COME CENERENTOLA:La storia da fiaba di un principe purosangue e di una nata Babbana.

di mikilily
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.C'era una volta... ***
Capitolo 2: *** 2. INCONTRO CON IL CAPO ***
Capitolo 3: *** 3.IL MIO ODIOSO E AFFASCINANTE CAPO ***
Capitolo 4: *** 4. Tutte le donne del Legismago ***
Capitolo 5: *** 5.COME UNA PRINCIPESSA. ***
Capitolo 6: *** 6.IL GRAN BALLO ***
Capitolo 7: *** 7.DOPO IL BALLO ***
Capitolo 8: *** 8.Licenziata. ***
Capitolo 9: *** 9.La verità. ***
Capitolo 10: *** 10.Solo Bugie. ***
Capitolo 11: *** 11. Dispersi ***
Capitolo 12: *** 12. Il processo. ***
Capitolo 13: *** 13. collaborazioni ***
Capitolo 14: *** 14 Bacio al cioccolato. ***
Capitolo 15: *** 15. Lucius ***
Capitolo 16: *** 16. Tutte le donne di Draco. ***
Capitolo 17: *** 17 Il processo Zabini. ***
Capitolo 18: *** 18.Cena a lume di candela. ***
Capitolo 19: *** 19 La tempesta nel cuore. ***
Capitolo 20: *** 20. Il vero Draco Malfoy ***
Capitolo 21: *** 21.Incontro al chiaro di luna. ***
Capitolo 22: *** 22.I gesti che valgono un ti amo. ***
Capitolo 23: *** 23.l'accusa infamante. ***
Capitolo 24: *** 24. L’alleanza Granger-Zabini-Black. ***
Capitolo 25: *** 25.Colloquio con il Ministro della Magia. ***
Capitolo 26: *** 26. Lotterò per noi. ***
Capitolo 27: *** 27 lotterò per noi (II parte). ***
Capitolo 28: *** 28. Ritorno al Manor. ***
Capitolo 29: *** 29.Quello che resta dell'eroe magico. ***
Capitolo 30: *** 30.l'attesa prima del processo. ***
Capitolo 31: *** 31 Scontro tra titani I parte ***
Capitolo 32: *** 32. Scontro tra Titani II parte. ***
Capitolo 33: *** 33. La resa dei conti Potter. ***
Capitolo 34: *** 34. La verità della McGranitt. ***
Capitolo 35: *** EPILOGO ***



Capitolo 1
*** 1.C'era una volta... ***


C'era una volta, in un paese lontano, un gentiluomo vedovo che viveva in una bella casa con la sua unica figlia.

 

No. No. No…c’era una volta e c’è ancora una giovane e promettente studentessa in Magispudenza. Questa ragazza è tanto sfortunata, l’amore non l’ha mai baciata o forse si.

Ma aspettate che vi racconto la sua storia.

Siete comode… avete preso i fazzoletti non vorrei allagaste i vostri divanetti.

Ora che tutto è pronto, vi racconto la storia più antica del mondo.

*  

 

Una luce fioca penetrava dalle persiane della finestra del modesto appartamento alla periferia di Londra che due giovani ragazze condividevano, per dividersi le spese troppo elevate.

Da quando era finita Hogwarts tutto per loro era cambiato. La più grande delle due; una riccia dai grandi occhi castani aveva deciso, incoraggiata dai suoi genitori babbani, a continuare gli studi rinunciando alla fama e alla gloria che l’avevano vista primeggiare nelle pagine di tutti i quotidiani magici appena finita la seconda guerra magica di cui lei era un’eroina.

Aveva abbandonato la facile carriera da Auror del ministero per dedicarsi alla Magispudenza, ramo più complicato ma concretamente più indicato per “la- so- tutto- di Hogwarts”. Da alcuni mesi, aveva incominciato il praticantato in un noto studio a Diagon Alley, facendo una buona impressione sull’avvocato magico, uno stregone molto conosciuto a Londra, che dirigeva lo studio in vece del proprietario che stava nella sede principale di Parigi. Aveva talmente impressionato il vecchio mago, tanto che questi le assicurò che avrebbe parlato di lei con il proprietario che a breve sarebbe tornato in Inghilterra.

Facendo letteralmente impazzire di gioia Hermione che già si vedeva come avvocatessa di grido nei più grandi processi dei maghi.

La piccola, invece, una rossa tutto pepe dopo aver archiviato la sua storia d’amore con l’eroe magico Harry Potter, aveva deciso di cambiare completamente vita buttandosi a capofitto nel lavoro.

L’unico lavoro che trovò in quegli anni di ricostruzione nel magico mondo, era quello di impiegata per una grande multinazionale del whisky incendiario. Il lavoro nel primo periodo era duro, sveglia presto e sorrisi compiacenti con tante ma tante scartoffie da sistemare, ma con il passare dei mesi e infine degli anni era diventata talmente brava da riuscire a scalare con successo le vette societarie arrivando a diventare direttrice di mercato per l’Inghilterra.

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-Hermy, Hermy su sveglia sono le sette devi prepararti per andare allo studio- urlava dalla cucina un’agitata Ginevra Weasley.

Quella sera avrebbe conosciuto il suo capo ed era agitata da giorni, ma che dico giorni, mesi.

-Hermione alzati- continuava ad urlare svegliando metà quartiere.

La riccia si alzò di malavoglia rabbrividendo un poco appena la sua pelle venne a contatto con il freddo gelido della sua stanza, si mise la vestaglia e maledì la caldaia condominiale rotta da giorni.

-Possibile che non riescano a chiamare un tecnico per aggiustare la stufa- disse uscendo come un razzo dalla sua stanza cercando di muoversi e sciogliere i muscoli per scaldarsi. - Se continuiamo così finiremo assiderate come la piccola fiammiferaia-.

-La chi?- chiese la rossa porgendole una tazza fumante di caffè nero bollente.

-lascia stare è una fiaba babbana-

-una fiaba finita male- Concluse Ginny osservando l’amica che tremava dal freddo.

-va bene tesoro- io vado disse la rossa vestita con il suo Tailleur rosso porta fortuna e le perle finte che secondo lei facevano tanto chic.

-in culo alla balena Ginny- disse Hermione sollevando appena lo sguardo dalla sua tazza fumante.

-immagino sia un altro detto babbano – disse la rossa guardandola scettica mentre si infilava il suo cappotto nero ormai prossimo alla pensione.

La rossa mosse solo il capo sorridendo appena e dopo un sonoro clap capì che la rossa si era smaterializzata a lavoro.

Poco dopo anche la riccia dovette prepararsi anche per lei quel giorno sarebbe stato importante, non ne aveva parlato con nessuno neanche con Ginny.

Quel giorno avrebbe finalmente conosciuto il capo e magari la sua vita sarebbe finalmente cambiata ripagandola di tutti i sacrifici, le rinunce che in quegli anni aveva sopportato.

Forse quella mattina sarebbe stato il suo giorno d’oro, il giorno in cui tutto sarebbe andato a meraviglia.

 

SPAZIO AUTRICE.


SALVE, ENNESIMA DRAMIONE, SIETE FELICI IMMAGINO... NON SO ANCORA QUNADO AGGIORNERO MA NON SPESSO ALMENO FINO A QUANDO NON HO FINITO LA STORIA DEI GRAFFI DELL'ANIMA, MA HO VOLUTO REGALARVI IL PROLOGO, NON è MOLTO FORSE SI CAPISCE UN PO' COME SI SVOLGERà MA SPERO PIANO PIANO DI STUPIRVI E CHE MI SEGUIATE NUMEROSE.
GRAZIE IN ANTICIPO A CHI LEGGERà, SEGUIRà E COMMENTERà LA FF.
UN MEGA BACIO MIKILILY.

 

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Capitolo 2
*** 2. INCONTRO CON IL CAPO ***


2. Incontro con il capo.

Si era smaterializzata direttamente nel suo grande ufficio al secondo piano della grande fabbrica di Whisky incendiario a nord di Londra.

Amava arrivare prima di tutti e programmare la giornata, nell’ordine avrebbe innaffiato la sua pianta; regalo di Neville il suo miglior amico quando fu promossa a direttrice delle vendite per l’Inghilterra; Avrebbe controllato la posta ed acceso il computer, quell’aggeggio che era indispensabile per far pubblicità nel mondo Babbano ed era grazie a questo, che riuscì ad incrementare le vendite, ma questo i suoi superiori non lo sapevano ancora. Per questo, doveva ringraziare la sua migliore amica, quella santa di Hermione, si era armata di pazienza e per settimane le aveva insegnato tutto quello che sapeva sul quella sorta di cervello elettronico e la so tutto di Hogwarts, sapeva una marea di nozioni su quella scatola strana.

Dopo aver controllato la posta si dedicò alle fatture e alle scartoffie varie che la sua segretaria le aveva lasciato sul tavolo, controllò l’orario e si accorse che mancava poco all’ora ics.

La sua riunione col capo si sarebbe svolta all’ultimo piano del palazzo, raccattò tutti i documenti sugli introiti e i guadagni degli ultimi sei mesi poiché avrebbe esposto la sua idea per ampliare le vendite usufruendo di nuovi canali d’informazione babbani,

sperando che il capo fosse aperto a quel tipo di mercato alternativo.

-bene signorina Wesley- disse il direttore del settore produzioni. –la riunione sta per incominciare c’è solo il vice, il capo arriverò tra poco. Le consiglio di evitare di esporre le sue idee babbane non credo vengano apprezzate-.

Ginny lo guardò male quel vecchio e untuoso mago non le era mai piaciuto, ogni volta che la incontrava non mancava di farle presente la sua predisposizione per i nati babbani facendo dell’ironia su Hermione e sul suo ex fidanzato. Che poi con tutto quello che si poteva dire ma prendersela e fare ironia su due dei salvatori del mondo magico si doveva essere strani forte o vicini all’oscuro.

No, quello magari no. Sicuramente il Signor Williams poteva aver radicato le idee di sangue puro come alcune famiglie; due tra tutte quelle di Malfoy o Zabini. Scaccio quell’idea e segui l’uomo dentro la sala riunioni immersa nella luce.

Si sedette nel posto a lei indicato dal mago e poggiò con delicatezza i fascicoli e i documenti che si era portata dietro e finalmente alzò lo sguardo pronta a salutare il vicepresidente della società per cui lavorare da quasi quattro anni, ma il saluto le si bloccò in gola e se l’avessero punta con uno spillo dalle sue vene non sarebbe uscita nemmeno una goccia di sangue.

-Signor Zabini, questa è la nostra direttrice di vendita per l’Inghilterra- disse il signor Williams presentando la rossa che non riusciva a dire mezza parola.

-Salve- disse il moro dagli occhi blu, recuperando subito il sangue freddo prerogativa del suo carattere e osservando la rossa cercò di leggerla dentro.

-salve- rispose Ginny rimmergendo dalla trans in cui era caduta.

-beh che vuole fare espone o vuole rimanere ancora così imbambolata a guardarmi- Ginny divenne rossa in viso quasi come i suoi capelli.

-espongo- disse sussurrando e alzandosi in piedi dirigendosi a passo deciso verso la lavagna magnetica alla fine della stanza.

Lì in piedi, davanti a quel moro insopportabile che per anni l’aveva presa in giro per la sua famiglia e le sue idee avrebbe esposto la sua idea per ampliare e incrementare le vendite. 

Sapeva già in partenza che quella sarebbe stata l’unica possibilità e se mai un serpeverde come Zabini aveva un cuore avrebbe continuato a lavorare per quell’azienda, anche se Ginny ne era certa, mentre con fretta slegava la cartella rossa davanti a se, quella sarebbe stata l’ultima volta lì dentro.

Aveva pronto un discorso ad effetto sull’importanza sull’esportazione e la pubblicità con cartelloni e nei supermercati babbani dell’alcolica bevanda, ma dopo aver sollevato lo sguardo e osservato gli occhi indagatori del moro Zabini riacquistò il suo coraggio e il famoso orgoglio Grifondoro.

 Lei, Ginevra Weasley, era scesa in battaglia, aveva combattuto una guerra cosa era uno stupido figlio di papà con la puzza sotto in naso e un fisico da urlo. Niente, lui non si era mai sognato di fare niente come i suoi amici, era scappato, si era nascosto dietro le vesti e i mantelli dei loro padri. Ginny si sentiva nuovamente in battaglia quella mattina, sentiva l’adrenalina scorrerle nelle vene. 

Di fronte non aveva Voldemort o Bellatrix Lestrange ma uno stupidissimo e insignificante Blaise Zabini che la guardava dentro analizzando i suoi gesti le sue parole e i suoi imbarazzi.

-allora ci muoviamo non ho tutta la mattina-disse spazientito il moro osservando l’orario.

- Signor Zabini- disse Ginny prendendo coraggio. – la mia idea è semplicissima, osservando gli introiti- mostrando i lucidi in cui un piccolo grafico a torta faceva vedere i risultati delle vendite nei mesi precedenti- degli ultimi mesi ho pensato di incrementare le vendite usando come nei mesi precedenti delle vie di comunicazione alternative.

-vie di comunicazione alternative – ripeté Blaise come stralunato osservando la rossa in fondo alla stanza e il signor Williams pallido e certamente agitato dalle idee della Wesley.

-si non so se ha saputo ma negli ultimi mesi abbiamo triplicato le vendite- Blaise annuì

-prosegua-

-questo incremento non è dovuto ad un cambio di prodotto ma alla pubblicità.

-pubblicità?-chiese Blaise noi non abbiamo pagato per della pubblicità.

-Voi no ma io l’ho pubblicizzata su alcuni siti di consumatori babbani-

Ginny era talmente presa dalla sua spiegazione sul mondo di internet e della pubblicità gratis che aveva fatto al prodotto che non si accorse di niente, né di una porta che si apriva , né di passi svelti verso la grande tavola in cui aveva lasciato i suoi documenti, si accorse solo del viso agitato di Zabini che guardava lei poi un altro punto poco distante e quando si girò le sue gambe tremarono.

Deglutì sonoramente osservando un alta figura vestita di nero, alta e slanciata con degli inconfondibili capelli biondo platino, non vi erano dubbi quello dietro di lei che osservava con circospezione le sue tabelle e consultava gli introiti altro non era che Draco Malfoy.

-Cosa Weasley- disse con un tono della voce sicuro.

-ecco il whisky ha avuto successo soprattutto nei grossi centri come Londra e Manchester mentre nessuno si è accorto di lui in Scozia nonostante sia una delle bevande più consumate tra i maghi, ma noi-disse la rossa -tendiamo a consumare sempre le solite cose invece i babbani provano, collaudano, tentano per questo-

-chi ti ha assunto nella mia società- disse Malfoy girandosi verso la rossa e guardandola dall’alto in basso.

-io signor Malfoy- Draco si girò verso Williams -ci servivano giovani e la ragazza aveva voglia di mettersi alla prova in alcuni anni ha scalato…-

-si si immagino visto che è qui a parlarmi delle sue idee filobabbane, i vecchi ideali non muoiono mai eh Weasley-

Ginny era come pietrificata a guardarlo, avrebbe voluto rispondere ma non disse nulla e osservò i gesti del biondo che prese le altre cartelle poggiate sul tavolo e le guardò velocemente.

-ottimo lavoro- disse infine –lavora per intervenire anche in Scozia ogni tua idea prima di partire dovrà essere approvata da il mio vice Zabini-.

Ginny annuì aveva ancora un lavoro, lavorava ancora per Malfoy non le aveva riso in faccia non l’aveva beffeggiata e umiliata ma le aveva fatto addirittura dei complimenti. Draco Malfoy a lei Ginevra Weasley la ex del suo nemico storico Potter.

-Questi li prendo io- disse infine il biondo portandosi via i documenti.

-bene abbiamo concluso- disse Zabini alzandosi e dirigendosi anche lui verso la porta,- mi mostri la fabbrica Weasley o devo chiedere ad un impiegato qualsiasi?-

Ginny si riprese subito scattando a passo di marcia verso il moro che quasi si mise a riderle in faccia e lo superò portandolo a visitare ogni angolo dell’edificio e a conoscere il personale.

***

 

Aprì l’ombrello immergendosi nel silenzioso vai e vieni dei lavoratori londinesi, si strinse maggiormente la sciarpa e portò su il bavero del trench immergendosi nella via che portava alla Londra Magica, aveva raccolto i capelli in una coda alta per non vederli gonfiarsi a causa dell’umidità e a passo svelto si diresse a Diagon Alley dove era situato lo studio in cui faceva praticantato.

 Arrivò poco dopo le nove, un minuto dopo che il vecchio mago che dirigeva lo studio aprisse ; quella mattina avrebbe finito il suo lavoro in archivio e poi finalmente, dopo la pausa pranzo, avrebbe conosciuto il proprietario.

Il signor Cooper non aveva mai detto il suo nome, quando parlava di lui lo definiva il capo ed era l’unico che conosceva la sua identità. Hermione, con la solita curiosità che la contradiceva, aveva scoperto che era giovane ed aveva ereditato dal nonno lo studio.

Aveva conseguito continuato la laurea in Francia e dopo soli due anni aveva aperto uno studio per conto suo affiliandolo in seguito a questo che già possedeva a Londra.

-signorina Granger- disse il vecchio- buon giorno- disse il vecchio procedendo a passo lento verso la giovane.

-il capo sarà qui per pranzo lei finisca il suo lavoro in archivio e poi ci porti il caffè quando arriva il garzone del bar-

Hermione annuì avrebbe anche lavato in terra per essere assunta in quello studio, li passavano tutte le cause più spinose e importanti del mondo magico, a loro si rivolgevano i maghi più in vista e sempre loro erano quelli che avevano vinto più cause…si avrebbe lavato anche il pavimento per essere assunta.

Così senza perdere tempo si diresse prima in archivio dove sbrigo il lavoro in sospeso e verso l’una dopo aver preso i caffè per i capi andò nell’ultima stanza.

Bussò cercando di mantenere l’equilibrio, evitava di usare la magia per queste cretinate, pensando che infondo la manualità servisse, anche se la natura le aveva dato un dono enorme come la magia.

Sentì dei passi dietro la porta e finalmente fu invitata ad entrare, precedette l’uomo che le aveva aperto la porta e a passo deciso si avviò all’interno della stanza.

-buon giorno- disse ricevendo un mugugno come risposta, ma non se ne curò infondo non era nessuno per essere accolta con enfasi.

-ah bene questa è la nostra praticanda- disse Il signor Cooper presentandola mentre la riccia posava il vassoio su una parte sgombra della scrivania.

-si chiama Hermione Granger- quando il vecchio pronunciò il suo nome le venne naturale sollevare il viso e guardare l’uomo che stava dietro la grande e imponente scrivania in noce, ma appena lo fece venne come folgorata.

Lì davanti a lei dopo anni che non lo vedeva, anni che non sentiva la sua voce c’era Draco Malfoy in tutta la sua imponenza, la guardò un attimo scrutandola senza emettere un fiato, né un gesto, né un saluto, né uno dei suoi famosi ghigni di scherno. 

Niente la guardò solo un attimo e in quell’attimo Hermione sentì un brivido distogliendo subito lo sguardo da quelli del suo vecchio nemico, il suo odioso nemico il suo bellissimo e affascinante ex nemico.

-ha studiato all’università magica di Londra e lì si è laureata con il massimo dei voti- Draco mosse il capo ascoltando distratto quello che l’anziano avocato gli diceva

-nello studio è molto importante, da quando Hermione è qui il nostro archivio è finalmente in ordine- lui sollevò lo sguardo e ad Hermione sembrò che le avesse sorriso ma poi riprese a giocare con la piuma snobbandola

- le ho affidato molte pratiche e le ha svolte sempre molto bene-

-pensavo avesse già una segretaria signor Cooper – disse Draco guardando il vecchio.

-io si-rispose lui.

 

-Quindi sia chiaro, che cosa vuole per questa ragazza? che divenga la mia segretaria o un avocato dello studio o una semplice tiraborse di uno dei miei avvocati?- il vecchio avvocato osservò il giovane rampollo del casato dei Malfoy.

-Sarebbe un ottimo elemento per lo studio Signor Malfoy la ragazza è…-

-si l’ha già detto è abile e intelligente immagino, anche furba e alquanto ordinata visto che rimette in ordine gli archivi ma credo sia poco per assegnarle una scrivania e una targhetta nella porta in uno dei miei studi- disse Draco Guardando l’avocato.

Il vecchio mosse il capo capendo di aver fallito, quel giovane era un osso duro peggio del nonno con cui per anni aveva avuto a che fare.

Hermione invece si trovava in imbarazzo, era ferma come un palo mentre due uomini parlavano del suo futuro e lei la signorina perfettini non aveva voce in capitolo non era stata nemmeno interpellata.

-Per ora sarà la mia segretaria personale, visto che mi sono trasferito solo ieri da Parigi dovrà catalogare tutte le cause che ho portato avanti in questi anni in Francia. Se è veramente in gamba, come dice il signor Cooper, lo deve dimostrare a me- disse Draco guardandola e solo in quel momento osservò che la ragazza che per anni aveva detestato e odiato non lo stava guardando.

-Gradirei essere guardato in faccia quando parlo, come ha detto che si chiama?- chiese facendo l’indifferente il biondo, sapeva benissimo chi era, cosa era e cosa aveva fatto.

Conosceva a memoria ogni idea e ideale della giovane donna davanti a se, ma non le volle dare soddisfazione lui era il capo a lui si sarebbe sottomessa.

-Granger, Hermione Granger- rispose Cooper per lei.

-bene signorina Granger, spero che sia veramente in gamba tanto da meritare tutte le parole che l’avocato Cooper ha speso per lei, ora vada troverà le scatole con i documenti nell’archivio-.

Hermione inchino il capo in cenno di saluto e prima di girarsi pronunciò un debole

-grazie-

Prima di girarsi e uscire dalla porta del grande studio. Quando si chiuse la porta alle spalle si accorse di non sentire più le gambe e che il suo cuore batteva all’impazzata, l’agitazione e l’ansia che aveva prima di incontrare il capo erano niente rispetto a come si sentiva dopo averlo incontrato.

Sapeva che sarebbe stato difficile fare colpo su di lui senza che la conoscesse, senza sapere come lavorava, ma ora che sapeva chi era il capo era certa che non avrebbe mai avuto successo, anche se, beh ora sarebbe diventata la sua segretaria magari…

Non illuderti pensò, sei lì solo perché ti vuole umiliare ma lei era disposta ad essere umiliata per mantenere quel lavoro tanto sognato.

Si lei era una grifondoro e infondo mettere in ordine un po’ di scartoffie non la spaventava.

Fino a quando non arrivo in prossimità dell’archivio e noto centinaia di scatoloni su scatoloni che ingombravano il passaggio e fu lì che maledì il suo nuovo datore di lavoro, presuntuoso, schiavista ma notevolmente bellis… basta Hermione smettila di guardare a lui come ad un uomo è il capo e ti odia quindi smettila.

Così passò tutta la mattina e buona parte della sera a mettere in ordine pratiche e a lottare con i pensieri poco casti sul suo nuovo capo.

SPAZIO AUTRICE...

SPERO VI PIACCIA ANCHE QUESTO CAPITOLO, DA QUI INCOMINCIA LA STORIA VERA E PROPRIA...

SPERO VI PIACCIA.

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Capitolo 3
*** 3.IL MIO ODIOSO E AFFASCINANTE CAPO ***


3.Il mio odioso e affascinante Capo.
 
Chiuse il rubinetto dell’acqua calda avvolta nei fumi del vapore che salivano dalla vasca, cercò di rilassarsi chiudendo gli occhi per un secondo.
Era distrutta Hermione quella settimana era stata peggio di un incubo, Malfoy l’aveva fatta sgobbare come non le era capitato in tutti i mesi in cui lavorava solo con Cooper e pensare che reputava il vecchio avvocato un vero maniaco del lavoro.
Si sbagliava, Draco Malfoy l’odioso e presuntuoso Serpeverde che con il tempo era diventato ancora più odioso quanto affasciante, cosa che la sua testa non smetteva di rammentare, l’aveva sfinita.
Era corsa su e giù dal suo studio agli archivi ogni volta che gli serviva un fascicolo per poi riportarlo giù quando si accorgeva che il fascicolo che aveva portato non era quello richiesto.
Aveva controllato e inserito i nomi di tutti i nuovi clienti che dalla Francia Draco si era portato dietro preferendo smaterializzarsi a Londra per un consulto con il biondo avvocato che cercarne un altro meno affidabile in Francia. Questa cosa scosse un po’ Hermione rimanendo affascinata dalla spiegazione che un noto imprenditore magico Francese le fece del biondo.
Quando metto le mie carte in mano a Malfoy, so per certo che tutto si risolve” , Disse l’uomo sorridendo e stupendo la Riccia, come avesse fatto in così poco tempo a farsi un nome e una reputazione tale lo ignorava.
Anche lei, come il biondo si era laureata, anche se frequentano Hogwarts per l’ultimo anno in confronto aveva perso un anno ma lui non aveva ne fatto il praticantato ma aveva aperto subito uno studio.
Lui, ha i soldi.Disse la sua coscienza mentre apriva lentamente le palpebre e con la mano cercava il calice di vino che in precedenza aveva posato nel mobile vicino alla vasca da bagno.
-i soldi ripeté- quasi sussurrando prima di bere un generoso sorso della rossa bevanda.
Ma non era solo quello, non poteva essere solo quello. Lui ci sapeva fare, sapeva trattare con i clienti e con i colleghi, sapeva coinvolgerli e stimolarli a fare bene. Ricordava le sue parole d’incitazione per Taylor Simon prima di quell’importantissima causa di affido.
Taylor doveva difendere il diritto di una giovane donna, una mezzosangue, che aveva sposato un purosangue e per dei cavilli il marito voleva, dopo averla sposata e messa incinta, liberarsi di lei poiché aveva trovato una nuova donna per scaldargli il letto tenendosi però il figlio avuto con la donna assistita da Taylor.
Non ci sarebbero state speranze se lui non avesse incitato l’avocato del suo studio, se non avesse con lui rivisto l’arringa e i testimoni e se non si fosse recato con lui al ministero dove si svolse il processo.
Incuteva rispetto, aveva potere e ci sapeva fare nonostante fosse giovane, nonostante fosse appena arrivato a Londra e nonostante il suo cognome. Al nome Malfoy in molti storcevano il naso, al nome Malfoy in molti si scansavano, al nome di Draco Malfoy tutti alzavano il viso per vedere se era vero quello che si diceva di lui che era un brillante avocato e che da solo stava risollevando il nome della sua antica casata.
Appoggio lentamente il calice nel mobile e si sollevò dalla vasta tamponandosi con delicatezza con un lungo telo di soffice spugna.
Si avvicinò ancora con i piedi umidi verso il lavabo e con una mano pulì lo specchio appannato guardandosi un poco.
Si osservò bene, scrutando con occhio critico ogni parte del suo corpo; Guardò i suoi occhi insignificantemente marroni, guardò i suoi capelli ricci e indefiniti, guardò le sue spalle magre fino all’osso e i poi si guardò tutta. Le gambe erano lunghe ma sempre coperte cosa che lui guardava nelle segretarie degli altri avvocati dello studio, il suo seno era pressoché inesistente cosa che la sua amica Astoria aveva ben florido ricordò scocciata e poi beh il suo carattere. Lui la conosceva bene da anni anche se si erano rivolti la parola solo per insultarsi reciprocamente, lui sapeva cosa era, la canzonava spesso negli anni scolastici per essere una so tutto ma soprattutto sapeva come era e no non l’avrebbe mai guardata come ora voleva essere guardata.
Infatti, lui non l’aveva degnata di uno sguardo da quando era arrivato, né una battuta sui capelli, né una sui denti da castoro che in effetti non lo erano grazie a quell’incantesimo che lui le aveva scagliato al terzo anno, né una qualsiasi su i suoi amici. Non ne fece  nemmeno un sul suo sangue. Era invisibile per lui, utile solo a portare  scartoffie e caffè, ad accompagnare clienti al suo studio e riaccompagnarli all’uscita quando avevano terminato.
Per il resto la salutava con un gesto della mano e non la guardava mai in viso, sicuramente sarebbe stata l’unica che non avrebbe invitato alla festa di fine anno.
Ma la cosa che più la turbava era che lei voleva andarci per fare colpo su di lui, si diede della stupida se non si accorgeva di lei lavorandogli accanto con un solo finissimo muro a dividerli.
 Risultava impossibile che si accorgesse di lei in una festa dove sarebbero state invitate più di mille persone, così infatti le aveva detto Ginny che aveva ricevuto l’invito dalle mani del suo Vice Blaise Zabini.
Mancavano pochi giorni alla festa, pochissimi e se non l’avesse invita l’indomani per lei non ci sarebbe stata occasione per andare.
Uscì dal bagno assorta nei suoi pensieri , tanto che non si accorse di non essere più sola in casa.
-Mione- disse una voce che avrebbe riconosciuto tra mille.
-Ron – disse Hermione cercando di coprire alla bene e meglio le sue nudità. –che ci fai qui?- chiese infine.
-Un po’ di vacanze disse il rosso-
-Ah capito- risse la ragazza osservandolo.
-Ma dico io, non mi vedi da mesi e mi dici solo: ah capito. Potrei offendermi Hermione - la ragazza rise.
-Sei sempre il solito mammone – lo canzonò lei scompigliandogli con una mano i capelli tutti impomatati.
-Grazie amica, si vede che mi vuoi bene- risse lui guardandola storto.
-Mia sorella che fine ha fatto?- chiese il rosso.
-è ancora a lavoro -
-Ancora non mi capacito che non abbia accettato la proposta delle Holiday e che si sia lasciata con Harry -
-Ancora con questa storia Ronald- disse un’avvenente rossa fasciata nel suo splendido nuovo piumino blu cobalto come gli occhi di un certo vice presidente.
-Ciao Ginevra – la salutò il fratello mentre lei sbuffava togliendosi il piumino.
-Cosa ci fai qui?-
-Noto che non gradite la mia presenza- disse il rosso guardando prima la sorella e poi l’ex fidanzata ancora avvolta nell’accappatoio
-ma che dici Ron io sono felice che sei qui almeno qualcuno con cui parlare- disse Ginny.
-Cosa intendi dire scusa – chiese Hermione.
-Niente, amichetta mia solo. Tranne che forse dovresti andare a vestirti sei ancora nuda sotto quell’accappatoio-
Ron osservo scettico la scena e non chiese niente fino a quando Hermione non uscì dalla cucina.
-Niente si è invaghita del capo e si sente una fallita perché non la degna di uno sguardo-
-Ma il suo capo è un vecchio decrepito-
-No, non quel capo…Il Capo, Capo. Quello vero, il proprietario dello studio dove lavora ora gli fa da segretaria, ma non la vede proprio-
-E come fa a non vederla. Ha problemi agli occhi?-
-Ma tu non sei mio fratello, la mamma ti ha adottato non ci sono altre spiegazioni- lui gli fece la linguaccia per rispondere all’offesa.
-Magari una pluffa ha annientato quell’unico neurone rimasto-continuò Ginny.
-Dai smettila dimmi perché non la vede, Hermione è una bella ragazza-
-Ginny cosa stai facendo?- disse la riccia avvicinandosi pericolosamente all’amica.
-Niente informavo Ron sugli sviluppi del nostro lavoro-
-Davvero? - disse Hermione annientando la rossa con lo sguardo, se si osservava bene si vedevano saette in quegli occhi color cioccolato.
-Sì cosa c’è di male a dirgli come ci vanno le cose-
-Infatti, cosa c’è di male a dirmi come vanno le cose- riprese il rosso.
-Siamo sempre amici chiese?-
-Certo che siamo amici Ron-
-Allora mi dici che problemi ha il tuo capo che non ti vede?-
Hermione si buttò nel divano di fronte al rosso.
-il mio capo non mi considera, perché sono Hermione Granger-
-beh ti rispetta- riprese la rossa. –giusto Hermy non ti ha mai mancato di rispetto-
-No Ginny non l’ha fatto- disse stanca di ripetere sempre le stesse cose.
-Ti rispetta ma non ti considera perché sei Hermione Granger- ripeté Ron –non credo di aver capito-
-C’ avrei scommesso!- rispose acida Ginny, ma Ron non se ne curò
-Mi piace il mio capo Ron-
-Fino a qui ci sono arrivato- disse il rosso
“Menomale” mormorò Ginny solo con il labiale rivolta alla riccia.
-Solo che al mio capo non piacerò mai perché sono Hermione Granger-
-Anche questo l’ho capito-
- Non gli piaci perché sei tu-
-Sì, non gli piaccio perché sono io-
-Questo te l’ha detto lui? O è una tua sega mentale?-
-una sua seg…-
-Ginny- la riprese Hermione –lo sai bene non è solo una mia fissazione io non potrò mai competere né con le donne che ha avuto, né con quelle che potrà avere schioccando le dita-
-Esagerata neanche fosse …- le due ragazze guardarono il rosso aspettando che pronunciasse quel nome e quel cognome.
-No aspetta, state scherzando vero? Ditemi che è uno scherzo-.
La riccia scosse il capo e Ginny si premurò di portare un bicchiere con dell’acqua fresca.
-Mi sono innamorata di Draco Malfoy- disse infine prima che il rosso svenisse a causa del violento shock. 

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Capitolo 4
*** 4. Tutte le donne del Legismago ***


4. Tutte le donne del legismago.

 

Sfrego gli occhi dimenticandosi di aver messo il mascara e bevette un poco di succo all’arancia rossa che aveva in precedenza versato in un bicchiere di vetro, riprendendo a visionare le pratiche per la nuova causa di Draco.

Quello era il suo ultimo compito, l’aveva incaricata personalmente di analizzare e individuare dei piccoli cavilli su cui incentrare la difesa, era emozionata per questo; Lui le aveva dato una possibilità.

Ora oltre ai caffè e al riordino delle pratiche metteva in pratica i suoi studi.

Quella sarebbe stata la prima volta che avrebbero lavorato fianco a fianco, magari finalmente l’avrebbe notata, prima come avvocato e forse magari come donna.

Fu proprio in quell’istante mentre la sua mente vagava nel ricordo di quel corpo statuario e muscoloso che l’oggetto del desiderio si palesò di fronte a lei, ma non era solo.

La guardò un attimo, senza emettere alcuna espressione facciale e con voce fredda e dura gli disse:

-Granger, non voglio essere disturbato-

Hermione acconsentì con il capo mentre Draco superava la sua scrivania affiancato da due donne:

Una era Astoria una giovane ex Serpeverde dai lunghi capelli neri fasciata in un tubino bianco che le risaltava le forme morbide, soprattutto sul decolté che lasciava sempre in vista.

 L’altra era Daphne sua sorella che a differenza della piccola Greengrass aveva i capelli biondi come il grano, gli occhi azzurro chiaro ed era magrissima. Le due donne la esaminarono, per poi guardarsi divertite e appena Draco entrò nel suo studio sogghignarono perfide.

-Dovresti puntare più in basso Granger, non sei degna nemmeno di portargli il caffè- disse Daphne sorridendo beffarda all’indirizzo della riccia che rimase spiazzata dalla frase della ragazza.

Era così palese la sua infatuazione per il biondo e se era palese, anche lui se ne doveva essere accorto. Hermione diventò rossa come un papavero mentre la bionda percorreva il corridoio che divideva la scrivania della riccia dallo studio di Malfoy.

-dovresti pulirti il viso, messa cosi sembri un panda- disse Astoria, che dopo quella battutina acida si mise a ridere, con una risata stridula, dopodiché raggiunse gli altri due.

Hermione porto le mani sugli occhi e con i polpastrelli si sfregò le palpebre accorgendosi così del trucco sciolto, era un disastro. Lo sapeva che non avrebbe dovuto dar ascolto a Ginny, lei non sapeva tener su nemmeno del semplice rimmel e ora le ridevano dietro.

Scappò in bagno per vedere lo stato in cui si trovava e a causa del suo piccolo momento di vanità non vide la donna con i capelli neri a caschetto entrare senza essere annunciata nello studio del suo ex fidanzato.

-Draco che ci fanno loro qui- urlava una voce da bambina cresciuta cui hanno rubato il gioco preferito.

-Cazzo Pansy- disse Hermione guardando sconvolta il suo volto riflesso nello specchio.

Ora mi uccide, ora mi uccide.

-Pansy smettila di urlare- diceva freddo Draco trattenendo il polso della brunetta.

I piccoli tacchi che Hermione aveva ai piedi precedettero l’arrivo della riccia facendo girare tutti verso di lei. Tre donne la guardarono con malcelato disgusto mentre lui l’aveva letteralmente incenerita.

-Noi andiamo Dra’- dissero in coro le sorelle Greengrass che non degnarono Hermione nemmeno di uno sguardo quando le due furono scomparse oltre la porta dello studio legale Pansy riprese il suo monologo.

-Draco voglio delle spiegazioni. Le pretendo?-

-Pansy ora mi hai rotto-. Disse spingendola con forza dentro lo studio. –rimani lì fino a quando torno e non voglio sentire un fiato- disse rivolto alla mora.

Hermione si morse il labbro era incazzato, come ai vecchi tempi e lei non sapeva per quale motivo indietreggiava come una ragazzina impaurita.

 Porca paletta era una Grifondoro, aveva affrontato la guerra, sconfitto Voldemort e a quell’uomo altro, austero, imponente e con un viso teso e irritato tanti anni prima aveva dato un pugno, non poteva ora avere paura.

Aveva paura? No. Ripeté sa se.

Aveva tanta paura. Paura che ora la mandasse via, senza un’opportunità.

L’aveva fatta grossa? Forse

L’aveva fatta decisamente grossa a guardare l’espressione tesa del biondo.

-Granger. Dimmi cosa non hai capito della frase non voglio essere disturbato. Dimmelo-

-Io… Io ecco io…

-io un cazzo Granger, ti ho chiesto una cosa. UNA e non sai fare nemmeno quella-

Hermione boccheggiava come scottata dalle parole del biondo.

-ero in bagno, come potevo immaginare sarebbe arrivata in quel momento-

-magari bloccando l’entrata, ma pare che per te l’uso della magia sia un opscional-

-Non l’ho fatto apposta sai? Non era mia intenzione far incontrare la tua ex con la tua nuova fidanzata, se è questo che credi-.

Draco si blocco assottigliando lo sguardo.

-che cazzo d’idee si è fatta la tua mente malata Granger?-.

-nessuna- disse indietreggiando ancora.

-vedi di preoccuparti maggiormente per quello per cui sei pagata che per chi o cosa m’intrattengo nella mia vita privata. Questo è un avvertimento la prossima volta, al prossimo sbaglio sei fuori-.

Disse il biondo guardandola dall’alto in basso.

-ora sparisci, prima che cambi idea. Non voglio vedere la tua faccia fino al ritorno dalle vacanze-

- E la festa di fine anno?-chiese pentendosi un momento dopo di aver fatto quella domanda.

-ahhh, ahhh, ahhh, non farmi ridere Granger a quella festa parteciperanno amici, soci e personaggi in vista delle mie industrie tu sei la mia segretaria per giunta in prova. Più che pensare alle feste dovresti pensare a far bene in tuo lavoro al ritorno dalle vacanze pretendo delle analisi soddisfacenti su quei documenti- disse indicando con un gesto secco la scrivania.

–ora evapora dalla mia vista- disse.

 Hermione non se lo fece ripetere prese la borsa infilo confusamente i documenti e si punto la bacchetta per poi smaterializzarsi a casa.

L’ultima cosa che vide fu il suo volto ancora teso e contrariato e non riuscì a trattenere un lacrima che scivolò dal suo viso.

SPAZIO AUTRICE...

Questo è l'ultimo capitolo prima della festa logicamente l'abito sarà quello dell'immagine ma manca la maschera...

