lui non avesse incitato l’avocato del suo studio, se non avesse con lui rivisto l’arringa e i testimoni e se non si fosse recato con lui al ministero dove si svolse il processo.
Incuteva rispetto, aveva potere e ci sapeva fare nonostante fosse giovane, nonostante fosse appena arrivato a Londra e nonostante il suo cognome. Al nome Malfoy in molti storcevano il naso, al nome Malfoy in molti si scansavano, al nome di Draco Malfoy tutti alzavano il viso per vedere se era vero quello che si diceva di lui che era un brillante avocato e che da solo stava risollevando il nome della sua antica casata.
Appoggio lentamente il calice nel mobile e si sollevò dalla vasta tamponandosi con delicatezza con un lungo telo di soffice spugna.
Si avvicinò ancora con i piedi umidi verso il lavabo e con una mano pulì lo specchio appannato guardandosi un poco.
Si osservò bene, scrutando con occhio critico ogni parte del suo corpo; Guardò i suoi occhi insignificantemente marroni, guardò i suoi capelli ricci e indefiniti, guardò le sue spalle magre fino all’osso e i poi si guardò tutta. Le gambe erano lunghe ma sempre coperte cosa che lui guardava nelle segretarie degli altri avvocati dello studio, il suo seno era pressoché inesistente cosa che la sua amica Astoria aveva ben florido ricordò scocciata e poi beh il suo carattere. Lui la conosceva bene da anni anche se si erano rivolti la parola solo per insultarsi reciprocamente, lui sapeva cosa era, la canzonava spesso negli anni scolastici per essere una so tutto ma soprattutto sapeva come era e no non l’avrebbe mai guardata come ora voleva essere guardata.
Infatti, lui non l’aveva degnata di uno sguardo da quando era arrivato, né una battuta sui capelli, né una sui denti da castoro che in effetti non lo erano grazie a quell’incantesimo che lui le aveva scagliato al terzo anno, né una qualsiasi su i suoi amici. Non ne fece nemmeno un sul suo sangue. Era invisibile per lui, utile solo a portare scartoffie e caffè, ad accompagnare clienti al suo studio e riaccompagnarli all’uscita quando avevano terminato.
Per il resto la salutava con un gesto della mano e non la guardava mai in viso, sicuramente sarebbe stata l’unica che non avrebbe invitato alla festa di fine anno.
Ma la cosa che più la turbava era che lei voleva andarci per fare colpo su di lui, si diede della stupida se non si accorgeva di lei lavorandogli accanto con un solo finissimo muro a dividerli.
Risultava impossibile che si accorgesse di lei in una festa dove sarebbero state invitate più di mille persone, così infatti le aveva detto Ginny che aveva ricevuto l’invito dalle mani del suo Vice Blaise Zabini.
Mancavano pochi giorni alla festa, pochissimi e se non l’avesse invita l’indomani per lei non ci sarebbe stata occasione per andare.
Uscì dal bagno assorta nei suoi pensieri , tanto che non si accorse di non essere più sola in casa.
-Mione- disse una voce che avrebbe riconosciuto tra mille.
-Ron – disse Hermione cercando di coprire alla bene e meglio le sue nudità. –che ci fai qui?- chiese infine.
-Un po’ di vacanze disse il rosso-
-Ah capito- risse la ragazza osservandolo.
-Ma dico io, non mi vedi da mesi e mi dici solo: ah capito. Potrei offendermi Hermione - la ragazza rise.
-Sei sempre il solito mammone – lo canzonò lei scompigliandogli con una mano i capelli tutti impomatati.
-Grazie amica, si vede che mi vuoi bene- risse lui guardandola storto.
-Mia sorella che fine ha fatto?- chiese il rosso.
-è ancora a lavoro -
-Ancora non mi capacito che non abbia accettato la proposta delle Holiday e che si sia lasciata con Harry -
-Ancora con questa storia Ronald- disse un’avvenente rossa fasciata nel suo splendido nuovo piumino blu cobalto come gli occhi di un certo vice presidente.
-Ciao Ginevra – la salutò il fratello mentre lei sbuffava togliendosi il piumino.
-Cosa ci fai qui?-
-Noto che non gradite la mia presenza- disse il rosso guardando prima la sorella e poi l’ex fidanzata ancora avvolta nell’accappatoio
-ma che dici Ron io sono felice che sei qui almeno qualcuno con cui parlare- disse Ginny.
-Cosa intendi dire scusa – chiese Hermione.
-Niente, amichetta mia solo. Tranne che forse dovresti andare a vestirti sei ancora nuda sotto quell’accappatoio-
Ron osservo scettico la scena e non chiese niente fino a quando Hermione non uscì dalla cucina.
-Niente si è invaghita del capo e si sente una fallita perché non la degna di uno sguardo-
-Ma il suo capo è un vecchio decrepito-
-No, non quel capo…Il Capo, Capo. Quello vero, il proprietario dello studio dove lavora ora gli fa da segretaria, ma non la vede proprio-
-E come fa a non vederla. Ha problemi agli occhi?-
-Ma tu non sei mio fratello, la mamma ti ha adottato non ci sono altre spiegazioni- lui gli fece la linguaccia per rispondere all’offesa.
-Magari una pluffa ha annientato quell’unico neurone rimasto-continuò Ginny.
-Dai smettila dimmi perché non la vede, Hermione è una bella ragazza-
-Ginny cosa stai facendo?- disse la riccia avvicinandosi pericolosamente all’amica.
-Niente informavo Ron sugli sviluppi del nostro lavoro-
-Davvero? - disse Hermione annientando la rossa con lo sguardo, se si osservava bene si vedevano saette in quegli occhi color cioccolato.
-Sì cosa c’è di male a dirgli come ci vanno le cose-
-Infatti, cosa c’è di male a dirmi come vanno le cose- riprese il rosso.
-Siamo sempre amici chiese?-
-Certo che siamo amici Ron-
-Allora mi dici che problemi ha il tuo capo che non ti vede?-
Hermione si buttò nel divano di fronte al rosso.
-il mio capo non mi considera, perché sono Hermione Granger-
-beh ti rispetta- riprese la rossa. –giusto Hermy non ti ha mai mancato di rispetto-
-No Ginny non l’ha fatto- disse stanca di ripetere sempre le stesse cose.
-Ti rispetta ma non ti considera perché sei Hermione Granger- ripeté Ron –non credo di aver capito-
-C’ avrei scommesso!- rispose acida Ginny, ma Ron non se ne curò
-Mi piace il mio capo Ron-
-Fino a qui ci sono arrivato- disse il rosso
“Menomale” mormorò Ginny solo con il labiale rivolta alla riccia.
-Solo che al mio capo non piacerò mai perché sono Hermione Granger-
-Anche questo l’ho capito-
- Non gli piaci perché sei tu-
-Sì, non gli piaccio perché sono io-
-Questo te l’ha detto lui? O è una tua sega mentale?-
-una sua seg…-
-Ginny- la riprese Hermione –lo sai bene non è solo una mia fissazione io non potrò mai competere né con le donne che ha avuto, né con quelle che potrà avere schioccando le dita-
-Esagerata neanche fosse …- le due ragazze guardarono il rosso aspettando che pronunciasse quel nome e quel cognome.
-No aspetta, state scherzando vero? Ditemi che è uno scherzo-.
La riccia scosse il capo e Ginny si premurò di portare un bicchiere con dell’acqua fresca.
-Mi sono innamorata di Draco Malfoy- disse infine prima che il rosso svenisse a causa del violento shock. |
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Capitolo 4 *** 4. Tutte le donne del Legismago ***
4.
Tutte le donne del legismago.
Sfrego
gli occhi dimenticandosi di aver messo il mascara
e bevette un poco di succo all’arancia rossa che aveva in
precedenza versato in
un bicchiere di vetro, riprendendo a visionare le pratiche per la nuova
causa
di Draco.
Quello
era il suo ultimo compito, l’aveva incaricata
personalmente di analizzare e individuare dei piccoli cavilli su cui
incentrare
la difesa, era emozionata per questo; Lui le aveva dato una
possibilità.
Ora
oltre ai caffè e al riordino delle pratiche metteva
in pratica i suoi studi.
Quella
sarebbe stata la prima volta che avrebbero
lavorato fianco a fianco, magari finalmente l’avrebbe notata,
prima come
avvocato e forse magari come donna.
Fu
proprio in quell’istante mentre la sua mente vagava
nel ricordo di quel corpo statuario e muscoloso che l’oggetto
del desiderio si
palesò di fronte a lei, ma non era solo.
La
guardò un attimo, senza emettere alcuna espressione
facciale e con voce fredda e dura gli disse:
-Granger,
non voglio essere disturbato-
Hermione
acconsentì con il capo mentre Draco superava la
sua scrivania affiancato da due donne:
Una
era Astoria una giovane ex Serpeverde dai lunghi
capelli neri fasciata in un tubino bianco che le risaltava le forme
morbide,
soprattutto sul decolté che lasciava sempre in vista.
L’altra era Daphne
sua sorella che a differenza della piccola Greengrass aveva i capelli
biondi
come il grano, gli occhi azzurro chiaro ed era magrissima. Le due donne
la esaminarono,
per poi guardarsi divertite e appena Draco entrò nel suo
studio sogghignarono
perfide.
-Dovresti
puntare più in basso Granger, non sei degna
nemmeno di portargli il caffè- disse Daphne sorridendo
beffarda all’indirizzo
della riccia che rimase spiazzata dalla frase della ragazza.
Era
così palese la sua infatuazione per il biondo e se
era palese, anche lui se ne doveva essere accorto. Hermione
diventò rossa come
un papavero mentre la bionda percorreva il corridoio che divideva la
scrivania
della riccia dallo studio di Malfoy.
-dovresti
pulirti il viso, messa cosi sembri un panda-
disse Astoria, che dopo quella battutina acida si mise a ridere, con
una risata
stridula, dopodiché raggiunse gli altri due.
Hermione
porto le mani sugli occhi e con i polpastrelli
si sfregò le palpebre accorgendosi così del
trucco sciolto, era un disastro. Lo
sapeva che non avrebbe dovuto dar ascolto a Ginny, lei non sapeva tener
su
nemmeno del semplice rimmel e ora le ridevano dietro.
Scappò
in bagno per vedere lo stato in cui si trovava e a
causa del suo piccolo momento di vanità non vide la donna
con i capelli neri a
caschetto entrare senza essere annunciata nello studio del suo ex
fidanzato.
-Draco
che ci fanno loro qui- urlava una voce da bambina
cresciuta cui hanno rubato il gioco preferito.
-Cazzo
Pansy- disse Hermione guardando sconvolta il suo
volto riflesso nello specchio.
Ora
mi uccide, ora mi uccide.
-Pansy
smettila di urlare- diceva freddo Draco trattenendo
il polso della brunetta.
I
piccoli tacchi che Hermione aveva ai piedi precedettero
l’arrivo della riccia facendo girare tutti verso di lei. Tre
donne la
guardarono con malcelato disgusto mentre lui l’aveva
letteralmente incenerita.
-Noi
andiamo Dra’- dissero in coro le sorelle Greengrass
che non degnarono Hermione nemmeno di uno sguardo quando le due furono
scomparse oltre la porta dello studio legale Pansy riprese il suo
monologo.
-Draco
voglio delle spiegazioni. Le pretendo?-
-Pansy
ora mi hai rotto-. Disse spingendola con forza
dentro lo studio. –rimani lì fino a quando torno e
non voglio sentire un fiato-
disse rivolto alla mora.
Hermione
si morse il labbro era incazzato, come ai vecchi
tempi e lei non sapeva per quale motivo indietreggiava come una
ragazzina
impaurita.
Porca paletta era
una Grifondoro, aveva affrontato la guerra, sconfitto Voldemort e a
quell’uomo
altro, austero, imponente e con un viso teso e irritato tanti anni
prima aveva
dato un pugno, non poteva ora avere paura.
Aveva
paura? No. Ripeté sa se.
Aveva
tanta paura. Paura che ora la mandasse via, senza
un’opportunità.
L’aveva
fatta grossa? Forse
L’aveva
fatta decisamente grossa a guardare l’espressione
tesa del biondo.
-Granger.
Dimmi cosa non hai capito della frase non
voglio essere disturbato. Dimmelo-
-Io…
Io ecco io…
-io
un cazzo Granger, ti ho chiesto una cosa. UNA e non
sai fare nemmeno quella-
Hermione
boccheggiava come scottata dalle parole del
biondo.
-ero
in bagno, come potevo immaginare sarebbe arrivata in
quel momento-
-magari
bloccando l’entrata, ma pare che per te l’uso
della magia sia un opscional-
-Non
l’ho fatto apposta sai? Non era mia intenzione far incontrare
la tua ex con la tua nuova fidanzata, se è questo che credi-.
Draco
si blocco assottigliando lo sguardo.
-che
cazzo d’idee si è fatta la tua mente malata
Granger?-.
-nessuna-
disse indietreggiando ancora.
-vedi
di preoccuparti maggiormente per quello per cui sei
pagata che per chi o cosa m’intrattengo nella mia vita
privata. Questo è un
avvertimento la prossima volta, al prossimo sbaglio sei fuori-.
Disse
il biondo guardandola dall’alto in basso.
-ora
sparisci, prima che cambi idea. Non voglio vedere la
tua faccia fino al ritorno dalle vacanze-
-
E la festa di fine anno?-chiese pentendosi un momento
dopo di aver fatto quella domanda.
-ahhh,
ahhh, ahhh, non farmi ridere Granger a quella
festa parteciperanno amici, soci e personaggi in vista delle mie
industrie tu
sei la mia segretaria per giunta in prova. Più che pensare
alle feste dovresti
pensare a far bene in tuo lavoro al ritorno dalle vacanze pretendo
delle
analisi soddisfacenti su quei documenti- disse indicando con un gesto
secco la
scrivania.
–ora
evapora dalla mia vista- disse.
Hermione non se lo
fece ripetere prese la borsa infilo confusamente i documenti e si punto
la bacchetta
per poi smaterializzarsi a casa.
L’ultima
cosa che vide fu il suo volto ancora teso e
contrariato e non riuscì a trattenere un lacrima che
scivolò dal suo viso.
SPAZIO AUTRICE...
Questo è l'ultimo capitolo
prima della festa logicamente l'abito sarà quello
dell'immagine ma manca la maschera...
|
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Capitolo 5 *** 5.COME UNA PRINCIPESSA. ***
5. Come una Principessa.
Aveva passato giorni a crogiolarsi sugli avvenimenti accaduti nello studio, aveva pianto. Era sconfortata talmente tanto che a stento riusciva a riconoscersi. Lei era sempre stata forte anche nei momenti di tristezza, era sempre stata la spalla dei suoi amici e ora, crollava come una stupida ragazzina alla prima cotta.
Alla prima disfatta. Al primo rimprovero.
Doveva fargli vedere che lei, era forte, era cresciuta, era maturata, era un validissimo avvocato e non una segretaria, tanto meno una cameriera.
Non era una sciacquetta come le sue amiche, per questo si mise d’impegno notte e giorno per finire la sua analisi.
Doveva mostrargli che era la più competente, la più preparata. Doveva fargli rimangiare tutto e dopo aver raggiunto il suo scopo, gli avrebbe fatto pagare tutto con gli interessi.
Soprattutto le umiliazioni di quelle tre galline.
***
Erano appena scoccate le tre della mattina del trentun dicembre, mancavano diciassette ore esatte alla grande serata danzante che si sarebbe svolta al Manor dei Malfoy aperto dopo anni per l’occasione.
Hermione quella notte non era ancora andata a dormire. Mancava poco per finire il lavoro e non appena avesse collocato l’ultimo punto sulla pergamena, avrebbe spedito il tutto, mettendo così la parola fine alle sue fatiche.
Scostò lo sguardo per un momento verso la pagina del “Profeta” che era rimasta aperta sul divano: quello era il suo incentivo a lavorare. Nell’articolo si menzionava l’agognata festa, si favoleggiava sulla moltitudine di autorità che avrebbero presenziato all’evento, i maghi e le streghe più in vista del paese.
Sbuffò, riportando la mente al suo lavoro e scacciando dalla mente il viso di quell’uomo dai crini dorati e gli occhi di ghiaccio. Era un angelo ma un diavolo al tempo stesso, in fondo era Lucius il suo secondo nome.
Sospirò e si rimise a lavoro.
Quando finalmente mise la parola fine alla sua analisi, chiamò a sé il piccolo gufo di Ginny e lo spedì seduta stante verso casa del suo capo, dopodiché, cercò di rilassarsi. Nella sua mente, però, vorticava un piccolo pensiero.
Aveva scordato una cosa, aveva scordato una cosa ma non se ne curò poiché le palpebre divennero, pesanti e Morfeo la invitava ad abbandonarsi dolcemente tra le sue braccia.
Intanto a villa Malfoy…
Draco quella sera aveva deciso di uscire per locali con i suoi amici di sempre: il solito Blaise Zabini e Theodor Nott che insieme a Malfoy, erano rimasti gli unici rampolli delle più grandi casate purosangue a non essersi sposati e per come si divertivano, passando da fiore in fiore, non ne avevano alcuna intenzione.
Quando il piccolo allocco marrone arrivò a destinazione, depositò la sua posta al primo individuo che aprì la finestra non preoccupandosi che fosse o non la persona cui la posta era stata mandata. Nessun comando specifico, era stato dato al piccolo gufo, così che il lavoro di giorni fu aperto e letto da qualcuno che non avrebbe mai consegnato il suddetto lavoro a Malfoy, buttandolo nell’immondizia non appena lesse: Hermione Jane Granger.
Qualcuno o forse qualcuna, a Villa Malfoy non vedeva di buon occhio la collaborazione con una sporca mezzosangue.
***
Si svegliò di scatto massaggiandosi la schiena: non aveva mai dormito così male. Anche la tenda da campeggio usata con Harry e Ron nel loro viaggio per distruggere gli Horcrux era più comoda del tavolo su cui la notte prima si era assopita.
-Ehi dormigliona?- disse Ron entrando a passo di marcia dentro la piccola sala da pranzo.
-Sei ancora in questo stato?- riprese guardandola con la coda dell’occhio mentre poggiava un enorme involucro di tela bianco.
-Che cos’ è?- chiese curiosa Hermione.
-Il tuo abito per la festa- rispose Ron. – anche se sono poco convinto di dartelo giacché non mi ha nemmeno salutato-.
-Ciao Ron- rispose Hermione con la voce ancora impastata dal sonno.
-Credo che dovrai riportarlo indietro, visto che alla festa non sono stata invitata. Io sono solo una segretaria, per giunta in prova- ribadì sconsolata.
-Ma non serve essere stai invitati. Mia cara so- tutto- io- ma-ignoro l’essenziale - disse sorridendo l’amico. – alle feste, soprattutto quelle dei ricchi, ci s’imbuca-.
-Tu sei tutto scemo!- disse Hermione grattandosi la fronte con fare dubbioso.
-Io penso di essere un genio. Lo sono talmente tanto, che ti faccio indossare una delle mie creazioni- concluse. Così, con la sua proverbiale arte scenica aprì il grosso involucro di cotone e con nonchalance estrasse un abito lungo con la gonna ricoperta interamente di tulle grigio perla, mentre il corpetto era completamente ricamato con perle grigie e dorate.
-è stupendo - disse Hermione guardando ammirata la creazione di Ron.
Era diventato uno stilista e aveva aperto un piccolo negozio a Firenze dove si era trasferito subito dopo la guerra.
-Lo so Hermione, lo so- enunciò soddisfatto.
-Perché fai questo per me?-chiese la giovane avvocatessa.
-Primo perché sei mia amica e per qualche ragione sconosciuta e alquanto bizzarra so che andare a quella festa per te è importante- disse serio -Secondo perché devi far schiattare quelle megere da quattro soldi, come le sorelle Greengrass e la Parkinson- aggiunse divertito –infine, beh, se vieni notata in quella festa: osserveranno anche l’abito e beh sai, sono tutti estremamente ricchi e facoltosi gli invitati del furetto-.
-Ron non chiamarlo Furetto- lo riprese Hermione abbracciando il suo ex fidanzato e miglior amico.
-Grazie- disse infine, lui sorrise accarezzandogli la testa.
-Ora vai a lavarti che il tempo stringe-.
Hermione non si fece pregare ed andò immediatamente a farsi una bella doccia energizzante, s’imbellettò con creme e si passò uno strato di smalto bianco perla sulle unghie. Asciugò i capelli e cercò di piastrarli ma come al solito quelli erano indomabili.
Infilò l’abito e andò a farsi ammirare dal carissimo amico.
-Se non fossi gay, ci proverei anch’io spudoratamente- disse Ron facendo ridere Hermione per poi accodarsi a lei.
-Davvero sto bene?- chiese scettica.
-Bene? tu non stai bene Hermione, tu sei stupenda. Ora via questi- disse Ron un rapido gesto della bacchetta, facendo scomparire i ricci della ragazza che ora aveva i capelli cortissimi.
-Oddio i miei capelli.- urlò.
-Tranquilla ricrescono-
-Un po’ di rosso sulle labbra- disse per poi guardarla scettico in viso.
-No, Meglio rosa più delicato- continuò mettendo il rossetto.
-Ah bene, ora metti questa- disse Ron porgendogli una mascherina color argento tutta decorata di piume e stras. La ragazza eseguì gli ordini di Weasley e mise la maschera che avrebbe celato la sua identità.
-Hermione, ricordati che la festa in maschera finisce alla mezzanotte e che poi tutti dovranno toglierle e celare la propria identità-
-Quindi devo rientrare a mezzanotte - disse sconsolata.
-Sì, se non vuoi essere beccata-
-Meglio di niente - disse sorridendo, poi si guardò i piedi ancora nudi.
-Senti Ron, non avresti anche delle scarpe per abbinare al vestito?- chiese speranzosa.
-Oddio! Certo che sbadato, me ne ero scordato… -
Andò a frugare nell’enorme borsone dal quale estrasse due bellissime scarpine tutte ricoperte da piccoli strass sia nel tacco sia nel plateau.
-Grazie Ron, oh grazie Ron - disse indossando le scarpe e acquistando quindici centimetri. – sono divine. Tutto è divino, tu sei divino - finì.
-Oh lo so, cara - rispose divertito. – Ginny ti attende al cancello del Manor, ora va è stendili tutti piccola- disse Ron nel momento in cui Hermione si smaterializzò di fronte a villa Malfoy.
SPAZIO AUTRICE.
SPERO VI PIACCIA...RON FATA MADRINA E STILISTA... MI SONO ISPIRATA UN PO AD UN LIBRO IL TERZO MI PARE DI "I LOVE SHOPPING".
KISS.
P.S SE RIESCO STASERA IL BALLO . |
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Capitolo 6 *** 6.IL GRAN BALLO ***
6.Il
gran Ballo.
Si
era smaterializzata davanti al grande cancello di
ferro battuto che imperioso sovrastava il grande Manor, dimora secolare
dei
Malfoy.
Hermione
si guardò intono posizionando bene la maschera
sul viso e si avviò a passo svelto lungo il piccolo sentiero
che conduceva al
grande portone, aveva intravisto Ginny stretta nel suo nuovo abito blu
cobalto
e notando gli occhi del moro con cui stava parlando, capì al
volo il perché dell’improvviso
amore per quel colore.
Ginny
sgrano un poco gli occhi osservando la ragazza che
le passo davanti e sorrise.
-perché
sorridi ora Weasley, ti ho detto che non intendo
mettere pubblicità per Londra con l’immagine del
whisky e dell’azienda e tu
ridi-
-non
sto ridendo Zabini, sorrido è una cosa totalmente
diversa-
-non
è diversa per me-ribadì lui.
-come
no,- rispose di rimando la rossa.- oh sei una
palla, io entro dentro ho voglia di divertirmi non di restare qua fuori
a
parlare con te e buscarmi un influenza- disse superando il moro che
rimase
spiazzato dal gergo per niente accondiscendente della ragazza.
-Wesley
io sono un tuo superiore, mi devi rispetto-
-ah
si allora prego- disse porgendogli il braccio.- sono
lieta di condurla alla grande serata danzante offerta…-
-smettila
rossa- la riprese Blaise –Da quella parte si va
per le cucine. La festa è da quella parte si vede che non
sei mai venuta qui-
-guarda
Zabini non so se esserne felice, le tre persone
che conosco e sono venute qui non l’hanno fatto con molto
piacere- lui rimase
schioccato dalla disinvoltura che la ragazza mostrava nel parlare di
tutto
anche di quegli argomenti delicati.
-scusa-
disse il moro.
-ti
scuso soltanto se mi fai ballare- disse Ginny
sorridendo.
Blaise
la guardò un attimo lanciando un rapido sguardo al
resto della sala e senza soffermarsi su nessuno affermò:
-volentieri-
sorridendo di rimando alla rossa e
stringendola a se.
***
Era
entrata dal portone principale, senza che alcuna
guardia le avesse chiesto né l’invito
né chi fosse ed ora girava come una
trottola per la sala, avvolte qualcuno le sorrideva e lei per non
sembrare
sgarbata di rimando faceva lo stesso.
Oramai
la serata era entrata nel clou, Ginny era
praticamente avvinghiata a Blaise Zabini che non gli toglieva gli occhi
di
dosso e lei invece non aveva ancora visto il capo.
Un
tipo alto con i capelli castani l’aveva afferrata per
un braccio e buttata in pista per ballare con lei la quadriglia, un
antico ballo
medievale che ancora oggi veniva ballato nel mondo magico.
L’uomo
le mise una mano sul fianco poggiando mano libera
su quella della ragazza tenendo infine la schiena tesa come una corda
di
violino, quando Hermione sollevò lo sguardo, vide che di
fronte a lei c’era il
suo tanto sospirato capo.
Draco fece lo
stesso con la sua dama, una ragazza dai lunghi capelli neri e un
decolté fiorente,
sicuramente la piccola delle Greengrass, la bella e inibita Astoria.
Quando
anche il biondo incontrò gli occhi marroni della ragazza
rimase come stregato,
dalla giovane che si trovava di fronte non degnando più
nessuna di un suo
regale sguardo.
Incominciarono
a ballare muovendo i passi e seguendo i
rispettivi partner senza mai staccare gli occhi gli uni dagli altri
fino a
quando con l’evolversi del ballo finirono uno nelle braccia
dell’altro.
Quando
le loro mani si sfiorarono un brivido percorse la
loro schiena. Desiderio. Eccitazione. Un’alchimia evidente a
chi li circondava.
Tanto che attorno in molte si erano accorte della cosa…
-spero
si stia divertendo- disse Draco mentre la prendeva
sui fianchi e la faceva saltare.
-moltissimo-
rispose Hermione a voce bassa timorosa di
essere riconosciuta, mentre le gote gli si imporporavano per i leggeri
tocchi
del biondo.
-bella
maschera- continuò il biondo mentre le girava
intorno osservando il corpo della ragazza. La stava mangiando con gli
occhi,
mentre incamerava ogni piccola informazione per scoprire la sua
identità.
Capelli
corti, troppo corti sinonimo di una donna
indipendente e sicura di se, pensava Draco.
Corpo
magro e ben definito, seno piccolo e sodo almeno
alla vista.
Non
molto alta, ma stabile sui tacchi.
Non
era Astoria che in quello stesso istante lo trucidava
con lo sguardo trovandosi due coppie più in la, rispetto al
biondo e alla
misteriosa e affascinante ragazza.
Non
era nemmeno Daphne poiché aveva lasciato il suo
colore naturale ed era riconoscibilissima, tanto che Theo gli era
addosso da
ore per ricavare un piccolo ballo, povero ancora non si era arreso.
Poi
finalmente notò il piccolo tatuaggio nel collo, una
piccola fatina con le gambe incrociate e un libro tra le mani, fu
più forte di
lui e sfiorò il tattoo. Era stato fatto da dei babbani,
poiché si sentivano i puntini
di come l’ago si era inserito nella pelle. La ragazza si
girò come scottata da
quel tocco e si ritrasse.
-aspetta
scusa, non andare via. Prometto che non lo
faccio più-cercava di scusarsi Draco.
Hermione
acconsentì, continuando a ballare con lui per
alcuni secondi fino a quando ritorno al suo primo cavaliere e si
ritrovò
nuovamente il biondo di fronte.
Quando
la musica cessò tutti i partecipanti alla quadriglia
si dispersero nella pista da ballo alla ricerca della prossima dama per
l’ennesimo
giro di danza, la Granger si divincolò dal tipo castano
cercando riparo verso
una parte in penombra della sala.
-eccoti-
disse un uomo alle sue spalle. Si girò di scatto
per guardarlo in viso, anche se avrebbe riconosciuto quella voce,
quella
cadenza tra mille.
-troppa
confusione- rispose Hermione, anche se il biondo
non gli aveva fatto alcuna domanda.
-allora
vieni- disse afferrando la mano della ragazza e
conducendola fuori nel parco,- qui nessuno ci disturberà-
Hermione
si lasciò condurre per l’immenso giardino,
superarono
una grande fontana con dei pesci rossi.
-sono
magici- disse Draco interpretando lo sguardo della
ragazza che guardava l’acqua ghiacciata e i pesci che
incuranti continuavano a
nuotare.
Superarono
il roseto per giungere fino ad un piccolo gazebo
nascosto dalle siepi.
-eccoci-
disse il biondo lasciando il braccio della
ragazza e accarezzando i suoi fianchi mentre la guardava dritto negli
occhi.
-bello
qui- disse Hermione cercando di smorzare la strana
atmosfera che gli circondava.
-ti
piace?- chiese, mentre la ragazza acconsentì muovendo
semplicemente il capo.
-questo
era il posto preferito di mia madre, ora che lei non
c'è più è diventato il mio. Ci vengo
spesso quando penso a lei, quando sono
triste e mi sento solo. Vengo qui e sento la sua presenza-
Hermione
spalancò un poco le labbra e un velo di
tristezza gli appannò gli occhi.
-non
sapevo tua madre fosse morta-lui sorrise
tristemente.
-ne
deduco che non siamo amici- disse Draco trasformando
il suo sorriso da triste a contento. Era bellissimo quando sorrideva
non il suo
solito ghigno irrisorio ma un sorriso vero che scopriva i suoi denti
bianchi e
perfetti.
-non
proprio- rispose Hermione sorridendo anch’essa.
-e
posso sapere, il tuo nome?- chiese cercando di rimanere
vago
-no
questa è una festa in maschera e vige il segreto-lo
riprese la ragazza, sperando che il biondo non insistesse ancora sulla
cosa.
-e
non faresti un piccolo strappo alla regola- chiese cercando
di impietosirla facendo gli occhi dolci da cucciolo-
-no,
signor Malfoy alcuno strappo- rispose divertita.
-sei
vestita da fata ma sei un diavolo lo sai- gli sussurrò
nelle orecchie provocandogli un brivido.
Sospirò,
chiudendo gli occhi per un istante cosa che
anche Draco notò.
Quando
gli riaprì vide una piccola stella cadente eh un
oh di sorpresa le si bloccò in gola.
-cosa
c’è?-chiese il biondo che non aveva più
detto
nemmeno una parola perso a guardarla.
-niente
solo che ho visto una piccola stella cadente-
-quindi
ti sorprendi per così poco?- chiese sfiorandole
il viso con il pollice
-
c’è una leggenda che dice che se, se ne vede una
si
deve esprimere un desiderio-
-sei
romantica quindi mia bella e misteriosa fata-
-un
poco-
-hai
espresso un desiderio?- chiese il biondo curioso.
Hermione
sorrise,
-si-
rispose ma non gli disse che aveva espresso il
desiderio di essere baciata da lui.
-e
cosa desideri?-
-non
si può dire se no non si avvera- rispose la ragazza
diventando seria e facendo così ridere di gusto il ragazzo,
anche la sua risata
era bellissima. Non rideva mai, era sempre serio sempre rigido.
Perché
si ostinava a tenere una maschera nella vita e non
mostrava com’era in realtà. Un ragazzo normale con
le sue fragilità e con dei
sentimenti.
-se
l’avessi vista, avrei chiesto come desiderio quello
di poggiare le mie labbra sulle tue- disse il biondo avvicinandosi
pericolosamente al viso di Hermione che rimase come impalata aspettando
quel
leggero contatto che arrivò pochi istanti dopo. Le sue
labbra erano morbide e
sapevano di whisky e menta, quando la sua lingua chiese
l’accesso per un bacio
più coinvolgente la ragazza socchiuse un poco le labbra
invitandolo a giocare e
danzare con la sua.
Sembrava
che volasse, stretta a quell’uomo che ormai le
faceva battere il cuore. Ricambiò il suo bacio e si
staccarono solo quando
ebbero bisogno di respirare.
Rimasero
minuti interminabili abbracciati sotto quel
piccolo gazebo in mezzo al grande giardino del Manor, lui le
accarezzava
dolcemente il viso e lei non smetteva di specchiarsi negli occhi grigi
del
ragazzo.
-io
devo andare- disse debolmente Hermione staccandosi
dall’abbraccio lasciando il ragazzo perplesso.
-andare!
Dove?- chiese
-a
casa si è fatto tardi e dentro- disse indicando con un
gesto la villa,
-si
staranno chiedendo che fine ha fatto il padrone di
casa-
-Non
puoi andare via- disse Draco rendendosi conto che la
ragazza era già a un passo da lui.
-oh
si che posso sono in ritardo- riprese Hermione.
-in
ritardo. Stai scherzando vero- Draco si stava
spaventando non era mai stato bene co una donna come con quella ragazza
misteriosa non servivano parole o grandi gesti gli era servito solo
guardarla
negli occhi, nell’anima per stare bene per trovare finalmente
la pace.
-no
affatto- disse scendendo le tre scale del gazebo e
avviandosi per il piccolo sentiero, lui la seguiva a due passi ma lei
accelerò.
-io
non so il tuo nome- urlò Draco quando la ragazza era
già
arrivata al grande e imponente cancello di ferro battuto.
-credo
sia meglio per tutti che non lo scopra mai-Disse di
rimando la ragazza. Facendolo sbiancare e ansimare dalla corsa.
-ma
io voglio saperlo- disse giungendo accanto a lei nel
momento in cui Hermione si smaterializzo e solo per un attimo i loro
occhi si incrociarono
ancora.
Andata
era andata e non sapeva niente, né il suo nome né
un piccolo indizio per rintracciarla.
Ma
lui doveva scoprire chi era, doveva scoprire la sua
identità fosse l’ultima cosa che faceva in vita
sua.
-Draco-
disse una donna alle spalle del biondo.
-Draco.
Ti stavo cercando per tutto il manor, dove eri
finito?- il biondo cercò di parlare ma Astoria lo interruppe
ancora.
-su
vieni c’è il valzer è avevi promesso di
ballarlo con
me- Draco si lasciò trascinare a malavoglia verso la grande
villa ma ogni tanto
girava il capo sperando che la sua fata ritornasse dal punto in cui era
scomparsa.
SPAZIO AUTRICE.
ODDIO NON SO COME è
USCITO, SPERO VI PIACCIA... ORA INCOMINCIA IL BELLO ;D
|
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Capitolo 7 *** 7.DOPO IL BALLO ***
7.
Dopo il ballo (Draco).
Appoggiò
la fronte al freddo marmo del camino, era un
gesto che faceva spesso quando voleva schiarirsi le idee e quella notte
le idee
e i pensieri lo stavano facendo impazzire.
-Draco-
disse l’uomo che entrò senza bussare nello studio
del biondo.
-hai
saputo qualcosa?-chiese Malfoy senza nemmeno girarsi
verso il suo interlocutore.
-niente
mi dispiace- continuò l’uomo avanzando
affinché
il biondo lo potesse vedere, - sembra sparita-.
Draco
di staccò dal camino e andò a versarsi
l’ennesimo
bicchiere di whisky.
-ne
vuoi Blaise-
-no
grazie ho bevuto troppo questa sera-
-pensi
che sono pazzo Blaise?- disse Draco sollevando lo
sguardo verso il moro.
-No,
perché dovrei- rispose Zabini avvicinandosi al
grande camino di marmo bianco per scaldarsi un poco.
-perché
sto cercando una donna per tutta Londra. Senza un
indizio uno per riconoscerla-
-sei
sicuro Draco, sicuro che non abbia rivelato nulla
sulla sua identità-
-sicurissimo.
Si è fatta baciare e poi è scappata via
come se avesse un impegno improrogabile prima che potessi togliergli la
maschera-
-forse
è la maschera e quello che sarebbe successo dopo
la mezzanotte, l’ha fatta scappare-
-si
ma se aveva paura di essere riconosciuta da me, perché
si è spinta così in la-
-Draco
mi stai chiedendo di spiegarti la mente delle
donne. Perché amico te lo dico hai sbagliato persona. Non ci
capisco niente-
-come
Blaise sei sempre stato il migliore tra i due, sono
passate più donne nel tuo letto che in quello di tutti i
maghi che conosco-
-divertente,
divertentissimo Malfoy-
-che
c’è, hai trovato una che ti sfugge?- disse il
biondo
sollevando lo sguardo sull’amico.
-non
è che mi sfugge e che proprio non mi guarda-
-certo
deve essere uno smacco essere messo all’angolo da
una traditrice del suo sangue-
Blaise
sbuffò andando a prendersi del whisky facendo
ridere Draco.
-che
c’è – dispose secco il moro, me
l’hai offerto prima
ora ne ho voglia o non posso?-
-No
no serviti pure- disse Draco
-Comunque
non mi ha messo all’angolo credo abbia un altro
o forse non ha mai…-
-oddio
dimmi tutto Bla, ma non dirmi che non te la porti
a letto perché lei pensa ancora allo sfregiato. Che per
inciso è sposato e
abita in America-
Blaise
non rispose e butto giù tutto d’un colpo il whisky.
-che
intendi fare ora?- chiese Blaise riportando il discorso
su Draco.
-cercarla.
La voglio Blaise, chiunque sia, io la voglio-
-sicuro
non sia solo uno sfizio che ti vuoi togliere,
solo curiosità?-
-l’ho
portata al gazebo – Blaise lo guardò incredulo.
-le
ho raccontato di mia madre. Non so com’è successo,
e
non chiedermelo. Non so cosa quella fata mi ha ispirato ma
l’ho sentita vicina,
per la prima volta una donna mi ascoltava e mi guardava per
com’ero non per
cosa ero- disse guardando il fuoco che pian piano si spegneva.
-Guardava
Draco non Malfoy- riprese avendo gli occhi blu
di Blaise Zabini che lo scrutavano increduli.
-Sembra
stupido perché è stato un attimo, dei brevi
momenti in cui mi sono sentito come in paradiso.
Poi
se né andata e mi sono sentito vuoto, non hai idea di
cosa significhi stare tra le braccia di quella donna e poi ballare con
le
altre, tutte diventano niente al suo confronto e non parlo di donne di
poco
conto ma di Astoria, Michelle, Daphne nessuna regge il confronto con il
calore
che provato toccando le sue mani, accarezzando il suo viso, sfiorando
le sue
labbra- disse girandosi verso l’amico.
-la
devo trovare Blaise, la devo trovare se no impazzirò-
Disse
infine il biondo passando una mano su i suoi
capelli biondi scompigliandoli un poco.
***
Dopo
il ballo (Hermione).
Era
arrivata subito dopo la mezzanotte ed era ancora
eccitata dagli avvenimenti della sera, sembrava un sogno.
Forse
lo era, aveva ballato, l’aveva toccato per la prima
volta lei aveva messo le sue mani sul viso tra i capelli di Draco
Malfoy.
Ancora sentiva il
suo profumo inebriante di sandalo e muschio nelle mani, il suo sapore
di whisky
e menta sulle labbra, ma soprattutto sentiva i suoi occhi, i suoi occhi
che la
guardavano per la prima volta desiderosi di fondersi con i suoi.
Respirò
profondamente cercando di imprimere nella mente
ogni attimo di quella sera, poiché sapeva che mai
più sarebbe tornata.
I
sogni, Hermione, durano un lampo, un battito d’ali e
lui mai sarà tuo.
Lui non sarà tuo
perché
tu sei solo una semplice nata babbana, troppo poco per mischiarti con
il
principe purosangue.
Tu
sei solo una segretaria tutto fare, troppo poco per
mischiarti con il capo del tuo studio.
Tu
sei Hermione Granger e non potrai mai stare con Draco
Malfoy.
Quello
che aveva vissuto quella sera era un sogno, il tuo
segreto che custodirà nel cuore per sempre, ma dalla
prossima settimana tutto
tornerà come prima. Sarai ancora la sua segretaria e lui il
tuo capo, nulla
più.
Perché
infondo, nulla è accaduto tra di noi, mentiva al
suo cuore Hermione si raccontava delle storie per non farlo sperare per
non
farlo soffrire e soffrire anche lei con lui.
