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Ciao a tutti!! Le vacanze al mare sono
terminate e senza che me lo aspettassi l’ispirazione mi ha colpita ancora prima
di quanto pensassi, e così … ecco un’altra ff!
Sana e Heric non si conoscono, l’attrice va
alle Hawaii con Charles per girare un film e … farà un incontro molto
speciale!^^
leggete e recensite!
Un bacione
J Daisy J
Sulla cresta dell’onda
Capitolo 1.
“Hawaii, sto arrivando!!!”
La diciottenne attrice Rossana Smith
saltellava felice sulla scaletta che portava all’aereo diretto verso l’arcipelago
tropicale. Poco dietro di lei un ragazzo della sua stessa età la guardava con
un paio di brillanti occhi azzurri e sorrise.
“Sei sempre la solita esuberante, eh, Sana? Ti ricordo che stiamo andando a
lavorare …” le disse.
“Non fare il solito guastafeste, Charles!
Dopotutto le riprese saranno solo alla sera e soltanto qualche volta durante il
giorno, perciò avremo tutto il tempo che vogliamo per divertirci!” ribatté lei
ricambiando con energia il sorriso. “Dicono che alle Hawaii ci siano le onde
perfette per fare surf … e io voglio cavalcarle!”. La ragazza cominciò a
sognare ad occhi aperti, vedendosi surfare su un’onda altissima, compiendo le
più temerarie evoluzioni sulla sua tavola, ma ancora una volta il suo amico la
riportò con i piedi per terra:
“Tu non sai surfare, Sana … ci hai provato solo un paio di volte!”
Improvvisamente, nella sua mente Sana si
vide cadere tra le onde.
“Dettagli, dettagli … allora partiamo?!”
cambiò argomento, e sempre saltellando e sorridendo salì sul jet privato che i
loro manager avevano fatto preparare per volare sull’Oceano Pacifico. La
ragazza si sedette accanto al finestrino, e Charles prese subito posto accanto
a lei. Si allacciarono le cinture, e dopo alcuni minuti l’aereo decollò. Quando
stavano ormai sorvolando il mare, Charles si rivolse alla ragazza:
“L’altro giorno ho letto su una rivista della tua rottura con Will … mi
dispiace …”
Sana, che stava guardando fuori dal
finestrino, si voltò verso di lui e lo guardò negli occhi:
“A me no! Era solo uno stupido che stava dietro ai miei soldi … e a qualcos’altro
… non sai che soddisfazione quando l’ho mollato!” gli rispose. Il ragazzo
rimase per un attimo interdetto.
“Cosa?! Ma … ma a me sembravate una coppia
perfetta!”
“Be’, hai visto male …” concluse l’argomento
Sana, e tornò a guardare fuori dal finestrino. La storia con Will era iniziata
poco più di un mese prima … lui era un fotografo, e aveva conosciuto Sana
quando le avevano proposto di posare per una rivista di moda. Il giovane si era
innamorato subito delle curve e della fama della ragazza, così fingendo di
essere davvero interessato a lei le aveva chiesto di uscire e … be’, una cosa
tira l’altra, e alla fine si erano fidanzati. Ma Sana non ci aveva messo molto
a capire il suo gioco … era stato facile quando per la terza sera di seguito
aveva provato a strapparle quasi di dosso i vestiti mentre erano ancora nell’auto
di lui! E così, senza troppi rimpianti, l’aveva scaricato. Certo, un po’ le
dispiaceva: all’inizio ci aveva creduto davvero, in quella storia. Ma ormai era
acqua passata, e sinceramente ora si sentiva più libera.
All’improvviso fu distolta dai suoi
pensieri da una mano che si era posata delicatamente sulla sua …
“Lo sai, Sana, che io sono sempre qui …” le
disse Charles intrecciando le loro dita e guardandola profondamente negli
occhi. Sana gli rispose con un sorriso, ma quando vide il viso di lui
avvicinarsi lentamente si scostò all’istante, fermandolo.
