My damned life because of you. di Alice Cullen Elis (/viewuser.php?uid=130676)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Festa. ***
Capitolo 3: *** Congelamento. ***
Capitolo 4: *** Dolce Risveglio ***
Capitolo 5: *** Amori Non Contraccambiati ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
My damned life because of you.
life is a threat,
stabs shoulders
when you least
expect it.
1. PROLOGO
La mia vita non è più bella o interessante delle altre....anti di interessante non c'è proprio niente, ma per quel breve periodo vi
volevo rendere partecipi del mio dolore, della mia delusione, delle mie sperenze, dei miei fallimenti e dei miei disastri...
Ho deciso di creare quest nuova fanfiction perché.....non sò esattamente perché lo creata. Però spero comunque che vi
piaccia...
-Alice Cullen Elis-
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Capitolo 2 *** Festa. ***
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2. Festa.
Ciao a tutti mi chiama Valentina, una ragazza allegra e solare, almeno così mi descrivo gli altri, mi piace la nutella,
la pizza....ma importa qualcosa?Imposrta il giudizio degli altri?Io personalmente mi vedo così... sono una ragazza alta e magra,
odio le persone altezzose, e superbe, amo la fotografia, e sopratutto amo l'equitazione; sono una casinista, e forse anche un po'
pazza, ma il mio difetto più grande in assoluto è che mi affezzione troppo e velocemente alle persone, il problema è che la
maggior parte delle volte loro mi spezzano il cuore.
CAPITOLO 1
Mancano solamente 1 giorno ad Halloween la mia festa dell'anno preferita, io è la mia migliore amica, abbiamo deciso di
andare ad una festa in un bel locale, che hanno organizzato dei nostri amici del maneggio. Così, mi addormentai felicemente.
IL MATTINO DOPO
Appena aprì gli occhi, una strana sensazione d'ansia si impadronì di me, con calma esagerata, andai in bagno, mi feci una
doccia rilassante, poi andai in cucina e feci colazione, poi mi vestì, e feci i compiti. Dopo pranzo presi la mia borsa e chimai
mio padre che era ancora la lavoro, gli dissi che andavo da Jessica per le 4:30, mi disse che per lui andava bene, così salutai mia
madre che era di là che stava chattando con la sua migliore amica. Aspettai Jessica e sua madre sui gradini di casa mia, visto
che mancavano ancora venti minuti buoni, accesi il mio I-Pod e misi un pò di musica, quando stavo per crugiolarmi nel mio
dolore privato, ecco che un clacson mi fece svegliare dai miei problemi. Misi via l'I-Pod e corsi verso la macchina, aprì il baule
e ci misi il mio abito di Halloween.
Lungo il tragitto, Jessica mi spiegò quello che aveva in mente di fare con la MIA faccia, l'avevo provata a convinvicere in ogni
modo di non truccarmi, ma ovviamente non mi ascoltò, così scesi dalla macchina e presi il mio vestito, salì le scale, mentre Je
chiarlava di come era andata la sua ultima verificha di Fisica.
Quando entrai nel suo bagno per sottopormi a una tortura, mi venne un colpo al cuore, su tutto il bagno erano sparsi trucchi
in ogni dove
<< Starai scherzando vero? >> chiesi sbalordita
<< Assolutamente no >> mi disse tranquillissima
<< Mi puoi fare un favore? E vero che mi piastri i capelli >> continuò lei
<< Sì, siediti >> le dissi ancora sbalordita.
Così incominciammo a chiacchierare del più e del meno, quando finimmo di piastrarci i capelli, la madre di Jessica ci chiamò
per la cena. Dopo aver finito di mangiareil secondo stavo per alzarmi, ma il padre di Jessica mi fermò dicendo che c'era anche
il dessert, quindi mi rimisi seduta
<< Vale,ti piace il gelato? >> mi chiese lui con curiosità,anche se tutte le volte che mangiavo da loro mangiavo sempre il gelato
<< La mia passione per il gelato non è cambiata >> dissi ridendo
<< Bene, perché ho comprato un gelato, il tuo preferito >> mi disse con un sorriso a trentadue denti
<< Quale? >> dissi spaesata
<< Quello di Silvio >> disse con ovvietà; Ahi, quel dannato nome, ogni volta che lo sento pronunciare il cuore comincia a
pulsare
<< Ah, già e vero >> dissi cercando di riprendere un pò di lucidità. Jessica sapendo come mi setivo per quel nome, cercò di
cambiare argomento, e come sempre ci riuscì, mimai un grazie con le labbra.
