Alphabet Drabbles - Slices of Life in 150 Words.

di Cheche
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Seven Letters. ***
Capitolo 2: *** Fourteen Letters. ***
Capitolo 3: *** Twenty-one letters. ***



Capitolo 1
*** Seven Letters. ***


Attesa
Paul non era mai stato un tipo paziente. Nonostante il suo apparente menefreghismo e l’imperturbabilità che ostentava, era un vero e proprio maniaco della puntualità. Mai una volta era arrivato in ritardo ad un appuntamento, dopo averne accettato uno. Quando usciva con lei era sempre il primo ad arrivare, e aveva aspettato anche delle ore, a volte. Tuttavia aveva sempre mantenuto la calma, vedendola giungere. La visione di lei, aggraziata come un angelo del cielo, lo calmava e lo spingeva a reprimere scenate che non si addicevano a lui.
Ora che però aveva visto con i suoi occhi la causa di quelle interminabili attese, gli veniva voglia di sfondare quella maledetta porta e urlare. Si limitò a compiere solo la seconda di queste azioni.
“Lucinda! Maledetto sia il giorno in cui ho accettato l’invito alla festa di stasera! Vuoi uscire da quel dannatissimo bagno?!”
In realtà, l’avrebbe aspettata per sempre.

[IkariShipping, 150 parole]
 

Bosco
Si erano persi, di nuovo. Misty portò un palmo sul viso, sconsolata, mentre Ash chiamava disperatamente il nome di Brock.
Come al solito, i due ragazzi avevano iniziato a litigare. Brock aveva cercato di fermarli, sì, ma era stato inutile. Dunque ci aveva rinunciato e aveva continuato a camminare tenendo gli occhi fissi sulla sua fidata cartina, procedendo e illudendosi che i suoi compagni lo stessero seguendo. Anche se il verso di Pikachu che cercava di richiamare l’attenzione di Ash era sempre più lontano, il Capopalestra di tipo roccia non se n’era accorto, concentrato com’era sulla mappa.
“E’ colpa tua, Ash! Se non avessi iniziato, non ci saremmo persi!”
“Ah, sarebbe colpa mia?! Fai tanto la matura e poi dai la colpa agli altri?!”
Calò il silenzio, imbarazzante soprattutto per Misty.
Stavolta Ash non aveva tutti i torti. E in fondo la ragazza era contenta di essersi persa con lui.

[PokèShipping, 150 parole]
 
Coltello
L’aria era così tesa che Karen pensava che anche il coltello che Pino teneva nella mano avrebbe potuto facilmente tagliarla.
“Karen.” Chiamò lui, stringendo il manico.
La ragazza alzò la testa, cercando di distinguere il viso senza più la maschera, nell’ombra.
“Voglio mostrarti una cosa.” Continuò, mentre le labbra sottili del giovane curvavano in un inquietante sorriso.
C’era qualcosa di strano. Karen percepiva l’oscurità nella testa del ragazzo, simile ad un tormento profondo.
“Non voglio vederla.” Rispose lei, risoluta.
“Non vuoi vedere il mio viso?” La voce di lui pareva delusa.
“Perché hai un coltello in mano?” Mentre Karen lo chiedeva, sapeva già la risposta. Voleva farla fuori.
Erano passati mesi da quando Pino aveva cominciato a dare segni di follia. Ma lei, nonostante tutto, non poteva abbandonarlo.
Aveva fiducia che sarebbe tutto tornato come prima e che, risvegliandosi, lui avrebbe potuto rendersi conto dell’amore profondo che Karen gli donava.

[MasakudoShipping, 150 parole]
 
Dialogo
“Silver…” La voce profonda di Giovanni richiamò il figlio. Il ragazzo alzò gli occhi dal frappè che stava sorseggiando, staccando le labbra dalla cannuccia leggermente morsicata.
“Sì, padre?” Rispose. Era abbastanza raro che gli parlasse. Nonostante si fossero ritrovati, c’era ancora imbarazzo tra loro. Il tono di Giovanni era preoccupante, e Silver lo notò.
“Noi due parliamo poco, non è vero?” Domandò l’uomo.
Ecco, pensò il ragazzo. Sta per pormi una domanda che non mi aspetto.
“Ce l’hai la ragazza?”
Udendo questo, Silver dovette trattenere l’impulso di sputare il frappè in faccia a suo padre. Certo, si aspettava una strana richiesta, ma non credeva sarebbe stata addirittura imbarazzante. Arrossì.
“Ce l’hai. Lo leggo dalla reazione.”
“No che non ce l’ho!”
“Ma c’è qualcuna che ti piace. Mi piacerebbe conoscerla.”
Suo padre aveva ragione. Ma Silver non gliel’avrebbe presentata. Da sconosciuto che era, persino suo padre gli pareva un possibile rivale.