“Charles! Lo sai che siamo solo grandi
amici! Smettila di provarci con me!” lo rimproverò, seccata, lasciando andare
la sua mano. Gli occhi di Charles ai addolorarono.
“È vero, Sana, per ora siamo solo amici, ma
se solo tu …”
“No! Ti ho detto di smetterla! Non può
succedere nulla tra noi due! Perché non ti metti l’anima in pace??”
“Ma io ti amo!” protestò il ragazzo.
“E io no!perché devi farmelo ripetere cento
volte al giorno?!”
Con questo Sana si voltò dall’altra parte e
non tornò più a guardare il ragazzo per il resto del viaggio. Erano grandi
amici, ma quando Charles faceva queste scene non lo sopportava proprio!
Dopo alcune ore di viaggio, la giovane
attrice scorse un puntino in mezzo alla distesa dell’Oceano …
“Ehi, ecco le nostre isole!!” esclamò in
preda all’entusiasmo. Charles, che si era appisolato, si svegliò di soprassalto
all’urlo dell’amica.
“Eh??” biascicò, ancora mezzo assonnato.
“Siamo arrivati, Charles!” gli disse lei,
uno splendido sorriso sul volto, ormai dimentica di ciò che era successo prima.
“Guarda, quella è Honolulu!!” esclamò indicando fuori dal finestrino. Ormai l’aereo
era abbastanza basso da permetterle di distinguere la città. “E guarda quelle
onde! Sono altissime!!!” si meravigliò. Quando l’aereo atterrò, nulla riuscì a
trattenerla dal scendere a terra con euforia prima ancora che il grosso motore
venisse spento.”Dai, Robbie! Muoviti! Voglio vedere l’hotel!” esclamò in preda
all’entusiasmo. Il suo povero manager, carico di valigie, cercò di fare il più
in fretta possibile a raggiungerla, ma non riuscendo a vedere dove andava
inciampò in uno dei gradini della scaletta e capitombolò sulla pista di
atterraggio dell’aeroporto, venendo sommerso dai bagagli che portava. Quando
Sana lo vide gli disse:
“Che ci fai lì sotto, Robbie?? Dai, andiamo!” e prendendo in mano due valigie
piuttosto grandi si avviò senza fatica all’uscita, lasciando il manager di
sasso per la sua forza inaspettata.
In strada caricarono tutto su un paio di
taxi, uno per i due ragazzi e uno per i loro manager, e partirono alla volta
del lussuoso albergo in riva al mare che li aspettava. Quando vi giunsero,
furono il regista del film e la sua troupe ad accoglierli. Indicarono loro le
camere che gli avevano assegnato, dopodichè dissero che le riprese sarebbero
iniziate solo due giorni dopo poiché dovevano ancora allestire il set. A Sana
si illuminarono gli occhi a quella notizia.
“Davvero?? Yuppie!! Allora ho tutto il
tempo che voglio per andare in spiaggia!!” esultò, poi strappò dalle mani di
Robbie una delle valigie che portava e aggiunse:
“Be’, io vado a mettermi il costume! Tu vuoi venire al mare, Charles?” chiese
rivolta al ragazzo. Lui avrebbe preferito starsene nella sua camera dell’hotel,
ma poi vide nella sua mente l’’immagine di Sana in bikini e arrossendo
leggermente disse: “Ok, perché no?”
“Benissimo! Allora ci vediamo nella hall
dell’albergo tra venti minuti!” gli disse lei, e scomparve nell’ascensore che
portava alle loro stanze.
Come promesso, venti minuti dopo scese di
nuovo. Charles, che nel frattempo la stava aspettando seduto su uno dei
divanetti della hall, rimase a bocca aperta quando la vide avvicinarsi in
costume, con solo un piccolo pareo a coprirle di poco le lunghe e bellissime
gambe. Di sicuro quell’immagine era di gran lunga migliore di quella che aveva
pensato poco prima … Sana sorrise a vedere la sua faccia, e subito lo spronò ad
alzarsi e ad affrettarsi verso la spiaggia. Il ragazzo, cercando di
riprendersi, le si avvicinò.
