Le ossessioni di Mike di Akane (/viewuser.php?uid=27)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chitarre ***
Capitolo 2: *** Giochi assurdi ***
Capitolo 3: *** Animali feroci ***
Capitolo 1 *** Chitarre ***
TITOLO:
Le ossessioni di Mike
AUTORE: Akane
SERIE:
RPF-Linkin Park
GENERE: comico,
sentimentale
TIPO: raccolta
di one shot, slash, fluff alcune
RATING: dal
verde al rosso, dipende dai capitoli. Il primo verde.
PAIRING:
ChesterXMike
DISCLAMAIRS: i
personaggi non sono miei ma di loro stessi poiché reali, io scrivo
immaginando tutto ciò e non faccio male a nessuno.
NOTE: Mi è
venuta l’idea non so nemmeno io come, ma che Mike ha delle
stranezze/ossessioni/fisse è vero e pensandole più o meno tutte, mi è
venuta in mente questa serie di shot conclusive con il tema comune di
cui ho parlato. E poi sì, avete visto bene. Ho messo avvertimento fluff
perché direi che questa volta ci siamo. Si parla di fluff… me lo direte
voi ma io credo sia così. Ad ogni modo spero di divertirvi abbastanza.
Buona lettura. Baci Akane
LE OSSESSIONI DI MIKE
CHITARRE
Guidava Mike e
non che andasse ad una velocità spedita, ma comunque nemmeno piano.
Chester era
seduto accanto e parlava dei regali di Natale che ormai si avvicinava.
- Non ho palle
di fare regali a tutti! Non è che posso farne uno generico e basta? -
Mike che l’ascoltava facendo attenzione alla strada ed alle vetrine dei
negozi che passava, rispose divertito perché lo conosceva bene:
- Tu nudo con
un fiocchetto in testa? - Chiese ironico sapendo che comunque pensava
ad una cosa simile…
Chester ghignò
lieto che il suo compagno lo conoscesse così bene…
- Tu mi leggi
nel pensiero! - Mike rise a sua volta.
- Sei
prevedibile, Chez… -
- Senti, a me
scoccia da morire andare in giro a fare shopping, anche se ci vado con
te! - Mike che lo ascoltava e pure gli rispondeva nonostante guidasse e
al tempo stesso osservasse il mondo circostante oltre che la strada,
piantò improvviso una brusca frenata che fece andare Chester quasi sul
vetro; questi infatti cominciò ad imprecare come una bestia infernale
mentre guardava le macchine intorno a loro fare altrettanto dopo delle
frenate dell’ultimo minuto.
I clacson non
si sprecarono e vedendo che Mike ancora non si muoveva ma che guardava
fisso una vetrina oltre la spalla di Chester, questi suonò lui stesso
per farlo tornare in sé e quando successe, lo investì con la seconda
rata:
- Ma fottuto
idiota che non sei altro, che cazzo ti è saltato in mente? Levati dalla
strada, si può sapere che diavolo hai in testa per frenare in quel
dannato modo? Mi hai quasi fatto spiaccicare sul vetro, non sai quanta
fottuta gente ci ha evitato per così? Mike! Pronto?! -
Ma Mike sebbene
si mise in parte per parcheggiare, rimase trasognato a fissare sempre
qualcosa oltre la spalla di Chester. Solo allora il ragazzo si girò per
vedere di cosa si trattasse e quando vide il negozio di chitarre si
prese il viso fra le mani e lo scosse sconsolato.
- Oh cazzo, no…
ma mentre guidi?! Sei fottutamente psicopatico! - Mike nemmeno lo
sentiva e scendendo dall’auto senza distogliere lo sguardo dalla
vetrina del negozio di chitarre e da una nello specifico, fece per
attraversare la strada senza nemmeno controllare che non venissero
esseri viventi ad investirlo. Chester si precipitò subito fuori e lo
prese per un pelo per il braccio quindi continuando a sbraitargli
contro parole che scivolarono addosso a Mike senza entrare nel segno,
l’accompagnò dall’altra parte della strada.