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Capitolo 5
*** 5.COME UNA PRINCIPESSA. ***


5. Come una Principessa.


Aveva passato giorni a crogiolarsi sugli avvenimenti accaduti nello studio, aveva pianto. Era sconfortata talmente tanto che a stento riusciva a riconoscersi. Lei era sempre stata forte anche nei momenti di tristezza, era sempre stata la spalla dei suoi amici e ora, crollava come una stupida ragazzina alla prima cotta.
Alla prima disfatta. Al primo rimprovero.
Doveva fargli vedere che lei, era forte, era cresciuta, era maturata, era un validissimo avvocato e non una segretaria, tanto meno una cameriera.
 Non era una sciacquetta come le sue amiche, per questo si mise d’impegno notte e giorno per finire la sua analisi.
Doveva mostrargli che era la più competente, la più preparata. Doveva fargli rimangiare tutto e dopo aver raggiunto il suo scopo, gli avrebbe fatto pagare tutto con gli interessi.
Soprattutto le umiliazioni di quelle tre galline.
***
Erano appena scoccate le tre della mattina del trentun dicembre, mancavano diciassette ore esatte alla grande serata danzante che si sarebbe svolta al Manor dei Malfoy aperto dopo anni per l’occasione. 
Hermione quella notte non era ancora andata a dormire. Mancava poco per finire il lavoro e non appena avesse collocato l’ultimo punto sulla pergamena, avrebbe spedito il tutto, mettendo così la parola fine alle sue fatiche.
Scostò lo sguardo per un momento verso la pagina del “Profeta” che era rimasta aperta sul divano: quello era il suo incentivo a lavorare. Nell’articolo si menzionava l’agognata festa, si favoleggiava sulla moltitudine di autorità che avrebbero presenziato all’evento, i maghi e le streghe più in vista del paese.
Sbuffò, riportando la mente al suo lavoro e scacciando dalla mente il viso di quell’uomo dai crini dorati e gli occhi di ghiaccio. Era un angelo ma un diavolo al tempo stesso, in fondo era Lucius il suo secondo nome.
Sospirò e si rimise a lavoro.
Quando finalmente mise la parola fine alla sua analisi, chiamò a sé il piccolo gufo di Ginny e lo spedì seduta stante verso casa del suo capo, dopodiché, cercò di rilassarsi. Nella sua mente, però, vorticava un piccolo pensiero. 
Aveva scordato una cosa, aveva scordato una cosa ma non se ne curò poiché le palpebre divennero, pesanti e Morfeo la invitava ad abbandonarsi dolcemente tra le sue braccia.
Intanto a villa Malfoy…
Draco quella sera aveva deciso di uscire per locali con i suoi amici di sempre: il solito Blaise Zabini e Theodor Nott che insieme a Malfoy, erano rimasti gli unici rampolli delle più grandi casate purosangue a non essersi sposati e per come si divertivano, passando da fiore in fiore, non ne avevano alcuna intenzione.
Quando il piccolo allocco marrone arrivò a destinazione, depositò la sua posta al primo individuo che aprì la finestra non preoccupandosi che fosse o non la persona cui la posta era stata mandata. Nessun comando specifico, era stato dato al piccolo gufo, così che il lavoro di giorni fu aperto e letto da qualcuno che non avrebbe mai consegnato il suddetto lavoro a Malfoy, buttandolo nell’immondizia non appena lesse: Hermione Jane Granger.
Qualcuno o forse qualcuna, a Villa Malfoy non vedeva di buon occhio la collaborazione con una sporca mezzosangue.
***
Si svegliò di scatto massaggiandosi la schiena: non aveva mai dormito così male. Anche la tenda da campeggio usata con Harry e Ron nel loro viaggio per distruggere gli Horcrux era più comoda del tavolo su cui la notte prima si era assopita.
-Ehi dormigliona?- disse Ron entrando a passo di marcia dentro la piccola sala da pranzo.
-Sei ancora in questo stato?- riprese guardandola con la coda dell’occhio mentre poggiava un enorme involucro di tela bianco.
-Che cos’ è?- chiese curiosa Hermione.
 -Il tuo abito per la festa- rispose Ron. – anche se sono poco convinto di dartelo giacché non mi ha nemmeno salutato-.
-Ciao Ron- rispose Hermione con la voce ancora impastata dal sonno.
-Credo che dovrai riportarlo indietro, visto che alla festa non sono stata invitata. Io sono solo una segretaria, per giunta in prova- ribadì sconsolata.
-Ma non serve essere stai invitati. Mia cara so- tutto- io- ma-ignoro l’essenziale - disse sorridendo l’amico. – alle feste, soprattutto quelle dei ricchi, ci s’imbuca-.
-Tu sei tutto scemo!- disse Hermione grattandosi la fronte con fare dubbioso.
-Io penso di essere un genio. Lo  sono talmente tanto, che ti faccio indossare una delle mie creazioni- concluse. Così, con la sua proverbiale arte scenica aprì il grosso involucro di cotone e con nonchalance estrasse un abito lungo con la gonna ricoperta interamente di tulle grigio perla, mentre il corpetto era completamente ricamato con perle grigie e dorate.
-è stupendo - disse Hermione guardando ammirata la creazione di Ron.
Era diventato uno stilista e aveva aperto un piccolo negozio a Firenze dove si era trasferito subito dopo la guerra.
-Lo so Hermione, lo so- enunciò soddisfatto.
-Perché fai questo per me?-chiese la giovane avvocatessa.
-Primo perché sei mia amica e per qualche ragione sconosciuta e alquanto bizzarra so che andare a quella festa per te è importante- disse serio -Secondo perché devi far schiattare quelle megere da quattro soldi, come le sorelle Greengrass e la Parkinson- aggiunse divertito –infine, beh, se vieni notata in quella festa: osserveranno anche l’abito e beh sai, sono tutti estremamente ricchi e facoltosi gli invitati del furetto-.
-Ron non chiamarlo Furetto- lo riprese Hermione abbracciando il suo ex fidanzato e miglior amico.
-Grazie- disse infine, lui sorrise accarezzandogli la testa.
-Ora vai a lavarti che il tempo stringe-.
Hermione non si fece pregare ed andò immediatamente a farsi una bella doccia energizzante, s’imbellettò con creme e si passò uno strato di smalto bianco perla sulle unghie. Asciugò i capelli e cercò di piastrarli ma come al solito quelli erano indomabili.
Infilò l’abito e andò a farsi ammirare dal carissimo amico.
-Se non fossi gay, ci proverei anch’io spudoratamente- disse Ron facendo ridere Hermione per poi accodarsi a lei.
-Davvero sto bene?- chiese scettica.
-Bene? tu non stai bene Hermione, tu sei stupenda. Ora via questi- disse Ron un rapido gesto della bacchetta, facendo scomparire i ricci della ragazza che ora aveva i capelli cortissimi.
-Oddio i miei capelli.- urlò.
-Tranquilla ricrescono-
-Un po’ di rosso sulle labbra- disse per poi guardarla scettico in viso.
-No, Meglio rosa più delicato- continuò mettendo il rossetto.
-Ah bene, ora metti questa- disse Ron porgendogli una mascherina color argento tutta decorata di piume e stras. La ragazza eseguì gli ordini di Weasley e mise la maschera che avrebbe celato la sua identità.
-Hermione, ricordati che la festa in maschera finisce alla mezzanotte e che poi tutti dovranno toglierle e celare la propria identità-
-Quindi devo rientrare a mezzanotte - disse sconsolata.
-Sì, se non vuoi essere beccata-
-Meglio di niente - disse sorridendo, poi si guardò i piedi ancora nudi.
-Senti Ron, non avresti anche delle scarpe per abbinare al vestito?- chiese speranzosa.
-Oddio! Certo che sbadato, me ne ero scordato… -
Andò a frugare nell’enorme borsone dal quale estrasse due bellissime scarpine tutte ricoperte da piccoli strass sia nel tacco sia nel plateau.
-Grazie Ron, oh grazie Ron - disse indossando le scarpe e acquistando quindici centimetri. – sono divine. Tutto è divino, tu sei divino - finì.
-Oh lo so, cara - rispose divertito. – Ginny ti attende al cancello del Manor, ora va è stendili tutti piccola- disse Ron nel momento in cui Hermione si smaterializzò di fronte a villa Malfoy.
 
 
SPAZIO AUTRICE.
SPERO VI PIACCIA...RON FATA MADRINA E STILISTA...  MI SONO ISPIRATA UN PO AD UN LIBRO IL TERZO MI PARE DI "I LOVE SHOPPING".
KISS.
P.S SE RIESCO STASERA IL BALLO .

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Capitolo 6
*** 6.IL GRAN BALLO ***


6.Il gran Ballo.

Si era smaterializzata davanti al grande cancello di ferro battuto che imperioso sovrastava il grande Manor, dimora secolare dei Malfoy.

Hermione si guardò intono posizionando bene la maschera sul viso e si avviò a passo svelto lungo il piccolo sentiero che conduceva al grande portone, aveva intravisto Ginny stretta nel suo nuovo abito blu cobalto e notando gli occhi del moro con cui stava parlando, capì al volo il perché dell’improvviso amore per quel colore.

Ginny sgrano un poco gli occhi osservando la ragazza che le passo davanti e sorrise.

-perché sorridi ora Weasley, ti ho detto che non intendo mettere pubblicità per Londra con l’immagine del whisky e dell’azienda e tu ridi-

-non sto ridendo Zabini, sorrido è una cosa totalmente diversa-

-non è diversa per me-ribadì lui.

-come no,- rispose di rimando la rossa.- oh sei una palla, io entro dentro ho voglia di divertirmi non di restare qua fuori a parlare con te e buscarmi un influenza- disse superando il moro che rimase spiazzato dal gergo per niente accondiscendente della ragazza.

-Wesley io sono un tuo superiore, mi devi rispetto-

-ah si allora prego- disse porgendogli il braccio.- sono lieta di condurla alla grande serata danzante offerta…-

-smettila rossa- la riprese Blaise –Da quella parte si va per le cucine. La festa è da quella parte si vede che non sei mai venuta qui-

-guarda Zabini non so se esserne felice, le tre persone che conosco e sono venute qui non l’hanno fatto con molto piacere- lui rimase schioccato dalla disinvoltura che la ragazza mostrava nel parlare di tutto anche di quegli argomenti delicati.

-scusa- disse il moro.

-ti scuso soltanto se mi fai ballare- disse Ginny sorridendo.

Blaise la guardò un attimo lanciando un rapido sguardo al resto della sala e senza soffermarsi su nessuno affermò:

-volentieri- sorridendo di rimando alla rossa e stringendola a se.

***

 

Era entrata dal portone principale, senza che alcuna guardia le avesse chiesto né l’invito né chi fosse ed ora girava come una trottola per la sala, avvolte qualcuno le sorrideva e lei per non sembrare sgarbata di rimando faceva lo stesso.

Oramai la serata era entrata nel clou, Ginny era praticamente avvinghiata a Blaise Zabini che non gli toglieva gli occhi di dosso e lei invece non aveva ancora visto il capo.

Un tipo alto con i capelli castani l’aveva afferrata per un braccio e buttata in pista per ballare con lei la quadriglia, un antico ballo medievale che ancora oggi veniva ballato nel mondo magico.

L’uomo le mise una mano sul fianco poggiando mano libera su quella della ragazza tenendo infine la schiena tesa come una corda di violino, quando Hermione sollevò lo sguardo, vide che di fronte a lei c’era il suo tanto sospirato capo.

 Draco fece lo stesso con la sua dama, una ragazza dai lunghi capelli neri e un decolté fiorente, sicuramente la piccola delle Greengrass, la bella e inibita Astoria. Quando anche il biondo incontrò gli occhi marroni della ragazza rimase come stregato, dalla giovane che si trovava di fronte non degnando più nessuna di un suo regale sguardo.

Incominciarono a ballare muovendo i passi e seguendo i rispettivi partner senza mai staccare gli occhi gli uni dagli altri fino a quando con l’evolversi del ballo finirono uno nelle braccia dell’altro.

Quando le loro mani si sfiorarono un brivido percorse la loro schiena. Desiderio. Eccitazione. Un’alchimia evidente a chi li circondava. Tanto che attorno in molte si erano accorte della cosa…

-spero si stia divertendo- disse Draco mentre la prendeva sui fianchi e la faceva saltare.

-moltissimo- rispose Hermione a voce bassa timorosa di essere riconosciuta, mentre le gote gli si imporporavano per i leggeri tocchi del biondo.

-bella maschera- continuò il biondo mentre le girava intorno osservando il corpo della ragazza. La stava mangiando con gli occhi, mentre incamerava ogni piccola informazione per scoprire la sua identità.

Capelli corti, troppo corti sinonimo di una donna indipendente e sicura di se, pensava Draco.

Corpo magro e ben definito, seno piccolo e sodo almeno alla vista.

Non molto alta, ma stabile sui tacchi.

Non era Astoria che in quello stesso istante lo trucidava con lo sguardo trovandosi due coppie più in la, rispetto al biondo e alla misteriosa e affascinante ragazza.

Non era nemmeno Daphne poiché aveva lasciato il suo colore naturale ed era riconoscibilissima, tanto che Theo gli era addosso da ore per ricavare un piccolo ballo, povero ancora non si era arreso.

Poi finalmente notò il piccolo tatuaggio nel collo, una piccola fatina con le gambe incrociate e un libro tra le mani, fu più forte di lui e sfiorò il tattoo. Era stato fatto da dei babbani, poiché si sentivano i puntini di come l’ago si era inserito nella pelle. La ragazza si girò come scottata da quel tocco e si ritrasse.

-aspetta scusa, non andare via. Prometto che non lo faccio più-cercava di scusarsi Draco.

Hermione acconsentì, continuando a ballare con lui per alcuni secondi fino a quando ritorno al suo primo cavaliere e si ritrovò nuovamente il biondo di fronte.

Quando la musica cessò tutti i partecipanti alla quadriglia si dispersero nella pista da ballo alla ricerca della prossima dama per l’ennesimo giro di danza, la Granger si divincolò dal tipo castano cercando riparo verso una parte in penombra della sala.

-eccoti- disse un uomo alle sue spalle. Si girò di scatto per guardarlo in viso, anche se avrebbe riconosciuto quella voce, quella cadenza tra mille.

-troppa confusione- rispose Hermione, anche se il biondo non gli aveva fatto alcuna domanda.

-allora vieni- disse afferrando la mano della ragazza e conducendola fuori nel parco,- qui nessuno ci disturberà-

Hermione si lasciò condurre per l’immenso giardino, superarono una grande fontana con dei pesci rossi.

-sono magici- disse Draco interpretando lo sguardo della ragazza che guardava l’acqua ghiacciata e i pesci che incuranti continuavano a nuotare.

Superarono il roseto per giungere fino ad un piccolo gazebo nascosto dalle siepi.

-eccoci- disse il biondo lasciando il braccio della ragazza e accarezzando i suoi fianchi mentre la guardava dritto negli occhi.

-bello qui- disse Hermione cercando di smorzare la strana atmosfera che gli circondava.

-ti piace?- chiese, mentre la ragazza acconsentì muovendo semplicemente il capo.

-questo era il posto preferito di mia madre, ora che lei non c'è più è diventato il mio. Ci vengo spesso quando penso a lei, quando sono triste e mi sento solo. Vengo qui e sento la sua presenza-

Hermione spalancò un poco le labbra e un velo di tristezza gli appannò gli occhi.

-non sapevo tua madre fosse morta-lui sorrise tristemente.

-ne deduco che non siamo amici- disse Draco trasformando il suo sorriso da triste a contento. Era bellissimo quando sorrideva non il suo solito ghigno irrisorio ma un sorriso vero che scopriva i suoi denti bianchi e perfetti.

-non proprio- rispose Hermione sorridendo anch’essa.

-e posso sapere, il tuo nome?- chiese cercando di rimanere vago

-no questa è una festa in maschera e vige il segreto-lo riprese la ragazza, sperando che il biondo non insistesse ancora sulla cosa.

-e non faresti un piccolo strappo alla regola- chiese cercando di impietosirla facendo gli occhi dolci da cucciolo-

-no, signor Malfoy alcuno strappo- rispose divertita.

-sei vestita da fata ma sei un diavolo lo sai- gli sussurrò nelle orecchie provocandogli un brivido.

Sospirò, chiudendo gli occhi per un istante cosa che anche Draco notò.

Quando gli riaprì vide una piccola stella cadente eh un oh di sorpresa le si bloccò in gola.

-cosa c’è?-chiese il biondo che non aveva più detto nemmeno una parola perso a guardarla.

-niente solo che ho visto una piccola stella cadente-

-quindi ti sorprendi per così poco?- chiese sfiorandole il viso con il pollice

- c’è una leggenda che dice che se, se ne vede una si deve esprimere un desiderio-

-sei romantica quindi mia bella e misteriosa fata-

-un poco-

-hai espresso un desiderio?- chiese il biondo curioso.

Hermione sorrise,

-si- rispose ma non gli disse che aveva espresso il desiderio di essere baciata da lui.

-e cosa desideri?-

-non si può dire se no non si avvera- rispose la ragazza diventando seria e facendo così ridere di gusto il ragazzo, anche la sua risata era bellissima. Non rideva mai, era sempre serio sempre rigido.

Perché si ostinava a tenere una maschera nella vita e non mostrava com’era in realtà. Un ragazzo normale con le sue fragilità e con dei sentimenti.

-se l’avessi vista, avrei chiesto come desiderio quello di poggiare le mie labbra sulle tue- disse il biondo avvicinandosi pericolosamente al viso di Hermione che rimase come impalata aspettando quel leggero contatto che arrivò pochi istanti dopo. Le sue labbra erano morbide e sapevano di whisky e menta, quando la sua lingua chiese l’accesso per un bacio più coinvolgente la ragazza socchiuse un poco le labbra invitandolo a giocare e danzare con la sua.

Sembrava che volasse, stretta a quell’uomo che ormai le faceva battere il cuore. Ricambiò il suo bacio e si staccarono solo quando ebbero bisogno di respirare.

Rimasero minuti interminabili abbracciati sotto quel piccolo gazebo in mezzo al grande giardino del Manor, lui le accarezzava dolcemente il viso e lei non smetteva di specchiarsi negli occhi grigi del ragazzo.

-io devo andare- disse debolmente Hermione staccandosi dall’abbraccio lasciando il ragazzo perplesso.

-andare! Dove?- chiese

-a casa si è fatto tardi e dentro- disse indicando con un gesto la villa,

-si staranno chiedendo che fine ha fatto il padrone di casa-

-Non puoi andare via- disse Draco rendendosi conto che la ragazza era già a un passo da lui.

-oh si che posso sono in ritardo- riprese Hermione.

-in ritardo. Stai scherzando vero- Draco si stava spaventando non era mai stato bene co una donna come con quella ragazza misteriosa non servivano parole o grandi gesti gli era servito solo guardarla negli occhi, nell’anima per stare bene per trovare finalmente la pace.

-no affatto- disse scendendo le tre scale del gazebo e avviandosi per il piccolo sentiero, lui la seguiva a due passi ma lei accelerò.

-io non so il tuo nome- urlò Draco quando la ragazza era già arrivata al grande e imponente cancello di ferro battuto.

-credo sia meglio per tutti che non lo scopra mai-Disse di rimando la ragazza. Facendolo sbiancare e ansimare dalla corsa.

-ma io voglio saperlo- disse giungendo accanto a lei nel momento in cui Hermione si smaterializzo e solo per un attimo i loro occhi si incrociarono ancora.

Andata era andata e non sapeva niente, né il suo nome né un piccolo indizio per rintracciarla.

Ma lui doveva scoprire chi era, doveva scoprire la sua identità fosse l’ultima cosa che faceva in vita sua.

 

-Draco- disse una donna alle spalle del biondo.

-Draco. Ti stavo cercando per tutto il manor, dove eri finito?- il biondo cercò di parlare ma Astoria lo interruppe ancora.

-su vieni c’è il valzer è avevi promesso di ballarlo con me- Draco si lasciò trascinare a malavoglia verso la grande villa ma ogni tanto girava il capo sperando che la sua fata ritornasse dal punto in cui era scomparsa.

SPAZIO AUTRICE.

ODDIO NON SO COME è USCITO, SPERO VI PIACCIA... ORA INCOMINCIA IL BELLO ;D

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Capitolo 7
*** 7.DOPO IL BALLO ***


7. Dopo il ballo (Draco).

Appoggiò la fronte al freddo marmo del camino, era un gesto che faceva spesso quando voleva schiarirsi le idee e quella notte le idee e i pensieri lo stavano facendo impazzire.

-Draco- disse l’uomo che entrò senza bussare nello studio del biondo.

-hai saputo qualcosa?-chiese Malfoy senza nemmeno girarsi verso il suo interlocutore.

-niente mi dispiace- continuò l’uomo avanzando affinché il biondo lo potesse vedere, - sembra sparita-.

Draco di staccò dal camino e andò a versarsi l’ennesimo bicchiere di whisky.

-ne vuoi Blaise-

-no grazie ho bevuto troppo questa sera-

-pensi che sono pazzo Blaise?- disse Draco sollevando lo sguardo verso il moro.

-No, perché dovrei- rispose Zabini avvicinandosi al grande camino di marmo bianco per scaldarsi un poco.

-perché sto cercando una donna per tutta Londra. Senza un indizio uno per riconoscerla-

-sei sicuro Draco, sicuro che non abbia rivelato nulla sulla sua identità-

-sicurissimo. Si è fatta baciare e poi è scappata via come se avesse un impegno improrogabile prima che potessi togliergli la maschera-

-forse è la maschera e quello che sarebbe successo dopo la mezzanotte, l’ha fatta scappare-

-si ma se aveva paura di essere riconosciuta da me, perché si è spinta così in la-

-Draco mi stai chiedendo di spiegarti la mente delle donne. Perché amico te lo dico hai sbagliato persona. Non ci capisco niente-

-come Blaise sei sempre stato il migliore tra i due, sono passate più donne nel tuo letto che in quello di tutti i maghi che conosco-

-divertente, divertentissimo Malfoy-

-che c’è, hai trovato una che ti sfugge?- disse il biondo sollevando lo sguardo sull’amico.

-non è che mi sfugge e che proprio non mi guarda-

-certo deve essere uno smacco essere messo all’angolo da una traditrice del suo sangue-

Blaise sbuffò andando a prendersi del whisky facendo ridere Draco.

-che c’è – dispose secco il moro, me l’hai offerto prima ora ne ho voglia o non posso?-

-No no serviti pure- disse Draco

-Comunque non mi ha messo all’angolo credo abbia un altro o forse non ha mai…-

-oddio dimmi tutto Bla, ma non dirmi che non te la porti a letto perché lei pensa ancora allo sfregiato. Che per inciso è sposato e abita in America-

Blaise non rispose e butto giù tutto d’un colpo il whisky.

-che intendi fare ora?- chiese Blaise riportando il discorso su Draco.

-cercarla. La voglio Blaise, chiunque sia, io la voglio-

-sicuro non sia solo uno sfizio che ti vuoi togliere, solo curiosità?-

-l’ho portata al gazebo – Blaise lo guardò incredulo.

-le ho raccontato di mia madre. Non so com’è successo, e non chiedermelo. Non so cosa quella fata mi ha ispirato ma l’ho sentita vicina, per la prima volta una donna mi ascoltava e mi guardava per com’ero non per cosa ero- disse guardando il fuoco che pian piano si spegneva.

-Guardava Draco non Malfoy- riprese avendo gli occhi blu di Blaise Zabini che lo scrutavano increduli.

-Sembra stupido perché è stato un attimo, dei brevi momenti in cui mi sono sentito come in paradiso.

Poi se né andata e mi sono sentito vuoto, non hai idea di cosa significhi stare tra le braccia di quella donna e poi ballare con le altre, tutte diventano niente al suo confronto e non parlo di donne di poco conto ma di Astoria, Michelle, Daphne nessuna regge il confronto con il calore che provato toccando le sue mani, accarezzando il suo viso, sfiorando le sue labbra- disse girandosi verso l’amico.

-la devo trovare Blaise, la devo trovare se no impazzirò-

Disse infine il biondo passando una mano su i suoi capelli biondi scompigliandoli un poco.

***

Dopo il ballo (Hermione).

Era arrivata subito dopo la mezzanotte ed era ancora eccitata dagli avvenimenti della sera, sembrava un sogno.

Forse lo era, aveva ballato, l’aveva toccato per la prima volta lei aveva messo le sue mani sul viso tra i capelli di Draco Malfoy.

 Ancora sentiva il suo profumo inebriante di sandalo e muschio nelle mani, il suo sapore di whisky e menta sulle labbra, ma soprattutto sentiva i suoi occhi, i suoi occhi che la guardavano per la prima volta desiderosi di fondersi con i suoi.

Respirò profondamente cercando di imprimere nella mente ogni attimo di quella sera, poiché sapeva che mai più sarebbe tornata.

I sogni, Hermione, durano un lampo, un battito d’ali e lui mai sarà tuo.

 Lui non sarà tuo perché tu sei solo una semplice nata babbana, troppo poco per mischiarti con il principe purosangue.

Tu sei solo una segretaria tutto fare, troppo poco per mischiarti con il capo del tuo studio.

Tu sei Hermione Granger e non potrai mai stare con Draco Malfoy.

Quello che aveva vissuto quella sera era un sogno, il tuo segreto che custodirà nel cuore per sempre, ma dalla prossima settimana tutto tornerà come prima. Sarai ancora la sua segretaria e lui il tuo capo, nulla più.

Perché infondo, nulla è accaduto tra di noi, mentiva al suo cuore Hermione si raccontava delle storie per non farlo sperare per non farlo soffrire e soffrire anche lei con lui.

Solo lei sapeva quello che era successo Draco, il suo Capo non sapeva chi era e mai e poi mai l’avrebbe saputo.

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Capitolo 8
*** 8.Licenziata. ***


8. Licenziata.

Era arrivata con un super sorriso stampato in viso quel due gennaio Hermione, le altre segretarie dello studio la guardavano un po’ spaesate; Che cosa avesse da sorridere quella ragazza era un mistero.

Primo perché stavano lavorando quando la maggior parte dei Londinesi era ancora in vacanza, secondo c’era un freddo assurdo e terza cosa, lei era stata l’unica a essere estromessa dal ballo.

Ecco il ballo, quello era uno degli argomenti principe quella fredda mattina, nessuna donna all’interno dell’enorme studio parlava d’altro.

Il ballo di fine anno a villa Malfoy era stato un successo anche il profeta ne aveva parlato nell’edizione pomeridiana del primo dell’anno.

E quelle pettegole delle segretarie dello studio non erano da meno.

-hai sentito-disse Ivonne la segretaria di Taylor.

-oh certo non si parla d’altro- rispose Ketty la segretaria arpia di Cooper.

-lui ha perso la testa- riprese Ivone, mentre Hermione tendeva le orecchie per sentire meglio.

-la Greengrass è furiosa- aggiunse Viky Preston la segretaria più anziana.

-ma si sa chi è?- continuò Ivone guardando le altre due con fare interrogativo.

- no, lo ignora, ma non pensa che a lei-Disse con voce sapiente Viky che di tanto in tanto osservava Hermione per vedere la sua reazione, ma la Granger come un automa faceva finta di niente e continuava a scribacchiare nella pergamena.

-la sta facendo cercare tra tutti gli invitati-aggiunse ancora.

Quella notizia la colse impreparata alzò di scatto la testa e con la mano rovesciò tutto l’inchiostro sulla scrivania imbrattando i vestiti e i documenti e facendo sogghignare Milly, l’altra aiutante di Malfoy, quella che si era portata dalla Francia e che la riprendeva ogni santo giorno per le sue mancanze.

-ah si è come?- chiese Ketty incurante del disastro che Hermione aveva combinato e più curiosa di scoprire chi fosse la donna che aveva stregato il grande capo.

-non lo so. Dice che ha un segno che riconoscerebbe tra mille- a Hermione, venne un colpo. Respirò affannosamente prima di riprendersi, si toccò i capelli imbrattandoli, ma non gli importò niente.

Erano tornati lunghi e ricci, non avrebbe mai visto cosa essi celavano. No, non avrebbe scoperto chi era la sua misteriosa dama del ballo. Sapeva bene che quello era un sogno, il suo sogno impossibile e come tale sarebbe rimasto.

Le voci si bloccarono all’improvviso quando un biondo alto e muscoloso, fasciato da un abito sartoriale nero, varcò il portone d’ingresso.

Camminava con la solita andatura strascicata senza degnare di uno sguardo nessuna di loro che invece gli sbavavano dietro come delle ragazzine assatanate.

Arrivato vicino alle sue assistenti, le guardò, prima Milly cui donò alcuni documenti riservati, la ragazza li prese tra le mani come se avesse ricevuto un premio, sorrise affabile e si sedette compiacendo quelle carte.

-Ottimo lavoro- disse infine il capo osservando la donna dall’alto in basso mentre il suo solito ghigno faceva bella mostra sul pallido viso. Anche quel giorno Milly era abbigliata come una bambolina, vestito corto rigorosamente rosa a scoprirle le gambe, tacco vertiginoso, capelli sciolti lisci e biondi impreziositi da un cerchietto e trucco troppo pesante per la mattina.  Dopodiché, si voltò a guardare l’altra assistente, la sua nuova segretaria e il sorriso gli si spense.

-Dannazione Granger che hai fatto- disse schifato guardando l’inchiostro che colava sul pavimento e i documenti, i suoi preziosi documenti imbrattati dal liquido nero.

-sei un disastro- disse oltraggiato – pulisci immediatamente questo impiastro e pulisci anche viso e abiti prima che arrivino i clienti, non tollero che i miei dipendenti siano sciatti e che l’ambiente dove lavoro sia scambiato per un porcile-

Hermione si sentì morire dentro, l’aveva umiliata davanti a tutte e se l’era meritato con un gratta e netta aveva scostato l’inchiostro dalla scrivania e dai documenti.

Aveva ripulito anche la pozza che era caduta sul pavimento e ora toccava alla sua persona essere ripulita.

Si recò in bagno, osservandosi un attimo allo specchio era veramente pessima:

I capelli erano diventati tutti neri sulle punte proprio dove si era toccata per vedere se erano lunghi, la maglia che era bianca ora aveva chiazze sparse di nero come il manto di una mucca. Anche i suoi mocassini si erano macchiati li osservò bene e noto oltremodo che si stavano scollando, sciatta ecco quello che era.

Sbuffò mentre con la bacchetta faceva sparire le macchie e con l’acqua si ripuliva il viso.

Quando ritornò alla sua scrivania, vide che Milly, l’altra segretaria la guardava scrutando ogni sua minima mossa.

-che ho?-chiese rivolgendogli la parola per la prima volta da quando era arrivata nello studio.

La ragazza non rispose continuando a guardarla Hermione, non la reggeva ma non poteva dirlo apertamente Draco la considerava la sua prima assistente e doveva tenersela buona se poi voleva in un futuro occupare il suo posto.

-Granger- disse Draco spuntando con il solo capo dalla sua porta -vieni immediatamente qui-.

Hermione scatto in piedi come se nella sedia ci fossero puntine e quasi corredo arrivò nel grande studio di Malfoy.

La stanza era immersa nella luce, innaturale se si pensava che fuori il cielo era plumbeo e che da giorni pioveva ininterrottamente.

-Si- disse Hermione avvicinandosi a passo di marcia alla scrivania nella quale Draco era seduto e dal quale la osservava con un’espressione dura e per niente rassicurante.

-se sei preoccupato per i documenti li ho ripuliti uno a uno l’inchiostro va via con un semplice gratta e netta, è un incantesimo elementare-cercò di rassicurarlo sorridendo ma il sorriso pian piano le si spense.

-non me ne frega un cazzo degli stupidi incantesimi che la tua stupida persona sa fare Granger-. Disse Draco stupendo Hermione.

-avevi un compito-

-si- rispose.

Draco la guardò incredulo, oltre ad essere odiosa con il tempo la mente più brillante che avesse mai conosciuto era diventata pure scema.

-perché sorridi, Granger, forse non ti rendi conto di come la tua situazione qui dentro sia critica-enunciò il biondo.

-Critica- ripeté Hermione come freddata da quella frase, cosa stava cercando di dirgli.

-non capisco, perché critica?- disse, ma non contenta così continuò,

-la relazione non ti è piaciuta, ho messo tutti punti che secondo me potevano essere a nostro vantaggio-

-Granger che cosa stai dicendo tu non mi hai presentato alcuna documentazione-gli occhi grigi di Malfoy si assottigliarono e divennero due lastre ghiacciate, tanto da procurargli un brivido.

Hermione sbiancò all’improvviso mentre, la salivazione in bocca era ridotta al minimo, non riusciva a dire niente, né una sillaba né una parola né tanto meno una frase di senso compiuto che riuscisse a spiegare la sua espressione alienata, niente.

-cosa c’è Granger pensavi che non ti avrei chiesto niente? Pensavi che lasciassi correre? Ti sbagli eri in prova-

-eri- disse riuscendo a emettere con forza quella parola.

-si eri mia cara saputella. Eri perché ora non sei più ,ti voglio fuori di qua in un lampo-.

-fuori?-

-fuori. Si sembra che sto parlando con una deficiente- disse Draco incredulo nel vedere come quella ragazzina che negli anni scolastici gli aveva fatto scoppiare la bile ogniqualvolta lo superava in una materia ora era l’ombra di se stessa, senza inventiva, senza voglia di emergere e diventare un personaggio di spicco del mondo nel quale per puro caso era piombata.

-non capisco- disse Hermione incredula per quello che le sue orecchie stavano sentendo.

Draco rise con una risata fredda che metteva i brividi e le stava facendo salire il magone.

-cosa non capisci? Ti sto licenziando, non c’è niente da capire Granger. Ma se vuoi, di faccio un disegno cosi che la tua testolina bacata capisca meglio-.

-licenziata- ripeté atona.

-licenziata si- ripeté duro. Hermione boccheggiò guardandolo in viso e poggiando con forza le mani sulla scrivania di Malfoy che guardò schifato il suo gesto.

-togli le tue mani dalle mie cose Granger. Immediatamente-Hermione non lo stava nemmeno ascoltando, nella sua testa mille pensieri giravano vorticosi cercando una spiegazione valida per cui era stata licenziata.

Nessuna non ne trovava nessuna.

-perché?- disse piano continuando a guardarlo in viso mentre il suo animo le intimava di non piangere, almeno non davanti a lui, sforzandosi di essere ancora una volta la Grifondoro per eccellenza.

-perché non ti è piaciuto. Dimmi almeno perché non ti è piaciuto il mio lavoro-.

-ma sei pazza Granger, non mi hai consegnato alcun lavoro-

Hermione era come schioccata da quelle parole.

-ma te le ho inviate il trentuno con un gufo a casa tua. Io te lo giuro-

-alcun gufo Granger è giunto a casa mia e alcun documento con sopra la tua firma è ora qua sulla mia scrivania, quindi smettila di arrampicarti sugli specchi e evita altre scene isteriche. Ora va a prendere le tue cose e sparisci la mia pazienza è agli sgoccioli-.

Hermione abbassò il capo come sconfitta, incamminandosi a passo lento verso l’uscita.

-Granger sei cambiata- disse Draco senza sollevare nemmeno lo sguardo sulla giovane ragazza che mesta usciva dal suo studio.

-solo alcuni anni fa se ti avessi trattato male solo la minima parte di come ti ho trattato ora, mi avresti affatturato, invece sembri un’ameba.

Ti sto facendo un favore non sei fatta per la carriera legale, qua bisogna essere degli squali e tu sembri un pesce rosso-.

Hermione non replicò, sapeva che aveva ragione, sapeva tante cose in quel momento.

Sapeva che aveva fallito per la prima volta nella sua vita, sapeva che aveva perso il lavoro che da anni aveva sognato, sapeva che aveva perso l’opportunità di brillare ai suoi occhi senza l’aiuto di un bell’abito e una maschera che le celassero il viso.

Aveva fallito.

Raccolse i suoi pochi averi sparsi nella scrivania, due porta foto in cui era ritratta rispettivamente con Harry e Ron, e una con Ginny.

Gettò nella borsa la sua piuma preferita e il cellulare e quasi non si accorse della donna che si era avvicinata a lei.

-Grazie Granger-

Hermione sollevò la testa per trovarsi di fronte il sorriso tronfio di Milly.

-grazie di cosa- chiese Hermione chiudendo il pc e riponendolo nella custodia.

-la tua relazione era perfetta- disse la ragazza ridendole letteralmente in faccia.

-Tu, sei stata tu. Come hai potuto? come hai potuto, rubarmi la relazione e spacciarla per tua-. Disse  un’incredula Hermione.

-io uso il cervello ragazzina cosa che non fai tu, visto che vivi su una nuvola in attesa che piovano galeoni-

-devi dirgli che l’ho scritta io, mi ha licenziato-stava ansimando Hermione, era agitata e ansiosa…

-bene è quello che speravo-rispose Milly senza smettere di sorridere e bearsi di quello che aveva fatto, di quello che le aveva fatto.

Hermione era livida.

-scherzi, ora noi due andiamo nel suo studio e tu gli dici la verità-ribatté Hermione, cercando di afferrare quella stronzissima ragazza per un braccio ma lei si spostò eludendo la sua presa.

-ah, ah, ah, che ingenua che sei mia cara Grifondoro, te lo scordi.

Ho fatto tutto questo per liberarmi di te. Sono e sarò l’unica segretaria del capo e non accetterò mai di essere messa in secondo piano da una nata babbana- . Concluse Milly.

-tu non meriti questo posto-disse Hermione

-Oh e chi lo dice Granger tu? Forse non ti sei resa conto ma non conti niente, sei l’ultima ruota del carro. Ops! eri l’ultima ruota del carro ora nemmeno quello ti ha licenziato…ah, ah, ah… e non crederebbe mai ai tuoi vaneggiamenti mia cara- disse la bionda prima di girarsi e andarsi a sedere nella sua scrivania.

Hermione la guardò con tutto l’odio possibile e proprio nel momento in cui il biondo uscì dal suo ufficio, sparì non prima di aver lanciato sull’odiosa e stronzissima Milly un “Furnunculus”.

Il vortice in cui Hermione era sparita aveva prodotto un po’ di vento, un vento che gli sollevò i capelli il tanto giusto da scoprire una piccola fatina a gambe incrociate con un libro tra le mani.

Draco guardava come paralizzato il punto in cui la Granger era sparita, impossibile diceva la sua mente, è impossibile hai sicuramente dormito poco e ora vaneggi.

Così scacciando quei pensieri e sorpassando le urla di Milly con il volto pieno di pustole uscì dallo studio per schiarirsi le idee.


SPAZIO AUTRICE.
Capitolino essenziale per la storia, da qui incomincia veramente. Hermione si rinventerà dall'oggi al domani e Draco continuerà a barcolare nel buio più nero alal ricerca della sua fata.
Qui invece, abbiamo scoperto chi è stata a prendere la relazione di Hermione rubando anche alcune idee ..la stronzissima Molly. Spero vi piaccia. Buona Domenica ragazze.


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Capitolo 9
*** 9.La verità. ***


9.La verità.

Non riusciva a scacciare dalla mente quella donna, la sua fata, così l’aveva chiamata.

Ogni momento, anche il meno opportuno, lei gli ritornava in mente.

Da settimane la stava cercando ma si era come volatilizzata, sparita dispersa.

Blaise, gli aveva proposto di organizzare un’altra festa danzante, anche questa in maschera, per festeggiare il carnevale, una festa tradizionale Italiana e magari così rincontrare la donna che gli aveva rubato il cuore.

Draco si fece convincere ma per quella ricorrenza, che cadeva a febbraio, mancava più di un mese, un lunghissimo mese.

-Milly- urlò portando la testa bionda fuori dalla porta facendo così scattare la sua assistente.

-dove sono i documenti che ti ho chiesto-

La bionda correva su e giù per lo studio alla ricerca delle pergamene richieste, cercando di non cadere dai trampoli nei quali anche quella mattina si era abbarbicata.

-eccoli capo- disse infine riprendendo a respirare e avviandosi sculettando oltre la porta dello studio di Draco. Il biondo guardò solo un attimo il fondoschiena della bionda scuotendo il capo.

Esilarante nessuna donna gli interessava tanto meno quell’oca giuliva della sua segretaria.

Abbassò lo sguardo e si rimise a lavoro, sfogliò una a una le pergamene fino a giungere ad una scritta con una calligrafia differente rispetto alle altre.

Una grafia, lunga e sinuosa.

Poteva essere della Granger, possibile, ma allora che ci faceva tra i documenti di Milly.

Doveva capirci qualcosa.

Lesse una prima volta, poi una successiva e una successiva ancora.

Non vi erano dubbi, quella era la famosa analisi che gli aveva spedito quel trentuno dicembre, ma perché Milly ne possedeva una coppia.

Forse anche l’originale.

Possibile che avesse…

Possibilissimo, si disse tra se il giovane Malfoy, Milly era astuta, scaltra e abile. La Granger, anche se non se n’era accorta, aveva minato la sua leadership.

Sarebbe dovuto intervenire, soprattutto ora che leggeva il lavoro che Hermione, non l’aveva mai chiamata così si ritrovò a pensare, aveva fatto.

L’aveva trattata male, malissimo, ma doveva riprenderla a lavorare con lui e doveva farlo subito prima che qualcun altro avvocato si accorgesse delle qualità della riccia ex Grifondoro.

Uscì a passo svelto, arrivato in prossimità della scrivania della sua assistente si bloccò un attimo.

-le serve qualcosa capo?- chiese la bionda sbattendo gli occhi come una cerbiatta.

-No grazie Milly hai già fatto troppi danni per questo mese- rispose Draco.

-prega che nessuno le abbia offerto un lavoro, in caso contrario sarai costretta anche tu a cercartene uno- disse sollevando appena il fascicolo che Milly riconobbe all’istante.

Si smaterializzò nella fabbrica di whisky, dove sapeva di trovare l’unica persona in grado di aiutarlo a cercare la- ex- so- tutto.

La Wesley, gli serviva la piattola per arrivare alla Granger.

 Andò direttamente nel suo ufficio ma non la trovò cosi fece i due piani che separavano gli uffici dei dipendenti da quello suo e di Blaise e senza bussare entrò nell’ufficio di Zabini.

-Blaise- disse ma le parole gli morirono in bocca, osservando con meraviglia quello che i suoi occhi grigi si trovavano di fronte.

Un moro avvinghiato ad una rossa, una rossa che altro non era che Ginevra Weasley.

-Cazzo Draco, ti costa bussare- disse coprendo la ragazza che era diventata rossa come i suoi capelli mentre il moro s’infilava velocemente i pantaloni dell’abito.

-a voi costa molto lavorare- rispose Draco di rimando.

-siamo in pausa pranzo- disse con rabbia Blaise porgendo i vestiti alla rossa. Ginny, non si fece pregare strappò di mano la maglietta e la gonna e si avviò a passo spedito verso l’uscita ma prima di raggiungere la porta venne fermata.

-non così veloce Wesley- disse ghignando il biondo, mentre con una mano afferrava al volo il braccio della ragazza.

-Draco lasciala- cercò di difenderla Zabini.

-Tranquillo- disse lasciando il polso della rossa – non faccio niente alla tua bella Blaise- alla parola “bella” Ginny sollevò il viso, incredula da quello che aveva sentito dire al capo, mentre Zabini inceneriva l’amico.

-voglio sapere dov’è la Granger- disse infine voltandosi a guardare la rossa che divenne leggermente pallida.

-se non me lo dici ti licenzio Wesley, anche se sei la migliore qua dentro-

-Draco, calmati così la spaventi-

Ma Malfoy non era per niente propenso ad abbassare la guardia.

-allora Wesley, ti decidi a dirmi dove trovo la tua amica-

-perché la cerchi- rispose la rossa senza abbassare lo sguardo. Per niente impaurita da quegli occhi grigi che duri la stavano osservando.

-ah bene, vedo che da brava Grifondoro sfidi il pericolo-

-che vuoi da lei Malfoy, non le hai già fatto abbastanza male?- disse di impeto la rossa.

-l’ho solo licenziata- rispose di rimando.

E come un lampo le venne in mente quel vortice, quella leggera folata di vento in cui era sparita e quella piccola fatina a gambe intrecciate con un libro tra le mani.

Guardò la rossa stringendo gli occhi.