“Ti accompagno volentieri” le disse senza
smettere di guardarla, e le mise una mano in vita, avviandosi all’uscita. Sana,
però, infastidita, si bloccò e lo spinse via.
“Charles! Ti ho detto di smetterla! Giù le
mani!” gli gridò, infuriata.
“Va bene, va bene … scusa … dai, andiamo …”
replicò lui, e facendo finta di nulla raggiunse la porta e gliela aprì. Sana
rimase ancora qualche istante a guardarlo scettica, poi però prese il
sopravvento la sua voglia di andare in spiaggia e si decise ad uscire. Charles
le diede un’ultima occhiata da dietro prima di sospirare e seguirla.
Una volta in spiaggia, Sana cominciò a
correre sul bagnasciuga, sorridente. Erano più o meno le tre del pomeriggio, e
il sole scaldava e illuminava tutta l’isola. Il clima però era fresco, visto il
grande vento che soffiava. La ragazza guardò il mare, e vide alcuni surfisti
cavalcare onde altissime a qualche metro dalla riva. Immediatamente le venne
voglia di unirsi a loro e di provare quello sport che l’attirava tanto. Senza
indugiare oltre, andò ad affittare una tavola da surf. Quando fu pronta ad
entrare in acqua si rivolse a Charles chiedendogli:
“Tu non vieni? Non vuoi provare?”
Ma il ragazzo si era già sistemato all’ombra
di un ombrellone. Sana allora fece spallucce e iniziò ad immergersi nell’acqua
dopo aver abbandonato il pareo accanto al ragazzo. Quando fu abbastanza al
largo si sdraiò sulla tavola che aveva preso e iniziò a fare qualche bracciata
in direzione delle onde. Qualche anno prima, per girare un film, aveva preso
qualche lezione di base sul surf, quindi conosceva già le regole principali, e
non le fu difficile cavalcare la prima onda. Quando la vide arrivare, girò la
tavola e aspettò che la raggiungesse, poi si alzò in piedi e iniziò a surfare.
Charles, dalla spiaggia, rimase ad osservarla e dovette ammettere che tutto
sommato se la cavava … Purtroppo l’onda era piuttosto piccola, così Sana si
ritrovò presto di nuovo ferma. Ne cavalcò ancora un paio di scarsa altezza, poi
decise di provare con qualcuna più grande. Quando ne vide una piuttosto alta,
iniziò a remare in quella direzione, prima di voltarsi e prepararsi a surfarla.
Aspettò di essere sulla cresta dell’onda, poi si alzò, e iniziò a cavalcare
quell’onda altissima. Riuscì a fare un paio di acrobazie … ma ad un tratto
qualcosa andò storto. Sana perse l’equilibrio e cadde in acqua. L’onda la
travolse, risucchiandola e trattenendola sott’acqua. Charles, che l’aveva
seguita con lo sguardo, scattò in piedi e si avvicinò al mare, cercando di
scorgere la figura della ragazza, ma lei non riemerse.
“SANA!!!” gridò in preda al panico. Un
ragazzo, che dimostrava un paio di anni più di loro e che passeggiava sul
bagnasciuga, sentendolo seguì la traiettoria del suo sguardo e notò la tavola
da surf di Sana apparire e scomparire tra le onde. Intuendo ciò che era
successo, senza esitazioni si tuffò in mare e iniziò a nuotare verso il punto
in cui era sparita la ragazza. Quando raggiunse la tavola da surf si immerse, e
Charles, da riva, lo vide tornare a galla un minuto dopo insieme a Sana. Il
ragazzo iniziò a nuotare a riva trascinando con sé il corpo della giovane, che
sembrava incosciente. Quando arrivò alla spiaggia, Charles andò ad aiutarlo a
portarla sulla sabbia. Il ragazzo si piegò su di lei per vedere se respirava
ancora, poi quando sentì solo un debole filo di fiato uscire dalla sua bocca
posò le mani sul suo torace e iniziò a premere, cercando di rianimarla. Quando
vide che non funzionava, senza perdere la calma disse: “Serve la respirazione
bocca a bocca”
“La faccio io!” intervenne all’istante
Charles, avvicinandosi a Sana, ma fu bloccato da uno sguardo di ghiaccio dell’altro
ragazzo. Quando fissò quelle iridi ambrate un brivido gli percorse la schiena.