[Silver e Giovanni (no pairing), 150 parole]
 
Eco
Sandra adorava il percorso a sud Ebanopoli. Il paesaggio era delizioso, un connubio di vividi colori, scosceso e ripido come piaceva a lei.
Ma la cosa che Sandra amava di più di quel posto era l’eco. Quando andava ad allenarsi lì, le piaceva urlare tutto ciò che le passava per la mente, sia quando era arrabbiata o delusa, sia per puro e semplice divertimento.
Un giorno che si trovava lì, si era messa a giocare con l’eco come soleva fare fin da quando era bambina. Si era messa ad urlare frasi senza senso, e a ridere del suono della sua voce.
“Mio nonno è rimbambito!” Strillava. “Lance è stupido!”
Poi urlò la cosa che le pareva la più idiota del mondo.
“Io amo Lance!”
Come l’eco ritornò da lei, Sandra si stupì del tono. E se ne vergognò, perché sembrava più convinto.
Da allora non andò più in quel posto.

[Sandra centric, 150 parole]
 
Fantasia
Vera aveva una enorme fantasia quando si trattava di inventare coreografie per le gare. Drew doveva riconoscerglielo.
Osservava da spettatore la dimostrazione della ragazza, ma ben presto lo sguardo del giovane si spostò dalla sfavillante esibizione di Beautifly al corpo sottile della sua graziosa allenatrice.
“Grande esibizione!” La voce della conduttrice riecheggiò nella sala, festante, risvegliando Drew dalle sue fantasie. Il pubblico intorno a lui si alzò in piedi per applaudire, nascondendolo alla vista di una Vera sorridente che cercava la capigliatura verde del ragazzo tra la folla anonima.
Come lui se ne accorse, si alzò. Ma fu inutile, essendo capitato dietro ad una specie di gigante.
Ma Drew c’era, e aveva deciso quella sera di dimostrare alla ragazza il suo apprezzamento.
Allontanatosi dagli spalti, fece una telefonata.
Alla sua uscita, la coordinatrice avrebbe trovato un enorme mazzo di rose rosse e un invito a cena a parte di Drew.

[ContestShipping, 150 parole]

Giostra
Gold era ancora un bambino. Questo pensava Silver mentre lo guardava correre verso il nuovo Luna Park di Fiordoropoli.
“Vieni, Silver! All’inaugurazione ci sarà la Dj Mary!” Urlava Gold, girandosi verso il compagno. Neppure quando Gold era irresistibilmente attratto da qualcosa perdeva di vista gli amici. In fondo, era meno egocentrico di quanto sembrasse.
“Io non so chi sia questa Dj Mary.” Fece Silver.
Gold lo guardò con aria supplichevole. “E dai, vedrai che ti piacerà! Devi imparare a vivere. Cosa hai fatto, fino ad oggi?”
Silver non aveva risposte a questo. Quando mai si era concesso un po’ di svago, nella sua vita?
“Saliamo sulle giostre, mentre aspettiamo la Dj!” Strepitò Gold.
“Non sei troppo grande?”
“Silver, hai perso sedici anni. Ho in mente un’attrazione che te li farà recuperare tutti in un solo giro!” Gli indicò le montagne russe.
Silver osservò la giostra. Spaventosa.
Sorrise, incamminandosi con l’amico.