Sospirando
rassegnato, giunto davanti alla destinazione finale, gli chiese
cercando di capire quale fosse stata questa volta ad avergli fatto
rischiare la morte.
- Quale? -
Mike puntò la
vetrina e con occhi sbrilluccicosi tremendamente infantili ne indicò
una.
Era una gran
bella chitarra elettrica, un ultimo modello prestigioso che avrebbe
fatto invidia a qualunque musicista, per uno che ne collezionava era
come la Piramide di Cheope per un archeologo!
- E’ una gran
bella chitarra… - Ammise Chester calmandosi. Almeno l’aveva quasi
ucciso per una cosa bella. Mike annuì frenetico, a momenti si sarebbe
messo a saltellare. - non ce l’hai già una simile? - Chiese
ricordandosi di averne vista una simile a casa sua dove teneva la sua
famosa collezione lontano dalla portata di chiunque fosse inferiore ai
venti anni.
- No… questa ha
le curvature diverse, anche il manico è leggermente differente, è più
maneggevole e… - Si mise a descrivere per filo e per segno le
differenze delle due chitarre in questione che di sicuro poi alla fin
fine sarebbero apparse insulse, quindi tagliando corto e sapendo che
comunque quando si metteva in testa una cosa era la fine e non lo si
smuoveva, guardò il prezzo. - Mmm… mica male come costo… cazzo, Mike, e
tu spenderesti una cifra simile solo per una chitarra con delle
differenze minime da una che hai già a casa che poi, fra l’altro, non
userai forse mai? - Mike lo fissò subito come avesse bestemmiato e con
aria da posseduto cominciò a parlare a macchinetta senza nemmeno
prendere fiato, sventolandogli l’indice davanti al naso, cosa che
Chester odiava profondamente infatti lo fissava talmente male che a
poco l’avrebbe morso.
- Tu non
capisci proprio un cazzo come sempre, Chez! Queste chitarre sono da
collezione e se ne trovi una con delle minime differenze da un’altra
che già hai è ovvio che la devi avere, le devi esporre vicine a quelle
della stessa serie per far vedere l’evoluzione della meraviglia! E no,
non si possono usare però le devo dipingere! -
Altra fissa di
Mike, oltre al collezionismo spietato delle chitarre, una volta
comprate se le pitturava con dei pennarelli apposta. Faceva delle vere
e proprie opere d’arte rendendo la chitarra in questione ancor più
unica oltre che rara.
- Però è una
contraddizione, se ci tieni tanto dal prenderle e non usarle per non
rovinarle, poi che senso ha dipingerle? - Non l’avesse mai detto! Il
dito divenne ancor più insistente, sventolato sempre davanti agli occhi
dell’altro, ma senza notare la sua aria seccata, Mike riprese il suo
sermone sul limite dell’isteria.
- E’ l’unicità
che rende speciale qualcosa che lo è già di suo! Non posso avere
qualcosa che può avere qualcun altro, sempre in ambito di chitarre, ma
siccome non posso togliere lo strumento specifico dal mercato, rendo
unico e diverso il mio! - Aveva anche un che di logico ma rimaneva una
cosa strana e di pura contraddizione, a Chester comunque non gli
importava nulla dal momento che quel maledetto dito non la smetteva di
muoversi così vicino alla sua faccia. Fu così che per non ucciderlo
glielo prese e torcendoglielo con cattiveria grugnì:
- Fai quel
cazzo che ti pare ma piantala con questo fottuto dito che altrimenti te
lo spacco! - Mike si lamentò e sembrò tornare in sé, quindi dicendo una
serie di ‘ok’ frenetici, si riappropriò della mano.
Tornato a
fissare la vetrina con aria sognante, Chester si placò. Lo preferiva
versione bimbo davanti ad una torta di panna piuttosto che checca
isterica.