Finito anche il dessert Jessica mi prese per un braccio e mi trascinò nel bagno, per gli occhi mi mise dell'ombretto verde, che
prese ispirazione da internet, per la bocca mi mise semplicemente un pò di lucidalabbra brillantnato, e mi ricoprì il viso di
terra; quando ebbe finito ho dovuto ammettere che ero bellissima, i miei occhi verdi che risaltavano con l'obretto e tutto ciò
era incorniciato da folte e lunghe ciglie nere.
Quando anche Jessica finì di truccarsi, andammo a vestirci stando attente a non rovinare il viso, dopo ci passammo ancora
qualche volta la piastra. Mentre stavamo aspettando la macchina dei miei, parlavamo di Silvio e di Claudio.
Finalmente, arrivati alla festa, tutti ci accolgono con un CIAO!!
Come mia abitudine feci una veloce pelustrazione della stanza, ma lui non c'era, lui non si era fatto vedere, lui non è venuto,
stavo per dire che me ne volevo andare a Jessica, ma appena mi voltai lo vidi che stava venedo verso di me a salutarmi proprio
come hanno fatto tutti gli altri.
Qundo si avvicinò e mi abbraciò una scarica in me si diffuse a quanto pare l'aveva sentita anche lui, perché si allontano
impercettibilmente.
Mentre da lontano stavo osservando Silvio, Jessica mi tirò per una manica, e mi trascinò al centro della sala dove c'erano
due tavoli, Jessy salì con agilità, e mi porse una mano, che accettai malvolentieri, poi però riconoscendo la canzone
incominciai a scaternarmi....
Ciao!! Come vi è sembrato?? Commentate miraccomando!!
-Alice Cullen Elis-
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Capitolo 3 *** Congelamento. ***
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3. Congelamento
Alla fine la serata si concluse al' 1.30 di notte, ormai eravamo rimaste in pochi,
Silvio era già andato via.
In macchina io e Jessy continuavamo a chiacchierare della serata.
Tornata a casa ero a pezzi, mi slacciai quegli stivaletti con il tacco alto, e mi
infilai nel pigiama, e mi addormentai con il sorriso.
Il mattino dopo mi alzai confusa e un pò frastornata, mi ci volle un attimo per
capire quello che avevamo fatto la sera precedente, feci colazione e mi lavai la
faccia cercando di levare tutto il mascara; quando accesi il mio cellulare rimasi
di sasso, in quel momento tutto mi crollò addosso, mi sentì congelare, in quel
momento, ma una parte minuscola del mio cervello mi disse che ero sono stata
per tutto il tempo un illusa, credere che potevamo diventare un NOI.
In momento il cellulare mi squillò fra la dita, guardai con estrema lentezza il
display, era Jessica. Accettai la chiamata.
<< Vale >> mi disse preoccupata Jessica, normalmente cominciavo sempre io la chiamata
<< mmm >> riuscì solamente pronunciare
<< Stai bene? >> mi chiese preoccupata
mi uscì uno strano suono, che si era capito come una risposta affermativa
<< Va bene....senti ti volevo chiedere un favore, oggi potete venirmi a
prendere? >>
<< Sì >>
<< Vale >> mi chiamò
<< Sì >> risposi di nuovo
<< cos'è successo? >> mi chiese cauta
<< Niente >> mentì
<< Vale,ti conosco meglio delle miei tasche...quindi non mentirmi...cos'hai? >>
<< Niente te lo assicuro >> mentì di nuovo
<< Se lo dici tu... >> mi disse con tono “dopo mi racconti TUTTO”
<< Jessica >> dissi
<< Sì???? >> mi rispose con tono interessato
<< Perché mi hai chiamato? >>
<< Per chiederti il favore... >>mi disse con tono evidente,ma anche imbarazzato
<< Perché mi hai chiamato Je? >> gli chiesi di nuovo con calma assoluta
<< Ok,ok,ok....volevo chiederti se venivi su Facebook...ma visto come stai non mi sembrava il caso...>> presi un lungo respiro
<< Ok, mi collego subito >> dissi con allegria esagerata.