[Silver e Gold (no pairing), 150 parole] 






Note: Volevo assolutamente pubblicare qualcosa oggi, dopo tanta assenza dal fandom. Dunque è nata questa follia in un pomeriggio (anche se la prima drabble l'avevo ideata da un pezzo, per il resto mi sono dovuta spremere le meningi).
Come vanno? Male? Bene? Dite che ci devo lavorare di più prima di pubblicare? Recensite, gente!
Non ho tempo di commentarle una ad una, ritenetevi fortunati, vi siete risparmiati la logorrea, perchè l'avrei fatto!
Per finire vorrei dedicare queste drabble alla mia Famigliola. Come vedete, non mi sono dimenticata di voi, ragazzi miei! E grazie per esserci sempre, vi voglio bene! <3

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Capitolo 2
*** Fourteen Letters. ***


Humus

“Noi siamo come l’humus della terra.” Disse James, inginocchiato sul prato.
Jessie lo guardò, un’aria di sufficienza dipinta sul volto che celava l’imbarazzo per la sua ignoranza. Che diamine era l’humus?! Certo, James aveva ricevuto più istruzione rispetto a lei, ma questo non l’avrebbe mai ammesso.
“Fai il melodrammatico?!” Lo sgridò lei.
Il ragazzo si alzò e la affiancò. “Hai ragione! Stavolta siamo stati sconfitti, ma la prossima andrà diversamente!”
Si poteva credere che la frase di James sull’humus fosse di poco conto. Eppure Meowth, da Pokemon istruito qual era, era convinto che fosse sbagliato.
Sapeva che l’humus era terra piena di sostanze organiche: fertile, quindi. E loro erano davvero humus insulso. Ugualmente perdenti, collezionavano continue sconfitte. Eppure, dall’unione di due individui così simili era nato qualcosa, come un fiore generato dalla terra.
Era una pianta bellissima, e Meowth aveva visto il suo colore rosso. Loro non se n’erano accorti.

[RocketShipping, 150 parole]
 

Immagine

“Mi rovinerei l’immagine a stare con una cavernicola come te!”
Questo diceva Ruby negli incubi di Sapphire. L’inquietudine dovuta alle distanze poste dal ragazzo cresceva in lei, e la opprimeva, concretizzandosi nel sogno.
Lei non era fragile, eppure sentiva di amarlo sempre più, e il fatto che Ruby la scansasse generava ansia.
Non era una sentimentale, e si vergognava un po’ ad essersi innamorata di uno che non era interessato a lei, e che si era rimangiato la parola dopo essersi dichiarato. Quel Ruby era una tale femminuccia che non aveva neppure le palle per dirglielo. Non si rendeva conto che il dolore cresceva proporzionalmente allo scorrere del tempo?
Vergata con una calligrafia elementare, su un foglietto, spiccava quella frase che riecheggiava nei suoi incubi.
La ragazza la fissò. Improvvisamente, vi tracciò sopra una linea.
Scrisse altro.
“Mi rovinerei l’immagine a non stare con una ragazza carina come te!”
Meglio.

[FranticShipping, 150 parole]
 

Luce

La bionda luce delle candele illuminava debolmente la stanza. A Silver, però, sembrava tutto buio. Gli pareva di muoversi alla cieca in un mondo oscuro, e quella maledetta maschera lo privava di un volto e gli toglieva il respiro.
Improvvisamente, tra le candele, qualcuno apparve. Era lei, Blue, sottoposta allo stesso terribile supplizio che opprimeva Silver. Eppure brillava e, come lei appariva, il bambino tornava a vedere. Era così triste, così tremula la sua luce… Eppure era l’unica, la sua. Uno scintillio celeste si vide un istante, oltre la maschera della ragazzina.
“Dormiamo, Silver. E’ l’ora del coprifuoco.”
La sua voce si udì, rotta, e tradiva lacrime nascoste.
Silver non voleva dormire: averla accanto lo teneva sveglio. Non lo preoccupavano le percosse che ‘l’uomo mascherato’ gli avrebbe dato se l’avesse scoperto.
Ma, prima di poter avanzare qualsiasi protesta, le candele erano già spente.
E Blue continuava a risplendere nel buio.