Quando
entrarono Mike si perse perché comunque doveva guardarsi tutte le altre
chitarre presenti e naturalmente, come da Chester previsto, si imbatté
in un’altra di ultima fattura che fece brillare gli occhi
all’interessato. E dopo la gioia, lo spegnimento.
Chester lo
fissò incredulo.
- Ed ora che
hai? -
Mike a quel
punto si girò verso il compagno tenendo una chitarra per mano e proprio
vicino al suo viso. Sembrava un bambino che non sapeva decidersi fra
una torna alla panna e l’altra e visto che Chester adorava quella sua
versione, decise di dargli corda.
- Non so
decidermi… -
- Comprale
tutte e due… -
- Ma sono una
spesa mica da poco… - Chester inarcò le sopracciglia. Che gli saltava
in testa di pensare al prezzo?
- E che te ne
fotte? Le vuoi? Prendile! I soldi li hai! -
Mike però
sospirò posandole nei rispettivi piedistalli, rigorosamente vicini. Non
era facile per lui, però aveva dei famosi principi.
- E’ che mi
sono sempre detto di non diventare uno di quelli dalle spese folli solo
perché ho i soldi e posso. Oltretutto siamo in periodo natalizio e ci
sono un sacco di regali da fare. Anche se a te scoccia a me piace
pensare a qualcosa per ognuno e sai quanta gente conosco? Inoltre
facciamo tante campagne d’altruismo e poi sputtano i soldi così? Un po’
va bene, dico, ma non posso esagerare, no? - Chester che non poteva già
più di ascoltarlo, si rivolse al negoziante che se la rideva come non
mai. Mike era frequente di quel posto e conosceva La sua ossessione per
le chitarre, di conseguenza se ne procurava sempre di nuove di
proposito.
- Le prendiamo
entrambe. - Fece secco. Mike lo guardò senza capire.
- Ma Chez, hai
sentito cosa ho detto? -
- E tu hai
sentito me? Ho detto LE PRENDIAMO… non le prendi. -
Mike si fermò,
dovette scollegarsi dal proprio mondo per tornare in quello reale,
quindi quando registrò il significato delle sue parole gli occhi gli
divennero lucidi e tornando come un albero di natale, gli piombò fra le
braccia stringendoselo fino a soffocarlo.
- Oddio, ma sei
tenerissimo! Grazie, Chez! Ti amo! - Se non fossero due abituati a
scherzare, il negoziante avrebbe pensato seriamente male ma
l’esuberanza di Mike era famosa e non ci pensò, anzi, si mise a ridere.
- Sì, sì, dai…
- Cercò si sbolognarselo frettoloso per imbarazzo incombente. Amava
farsi sbaciucchiare da Mike ma non certo in pubblico e sapendo che dopo
il ‘ti amo’ sarebbe arrivata la sua bocca, se lo tolse di dosso prima
che potesse farlo. Mike era comunque troppo contento per quello che
aveva conquistato e continuando a saltellare come un bimbo, guardò il
commesso sistemargli le due chitarre.
Una volta in
macchina dai vetri furbamente oscurati, aspettarono prima di ripartire
per poter riprendere dall’interruzione. Mike era ancora tutto un
fremito d’eccitazione, non ricordava di essersi mai sentito più felice
ma ovviamente era una sensazione del momento.
Chester non era
famoso per la sua generosità, anzi, ma per quel che riguardava Mike non
badava né a spese né a principi. Adorava vederlo così com’era ora,
semplicemente. Non c’era niente da fare, si disse ricevendo finalmente
le sue labbra entusiastiche ed accettandole di buon grado.
Era proprio
fottuto.