Mi collegai a Facebook, e subito un: Valeeeeeeeeeeeeeeeee, mi invase la chat,
gli risposi con il nostro classico Jeeeeeeeeeeeeee.
Chattammo per un po' finchè non mi chiese come mai stamattina ero così triste,
gli raccontai tutto, lei ascoltò in silenzio, alla fine della mia spiegazione, mi
scrisse solamente “è un cretino”, non aggiunse altro, così continuammo a
chattare di altre cavolate, quando fù il momento di andare a cavallo, mio padre
mi accompagnò con la macchina fino da Jessica, dopo poi lì c'era la nostra
istruttrice che ci scortò fino al maneggio dopo preparammo i nostri cavalli; la
lezione come sempre passò in un lampo, così sbardammo i cavalli chiacchierando, messi nel box i nostri amati destrieri, andammo nella House del
maneggio, dove conosciamo tutti. Appena entriamo un caloroso << Ciao!!! >>
si levò nella stanza, ordinammo due cioccolate calde al nostro chef, e
prendemmo posto a tavola, chiacchierando con le altre ragazze, quando ci
arrivò la tazza di cioccolato, un vento gelido percorse la stanza, e si sentì una
voce che conoscevo talmente bene << Ciao a tutti >> non gli risposi, e non lo
fece neanche Jessica vicino a me, quando mi venne vicino per chiacchierare con
noi mi allontanai impercettibilmente, ma Silvio se ne accorse e mi guardò
mortificato, adesso ero io quella che doveva sentirsi in colpa non lui!come se
fossi stata io a inviare quel maledetto messaggio!No, non era giusto che mi
guardasse così, così continuai a parlare con le ragazze difronte a noi, che
avevano seguito silenziosamente quello scambio di sguardi.
Quando finimmo di bere la cioccolata telefonai a mia madre chiedendo se ci
poteva venire a prendere, e mi rispose che era lì a momenti.
Chiacchierammo ancora un po', finché mia madre non arrivo, a quel punto
salutammo tutti, dandoci appuntamento domani.
Accompagnammo Jessica a casa, salutandoci; il viaggio nel ritorno è sempre
una batosta, prima di arrivare da Jessica, c'è la casa di Silvio.
Arrivata a casa, finalmente, mi infilai sotto la doccia, e aprì tutto il getto
dell'acqua calda, mentre le gocce d'acqua scendevano sul mio viso, lentamente
dell'altra acqua scivolava lungo le miei guance, acqua più salata, più calda, è
più dolorosa, delle lacrime rigavano il mio viso, mi ripresi e mi insaponai per
bene, quando la schiuma ricopriva ogni centimetro del mio corpo, mi
risciacquai, uscì dalla doccia, e mi strinsi nell'accappatoio.
Mi infilai il pigiama, e mi coprì con la vestaglia.
Andai a cena, e parlai con mia madre e mio padre di quello che avevo fatto
oggi, con piccola eccezione del messaggio.
Entrai su Facebook, e come sempre in linea c'era Jessica che mi salutò di nuovo
chattammo un altro po', finché non era l'ora di andare a dormire, ci salutammo
promettendoci che ci saremo viste domani.
L'indomani passo esattamente come tutte le domeniche, montiamo, prendiamo
un cioccolata, chiacchieriamo, andiamo a casa, e finiamo gli ultimi compiti del
weekend.
Ciao a tutti come vi è sembravo il capitolo?? commentate!!
-Alice Cullen Elis-
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Capitolo 4 *** Dolce Risveglio ***
My damned life because of you.