- Legilimens-disse il biondo.

-proteggo- urlarono insieme Ginny e Blaise.

-Draco che cazzo stai facendo?- disse il moro ponendosi tra l’amico e la donna.

-togliti Blaise.- disse secco cercando di scansare l’amico che non voleva saperne di muoversi da quella posizione. -Wesley, dimmi dove è la Granger-

-No-

-dimmi immediatamente, dove si è cacciata quella dannata donna-continuò ad urlare Draco sporgendosi oltre Blaise per poterla vedere.

-No- ripeté Ginny decisa a portare avanti la sua idea di tutelare a tutti i costi Hermione.

-Wesley, non ti farò niente, devi solo collaborare-

-oh guarda furetto che io non ti temo nemmeno un poco-, rispose acida la rossa. – eh non vedo cosa ti possa interessare cosa sta facendo o no Hermione-.

-Quello che interessa a me non è affare tuo, rossa-

-oh si mio caro, poiché è della mia amica che stiamo parlando-rispose Ginny facendo innervosire ancora di più il biondo.

-Draco ti calmi- urlò Blaise.

-No che non mi calmo Zabini- disse sull’orlo di una crisi di nervi.

-immagino le risate che vi siete fatti su di me-riprese Draco.

-ma che stai dicendo Draco- cercò di placarlo Blaise.

-tu e questa qua, per non parlare dell’amica che fa la santa e poi si traveste da …da…da-

-osa insultarla e come è vero che mi chiamo Wesley, Malfoy ti uccido con le mie mani-urlò Ginny.

-di cosa cavolo state parlando?- sbraitò Blaise cercando di non essere sommerso né da Draco né da Ginny, che nonostante fosse minuta aveva una forza assurda.

-ah bene, non lo hai detto al tuo amichetto Ginevra?-la canzonò acido Draco.

-detto cosa?-chiese stupito Zabini, rivolto più alla rossa che al biondo che aveva di fronte.

-che la ragazza che cerco…-incominciò Malfoy

-è Hermione- concluse Ginny, facendo girare Blaise che la guardò allibito dalla rivelazione.

-ora, che abbiamo svelato il mistero voglio sapere dove si è cacciata-

Riprese il biondo, mentre Blaise guardava la rossa sconvolto.

-A Lavoro- rispose lei abbassando gli occhi, non riuscendo a sostenere lo sguardo di Zabini.

-Lavoro- ripeté Draco riuscendo nell’impresa di diventare ancora più bianco di quello che già era.

-dove? Con chi?-

-non posso-disse Ginny.

-certo che puoi Wesley, dimmi immediatamente dove lavora-

Ginny deglutì con difficolta come se invece che la saliva fosse un rospo quello che le scivolava giù per l’esofago.

-lavora nello studio di Davies Roger-

A Draco, venne un colpo. Tutti, poteva lavorare in tutti gli studi di Magismago che c’erano a Londra, ma lei no, aveva trovato il modo per fargliela pagare aveva scelto lo studio rivale.

-Davies Roger- ripeté Blaise – ma non è quello che…-

-si è quello- rispose Draco – è quello che difende Giselle, la moglie Adrian Pucey dalle accuse di molestie - concluse atono.

-è lo studio che mi contende le cause migliori-

Il biondo si girò, cercando di uscire da quella stanza.

-Draco, non vorrai andare li- disse Zanini cercando di trattenerlo

-non credo sia una cosa sensata, lavora per la concorrenza-.

Ma Draco nemmeno lo ascoltò, si scrollò di dosso Blaise e si smaterializzo per una via parallela a Diagon Alley, dove sapeva essere lo studio di Davies Roger, uno dei più famosi Don Giovanni di Hogwarts. Quello che al ballo del ceppo aveva accompagnato la francesina Delacour e che dopo essersela fatta l’aveva lasciata cercando una nuova preda.

Anche la sua fata era già caduta nelle sue grinfie, socchiuse gli occhi un attimo, per riaprirli quando una risata, la sua dolce e allegra risata echeggiò per la deserta via.

Hermione Granger, la sua fata camminava affiancata da Davies Roger che non smetteva un attimo di guardarla, mangiandola con gli occhi.

Stupida.

Non smetteva un attimo di sfiorarle il braccio.

Ancora più stupida.

Ci stava provando, come suo solito e lei forse ci stava. Lei la sua fata.

Camminò per inerzia arrivando di fronte ai due che appena lo videro si bloccarono di colpo.

Davies Roger, lo guardò divertito e con un sorriso da cretino stampato in volto lo salutò.

-Malfoy-

Draco lo guardò appena, salutandolo con un gesto del capo girandosi subito dopo verso la riccia. Anzi la ex riccia notando i capelli corti che la ragazza portava.

-Granger, posso parlarti un attimo. Non ti ruberò molto tempo-disse rivolto ad Hermione.

-Tranquillo Roger, non devo chiederle informazioni sulla causa-.

L’uomo sembrò irrigidirsi un attimo ma si riprese subito.

-va bene- disse rivolto al biondo. – non tardare- aggiunse guardando Hermione, che ancora non aveva detto mezza parola.

 -ti va un caffè- chiese Draco cercando di stemperare la tensione.

-No, dimmi che vuoi-rispose lei.

-Ho trovato i documenti-

-ah sì, li puoi usare ma stai sicuro che perderai ugualmente-la voce di Hermione era dura e per niente intimorita nel trovarselo di fronte.

-Non ho alcuna intenzione di usare un tuo lavoro, sono venuto a riportartelo- disse porgendogli la cartella con le pergamene.

-vuoi che ti dica grazie per quest’opera di bontà che il tuo cuore di pietra è riuscito a campiere?- lo canzonò la Granger.

-io non ho il cuore di pietra- rispose turbato dalle sue parole.

-ah ah, ah, era una battuta, giusto?-

Lui la guardava incredulo, dov’era la sua fata, perché gli parlava così. Perché?

-Puoi credere quello che vuoi Granger, ma lo sai benissimo anche tu che non sono di pietra. Come so altrettanto bene che celarsi dietro ad una maschera non nasconde chi siamo in realtà.

E chi gioca con il fuoco alla fine si brucia mia carissima fata-.

Hermione sbiancò per poi riprendere il controllo.

-Che vuoi Malfoy? Vuoi umiliarmi. Vuoi deridermi l’hai già fatto-

-Io, no…-

-Guardami bene in faccia perché ormai quello che fai, quello che dici non mi tocca.

 Niente di te mi tocca.

Volevo solo partecipare ad una serata in cui ero stata l’unica ad essere estromessa.

 Niente di più.

Quello che successo non conta, non è importante per te e non lo è per me. Dimenticala come l’ho dimenticata io.

 Fai finta che non c’è stato, anche se penso che ti starai maledicendo per aver baciato una sporca mezzosangue. Sappi che anche a me ha fatto schifo baciarti furetto-.

E dopo aver riversato sul biondo tutte quelle frasi, scappo via senza dargli modo di replicare, lasciandolo solo e immobile nella via.

SPAZIO AUTRICE.

Tutto si complica in un secondo e per conquistare la sua fata il nostro furetto ne deve fare di strada non basta andare da lei e dirle che sa, sperando che si butti tra le sue braccia.

Spero vi piaccia, come ho fatto evolvere le cose, aspetto riscontri. 

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Capitolo 10
*** 10.Solo Bugie. ***


10. Solo Bugie.

Era scappata l’aveva lasciato solo e immobile in quella via deserta.

E li era rimasto per alcuni minuti fino a che Zabini non era andato a riprenderlo.

L’aveva ferito?

 No impossibile Malfoy non si ferisce con delle stupide parole, dette da lei poi che valore vuoi che avessero.

Non illuderti, Hermione si ripeteva, voleva solo deriderti prenderti in giro, ancora un’altra volta.

Non sarai mai per lui quello che spera il tuo cuore, non sarai per lui la sua ancora di salvezza, non sarai per lui la compagna di una vita, non colmerai nel suo cuore il vuoto che ha lasciato sua madre.

Non sarai niente perché niente sei mai stata. Si ripeteva.

-Hermione tutto bene?-chiese Davies Roger, spuntando con il suo solito sorriso gentile e due tazzine di caffè espresso rigorosamente italiano.

-si Davies, tutto bene non preoccuparti- disse Hermione scostando le tende dove un attimo prima sbirciava il biondo – Malfoy-.

-Oh no, frena, frena Hermione, non m’importa cosa ti ha detto o cosa vi siete detti. Sono cose tra te e lui, non voglio entrarci-disse il suo nuovo capo, con voce suadente e sensuale, che negli anni aveva mietuto molte vittime.

Una era la sua ex compagna di classe Calì che ricordava essere follemente innamorata dell’ex Corvonero.

-va bene- sorrise affabile

-caffè- offrì lui guardandola con occhi penetranti tanto penetranti che Hermione fu costretta a distogliere lo sguardo, facendo sorridere l’uomo.

***

Quando la sera tornò a casa, stanca dal lavoro e dal peso opprimente del suo cuore non si aspettò di essere accolta nel salotto di casa da Blaise Zabini in persona.

-che ci fai tu qua?- disse prendendo la bacchetta tra le mani.

-ehi, tranquilla Granger. Non sono qui per affatturarti per quello che hai combinato al mio amico-.

Hermione spalancò gli occhi mentre dalla porta della cucina arrivava Ginny.

-che hai fatto al viso, sembra che hai pianto- disse Hermione osservando la rossa e poi girandosi di colpo verso il moro gli urlò:

-Zabini, che le hai fatto-

-lascialo Hermy, non è colpa di Blaise se sto male-

-Malfoy-replicò la Granger.

-no, neanche di Malfoy anche se mi piacerebbe dare a lui la colpa di tutto-

-guarda che non è cattivo- disse Blaise ritrovandosi quattro paia di occhi che lo stavano annientando con lo sguardo.

-Mi dici perché hai pianto?-chiese ancora la mora.

-Mio padre-rispose Ginny tristemente.

-tuo padre, che è successo, sta male?-

-No ci ha visti baciandoci all’angolo della strada- incominciò Zabini,

-e non gli sono piaciuto, sai Serpeverde, figlio di Mangiamorte etc etc-

-ah- disse Hermione.

-non dici altro, solo ah- chiese Ginny, ancora più triste per la poca comprensione della sua migliore amica.

-non so cosa dire-si scusò la Granger.

-consolami, dimmi che non è giusto, di qualcosa ma non un banalissimo “ah” Hermione, sembra che sei d’accordo con lui-disse sull’orlo delle lacrime la rossa.

-magari è d’accordo- affermò Blaise togliendo dalle mani della rossa il contenitore in ceramica nel quale la rossa aveva versato i pop corn.

-se lei ti reputa all’altezza io non sono nessuno per dirle che sta facendo o no la cosa giusta-si giustificò Hermione.

-ma pensi che non la stia facendo, giusto Granger-riprese Blaise.

-Zabini, non mettermi in bocca frasi che non ho pronunciato-

-l’avete smessa di litigare- disse Ginny portando le mani in testa mentre un ticchettio alla finestra distoglieva i tre dalla conversazione.

-vado io- disse Hermione aprendo la finestra e facendo entrare il piccolo allocco.

-Leo- disse Ginny sbuffando – non mi meraviglierebbe ricevere una strilettera da mia madre-

-in effetti – disse Hermione- è una strilettera ma non è per te-

-ah bene, nemmeno mi conoscono e già m’inviano una strilettera- sbuffò Blaise.

-Vorrei tanto fosse per te ma a quanto pare sono io quella che ha mancato più di tutti-

-Hermy, No-urlò Ginny portandosi le mani sopra le orecchie cercando di coprire così le urla di sua madre contro la sua amica.

-COME HAI POTUTO LASCIARLA NELLE GRINFIE DI QUELLA GENTE. LA MIA BAMBINA. NON ME LO SAREI MAI ASPETTATO DA TE: MAI-

-cavolo non sapevo che mia madre ti reputasse la mia balia, pensa se sapesse che hai baciato Malfoy-

-Ginny-

-guarda che lo sappiamo tutti ormai, sappiamo anche quello che gli hai detto- disse Zabini buttandosi sul divano e accogliendo la rossa tra le sue braccia.

-Draco era sconvolto-concluse il moro ex serpeverde.

-Oddio sconvolto è poco per descriverlo. Diciamo che ripeteva una cosa tipo “Davies Roger, sta con Davies Roger”- ripeté Ginny divertita dalla cosa.

-Dai smettila di prenderlo in giro. È il mio migliore amico e ci ha pure prestato la casa per il weekend-la riprese Zabini.

-beh non so se posso ora, devo ragionare con i miei- Blaise sembrò deluso ma non lo lasciò vedere.

-capisco- disse infine guardando verso la scatola magica che trasmetteva un film molto in voga tra i babbani “IL Signore degli anelli”.

-vai a rilassarti Ginny- disse Hermione, -i tuoi se ti vogliono bene dovrebbero accettare chicchessia perfino Voldemort. Senza offesa Zabini- Concluse Hermione diretta al bagno dove si sarebbe concessa un rilassante bagno e un sorso del suo vino elfico preferito, quella sera solo l’alcol e un bagno caldo avrebbero alleviato le sue pene d’amore.

***

Era seduto da ore nella fredda panchina di pietra del piccolo gazebo oltre il roseto, lì dove sua madre amava rifugiarsi ogni volta che litigava con suo padre Lucius, lì dove aveva baciato la sua fata.

 La Granger, la sua fata non era altro che la Granger la donna che più di un mese gli lavorava affianco, la donna che aveva trattato male, ancora, dopo gli anni in cui l’aveva ricoperta di insulti.

 Hermione, ripeteva la sua mente la tua fata è Hermione e tu l’hai fatta fuggire, l’hai lasciata scappare e ora non hai più speranze.

Alcuna speranza, ripeteva. Seduto sulla stessa panchina che l’aveva visto unire le sue labbra a quelle di Hermione, costatò che mai l’avrebbero più l’avrebbe fatto.

Si era rifugiato in quel luogo per avere conforto invece si ritrovò ancora più frustrato.

Hermione, quella dannata e bellissima strega non aveva capito niente di lui. Non aveva capito che con uno sguardo, uno solo, aveva abbattuto mille barriere, sciolto il ghiaccio ed era entrata dentro, affondandolo.

Dopo quel pomeriggio aveva cercato di scacciarla dai ricordi, ma non andava via, era come il marchio nero che imbrattava il suo braccio.

Indelebile.

Rimaneva nella mente, nel cuore .

 Lì in quel posto segreto quello che aveva condiviso con lei riusciva a sentire ancora il suo profumo alleggiare nell’aria, la sua risata echeggiare tra le foglie e i suoi occhi scaldargli l’anima.

Quegli occhi che  avevano rapito il suo cuore.

SPAZIO AUTRICE.

vi regalo un altro capitoletto di questa storia spero vi piaccia, è un po introspettivo analizza i pensieri e i turbamenti dei protagonisti con in mezzo i problemi dell'altra coppia Blaise e Ginny.

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Capitolo 11
*** 11. Dispersi ***


11. Dispersi.

 

Ginny era partita da un’ora per la mini vacanza con Blaise Zabini nella baita in Svizzera di proprietà di Draco, Hermione, approfittò di aver la casa libera per rilassarsi un po’ e mettersi in pari con la causa che si sarebbe svolta lunedì.

 Lunedì l’avrebbe rivisto.

Che cosa farà? Cosa mi dirà? Pensava la Granger mentre con la piuma scarabocchiava una D stilizzata sulla pergamena.

Niente, che vuoi che faccia diceva la sua coscienza, non ti correrà certo incontro prostrandosi a terra per farti passare sulla sua schiena con il tuo tacco quindici.

Sbuffò alzandosi a prepararsi un te caldo per riscaldare il cuore ormai freddo.

Riprendendo poi a lavorare.

 Erano ore che stava lì, seduta nel tavolo della cucina, le spalle gli dolevano, le venne pure un crampo al piede tanto che si alzò per sgranchirsi un poco, proprio nel momento in cui suonarono alla porta.

Si portò davanti all’uscio trascinando la gamba che ancora gli doleva e aprì senza guardare dallo spioncino rimanendo ghiacciata da quello che i suoi grandi occhi avevano di fronte.

L’uomo si girò di scatto guardandola un attimo prima di parlare.

-Blaise e la Wesley sono dispersi in una tormenta, mi ha chiamato la polizia babbana per dirmelo. Io sto andando vuoi venire?- chiese ancora sulla porta.

-Dispersi?-

-si, in una tormenta ad alta quota-ripeté Draco Malfoy.

-ok-. Disse- prendo due cose, tu accomodati.- disse facendo gli onori di casa anche con le palpitazioni a mille per l’agitazione.

Draco si chiuse la porta alle spalle e si guardò intorno, la casa della Granger era carina, accogliente e calda come lei, notò le pergamene nel tavolo e una piccola D su una sorrise.

-che stai facendo? Spii le mie carte-

-No tranquilla- disse sollevando le mani per scusarsi, rimanendo bloccata nel vederla avvolta in un piumino bianco candido con in testa i paraorecchie pelosi e delle galosce rosa.

Avrebbe voluto dirle che era bella, ma si limitò a guardarla ammirandola.

-non porti niente, un cambio?-

-Malfoy ma per chi mi hai preso? Certo che mi porto il cambio è tutto qui- disse mostrando la piccola borsa.

-tutto li, si con la magia si fanno tante cose anche rimpicciolire gli indumenti-

-ah, capisco. Andiamo allora-

-si sei in macchina?- Chiese la riccia.

Draco sorrise - no, è meglio se andiamo con la magia, dovresti prendermi il braccio, cosi ci smaterializziamo-

-sei sicuro che siano in pericolo?-

-certo che lo sono, non scherzerei sulla vita di Blaise-

La riccia lo guardò negli occhi, perdendosi in quel lago di ghiaccio, per poi distoglierli un attimo dopo chinando il capo, stringendosi poi al braccio del biondo. Il turbamento di quel leggero tocco unito al vertice che li fece smaterializzare, la sconvolsero.

Perché il suo cuore batteva cosi forte vicino a Malfoy, perché il suo fiato era mozzato, perché voleva essere ancora stretta da quelle braccia e perdersi tra quelle labbra.

-Hermione – disse sorreggendo la ragazza ancora per il braccio quando giunsero nei pressi della piccola baita in Svizzera.

-io, volevo – cercò di dire il biondo mentre la ragazza si divincolava dalla presa.

-Malfoy sono qui per Ginny e per Zabini non voglio sentire niente che non riguardi loro e la loro sicurezza- disse spiccia dirigendosi presso l’edificio della polizia locale, che vide dall’altra parte della strada in cui si erano smaterializzati.

Quando il biondo la raggiunse lei già stava organizzando la spedizione di soccorso.

-lui è il proprietario della baita- disse indicando il biondo dietro di lei

-salve- disse Draco stringendo la mano agli uomini, che non levavano gli occhi di dosso alla ragazza che nemmeno si accorgeva di quegli sguardi.

-salve- rispose uno che doveva essere il capo, anche se sembrava troppo giovane pensò Malfoy, in effetti, erano tutti pressappoco dell’età di Draco e Hermione.

-stavamo decidendo con sua moglie-

-non sono sua moglie- precisò Hermione facendo sorridere il capo dei poliziotti e irrigidire Draco

-decidevamo-, continuò l’uomo – i gruppi per il salvataggio-

-si-

-allora lei può andare con il mio collega e la signorina viene con me- sorridendo verso la Granger che sgranò gli occhi.

-no, non credo possa andare- rispose Draco. – è meglio non dividerci se troveremo i nostri amici dobbiamo stare vicini-

-penso anch’io che Malfoy abbia ragione- ammise la Granger rivolgendo un sorriso al poliziotto che non rimase altro che acconsentire alla richiesta dei due.

Le ricerche durarono tutta la notte e con il passare del tempo le speranze di trovare i due vivi si affievolivano sempre di più, cosi disse il poliziotto a Malfoy che lo guardava come stranito.

-che ha detto?- chiese Hermione avvicinandosi al biondo, preoccupata dall’espressione del suo vito.

-dice che se non li troviamo entro un’ora non ci saranno speranze-

-cosa? È impossibile Draco- disse la riccia balzando in piedi.

-dobbiamo trovarli-

-quello lo so anche io-

-dobbiamo trovarli noi Malfoy-.

-Noi?-

-si noi, dobbiamo liberarci di loro e fare le ricerche da soli con la magia-

-siamo circondati da babbani, Granger-

-capo- disse la riccia andando verso il poliziotto.

-noi siamo stanchi- disse – vorremmo trovare un posto per la notte-

-capisco- disse l’uomo guardandola.

-voi continuate qui?- chiese indagando.

-si ancora un ora anche i miei uomini sono stanchi-

Hermione mosse il capo capendo l’impegno dell’uomo.

-vi faccio scortare a valle- disse.

-oh no, non si preoccupi ricordiamo la strada, è meglio che cerchiate Ginny e Blaise- disse stringendo la mano all’uomo e girandosi raggiungendo il biondo che la guardò sorpreso.

-Dai su saluta e filiamo- disse la Granger

***

S’incamminarono lungo il sentiero con le bacchette protese in avanti per illuminare la strada, il freddo si faceva più pungente e la neve ricominciava a cadere lieve, ma il vento per fortuna era cessato.

-hai freddo?- domandò il biondo togliendosi il suo mantello e poggiandolo sulla donna.

-Un po’, ma posso resistere- disse scostandosi cercando di restituire lo spesso capo di cascimir a Draco.

-dai non fare la stupida-

-ma così tu gelerai-

Lui rise…

-non preoccuparti come mi ha detto una donna non molto tempo fa io sono ghiacciato dentro e peggio di così non posso diventare-

-io non volevo-disse.

-lascia stare dovremmo andare da quella parte la baita è pressappoco lassù- indicò Draco con il dito.

Camminarono per quasi mezz’ora lungo una salita ripida, lei davanti e lui dietro.

-Draco ci sei?-

-si, si, ci vuole ben altro per uccidermi-

-smettila di dire queste cose-

-Granger dai su, rallegrati. Pensa quante cose belle succederebbero con la mia morte. Prima non vedresti più la mia brutta faccia, poi vinceresti la causa- la riccia si girò di scatto puntando la bacchetta.

-Malfoy smettila-

-guarda che se fai così…- disse ma non riuscì a finire la frase perché vennero accerchiati da un branco di lupi.

-merda- disse Hermione.

-sta calma- disse Draco ponendosi tra lei e il branco muovendo appena la bacchetta produsse delle fiamme che spaventarono i lupi che piano piano indietreggiarono fino a scomparire oltre gli alberi da cui erano arrivati.

-Grazie- disse abbracciandolo di slancio.

Il biondo non riuscì a trattenersi dallo scingere a se la ragazza respirando affondo il suo dolce profumo.

Quando Hermione cerco di staccarsi senti ancora le sue forti braccia stringerla.

-Draco- pronunciò

-scusa- rispose lui staccandosi subito e riprendendo a camminare senza aver la forza di guardarla in viso.

Dopo pochi minuti arrivarono davanti ad una piccola baita, Hermione che era passata davanti razzolò a terra non appena mise un piede nella proprietà privata.

-che succede?- chiese stupida nel costatare che una cupola trasparente preservava la pace di quella casa immersa nella natura.

-che imbecille. Che sono-

-io non sarei riuscita a dirlo meglio Malfoy- disse Hermione ridendo.

-dammi la mano Granger- disse il biondo protraendo la sua verso la donna che ancora stava a terra.

-perché?-chiese.

-perché solo con il proprietario o con chi ne fa le veci, puoi entrare nella casa di un Malfoy-

-è questa?-chiese la ragazza – ma non mi sembra distrutta-

-ah credo che lo sarebbe se fosse una casa babbana, ma sai noi maghi siamo superiori anche in questo- Hermione sbuffò mentre gli dava la mano ed un brivido la percorse tutta dalla punta dei capelli fino alle dita dei piedi.

Camminò con Draco senza togliere la mano dalla sua come sovrappensiero.

-che dici suoniamo o facciamo un’improvvisata?- chiese il biondo.

 Hermione slegò la sua mano da quella del ragazzo che rimase spaesato e senza rispondere al suo quesito bussò.

Ad aprirli arrivò Blaise che girava per casa a torso nudo, nonostante gli zero gradi.

-che ci fate?-chiese il moro nel vedere il suo miglior amico e la Granger bussare nel bel mezzo della notte in una baita desolata con una tormenta alle spalle.

-niente-. Disse Draco entrando in casa e riprendendo finalmente un po’ di colore sul viso.-vi danno per dispersi-concluse.

-chi è disperso- disse una rossa stretta in vestaglia di seta nera che le lasciava scoperte le gambe.

-voi- ripeté Hermione allibita nel guardare l’amica per niente in pericolo come in realtà pensava fosse.

-Herm, Malfoy, che ci fate qui?-chiese Ginny.

-dicono che siamo dispersi amore. Ma secondo me sentivano la nostra mancanza- disse Blaise sorridendo al biondo che gli riservo uno sguardo truce.

-mamma mia vi amate- disse seria Ginny guardando prima il moro e poi il biondo.

-non sai quanto Wesley-rispose Draco.

-rimate qui per la notte vero?- chiese Blaise.

-si grazie-disse Hermione.

-No, io devo lavorare e non voglio disturbare- disse mesto il biondo e senza attendere nemmeno un secondo si smaterializzò lasciando immobili sia Hermione sia Blaise.

-cavolo aveva fretta sembra che stesse…-pronunciò Ginny

-Scappando- aggiunse Blaise guardando un attimo la Granger.

-forse è meglio che vada anch’io, scusate e godetevi il resto della vacanza-

Dopodiché si smaterializzò nella sua casa di Londra.

SPAZIO AUTRICE.

Capitolino che introcuce velatamente quello che succederà poi...il prossimo capitolo porta alla causa e a dei fatti, altre grane che coincolgono Ginny e Blaise si sono sempre nei casini quei due...

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Capitolo 12
*** 12. Il processo. ***


12. Il processo.

 

Lunedì mattina, puntuale come i gufi postini a Hogwarts Hermione Jane Granger, varcava l’atrio del ministero della magia.

Gli anditi erano colmi di gente che andava da un ufficio all’altro, il processo si sarebbe svolto nei sotterranei, vicino all’aula che un tempo era utilizzata per i processi ai mangiamorte.

-Hermione, siamo qui- disse Davies Roger fasciato in un abito grigio perla che lo rendeva agli occhi delle donne ancora più affascinate.

-il giudice è in ritardo- sorrise – e anche Malfoy-, infatti, Hermione non aveva intravisto la chioma bionda e nemmeno quella dell’imputato Adrian Pucey che conosceva dagli anni della scuola.

-Giselle- disse rivolta alla sua assistita, -stia tranquilla, risponda con calma alle domande che le farà il giudice e l’avvocato della controparte e vedrà che alla fine la verità verrà fuori-

-oh che bel discorso Granger dove l’hai letto nella raccolta di favole babbane della nonna- disse Purcey arrivando proprio in quel momento.

Hermione s’irrigidì un poco guardando l’imputato che si avvicinava a loro senza averne il diritto.

-Purcey, ti hanno spiegato che esiste una zona in cui la tua faccia non è gradita. 

Ecco questa è la zona in cui non sei gradito-, spiegò Hermione mostrando l’area intorno al loro- il tuo avvocato dovrebbe spiegarti delle cose elementari come queste-

-Adrian, quante volte ti ho detto che non devi avvicinarti a lei prima del processo- disse Draco Malfoy con il solito tono freddo e strascicato- Granger.- disse poi rivolgendosi all’ex Grifondoro che si era come sciolta appena, l’aveva visto avvolto nel suo, completo nero, bello decisamente bello.

Anche la signora Purcey era rimasta affascinata tanto che l’aveva seguito con lo sguardo fino alla porta in cui era scomparso.

-nervosetto- disse Roger ridendo subito dopo.- questa sarà la prima causa che Malfoy perderà, ne sono certo- concluse. incamminandosi anche lui con Giselle al braccio.

Quando tutti furono presenti, entrò il giudice che battendo con la bacchetta sul tavolo diede via all’udienza.

Erano passate più di due ore, e il processo procedeva lentamente, l’accusa capitanata da Hermione Granger esponeva al giudice la sua linea e chiedeva per l’imputato l’arresto, un ammenda e la risoluzione del matrimonio.

Malfoy controbatté che mai e poi mai un matrimonio tra purosangue poteva essere invalidato e che il suo assistito non avrebbe mai passato nemmeno un ora nel carcere di massima sicurezza perché le accuse erano infondate e altresì chiedeva che alla donna fossero addebitate tutte le spese processuali poiché aveva calunniato contro il marito.

Dopo che i due avvocati finirono, venne il momento dei testimoni. Draco chiamò a testimoniare l’elfo domestico dei Purcey, alcuni amici di famiglia e la figlia della coppia.

Che rivelò al giudice e agli ascoltatori le numerose scapatele della madre, che appena sentì, si mise le mani in viso e cominciò a piangere.

Dopo fu il turno di Hermione che chiamò al tavolo dei testimoni la sorella e la madre di Purcey che testimoniarono contro il figlio e fratello. Le due donne raccontarono del clima ostile in cui Giselle era stata costretta a vivere, del poco amore e delle continue percosse.

Draco a ogni parola delle Purcey diventava sempre più bianco.

Alla fine il giudice diede ragione a Giselle e quindi a Hermione, moltissime donne che assistettero al processo alla conclusione della sentenza si alzarono in piedi per applaudire il giudice e la legismago, che sorrideva alla stampa posando prima solo con Giselle e poi con Davies Roger.

-Granger, devo aumentarti lo stipendio solo per questo lo sai. Una soddisfazione così nemmeno una donna me l’ha mai data- disse l’uomo infischiandosene se qualcuno lo sentisse o no.

-certo che paragonare una donna a una sentenza è veramente triste, ma va beh il personaggio che ha detto questa infelice frase, non è sicuramente un esempio per la popolazione futura- disse Draco dall’alto del suo metro e novanta.

-che vuoi Malfoy un’altra lezione di diritto- disse acido Roger.

-da te non ho ricevuto alcuna lezione è merito della Granger se hai vinto, quindi è a lei che faccio i miei complimenti – porgendole la mano.

Hermione era come spaesata guardava il braccio di Draco tendersi verso di lei e come se una calamita la attirasse a essa, protese anche lei la mano e la strinse, lui non sorrideva era teso e anche la mano fredda non prometteva niente.

-Grazie Malfoy- disse Hermione staccandosi subito.

Lui scosse il capo e senza salutare nessun’Alto usci dall’aula.

-odioso e impunito mangiamorte- disse Roger guardando la porta dove Draco era uscito a quelle parole Hermione, ebbe una stretta al cuore.

-io devo andare-

-come Granger si va a festeggiare- disse Roger imitando un ballo scatenato, era buffo tanto che Hermione rise.

-mi spiace sono stanca, ieri non ho dormito molto-

-eh l’ansia della prima causa-

-no veramente mi avevano detto che la mia migliore amica si era persa in una tormenta- proferì mesta- quindi ora sono esausta-

-Roger- disse porgendo la mano al suo capo,- Giselle- disse abbracciando la donna,- buona serata-.

Dopo poco arrivò a casa sua, costatando che ancora la sua cara amica Ginny non era rientrata, sorrise un po’: ecco cosa voleva dire mettersi con il proprio capo, nessuno che si lamenta se non vai a lavoro.

Si concesse un bagno caldo e si verso del vino bianco quando un Patronum argenteo arrivò a disturbare il suo meritato riposo.

-Hanno arrestato Blaise. Hanno chiamato Harry. Ti prego vieni subito- non c’era bisogno di firma avrebbe riconosciuto il cavallo-Patronum di Ginny tra mille. 

Uscì in un lampo dalla vasca, mise il primo vestitino che le capitò a tiro, le stesse scarpe della mattina e il cappotto e si smaterializzo nuovamente al ministero nell’ufficio auror. 

Da fuori si sentivano urla concitate, la segretaria la guardò storto solo un attimo poi la riconobbe e finalmente entrò.

Erano anni che non metteva piede in quello studio, il vecchio studio di Harry. Niente era cambiato tutto era uguale e ,in effetti, tutto era uguale c’era anche Harry.

-mamma, non sono sotto imperius. Ecco ora è arrivata Hermione ve lo dirà lei- Ginny era seduta in una sedia davanti alla scrivania con affianco sua madre Molly e suo padre Arthur che lividi in volto tenevano la figlia per i gomiti.

Di fronte ai Wesley seduto nella sua sedia, c’era lui il mio migliore amico Harry Potter che non mi degnò di mezzo sguardo.

 Ok Herm, ex migliore amico da quando gli hai detto che per te era morto visto il modo in cui aveva lasciato Ginny.

 Questo logicamente, i Wesley non l’hanno mai saputo io, la rossa e Ron abbiamo omesso le reali cause della fine della storia per un quieto vivere.

la Granger avanzò lentamente fino al centro della stanza e lì lo vide, Blaise era seduto vicino alla finestra legato con catene magiche e il viso tumefatto, Draco non c’era forse nessuno si era premurato di chiamare il suo avocato, cosa che la fece innervosire.

-mi dite che succede?- chiese.

-questo individuo ha messo sotto imperius o sotto filtro magico la qui presente Ginevra Molly Wesley e dopo giusta denuncia l’abbiamo catturato, si trovava il suolo straniero pronto alla fuga-

Disse atono Harry Potter.

-ma cosa stai dicendo?- chi li avrebbe denunciati?- chiese la Granger.

-noi- disse la signora Molly.

Ginny si mordeva nervosa il labbro, mentre un’incredula Hermione guardava la signora Wesley.

-Voi avete denunciato vostra figlia?-

-No, non nostra figlia ma quell’essere-

-quell’essere papà ha un nome si chiama Blaise e io ne sono innamorata-

-per favore- disse sua madre - tu hai gli amori facili Ginny-

-da quando Potter si percuotono i prigionieri?- chiese Hermione evitando di mettersi in mezzo nel litigio tra Ginny e sua madre.

-non so di cosa parla Granger-

-ah no. Il signor Zabini ha la faccia affettata e visto che ieri sera non l’aveva cosi e che non credo sia stata Ginny. I casi sono due o è caduto ma non credo o voi l’avete picchiato-

-sta insinuando che gli auror del ministero picchiano i detenuti-

-oh si. eh sai non vi è una legge che mi vieta di farlo, Dean Thomas- disse Hermione guardando l’uomo che si trovava poco dietro a Harry Potter.

-invece ce né una che vieta a voi di arrestare e trattenere un uomo senza avvisare nemmeno il suo avvocato-

-tanto nessuno lo salverà da Azkaban- disse il capo degli Auror

-oh lo vedremo Harry- rispose battagliera Hermione

-Granger- disse Blaise riuscendo a sollevare il viso

-chiama-

Hermione senza aspettare nemmeno la conclusione della frase di Zabini prese il cellulare tra le mani e compose il numero.

-esilarante un purosangue che si fa aiutare da un babbano-

Disse ancora Thomas, mentre Harry Potter guardava truce la sua ex amica.

-pronto- rispose l’uomo dall’altra parte del ricevitore

-hanno arrestato Blaise, io sono già al ministero- disse Hermione senza nemmeno salutare.

-arrivo- disse prima di riagganciare.

SPAZIO AUTRICE.
MA QUANTO SONO BUONA OGGI, UN'ALTRO CAPITOLO SPERO VI PIACCIA...LO SO CHE VI LASCIA COSì SUL PIù BELLO, MA FORSE QUESTA NOTTE SE L'INTER VINCE VI METTO IL SEGUITO ABBIAMO UNO ZABINI DA SALVARE...
KISS.

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Capitolo 13
*** 13. collaborazioni ***


13.Collaborazione

Appena arrivato a casa si era seduto nella grande poltrona verde che stava accanto al camino della sala da pranzo e da li non si era più alzato.

Era stanco e deluso dalla sentenza anche se quel cretino si meritava di perdere, va bene può capitare tradire una donna che non ami più, ma non alzarle le mani.

Nemmeno suo padre che era un mostro aveva osato tanto contro sua madre.

E se una purosangue, una madre, una sorella testimoniano contro di te devi essere proprio un gran stronzo, pensò Draco appoggiando la schiena alla spaglierà.

Respirò affondo cercando di rilassarsi ma ogni volta che chiudeva gli occhi la vedeva, bella e battagliera di fronte al giudice, dolce quando parlava con Giselle Pucey, e felice e fiera quando gli aveva stretto la mano, orgogliosa del suo operato.

Aveva deciso di dimenticarla, tutta la notte non aveva fatto altro che rimuginare sul male che quella donna a sua insaputa le faceva, ma appena l’aveva vista tutti i suoi propositi andarono in fumo e anche ora che lei non c’era la sua mente si ostinava a non pensare ad altro.

-dring, dring- echeggio nella stanza.

-Draco osservo il cellulare che aveva posato sopra il marmo del camino si alzò e l’afferrò d’impulso solo in quel momento si ricordò che non aveva sentito Blaise quella mattina magari era lui per raccontargli che donna stupenda era Wesley.

-pronto- disse

-hanno arrestato Blaise, io sono già al ministero- disse una voce di donna, la sua voce.

-arrivo- rispose Malfoy e prendendo al volo il mantello che aveva poggiato nella poltrona si smaterializzo in un lampo davanti al ministero della magia.

Quando entrò in molti si girarono a guardarlo, il viso tirato, la camminata veloce e sicura l’umore nero.

-Malfoy- disse la donna affiancandolo.

-dov’è- chiese il biondo.

-nell’ufficio di Potter-

-Potter?-

-si è stato chiamato lui per arrestarlo-

-ma non era …-

-si non so perché ha detto una cosa tipo fuori dai confini, possibilità di fuga-

-fuga?-

-ma che diavolo sta succedendo? Per cosa viene trattenuto?-

-Ginny-

-Granger stai parlando a monosillabi-

-Si scusa Malfoy sono agitata ho appena minacciato il mio ex migliore amico, dammi tregua un attimo-

Draco apri un poco la bocca allibito da quello che la donna aveva appena detto.

-ex-

-si non ne voglio parlare ora, Blaise è il nostro unico problema-

-ti ascolto-

-allora, i signori Wesley l’hanno denunciato-

-pezzenti-

-Malfoy!- disse la ragazza riprendendolo.

-scusa continua-, disse il biondo.

-credono che Ginny sia sotto imperius o filtro d’amore-

-potrei denunciare la figlia per la stessa cosa- dichiarò secco Draco.

-ma smettila quei due si amano- lo riprese Hermione.

-va bene, continua-

-l’hanno catturato quando era ancora in Svizzera e portato qui è tenuto con delle corde e credo sia stato picchiato-

Draco sollevò di scatto il viso per guardare meglio la donna di fronte a lui

-chi?-

-non lo so penso gli auror-

-quanti sono?-

-perché lo vuoi sapere?- chiese preoccupata.

-quanti sono?- ripeté ancora Draco

-Non fare cazzate, stanno gongolando per avere Zabini tra le mani pensa che farebbero se avessero te-

-l’uniche persone di cui m’importa sono uno legato come un salame nello studio dell’eroe del mondo magico e l’altra di fronte a me-

Oddio le aveva detto veramente cosi? Si Draco, le rispose la sua mente.

-Draco-

-quanti sono Granger-cerco di riportare la conversazione sull’argomento principale non doveva pensare a quello che le aveva appena confessato.

-tre-rispose infine Hermione scioccata dalle parole che Malfoy aveva appena detto. Era importante per lui, lo era veramente o è solo sotto pressione.

-bene-

-non bene un corno non ti vorrai mettere a duellare con loro-disse riprendendosi dal turbamento precedente.

-no, ma non immagini quanto vorrei picchiare alla babbana Potter-

Disse il biondo incominciando ad avviarsi verso l’ascensore che glia avrebbe portati nei piani superiori del ministero e dopo aver schiacciato il 5° piano si appoggiò con la schiena alla parete dell’ascensore.

-Draco, dove stiamo andando, lo studio di Harry è al terzo- disse Hermione ammirando Draco che non accennava a guardarla.

-Prima andiamo dal primo ministro- rispose.

Rimasero in silenzio fino quando arrivarono a destinazione.

Il biondo per galanteria fece passare prima la ragazza e poi fu lui ad uscire dall’ascensore e sempre in silenzio si arrivarono verso studio del primo ministro.

-Malfoy- disse rivolto alla segretaria che squadrò la strana coppia.

-parlo io con lui tu intervieni sono se ti chiederà qualcosa, sempre se lo farà-

-ma io…- cercò di dire Hermione.

Entrarono nell’enorme ufficio del ministro della magia, Kingsley Shacklebolt.

Il primo ministro un uomo alto, con la pelle color d’ebano li stava aspettando.

-ministro- disse Draco.

-Hermione- disse sconcertato Kingsley Shacklebolt – che ci fai qui? Il ministro voleva aggiungere con lui ma non disse niente, anche se il suo sguardo era eloquente.

-hanno arrestato un mio amico, un nostro amico- disse guardando Draco che era sorpreso della confidenza che la Granger aveva con il ministro della magia.

-che crimine ha commesso?- chiese l’uomo ritornando a sedersi dietro la sua scrivania e invitando anche Draco e Hermione ad accomodarsi di fronte a lui.

-alcun crimine Ministro- disse Draco interrompendola.

-Blaise Zabini, è questo il nome dell’uomo trattenuto è stato incriminato e tenuto prigioniero per una falsa accusa-

-sarebbe-

-sta insieme a Ginny e Molly e Arthur Wesley lo hanno denunciato sostenendo che l’abbia messa sotto imperius o filtro d’amore-

Kingsley strabuzzò gli occhi.

-ma non è tutto-, disse mesta Hermione, -ha condurre l’indagine è stato chiamato Harry e Blaise presenta segni di percosse-

-Harry? Harry Potter? Chiese il ministro-

-si chi altro-

-Potter non può…-

-Potter non può cosa ministro?- Chiese Draco.

-andiamo vengo con voi voglio vederci caso in questa cosa- disse il ministro precedendo i due che si guardarono un attimo prima di seguirlo.