 [ChoosenShipping, 150 parole]
 

Mare

La figura snella di Sandra si stagliava contro il cielo del tramonto, gli occhi affilati fissi sulla linea dell’orizzonte.
Il tempo di dirle “torno subito” che Lance era sparito oltre il mare, cavalcando il suo imponente Dragonite.
Era rimasta lì, in piedi, per ore. Subito un corno! E solo in quel momento pensò che, se il Domadraghi fosse tornato trovandola ritta sullo scoglio dove l’aveva lasciata, tremante dal freddo, l’avrebbe sicuramente schernita.
Scosse la testa, infastidita dall’idea. Il suo orgoglio non poteva permettere un affronto simile. Dunque si voltò, pronta a scendere e a tornarsene a casa, decisa ad evitare di fare la figuraccia immaginata.
Ma, proprio in quel momento, una calda voce la sorprese.
“Non posso lasciarti un secondo.”
“Un secondo? Sono ore, Lance!” Strillò, presa dalla foga, voltandosi verso il giovane appena giunto. “Però… Non sono stata tutto il tempo qui, eh!”
Uno starnuto la tradì. Lance sorrise.

[DragonShipping, 150 parole]
 

Neve

Attorno ad Angelo c’erano solo neve e ghiaccio.
E gelo, un brivido che non aveva mai provato in nessuna delle torri infestate dagli spettri. Lì era avvenuta la morte di una persona che aveva conosciuto e che, fino a poco tempo prima, gironzolava intorno ad Amarantopoli intento nella sua febbrile ricerca.
Il Capopalestra aveva trattenuto difficoltosamente le lacrime, sentendo del decesso di Eugenio. E si era chiesto perché la cosa lo avesse tanto turbato. In fondo, quel tipo aveva sempre avuto occhi solo per Suicune. Chi avrebbe mai potuto affezionarsi ad uno come lui?
Solo uomini stravaganti come Eugenio stesso.
Osservò a lungo la desolazione della vetta, tirando su col naso. C’era solo neve, innocua. Eppure quella stessa l’aveva ucciso, portandolo giù in una valanga.
“Non ti sei mai accorto di chi ti voleva bene. Sempre dietro a Suicune, fino alla morte.”
Angelo sorrise tristemente, preparandosi a celebrare il rituale.

[SacredShipping, 150 parole]
 

Origami

Non era corretto dire che a Blue non piacessero gli uccelli. La loro forma, le piume splendenti dei Pokemon di tipo volante la avevano sempre affascinata. Proprio per questo, tempo prima, aveva sottratto a Mask of Ice le preziose piume appartenenti ai due uccelli leggendari di Johto.
I volatili erano per lei come il concetto filosofico di sublime: qualcosa che ti attira, ma che ti inquieta al tempo stesso.
Era così: come una persona potrebbe ammirare il manto di un Raikou, senza però osare avvicinarglisi, gli uccelli ammaliavano Blue.
Ogni volta che aveva una matita in mano, la ragazza scarabocchiava distrattamente la sagoma di un volatile dalle ali spiegate.
E, quando aveva finito di disegnare, piegava il foglietto fino ad ottenere un grazioso origami a forma di cigno.
Altre opere simili invadevano la stanza di Blue, ma lei non osava buttarle. Lasciava che vegliassero, silenziose e immobili, sul suo sonno.

[Blue centric (no pairing), 150 parole]

 
 

Pantano

“Crystal, dovresti vederti! La tua faccia è tutta un programma!” Strillava Gold, che si reggeva appena in piedi dal divertimento.
Cosa lo tratteneva dal rotolarsi a terra? Beh, la presenza di quel pantano dove lei era appena caduta, che avrebbe rovinato il suo splendido viso e i suoi capelli ipertrendy.
Crystal pensava proprio al narcisismo di Gold, fulminandolo con lo sguardo, ricoperta di fanghiglia che non le donava affatto. Era ancora nella melma e faticava a rialzarsi, avendo impregnate persino le mutande. Se almeno l’avesse aiutata…
Invece no, continuava a ridere, almeno finché del fango non lo colpì in faccia, con straordinaria precisione.
Crystal era pronta a gridargli contro quanto fosse maleducato. Si aspettava che si arrabbiasse.
Invece, sul viso sporco di Gold, gli occhi ambrati scintillarono.
“Allora non sei così seriosa!” Esclamò lui, sorridendo ed emozionando Crystal.
E si tuffò nel pantano, pronto combattere col fango.
Era davvero imprevedibile.
 