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4. Dolce Risveglio
Venerdì 14 Febbraio 2012
Sono passati oramai, quattro mesi da quel messaggio, quattro mesi che non ti parlo più, quattro mesi che il mio cuore è solo, quattro mesi che continuo ad amarti, quattro mesi che Jessica è incazzata con te, quattro mesi sono uno zombi, quattro mesi che dico basta, il primo mese che decido di dimenticarti.
Ora basta! In questi quattro mesi non è la prima volta, che lo dico, anzi, lo sto ripetendo da quando mi hai scritto, ma ogni volta che ti guardavo i miei propositivi fallivano e ricominciavo da capo, adesso però dopo tre mesi che le mie compagne di scuola, incominciavano a non badarmi più, quando una delle mie amiche, sia diventata mia nemica, non potevo andare avanti così per un stupido te! Per uno che non mi capisce, per uno che non vuole capire, per uno che non mi considera. Certe volte non mi capisco, perché sono seduta qui, davanti a uno piatto schermo, a scrivere a un mucchio di persone la mia storia?
Perché voglio sfogarmi? Perché non riesco a credere ancora che lui mi abbia rifiutata, e continuo a scrivere....
Ogni volta che ricevo un messaggio, spero che sei tu, ma non ti sei mai degnato di chiamarmi, o di rispondere ai miei messaggi.
Poche persone mi sono state vicine nonostante, fossi poco più di un vegetale, in quel periodo mi definisco uno zombi, solo
Jessica riusciva a “risvegliarmi” momentaneamente da quello stato, e altri due miei compagni di scuola, Federico e Simone;
loro riuscivano a farmi ridere, loro mi ascoltavano, per ore, anche quando le mie frasi non avevano più senso, loro erano lì,
ognuno faceva movimenti diversi, Jessica inclinava la testa, mi solleva il capo, e asciugava le lacrime che, come pioggia di
Novembre, rigavano il mio viso, e mi sussurrava, che oramai era tutto finito; Federico, invece, tirava sempre fuori qualche
battuta, che non riuscivo a resistere e ridevamo come idioti e poi semplicemente mi ascoltava, quando non riuscivo più a
parlare, cedevo nel sonno, e lui continuava a stare lì, non so cosa facesse in quei momenti, ma dopo un oretta, mi veniva a
svegliare, e mangiavamo qualche biscotto, mentre invece Simone, diceva che Lui era un idiota, che dovevo innamorarmi di uno
più simile a lui, e metteva il suo braccio intorno alle mie spalle.
Così passavano i pomeriggi, le giornate, le settimane, e così passò anche il Capodanno,e San Valentino; ma ora basta, ora è il
mio momento, ora è il momento di pensare a me stessa, ora è il momento di ripagare i miei migliori amici.
Così oggi andai a scuola,con un po' più di voglia. Quando mi alzai dal letto, presi l'accappatoio e mi infilai nella doccia; poi,
infreddolita,scelsi i vestiti, indossai un paio di jeans e una maglietta che non indossavo da un po' di tempo, ricordo che
pensavo che fossero troppo attillati. Quando entrai nel grande ingresso asfaltato della scuola mandai un messaggio a Jessica, e
mi avvicinai ai miei compagni che salutai allegramente, mi fissarono come se avessero appena visto la Madonna scesa sulla
terra; Federico vedendomi così allegra immaginavo sparasse qualche battuta, invece per la prima volta in tre due anni non
disse niente, anzi mi sorrise, e mi venne incontro, è andammo da Simone, che come al solito faceva il lumacone con le altre
ragazze, ma appena mi vide le lasciò, senza dire niente, e le tre ragazze che lo stavano ascoltando mi guardarono malissimo.