-
Babbo Natale è arrivato in anticipo per te. Se fai una fottuta mezza
parola agli altri che ti ho regalato una cazzo di chitarra per Natale
ti faccio il culo, perché non intendo fare cose del genere a tutti! È
solo una rottura di coglioni fare regali, cazzo! - Ma ormai Mike non ci
sentiva più e continuando a ricoprirgli il viso di baci, gli tolse il
respiro. Un gran bel modo per morire, comunque.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Giochi assurdi ***
*Per
questa seconda shot raccolta ne Le ossessioni di Mike, troviamo
un'altra parte demenziale di Mike, l'ossessione che nutre verso i gioci
assurdi per non dire imbecilli. Sempre naturalmente a discapito di
Chester. Per questo breve pezzo mi sono ispirata alle foto che
troverete sotto (è confermato e risaputo che la scimmia è Mike).
Trovando quelle foto troppo esilaranti ho voluto usarle e siccome Mike
ha questa mania per i giochi, eccovi il pezzo. Buona lettura. Baci Akane*
GIOCHI ASSURDI
Chester entrò
in casa sbattendo come suo solito la porta, gracchiò un seccato ‘ehi’
in direzione di Mike ma quando notò che il compagno non era dove di
solito si trovava quando stavano lì nell’appartamento secondario,
ovvero nel suo studio davanti al computer, si sedette sul divano rosso
gridando come un ossesso.
- MIIIKE! - Ma
al silenzio completo in risposta capì che doveva essere solo. Non ci
avrebbe minimamente pensato ad alzarsi e cercare e tanto meno a
ragionare che se le luci erano accese e la porta d’ingresso aperta,
come minimo doveva esserci qualcuno dentro. Alzando le spalle rimase
seduto chiudendo gli occhi con quella di riposare un po’ prima della
riunione. Con gli altri dovevano vedersi più tardi, in teoria con Mike
avevano appuntamento prima per stare un po’ da soli ma lui aveva fatto
ritardo. Solo ora notava che l’altro lo stava facendo di più, un evento
in effetti.
Quando sentì un
rumore sospetto dal corridoio aprì flemmatico mezzo occhio, non si
scompose e tanto meno si allarmò, specie quando poi un mostro
scimmiesco saltò fuori mettendosi in piedi sul suo stesso divano in
posa d’agguato verso di lui.
Chester aprì
entrambi gli occhi, girò il capo, guardò l’uomo vestito da scimmia con
tanto di cappuccio a maschera che copriva completamente il viso e senza
fare una minima piega né in senso ilare né in senso turbato, alzò le
mani nel suo stesso modo come volesse rispondere allo spavento che
l’intruso aveva cercato di arrecargli.
- Oh che paura!
- Fece assolutamente monocorde, come se non gli importasse minimamente
della scena che gli si era appena presentata ma soprattutto come se
fosse normale per un adulto vestirsi da scimmia.
Certo, perché
che quello fosse Mike non c’era dubbio, ovviamente.
L’essere
travestito imitò un gorilla senza perdersi d’animo e dopo aver
saltellato sopra Chester passandogli di qua e di à, si decise a sedersi
sfinito, non aveva certo l’età per fare il pazzo scatenato come poi
aveva fatto.
- Non ho l’età!
- Commentò sfinito.
- No, per fare
il pazzo scatenato no ma per mettere il vestito da scimmia sì, vero? -
Disse finalmente Chester ironico, alla fine non aveva potuto non
sciogliere la propria maschera di imperturbabilità. Del resto davanti
ad un affare simile che faceva la scimmia vestito da scimmia c’era
decisamente poco da fare…
Mike, col
fiatone, rimase immobile con le braccia larghe accanto a sé, stava per
morire per i troppi saltelli e non si sentiva per niente offeso dalle
parole di Chester il quale, accomodatosi proprio attaccato a lui sopra
uno dei suoi bracci aperti, continuò ghignando:
- Non ti chiedo
dove diavolo l’hai tirato fuori quest’affare! -
- L’ho trovato
in un negozio di giochi e non potevo non prenderlo! Mi sono immaginato
la tua faccia quando fossi saltato fuori con questo addosso a fare la
scimmia ma vedo che non ti ho spaventato e nemmeno impressionato! Non
hai fatto una piega! - Disse poi Mike deluso con una vocina sottile da
bambino. Adorava giocare e fare la parte dello scemo ma adorava ancora
di più se gli davano corda. - Con te non c’è soddisfazione! Joe si
sarebbe messo a fare la scimmia con me! - Continuò a lamentarsi
piagnucoloso.