[MangaQuestShipping, 150 parole]













 

Note:  Bene bene. Questa volta ho più tempo, quindi vorrei aggiungere due paroline.
Humus -> Per questa drabble trovo che ci calzi a pennello una citazione "Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior" presa da Via del Campo del grande Fabrizio de Andrè. E' una frase che può essere interpretata in vari modi, ma trovo che uno di questi stia bene col messaggio di humus. E' stato un'ammazzata scriverla!
Immagine -> Questa di per sé è abbastanza banale. Eppure mi soddisfa. Sì, sono un paradosso vivente.
Luce -> Sapete perchè mi piace? Perchè ogni volta che la rileggo mi pare di capirla sempre di meno. Pensate a come sto messa, scrivo cose che non capisco. Supposizioni su questa roba sono ben accette, gente! Pensate che questa è stata riscritta due volte. Prima era stupida e banale, e anche piuttosto divertente (ma anche no). Alla fine ho deciso che faceva schifo e l'ho riscritta. Così mi piace di più!
Mare -> Ahahah! Questa... Questa... E'... Non lo so. Sarete voi a dirlo. XD
Neve -> Non avrei mai creduto di scrivere una SacredShipping. Eppure l'ho fatto, perchè talvolta l'ispirazione mi assale la prima volta che penso ad una coppia, mi interrogo sul suo senso e mi balza l'idea in testa. Non credevo davvero. Beh, dato che molti di voi odiano Eugenio, sarete contenti che io l'abbia ucciso... O forse no? XD
Origami -> Anche l'ispirazione per questa mi è venuta all'improvviso. Non mi soddisfa molto.
Pantano -> Questa non so come mi è venuta. Avevo all'inizio solo l'immagine di Gold che deride Crystal, e da lì è uscito tutto.

Per la prossima ed ultima parte... Posso anticiparvi la presenza della SpecialShipping e di un bel po' di coppie shonen-ai! Preparatevi all'invasione!
Ma intanto lasciatemi un commentino... *___*

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Capitolo 3
*** Twenty-one letters. ***


Quadro
Da tempo Yellow si era resa conto di quanto l’arte le piacesse, e aveva cominciato a impegnarsi seriamente nel disegno.
Perfezionando la tecnica, si accorse di essere insoddisfatta della mera grafite. Fu così che decise di dipingere un quadro. Presto, fu tutto pronto per iniziare.
Ma… Cosa avrebbe dipinto? Per fare un buon lavoro, doveva essere un soggetto che la appassionasse veramente.
Senza preavviso, un pensiero si insinuò in lei. Lo ricacciò via, coprendolo con un paesaggio. Rifletté sul verde di Bosco Smeraldo, ma si accorse che quel posto che tanto amava ora non la ispirava. Pure elencando mentalmente tutti i migliori panorami di Kanto, rimase il vuoto. Però aveva bisogno di dipingere. Allora decise di dare ascolto a quel pensiero imbarazzante che la incalzava.
Preso il telefono, la sua voce tremò, nel parlare.
“Ciao, Red… Senti, vorresti… posare per un ritratto?”
Era Red il soggetto che desiderava ritrarre davvero.

[SpecialShipping, 150 parole]
 

       Reminiscenza
Red era nato per essere campione. Questo credeva lui, undici anni e tanta ingenuità, e gli pareva assurdo potesse essere diversamente.
Un po’ aveva nostalgia di quei tempi. Era spensierato, convinto che il mondo girasse per il verso giusto, che il cielo gli sorridesse e lo incitasse a seguire il percorso delle nuvole. Aveva tanti sogni, il piccolo Red. Era tanto presuntuoso, e felice di esserlo.
Poi aveva visto quanto il mondo potesse essere crudele, quante ingiustizie esistessero. Aveva cercato di raddrizzarlo e, cosa che lo aveva fatto infuriare, si era sentito rimproverare da Green.
Ora Red era campione, e nei suoi occhi vi era la consapevolezza di un adulto. Sembrava ancora più grande della sua età e, come un uomo, rimpiangeva la sua infanzia.
Non per come era. Semplicemente, aveva nostalgia di quell’ignoranza che gli faceva sembrare che il globo lo abbracciasse, che gli volesse bene.
Fosse stato così.