Giunti nei pressi dello studio di Harry si sentirono molte grida e un pianto isterico.

-certo che hai dei gusti veramente schifosi eh Ginny- si sentì

Draco spalancò la porta senza nemmeno bussare, notando che la stanza era ora occupata solo da Ginny e Potter e che nemmeno i signori Wesley vi erano più.

-Harry – disse il ministro – dove è il detenuto?-

-in cella Shacklebolt- rispose con Rabbia il ragazzo sopravvissuto.

-Potter io sono l’avvocato di Zabini voglio parlare con il mio assistito-

-il tuo assistito ha confessato-

-sei un bugiardo- gli hai lanciato un incantesimo ed è svenuto e non si è difeso- disse Ginny urlando di rabbia.

-filtro potente quello che ti ha dato Zabini eh Ginny-la canzonò lo sfregiato

-Harry, dove è Blaise-chiese Hermione cercando di far ragionare l’auror che una maschera imperturbabile

-Oddio non dirmi che le serpi hanno conquistato anche te- disse poi volgendo il capo verso Hermione.

-Potter di mezza parola e non riuscirai più a salire su una scopa- lo interruppe Draco irritato dalla situazione e dalla frase.

-Potter Zabini dov’è – chiese con voce ferma il ministro.

-giù nelle segrete per il processo per direttissima-

-processo senza avvocato-disse scioccato Shacklebolt

-senza avvocato, senza testimoni e immagino anche impossibilitato a parlare, che penserebbe della tua lealtà il caro Silente- disse Draco acido verso il nemico di sempre.

Draco andiamo dobbiamo fermare tutto. Disse afferrando il biondo per il braccio e trascinandoselo dietro.

-lo uccido-ripeteva tra denti

-ti prego fa che non sia iniziato, fa che non sia iniziato ripeteva Hermione.

Quando i due arrivarono nell’aula il giudice stava chiedendo chi fossero i difensori per l’imputato

-io- dissero insieme Draco e Hermione.

-bene due avvocato- disse il giudice sorridendo e che avvocati oserei dire- aggiunse guardando divertito il difensore d’ufficio dei Weasley.

Draco riuscì a intortare con le sue mille parole, il giudice e a rinviare il processo, ma non poté niente per far scarcerare Blaise che venne scortato nelle celle speciali del ministero.

-dai almeno non lo portano ad Azkaban- sostenne Hermione.

-non dovrebbe proprio starci in prigione- rispose incazzato come non mai Draco che ritirava le carte con movimenti stizziti.

-dobbiamo condurre una linea inattaccabile- disse Hermione.

-scortatelo, Blaise è mio amico e lo difendo io-

-Malfoy-

-che vuoi ancora Granger-

-Blaise è l’uomo della mia migliore amica e lei vuole stare con lui quindi che tu lo voglia o no ti aiuto nel processo-

-sei cocciuta Granger-

-si è una delle mie doti migliori- disse la riccia porgendo la mano al biondo –collaborazione Malfoy-

-collaborazione Granger-.

SPAZIO AUTRICE.

Come promesso capitolo nuovo...certo che un commentino in più ogni tanto farebbe piacere eh eh 

ma ora ho troppo sonno  per lamentarmi.

Domani non so se riesco a scrivere qualcosa quindi un bacio a tutte e buon Immacolata .

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Capitolo 14
*** 14 Bacio al cioccolato. ***


14. Bacio al cioccolato…

Dopo la stretta di mano abbassarono tutte e due il capo a terra imbarazzati nel guardarsi ancora, sapevano entrambi che quella collaborazione gli avrebbe portati a frequentarsi tutti i giorni e benché a nessuno dei due dispiaceva ne erano oltremodo spaventati.

Draco, perché temeva nel suo ennesimo rifiuto.

Hermione, perché aveva paura di essere usata e poi gettata come le mille donne di Draco Malfoy.

-allora come ci mettiamo d’accordo?- disse la ragazza.

-io preparo le carte e sento un po’ in giro- disse lui.

-per cosa scusa?- Chiese dubbiosa Hermione.

-Potter, nasconde qualcosa- dichiarò il biondo.

-vuoi distruggere Harry o salvare Blaise- chiese la ragazza.

-voglio salvare Blaise, Granger, ma sarei un bugiardo se non ammettessi che sarei soddisfatto nell’incastrare Potter-

-rivalsa personale?- disse inumidendosi le labbra con un gesto che Draco non mancò di notare.

-anche- rispose poi tornando in se.

-allora cosa vuoi fare?-

-vado nel mio studio e mi metto al lavoro-ripeté Malfoy.

-ok, allora io vado dai Weasley e indago qua e la. Magari scopro che fine ha fatto Ginny. Come ci teniamo in contatto ?- chiese infine la Granger.

-il mio studio è abbastanza grande- disse Draco guardandola

-non vorrei disturbare- cercò di replicare debolmente la Granger.

-io sono il capo e non mi disturbi Granger-

Avrebbe voluto aggiungere tu non mi disturberai mai, ma il giorno aveva già esagerato con le parole.

-allora ci vediamo Malfoy-

-ci vediamo Granger- rispose mentre la osservava girargli le spalle e avviarsi nuovamente verso gli ascensori.

Quella collaborazione sarebbe stata importante, il suo banco di prova la doveva conquistare.

Per la prima volta non era la donna a conquistare lui ma lui a conquistare la donna e la donna che voleva era un osso duro, ma a Draco Malfoy sono sempre piaciute le sfide difficili.

Ghignò, mentre con passo deciso si avviava verso i camini per poi ritrovarsi nella strada principale della Londra magica e infine nel suo studio.

Erano passate ore dal loro incontro al ministero e della Granger ancora nessuna notizia, ma in compenso aveva parlato con alcuni vecchi amici di suo padre che gli avevano raccontato di alcune cosette sul grande eroe magico, Harry Potter.

Prima di tutto aveva scoperto che il suo trasferimento in America non era un premio per la sua bravura, ma una punizione. Una punizione che il ministro stesso aveva inflitto a Potter.

Questa notizia era stata insabbiata, poiché se fosse divenuta di dominio pubblico, molte teste sarebbero saltate, cosi aveva detto l’uomo.

La cosa mise a Draco un poco di ansia: cosa era talmente grave da portare il ministro a liberarsi di uno degli auror di grido, uno dei suoi più fedeli collaboratori, un amico da quanto aveva detto la Granger.

Ecco la Granger, quella donna era sempre nei suoi pensieri.

Riprese sbuffando le carte e analizzò i documenti su Blaise, aveva la fedina penale pulita, nessuno screzio con la giustizia, nemmeno un mezzo richiamo per uso improprio della magia, certo aveva un padre in prigione ad Azkaban perché mangiamorte ma lui non era mai stato coinvolto. Quindi perché Potter se l’era presa con lui? Perché stava con la sua ex?

Impossibile da quanto aveva capito era stato lui stesso a lasciare la Wesley perché non ne era più innamorato ora aveva anche una moglie e dei figli.

Un leggero tocco alla porta lo fece destare dai suoi mille pensieri.

-avanti- disse convinto di trovarsi quella cretina della segretaria che con gli eventi non aveva ancora mandato via, invece, si trovò la sua bella fata.

-Granger- disse osservando la ragazza rossa in viso e decisamente agitata.

-Malfoy te lo dico la tua segretaria è matta-

-no è solo gelosa perché sei più in gamba di lei- disse il biondo alzandosi e scostando la sedia per farla sedere come un vero cavaliere o forse un principe.

-sarà, ma ciò non toglie che sia matta e malefica- aggiunse Hermione.

-malefica addirittura- disse Draco sorridendo.

-si, mi ha…lasciamo stare-

-quella non è colpa sua è mia sono io che non ho voluto vedere al di la del mio naso-Hermione lo guardava con tanto d’occhi.

-cioè?-chiese.

-che dovevo stare più attento e accorgermi che eri la collaboratrice più in gamba dello studio ma non volevo ammetterlo sai…-

-i vecchi rancori- disse la Granger.

-si i vecchi rancori-ripeté Draco.

-va bene-, disse la ragazza -ora lasciamo stare e mettiamoci al lavoro-

-che hai scoperto chiese Malfoy vedendo spuntare mille e mille cartelle.

-un po’ di cose Malfoy-

-Draco, chiamami Draco-

-un po’ di cose Draco, prima fra tutte Ginny è segregata in casa e non la posso nemmeno sentire via gufo le sequestrato la bacchetta-

-come lo sai?-

-Ron, l’ho chiamato subito-

-oh bene e lenticchia che dice della cosa-

Hermione sorvolò sul nomignolo che Draco aveva affibbiato al suo ex e continuò.

-niente che dovrebbe dire, ha conosciuto Blaise alcune sere prima della vacanza-

-conosciuto?-

-si, prima non si erano mai rivolti la parola. Comunque lui è la nostra spia tra i Wesley-.

-allora siamo in una botte di ferro- disse con sarcasmo Draco.

-Ron è una persona fedele e non tradirebbe mai né me né Ginny-

-ti ama ancora-

-Certo ma come amica-

-immagino-

-sei geloso- chiese la Granger ghiacciandosi appena quella frase le uscì dalla bocca.

Malfoy non rispose.

-fidiamoci di Wesley cosa hai scoperto?-

-allora i Wesley non si aspettavano fosse Harry, l’auror incaricato a scovare Ginny e Blaise, ma soprattutto pare abbaino assistito al pestaggio-

-questo chi l’ha detto?-

-George Wesley-

-uno dei gemelli, giusto?-

-si quello sopravvissuto-

-anche lui è dalla nostra parte?-

-si è il fratello preferito di Ginny e credo che sappia di Blaise anche prima di me-

-ottimo. Lui sarà un testimone senza dubbio dovremmo parlarci-

-già fatto-

-quindi?-

-accetta, anche se sa che Molly ne soffrirà per Ginny e suo nipote questo e altro-

-nipote? Non vorrai dirmi che-

-si Malfoy voglio dirti che Blaise e Ginny diventeranno genitori-

-eh noi perché non ne sapevamo niente?-

-ma credo che volessero fare una cena per dircelo nonostante le nostre divergenze-

-questo complica le cose lo sai vero-

-certo che lo so. Si devono sposare come vuole la legge loro non posso opporsi. Nessuno si può opporre nemmeno il ministro sono due purosangue-

-Ancora con la storia dei purosangue Malfoy-

-Granger non è colpa mia se lo sono-disse sbuffando ma risultando agli occhi della riccia decisamente tenero.

-comunque questa è il nostro asso nella manica- disse Hermione.

-il nostro cosa?-

-lascia stare è un detto babbano Malfoy-

-hai scoperto altro? Disse lui soprassedendo all’ennesima battuta.

-dovrei parlare con i colleghi di Ginny-

-non credo che sappiano qualcosa, Blaise è molto riservato su queste cose-

-però sono usciti spesso sai dove la portava a cena?-

-ma credo al “Gran Burrone”-

-ma il ristorante a cinque stelle di Londra- disse la Granger sgranando gli occhi.

-si perché a noi piace mangiare bene-

-presuntuoso- Draco rise

-a proposito, hai fame?-

Solo dopo che lui le chiese quello notò che il suo stomaco stava rumorosamente protestando e anche Malfoy se ne accorse ma evitò di ridere.

-un po’-

-mando Milly a prenderci qualcosa-

-ma sei pazzo! Quella mi avvelena-

-non oserebbe, visto che sarò io ad assaggiare per primo-

Dopo alcuni minuti, Milly arrivò con due vassoi carichi di cibo, e fu invitata da Draco ad appoggiarli e poi sparire, poiché la sua presenza non era più gradita.

La bionda uscendo incenerì Hermione che restituì lo sguardo.

Quando la segretaria uscì dall’ufficio Draco disse:

-Noto che vi amate-

-tanto non ne hai idea- rispose soffocando una risata.

A fine cena sorseggiarono una cioccolata calda per riscaldarsi un po’.

Draco ogni tanto alzava lo sguardo verso la riccia che non aveva smesso un attimo, nemmeno durante la cena, di controllare le carte.

-hai disse il biondo indicando il viso della ragazza.

-cosa ho …-chiese lei preoccupata.

-aspetta- disse avvicinando al suo viso, togliendo con il pollice un baffo di cioccolata.

Rimasero minuti a guardarsi, interminabili minuti, nei quali i suoi occhi si persero in quelli di lei come quella lontana sera del ballo.

Draco si avvicino un poco al viso di Hermione che rimase immobile come una statua di cera, aveva smesso di respirare dall’emozione solo il suo cuore batteva come un forsennato e quando Draco poggiò le sue labbra sulle sue esplose di gioia.

Gioia che fu interrotta da un gufo del ministero, che fu maledetto con il pensiero da tutti e che li riportò sul pianeta terra perché venne comunicato che l’indomani si sarebbe svolta l’udienza.

-dobbiamo metterci al lavoro- disse Hermione facendo scomparire i piatti ormai vuoti.

E a Draco non rimase altro che annuire alle sue parole.

SPAZIO AUTRICE.

QUESTO SARà L'UNICO CAPITOLO DEL GIORNO I SPIACE OGGI SONO TROPPO IMPEGNATA...

SPERO VI PIACCIA.

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Capitolo 15
*** 15. Lucius ***


15.Lucius.

Erano ore che controllavano le carte, ormai la linea difensiva era tracciata.

Blaise vista la gravidanza di Ginny era in una botte di ferro, ma nonostante questo Draco e Hermione non volevano lasciare niente al caso.

Sarebbero potuti ricorrere anche al veritaserum più che lasciare Zabini in carcere, ma la cosa che più innervosiva Draco era l’astio di Potter per il suo amico.

-Draco posso chiederti una cosa- chiede Hermione alle tre della notte dopo aver bevuto il terzo caffè.

-certo-

-anche se non c’entra con il processo-

-dai spara- disse facendo sorridere la ragazza per l’uso di quel gergo babbano.

-anche se è una domanda personale?-continuò a chiedere.

 Il biondo sollevò lo sguardo, osservandola bene, i capelli corti la rendeva bella e quella bocca socchiusa era talmente sexy che non sapeva come avesse fatto fino a quel momento a non saltarle addosso.

-fammi questa domanda, poi vedo se è troppo personale, non rispondo-

La ragazza rimase un attimo in silenzio cercando le parole adatte per formulare la domanda che da ore le frullava per la mente, da quando aveva preso in mano quel fascicolo.

-perché non sei andato al processo di tuo padre?- chiese tutto d’un fiato senza sollevare lo sguardo, Draco s’irrigidì appena e rimase in silenzio.

-troppo personale- disse Hermione chiudendo quelle carte.

-non ne valeva la pena- rispose il biondo, sbalordendo Hermione che ora lo guardava, mentre si abbandonava sulla sedia del suo studio guardando anche lui per un solo attimo la giovane donna.

-ma eri…-

-Lo so Granger, cosa ero e cosa sono. Non ne valeva comunque la pena-disse il biondo. -Farlo uscire perché? perché ha aiutato il ministero a scovare i suoi ex compari. No, è troppo semplice così, fai ciò che vuoi infrangi la legge e poi ti redimi. Ha fatto del male a molta gente troppa gente.-

-ma era…-cerco di ribattere la mora ex grifondoro.

-era un assassino e un padre assente e freddo- rincarò la dose Draco.

-queste carte dicono- cercò di spiegare Hermione

-quali carte?-la interruppe lui

-queste – disse la ragazza mostrandogli il fascicolo.

-chi te le ha date?-chiese il biondo stranito.

-sono i fascicoli su Harry tutti i casi di cui si è occupato e questo è l’ultimo-

-quello di mio padre è l’ultimo?-chiese ancora più turbato.

-si pare di si-

-beh allora non c'è niente di losco che ha fatto- rispose sbuffando – Potter ha vinto anche questa volta- enunciò tetro.

-beh non lo so, qui dice che tuo padre ha dichiarato di essere colpevole- riferì Hermione sollevando lo sguardo per vedere la reazione del biondo che non si fece attendere.

-ah ah ah, ma scherzi vero! mio padre non avrebbe mai detto una cosa simile-.

-lo immaginavo. Il processo si è svolto a porte chiuse, tua madre non è stata accettata come testimone volevano solo te ma tu non ti sei presentato-.

-solo me. che vuol dire?-

-che forse volevano arrestarvi tutti e due- continuò a sostenere Hermione.

-ma io non ho fatto niente non ho mai partecipato a niente che non fossero riunioni o banchetti-

-Il ministro era dalla tua ma Harry non era convinto- disse ricordando alcune cose Hermione soprattutto del periodo del processo Harry in quei giorni era scostante, nervoso Ginny piangeva tutti i giorni e fu in quel periodo che tutto precipitò la loro amicizia e la storia con Ginny.

Dopo aver raccontato quegli aneddoti, Hermione, prese un foglio tra le mani e sbiancò un poco.

-che c’è Granger-

-niente-

-Granger che c’è in quel foglio-.

-Niente Draco-

-dammelo- disse con tono autoritario e la ragazza si alzò in piedi per consegnarglielo manualmente.

Draco lesse più volte e quasi il sangue gli si fermò nelle vene, suo padre era un uomo malvagio e meritava di essere incarcerato, aveva litigato con sua madre per questo. Ma quello non si augurava nemmeno a un nemico. Nemmeno le bestie vengono trattate così.

E si sentì in colpa, si sentì in colpa per Lucius.

 Non si era presentato al processo nonostante Narcissa l’avesse pregato, fu Blaise a convincerlo a lasciar stare cosi, meno s’immischiava meglio era. Blaise sapeva che alcuni volevano incastrarlo ma non era per questo, che non era andato a testimoniare a favore di suo padre.

Il motivo era un banalissimo rancore verso quell’uomo che gli aveva tolto tutto, l’aveva fatto crescere nell’odio e nel terrore, l’aveva obbligato a ideali non suoi e costretto con la forza a sottomettersi ad un pazzo criminale.

-Hanno usato i cruciatus fino alla pazzia. Su un detenuto. E non spiega nemmeno perché- disse infine Draco ritrovando la parola mentre nella sua testa mille pensieri si accavallavano frenetici, insieme ai sensi di colpa.

-si che lo spiega, gira la pagina-disse Hermione seduta sulla scrivania potendo così osservare tutti i movimenti di Draco, timorosa per un suo crollo emotivo.

Il detenuto nega il coinvolgimento del giovane Draco Lucius Malfoy e dell’amico di quest’ultimo Blaise Zabini all’attività di mangiamorte.

-L’hanno fatto impazzire perché mi ha difeso- disse mettendosi le mani nei capelli.

-Non perché ti ha difeso, ma perché ha detto la verità- precisò La Granger.

-per loro no. Io sono un mangiamorte, un derelitto della società-.

-quello che dicono non conta, non conta niente se a dire queste cose è gente senza cervello e senza cuore-

-Granger questo verbale l’ha redatto Potter. Potter l’eroe magico io non sono niente contro Potter. Tu stessa…-

-non azzardarti sai Malfoy, non azzardarti a dire quello che hai pensato. La mia strada con Harry si è interrotta molto tempo fa, quel ragazzo impavido, coraggioso e buono di cuore non esiste più, come non esiste quello spocchioso serpeverde che esaltava la superiorità dei purosangue e inneggiava al razzismo-.

Draco aveva ascoltato tutto il discorso della donna e più parlava e più pensava che senza di lei al suo fianco la sua vita sarebbe stata inutile.

-cosa vuoi fare ora?- chiese Hermione.

Draco respirò profondamente, per poi alzarsi in piedi ponendosi davanti ad Hermione.

-Ora pensiamo a togliere Blaise da quel posto, per il resto ce tempo, anche se voglio giustizia Granger-

Lei gli accarezzò il viso e quell’espressione dura e tesa divenne più dolce.

Poi le sue mani scivolarono sulle spalle che ancora erano contratte fino alla schiena e lì, si fermò con il cuore in gola.

-Hermione-

-shsss. Non dire niente- disse la Granger avvicinando il suo capo al petto di Draco e rimanendo così per lunghi istanti.

Lui le accarezzo i capelli e il suo tatuaggio, la bella fatina con le gambe incrociate e il libro tra le mani.

-sai che ho smosso mari e monti per sapere chi fosse la donna con la fatina nel collo- Hermione sorrise.

-lavoravi con me, gomito a gomito ma non ti avevo mai guardato-

-non guarda le sue collaboratrici Malfoy-

-ti farà ridere o forse non ci crederai, ma no, non sono mai stato con una mia collaboratrice-

-povera Milly credo che sia innamorata di te-

-eh si povera. Perché il mio cuore è decisamente di un’altra donna-.

Hermione sorrise e non stacco il viso dal petto di Draco, da lì sentiva il battito del suo cuore, il suo profumo inebriante, il calore della sua pelle e finalmente poteva dirlo anche alla sua mente senza essere contradetta lui le voleva bene.

Forse era troppo pretendere amore, magari con il tempo…

SPAZIO AUTRICE...

VI HO SVELATO UN ALTRO PICCOLO SEGRETO...FORSE GRANDE EH EH EH...

SPERO VI SIA PIACIUTO. CON QUESTO BUONA NOTTE, SONO A  PEZZI E CASA MIA SEMBRA UN BAZAR HO PALLINE SPARSE  X CASA.

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Capitolo 16
*** 16. Tutte le donne di Draco. ***


16. Tutte le donne di Draco.

Era rimasta appoggiata al suo petto per molti minuti, fino a che la sveglia del suo cellulare non aveva preso a suonare come un pazzo.

-Dovrei svegliarmi- confessò sorridendo- peccato non sia mai andata a dormire-.

-Mi spiace- rispose Draco ponendo le mani sui fianchi della ragazza.

-ti ho costretto a fare la notte-

- nessuno mi ha puntato una pistola alla testa- rispose.

-L’ho fatto per Blaise, Infondo, sarà il padre di mio nipote-Disse sorridendo voltandosi ora a guardare il biondo.

-già, Blaise diventa padre, se mi avessero detto una cosa simile, non ci avrei creduto-.

-perché?- chiese curiosa.

-perché, non lo conosci, è l’immaturità fatta uomo… ma pare che la Wesley l’abbia cambiato. Lui non avrebbe mai voluto né sposarsi, né dei figli credo che il merito di queste idee strampalate fosse di sua madre un esempio non positivo di famiglia e di madre-.

-non capisco-disse l’ex Grifondoro.

-oddio, sei l’unica a Hogwarts che non sapeva che sua madre cambiava marito e amanti come la biancheria intima-

Hermione rimase sconcertata e un po’ in imbarazzo ammise di non sapere queste cose sulla famiglia di Zabini.

-lui ne ha sofferto tanto, era legato a suo padre ma sua madre subito dopo il divorzio non volle che i due si frequentassero e ogni volta che lei si sposava Blaise, si affezionava al marito di turno per poi non vederlo più quando lei si stancava di averli nel suo letto-

-è triste-

-lo so, è per questo che stava spesso da me. Non che la mia famiglia fosse un esempio di amore e serenità ma mio padre ha amato mia madre. Forse è una delle poche unioni combinate in cui l’amore nacque-.

-vuoi dirmi che in nessun matrimonio tra purosangue è mai sorto l’amore tra i due sposi?-chiese.

-nessuno-proferì Draco.

-scusa e i figli?-chiese ancora la ragazza

-non c’è bisogno di amarsi per farli-

-è triste- disse.

- lo so- rispose Draco.

Hermione rimase un poco a fissare il muro di fronte assorta nei suoi pensieri.

-sai non pensavo foste così amici tu e Zabini.

Ti ho sempre visto con Goyle e Tiger-dichiarò Hermione.

-si, in effetti, Blaise non era il tipo da baciare il suolo in cui camminavo-rispose Draco ricordando quegli anni.

-per fortuna-disse Hermione facendolo ridere.

-Ora dovrei andare- disse infine Hermione,- ci vediamo al Ministero-

-ok- rispose Draco mentre lei si staccava dal corpo dell’uomo.

-Hermione- disse riagguantandole i fianchi.

-si-

-voglio portarti a cena fuori questa sera, ti prego non prendere impegni- lei lo guardò abbozzando un sorriso.

-cercherò di non prendere impegni- rispose posando un leggero bacio sulla guancia prima di smaterializzarsi a casa sua.

Il tempo con Draco era passato, avevano lavorato molto durante la notte e si erano conosciuti, aveva scoperto un uomo ricco di contradizioni, quel ragazzino borioso non c’era più ora c’era un uomo.

Un uomo che scopriva di volere ogni ora di più tutto per se.

Se i suoi amici avessero saputo ricordando il passato l’avrebbero presa per matta, poi ci pensò: Ron già sapeva, Ginny era innamorata del miglior amico di Draco e Harry, beh Harry non poteva permettersi nemmeno di fiatare.

+++******+++++****

Intanto alla redazione della gazzetta del profeta…

Quella mattina alla redazione della gazzetta, sezione costume e società, un’agitatissima Cho Chang rileggeva per la quinta volta la serie di domande che tra meno di mezz’ora avrebbe posto alla principessa del mondo magico.

Una ragazza bella e intelligente, che aveva fatto della sua bellezza un’arte per emergere e da quanto si vociferava nei salotti bene di Diagon Alley, presto sarebbe diventata la moglie di uno degli scapoli d’oro del mondo magico.

Astoria Greengrass era cresciuta negli agi, figlia di medimago di fama mondiale e di un ex modella magica aveva preso dalla madre la bellezza e dal padre l’intelligenza tanto da unire le due cose e creare alla sola età di vent’anni un impero della moda nel mondo magico.

Creava e faceva da modella alle sue creazioni, era per questo motivo che quella mattina sarebbe stata intervistata da una delle giornaliste più in voga del momento.

Daphne sua sorella, la più grande delle sorelle Greengrass, faceva la P.R. della società di moda Astystyle e aveva concordato quell’intervista con il quotidiano magico più venduto in Gran Bretagna.

-Cho- disse Alysa la sua segretaria.- Astoria Greengrass è arrivata la faccio accomodare-

L’ex Corvonero alzò gli occhi verso la donna e annuì

-si Alysa-

Attese un solo attimo e la giovane ragazza dai lunghi capelli neri e una candida pelle diafana fece il suo ingresso nello studio della Chang che le sorrise.

-signorina Greengrass, si accomodi- disse la giornalista indicando la poltrona di fronte alla sua scrivania.

-sono felicissima di averla…-

-Chang, per favore sono venuta qua non per essere idolatrata ma per farmi conoscere maggiormente, quindi mi aspetto che dalla tua intervista un surplus per le mie creazioni e per la mia casa di moda-

La giornalista, guardò la ragazza e ricordando quale fosse stata la sua casa a Hogwarts non poté far altro che pensare che anche quella volta il cappello parlante non avesse toppato. Quella ragazza era una serpe, senza peli sulla lingua e con la puzza sotto il naso che si esigeva da quelle parole. Era orgogliosa del suo lavoro e voleva ancora molto di più, voleva primeggiare e avrebbe primeggiato visto le richieste continue che le donne dell’alta società magica facevano delle sue creazioni.

-allora incominciamo- disse Cho.

-incominciamo- Rispose Astoria.

L’intervista incominciò toccando vari punti interessanti, partì dalla nascita della casa di moda fino a giungere a toccare la vita privata della giovane magastilista.

-il suo cuore è impegnato – chiese la giornalista guardando negli occhi Astoria.

-oh si, certo, presto sarò la nuova Lady Malfoy. Io e Draco siamo promessi da quando eravamo bambini, ma la nostra storia non è un triste contratto, noi ci amiamo- disse la ragazza sorridendo alla giornalista che rimase senza fiato quella si che era una notizia…una notizia da prima pagina.

Spazio autrice. capitolino ino ino...non dice niente ma mi serve per il prossimo... ci si sente domani ciao ragazze.

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Capitolo 17
*** 17 Il processo Zabini. ***


17. Il processo Zabini.

Arrivarono al ministero con soli due minuti di distanza l’uno dall’altro, quando il grigio degli occhi di lui incontrarono i caldi occhi color cioccolato di lei il tempo sembrò come fermarsi.

Niente esisteva, niente era come prima o forse mai niente era stato così bello per i due giovani legismago.

-buongiorno- disse lui appena la ragazza lo affiancò diretta ai sotterranei dove si sarebbe svolto il processo.

-Giorno- disse lei sorridendo appena guardando le punte delle sue scarpe in vernice rossa.

Entrarono uno dopo l’altro nell’ascensore cogliendo di sorpresa alcuni funzionari del ministero, non era da tutti i giorni incontrare l’eroina del mondo magico e il figlio di un ex mangiamorte che si salutavano cordiali.

Quando giunsero a destinazione s’incamminarono silenziosamente nel lungo andito, fino alla grande porta dove tra meno di quindici minuti si sarebbe svolto il processo che vedeva come imputato Blaise Zabini.

-Pronta?-chiese Draco sfiorandole appena il braccio per sentirla il calore della sua pelle.

-prontissima- sibilò Hermione sollevando lo sguardo verso il biondo, trattenendosi dal saltargli al collo e ricoprirlo di baci.

 Era certo, era pazza di Draco Malfoy.

-entriamo- riprese il biondo spalancando la spessa porta di legno massiccio facendo prima passare la Granger seguendola qualche passo più indietro, l’aula una vecchia che era utilizzata per i processi di massima sicurezza era in sostanza vuota.

Nessun giornalista era stato fatto entrare, anzi Draco si trovò stranito nel non averli visti al ministero ad attenderlo.

Pensandoci bene, nessuno sapeva dell’arresto di Blaise, ma forse era meglio cosi; avrebbe evitato al ministero un’altra becera figura e forse avrebbe avuto modo di avvantaggiarsi con gli anni di questo debito. Lo sapeva bene Draco, quella mattina lui e la Granger avrebbero vinto e Potter, che lo guardava con astio e disprezzo appena aveva messo piede nell’aula, avrebbe perso.

Avanzarono lentamente fino al posto in cui un incatenato Blaise Zabini era seduto. Ginny, invece, era stata relegata dalla parte opposta vicino a sua madre che guardò sdegnata in direzione di Hermione che rimase turbata dall’atteggiamento della signora Wesley ma si lasciò scivolare quello sguardo riprendendo subito il controllo giusto in tempo per l’entrata del giudice supremo.

Il processo iniziò subito dopo che giudice Rodney, un uomo piccolo e pelato dal viso vispo e curioso, batté la bacchetta sul tavolo come nei tribunali babbani si batteva il martelletto.

Il primo a esporre fu l’accusa che aveva come legismago improvvisato Percy Weasley. Il più antipatico dei fratelli Weasley presentò al giudice tutte le motivazioni per cui i suoi genitori avevano denunciato il giovane Blaise Zabini, chiedendo poi la sua reclusione ad Azkaban per sortilegio contro una povera ragazza indifesa.

Il giudice, osservò per un attimo la rossa Ginny che si agitava alle parole che Percy pronunciava con il suo solito modo pomposo, sorrise impercettibilmente osservando gli strattoni che sua madre le dava ogni volta che una parola detta dal suo avvocato tendeva a offendere Zabini.

Quando finalmente Percy Weasley si sedette fu la volta di Draco e Hermione.

Draco espose al giudice la sua difesa pro Blaise, dove delineò la persona che era il giovane Zabini e come la sua vita era cambiata da quando Ginevra Wesley era entrata a farne parte.

Fu così la volta di Hermione che chiamò a testimoniare, per avvallare la teoria di Draco, molte persone tra cui due dei fratelli della ragazza, cosa che fece spalancare la bocca ai signori Weasley.

-conosco Zabini dai tempi della scuola. Non che ci frequentassimo sia chiaro- disse Ron che parlava a raffica sotto lo sguardo attento del suo ex migliore amico che lo inceneriva ogni volta che una sua frase aiutava a scagionare Zabini.

-ma con lui non ho mai avuto problemi. Qualche settimana fa poi mi è stato presentato come fidanzato- dichiarò Ron.

-bene,- lo interruppe Hermione- quindi sua sorella le ha detto che il signor Zabini era il suo compagno- continuò Hermione, - come le è sembrata?. Chiese infine l’avvocato.

-felice- disse Ron di getto.- finalmente felice. Sa, non è mai stata molto fortunata in amore- disse Ron girandosi verso il giudice,- il suo ultimo fidanzato l’ha tradita-.

Draco tossi e Hermione era visibilmente in imbarazzo.

-mente- disse Percy come opposizione.

-No è vero- disse piatta Ginny, dopodiché ci furono un po’ di urla, la signora Wesley si alzò in piedi urlando contro il figlio che non le aveva detto una cosa così importante e contro Harry Potter il famoso ex fedifrago.

-Signora-. Disse il giudice –Signora- urlo.- Se non la smette, sarò costretto ad allontanarla dall’aula- disse infine facendo calmare la donna che si sedette ancora accanto alla sua giovane figlia che non perdeva di vista il moro che ora amava.

Il processo finalmente riprese e fu la volta di George Wesley a essere chiamato a testimoniare in favore di Zabini.

Il gemello raccontò di aver conosciuto Zabini da alcuni mesi, da quando era rientrato a Londra con Malfoy.

-Ginny lavora nella fabbrica in cui Blaise è il vicepresidente- disse George.

-credo che si siano piaciuti da subito e un giorno dopo l’altro è nato l’amore, venivano sempre insieme a trovarmi al negozio e sempre insieme mi hanno dato la notizia- terminò il rosso Wesley.

-quale notizia- chiese Hermione facendo la vaga.

-oh una bellissima notizia- proferì George divertito.

-Ginny aspetta un bambino – concluse.

In quel momento successero tante cose contemporaneamente: la signora Wesley svenne, Percy urlò che George era un burlone e non era credibile, Ginny si sfiorò il ventre sorridendo e il giudice dichiarò conclusa l’udienza dichiarando Blaise Zabini non colpevole.

Ginny scattò in piedi per abbracciare Blaise che la accolse nonostante i mille dolori tra le sue braccia.

Quando la signora Wesley rinvenne non poté che notare il sorriso radioso di sua figlia tra le braccia di quel ragazzo e si avvicinò a lui chiedendo scusa cosa che fece anche suo marito Arthur.

Hermione si congratulò con i due e lasciò per un attimo

 Draco a riordinare tutti i documenti.

-non pensare che mi arrenda così Malfoy- disse Harry Potter alle sue spalle.

-Oh non lo penso affatto sfregiato, ma la prossima volta sarai tu a essere incriminato-

-non farmi ridere Malfoy e per cosa dovrei essere incriminato sentiamo-

-una cosa a caso. Vediamo… la tortura di mio padre nel suo processo-disse Draco guardando negli occhi l’auror sfidandolo apertamente. Odio, ecco quello che provava per Potter, l’aveva sempre odiato.

A Harry si spense il sorriso sulle labbra.

-non metterti contro di me Malfoy, posso farti molto male-annunciò Harry.

-non mettermi contro di me Potter posso distruggere il tuo nome-

Disse serafico Draco chiudendo la valigetta e lasciandolo fermo davanti alla scrivania, raggiungendo poi Blaise e Ginny e la sua Hermione.

Uscirono dall’aula insieme e sempre insieme presero l’ascensore Draco guardava Blaise e Ginny baciarsi senza ritegno.

-per fortuna che avete già in cantiere un figlio se non potrei pensare che lo volevate fare qui dentro-

-Malfoy- urlo la rossa.

-Draco- disse Hermione dando un colpetto sulla spalla del biondo.

Blaise invece si limitò a ridere all’indirizzo del suo amico.

-geloso Draco- disse infine

-No tranquillo a me piacciono le more- rispose guardando la ragazza dai capelli corti accanto a se facendole diventare rosse le guance dall’imbarazzo.

-oh allora vi lasciamo soli – continuò Blaise che si becco la cartella di Hermione in testa.

-Hermy così li fai male, povero l’amore mio- lo coccolò Ginny.

-si povero io- disse Blaise facendo gli occhi dolci alla sua donna, facendo ridere sia Draco che Hermione.

Ginny e Blaise sparirono alcuni minuti dopo diretti alla casa di lui dove si sarebbero trasferiti lasciando Draco e Hermione da soli.

-non hai preso impegni per questa sera giusto?-

Chiese il biondo guardando la ragazza.

-uhm, fammi controllare l’agenda- disse la ragazza facendo il gesto di frugare dentro la borsa mettendo in agitazione il biondo.

Dopo di che rise

-no Draco sono liberissima, disse – dove ci vediamo?-

-Ti passo a prendere alle venti-

-ma dove andiamo?- chiese Hermione.

-ah no quella è una sorpresa Granger, vestiti con un abito lungo, sei ancora più bella così-

Disse baciandole le labbra prima di smaterializzarsi lontano da lei, facendosi cosi violenza… la desiderava troppo ormai ma voleva fare le cose per bene e doveva organizzare una cena importante, la cena con la donna del suo cuore.

SPAZIO AUTRICE.

SPERO VI PIACCIA ANCHE QUESTO CAPITOLO...IL PROSSIMO SARà MOLTO ROMANTICO...

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Capitolo 18
*** 18.Cena a lume di candela. ***


18. Cena a lume di candela.

Aveva passato tutto il pomeriggio a fare la sfilata da camera sua al salotto di casa, indossando tutti gli abiti lunghi della collezione di Ron.

-scordatelo questo è indecente- disse – osservando la scollatura che le arrivava fino alle natiche.

-ma che dici, sei bellissima. Vedi risalta le tue forme qui- disse Ron indicando il seno- e qui- indicando poi il sedere della ragazza.

-No, Ron devo andare a cena non fare altro-.

-ma tu dopo cena vuoi fare altro vero Hermione?-

Disse malizioso Ron - ancora non avete…-

-Ron questi non sono affaracci tuoi- rispose secca diventando rossa.

-prova questo- disse Ron indicando un abito lungo in seta rosso fuoco con sottilissime spalline anch’esse in seta, la scollatura era semplice e non evidente per contrastare con la lavorazione particolare della parte posteriore dell’abito dove dei fili dorati tutti tempestati di strass si univano a formare una ragnatela.

Quando lo indossò, capì che la ricerca era finita, quello sarebbe stato l’abito e sorrise nel vedersi vestita di rosso oro come i colori della sua ex casa di Hogwarts.

Alle otto in punto il campanello di casa Granger- Weasley suonò, la ragazza si guardò un attimo allo specchio che si trovava all’ingresso prima di aprire la porta e fece un respiro profondo il suo bellissimo principe era arrivato.

Quando aprì Draco rimase come folgorato appena la vide.

-ciao- disse Hermione sorridendo invitandolo ad entrare, ma aveva una paura folle di farlo sfigurare lui era abituato alle donne più belle e con classe da vendere lei era solo una nata babbana

Il biondo non disse niente la guardava come rapito.

-prendo il cappotto e sono pronta- disse la ragazza triste per non aver ricevuto nemmeno un piccolo complimento dal biondo.

Quando rientrò nella cucina, lo trovò nella stessa posizione in cui l’aveva lasciato.

-Draco sono pronta se vuoi, andiamo…-disse ancora Hermione

-sei divina- disse baciandole le mani.

- vedo che hai ritrovato l’uso della parola- disse la ragazza sorridendo felice, le era piaciuta.  – anche tu non sei niente male- disse facendo l’indifferente e afferrando il braccio che il biondo le offriva.

-comunque grazie-

- e di cosa Hermione ho detto solo la verità-rispose il biondo.

Lei sorrise socchiudendo gli occhi mentre il suo cuore batteva a mille.

-dove mi porti?-chiese ancora la ragazza.

-sei troppo curiosa Granger, troppo-disse divertito Malfoy

-dici?-

-dico, non costringermi a bendarti-

-lo faresti Malfoy-

-No, perché non potrei rimanere molto senza perdermi nei tuoi occhi-Hermione lo guardò un attimo arrossendo, come era bello.

-Draco, smettila mi vergogno se dici queste cose-rispose infine.

-Allora sto zitto e ti ammiro. Ok-.

-ok-

Giunsero in una piccola radura, dove delle torce colorate indicavano la via.

-ci siamo quasi- disse il biondo – dobbiamo solo percorrere il sentiero.

-un posto isolato- disse la ragazza guardandosi intorno e osservando un piccolo lago pieno di ninfee e lucciole. 

Un posto incantato, magico e decisamente suggestivo. 

Non avrebbe mai pensato che Malfoy fosse tipo così romantico, ma quel ragazzo la stupiva ogni giorno di più ogni ora scalava un gradino nel suo cuore.

Camminarono in silenzio fino a raggiungere un vecchio castello dove un maggiordomo prese i loro soprabiti, mentre un altro li condusse al tavolo. L’arredamento era chic e discreto i tavoli erano tutti tondi, rivestiti con candide tovaglie di lino bianche e color champagne e allestite con candelabri in argento da cui spuntavano candele. 

Non erano i soli clienti, molte coppie erano già sedute ma furono gli unici condotti in una piccola sala adiacente.

-prego- disse il cameriere scostando la sedia per far sedere Hermione e ripetendo un attimo dopo lo stesso gesto a Draco.

-bello qui- disse la ragazza guardandosi in giro osservando i quadri alle pareti, i tendaggi e le porcellane con cui la tavola era stata allestita soffermandosi poi sul candelabro e sulle piccole fiammelle accese. 

Quella sarebbe stata una cena romantica, la sua prima cena romantica con Draco Malfoy.

-questo è il mio ristorante preferito-

-pensavo mi portassi in qualche tua proprietà facendo cucinare gli elfi- disse la ragazza sogghignando.

-Tibly se sapesse che sono qui non pulirebbe più il manor, ne sono certo- disse Draco.

-Non vorrai dirmi Malfoy che hai ancora un elfo domestico come tuo schiavo-

-no non è mio schiavo. Tibly, mi cura da quando sono nato, non ci crederai mai ma ci sono affezionato e come fa il te lui nessuno-

Hermione corrugò la fronte.

-te lo farò conoscere Granger e poi mi dirai se lo tratto male-

-signori volete ordinare?- chiese il cameriere interrompendoli.

-si certo -rispose Draco guardando Hermione – per me tagliatelle alla vernaccia- disse la ragazza – per me risotto al nero di seppia-disse il biondo lasciando il tempo al cameriere di prendere l’ordinazione.