Aspettammo che le porte della scuola si aprissero, e piano piano la maggior parte della classe ci venne intorno per vedermi, io
mi strinsi a Federico e a Simone, mentre il cerchio si allargava, sentivo i commenti di quelli affianco a me, erano due ragazzi
uno si chiamava Diego e l'altro Gianluca << Hai visto! Non ci posso credere! É dall'anno scorso che non la vedevo così
raggiante! >> e Gianluca gli rispose << Secondo me sarà così solo per poco tempo poi ritornerà come prima >> non mi
piaceva il modo con cui Gianluca parlava di me, credo in me e sapevo che non avrei mollato così
facilmente,per fortuna Diego non la pensava allo stesso modo << Secondo me invece si è ripresa completamente, guardagli il
viso, guarda come è solare >> in quel momento le porte della scuola si aprirono,e salì le tre rampe di scale che portano alla
mia classe. Quando entrò la professoressa di matematica, e incominciò a far domande, mi accorsi che interpellò tutta la classe
esclusa me, così, quando finì il giro alzai la mano,in un secondo tutta la classe si zittì e mi guardarono stupefatti, perfino la
professoressa rimase senza parole, in quel momento capì quanto fui stata assente in quei mesi. Così passarono sei ore.
Heilà! Come và? Spero bene. Scusate se non ho postato prima, ma come avete potuto leggere ero un pò in crisi. Vorrei aprire
tre secondi una parentesi, vorrei solamente dire a tutti che queste è la mia vita, quindi una storia vera, non me la sono inventata, la stò vivendo. Grazie a tutti.
-Vale-
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Capitolo 5 *** Amori Non Contraccambiati ***
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5. Amori non contraccambiati
<< Ti sei mai sentita come se la persona che ti piace non ti guardi? >> mi chiese Federico, mentre stavo sfogliando i suoi
numerosi dischi rock, alzai lo sguardo e lo fulminai da sotto la frangia << Ok, forse era l'ultima domanda da porti >> disse
con uno pseudo sorriso, continuavo a cercare l'album dei Nirvana ma non lo trovavo, ricordavo bene una loro canzone
l'avevo ascoltata a Halloween << Quindi ti è capitato... >> insistette Federico, a quel punto sbottai << Sì, Federico mi è
capitato, mi capita ogni volta che vedo Silvio, ogni volta che cerco il suo sguardo non lo trovo, adesso possiamo cambiare
argomento?! >> dissi alterata, Federico annuì, dopo andammo giù in cucina a cucinare i biscotti, combinammo un macello,
mentre stavo aggiungendo lo zucchero all'impasto Federico mi continuava a parlare di sé, e di come aveva passato il
weekend << Secondo te io sono carino? >> mi rivolse la domanda in modo inaspettato << Io punto più altro >> lo presi in
giro facendogli la linguaccia, lui di romando mi lanciò della farina << Dai veramente secondo te sono carino? >> mi chiese
tremante << Federico, ma tu per me sei solo un amico, non puoi essere qualcosa di più >> dissi << Perché non posso, perché
pensi ancora a Silvio?! A lui che ti ha fatto soffrire, ma a lui e tutto concesso vero! Sono sicuro che se adesso lui ti
chiederebbe di mettersi insieme a lui diresti di sì senza pensare! Dì che è così, vero! >> mi fece una scenata isterica davanti
a me, ero terrorizzata, dopo qualche secondo di esitazione, regnava intorno a noi un assoluto silenzio, ci guardavamo negli
occhi, i miei ormai rigati dalle lacrime, sentivo scendere giù per il mio viso il mascara; mi voltai e corsi per le scale per
prendere la mia borsa e il soprabito bianco, mentre prendevo sentivo Federico salire le lunghe scale di legno, corsi giù, ma
Federico mi bloccò il passaggio con le sue braccia incominciai a urlare << Lasciami stare! Non voglio assolutamente niente
a che fare con te! Mai più! Non mi toccare! Ti ho detto di mollarmi! >> continuai a strillare << Vale scusami, non sapevo
quello che stavo dicendo >> cerco di scusarsi Federico << No! Eri pienamente cosciente di quello che dicevi si leggeva nei