       [Red centric, 150 parole]

 

Santità
“Ragazza irritante.” Diceva Green a Blue, come al solito.
Nonostante la relazione tra loro fosse già avviata da molto tempo, le cose tra loro non sembravano mai essere cambiate davvero.
E lei, alle provocazioni di Green, rispondeva alzando il tono della voce. O almeno questo sembrava a lui che, insofferente, si limitava a premere le mani contro le orecchie per non sentire le solite lagne di Blue.
Cosa lo tratteneva dall’urlare in faccia a quella ragazza dalla voce insistente e dalla risata fragorosa? Forse il fatto che lui fosse l’imperturbabile Green Oak, e che avesse un orgoglio da difendere?
“Ragazza irritante.” Ripeteva lui, convinto che presto o tardi sarebbe stato nominato Santo. Dipendeva anche da quanto sarebbe sopravvissuto. Con quella donna al suo fianco, poteva anche non restargli molto da vivere, con molte probabilità.
Lui lo sapeva alla perfezione, sin dall’inizio di quella maledetta storia. Eppure aveva deciso di rischiare.

[OldRivalShipping, 150 parole]
 

Torre
Tante erano le scale che lo separavano dall’ultimo piano. Sembravano non finire mai.
Sapendo che Silver sarebbe salito sulla Torre Campana, Gold era accorso. Era dannatamente preoccupato, nonostante sapesse alla perfezione quanto l’amico fosse autonomo.
Ma sulla Torre Campana si posava Ho-oh, un fantasma del suo passato. In quel momento non pensava che lui, probabilmente, volesse andarci proprio per quello. In Gold si rincorrevano solo immagini di Silver impietrito dall’inquietudine, e quella bestia che lo dilaniava con una zampata.

Si fermò allo stremo, ansimante. Stille di sudore percorrevano le sue tempie.
“Che ci fai qui, idiota?” Era la voce di Silver. Non aveva ancora raggiunto la cima! Gold sospirò, sollevato.
“Non potevo permettere che mi lasciassi indietro!” Esclamò Gold che, come sempre, aveva la risposta pronta.
Se ci fosse stato qualcuno, avrebbe pensato che fosse un bugiardo. Ma c’era solo Silver, incapace di immaginare il reale motivo di quell’inaspettato incontro.

[PreciousMetalShipping, 150 parole]
 

Urto
Ogni volta che Ash perdeva, gli sembrava di precipitare dal cielo delle sue fantasie e di urtare violentemente contro la superficie terrestre. Gli faceva tanto male da far sgorgare delle lacrime dai suoi occhi.
Anche se suo padre era sempre stato lontano, Ash soffriva maggiormente per le sconfitte. Era solo un ragazzino che non sapeva accettarle.
Il fatto che nella sua carriera fossero state più le vittorie che le disfatte aveva contribuito ad accrescere la presunzione.
E, quando le sue certezze crollavano e Ash si scontrava con la realtà, si concedeva di versare lacrime.
Così stava facendo in quel momento, davanti all’avversario che l’aveva sconfitto nei quarti di finale della Lega di Unima.
Non era ancora Campione, nonostante fosse un veterano. Questo pensava, stringendo a sé l’esausto Pikachu.
Sarò io a non andar bene?Spostò lo sguardo sul Pokemon. Tu cosa dici, Pikachu?
Il Pokèmon non aveva risposte per lui.

[Ash centric, 150 parole]

 

Vacanza
Touko era convinta di essere davvero fortunata, a poter passare le vacanze in compagnia di Touya e N.
Il primo, in realtà, l’aveva accompagnata al mare come avevano predisposto il giorno prima, mentre il secondo era stato un incontro casuale.
Seduta sulla sdraio, osservava divertita N e Touya che si schizzavano l’acqua del mare, come bambini.
Sorridendo, pensava al momento in cui i due si erano tolti gli indumenti per apparire in costume. Ricordava il momento in cui era rimasta, piuttosto estasiata, ad ammirare il fisico scultoreo di N, mentre Touya lo fissava imbronciato.
Quindi si era spogliato anche lui, ostentando lentezza e sensualità, per attirare l’attenzione di Touko. Ci era riuscito, anche se lei si era dovuta trattenere dallo scoppiare a ridere indecorosamente. E poi lui, col fisico mingherlino che si ritrovava…

Erano entrambi molto carini, pensava. E ora che la crema solare si era asciugata, poteva finalmente raggiungerli.