Chester alla
fine rise, non poteva non sciogliersi e divertirsi a queste scene, solo
lui riusciva a ribaltargli completamente una giornata pessima, spesso
proprio coi suoi soliti giochi assurdi di cui ne era proprio
ossessionato assai volentieri!
- Ma non puoi
impressionarmi o spaventare conciato nel tuo animale naturale! - Dargli
a lui della scimmia non era un’offesa per Mike, adorava le scimmie ed
in molti lo paragonava ad una di esse ma non per i modi scalmanati
visto che era una persona piuttosto statica tutto sommato, proprio per
il suo entusiasmo e per le orecchie. Secondo tutti, infatti, le sue
erano orecchie da scimmia e Mike ci era parecchio affezionato!
Il suo mugolio
in risposta fu estremamente infantile e facendo sorridere ulteriormente
il compagno, per placarlo e farsi perdonare dell’apparente indifferenza
di prima gli baciò la fronte attraverso il cappuccio-maschera ancora
abbassato. Non contento gli toccò sfacciatamente il pacco, sempre da
sopra il costume, e questo regalò un enorme sorriso alla scimmia che
però Chester poté solo immaginare poiché il suo viso rimaneva ancora
coperto. Non sembrò comunque essere un vero problema visto che gioco
per gioco, sempre per rimediare alla sua scarsa risposta, gli salì
sopra a cavalcioni e guardandolo con profondo e preoccupante sadismo,
disse:
- Allora,
scimmia… come posso rimediare per farmi perdonare? - Chiese già
allusivo.
Era ironia e a
quel livello Mike si trovava benissimo, ci sapeva giocare alla grande e
senza togliersi la maschera da scimmia dal viso, rispose prendendolo
per i fianchi:
- Come, non sai
cos’è che piace tanto alle scimmie? -
Fu la fine non
solo perché Chester pensava a quello sin dall’inizio ma proprio perché
Mike aveva raccolto lo scherzo come piaceva a lui.
Volgare!
- Parli delle
banane? Se è quello che volevi bastava chiedere, non serviva ti
travestissi da scimmia per chiederla! -
Replicò
abbassando il tono e diventando oltremodo malizioso. Mike da dietro il
cappuccio continuava a ridacchiare, gli occhi gli brillavano e la gola
cominciava a seccarsi. Si stava divertendo come un dannato, amava
profondamente quando Chester stava alle sue cazzate perché poi, chissà
come mai, finivano sempre per prendere quella piega maniaca!
- Allora io
aspetto, ho fame! - Rispose senza la minima esitazione accendendo
ulteriormente l’altro, se possibile.
Senza fiatare
ancora un istante di più, si slacciò subito i pantaloni e tirandosi su
sulle ginocchia, rimanendogli comunque sempre sopra a cavalcioni, gli
tolse il cappuccio rivelando il suo viso acceso e ridente, gli occhi
brillavano sia di malizia che di divertimento e si eccitò ancora di più
perché amava Mike così euforico tutto per lui. Sempre l’unico in grado
di rivoltargli la giornata da così a così.
Fu lui stesso
ad aiutarlo a tirare fuori il suo ’frutto’ e quando glielo avvicinò al
viso, non esitò a prenderlo fra le labbra per assaggiarlo. Dopo i primi
movimenti mugolò di gusto e Chester ghignò ancora.
- Gradisci la
banana? - Era cosa buona e giusta continuare a parlare secondo quel
gioco assurdo, davvero buona e giusta… specie per Mike…
- Gustosa. - E
lui sapeva assecondarli, i giochi. Molto bene decisamente.