-per il secondo, porti le vostre migliori specialità di pesce-concluse Draco.

-da bere signor Malfoy?- chiese ancora il cameriere.

-frizzante bianco del 1998- disse.

L’uomo sgrano gli occhi meravigliato.

Quando il cameriere andò via Hermione chiese il perché l’uomo l’avesse guardato cosi stranito.

-oh niente di che, ci sono pochi maghi che hanno avuto tempo di fare il vino durante la guerra quindi …-

-costa un botto Draco- disse la ragazza contrariata

-non preoccuparti-rispose lui osservandosi le mani facendo l’indifferente.

-certo che mi preoccupo non voglio che spenda tanti soldi, facciamo a metà- riprese la Granger.

-non essere sciocca-

-non esiste Malfoy-

-oh certo che esiste, sono stato io ad invitarti a cena e io che pagherò-concluse Draco.

-queste cose sono superate- rispose la ragazza interrompendosi appena il cameriere porto loro il primo.

-mangia se non si fredda Herm- disse il biondo abbassando lo sguardo verso il piatto.

Mangiarono benissimo e bevettero due bottiglie di vino, ma per la seconda bottiglia Hermione riuscì a convincere il biondo a farsi portare un frizzantino del 2010, più economico ignorando che quell’annata fu disastrosa e solo pochi vigneti riuscirono a produrre del buon vino.

Giunti al dolce, avevano esaurito tutti i discorsi riguardanti gli anni scolastici, gli studi accademici, i rapporti amicali e finalmente Draco trovò il coraggio per parlare alla ragazza a cuore aperto.

-Hermione- disse sollevando lo sguardo per osservare la giovane donna di fronte a lui.

-sono stato benissimo questa sera in tua compagnia-

-grazie Draco, anch’io…-

-ti prego lasciami finire- disse tutto d’un fiato.

-sono felice che tu abbia accettato di passare questa serata con me nonostante quello che è successo tra di noi, alcune settimane fa. Sto ancora male per questo-

-ma no, non è il caso-

-invece io sto male, mi sento incolpa per non averti difeso per non averti creduto e forse ho minato sul nascere il rapporto tra di noi-

 La ragazza si raddrizzò sulla sedia osservando tutti i gesti che il biondo faceva.

-dal giorno della festa in maschera per me niente è stato come prima, tu mi hai rubato il cuore, ora è tuo-.

Hermione lo guardava come incredula quello non era Draco Malfoy, era impossibile che quello fosse Draco l’ex serpeverde.

- ti ho desiderato, ho bramato di perdermi nelle tue labbra, accarezzare le tue spalle e fondere i miei occhi con i tuoi. 

Quando ho scoperto la tua identità, ho avuto paura per tutto il male che ti avevo fatto e che purtroppo ho continuato a farti, potesse allontanarmi da te per sempre.

Il fato ci ha fatto incontrare più volte in questi giorni e ho capito che non era solo la donna che avevo conosciuto al gazebo del manor ad attrarmi ma eri tu con la tua intelligenza, con la sua positività il tuo brio. Io mi sono innamorato di te Hermione Granger e non mi vergogno nel dirlo.

 Per te sono disposto a cambiare vita, abitudine tutto. 

Ti chiedo una piccola possibilità, una sola. Non ti deluderò-

-una possibilità?-ripeté Hermione

-si- disse Draco.

La ragazza sorrise dolcemente, accarezzando la mano del biondo che tremava dall’agitazione.

-si può fare Malfoy ma sei in prova-

-certo. Cosa fa un uomo in prova -chiese poi.

-prima cosa invita la donna che dice di desiderare a ballare.

-oh si può fare-

 Disse il biondo alzandosi dal tavolo e chiedendo con un leggero inchino alla sua bella mora di concedergli un ballo.

Hermione acconsentì accoccolandosi con il capo sul petto del ragazzo, ballarono per quasi due ore senza staccarsi mai.

-Draco- disse la ragazza -forse stanno per chiudere- disse osservando il via a vai che i camerieri facevano da una sala all’altra.

-credo di aver perso la condizione del tempo-

Si guardarono un attimo prima di baciarsi, il bacio fu dolce e delicato e coinvolgente per entrambi.

Si staccarono dopo un po’ quando respirare divenne necessario e dopo aver pagato si smaterializzarono al manor, Hermione non ne fu sorpresa e in cuor suo sperava di continuare quella serata a casa sua.

-ti spiace se ti ho portato qui- chiese il biondo togliendosi la giacca e aiutando la ragazza a togliersi la sua.

-no tranquillo- rispose accomodandosi nel divano del salone primavera tutto dipinto con alberi di ciliegio fiorito.

- hai rimodernato tutto dalla penultima volta che sono stata qui?- chiese.

-si quell’ala del manor però non la utilizzo mai, troppi brutti ricordi- disse il biondo abbassando lo sguardo Hermione si alzo e gli sfiorò la schiena incominciando a massaggiargli il collo.

-a cosa devo questo gesto-

-A niente, Draco solo alla mia bontà- rispose la ragazza.

Lui rise abbandonandosi a quei dolci tocchi, i massaggi divennero carezze e presto anche Draco ricambiò quei gesti.

Prima massaggio le mani, poi le braccia e infine la spalle della ragazza incominciando a depositare qualche bacio sulla schiena tanto da farle venire i brividi.

La strinse forte a se sfilandole poi l’abito accarezzando così la pelle nuda.

Le spalle, il seno, il ventre ricoprendola di baci e dolci carezze.

Il desiderio e la voglia di unirsi si fece sempre più evidente. Hermione aveva gli occhi chiusi ed era completamente in balia delle mani sapienti del biondo che non smetteva un attimo di sentire la sua pelle calda sotto le sue mani.

-ti desidero- le sussurrò nell’orecchio facendola sorridere.

-anche io- rispose aprendo gli occhi e guardando le pozze grigie di Draco che la bramavano.

Hermione gli accarezzò il petto sbottonando bottone dopo bottone la camicia, la sfilo baciandogli poi i pettorali scolpiti e accarezzando la schiena.

Rimasero attimi a guardarsi e ammirarsi a vicenda, prima che Draco la prese di peso e la condusse su per le scale fino alla sua stanza, dove venne depositata dolcemente. Lì nel suo letto a baldacchino, i loro due corpi si unirono nella danza più dolce e antica del mondo.

L’amore li univa e li faceva ansimare.

La penetrazione fu dolce e mai nemmeno un attimo i loro occhi smisero di guardarsi; al culmine del piacere Draco sussurrò il nome di Hermione che a fil di labbra gli rispose dolcemente che lo amava.

Rimasero abbracciati per ore a confidarsi segreti e dolcezze, fino a che non si assopirono uno nelle braccia dell’altro.

Forse la loro storia d’amore iniziava da lì da quel ti amo e da quell’atto d’amore.

SPAZIO AUTRICE.


Non so come è venuto spero però vi piaccia...è romantico soprattutto draco è dolcissimo, almeno io volevo farvi intende questo.
grazie a tutte voi che continuate a leggere, commentare e  mettere tra i preferiti e seguiti la ma mia storia.

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Capitolo 19
*** 19 La tempesta nel cuore. ***


19. la tempesta nel cuore.

Si era svegliata abbracciata a Draco e si sentiva in paradiso, era riuscita a liberarsi delle sue braccia e a sgusciare via dal letto.

Voleva fargli una sorpresa, una cosa che sicuramente nessuna strega gli aveva mai fatto così si infilò la sua camicia che le arrivava a metà coscia, uscì dalla camera patronale e scese le scale di marmo bianco fino a giungere nella cucina dove un’Elfa trafficava con del cibo.

-scusa- disse Hermione facendo saltare l’esserino dallo spavento.

-vorrei preparare la colazione a Draco-

-No quello è compito di Tibly-

-ti prego per me è importante- la supplicò Hermione unendo le mani in preghiera.

-ma il padroncino Draco ha gusti difficili-

-ti prego-

-va bene padrona-

-Io sono Hermione e tu devi essere Tibly-

-si sono Tibly, il signorino le ha parlato di me?- chiese l’Elfa orgogliosa.

-Oh si tanto – disse Hermione.

-Anche il padrone mi ha parlato di lei padrona-

-Io non sono la padrona Tibly-

-oh si invece e l’unica che è mai rimasta qui a dormire, il padrone è un uomo difficile come lo era il signor Lucius, ma al confronto di suo padre il mio padroncino ha un cuore-

Hermione ascoltò le parole dell’Elfa, unica lei era l’unica che aveva dormito nel manor l’unica ad aver dormito con lui.

-cosa piace al padrone-

-caffè con una spruzzata di cacao. Un croissant vuoto e succo d’arancia rossa-

-oh bene posso farcela-

-l’Elfa guardò la ragazza.

-si prenda lì il caffè e riempi fino all’orlo l’acqua usi quella è incantata ed è purissima- Hermione seguì al dettaglio ogni indicazione di Tibly e finalmente dopo mezz’ora tutto fu pronto e Sali con il suo bel vassoi nella stanza del biondo che ancora dormiva.

Poggiò con la magia il vassoio sul comodino mentre spalancava le tende verdi del baldacchino.

-buon giorno disse baciando la bocca di Draco che rimase sorpreso nel vederla già in piedi.

-che succede chiese-

-niente ti ho preparato la colazione- disse indicando il vassoio che ora volteggiava accanto al ventre del biondo che la afferrò e guardò felice.

-Tibly che ha detto?-

-oh niente, mi ha dato ordini- Draco alzò un sopracciglio –per non avvelenare il suo padroncino- facendolo ridere.

-sono certo Tibly mi rimarrà sempre fedele- disse infine il biondo mentre assaggiava il caffè. –delizioso- disse infine.

-hai mangiato?- chiese Draco spezzando il croissant e facendo assaggiare un pezzetto anche alla ragazza.

-si Dra-

-ti piace- disse ignorando la sua affermazione continuando a imboccare la ragazza senza smettere di guardarla era sexy con la sua camicia sopra e niente sotto, troppo sexy pensò il biondo.

-si è buona l’ho fatta io- rispose Hermione, baciando Draco che non aspettava altro che accoglierla tra le sue braccia.

Un ticchettio alla finestra li disturbò un po’.

-vado io tranquillo- disse la ragazza – tu finisci di bere il caffè se no si fredda-

-ok mia padrona- rispose il biondo mentre la ragazza spalancava la finestra per far entrare il gufo postino.

Slegò il giornale che aveva stretto nella zampa e gli fece beccare una zolletta di zucchero, il pennuto inchinò la testa ringraziandola e poi vibrò nuovamente in volo.

Hermione aprì il giornale con un gesto meccanico facendo piccoli passi verso il letto in cui si trovava Draco che la guardò sorpreso quando lei si bloccò di colpo.

-brutte notizie – chiese il biondo. –dimmi che è Potter cosi festeggio-.

Hermione abbassò lentamente il giornale e guardò Draco, era pallida e i suoi occhi vuoti coperti da un velo di lacrime.

-perché?- chiese.

-perché cosa Hermy?-

-perché- ripeté singhiozzando.- perché mi hai fatto questo-

Draco si alzò di scatto dal letto raggiungendola in due falcate strappandole dalle mani la Gazzetta del profeta e lesse:

“ASTORIA GREENGRASS E DRACO MALFOY SI AMANO E PRESTO CONVOLERANNO A GIUSTE NOZZE”.

-non crederai- chiese lui stupito dalla reazione della ragazza che si era messa una maglia e dei jeans che aveva tolto da una piccola borsetta di perline.

-Hermione ti prego. Guardami-

Disse strattonandola per un braccio cercando di fare ragionare la ragazza.

-lasciami immediatamente Draco o ti schianto- lui le lasciò il braccio come scottato dalle parole della ragazza.

-credi a quello che dice Astoria e non vuoi ascoltare me- disse osservandola mentre con la magia rimetteva tutte le sue cose nella piccola borsa.

-non mi serve sentire le tue parole. So che è vero, lei è una purosangue e la frequenti da sempre. sua sorella l’aveva detto che eri di Astoria io non avevo capito io non volevo capire. Ballavi con lei quella sera sei stato promesso a lei fin da piccolo. Mi sbaglio forse?- chiese urlando.

Draco si rese conto che tutto quello che Hermione aveva detto era vero, suo padre aveva stipulato il contratto con i Greengrass quando la piccola Astoria era nata, lei era innamorata di lui ma lui…lui non la amava c’erto ogni tanto era andato con lei ma non era un rapporto esclusivo e da quando la sua fata le aveva rubato il cuore non era stato con nessun’altra.

-io non la amo-rispose.

-sono solo parole le tue Malfoy, solo parole…sei bravo con le parole fai legismago, ma non mi incanti più. Non mi farò prendere ancora in giro da te-.

-Hermione ti prego ascoltami cercava di fermarla, sapeva che lei stava scappando da lui, dalla sua idiozia. Aveva sbagliato, avrebbe dovuto comunicare ad Astoria che il contratto che Lucius aveva stipulato per lui non valeva niente, era carta straccia.

Che mai e poi mai l’avrebbe sposata. Lui voleva un’altra, lui voleva Hermione. Hermione che ora scappava da lui e dalle sue omissioni.

-ti prego non fuggire da me- lei lo guardò gelida dritta negli occhi.

-stammi lontano Malfoy, non voglio sentire più niente, non voglio più vederti. Ti odio- urlò scomparendo con la smaterializzazione.

Draco dal nervoso diede un forte pugno alla parete e si avviò a passo svelto nel suo studio prese una pergamena in cui scrisse poche parole, ma dure che vennero mandate alla piccola delle Greengrass e un’altra al giornale in cui li denunciava per danno arrecato.

Era incazzato come mai prima Draco e la tempesta nella quale il suo cuore era caduto lo stava uccidendo. Come poteva vivere senza la sua fata come poteva vivere senza Hermione ora che sapeva che lei lo amava. Come poteva.

Astoria l’avrebbe pagata cara, Astoria avrebbe conosciuto la furia di Draco Malfoy.

Così prese una terza pergamena e inviò una missiva all’AnsaMagica dove annunciava:-

Io Draco Malfoy,

 erede della casata dei Malfoy-Black, non sono in alcun modo legato alla stilista Astoria Greengrass.

 Alcune donne credono che quando finiscono a letto con il sottoscritto, il passo successivo sia il matrimonio, ma si sbagliano.

Tra me e la signorina Greengrass non vi è alcun legame affettivo o sentimentale, almeno non da parte mia. Il contratto che mio padre, Lucius Malfoy, ha stipulato con il padre della ragazza per me non è valido. Quindi non sposerò nemmeno sotto tortura quella ragazza.

Io amo un’altra e queste sue dichiarazioni hanno messo in dubbio la mia relazione. Quindi sono costretto a denunciare la signorina per calunnie e dichiarazioni false sulla mia persona.

In fede,

 Draco Lucius Malfoy.

SPAZIO ATTRICE...
finalemnte il capitolo con l'uscita della gazzetta del profeta, che ne dite?
come ha reagito hermy, ha esagerato e stata  calma?
ditemi... nel mentre se vi va ho scritto una piccola shot si chiama: PALLE DI NEVE.  ed ho aggiornato anche l'altra FF , AMICI DI LETTO:

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Capitolo 20
*** 20. Il vero Draco Malfoy ***


20. Il vero Draco Malfoy.

Si era smaterializzata il più lontano possibile da lui, il più lontano possibile da quel mondo, da tutti.

Così senza rendersi conto si ritrovò nella casa in campagna di sua nonna.

-Alohomora- disse aprendo la vecchia porta malferma ed entrando nella modesta casa.

Erano anni che non ci metteva piede, da quando la sua anziana nonna materna non era morta e sua madre dopo quel doloroso fatto, non aveva voluto più recarsi in quella casa.

 Troppi i ricordi che la legavano a quel luogo, ma quelli era per Hermione dei ricordi belli, i ricordi della sua infanzia quando ancora non sapeva qual era la sua vera natura.

Quando ancora ignorava di essere una strega.

Si guardò intorno osservando lo stato di polvere sui mobili, le finestre sbarrate dalle tavole e posò infine gli occhi sulla vecchia poltrona logora su cui la sua nonna, la coccolava dolcemente raccontandole le fiabe delle principesse.

Le favole cui ancora credeva, quelle dove una babbana qualsiasi s’innamora del principe e convinta che il mondo è perfetto crede ci sarà un lieto fine.

 Lui la salverà, salvando il suo cuore e si ameranno per sempre, ma il per sempre, si trovò a pensare Hermione non esiste.

Come non esistono i principi che sposano delle comuni ragazze, i principi sposano le principesse, belle, magre e con lunghi capelli neri non con dei buffi peletti corti come quelli che si ritrovava lei.

Lei, era solo una nata babbana, quella casa non fece altro che avvalorare la teoria ricordandole le sue umili origini, ricordandole che lei Hermione Granger doveva abbassare la cresta e rendersi conto che quello era stato, era e sempre sarà il suo mondo e che mai e poi mai una come lei poteva diventare la padrona di una casa come il manor dei Malfoy, lì, lei poteva fare solo la sguattera.

Si stese nella poltrona continuando a pensare, ma inesorabile finiva col pensare alla notte passata con lui, ai suoi baci, il suo corpo, le sue parole.

Come poteva aver fatto questo?

Perché l’aveva trattata cosi?

Perché farle credere che la desiderava, che fosse unica che era l’unica e poi scoprire che era l’ennesima bugia, che lei era una delle tante. Forse l’ultima tra le tante vista la sua origine.

Piangeva Hermione, piangeva, per l’umiliazione e il cuore spezzato. Piangeva perché non si sarebbe rialzata tanto in fretta da quell’umiliazione.

Piangeva e il suore sanguinava.

***

Draco era una furia camminava avanti e indietro nel suo studio, aveva spedito le due lettere ma solo il Profeta aveva risposto subito facendo le dovute scuse al giovane Malfoy, temendo che l’uomo li portasse di fronte al giudice.

Il giornale, sì premurò di informare il giovane avvocato, che nel numero successivo ci sarebbe stata una smentita al riguardo dell’intervista delle signorina Greengrass.

 La ragazza, invece, che aveva fatto scoppiare tutto quel pandemonio si era letteralmente data alla macchia, evitando così, di rispondere a quello che considerava il suo fidanzato.

-dannata ragazzina- disse scaraventando il bicchiere colpo di whisky nel camino.

-Draco- disse una voce gelida alle sue spalle, come hai osato dire quelle cose su mia sorella- Draco ghignò, se Astoria era stata intelligente nel nascondersi alla sua ira Daphne non fu altrettanto furba.

-Daphne- disse girandosi a guardare la bionda davanti a se assottigliando lo sguardo.

-vedo che la tua stupidità non fa altro che aumentare-

La donna lo guardò con astio, ma non disse niente.

-L’hai umiliata davanti a tutto il mondo magico-

-Umiliata! Sai quanto me ne fotte se lei si sente umiliata.

 Non aveva alcun diritto di dire falsità. Non aveva alcun diritto di rivelare i fatti miei in piazza.

Lei per me non esiste e non è mai esistita, lo sappiamo tutti Daphne lo sa lei quanto lo sai tu-

-ma tuo padre-

-Mio padre, mio padre, dite sempre le stesso cose. Mio padre ha fatto un patto con il tuo, un patto che non conta niente per me, sono stato chiaro l’altra volta. Credevo, sbagliando, che ci foste arrivate invece pare che siate stupide.

Non sposerò mai tua sorella-dichiarò.

-eh chi vuoi sposare una che cerchi da tre mesi e di cui non sai nemmeno il nome- disse un’altra donna vicino alla porta dello studio.

Draco le aveva dato più credito, toppando ancora, anche Astoria era senza speranza, stupida e senza speranza come Daphne.

-se anche fosse, non sono affari tuoi- rispose gelido guardando la mora stilista.

-sono affari miei invece Draco. Io ti amo-dichiarò convinta Astoria.

-io no Astoria e visto che non ti amo, non me ne frega niente di quello che dici e vuoi tu-rispose freddo.

-se fossi incinta saresti obbligato a sposarmi-replicò la mora.

-ma non lo sei, mia cara. Non sono tanto sprovveduto sai, faccio ogni volta l’incantesimo anticoncezionale e sei sempre risultata negativa al test poi sono più di sei mesi che non scopo con te-

-come osi-disse piccata Astoria.

-come oso cosa! non penserai che noi facciamo l’amore. Quello che ho fatto con te è sesso, solo sesso per me. Tu non conti niente.

Non sei niente se non l’hai ancora capito, sono problemi tuoi-

Astoria scappò con le mani sugli occhi umiliata come non mai e con il cuore spezzato, Daphne lo guardò un attimo con disprezzo per le parole cattive che aveva detto alla sua sorellina e poco dopo si smaterializzò lasciando il biondo ancora solo nel grande studio.

Dopo un poco sentì in ticchettio alla finestra, spalancò per far entrare un gufo che portava un’edizione straordinaria della gazzetta, dove facevano bella mostra le smentite ufficiali del profeta e la postilla che Draco aveva spedito all’Ansa Magica.

Ora non c’era altro che aspettare che lei vedesse il suoi sforzi per ricomporre lo strappo, ma sapeva che era dura, durissima ma se non avesse capito, avrebbe cercato ogni mezzo possibile per farla ragionare.

Ogni mezzo per riportare la sua fata tra le sue braccia.

***

Era giunta la sera e di Hermione non si sapeva ancora niente, Blaise l’aveva raggiunto al manor e con lui la sua Fidanzata Ginny, che essendo la migliore amica di Hermione lo guardava malissimo.

Dopo che per la terza volta Draco fu incitato da Blaise a raccontare tutto, Ginny esplose:

-cosa pretendevi Furetto- incominciò a urlare la rossa – che appena leggeva il giornale tornava strisciando da te-

Blaise guardò la sua ragazza e poi il biondo amico.

-oddio, ma siete cretini voi due- disse scioccata Ginny.

-voi che vi vantate di essere abili seduttori, non conoscete niente dell’animo di una donna-

-ma amore- cercò di interromperla Blaise.

-Ginny un corno disse la rossa infervorandosi ancora di più

-tu,- disse indicando il biondo -di Hermy non hai capito niente, cosa ti costava raccontarle che la Greengrass era la tua promessa perché tuo padre  aveva stipulato un contratto matrimoniale con il suo. 

Niente. Invece non hai detto niente, hai omesso le hai mentito come fanno tutti lei si è fidata di te e tu non la meriti-

-come puoi dire queste cose rossa. Io per lei mi sono umiliato-

-oh si e dimmi come ti saresti umiliato Malfoy, dimmi, dimmi che voglio proprio saperlo-

-Blaise la tua fidanzata è sfrontata dovresti domarla-

-un altro punto a tuo sfavore Malfoy, non si domano le donne non siamo animali ma persone e non è corretto dire queste cose primo perché sono la fidanzata del tuo amico, secondo perché sono la migliore amica della donna che dici di amare e terzo perché aspetto un bambino ed ho gli ormoni in subbuglio-

Draco la guardò stranito per poi guardare Blaise che fece spallucce.

-allora mi dici come ti sei umiliato per lei Malfoy prima che mio figlio nasca-

-Ho dichiarato alla stampa che amo un’altra donna è lampante che sia lei-

-aspetta tu hai forse detto che ami Hermione Granger. Non sai perché se hai detto così amore dobbiamo chiamare il profeta per dirgli che a noi mandano una bozza e non il giornale vero e proprio-.

-Tu- disse alzandosi in piedi e mettendo le mani sui fianchi come fa sua madre- non hai detto nulla di tutto ciò, hai solo ammesso che non ami la Greengrass e che non la sposi. Hai si, insinuato che ami un’altra, ma potresti amare tutte… che ne so anche Pansy Parkinson-

-ma gli vuoi male Ginny, povero Draco- disse Blaise buttandosi sul divano osservando l’espressione cruciata dell’amico.

-aiutami Wesley aiutami a trovarla e a farle capire che per me c’è solo lei- disse Draco guardando la rossa.

-perché dovrei Malfoy, non sono convinta che tu sia quello giusto-

-non so se sono quello giusto, forse la farò soffrire, ma sono certo che la amo e che le darò tutto me stesso per farla felice. Per me esiste solo lei-

Ginny soppesò le sue parole e poi lo disse:

-va bene Malfoy ti aiuto, ma non lo faccio per te ma per lei perché so che per qualche ragione a me ignota ti vuole con tutto il cuore.

 Ora sta soffrendo e io non voglio che lei soffra-

Quel giorno Draco aveva cambiato spesso umore, facendo vedere le sue mille sfaccettature: dolce con la sua fata, cattivo e freddo con Astoria e Daphne e battagliero con Ginny Wesley.

Draco era tutto questo e mille altre cose, mille tormenti e altrettante paure. Paura di perdere l’amore appena trovato.

Ma per questo amore era disposto a lottare, perché senza lei al suo fianco non sarebbe esistito, sarebbe crollato come una torre di carte.


SPAZIO AUTRICE.
altro capitolo... spero vi piaccia vediamo come interferirà Ginny nella storia tra Draco e Hermione.
se ancora non l'avete fatto vi consiglio di leggere la mia piccola shot si chima palle di neve.
kiss.

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Capitolo 21
*** 21.Incontro al chiaro di luna. ***


Salve Ragazze Prima di mettere il nuovo capitolo vi informo di alcune novità:
Ho creato una pagina fb questo sotto è il link, parlerò delle mie storie, vi informo degli aggiornamenti, contividerò immagini e molto altro spero mi seguiate
http://www.facebook.com/mikilily81?sk=wall

Poi visto che non sapevo che fare ho deciso di creare anche un blog, li ho deciso di inserire tutte le storie e magari proporre li le nuove storie in anteprima, i prologhi e vedere se vi piacciono...
http://lafantasia-mikilily.blogspot.com/

21. Incontro al chiaro di Luna.

Ginny aveva preso l’impegno con Malfoy e si era prefissata di portarlo a termine, la sua amica sicuramente stava soffrendo come un cane bastonato, così chiamo la signora Jane chiedendole se per caso avesse visto o sentito la figlia e poi tra una chiacchiera e l’altra erano giunte a parlare di un posto dove Hermione amava andare quando era piccola. Secondo la signora Granger, era improbabile che la figlia fosse andata lì poiché ci voleva un giorno di macchina, ogni tanto scordava che Hermione però, era una strega.
Così dopo aver abbassato la cornetta del telefono, guardò Blaise negli occhi sorridendogli un poco, felice, di aver raggiunto il suo intento si smaterializzo nei pressi della casa di campagna dei Granger.
 La casa sembrava a prima vista la tana, visto quanto era mal ridotta e fu felice di essere andata sola. Blaise, avrebbe fatto lo schizzinoso e Malfoy avrebbe rovinato tutto; Era pur sempre un ricco snob insopportabile.
Avanzò per il piccolo vialetto acciottolato dal quale ogni tanto spuntava un ciuffo di erba e una margherita di campo e finalmente in prossimità del portone di legno marcio busso.
Un tocco.
Due tocchi
Tre tocchi.
Di Hermione non vi era traccia, ma Ginny non si lasciò abbattere sentiva che era li, sapeva che quando era triste si rifugiava nei luoghi a lei cari.
A scuola quando litigava con qualcuno, si rifugiava nella biblioteca e  da quando vivevano insieme, il suo rifugio era diventata la cucina, il suo secondo regno, e ora grazie a sua madre ne aveva scoperto un altro la casa della nonna materna.
-Hermione sono Ginny, apri per favore non posso stare in piedi per molto tempo, perché sono incinta-
-bugiarda, non sei così in la con la gravidanza- rispose una voce dietro la porta che fece sorridere Ginny. Beccata, pensò.
-Dai su Hermy apri sono sola-cercò di rassicurarla Ginny.
-sicura?-
-certo che sono sicura non c’è nessuno con me, li avresti sentiti se ci fossero visto il posto in cui ti sei nascosta-
Hermione aprì piano la porta e da uno spiraglio controllò che l’amica non le avesse mentito e dopo essersi assicurata di ciò, la fece entrare.
Ginny entrò piano e ad ogni passo che la rossa faceva le vecchie tavole del pavimento, scricchiolavano pericolosamente.
-sei sicura che questo posto è sicuro?- chiese  –non è che ci cade in testa?-.
-da quando ti lasci suggestionare da questo tipo di casa-rispose offesa Hermione.
-da quando il mio ventre contiene un esserino- disse Ginny accarezzandosi la pancia.
Hermione Sorrise.
-Perché sei qui Ginny?- chiese subito dopo averle mostrato la piccola sala da pranzo dove un piccolo camino abbrustoliva del pane, facendola poi accomodare sul malconcio divano della nonna.
La rossa si sedette piano, attenta a non essere infilzata da qualche molla del divano che sembrava ormai pronto alla pensione, come il resto dell’arredamento di quella fatiscente casa.
-Qualcuno è rimasto scosso dalla tua reazione dopo aver letto il profeta-Disse Ginny rompendo il ghiaccio.
-stronzo- disse Hermione sedendosi nella poltrona coprendo le spalle con un vecchio scialle che aveva trovato nell’armadio della nonna.
-sono successe diverse cose da quando sei andata via questa mattina- disse Ginny, osservando l’amica che non la guardava affatto intenta a maledire Draco Malfoy.
-Bastardo- sussurrò ancora.
-ha mandato una smentita al Profeta-continuò.
-cosa pretendevo è pur sempre un ex Serpeverde- continuava a rimuginare Hermione.
-hanno chiesto scusa e stampato un’edizione straordinaria della sera-
Continuò Ginny guardando l’amica che borbottava tra se.
-cretina- disse Hermione battendo con una mano sulla testa.
-Hermione la smetti di darti colpi in testa e mi ascolti per favore-.
Hermione alzò lo sguardo osservando la rossa.
-che ti ha detto di dirmi? che gli dispiace? che ama me? che sono io quella che vuole? Bugie altre mille bugie, lui è abituato a dirle.
Immagino che ti abbia costretto con la forza a venire qua, se no ti avrebbe licenziato-.
La rossa alzò un sopracciglio stranita.
-Hermione, stai parlando con me. Ti ricordi Ginny, secondo te Malfoy riesce a intimorirmi?-
La Granger guardò la donna dai lunghi capelli rossi.
-No- disse infine.
-ecco Brava, non credo poi che Blaise sarebbe felice nel vedermi minacciata da Malfoy- Hermione si era scordata che ora la sua amica era la compagna di Zabini.
-dimmi quello che devi Ginny- la incitò la Granger con un’espressione tesa pronta a sentire tutta la marea di novità che la sua amica le avrebbe rivelato, sperando di non cadere subito nelle spire del serpente, quel serpente che la stava facendo soffrire ma che amava.
La rossa continuò a guardarla un attimo cercando di decifrare le sue mille espressioni facciali era un libro per lei Hermione, sapeva che fremeva nel sapere cosa Draco le mandava a dire, ma aveva anche paura nell’accettare subito le sue parole come vere rimanere poi ancora delusa da lui e dal mondo di serpi che lo circondava.
Quelle, in effetti, erano le più pericolose.
-Ha mandato un Ansa Magica smentendo le parole della Greengrass-disse Ginny.
-cosa ha smentito, che non sono promessi sposi? perché se cosi fosse ha mentito-. Disse piatta Hermione mentre si mordicchiava il labbro nervosa.
- Beh le cose sono diverse da come appaiono, tieni leggi- disse la rossa porgendo a Hermione Il foglio in cui la gazzetta riportava le frasi che Draco Malfoy aveva dettato all’ansa magica.
 
Io Draco Malfoy,
 erede della casata dei Malfoy-Black, non sono in alcun modo legato alla stilista Astoria Greengrass.
 Alcune donne credono che quando finiscono a letto con il sottoscritto, il passo successivo sia il matrimonio, ma si sbagliano.
Tra me e la signorina Greengrass non vi è alcun legame affettivo o sentimentale, almeno non da parte mia. Il contratto che mio padre, Lucius Malfoy, ha stipulato con il padre della ragazza per me non è valido. Quindi non sposerò nemmeno sotto tortura quella ragazza.
Io amo un’altra e queste sue dichiarazioni hanno messo in dubbio la mia relazione. Quindi sono costretto a denunciare la signorina per calunnie e dichiarazioni false sulla mia persona.
In fede,
 Draco Lucius Malfoy.
 
-Questo non dimostra nulla- disse Hermione –anche io potrei essere classificata come una che si è intrufolata nelle sue lenzuola sperando in qualcosa di più-.
-si seria Hermione, sai che non sei una qualsiasi per lui. Ti vuole e te l’ha dimostrato-.
-Mi vuole? Però ci sei tu qui, non lui. Fa sempre così fa fare il lavoro sporco agli altri- disse triste Hermione guardando Ginny.
-tu lo ami?-chiese la rossa cogliendo di sorpresa l’amica.
-certo- disse Hermione tappandosi subito dopo la bocca come per agguantare quella parola che le era sfuggita.
-Se lo ami- riprese Ginny. - devi sentire quello che deve dirti, io sono solo un messaggero, nulla più.
Quello che vuoi fare della tua vita, l’uomo che vuoi al tuo fianco, lo devi decidere da sola.
 Non sarebbe giusto rinunciare a lui perché una che non ama, una che suo padre aveva scelto per lui, si mette a spiattellare sui giornali cose non vere.
-sono cose vere Ginny, sono promessi-
-ma lui ha rescisso il contratto Hermy, lei ha detto che si amavano e non è vero.
 Lui ama te.- continuò Ginny
- Se lo ami come credo, devi lottare per lui-concluse.
-devo lottare sempre io Ginny, lui per me non lotta-
-Blaise dice che ti ha cercata per mesi, sai pensavo che dopo che avesse scoperto la tua identità non avrebbe osato avvicinarsi.
Invece, ti vuole Hermy, ti vuole e tanto. Pare che sei stata la prima donna a dormire con lui-annunciò la futura signora Zabini.
-Cavolo che impresa! Sta qua da soli tre mesi-
-No Hermy, non hai capito non ha mai dormito nello stesso letto con una donna, dopo il sesso, le scaccia via come degli stracci vecchi-
-io non sono…-
La rossa sorrise,
-tu non sei stata trattata così immagino- l’anticipò Ginny, mentre Hermione divenne rossa.
-No-ammise –la sua Elfa sapeva chi ero mi ha chiamato padrona-
-oh Malfoy ti ha cambiato veramente, come hai fatto a sopportare che un povero elfo domestico ti facesse da schiavo- rise Ginny divertita guardando la faccia sconvolta dell’amica.
-Ma quando mai li ho preparato la colazione con le mie manine e l’Elfa sapeva i suoi gusti così ho raggirato l’ostacolo facendomi dare degli ordini da lei-
-Malefica-disse Ginny.
Le due risero divertite
***
Seduto nella sua vecchia scrivania al Ministero Harry Potter si rigirava tra le mani la pergamena, che li era giunta un’ora prima. Aveva letto più volte la missiva e ogni volta che lo faceva un sorriso beffardo gli si formava agli angoli della bocca.
Ancora non aveva risposto ma non era necessario farlo subito avrebbe atteso due giorni o forse più per prepararsi, per non lasciare niente al caso. Questa volta non ci sarebbe stato nessuno a salvargli quel culo ossuto pensò il salvatore del mondo magico.
Questa volta nessuno l’avrebbe protetto, finalmente Draco Malfoy avrebbe pagato tutte le malefatte, il dolore che negli anni gli aveva procurato e la beffa era che ad aiutarlo nel suo piano per distruggerlo c’erano le sue amiche di sempre le donne che l’avevano idolatrato, protetto, venerato per anni ora gli si rivoltavano contro ferite, offese e inviperite per le sue innumerevoli mancanze, per i suoi cambi d’umore e il suo voltafaccia.
***
 
 
Aveva rassicurato Ginny, ma non volle andare con lei al manor così si concesse un caldo e rilassante bagno sbriciolando nell’acqua l’essenza di rose che sua nonna utilizzava da sempre e s’immerse nella vasca.
Chiuse gli occhi, mentre il vapore dell’acqua appannava il vetro che si trovava sul lavandino e le piastrelle che ricoprivano i muri del piccolo bagno, e lo vedeva.
Vedeva il suo sorriso quando solo la mattina prima l’aveva svegliato, vedeva i suoi occhi che brillavano mentre facevano l’amore.
Sentiva il calore delle sue mani sul suo corpo, i baci caldi le carezze audaci e le dolci parole con le quali aveva accompagnato il suo sonno.
Amava Draco Malfoy e se lo sarebbe ripreso fosse quella l’ultima cosa che faceva.
Uscì dalla vasca asciugandosi velocemente, richiamo con la magia un tubino nero e un paio di decolté beige, si mise sopra il suo Trench e si smaterializzo al manor.
Non era un granché penso mentre attraversava a passo svelto il vialetto che conduceva al grande portone con la maniglia in ottone dove era impresso lo stemma dei Malfoy. Stava per bussare poi le venne un piccolo lampo di genio, magari si disse…
Girò velocemente le spalle alla porta e s’incamminò per un piccolo sentiero che aggirava la villa e conduceva  prima a un roseto e poi a un piccolo gazebo e lì il suo cuore incominciò a battere come un pazzo.
Era lì seduto con lo sguardo perso nel vuoto e una pergamena tra le mani, forse era Ginny che lo avvisava che l’aveva trovata ma non convinta a venire da lui. Si senti in colpa per averlo fatto soffrire e lentamente si avvicinò a lui.
Percorse i tre gradini e arrivò in prossimità del biondo che ancora non accennava a sollevare il capo.
Accarezzò i suoi capelli e in un attimo i suoi occhi si persero nelle sue pozze ghiacciate. La strinse a se impendendole quasi di respirare.
-Non lasciarmi, non lasciarmi più -la supplicò lui, mentre Hermione si perdeva nel suo profumo e accarezzava lentamente la muscolosa schiena del suo Draco.
-Tu non omettere mai più cose simili- rispose lei.
Fino a quando divenne necessario perdersi uno nelle labbra dell’altra.
Rimasero ancora per molto a baciarsi e coccolarsi lì nel gazebo che ancora una volta era testimone del loro amore. E in quel luogo tanto caro a Narcissa Black, si consolidava ancora una volta la loro storia e questa volta anche la Luna ne era testimone.

SPAZIO AUTRICE.
SPERO CHE LA STORIA VI PIACCIA, HO PENSATO DI FARE UN CAPITOLINO TRA QUESTO E IL PROSSIMO, MOLTO MA MOLTO ROMATICO...ORA VEDIAMO SE RIESCO.
KISS.

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Capitolo 22
*** 22.I gesti che valgono un ti amo. ***


22.I gesti che valgono un ti amo.

Era tornata da lui al calar della notte proprio quando la luna era già alta nel cielo e mille stelle la circondavano.

Era tornata da lui accarezzando dolcemente i sui fili di grano, quei morbidi crini che li cadevano sul viso.

Era tornata da lui perché senza non poteva andare avanti, perché senza Draco ormai non era più niente.

Lui l’aveva guardata un solo secondo fondendo i suoi occhi in quelli castani di lei per poi stringerla forse al suo petto, cosi che non potesse più scappare, cosi che nessuno li potesse più separare.

Le aveva chiesto di non lasciarlo più, non aveva aggiunto altro Draco non aveva aggiunto che la amava pensava che i gesti valessero quelle parole pensava che gli sguardi significassero l’amore che provava per Hermione.

Pensava, a ragione, che per lei le parole erano vuote e i gesti esprimessero maggiormente suo amore.

La strinse tra le braccia continuando a guardarla negli occhi, mentre Hermione gli posava dolci baci sul viso, prima in fronte, poi sullo zigomo, poi sul naso fino a giungere alla bocca.

Accarezzò con la lingua le labbra di Draco percorrendole fino a che non s’insinuò tra di loro, il ragazzo rise del gesto della sua fata e non fece resistenza, si faceva baciare mentre si smaterializzava nella stanza patronale.

Giunto in prossimità del letto la posò delicatamente su quei morbidi e candidi guanciali, rimanendo per lunghi attimi fermo a guardarla, ad ammirarla.

Era bella la sua fata, bella, dolce e sensuale e lei nemmeno lo sapeva.

Scivolò con dolcezza accanto al corpo caldo di Hermione poggiando la testa sul braccio continuando a guardarla, non disse niente mentre lei imbarazzata da quella situazione si mordeva il labbro.

-Draco-disse

-si- rispose il biondo che la guardava languido.

-che c’è?-chiese.

-Niente, non posso guardarti?- domando il giovane.

-certo e che…- cercò di spiegare Hermione

-cosa?-domandò ancora Draco impedendole così di rispondere.

-mi imbarazza che mi guardi cosi. Ecco!- rispose Hermione infine trovando le parole.

Draco rise scompigliandole i capelli con la mano libera.

-non voglio che ti senta imbarazzata quando ti guardo, voglio solo imprimere nella mente il tuo corpo, cosi quando sarai lontana da me, sperando che non accada mai, ricorderò ogni parte del tuo viso- disse sussurrando nell’orecchio della ragazza, mentre con il dito le sfiorava il profilo. Prima la fronte, poi il naso e infine la bocca.

– Del tuo seno –. Continuando a percorrere con il dito il corpo della donna al suo fianco, giungendo infine al busto.

 – Del tuo ventre-. Disse aprendo così la mano, in prossimità dell’ombelico della ragazza, accarezzando quel punto erogeno ancora coperto dal vestito.

Hermione rabbrividì al tocco vellutato del biondo e il desiderio s’impadronì di lei.

Lo voleva e leggeva negli occhi di Draco lo stesso ardore, lo stesso desiderio.

Si girò anch’essa imitando la posizione del biondo che ghignò divertito.

-Mi dica signorina Granger cosa vuole?-la canzonò il biondo con il sorriso sulle labbra giocando così con la sua bella fata.

La ragazza stette al gioco, facendo finta di pensare, posò un dito sul naso con fare malandrino, poi guardò nuovamente il biondo e finalmente rispose:

-Lei signor Malfoy. Voglio lei-disse Hermione sussurrando quella frase a fil di labbra.

Il biondo sorrise mentre con la lingua s’inumidiva le labbra, labbra che un attimo dopo erano posate su quelle della sua fata.