Solo
lei sapeva quello che era successo Draco, il suo
Capo non sapeva chi era e mai e poi mai l’avrebbe saputo.
|
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Capitolo 8 *** 8.Licenziata. ***
8.
Licenziata.
Era
arrivata con un super sorriso stampato in viso quel
due gennaio Hermione, le altre segretarie dello studio la guardavano un
po’
spaesate; Che cosa avesse da sorridere quella ragazza era un mistero.
Primo
perché stavano lavorando quando la maggior parte
dei Londinesi era ancora in vacanza, secondo c’era un freddo
assurdo e terza
cosa, lei era stata l’unica a essere estromessa dal ballo.
Ecco
il ballo, quello era uno degli argomenti principe
quella fredda mattina, nessuna donna all’interno
dell’enorme studio parlava d’altro.
Il
ballo di fine anno a villa Malfoy era stato un
successo anche il profeta ne aveva parlato nell’edizione
pomeridiana del primo
dell’anno.
E
quelle pettegole delle segretarie dello studio non erano
da meno.
-hai
sentito-disse Ivonne la segretaria di Taylor.
-oh
certo non si parla d’altro- rispose Ketty la segretaria
arpia di Cooper.
-lui
ha perso la testa- riprese Ivone, mentre Hermione
tendeva le orecchie per sentire meglio.
-la
Greengrass è furiosa- aggiunse Viky Preston la
segretaria più anziana.
-ma
si sa chi è?- continuò Ivone guardando le altre
due
con fare interrogativo.
-
no, lo ignora, ma non pensa che a lei-Disse con voce sapiente
Viky che di tanto in tanto osservava Hermione per vedere la sua
reazione, ma la
Granger come un automa faceva finta di niente e continuava a
scribacchiare
nella pergamena.
-la
sta facendo cercare tra tutti gli invitati-aggiunse
ancora.
Quella
notizia la colse impreparata alzò di scatto la
testa e con la mano rovesciò tutto l’inchiostro
sulla scrivania imbrattando i
vestiti e i documenti e facendo sogghignare Milly, l’altra
aiutante di Malfoy,
quella che si era portata dalla Francia e che la riprendeva ogni santo
giorno
per le sue mancanze.
-ah
si è come?- chiese Ketty incurante del disastro che
Hermione aveva combinato e più curiosa di scoprire chi fosse
la donna che aveva
stregato il grande capo.
-non
lo so. Dice che ha un segno che riconoscerebbe tra
mille- a Hermione, venne un colpo. Respirò affannosamente
prima di riprendersi,
si toccò i capelli imbrattandoli, ma non gli
importò niente.
Erano
tornati lunghi e ricci, non avrebbe mai visto cosa
essi celavano. No, non avrebbe scoperto chi era la sua misteriosa dama
del
ballo. Sapeva bene che quello era un sogno, il suo sogno impossibile e
come
tale sarebbe rimasto.
Le
voci si bloccarono all’improvviso quando un biondo alto
e muscoloso, fasciato da un abito sartoriale nero, varcò il
portone d’ingresso.
Camminava
con la solita andatura strascicata senza
degnare di uno sguardo nessuna di loro che invece gli sbavavano dietro
come
delle ragazzine assatanate.
Arrivato
vicino alle sue assistenti, le guardò, prima
Milly cui donò alcuni documenti riservati, la ragazza li
prese tra le mani come
se avesse ricevuto un premio, sorrise affabile e si sedette compiacendo
quelle
carte.
-Ottimo
lavoro- disse infine il capo osservando la donna
dall’alto in basso mentre il suo solito ghigno faceva bella
mostra sul pallido
viso. Anche quel giorno Milly era abbigliata come una bambolina,
vestito corto rigorosamente
rosa a scoprirle le gambe, tacco vertiginoso, capelli sciolti lisci e
biondi
impreziositi da un cerchietto e trucco troppo pesante per la mattina. Dopodiché, si
voltò a guardare l’altra
assistente, la sua nuova segretaria e il sorriso gli si spense.
-Dannazione
Granger che hai fatto- disse schifato
guardando l’inchiostro che colava sul pavimento e i
documenti, i suoi preziosi
documenti imbrattati dal liquido nero.
-sei
un disastro- disse oltraggiato – pulisci immediatamente
questo impiastro e pulisci anche viso e abiti prima che arrivino i
clienti, non
tollero che i miei dipendenti siano sciatti e che l’ambiente
dove lavoro sia
scambiato per un porcile-
Hermione
si sentì morire dentro, l’aveva umiliata davanti
a tutte e se l’era meritato con un gratta e netta aveva
scostato l’inchiostro
dalla scrivania e dai documenti.
Aveva
ripulito anche la pozza che era caduta sul
pavimento e ora toccava alla sua persona essere ripulita.
Si
recò in bagno, osservandosi un attimo allo specchio
era veramente pessima:
I
capelli erano diventati tutti neri sulle punte proprio
dove si era toccata per vedere se erano lunghi, la maglia che era
bianca ora
aveva chiazze sparse di nero come il manto di una mucca. Anche i suoi
mocassini
si erano macchiati li osservò bene e noto oltremodo che si
stavano scollando,
sciatta ecco quello che era.
Sbuffò
mentre con la bacchetta faceva sparire le macchie
e con l’acqua si ripuliva il viso.
Quando
ritornò alla sua scrivania, vide che Milly,
l’altra
segretaria la guardava scrutando ogni sua minima mossa.
-che
ho?-chiese rivolgendogli la parola per la prima
volta da quando era arrivata nello studio.
La
ragazza non rispose continuando a guardarla Hermione,
non la reggeva ma non poteva dirlo apertamente Draco la considerava la
sua
prima assistente e doveva tenersela buona se poi voleva in un futuro
occupare
il suo posto.
-Granger-
disse Draco spuntando con il solo capo dalla
sua porta -vieni immediatamente qui-.
Hermione
scatto in piedi come se nella sedia ci fossero
puntine e quasi corredo arrivò nel grande studio di Malfoy.
La
stanza era immersa nella luce, innaturale se si
pensava che fuori il cielo era plumbeo e che da giorni pioveva
ininterrottamente.
-Si-
disse Hermione avvicinandosi a passo di marcia alla
scrivania nella quale Draco era seduto e dal quale la osservava con
un’espressione
dura e per niente rassicurante.
-se
sei preoccupato per i documenti li ho ripuliti uno a
uno l’inchiostro va via con un semplice gratta e netta,
è un incantesimo
elementare-cercò di rassicurarlo sorridendo ma il sorriso
pian piano le si
spense.
-non
me ne frega un cazzo degli stupidi incantesimi che
la tua stupida persona sa fare Granger-. Disse Draco stupendo Hermione.
-avevi
un compito-
-si-
rispose.
Draco
la guardò incredulo, oltre ad essere odiosa con il
tempo la mente più brillante che avesse mai conosciuto era
diventata pure scema.
-perché
sorridi, Granger, forse non ti rendi conto di
come la tua situazione qui dentro sia critica-enunciò il
biondo.
-Critica-
ripeté Hermione come freddata da quella frase, cosa
stava cercando di dirgli.
-non
capisco, perché critica?- disse, ma non contenta
così continuò,
-la
relazione non ti è piaciuta, ho messo tutti punti che
secondo me potevano essere a nostro vantaggio-
-Granger
che cosa stai dicendo tu non mi hai presentato
alcuna documentazione-gli occhi grigi di Malfoy si assottigliarono e
divennero
due lastre ghiacciate, tanto da procurargli un brivido.
Hermione
sbiancò all’improvviso mentre, la salivazione in
bocca era ridotta al minimo, non riusciva a dire niente, né
una sillaba né una
parola né tanto meno una frase di senso compiuto che
riuscisse a spiegare la
sua espressione alienata, niente.
-cosa
c’è Granger pensavi che non ti avrei chiesto
niente? Pensavi che lasciassi correre? Ti sbagli eri in prova-
-eri-
disse riuscendo a emettere con forza quella parola.
-si
eri mia cara saputella. Eri perché ora non sei
più ,ti
voglio fuori di qua in un lampo-.
-fuori?-
-fuori.
Si sembra che sto parlando con una deficiente-
disse Draco incredulo nel vedere come quella ragazzina che negli anni
scolastici gli aveva fatto scoppiare la bile ogniqualvolta lo superava
in una
materia ora era l’ombra di se stessa, senza inventiva, senza
voglia di emergere
e diventare un personaggio di spicco del mondo nel quale per puro caso
era
piombata.
-non
capisco- disse Hermione incredula per quello che le
sue orecchie stavano sentendo.
Draco
rise con una risata fredda che metteva i brividi e
le stava facendo salire il magone.
-cosa
non capisci? Ti sto licenziando, non c’è niente da
capire Granger. Ma se vuoi, di faccio un disegno cosi che la tua
testolina
bacata capisca meglio-.
-licenziata-
ripeté atona.
-licenziata
si- ripeté duro. Hermione boccheggiò
guardandolo in viso e poggiando con forza le mani sulla scrivania di
Malfoy che
guardò schifato il suo gesto.
-togli
le tue mani dalle mie cose Granger. Immediatamente-Hermione
non lo stava nemmeno ascoltando, nella sua testa mille pensieri
giravano
vorticosi cercando una spiegazione valida per cui era stata licenziata.
Nessuna
non ne trovava nessuna.
-perché?-
disse piano continuando a guardarlo in viso
mentre il suo animo le intimava di non piangere, almeno non davanti a
lui,
sforzandosi di essere ancora una volta la Grifondoro per eccellenza.
-perché
non ti è piaciuto. Dimmi almeno perché non ti
è
piaciuto il mio lavoro-.
-ma
sei pazza Granger, non mi hai consegnato alcun
lavoro-
Hermione
era come schioccata da quelle parole.
-ma
te le ho inviate il trentuno con un gufo a casa tua. Io
te lo giuro-
-alcun
gufo Granger è giunto a casa mia e alcun documento
con sopra la tua firma è ora qua sulla mia scrivania, quindi
smettila di
arrampicarti sugli specchi e evita altre scene isteriche. Ora va a
prendere le
tue cose e sparisci la mia pazienza è agli sgoccioli-.
Hermione
abbassò il capo come sconfitta, incamminandosi a
passo lento verso l’uscita.
-Granger
sei cambiata- disse Draco senza sollevare
nemmeno lo sguardo sulla giovane ragazza che mesta usciva dal suo
studio.
-solo
alcuni anni fa se ti avessi trattato male solo la minima
parte di come ti ho trattato ora, mi avresti affatturato, invece sembri
un’ameba.
Ti
sto facendo un favore non sei fatta per la carriera
legale, qua bisogna essere degli squali e tu sembri un pesce rosso-.
Hermione
non replicò, sapeva che aveva ragione, sapeva
tante cose in quel momento.
Sapeva
che aveva fallito per la prima volta nella sua
vita, sapeva che aveva perso il lavoro che da anni aveva sognato,
sapeva che
aveva perso l’opportunità di brillare ai suoi
occhi senza l’aiuto di un bell’abito
e una maschera che le celassero il viso.
Aveva
fallito.
Raccolse
i suoi pochi averi sparsi nella scrivania, due
porta foto in cui era ritratta rispettivamente con Harry e Ron, e una
con
Ginny.
Gettò
nella borsa la sua piuma preferita e il cellulare e
quasi non si accorse della donna che si era avvicinata a lei.
-Grazie
Granger-
Hermione
sollevò la testa per trovarsi di fronte il
sorriso tronfio di Milly.
-grazie
di cosa- chiese Hermione chiudendo il pc e
riponendolo nella custodia.
-la
tua relazione era perfetta- disse la ragazza
ridendole letteralmente in faccia.
-Tu,
sei stata tu. Come hai potuto? come hai potuto,
rubarmi la relazione e spacciarla per tua-. Disse un’incredula
Hermione.
-io
uso il cervello ragazzina cosa che non fai tu, visto
che vivi su una nuvola in attesa che piovano galeoni-
-devi
dirgli che l’ho scritta io, mi ha licenziato-stava
ansimando Hermione, era agitata e ansiosa…
-bene
è quello che speravo-rispose Milly senza smettere
di sorridere e bearsi di quello che aveva fatto, di quello che le aveva
fatto.
Hermione
era livida.
-scherzi,
ora noi due andiamo nel suo studio e tu gli
dici la verità-ribatté Hermione, cercando di
afferrare quella stronzissima
ragazza per un braccio ma lei si spostò eludendo la sua
presa.
-ah,
ah, ah, che ingenua che sei mia cara Grifondoro, te
lo scordi.
Ho
fatto tutto questo per liberarmi di te. Sono e sarò
l’unica
segretaria del capo e non accetterò mai di essere messa in
secondo piano da una
nata babbana- . Concluse Milly.
-tu
non meriti questo posto-disse Hermione
-Oh
e chi lo dice Granger tu? Forse non ti sei resa conto
ma non conti niente, sei l’ultima ruota del carro. Ops! eri
l’ultima ruota del
carro ora nemmeno quello ti ha licenziato…ah, ah,
ah… e non crederebbe mai ai
tuoi vaneggiamenti mia cara- disse la bionda prima di girarsi e andarsi
a
sedere nella sua scrivania.
Hermione
la guardò con tutto l’odio possibile e proprio
nel momento in cui il biondo uscì dal suo ufficio,
sparì non prima di aver
lanciato sull’odiosa e stronzissima Milly un
“Furnunculus”.
Il
vortice in cui Hermione era sparita aveva prodotto un po’
di vento, un vento che gli sollevò i capelli il tanto giusto
da scoprire una
piccola fatina a gambe incrociate con un libro tra le mani.
Draco
guardava come paralizzato il punto in cui la Granger
era sparita, impossibile diceva la sua mente, è impossibile
hai sicuramente
dormito poco e ora vaneggi.
Così
scacciando quei pensieri e sorpassando le urla di
Milly con il volto pieno di pustole uscì dallo studio per
schiarirsi le idee.
SPAZIO
AUTRICE.
Capitolino essenziale per la storia, da qui incomincia veramente.
Hermione si rinventerà dall'oggi al domani e Draco
continuerà a barcolare nel buio più nero alal
ricerca della sua fata.
Qui invece, abbiamo scoperto chi è stata a prendere la
relazione di Hermione rubando anche alcune idee ..la stronzissima
Molly. Spero vi piaccia. Buona Domenica ragazze.
|
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Capitolo 9 *** 9.La verità. ***
9.La
verità.
Non
riusciva a scacciare dalla mente quella donna, la sua
fata, così l’aveva chiamata.
Ogni
momento, anche il meno opportuno, lei gli ritornava
in mente.
Da
settimane la stava cercando ma si era come
volatilizzata, sparita dispersa.
Blaise,
gli aveva proposto di organizzare un’altra festa
danzante, anche questa in maschera, per festeggiare il carnevale, una
festa
tradizionale Italiana e magari così rincontrare la donna che
gli aveva rubato
il cuore.
Draco
si fece convincere ma per quella ricorrenza, che cadeva
a febbraio, mancava più di un mese, un lunghissimo mese.
-Milly-
urlò portando la testa bionda fuori dalla porta
facendo così scattare la sua assistente.
-dove
sono i documenti che ti ho chiesto-
La
bionda correva su e giù per lo studio alla ricerca
delle pergamene richieste, cercando di non cadere dai trampoli nei
quali anche
quella mattina si era abbarbicata.
-eccoli
capo- disse infine riprendendo a respirare e avviandosi
sculettando oltre la porta dello studio di Draco. Il biondo
guardò solo un
attimo il fondoschiena della bionda scuotendo il capo.
Esilarante
nessuna donna gli interessava tanto meno quell’oca
giuliva della sua segretaria.
Abbassò
lo sguardo e si rimise a lavoro, sfogliò una a
una le pergamene fino a giungere ad una scritta con una calligrafia
differente
rispetto alle altre.
Una
grafia, lunga e sinuosa.
Poteva
essere della Granger, possibile, ma allora che ci
faceva tra i documenti di Milly.
Doveva
capirci qualcosa.
Lesse
una prima volta, poi una successiva e una successiva
ancora.
Non
vi erano dubbi, quella era la famosa analisi che gli
aveva spedito quel trentuno dicembre, ma perché Milly ne
possedeva una coppia.
Forse
anche l’originale.
Possibile
che avesse…
Possibilissimo,
si disse tra se il giovane Malfoy, Milly
era astuta, scaltra e abile. La Granger, anche se non se
n’era accorta, aveva
minato la sua leadership.
Sarebbe
dovuto intervenire, soprattutto ora che leggeva
il lavoro che Hermione, non l’aveva mai chiamata
così si ritrovò a pensare,
aveva fatto.
L’aveva
trattata male, malissimo, ma doveva riprenderla a
lavorare con lui e doveva farlo subito prima che qualcun altro avvocato
si
accorgesse delle qualità della riccia ex Grifondoro.
Uscì
a passo svelto, arrivato in prossimità della
scrivania della sua assistente si bloccò un attimo.
-le
serve qualcosa capo?- chiese la bionda sbattendo gli
occhi come una cerbiatta.
-No
grazie Milly hai già fatto troppi danni per questo
mese- rispose Draco.
-prega
che nessuno le abbia offerto un lavoro, in caso
contrario sarai costretta anche tu a cercartene uno- disse sollevando
appena il
fascicolo che Milly riconobbe all’istante.
Si
smaterializzò nella fabbrica di whisky, dove sapeva di
trovare l’unica persona in grado di aiutarlo a cercare la-
ex- so- tutto.
La
Wesley, gli serviva la piattola per arrivare alla Granger.
Andò direttamente
nel suo ufficio ma non la trovò cosi fece i due piani che
separavano gli uffici
dei dipendenti da quello suo e di Blaise e senza bussare
entrò nell’ufficio di
Zabini.
-Blaise-
disse ma le parole gli morirono in bocca,
osservando con meraviglia quello che i suoi occhi grigi si trovavano di
fronte.
Un
moro avvinghiato ad una rossa, una rossa che altro non
era che Ginevra Weasley.
-Cazzo
Draco, ti costa bussare- disse coprendo la ragazza
che era diventata rossa come i suoi capelli mentre il moro
s’infilava
velocemente i pantaloni dell’abito.
-a
voi costa molto lavorare- rispose Draco di rimando.
-siamo
in pausa pranzo- disse con rabbia Blaise porgendo
i vestiti alla rossa. Ginny, non si fece pregare strappò di
mano la maglietta e
la gonna e si avviò a passo spedito verso l’uscita
ma prima di raggiungere la
porta venne fermata.
-non
così veloce Wesley- disse ghignando il biondo, mentre
con una mano afferrava al volo il braccio della ragazza.
-Draco
lasciala- cercò di difenderla Zabini.
-Tranquillo-
disse lasciando il polso della rossa – non faccio
niente alla tua bella Blaise- alla parola “bella”
Ginny sollevò il viso,
incredula da quello che aveva sentito dire al capo, mentre Zabini
inceneriva l’amico.
-voglio
sapere dov’è la Granger- disse infine voltandosi
a guardare la rossa che divenne leggermente pallida.
-se
non me lo dici ti licenzio Wesley, anche se sei la
migliore qua dentro-
-Draco,
calmati così la spaventi-
Ma
Malfoy non era per niente propenso ad abbassare la
guardia.
-allora
Wesley, ti decidi a dirmi dove trovo la tua
amica-
-perché
la cerchi- rispose la rossa senza abbassare lo
sguardo. Per niente impaurita da quegli occhi grigi che duri la stavano
osservando.
-ah
bene, vedo che da brava Grifondoro sfidi il pericolo-
-che
vuoi da lei Malfoy, non le hai già fatto abbastanza
male?- disse di impeto la rossa.
-l’ho
solo licenziata- rispose di rimando.
E
come un lampo le venne in mente quel vortice, quella leggera
folata di vento in cui era sparita e quella piccola fatina a gambe
intrecciate
con un libro tra le mani.
Guardò
la rossa stringendo gli occhi.
-
Legilimens-disse
il biondo.
-proteggo-
urlarono insieme Ginny e Blaise.
-Draco
che cazzo stai facendo?- disse il moro ponendosi
tra l’amico e la donna.
-togliti
Blaise.- disse secco cercando di scansare l’amico
che non voleva saperne di muoversi da quella posizione. -Wesley, dimmi
dove è
la Granger-
-No-
-dimmi
immediatamente, dove si è cacciata quella dannata
donna-continuò ad urlare Draco sporgendosi oltre Blaise per
poterla vedere.
-No-
ripeté Ginny decisa a portare avanti la sua idea di tutelare
a tutti i costi Hermione.
-Wesley,
non ti farò niente, devi solo collaborare-
-oh
guarda furetto che io non ti temo nemmeno un poco-,
rispose acida la rossa. – eh non vedo cosa ti possa
interessare cosa sta
facendo o no Hermione-.
-Quello
che interessa a me non è affare tuo, rossa-
-oh
si mio caro, poiché è della mia amica che stiamo
parlando-rispose Ginny facendo innervosire ancora di più il
biondo.
-Draco
ti calmi- urlò Blaise.
-No
che non mi calmo Zabini- disse sull’orlo di una crisi
di nervi.
-immagino
le risate che vi siete fatti su di me-riprese Draco.
-ma
che stai dicendo Draco- cercò di placarlo Blaise.
-tu
e questa qua, per non parlare dell’amica che fa la
santa e poi si traveste da …da…da-
-osa
insultarla e come è vero che mi chiamo Wesley, Malfoy
ti uccido con le mie mani-urlò Ginny.
-di
cosa cavolo state parlando?- sbraitò Blaise cercando
di non essere sommerso né da Draco né da Ginny,
che nonostante fosse minuta
aveva una forza assurda.
-ah
bene, non lo hai detto al tuo amichetto Ginevra?-la
canzonò acido Draco.
-detto
cosa?-chiese stupito Zabini, rivolto più alla
rossa che al biondo che aveva di fronte.
-che
la ragazza che cerco…-incominciò Malfoy
-è
Hermione- concluse Ginny, facendo girare Blaise che la
guardò allibito dalla rivelazione.
-ora,
che abbiamo svelato il mistero voglio sapere dove
si è cacciata-
Riprese
il biondo, mentre Blaise guardava la rossa sconvolto.
-A
Lavoro- rispose lei abbassando gli occhi, non
riuscendo a sostenere lo sguardo di Zabini.
-Lavoro-
ripeté Draco riuscendo nell’impresa di diventare
ancora più bianco di quello che già era.
-dove?
Con chi?-
-non
posso-disse Ginny.
-certo
che puoi Wesley, dimmi immediatamente dove lavora-
Ginny
deglutì con difficolta come se invece che la saliva
fosse un rospo quello che le scivolava giù per
l’esofago.
-lavora
nello studio di Davies Roger-
A
Draco, venne un colpo. Tutti, poteva lavorare in tutti gli
studi di Magismago che c’erano a Londra, ma lei no, aveva
trovato il modo per
fargliela pagare aveva scelto lo studio rivale.
-Davies
Roger- ripeté Blaise – ma non è quello
che…-
-si
è quello- rispose Draco – è quello che
difende Giselle,
la moglie Adrian Pucey
dalle accuse di molestie - concluse
atono.
-è
lo studio che mi contende le cause migliori-
Il
biondo si girò, cercando di uscire da quella stanza.
-Draco,
non vorrai andare li- disse Zanini cercando di
trattenerlo
-non
credo sia una cosa sensata, lavora per la concorrenza-.
Ma
Draco nemmeno lo ascoltò, si scrollò di dosso
Blaise e
si smaterializzo per una via parallela a Diagon Alley, dove sapeva
essere lo
studio di Davies Roger, uno dei più famosi Don Giovanni di
Hogwarts. Quello che
al ballo del ceppo aveva accompagnato la francesina Delacour e che dopo
essersela fatta l’aveva lasciata cercando una nuova preda.
Anche
la sua fata era già caduta nelle sue grinfie, socchiuse
gli occhi un attimo, per riaprirli quando una risata, la sua dolce e
allegra
risata echeggiò per la deserta via.
Hermione
Granger, la sua fata camminava affiancata da Davies
Roger che non smetteva un attimo di guardarla, mangiandola con gli
occhi.
Stupida.
Non
smetteva un attimo di sfiorarle il braccio.
Ancora
più stupida.
Ci
stava provando, come suo solito e lei forse ci stava. Lei
la sua fata.
Camminò
per inerzia arrivando di fronte ai due che appena
lo videro si bloccarono di colpo.
Davies
Roger, lo guardò divertito e con un sorriso da
cretino stampato in volto lo salutò.
-Malfoy-
Draco
lo guardò appena, salutandolo con un gesto del capo
girandosi subito dopo verso la riccia. Anzi la ex riccia notando i
capelli
corti che la ragazza portava.
-Granger,
posso parlarti un attimo. Non ti ruberò molto
tempo-disse rivolto ad Hermione.
-Tranquillo
Roger, non devo chiederle informazioni sulla
causa-.
L’uomo
sembrò irrigidirsi un attimo ma si riprese subito.
-va
bene- disse rivolto al biondo. – non tardare-
aggiunse guardando Hermione, che ancora non aveva detto mezza parola.
-ti va un caffè-
chiese Draco cercando di stemperare la tensione.
-No,
dimmi che vuoi-rispose lei.
-Ho
trovato i documenti-
-ah
sì, li puoi usare ma stai sicuro che perderai ugualmente-la
voce di Hermione era dura e per niente intimorita nel trovarselo di
fronte.
-Non
ho alcuna intenzione di usare un tuo lavoro, sono
venuto a riportartelo- disse porgendogli la cartella con le pergamene.
-vuoi
che ti dica grazie per quest’opera di bontà che il
tuo cuore di pietra è riuscito a campiere?- lo
canzonò la Granger.
-io
non ho il cuore di pietra- rispose turbato dalle sue
parole.
-ah
ah, ah, era una battuta, giusto?-
Lui
la guardava incredulo, dov’era la sua fata, perché
gli parlava così. Perché?
-Puoi
credere quello che vuoi Granger, ma lo sai benissimo
anche tu che non sono di pietra. Come so altrettanto bene che celarsi
dietro ad
una maschera non nasconde chi siamo in realtà.
E
chi gioca con il fuoco alla fine si brucia mia
carissima fata-.
Hermione
sbiancò per poi riprendere il controllo.
-Che
vuoi Malfoy? Vuoi umiliarmi. Vuoi deridermi l’hai
già
fatto-
-Io,
no…-
-Guardami
bene in faccia perché ormai quello che fai,
quello che dici non mi tocca.
Niente di te mi
tocca.
Volevo
solo partecipare ad una serata in cui ero stata l’unica
ad essere estromessa.
Niente di più.
Quello
che successo non conta, non è importante per te e
non lo è per me. Dimenticala come l’ho dimenticata
io.
Fai finta che non
c’è
stato, anche se penso che ti starai maledicendo per aver baciato una
sporca
mezzosangue. Sappi che anche a me ha fatto schifo baciarti furetto-.
E
dopo aver riversato sul biondo tutte quelle frasi,
scappo via senza dargli modo di replicare, lasciandolo solo e immobile
nella
via.
SPAZIO AUTRICE.
Tutto si complica in un secondo e per
conquistare la sua fata il nostro furetto ne deve fare di strada non
basta andare da lei e dirle che sa, sperando che si butti tra le sue
braccia.
Spero vi piaccia, come ho fatto
evolvere le cose, aspetto riscontri.
|
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Capitolo 10 *** 10.Solo Bugie. ***
10.
Solo Bugie.
Era
scappata l’aveva
lasciato solo e
immobile in quella via deserta.
E
li era rimasto per alcuni minuti fino a che Zabini non
era andato a riprenderlo.
L’aveva
ferito?
No impossibile
Malfoy non si ferisce con delle stupide parole, dette da lei poi che
valore
vuoi che avessero.
Non
illuderti, Hermione si ripeteva, voleva solo
deriderti prenderti in giro, ancora un’altra volta.
Non
sarai mai per lui quello che spera il tuo cuore, non
sarai per lui la sua ancora di salvezza, non sarai per lui la compagna
di una
vita, non colmerai nel suo cuore il vuoto che ha lasciato sua madre.
Non
sarai niente perché niente sei mai stata. Si ripeteva.
-Hermione
tutto bene?-chiese Davies
Roger, spuntando con il suo solito sorriso gentile e due tazzine di
caffè
espresso rigorosamente italiano.
-si
Davies, tutto bene non preoccuparti- disse Hermione
scostando le tende dove un attimo prima sbirciava il biondo –
Malfoy-.
-Oh
no, frena, frena Hermione, non m’importa cosa ti ha
detto o cosa vi siete detti. Sono cose tra te e lui, non voglio
entrarci-disse
il suo nuovo capo, con voce suadente e sensuale, che negli anni aveva
mietuto
molte vittime.
Una
era la sua ex compagna di classe Calì che ricordava
essere follemente innamorata dell’ex Corvonero.
-va
bene- sorrise affabile
-caffè-
offrì lui guardandola con occhi penetranti tanto
penetranti che Hermione fu costretta a distogliere lo sguardo, facendo
sorridere l’uomo.
***
Quando
la sera tornò a casa, stanca dal lavoro e dal peso
opprimente del suo cuore non si aspettò di essere accolta
nel salotto di casa
da Blaise Zabini in persona.
-che
ci fai tu qua?- disse prendendo la bacchetta tra le
mani.
-ehi,
tranquilla Granger. Non sono qui per affatturarti
per quello che hai combinato al mio amico-.
Hermione
spalancò gli occhi mentre dalla porta della
cucina arrivava Ginny.
-che
hai fatto al viso, sembra che hai pianto- disse Hermione
osservando la rossa e poi girandosi di colpo verso il moro gli
urlò:
-Zabini,
che le hai fatto-
-lascialo
Hermy, non è colpa di Blaise se sto male-
-Malfoy-replicò
la Granger.
-no,
neanche di Malfoy anche se mi piacerebbe dare a lui
la colpa di tutto-
-guarda
che non è cattivo- disse Blaise ritrovandosi
quattro paia di occhi che lo stavano annientando con lo sguardo.
-Mi
dici perché hai pianto?-chiese ancora la mora.
-Mio
padre-rispose Ginny tristemente.
-tuo
padre, che è successo, sta male?-
-No
ci ha visti baciandoci all’angolo della strada-
incominciò Zabini,
-e
non gli sono piaciuto, sai Serpeverde, figlio di
Mangiamorte etc etc-
-ah-
disse Hermione.
-non
dici altro, solo ah- chiese Ginny, ancora più triste
per la poca comprensione della sua migliore amica.
-non
so cosa dire-si scusò la Granger.
-consolami,
dimmi che non è giusto, di qualcosa ma non un
banalissimo “ah” Hermione, sembra che sei
d’accordo con lui-disse sull’orlo
delle lacrime la rossa.
-magari
è d’accordo- affermò Blaise togliendo
dalle mani
della rossa il contenitore in ceramica nel quale la rossa aveva versato
i pop corn.
-se
lei ti reputa all’altezza io non sono nessuno per
dirle che sta facendo o no la cosa giusta-si giustificò
Hermione.
-ma
pensi che non la stia facendo, giusto Granger-riprese
Blaise.
-Zabini,
non mettermi in bocca frasi che non ho
pronunciato-
-l’avete
smessa di litigare- disse Ginny portando le mani
in testa mentre un ticchettio alla finestra distoglieva i tre dalla
conversazione.
-vado
io- disse Hermione aprendo la finestra e facendo
entrare il piccolo allocco.
-Leo-
disse Ginny sbuffando – non mi meraviglierebbe
ricevere una strilettera da mia madre-
-in
effetti – disse Hermione- è una strilettera ma non
è
per te-
-ah
bene, nemmeno mi conoscono e già m’inviano una
strilettera- sbuffò Blaise.
-Vorrei
tanto fosse per te ma a quanto pare sono io
quella che ha mancato più di tutti-
-Hermy,
No-urlò Ginny portandosi le mani sopra le
orecchie cercando di coprire così le urla di sua madre
contro la sua amica.
-COME
HAI POTUTO LASCIARLA NELLE GRINFIE DI QUELLA GENTE.
LA MIA BAMBINA. NON ME LO SAREI MAI ASPETTATO DA TE: MAI-
-cavolo
non sapevo che mia madre ti reputasse la mia
balia, pensa se sapesse che hai baciato Malfoy-
-Ginny-
-guarda
che lo sappiamo tutti ormai, sappiamo anche
quello che gli hai detto- disse Zabini buttandosi sul divano e
accogliendo la
rossa tra le sue braccia.
-Draco
era sconvolto-concluse il moro ex serpeverde.
-Oddio
sconvolto è poco per descriverlo. Diciamo che
ripeteva una cosa tipo “Davies Roger, sta con Davies
Roger”- ripeté Ginny
divertita dalla cosa.
-Dai
smettila di prenderlo in giro. È il mio migliore
amico e ci ha pure prestato la casa per il weekend-la riprese Zabini.
-beh
non so se posso ora, devo ragionare con i miei-
Blaise sembrò deluso ma non lo lasciò vedere.
-capisco-
disse infine guardando verso la scatola magica
che trasmetteva un film molto in voga tra i babbani “IL
Signore degli anelli”.
-vai
a rilassarti Ginny- disse Hermione, -i tuoi se ti
vogliono bene dovrebbero accettare chicchessia perfino Voldemort. Senza
offesa
Zabini- Concluse Hermione diretta al bagno dove si sarebbe concessa un
rilassante bagno e un sorso del suo vino elfico preferito, quella sera
solo l’alcol
e un bagno caldo avrebbero alleviato le sue pene d’amore.
***
Era
seduto da ore nella fredda panchina di pietra del
piccolo gazebo oltre il roseto, lì dove sua madre amava
rifugiarsi ogni volta
che litigava con suo padre Lucius, lì dove aveva baciato la
sua fata.
La Granger, la sua
fata non era altro che la Granger la donna che più di un
mese gli lavorava affianco,
la donna che aveva trattato male, ancora, dopo gli anni in cui
l’aveva
ricoperta di insulti.
Hermione, ripeteva
la sua mente la tua fata è Hermione e tu l’hai
fatta fuggire, l’hai lasciata
scappare e ora non hai più speranze.
Alcuna
speranza, ripeteva. Seduto sulla stessa panchina
che l’aveva visto unire le sue labbra a quelle di Hermione,
costatò che mai l’avrebbero
più l’avrebbe fatto.
Si
era rifugiato in quel luogo per avere conforto invece
si ritrovò ancora più frustrato.
Hermione,
quella dannata e bellissima strega non aveva
capito niente di lui. Non aveva capito che con uno sguardo, uno solo,
aveva
abbattuto mille barriere, sciolto il ghiaccio ed era entrata dentro,
affondandolo.
Dopo
quel pomeriggio aveva cercato di scacciarla dai
ricordi, ma non andava via, era come il marchio nero che imbrattava il
suo
braccio.
Indelebile.
Rimaneva
nella mente, nel cuore .
Lì in quel posto
segreto quello che aveva condiviso con lei riusciva a sentire ancora il
suo
profumo alleggiare nell’aria, la sua risata echeggiare tra le
foglie e i suoi
occhi scaldargli l’anima.
Quegli
occhi che avevano
rapito il suo cuore.
SPAZIO AUTRICE.
vi regalo un altro capitoletto di
questa storia spero vi piaccia, è un po introspettivo
analizza i pensieri e i turbamenti dei protagonisti con in mezzo i
problemi dell'altra coppia Blaise e Ginny.
|
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Capitolo 11 *** 11. Dispersi ***
11.
Dispersi.
Ginny
era partita da un’ora per la mini vacanza con
Blaise Zabini nella baita in Svizzera di proprietà di Draco,
Hermione, approfittò
di aver la casa libera per rilassarsi un po’ e mettersi in
pari con la causa
che si sarebbe svolta lunedì.
Lunedì
l’avrebbe
rivisto.
Che
cosa farà? Cosa mi dirà? Pensava la Granger
mentre
con la piuma scarabocchiava una D stilizzata sulla pergamena.
Niente,
che vuoi che faccia diceva la sua coscienza, non
ti correrà certo incontro prostrandosi a terra per farti
passare sulla sua
schiena con il tuo tacco quindici.
Sbuffò
alzandosi a prepararsi un te caldo per riscaldare
il cuore ormai freddo.
Riprendendo
poi a lavorare.
Erano ore che
stava lì, seduta nel tavolo della cucina, le spalle gli
dolevano, le venne pure
un crampo al piede tanto che si alzò per sgranchirsi un
poco, proprio nel
momento in cui suonarono alla porta.
Si
portò davanti all’uscio trascinando la gamba che
ancora gli doleva e aprì senza guardare dallo spioncino
rimanendo ghiacciata da
quello che i suoi grandi occhi avevano di fronte.
L’uomo
si girò di scatto guardandola un attimo prima di
parlare.
-Blaise
e la Wesley sono dispersi in una tormenta, mi ha
chiamato la polizia babbana per dirmelo. Io sto andando vuoi venire?-
chiese
ancora sulla porta.
-Dispersi?-
-si,
in una tormenta ad alta quota-ripeté Draco Malfoy.
-ok-.
Disse- prendo due cose, tu accomodati.- disse
facendo gli onori di casa anche con le palpitazioni a mille per
l’agitazione.
Draco
si chiuse la porta alle spalle e si guardò intorno,
la casa della Granger era carina, accogliente e calda come lei,
notò le
pergamene nel tavolo e una piccola D su una sorrise.
-che
stai facendo? Spii le mie carte-
-No
tranquilla- disse sollevando le mani per scusarsi,
rimanendo bloccata nel vederla avvolta in un piumino bianco candido con
in
testa i paraorecchie pelosi e delle galosce rosa.
Avrebbe
voluto dirle che era bella, ma si limitò a guardarla
ammirandola.
-non
porti niente, un cambio?-
-Malfoy
ma per chi mi hai preso? Certo che mi porto il
cambio è tutto qui- disse mostrando la piccola borsa.
-tutto
li, si con la magia si fanno tante cose anche
rimpicciolire gli indumenti-
-ah,
capisco. Andiamo allora-
-si
sei in macchina?- Chiese la riccia.
Draco
sorrise - no, è meglio se andiamo con la magia,
dovresti prendermi il braccio, cosi ci smaterializziamo-
-sei
sicuro che siano in pericolo?-
-certo
che lo sono, non scherzerei sulla vita di Blaise-
La
riccia lo guardò negli occhi, perdendosi in quel lago
di ghiaccio, per poi distoglierli un attimo dopo chinando il capo,
stringendosi
poi al braccio del biondo. Il turbamento di quel leggero tocco unito al
vertice
che li fece smaterializzare, la sconvolsero.
Perché
il suo cuore batteva cosi forte vicino a Malfoy,
perché il suo fiato era mozzato, perché voleva
essere ancora stretta da quelle
braccia e perdersi tra quelle labbra.
-Hermione
– disse sorreggendo la ragazza ancora per il
braccio quando giunsero nei pressi della piccola baita in Svizzera.
-io,
volevo – cercò di dire il biondo mentre la ragazza
si divincolava dalla presa.
-Malfoy
sono qui per Ginny e per Zabini non voglio
sentire niente che non riguardi loro e la loro sicurezza- disse spiccia
dirigendosi presso l’edificio della polizia locale, che vide
dall’altra parte
della strada in cui si erano smaterializzati.
Quando
il biondo la raggiunse lei già stava organizzando
la spedizione di soccorso.
-lui
è il proprietario della baita- disse indicando il
biondo dietro di lei
-salve-
disse Draco stringendo la mano agli uomini, che
non levavano gli occhi di dosso alla ragazza che nemmeno si accorgeva
di quegli
sguardi.
-salve-
rispose uno che doveva essere il capo, anche se
sembrava troppo giovane pensò Malfoy, in effetti, erano
tutti pressappoco
dell’età di Draco e Hermione.
-stavamo
decidendo con sua moglie-
-non
sono sua moglie- precisò Hermione facendo sorridere
il capo dei poliziotti e irrigidire Draco
-decidevamo-,
continuò l’uomo – i gruppi per il
salvataggio-
-si-
-allora
lei può andare con il mio collega e la signorina
viene con me- sorridendo verso la Granger che sgranò gli
occhi.
-no,
non credo possa andare- rispose Draco. – è meglio
non dividerci se troveremo i nostri amici dobbiamo stare vicini-
-penso
anch’io che Malfoy abbia ragione- ammise la
Granger rivolgendo un sorriso al poliziotto che non rimase altro che
acconsentire alla richiesta dei due.
Le
ricerche durarono tutta la notte e con il passare del
tempo le speranze di trovare i due vivi si affievolivano sempre di
più, cosi
disse il poliziotto a Malfoy che lo guardava come stranito.
-che
ha detto?- chiese Hermione avvicinandosi al biondo,
preoccupata dall’espressione del suo vito.
-dice
che se non li troviamo entro un’ora non ci saranno
speranze-
-cosa?