Crebbe subito
d’intensità e tanto lui lo faceva con la bocca accompagnandoselo con le
mani, tanto l’altro spingeva gemendo di piacere. Riusciva addirittura a
non considerare l’assurdo vestito che indossava Mike, nemmeno quello lo
smontava, come se fosse normale farsi fare una cosa simile da un uomo
travestito da primate!
Peccato che
comunque se ne accorse lo stesso, solo un po’ dopo… quando voglioso di
andare oltre quell’assaggio si sciolse dal suo viso per scendere e
togliergli i vestiti.
Quando provò a
mettere mano al pelo che rivestiva il compagno, lì si rese conto che
spogliarlo non sarebbe stato facile.
Si fermò,
guardò meglio corrucciato e si corresse con un’imprecazione poco fine.
Era
praticamente impossibile riuscirci senza romperglielo… cosa che a
momenti avrebbe anche fatto se… la porta d’ingresso non si fosse aperta
proprio mentre Chester stava per crearsi un varco coi denti e le unghie
cercando intenzionalmente di rompergli il vestito!
- Chi cazzo è
proprio ora? -
- Proprio ora
che? Mica ti facevo rompere questa meraviglia! - Replicò subito Mike
dandogli una spinta col piede per toglierselo di dosso e allontanarlo
dal proprio costume!
Lo sguardo che
si scambiarono i due fu interrotto a sua volta dall’arrivo di Joe che
appena vide Mike vestito da scimmia si mise a ridere subito
rumorosamente e senza perdere un secondo cominciò a saltare proprio
come l’animale da cui era conciato.
Nel giro di un
istante anche la scimmia vera era lì che faceva il pazzo con somma
soddisfazione per essere assecondato come avrebbe voluto prima.
A Chester non
rimase che fissare i due fare gli idioti appuntandosi mentalmente un
paio di cose…
“Lo
sapevo che quel fenomeno voleva questo ma se lo scorda che faccia la
scimmia… al massimo gli posso dare da mangiare!”
Certo essere
interrotto in quel modo non era il massimo ma con una sottospecie di
scimpanzé andare oltre quel punto non sarebbe stato comunque il massimo
e poteva ritenersi anche soddisfatto così.
Almeno fino a
che gli altri non fossero andati via e Mike non si fosse tolto quella
roba di dosso!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Animali feroci ***
*Ecco
un altra shottina breve ma divertente su una delle tante ossessioni di
Mike. Questa più che tale è una stranezza o comunque una particolarità
che spicca e dalla foto la noterete da soli. Dal titolo si capisce.
Vedendo le sue foto dove espone di sé una tipologia di essere umano
piuttosto calmo, carino e coccoloso si direbbe che gli piacciono le
cose altrettanto calme, carine e coccolose. Peccato che poi tutto ciò
venga completamente smentito dal fatto che sta con Chester (e non serve
aggiungere altro) e dal cane che ha. Ok, non so se di preciso quello
della foto sia il suo ma da come se lo coccola con quel capolavoro di
espressione ho immaginato che fosse lui. Comunque che il suo cane si
chiama Bessie è vero.
Sono oltretutto lieta di annunciare che l'ultima one shot di questa
raccolta è arrivata quarta ad un contest del forum dell'EFP 'Erotic
Contest' indetto da SaraViktoria e Andrea. Grazie per la posizione ed i
complimenti. Chi non sa di che fic si tratta perchè aspetta la
pubblichi, resti sintonizzato!
Buona lettura.
Baci Akane*
ANIMALI FEROCI
Mike era seduto
al mixer. Lui e Joe stavano cercando di ragionare sui suoni dell’ultima
canzone incisa. Era come se mancasse qualcosa, in realtà niente di
specifico. Le musiche andavano bene, come al solito tutti gli strumenti
erano stati registrati alla grande ed avevano trovato spazio per
aggiunte dell’ultimo minuto, tutti avevano personalizzato in qualche
modo, ma secondo lui e Joe, gli specialisti degli effetti speciali,
mancava qualcosa.