Gli sfilò il tubino nero mentre lei li sbottonava la camicia rimanendo poi entrambi in intimo.

Draco guardò ammaliato la lingerie che ricopriva la sua Hermione, reggiseno a balconcino con brasiliano coordinato in pizzo nero, guepiere e reggicalze sempre nere, sapeva come farlo impazzire, si disse tra se.

Lei, si sollevò un attimo sulle gambe rimanendo cosi davanti a Draco che non perdeva nemmeno un gesto che la ragazza faceva con tanta maestria. Posò un piede sul letto mentre l’altro poggiava in terra e si piegò leggermente verso la coscia sganciando il nastrino che reggeva una calza facendola scivolare dolcemente sulla gamba, compiendo poi lo stesso gesto con l’altra calza.

Sollevò lo sguardo per vedere cosa stesse facendo Draco e fu felice nel vedere che il biondo non aveva occhi che per lei. Sganciò così la guepiere senza staccare gli occhi dalle iridi ghiacciate del suo uomo che subito dopo si avvicinò con un balzo al bordo del letto dove si trovava.

Le accarezzò il piede risalendo piano piano fino alla gamba e dal ginocchio incomincio a baciare fino a che non arrivò alla sua femminilità, sfilò le mutandine in pizzo e la fece accovacciare sopra di lui sganciandole anche il reggiseno.

 Ora era nuda, mentre Draco indossava i boxer che a stento contenevano la sua virilità, Hermione la sentiva pulsare e sbattere contro la sua femminilità.

Così, prese ad accarezzargli la schiena mentre lui le baciava il collo e il seno soffermandosi sui capezzoli, oramai la ragazza era quasi al limite, così, con una leggera spinta lo fece cadere nuovamente sul letto rimanendo a cavalcioni su di lui.

 Gli tolse i boxer, prendendo tra le mani il sesso del biondo che rimase in un primo momento sorpreso dalle attenzioni della ragazza per poi abbandonarsi a quelle carezze di piacere.

 Draco la lasciò fare, fino a quando non raggiunse il limite e fu costretto a prenderla per i fianchi ponendola sopra di lui entrando infine, in lei.

Hermione sorrise guardandolo ansimare dal piacere di quella dolce penetrazione, poi incominciò a muoversi sopra di lui, prima piano poi man mano che l’eccitazione aumentava, con lei aumentava anche il ritmo e la forza delle spinte fino a che vennero contemporaneamente.

Non avevano bisogno di dirsi ti amo, i loro gesti, le loro carezze spiegavano quello che provavano uno per l’altra.

Quello era amore.

SPAZIO AUTRICE.

COME PROMESSO CAPITOLO TRA IL ROMANTICO E L'HOT. NON SO NEMMENO COME è VENUTO...A ME SEMBRAVA CARINO MA NON NE SONO POI MOLTO CONVINTA CHE DITE?

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Capitolo 23
*** 23.l'accusa infamante. ***


23. L’accusa infamante.

Si era svegliata con il seno attaccato alla sua schiena e le mani sul suo sterno, come se fossero una sola cosa, inseparabili. Sentiva il suo profumo di muschio e menta, e i suoi capelli accarezzargli il viso.

Draco dormiva ancora, il suo respiro era rilassato sembrava un angelo.

Gli baciò dolcemente la spalla e sfilò di lato cercando di non svegliarlo, togliendo con delicatezza il suo braccio che era incastrato sotto il corpo dell’uomo, del suo uomo.

Si mise la sua camicia, amava metterla era un modo per sentirlo vicino anche quando i loro corpi non lo erano e si avviò lentamente lungo la scala.

-Tibly- chiamò Hermione e subito l’Elfa spuntò dalla cucina.

-signora chiamata Tibly?-

-si Tibly. Draco dorme ancora cosa gli prepariamo per la colazione?- chiese la ragazza sorridendo all’Elfa.

-vuole cucinare ancora lei?-chiese stupita.

-si Tibly, almeno la colazione me la puoi lasciare-

L’Elfa rimase spiazzata.

-tu farai tutto il resto, se ne avrai voglia-riprese Hermione.

-certo Tibly ha sempre voglia di servire il signorino Draco. Tibly è stata assegnata a lui da quando era un cucciolo-

-mi parli di lui-

Tibly sorrise e prese a saltare felice.

-Tibly preparerà per le nozze, tante pietanze tutte quelle che la signora vorrà-

-frena frena Tibly, non ci sono nozze in progetto-

L’Elfa si bloccò subito guardando Hermione con due occhi grossi come fanali.

-il signorino ancora non chiesto-chiese l’elfa facendo arrise Hermione.

-Credo che per ora vada bene cosi-, disse Hermione cercando di rimanere neutra ma un velo di tristezza gli si posò sul viso.

-che fate?- chiese una voce ancora impastata dal sonno.

-signorino Draco perché è in cucina-

-tranquilla Tibly, non mi succede niente se vengo nel tuo regno- l’Elfa, s’inchinò talmente tanto che con la testa toccò il pavimento.

-dai su Tibly rialzati e dite che state combinando-

-signora vuole preparare colazione-

-ah la signora prepara- disse guardando malizioso Hermione e il suo seno che s’intravedeva dalla camicia.

-e cosa prepara mia signora- disse rivolgendosi ora direttamente alla ragazza che impalata lo guardava.

-una torta- rispose Hermione abbassando lo sguardo, non sapeva perché si sentiva in imbarazzo o forse solo una stupida, la chiamavano signora ma lei non era nulla. Per ora era solo la sua compagna di letto, sembrava lontana anni, decenni la notte appena trascorsa.

-Herm tutto bene- Chiese Draco avvicinandosi a lei che ancora impastava.

-si tutto ok- rispose afferrando le uova e unendole a zucchero e farina.

-Tibly potresti riordinare la stanza e lasciarci soli- disse Draco.

Tibly non se lo fece ripetere e si smaterializzo.

-guardami- disse prendendo con due dita il mento della ragazza.

-che hai? Sembri triste?-chiese ancora il biondo.

-no-rispose la ragazza distogliendo i suoi occhi da quelli grigi di Draco.

-ho fatto qualcosa che ti ha turbato ieri o questa mattina?-

-no Draco tranquillo-

-mi ami ancora?- chiese il biondo stupendo la ragazza.

-Io, veramente noi…-

-perché io ti amo, forse non l’ho detto ma è questo che provo per te. Solo per te-

Hermione sorrise baciandolo.

-è un consenso- disse Draco dopo essersi staccato dalle morbide labbra della ragazza.

-si- pronunciò Hermione proprio quando varie smaterializzazioni e un rumore sordo distolse l’attenzione di Draco dalle sue irridi marroni.

-cazzo- urlò Draco.

Scattando verso l’uscita della cucina. Copriti e prendi la bacchetta.

Le intimò prima di sparire su per le scale di pietra che portavano all’ingresso del manor. Hermione si guardò le mani ancora sporche di impasto fece scorrere l’acqua e poi maledicendosi si rese conto di non avere con se la bacchetta.

-cretina- disse mentre si abbottonava la camicia fino al collo e notando che nonostante questo si vedeva tutto del suo corpo.

Incominciò a salire e man mano che si avviava verso l’ingresso urla e grida la fecero spaventare. Prese a correre e giunta all’ultimo scalino le forze gli vennero meno. Draco era a terra e quattro bacchette erano puntate contro di lui

-crucio- urlo l’uomo più vicino al biondo che annaspava a terra. La sua voce era famigliare per Hermione e una stretta al cuore la fece barcollare.

-Smettila immediatamente- urlo avanzando verso il gruppo di auror attirando l’attenzione. –come osi usare una maledizione senza perdono senza essere in pericolo di vita-

Harry Potter si girò incredulo nel vedere la sua ex migliore amica coperta da una sola camicia da uomo, sicuramente di Malfoy, che avanzava con il suo solito cipiglio deciso da so tutto.

-quanto sei caduta in basso Hermione- disse acido il salvatore del mondo magico –da eroina a puttana di un mangiamorte-.

Hermione impallidì.

-non osare mancarle di rispetto-disse Draco con un flebile filo di voce.

-oddio e ti difende pure-

 Disse ridendo mentre sferrava un calcio a Draco che trattenuto da due auror non poteva difendersi.

-smettila Harry, smettila o io-

-O io cosa Granger, non puoi nulla contro di me. Io sono la legge e tu non sei altro una che questo schifoso si sbatte e sai mia cara non sei la sola c’è una lista lunghissima come lunga è la fila di donne che dice di aver in grembo un suo figlio illegittimo-disse sbeffeggiandola Harry Potter

-sei qui per queste cazzate- replicò Hermione.

-Ah no, mia cara sono qui perché qualcuno ha ritrattato le dichiarazioni che tanto tempo fa avevano fatto per scagionare questo verme-

Draco cercò di sollevarsi ma gli auror, uno dei quali era Dean Thomas lo tirò nuovamente giù.

-si si, che smacco è salvato da una donna e affossato da un’altra Malfoy. Mai promettere a delle puttane di condurle all’altare se non adempi alla promessa ti si rivoltano contro e le serpi non ci vanno giù sottili-

-fottiti- sibilò Draco, mentre Harry gli sferrava un altro calcio.

-Malfoy, non sei nelle condizioni per fare ancora lo sbruffone- disse Thomas sbattendolo ancora a terra-

-tu non hai il diritto di venire qua in casa di un cittadino e infliggergli maledizioni senza perdono e botte. La legge non ti consente queste l’articolo…-

-ti prego evitaci la solita pappardella, anche perché nonostante i tuoi sforzi non mi risulta sia un’avocato di fama mondiale-

-sei un coglione-urlò Hermione facendo girare tutti gli auror increduli nell’aver sentito quella parola sulla bocca della donna, di aver sentito quella parola rivolta al loro capo.

-eh eh eh, signorina Granger moderi i toni sta offendendo un pubblico ufficiale-disse Harry sorvolando sull’arroganza e il tono che Hermione aveva assunto con lui.

-Harry- ho controllato lo studio è protetto da magia potente, non si può entrare-disse un auror che Hermione non conosceva.

-Malfoy. Hai voglia di giocare con me?- chiese Harry abbassandosi fino a terra. – sai che a giocare con il fuoco ci si brucia-

Disse ridendo.

-Non ho niente da nascondere e sono pulito Potter non ho paura ne di te ne delle tue calunnie. Quello che Pansy ha detto non vale niente e lo sai bene- rispose Draco. Sempre che il processo nei mie confronti sia un processo equo con testimoni e non una farsa come quello di mio padre- Draco attaccava. Sapeva che doveva dirgli quelle cose davanti a testimoni davanti a Hermione. Almeno lei doveva credere alla sua innocenza lei doveva , lei lo amava.

-A Pansy non interessa essere più, mia moglie ma solo i soldi per continuare a vivere nell’agio. Quanti soldi gli hai dato per distruggermi Potter. Quanti soldi hai rubato al ministero per pagare un testimone fasullo-urlo Draco, mentre Harry cominciò ad innervosirsi.

-Dean- disse poi sollevando lo sguardo su uno degli auror- portalo ad Azkaban-

Hermione non fece in tempo nemmeno a sfiorarlo o rassicurarlo che Dean Thomas aveva portato via il suo Draco.

-ti conviene starne fuori Granger o distruggerò anche te-

Hermione fece un passo assottigliando lo sguardo.

-ti sbagli Potter questa sarà la tua fine, come auror e come uomo, quanto è vero che mi chiamo Hermione Granger-

-tanto ardore per Malfoy, pare che il passato sia rimasto un ricordo sbiadito nella tua mente-

-non si può vivere di ricordi, se questi avvelenano la mente e il sangue- rispose Hermione.

Harry rise con una risata lunga e fredda che metteva i brividi.

-Il marcio rimane marcio-

-Il marcio rimane marcio solo per chi vuole vederlo così perché mette apposto la coscienza di chi marcio lo è diventato nonostante sia dalla parte dei giusti-

Harry le afferrò il braccio.

-sei ancora in tempo per tagliarti fuori da questa storia-disse.

-Forse non ti è chiara una cosa Potter, hai dichiarato guerra al mio compagno, e se dichiari guerra a Draco la dichiari anche a me-

-te ne pentirai- disse Potter.

-anche tu, Harry, anche tu-.

SPAZIO AUTRICE.

Non so come è venuto spero vi piaccia...Harry ha fatto irruzione al manor ha cruciato e preso a calci raco privato della bacchetta e arrestato.

Pansy che al tempo del processo aveva deposto a favore di Draco ha ritrattato tutto, gli servono soldi percheè caduta in disgrazia facendo fallire le proprietà di famiglia e Harry ha trovato in lei un'alleata.

Milly l'ha avvisata sulla relazione che Draco ha intrapreso con la sua ex segretaria e la cosa non le è piaciuta....

ditemi che ne pensate

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Capitolo 24
*** 24. L’alleanza Granger-Zabini-Black. ***


24. L’alleanza Granger-Zabini-Black.

Appena gli Auror erano spariti era caduta a terra perché le gambe non erano riuscite a sostenerla, le lacrime le sgorgavano senza che riuscisse a fermarle.

Si sentiva come se le avessero tolto il cuore, come se l’avessero calpestata.

Draco, l’era stato portato via con accuse infamanti, doveva reagire, doveva aiutarlo salvandolo da Harry e dalla sua "giustizia".

Doveva sbrigarsi e farlo in fretta, ma non riusciva ad alzarsi, non riusciva a parlare, riusciva soltanto a piangere e disperarsi.

Tibly arrivò un secondo dopo e vedendola distesa a terra si spaventò, l’Elfa, non aveva sentito niente e di prese a randellate in testa quando scoprì che non era riuscita a difendere il padroncino Draco.

Aiutò Hermione a sollevarsi mentre la ragazza continuava a piangere e l’Elfa inesorabilmente s’infliggersi colpi al capo per punirsi. Tibly, dopo un po’, cercò di calmare la sua padrona cullandola ma tutte e due avevano il cuore lacerato dal dolore.

Così le trovò Blaise, per terra, abbracciate e piangenti e si gelò.

-dov’è Draco- chiese il moro Zabini con un filo di voce e gli occhi puntati sulle due che singhiozzavano.

-Oh padroncino Draco, oh- diceva confusamente Tibly.

Hermione sempre più pallida non aveva nemmeno la forza di parlare cullata dall’Elfa con gli occhi spiritati guardava il punto dove lui era sparito.

-Hermione. Dove cazzo è Draco- la scosse Blaise per farla reagire ma la donna era come svuotata da tutto, un involucro vuoto, privato di ragione senza di lui.

-Azkaban…- disse facendosi violenza per pronunciare quella parola, provocando un urlo dell’Elfa che riprese a picchiarsi con violenza il capo per punirsi del suo sbaglio, per punirsi di non aver adempiuto al suo compito quello di proteggere il suo padroncino Draco.

- Potter- disse ancora Hermione mentre una lacrima scese sul suo viso arrivando fino al colletto della camicia dell’uomo che amava, inzuppandola.

 - Parkinson- aggiunse, sollevando gli occhi verso uno sconvolto Zabini.

Quella bastarda si è venduta a Harry per soldi, calunniando Draco- terminò, continuando a dondolarsi cercando di calmare la sua ansia, la sua paura.

-cosa stai dicendo?- Blaise sembrava non credere alle parole che l’ex Grifondoro stava dicendo.

 Pansy Parkinson era sempre stata una loro amica fin dai tempi della scuola. Certo con il tempo i rapporti si erano raffreddati, soprattutto quando Draco con poca grazia, pensò Blaise, le aveva detto che non la amava affatto e che si era stancato anche del sesso con lei in più il biondo detestava la sua malattia per il gioco d’azzardo. In pratica quel vizio babbano l’aveva portata all’orlo della bancarotta, suo padre l’aveva addirittura diseredata perché si era giocata tutto.

-Pansy- ripeté Hermione – quell’oca giuliva che vi ha sempre leccato il culo a scuola e che passava da letto in letto in tutta Serpeverde- disse battagliera la Granger.

-Tu sai…- disse Blaise sconvolto, dalla rilevazione pensava in cuor suo che nessuno sapesse della cosa che non lo sapesse la sua futura moglie, da quando ricordava la Parkinson e Ginny si erano anche menate quando erano a Hogwarts.

-Certo che so, ma non le permetterò di distruggere la mia felicità, oh no. Non sa con chi si sta mettendo. Io la distruggo- continuò Hermione guardando Zabini.

-Non mi fa certo paura una puttana con il vizio del gioco d’azzardo e un invasato assetato di vendetta-

Blaise era rapito dalla forza che ora la Granger mostrava.

-Toglierò Draco da questo casino assurdo, mostrerò a tutto il mondo magico che lui non c’entra niente con gli sbagli della sua famiglia, con gli sbagli di suo padre. Mostrerò a tutti che è pulito, che non è mai stato un Mangiamorte come credono.

 -Soprattutto- disse alzandosi in piedi dritta e con un’espressione dura in viso. -Mostrerò a tutto il mondo magico, che grande stronzo è il loro eroe e per fare questo mi servirà anche il tuo aiuto Zabini-

Blaise annuì.

-Per Draco sarei disposto a fare tutto per me è come un fratello-disse il moro avvalorando la sua decisione di aiutare Hermione.

-Bene allora mettiamoci subito alla ricerca di testimoni- disse Hermione mentre un sonoro Clap li fece girare, Ginny con la gazzetta del profeta in mano li guardava pallida.

-Ho letto e sono venuta subito-disse.

-bene serve anche il tuo aiuto- rispose Hermione avviandosi nello studio di Draco entrò senza problemi e si guardò intorno osservata speciale di uno stupito Zabini.

-qui ci sono i documenti del processo- disse guardando Blaise che annuì la riccia non disse nulla aprì senza alcuna magia.

-Come è possibile- chiese Blaise.

-Come possibile, cosa Zabini?- rispose Hermione guardandolo.

-questa stanza è protetta da magia, solo chi è un Malfoy può aprirla-

Hermione rimase ferma immobile, appena sentì quelle parole.

-Tu non sei una Malfoy, quindi devi per forza essere incinta…- disse Blaise attirando a se gli occhi di molti ritratti e quelli stupiti della sua compagna Ginny.

All’improvviso a Hermione passò per la mente che era passato più di un mese dall’ultima volta che le era venuto il ciclo. Zabini poteva aver ragione, come aveva potuto dimenticarsi una cosa simile.

Oddio e se lui non volesse un figlio con una mezzosangue, sbiancò al solo pensiero di un suo rifiuto.

-aspetti un bambino?- Chiese la rossa amica.

-Io, non lo so-rispose Hermione ancora girata verso la cassaforte in legno d’ebano tutta intarsiata nella quale era inciso lo stemma dei Malfoy.

-devi per forza portare in grembo mio nipote per essere riuscita ad aprire la cassaforte magica dei Malfoy- disse la voce di una donna che Hermione non aveva mai sentito e che la fece sobbalzare.

-Signora Narcissa- disse Blaise inchinandosi un poco al quadro che ritraeva la madre del suo amico che ricambiò il saluto del moro con un sorriso dolce.

-Draco, mi ha parlato molto di lei signorina Granger-disse ancora la donna nel ritratto che ora aveva gli occhi di tutti e tre puntati sopra.

-di me?- chiese stupita la ragazza che si toccava il ventre ancora piatto incredula da ciò che sia Zabini che la signora Malfoy avevano insinuato.

-Oh si di chi altre vuoi che mi parlasse, l’hai stregato e fatto innamorare. Sei stata l’unica donna che ha catturato il suo cuore. Certo che mi ha parlato di te-.

-Io non, ho incastrato suo figlio se è questo che pensa –disse Hermione mettendo le mani avanti. Narcissa la guardò stupita.

-pensi che io stia insinuando questo? Ti sbagli sai, so per certo che Draco vuole un figlio da te con tutto se stesso e il figlio che porti in grembo è frutto del vostro amore non di calcoli meschini- concluse Narcissa.

-Ora spiegatemi cosa è successo e perché un auror è venuto a inzozzare la mia casa-

Toccò ancora ad Hermione raccontare tutto, soprattutto toccò alla ragazza dire alla signora Malfoy che Harry Potter, il ragazzo che lei stessa salvò dalla morte certa, aveva portato alla pazzia suo marito infliggendogli dei cruciatus  e che Potter voleva fare lo stesso con il suo unico figlio.

-Non lo permetterò mai- disse Hermione guardando la signora Black negli occhi. – lotterò con tutta me stessa per salvare Draco-

Narcissa era livida dalla rabbia.

-Dobbiamo organizzarci- disse la donna.

-Ci servono prove. Molti sanno ma hanno taciuto per il processo di Lucius Draco ne è uscito ma stava rischiando –

-voglio tutti i nomi di chi sa, chi era con Voldemort e chi testimonierà sul non coinvolgimento di Draco nelle file dei Mangiamorte-

Disse Hermione afferrando una pergamena in cui avvisava il ministro della magia in persona sull’inadeguatezza di Harry Potter come auror.

Mentre Narcissa incominciava a sfornare nomi su nomi, Hermione prese un’altra pergamena e si disse che:

Se lui giocava sporco anche lei l’avrebbe fatto.

Inviò, così, una missiva anche alla gazzetta del profeta, in cui come persona informata dei fatti raccontava che senza regolare permesso del ministro, degli auror si erano introdotti a casa di un rispettabile cittadino magico. L’avevano picchiato, privato di bacchetta e inflitto una maledizione senza perdono, e senza alcun fondamento rinchiuso ad Azkaban, la prigione dei maghi.

Quando l’allocco volò via dalla finestra dello studio di Draco, Hermione prese atto di aver dichiarato guerra ad Harry Potter, per la prima volta non era al fianco dell’eroe del mondo ma contro.

Per la prima volta si schierava con quelli che un tempo, ormai lontano, per lei erano i cattivi e ora osservando Narcissa , Blaise e Ginny rappresentavano la sua famiglia.

Amava Draco Malfoy, aspettava suo figlio e avrebbe rischiato tutto per salvarlo dalle grinfie di quel grande stronzo.

 

 Spazio Autrice.

Salve mie care, come state? spero bene... questo è un capitolino di poco conto lo scontro arriverà tra due credo.

Hermione dopo che Harry ha fatto arrestare Draco è sconvolta, Blaise ugualemnte ma ci sarà Narcissa Black ad aiutarli a scagionare il nostro bel biondino...

Non credo di riuscire a pubblicarne altro, oggi faccio otto anni con il fidanzato quindi si esce :D 

Prima di lasciarvi vi ricordo che potete sempre passare per il blog: 

http://lafantasia-mikilily.blogspot.com/

E la pagina Fb...

http://www.facebook.com/mikilily81

vi sono anche le due nuove storie ( di cui ho pubblicato il prologo) che partiranno con l'anno nuovo fatemi sapere, se ancora non l'avete fatto cosa pensate. 

Kiss.

 

 

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Capitolo 25
*** 25.Colloquio con il Ministro della Magia. ***


25. Colloquio con il Ministro della magia.

Si erano messi subito a lavoro dopo aver visto scomparire l’allocco dalla finestra dello studio del manor.

Blaise avrebbe preso contatto con tutti gli ex amici e conoscenti che in quegli anni erano stati vicini alla causa di Voldemort.

Narcissa aveva fornito indirizzi e nomi insospettabili, soprattutto quelli di due persone, ex Grifondoro, che sarebbero state i loro assi nella manica. Questi sapevano dell’innocenza di Draco, avevano acconsentito a parlare durante il processo e l’avrebbero fatto anche in quello fittizio che lo scagionò ma per qualche strana coincidenza non vennero mai chiamati a deporre. Ma in questo, niente sarebbe stato lasciato al caso. Finalmente ci sarebbe stata giustizia non come accadde anni prima nel processo di Lucius Malfoy.

Quello, ricordò Hermione, fu un processo farsa. Harry l’aveva insabbiato, con l’aiuto di giudici compiacenti, che per lisciare il pelo all’eroe del mondo magico furono disposti a chiudere non un occhio, bensì due sulle tante insensatezze e lacune nei processi contro i Malfoy.

Draco ora si trovava con l’acqua alla gola, la volta precedente, benché quasi tutti i testimoni chiamati a scagionarlo per una ragione o per un’altra non si presentarono a deporre a suo favore, riuscì a cavarsela grazie alla testimonianza di Pansy che raccontò che mai il suo caro Dracuccio aveva partecipato alle azioni dei mangiamorte. Harry Potter frustrato per essersi fatto sfuggire dalle mani l’incriminazione dell’odiato Draco, cruciò più volte Lucius Malfoy che senza bacchetta e con il corpo debilitato fu ridotto alla pazzia.

Harry era diventato pericoloso.

Draco doveva essere liberato subito o Potter l’avrebbe, come minimo, fatto impazzire tutti sapevano bene che Potter con il suo nemico storico non si sarebbe limitato a delle semplici cruciatus, avrebbe esagerato, l’avrebbe ucciso.

Hermione, si preparò velocemente e dopo aver infilato in borsa il ritratto della signora Narcissa si smaterializzò al Ministero dove il ministro l’aveva invitata ad andare subito dopo aver ricevuto la pergamena.

L’atrio dell’edificio magico era sempre vuoto a quell’ora tarda della mattina, ma quel giorno sembrava che tutti i maghi fossero in fermento.

Un vociare sommesso l’accompagnò per tutto il lungo andito che portava agli ascensori, la giovane avvocatessa camminava a passo svelto senza mai abbassare il capo, sentiva gli occhi di tutti puntati sopra. Sapeva benissimo che tutti avevano letto la gazzetta del profeta, sia la prima edizione che parlava dell’arresto di Draco, sia quella speciale con la sua lettera, sapevano, che lei Hermione Granger ex eroina del mondo magico stava con Draco Malfoy il mangiamorte e che ora in veste di avvocato lo difendeva dalle accuse di Harry Potter, quello che un tempo era suo amico.

Arrivò di fronte alla spessa porta che conduceva all’ufficio del ministro, lì ad attenderla vi era Kingsley Shacklebolt, il Ministro della magia.

 L’uomo dalla pelle d’ebano, la fece accomodare di fronte a lui e cominciò a osservarla. Hermione, ora portava corti capelli castani e un particolare tatuaggio sulla nuca, ma oltre al Look non era cambiata molto rispetto alla ragazza caparbia, diligente e coraggiosa che con Harry Potter aveva contribuito a uccidere il malvagio Lord Voldemort. Hermione a differenza del ragazzo che è sopravvissuto, non si era fatta sopraffare dalla notorietà, non aveva corrotto il suo cuore, aveva perdonato evolvendo la sua vita.

 Harry, invece, era rimasto ancorato al vecchio odio, non aveva attecchito in lui la speranza di nuova vita e come questo fu possibile Kingsley non lo capiva. Quel ragazzo, in cui tutti i maghi affidarono la propria vita, la speranza era divenuto malvagio e la colpa di questo era anche del ministro. Lui li aveva dato carta bianca ai processi, credendo che per Harry Potter la giustizia, la tolleranza, l’amore erano ben radicati, convinto che fosse un giusto, che avrebbe giudicato, interrogato tutti nello stesso modo, ma si sbagliava. Il cuore di Harry era corrotto dall’odio, era pieno di rancore per la famiglia Malfoy. Solo con loro scagliò la sua rabbia, loro per lui rappresentavano il male, l’ultimo male che dopo Voldemort doveva essere sconfitto.

Lucius era come Morto Narcissa era imprigionata nel quadro mancava solo Draco per completare l’opera.

-Ministro- disse Hermione catturando l’attenzione dell’uomo che abbandonò così i suoi pensieri. –Come ha chiesto sono venuta qua per spiegargli la situazione-, l’uomo la continuò a guardare così che Hermione continuò a parlare esponendo i suoi pensieri.

-Non si può lasciare a Potter tale potere, non è in grado di controllarsi e non sono disposta a rimanere con le mani in mano, mi spiace se il ministero e lei sarete attaccati, ma mi trovo in una situazione difficile e Draco ora è la mia priorità- disse la ragazza.

-Capisco Hermione- rispose il ministro – posso chiederti se intendi procedere contro Potter.

-si procederò sia per il suo modo di procedere alquanto discutibile durante l’arresto di Draco che per il processo che anni fa è stato fatale alla mente di Lucius Malfoy- il ministro si bloccò.

-come…-

-si so cosa è successo e so per certo che il testimone che ha ritrattato non è uno dei più attendibili-

-Io non capisco…-

-Ma non deve capire, ministro mi aspetto però che sia lei a vigilare, l’altra volta non era in Inghilterra ma a un convegno con gli altri ministri magici, Harry ha fatto ciò che ha voluto-

-So che è stato lei ha firmare il suo trasferimento e da quel giorno i suoi rapporti con Harry si sono…-

-raffreddati-, disse l’uomo pensieroso e poi riprese,

-Cosa mi stai chiedendo Hermione?- chiese infine.

-Solo di essere presente al processo, non voglio che Harry si prenda delle libertà, pretendo che la giustizia sia uguale per tutti. Inoltre- disse il ragazza-, voglio un foglio per andare ad Azkaban come avocato e come compagna ho diritto a parlare con Draco-.

-Azkaban è un posto duro per una donna-

-dimentica sempre che sta parlando con me ministro. Io non sono tipo che s’impressiona-

L’uomo sorrise e prendendo piuma e pergamena scrisse due righe.

-Hermione disse consegnando la pergamena alla ragazza – stai attenta Harry potrebbe diventare pericoloso-

-Anche io ministro, ha sbagliato e pagherà-

-tutto il mondo magico ti starà contro, lui ha una fama da buono, nessuno crederà alle tue parole Malfoy invece, -

-Draco non ha mai fatto niente di male, ha un tatuaggio nel braccio ma non significa nulla non ha mai uccisi nessuno, non è mai andato in missione per conto di Voldemort ed è ora che il mondo magico evolva e capisca che il male non sta in un nome-

-Ti vedo battagliera, almeno tu non sei mai cambiata-

-No ministro mi batto sempre per le cause giuste e per ciò che conta veramente, prima era per il bene del mondo magico ora è per il bene della giustizia, del mio cuore e del mio bambino- disse accarezzandosi il ventre. Il ministro rimase sconvolto dalla notizia non sapendo cosa dire alla giovane strega si limitò ad augurarle:

-Buona Fortuna Hermione Granger-.

SPAZIO AUTRICE.
Singolare e per niente romantico augurio di natale, se riesco posto un altro capitolo ....
ma se non riuscissi vi auguro un felice e sereno natale, un caloroso saluto dalla vostra Mikilily.

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Capitolo 26
*** 26. Lotterò per noi. ***


26. Lotterò per noi.

Il vento sferzante le batteva con forza sul viso, quello era stato il modo con cui quella dannata isola, l’aveva accolta. Sollevò il bavero della giacca e s’incamminò, abbassando lo sguardo, verso il grande portone di ferro dove una sentinella la guardava con fare astioso.

Azkaban non era certo il posto più indicato per una donna, tanto meno per una in dolce attesa, ma li, in quel luogo maledetto stava rinchiuso il suo Draco e nemmeno Voldemort in persona l’avrebbe persuasa dall’andare da lui.

Guardò l’uomo che con la divisa d’ordinanza verde acido la osservava da una piccola guardiola e mostrò muovendo la mano la pergamena. La guardia sgranò gli occhi osservando la firma, ma non disse niente facendola poi entrare nel carcere di massima sicurezza.

Desolazione, squallore, angoscia e urla, tante urla echeggiavano in quell’edificio retto e custodito da una grande e potente magia, dove i peggior criminali magici erano rinchiusi.

Hermione si guardò intorno, mura crepate, pavimento sporco, aria viziata e una tristezza che ti entrava nelle ossa, avanzò con decisione verso un’altra guardia, un auror dalla divisa che indossava e anche a lui mostrò la pergamena del ministro.

Questi però dopo un primo momento di apatia si scosse quando Hermione pronunciò il nome del detenuto cui voleva far visita.

-Malfoy- l’uomo si grattò la tempia osservando la ragazza di fronte a lui con circospezione.

-il capo ha dato disposizioni che nessuno gli faccia visita-

-Potter?- chiese Hermione già sapendo la risposta.

-Certo Potter, è lui il capo – rispose sbalordito – lei deve essere l’unica nel mondo magico che non sa chi è Harry Potter-

Hermione lo guardò assottigliando lo sguardo.

-Oh si fidi, lo conosco, anzi lo conoscevo bene, ora mi sembra però che quel grande eroe non esista più. Comunque- disse avvicinandosi alla guardia -Questa è firmata dal ministro in persona ed io sono l’avvocato del detenuto, quindi, sempre se non vuole passare guai è suo dovere accompagnarmi dal signor Malfoy-

L’auror soppesò le parole della giovane donna, non sembrava pericolosa si disse e sicuramente l’avrebbe schiantata e disarmata in un solo minuto. Decise, quindi, che era bene accompagnarla da Malfoy, infondo, disubbidire a Potter era meno pericoloso che disubbidire al ministro della magia, ma su quel particolare si sbagliava, oh se si sbagliava.

Scesero diversi piani con la luce della bacchetta a illuminare la via, nessuna parola gli accompagnò solo grida disperate, minacce senza senso e un freddo che distruggeva l’anima.

-siamo arrivati- disse l’uomo con il viso schifato dal luogo in cui la sua persona si trovava.

-questa è la stanza di massima sicurezza-disse l’uomo

- è stata costruita tanti anni fa per rinchiudere Colui che non deve essere nominato-

Hermione osservò prima gli innumerevoli attrezzi di tortura e poi l’uomo al suo fianco.

Divenne bianca al solo pensiero che quegli strumenti fossero stati usati sul suo Draco.

-apra la porta- disse con forza.

L’uomo la guardò stupito inconscio di chi fosse disse:

-cavolo signorina, tiene molto al suo lavoro per riuscire a sopportare questo schifo, se non fosse che mi pagano, e bene per stare qui, non ci verrei mai. Suppongo che anche lei sia pagata bene…-

-suppone male. Ora apra la porta-

L’uomo era scioccato, ma alla fine aprì la porta che raschiò sul pavimento di pietra.

Un odore di sangue, urina e animali morti fece voltare il viso all’uomo che si scansò di lato per fare entrare la giovane avvocato. Hermione si sentì quasi svenire, appena il puzzo arrivò al suo naso facendole salire la nausea, che riuscì a trattenere a stento.

Respirò con la bocca per non inalare ancora quell’odore e avanzò lentamente, con la bacchetta tra le mani. Sentì un crac sotto i piedi sicuramente qualche carcassa di piccoli animali morti da qualche tempo, senz'altro topi e continuò a camminare dinanzi a se.

L’uomo alle sue spalle non accennò a seguirla e lei non chiese di farlo, con un

-lumus- illuminò la stanza e si guardò intorno.

I muri erano ricoperti di muschio e scarafaggi che scapparono come impazziti appena la luce li investi, il pavimento era colmo di piccoli animali morti ammucchiati vicino al muro.

 Una ciotola d’acciaio si trovava in prossimità della porta, al suo interno vi era del pane ammuffito e del liquido che dal puzzo doveva trattarsi di urina.

 Hermione si portò la mano alla bocca trattenendo il conato, quello che i suoi occhi vedevano era uno spettacolo indecente nemmeno gli animali potevano essere trattati così.

 Ripresasi ripulì con un “Gratta e netta” e continuò ad avanzare, la stanza era tanto grande quanto sporca.

Vagò un po’ cercando il suo uomo e dopo tanto vagare lo vide. Era disteso su una fredda panca di pietra rannicchiato su se stesso, il viso tumefatto dalle percorse ricevute, due occhi neri un labbro spaccato e viola.

-Draco- chiamò avvicinandosi piano cercando di non scuoterlo per paura che anche il corpo fosse stato martoriato da quell’animale di Harry Potter

-Draco- ripeté appoggiando le ginocchia a terra incurante dei rumori degli animaletti viscidi che popolavano quella cella fredda e malsana-

-amore- sussurrò piano al suo orecchio.

L’uomo sussultò, stranito da quel contatto e si ritrasse sbattendo la testa al muro.

-Draco, amore- disse Hermione spaventata dalla reazione del biondo

-sono Hermione, ti prego Draco riconoscimi. Ti prego- supplicava Hermione. Il timore che Harry avesse rivolto a Draco lo stesso trattamento riservato a Lucius Malfoy la faceva fremere di paura .

-Hermione- disse l’uomo con difficolta, cercando di aprire gli occhi che gli dolevano a causa dei pugni ricevuti e per la luce troppo forte.

-si amore sono qui- riprese la ragazza sfiorando con delicatezza il viso del ragazzo che strinse i denti dal dolore.

-scusa –

-Perché sei qui?- chiese – non è un posto per te, chiama la guardia devi andare via-

-Draco, smettila-

-No, non la smetto voglio che vai via, che non mi guardi. Non sono uno spettacolo preferisco mi ricordi in un altro modo-

-che stai dicendo?-

-dimenticami Hermione-

-Dimenticarti? Hai battuto la testa?- disse la ragazza cercando di guardare il capo del biondo osservando con una stretta al cuore come il sudore e il sangue gli avessero imbrattato i bellissimi e morbidissimi capelli biondi.

-dimenticami. Puoi fare solo questo, per me non vi è speranza-

-che stai dicendo Draco. Certo che c’è speranza, sei innocente ed io ti toglierò da questo posto fosse l’ultima cosa che faccio in vita mia-. enunciò Hermione.

-non riuscirai mai, lui ha mille appoggi, nessuno si metterà contro Harry Potter. Siamo soli-

-oh, non ne sarei tanto convinto. Sai chi mi ha firmato il foglio per essere qui a parlare con il mio assistito?-

Draco spalancò la bocca

-sei il mio avvocato-

-certo che sono il tuo avvocato, volevi qualcun altro, forse?-chiese Hermione.

-certo che no, sono felicissimo sia tu- disse Draco mentre la ragazza li accarezzava la mano.

-Ma non mi spiego come hai fatto a venire fin qui, questo è un posto di massima sicurezza. Potter non avrebbe…-

-infatti io non ho chiesto a lui ma al Ministro della magia in persona di farti visita, sono il tuo avvocato e… sono il tuo avvocato-

Draco accennò un sorriso notando il lieve rossore nelle gote di Hermione ancora si vergognava a dire che era la sua donna.

-sei la mia compagna, hai tutto il diritto a stare qui a farmi visita, poi sei anche il mio avvocato ma soprattutto sei la donna che amo-

Hermione si avvicinò un poco fino a sfiorare le labbra di Draco, erano screpolate, gonfie e sapevano di sangue ma nonostante questo il cuore gli esplose quando lo baciò.

 Lo amava.

Lo amava con tutta se stessa e guardarlo così indifeso, non faceva altro che aumentare il suo amore per lui.

-mi sei mancato- disse sussurrando a fil di labbra.

-anche tu amore, non sai quanto-

Hermione gli accarezzò ancora il viso facendo attenzione a non recargli altro dolore.

Draco la guardava, cercando di imprimere nella mente la donna così da ricordarsi di ogni sua piccola particolarità quando si sarebbero separati.

-abbiamo deciso una strategia?- disse Hermione rompendo il silenzio e riportando l’attenzione di Draco sui suoi occhi.

-abbiamo?- chiese stupito Draco.

-Io, Blaise e tua madre-

Draco rimase stupito da quest’ultima affermazione.

-mia madre?-

-si il ritratto nel tuo studio, quello di tua madre-

-sei entrata nel mio studio?-

-si Draco- quando è arrivato Blaise dovevamo cercare dei documenti delle cose che potessero aiutarti…

-hai frugato nelle mie carte?-

-Io, ecco…si in un certo modo-

-eh sei ancora qui a raccontarlo- disse sempre più sbalordito.

-che intendi?-

-che nessuno se non ha sangue puro o Malfoy può entrare in quella stanza-. Rispose Draco.

-Io … ecco… noi-

Un sorriso si allargò nel viso tumefatto di Draco Malfoy, una lampadina gli si era accesa improvvisamente. La mezzosangue più famosa del mondo magico non poteva essere diventata purosangue in un battito di ciglia. 

Quindi, due erano le cose: o l’aveva sposata cosa che purtroppo non era ancora avvenuta, o quella donna che amava e desiderava anche in quelle precarie condizioni custodiva nel suo grembo il frutto del loro amore.

-dimmi che quello che penso è vero – disse Draco protraendo la mano verso Hermione, che l’afferrò unendola alla sua posandola poi sul ventre socchiudendo gli occhi per cullarsi di quel momento.

Il luogo era lugubre e malsano, triste e per niente indicato per annunciare all’uomo che aveva scelto come compagno che presto sarebbe diventato padre, ma non se ne curò. In quel momento esistevano solo loro due e il marciume che li circondava si volatilizzò all’istante.

Hermione sorrise, guardandolo negli occhi, perdendosi in quelle pozze ghiacciate che tanto le facevano battere il cuore.

-Si- disse sussurrando – presto saremo genitori-.

A Draco quasi scoppio il cuore dall’emozione, voleva abbracciarla ma aveva paura di farle male a lei, al bimbo a se stesso visto le condizioni precarie in cui riversava, si limitò così a baciarla questa volata con foga infischiandosene del dolore del labbro spaccato.

-grazie- disse dopo essersi staccato da lei – grazie per avermi fatto questo dono, grazie-

Hermione sorrise ancora.

-grazie a te di esistere amore mio- rispose lei.

-oh che scena strappa lacrime- disse una voce alle loro spalle, una voce che entrambi conoscevano benissimo, tanto che Draco divenne livido di rabbia e Hermione s’irrigidì cercando di non farlo vedere.

-dovreste fare gli attori, siete portati per il melodramma- disse trattenendo a stento una risata che arrivò poco dopo.

Il gelo era calato su quella stanza non appena la voce di Harry Potter era arrivata alle loro orecchie.

Hermione cercò di alzarsi per ribattere al capo degli auror ma Draco la trattenne, così che Harry continuò a deriderli.