È impossibile Draco- disse la riccia balzando in
piedi.
-dobbiamo
trovarli-
-quello
lo so anche io-
-dobbiamo
trovarli noi Malfoy-.
-Noi?-
-si
noi, dobbiamo liberarci di loro e fare le ricerche da
soli con la magia-
-siamo
circondati da babbani, Granger-
-capo-
disse la riccia andando verso il poliziotto.
-noi
siamo stanchi- disse – vorremmo trovare un posto per
la notte-
-capisco-
disse l’uomo guardandola.
-voi
continuate qui?- chiese indagando.
-si
ancora un ora anche i miei uomini sono stanchi-
Hermione
mosse il capo capendo l’impegno dell’uomo.
-vi
faccio scortare a valle- disse.
-oh
no, non si preoccupi ricordiamo la strada, è meglio
che cerchiate Ginny e Blaise- disse stringendo la mano
all’uomo e girandosi
raggiungendo il biondo che la guardò sorpreso.
-Dai
su saluta e filiamo- disse la Granger
***
S’incamminarono
lungo il sentiero con le bacchette
protese in avanti per illuminare la strada, il freddo si faceva
più pungente e
la neve ricominciava a cadere lieve, ma il vento per fortuna era
cessato.
-hai
freddo?- domandò il biondo togliendosi il suo
mantello e poggiandolo sulla donna.
-Un
po’, ma posso resistere- disse scostandosi cercando di
restituire lo spesso capo di cascimir a Draco.
-dai
non fare la stupida-
-ma
così tu gelerai-
Lui
rise…
-non
preoccuparti come mi ha detto una donna non molto tempo
fa io sono ghiacciato dentro e peggio di così non posso
diventare-
-io
non volevo-disse.
-lascia
stare dovremmo andare da quella parte la baita è pressappoco
lassù- indicò Draco con il dito.
Camminarono
per quasi mezz’ora lungo una salita ripida,
lei davanti e lui dietro.
-Draco
ci sei?-
-si,
si, ci vuole ben altro per uccidermi-
-smettila
di dire queste cose-
-Granger
dai su, rallegrati. Pensa quante cose belle
succederebbero con la mia morte. Prima non vedresti più la
mia brutta faccia,
poi vinceresti la causa- la riccia si girò di scatto
puntando la bacchetta.
-Malfoy
smettila-
-guarda
che se fai così…- disse ma non riuscì
a finire la
frase perché vennero accerchiati da un branco di lupi.
-merda-
disse Hermione.
-sta
calma- disse Draco ponendosi tra lei e il branco muovendo
appena la bacchetta produsse delle fiamme che spaventarono i lupi che
piano
piano indietreggiarono fino a scomparire oltre gli alberi da cui erano
arrivati.
-Grazie-
disse abbracciandolo di slancio.
Il
biondo non riuscì a trattenersi dallo scingere a se la
ragazza respirando affondo il suo dolce profumo.
Quando
Hermione cerco di staccarsi senti ancora le sue
forti braccia stringerla.
-Draco-
pronunciò
-scusa-
rispose lui staccandosi subito e riprendendo a
camminare senza aver la forza di guardarla in viso.
Dopo
pochi minuti arrivarono davanti ad una piccola
baita, Hermione che era passata davanti razzolò a terra non
appena mise un
piede nella proprietà privata.
-che
succede?- chiese stupida nel costatare che una
cupola trasparente preservava la pace di quella casa immersa nella
natura.
-che
imbecille. Che sono-
-io
non sarei riuscita a dirlo meglio Malfoy- disse Hermione
ridendo.
-dammi
la mano Granger- disse il biondo protraendo la sua
verso la donna che ancora stava a terra.
-perché?-chiese.
-perché
solo con il proprietario o con chi ne fa le veci,
puoi entrare nella casa di un Malfoy-
-è
questa?-chiese la ragazza – ma non mi sembra distrutta-
-ah
credo che lo sarebbe se fosse una casa babbana, ma
sai noi maghi siamo superiori anche in questo- Hermione
sbuffò mentre gli dava
la mano ed un brivido la percorse tutta dalla punta dei capelli fino
alle dita
dei piedi.
Camminò
con Draco senza togliere la mano dalla sua come sovrappensiero.
-che
dici suoniamo o facciamo un’improvvisata?- chiese il
biondo.
Hermione slegò la
sua mano da quella del ragazzo che rimase spaesato e senza rispondere
al suo
quesito bussò.
Ad
aprirli arrivò Blaise che girava per casa a torso nudo,
nonostante gli zero gradi.
-che
ci fate?-chiese il moro nel vedere il suo miglior
amico e la Granger bussare nel bel mezzo della notte in una baita
desolata con
una tormenta alle spalle.
-niente-.
Disse Draco entrando in casa e riprendendo
finalmente un po’ di colore sul viso.-vi danno per
dispersi-concluse.
-chi
è disperso- disse una rossa stretta in vestaglia di
seta nera che le lasciava scoperte le gambe.
-voi-
ripeté Hermione allibita nel guardare l’amica per
niente in pericolo come in realtà pensava fosse.
-Herm,
Malfoy, che ci fate qui?-chiese Ginny.
-dicono
che siamo dispersi amore. Ma secondo me sentivano
la nostra mancanza- disse Blaise sorridendo al biondo che gli riservo
uno
sguardo truce.
-mamma
mia vi amate- disse seria Ginny guardando prima il
moro e poi il biondo.
-non
sai quanto Wesley-rispose Draco.
-rimate
qui per la notte vero?- chiese Blaise.
-si
grazie-disse Hermione.
-No,
io devo lavorare e non voglio disturbare- disse
mesto il biondo e senza attendere nemmeno un secondo si
smaterializzò lasciando
immobili sia Hermione sia Blaise.
-cavolo
aveva fretta sembra che stesse…-pronunciò Ginny
-Scappando-
aggiunse Blaise guardando un attimo la
Granger.
-forse
è meglio che vada anch’io, scusate e godetevi il
resto della vacanza-
Dopodiché
si smaterializzò
nella sua casa di Londra.
SPAZIO AUTRICE.
Capitolino che introcuce velatamente quello che succederà
poi...il prossimo capitolo porta alla causa e a dei fatti, altre grane
che coincolgono Ginny e Blaise si sono sempre nei casini quei due...
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Capitolo 12 *** 12. Il processo. ***
12.
Il processo.
Lunedì
mattina,
puntuale come i gufi postini a Hogwarts Hermione Jane Granger, varcava
l’atrio
del ministero della magia.
Gli anditi
erano colmi di gente che andava da un ufficio all’altro, il
processo si sarebbe
svolto nei sotterranei, vicino all’aula che un tempo era
utilizzata per i
processi ai mangiamorte.
-Hermione,
siamo qui- disse Davies Roger fasciato in un abito grigio perla che lo
rendeva
agli occhi delle donne ancora più affascinate.
-il giudice
è in ritardo- sorrise – e anche Malfoy-, infatti,
Hermione non aveva intravisto
la chioma bionda e nemmeno quella dell’imputato Adrian Pucey che
conosceva dagli anni della scuola.
-Giselle-
disse rivolta alla sua assistita, -stia tranquilla, risponda con calma
alle
domande che le farà il giudice e l’avvocato della
controparte e vedrà che alla
fine la verità verrà fuori-
-oh che bel
discorso Granger dove l’hai letto nella raccolta di favole
babbane della nonna-
disse Purcey arrivando proprio in quel momento.
Hermione
s’irrigidì
un poco guardando l’imputato che si avvicinava a loro senza
averne il diritto.
-Purcey, ti
hanno spiegato che esiste una zona in cui la tua faccia non
è gradita.
Ecco questa
è la zona in cui non sei gradito-, spiegò
Hermione mostrando l’area intorno al
loro- il tuo avvocato dovrebbe spiegarti delle cose elementari come
queste-
-Adrian,
quante volte ti ho detto che non devi avvicinarti a lei prima del
processo-
disse Draco Malfoy con il solito tono freddo e strascicato- Granger.-
disse poi
rivolgendosi all’ex Grifondoro che si era come sciolta
appena, l’aveva visto
avvolto nel suo, completo nero, bello decisamente bello.
Anche la
signora Purcey era rimasta affascinata tanto che l’aveva
seguito con lo sguardo
fino alla porta in cui era scomparso.
-nervosetto-
disse Roger ridendo subito dopo.- questa sarà la prima causa
che Malfoy
perderà, ne sono certo- concluse. incamminandosi anche lui
con Giselle al
braccio.
Quando tutti
furono presenti, entrò il giudice che battendo con la
bacchetta sul tavolo
diede via all’udienza.
Erano passate
più di due ore, e il processo procedeva lentamente,
l’accusa capitanata da Hermione
Granger esponeva al giudice la sua linea e chiedeva per
l’imputato l’arresto,
un ammenda e la risoluzione del matrimonio.
Malfoy
controbatté
che mai e poi mai un matrimonio tra purosangue poteva essere invalidato
e che
il suo assistito non avrebbe mai passato nemmeno un ora nel carcere di
massima
sicurezza perché le accuse erano infondate e
altresì chiedeva che alla donna
fossero addebitate tutte le spese processuali poiché aveva
calunniato contro il
marito.
Dopo che i
due avvocati finirono, venne il momento dei testimoni. Draco
chiamò a
testimoniare l’elfo domestico dei Purcey, alcuni amici di
famiglia e la figlia
della coppia.
Che
rivelò
al giudice e agli ascoltatori le numerose scapatele della madre, che
appena sentì,
si mise le mani in viso e cominciò a piangere.
Dopo fu il
turno di Hermione che chiamò al tavolo dei testimoni la
sorella e la madre di
Purcey che testimoniarono contro il figlio e fratello. Le due donne
raccontarono del clima ostile in cui Giselle era stata costretta a
vivere, del
poco amore e delle continue percosse.
Draco a ogni
parola delle Purcey diventava sempre più bianco.
Alla fine il
giudice diede ragione a Giselle e quindi a Hermione, moltissime donne
che
assistettero al processo alla conclusione della sentenza si alzarono in
piedi
per applaudire il giudice e la legismago, che sorrideva alla stampa
posando
prima solo con Giselle e poi con Davies Roger.
-Granger,
devo aumentarti lo stipendio solo per questo lo sai. Una soddisfazione
così
nemmeno una donna me l’ha mai data- disse l’uomo
infischiandosene se qualcuno
lo sentisse o no.
-certo che
paragonare una donna a una sentenza è veramente triste, ma
va beh il
personaggio che ha detto questa infelice frase, non è
sicuramente un esempio
per la popolazione futura- disse Draco dall’alto del suo
metro e novanta.
-che vuoi Malfoy
un’altra lezione di diritto- disse acido Roger.
-da te non
ho ricevuto alcuna lezione è merito della Granger se hai
vinto, quindi è a lei
che faccio i miei complimenti – porgendole la mano.
Hermione era
come spaesata guardava il braccio di Draco tendersi verso di lei e come
se una
calamita la attirasse a essa, protese anche lei la mano e la strinse,
lui non
sorrideva era teso e anche la mano fredda non prometteva niente.
-Grazie Malfoy-
disse Hermione staccandosi subito.
Lui scosse
il capo e senza salutare nessun’Alto usci dall’aula.
-odioso e
impunito mangiamorte- disse Roger guardando la porta dove Draco era
uscito a
quelle parole Hermione, ebbe una stretta al cuore.
-io devo
andare-
-come
Granger si va a festeggiare- disse Roger imitando un ballo scatenato,
era buffo
tanto che Hermione rise.
-mi spiace
sono stanca, ieri non ho dormito molto-
-eh
l’ansia
della prima causa-
-no
veramente mi avevano detto che la mia migliore amica si era persa in
una
tormenta- proferì mesta- quindi ora sono esausta-
-Roger-
disse porgendo la mano al suo capo,- Giselle- disse abbracciando la
donna,-
buona serata-.
Dopo poco
arrivò a casa sua, costatando che ancora la sua cara amica
Ginny non era
rientrata, sorrise un po’: ecco cosa voleva dire mettersi con
il proprio capo,
nessuno che si lamenta se non vai a lavoro.
Si concesse
un bagno caldo e si verso del vino bianco quando un Patronum argenteo
arrivò a
disturbare il suo meritato riposo.
-Hanno
arrestato Blaise. Hanno chiamato Harry. Ti prego vieni subito- non
c’era
bisogno di firma avrebbe riconosciuto il cavallo-Patronum di Ginny tra
mille.
Uscì
in un lampo dalla vasca, mise il primo vestitino che le
capitò a tiro, le
stesse scarpe della mattina e il cappotto e si smaterializzo nuovamente
al
ministero nell’ufficio auror.
Da fuori si
sentivano urla concitate, la
segretaria la guardò storto solo un attimo poi la riconobbe
e finalmente entrò.
Erano anni
che non metteva piede in quello studio, il vecchio studio di Harry.
Niente era
cambiato tutto era uguale e ,in effetti, tutto era uguale
c’era anche Harry.
-mamma, non
sono sotto imperius. Ecco ora è arrivata Hermione ve lo
dirà lei- Ginny era
seduta in una sedia davanti alla scrivania con affianco sua madre Molly
e suo
padre Arthur che lividi in volto tenevano la figlia per i gomiti.
Di fronte ai
Wesley seduto nella sua sedia, c’era lui il mio migliore
amico Harry Potter che
non mi degnò di mezzo sguardo.
Ok
Herm, ex migliore amico da quando gli hai
detto che per te era morto visto il modo in cui aveva lasciato Ginny.
Questo
logicamente, i Wesley non l’hanno mai
saputo io, la rossa e Ron abbiamo omesso le reali cause della fine
della storia
per un quieto vivere.
la Granger
avanzò lentamente fino al centro della stanza e
lì lo vide, Blaise era seduto
vicino alla finestra legato con catene magiche e il viso tumefatto,
Draco non c’era
forse nessuno si era premurato di chiamare il suo avocato, cosa che la
fece
innervosire.
-mi dite che
succede?- chiese.
-questo
individuo ha messo sotto imperius o sotto filtro magico la qui presente
Ginevra
Molly Wesley e dopo giusta denuncia l’abbiamo catturato, si
trovava il suolo
straniero pronto alla fuga-
Disse atono
Harry Potter.
-ma cosa
stai dicendo?- chi li avrebbe denunciati?- chiese la Granger.
-noi- disse
la signora Molly.
Ginny si
mordeva nervosa il labbro, mentre un’incredula Hermione
guardava la signora
Wesley.
-Voi avete
denunciato
vostra figlia?-
-No, non
nostra figlia ma quell’essere-
-quell’essere
papà ha un nome si chiama Blaise e io ne sono innamorata-
-per favore-
disse sua madre - tu hai gli amori facili Ginny-
-da quando
Potter
si percuotono i prigionieri?- chiese Hermione evitando di mettersi in
mezzo nel
litigio tra Ginny e sua madre.
-non so di
cosa parla Granger-
-ah no. Il
signor Zabini ha la faccia affettata e visto che ieri sera non
l’aveva cosi e
che non credo sia stata Ginny. I casi sono due o è caduto ma
non credo o voi l’avete
picchiato-
-sta
insinuando che gli auror del ministero picchiano i detenuti-
-oh si. eh
sai non vi è una legge che mi vieta di farlo, Dean Thomas-
disse Hermione
guardando l’uomo che si trovava poco dietro a Harry Potter.
-invece ce
né
una che vieta a voi di arrestare e trattenere un uomo senza avvisare
nemmeno il
suo avvocato-
-tanto
nessuno lo salverà da Azkaban- disse il capo degli Auror
-oh lo
vedremo Harry- rispose battagliera Hermione
-Granger-
disse Blaise riuscendo a sollevare il viso
-chiama-
Hermione senza
aspettare nemmeno la conclusione della frase di Zabini prese il
cellulare tra
le mani e compose il numero.
-esilarante
un purosangue che si fa aiutare da un babbano-
Disse ancora
Thomas, mentre Harry Potter guardava truce la sua ex amica.
-pronto-
rispose l’uomo dall’altra parte
del ricevitore
-hanno
arrestato Blaise, io sono già al ministero- disse Hermione
senza nemmeno
salutare.
-arrivo-
disse prima di riagganciare.
SPAZIO AUTRICE.
MA QUANTO SONO BUONA OGGI, UN'ALTRO CAPITOLO SPERO VI PIACCIA...LO SO
CHE VI LASCIA COSì SUL PIù BELLO, MA FORSE QUESTA
NOTTE SE L'INTER VINCE VI METTO IL SEGUITO ABBIAMO UNO ZABINI DA
SALVARE...
KISS.
|
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Capitolo 13 *** 13. collaborazioni ***
13.Collaborazione
Appena
arrivato a casa si era seduto nella grande
poltrona verde che stava accanto al camino della sala da pranzo e da li
non si
era più alzato.
Era
stanco e deluso dalla sentenza anche se quel cretino
si meritava di perdere, va bene può capitare tradire una
donna che non ami più,
ma non alzarle le mani.
Nemmeno
suo padre che era un mostro aveva osato tanto
contro sua madre.
E
se una purosangue, una madre, una sorella testimoniano
contro di te devi essere proprio un gran stronzo, pensò
Draco appoggiando la
schiena alla spaglierà.
Respirò
affondo cercando di rilassarsi ma ogni volta che
chiudeva gli occhi la vedeva, bella e battagliera di fronte al giudice,
dolce
quando parlava con Giselle Pucey, e felice e fiera quando gli aveva
stretto la
mano, orgogliosa del suo operato.
Aveva
deciso di dimenticarla, tutta la notte non aveva
fatto altro che rimuginare sul male che quella donna a sua insaputa le
faceva,
ma appena l’aveva vista tutti i suoi propositi andarono in
fumo e anche ora che
lei non c’era la sua mente si ostinava a non pensare ad altro.
-dring,
dring- echeggio nella stanza.
-Draco
osservo il cellulare che aveva posato sopra il
marmo del camino si alzò e l’afferrò
d’impulso solo in quel momento si ricordò
che non aveva sentito Blaise quella mattina magari era lui per
raccontargli che
donna stupenda era Wesley.
-pronto-
disse
-hanno
arrestato Blaise, io sono già al ministero- disse
una voce di donna, la sua voce.
-arrivo-
rispose Malfoy e prendendo al volo il mantello
che aveva poggiato nella poltrona si smaterializzo in un lampo davanti
al
ministero della magia.
Quando
entrò in molti si girarono a guardarlo, il viso
tirato, la camminata veloce e sicura l’umore nero.
-Malfoy-
disse la donna affiancandolo.
-dov’è-
chiese il biondo.
-nell’ufficio
di Potter-
-Potter?-
-si
è stato chiamato lui per arrestarlo-
-ma
non era …-
-si
non so perché ha detto una cosa tipo fuori dai
confini, possibilità di fuga-
-fuga?-
-ma
che diavolo sta succedendo? Per cosa viene trattenuto?-
-Ginny-
-Granger
stai parlando a monosillabi-
-Si
scusa Malfoy sono agitata ho appena minacciato il mio
ex migliore amico, dammi tregua un attimo-
Draco
apri un poco la bocca allibito da quello che la
donna aveva appena detto.
-ex-
-si
non ne voglio parlare ora, Blaise è il nostro unico
problema-
-ti
ascolto-
-allora,
i signori Wesley l’hanno denunciato-
-pezzenti-
-Malfoy!-
disse la ragazza riprendendolo.
-scusa
continua-, disse il biondo.
-credono
che Ginny sia sotto imperius o filtro d’amore-
-potrei
denunciare la figlia per la stessa cosa- dichiarò
secco Draco.
-ma
smettila quei due si amano- lo riprese Hermione.
-va
bene, continua-
-l’hanno
catturato quando era ancora in Svizzera e
portato qui è tenuto con delle corde e credo sia stato
picchiato-
Draco
sollevò di scatto il viso per guardare meglio la
donna di fronte a lui
-chi?-
-non
lo so penso gli auror-
-quanti
sono?-
-perché
lo vuoi sapere?- chiese preoccupata.
-quanti
sono?- ripeté ancora Draco
-Non
fare cazzate, stanno gongolando per avere Zabini tra
le mani pensa che farebbero se avessero te-
-l’uniche
persone di cui m’importa sono uno legato come un
salame nello studio dell’eroe del mondo magico e
l’altra di fronte a me-
Oddio
le aveva detto veramente cosi? Si Draco, le rispose
la sua mente.
-Draco-
-quanti
sono Granger-cerco di riportare la conversazione
sull’argomento principale non doveva pensare a quello che le
aveva appena
confessato.
-tre-rispose
infine Hermione scioccata dalle parole che Malfoy
aveva appena detto. Era importante per lui, lo era veramente o
è solo sotto
pressione.
-bene-
-non
bene un corno non ti vorrai mettere a duellare con
loro-disse riprendendosi dal turbamento precedente.
-no,
ma non immagini quanto vorrei picchiare alla babbana
Potter-
Disse
il biondo incominciando ad avviarsi verso l’ascensore
che glia avrebbe portati nei piani superiori del ministero e dopo aver
schiacciato il 5° piano si appoggiò con la schiena
alla parete dell’ascensore.
-Draco,
dove stiamo andando, lo studio di Harry è al
terzo- disse Hermione ammirando Draco che non accennava a guardarla.
-Prima
andiamo dal primo ministro- rispose.
Rimasero
in silenzio fino quando arrivarono a
destinazione.
Il
biondo per galanteria fece passare prima la ragazza e
poi fu lui ad uscire dall’ascensore e sempre in silenzio si
arrivarono verso studio
del primo ministro.
-Malfoy-
disse rivolto alla segretaria che squadrò la
strana coppia.
-parlo
io con lui tu intervieni sono se ti chiederà qualcosa,
sempre se lo farà-
-ma
io…- cercò di dire Hermione.
Entrarono
nell’enorme ufficio del ministro della magia, Kingsley
Shacklebolt.
Il
primo ministro un uomo alto, con la pelle color d’ebano
li stava aspettando.
-ministro-
disse Draco.
-Hermione-
disse sconcertato Kingsley Shacklebolt – che ci
fai qui? Il ministro voleva aggiungere con lui ma non disse niente,
anche se il
suo sguardo era eloquente.
-hanno
arrestato un mio amico, un nostro amico- disse
guardando Draco che era sorpreso della confidenza che la Granger aveva
con il
ministro della magia.
-che
crimine ha commesso?- chiese l’uomo ritornando a
sedersi dietro la sua scrivania e invitando anche Draco e Hermione ad
accomodarsi di fronte a lui.
-alcun
crimine Ministro- disse Draco interrompendola.
-Blaise
Zabini, è questo il nome dell’uomo trattenuto
è
stato incriminato e tenuto prigioniero per una falsa accusa-
-sarebbe-
-sta
insieme a Ginny e Molly e Arthur Wesley lo hanno
denunciato sostenendo che l’abbia messa sotto imperius o
filtro d’amore-
Kingsley
strabuzzò gli occhi.
-ma
non è tutto-, disse mesta Hermione, -ha condurre
l’indagine
è stato chiamato Harry e Blaise presenta segni di percosse-
-Harry?
Harry Potter? Chiese il ministro-
-si
chi altro-
-Potter
non può…-
-Potter
non può cosa ministro?- Chiese Draco.
-andiamo
vengo con voi voglio vederci caso in questa
cosa- disse il ministro precedendo i due che si guardarono un attimo
prima di
seguirlo.
Giunti
nei pressi dello studio di Harry si sentirono
molte grida e un pianto isterico.
-certo
che hai dei gusti veramente schifosi eh Ginny- si
sentì
Draco
spalancò la porta senza nemmeno bussare, notando
che la stanza era ora occupata solo da Ginny e Potter e che nemmeno i
signori
Wesley vi erano più.
-Harry
– disse il ministro – dove è il
detenuto?-
-in
cella Shacklebolt- rispose con Rabbia il ragazzo sopravvissuto.
-Potter
io sono l’avvocato di Zabini voglio parlare con
il mio assistito-
-il
tuo assistito ha confessato-
-sei
un bugiardo- gli hai lanciato un incantesimo ed è
svenuto e non si è difeso- disse Ginny urlando di rabbia.
-filtro
potente quello che ti ha dato Zabini eh Ginny-la
canzonò lo sfregiato
-Harry,
dove è Blaise-chiese Hermione cercando di far ragionare
l’auror che una maschera imperturbabile
-Oddio
non dirmi che le serpi hanno conquistato anche te-
disse poi volgendo il capo verso Hermione.
-Potter
di mezza parola e non riuscirai più a salire su
una scopa- lo interruppe Draco irritato dalla situazione e dalla frase.
-Potter
Zabini dov’è – chiese con voce ferma il
ministro.
-giù
nelle segrete per il processo per direttissima-
-processo
senza avvocato-disse scioccato Shacklebolt
-senza
avvocato, senza testimoni e immagino anche
impossibilitato a parlare, che penserebbe della tua lealtà
il caro Silente-
disse Draco acido verso il nemico di sempre.
Draco
andiamo dobbiamo fermare tutto. Disse afferrando il
biondo per il braccio e trascinandoselo dietro.
-lo
uccido-ripeteva tra denti
-ti
prego fa che non sia iniziato, fa che non sia
iniziato ripeteva Hermione.
Quando
i due arrivarono nell’aula il giudice stava
chiedendo chi fossero i difensori per l’imputato
-io-
dissero insieme Draco e Hermione.
-bene
due avvocato- disse il giudice sorridendo e che
avvocati oserei dire- aggiunse guardando divertito il difensore
d’ufficio dei Weasley.
Draco
riuscì a intortare con le sue mille parole, il
giudice e a rinviare il processo, ma non poté niente per far
scarcerare Blaise
che venne scortato nelle celle speciali del ministero.
-dai
almeno non lo portano ad Azkaban- sostenne Hermione.
-non
dovrebbe proprio starci in prigione- rispose
incazzato come non mai Draco che ritirava le carte con movimenti
stizziti.
-dobbiamo
condurre una linea inattaccabile- disse Hermione.
-scortatelo,
Blaise è mio amico e lo difendo io-
-Malfoy-
-che
vuoi ancora Granger-
-Blaise
è l’uomo della mia migliore amica e lei vuole
stare con lui quindi che tu lo voglia o no ti aiuto nel processo-
-sei
cocciuta Granger-
-si
è una delle mie doti migliori- disse la riccia
porgendo la mano al biondo –collaborazione Malfoy-
-collaborazione
Granger-.
SPAZIO AUTRICE.
Come promesso capitolo nuovo...certo
che un commentino in più ogni tanto farebbe piacere eh
eh
ma ora ho troppo sonno per
lamentarmi.
Domani non so se riesco a scrivere
qualcosa quindi un bacio a tutte e buon Immacolata .
|
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Capitolo 14 *** 14 Bacio al cioccolato. ***
14. Bacio al
cioccolato…
Dopo la
stretta di mano abbassarono tutte e due il capo a terra imbarazzati nel
guardarsi ancora, sapevano entrambi che quella collaborazione gli
avrebbe
portati a frequentarsi tutti i giorni e benché a nessuno dei
due dispiaceva ne
erano oltremodo spaventati.
Draco,
perché
temeva nel suo ennesimo rifiuto.
Hermione,
perché
aveva paura di essere usata e poi gettata come le mille donne di Draco
Malfoy.
-allora come
ci mettiamo d’accordo?- disse la ragazza.
-io preparo
le carte e sento un po’ in giro- disse lui.
-per cosa
scusa?- Chiese dubbiosa Hermione.
-Potter,
nasconde qualcosa- dichiarò il biondo.
-vuoi
distruggere Harry o salvare Blaise- chiese la ragazza.
-voglio
salvare Blaise, Granger, ma sarei un bugiardo se non ammettessi che
sarei soddisfatto
nell’incastrare Potter-
-rivalsa
personale?- disse inumidendosi le labbra con un gesto che Draco non
mancò di
notare.
-anche-
rispose poi tornando in se.
-allora cosa
vuoi fare?-
-vado nel
mio studio e mi metto al lavoro-ripeté Malfoy.
-ok, allora
io vado dai Weasley e indago qua e la. Magari scopro che fine ha fatto
Ginny. Come
ci teniamo in contatto ?- chiese infine la Granger.
-il mio
studio è abbastanza grande- disse Draco guardandola
-non vorrei
disturbare- cercò di replicare debolmente la Granger.
-io sono il
capo e non mi disturbi Granger-
Avrebbe voluto
aggiungere tu non mi disturberai mai, ma il giorno aveva già
esagerato con le
parole.
-allora ci
vediamo Malfoy-
-ci vediamo
Granger- rispose mentre la osservava girargli le spalle e avviarsi
nuovamente
verso gli ascensori.
Quella
collaborazione
sarebbe stata importante, il suo banco di prova la doveva conquistare.
Per la prima
volta non era la donna a conquistare lui ma lui a conquistare la donna
e la
donna che voleva era un osso duro, ma a Draco Malfoy sono sempre
piaciute le
sfide difficili.
Ghignò,
mentre con passo deciso si avviava verso i camini per poi ritrovarsi
nella
strada principale della Londra magica e infine nel suo studio.
Erano passate
ore dal loro incontro al ministero e della Granger ancora nessuna
notizia, ma
in compenso aveva parlato con alcuni vecchi amici di suo padre che gli
avevano
raccontato di alcune cosette sul grande eroe magico, Harry Potter.
Prima di
tutto aveva scoperto che il suo trasferimento in America non era un
premio per
la sua bravura, ma una punizione. Una punizione che il ministro stesso
aveva
inflitto a Potter.
Questa
notizia era stata insabbiata, poiché se fosse divenuta di
dominio pubblico,
molte teste sarebbero saltate, cosi aveva detto l’uomo.
La cosa mise
a Draco un poco di ansia: cosa era talmente grave da portare il
ministro a liberarsi
di uno degli auror di grido, uno dei suoi più fedeli
collaboratori, un amico da
quanto aveva detto la Granger.
Ecco la Granger,
quella donna era sempre nei suoi pensieri.
Riprese
sbuffando
le carte e analizzò i documenti su Blaise, aveva la fedina
penale pulita,
nessuno screzio con la giustizia, nemmeno un mezzo richiamo per uso
improprio
della magia, certo aveva un padre in prigione ad Azkaban
perché mangiamorte ma
lui non era mai stato coinvolto. Quindi perché Potter se
l’era presa con lui? Perché
stava con la sua ex?
Impossibile da
quanto aveva capito era stato lui stesso a lasciare la Wesley
perché non ne era
più innamorato ora aveva anche una moglie e dei figli.
Un leggero
tocco alla porta lo fece destare dai suoi mille pensieri.
-avanti-
disse convinto di trovarsi quella cretina della segretaria che con gli
eventi
non aveva ancora mandato via, invece, si trovò la sua bella
fata.
-Granger-
disse osservando la ragazza rossa in viso e decisamente agitata.
-Malfoy te
lo dico la tua segretaria è matta-
-no è
solo
gelosa perché sei più in gamba di lei- disse il
biondo alzandosi e scostando la
sedia per farla sedere come un vero cavaliere o forse un principe.
-sarà,
ma
ciò non toglie che sia matta e malefica- aggiunse Hermione.
-malefica
addirittura- disse Draco sorridendo.
-si, mi
ha…lasciamo
stare-
-quella non
è colpa sua è mia sono io che non ho voluto
vedere al di la del mio naso-Hermione
lo guardava con tanto d’occhi.
-cioè?-chiese.
-che dovevo
stare più attento e accorgermi che eri la collaboratrice
più in gamba dello
studio ma non volevo ammetterlo sai…-
-i vecchi
rancori- disse la Granger.
-si i vecchi
rancori-ripeté Draco.
-va bene-,
disse la ragazza -ora lasciamo stare e mettiamoci al lavoro-
-che hai
scoperto chiese Malfoy vedendo spuntare mille e mille cartelle.
-un
po’ di
cose Malfoy-
-Draco,
chiamami Draco-
-un
po’ di
cose Draco, prima fra tutte Ginny è segregata in casa e non
la posso nemmeno sentire
via gufo le sequestrato la bacchetta-
-come lo
sai?-
-Ron,
l’ho
chiamato subito-
-oh bene e
lenticchia che dice della cosa-
Hermione
sorvolò
sul nomignolo che Draco aveva affibbiato al suo ex e
continuò.
-niente che
dovrebbe dire, ha conosciuto Blaise alcune sere prima della vacanza-
-conosciuto?-
-si, prima
non si erano mai rivolti la parola. Comunque lui è la nostra
spia tra i Wesley-.
-allora
siamo in una botte di ferro- disse con sarcasmo Draco.
-Ron
è una
persona fedele e non tradirebbe mai né me né
Ginny-
-ti ama
ancora-
-Certo ma
come amica-
-immagino-
-sei geloso-
chiese la Granger ghiacciandosi appena quella frase le uscì
dalla bocca.
Malfoy non
rispose.
-fidiamoci
di Wesley cosa hai scoperto?-
-allora i Wesley
non si aspettavano fosse Harry, l’auror incaricato a scovare
Ginny e Blaise, ma
soprattutto pare abbaino assistito al pestaggio-
-questo chi
l’ha detto?-
-George Wesley-
-uno dei
gemelli, giusto?-
-si quello
sopravvissuto-
-anche lui
è
dalla nostra parte?-
-si è
il
fratello preferito di Ginny e credo che sappia di Blaise anche prima di
me-
-ottimo. Lui
sarà un testimone senza dubbio dovremmo parlarci-
-già
fatto-
-quindi?-
-accetta,
anche se sa che Molly ne soffrirà per Ginny e suo nipote
questo e altro-
-nipote? Non
vorrai dirmi che-
-si Malfoy
voglio dirti che Blaise e Ginny diventeranno genitori-
-eh noi
perché
non ne sapevamo niente?-
-ma credo
che volessero fare una cena per dircelo nonostante le nostre divergenze-
-questo
complica le cose lo sai vero-
-certo che
lo so. Si devono sposare come vuole la legge loro non posso opporsi.
Nessuno si
può opporre nemmeno il ministro sono due purosangue-
-Ancora con
la storia dei purosangue Malfoy-
-Granger non
è colpa mia se lo sono-disse sbuffando ma risultando agli
occhi della riccia
decisamente tenero.
-comunque
questa è il nostro asso nella manica- disse Hermione.
-il nostro
cosa?-
-lascia
stare è un detto babbano Malfoy-
-hai
scoperto altro? Disse lui soprassedendo all’ennesima battuta.
-dovrei
parlare con i colleghi di Ginny-
-non credo
che sappiano qualcosa, Blaise è molto riservato su queste
cose-
-però
sono
usciti spesso sai dove la portava a cena?-
-ma credo al
“Gran Burrone”-
-ma il
ristorante a cinque stelle di Londra- disse la Granger sgranando gli
occhi.
-si
perché a
noi piace mangiare bene-
-presuntuoso-
Draco rise
-a
proposito, hai fame?-
Solo dopo
che lui le chiese quello notò che il suo stomaco stava
rumorosamente protestando
e anche Malfoy se ne accorse ma evitò di ridere.
-un
po’-
-mando Milly
a prenderci qualcosa-
-ma sei
pazzo! Quella mi avvelena-
-non
oserebbe, visto che sarò io ad assaggiare per primo-
Dopo alcuni
minuti, Milly arrivò con due vassoi carichi di cibo, e fu
invitata da Draco ad appoggiarli
e poi sparire, poiché la sua presenza non era più
gradita.
La bionda
uscendo incenerì Hermione che restituì lo sguardo.
Quando la
segretaria uscì dall’ufficio Draco disse:
-Noto che vi
amate-
-tanto non ne
hai idea- rispose soffocando una risata.
A fine cena
sorseggiarono una cioccolata calda per riscaldarsi un po’.
Draco ogni
tanto alzava lo sguardo verso la riccia che non aveva smesso un attimo,
nemmeno
durante la cena, di controllare le carte.
-hai disse
il biondo indicando il viso della ragazza.
-cosa ho
…-chiese
lei preoccupata.
-aspetta-
disse avvicinando al suo viso, togliendo con il pollice un baffo di
cioccolata.
Rimasero minuti
a guardarsi, interminabili minuti, nei quali i suoi occhi si persero in
quelli
di lei come quella lontana sera del ballo.
Draco si
avvicino un poco al viso di Hermione che rimase immobile come una
statua di
cera, aveva smesso di respirare dall’emozione solo il suo
cuore batteva come un
forsennato e quando Draco poggiò le sue labbra sulle sue
esplose di gioia.
Gioia che fu
interrotta da un gufo del ministero, che fu maledetto con il pensiero
da tutti
e che li riportò sul pianeta terra perché venne
comunicato che l’indomani si
sarebbe svolta l’udienza.
-dobbiamo
metterci al lavoro- disse Hermione facendo scomparire i piatti ormai
vuoti.
E a Draco
non rimase altro che annuire alle sue parole.
SPAZIO AUTRICE.
QUESTO SARà L'UNICO
CAPITOLO DEL GIORNO I SPIACE OGGI SONO TROPPO IMPEGNATA...
SPERO VI PIACCIA.
|
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Capitolo 15 *** 15. Lucius ***
15.Lucius.
Erano ore
che controllavano le carte, ormai la linea difensiva era tracciata.
Blaise vista
la gravidanza di Ginny era in una botte di ferro, ma nonostante questo
Draco e Hermione
non volevano lasciare niente al caso.
Sarebbero potuti
ricorrere anche al veritaserum più che lasciare Zabini in
carcere, ma la cosa
che più innervosiva Draco era l’astio di Potter
per il suo amico.
-Draco posso
chiederti una cosa- chiede Hermione alle tre della notte dopo aver
bevuto il
terzo caffè.
-certo-
-anche se
non c’entra con il processo-
-dai spara-
disse facendo sorridere la ragazza per l’uso di quel gergo
babbano.
-anche se
è
una domanda personale?-continuò a chiedere.
Il
biondo sollevò lo sguardo, osservandola
bene, i capelli corti la rendeva bella e quella bocca socchiusa era
talmente
sexy che non sapeva come avesse fatto fino a quel momento a non
saltarle addosso.
-fammi
questa domanda, poi vedo se è troppo personale, non rispondo-
La ragazza
rimase un attimo in silenzio cercando le parole adatte per formulare la
domanda
che da ore le frullava per la mente, da quando aveva preso in mano quel
fascicolo.
-perché
non
sei andato al processo di tuo padre?- chiese tutto d’un fiato
senza sollevare
lo sguardo, Draco s’irrigidì appena e rimase in
silenzio.
-troppo
personale- disse Hermione chiudendo quelle carte.
-non ne
valeva la pena- rispose il biondo, sbalordendo Hermione che ora lo
guardava,
mentre si abbandonava sulla sedia del suo studio guardando anche lui
per un
solo attimo la giovane donna.
-ma
eri…-
-Lo so
Granger, cosa ero e cosa sono. Non ne valeva comunque la pena-disse il
biondo. -Farlo
uscire perché? perché ha aiutato il ministero a
scovare i suoi ex compari. No,
è troppo semplice così, fai ciò che
vuoi infrangi la legge e poi ti redimi. Ha
fatto del male a molta gente troppa gente.-
-ma
era…-cerco
di ribattere la mora ex grifondoro.
-era un
assassino e un padre assente e freddo- rincarò la dose Draco.
-queste
carte dicono- cercò di spiegare Hermione
-quali carte?-la
interruppe lui
-queste
–
disse la ragazza mostrandogli il fascicolo.
-chi te le
ha date?-chiese il biondo stranito.
-sono i
fascicoli su Harry tutti i casi di cui si è occupato e
questo è l’ultimo-
-quello di
mio padre è l’ultimo?-chiese ancora più
turbato.
-si pare di
si-
-beh allora
non c'è niente di losco che ha fatto- rispose sbuffando
– Potter ha vinto anche
questa volta- enunciò tetro.
-beh non lo
so, qui dice che tuo padre ha dichiarato di essere colpevole-
riferì Hermione
sollevando lo sguardo per vedere la reazione del biondo che non si fece
attendere.
-ah ah ah,
ma scherzi vero! mio padre non avrebbe mai detto una cosa simile-.
-lo
immaginavo. Il processo si è svolto a porte chiuse, tua
madre non è stata
accettata come testimone volevano solo te ma tu non ti sei presentato-.
-solo me. che
vuol dire?-
-che forse
volevano arrestarvi tutti e due- continuò a sostenere
Hermione.
-ma io non
ho fatto niente non ho mai partecipato a niente che non fossero
riunioni o
banchetti-
-Il ministro
era dalla tua ma Harry non era convinto- disse ricordando alcune cose
Hermione
soprattutto del periodo del processo Harry in quei giorni era
scostante,
nervoso Ginny piangeva tutti i giorni e fu in quel periodo che tutto
precipitò
la loro amicizia e la storia con Ginny.