[ChessShipping/FerriswheelShipping, 150 parole]
 

Zanzara
Ash si sarebbe aspettato tutto tranne che uno spettacolo di quel tipo, uscendo dallo spogliatoio.
Davanti a lui, Gary si sbracciava e batteva le mani, con aria furente e occhi rossi.
“Dove sei, maledetta?! Hai finito di ronzarmi nelle orecchie! Aspetta solo che ti prenda!” Urlava, isterico.
Non era impazzito, stava solo battagliando con una stupida zanzara.
Ash sospirò, ma decise comunque di far finta di non aver capito, per prendere un po’ in giro il suo rivale.
“Che fai? Litighi col tuo amico immaginario, Gary?” Si complimentò con sé stesso per la frase geniale che aveva saputo pensare.
E si congratulò ancora una volta, perché il volto arrossato di Gary colto in flagrante era un vero capolavoro.
“Ci mancava solo un’altra zanzara.” Sospirò Gary, ricomponendosi.
“Ehi! Vuoi forse litigare?!” Strillò l’altro, che non sapeva cosa fosse l’autocontrollo.
Presto, sarebbe finita in una lotta. Era quella la quotidianità che desideravano.

[PalletShipping, 150 parole]








 

Note:  Siamo alla fine. *si soffia il naso* Inizio col dire che ringrazio chi mi ha recensito e chi ha inserito la raccolta tra i preferiti, le ricordate e le seguite. Grazie a tutti, ragazzi! <3
Queste ultime drabble sono strane, sono la prima a dirlo. E vanno commentate tutte, una per una.
Quadro <- Su questa non c'è molto da dire, in verità. Non potevo lasciare indietro la Special. E così ho dipinto (molto inerente, nè?) una Yellow (che io adoro) talmente persa nel suo amore da non riuscire a pensare ad altro, tanto da voler ritrarre il soggetto ed essere disposta a disturbarlo per poter concludere ciò che si era posta di fare.
Reminiscenza <- Questa va considerata la "gemella" di Urto, in un certo qualmodo. Qui ho voluto mettere in evidenza il cambiamento di Red nel corso della storia. Cosa c'entra con Urto? Ve lo spiegherò fra breve. :)
Santità <- Questa la odio. Non so perchè ho scritto una OldRival. Credevo che non mi dispiacesse in fondo, ma a rileggerla sento una certa irritazione. Trapela? Non mi interessa, stranamente. Spero vi sia piaciuta e che non vi abbia indisoposto troppo, questo mio commento. Non fateci troppo caso (periodo non troppo luminoso).
Torre <- Questa invece la amo. Amo la PreciousMetal, amo il fatto che Gold si preoccupi per Silver nonostante questi sia molto più indipendente di quel ragazzino viziato. Ah, ne approfitto per dire... Auguri Silverinoooooooooo! *fangirl scream mode on*
Urto <- Oh, lo so che vi stavate rodendo dalla voglia di sapere cosa diamine c'entrasse questa drabble con "Reminiscenza", se non c'eravate già arrivati! Beh, intanto riflettete sui personaggi che ho scelto. E poi... Vi rendete conto che, mentre Red è cambiato in modo consistente, Ash è sempre lo stesso? Bene, questo era il confronto che volevo fare. E' questo il significato di queste drabble che, prese singolarmente, possono sembrare abbastanza inutili ma, confrontandole, evidenziano un tema fondamentale sul quale discutono sempre i fan dei Pokemon.
Vacanza <- Sì, io scrivo Drabble estive durante la Vigilia di Natale. Spero che, nel freddo invernale, questa storiella vi abbia trasmesso un po' di afa estiva, ahahah. E, femminucce, non ho cercato di accaldarvi parlando di N e Touya che si spogliano, eh! Non pensate male. O forse sono io quella che pensa sempre male?
Zanzara <- Lol. E' stupida, e conclude degnamente questa stupida raccolta. Beh, a decidere se sia degna o stupida sarete voi. Per me è stupida e basta, ma un tributo alla Pallet lo volevo lasciare. X°°°D
Beh. Cretinate a parte, auguro a tutti voi un buon Natale, e mi complimento e vi ringrazio per aver letto fin qui!
Dedico ancora una volta questa raccolta alla mia Famigliuola. Finalmente questo "pacco regalo" è stato confezionato. Le sorprese non sono finite per voi, cari miei! Questo è solo un anticipo! <3

 

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