-sapete che rasentate il ridicolo. Uno rinchiuso ad Azkaban costretto a vivere nella sporcizia tra animali morti e insetti. Oh cosa direbbe il paparino se vedesse l’amato figlio ridotto come il più insulso animale- disse lo sfregiato volgendo il capo verso il biondo che lo guardava con odio cosa che lo fece ridere ancora più di gusto.

-l’altra- riprese guardando ora Hermione – che da super perfetta studentessa finisce per diventare una sfigata avvocatessa che per sopravvivere è costretta a portare in grembo il figlio bastardo di un mangiamorte-

Hermione s’infischiò del pericolo e di tutto quello che in quella stanza poteva capitargli.

-sentimi bene Potter- disse marcando con astio il cognome dell’ex amico. – qui l’unico che rasenta il ridicolo sei tu. Non osare insinuare niente su mio figlio e niente sulla mia vita privata, non sei degno nemmeno di camminarmi affianco-.

Harry rimase spiazzato dalle parole della ragazza. Ma Hermione era un fiume in piena e continuò a parlare:

-hai montato tutto questo casino, per niente. Sei ancora in tempo per fermarti prima che sia troppo tardi- continuò a dire Hermione assottigliando lo sguardo.

-oddio mi stai consigliando cosa è bene fare Granger?-

-si Potter, lo sto facendo. Se continui con questa tua idea di vendetta, ne pagherai le conseguenze. Lo sai bene anche tu che le tue sono calunnie e che niente c’è di vero in quello che dici-

-lo vedremo Granger-

-Harry sei ancora in tempo per ritrattare. Posso chiudere un occhio per quello che è successo-.

-chiudere un occhio? Io non ho paura né di te né di quel miserabile- disse Potter indicando Draco con una rapida occhiata.- io vincerò e finalmente il mondo magico sarà ripulito dal marcio-

-tu sei il marcio- disse Draco con astio alzando la voce per farsi sentire-

-oh non sapevo che i conigli parlassero- mugugnò Harry e senza indugiare troppo spezzò il silenzio di quella cella con svariati cruciatus.

-Basta- urlava Hermione -basta, lo uccidi così. Basta-

Harry era come in trans, non sentiva le urla della donna, godeva nel vedere l’uomo tanto odiato contorcersi dal dolore riverso a terra.

-BASTA Potter- disse il ministro in persona.

SPAZIO AUTRICE:

SALVE RAGAZZE, QUESTI GIORNI DI FESTA HO AVUTO DEI PROBLEMI CON INTERNET MI SCUSO PER L'ATTESA, SPERO VI PIACCIA... SI CONCLUDE COSì CON L'ARRIVO DEL MINISTRO DELLA MAGIA. IL PROSSIMO CAPITOLO METTERà LE COSE A POSTO :D

VEDRETE. ORA VO A LETTO, AH DIMENTICAVO ANCORA BUON NATALE.

P.S. DI ROMANTICO IL CAPITOLO NON HA UN TUBO TRANNE CHE L'IMMAGINE DI DRACO CHE ACCAREZZA IL VENTRE DI HERMIONE.

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Capitolo 27
*** 27 lotterò per noi (II parte). ***


27. Lotterò per noi (II Parte)

Il ministro della magia avanzò verso l’auror con un’espressione truce in volto, mai Hermione aveva visto Kingsley Shacklebolt così scosso nemmeno quando lottavano contro il Signore Oscuro.

Harry Potter rimase fermo e dritto, guardando il grande mago dalla pelle d’ebano avanzare con due falcate davanti a lui.

-Potter- urlò il Ministro della magia – con quale diritto tieni un prigioniero in queste condizioni-.

Un silenzio irreale accompagnava le parole del ministro, al suo fianco molti altri auror assistevano alla scena, alcuni avevano bocca e occhi spalancati.

Il Ministro della magia contro Harry Potter, l’eroe magico, l’uomo cui per anni tutto fu concesso, l’uomo che li salvò dalla follia di Voldemort veniva ripreso davanti ai suoi uomini e ad un prigioniero. 

Un prigioniero importante, Draco Malfoy, il mangiamorte che era scampato alla galera per dei cavilli.

Per deposizioni fittizie secondo Potter perché innocente per Hermione.

-come hai osato infliggere dei cruciatus a un uomo senza bacchetta, giustificati- riprese il Ministro della magia.

 Hermione, osservò la scena un attimo soltanto e dopo pochi istanti s’inchinò da Draco per sincerarsi della sua situazione.

Il respiro debole, il volto rigato dal sudore, gli occhi chiusi e le mani fredde, Draco, era debilitato. Aveva subito soprusi, angherie, torture e da due ore non mangiava e beveva.

-Potter sto aspettando- riprese il ministro.

- Kingsley non mi sembra il luogo adatto in cui parlare- rispose Harry pallido e teso per la situazione.

Il ministro non doveva sapere quello che faceva ad Azkaban, aveva dato degli ordini precisi, qualcuno aveva parlato.

Qualcuno l’avrebbe pagata, pensò Harry.

Con disprezzo guardò Hermione che incurante degli animali morti e degli scarafaggi si era buttata a terra per sincerarsi delle condizioni di quel verme di un Malfoy.

La sua amica era diventata la puttana di Draco Malfoy il loro nemico giurato. L’aveva tradito, aveva tradito tutto quello per cui fin da piccoli avevano lottato. Malfoy rappresentava il male, fin dal primo giorno che si erano incontrati per loro, aveva dimostrato solo odio e disprezzo.

L’avrebbe pagata cara anche lei, tutti l’avrebbero pagata cara.

-Invece, Potter mi sembra il luogo adatto. Voglio sapere cosa ti dice il cervello. Come osi trasgredire le leggi magiche, come osi infliggere maledizioni senza perdono sotto la mia giurisdizione-.

-ministro parliamo di un uomo pericoloso- cercò di replicare Harry,

-Malfoy è un mangiamorte-concluse l’auror.

-Potter smettila. Sei accecato dall’odio, non ti rendi conto di quello che hai combinato, non ti rendi conto del tunnel che ti stai scavando con le tue stesse mani-.

Harry livido in volto osservava il ministro che in piedi senza riguardo lo trattava come il primo cretino sulla terra, strinse la bacchetta tra le dita. Respirò affondo assottigliando lo sguardo.

-farò ricredere anche lei, vi siete fatti soggiogare da questo uomo insulso, ma alla fine vedrete che sarò io ad aver ragione. Tutti  mi chiederete perdono-disse con rabbia.

Vaneggiava Harry e con stizza si incamminò oltre la porta della cella, i suoi uomini si spostarono per farlo passare.

Lui, non guardò nessuno solo vicino alla porta sferrò un calcio nella ciotola d’acciaio riversando quella poltiglia disgustosa sul freddo e sporco pavimento.

Il ministro osservò la scena e con un’occhiata fece cenno al resto delle guardie di allontanarsi, dopo poco in rigoroso silenzio uno a uno gli auror uscirono dalla cella lasciando solamente il Ministro, la sua guardia del corpo, Draco e Hermione.

-Malfoy- chiamò Kingsley – come si sente?-chiese l’uomo con la lunga veste color arancio che faceva risaltare la sua pelle scura,

Draco scosse il capo cercando di formulare qualcosa, sbiaccicando un impercettibile.

-bene- che fece accennare un sorriso al Ministro.

-Hermione, portalo a casa- la Granger sollevò di scatto il capo incredula per quello che le sue orecchie avevano sentito.

-è come nel mondo babbano, agli arresti domiciliari.- spiegò il ministro osservando i due paia di occhi che aveva puntati sopra.  Tutti erano increduli per quella concessione.

Potter avrebbe potuto agire durante la notte e si ormai non si fidava più di lui, era pericoloso ma non era da Kingsley agire senza processare una persona non poteva togliergli il lavoro senza prove, non poteva incriminare uno degli uomini più influenti del mondo magico perché non si fidava più di lui. 

Era un Ministro giusto Kingsley, farsi giustizia da solo senza giusto processo non era una sua prerogativa, tutti per lui avevano pari diritto.

-Hermione, mi fido della tua giurisdizione e buon senso-disse il Ministro rivolgendosi alla donna che cercava con difficoltà di sollevare Draco.

-non deve uscire dal Manor, fino al giorno del processo. Ci sarà un Auror fuori dal cancello e tutti quelli che verranno a trovarlo saranno perquisiti, - disse il Ministro -queste mi spiace-. Aggiunse.

- sono le sole regole che metto alla sua detenzione, concorderai con me che è pur sempre un trattamento di riguardo rispetto alle condizioni in cui sta ora- disse osservando il viso tumefatto del giovane avvocato.

Hermione annuì,

-Grazie Ministro-disse infine la ragazza.

-Non amo le persone che tiranneggiano gli altri, quando si trovano in una posizione di potere-. disse il Ministro, - Malfoy è stato arrestato e buttato qui, senza un regolare processo.

Fino a prova contraria- continuò Kingsley- è innocente.

Sarà il giudice a decidere se ha ragione Potter, a reputarlo un pericolo per il mondo magico o Draco a rifiutare questa nominia-.

Hermione con Draco tra le braccia vide il Ministro che dopo averli salutati con un cenno della mano scomparire in un istante. I due si guardarono increduli e si abbracciarono, finalmente soli.

-Hermione- disse la voce di una donna proveniente dalla borsetta.

-merda – disse la ragazza ricordandosi all’improvviso che per tutto quel tempo aveva lasciato il ritratto della signora Narcissa dentro la borsa.

-quella era la voce di mia madre- chiese incredulo Draco osservando la ragazza che frugava con tutte e due le mani dentro la piccola borsa.

Hermione non lo ascoltava, stava per infilare anche la testa dentro la borsa quando finalmente afferrò il grosso quadro e lo tirò su.

-scusi- si affrettò a dire la ragazza.

-si, si- disse la donna vagando con lo sguardo per tutta la stanza, arricciando il naso quando i suoi occhi azzurri incontravano qualcosa di disgustoso e in quella cella ve ne erano parecchie di cose disgustose.

-Madre- disse Draco portando gli occhi azzurri dell’anziana strega ora solo ritratto su di se.

-Draco, tesoro che ti ha fatto quell’insulso ragazzo- disse Narcissa Black in Malfoy portandosi le mani sulla bocca scandalizzata da ciò che vedeva.

-non preoccuparti madre sto bene-, disse Draco che ancora si reggeva a stento.

-non si preoccupi signora, ora lo porto a casa- disse Hermione di slancio, accorgendosi solo dopo che aveva chiamato casa la dimora dei Malfoy. Draco si strinse a lei, mentre Narcissa la osservava prima che la ragazza la rideponesse dentro la sua borsa.

Quella ragazza aveva carattere, era decisa e sapeva bene che avrebbe lottato con tutta se stessa affinché suo figlio fosse scarcerato e tutte le accuse infamanti cadute nel vuoto.

Narcissa sapeva che Draco aveva finalmente trovato la compagna della sua vita e che ora era pronto per crearsi una famiglia, infondo la Granger aspettava già il loro erede.

SPAZIO AUTRICE.

Salve care, ecco finalemnte la seconda parte, il Ministro prende Harry per le corna ma non pensate che harry Potter si arrenda così facilmente se uno è stronzo è stronzo...o forse è la scritrice che lo è ...

cmq, fatemi sapere che ne pensate.

P.S.

passate sempre dal Blog

http://lafantasia-mikilily.blogspot.com/

e dalla pagina FB.

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Se non lo avete ancora fatto vi invito a leggere il primo capitolo della nuova storia ...si intitola la nuova vita...

venite, leggete recensite se vi va. Kiss e buona Cena .

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Capitolo 28
*** 28. Ritorno al Manor. ***


28 Ritorno al Manor.

Si strinse a Hermione con tutta la forza che aveva, era debole e per questo si vergognava ma non poteva far altro che farsi condurre, quindi le prese la mano e si smaterializzarono congiuntamente al Manor. Ad attenderli fuori dal grande cancello in ferro battuto c’erano due auror, con la classica divisa verde acido, i due uomini che né lui, né Hermione avevano mai visto gli perquisirono.

Draco, fu privato della bacchetta che venne catalogata e riposta in una busta trasparente e successivamente gli venne posizionato sul braccio destro, un particolare bracciale che rivelava ogni spostamento e utilizzo di magia.

In pratica era sì nella sua casa, ma da quelle mura non poteva uscire, era prigioniero a casa sua. Un passo da gigante rispetto alla cella malsana, buia e ai soprusi di cui era stato vittima per mano di Potter, ma era pur sempre un prigioniero senza colpa alcuna.

A questo pensava Draco osservando con un velo di tristezza la sua donna che come una criminale veniva perquisita, Hermione non aveva colpa, era ingiusto che anche lei subisse quel trattamento. Era colpa sua, solo colpa sua che l’aveva trascinata con lui nella melma che da anni ricopriva il suo cognome. 

Anche lei stava per essere macchiata dalle calunnie, dalle dicerie non poteva sopportarlo, non voleva vederla soffrire non poteva sopportare di vedere il suo viso triste, la sua fata doveva sorridere. La sua fata era fatta per illuminare e gioire non per soffrire al suo fianco.

Osservò con disgusto il bracciale che poco prima gli auror gli avevano sistemato sul braccio destro, e rabbrividì al pensiero che quell’aggeggio infernale rivelasse a Potter o a uno dei suoi scagnozzi i suoi momenti d’intimità con la sua donna. 

Avrebbe evitato di toccarla fino a che, quel bracciale, non fosse stato disattivato e distrutto. Si maledì per averla portata a vivere quella situazione, ma quella era l’unica soluzione non avrebbe mai e poi mai esposto la sua donna alle dicerie del mondo magico, anche se era questione di giorni. Sapeva bene Draco che da lì a poco tutti avrebbero saputo della loro relazione, tutti avrebbero dato alito alle bocche.

 Se non avessero perso la testa uno per l’altro, se non aspettassero un bambino, se non si fossero più rincontrati ora, sarebbe libera di vivere la sua vita senza far da balia a un carcerato, invece, Hermione proprio a causa sua era sottoposta a giuramento magico, che consisteva nel garantire, pena il carcere, di sorvegliare e custodire il detenuto, preservare la fuga e l’inquinamento di prove.

Dopo quel rito, Hermione condusse Draco fino all’interno della grande villa, dove una Tibly agitatissima gli accolse, ma all’interno del manor non vi era solamente l’Elfa dei Malfoy ma anche Blaise e Ginny.

-Amico – disse Blaise abbracciandolo e anche Ginny per la prima volta salutò calorosamente Draco stupendo sia se stessa sia il biondo che abbozzò a un sorriso.

-come stai,-chiese - che cazzo ti hanno fatto- aggiunse il moro Zabini osservando il viso livido del biondo.

La pelle, un tempo chiara quasi diafana di Draco, era viola in molti punti: sugli occhi che oltre ad essere viola, erano anche molto gonfi, sullo zigomo, dove vi era anche un’escoriazione e sul labbro inferiore che era spaccato e da cui usciva un po’ di sangue ogni volta che il biondo parlava o sorrideva.

-quel grandissimo coglione- disse Ginny non riuscendo a trattenersi

Blaise si girò scioccato nel sentire la sua piccolina parlare in quel modo e poi si rigirò di scatto

-è stato Potter- chiese sapendo già la risposta.

Draco non rispose, si incamminò lentamente verso il divano in pelle e si adagiò con delicatezza attento a non fare movimenti bruschi che avrebbero prodotto altro dolore, aveva evitato di dire a Hermione che gli faceva male il costato per i ripetuti calci e anche la sua schiena non se la passava bene. Avrebbe dato di matto se avesse visto le frustate.

-certo che è stato lui- rispose Ginny osservando prima Blaise e poi Hermione.

-Non capisco, come possa godere di tutta questa libertà-, enunciò Blaise aiutando Hermione a togliere il quadro di Narcissa dalla borsa.

-è l’eroe magico- disse Hermione visibilmente spossata dalla lunga mattinata,

-Approfitta di questo per far prevalere le sue insane idee- aggiunse depositando il quadro alla parete.

-Non riuscirò mai a dimostrare la mia innocenza, nessuno testimonierà a mio favore. Lui è troppo potente, ha tutti dalla sua parte-.

-Draco-lo rimproverò sua madre appena fu liberata dalla borsa della Granger.

-madre devo guardare in faccia la realtà, chi può dire che non ho mai partecipato ad alcuna missione, Voi?

-Certo io posso…-annunciò la signora Malfoy.

-Voi siete mia madre, per la corte e il giudice potete mentire per non farmi incarcerare. Nessuno mi può aiutare-aggiunse Draco sconfortato.

-abbiamo diverse persone invece che testimonieranno a tuo favore Malfoy e alcune sono al di sopra di ogni sospetto, Potter nemmeno sospetta chi siano e contro di loro non alzerebbe nemmeno un dito stanne certo-disse Ginny.

-Ha accettato?- chiese Hermione allargando le sue labbra in un sorriso.

-certo che l’ha fatto- rispose Ginny. E' bastato dire che Hermione Granger, la sua studentessa preferita aveva bisogno del suo aiuto e di quello dell’ex preside e lei ligia come sempre non ha battuto ciglio. Oddio quando ha visto che Blaise mi teneva la mano ha fatto una faccia schifata-ammise la rossa soghignando un poco facendo sorridere anche Hermione.

-vecchia pipistrella- disse Blaise mugugnando tra se

-ma di chi state parlando?- chiese Draco e tutti in coro gli risposero

-Della McGranitt-.

-è l’unica, insieme a Silente che sapeva che non avevi mai partecipato a una missione- disse Blaise, mentre Hermione annuiva.

- Severus- aggiunse Narcissa, -li teneva sempre informati su cosa facevi e cercava di proteggerti-

Draco guardò il ritratto di sua madre e poi si girò a guardare Blaise e Ginny.

-Grazie- disse – per tutto quello che fate per me-

Blaise non riuscì a dire niente stava lottando contro il suo orgoglio per non piangere e fu salvato come accadeva ormai da diverso tempo dalla sua compagna.

-Malfoy, se mi avessero detto che un giorno sarei stata qui a casa tua a dirti quello che sto per dirti non c’avrei mai creduto.

Draco la guardò inclinando appena il capo

-e cosa stai per dirmi Weasley?-

-che ti meriti tutta questa mobilitazione, perché nonostante tu voglia mostrati un duro, uno senza cuore non lo sei.

Se Blaise e Hermione ti amano tanto ci deve essere un motivo. Devo a te se ora ho nuovamente Blaise al mio fianco… eh…-.

-Ho capito grazie Weasley sei stata chiara e ti ringrazio- disse Draco osservando Hermione che di sfuggita si asciugava una lacrima, la sua amica non era sicuramente una facile e per la prima volta aveva esposto quello che la legava a lui era per questo che la sua fata si era commossa.

-ora se riesco vado a farmi una doccia- disse Draco cercando di sollevarsi, non riuscendoci, Blaise fu subito da lui per aiutarlo.

-no faccio da solo- cercò di ribattere ma sapeva che non riusciva nemmeno a muovere le gambe dal dolore che sentiva in tutto il corpo.

-non fare il cretino Draco, non è un problema per me-

-lo è per me Blaise- rispose piccato – scusa- disse subito dopo sapeva bene che lo voleva aiutare, ma detestava questa condizione, detestava anche vedere i loro sguardi compassionevoli su di se.

Si sentiva un relitto, si sentiva un perdente ecco come l’aveva ridotto Potter, un immagine sbiadita di quello che era sempre stato l’algido Draco Malfoy.

-ti accompagno alla tua stanza e poi tolgo il disturbo- disse ancora Blaise e questa volta Draco non osò ribadire osservando il viso severo di sua madre e quello preoccupato di Hermione.

Salirono con calma le scale e quando dopo interminabile sofferenza arrivarono alla stanza patronale Blaise lo lasciò. 

Finalmente solo, si incamminò con notevole difficoltà in direzione del bagno e finalmente guardò le condizioni deprecabili in cui era stato ridotto dallo sfregiato.

Rimase diversi minuti ad osservarsi, a disprezzare quello che vedeva a maledire chi l’aveva conciato in quel modo e non si accorse di Hermione, che ferma sulla porta osservava ogni suo minimo gesto.

Si lavò il viso tamponando con la salvietta in spugna evitando accuratamente di strofinare la parte gonfia e lacerata.

Avanzò verso il box doccia dopo essersi tolto il maglione di lana rimanendo con la sola maglia in cotone che gli fasciava il corpo e che a causa delle frustrate e del sudore era diventata un tutt’uno con la sua pelle. Cercò di sfilarla, ma quel gesto che un tempo faceva con naturalezza richiese molto sforzo e provocò tanto dolore.

-vuoi che ti aiuto?- non si era accorto di lei e senti i suoi passi farsi sempre più vicini, si bloccò aspettando che lo raggiungesse e quando sentì le sue mani calde su di se si dimenticò di tutto.

Con delicatezza e dolcezza mai provate prima sentì le sue dolci mani su di se che gli sfilavano piano la maglia, sentì il suo turbamento quando la maglia fu tolta e i suoi occhi marroni si posarono sugli sfregi della sua schiena, ma non indugiò oltre si incamminò senza dire mezza parola verso la doccia, sganciò i pantaloni che caddero e gli slip ed entrò nel box. Aspettò un solo secondo prima di far scorrere l’acqua calda sul suo corpo. L’acqua lavava via lo sporco e il sangue, puliva la sua pelle lacerata ma non poteva niente su quello che provava.

-posso entrare- chiese Hermione, Draco non sapeva che risponderle aveva un dannato bisogno di averla lì con lui ma non voleva assolutamente che nessuno vedesse la sua donna nuda, non voleva dare spettacolo e con un gesto di diniego si oppose alla sua proposta.

Hermione era rimasta spiazzata dal suo no, era rimasta delusa così uscì dal bagno e si sedette sul bordo del letto ad attenderlo, ci volle molto tempo prima che Draco uscì dal bagno avvolto in un candido asciugamano.

-posso aiutarti a vestirti almeno?- chiese Hermione con un filo di voce.

Draco sospirò.

-credo di riuscirci da solo- rispose.

-vuoi almeno guardarmi-

-Hermione ti prego non rendere questa situazione ancora più difficile-

-io voglio solo rendermi utile- rispose la donna avvicinandosi a Draco e porgendogli i boxer puliti.

-mi sento un uomo inutile- ammise.

-ho bisogno di uno che mi sorregga per camminare, che la mia donna mi aiuti a svestirmi e vestirmi. Non sono nemmeno in grado di stringerti tra le braccia senza provare dolore e sto morendo dalla voglia di fare l’amore con te, ma sono bloccato da questo aggeggio infernale-

Hermione abbassò lo sguardo osservando il bracciale sul braccio del biondo.

-che ti fa il bracciale?- chiese.

-niente di doloroso credo che osservi i miei spostamenti e che osservi cosa faccio e con chi lo faccio-

La Granger abbozzò un sorriso.

-vieni Draco- disse prendendogli la mano e conducendolo a letto

-e stai tranquillo, questo aggeggio infernale dice solo se sei o no dentro i confini prestabiliti- e sfilandogli con delicatezza l’asciugamano si accomodò tra le gambe del bel biondo.

-mi sei mancato sai- disse sussurrandogli sul viso.

-non guardarmi così- rispose lui, -sono orribile-.

-sei vanitoso, soprattutto, ma ti dico una cosa Malfoy per me sei stupendo- disse Hermione prima di baciare delicatamente le sue labbra cercando di non soffermarsi sulla parte gonfia.

Fecero l’amore lentamente e mai cosa fu più dolce e sentita, mai emozione fu più forte che quello scambio di dolci carezze. Dopo la ragazza cosparse il petto e la schiena del biondo di un unguento speciale che come magia cicatrizzò le escoriazioni che vennero bendate e alla fine si accoccolarono uno accanto all’altro ancora uniti ancora insieme.

SPAZIO AUTRICE.

SALVE RAGAZZE, QUESTO APITOLO MI è VENUTO COSì, UN PO  RACCONTA COSA PENSA DRACO, COME SOFFRE PER LA SITUAZIONE E PER IL ESO CHE STA DIVENTANDO PER HERMIONE. 

SPERO VI PIACCIA, SE RIESCO NE POSTO UN 'ALTRO PIU PICCOLO...

 

 

 

 

 

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Capitolo 29
*** 29.Quello che resta dell'eroe magico. ***


Ragazze mie belle, tantissimi auguri di Buon anno.

Vi propongo questo piccolissimo capitolo su Harry... lo stronzo.

Spero vi piaccia, non è un gran che, in effetti.

Vi ricordo ancora che ho aperto una pagina su Fb: 

http://www.facebook.com/mikilily81

e un nuovo Blog:

29. Quello che resta dell’eroe magico.

Il numero 12 di Grimmauld Place non era mai stato più silenzioso.

I ritratti dei vecchi proprietari, che un tempo riempivano le pareti e urla l’antica dimora, erano stati tolti. L’arazzo dei Black, che un tempo ormai lontano abbelliva la grande mansarda, era stato bruciato la notte in cui Draco Malfoy aveva scampato il carcere. Unico ricordo dell’antico casato, era la testa impagliata dell’ultimo elfo domestico, Kreacher.

La casa, di primo acchito sembrava essere da qualche tempo abbandonata, l’odore stantio, le tende logore e strappate in più punti, la polvere sui mobili e lo squittio lontano di alcuni topi in soffitta non facevano che confermare questo, tutto era come abbandonato.

Tutto sembrava dimesso, ma un uomo dai ribelli capelli neri e un paio di occhiali in cui si specchiava uno scoppiettante fuoco, stava seduto da ore sulla vecchia poltrona marrone di fronte al camino di pietra che si trovava nel vecchio salotto.

Avvolto dal buio più nero Harry Potter, l’eroe magico, l’auror meno intransigente del mondo magico rimuginava su tutto quello che non meno di alcune ore prima era successo.

Ripensava al suo piano, al fatto che aveva tutto sotto controllo, aveva la deposizione di un testimone chiave come Pansy Parkinson, aveva Malfoy rinchiuso nella cella anti evasione di Azkaban.  Aveva tutto quello che più desiderava, aveva Draco, avrebbe avuto l’agognata vendetta contro quell’ignobile essere. Invece in un lampo tutto si era stravolto.

-Dannata.

-Dannata Hermione Granger-mugugnò tra se rompendo il silenzio in cui la casa era sprofondata.

La sua ex migliore amica, in pochi mesi era diventata la puttana di quel viscido mangiamorte e ora lo difendeva come avvocato.

-Puttana e venduta-.

 Aveva convinto il ministro a vederci chiaro sull’arresto di Malfoy, aveva aperto gli occhi al Ministro sui suoi metodi.

-Grandissima Puttana-

 L’aveva coperto di ridicolo davanti ai suoi auror.

Tutto era cambiato, ora sentiva il fiato sul collo, ora sapeva che il Ministro in persona osservava ogni sua mossa e non l’avrebbe scampata come con Malfoy Senior. Quel suo colpo di testa gli era costato l’allontanamento da Londra, non poteva sbagliare questa volta doveva stare attento, giocare tutte le sue carte e il suo potente nome.

Tutti vogliono aiutare Harry Potter a proteggere il mondo magico. Tutti, e lui per primo, vogliono Draco Malfoy dietro le sbarre.

Sorrise beffardo.

No, questa volta non doveva farsi prendere la mano, doveva agire con astuzia, doveva aggirare l’ostacolo, nessuno doveva sospettare nulla.

Nessuno doveva sapere come si era procurato il prezioso voltafaccia della Parkinson.

Il suo unico pensiero era di incriminare Draco Malfoy, solo quando quel grandissimo bastardo sarebbe stato rinchiuso in prigione fino alla fine dei suoi giorni, avrebbe pensato agli altri moscerini.

Anche altri avrebbero conosciuto la sua ira; prima lei, Hermione e poi quella gran puttana della sua ex. 

Sì, era caduta in basso anche Ginevra passare da lui l’eroe , il salvatore del mondo magico a Blaise Zabini un insulso scagnozzo di Malfoy.  

Era veramente una gran caduta di stile, pensò, mentre afferrava la bottiglia di liquore babbano che stava in terra. Se lo portò alla bocca trangugiandone più della metà con un solo sorso.

Si asciugo la bocca con la manica della camicia e continuò a guardare il fuoco.

Sì, tutti avrebbero conosciuto l’ira di Harry Potter, nessuno può mettersi nella sua strada nessuno può permettersi di rintracciarlo.

La pagheranno, oh si che pacheranno quest’affronto.

Non si sarebbe mai arreso. Mai.

Avrebbe trionfato anche questa volta, perché il bene vinceva sempre ed era convinto che lui rappresentasse ancora il bene.

I suoi metodi erano cambiati, la sua rabbia, la sua ira, il suo modo di comportarsi erano tutto fuorché bene, ma non se ne rendeva conto Harry Potter la sua ossessione per Draco Malfoy offuscava la ragione. 

Offuscava quello che un tempo era un eroe e ora solo un pazzo con l’ossessione per la giustizia.

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Capitolo 30
*** 30.l'attesa prima del processo. ***


30. L’attesa prima del processo.

La luce che penetrava dalle finestre della grande stanza patronale l’avevano svegliato. Cercò, con non poca difficoltà, di girarsi nel letto ma ogni movimento causava dolore al giovane Malfoy, cosi decise di chiedere aiuto, maledicendosi per questo. 

Tastò con una mano la parte del letto che non era occupata dal suo corpo e si stranì nel sentirla fredda e vuota. Hermione, la sua fata, non era lì al suo fianco. Era andata via, scappata nella notte, pensò. L’aveva lasciato solo anche lei. Era logico che lo lasciasse, come poteva una donna del suo calibro sporcarsi con un essere nero come lui, come poteva.

-Amore. Sei sveglio?- chiese una voce celestiale, la sua voce, quella della sua fata e il cuore riprese a battere.

Aprì nuovamente gli occhi fondendoli con quelli castani della donna che con un vassoio in mano ricco di leccornie avanzava verso il suo letto.

Lasciò che il vassoio librasse in aria mentre con delicatezza lo aiutò a sedersi sul letto mettendo due guanciali dietro la schiena.

-come ti senti?- chiese Hermione dopo avergli messo il vassoio sulle gambe.

-un relitto- mugugno Draco.

-credo che entro questa pomeriggio starai meglio. La pozione dovrebbe aiutarti a sopportare il dolore e guarire gli ematomi-

Disse scostando un ciuffo biondo del ragazzo che ricadeva scomposto celando gli occhi di ghiaccio che la facevano impazzire.

-ora mangia- disse baciandogli la fronte con dolcezza alzandosi dal letto in cui si era seduta per poterlo osservare meglio.

-dove vai?- chiese preoccupato nel vederla allontanarsi ancora da lui.

Hermione si girò, sorpresa da quella dichiarazione.

-vado in bagno-disse la ragazza girandosi per osservare Draco ancora disteso sul letto. - volevo proporti un bagno caldo e rilassante, dopo la colazione-. Draco spalancò un poco gli occhi, sorpreso da quelle parole. Non si aspettava una proposta simile, non da Hermione, sorrise appena, abbassando lo sguardo afferrando poi il croissant al cioccolato che aspettava solo di essere addentato e senti i passi della donna dirigersi verso la toilette.

Sì, aveva una fottuta paura che lei se ne andasse e lo lasciasse solo e ora le aveva mostrato i suoi timori. Ora la sua anima era nuda agli occhi della sua donna, si sentiva debole e stupido, ma tutto passava quando sentiva quegli occhi caldi guardarlo.

Quando sentiva quelle mani accarezzare dolcemente la sua pelle. Tutto passava, quando la sua fata gli stava accanto, aveva paura di perderla dopo aver assaporato il suo dolce sapore, aveva paura di perderla perché l’amava con tutto se stesso e ora che l’aveva avuta tra le sue braccia, sapeva bene, Draco che non avrebbe resistito un giorno senza di lei. Lei era la luce nelle tenebre, lei era tutto quello che poteva desiderare.

 Lei lo completava.

Mentre Draco terminò di sorseggiare il suo caffè nero, la donna uscì dal bagno. Si era cambiata e ora indossava solo un accappatoio in cotone rosa pallido, lo guardò un attimo riporre la tazza nel vassoio e asciugarsi con grazia la bocca dopo aver mangiato. Avanzò con infinita leggiadria verso il biondo che non abbassò mai gli occhi, incastonandoli a quelli di lei.

Bella, sensuale ecco cosa era la sua fata, pensava Draco.

Affascinante e imperturbabilmente eccitante era Draco per Hermione, nonostante tutto lui era sempre perfetto sempre stupendamente perfetto.

Spostò il vassoio dal grembo del biondo poggiando una gamba sul letto esponendola così agli occhi attenti di Draco, a cui non sfuggì quella visione.

Hermione lo aiutò ad alzarsi tenendogli le mani.

-sembro un paralitico- mugugno dopo aver fatto tre passi in direzione del bagno.

-sei un lamento continuo Malfoy, lo sai?- disse di rimando la ragazza abbozzando un sorriso.

Lui sbuffò

-potevi smaterializzarci entrambi direttamente nella vasca-la riprese lui.

-certo come no, -rispose Hermione – cosi non facevi né esercizio e rischiavi di romperti il collo scivolando nella vasca-

-ti libereresti di me. Così, non saresti obbligata a stare qui e farmi da infermiera- Hermione lo guardò storto e respirò sonoramente prima di parlare.

-credi che ti lascerei, se non aspettassi un figlio da te? Credi di farmi pena o qualcosa simile? Credi che lo faccia per qualche tornaconto personale?- aveva incominciato a parlare piano , ma presa dall’ansia e dal turbine di emozioni aveva preso a urlare e mordicchiarsi le labbra carnose, segno che era nervosa.

Non lo lasciò nemmeno parlare e continuò nel suo sermone.

-Io ti amo se non l’hai capito. Io ti amo, come mai ho amato nessun uomo. Faccio questo per te perché voglio che ti rimetta presto, perché so come ti fa soffrire dipendere da un altro. Io ti capisco, spero di non essere fastidiosa nelle mie attenzioni eh che…-

-Va bene Hermione. Va bene basta, ho capito- disse Draco afferrando le mani della sua compagna, stringendole.

-conducimi al bagno, ora-. Concluse abbassando lo sguardo vergognandosi di quello che aveva pensato.

-Draco-

-lascia perdere- rispose continuando a guardare il pavimento mentre percorrevano a piccoli passi verso la toilette.

Giunti di fronte la vasca, Hermione li lasciò le mani e spolverizzò nell’acqua delle essenze. Lo aiutò a spogliarsi e a toglierli le bende rimase nudo davanti alla ragazza ma non ne fu per niente in soggezione. Lo aiutò a entrare dentro e lo fece sedere. L'acqua era calda al punto giusto ed emanava un forte odore di sandalo, la sua essenza preferita.

Vide Hermione portare le spugne e altri unguenti e privarsi anche lei dell’accappatoio. Rimase ferma un secondo davanti a Draco, che ammirò quello spettacolo.

-mi fai spazio – disse la ragazza entrando nella vasca e accoccolandosi al fianco del biondo, che non riusciva a dire mezza parola.

-ti hanno tagliato la lingua Malfoy- disse Hermione afferrando una spugna incominciando a strofinare la schiena di Draco.

-sai vero che in questo momento tutto mi frega meno che della mia igiene-

-sbagli Malfoy della tua igiene deve fregarti sempre. Detesto gli uomini trasandati-

-ah sì, e come mai mi hai toccato ieri mattina nelle condizioni pietose in cui mi trovavo-la canzonò il biondo.

-beh non era colpa tua se stavi cosi, ma ora se non ti lavi, lo è quindi…-

-sei una strega-rispose sbuffando.

-preferivo quando stavi zitto Malfoy-replicò Hermione.

-ah si…-

-si-

-dopo posso renderti il favore?- chiese il biondo prima che Hermione gli versasse sui capelli lo shampoo e cominciasse a frizionare con foga.

-Granger, ma sei pazza, mi fai lo scalpo così-

-oh scusa principino, non oserei mai privarti dei tuoi regali crini dorati, anche se presto la natura ti renderà orfano-disse osservando l’attaccatura del ragazzo che piano piano scopriva una parte sempre più vasta di fronte.

-che stai insinuando donna- Hermione alzò il sopracciglio corrugando lo sguardo.

-sai che quando parli cosi mi ricordi il vecchio Draco odioso-

-Divento odioso quando s’insinua che diventerò calvo-

-meglio calvo che impotente- rispose lei ridendo.

-su quello Granger puoi stare tranquilla nessun Malfoy nemmeno in tarda età ha mai deluso alcuna moglie o amante-

-amante- ripeté atona.

-Tranquilla, mia bellissima fata, tu –disse sfiorandole il seno – non corri alcun rischio. Ti amo talmente tanto, ti apprezzo in un tale modo che nessuna potrà mai scansarti dal mio cuore. Anche se…-

-anche se- chiese Hermione spalancando gli occhi preoccupata.

-tutto dipende se lì dentro- disse Draco sfiorandole il ventre.

-c’è un principe o una principessa, in quel caso eh si dovrai lottare con tua figlia per il mio cuore-

-cretino- disse sfiorando le labbra di Draco.

-ti amo- rispose lui. – e  scusa per lo sfogo di prima- Hermione sorrise sedendosi sopra di lui.

-uhm-mugugno Draco sorridendo di rimando.

-di che morivi dalla voglia di sederti così appena mi hai fatto entrare in questa vasca-, disse sussurrando Draco nell’orecchio destro della ragazza che divenne rossa appena sentì quella frase.

Così, fece finta di essere offesa per questa insinuazione e gli diede un leggero colpetto sulla spalla.

-che crocerossina degenere, prende a pugni un corpo così malandato-

-mi difendo dalle tue insinuazioni-

- eh perché mai, io speravo ti metessi in questa posizione appena mi hai detto che mi preparavi la vasca per fare il bagno- quest’affermazione la imbarazzò ma non riuscì a replicare perché Draco si impadronì delle sue labbra e la strinse a se con forza.

Nonostante fosse ancora spossato e il suo corpo non in perfette condizioni, riuscì senza sforzo a stringere tra le sue braccia la sua dolce e bellissima fata facendola ancora sua.

 

SPAZIO AUTRICE.

Spero che il capitolo vi piaccia...

un bacio a tutte e buona serata.

 

 

 

 

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Capitolo 31
*** 31 Scontro tra titani I parte ***


31- Scontro tra Titani -I Parte-

Erano passati due giorni dalla scarcerazione di Draco e ormai mancava poco all’udienza. Tutto era pronto, i testimoni erano stati avvicinati, alcuni documenti preparati e con l’aiuto di molti conoscenti e amici, Hermione, era riuscita ad aggirare la fitta ragnatela di omertà che Harry aveva ideato per isolarli.

 Infatti, da giorni la Gazzetta del Profeta non faceva che screditare sia Draco, ma quella non era certo una novità, che Hermione.

 Ormai per tutti era diventata un’arrivista che per la fama, che il nome Malfoy poteva darle, si era venduta cancellando in un solo istante gli ideali per cui da giovane aveva combattuto.

Questo faceva soffrire la ragazza che cercava in tutti i modi di mascherare la sua tristezza di fronte agli altri, soprattutto al suo compagno, anche se per Draco era come un libro aperto. Le era talmente entrata dentro che riusciva a capire cosa la rendeva felice e cosa no ed era per questo che si premurava di farla sentire sempre amata e protetta.

Logicamente non fu il solo a dimostrare solidarietà ad Hermione, soprattutto quelli che la conoscevano bene come i Weasley e Andromeda Tonks non si lasciarono incantare dalle parole della Gazzetta ed espressero il loro appoggio alla ragazza e alla causa.

-Non vedo l’ora che tutto questo finisca- disse sedendosi sul divano di pelle nel grande studio del Manor.

-tutti lo vogliamo Draco- rispose Hermione sollevando solo un attimo lo sguardo verso il biondo per poi riprendere a consultare la pila di documenti sulla scrivania in mogano.

-dovresti fare una pausa, lo sai?- disse ancora il biondo alzandosi con infinita calma per poi dirigersi verso la scrivania dove la ragazza stava seduta. S’avvicinò felino alla schiena della Granger, prendendo poi a massaggiarla delicatamente.

Hermione abbozzò un sorriso e socchiuse gli occhi sentendo il contatto delle sue dita lunghe e calde sul collo.

-vuoi che faccia una pausa o la vuoi fare tu la pausa?- chiese sottovoce, ma abbastanza forte da farsi sentire dal biondo, che respirò maliziosamente prima di riprendere a parlare.

-voglio farla con te la pausa- disse inchinandosi appena sussurrando quella frase all’orecchio della ragazza che fu percorsa un lungo brivido su per la schiena.

-ci sono un bel po’ di persone che lavorano nell’altra stanza- disse Hermione.

-ma noi siamo maghi Granger, un Colloportus e nessuno ci disturberà-rispose sornione ammiccando alla sua bella fata.

-ma che vi salta in mente non vorrete veramente fare del sesso qui?- disse il ritratto di avo Malfoy distruggendo l’atmosfera che si era creata tra i ragazzi.

Una smorfia di disapprovazione si disegnò sul viso di Draco, mentre Hermione sorrise e alzandosi accarezzò il viso del biondo.

-tra mezz’ora in camera- disse sussurrando sulle labbra del biondo che per un secondo rimase spiazzato e poi ghignò osservando la sua bella fata uscire dal grande studio del manor.

Si era proprio la donna della sua vita.

***

L’atteso giorno era arrivato, l’ansia quella mattina al manor si tagliava col coltello. Blaise e Ginny erano arrivati per la colazione ma nessuno mangiò niente causa lo stomaco chiuso.

Draco, all’apparenza era tranquillo, ma era un bravo attore, lo era sempre stato e quella mattina non faceva altro che rimettere i vecchi panni del ragazzo di ghiaccio per sei anni si aggirava nei corridoi freddi di Hogwarts. Hermione, invece era più pallida del solito e non si staccava mai dalla sua preziosa 24 ore, dove riponeva tutto il materiale che le sarebbe servito per l’udienza.

Anche Tibly, l’Elfa domestica era ormai sull’orlo di una crisi di nervi, correva febbrile da una parte all’altra, si raccomandava con tutti e ogni secondo si avvicinava a Draco e con una scusa più assurda dell’altra lo abbracciava.