Dopo aver
raccontato quegli aneddoti, Hermione, prese un foglio tra le mani e
sbiancò un
poco.
-che
c’è
Granger-
-niente-
-Granger che
c’è in quel foglio-.
-Niente
Draco-
-dammelo-
disse con tono autoritario e la ragazza si alzò in piedi per
consegnarglielo manualmente.
Draco lesse
più
volte e quasi il sangue gli si fermò nelle vene, suo padre
era un uomo malvagio
e meritava di essere incarcerato, aveva litigato con sua madre per
questo. Ma quello
non si augurava nemmeno a un nemico. Nemmeno le bestie vengono trattate
così.
E si
sentì
in colpa, si sentì in colpa per Lucius.
Non
si era presentato al processo nonostante
Narcissa l’avesse pregato, fu Blaise a convincerlo a lasciar
stare cosi, meno s’immischiava
meglio era. Blaise sapeva che alcuni volevano incastrarlo ma non era
per questo,
che non era andato a testimoniare a favore di suo padre.
Il motivo
era un banalissimo rancore verso quell’uomo che gli aveva
tolto tutto, l’aveva
fatto crescere nell’odio e nel terrore, l’aveva
obbligato a ideali non suoi e
costretto con la forza a sottomettersi ad un pazzo criminale.
-Hanno usato
i cruciatus fino alla pazzia. Su un detenuto. E non spiega nemmeno
perché-
disse infine Draco ritrovando la parola mentre nella sua testa mille
pensieri
si accavallavano frenetici, insieme ai sensi di colpa.
-si che lo
spiega, gira la pagina-disse Hermione seduta sulla scrivania potendo
così
osservare tutti i movimenti di Draco, timorosa per un suo crollo
emotivo.
Il detenuto nega
il coinvolgimento
del giovane Draco Lucius Malfoy e dell’amico di
quest’ultimo Blaise Zabini all’attività
di mangiamorte.
-L’hanno
fatto impazzire perché mi ha difeso- disse mettendosi le
mani nei capelli.
-Non
perché
ti ha difeso, ma perché ha detto la verità-
precisò La Granger.
-per loro
no. Io sono un mangiamorte, un derelitto della società-.
-quello che
dicono non conta, non conta niente se a dire queste cose è
gente senza cervello
e senza cuore-
-Granger
questo verbale l’ha redatto Potter. Potter l’eroe
magico io non sono niente
contro Potter. Tu stessa…-
-non
azzardarti sai Malfoy, non azzardarti a dire quello che hai pensato. La
mia
strada con Harry si è interrotta molto tempo fa, quel
ragazzo impavido,
coraggioso e buono di cuore non esiste più, come non esiste
quello spocchioso serpeverde
che esaltava la superiorità dei purosangue e inneggiava al
razzismo-.
Draco aveva
ascoltato tutto il discorso della donna e più parlava e
più pensava che senza di
lei al suo fianco la sua vita sarebbe stata inutile.
-cosa vuoi
fare ora?- chiese Hermione.
Draco
respirò profondamente, per poi alzarsi in piedi ponendosi
davanti ad Hermione.
-Ora
pensiamo a togliere Blaise da quel posto, per il resto ce tempo, anche
se
voglio giustizia Granger-
Lei gli
accarezzò il viso e quell’espressione dura e tesa
divenne più dolce.
Poi le sue
mani scivolarono sulle spalle che ancora erano contratte fino alla
schiena e
lì, si fermò con il cuore in gola.
-Hermione-
-shsss. Non dire
niente- disse la Granger avvicinando il suo capo al petto di Draco e
rimanendo
così per lunghi istanti.
Lui le
accarezzo i capelli e il suo tatuaggio, la bella fatina con le gambe
incrociate
e il libro tra le mani.
-sai che ho
smosso mari e monti per sapere chi fosse la donna con la fatina nel
collo- Hermione
sorrise.
-lavoravi
con me, gomito a gomito ma non ti avevo mai guardato-
-non guarda
le sue collaboratrici Malfoy-
-ti
farà
ridere o forse non ci crederai, ma no, non sono mai stato con una mia
collaboratrice-
-povera
Milly credo che sia innamorata di te-
-eh si
povera. Perché il mio cuore è decisamente di
un’altra donna-.
Hermione sorrise
e non stacco il viso dal petto di Draco, da lì sentiva il
battito del suo
cuore, il suo profumo inebriante, il calore della sua pelle e
finalmente poteva
dirlo anche alla sua mente senza essere contradetta lui le voleva bene.
Forse era
troppo pretendere amore, magari con il tempo…
SPAZIO AUTRICE...
VI HO SVELATO UN ALTRO PICCOLO
SEGRETO...FORSE GRANDE EH EH EH...
SPERO VI SIA PIACIUTO. CON QUESTO
BUONA NOTTE, SONO A PEZZI E CASA MIA SEMBRA UN BAZAR HO
PALLINE SPARSE X CASA.
|
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Capitolo 16 *** 16. Tutte le donne di Draco. ***
16.
Tutte le donne di Draco.
Era
rimasta appoggiata al suo petto per molti minuti,
fino a che la sveglia del suo cellulare non aveva preso a suonare come
un
pazzo.
-Dovrei
svegliarmi- confessò sorridendo- peccato non sia
mai andata a dormire-.
-Mi
spiace- rispose Draco ponendo le mani sui fianchi
della ragazza.
-ti
ho costretto a fare la notte-
-
nessuno mi ha puntato una pistola alla testa- rispose.
-L’ho
fatto per Blaise, Infondo, sarà il padre di mio
nipote-Disse sorridendo voltandosi ora a guardare il biondo.
-già,
Blaise diventa padre, se mi avessero detto una cosa
simile, non ci avrei creduto-.
-perché?-
chiese curiosa.
-perché,
non lo conosci, è l’immaturità fatta
uomo… ma
pare che la Wesley l’abbia cambiato. Lui non avrebbe mai
voluto né sposarsi, né
dei figli credo che il merito di queste idee strampalate fosse di sua
madre un
esempio non positivo di famiglia e di madre-.
-non
capisco-disse l’ex Grifondoro.
-oddio,
sei l’unica a Hogwarts che non sapeva che sua
madre cambiava marito e amanti come la biancheria intima-
Hermione
rimase sconcertata e un po’ in imbarazzo ammise
di non sapere queste cose sulla famiglia di Zabini.
-lui
ne ha sofferto tanto, era legato a suo padre ma sua
madre subito dopo il divorzio non volle che i due si frequentassero e
ogni
volta che lei si sposava Blaise, si affezionava al marito di turno per
poi non
vederlo più quando lei si stancava di averli nel suo letto-
-è
triste-
-lo
so, è per questo che stava spesso da me. Non che la
mia famiglia fosse un esempio di amore e serenità ma mio
padre ha amato mia
madre. Forse è una delle poche unioni combinate in cui
l’amore nacque-.
-vuoi
dirmi che in nessun matrimonio tra purosangue è mai
sorto l’amore tra i due sposi?-chiese.
-nessuno-proferì
Draco.
-scusa
e i figli?-chiese ancora la ragazza
-non
c’è bisogno di amarsi per farli-
-è
triste- disse.
-
lo so- rispose Draco.
Hermione
rimase un poco a fissare il muro di fronte
assorta nei suoi pensieri.
-sai
non pensavo foste così amici tu e Zabini.
Ti
ho sempre visto con Goyle e Tiger-dichiarò Hermione.
-si,
in effetti, Blaise non era il tipo da baciare il
suolo in cui camminavo-rispose Draco ricordando quegli anni.
-per
fortuna-disse Hermione facendolo ridere.
-Ora
dovrei andare- disse infine Hermione,- ci vediamo al
Ministero-
-ok-
rispose Draco mentre lei si staccava dal corpo
dell’uomo.
-Hermione-
disse riagguantandole i fianchi.
-si-
-voglio
portarti a cena fuori questa sera, ti prego non
prendere impegni- lei lo guardò abbozzando un sorriso.
-cercherò
di non prendere impegni- rispose posando un
leggero bacio sulla guancia prima di smaterializzarsi a casa sua.
Il
tempo con Draco era passato, avevano lavorato molto
durante la notte e si erano conosciuti, aveva scoperto un uomo ricco di
contradizioni, quel ragazzino borioso non c’era
più ora c’era un uomo.
Un
uomo che scopriva di volere ogni ora di più tutto per
se.
Se
i suoi amici avessero saputo ricordando il passato
l’avrebbero presa per matta, poi ci pensò: Ron
già sapeva, Ginny era innamorata
del miglior amico di Draco e Harry, beh Harry non poteva permettersi
nemmeno di
fiatare.
+++******+++++****
Intanto
alla redazione della gazzetta del profeta…
Quella
mattina alla redazione della gazzetta, sezione costume
e società, un’agitatissima Cho Chang rileggeva per
la quinta volta la serie di
domande che tra meno di mezz’ora avrebbe posto alla
principessa del mondo
magico.
Una
ragazza bella e intelligente, che aveva fatto della
sua bellezza un’arte per emergere e da quanto si vociferava
nei salotti bene di
Diagon Alley, presto sarebbe diventata la moglie di uno degli scapoli
d’oro del
mondo magico.
Astoria
Greengrass era cresciuta negli agi, figlia di
medimago di fama mondiale e di un ex modella magica aveva preso dalla
madre la
bellezza e dal padre l’intelligenza tanto da unire le due
cose e creare alla
sola età di vent’anni un impero della moda nel
mondo magico.
Creava
e faceva da modella alle sue creazioni, era per
questo motivo che quella mattina sarebbe stata intervistata da una
delle
giornaliste più in voga del momento.
Daphne
sua sorella, la più grande delle sorelle Greengrass,
faceva la P.R. della società di moda Astystyle e aveva
concordato quell’intervista
con il quotidiano magico più venduto in Gran Bretagna.
-Cho-
disse Alysa la sua segretaria.- Astoria Greengrass
è arrivata la faccio accomodare-
L’ex
Corvonero alzò gli occhi verso la donna e annuì
-si
Alysa-
Attese
un solo attimo e la giovane ragazza dai lunghi
capelli neri e una candida pelle diafana fece il suo ingresso nello
studio
della Chang che le sorrise.
-signorina
Greengrass, si accomodi- disse la giornalista
indicando la poltrona di fronte alla sua scrivania.
-sono
felicissima di averla…-
-Chang,
per favore sono venuta qua non per essere
idolatrata ma per farmi conoscere maggiormente, quindi mi aspetto che
dalla tua
intervista un surplus per le mie creazioni e per la mia casa di moda-
La
giornalista, guardò la ragazza e ricordando quale fosse
stata la sua casa a Hogwarts non poté far altro che pensare
che anche quella
volta il cappello parlante non avesse toppato. Quella ragazza era una
serpe,
senza peli sulla lingua e con la puzza sotto il naso che si esigeva da
quelle
parole. Era orgogliosa del suo lavoro e voleva ancora molto di
più, voleva
primeggiare e avrebbe primeggiato visto le richieste continue che le
donne dell’alta
società magica facevano delle sue creazioni.
-allora
incominciamo- disse Cho.
-incominciamo-
Rispose Astoria.
L’intervista
incominciò toccando vari punti interessanti,
partì dalla nascita della casa di moda fino a giungere a
toccare la vita
privata della giovane magastilista.
-il
suo cuore è impegnato – chiese la giornalista
guardando negli occhi Astoria.
-oh
si, certo, presto sarò la nuova Lady Malfoy. Io e Draco
siamo promessi da quando eravamo bambini, ma la nostra storia non
è un triste
contratto, noi ci amiamo- disse la ragazza sorridendo alla giornalista
che
rimase senza fiato quella si che era una notizia…una notizia
da prima pagina.
Spazio autrice.
capitolino ino ino...non dice niente ma mi serve per il prossimo... ci si sente domani ciao ragazze. |
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Capitolo 17 *** 17 Il processo Zabini. ***
17.
Il processo Zabini.
Arrivarono
al ministero con soli due minuti di distanza
l’uno dall’altro, quando il grigio degli occhi di
lui incontrarono i caldi
occhi color cioccolato di lei il tempo sembrò come fermarsi.
Niente
esisteva, niente era come prima o forse mai niente
era stato così bello per i due giovani legismago.
-buongiorno-
disse lui appena la ragazza lo affiancò
diretta ai sotterranei dove si sarebbe svolto il processo.
-Giorno-
disse lei sorridendo appena guardando le punte
delle sue scarpe in vernice rossa.
Entrarono
uno dopo l’altro nell’ascensore cogliendo di
sorpresa alcuni funzionari del ministero, non era da tutti i giorni
incontrare
l’eroina del mondo magico e il figlio di un ex mangiamorte
che si salutavano
cordiali.
Quando
giunsero a destinazione s’incamminarono
silenziosamente nel lungo andito, fino alla grande porta dove tra meno
di
quindici minuti si sarebbe svolto il processo che vedeva come imputato
Blaise
Zabini.
-Pronta?-chiese
Draco sfiorandole appena il braccio per
sentirla il calore della sua pelle.
-prontissima-
sibilò Hermione sollevando lo sguardo verso
il biondo, trattenendosi dal saltargli al collo e ricoprirlo di baci.
Era certo, era
pazza di Draco Malfoy.
-entriamo-
riprese il biondo spalancando la spessa porta
di legno massiccio facendo prima passare la Granger seguendola qualche
passo
più indietro, l’aula una vecchia che era
utilizzata per i processi di massima
sicurezza era in sostanza vuota.
Nessun
giornalista era stato fatto entrare, anzi Draco si
trovò stranito nel non averli visti al ministero ad
attenderlo.
Pensandoci
bene, nessuno sapeva dell’arresto di Blaise,
ma forse era meglio cosi; avrebbe evitato al ministero
un’altra becera figura e
forse avrebbe avuto modo di avvantaggiarsi con gli anni di questo
debito. Lo
sapeva bene Draco, quella mattina lui e la Granger avrebbero vinto e
Potter,
che lo guardava con astio e disprezzo appena aveva messo piede
nell’aula,
avrebbe perso.
Avanzarono
lentamente fino al posto in cui un incatenato
Blaise Zabini era seduto. Ginny, invece, era stata relegata dalla parte
opposta
vicino a sua madre che guardò sdegnata in direzione di
Hermione che rimase
turbata dall’atteggiamento della signora Wesley ma si
lasciò scivolare quello
sguardo riprendendo subito il controllo giusto in tempo per
l’entrata del
giudice supremo.
Il
processo iniziò subito dopo che giudice Rodney, un
uomo piccolo e pelato dal viso vispo e curioso, batté la
bacchetta sul tavolo
come nei tribunali babbani si batteva il martelletto.
Il
primo a esporre fu l’accusa che aveva come legismago
improvvisato Percy Weasley. Il più antipatico dei fratelli
Weasley presentò al
giudice tutte le motivazioni per cui i suoi genitori avevano denunciato
il
giovane Blaise Zabini, chiedendo poi la sua reclusione ad Azkaban per
sortilegio
contro una povera ragazza indifesa.
Il
giudice, osservò per un attimo la rossa Ginny che si
agitava alle parole che Percy pronunciava con il suo solito modo
pomposo, sorrise
impercettibilmente osservando gli strattoni che sua madre le dava ogni
volta
che una parola detta dal suo avvocato tendeva a offendere Zabini.
Quando
finalmente Percy Weasley si sedette fu la volta di
Draco e Hermione.
Draco
espose al giudice la sua difesa pro Blaise, dove
delineò la persona che era il giovane Zabini e come la sua
vita era cambiata da
quando Ginevra Wesley era entrata a farne parte.
Fu
così la volta di Hermione che chiamò a
testimoniare,
per avvallare la teoria di Draco, molte persone tra cui due dei
fratelli della
ragazza, cosa che fece spalancare la bocca ai signori Weasley.
-conosco
Zabini dai tempi della scuola. Non che ci
frequentassimo sia chiaro- disse Ron che parlava a raffica sotto lo
sguardo
attento del suo ex migliore amico che lo inceneriva ogni volta che una
sua
frase aiutava a scagionare Zabini.
-ma
con lui non ho mai avuto problemi. Qualche settimana
fa poi mi è stato presentato come fidanzato-
dichiarò Ron.
-bene,-
lo interruppe Hermione- quindi sua sorella le ha
detto che il signor Zabini era il suo compagno- continuò
Hermione, - come le è
sembrata?. Chiese infine l’avvocato.
-felice-
disse Ron di getto.- finalmente felice. Sa, non
è mai stata molto fortunata in amore- disse Ron girandosi
verso il giudice,- il
suo ultimo fidanzato l’ha tradita-.
Draco
tossi e Hermione era visibilmente in imbarazzo.
-mente-
disse Percy come opposizione.
-No
è vero- disse piatta Ginny, dopodiché ci furono
un po’
di urla, la signora Wesley si alzò in piedi urlando contro
il figlio che non le
aveva detto una cosa così importante e contro Harry Potter
il famoso ex fedifrago.
-Signora-.
Disse il giudice –Signora- urlo.- Se non la smette,
sarò costretto ad allontanarla dall’aula- disse
infine facendo calmare la donna
che si sedette ancora accanto alla sua giovane figlia che non perdeva
di vista
il moro che ora amava.
Il
processo finalmente riprese e fu la volta di George
Wesley a essere chiamato a testimoniare in favore di Zabini.
Il
gemello raccontò di aver conosciuto Zabini da alcuni
mesi, da quando era rientrato a Londra con Malfoy.
-Ginny
lavora nella fabbrica in cui Blaise è il
vicepresidente- disse George.
-credo
che si siano piaciuti da subito e un giorno dopo l’altro
è nato l’amore, venivano sempre insieme a trovarmi
al negozio e sempre insieme
mi hanno dato la notizia- terminò il rosso Wesley.
-quale
notizia- chiese Hermione facendo la vaga.
-oh
una bellissima notizia- proferì George divertito.
-Ginny
aspetta un bambino – concluse.
In
quel momento successero tante cose contemporaneamente:
la signora Wesley svenne, Percy urlò che George era un
burlone e non era
credibile, Ginny si sfiorò il ventre sorridendo e il giudice
dichiarò conclusa
l’udienza dichiarando Blaise Zabini non colpevole.
Ginny
scattò in piedi per abbracciare Blaise che la
accolse nonostante i mille dolori tra le sue braccia.
Quando
la signora Wesley rinvenne non poté che notare il
sorriso radioso di sua figlia tra le braccia di quel ragazzo e si
avvicinò a
lui chiedendo scusa cosa che fece anche suo marito Arthur.
Hermione
si congratulò con i due e lasciò per un attimo
Draco a riordinare
tutti i documenti.
-non
pensare che mi arrenda così Malfoy- disse Harry
Potter alle sue spalle.
-Oh
non lo penso affatto sfregiato, ma la prossima volta
sarai tu a essere incriminato-
-non
farmi ridere Malfoy e per cosa dovrei essere
incriminato sentiamo-
-una
cosa a caso. Vediamo… la tortura di mio padre nel
suo processo-disse Draco guardando negli occhi l’auror
sfidandolo apertamente.
Odio, ecco quello che provava per Potter, l’aveva sempre
odiato.
A
Harry si spense il sorriso sulle labbra.
-non
metterti contro di me Malfoy, posso farti molto
male-annunciò
Harry.
-non
mettermi contro di me Potter posso distruggere il
tuo nome-
Disse
serafico Draco chiudendo la valigetta e lasciandolo
fermo davanti alla scrivania, raggiungendo poi Blaise e Ginny e la sua
Hermione.
Uscirono
dall’aula insieme e sempre insieme presero
l’ascensore
Draco guardava Blaise e Ginny baciarsi senza ritegno.
-per
fortuna che avete già in cantiere un figlio se non
potrei pensare che lo volevate fare qui dentro-
-Malfoy-
urlo la rossa.
-Draco-
disse Hermione dando un colpetto sulla spalla del
biondo.
Blaise
invece si limitò a ridere all’indirizzo del suo
amico.
-geloso
Draco- disse infine
-No
tranquillo a me piacciono le more- rispose guardando
la ragazza dai capelli corti accanto a se facendole diventare rosse le
guance
dall’imbarazzo.
-oh
allora vi lasciamo soli – continuò Blaise che si
becco la cartella di Hermione in testa.
-Hermy
così li fai male, povero l’amore mio- lo
coccolò
Ginny.
-si
povero io- disse Blaise facendo gli occhi dolci alla
sua donna, facendo ridere sia Draco che Hermione.
Ginny
e Blaise sparirono alcuni minuti dopo diretti alla
casa di lui dove si sarebbero trasferiti lasciando Draco e Hermione da
soli.
-non
hai preso impegni per questa sera giusto?-
Chiese
il biondo guardando la ragazza.
-uhm,
fammi controllare l’agenda- disse la ragazza
facendo il gesto di frugare dentro la borsa mettendo in agitazione il
biondo.
Dopo
di che rise
-no
Draco sono liberissima, disse – dove ci vediamo?-
-Ti
passo a prendere alle venti-
-ma
dove andiamo?- chiese Hermione.
-ah
no quella è una sorpresa Granger, vestiti con un
abito lungo, sei ancora più bella così-
Disse
baciandole le labbra prima di smaterializzarsi
lontano da lei, facendosi cosi violenza… la desiderava
troppo ormai ma voleva
fare le cose per bene e doveva organizzare una cena importante, la cena
con la
donna del suo cuore.
SPAZIO AUTRICE.
SPERO VI PIACCIA ANCHE QUESTO
CAPITOLO...IL PROSSIMO SARà MOLTO ROMANTICO...
|
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Capitolo 18 *** 18.Cena a lume di candela. ***
18.
Cena a lume di candela.
Aveva
passato tutto il pomeriggio a fare la sfilata da
camera sua al salotto di casa, indossando tutti gli abiti lunghi della
collezione
di Ron.
-scordatelo
questo è indecente- disse – osservando la
scollatura che le arrivava fino alle natiche.
-ma
che dici, sei bellissima. Vedi risalta le tue forme
qui- disse Ron indicando il seno- e qui- indicando poi il sedere della
ragazza.
-No,
Ron devo andare a cena non fare altro-.
-ma
tu dopo cena vuoi fare altro vero Hermione?-
Disse
malizioso Ron - ancora non avete…-
-Ron
questi non sono affaracci tuoi- rispose secca
diventando rossa.
-prova
questo- disse Ron indicando un abito lungo in seta
rosso fuoco con sottilissime spalline anch’esse in seta, la
scollatura era
semplice e non evidente per contrastare con la lavorazione particolare
della
parte posteriore dell’abito dove dei fili dorati tutti
tempestati di strass si
univano a formare una ragnatela.
Quando
lo indossò, capì che la ricerca era finita,
quello
sarebbe stato l’abito e sorrise nel vedersi vestita di rosso
oro come i colori
della sua ex casa di Hogwarts.
Alle
otto in punto il campanello di casa Granger- Weasley
suonò, la ragazza si guardò un attimo allo
specchio che si trovava all’ingresso
prima di aprire la porta e fece un respiro profondo il suo bellissimo
principe
era arrivato.
Quando
aprì Draco rimase come folgorato appena la vide.
-ciao-
disse Hermione sorridendo invitandolo ad entrare,
ma aveva una paura folle di farlo sfigurare lui era abituato alle donne
più
belle e con classe da vendere lei era solo una nata babbana
Il
biondo non disse niente la guardava come rapito.
-prendo
il cappotto e sono pronta- disse la ragazza
triste per non aver ricevuto nemmeno un piccolo complimento dal biondo.
Quando
rientrò nella cucina, lo trovò nella stessa
posizione in cui l’aveva lasciato.
-Draco
sono pronta se vuoi, andiamo…-disse ancora Hermione
-sei
divina- disse baciandole le mani.
-
vedo che hai ritrovato l’uso della parola- disse la
ragazza sorridendo felice, le era piaciuta. –
anche tu non sei niente male- disse facendo
l’indifferente e afferrando il braccio che il biondo le
offriva.
-comunque
grazie-
-
e di cosa Hermione ho detto solo la verità-rispose il
biondo.
Lei
sorrise socchiudendo gli occhi mentre il suo cuore
batteva a mille.
-dove
mi porti?-chiese ancora la ragazza.
-sei
troppo curiosa Granger, troppo-disse divertito
Malfoy
-dici?-
-dico,
non costringermi a bendarti-
-lo
faresti Malfoy-
-No,
perché non potrei rimanere molto senza perdermi nei
tuoi occhi-Hermione lo guardò un attimo arrossendo, come era
bello.
-Draco,
smettila mi vergogno se dici queste cose-rispose
infine.
-Allora
sto zitto e ti ammiro. Ok-.
-ok-
Giunsero
in una piccola radura, dove delle torce colorate
indicavano la via.
-ci
siamo quasi- disse il biondo – dobbiamo solo
percorrere il sentiero.
-un
posto isolato- disse la ragazza guardandosi intorno e
osservando un piccolo lago pieno di ninfee e lucciole.
Un
posto incantato,
magico e decisamente suggestivo.
Non
avrebbe mai pensato che Malfoy fosse tipo
così romantico, ma quel ragazzo la stupiva ogni giorno di
più ogni ora scalava
un gradino nel suo cuore.
Camminarono
in silenzio fino a raggiungere un vecchio
castello dove un maggiordomo prese i loro soprabiti, mentre un altro li
condusse al tavolo. L’arredamento era chic e discreto i
tavoli erano tutti
tondi, rivestiti con candide tovaglie di lino bianche e color champagne
e
allestite con candelabri in argento da cui spuntavano candele.
Non
erano i soli
clienti, molte coppie erano già sedute ma furono gli unici
condotti in una
piccola sala adiacente.
-prego-
disse il cameriere scostando la sedia per far
sedere Hermione e ripetendo un attimo dopo lo stesso gesto a Draco.
-bello
qui- disse la ragazza guardandosi in giro
osservando i quadri alle pareti, i tendaggi e le porcellane con cui la
tavola
era stata allestita soffermandosi poi sul candelabro e sulle piccole
fiammelle
accese.
Quella
sarebbe stata una cena romantica, la sua prima cena romantica
con Draco Malfoy.
-questo
è il mio ristorante preferito-
-pensavo
mi portassi in qualche tua proprietà facendo
cucinare gli elfi- disse la ragazza sogghignando.
-Tibly
se sapesse che sono qui non pulirebbe più il manor,
ne sono certo- disse Draco.
-Non
vorrai dirmi Malfoy che hai ancora un elfo domestico
come tuo schiavo-
-no
non è mio schiavo. Tibly, mi cura da quando sono
nato, non ci crederai mai ma ci sono affezionato e come fa il te lui
nessuno-
Hermione
corrugò la fronte.
-te
lo farò conoscere Granger e poi mi dirai se lo tratto
male-
-signori
volete ordinare?- chiese il cameriere
interrompendoli.
-si
certo -rispose Draco guardando Hermione – per me
tagliatelle alla vernaccia- disse la ragazza – per me risotto
al nero di
seppia-disse il biondo lasciando il tempo al cameriere di prendere
l’ordinazione.
-per
il secondo, porti le vostre migliori specialità di
pesce-concluse Draco.
-da
bere signor Malfoy?- chiese ancora il cameriere.
-frizzante
bianco del 1998- disse.
L’uomo
sgrano gli occhi meravigliato.
Quando
il cameriere andò via Hermione chiese il perché
l’uomo
l’avesse guardato cosi stranito.
-oh
niente di che, ci sono pochi maghi che hanno avuto
tempo di fare il vino durante la guerra quindi …-
-costa
un botto Draco- disse la ragazza contrariata
-non
preoccuparti-rispose lui osservandosi le mani
facendo l’indifferente.
-certo
che mi preoccupo non voglio che spenda tanti
soldi, facciamo a metà- riprese la Granger.
-non
essere sciocca-
-non
esiste Malfoy-
-oh
certo che esiste, sono stato io ad invitarti a cena e
io che pagherò-concluse Draco.
-queste
cose sono superate- rispose la ragazza interrompendosi
appena il cameriere porto loro il primo.
-mangia
se non si fredda Herm- disse il biondo abbassando
lo sguardo verso il piatto.
Mangiarono
benissimo e bevettero due bottiglie di vino,
ma per la seconda bottiglia Hermione riuscì a convincere il
biondo a farsi
portare un frizzantino del 2010, più economico ignorando che
quell’annata fu
disastrosa e solo pochi vigneti riuscirono a produrre del buon vino.
Giunti
al dolce, avevano esaurito tutti i discorsi
riguardanti gli anni scolastici, gli studi accademici, i rapporti
amicali e
finalmente Draco trovò il coraggio per parlare alla ragazza
a cuore aperto.
-Hermione-
disse sollevando lo sguardo per osservare la giovane
donna di fronte a lui.
-sono
stato benissimo questa sera in tua compagnia-
-grazie
Draco, anch’io…-
-ti
prego lasciami finire- disse tutto d’un fiato.
-sono
felice che tu abbia accettato di passare questa
serata con me nonostante quello che è successo tra di noi,
alcune settimane fa.
Sto ancora male per questo-
-ma
no, non è il caso-
-invece
io sto male, mi sento incolpa per non averti
difeso per non averti creduto e forse ho minato sul nascere il rapporto
tra di
noi-
La ragazza si
raddrizzò sulla sedia osservando tutti i gesti che il biondo
faceva.
-dal
giorno della festa in maschera per me niente è stato
come prima, tu mi hai rubato il cuore, ora è tuo-.
Hermione
lo guardava come incredula quello non era Draco Malfoy,
era impossibile che quello fosse Draco l’ex serpeverde.
-
ti ho desiderato, ho bramato di perdermi nelle tue
labbra, accarezzare le tue spalle e fondere i miei occhi con i
tuoi.
Quando
ho
scoperto la tua identità, ho avuto paura per tutto il male
che ti avevo fatto e
che purtroppo ho continuato a farti, potesse allontanarmi da te per
sempre.
Il
fato ci ha fatto incontrare più volte in questi giorni e ho
capito che non era
solo la donna che avevo conosciuto al gazebo del manor ad attrarmi ma
eri tu
con la tua intelligenza, con la sua positività il tuo brio.
Io mi sono
innamorato di te Hermione Granger e non mi vergogno nel dirlo.
Per te sono
disposto a cambiare vita, abitudine tutto.
Ti
chiedo una piccola possibilità,
una sola. Non ti deluderò-
-una
possibilità?-ripeté Hermione
-si-
disse Draco.
La
ragazza sorrise dolcemente, accarezzando la mano del
biondo che tremava dall’agitazione.
-si
può fare Malfoy ma sei in prova-
-certo.
Cosa fa un uomo in prova -chiese poi.
-prima
cosa invita la donna che dice di desiderare a
ballare.
-oh
si può fare-
Disse il biondo
alzandosi dal tavolo e chiedendo con un leggero inchino alla sua bella
mora di
concedergli un ballo.
Hermione
acconsentì accoccolandosi con il capo sul petto
del ragazzo, ballarono per quasi due ore senza staccarsi mai.
-Draco-
disse la ragazza -forse stanno per chiudere-
disse osservando il via a vai che i camerieri facevano da una sala
all’altra.
-credo
di aver perso la condizione del tempo-
Si
guardarono un attimo prima di baciarsi, il bacio fu
dolce e delicato e coinvolgente per entrambi.
Si
staccarono dopo un po’ quando respirare divenne
necessario e dopo aver pagato si smaterializzarono al manor, Hermione
non ne fu
sorpresa e in cuor suo sperava di continuare quella serata a casa sua.
-ti
spiace se ti ho portato qui- chiese il biondo
togliendosi la giacca e aiutando la ragazza a togliersi la sua.
-no
tranquillo- rispose accomodandosi nel divano del
salone primavera tutto dipinto con alberi di ciliegio fiorito.
-
hai rimodernato tutto dalla penultima volta che sono
stata qui?- chiese.
-si
quell’ala del manor però non la utilizzo mai,
troppi
brutti ricordi- disse il biondo abbassando lo sguardo Hermione si alzo
e gli sfiorò
la schiena incominciando a massaggiargli il collo.
-a
cosa devo questo gesto-
-A
niente, Draco solo alla mia bontà- rispose la ragazza.
Lui
rise abbandonandosi a quei dolci tocchi, i massaggi
divennero carezze e presto anche Draco ricambiò quei gesti.
Prima
massaggio le mani, poi le braccia e infine la
spalle della ragazza incominciando a depositare qualche bacio sulla
schiena
tanto da farle venire i brividi.
La
strinse forte a se sfilandole poi l’abito accarezzando
così la pelle nuda.
Le
spalle, il seno, il ventre ricoprendola di baci e dolci
carezze.
Il
desiderio e la voglia di unirsi si fece sempre più
evidente. Hermione aveva gli occhi chiusi ed era completamente in balia
delle
mani sapienti del biondo che non smetteva un attimo di sentire la sua
pelle
calda sotto le sue mani.
-ti
desidero- le sussurrò nell’orecchio facendola
sorridere.
-anche
io- rispose aprendo gli occhi e guardando le pozze
grigie di Draco che la bramavano.
Hermione
gli accarezzò il petto sbottonando bottone dopo
bottone la camicia, la sfilo baciandogli poi i pettorali scolpiti e
accarezzando la schiena.
Rimasero
attimi a guardarsi e ammirarsi a vicenda, prima
che Draco la prese di peso e la condusse su per le scale fino alla sua
stanza, dove
venne depositata dolcemente. Lì nel suo letto a baldacchino,
i loro due corpi
si unirono nella danza più dolce e antica del mondo.
L’amore
li univa e li faceva ansimare.
La
penetrazione fu dolce e mai nemmeno un attimo i loro
occhi smisero di guardarsi; al culmine del piacere Draco
sussurrò il nome di Hermione
che a fil di labbra gli rispose dolcemente che lo amava.
Rimasero
abbracciati per ore a confidarsi segreti e
dolcezze, fino a che non si assopirono uno nelle braccia
dell’altro.
Forse
la loro storia d’amore iniziava da lì da quel ti
amo e da quell’atto d’amore.
SPAZIO
AUTRICE.
Non so come
è venuto spero però vi piaccia...è
romantico soprattutto draco è dolcissimo, almeno io volevo
farvi intende questo.
grazie a tutte voi che continuate a leggere, commentare e
mettere tra i preferiti e seguiti la ma mia storia.
|
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Capitolo 19 *** 19 La tempesta nel cuore. ***
19.
la tempesta nel cuore.
Si
era svegliata abbracciata a Draco e si sentiva in
paradiso, era riuscita a liberarsi delle sue braccia e a sgusciare via
dal
letto.
Voleva
fargli una sorpresa, una cosa che sicuramente
nessuna strega gli aveva mai fatto così si infilò
la sua camicia che le
arrivava a metà coscia, uscì dalla camera
patronale e scese le scale di marmo
bianco fino a giungere nella cucina dove un’Elfa trafficava
con del cibo.
-scusa-
disse Hermione facendo saltare l’esserino dallo
spavento.
-vorrei
preparare la colazione a Draco-
-No
quello è compito di Tibly-
-ti
prego per me è importante- la supplicò Hermione
unendo le mani in preghiera.
-ma
il padroncino Draco ha gusti difficili-
-ti
prego-
-va
bene padrona-
-Io
sono Hermione e tu devi essere Tibly-
-si
sono Tibly, il signorino le ha parlato di me?- chiese
l’Elfa orgogliosa.
-Oh
si tanto – disse Hermione.
-Anche
il padrone mi ha parlato di lei padrona-
-Io
non sono la padrona Tibly-
-oh
si invece e l’unica che è mai rimasta qui a
dormire,
il padrone è un uomo difficile come lo era il signor Lucius,
ma al confronto di
suo padre il mio padroncino ha un cuore-
Hermione
ascoltò le parole dell’Elfa, unica lei era
l’unica
che aveva dormito nel manor l’unica ad aver dormito con lui.
-cosa
piace al padrone-
-caffè
con una spruzzata di cacao. Un croissant vuoto e
succo d’arancia rossa-
-oh
bene posso farcela-
-l’Elfa
guardò la ragazza.
-si
prenda lì il caffè e riempi fino
all’orlo l’acqua usi
quella è incantata ed è purissima- Hermione
seguì al dettaglio ogni indicazione
di Tibly e finalmente dopo mezz’ora tutto fu pronto e Sali
con il suo bel
vassoi nella stanza del biondo che ancora dormiva.
Poggiò
con la magia il vassoio sul comodino mentre
spalancava le tende verdi del baldacchino.
-buon
giorno disse baciando la bocca di Draco che rimase
sorpreso nel vederla già in piedi.
-che
succede chiese-
-niente
ti ho preparato la colazione- disse indicando il
vassoio che ora volteggiava accanto al ventre del biondo che la
afferrò e
guardò felice.
-Tibly
che ha detto?-
-oh
niente, mi ha dato ordini- Draco alzò un sopracciglio
–per non avvelenare il suo padroncino- facendolo ridere.
-sono
certo Tibly mi rimarrà sempre fedele- disse infine
il biondo mentre assaggiava il caffè. –delizioso-
disse infine.
-hai
mangiato?- chiese Draco spezzando il croissant e
facendo assaggiare un pezzetto anche alla ragazza.
-si
Dra-
-ti
piace- disse ignorando la sua affermazione
continuando a imboccare la ragazza senza smettere di guardarla era sexy
con la
sua camicia sopra e niente sotto, troppo sexy pensò il
biondo.
-si
è buona l’ho fatta io- rispose Hermione, baciando
Draco che non aspettava altro che accoglierla tra le sue braccia.
Un
ticchettio alla finestra li disturbò un po’.
-vado
io tranquillo- disse la ragazza – tu finisci di
bere il caffè se no si fredda-
-ok
mia padrona- rispose il biondo mentre la ragazza
spalancava la finestra per far entrare il gufo postino.
Slegò
il giornale che aveva stretto nella zampa e gli
fece beccare una zolletta di zucchero, il pennuto inchinò la
testa
ringraziandola e poi vibrò nuovamente in volo.
Hermione
aprì il giornale con un gesto meccanico facendo
piccoli passi verso il letto in cui si trovava Draco che la
guardò sorpreso
quando lei si bloccò di colpo.
-brutte
notizie – chiese il biondo. –dimmi che è
Potter
cosi festeggio-.
Hermione
abbassò lentamente il giornale e guardò Draco,
era pallida e i suoi occhi vuoti coperti da un velo di lacrime.
-perché?-
chiese.
-perché
cosa Hermy?-
-perché-
ripeté singhiozzando.- perché mi hai fatto
questo-
Draco
si alzò di scatto dal letto raggiungendola in due
falcate strappandole dalle mani la Gazzetta del profeta e lesse:
“ASTORIA
GREENGRASS E DRACO MALFOY SI AMANO E PRESTO
CONVOLERANNO A GIUSTE NOZZE”.
-non
crederai- chiese lui stupito dalla reazione della
ragazza che si era messa una maglia e dei jeans che aveva tolto da una
piccola
borsetta di perline.
-Hermione
ti prego. Guardami-
Disse
strattonandola per un braccio cercando di fare
ragionare la ragazza.
-lasciami
immediatamente Draco o ti schianto- lui le
lasciò il braccio come scottato dalle parole della ragazza.
-credi
a quello che dice Astoria e non vuoi ascoltare me-
disse osservandola mentre con la magia rimetteva tutte le sue cose
nella
piccola borsa.
-non
mi serve sentire le tue parole. So che è vero, lei
è
una purosangue e la frequenti da sempre. sua sorella l’aveva
detto che eri di
Astoria io non avevo capito io non volevo capire. Ballavi con lei
quella sera
sei stato promesso a lei fin da piccolo. Mi sbaglio forse?- chiese
urlando.
Draco
si rese conto che tutto quello che Hermione aveva
detto era vero, suo padre aveva stipulato il contratto con i Greengrass
quando
la piccola Astoria era nata, lei era innamorata di lui ma
lui…lui non la amava
c’erto ogni tanto era andato con lei ma non era un rapporto
esclusivo e da
quando la sua fata le aveva rubato il cuore non era stato con
nessun’altra.
-io
non la amo-rispose.
-sono
solo parole le tue Malfoy, solo parole…sei bravo
con le parole fai legismago, ma non mi incanti più. Non mi
farò prendere ancora
in giro da te-.
-Hermione
ti prego ascoltami cercava di fermarla, sapeva
che lei stava scappando da lui, dalla sua idiozia. Aveva sbagliato,
avrebbe
dovuto comunicare ad Astoria che il contratto che Lucius aveva
stipulato per
lui non valeva niente, era carta straccia.
Che
mai e poi mai l’avrebbe sposata. Lui voleva
un’altra,
lui voleva Hermione. Hermione che ora scappava da lui e dalle sue
omissioni.
-ti
prego non fuggire da me- lei lo guardò gelida dritta
negli occhi.
-stammi
lontano Malfoy, non voglio sentire più niente,
non voglio più vederti. Ti odio- urlò scomparendo
con la smaterializzazione.