tuoi occhi! >> incomincia a tirargli deboli pugni sul braccio, alla fine non per il dolore fisico ma per la frustrazione mi
lasciò andare,corsi giù dagli ultimi scalini, e uscì dalla porta d'ingresso, per poi sbatterla. Corsi sotto la pioggia, non sapevo
dove stavo andando, ma continuavo a correre, sentivo le persone spostarsi al mio passaggio, corsi finché la pioggia non si
fece più insistente, a quel punto mi fermai, mi guardai intorno cercando, invano, di capire dove mi trovavo; capì che mi
trovavo vicino al bar dove lavorava come cameriera Jessica, mi precipitai dentro, e mi accorsi che nel bar c'era poca gente,
una coppietta di vecchietti e un ragazzo da solo che prendeva un caffè, Jessica lo stava servendo << Pensavo rimanessi sotto
la pioggia >> disse Jessica, con gli occhi ancora arrossati corsi verso di lei, e l'abbracciai, mi lasciò sul suo petto, mentre
mi accarezzava i capelli umidi, << Cos'è successo? >> mi chiese comprensiva, mi avvicinai al suo orecchio bisbigliando
quello che era successo, quando finì il racconto, il ragazzo seduto dietro di noi si alzò ci venne incontro << Desidera il
conto? >> chiese cortesemente Jessica, ma quel ragazzo scosse la testa, infilò la mano nella tasca e mi porse un fazzoletto, lo
accettai << Mi chiamo Alessandro >> si presentò con una voce molto attraente, mi porse la mano quando, aveva un stretta
forte e sicura << Io sono Valentina >> dissi, aveva dei bellissimi occhi color ghiaccio, era muscoloso, aveva un camicia
nera che risaltava il suo corpo perfetto, mi fece gesto di accomodarmi << Non vorrei creare disturbo >> dissi timida <<
Figurati >> mi disse sorridendo, mi accomodai difronte a lui, era un bel ragazzo, aveva all'incirca diciannove anni parlammo
per due ore, mi chiese cosa mi piaceva leggere, la mia musica preferita, il cibo che adoro e quello che odio, mi chiese della
mia vita, e io feci lo stesso, dopo un po' gli arrivò una telefonata, era una donna, il suo viso prima rilassato si fece arrabbiato
“ Ascolta Claudia, non voglio ad avere più niente a che fare con te, mi hai capito?!” disse Alessandro, dall'altra parte del
telefono si sentì un singhiozzo, e poi una frase “ Non volevo, scusami, io amo solo te, perdonami, anche Luca vorrebbe il tuo
perdono!” disse Claudia piangendo “Vedo che Luca è ancora con te, ascolta oramai tu e Luca mi avete tradito e non voglio
più niente a che fare con voi due, digli a Luca che lo credevo il mio migliore amico” e dicendo questo Alessandro riattaccò
violentemente; << Scusami >> mi disse sfoderando il suo sorriso << Figurati, non ti preoccupare >> dissi sincera << Se non
ti sembro troppo invadente, potrei chiederti chi era? >> chiesi super imbarazzata, mi rendevo conto che fosse una domanda
molto personale, aggiungendo il fatto che ci consociavamo solo da due ore << Certo, era la mia Ex, si chiama Claudia, ci
siamo lasciati perché l'ho trovata a letto con il mio migliore amico Luca >> disse deluso piegando la testa << Oh, mi dispiace >> Alessandro, alzando la testa mi guardò con uno strano scintillio negli occhi color ghiaccio << Vale, devo chiederti una cosa >> annunciò sorridente << Cosa posso fare? >> chiesi incuriosita << Vedi c'è una festa ogni anno a cui partecipano le persone importanti di dove lavoro io >> disse con foga << Che lavoro fai? >> chiesi curiosa << Lavoro in una casa discografica >> disse orgoglioso << Wow >> dissi stupita << Comunque stavo dicendo...in questa festa bisogna andare in coppia contavo su Claudia ma dopo quello che è successo per niente al mondo andrei con lei, quindi visto che sono sprovvisto di compagna mi piacerebbe che tu mi accompagnassi, che ne dici? >> chiese speranzoso, non sapendo cosa dire guardai Jessica, che da dietro il bancone continuava a scuotere il capo in senso di approvazione << Va bene, dimmi solo cosa devo fare! >> dissi allegra.
Ciao a tutti scusate se non ho postato prima ma ero impegnato spero vi piaccia P.S. Alessandro è davvero bello!
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