Mentre gli
altri se ne erano ormai già andati, in studio erano rimasti solo loro
due e Chester. Era ovvio che non potesse andarsene prima di Mike.
Dopo aver
girato e rigirato in lungo ed in largo, si era fermato nella poltrona
ad osservarlo lavorare sui suoni con molta serietà. Era estremamente
concentrato e gli occhiali da vista gli donavano un’aria estremamente
intellettuale e da secchione. Insomma, tutt’altro rispetto a ciò che
poi era veramente.
Lui e Joe
comunque ebbero ampiamente modo di perdersi in discorsi complicati da
spacca neuroni, cosa anomala per loro visto che solitamente erano
quelli che facevano i dialoghi più demenziali.
Più noiosi e
comuni di così per Chester non potevano essere…
- Secondo me
dobbiamo riuscire a dargli un’impronta tanto delicata quanto… non so,
nostra! È una canzone tragica e romantica al tempo stesso, ma non quel
romantico sdolcinato, quel romantico così drammatico che richiede un
tocco di cupezza in più rispetto al connubio degli strumenti che
abbiamo usato. Cioè, quello che c’è va bene ma manca qualcosa in più,
che ci identifichi. Che quando lo si ascolti si capisca subito che è
nostra. È bella ma è ancora troppo ordinaria. Serve un tocco di
surreale ed imparagonabile che non si sia ancora sentito in giro! -
In mezzo a quel
vortice di parole su arte, creatività ed anche romanticismo di tanto in
tanto, Chester pensò di essere tornato a scuola ed associando il volto
serioso ed intellettuale di Mike a quello di uno dei suoi odiati
professori, si chiese come potesse fare per farlo tornare l’amato ed
eccentrico assurda creatura di cui era perdutamente innamorato!
Fu nel
dormiveglia, quando si stava calando nel sonno più profondo, che gli
venne l’idea perfetta e scattando in piedi come una molla uscì
sbraitando allegramente che sarebbe tornato subito.
Mike lo sentì
appena andarsene, Joe nemmeno se ne accorse.
Era turbato e
seccato da questa mancanza, non trovava proprio la chiave giusta, ci
voleva qualcosa che arricchisse in qualche modo quella canzone così
drammatica, tragica e romantica al tempo stesso. Era uno dei loro
capolavori, ne era convinto, ma ci mancava qualcosa… ma cosa?
Provarono suoni
e suoni e molti li inventarono ma niente pareva convincerli fino a che,
al colmo della serietà che incombeva sulle loro facce e specie su
quella di Mike più cupo di sempre e seccato per la mancanza del suo
solito tocco di genialità che normalmente aveva nei momenti più
critici, la porta si aprì.
Prima di
girarsi a vedere chi era sentì il respiro veloce e pesante e capì
subito.
Quando si voltò
infatti aveva già gli occhi che brillavano e quando lo vide le lucette
di natale avevano acceso il suo viso non più tetro e seccato.
Un’espressione tenerissima e al settimo cielo lo illuminò, sembrava
avesse davanti la creaturina più coccolosa e dolcissima del mondo e con
un sorriso a trentadue denti si inginocchiò davanti al nuovo arrivato e
prendendogli i lati del viso cominciò ad accarezzarlo con energico
entusiasmo parlandogli gioioso con una vocetta infantile:
- Amore mio! La
mia Bessie! La mia piccola cucciola stupenda! Ma chi è il cane più
bello del mondo? Chi è il cane più bello del mondo? Ma sei tu! Amore
mio! La mia piccola Bessie! -
Nonostante
sapessero entrambi gli altri due che lo fissavano che Mike faceva così
con la sua Bessie, ogni volta che lo vedevano rimanevano sempre stupiti.
Aria a posto ed
intellettualoide fra occhiali ed espressione fino a poco prima
impegnata e poi eccolo lì, tutto all’opposto, inginocchiato con un’aria
infantile e giocosa a fissare con occhi brillanti una cosa che a
vederlo sembrava piccola, carina, tenera e coccolosa.