Draco
dal nervoso diede un forte pugno alla parete e si
avviò a passo svelto nel suo studio prese una pergamena in
cui scrisse poche parole,
ma dure che vennero mandate alla piccola delle Greengrass e
un’altra al giornale
in cui li denunciava per danno arrecato.
Era
incazzato come mai prima Draco e la tempesta nella
quale il suo cuore era caduto lo stava uccidendo. Come poteva vivere
senza la
sua fata come poteva vivere senza Hermione ora che sapeva che lei lo
amava. Come
poteva.
Astoria
l’avrebbe pagata cara, Astoria avrebbe conosciuto
la furia di Draco Malfoy.
Così
prese una terza pergamena e inviò una missiva
all’AnsaMagica
dove annunciava:-
Io
Draco Malfoy,
erede della casata
dei Malfoy-Black, non sono in alcun modo legato alla stilista Astoria
Greengrass.
Alcune donne
credono che quando finiscono a letto con il sottoscritto, il passo
successivo
sia il matrimonio, ma si sbagliano.
Tra
me e la signorina Greengrass non vi è alcun legame affettivo
o sentimentale, almeno non da parte mia. Il contratto che mio padre,
Lucius Malfoy,
ha stipulato con il padre della ragazza per me non è valido.
Quindi non sposerò
nemmeno sotto tortura quella ragazza.
Io
amo un’altra e queste sue dichiarazioni hanno messo in
dubbio la mia relazione. Quindi sono costretto a denunciare la
signorina per calunnie
e dichiarazioni false sulla mia persona.
In
fede,
Draco Lucius Malfoy.
SPAZIO ATTRICE...
finalemnte il capitolo con l'uscita della gazzetta del profeta, che ne
dite?
come ha reagito hermy, ha esagerato e stata calma?
ditemi... nel mentre se vi va ho scritto una piccola shot si chiama:
PALLE DI NEVE. ed ho aggiornato anche l'altra FF , AMICI DI
LETTO:
|
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Capitolo 20 *** 20. Il vero Draco Malfoy ***
20. Il vero
Draco Malfoy.
Si
era smaterializzata il più lontano possibile da lui,
il più lontano possibile da quel mondo, da tutti.
Così
senza rendersi conto si ritrovò nella casa in
campagna di sua nonna.
-Alohomora-
disse aprendo la vecchia porta malferma ed
entrando nella modesta casa.
Erano
anni che non ci metteva piede, da quando la sua
anziana nonna materna non era morta e sua madre dopo quel doloroso
fatto, non aveva
voluto più recarsi in quella casa.
Troppi i ricordi
che la legavano a quel luogo, ma quelli era per Hermione dei ricordi
belli, i
ricordi della sua infanzia quando ancora non sapeva qual era la sua
vera
natura.
Quando
ancora ignorava di essere una strega.
Si
guardò intorno osservando lo stato di polvere sui
mobili, le finestre sbarrate dalle tavole e posò infine gli
occhi sulla vecchia
poltrona logora su cui la sua nonna, la coccolava dolcemente
raccontandole le
fiabe delle principesse.
Le
favole cui ancora credeva, quelle dove una babbana
qualsiasi s’innamora del principe e convinta che il mondo
è perfetto crede ci
sarà un lieto fine.
Lui la salverà,
salvando il suo cuore e si ameranno per sempre, ma il per sempre, si
trovò a
pensare Hermione non esiste.
Come
non esistono i principi che sposano delle comuni
ragazze, i principi sposano le principesse, belle, magre e con lunghi
capelli
neri non con dei buffi peletti corti come quelli che si ritrovava lei.
Lei,
era solo una nata babbana, quella casa non fece
altro che avvalorare la teoria ricordandole le sue umili origini,
ricordandole
che lei Hermione Granger doveva abbassare la cresta e rendersi conto
che quello
era stato, era e sempre sarà il suo mondo e che mai e poi
mai una come lei
poteva diventare la padrona di una casa come il manor dei Malfoy,
lì, lei
poteva fare solo la sguattera.
Si
stese nella poltrona continuando a pensare, ma
inesorabile finiva col pensare alla notte passata con lui, ai suoi
baci, il suo
corpo, le sue parole.
Come
poteva aver fatto questo?
Perché
l’aveva trattata cosi?
Perché
farle credere che la desiderava, che fosse unica
che era l’unica e poi scoprire che era l’ennesima
bugia, che lei era una delle
tante. Forse l’ultima tra le tante vista la sua origine.
Piangeva
Hermione, piangeva, per l’umiliazione e il cuore
spezzato. Piangeva perché non si sarebbe rialzata tanto in
fretta da quell’umiliazione.
Piangeva
e il suore sanguinava.
***
Draco
era una furia camminava avanti e indietro nel suo
studio, aveva spedito le due lettere ma solo il Profeta aveva risposto
subito
facendo le dovute scuse al giovane Malfoy, temendo che l’uomo
li portasse di
fronte al giudice.
Il
giornale, sì premurò di informare il giovane
avvocato,
che nel numero successivo ci sarebbe stata una smentita al riguardo
dell’intervista
delle signorina Greengrass.
La ragazza,
invece, che aveva fatto scoppiare tutto quel pandemonio si era
letteralmente
data alla macchia, evitando così, di rispondere a quello che
considerava il suo
fidanzato.
-dannata
ragazzina- disse scaraventando il bicchiere
colpo di whisky nel camino.
-Draco-
disse una voce gelida alle sue spalle, come hai
osato dire quelle cose su mia sorella- Draco ghignò, se
Astoria era stata
intelligente nel nascondersi alla sua ira Daphne non fu altrettanto
furba.
-Daphne-
disse girandosi a guardare la bionda davanti a
se assottigliando lo sguardo.
-vedo
che la tua stupidità non fa altro che aumentare-
La
donna lo guardò con astio, ma non disse niente.
-L’hai
umiliata davanti a tutto il mondo magico-
-Umiliata!
Sai quanto me ne fotte se lei si sente
umiliata.
Non aveva alcun
diritto di dire falsità. Non aveva alcun diritto di rivelare
i fatti miei in
piazza.
Lei
per me non esiste e non è mai esistita, lo sappiamo
tutti Daphne lo sa lei quanto lo sai tu-
-ma
tuo padre-
-Mio
padre, mio padre, dite sempre le stesso cose. Mio
padre ha fatto un patto con il tuo, un patto che non conta niente per
me, sono
stato chiaro l’altra volta. Credevo, sbagliando, che ci foste
arrivate invece
pare che siate stupide.
Non
sposerò mai tua sorella-dichiarò.
-eh
chi vuoi sposare una che cerchi da tre mesi e di cui
non sai nemmeno il nome- disse un’altra donna vicino alla
porta dello studio.
Draco
le aveva dato più credito, toppando ancora, anche
Astoria era senza speranza, stupida e senza speranza come Daphne.
-se
anche fosse, non sono affari tuoi- rispose gelido
guardando la mora stilista.
-sono
affari miei invece Draco. Io ti amo-dichiarò
convinta Astoria.
-io
no Astoria e visto che non ti amo, non me ne frega
niente di quello che dici e vuoi tu-rispose freddo.
-se
fossi incinta saresti obbligato a sposarmi-replicò la
mora.
-ma
non lo sei, mia cara. Non sono tanto sprovveduto sai,
faccio ogni volta l’incantesimo anticoncezionale e sei sempre
risultata negativa
al test poi sono più di sei mesi che non scopo con te-
-come
osi-disse piccata Astoria.
-come
oso cosa! non penserai che noi facciamo l’amore. Quello
che ho fatto con te è sesso, solo sesso per me. Tu non conti
niente.
Non
sei niente se non l’hai ancora capito, sono problemi
tuoi-
Astoria
scappò con le mani sugli occhi umiliata come non
mai e con il cuore spezzato, Daphne lo guardò un attimo con
disprezzo per le
parole cattive che aveva detto alla sua sorellina e poco dopo si
smaterializzò
lasciando il biondo ancora solo nel grande studio.
Dopo
un poco sentì in ticchettio alla finestra,
spalancò
per far entrare un gufo che portava un’edizione straordinaria
della gazzetta,
dove facevano bella mostra le smentite ufficiali del profeta e la
postilla che
Draco aveva spedito all’Ansa Magica.
Ora
non c’era altro che aspettare che lei vedesse il suoi
sforzi per ricomporre lo strappo, ma sapeva che era dura, durissima ma
se non
avesse capito, avrebbe cercato ogni mezzo possibile per farla
ragionare.
Ogni
mezzo per riportare la sua fata tra le sue braccia.
***
Era
giunta la sera e di Hermione non si sapeva ancora
niente, Blaise l’aveva raggiunto al manor e con lui la sua
Fidanzata Ginny, che
essendo la migliore amica di Hermione lo guardava malissimo.
Dopo
che per la terza volta Draco fu incitato da Blaise a
raccontare tutto, Ginny esplose:
-cosa
pretendevi Furetto- incominciò a urlare la rossa –
che appena leggeva il giornale tornava strisciando da te-
Blaise
guardò la sua ragazza e poi il biondo amico.
-oddio,
ma siete cretini voi due- disse scioccata Ginny.
-voi
che vi vantate di essere abili seduttori, non
conoscete niente dell’animo di una donna-
-ma
amore- cercò di interromperla Blaise.
-Ginny
un corno disse la rossa infervorandosi ancora di più
-tu,-
disse indicando il biondo -di Hermy non hai capito
niente, cosa ti costava raccontarle che la Greengrass era la tua
promessa perché
tuo padre aveva
stipulato un contratto
matrimoniale con il suo.
Niente.
Invece non hai detto niente, hai omesso le hai
mentito come fanno tutti lei si è fidata di te e tu non la
meriti-
-come
puoi dire queste cose rossa. Io per lei mi sono
umiliato-
-oh
si e dimmi come ti saresti umiliato Malfoy, dimmi,
dimmi che voglio proprio saperlo-
-Blaise
la tua fidanzata è sfrontata dovresti domarla-
-un
altro punto a tuo sfavore Malfoy, non si domano le
donne non siamo animali ma persone e non è corretto dire
queste cose primo perché
sono la fidanzata del tuo amico, secondo perché sono la
migliore amica della
donna che dici di amare e terzo perché aspetto un bambino ed
ho gli ormoni in subbuglio-
Draco
la guardò stranito per poi guardare Blaise che fece
spallucce.
-allora
mi dici come ti sei umiliato per lei Malfoy prima
che mio figlio nasca-
-Ho
dichiarato alla stampa che amo un’altra donna è
lampante che sia lei-
-aspetta
tu hai forse detto che ami Hermione Granger. Non
sai perché se hai detto così amore dobbiamo
chiamare il profeta per dirgli che
a noi mandano una bozza e non il giornale vero e proprio-.
-Tu-
disse alzandosi in piedi e mettendo le mani sui
fianchi come fa sua madre- non hai detto nulla di tutto ciò,
hai solo ammesso
che non ami la Greengrass e che non la sposi. Hai si, insinuato che ami
un’altra,
ma potresti amare tutte… che ne so anche Pansy Parkinson-
-ma
gli vuoi male Ginny, povero Draco- disse Blaise buttandosi
sul divano osservando l’espressione cruciata
dell’amico.
-aiutami
Wesley aiutami a trovarla e a farle capire che
per me c’è solo lei- disse Draco guardando la
rossa.
-perché
dovrei Malfoy, non sono convinta che tu sia
quello giusto-
-non
so se sono quello giusto, forse la farò soffrire, ma
sono certo che la amo e che le darò tutto me stesso per
farla felice. Per me
esiste solo lei-
Ginny
soppesò le sue parole e poi lo disse:
-va
bene Malfoy ti aiuto, ma non lo faccio per te ma per
lei perché so che per qualche ragione a me ignota ti vuole
con tutto il cuore.
Ora sta soffrendo
e io non voglio che lei soffra-
Quel
giorno Draco aveva cambiato spesso umore, facendo
vedere le sue mille sfaccettature: dolce con la sua fata, cattivo e
freddo con Astoria
e Daphne e battagliero con Ginny Wesley.
Draco
era tutto questo e mille altre cose, mille tormenti
e altrettante paure. Paura di perdere l’amore appena trovato.
Ma
per questo amore era disposto a lottare, perché senza lei
al suo fianco non sarebbe esistito, sarebbe crollato come una torre di
carte.
SPAZIO AUTRICE.
altro capitolo... spero vi piaccia vediamo come interferirà
Ginny nella storia tra Draco e Hermione.
se ancora non l'avete fatto vi consiglio di leggere la mia piccola shot
si chima palle di neve.
kiss.
|
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Capitolo 21 *** 21.Incontro al chiaro di luna. ***
Salve
Ragazze Prima di mettere il nuovo capitolo vi informo di alcune
novità:
Ho creato una pagina fb questo sotto è
il link, parlerò delle mie storie, vi informo degli
aggiornamenti, contividerò immagini e molto altro spero mi
seguiate
http://www.facebook.com/mikilily81?sk=wall
Poi visto che non sapevo che fare ho deciso di
creare anche un blog, li ho deciso di inserire tutte le storie e magari
proporre li le nuove storie in anteprima, i prologhi e vedere se vi
piacciono...
http://lafantasia-mikilily.blogspot.com/
21.
Incontro al chiaro di Luna.
Ginny
aveva preso l’impegno con Malfoy e si era
prefissata di portarlo a termine, la sua amica sicuramente stava
soffrendo come
un cane bastonato, così chiamo la signora Jane chiedendole
se per caso avesse
visto o sentito la figlia e poi tra una chiacchiera e l’altra
erano giunte a
parlare di un posto dove Hermione amava andare quando era piccola.
Secondo la
signora Granger, era improbabile che la figlia fosse andata
lì poiché ci voleva
un giorno di macchina, ogni tanto scordava che Hermione
però, era una strega.
Così
dopo aver abbassato la cornetta del telefono, guardò
Blaise negli occhi sorridendogli un poco, felice, di aver raggiunto il
suo
intento si smaterializzo nei pressi della casa di campagna dei Granger.
La casa sembrava a
prima vista la tana, visto quanto era mal ridotta e fu felice di essere
andata
sola. Blaise, avrebbe fatto lo schizzinoso e Malfoy avrebbe rovinato
tutto; Era
pur sempre un ricco snob insopportabile.
Avanzò
per il piccolo vialetto acciottolato dal quale ogni
tanto spuntava un ciuffo di erba e una margherita di campo e finalmente
in
prossimità del portone di legno marcio busso.
Di
Hermione non vi era traccia, ma Ginny non si lasciò
abbattere sentiva che era li, sapeva che quando era triste si rifugiava
nei
luoghi a lei cari.
A
scuola quando litigava con qualcuno, si rifugiava nella
biblioteca e da
quando vivevano insieme,
il suo rifugio era diventata la cucina, il suo secondo regno, e ora
grazie a
sua madre ne aveva scoperto un altro la casa della nonna materna.
-Hermione
sono Ginny, apri per favore non posso stare in
piedi per molto tempo, perché sono incinta-
-bugiarda,
non sei così in la con la gravidanza- rispose
una voce dietro la porta che fece sorridere Ginny. Beccata,
pensò.
-Dai
su Hermy apri sono sola-cercò di rassicurarla Ginny.
-certo
che sono sicura non c’è nessuno con me, li avresti
sentiti se ci fossero visto il posto in cui ti sei nascosta-
Hermione
aprì piano la porta e da uno spiraglio controllò
che l’amica non le avesse mentito e dopo essersi assicurata
di ciò, la fece
entrare.
Ginny
entrò piano e ad ogni passo che la rossa faceva le
vecchie tavole del pavimento, scricchiolavano pericolosamente.
-sei
sicura che questo posto è sicuro?- chiese –non
è che ci cade in testa?-.
-da
quando ti lasci suggestionare da questo tipo di casa-rispose
offesa Hermione.
-da
quando il mio ventre contiene un esserino- disse
Ginny accarezzandosi la pancia.
-Perché
sei qui Ginny?- chiese subito dopo averle
mostrato la piccola sala da pranzo dove un piccolo camino abbrustoliva
del pane,
facendola poi accomodare sul malconcio divano della nonna.
La
rossa si sedette piano, attenta a non essere infilzata
da qualche molla del divano che sembrava ormai pronto alla pensione,
come il
resto dell’arredamento di quella fatiscente casa.
-Qualcuno
è rimasto scosso dalla tua reazione dopo aver
letto il profeta-Disse Ginny rompendo il ghiaccio.
-stronzo-
disse Hermione sedendosi nella poltrona
coprendo le spalle con un vecchio scialle che aveva trovato
nell’armadio della
nonna.
-sono
successe diverse cose da quando sei andata via
questa mattina- disse Ginny, osservando l’amica che non la
guardava affatto
intenta a maledire Draco Malfoy.
-Bastardo-
sussurrò ancora.
-ha
mandato una smentita al Profeta-continuò.
-cosa
pretendevo è pur sempre un ex Serpeverde-
continuava a rimuginare Hermione.
-hanno
chiesto scusa e stampato un’edizione straordinaria
della sera-
Continuò
Ginny guardando l’amica che borbottava tra se.
-cretina-
disse Hermione battendo con una mano sulla
testa.
-Hermione
la smetti di darti colpi in testa e mi ascolti
per favore-.
Hermione
alzò lo sguardo osservando la rossa.
-che
ti ha detto di dirmi? che gli dispiace? che ama me?
che sono io quella che vuole? Bugie altre mille bugie, lui è
abituato a dirle.
Immagino
che ti abbia costretto con la forza a venire qua,
se no ti avrebbe licenziato-.
La
rossa alzò un sopracciglio stranita.
-Hermione,
stai parlando con me. Ti ricordi Ginny,
secondo te Malfoy riesce a intimorirmi?-
La
Granger guardò la donna dai lunghi capelli rossi.
-ecco
Brava, non credo poi che Blaise sarebbe felice nel
vedermi minacciata da Malfoy- Hermione si era scordata che ora la sua
amica era
la compagna di Zabini.
-dimmi
quello che devi Ginny- la incitò la Granger con
un’espressione
tesa pronta a sentire tutta la marea di novità che la sua
amica le avrebbe
rivelato, sperando di non cadere subito nelle spire del serpente, quel
serpente
che la stava facendo soffrire ma che amava.
La
rossa continuò a guardarla un attimo cercando di
decifrare le sue mille espressioni facciali era un libro per lei
Hermione,
sapeva che fremeva nel sapere cosa Draco le mandava a dire, ma aveva
anche
paura nell’accettare subito le sue parole come vere rimanere
poi ancora delusa
da lui e dal mondo di serpi che lo circondava.
Quelle,
in effetti, erano le più pericolose.
-Ha
mandato un Ansa Magica smentendo le parole della
Greengrass-disse Ginny.
-cosa
ha smentito, che non sono promessi sposi? perché se
cosi fosse ha mentito-. Disse piatta Hermione mentre si mordicchiava il
labbro
nervosa.
-
Beh le cose sono diverse da come appaiono, tieni leggi-
disse la rossa porgendo a Hermione Il foglio in cui la gazzetta
riportava le
frasi che Draco Malfoy aveva dettato all’ansa magica.
erede della casata dei
Malfoy-Black, non sono
in alcun modo legato alla stilista Astoria Greengrass.
Alcune donne credono che
quando finiscono a
letto con il sottoscritto, il passo successivo sia il matrimonio, ma si
sbagliano.
Tra
me e la signorina Greengrass
non vi è alcun legame affettivo o sentimentale, almeno non
da parte mia. Il
contratto che mio padre, Lucius Malfoy, ha stipulato con il padre della
ragazza
per me non è valido. Quindi non sposerò nemmeno
sotto tortura quella ragazza.
Io
amo un’altra e queste sue
dichiarazioni hanno messo in dubbio la mia relazione. Quindi sono
costretto a
denunciare la signorina per calunnie e dichiarazioni false sulla mia
persona.
-Questo
non dimostra nulla- disse Hermione –anche io
potrei essere classificata come una che si è intrufolata
nelle sue lenzuola
sperando in qualcosa di più-.
-si
seria Hermione, sai che non sei una qualsiasi per
lui. Ti vuole e te l’ha dimostrato-.
-Mi
vuole? Però ci sei tu qui, non lui. Fa sempre
così fa
fare il lavoro sporco agli altri- disse triste Hermione guardando Ginny.
-tu
lo ami?-chiese la rossa cogliendo di sorpresa l’amica.
-certo-
disse Hermione tappandosi subito dopo la bocca
come per agguantare quella parola che le era sfuggita.
-Se
lo ami- riprese Ginny. - devi sentire quello che deve
dirti, io sono solo un messaggero, nulla più.
Quello
che vuoi fare della tua vita, l’uomo che vuoi al
tuo fianco, lo devi decidere da sola.
Non sarebbe giusto
rinunciare a lui perché una che non ama, una che suo padre
aveva scelto per
lui, si mette a spiattellare sui giornali cose non vere.
-sono
cose vere Ginny, sono promessi-
-ma
lui ha rescisso il contratto Hermy, lei ha detto che
si amavano e non è vero.
Lui ama te.-
continuò
Ginny
-
Se lo ami come credo, devi lottare per lui-concluse.
-devo
lottare sempre io Ginny, lui per me non lotta-
-Blaise
dice che ti ha cercata per mesi, sai pensavo che
dopo che avesse scoperto la tua identità non avrebbe osato
avvicinarsi.
Invece,
ti vuole Hermy, ti vuole e tanto. Pare che sei
stata la prima donna a dormire con lui-annunciò la futura
signora Zabini.
-Cavolo
che impresa! Sta qua da soli tre mesi-
-No
Hermy, non hai capito non ha mai dormito nello stesso
letto con una donna, dopo il sesso, le scaccia via come degli stracci
vecchi-
-tu
non sei stata trattata così immagino-
l’anticipò
Ginny, mentre Hermione divenne rossa.
-No-ammise
–la sua Elfa sapeva chi ero mi ha chiamato
padrona-
-oh
Malfoy ti ha cambiato veramente, come hai fatto a sopportare
che un povero elfo domestico ti facesse da schiavo- rise Ginny
divertita
guardando la faccia sconvolta dell’amica.
-Ma
quando mai li ho preparato la colazione con le mie
manine e l’Elfa sapeva i suoi gusti così ho
raggirato l’ostacolo facendomi dare
degli ordini da lei-
Seduto
nella sua vecchia scrivania al Ministero Harry
Potter si rigirava tra le mani la pergamena, che li era giunta
un’ora prima. Aveva
letto più volte la missiva e ogni volta che lo faceva un
sorriso beffardo gli si
formava agli angoli della bocca.
Ancora
non aveva risposto ma non era necessario farlo
subito avrebbe atteso due giorni o forse più per prepararsi,
per non lasciare
niente al caso. Questa volta non ci sarebbe stato nessuno a salvargli
quel culo
ossuto pensò il salvatore del mondo magico.
Questa
volta nessuno l’avrebbe protetto, finalmente Draco
Malfoy avrebbe pagato tutte le malefatte, il dolore che negli anni gli
aveva
procurato e la beffa era che ad aiutarlo nel suo piano per distruggerlo
c’erano
le sue amiche di sempre le donne che l’avevano idolatrato,
protetto, venerato
per anni ora gli si rivoltavano contro ferite, offese e inviperite per
le sue
innumerevoli mancanze, per i suoi cambi d’umore e il suo
voltafaccia.
Aveva
rassicurato Ginny, ma non volle andare con lei al
manor così si concesse un caldo e rilassante bagno
sbriciolando nell’acqua l’essenza
di rose che sua nonna utilizzava da sempre e s’immerse nella
vasca.
Chiuse
gli occhi, mentre il vapore dell’acqua appannava
il vetro che si trovava sul lavandino e le piastrelle che ricoprivano i
muri
del piccolo bagno, e lo vedeva.
Vedeva
il suo sorriso quando solo la mattina prima l’aveva
svegliato, vedeva i suoi occhi che brillavano mentre facevano
l’amore.
Sentiva
il calore delle sue mani sul suo corpo, i baci
caldi le carezze audaci e le dolci parole con le quali aveva
accompagnato il
suo sonno.
Amava
Draco Malfoy e se lo sarebbe ripreso fosse quella l’ultima
cosa che faceva.
Uscì
dalla vasca asciugandosi velocemente, richiamo con
la magia un tubino nero e un paio di decolté beige, si mise
sopra il suo Trench
e si smaterializzo al manor.
Non
era un granché penso mentre attraversava a passo
svelto il vialetto che conduceva al grande portone con la maniglia in
ottone
dove era impresso lo stemma dei Malfoy. Stava per bussare poi le venne
un
piccolo lampo di genio, magari si disse…
Girò
velocemente le spalle alla porta e s’incamminò per
un
piccolo sentiero che aggirava la villa e conduceva
prima a un roseto e poi a un piccolo gazebo e
lì il suo cuore incominciò a battere come un
pazzo.
Era
lì seduto con lo sguardo perso nel vuoto e una
pergamena tra le mani, forse era Ginny che lo avvisava che
l’aveva trovata ma
non convinta a venire da lui. Si senti in colpa per averlo fatto
soffrire e
lentamente si avvicinò a lui.
Percorse
i tre gradini e arrivò in prossimità del biondo
che ancora non accennava a sollevare il capo.
Accarezzò
i suoi capelli e in un attimo i suoi occhi si
persero nelle sue pozze ghiacciate. La strinse a se impendendole quasi
di
respirare.
-Non
lasciarmi, non lasciarmi più -la supplicò lui,
mentre Hermione si perdeva nel suo profumo e accarezzava lentamente la
muscolosa schiena del suo Draco.
-Tu
non omettere mai più cose simili- rispose lei.
Fino
a quando divenne necessario perdersi uno nelle
labbra dell’altra.
Rimasero
ancora per molto a baciarsi e coccolarsi lì nel
gazebo che ancora una volta era testimone del loro amore. E in quel
luogo tanto
caro a Narcissa Black, si consolidava ancora una volta la loro storia e
questa
volta anche la Luna ne era testimone.
SPAZIO AUTRICE.
SPERO CHE LA STORIA VI PIACCIA, HO PENSATO DI FARE UN CAPITOLINO TRA
QUESTO E IL PROSSIMO, MOLTO MA MOLTO ROMATICO...ORA VEDIAMO SE RIESCO.
KISS.
|
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Capitolo 22 *** 22.I gesti che valgono un ti amo. ***
22.I
gesti che valgono un ti amo.
Era
tornata da lui al calar della notte proprio quando la
luna era già alta nel cielo e mille stelle la circondavano.
Era
tornata da lui accarezzando dolcemente i sui fili di
grano, quei morbidi crini che li cadevano sul viso.
Era
tornata da lui perché senza non poteva andare avanti,
perché senza Draco ormai non era più niente.
Lui
l’aveva guardata un solo secondo fondendo i suoi
occhi in quelli castani di lei per poi stringerla forse al suo petto,
cosi che
non potesse più scappare, cosi che nessuno li potesse
più separare.
Le
aveva chiesto di non lasciarlo più, non aveva aggiunto
altro Draco non aveva aggiunto che la amava pensava che i gesti
valessero quelle
parole pensava che gli sguardi significassero l’amore che
provava per Hermione.
Pensava,
a ragione, che per lei le parole erano vuote e i
gesti esprimessero maggiormente suo amore.
La
strinse tra le braccia continuando a guardarla negli
occhi, mentre Hermione gli posava dolci baci sul viso, prima in fronte,
poi sullo
zigomo, poi sul naso fino a giungere alla bocca.
Accarezzò
con la lingua le labbra di Draco percorrendole
fino a che non s’insinuò tra di loro, il ragazzo
rise del gesto della sua fata
e non fece resistenza, si faceva baciare mentre si smaterializzava
nella stanza
patronale.
Giunto
in prossimità del letto la posò delicatamente su
quei morbidi e candidi guanciali, rimanendo per lunghi attimi fermo a
guardarla,
ad ammirarla.
Era
bella la sua fata, bella, dolce e sensuale e lei
nemmeno lo sapeva.
Scivolò
con dolcezza accanto al corpo caldo di Hermione poggiando
la testa sul braccio continuando a guardarla, non disse niente mentre
lei
imbarazzata da quella situazione si mordeva il labbro.
-Draco-disse
-si-
rispose il biondo che la guardava languido.
-che
c’è?-chiese.
-Niente,
non posso guardarti?- domando il giovane.
-certo
e che…- cercò di spiegare Hermione
-cosa?-domandò
ancora Draco impedendole così di
rispondere.
-mi
imbarazza che mi guardi cosi. Ecco!- rispose Hermione
infine trovando le parole.
Draco
rise scompigliandole i capelli con la mano libera.
-non
voglio che ti senta imbarazzata quando ti guardo,
voglio solo imprimere nella mente il tuo corpo, cosi quando sarai
lontana da me,
sperando che non accada mai, ricorderò ogni parte del tuo
viso- disse sussurrando
nell’orecchio della ragazza, mentre con il dito le sfiorava
il profilo. Prima la
fronte, poi il naso e infine la bocca.
–
Del tuo seno –. Continuando a percorrere con il dito il
corpo della donna al suo fianco, giungendo infine al busto.
–
Del tuo ventre-. Disse aprendo così la mano, in
prossimità dell’ombelico della
ragazza, accarezzando quel punto erogeno ancora coperto dal vestito.
Hermione
rabbrividì al tocco vellutato del biondo e il
desiderio s’impadronì di lei.
Lo
voleva e leggeva negli occhi di Draco lo stesso ardore,
lo stesso desiderio.
Si
girò anch’essa imitando la posizione del biondo
che
ghignò divertito.
-Mi
dica signorina Granger cosa vuole?-la canzonò il
biondo con il sorriso sulle labbra giocando così con la sua
bella fata.
La
ragazza stette al gioco, facendo finta di pensare,
posò un dito sul naso con fare malandrino, poi
guardò nuovamente il biondo e
finalmente rispose:
-Lei
signor Malfoy. Voglio lei-disse Hermione sussurrando
quella frase a fil di labbra.
Il
biondo sorrise mentre con la lingua s’inumidiva le
labbra, labbra che un attimo dopo erano posate su quelle della sua fata.
Gli
sfilò il tubino nero mentre lei li sbottonava la
camicia rimanendo poi entrambi in intimo.
Draco
guardò ammaliato la lingerie che ricopriva la sua Hermione,
reggiseno a balconcino con brasiliano coordinato in pizzo nero,
guepiere e
reggicalze sempre nere, sapeva come farlo impazzire, si disse tra se.
Lei,
si sollevò un attimo sulle gambe rimanendo cosi
davanti a Draco che non perdeva nemmeno un gesto che la ragazza faceva
con
tanta maestria. Posò un piede sul letto mentre
l’altro poggiava in terra e si
piegò leggermente verso la coscia sganciando il nastrino che
reggeva una calza
facendola scivolare dolcemente sulla gamba, compiendo poi lo stesso
gesto con l’altra
calza.
Sollevò
lo sguardo per vedere cosa stesse facendo Draco e
fu felice nel vedere che il biondo non aveva occhi che per lei.
Sganciò così la
guepiere senza staccare gli occhi dalle iridi ghiacciate del suo uomo
che
subito dopo si avvicinò con un balzo al bordo del letto dove
si trovava.
Le
accarezzò il piede risalendo piano piano fino alla
gamba e dal ginocchio incomincio a baciare fino a che non
arrivò alla sua femminilità,
sfilò le mutandine in pizzo e la fece accovacciare sopra di
lui sganciandole
anche il reggiseno.
Ora era nuda, mentre
Draco indossava i boxer che a stento contenevano la sua
virilità, Hermione la
sentiva pulsare e sbattere contro la sua femminilità.
Così,
prese ad accarezzargli la schiena mentre lui le
baciava il collo e il seno soffermandosi sui capezzoli, oramai la
ragazza era
quasi al limite, così, con una leggera spinta lo fece cadere
nuovamente sul
letto rimanendo a cavalcioni su di lui.
Gli tolse i boxer,
prendendo tra le mani il sesso del biondo che rimase in un primo
momento
sorpreso dalle attenzioni della ragazza per poi abbandonarsi a quelle
carezze
di piacere.
Draco la lasciò
fare,
fino a quando non raggiunse il limite e fu costretto a prenderla per i
fianchi ponendola
sopra di lui entrando infine, in lei.
Hermione
sorrise guardandolo ansimare dal piacere di
quella dolce penetrazione, poi incominciò a muoversi sopra
di lui, prima piano
poi man mano che l’eccitazione aumentava, con lei aumentava
anche il ritmo e la
forza delle spinte fino a che vennero contemporaneamente.
Non
avevano bisogno di dirsi ti amo, i loro gesti, le
loro carezze spiegavano quello che provavano uno per l’altra.
Quello
era amore.
SPAZIO AUTRICE.
COME PROMESSO CAPITOLO TRA IL
ROMANTICO E L'HOT. NON SO NEMMENO COME è VENUTO...A ME
SEMBRAVA CARINO MA NON NE SONO POI MOLTO CONVINTA CHE DITE?
VI ASPETTO SUL BLOG
http://lafantasia-mikilily.blogspot.com/
E SULLA PAGINA DI FACEBOOK
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Capitolo 23 *** 23.l'accusa infamante. ***
23.
L’accusa infamante.
Si
era svegliata con il seno attaccato alla sua schiena e
le mani sul suo sterno, come se fossero una sola cosa, inseparabili.
Sentiva il
suo profumo di muschio e menta, e i suoi capelli accarezzargli il viso.
Draco
dormiva ancora, il suo respiro era rilassato
sembrava un angelo.
Gli
baciò dolcemente la spalla e sfilò di lato
cercando
di non svegliarlo, togliendo con delicatezza il suo braccio che era
incastrato
sotto il corpo dell’uomo, del suo uomo.
Si
mise la sua camicia, amava metterla era un modo per
sentirlo vicino anche quando i loro corpi non lo erano e si
avviò lentamente
lungo la scala.
-Tibly-
chiamò Hermione e subito l’Elfa spuntò
dalla
cucina.
-signora
chiamata Tibly?-
-si
Tibly. Draco dorme ancora cosa gli prepariamo per la
colazione?- chiese la ragazza sorridendo all’Elfa.
-vuole
cucinare ancora lei?-chiese stupita.
-si
Tibly, almeno la colazione me la puoi lasciare-
L’Elfa
rimase spiazzata.
-tu
farai tutto il resto, se ne avrai voglia-riprese
Hermione.
-certo
Tibly ha sempre voglia di servire il signorino Draco.
Tibly è stata assegnata a lui da quando era un cucciolo-
-mi
parli di lui-
Tibly
sorrise e prese a saltare felice.
-Tibly
preparerà per le nozze, tante pietanze tutte
quelle che la signora vorrà-
-frena
frena Tibly, non ci sono nozze in progetto-
L’Elfa
si bloccò subito guardando Hermione con due occhi
grossi come fanali.
-il
signorino ancora non chiesto-chiese l’elfa facendo
arrise Hermione.
-Credo
che per ora vada bene cosi-, disse Hermione
cercando di rimanere neutra ma un velo di tristezza gli si
posò sul viso.
-che
fate?- chiese una voce ancora impastata dal sonno.
-signorino
Draco perché è in cucina-
-tranquilla
Tibly, non mi succede niente se vengo nel tuo
regno- l’Elfa, s’inchinò talmente tanto
che con la testa toccò il pavimento.
-dai
su Tibly rialzati e dite che state combinando-
-signora
vuole preparare colazione-
-ah
la signora prepara- disse guardando malizioso Hermione
e il suo seno che s’intravedeva dalla camicia.
-e
cosa prepara mia signora- disse rivolgendosi ora
direttamente alla ragazza che impalata lo guardava.
-una
torta- rispose Hermione abbassando lo sguardo, non
sapeva perché si sentiva in imbarazzo o forse solo una
stupida, la chiamavano
signora ma lei non era nulla. Per ora era solo la sua compagna di
letto,
sembrava lontana anni, decenni la notte appena trascorsa.
-Herm
tutto bene- Chiese Draco avvicinandosi a lei che
ancora impastava.
-si
tutto ok- rispose afferrando le uova e unendole a zucchero
e farina.
-Tibly
potresti riordinare la stanza e lasciarci soli-
disse Draco.
Tibly
non se lo fece ripetere e si smaterializzo.
-guardami-
disse prendendo con due dita il mento della
ragazza.
-che
hai? Sembri triste?-chiese ancora il biondo.
-no-rispose
la ragazza distogliendo i suoi occhi da
quelli grigi di Draco.
-ho
fatto qualcosa che ti ha turbato ieri o questa
mattina?-
-no
Draco tranquillo-
-mi
ami ancora?- chiese il biondo stupendo la ragazza.
-Io,
veramente noi…-
-perché
io ti amo, forse non l’ho detto ma è questo che
provo per te. Solo per te-
Hermione
sorrise baciandolo.
-è
un consenso- disse Draco dopo essersi staccato dalle
morbide labbra della ragazza.
-si-
pronunciò Hermione proprio quando varie
smaterializzazioni e un rumore sordo distolse l’attenzione di
Draco dalle sue
irridi marroni.
-cazzo-
urlò Draco.
Scattando
verso l’uscita della cucina. Copriti e prendi
la bacchetta.
Le
intimò prima di sparire su per le scale di pietra che
portavano all’ingresso del manor. Hermione si
guardò le mani ancora sporche di
impasto fece scorrere l’acqua e poi maledicendosi si rese
conto di non avere
con se la bacchetta.
-cretina-
disse mentre si abbottonava la camicia fino al
collo e notando che nonostante questo si vedeva tutto del suo corpo.
Incominciò
a salire e man mano che si avviava verso l’ingresso
urla e grida la fecero spaventare. Prese a correre e giunta
all’ultimo scalino
le forze gli vennero meno. Draco era a terra e quattro bacchette erano
puntate
contro di lui
-crucio-
urlo l’uomo più vicino al biondo che annaspava a
terra. La sua voce era famigliare per Hermione e una stretta al cuore
la fece barcollare.
-Smettila
immediatamente- urlo avanzando verso il gruppo
di auror attirando l’attenzione. –come osi usare
una maledizione senza perdono
senza essere in pericolo di vita-
Harry
Potter si girò incredulo nel vedere la sua ex
migliore amica coperta da una sola camicia da uomo, sicuramente di
Malfoy, che
avanzava con il suo solito cipiglio deciso da so tutto.
-quanto
sei caduta in basso Hermione- disse acido il
salvatore del mondo magico –da eroina a puttana di un
mangiamorte-.
Hermione
impallidì.
-non
osare mancarle di rispetto-disse Draco con un
flebile filo di voce.
-oddio
e ti difende pure-
Disse ridendo
mentre sferrava un calcio a Draco che trattenuto da due auror non
poteva difendersi.
-smettila
Harry, smettila o io-
-O
io cosa Granger, non puoi nulla contro di me. Io sono
la legge e tu non sei altro una che questo schifoso si sbatte e sai mia
cara
non sei la sola c’è una lista lunghissima come
lunga è la fila di donne che
dice di aver in grembo un suo figlio illegittimo-disse sbeffeggiandola
Harry
Potter
-sei
qui per queste cazzate- replicò Hermione.
-Ah
no, mia cara sono qui perché qualcuno ha ritrattato
le dichiarazioni che tanto tempo fa avevano fatto per scagionare questo
verme-
Draco
cercò di sollevarsi ma gli auror, uno dei quali era
Dean Thomas lo tirò nuovamente giù.
-si
si, che smacco è salvato da una donna e affossato da
un’altra Malfoy. Mai promettere a delle puttane di condurle
all’altare se non adempi
alla promessa ti si rivoltano contro e le serpi non ci vanno
giù sottili-
-fottiti-
sibilò Draco, mentre Harry gli sferrava un
altro calcio.
-Malfoy,
non sei nelle condizioni per fare ancora lo sbruffone-
disse Thomas sbattendolo ancora a terra-
-tu
non hai il diritto di venire qua in casa di un
cittadino e infliggergli maledizioni senza perdono e botte. La legge
non ti
consente queste l’articolo…-
-ti
prego evitaci la solita pappardella, anche perché nonostante
i tuoi sforzi non mi risulta sia un’avocato di fama mondiale-
-sei
un coglione-urlò Hermione facendo girare tutti gli
auror increduli nell’aver sentito quella parola sulla bocca
della donna, di
aver sentito quella parola rivolta al loro capo.
-eh
eh eh, signorina Granger moderi i toni sta offendendo
un pubblico ufficiale-disse Harry sorvolando sull’arroganza e
il tono che Hermione
aveva assunto con lui.
-Harry-
ho controllato lo studio è protetto da magia
potente, non si può entrare-disse un auror che Hermione non
conosceva.
-Malfoy.
Hai voglia di giocare con me?- chiese Harry
abbassandosi fino a terra. – sai che a giocare con il fuoco
ci si brucia-
Disse
ridendo.