-sono le otto e un quarto- disse Blaise rompendo il silenzio.

Draco mugugno impercettibilmente, mentre Tibly fece uno stridulo urletto dei suoi.

-Tibly basta- disse il biondo.- ti ordino di smetterla di comportarti cosi- l’Elfa sgranò gli occhi ed abbasso il capo sconfitta. Pianse silenziosamente quando li vide uno a uno scomparire dentro il camino diretti al ministero, l’ultima ad andare fu Hermione che si fermo un attimo girandosi verso l’esserino.

-Lo riporterò indietro, non temere Tibly- l’Elfa sospirò sonoramente prendendo tra le mani un fazzoletto tutto lavorato su cui prima si asciugò le lacrime e poi il naso. Hermione non indugiò ancora si girò ed entro anche lei nel camino.

-Ministero della magia Londra- urlò inalando un po’ di cenere, il viaggio con la polvere magica durò un secondo e già i suoi piedi toccarono terra.

-dove cavolo ti eri cacciata- disse un’agitata Ginny con i capelli sconvolti pallida in volto.

-stavo dando alcune direttive a Tibly- rispose la Granger voltandosi per cercare Draco ma attorno a lei c’era solo Ginny e Blaise.

-Draco?- chiese preoccupata nel vedere le facce sconvolte degli amici.

-dietro le sbarre Granger, proprio dove deve stare un mangiamorte assassino come lui- la voce giungeva dalle sue spalle ed era riconoscibilissima per Hermione.

Harry Potter, avanzò con passo veloce e leggero, la ragazza si girò ad osservarlo: i capelli nel tempo erano sempre indomabili ma qualche ciuffò bianco spuntava dalla nera chioma, gli occhi verdi erano diventati più duri, cattivi e l’espressione irrisoria che aveva stampata in viso non faceva altro che accrescere il disprezzo che ora provava per lui, quello per cui un tempo si era battuta, quello per cui avrebbe sacrificato la sua stessa vita, ora voleva distruggere la sua e quella dell’uomo che amava.

-sai Granger, sei stata coraggiosa. Molte l’avrebbero abbandonato subito ma tu sei sempre stata troppo orgogliosa per lasciare le cose a metà.- disse avanzando ancora un passo, mentre dietro di lei sia Blaise sia Ginny si avvicinarono facendole da scudo.

Hermione, avanzò un passo per niente intimorita dalle parole dell’eroe magico, tutto sembrava fermarsi e molti lo fecero veramente.

-non mi fai paura Harry il tuo castello di menzogne crollerà e tu con lui-

-ah, ah, ah, sei troppo divertente Granger. – disse il salvatore del mondo magico assottigliando lo sguardo, osservando bene la sua ex migliore amica,

-troppo divertente. Ti avrei risparmiato un’umiliazione ma tu insisti, non demordi e quindi- disse sferzante- mi costringi a distruggerti insieme a quel fallito da cui ti fai scopare-.

-stai attento Potter-.

-ah, ah , Zabini se fossi in te mi preoccuperei di sapere se quello che questa- indicando con macerato disgusto Ginny- ha veramente in grembo è tuo figlio o quello di qualche altro che si è portata a letto- Ginny non aspetto nemmeno un secondo inflisse a Harry un sonoro schiaffone. Il moro non disse niente ma sorrise.

-ridicoli. Oggi sprofonderete tutti nel fango-li minacciò a denti stretti e occhi spiritati. Harry Potter lanciava il guanto di sfida e non attese molto perché il guanto fu afferrato al volo.

-Oggi Potter l’unico che sprofonderà nel fango sarai tu e la tua insolenza. Ricorderai questo giorno come la tua fine, la fine dell’eroe magico- disse Hermione girandogli le spalle e incamminandosi verso l’aula in cui si sarebbe svolta l’udienza seguita a ruota da Blaise e Ginny.


SPAZIO AUTRICE...
questo è l'inizio del capitolo centrale della storia...preriamo vi piaccia.
un bacio a tutte e buon'epifania a tutti.

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Capitolo 32
*** 32. Scontro tra Titani II parte. ***


32. Scontro tra Titani -II Parte-

Si era lasciata alle spalle la faccia da schiaffi di Harry e si era avviata a passo svelto verso l’aula in cui si sarebbe poi svolta l’udienza. Aprì con calma la porta sentendo in un attimo tutti gli occhi puntati su di se, ma incurante di questo avanzò a testa alta superando le bancate dove già molti maghi erano seduti per assistere all’udienza.

Da giorni il mondo magico non parlava d’altro: Harry Potter, palladino del bene assoluto affrontava il male, celato nel viso angelico di Draco Malfoy, il mangiamorte redento. Quello era il titolo che la gazzetta del profeta aveva ideato per il giorno del processo, disgustando, ancora una volta Hermione.

Arrivò fino ai primi banchi e fu invitata da un auror a sedersi sulla sinistra, davanti a se tutto il Wizengamot era ormai schierato e con aria di sfida e curiosità, la guardavano cercando di individuare nella giovane avvocatessa, il minimo segno di sconforto, timore o paura.

Quando anche Harry Potter entrò scatenando sospiri e ammiccamenti dal pubblico, Hermione si sentì per un momento sconfitta, ma le bastò girare il capo e vedere il suo Draco, incatenato come il peggior mago esistente per ritrovare la sua fantomatica aria battagliera.

Avrebbe combattuto per il suo Draco, affinché la giustizia trionfasse, affinché più nessuno li guardasse come il male. Affinché la loro vita di coppia prendesse il volo alla luce del sole e il piccolo esserino che ora portava in grembo, un domani non potesse vergognarsi dei suoi genitori.

Si sedette un attimo prima che il giudice fece il suo ingresso nell’aula del tribunale girandosi appena per vedere dove Blaise e Ginny si erano seduti sorridendo appena verso i suoi amici.

-Silenzio- urlò un ometto vestito con un’ampia veste blu scura che arrivava fino a terra. – Entra il presiede del Wizengamot. L’illustrissimo Stregone William Grant-.

Tutti si alzarono quando un mago piccolo e tarchiato, molto simile a un folletto, fece il suo ingresso nella grande aula mettendosi nel bancone di legno davanti a tutto il Wizengamot e con un semplice colpo di bacchetta diede inizio all’udienza.

-Siamo qui,- disse rivolto al pubblico -per Giudicare la colpevolezza o meno del mago Draco Lucius Malfoy- dal pubblico salì un fastidioso brusio che allertò subito gli auror presenti in gran numero quella mattina all’udienza.

-Passo la parola all’accusa presieduta dall’illustre Harry Potter- Hermione storse il naso e questo suo gesto fu colto da molti maghi del Wizengamot e dal loro presidente che a sua volta fece una smorfia rivolta alla giovane avvocatessa.

Harry Potter, si alzò con aria sicura dirigendosi al centro dell’aula di fronte al Giudice e alla Giuria.

-illustrissimo Presidente- disse ammiccando verso il Giudice che ora non aveva occhi che per lui – illustrissima Giuria- disse spostando lo sguardo in direzione di tutto il Wizengamot.

-Siamo riuniti oggi, per giudicare un uomo che con l’inganno ha evitato il carcere, un uomo che per anni ha tramato contro il mondo magico, abbracciando ideali malsani come l’odio ai babbani e mezzosangue. Quest’uomo- urlo Harry puntando il dito verso Draco che lo guardava con un’espressione schifata in volto- si è nascosto per anni dietro il suo altolocato casato, si è nascosto dietro il suo sangue puro e immacolato e solo grazie ai soldi. Del vile e sporco denaro è riuscito a comprarsi la libertà-.

Molti a quelle parole urlate con rabbia dall’eroe magico annuivano convinti, Hermione si senti mancare e la rabbia incominciò ad impossessarsi di lei.

Bastardo pensò tra se, guardando Harry.

.Quest’uomo che nel braccio ha tatuato il marchio nero è riuscito a scampare Azkaban per aver corrotto una giovane donna. Donna che ora è rinsavita ed ha deciso di ritrattare la dichiarazione spontanea di alcuni anni fa.

Quindi ora chiamo a deporre la signorina Pansy Parkinson- Draco Ghignò osservando la sua ex amica fasciata in un abito rosso fiammante che faceva a contrasto con i capelli scuri e la pelle chiara della giovane strega che senza mai guardare nella sua direzione camminava verso il pulpito. Lì, l’attendeva un auror che prendendole la mano destra la fece giurare di dichiarare la verità sullo statuto di segretezza magica.

Dopo che la strega si sedette Harry incominciò a interrogare Pansy.

-Signorina Pansy- chiese l’auror ci racconti della sua amicizia con Draco Lucius Malfoy?-chiese Harry Potter

Pansy guardò un attimo Potter per poi prendere a parlare come una macchina.

-conosco Draco- la donna fece una pausa mentre con una mano si accarezzava un ciuffo che le cadde sugli occhi. – da quando sono bambina, i miei genitori e i suoi erano amici di vecchia data. Sono sempre stata una sua grande amica- disse sollevando un poco lo sguardo guardando verso il pubblico con occhi acquosi prossimi alle lacrime. –l’amicizia, negli anni scolastici si trasformò in qualcosa di più profondo. Almeno per quanto mi riguarda-, disse toccandosi ora il cuore come nemmeno un’attrice babbana sapeva fare. –Ho amato Draco Malfoy per anni, convinta che un giorno anche lui avrebbe ricambiato i miei sentimenti. L’ho aspettato, capito, consolato e infine protetto, mentendo,- disse Pansy guardando ora il giudice con viso afflitto per la grave mancanza che anni addietro aveva causato al mondo magico. – sul suo coinvolgimento nelle azioni dei Mangiamorte- un brusio sconnesso si sollevò dall’aula. Hermione si mosse appena ascoltano ogni parola, che quella grande stronza di Pansy diceva.

Falsa, arrivista, traditrice, pensava Draco schifato dal comportamento della Parkinson.

-I Malfoy, sono da sempre vicini alla magia oscura e negli anni bui hanno spalleggiato l’Oscuro Signore. Lucius Malfoy era il braccio destro del Lord oscuro- disse ancora Pansy mentre Hermione sollevò la mano come non gli accadeva da anni, facendo sorridere Draco e imbestialire Harry.

-signorina Granger- disse il giudice. –c’è qualcosa che non va?-chiese il mago.

-Si signor Giudice- disse Hermione alzandosi in piedi.- vorrei obbiettare a questa dichiarazione della Signorina Parkinson-

-obbiettare?- ripeté il giudice frastornato.

-si signor Giudice, tutti sanno che Lucius Malfoy non era il braccio destro di Voldemort- al pronunciare quel nome varie persone urlarono sconvolte e il brusio in sale si fece ancora più rumoroso.

-Silenzio, signori silenzio- disse l’auror con la veste blu.

-Lucius Malfoy, era stato estromesso da molte missioni dopo aver fallito una missione di vitale importanza. La missione della profezia che avvenne due anni prima della seconda guerra magica, da quel momento il signor Malfoy fu incarcerato e poi fatto evadere ma non è mai più rientrato nelle grazie di Vold-

-va bene, avvocato Granger- si affretto a dire il presidente del Wizengamot.

-accolgo la sua precisazione- Hermione si sedette soddisfatta lanciando un occhiata di sfida a Pansy che la guardava incredula.

-Prego signorina Parkinson vuole continuare la sua deposizione- disse il giudice.

-Draco ha ricevuto il marchio nero al sesto anno, ha svolto una missione per il Lord. Fallendo, ma questo ha portato  alla morte dell’allora preside Silente- disse la mora catturando l’attenzione di tutta l’aula su di se.

-da quel giorno Draco ha svolto per il lord tutte le missioni: Ha torturato, ucciso e seviziato babbani-

-BUGIARDA- urlò Draco relegato dentro una cella magica, guardato a vista da quattro auror.

-Silenzio- disse il giudice battendo con foga la bacchetta invitando Pansy a continuare.

-ed io ho mentito per proteggerlo perché lo amavo- Pansy, terminò così la sua dichiarazione spontanea alzandosi dalla balaustra dopo che Harry con un gesto del capo la ringraziò per la sua dichiarazione.

-Vostro onore- disse Hermione alzandosi subito in piedi. –posso fare due domande alla testimone?- chiese sapendo già che il giudice non poteva negarle quella richiesta.

- certo- rispose l’uomo.

Hermione si avviò con passo svelto ed elegante di fronte alla mora che per anni aveva detestato per il suo modo stupido di idolatrare Draco Malfoy, e ora che lei era perdutamente innamorata dello stesso uomo, quasi quella ragazzina isterica e svenevole le fece pena. Ma fu un attimo poiché ricordò subito che era stata lei a mentire pochi secondi prima davanti al Wizengamot al completo sul ruolo di Draco durante la guerra.

-Signorina Parkinson prima ha raccontato del suo amore, presunto per il signor Malfoy-

-Non era presunto, io amavo Draco l’ho sempre amato. Ma Draco non ama che se stesso questo lo scoprirai presto anche tu-

-lei prego,- disse Hermione.- gradirei si rivolgesse a me con il lei. Tra noi non vi è alcun legame d’amicizia-

Pansy sbuffò a quella dichiarazione di Hermione e riprese a parlare:

-lo scoprirà anche lei che Draco Malfoy non ama-

-Qui signorina Parkinson non siamo venuti per decidere se il signor Malfoy ama o meno, bensì per scoprire se è un mangiamorte attivo come sostenete lei e il signor Potter o solo una vittima com’è stato deciso alcuni anni fa.

Quindi vorrei sapere per quale ragione cinque anni fa, è venuta qui, davanti a questa platea ed ha dichiarato che Draco Lucius Malfoy non aveva mai svolto alcuna missione per Voldemort e ora ha ritrattato tutto?-domandò Hermione con una naturalezza tale da sembrare per niente coinvolta nelle sorti dell’imputato.

-ho detto prima, che ho dichiarato il falso perché ero innamorata-disse un’agitata Pansy.

-ora non è più innamorata?-la incalzò Hermione.

-No-rispose piccata la mora.

Hermione sorrise.

-No infatti ora non è più innamorata, è solo ricoperta da debiti dovuti alla sua mania del gioco e dei vestiti-, enunciò Hermione facendo volare con grazia i fogli in cui si dimostrava la precaria e disastrosa situazione finanziaria della mora.

Il giudice sbiancò un attimo, appena lesse l’ultima parte della pergamena.

-la sue finanze sono, anzi erano in rosso. So per certo che appena il signor Malfoy è rientrato a Londra lei li ha fatto visita per chiedere una piccola somma. Somma che il signor Malfoy le ha negato cercando così di aiutarla-

-mi avrebbe aiutato se mi avesse dato i soldi-disse Pansy tradendosi cosa che fece sorridere Hermione dentro di se, senza però far trasparire niente all’esterno.

-Giudice mi oppongo- cerco di dire Potter ma il giudice non lo stette a sentire e fece cenno alla Granger di continuare.

-così per vendicarsi di questo si è messa in contatto con una persona che ritiene Draco Malfoy un pericolo per la comunità magica. Questi le ha offerto denaro, una cospicua somma di denaro in cambio, però lei doveva ritrattare la sua dichiarazione-

-Io, io…-

-Mi OPPONGO- urlava Harry Arrivando a lunghe falcate dietro Hermione.

-opposizione respinta- disse il giudice – vada a sedersi signor Potter – Harry era incredulo.

 

-Giusto perché sono una persona curiosa, mi sono presa la briga di controllare il suo conto ed ho osservato una cosa strana- disse ancora Hermione guardando Pansy ignorando Harry al suo fianco.

-nel suo conto da due settimane sono stati depositati più di duemila galeoni-disse Hermione con voce alta e ferma guardando Pansy dritta negli occhi.

-questi soldi vengono dal ministero della magia- disse l’avvocato.

-chi le ha dato questi soldi per cambiare la sua deposizione?-chiese ora la Granger rimarcando con forza le parole “soldi” e “Ministero”.

Il silenzio avvolse l’aula, Harry pallido in volto stringeva la bacchetta tra le dita.

La sua stupenda vita da eroe magico stava volgendo a termine, quella stronza saputella stava distruggendo tutto il buono che era riuscito a fare in quegli anni. Stava smontando la sua tesi, i suoi grossi sforzi per incastrare quel verme di Malfoy. Non l’avrebbe permesso, no Draco Malfoy doveva marcire ad Azkaban.

Pansy impallidì guardando prima la Granger poi Potter.

-risponda-, disse il giudice.- le ordino di rispondere-

-Io, non so. Io ecco-

-risponda, le ho detto- disse il giudice.

Harry stringeva la bacchetta ancora con più energia tanto che le nocche della mano divennero bianche.

-Potter- urlo Pansy- è stato Harry Potter a promettermi soldi se ritrattavo-

Harry scagliò un incantesimo contro Pansy e la donna che un attimo prima urlava la sua verità, solo un secondo dopo cadeva a terra schiantata o forse peggio. Uccisa dall’uomo che le aveva promesso la salvezza.

 Urla e lampi avvolsero quell’aula del ministero, che solo un attimo prima vedeva svolgersi un processo magico. Hermione, era incredula da quello che stava accadendo, si girò un secondo verso Harry, che duellava contro i suoi uomini che in un secondo gli si erano rivolti contro. Ormai per l’eroe magico non vi era più scampo il testimone aveva rivelato il suo nome come il corruttore del ministero. L’uomo che per incastrare Malfoy aveva usato soldi non suoi per corromperla, comprare una dichiarazione.

No quello non era il ragazzino con gli occhi verdi che anni prima era diventato il suo migliore amico, un fratello. Era un pazzo con l’ossessione di incarcerare Draco Malfoy. Draco, pensò Hermione girandosi verso la parte in cui si trovava il suo compagno, l’amore della sua vita, il padre di suo figlio e vide un lampo verde, scagliarsi verso quella barriera magica e superarla, un secondo che durò un’eternità.

La fine di tutto.

La fine della sua vita.

SPAZIO AUTRICE.

Salve l'udienza si è finalmente svolta e si so bene che vi ho lasciato sul più bello... Harry pazzo come è ha schiantato o forse ucciso Pansy e scagliato un avada verso Draco... che dite che succede?
commentate un bacio care.

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Capitolo 33
*** 33. La resa dei conti Potter. ***


33.La resa dei conti Potter.

Il lampo verde superò la barriera magica che proteggeva la cella, il tempo sembrò fermarsi. Anche il sangue che scorreva nelle vene di Hermione si fermò in quel lungo istante.

Draco ruzzolò a terra, provocando un forte tonfo, l’agitazione attorno a lei era febbrile. Urla, schiantesimi, lampi rossi e verdi si contrastavano, ma lei rimaneva immobile a guardare quell’uomo, il suo uomo, disteso a terra. Draco non accennava a rialzarsi, il volto pallido, la bocca aperta, gli occhi chiusi e il corpo disteso a terra in una posizione scomposta, innaturale.

 Forse…

No, non poteva essere vero. Non poteva lasciarla sola, non ora.

Le forze la stavano abbandonando, si sentiva debole, sconfitta se lui non fosse stato più al suo fianco.

Sentì delle mani stringerla con forza, sentiva una bacchetta puntata alla gola, sentiva tante cose, ma non gli importava niente se lui non c’era più, se lui l’aveva lasciata per sempre.

Uno strattone le fece perdere il contatto visivo con la cella magica riportandola alla realtà, vide di fronte a se tutti gli auror che la circondavano, circondavano lei e un altro, non le servì girarsi per sapere chi fosse, il suo profumo l’avrebbe riconosciuto tra mille.

La sua colonia era il suo segno distintivo, in vent’anni e più che lo conosceva non l’aveva mai cambiata da quando Ginny li aveva fatto dono della prima boccetta.

-Non muoverti e non ti ucciderò- disse Harry Potter al suo orecchio.

Hermione si sentì percorrere da un fremito.

Odio, rabbia, rancore per quell’uomo che aveva distrutto la sua vita in un lampo, un lampo verde che aveva privato della vita il suo amato Draco.

-bastardo-

Gli rispose senza preoccuparsi della bacchetta di Harry puntata sulla giugulare, delle mani dell’auror che stringevano con forza le sue intrappolandola in una posizione da cui non sarebbe mai stata in grado di liberarsi. Hermione, a causa della sua lingua tagliente e del suo odio verso l’ex salvatore magico, lo affrontava a suo modo a parole.

-sei un fallito. Un insulto. Sei la vergogna dei Grifondoro-

-mi vergogno di esserti stata amica-

-smettila, stai peggiorando la tua situazione Granger- disse indietreggiando portandosi dietro la donna.

-cosa direbbe Silente se ti vedesse, se vedesse come si è ridotto il suo pupillo-.

-zitta, sta zitta- urlò Potter.

-Potter lasci immediatamente la signorina Granger-la voce del primo ministro arrivò dura e ferma alle loro spalle, Harry si girò di scatto spiazzato dal vedersi oltre che circondato dai suoi stessi uomini, minacciato, ora anche dal Ministro.

-la lascio soltanto se preparate una passaporta per me –enunciò il salvatore del mondo magico.

-Non sei nelle condizioni per dettare le regole Potter- Blaise Zabini, avanzava senza paura verso di loro non aveva alcuna bacchetta tra le mani, un incosciente pensò Hermione, uno stupido pensò Harry.

-Lascia Hermione, sei circondato e non puoi far altro che arrenderti-

-mai Zabini- disse con rabbia Harry – io sono un eroe-disse ancora Potter.

-No sei solo un coglione- disse Ginny spalleggiata da Ron, suo fratello.

-lascia libera Hermione o questa volta Harry Potter, duellerai con me fino al fine- lo disse con astio Ginny.

Quel ragazzo di cui a soli undici anni si era infatuata, non esisteva più, ora c’era un pazzo che per l’odio, il rancore aveva cancellato in un attimo tutti gli ideali per cui da adolescenti avevano combattuto. Aveva cancellato l’amicizia con Hermione, l’amore per lei, il bene e la retta via.

 L’unica cosa che interessava al grande Harry Potter era distruggere Draco Malfoy.

Il ministro approfittò delle parole di Ginny che distarono Potter, tanto che riuscì ad avvicinarsi all’auror.

-stupeficium- urlò facendo volare la bacchetta a Harry e tenendo con una mano la Granger per non farla ruzzolare a terra con l’auror.

Quello che si susseguì fu una lotta senza uguali, Harry cercò di reagire all’aggressione subita, ma non poté nulla contro gli auror schierati.

Hermione passo tra le braccia di Ginny e Ron che la strinsero forte fino a quando non riuscì a sollevare lo sguardo verso la cella dove si trovava Draco.

Vide molti attorno al biondo e s’incamminò anche lei.

Ansia, paura la facevano camminare veloce e raggiunse con pochi passi la cella.

Lì molti medimago armeggiavano provette e recitavano incantesimi.

-Draco- disse la Granger inginocchiandosi accanto al biondo prendendogli la mano. Draco, riuscì facendosi forza ad aprire gli occhi, il viso pallido incorniciato da perle di sudore, un sorriso tirato e quegli occhi grigi che le dichiaravano ancora una volta tutto l’amore che una donna poteva desiderare.

-Herm…- tentò di dire Draco fermandosi all’improvviso esausto.

-signorina non lo faccia agitare- disse una donna anziana che armeggiava con la bacchetta in una zona che andava dal fianco allo sterno del biondo.

-come sta?- chiese ansiosa la Granger.

-bene se si pensa che ha scansato una maledizione senza perdono, ma il colpo e il suo corpo non in perfette condizioni ha portato a un piccolo riversamento.

-riversamento?-

-si ora è sotto controllo, presto lo porteremo al san mungo e lì si stabilirà-

san mungo- ripeté atona stringendo la mano a Draco.

-tranquillo amore ora ti porteremo in ospedale e starai meglio- Draco mosse il capo acconsentendo.

Blaise la raggiunse e con lui anche Ginny e Ron.

-come sta?- chiese il moro Zabini.

-è vivo questo è l’importante lo portano al San Mungo- disse Hermione ora tra le braccia della sua amica Ginny.

-tu come stai- chiese ancora Zabini incontrando gli occhi dell’amica che chiedevano la stessa cosa.

-bene- rispose –ora l’importante è Draco-

-ora l’importante sei tu- rispose Zabini – Draco è attorniato da medici capaci, dicci come ti senti se hai dolori. il bambino e tu siete di vitale importanza, Draco non ci perdonerebbe mai se vi succedesse qualcosa-

Hermione non aveva pensato a se stessa e nemmeno a suo figlio, pensava solo a lui, al suo uomo.

Sì accarezzò il ventre e chiuse gli occhi.

 Si stava bene, ora che tutto era finito stava bene.

SPAZIO AUTRICE.
SPERO CHE IL FINALE VI SIA GRADITO... ALTRI DUE CAPITOLI E ANCHE QUESTA STORIA VOLGERà AL TERMINE.
INTANTO CHI NON L'AVESSE FATTO, è INVITATO UFFICIALMENTE SULKLA MIA PAGINA FB
http://www.facebook.com/mikilily81

E SU IL BLOG.
http://lafantasia-mikilily.blogspot.com/
HO INIZIATO ANCHE UNA PICCOLA STORIA DI POCHI CAPITOLI SI INTITOLA: QUELLA STREGA DI MIA SUOCERA, ANDE A LEGGERE MI FAREBBE PIACERE AVERE IL VOSTRO PARERE PER L'ENNESIMO SCLERO.
KISS DA MIKILILY.

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Capitolo 34
*** 34. La verità della McGranitt. ***


Questa storia è ormai arrivata al termine, manca solo l'epilogo come ogni fiaba che si rispetti...sarà volutamente romantico e sdolcinato...

Ora però voglio ringraziare tutte quelle ragazze che mi hanno sostenuto, incoraggiato e incitato a continyuare questa storia.

Ringrazio in particolar modo chi ha sempre recensito:

Titty79

viola69

Herm93

barbarak

malfoymyheart

misschanel

i-love malfoy

herm98

***

Ringrazio oltremodo, chi ha inserito la storia tra le seguite, ricordate e chi semplicemente ha perso tempo a leggerla. 

Grazie, infinitamente grazie a tutte voi. 

Un grande bacio Miki e alla prossima avventura.

34.La verità della McGranitt.

Riportare la calma nell’aula fu molto difficile, Harry Potter l’eroe magico aveva in partica combinato un vero casino. La sua testimone, Pansy Parkinson aveva perso la memoria a causa dell’incantesimo che l’eroe magico le aveva scagliato contro quando aveva rivelato di essere stata corrotta dal grande salvatore del mondo.

Draco Malfoy, l’imputato era stato ferito ma ora era fuori pericolo, Hermione il suo avvocato, nonché la sua compagna, era stata quasi presa in ostaggio da quel pazzo di Harry e solo grazie all’intervento del Ministro in persona era riuscita a liberarsi e far così arrestare l’uomo.

Ginny ancora la stringeva stretta quando finalmente il giudice riprese la parola.

-Prego signori- disse il piccolo mago – accomodatevi. L’udienza riprenderà a breve- Hermione sgranò gli occhi incredula come potevano ancora sospettare di Draco, come osavano reputarlo colpevole dopo tutto quello che l’auror Harry Potter aveva fatto.

-vostro onore- disse con voce alta e fiera, - credo che l’imputato sia stato incastrato dal signor Potter non ci sono dubbi che sia innocente-proferì Hermione.

-non ci sono per lei, signorina Granger, ma qui- disse il presidente.

-non tutti la pensano come lei- facendo notare alla giovane avvocatessa che tutti erano ancora seduti nei loro banchi aspettando che l’udienza e il prossimo testimone facesse il suo ingresso.

Hermione livida di rabbia percosse tutta l’aula diretta al bancone, dove aveva lasciato i suoi appunti. Aprì la cartelletta con gesti meccanici e tolse alcuni fogli, lì esaminò con cura e subito dopo alzò nuovamente il viso verso il presidente del Wizengamot.

-Vostro onore, credo che ora tocchi a me chiamare un testimone- disse Hermione con un espressione dura in volto. Il mago annuì mentre un mormorio si propagò nell’aula.

-chiamo a testimoniare la professoressa Minerva McGranitt preside della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts- il silenziò calò sull’aula.

La professoressa McGranitt vestita con il suo miglior abito scozzese e l’inseparabile capello da strega si avviò con il suo passo spedito verso il pulpito, tutti gli occhi erano puntati su di lei. Fu invitata da un’auror a giurare sulla costituzione magica e subito dopo si accomodò sulla sedia in legno. Lì, i suoi piccoli occhi incominciarono a guardarsi intorno aspettando che la sua ex allieva, la sua preferita senza dubbio, iniziasse l’interrogatorio.

-prego- disse il presidente invitando Hermione a venire al centro dell’aula, la Granger fece un gesto del capo e si avviò verso il pulpito.

-Professoressa McGranitt- disse Hermione –potrebbe raccontarci tutta la sua verità su Draco Lucius Malfoy- chiese Hermione.

La professoressa mosse il capo, arricciando le labbra con faceva di solito e incominciò a parlare:

-Draco Malfoy è stato per sei anni mio alunno alla scuola di magia di Hogwarts. Serpeverde era la sua casa e per quello i nostri contatti si limitavano alle sole lezioni di trasfigurazione, fino a quando al sesto anno il professor Silente non mi convocò nel suo studio-.

 Il silenzio avvolse l’aula, nemmeno una mosca volava, tutti ascoltavano rapiti le parole che l’anziana professoressa di Trasfigurazione diceva.

- Il preside convocò sia me, che l’allora professore di Difesa contro le Arti Oscure, Il professor Severus Piton- un mormorio concentrò la McGranitt che come ricordava Hermione odiava essere interrotta.

-Ci illustrò il suo piano per proteggere il giovane Malfoy, che quell’anno era stato invischiato da Voldemort per sopperire alle mancanze che Lucius Malfoy aveva fatto l’anno prima non riuscendo a portare a termine la missione della profezia svoltasi qui al Ministero della magia-. Il vecchio ministro Caramell si grattò la tempia nervoso ed abbassò la testa, ad Hermione quel particolare non sfuggì.

- Io, in realtà, non sapevo quello che il professor Piton e il professor Silente avevano pensato per salvare Draco, mi limitai a seguire le istruzioni.

Dovevo proteggerlo da alcuni suoi compagni, quelli come Tiger e Goyle erano vicini alle idee di Voldemort e osservavano ogni sua mossa riferendo ai loro padri se il giovane Draco parlava con noi e svolgeva il suo compito. Blaise Zabini era anch’egli in pericolo visto la sua amicizia con Draco e mi decisi a parlargli una sera in privato infliggendogli una punizione immeritata- Blaise sorrise a quel ricordo.

-Così scoprii che il signor Draco Malfoy, era solo molto spaventato, Voldemort l’aveva minacciato che se non portava a termine la missione Narcissa, sua madre sarebbe morta. Sapete- disse la McGranitt rivolgendosi anche al pubblico che oltre Hermione la stava ascoltando rapito-Narcissa Black in Malfoy è sempre stata una tosta, una delle migliori quando era una giovane studentessa e passava a noi dell’ordine tutte le informazioni, insieme al professor Piton erano le nostre spie. Quando Silente morì, Narcissa rimase la sola all’interno del gruppo fedele a Voldemort a continuare a comunicare con noi e mi affidò Draco, affinché io vegliassi su di lui anche nel suo ultimo anno a Hogwarts-.

-Quindi professoressa McGranitt, lei oggi, qui davanti a tutti questi maghi, davanti al Wizengamot e al suo presidente può affermare l’estraneità del signor Draco Lucius Malfoy ai piani crudeli, raziali e contro la comunità magica di quello che un tempo si chiamava Lord Voldemort?-chiese Hermione.

-Si, signorina Granger. Signor presidente, affermo senza ripercussione alcuna che Draco Lucius Malfoy non ha mai avuto alcun ruolo nelle missioni di Lord Voldemort-.

-non ho altre domande vostro onore- disse Hermione.

Il presidente si rivolse ora allora al Wizengamot:

-Signori- disse il presidente- siamo finalmente giunti alla fine di questa lunga giornata, ora vi chiedo un ultimo sforzo e con una semplice alzata di mano ditemi se secondo voi Draco Lucius Malfoy è colpevole-

Nessuna mano si alzò e il sorriso di Hermione si distese arrivando quasi agli occhi.

-ora ditemi se per voi Draco Lucius Malfoy è innocente- tutte le mani dei maghi del Wizengamot si alzarono e per ultima quella del loro presidente che batte un attimo dopo la bacchetta sul tavolo di fronte a lui.

-ritengo chiusa l’udienza. Draco Lucius Malfoy è un uomo libero- disse il mago tarchiato prima di alzarsi ed uscire dall’aula.

Hermione fu letteralmente sommersa dagli abbracci i primi furono quelli di Blaise e Ginny, poi Ron e i signori Weasley che chiesero scusa alla giovane avvocatessa per quello che avevano fatto non meno di un mese prima.

Hermione dopo aver stretto mille mani e ricevuto altrettanti complimenti riuscì finalmente a recarsi al san mungo.

-la stanza di Draco Lucius Malfoy-

-lei chi è’- chiese una maginfermiera.

-la sua fidanzata- rispose.

-ce già una che dice di esserlo- Hermione si irrigidì.

-alta, bella e con i capelli scuri- chiese Hermione cercando di trattenere le lacrime.

-si, mi pare rispose-

-Herm perché sei ancora qui?-chiese Blaise che giunse proprio in quel momento con Ginny.

-credo ci sia Astoria con lui- Blaise storse il naso

-per quale motivo avete fatto entrare quella donna nella stanza del signor Malfoy?- chiese Zabini con un tono duro rivolgendosi alla maginfermiera che lo guardava spaventata.

-la signora ha detto di essere la fidanzata-

-ma lei il giornale non lo guarda?- chiese stupita Ginny.

-lei – disse indicando Hermione – è la fidanzata di Draco Malfoy. Questa è l’unica strega al mondo che non legge del sano gossip- disse sbuffando Ginny seguendo Blaise e trascinando per un braccio l’amica.

Blaise entrò nella stanza di Draco senza nemmeno bussare Astoria era in piedi che accarezzava il viso del biondo, che con gli occhi chiusi stava riposando. La bella Greengrass sollevò gli occhi per vedere chi era appena entrato nella stanza, si bloccò nel vederli li e sorrise amaro.

-sono solo venuta a vedere come stava. Mi spiace di aver mentito dicendo che ero la sua compagna, ma non avrei mai potuto vederlo altrimenti-. disse Astoria.

-Non preoccuparti- rispose Hermione spiazzando tutti.

-gli dirò che sei passata e che lo saluti- disse infine.

Astoria la guardò incredula e prima di uscire sussurrò un grazie impercettibile, ma Hermione riuscì ugualmente a sentirlo.

 

Dopo che la giovane mora uscì dalla stanza si andò a sedere affinando di Draco e gli prese la mano, appena la sfiorò il biondo si svegliò di colpo.

-come stai?-chiese ansiosa.

-bene perché ti vedo qui accanto a me- Blaise rise facendo girare Draco nella sua direzione.

-sai amico, nonostante sia a pezzi, non perdi la tua nuova anima romantica-.

-Blaise lo rimproverò Ginny.

Draco invece di mandarlo a quel paese si mise a ridere contagiando prima Blaise poi anche Hermione, solo Ginny con un espressione incredula li guardava male scuotendo il capo.

-voi siete tutti matti- disse la rossa.

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Capitolo 35
*** EPILOGO ***


Alcuni giorni dopo…

Draco venne dimesso, dopo che i medimaghi si assicurarono che svolgesse un po’ di fisioterapia, Hermione stessa l’avrebbe aiutato a fare esercizio.

 I colpi che durante la prigionia gli erano stati inferti, l’avevano destabilizzato e gli procuravano molto dolore. Una semplice pozione rimpolpa sangue non era sufficiente così decisero di ricorrere a quella pratica famosa tra i babbani, Draco non era molto contento della cosa ma fece finta di niente per non far innervosire la sua fidanzata.

Si Hermione era finalmente a tutti gli effetti, la sua fidanzata, avevano annunciato ad amici e parenti la data delle nozze e Draco ormai non stava più nella pelle, proprio come Hermione non stava più nei suoi tubini.

 Infatti, la pancia e l’esserino che conteneva stavano crescendo rendendola ogni giorno più bella agli occhi del suo compagno che non rimaneva nemmeno un secondo senza ricordargli quanto l’amasse e quanto la trovasse bella.

-Tu vivi di sesso Draco- lo reguardì Hermione che si stava facendo crescere i capelli per risultare più carina con l’abito bianco, frivolezze da donna che ogni tanto ci volevano anche per una tosta come lei.

-ho una donna bellissima al mio fianco è naturale pensare a far l’amore con lei-

-scemo-disse la Granger sedendosi affianco a lui sul divano e appoggiando poi il capo sul grembo del biondo.

-tesoro- disse accarezzando il ventre di Hermione – tua madre mi sta trattando male. Appena nascerai, spero tu sia dalla mia parte?-.

Hermione sbuffò.

-sei senza speranza-disse infine, mentre Draco ora prese ad accarezzargli il viso.

-sai che ti amo- continuò il biondo facendola sorridere.

-credo di vivere in un sogno. Quella sera al ballo in maschera quando ti ho visto, ho perso la testa per te e in quel momento niente nella mia vita è stato più come prima. Sei diventata la mia ossessione e poi la mia unica ragione. Ora senza di te non potrei vivere, non potrei immaginare una vita senza un tuo sguardo- disse incatenando i suoi occhi grigi con quelli marroni della sua dolce fata.

-senza sentire la tua pelle calda sotto la mia- mentre con le lunghe dita bianche sfiorava il viso, poi il collo ed infine il seno della sua dolce Herm.

-morirei senza sentire le tue morbide labbra sulle mie- disse infine avvicinandosi famelico alla bocca della sua bellissima Hermione baciandola dolcemente.

Rimasero a baciarsi dolcemente su quel comodo divano per ore, gustandosi finalmente quella serenità che solo alcune settimane prima sembrava una chimera.

***

Accarezzò il suo ventre delicatamente sentendo la seta sotto le mani, un colpo la fece sorridere, il piccolo Scorpius ancora nel suo ventre si faceva sentire.

-Hermione ti prego non piangere, rovinerai tutto il mio stupendo lavoro- la mora alzò gli occhi al cielo ma non replicò alla rossa amica che ora era intenta a scegliere il blush perfetto per la carnagione di Hermione.

-sai- disse la Granger cercando lo sguardo di Ginny che muoveva il capo mentre con abilità quasi professionale intingeva il kabuki nella polvere rosa.

-se qualcuno solo sette anni fa mi avesse predetto che avrei sposato Draco Malfoy, l’avrei preso per pazzo-

-ed ora che l’hai incontrato ti chiedi come facevi prima a sopravvivere senza- Hermione sollevò lo sguardo verso la rossa che ora con un gesto veloce e delicato le colorava gli zigomi.

-si, mi chiedo come ho fatto a vivere senza di lui per così tanto tempo-

-non chiederti questo Herm, pensa a tutto quello che potete fare ora che le vostre strade si sono incontrate, ora che le vostre vite si uniscono per sempre ora che diventerete genitori. Pensa al futuro non cruciarti del passato siete fortunati anzi siamo fortunati perché ci amiamo- disse Ginny osservandola con un grande sorriso sul viso.

- e sei bellissima-

-grazie a te- rispose Hermione.

-No grazie a madre natura mia cara, io ho solo dato un po’ di colore al tuo viso niente di che- replicò Ginny, - ora prendi quel bouquet e cammina. C’è un biondo, molto affascinante che ti aspetta nella piccola cappella del manor. Non vorrai farlo aspettare, sai ci sono…- disse Ginny facendo finta di contare con le dita – una due, tre … migliaia di ragazze che vorrebbe essere al tuo posto-.

-cretina-

Ginny non replicò, consegno i fiori all’amica le dispose il velo sul capo facendo così risaltare la tiara in diamanti e smeraldi cimelio di famiglia dei Malfoy. Poi, distese a ventaglio la coda del vestito di seta bianco, aprendo infine  la porta facendo passare l’amica.

 Hermione respirò profondamente buttando fuori l’aria per controllare così l’agitazione, socchiuse per un attimo gli occhi e s’incamminò a passo di marcia verso la cappella. Le mani le sudavano, il respiro si fece corto ma un sorriso le si disegnò in viso quando vide gli occhi grigi del suo bel principe. Si sarebbe stata finalmente felice…

Per sempre felice…

Quello che successe dopo lo lascio solo immaginare i due ragazzi dopo aver pronunciato il fantomatico “si lo voglio” vennero circondati da amici e parenti per gli auguri, parteciparono ad un ricco banchetto che si svolse nel giardino vicino al roseto e al gazebo tanto cari a Narcissa. Proprio al centro del gazebo Draco e Hermione salutarono prima di smaterializzarsi in una calda isola caraibica dove si concessero una rilassante vacanza …

La nascita di Scorpius, pochi mesi dopo non fece che aumentare la loro felicità e consolidare ancora di più la loro unione. Col passare degli anni la famiglia crebbe ancora diventando una piccola tribù.

 A Scorpius si aggiunsero Cassiopea e Narcissa ed il piccolo Anthony.

Sembra superfluo dirlo, ma è lampante che la famiglia Granger-Malfoy vivesse felice e contenta come nella più classica delle fiabe. Infondo, se un principe purosangue s’innamora di una nata babbana non ci si può che aspettare un finale così.

SPAZIO AUTRICE,

ANCHE QUESTA è FINITA.

CAVOLINO COME PASSA VELOCE IL TEMPO...

RINGRAZIO TUTTE LE RAGAZZE CHE SONO PASSATE DI QUA, QUELLE CHE RECENSISCONO O SEMPLICEMENTE LEGGONO. RINGRAZIO CHI HA MESSO COME CENERENTOLA TRA LE PREFERITE E LE RICORDATE. GRAZIE PERCHE SENZA DI VOI  CHE MI INVOGLIATE A SCRIVERE QUESTA STORIA NON CI SAREBBE MAI STATA...UN BACIO MIKI.

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