Invece era un
pitbull enorme che era il doppio di Mike!
L’aria feroce
l’aveva di natura e nonostante fosse tenuto benissimo, il pelo era
lucido e curato e non sbavasse nemmeno un po’, dalla mascella aperta
‘sorridente’ si vedevano la fila di denti affilati e aguzzi che nel
guardarla chiunque si chiedeva A, come avesse potuto chiamarla Bessie,
un nome così da cucciolina, e B, come potesse definirla ‘piccola’
parlandogli e guardandola con quell’aria non solo adorante ma anche
come se fosse una principessina splendida e minuscola, esile e delicata!
Le carezze
energiche e forti dimostrarono che era abituato ed in men che non si
dica il cane gli rispose con delle leccate che gli lavarono tutto il
viso che anch’esso era circa la metà di quello della bestia.
Per un momento
Chester pensò che l’avrebbe divorato ma poi lo vide riemergere ridendo
e abbracciando affettuoso il pitbull, disse allegro e trasformato come
la notte ed il giorno.
- Oddio, grazie
Chez! Mi hai portato la mia piccolina! Mi ci voleva proprio un po’ di
distrazione! Sei un tesoro, grazie! Solo tu potevi pensarci! -
Così sì che
andava bene, finalmente!, pensò Chester soddisfatto ghignando mentre lo
guardava. Era un contrasto vivente.
L’aria da
professore serio unita a quelle sue stranezze senza fine.
Gli piacevano
gli animali feroci e non solo, li sapeva gestire tanto bene che era
praticamente inumano. Qualunque bestia pericolosa a lui non solo
piaceva e la vedeva come un esserino fragile e dolcissimo ma riusciva a
domarla alla grande.
Chester adorava
quando lo faceva, specie perché non si rendeva conto che nel suo
piacergli quel lato, ovvero quello che apprezzava le cose feroci e che
le sapeva domare, era come dire che adorava come apprezzava lui stesso.
Chester era
feroce e non solo Mike aveva perso la testa per lui ma l’aveva anche
domato perfettamente.
Quando il cane
si sistemò sul divano con il secondo papà, il primo ebbe la famosa
illuminazione che aveva tanto aspettato nervosamente.
- Ci sono, so
cosa ci vuole! Un tocco di grottesco! Gli serve del carattere, qualcosa
che graffi! Senti qua, Joe, che ne dici di questo? -
Nel giro di
pochi minuti conclusero il lavoro e trovarono l’effetto giusto finendo
la canzone.
Quando Joe se
ne fu andato, Mike rimase a sistemare le ultime cose prima di uscire
mentre Chester stava adagiato comodamente sul suo cane che ormai lo
considerava come, appunto, il secondo papà. Anche lui a casa aveva due
cani di taglia considerevole. Un labrador che era un incrocio con un
rottweiler ed un Australian Shepard. Se il secondo non incuteva timore
anche se non era propriamente piccolo, il primo un certo timore lo dava
comunque. Ovviamente quest’ultimo glielo aveva portato a casa Mike
obbligandolo a tenerlo con sé, dicendo che lui non poteva perché la sua
Bessie aveva qualche problema con tutti gli altri cani del mondo.
- Sei stato
grande, è stata proprio la mia cucciolotta ad ispirarmi! Ti amo! -
Concluse poi entusiasta Mike sedendosi sopra Chester che a sua volta
era appoggiato su Bessie. Gli stampò un bacio sulle labbra che sapeva
di cane e il destinatario infatti fece una smorfia ma imprecò a
dismisura quando il pitbull ‘delizioso’ si intromise lavando ad
entrambi il viso.
Adorava quando
i loro due papà si facevano le coccole su di lei.
Peccato che
Chester non amava sbaciucchiarsi Mike che sapeva di cane!
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=880230
|