-Non
ho niente da nascondere e sono pulito Potter non ho
paura ne di te ne delle tue calunnie. Quello che Pansy ha detto non
vale niente
e lo sai bene- rispose Draco. Sempre che il processo nei mie confronti
sia un
processo equo con testimoni e non una farsa come quello di mio padre-
Draco
attaccava. Sapeva che doveva dirgli quelle cose davanti a testimoni
davanti a
Hermione. Almeno lei doveva credere alla sua innocenza lei doveva , lei
lo
amava.
-A
Pansy non interessa essere più, mia moglie ma solo i
soldi per continuare a vivere nell’agio. Quanti soldi gli hai
dato per
distruggermi Potter. Quanti soldi hai rubato al ministero per pagare un
testimone fasullo-urlo Draco, mentre Harry cominciò ad
innervosirsi.
-Dean-
disse poi sollevando lo sguardo su uno degli
auror- portalo ad Azkaban-
Hermione
non fece in tempo nemmeno a sfiorarlo o
rassicurarlo che Dean Thomas aveva portato via il suo Draco.
-ti
conviene starne fuori Granger o distruggerò anche te-
Hermione
fece un passo assottigliando lo sguardo.
-ti
sbagli Potter questa sarà la tua fine, come auror e
come uomo, quanto è vero che mi chiamo Hermione Granger-
-tanto
ardore per Malfoy, pare che il passato sia rimasto
un ricordo sbiadito nella tua mente-
-non
si può vivere di ricordi, se questi avvelenano la
mente e il sangue- rispose Hermione.
Harry
rise con una risata lunga e fredda che metteva i
brividi.
-Il
marcio rimane marcio-
-Il
marcio rimane marcio solo per chi vuole vederlo così
perché
mette apposto la coscienza di chi marcio lo è diventato
nonostante sia dalla
parte dei giusti-
Harry
le afferrò il braccio.
-sei
ancora in tempo per tagliarti fuori da questa
storia-disse.
-Forse
non ti è chiara una cosa Potter, hai dichiarato
guerra al mio compagno, e se dichiari guerra a Draco la dichiari anche
a me-
-te
ne pentirai- disse Potter.
-anche
tu, Harry, anche tu-.
SPAZIO AUTRICE.
Non so come è venuto spero
vi piaccia...Harry ha fatto irruzione al manor ha cruciato e preso a
calci raco privato della bacchetta e arrestato.
Pansy che al tempo del processo aveva
deposto a favore di Draco ha ritrattato tutto, gli servono soldi
percheè caduta in disgrazia facendo fallire le
proprietà di famiglia e Harry ha trovato in lei un'alleata.
Milly l'ha avvisata sulla relazione
che Draco ha intrapreso con la sua ex segretaria e la cosa non le
è piaciuta....
ditemi che ne pensate
|
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Capitolo 24 *** 24. L’alleanza Granger-Zabini-Black. ***
24.
L’alleanza Granger-Zabini-Black.
Appena
gli Auror erano spariti era caduta a terra perché
le gambe non erano riuscite a sostenerla, le lacrime le sgorgavano
senza che
riuscisse a fermarle.
Si
sentiva come se le avessero tolto il cuore, come se
l’avessero calpestata.
Draco,
l’era stato portato via con accuse infamanti,
doveva reagire, doveva aiutarlo salvandolo da Harry e dalla sua
"giustizia".
Doveva
sbrigarsi e farlo in fretta, ma non riusciva ad
alzarsi, non riusciva a parlare, riusciva soltanto a piangere e
disperarsi.
Tibly
arrivò un secondo dopo e vedendola distesa a terra
si spaventò, l’Elfa, non aveva sentito niente e di
prese a randellate in testa
quando scoprì che non era riuscita a difendere il padroncino
Draco.
Aiutò
Hermione a sollevarsi mentre la ragazza continuava
a piangere e l’Elfa inesorabilmente s’infliggersi
colpi al capo per punirsi.
Tibly, dopo un po’, cercò di calmare la sua
padrona cullandola ma tutte e due
avevano il cuore lacerato dal dolore.
Così
le trovò Blaise, per terra, abbracciate e piangenti
e si gelò.
-dov’è
Draco- chiese il moro Zabini con un filo di voce e
gli occhi puntati sulle due che singhiozzavano.
-Oh
padroncino Draco, oh- diceva confusamente Tibly.
Hermione
sempre più pallida non aveva nemmeno la forza di
parlare cullata dall’Elfa con gli occhi spiritati guardava il
punto dove lui
era sparito.
-Hermione.
Dove cazzo è Draco- la scosse Blaise per farla
reagire ma la donna era come svuotata da tutto, un involucro vuoto,
privato di
ragione senza di lui.
-Azkaban…-
disse facendosi violenza per pronunciare
quella parola, provocando un urlo dell’Elfa che riprese a
picchiarsi con
violenza il capo per punirsi del suo sbaglio, per punirsi di non aver
adempiuto
al suo compito quello di proteggere il suo padroncino Draco.
-
Potter- disse ancora Hermione mentre una lacrima scese
sul suo viso arrivando fino al colletto della camicia
dell’uomo che amava, inzuppandola.
- Parkinson- aggiunse,
sollevando gli occhi verso uno sconvolto Zabini.
Quella
bastarda si è venduta a Harry per soldi,
calunniando Draco- terminò, continuando a dondolarsi
cercando di calmare la sua
ansia, la sua paura.
-cosa
stai dicendo?- Blaise sembrava non credere alle
parole che l’ex Grifondoro stava dicendo.
Pansy Parkinson era
sempre stata una loro amica fin dai tempi della scuola. Certo con il
tempo i
rapporti si erano raffreddati, soprattutto quando Draco con poca
grazia, pensò
Blaise, le aveva detto che non la amava affatto e che si era stancato
anche del
sesso con lei in più il biondo detestava la sua malattia per
il gioco d’azzardo.
In pratica quel vizio babbano l’aveva portata
all’orlo della bancarotta, suo
padre l’aveva addirittura diseredata perché si era
giocata tutto.
-Pansy-
ripeté Hermione – quell’oca giuliva che
vi ha
sempre leccato il culo a scuola e che passava da letto in letto in
tutta Serpeverde- disse battagliera la Granger.
-Tu
sai…- disse Blaise sconvolto, dalla rilevazione
pensava in cuor suo che nessuno sapesse della cosa che non lo sapesse
la sua
futura moglie, da quando ricordava la Parkinson e Ginny si erano anche
menate
quando erano a Hogwarts.
-Certo
che so, ma non le permetterò di distruggere la mia
felicità, oh no. Non sa con chi si sta mettendo. Io la
distruggo- continuò
Hermione guardando Zabini.
-Non
mi fa certo paura una puttana con il vizio del gioco
d’azzardo e un invasato assetato di vendetta-
Blaise
era rapito dalla forza che ora la Granger mostrava.
-Toglierò
Draco da questo casino assurdo, mostrerò a
tutto il mondo magico che lui non c’entra niente con gli
sbagli della sua
famiglia, con gli sbagli di suo padre. Mostrerò a tutti che
è pulito, che non è mai stato un Mangiamorte come
credono.
-Soprattutto-
disse alzandosi in piedi dritta e con un’espressione dura in
viso. -Mostrerò a
tutto il mondo magico, che grande stronzo è il loro eroe e
per fare questo mi
servirà anche il tuo aiuto Zabini-
Blaise
annuì.
-Per
Draco sarei disposto a fare tutto per me è come un
fratello-disse il moro avvalorando la sua decisione di aiutare Hermione.
-Bene
allora mettiamoci subito alla ricerca di testimoni-
disse Hermione mentre un sonoro Clap li fece girare, Ginny con la
gazzetta del
profeta in mano li guardava pallida.
-Ho
letto e sono venuta subito-disse.
-bene
serve anche il tuo aiuto- rispose Hermione
avviandosi nello studio di Draco entrò senza problemi e si
guardò intorno
osservata speciale di uno stupito Zabini.
-qui
ci sono i documenti del processo- disse guardando
Blaise che annuì la riccia non disse nulla aprì
senza alcuna magia.
-Come
è possibile- chiese Blaise.
-Come
possibile, cosa Zabini?- rispose Hermione
guardandolo.
-questa
stanza è protetta da magia, solo chi è un Malfoy
può aprirla-
Hermione
rimase ferma immobile, appena sentì quelle
parole.
-Tu
non sei una Malfoy, quindi devi per forza essere
incinta…- disse Blaise attirando a se gli occhi di molti
ritratti e quelli
stupiti della sua compagna Ginny.
All’improvviso
a Hermione passò per la mente che era
passato più di un mese dall’ultima volta che le
era venuto il ciclo. Zabini
poteva aver ragione, come aveva potuto dimenticarsi una cosa simile.
Oddio
e se lui non volesse un figlio con una mezzosangue,
sbiancò al solo pensiero di un suo rifiuto.
-aspetti
un bambino?- Chiese la rossa amica.
-Io,
non lo so-rispose Hermione ancora girata verso la
cassaforte in legno d’ebano tutta intarsiata nella quale era
inciso lo stemma
dei Malfoy.
-devi
per forza portare in grembo mio nipote per essere
riuscita ad aprire la cassaforte magica dei Malfoy- disse la voce di
una donna
che Hermione non aveva mai sentito e che la fece sobbalzare.
-Signora
Narcissa- disse Blaise inchinandosi un poco al
quadro che ritraeva la madre del suo amico che ricambiò il
saluto del moro con
un sorriso dolce.
-Draco,
mi ha parlato molto di lei signorina Granger-disse
ancora la donna nel ritratto che ora aveva gli occhi di tutti e tre
puntati
sopra.
-di
me?- chiese stupita la ragazza che si toccava il
ventre ancora piatto incredula da ciò che sia Zabini che la
signora Malfoy
avevano insinuato.
-Oh
si di chi altre vuoi che mi parlasse, l’hai stregato
e fatto innamorare. Sei stata l’unica donna che ha catturato
il suo cuore.
Certo che mi ha parlato di te-.
-Io
non, ho incastrato suo figlio se è questo che pensa
–disse
Hermione mettendo le mani avanti. Narcissa la guardò stupita.
-pensi
che io stia insinuando questo? Ti sbagli sai, so
per certo che Draco vuole un figlio da te con tutto se stesso e il
figlio che
porti in grembo è frutto del vostro amore non di calcoli
meschini- concluse Narcissa.
-Ora
spiegatemi cosa è successo e perché un auror
è
venuto a inzozzare la mia casa-
Toccò
ancora ad Hermione raccontare tutto, soprattutto
toccò alla ragazza dire alla signora Malfoy che Harry
Potter, il ragazzo che
lei stessa salvò dalla morte certa, aveva portato alla
pazzia suo marito infliggendogli
dei cruciatus e che
Potter voleva fare
lo stesso con il suo unico figlio.
-Non
lo permetterò mai- disse Hermione guardando la
signora Black negli occhi. – lotterò con tutta me
stessa per salvare Draco-
Narcissa
era livida dalla rabbia.
-Dobbiamo
organizzarci- disse la donna.
-Ci
servono prove. Molti sanno ma hanno taciuto per il
processo di Lucius Draco ne è uscito ma stava rischiando
–
-voglio
tutti i nomi di chi sa, chi era con Voldemort e
chi testimonierà sul non coinvolgimento di Draco nelle file
dei Mangiamorte-
Disse
Hermione afferrando una pergamena in cui avvisava
il ministro della magia in persona sull’inadeguatezza di
Harry Potter come
auror.
Mentre
Narcissa incominciava a sfornare nomi su nomi, Hermione
prese un’altra pergamena e si disse che:
Se
lui giocava sporco anche lei l’avrebbe fatto.
Inviò,
così, una missiva anche alla gazzetta del profeta,
in cui come persona informata dei fatti raccontava che senza regolare
permesso
del ministro, degli auror si erano introdotti a casa di un rispettabile
cittadino magico. L’avevano picchiato, privato di bacchetta e
inflitto una
maledizione senza perdono, e senza alcun fondamento rinchiuso ad
Azkaban, la
prigione dei maghi.
Quando
l’allocco volò via dalla finestra dello studio di
Draco, Hermione prese atto di aver dichiarato guerra ad Harry Potter,
per la
prima volta non era al fianco dell’eroe del mondo ma contro.
Per
la prima volta si schierava con quelli che un tempo,
ormai lontano, per lei erano i cattivi e ora osservando Narcissa ,
Blaise e
Ginny rappresentavano la sua famiglia.
Amava
Draco Malfoy, aspettava suo figlio e avrebbe
rischiato tutto per salvarlo dalle grinfie di quel grande stronzo.
Spazio
Autrice.
Salve
mie care, come state? spero bene... questo è un capitolino
di poco conto lo scontro arriverà tra due credo.
Hermione
dopo che Harry ha fatto arrestare Draco è sconvolta, Blaise
ugualemnte ma ci sarà Narcissa Black ad aiutarli a
scagionare il nostro bel biondino...
Non
credo di riuscire a pubblicarne altro, oggi faccio otto anni con il
fidanzato quindi si esce :D
Prima
di lasciarvi vi ricordo che potete sempre passare per il blog:
http://lafantasia-mikilily.blogspot.com/
E
la pagina Fb...
http://www.facebook.com/mikilily81
vi
sono anche le due nuove storie ( di cui ho pubblicato il prologo) che
partiranno con l'anno nuovo fatemi sapere, se ancora non l'avete fatto
cosa pensate.
Kiss.
|
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Capitolo 25 *** 25.Colloquio con il Ministro della Magia. ***
25.
Colloquio con il Ministro della magia.
Si erano messi
subito a lavoro dopo aver visto scomparire l’allocco dalla
finestra dello
studio del manor.
Blaise
avrebbe preso contatto con tutti gli ex amici e conoscenti che in
quegli anni
erano stati vicini alla causa di Voldemort.
Narcissa
aveva fornito indirizzi e nomi insospettabili, soprattutto quelli di
due
persone, ex Grifondoro, che sarebbero state i loro assi nella manica.
Questi
sapevano dell’innocenza di Draco, avevano acconsentito a
parlare durante il
processo e l’avrebbero fatto anche in quello fittizio che lo
scagionò ma per
qualche strana coincidenza non vennero mai chiamati a deporre. Ma in
questo,
niente sarebbe stato lasciato al caso. Finalmente ci sarebbe stata
giustizia
non come accadde anni prima nel processo di Lucius Malfoy.
Quello,
ricordò Hermione, fu un processo farsa. Harry
l’aveva insabbiato, con l’aiuto
di giudici compiacenti, che per lisciare il pelo all’eroe del
mondo magico
furono disposti a chiudere non un occhio, bensì due sulle
tante insensatezze e
lacune nei processi contro i Malfoy.
Draco ora si
trovava con l’acqua alla gola, la volta precedente,
benché quasi tutti i
testimoni chiamati a scagionarlo per una ragione o per
un’altra non si
presentarono a deporre a suo favore, riuscì a cavarsela
grazie alla
testimonianza di Pansy che raccontò che mai il suo caro
Dracuccio aveva
partecipato alle azioni dei mangiamorte. Harry Potter frustrato per
essersi fatto
sfuggire dalle mani l’incriminazione dell’odiato
Draco, cruciò più volte Lucius
Malfoy che senza bacchetta e con il corpo debilitato fu ridotto alla
pazzia.
Harry era
diventato pericoloso.
Draco doveva
essere liberato subito o Potter l’avrebbe, come minimo, fatto
impazzire tutti
sapevano bene che Potter con il suo nemico storico non si sarebbe
limitato a
delle semplici cruciatus, avrebbe esagerato, l’avrebbe ucciso.
Hermione, si
preparò velocemente e dopo aver infilato in borsa il
ritratto della signora
Narcissa si smaterializzò al Ministero dove il ministro
l’aveva invitata ad
andare subito dopo aver ricevuto la pergamena.
L’atrio
dell’edificio magico era sempre vuoto a quell’ora
tarda della mattina, ma quel
giorno sembrava che tutti i maghi fossero in fermento.
Un vociare
sommesso
l’accompagnò per tutto il lungo andito che portava
agli ascensori, la giovane avvocatessa
camminava a passo svelto senza mai abbassare il capo, sentiva gli occhi
di
tutti puntati sopra. Sapeva benissimo che tutti avevano letto la
gazzetta del
profeta, sia la prima edizione che parlava dell’arresto di
Draco, sia quella
speciale con la sua lettera, sapevano, che lei Hermione Granger ex
eroina del
mondo magico stava con Draco Malfoy il mangiamorte e che ora in veste
di
avvocato lo difendeva dalle accuse di Harry Potter, quello che un tempo
era suo
amico.
Arrivò
di
fronte alla spessa porta che conduceva all’ufficio del
ministro, lì ad
attenderla vi era Kingsley Shacklebolt, il Ministro della magia.
L’uomo
dalla pelle d’ebano, la fece accomodare
di fronte a lui e cominciò a osservarla. Hermione, ora
portava corti capelli
castani e un
particolare tatuaggio sulla nuca, ma oltre al Look non era cambiata
molto
rispetto alla ragazza caparbia, diligente e coraggiosa che con Harry
Potter
aveva contribuito a uccidere il malvagio Lord Voldemort. Hermione a
differenza
del ragazzo che è sopravvissuto, non si era fatta sopraffare
dalla notorietà,
non aveva corrotto il suo cuore, aveva perdonato evolvendo la sua vita.
Harry,
invece, era rimasto ancorato al vecchio
odio, non aveva attecchito in lui la speranza di nuova vita e come
questo fu
possibile Kingsley non lo capiva. Quel ragazzo, in cui tutti i maghi
affidarono
la propria vita, la speranza era divenuto malvagio e la colpa di questo
era
anche del ministro. Lui li aveva dato carta bianca ai processi,
credendo che
per Harry Potter la giustizia, la tolleranza, l’amore erano
ben radicati, convinto
che fosse un giusto, che avrebbe giudicato, interrogato tutti nello
stesso
modo, ma si sbagliava. Il cuore di Harry era corrotto
dall’odio, era pieno di rancore
per la famiglia Malfoy. Solo con loro scagliò la sua rabbia,
loro per lui rappresentavano
il male, l’ultimo male che dopo Voldemort doveva essere
sconfitto.
Lucius era
come Morto Narcissa era imprigionata nel quadro mancava solo Draco per
completare l’opera.
-Ministro-
disse Hermione catturando l’attenzione dell’uomo
che abbandonò così i suoi
pensieri. –Come ha chiesto sono venuta qua per spiegargli la
situazione-, l’uomo
la continuò a guardare così che Hermione
continuò a parlare esponendo i suoi
pensieri.
-Non si
può
lasciare a Potter tale potere, non è in grado di
controllarsi e non sono
disposta a rimanere con le mani in mano, mi spiace se il ministero e
lei sarete
attaccati, ma mi trovo in una situazione difficile e Draco ora
è la mia
priorità- disse la ragazza.
-Capisco
Hermione- rispose il ministro – posso chiederti se intendi
procedere contro
Potter.
-si
procederò sia per il suo modo di procedere alquanto
discutibile durante l’arresto
di Draco che per il processo che anni fa è stato fatale alla
mente di Lucius
Malfoy- il ministro si bloccò.
-come…-
-si so cosa
è successo e so per certo che il testimone che ha ritrattato
non è uno dei più
attendibili-
-Io non
capisco…-
-Ma non deve
capire, ministro mi aspetto però che sia lei a vigilare,
l’altra volta non era
in Inghilterra ma a un convegno con gli altri ministri magici, Harry ha
fatto ciò
che ha voluto-
-So che
è
stato lei ha firmare il suo trasferimento e da quel giorno i suoi
rapporti con Harry
si sono…-
-raffreddati-,
disse l’uomo pensieroso e poi riprese,
-Cosa mi
stai chiedendo Hermione?- chiese infine.
-Solo di
essere presente al processo, non voglio che Harry si prenda delle
libertà,
pretendo che la giustizia sia uguale per tutti. Inoltre- disse il
ragazza-,
voglio un foglio per andare ad Azkaban come avocato e come compagna ho
diritto
a parlare con Draco-.
-Azkaban
è
un posto duro per una donna-
-dimentica
sempre che sta parlando con me ministro. Io non sono tipo che
s’impressiona-
L’uomo
sorrise e prendendo piuma e pergamena scrisse due righe.
-Hermione
disse consegnando la pergamena alla ragazza – stai attenta
Harry potrebbe
diventare pericoloso-
-Anche io
ministro, ha sbagliato e pagherà-
-tutto il
mondo magico ti starà contro, lui ha una fama da buono,
nessuno crederà alle
tue parole Malfoy invece, -
-Draco non
ha mai fatto niente di male, ha un tatuaggio nel braccio ma non
significa nulla
non ha mai uccisi nessuno, non è mai andato in missione per
conto di Voldemort
ed è ora che il mondo magico evolva e capisca che il male
non sta in un nome-
-Ti vedo
battagliera, almeno tu non sei mai cambiata-
-No ministro
mi batto sempre per le cause giuste e per ciò che conta
veramente, prima era
per il bene del mondo magico ora è per il bene della
giustizia, del mio cuore e
del mio bambino- disse accarezzandosi il ventre. Il ministro rimase
sconvolto
dalla notizia non sapendo cosa dire alla giovane strega si
limitò ad augurarle:
-Buona
Fortuna Hermione Granger-.
SPAZIO AUTRICE.
Singolare e per niente romantico augurio di natale, se riesco posto un
altro capitolo ....
ma se non riuscissi vi auguro un felice e sereno natale, un caloroso
saluto dalla vostra Mikilily.
|
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Capitolo 26 *** 26. Lotterò per noi. ***
26.
Lotterò per noi.
Il
vento sferzante le batteva con forza sul viso, quello
era stato il modo con cui quella dannata isola, l’aveva
accolta. Sollevò il
bavero della giacca e s’incamminò, abbassando lo
sguardo, verso il grande
portone di ferro dove una sentinella la guardava con fare astioso.
Azkaban non
era certo il posto più indicato per una donna, tanto meno
per una in dolce
attesa, ma li, in quel luogo maledetto stava rinchiuso il suo Draco e
nemmeno
Voldemort in persona l’avrebbe persuasa dall’andare
da lui.
Guardò
l’uomo che con la divisa d’ordinanza verde acido
la osservava da una piccola guardiola e mostrò muovendo la
mano la pergamena.
La guardia sgranò gli occhi osservando la firma, ma non
disse niente facendola
poi entrare nel carcere di massima sicurezza.
Desolazione,
squallore, angoscia e urla, tante urla
echeggiavano in quell’edificio retto e custodito da una
grande e potente magia,
dove i peggior criminali magici erano rinchiusi.
Hermione
si guardò intorno, mura crepate, pavimento sporco,
aria viziata e una tristezza che ti entrava nelle ossa,
avanzò con decisione
verso un’altra guardia, un auror dalla divisa che indossava e
anche a lui
mostrò la pergamena del ministro.
Questi
però dopo un primo momento di apatia si scosse
quando Hermione pronunciò il nome del detenuto cui voleva
far visita.
-Malfoy-
l’uomo si grattò la tempia osservando la ragazza
di fronte a lui con circospezione.
-il
capo ha dato disposizioni che nessuno gli faccia
visita-
-Potter?-
chiese Hermione già sapendo la risposta.
-Certo
Potter, è lui il capo – rispose sbalordito
– lei
deve essere l’unica nel mondo magico che non sa chi
è Harry Potter-
Hermione
lo guardò assottigliando lo sguardo.
-Oh
si fidi, lo conosco, anzi lo conoscevo bene, ora mi
sembra però che quel grande eroe non esista più.
Comunque- disse avvicinandosi
alla guardia -Questa è firmata dal ministro in persona ed io
sono l’avvocato
del detenuto, quindi, sempre se non vuole passare guai è suo
dovere
accompagnarmi dal signor Malfoy-
L’auror
soppesò le parole della giovane donna, non
sembrava pericolosa si disse e sicuramente l’avrebbe
schiantata e disarmata in
un solo minuto. Decise, quindi, che era bene accompagnarla da Malfoy,
infondo, disubbidire
a Potter era meno pericoloso che disubbidire al ministro della magia,
ma su
quel particolare si sbagliava, oh se si sbagliava.
Scesero
diversi piani con la luce della bacchetta a
illuminare la via, nessuna parola gli accompagnò solo grida
disperate, minacce
senza senso e un freddo che distruggeva l’anima.
-siamo
arrivati- disse l’uomo con il viso schifato dal
luogo in cui la sua persona si trovava.
-questa
è la stanza di massima sicurezza-disse l’uomo
-
è stata costruita tanti anni fa per rinchiudere Colui
che non deve essere nominato-
Hermione
osservò prima gli innumerevoli attrezzi di
tortura e poi l’uomo al suo fianco.
Divenne
bianca al solo pensiero che quegli strumenti
fossero stati usati sul suo Draco.
-apra
la porta- disse con forza.
L’uomo
la guardò stupito inconscio di chi fosse disse:
-cavolo
signorina, tiene molto al suo lavoro per riuscire
a sopportare questo schifo, se non fosse che mi pagano, e bene per
stare qui,
non ci verrei mai. Suppongo che anche lei sia pagata bene…-
-suppone
male. Ora apra la porta-
L’uomo
era scioccato, ma alla fine aprì la porta che
raschiò sul pavimento di pietra.
Un
odore di sangue, urina e animali morti fece voltare il
viso all’uomo che si scansò di lato per fare
entrare la giovane avvocato.
Hermione si sentì quasi svenire, appena il puzzo
arrivò al suo naso facendole
salire la nausea, che riuscì a trattenere a stento.
Respirò
con la bocca per non inalare ancora quell’odore e
avanzò lentamente, con la bacchetta tra le mani.
Sentì un crac sotto i piedi
sicuramente qualche carcassa di piccoli animali morti da qualche tempo,
senz'altro topi e continuò a camminare dinanzi a se.
L’uomo
alle sue spalle non accennò a seguirla e lei non
chiese di farlo, con un
-lumus-
illuminò la stanza e si guardò intorno.
I
muri erano ricoperti di muschio e scarafaggi che scapparono
come impazziti appena la luce li investi, il pavimento era colmo di
piccoli
animali morti ammucchiati vicino al muro.
Una ciotola
d’acciaio
si trovava in prossimità della porta, al suo interno vi era
del pane ammuffito
e del liquido che dal puzzo doveva trattarsi di urina.
Hermione si portò
la mano alla bocca trattenendo il conato, quello che i suoi occhi
vedevano era
uno spettacolo indecente nemmeno gli animali potevano essere trattati
così.
Ripresasi ripulì
con un “Gratta e netta” e continuò ad
avanzare, la stanza era tanto grande quanto
sporca.
Vagò
un po’ cercando il suo uomo e dopo tanto vagare lo
vide. Era disteso su una fredda panca di pietra rannicchiato su se
stesso, il
viso tumefatto dalle percorse ricevute, due occhi neri un labbro
spaccato e
viola.
-Draco-
chiamò avvicinandosi piano cercando di non scuoterlo
per paura che anche il corpo fosse stato martoriato da
quell’animale di Harry
Potter
-Draco-
ripeté appoggiando le ginocchia a terra incurante
dei rumori degli animaletti viscidi che popolavano quella cella fredda
e
malsana-
-amore-
sussurrò piano al suo orecchio.
L’uomo
sussultò, stranito da quel contatto e si ritrasse
sbattendo la testa al muro.
-Draco,
amore- disse Hermione spaventata dalla reazione
del biondo
-sono
Hermione, ti prego Draco riconoscimi. Ti prego-
supplicava Hermione. Il timore che Harry avesse rivolto a Draco lo
stesso
trattamento riservato a Lucius Malfoy la faceva fremere di paura .
-Hermione-
disse l’uomo con difficolta, cercando di
aprire gli occhi che gli dolevano a causa dei pugni ricevuti e per la
luce
troppo forte.
-si
amore sono qui- riprese la ragazza sfiorando con
delicatezza il viso del ragazzo che strinse i denti dal dolore.
-scusa
–
-Perché
sei qui?- chiese – non è un posto per te, chiama
la guardia devi andare via-
-Draco,
smettila-
-No,
non la smetto voglio che vai via, che non mi guardi.
Non sono uno spettacolo preferisco mi ricordi in un altro modo-
-che
stai dicendo?-
-dimenticami
Hermione-
-Dimenticarti?
Hai battuto la testa?- disse la ragazza
cercando di guardare il capo del biondo osservando con una stretta al
cuore
come il sudore e il sangue gli avessero imbrattato i bellissimi e
morbidissimi
capelli biondi.
-dimenticami.
Puoi fare solo questo, per me non vi è
speranza-
-che
stai dicendo Draco. Certo che c’è speranza, sei
innocente ed io ti toglierò da questo posto fosse
l’ultima cosa che faccio in
vita mia-. enunciò Hermione.
-non
riuscirai mai, lui ha mille appoggi, nessuno si metterà
contro Harry Potter. Siamo soli-
-oh,
non ne sarei tanto convinto. Sai chi mi ha firmato
il foglio per essere qui a parlare con il mio assistito?-
Draco
spalancò la bocca
-sei
il mio avvocato-
-certo
che sono il tuo avvocato, volevi qualcun altro, forse?-chiese
Hermione.
-certo
che no, sono felicissimo sia tu- disse Draco
mentre la ragazza li accarezzava la mano.
-Ma
non mi spiego come hai fatto a venire fin qui, questo
è un posto di massima sicurezza. Potter non
avrebbe…-
-infatti
io non ho chiesto a lui ma al Ministro della
magia in persona di farti visita, sono il tuo avvocato e…
sono il tuo avvocato-
Draco
accennò un sorriso notando il lieve rossore nelle
gote di Hermione ancora si vergognava a dire che era la sua donna.
-sei
la mia compagna, hai tutto il diritto a stare qui a
farmi visita, poi sei anche il mio avvocato ma soprattutto sei la donna
che
amo-
Hermione
si avvicinò un poco fino a sfiorare le labbra di
Draco, erano screpolate, gonfie e sapevano di sangue ma nonostante
questo il
cuore gli esplose quando lo baciò.
Lo amava.
Lo
amava con tutta se stessa e guardarlo così indifeso,
non faceva altro che aumentare il suo amore per lui.
-mi
sei mancato- disse sussurrando a fil di labbra.
-anche
tu amore, non sai quanto-
Hermione
gli accarezzò ancora il viso facendo attenzione
a non recargli altro dolore.
Draco
la guardava, cercando di imprimere nella mente la
donna così da ricordarsi di ogni sua piccola
particolarità quando si sarebbero
separati.
-abbiamo
deciso una strategia?- disse Hermione rompendo
il silenzio e riportando l’attenzione di Draco sui suoi occhi.
-abbiamo?-
chiese stupito Draco.
-Io,
Blaise e tua madre-
Draco
rimase stupito da quest’ultima affermazione.
-mia
madre?-
-si
il ritratto nel tuo studio, quello di tua madre-
-sei
entrata nel mio studio?-
-si
Draco- quando è arrivato Blaise dovevamo cercare dei
documenti delle cose che potessero aiutarti…
-hai
frugato nelle mie carte?-
-Io,
ecco…si in un certo modo-
-eh
sei ancora qui a raccontarlo- disse sempre più
sbalordito.
-che
intendi?-
-che
nessuno se non ha sangue puro o Malfoy può entrare
in quella stanza-. Rispose Draco.
-Io
… ecco… noi-
Un
sorriso si allargò nel viso tumefatto di Draco Malfoy,
una lampadina gli si era accesa improvvisamente. La mezzosangue
più famosa del
mondo magico non poteva essere diventata purosangue in un battito di
ciglia.
Quindi,
due erano le cose: o l’aveva sposata cosa che purtroppo non
era ancora avvenuta,
o quella donna che amava e desiderava anche in quelle precarie
condizioni
custodiva nel suo grembo il frutto del loro amore.
-dimmi
che quello che penso è vero – disse Draco
protraendo la mano verso Hermione, che l’afferrò
unendola alla sua posandola
poi sul ventre socchiudendo gli occhi per cullarsi di quel momento.
Il
luogo era lugubre e malsano, triste e per niente indicato
per annunciare all’uomo che aveva scelto come compagno che
presto sarebbe
diventato padre, ma non se ne curò. In quel momento
esistevano solo loro due e
il marciume che li circondava si volatilizzò
all’istante.
Hermione
sorrise, guardandolo negli occhi, perdendosi in
quelle pozze ghiacciate che tanto le facevano battere il cuore.
-Si-
disse sussurrando – presto saremo genitori-.
A
Draco quasi scoppio il cuore dall’emozione, voleva
abbracciarla ma aveva paura di farle male a lei, al bimbo a se stesso
visto le
condizioni precarie in cui riversava, si limitò
così a baciarla questa volata
con foga infischiandosene del dolore del labbro spaccato.
-grazie-
disse dopo essersi staccato da lei – grazie per
avermi fatto questo dono, grazie-
Hermione
sorrise ancora.
-grazie
a te di esistere amore mio- rispose lei.
-oh
che scena strappa lacrime- disse una voce alle loro
spalle, una voce che entrambi conoscevano benissimo, tanto che Draco
divenne
livido di rabbia e Hermione s’irrigidì cercando di
non farlo vedere.
-dovreste
fare gli attori, siete portati per il
melodramma- disse trattenendo a stento una risata che arrivò
poco dopo.
Il
gelo era calato su quella stanza non appena la voce di
Harry Potter era arrivata alle loro orecchie.
Hermione
cercò di alzarsi per ribattere al capo degli
auror ma Draco la trattenne, così che Harry
continuò a deriderli.
-sapete
che rasentate il ridicolo. Uno rinchiuso ad Azkaban
costretto a vivere nella sporcizia tra animali morti e insetti. Oh cosa
direbbe
il paparino se vedesse l’amato figlio ridotto come il
più insulso animale-
disse lo sfregiato volgendo il capo verso il biondo che lo guardava con
odio
cosa che lo fece ridere ancora più di gusto.
-l’altra-
riprese guardando ora Hermione – che da super
perfetta studentessa finisce per diventare una sfigata avvocatessa che
per sopravvivere
è costretta a portare in grembo il figlio bastardo di un
mangiamorte-
Hermione
s’infischiò del pericolo e di tutto quello che
in quella stanza poteva capitargli.
-sentimi
bene Potter- disse marcando con astio il cognome
dell’ex amico. – qui l’unico che rasenta
il ridicolo sei tu. Non osare
insinuare niente su mio figlio e niente sulla mia vita privata, non sei
degno
nemmeno di camminarmi affianco-.
Harry
rimase spiazzato dalle parole della ragazza. Ma Hermione
era un fiume in piena e continuò a parlare:
-hai
montato tutto questo casino, per niente. Sei ancora
in tempo per fermarti prima che sia troppo tardi- continuò a
dire Hermione assottigliando
lo sguardo.
-oddio
mi stai consigliando cosa è bene fare Granger?-
-si
Potter, lo sto facendo. Se continui con questa tua
idea di vendetta, ne pagherai le conseguenze. Lo sai bene anche tu che
le tue
sono calunnie e che niente c’è di vero in quello
che dici-
-lo
vedremo Granger-
-Harry
sei ancora in tempo per ritrattare. Posso chiudere
un occhio per quello che è successo-.
-chiudere
un occhio? Io non ho paura né di te né di quel
miserabile-
disse Potter indicando Draco con una rapida occhiata.- io
vincerò e finalmente
il mondo magico sarà ripulito dal marcio-
-tu
sei il marcio- disse Draco con astio alzando la voce
per farsi sentire-
-oh
non sapevo che i conigli parlassero- mugugnò Harry e
senza indugiare troppo spezzò il silenzio di quella cella
con svariati cruciatus.
-Basta-
urlava Hermione -basta, lo uccidi così. Basta-
Harry
era come in trans, non sentiva le urla della donna,
godeva nel vedere l’uomo tanto odiato contorcersi dal dolore
riverso a terra.
-BASTA
Potter- disse il ministro in persona.
SPAZIO AUTRICE:
SALVE RAGAZZE, QUESTI GIORNI DI FESTA
HO AVUTO DEI PROBLEMI CON INTERNET MI SCUSO PER L'ATTESA, SPERO VI
PIACCIA... SI CONCLUDE COSì CON L'ARRIVO DEL MINISTRO DELLA
MAGIA. IL PROSSIMO CAPITOLO METTERà LE COSE A POSTO :D
VEDRETE. ORA VO A LETTO, AH
DIMENTICAVO ANCORA BUON NATALE.
P.S. DI ROMANTICO IL CAPITOLO NON HA
UN TUBO TRANNE CHE L'IMMAGINE DI DRACO CHE ACCAREZZA IL VENTRE DI
HERMIONE.
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Capitolo 27 *** 27 lotterò per noi (II parte). ***
27.
Lotterò per noi (II Parte)
Il
ministro della magia avanzò verso l’auror con
un’espressione
truce in volto, mai Hermione aveva visto Kingsley Shacklebolt
così scosso nemmeno
quando lottavano contro il Signore Oscuro.
Harry
Potter rimase fermo e dritto, guardando il grande
mago dalla pelle d’ebano avanzare con due falcate davanti a
lui.
-Potter-
urlò il Ministro della magia – con quale diritto
tieni un prigioniero in queste condizioni-.
Un
silenzio irreale accompagnava le parole del ministro,
al suo fianco molti altri auror assistevano alla scena, alcuni avevano
bocca e
occhi spalancati.
Il Ministro della magia contro Harry Potter, l’eroe magico,
l’uomo
cui per anni tutto fu concesso, l’uomo che li
salvò dalla follia di Voldemort
veniva ripreso davanti ai suoi uomini e ad un prigioniero.
Un
prigioniero
importante, Draco Malfoy, il mangiamorte che era scampato alla galera
per dei
cavilli.
Per
deposizioni fittizie secondo Potter perché innocente
per Hermione.
-come
hai osato infliggere dei cruciatus a un uomo senza
bacchetta, giustificati- riprese il Ministro della magia.
Hermione, osservò
la scena un attimo soltanto e dopo pochi istanti
s’inchinò da Draco per sincerarsi
della sua situazione.
Il respiro debole, il volto rigato dal sudore, gli occhi
chiusi e le mani fredde, Draco, era debilitato. Aveva subito soprusi,
angherie,
torture e da due ore non mangiava e beveva.
-Potter
sto aspettando- riprese il ministro.
-
Kingsley
non mi sembra il luogo adatto in cui
parlare- rispose Harry pallido e teso per la situazione.
Il
ministro non doveva sapere quello che faceva ad Azkaban,
aveva dato degli ordini precisi, qualcuno aveva parlato.
Qualcuno
l’avrebbe pagata, pensò Harry.
Con
disprezzo guardò Hermione che incurante degli animali
morti e degli scarafaggi si era buttata a terra per sincerarsi delle
condizioni
di quel verme di un Malfoy.
La
sua amica era diventata la puttana di Draco Malfoy il
loro nemico giurato. L’aveva tradito, aveva tradito tutto
quello per cui fin da
piccoli avevano lottato. Malfoy rappresentava il male, fin dal primo
giorno che
si erano incontrati per loro, aveva dimostrato solo odio e disprezzo.
L’avrebbe
pagata cara anche lei, tutti l’avrebbero pagata
cara.
-Invece,
Potter mi sembra il luogo adatto. Voglio sapere
cosa ti dice il cervello. Come osi trasgredire le leggi magiche, come
osi infliggere
maledizioni senza perdono sotto la mia giurisdizione-.
-ministro
parliamo di un uomo pericoloso- cercò di
replicare Harry,
-Malfoy
è un mangiamorte-concluse l’auror.
-Potter
smettila. Sei accecato dall’odio, non ti rendi
conto di quello che hai combinato, non ti rendi conto del tunnel che ti
stai
scavando con le tue stesse mani-.
Harry
livido in volto osservava il ministro che in piedi senza
riguardo lo trattava come il primo cretino sulla terra, strinse la
bacchetta
tra le dita. Respirò affondo assottigliando lo sguardo.
-farò
ricredere anche lei, vi siete fatti soggiogare da
questo uomo insulso, ma alla fine vedrete che sarò io ad
aver ragione. Tutti mi
chiederete perdono-disse con rabbia.
Vaneggiava
Harry e con stizza si incamminò oltre la porta
della cella, i suoi uomini si spostarono per farlo passare.
Lui,
non guardò nessuno solo vicino alla porta sferrò
un
calcio nella ciotola d’acciaio riversando quella poltiglia
disgustosa sul
freddo e sporco pavimento.
Il
ministro osservò la scena e con un’occhiata fece
cenno
al resto delle guardie di allontanarsi, dopo poco in rigoroso silenzio
uno a
uno gli auror uscirono dalla cella lasciando solamente il Ministro, la
sua
guardia del corpo, Draco e Hermione.
-Malfoy-
chiamò Kingsley – come si sente?-chiese
l’uomo
con la lunga veste color arancio che faceva risaltare la sua pelle
scura,
Draco
scosse il capo cercando di formulare qualcosa, sbiaccicando
un impercettibile.
-bene-
che fece accennare un sorriso al Ministro.
-Hermione,
portalo a casa- la Granger sollevò di scatto
il capo incredula per quello che le sue orecchie avevano sentito.
-è
come nel mondo babbano, agli arresti domiciliari.- spiegò
il ministro osservando i due paia di occhi che aveva puntati sopra. Tutti erano increduli per
quella concessione.
Potter
avrebbe potuto agire durante la notte e si ormai
non si fidava più di lui, era pericoloso ma non era da
Kingsley agire senza processare
una persona non poteva togliergli il lavoro senza prove, non poteva
incriminare
uno degli uomini più influenti del mondo magico
perché non si fidava più di
lui.
Era
un Ministro giusto Kingsley, farsi giustizia da solo senza giusto
processo non era una sua prerogativa, tutti per lui avevano pari
diritto.
-Hermione,
mi fido della tua giurisdizione e buon senso-disse
il Ministro rivolgendosi alla donna che cercava con
difficoltà di sollevare
Draco.
-non
deve uscire dal Manor, fino al giorno del processo. Ci
sarà un Auror fuori dal cancello e tutti quelli che verranno
a trovarlo saranno
perquisiti, - disse il Ministro -queste mi spiace-. Aggiunse.
-
sono le sole regole che metto alla sua detenzione, concorderai
con me che è pur sempre un trattamento di riguardo rispetto
alle condizioni in
cui sta ora- disse osservando il viso tumefatto del giovane avvocato.
Hermione
annuì,
-Grazie
Ministro-disse infine la ragazza.
-Non
amo le persone che tiranneggiano gli altri, quando
si trovano in una posizione di potere-. disse il Ministro, - Malfoy
è stato
arrestato e buttato qui, senza un regolare processo.
Fino
a prova contraria- continuò Kingsley- è
innocente.
Sarà
il giudice a decidere se ha ragione Potter, a reputarlo
un pericolo per il mondo magico o Draco a rifiutare questa nominia-.
Hermione
con Draco tra le braccia vide il Ministro che
dopo averli salutati con un cenno della mano scomparire in un istante.
I due si
guardarono increduli e si abbracciarono, finalmente soli.
-Hermione-
disse la voce di una donna proveniente dalla
borsetta.
-merda
– disse la ragazza ricordandosi all’improvviso che
per tutto quel tempo aveva lasciato il ritratto della signora Narcissa
dentro
la borsa.
-quella
era la voce di mia madre- chiese incredulo Draco
osservando la ragazza che frugava con tutte e due le mani dentro la
piccola
borsa.
Hermione
non lo ascoltava, stava per infilare anche la
testa dentro la borsa quando finalmente afferrò il grosso
quadro e lo tirò su.
-scusi-
si affrettò a dire la ragazza.
-si,
si- disse la donna vagando con lo sguardo per tutta
la stanza, arricciando il naso quando i suoi occhi azzurri incontravano
qualcosa di disgustoso e in quella cella ve ne erano parecchie di cose
disgustose.
-Madre-
disse Draco portando gli occhi azzurri dell’anziana
strega ora solo ritratto su di se.
-Draco,
tesoro che ti ha fatto quell’insulso ragazzo-
disse Narcissa Black in Malfoy portandosi le mani sulla bocca
scandalizzata da
ciò che vedeva.
-non
preoccuparti madre sto bene-, disse Draco che ancora
si reggeva a stento.
-non
si preoccupi signora, ora lo porto a casa- disse Hermione
di slancio, accorgendosi solo dopo che aveva chiamato casa la dimora
dei Malfoy.
Draco si strinse a lei, mentre Narcissa la osservava prima che la
ragazza la
rideponesse dentro la sua borsa.
Quella
ragazza aveva carattere, era decisa e sapeva bene
che avrebbe lottato con tutta se stessa affinché suo figlio
fosse scarcerato e
tutte le accuse infamanti cadute nel vuoto.
Narcissa
sapeva che Draco aveva finalmente trovato la
compagna della sua vita e che ora era pronto per crearsi una famiglia,
infondo
la Granger aspettava già il loro erede.
SPAZIO AUTRICE.
Salve care, ecco finalemnte la
seconda parte, il Ministro prende Harry per le corna ma non pensate che
harry Potter si arrenda così facilmente se uno è
stronzo è stronzo...o forse è la scritrice che lo
è ...
cmq, fatemi sapere che ne pensate.
P.S.
passate sempre dal Blog
http://lafantasia-mikilily.blogspot.com/
e dalla pagina FB.
http://www.facebook.com/mikilily81
Se non lo avete ancora fatto vi
invito a leggere il primo capitolo della nuova storia ...si intitola la
nuova vita...
venite, leggete recensite se vi va.
Kiss e buona Cena .
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Capitolo 28 *** 28. Ritorno al Manor. ***
28
Ritorno al Manor.
Si
strinse a Hermione con tutta la forza che aveva, era
debole e per questo si vergognava ma non poteva far altro che farsi
condurre,
quindi le prese la mano e si smaterializzarono congiuntamente al Manor.
Ad
attenderli fuori dal grande cancello in ferro battuto c’erano
due auror, con la
classica divisa verde acido, i due uomini che né lui,
né Hermione avevano mai
visto gli perquisirono.
Draco,
fu privato della bacchetta che venne catalogata e
riposta in una busta trasparente e successivamente gli venne
posizionato sul braccio destro, un particolare bracciale che rivelava
ogni spostamento e utilizzo di
magia.
In
pratica era sì nella sua casa, ma da quelle mura non
poteva uscire, era prigioniero a casa sua. Un passo da gigante rispetto
alla
cella malsana, buia e ai soprusi di cui era stato vittima per mano di
Potter,
ma era pur sempre un prigioniero senza colpa alcuna.
A
questo pensava Draco osservando con un velo di
tristezza la sua donna che come una criminale veniva perquisita,
Hermione non
aveva colpa, era ingiusto che anche lei subisse quel trattamento. Era
colpa sua,
solo colpa sua che l’aveva trascinata con lui nella melma che
da anni ricopriva
il suo cognome.
Anche
lei stava per essere macchiata dalle calunnie, dalle
dicerie non poteva sopportarlo, non voleva vederla soffrire non poteva
sopportare di vedere il suo viso triste, la sua fata doveva sorridere.
La sua
fata era fatta per illuminare e gioire non per soffrire al suo fianco.
Osservò
con disgusto il bracciale che poco prima gli
auror gli avevano sistemato sul braccio destro, e rabbrividì
al pensiero che
quell’aggeggio infernale rivelasse a Potter o a uno dei suoi
scagnozzi i suoi
momenti d’intimità con la sua donna.
Avrebbe
evitato di toccarla fino a che,
quel bracciale, non fosse stato disattivato e distrutto. Si
maledì per averla
portata a vivere quella situazione, ma quella era l’unica
soluzione non avrebbe
mai e poi mai esposto la sua donna alle dicerie del mondo magico, anche
se era
questione di giorni. Sapeva bene Draco che da lì a poco
tutti avrebbero saputo
della loro relazione, tutti avrebbero dato alito alle bocche.
Se non avessero
perso la testa uno per l’altro, se non aspettassero un
bambino, se non si
fossero più rincontrati ora, sarebbe libera di vivere la sua
vita senza far da
balia a un carcerato, invece, Hermione proprio a causa sua era
sottoposta a
giuramento magico, che consisteva nel garantire, pena il carcere, di
sorvegliare e custodire il detenuto, preservare la fuga e
l’inquinamento di
prove.
Dopo
quel rito, Hermione condusse Draco fino all’interno
della grande villa, dove una Tibly agitatissima gli accolse, ma
all’interno del
manor non vi era solamente l’Elfa dei Malfoy ma anche Blaise
e Ginny.
-Amico
– disse Blaise abbracciandolo e anche Ginny per la
prima volta salutò calorosamente Draco stupendo sia se
stessa sia il biondo che
abbozzò a un sorriso.
-come
stai,-chiese - che cazzo ti hanno fatto- aggiunse il moro
Zabini osservando il viso livido del biondo.
La pelle, un tempo chiara quasi
diafana di Draco, era viola in molti punti: sugli occhi che oltre ad
essere viola,
erano anche molto gonfi, sullo zigomo, dove vi era anche
un’escoriazione e sul labbro
inferiore che era spaccato e da cui usciva un po’ di sangue
ogni volta che il
biondo parlava o sorrideva.
-quel
grandissimo coglione- disse Ginny non riuscendo a
trattenersi
Blaise
si girò scioccato nel sentire la sua piccolina
parlare in quel modo e poi si rigirò di scatto
-è
stato Potter- chiese sapendo già la risposta.
Draco
non rispose, si incamminò lentamente verso il divano
in pelle e si adagiò con delicatezza attento a non fare
movimenti bruschi che
avrebbero prodotto altro dolore, aveva evitato di dire a Hermione che
gli
faceva male il costato per i ripetuti calci e anche la sua schiena non
se la
passava bene. Avrebbe dato di matto se avesse visto le frustate.
-certo
che è stato lui- rispose Ginny osservando prima
Blaise e poi Hermione.
-Non
capisco, come possa godere di tutta questa libertà-,
enunciò Blaise aiutando Hermione a togliere il quadro di
Narcissa dalla borsa.
-è
l’eroe magico- disse Hermione visibilmente spossata
dalla lunga mattinata,
-Approfitta
di questo per far prevalere le sue insane
idee- aggiunse depositando il quadro alla parete.
-Non
riuscirò mai a dimostrare la mia innocenza, nessuno
testimonierà
a mio favore. Lui è troppo potente, ha tutti dalla sua
parte-.
-Draco-lo
rimproverò sua madre appena fu liberata dalla borsa della
Granger.
-madre
devo guardare in faccia la realtà, chi può dire
che non ho mai partecipato ad alcuna missione, Voi?
-Certo
io posso…-annunciò la signora Malfoy.
-Voi
siete mia madre, per la corte e il giudice potete
mentire per non farmi incarcerare. Nessuno mi può
aiutare-aggiunse Draco sconfortato.
-abbiamo
diverse persone invece che testimonieranno a tuo
favore Malfoy e alcune sono al di sopra di ogni sospetto, Potter
nemmeno
sospetta chi siano e contro di loro non alzerebbe nemmeno un dito
stanne certo-disse Ginny.
-Ha
accettato?- chiese Hermione allargando le sue labbra
in un sorriso.
-certo
che l’ha fatto- rispose Ginny. E' bastato dire che Hermione
Granger, la sua studentessa preferita aveva bisogno del suo aiuto e di
quello
dell’ex preside e lei ligia come sempre non ha battuto
ciglio. Oddio quando ha
visto che Blaise mi teneva la mano ha fatto una faccia schifata-ammise
la rossa soghignando un poco facendo sorridere anche Hermione.
-vecchia
pipistrella- disse Blaise mugugnando tra se
-ma
di chi state parlando?- chiese Draco e tutti in coro
gli risposero
-Della
McGranitt-.
-è
l’unica, insieme a Silente che sapeva che non avevi
mai partecipato a una missione- disse Blaise, mentre Hermione annuiva.
-
Severus- aggiunse Narcissa, -li teneva sempre informati
su cosa facevi e cercava di proteggerti-
Draco
guardò il ritratto di sua madre e poi si girò a
guardare Blaise e Ginny.
-Grazie-
disse – per tutto quello che fate per me-
Blaise
non riuscì a dire niente stava lottando contro il
suo orgoglio per non piangere e fu salvato come accadeva ormai da
diverso tempo
dalla sua compagna.
-Malfoy,
se mi avessero detto che un giorno sarei stata qui
a casa tua a dirti quello che sto per dirti non c’avrei mai
creduto.
Draco
la guardò inclinando appena il capo
-e
cosa stai per dirmi Weasley?-
-che
ti meriti tutta questa mobilitazione, perché nonostante tu
voglia mostrati un duro, uno senza cuore non lo sei.
Se
Blaise e Hermione ti amano tanto ci deve essere un motivo. Devo a te se
ora ho nuovamente
Blaise al mio fianco… eh…-.
-Ho
capito grazie Weasley sei stata chiara e ti
ringrazio- disse Draco osservando Hermione che di sfuggita si asciugava
una
lacrima, la sua amica non era sicuramente una facile e per la prima
volta aveva
esposto quello che la legava a lui era per questo che la sua fata si
era
commossa.
-ora
se riesco vado a farmi una doccia- disse Draco
cercando di sollevarsi, non riuscendoci, Blaise fu subito da lui per
aiutarlo.
-no
faccio da solo- cercò di ribattere ma sapeva che non
riusciva nemmeno a muovere le gambe dal dolore che sentiva in tutto il
corpo.
-non
fare il cretino Draco, non è un problema per me-
-lo
è per me Blaise- rispose piccato – scusa- disse
subito dopo sapeva bene che lo voleva aiutare, ma detestava questa
condizione,
detestava anche vedere i loro sguardi compassionevoli su di se.
Si
sentiva un relitto, si sentiva un perdente ecco come l’aveva
ridotto Potter, un immagine sbiadita di quello che era sempre stato
l’algido
Draco Malfoy.
-ti
accompagno alla tua stanza e poi tolgo il disturbo-
disse ancora Blaise e questa volta Draco non osò ribadire
osservando il viso
severo di sua madre e quello preoccupato di Hermione.
Salirono
con calma le scale e quando dopo interminabile
sofferenza arrivarono alla stanza patronale Blaise lo
lasciò.
Finalmente
solo, si incamminò con notevole difficoltà in
direzione del bagno e finalmente
guardò le condizioni deprecabili in cui era stato ridotto
dallo sfregiato.
Rimase
diversi minuti ad osservarsi, a disprezzare quello
che vedeva a maledire chi l’aveva conciato in quel modo e non
si accorse di
Hermione, che ferma sulla porta osservava ogni suo minimo gesto.
Si
lavò il viso tamponando con la salvietta in spugna
evitando accuratamente di strofinare la parte gonfia e lacerata.
Avanzò
verso il box doccia dopo essersi tolto il maglione
di lana rimanendo con la sola maglia in cotone che gli fasciava il
corpo e che
a causa delle frustrate e del sudore era diventata un
tutt’uno con la sua
pelle. Cercò di sfilarla, ma quel gesto che un tempo faceva
con naturalezza
richiese molto sforzo e provocò tanto dolore.
-vuoi
che ti aiuto?- non si era accorto di lei e senti i
suoi passi farsi sempre più vicini, si bloccò
aspettando che lo raggiungesse e
quando sentì le sue mani calde su di se si
dimenticò di tutto.
Con
delicatezza e dolcezza mai provate prima sentì le sue
dolci mani su di se che gli sfilavano piano la maglia, sentì
il suo turbamento quando
la maglia fu tolta e i suoi occhi marroni si posarono sugli sfregi
della sua
schiena, ma non indugiò oltre si incamminò senza
dire mezza parola verso la
doccia, sganciò i pantaloni che caddero e gli slip ed
entrò nel box. Aspettò un
solo secondo prima di far scorrere l’acqua calda sul suo
corpo. L’acqua lavava
via lo sporco e il sangue, puliva la sua pelle lacerata ma non poteva
niente su
quello che provava.
-posso
entrare- chiese Hermione, Draco non sapeva che
risponderle aveva un dannato bisogno di averla lì con lui ma
non voleva
assolutamente che nessuno vedesse la sua donna nuda, non voleva dare
spettacolo
e con un gesto di diniego si oppose alla sua proposta.
Hermione
era rimasta spiazzata dal suo no, era rimasta
delusa così uscì dal bagno e si sedette sul bordo
del letto ad attenderlo, ci
volle molto tempo prima che Draco uscì dal bagno avvolto in
un candido
asciugamano.
-posso
aiutarti a vestirti almeno?- chiese Hermione con
un filo di voce.
Draco
sospirò.
-credo
di riuscirci da solo- rispose.
-vuoi
almeno guardarmi-
-Hermione
ti prego non rendere questa situazione ancora più
difficile-
-io
voglio solo rendermi utile- rispose la donna
avvicinandosi a Draco e porgendogli i boxer puliti.
-mi
sento un uomo inutile- ammise.
-ho
bisogno di uno che mi sorregga per camminare, che la
mia donna mi aiuti a svestirmi e vestirmi. Non sono nemmeno in grado di
stringerti tra le braccia senza provare dolore e sto morendo dalla
voglia di
fare l’amore con te, ma sono bloccato da questo aggeggio
infernale-
Hermione
abbassò lo sguardo osservando il bracciale sul braccio del
biondo.
-che
ti fa il bracciale?- chiese.
-niente
di doloroso credo che osservi i miei spostamenti
e che osservi cosa faccio e con chi lo faccio-
La
Granger abbozzò un sorriso.
-vieni
Draco- disse prendendogli la mano e conducendolo a
letto
-e
stai tranquillo, questo aggeggio infernale dice solo
se sei o no dentro i confini prestabiliti- e sfilandogli con
delicatezza l’asciugamano
si accomodò tra le gambe del bel biondo.
-mi
sei mancato sai- disse sussurrandogli sul viso.
-non
guardarmi così- rispose lui, -sono orribile-.
-sei
vanitoso, soprattutto, ma ti dico una cosa Malfoy per
me sei stupendo- disse Hermione prima di baciare delicatamente le sue
labbra cercando di non soffermarsi sulla parte gonfia.
Fecero
l’amore lentamente e mai cosa fu più dolce e
sentita, mai emozione fu più forte che quello scambio di
dolci carezze. Dopo la
ragazza cosparse il petto e la schiena del biondo di un unguento
speciale che come
magia cicatrizzò le escoriazioni che vennero bendate e alla
fine si accoccolarono
uno accanto all’altro ancora uniti ancora insieme.
SPAZIO AUTRICE.
SALVE RAGAZZE, QUESTO APITOLO MI
è VENUTO COSì, UN PO RACCONTA COSA
PENSA DRACO, COME SOFFRE PER LA SITUAZIONE E PER IL ESO CHE STA
DIVENTANDO PER HERMIONE.
SPERO VI PIACCIA, SE RIESCO NE POSTO
UN 'ALTRO PIU PICCOLO...
|
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Capitolo 29 *** 29.Quello che resta dell'eroe magico. ***
Ragazze mie
belle, tantissimi auguri di Buon anno.
Vi propongo
questo piccolissimo capitolo su Harry... lo stronzo.
Spero vi
piaccia, non è un gran che, in effetti.
Vi ricordo
ancora che ho aperto una pagina su Fb:
http://www.facebook.com/mikilily81
e un nuovo Blog:
29.
Quello che resta dell’eroe magico.
Il
numero 12 di Grimmauld Place non era mai stato più
silenzioso.
I
ritratti dei vecchi proprietari, che un tempo
riempivano le pareti e urla l’antica dimora, erano stati
tolti. L’arazzo dei
Black, che un tempo ormai lontano abbelliva la grande mansarda, era
stato
bruciato la notte in cui Draco Malfoy aveva scampato il carcere. Unico
ricordo
dell’antico casato, era la testa impagliata
dell’ultimo elfo domestico, Kreacher.
La
casa, di primo acchito sembrava essere da qualche
tempo abbandonata, l’odore stantio, le tende logore e
strappate in più punti,
la polvere sui mobili e lo squittio lontano di alcuni topi in soffitta
non
facevano che confermare questo, tutto era come abbandonato.
Tutto
sembrava dimesso, ma un uomo dai ribelli capelli
neri e un paio di occhiali in cui si specchiava uno scoppiettante
fuoco, stava
seduto da ore sulla vecchia poltrona marrone di fronte al camino di
pietra che
si trovava nel vecchio salotto.
Avvolto
dal buio più nero Harry Potter, l’eroe magico,
l’auror meno intransigente del mondo magico rimuginava su
tutto quello che non
meno di alcune ore prima era successo.
Ripensava
al suo piano, al fatto che aveva tutto sotto
controllo, aveva la deposizione di un testimone chiave come Pansy
Parkinson,
aveva Malfoy rinchiuso nella cella anti evasione di Azkaban. Aveva tutto quello che
più desiderava, aveva Draco,
avrebbe avuto l’agognata vendetta contro
quell’ignobile essere. Invece in un
lampo tutto si era stravolto.
-Dannata.
-Dannata
Hermione Granger-mugugnò tra se rompendo il
silenzio in cui la casa era sprofondata.
La
sua ex migliore amica, in pochi mesi era diventata la
puttana di quel viscido mangiamorte e ora lo difendeva come avvocato.
-Puttana
e venduta-.
Aveva convinto il
ministro a vederci chiaro sull’arresto di Malfoy, aveva
aperto gli occhi al Ministro
sui suoi metodi.
-Grandissima
Puttana-
L’aveva coperto di
ridicolo davanti ai suoi auror.
Tutto
era cambiato, ora sentiva il fiato sul collo, ora
sapeva che il Ministro in persona osservava ogni sua mossa e non
l’avrebbe scampata
come con Malfoy Senior. Quel suo colpo di testa gli era costato
l’allontanamento
da Londra, non poteva sbagliare questa volta doveva stare attento,
giocare
tutte le sue carte e il suo potente nome.
Tutti
vogliono aiutare Harry Potter a proteggere il mondo
magico. Tutti, e lui per primo, vogliono Draco Malfoy dietro le sbarre.
Sorrise
beffardo.
No,
questa volta non doveva farsi prendere la mano,
doveva agire con astuzia, doveva aggirare l’ostacolo, nessuno
doveva sospettare
nulla.
Nessuno
doveva sapere come si era procurato il prezioso
voltafaccia della Parkinson.
Il
suo unico pensiero era di incriminare Draco Malfoy,
solo quando quel grandissimo bastardo sarebbe stato rinchiuso in
prigione fino
alla fine dei suoi giorni, avrebbe pensato agli altri moscerini.
Anche
altri avrebbero conosciuto la sua ira; prima lei, Hermione
e poi quella gran puttana della sua ex.
Sì,
era caduta in basso anche Ginevra
passare da lui l’eroe , il salvatore del mondo magico a
Blaise Zabini un
insulso scagnozzo di Malfoy.
Era veramente
una gran caduta di stile, pensò, mentre afferrava la
bottiglia di liquore
babbano che stava in terra. Se lo portò alla bocca
trangugiandone più della
metà con un solo sorso.
Si
asciugo la bocca con la manica della camicia e
continuò a guardare il fuoco.
Sì,
tutti avrebbero conosciuto l’ira di Harry Potter,
nessuno può mettersi nella sua strada nessuno può
permettersi di rintracciarlo.
La
pagheranno, oh si che pacheranno quest’affronto.
Non
si sarebbe mai arreso. Mai.
Avrebbe
trionfato anche questa volta, perché il bene
vinceva sempre ed era convinto che lui rappresentasse ancora il bene.
I
suoi metodi erano cambiati, la sua rabbia, la sua ira,
il suo modo di comportarsi erano tutto fuorché bene, ma non
se ne rendeva conto
Harry Potter la sua ossessione per Draco Malfoy offuscava la
ragione.
Offuscava
quello che un tempo era un eroe e ora solo un pazzo con
l’ossessione per la
giustizia.
|
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Capitolo 30 *** 30.l'attesa prima del processo. ***
30.
L’attesa prima del processo.
La
luce che penetrava dalle
finestre della grande stanza patronale l’avevano svegliato.
Cercò, con non poca
difficoltà, di girarsi nel letto ma ogni movimento causava
dolore al giovane
Malfoy, cosi decise di chiedere aiuto, maledicendosi per
questo.
Tastò
con una
mano la parte del letto che non era occupata dal suo corpo e si
stranì nel
sentirla fredda e vuota. Hermione, la sua fata, non era lì
al suo fianco. Era andata
via, scappata nella notte, pensò. L’aveva lasciato
solo anche lei. Era logico
che lo lasciasse, come poteva una donna del suo calibro sporcarsi con
un essere
nero come lui, come poteva.
-Amore.
Sei sveglio?- chiese
una voce celestiale, la sua voce, quella della sua fata e il cuore
riprese a
battere.
Aprì
nuovamente gli occhi
fondendoli con quelli castani della donna che con un vassoio in mano
ricco di
leccornie avanzava verso il suo letto.
Lasciò
che il vassoio
librasse in aria mentre con delicatezza lo aiutò a sedersi
sul letto mettendo
due guanciali dietro la schiena.
-come
ti senti?- chiese Hermione dopo
avergli messo il vassoio sulle gambe.
-un
relitto- mugugno Draco.
-credo
che entro questa
pomeriggio starai meglio. La pozione dovrebbe aiutarti a sopportare il
dolore e
guarire gli ematomi-
Disse
scostando un ciuffo
biondo del ragazzo che ricadeva scomposto celando gli occhi di ghiaccio
che la
facevano impazzire.
-ora
mangia- disse
baciandogli la fronte con dolcezza alzandosi dal letto in cui si era
seduta per
poterlo osservare meglio.
-dove
vai?- chiese
preoccupato nel vederla allontanarsi ancora da lui.
Hermione
si girò, sorpresa da
quella dichiarazione.
-vado
in bagno-disse la
ragazza girandosi per osservare Draco ancora disteso sul letto. -
volevo
proporti un bagno caldo e rilassante, dopo la colazione-. Draco
spalancò un
poco gli occhi, sorpreso da quelle parole. Non si aspettava una
proposta simile,
non da Hermione, sorrise appena, abbassando lo sguardo afferrando poi
il croissant
al cioccolato che aspettava solo di essere addentato e senti i passi
della donna
dirigersi verso la toilette.
Sì,
aveva una fottuta paura
che lei se ne andasse e lo lasciasse solo e ora le aveva mostrato i
suoi
timori. Ora la sua anima era nuda agli occhi della sua donna, si
sentiva debole
e stupido, ma tutto passava quando sentiva quegli occhi caldi
guardarlo.
Quando
sentiva quelle mani
accarezzare dolcemente la sua pelle. Tutto passava, quando la sua fata
gli
stava accanto, aveva paura di perderla dopo aver assaporato il suo
dolce
sapore, aveva paura di perderla perché l’amava con
tutto se stesso e ora che l’aveva
avuta tra le sue braccia, sapeva bene, Draco che non avrebbe resistito
un
giorno senza di lei. Lei era la luce nelle tenebre, lei era tutto
quello che
poteva desiderare.
Lei lo completava.
Mentre
Draco terminò di
sorseggiare il suo caffè nero, la donna uscì dal
bagno. Si era cambiata e ora
indossava solo un accappatoio in cotone rosa pallido, lo
guardò un attimo riporre
la tazza nel vassoio
e asciugarsi con grazia la bocca dopo aver mangiato. Avanzò
con infinita leggiadria
verso il biondo che non abbassò mai gli occhi,
incastonandoli a quelli di lei.
Bella,
sensuale ecco cosa
era la sua fata, pensava Draco.
Affascinante
e imperturbabilmente
eccitante era Draco per Hermione, nonostante tutto lui era sempre
perfetto
sempre stupendamente perfetto.
Spostò
il vassoio dal grembo
del biondo poggiando una gamba sul letto esponendola così
agli occhi attenti di
Draco, a cui non sfuggì quella visione.
Hermione
lo aiutò ad alzarsi
tenendogli le mani.
-sembro
un paralitico-
mugugno dopo aver fatto tre passi in direzione del bagno.
-sei
un lamento continuo
Malfoy, lo sai?- disse di rimando la ragazza abbozzando un sorriso.
Lui
sbuffò
-potevi
smaterializzarci
entrambi direttamente nella vasca-la riprese lui.
-certo
come no, -rispose Hermione
– cosi non facevi né esercizio e rischiavi di
romperti il collo scivolando
nella vasca-
-ti
libereresti di me. Così,
non saresti obbligata a stare qui e farmi da infermiera- Hermione lo
guardò
storto e respirò sonoramente prima di parlare.
-credi
che ti lascerei, se
non aspettassi un figlio da te? Credi di farmi pena o qualcosa simile?
Credi
che lo faccia per qualche tornaconto personale?- aveva incominciato a
parlare
piano , ma presa dall’ansia e dal turbine di emozioni aveva
preso a urlare e mordicchiarsi
le labbra carnose, segno che era nervosa.
Non
lo lasciò nemmeno
parlare e continuò nel suo sermone.
-Io
ti amo se non l’hai
capito. Io ti amo, come mai ho amato nessun uomo. Faccio
questo per te perché voglio
che ti rimetta presto, perché so come ti fa soffrire
dipendere da un altro. Io ti
capisco, spero di non essere fastidiosa nelle mie attenzioni eh
che…-
-Va
bene Hermione. Va bene
basta, ho capito- disse Draco afferrando le mani della sua compagna,
stringendole.
-conducimi
al bagno, ora-. Concluse
abbassando lo sguardo vergognandosi di quello che aveva pensato.
-Draco-
-lascia
perdere- rispose
continuando a guardare il pavimento mentre percorrevano a piccoli passi
verso
la toilette.
Giunti
di fronte la vasca, Hermione
li lasciò le mani e spolverizzò
nell’acqua delle essenze. Lo aiutò a spogliarsi
e a toglierli le bende rimase nudo davanti alla ragazza ma non ne fu
per niente
in soggezione. Lo aiutò a entrare dentro e lo fece
sedere. L'acqua era calda al
punto giusto ed emanava un forte odore di sandalo, la sua essenza
preferita.
Vide
Hermione portare le
spugne e altri unguenti e privarsi anche lei
dell’accappatoio. Rimase ferma un secondo
davanti a Draco, che ammirò quello spettacolo.
-mi
fai spazio – disse la
ragazza entrando nella vasca e accoccolandosi al fianco del biondo, che
non
riusciva a dire mezza parola.
-ti
hanno tagliato la lingua
Malfoy- disse Hermione afferrando una spugna incominciando a strofinare
la
schiena di Draco.
-sai
vero che in questo
momento tutto mi frega meno che della mia igiene-
-sbagli
Malfoy della tua igiene
deve fregarti sempre. Detesto gli uomini trasandati-
-ah
sì, e come mai mi hai
toccato ieri mattina nelle condizioni pietose in cui mi trovavo-la
canzonò il biondo.
-beh
non era colpa tua se
stavi cosi, ma ora se non ti lavi, lo è quindi…-
-sei
una strega-rispose sbuffando.
-preferivo
quando stavi
zitto Malfoy-replicò Hermione.
-ah
si…-
-si-
-dopo
posso renderti il
favore?- chiese il biondo prima che Hermione gli versasse sui capelli
lo
shampoo e cominciasse a frizionare con foga.
-Granger,
ma sei pazza, mi
fai lo scalpo così-
-oh
scusa principino, non
oserei mai privarti dei tuoi regali crini dorati, anche se presto la
natura ti
renderà orfano-disse osservando l’attaccatura del
ragazzo che piano piano
scopriva una parte sempre più vasta di fronte.
-che
stai insinuando donna- Hermione
alzò il sopracciglio corrugando lo sguardo.
-sai
che quando parli cosi
mi ricordi il vecchio Draco odioso-
-Divento
odioso quando s’insinua
che diventerò calvo-
-meglio
calvo che impotente-
rispose lei ridendo.
-su
quello Granger puoi
stare tranquilla nessun Malfoy nemmeno in tarda età ha mai
deluso alcuna moglie
o amante-
-amante-
ripeté atona.
-Tranquilla,
mia bellissima
fata, tu –disse sfiorandole il seno – non corri
alcun rischio. Ti amo talmente
tanto, ti apprezzo in un tale modo che nessuna potrà mai
scansarti dal mio
cuore. Anche se…-
-anche
se- chiese Hermione
spalancando gli occhi preoccupata.
-tutto
dipende se lì dentro-
disse Draco sfiorandole il ventre.
-c’è
un principe o una
principessa, in quel caso eh si dovrai lottare con tua figlia per il
mio cuore-
-cretino-
disse sfiorando le
labbra di Draco.
-ti
amo- rispose lui. – e scusa
per lo sfogo di prima- Hermione sorrise
sedendosi sopra di lui.
-uhm-mugugno
Draco
sorridendo di rimando.
-di
che morivi dalla voglia
di sederti così appena mi hai fatto entrare in questa
vasca-, disse sussurrando
Draco nell’orecchio destro della ragazza che divenne rossa
appena sentì quella
frase.
Così,
fece finta di essere
offesa per questa insinuazione e gli diede un leggero colpetto sulla
spalla.
-che
crocerossina degenere,
prende a pugni un corpo così malandato-
-mi
difendo dalle tue
insinuazioni-
-
eh perché mai, io speravo
ti metessi in questa posizione appena mi hai detto che mi preparavi la
vasca per
fare il bagno- quest’affermazione la imbarazzò ma
non riuscì a replicare perché
Draco si impadronì delle sue labbra e la strinse a se con
forza.
Nonostante
fosse ancora
spossato e il suo corpo non in perfette condizioni, riuscì
senza sforzo a
stringere tra le sue braccia la sua dolce e bellissima fata facendola
ancora
sua.
SPAZIO
AUTRICE.
Spero
che il capitolo vi piaccia...
un
bacio a tutte e buona serata.
|
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Capitolo 31 *** 31 Scontro tra titani I parte ***
31-
Scontro tra Titani -I Parte-
Erano
passati due giorni dalla scarcerazione di Draco e
ormai mancava poco all’udienza. Tutto era pronto, i testimoni
erano stati avvicinati,
alcuni documenti preparati e con l’aiuto di molti conoscenti
e amici, Hermione,
era riuscita ad aggirare la fitta ragnatela di omertà che
Harry aveva ideato
per isolarli.
Infatti, da giorni
la Gazzetta del Profeta non faceva che screditare sia Draco, ma quella
non era
certo una novità, che Hermione.
Ormai per tutti
era diventata un’arrivista che per la fama, che il nome
Malfoy poteva darle, si
era venduta cancellando in un solo istante gli ideali per cui da
giovane aveva combattuto.
Questo
faceva soffrire la ragazza che cercava in tutti i
modi di mascherare la sua tristezza di fronte agli altri, soprattutto
al suo
compagno, anche se per Draco era come un libro aperto. Le era talmente
entrata
dentro che riusciva a capire cosa la rendeva felice e cosa no ed era
per questo
che si premurava di farla sentire sempre amata e protetta.
Logicamente
non fu il solo a dimostrare solidarietà ad
Hermione, soprattutto quelli che la conoscevano bene come i Weasley e
Andromeda
Tonks non si lasciarono incantare dalle parole della Gazzetta ed
espressero il
loro appoggio alla ragazza e alla causa.
-Non
vedo l’ora che tutto questo finisca- disse sedendosi
sul divano di pelle nel grande studio del Manor.
-tutti
lo vogliamo Draco- rispose Hermione sollevando
solo un attimo lo sguardo verso il biondo per poi riprendere a
consultare la
pila di documenti sulla scrivania in mogano.
-dovresti
fare una pausa, lo sai?- disse ancora il biondo
alzandosi con infinita calma per poi dirigersi verso la scrivania dove
la
ragazza stava seduta. S’avvicinò felino alla
schiena della Granger, prendendo poi
a massaggiarla delicatamente.
Hermione
abbozzò un sorriso e socchiuse gli occhi
sentendo il contatto delle sue dita lunghe e calde sul collo.
-vuoi
che faccia una pausa o la vuoi fare tu la pausa?-
chiese sottovoce, ma abbastanza forte da farsi sentire dal biondo, che
respirò
maliziosamente prima di riprendere a parlare.
-voglio
farla con te la pausa- disse inchinandosi appena
sussurrando quella frase all’orecchio della ragazza che fu
percorsa un lungo
brivido su per la schiena.
-ci
sono un bel po’ di persone che lavorano nell’altra
stanza- disse Hermione.
-ma
noi siamo maghi Granger, un Colloportus e nessuno ci
disturberà-rispose sornione ammiccando alla sua bella fata.
-ma
che vi salta in mente non vorrete veramente fare del
sesso qui?- disse il ritratto di avo Malfoy distruggendo
l’atmosfera che si era
creata tra i ragazzi.
Una
smorfia di disapprovazione si disegnò sul viso di Draco,
mentre Hermione sorrise e alzandosi accarezzò il viso del
biondo.
-tra
mezz’ora in camera- disse sussurrando sulle labbra
del biondo che per un secondo rimase spiazzato e poi ghignò
osservando la sua
bella fata uscire dal grande studio del manor.
Si
era proprio la donna della sua vita.
***
L’atteso
giorno era arrivato, l’ansia quella mattina al
manor si tagliava col coltello. Blaise e Ginny erano arrivati per la
colazione
ma nessuno mangiò niente causa lo stomaco chiuso.
Draco,
all’apparenza era tranquillo, ma era un bravo
attore, lo era sempre stato e quella mattina non faceva altro che
rimettere i
vecchi panni del ragazzo di ghiaccio per sei anni si aggirava nei
corridoi
freddi di Hogwarts. Hermione, invece era più pallida del
solito e non si
staccava mai dalla sua preziosa 24 ore, dove riponeva tutto il
materiale che le
sarebbe servito per l’udienza.
Anche
Tibly, l’Elfa domestica era ormai sull’orlo di una
crisi di nervi, correva febbrile da una parte all’altra, si
raccomandava con
tutti e ogni secondo si avvicinava a Draco e con una scusa
più assurda dell’altra
lo abbracciava.
-sono
le otto e un quarto- disse Blaise rompendo il
silenzio.
Draco
mugugno impercettibilmente, mentre Tibly fece uno
stridulo urletto dei suoi.
-Tibly
basta- disse il biondo.- ti ordino di smetterla di
comportarti cosi- l’Elfa sgranò gli occhi ed
abbasso il capo sconfitta. Pianse silenziosamente
quando li vide uno a uno scomparire dentro il camino diretti al
ministero, l’ultima
ad andare fu Hermione che si fermo un attimo girandosi verso
l’esserino.
-Lo
riporterò indietro, non temere Tibly- l’Elfa
sospirò sonoramente
prendendo tra le mani un fazzoletto tutto lavorato su cui prima si
asciugò le
lacrime e poi il naso. Hermione non indugiò ancora si
girò ed entro anche lei
nel camino.
-Ministero
della magia Londra- urlò inalando un po’ di
cenere, il viaggio con la polvere magica durò un secondo e
già i suoi piedi
toccarono terra.
-dove
cavolo ti eri cacciata- disse un’agitata Ginny con
i capelli sconvolti pallida in volto.
-stavo
dando alcune direttive a Tibly- rispose la Granger
voltandosi per cercare Draco ma attorno a lei c’era solo
Ginny e Blaise.
-Draco?-
chiese preoccupata nel vedere le facce sconvolte
degli amici.
-dietro
le sbarre Granger, proprio dove deve stare un
mangiamorte assassino come lui- la voce giungeva dalle sue spalle ed
era
riconoscibilissima per Hermione.
Harry
Potter, avanzò con passo veloce e leggero, la
ragazza si girò ad osservarlo: i capelli nel tempo erano
sempre indomabili ma
qualche ciuffò bianco spuntava dalla nera chioma, gli occhi
verdi erano
diventati più duri, cattivi e l’espressione
irrisoria che aveva stampata in
viso non faceva altro che accrescere il disprezzo che ora provava per
lui, quello
per cui un tempo si era battuta, quello per cui avrebbe sacrificato la
sua
stessa vita, ora voleva distruggere la sua e quella dell’uomo
che amava.
-sai
Granger, sei stata coraggiosa. Molte l’avrebbero
abbandonato subito ma tu sei sempre stata troppo orgogliosa per
lasciare le
cose a metà.- disse avanzando ancora un passo, mentre dietro
di lei sia Blaise
sia Ginny si avvicinarono facendole da scudo.
Hermione,
avanzò un passo per niente intimorita dalle
parole dell’eroe magico, tutto sembrava fermarsi e molti lo
fecero veramente.
-non
mi fai paura Harry il tuo castello di menzogne
crollerà e tu con lui-
-ah,
ah, ah, sei troppo divertente Granger. – disse il
salvatore del mondo magico assottigliando lo sguardo, osservando bene
la sua ex
migliore amica,
-troppo
divertente. Ti avrei risparmiato un’umiliazione
ma tu insisti, non demordi e quindi- disse sferzante- mi costringi a
distruggerti
insieme a quel fallito da cui ti fai scopare-.
-stai
attento Potter-.
-ah,
ah , Zabini se fossi in te mi preoccuperei di sapere
se quello che questa- indicando con macerato disgusto Ginny- ha
veramente in
grembo è tuo figlio o quello di qualche altro che si
è portata a letto- Ginny
non aspetto nemmeno un secondo inflisse a Harry un sonoro schiaffone.
Il moro
non disse niente ma sorrise.
-ridicoli.
Oggi sprofonderete tutti nel fango-li minacciò
a denti stretti e occhi spiritati. Harry Potter lanciava il guanto di
sfida e
non attese molto perché il guanto fu afferrato al volo.
-Oggi
Potter l’unico che sprofonderà nel fango sarai tu
e
la tua insolenza. Ricorderai questo giorno come la tua fine, la fine
dell’eroe
magico- disse Hermione girandogli le spalle e incamminandosi verso
l’aula in
cui si sarebbe svolta l’udienza seguita a ruota da Blaise e
Ginny.
SPAZIO AUTRICE...
questo è l'inizio del capitolo centrale della
storia...preriamo vi piaccia.
un bacio a tutte e buon'epifania a tutti.
|
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Capitolo 32 *** 32. Scontro tra Titani II parte. ***
32.
Scontro tra Titani -II Parte-
Si
era lasciata alle spalle la faccia da schiaffi di
Harry e si era avviata a passo svelto verso l’aula in cui si
sarebbe poi svolta
l’udienza. Aprì con calma la porta sentendo in un
attimo tutti gli occhi
puntati su di se, ma incurante di questo avanzò a testa alta
superando le
bancate dove già molti maghi erano seduti per assistere
all’udienza.
Da
giorni il mondo magico non parlava d’altro: Harry
Potter, palladino del bene assoluto affrontava il male, celato nel viso
angelico
di Draco Malfoy, il mangiamorte redento. Quello era il titolo che la
gazzetta
del profeta aveva ideato per il giorno del processo, disgustando,
ancora una
volta Hermione.
Arrivò
fino ai primi banchi e fu invitata da un auror a
sedersi sulla sinistra, davanti a se tutto il Wizengamot era ormai
schierato e
con aria di sfida e curiosità, la guardavano cercando di
individuare nella
giovane avvocatessa, il minimo segno di sconforto, timore o paura.
Quando
anche Harry Potter entrò scatenando sospiri e
ammiccamenti dal pubblico, Hermione si sentì per un momento
sconfitta, ma le
bastò girare il capo e vedere il suo Draco, incatenato come
il peggior mago
esistente per ritrovare la sua fantomatica aria battagliera.
Avrebbe
combattuto per il suo Draco, affinché la
giustizia trionfasse, affinché più nessuno li
guardasse come il male. Affinché
la loro vita di coppia prendesse il volo alla luce del sole e il
piccolo
esserino che ora portava in grembo, un domani non potesse vergognarsi
dei suoi
genitori.
Si
sedette un attimo prima che il giudice fece il suo
ingresso nell’aula del tribunale girandosi appena per vedere
dove Blaise e Ginny
si erano seduti sorridendo appena verso i suoi amici.
-Silenzio-
urlò un ometto vestito con un’ampia veste blu
scura che arrivava fino a terra. – Entra il presiede del
Wizengamot. L’illustrissimo
Stregone William Grant-.
Tutti
si alzarono quando un mago piccolo e tarchiato,
molto simile a un folletto, fece il suo ingresso nella grande aula
mettendosi
nel bancone di legno davanti a tutto il Wizengamot e con un semplice
colpo di
bacchetta diede inizio all’udienza.
-Siamo
qui,- disse rivolto al pubblico -per Giudicare la
colpevolezza o meno del mago Draco Lucius Malfoy- dal pubblico
salì un
fastidioso brusio che allertò subito gli auror presenti in
gran numero quella
mattina all’udienza.
-Passo
la parola all’accusa presieduta dall’illustre Harry
Potter- Hermione storse il naso e questo suo gesto fu colto da molti
maghi del
Wizengamot e dal loro presidente che a sua volta fece una smorfia
rivolta alla
giovane avvocatessa.
Harry
Potter, si alzò con aria sicura dirigendosi al
centro dell’aula di fronte al Giudice e alla Giuria.
-illustrissimo
Presidente- disse ammiccando verso il
Giudice che ora non aveva occhi che per lui – illustrissima
Giuria- disse
spostando lo sguardo in direzione di tutto il Wizengamot.
-Siamo
riuniti oggi, per giudicare un uomo che con l’inganno
ha evitato il carcere, un uomo che per anni ha tramato contro il mondo
magico,
abbracciando ideali malsani come l’odio ai babbani e
mezzosangue. Quest’uomo-
urlo Harry puntando il dito verso Draco che lo guardava con
un’espressione
schifata in volto- si è nascosto per anni dietro il suo
altolocato casato, si è
nascosto dietro il suo sangue puro e immacolato e solo grazie ai soldi.
Del vile
e sporco denaro è riuscito a comprarsi la
libertà-.
Molti
a quelle parole urlate con rabbia dall’eroe magico
annuivano convinti, Hermione si senti mancare e la rabbia
incominciò ad impossessarsi
di lei.
Bastardo
pensò tra se, guardando Harry.
.Quest’uomo
che nel braccio ha tatuato il marchio nero è
riuscito a scampare Azkaban per aver corrotto una giovane donna. Donna
che ora
è rinsavita ed ha deciso di ritrattare la dichiarazione
spontanea di alcuni
anni fa.
Quindi
ora chiamo a deporre la signorina Pansy Parkinson-
Draco Ghignò osservando la sua ex amica fasciata in un abito
rosso fiammante
che faceva a contrasto con i capelli scuri e la pelle chiara della
giovane
strega che senza mai guardare nella sua direzione camminava verso il
pulpito.
Lì, l’attendeva un auror che prendendole la mano
destra la fece giurare di dichiarare
la verità sullo statuto di segretezza magica.
Dopo
che la strega si sedette Harry incominciò a interrogare
Pansy.
-Signorina
Pansy- chiese l’auror ci racconti della sua
amicizia con Draco Lucius Malfoy?-chiese Harry Potter
Pansy
guardò un attimo Potter per poi prendere a parlare
come una macchina.
-conosco
Draco- la donna fece una pausa mentre con una mano
si accarezzava un ciuffo che le cadde sugli occhi. – da
quando sono bambina, i
miei genitori e i suoi erano amici di vecchia data. Sono sempre stata
una sua
grande amica- disse sollevando un poco lo sguardo guardando verso il
pubblico
con occhi acquosi prossimi alle lacrime.
–l’amicizia, negli anni scolastici si
trasformò in qualcosa di più profondo. Almeno per
quanto mi riguarda-, disse
toccandosi ora il cuore come nemmeno un’attrice babbana
sapeva fare. –Ho amato Draco
Malfoy per anni, convinta che un giorno anche lui avrebbe ricambiato i
miei
sentimenti. L’ho aspettato, capito, consolato e infine
protetto, mentendo,-
disse Pansy guardando ora il giudice con viso afflitto per la grave
mancanza
che anni addietro aveva causato al mondo magico. – sul suo
coinvolgimento nelle
azioni dei Mangiamorte- un brusio sconnesso si sollevò
dall’aula. Hermione si
mosse appena ascoltano ogni parola, che quella grande stronza di Pansy
diceva.
Falsa,
arrivista, traditrice, pensava Draco schifato dal
comportamento della Parkinson.
-I
Malfoy, sono da sempre vicini alla magia oscura e
negli anni bui hanno spalleggiato l’Oscuro Signore. Lucius
Malfoy era il
braccio destro del Lord oscuro- disse ancora Pansy mentre Hermione
sollevò la
mano come non gli accadeva da anni, facendo sorridere Draco e
imbestialire Harry.
-signorina
Granger- disse il giudice. –c’è qualcosa
che
non va?-chiese il mago.
-Si
signor Giudice- disse Hermione alzandosi in piedi.-
vorrei obbiettare a questa dichiarazione della Signorina Parkinson-
-obbiettare?-
ripeté il giudice frastornato.
-si
signor Giudice, tutti sanno che Lucius Malfoy non era
il braccio destro di Voldemort- al pronunciare quel nome varie persone
urlarono
sconvolte e il brusio in sale si fece ancora più rumoroso.
-Silenzio,
signori silenzio- disse l’auror con la veste
blu.
-Lucius
Malfoy, era stato estromesso da molte missioni
dopo aver fallito una missione di vitale importanza. La missione della
profezia
che avvenne due anni prima della seconda guerra magica, da quel momento
il
signor Malfoy fu incarcerato e poi fatto evadere ma non è
mai più rientrato
nelle grazie di Vold-
-va
bene, avvocato Granger- si affretto a dire il
presidente del Wizengamot.
-accolgo
la sua precisazione- Hermione si sedette
soddisfatta lanciando un occhiata di sfida a Pansy che la guardava
incredula.
-Prego
signorina Parkinson vuole continuare la sua
deposizione- disse il giudice.
-Draco
ha ricevuto il marchio nero al sesto anno, ha
svolto una missione per il Lord. Fallendo, ma questo ha portato alla morte
dell’allora preside Silente- disse
la mora catturando l’attenzione di tutta l’aula su
di se.
-da
quel giorno Draco ha svolto per il lord tutte le
missioni: Ha torturato, ucciso e seviziato babbani-
-BUGIARDA-
urlò Draco relegato dentro una cella magica,
guardato a vista da quattro auror.
-Silenzio-
disse il giudice battendo con foga la
bacchetta invitando Pansy a continuare.
-ed
io ho mentito per proteggerlo perché lo amavo- Pansy,
terminò così la sua dichiarazione spontanea
alzandosi dalla balaustra dopo che
Harry con un gesto del capo la ringraziò per la sua
dichiarazione.
-Vostro
onore- disse Hermione alzandosi subito in piedi. –posso
fare due domande alla testimone?- chiese sapendo già che il
giudice non poteva
negarle quella richiesta.
-
certo- rispose l’uomo.
Hermione
si avviò con passo svelto ed elegante di fronte
alla mora che per anni aveva detestato per il suo modo stupido di
idolatrare
Draco Malfoy, e ora che lei era perdutamente innamorata dello stesso
uomo,
quasi quella ragazzina isterica e svenevole le fece pena. Ma fu un
attimo poiché
ricordò subito che era stata lei a mentire pochi secondi
prima davanti al Wizengamot
al completo sul ruolo di Draco durante la guerra.
-Signorina
Parkinson prima ha raccontato del suo amore,
presunto per il signor Malfoy-
-Non
era presunto, io amavo Draco l’ho sempre amato. Ma Draco
non ama che se stesso questo lo scoprirai presto anche tu-
-lei
prego,- disse Hermione.- gradirei si rivolgesse a me
con il lei. Tra noi non vi è alcun legame
d’amicizia-
Pansy
sbuffò a quella dichiarazione di Hermione e riprese
a parlare:
-lo
scoprirà anche lei che Draco Malfoy non ama-
-Qui
signorina Parkinson non siamo venuti per decidere se
il signor Malfoy ama o meno, bensì per scoprire se
è un mangiamorte attivo come
sostenete lei e il signor Potter o solo una vittima
com’è stato deciso alcuni
anni fa.
Quindi
vorrei sapere per quale ragione cinque anni fa, è
venuta qui, davanti a questa platea ed ha dichiarato che Draco Lucius
Malfoy
non aveva mai svolto alcuna missione per Voldemort e ora ha ritrattato
tutto?-domandò
Hermione con una naturalezza tale da sembrare per niente coinvolta
nelle sorti
dell’imputato.
-ho
detto prima, che ho dichiarato il falso perché ero
innamorata-disse un’agitata Pansy.
-ora
non è più innamorata?-la incalzò
Hermione.
-No-rispose
piccata la mora.
Hermione
sorrise.
-No
infatti ora non è più innamorata, è
solo ricoperta da
debiti dovuti alla sua mania del gioco e dei vestiti-,
enunciò Hermione facendo
volare con grazia i fogli in cui si dimostrava la precaria e disastrosa
situazione
finanziaria della mora.
Il
giudice sbiancò un attimo, appena lesse l’ultima
parte
della pergamena.
-la
sue finanze sono, anzi erano in rosso. So per certo
che appena il signor Malfoy è rientrato a Londra lei li ha
fatto visita per
chiedere una piccola somma. Somma che il signor Malfoy le ha negato
cercando
così di aiutarla-
-mi
avrebbe aiutato se mi avesse dato i soldi-disse Pansy
tradendosi cosa che fece sorridere Hermione dentro di se, senza
però far
trasparire niente all’esterno.
-Giudice
mi oppongo- cerco di dire Potter ma il giudice
non lo stette a sentire e fece cenno alla Granger di continuare.
-così
per vendicarsi di questo si è messa in contatto con
una persona che ritiene Draco Malfoy un pericolo per la
comunità magica. Questi
le ha offerto denaro, una cospicua somma di denaro in cambio,
però lei doveva
ritrattare la sua dichiarazione-
-Io,
io…-
-Mi
OPPONGO- urlava Harry Arrivando a lunghe falcate
dietro Hermione.
-opposizione
respinta- disse il giudice – vada a sedersi
signor Potter – Harry era incredulo.
-Giusto
perché sono una persona curiosa, mi sono presa la
briga di controllare il suo conto ed ho osservato una cosa strana-
disse ancora
Hermione guardando Pansy ignorando Harry al suo fianco.
-nel
suo conto da due settimane sono stati depositati più
di duemila galeoni-disse Hermione con voce alta e ferma guardando Pansy
dritta
negli occhi.
-questi
soldi vengono dal ministero della magia- disse l’avvocato.
-chi
le ha dato questi soldi per cambiare la sua
deposizione?-chiese ora la Granger rimarcando con forza le parole
“soldi” e “Ministero”.
Il
silenzio avvolse l’aula, Harry pallido in volto
stringeva la bacchetta tra le dita.
La
sua stupenda vita da eroe magico stava volgendo a
termine, quella stronza saputella stava distruggendo tutto il buono che
era
riuscito a fare in quegli anni. Stava smontando la sua tesi, i suoi
grossi
sforzi per incastrare quel verme di Malfoy. Non l’avrebbe
permesso, no Draco Malfoy
doveva marcire ad Azkaban.
Pansy
impallidì guardando prima la Granger poi Potter.
-risponda-,
disse il giudice.- le ordino di rispondere-
-Io,
non so. Io ecco-
-risponda,
le ho detto- disse il giudice.
Harry
stringeva la bacchetta ancora con più energia tanto
che le nocche della mano divennero bianche.
-Potter-
urlo Pansy- è stato Harry Potter a promettermi
soldi se ritrattavo-
Harry
scagliò un incantesimo contro Pansy e la donna che
un attimo prima urlava la sua verità, solo un secondo dopo
cadeva a terra
schiantata o forse peggio. Uccisa dall’uomo che le aveva
promesso la salvezza.
Urla e lampi
avvolsero quell’aula del ministero, che solo un attimo prima
vedeva svolgersi un
processo magico. Hermione, era incredula da quello che stava accadendo,
si girò
un secondo verso Harry, che duellava contro i suoi uomini che in un
secondo gli
si erano rivolti contro. Ormai per l’eroe magico non vi era
più scampo il
testimone aveva rivelato il suo nome come il corruttore del ministero.
L’uomo
che per incastrare Malfoy aveva usato soldi non suoi per corromperla,
comprare
una dichiarazione.
No
quello non era il ragazzino con gli occhi verdi che
anni prima era diventato il suo migliore amico, un fratello. Era un
pazzo con l’ossessione
di incarcerare Draco Malfoy. Draco, pensò Hermione girandosi
verso la parte in
cui si trovava il suo compagno, l’amore della sua vita, il
padre di suo figlio
e vide un lampo verde, scagliarsi verso quella barriera magica e
superarla, un
secondo che durò un’eternità.
La
fine di tutto.
La
fine della sua vita.
SPAZIO AUTRICE.
Salve l'udienza si è finalmente svolta e si so bene che vi
ho lasciato sul più bello... Harry pazzo come è
ha schiantato o forse ucciso Pansy e scagliato un avada verso Draco...
che dite che succede?
commentate un bacio care.
|
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Capitolo 33 *** 33. La resa dei conti Potter. ***
33.La resa
dei conti Potter.
Il
lampo verde superò la barriera magica che proteggeva
la cella, il tempo sembrò fermarsi. Anche il sangue che
scorreva nelle vene di Hermione
si fermò in quel lungo istante.
Draco
ruzzolò a terra, provocando un forte tonfo,
l’agitazione
attorno a lei era febbrile. Urla, schiantesimi, lampi rossi e verdi si
contrastavano, ma lei rimaneva immobile a guardare
quell’uomo, il suo uomo, disteso
a terra. Draco non accennava a rialzarsi, il volto pallido, la bocca
aperta,
gli occhi chiusi e il corpo disteso a terra in una posizione scomposta,
innaturale.
Forse…
No,
non poteva essere vero. Non poteva lasciarla sola,
non ora.
Le
forze la stavano abbandonando, si sentiva debole,
sconfitta se lui non fosse stato più al suo fianco.
Sentì
delle mani stringerla con forza, sentiva una
bacchetta puntata alla gola, sentiva tante cose, ma non gli importava
niente se
lui non c’era più, se lui l’aveva
lasciata per sempre.
Uno
strattone le fece perdere il contatto visivo con la
cella magica riportandola alla realtà, vide di fronte a se
tutti gli auror che
la circondavano, circondavano lei e un altro, non le servì
girarsi per sapere
chi fosse, il suo profumo l’avrebbe riconosciuto tra mille.
La
sua colonia era il suo segno distintivo, in vent’anni
e più che lo conosceva non l’aveva mai cambiata da
quando Ginny li aveva fatto
dono della prima boccetta.
-Non
muoverti e non ti ucciderò- disse Harry Potter al
suo orecchio.
Hermione
si sentì percorrere da un fremito.
Odio,
rabbia, rancore per quell’uomo che aveva distrutto
la sua vita in un lampo, un lampo verde che aveva privato della vita il
suo amato
Draco.
-bastardo-
Gli
rispose senza preoccuparsi della bacchetta di Harry
puntata sulla giugulare, delle mani dell’auror che
stringevano con forza le sue
intrappolandola in una posizione da cui non sarebbe mai stata in grado
di
liberarsi. Hermione, a causa della sua lingua tagliente e del suo odio
verso l’ex
salvatore magico, lo affrontava a suo modo a parole.
-sei
un fallito. Un insulto. Sei la vergogna dei
Grifondoro-
-mi
vergogno di esserti stata amica-
-smettila,
stai peggiorando la tua situazione Granger-
disse indietreggiando portandosi dietro la donna.
-cosa
direbbe Silente se ti vedesse, se vedesse come si è
ridotto il suo pupillo-.
-zitta,
sta zitta- urlò Potter.
-Potter
lasci immediatamente la signorina Granger-la voce
del primo ministro arrivò dura e ferma alle loro spalle,
Harry si girò di scatto
spiazzato dal vedersi oltre che circondato dai suoi stessi uomini,
minacciato,
ora anche dal Ministro.
-la
lascio soltanto se preparate una passaporta per me
–enunciò
il salvatore del mondo magico.
-Non
sei nelle condizioni per dettare le regole Potter-
Blaise Zabini, avanzava senza paura verso di loro non aveva alcuna
bacchetta
tra le mani, un incosciente pensò Hermione, uno stupido
pensò Harry.
-Lascia
Hermione, sei circondato e non puoi far altro che
arrenderti-
-mai
Zabini- disse con rabbia Harry – io sono un eroe-disse
ancora Potter.
-No
sei solo un coglione- disse Ginny spalleggiata da Ron,
suo fratello.
-lascia
libera Hermione o questa volta Harry Potter, duellerai
con me fino al fine- lo disse con astio Ginny.
Quel
ragazzo di cui a soli undici anni si era infatuata,
non esisteva più, ora c’era un pazzo che per
l’odio, il rancore aveva cancellato
in un attimo tutti gli ideali per cui da adolescenti avevano
combattuto. Aveva cancellato
l’amicizia con Hermione, l’amore per lei, il bene e
la retta via.
L’unica cosa che
interessava
al grande Harry Potter era distruggere Draco Malfoy.
Il
ministro approfittò delle parole di Ginny che distarono
Potter, tanto che riuscì ad avvicinarsi all’auror.
-stupeficium-
urlò facendo volare la bacchetta a Harry e
tenendo con una mano la Granger per non farla ruzzolare a terra con
l’auror.
Quello
che si susseguì fu una lotta senza uguali, Harry
cercò di reagire all’aggressione subita, ma non
poté nulla contro gli auror
schierati.
Hermione
passo tra le braccia di Ginny e Ron che la
strinsero forte fino a quando non riuscì a sollevare lo
sguardo verso la cella
dove si trovava Draco.
Vide
molti attorno al biondo e s’incamminò anche lei.
Ansia,
paura la facevano camminare veloce e raggiunse con
pochi passi la cella.
Lì
molti medimago armeggiavano provette e recitavano
incantesimi.
-Draco-
disse la Granger inginocchiandosi accanto al
biondo prendendogli la mano. Draco, riuscì facendosi forza
ad aprire gli occhi,
il viso pallido incorniciato da perle di sudore, un sorriso tirato e
quegli
occhi grigi che le dichiaravano ancora una volta tutto
l’amore che una donna
poteva desiderare.
-Herm…-
tentò di dire Draco fermandosi all’improvviso
esausto.
-signorina
non lo faccia agitare- disse una donna anziana
che armeggiava con la bacchetta in una zona che andava dal fianco allo
sterno
del biondo.
-come
sta?- chiese ansiosa la Granger.
-bene
se si pensa che ha scansato una maledizione senza
perdono, ma il colpo e il suo corpo non in perfette condizioni ha
portato a un
piccolo riversamento.
-riversamento?-
-si
ora è sotto controllo, presto lo porteremo al san
mungo e lì si stabilirà-
san
mungo- ripeté atona stringendo la mano a Draco.
-tranquillo
amore ora ti porteremo in ospedale e starai
meglio- Draco mosse il capo acconsentendo.
Blaise
la raggiunse e con lui anche Ginny e Ron.
-come
sta?- chiese il moro Zabini.
-è
vivo questo è l’importante lo portano al San
Mungo-
disse Hermione ora tra le braccia della sua amica Ginny.
-tu
come stai- chiese ancora Zabini incontrando gli occhi
dell’amica che chiedevano la stessa cosa.
-bene-
rispose –ora l’importante è Draco-
-ora
l’importante sei tu- rispose Zabini – Draco
è
attorniato da medici capaci, dicci come ti senti se hai dolori. il
bambino e tu
siete di vitale importanza, Draco non ci perdonerebbe mai se vi
succedesse
qualcosa-
Hermione
non aveva pensato a se stessa e nemmeno a suo
figlio, pensava solo a lui, al suo uomo.
Sì
accarezzò il ventre e chiuse gli occhi.
Si stava bene, ora
che tutto era finito stava bene.
SPAZIO AUTRICE.
SPERO CHE IL FINALE VI SIA GRADITO... ALTRI DUE CAPITOLI E ANCHE QUESTA
STORIA VOLGERà AL TERMINE.
INTANTO CHI NON L'AVESSE FATTO, è INVITATO UFFICIALMENTE
SULKLA MIA PAGINA FB
http://www.facebook.com/mikilily81
E SU IL BLOG.
http://lafantasia-mikilily.blogspot.com/
HO INIZIATO ANCHE UNA PICCOLA STORIA DI POCHI CAPITOLI SI INTITOLA:
QUELLA STREGA DI MIA SUOCERA, ANDE A LEGGERE MI FAREBBE PIACERE AVERE
IL VOSTRO PARERE PER L'ENNESIMO SCLERO.
KISS DA MIKILILY.
|
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Capitolo 34 *** 34. La verità della McGranitt. ***
Questa
storia è ormai arrivata al termine, manca solo l'epilogo
come ogni fiaba che si rispetti...sarà volutamente romantico
e sdolcinato...
Ora
però voglio ringraziare tutte quelle ragazze che mi hanno
sostenuto, incoraggiato e incitato a continyuare questa storia.
Ringrazio
in particolar modo chi ha sempre recensito:
Titty79
viola69
Herm93
barbarak
malfoymyheart
misschanel
i-love
malfoy
herm98
***
Ringrazio oltremodo, chi ha
inserito la storia tra le seguite, ricordate e chi semplicemente ha
perso tempo a leggerla.
Grazie, infinitamente grazie a
tutte voi.
Un grande bacio Miki e alla
prossima avventura.
34.La
verità della McGranitt.
Riportare
la calma nell’aula fu molto difficile, Harry
Potter l’eroe magico aveva in partica combinato un vero
casino. La sua
testimone, Pansy Parkinson aveva perso la memoria a causa
dell’incantesimo che
l’eroe magico le aveva scagliato contro quando aveva rivelato
di essere stata
corrotta dal grande salvatore del mondo.
Draco
Malfoy, l’imputato era stato ferito ma ora era
fuori pericolo, Hermione il suo avvocato, nonché la sua
compagna, era stata
quasi presa in ostaggio da quel pazzo di Harry e solo grazie
all’intervento del
Ministro in persona era riuscita a liberarsi e far così
arrestare l’uomo.
Ginny
ancora la stringeva stretta quando finalmente il
giudice riprese la parola.
-Prego
signori- disse il piccolo mago – accomodatevi.
L’udienza
riprenderà a breve- Hermione sgranò gli occhi
incredula come potevano ancora
sospettare di Draco, come osavano reputarlo colpevole dopo tutto quello
che l’auror
Harry Potter aveva fatto.
-vostro
onore- disse con voce alta e fiera, - credo che l’imputato
sia stato incastrato dal signor Potter non ci sono dubbi che sia
innocente-proferì
Hermione.
-non
ci sono per lei, signorina Granger, ma qui- disse il
presidente.
-non
tutti la pensano come lei- facendo notare alla
giovane avvocatessa che tutti erano ancora seduti nei loro banchi
aspettando
che l’udienza e il prossimo testimone facesse il suo ingresso.
Hermione
livida di rabbia percosse tutta l’aula diretta
al bancone, dove aveva lasciato i suoi appunti. Aprì la
cartelletta con gesti
meccanici e tolse alcuni fogli, lì esaminò con
cura e subito dopo alzò nuovamente
il viso verso il presidente del Wizengamot.
-Vostro
onore, credo che ora tocchi a me chiamare un
testimone- disse Hermione con un espressione dura in volto. Il mago
annuì
mentre un mormorio si propagò nell’aula.
-chiamo
a testimoniare la professoressa Minerva McGranitt
preside della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts- il
silenziò calò sull’aula.
La
professoressa McGranitt vestita con il suo miglior
abito scozzese e l’inseparabile capello da strega si
avviò con il suo passo
spedito verso il pulpito, tutti gli occhi erano puntati su di lei. Fu
invitata
da un’auror a giurare sulla costituzione magica e subito dopo
si accomodò sulla
sedia in legno. Lì, i suoi piccoli occhi incominciarono a
guardarsi intorno
aspettando che la sua ex allieva, la sua preferita senza dubbio,
iniziasse l’interrogatorio.
-prego-
disse il presidente invitando Hermione a venire
al centro dell’aula, la Granger fece un gesto del capo e si
avviò verso il
pulpito.
-Professoressa
McGranitt- disse Hermione –potrebbe raccontarci
tutta la sua verità su Draco Lucius Malfoy- chiese Hermione.
La
professoressa mosse il capo, arricciando le labbra con
faceva di solito e incominciò a parlare:
-Draco
Malfoy è stato per sei anni mio alunno alla scuola
di magia di Hogwarts. Serpeverde era la sua casa e per quello i nostri
contatti
si limitavano alle sole lezioni di trasfigurazione, fino a quando al
sesto anno
il professor Silente non mi convocò nel suo studio-.
Il silenzio
avvolse l’aula, nemmeno una mosca volava, tutti ascoltavano
rapiti le parole
che l’anziana professoressa di Trasfigurazione diceva.
-
Il preside convocò sia me, che l’allora professore
di
Difesa contro le Arti Oscure, Il professor Severus Piton- un mormorio
concentrò
la McGranitt che come ricordava Hermione odiava essere interrotta.
-Ci
illustrò il suo piano per proteggere il giovane Malfoy,
che quell’anno era stato invischiato da Voldemort per
sopperire alle mancanze
che Lucius Malfoy aveva fatto l’anno prima non riuscendo a
portare a termine la
missione della profezia svoltasi qui al Ministero della magia-. Il
vecchio
ministro Caramell si grattò la tempia nervoso ed
abbassò la testa, ad Hermione
quel particolare non sfuggì.
-
Io, in realtà, non sapevo quello che il professor Piton
e il professor Silente avevano pensato per salvare Draco, mi limitai a
seguire
le istruzioni.
Dovevo
proteggerlo da alcuni suoi compagni, quelli come
Tiger e Goyle erano vicini alle idee di Voldemort e osservavano ogni
sua mossa riferendo
ai loro padri se il giovane Draco parlava con noi e svolgeva il suo
compito. Blaise
Zabini era anch’egli in pericolo visto la sua amicizia con
Draco e mi decisi a
parlargli una sera in privato infliggendogli una punizione immeritata-
Blaise
sorrise a quel ricordo.
-Così
scoprii che il signor Draco Malfoy, era solo molto
spaventato, Voldemort l’aveva minacciato che se non portava a
termine la
missione Narcissa, sua madre sarebbe morta. Sapete- disse la McGranitt
rivolgendosi anche al pubblico che oltre Hermione la stava ascoltando
rapito-Narcissa
Black in Malfoy è sempre stata una tosta, una delle migliori
quando era una
giovane studentessa e passava a noi dell’ordine tutte le
informazioni, insieme al
professor Piton erano le nostre spie. Quando Silente morì,
Narcissa rimase la
sola all’interno del gruppo fedele a Voldemort a continuare a
comunicare con
noi e mi affidò Draco, affinché io vegliassi su
di lui anche nel suo ultimo anno
a Hogwarts-.
-Quindi
professoressa McGranitt, lei oggi, qui davanti a
tutti questi maghi, davanti al Wizengamot e al suo presidente
può affermare l’estraneità
del signor Draco Lucius Malfoy ai piani crudeli, raziali e contro la
comunità
magica di quello che un tempo si chiamava Lord Voldemort?-chiese
Hermione.
-Si,
signorina Granger. Signor presidente, affermo senza
ripercussione alcuna che Draco Lucius Malfoy non ha mai avuto alcun
ruolo nelle
missioni di Lord Voldemort-.
-non
ho altre domande vostro onore- disse Hermione.
Il
presidente si rivolse ora allora al Wizengamot:
-Signori-
disse il presidente- siamo finalmente giunti
alla fine di questa lunga giornata, ora vi chiedo un ultimo sforzo e
con una
semplice alzata di mano ditemi se secondo voi Draco Lucius Malfoy
è colpevole-
Nessuna
mano si alzò e il sorriso di Hermione si distese
arrivando quasi agli occhi.
-ora
ditemi se per voi Draco Lucius Malfoy è innocente-
tutte le mani dei maghi del Wizengamot si alzarono e per ultima quella
del loro
presidente che batte un attimo dopo la bacchetta sul tavolo di fronte a
lui.
-ritengo
chiusa l’udienza. Draco Lucius Malfoy è un uomo
libero- disse il mago tarchiato prima di alzarsi ed uscire
dall’aula.
Hermione
fu letteralmente sommersa dagli abbracci i primi
furono quelli di Blaise e Ginny, poi Ron e i signori Weasley che
chiesero scusa
alla giovane avvocatessa per quello che avevano fatto non meno di un
mese
prima.
Hermione
dopo aver stretto mille mani e ricevuto altrettanti
complimenti riuscì finalmente a recarsi al san mungo.
-la
stanza di Draco Lucius Malfoy-
-lei
chi è’- chiese una maginfermiera.
-la
sua fidanzata- rispose.
-ce
già una che dice di esserlo- Hermione si irrigidì.
-alta,
bella e con i capelli scuri- chiese Hermione
cercando di trattenere le lacrime.
-si,
mi pare rispose-
-Herm
perché sei ancora qui?-chiese Blaise che giunse
proprio in quel momento con Ginny.
-credo
ci sia Astoria con lui- Blaise storse il naso
-per
quale motivo avete fatto entrare quella donna nella
stanza del signor Malfoy?- chiese Zabini con un tono duro rivolgendosi
alla maginfermiera
che lo guardava spaventata.
-la
signora ha detto di essere la fidanzata-
-ma
lei il giornale non lo guarda?- chiese stupita Ginny.
-lei
– disse indicando Hermione – è la
fidanzata di Draco
Malfoy. Questa è l’unica strega al mondo che non
legge del sano gossip- disse
sbuffando Ginny seguendo Blaise e trascinando per un braccio
l’amica.
Blaise
entrò nella stanza di Draco senza nemmeno bussare
Astoria era in piedi che accarezzava il viso del biondo, che con gli
occhi
chiusi stava riposando. La bella Greengrass sollevò gli
occhi per vedere chi era
appena entrato nella stanza, si bloccò nel vederli li e
sorrise amaro.
-sono
solo venuta a vedere come stava. Mi spiace di aver
mentito dicendo che ero la sua compagna, ma non avrei mai potuto
vederlo
altrimenti-. disse Astoria.
-Non
preoccuparti- rispose Hermione spiazzando tutti.
-gli
dirò che sei passata e che lo saluti- disse infine.
Astoria
la guardò incredula e prima di uscire sussurrò un
grazie impercettibile, ma Hermione riuscì ugualmente a
sentirlo.
Dopo
che la giovane mora uscì dalla stanza si andò a
sedere affinando di Draco e gli prese la mano, appena la
sfiorò il biondo si
svegliò di colpo.
-come
stai?-chiese ansiosa.
-bene
perché ti vedo qui accanto a me- Blaise rise
facendo girare Draco nella sua direzione.
-sai
amico, nonostante sia a pezzi, non perdi la tua
nuova anima romantica-.
-Blaise
lo rimproverò Ginny.
Draco
invece di mandarlo a quel paese si mise a ridere contagiando
prima Blaise poi anche Hermione, solo Ginny con un espressione
incredula li
guardava male scuotendo il capo.
-voi
siete tutti matti- disse la rossa.
|
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Capitolo 35 *** EPILOGO ***
Alcuni
giorni dopo…
Draco
venne dimesso, dopo che i medimaghi si assicurarono
che svolgesse un po’ di fisioterapia, Hermione stessa
l’avrebbe aiutato a fare
esercizio.
I colpi che
durante la prigionia gli erano stati inferti, l’avevano
destabilizzato e gli
procuravano molto dolore. Una semplice pozione rimpolpa sangue non era
sufficiente
così decisero di ricorrere a quella pratica famosa tra i
babbani, Draco non era
molto contento della cosa ma fece finta di niente per non far
innervosire la
sua fidanzata.
Si
Hermione era finalmente a tutti gli effetti, la sua
fidanzata, avevano annunciato ad amici e parenti la data delle nozze e
Draco
ormai non stava più nella pelle, proprio come Hermione non
stava più nei suoi
tubini.
Infatti, la pancia
e l’esserino che conteneva stavano crescendo rendendola ogni
giorno più bella
agli occhi del suo compagno che non rimaneva nemmeno un secondo senza
ricordargli quanto l’amasse e quanto la trovasse bella.
-Tu
vivi di sesso Draco- lo reguardì Hermione che si stava
facendo crescere i capelli per risultare più carina con
l’abito bianco,
frivolezze da donna che ogni tanto ci volevano anche per una tosta come
lei.
-ho
una donna bellissima al mio fianco è naturale pensare
a far l’amore con lei-
-scemo-disse
la Granger sedendosi affianco a lui sul
divano e appoggiando poi il capo sul grembo del biondo.
-tesoro-
disse accarezzando il ventre di Hermione – tua
madre mi sta trattando male. Appena nascerai, spero tu sia dalla mia
parte?-.
Hermione
sbuffò.
-sei
senza speranza-disse infine, mentre Draco ora prese
ad accarezzargli il viso.
-sai
che ti amo- continuò il biondo facendola sorridere.
-credo
di vivere in un sogno. Quella sera al ballo in
maschera quando ti ho visto, ho perso la testa per te e in quel momento
niente
nella mia vita è stato più come prima. Sei
diventata la mia ossessione e poi la
mia unica ragione. Ora senza di te non potrei vivere, non potrei
immaginare una
vita senza un tuo sguardo- disse incatenando i suoi occhi grigi con
quelli
marroni della sua dolce fata.
-senza
sentire la tua pelle calda sotto la mia- mentre
con le lunghe dita bianche sfiorava il viso, poi il collo ed infine il
seno
della sua dolce Herm.
-morirei
senza sentire le tue morbide labbra sulle mie-
disse infine avvicinandosi famelico alla bocca della sua bellissima
Hermione
baciandola dolcemente.
Rimasero
a baciarsi dolcemente su quel comodo divano per
ore, gustandosi finalmente quella serenità che solo alcune
settimane prima
sembrava una chimera.
***
Accarezzò
il suo ventre delicatamente sentendo la seta
sotto le mani, un colpo la fece sorridere, il piccolo Scorpius ancora
nel suo ventre
si faceva sentire.
-Hermione
ti prego non piangere, rovinerai tutto il mio
stupendo lavoro- la mora alzò gli occhi al cielo ma non
replicò alla rossa
amica che ora era intenta a scegliere il blush perfetto per la
carnagione di Hermione.
-sai-
disse la Granger cercando lo sguardo di Ginny che
muoveva il capo mentre con abilità quasi professionale
intingeva il kabuki
nella polvere rosa.
-se
qualcuno solo sette anni fa mi avesse predetto che
avrei sposato Draco Malfoy, l’avrei preso per pazzo-
-ed
ora che l’hai incontrato ti chiedi come facevi prima a
sopravvivere senza- Hermione sollevò lo sguardo verso la
rossa che ora con un
gesto veloce e delicato le colorava gli zigomi.
-si,
mi chiedo come ho fatto a vivere senza di lui per
così tanto tempo-
-non
chiederti questo Herm, pensa a tutto quello che
potete fare ora che le vostre strade si sono incontrate, ora che le
vostre vite
si uniscono per sempre ora che diventerete genitori. Pensa al futuro
non
cruciarti del passato siete fortunati anzi siamo fortunati
perché ci amiamo-
disse Ginny osservandola con un grande sorriso sul viso.
-
e sei bellissima-
-grazie
a te- rispose Hermione.
-No
grazie a madre natura mia cara, io ho solo dato un po’
di colore al tuo viso niente di che- replicò Ginny, - ora
prendi quel bouquet e
cammina. C’è un biondo, molto affascinante che ti
aspetta nella piccola
cappella del manor. Non vorrai farlo aspettare, sai ci
sono…- disse Ginny
facendo finta di contare con le dita – una due, tre
… migliaia di ragazze che
vorrebbe essere al tuo posto-.
-cretina-
Ginny
non replicò, consegno i fiori all’amica le dispose
il velo sul capo facendo così risaltare la tiara in diamanti
e smeraldi cimelio
di famiglia dei Malfoy. Poi, distese a ventaglio la coda del vestito di
seta
bianco, aprendo infine la
porta facendo
passare l’amica.
Hermione respirò
profondamente buttando fuori l’aria per controllare
così l’agitazione,
socchiuse per un attimo gli occhi e s’incamminò a
passo di marcia verso la
cappella. Le mani le sudavano, il respiro si fece corto ma un sorriso
le si
disegnò in viso quando vide gli occhi grigi del suo bel
principe. Si sarebbe
stata finalmente felice…
Per
sempre felice…
Quello
che successe dopo lo lascio solo immaginare i due
ragazzi dopo aver pronunciato il fantomatico “si lo
voglio” vennero circondati
da amici e parenti per gli auguri, parteciparono ad un ricco banchetto
che si
svolse nel giardino vicino al roseto e al gazebo tanto cari a Narcissa.
Proprio
al centro del gazebo Draco e Hermione salutarono prima di
smaterializzarsi in
una calda isola caraibica dove si concessero una rilassante vacanza
…
La
nascita di Scorpius, pochi mesi dopo non fece che
aumentare la loro felicità e consolidare ancora di
più la loro unione. Col passare
degli anni la famiglia crebbe ancora diventando una piccola
tribù.
A Scorpius si
aggiunsero Cassiopea e Narcissa ed il piccolo Anthony.
Sembra
superfluo dirlo, ma è lampante che la famiglia
Granger-Malfoy vivesse felice e contenta come nella più
classica delle fiabe. Infondo,
se un principe purosangue s’innamora di una nata babbana non
ci si può che
aspettare un finale così.
SPAZIO AUTRICE,
ANCHE QUESTA è FINITA.
CAVOLINO COME PASSA VELOCE IL TEMPO...
RINGRAZIO TUTTE LE RAGAZZE CHE SONO
PASSATE DI QUA, QUELLE CHE RECENSISCONO O SEMPLICEMENTE LEGGONO.
RINGRAZIO CHI HA MESSO COME CENERENTOLA TRA LE PREFERITE E LE
RICORDATE. GRAZIE PERCHE SENZA DI VOI CHE MI INVOGLIATE A
SCRIVERE QUESTA STORIA NON CI SAREBBE MAI STATA...UN BACIO MIKI.
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