“Scusa se te lo dico, ma non mi sembri
molto capace … se permetti io sono il bagnino di questa spiaggia e me ne
intendo molto più di te di rianimazione, quindi scansati, per favore!” e con
una gomitata lo spinse di lato per poi chinarsi sulla ragazza e posare le sue
labbra su quelle di lei. Soffiò un paio di volte, poi premette di nuovo le mani
sul suo petto, ma Sana ancora non rinveniva. Ripeté il procedimento ancora una
volta, e finalmente Sana si risvegliò. Iniziò a tossire, sputando tutta l’acqua
che aveva nei polmoni, e il ragazzo la girò su un fianco. Quando Sana si fu
lentamente ripresa, cercò di focalizzare lo sguardo sulla figura che aveva di
fronte e si trovò a fissare un paio di occhi castani profondissimi,
appartenenti ad un alto ragazzo biondo dal fisico atletico e la pelle molto
abbronzata, che era chino su di lei.
“Mi hai salvata …” furono le prime parole
che riuscì a sussurrare, perdendosi in quegli occhi.
“Lavoro …! Heric Hayama, bagnino!” si
presentò porgendole la mano. Sana, seppure ancora un po’ stordita, gliela
strinse presentandosi a sua volta:
“Rossana Smith, attrice!”
“Sei davvero tu?? Non ci credo!” esclamò il
ragazzo.
“Perché?” chiese interrogativa lei.
“Perché sei ancora più bella della Sana che
compare in televisione …” le rispose lui, sorridendo e aiutandola a rialzarsi.
Sana arrossì al complimento, continuando a guardarlo negli occhi. A quel punto
Charles si avvicinò a lei e l’avvolse in un asciugamano.
“Sana! Per fortuna stai bene! Mi hai fatto
prendere un colpo!” esclamò, e iniziò a strofinarle l’asciugamano con energia,
cercando di asciugarla, avvicinandosi sempre di più a lei. Sana, infastidita,
lo spinse via per l’ennesima volta.
“Quante volte devo dirti di starmi lontano,
Charles?!” gli gridò, irritata. “E se ti sei spaventato così tanto, potevi
almeno venire a salvarmi invece che startene qui ad aspettare che lo facesse
qualcun altro!” aggiunse notando che, al contrario di Heric, era completamente
asciutto.
“Ma …” provò a protestare lui, ma Sana non
glielo permise.
“Smettila! Me ne torno all’albergo, e non
voglio che mi disturbi fino all’ora di cena!” sbottò, poi prima di allontanarsi
si rivolse un’ultima volta al biondino.
“Non ti ho ancora ringraziato … be’, grazie
per quello che hai fatto!” gli disse sorridendogli con riconoscenza.
“Figurati …” disse lui ricambiando il
sorriso. “Oh, mi scusi, sto continuando a darle del tu!” si scusò un attimo
dopo.
“Ci mancherebbe! Mi hai salvata!” lo
rassicurò lei. “Be’, allora ciao … Heric!” lo salutò prima di avviarsi sulla
spiaggia verso l’hotel.
“Ciao … Sana!” rispose lui in un sussurro
udibile solo a se stesso, e rimase ad osservarla andare via, seguita qualche
metro più indietro da Charles.
Grazie 1000 x le recensioni, raga! Come farei
senza di voi??! Ecco il secondo cappy! J Daisy J
Capitolo 2.
Il giorno seguente, Sana si svegliò verso le dieci. Indossò
un due pezzi che aveva comprato pochi giorni prima di partire, si pettinò i
capelli in un’alta coda, si mise un cappello di paglia, un paio di occhiali da
sole e un pareo colorato e scese nella sala ristorante dell’hotel a fare
colazione. Qui trovò Charles e i loro manager, tutti seduti allo stesso tavolo
insieme al regista, che già si erano serviti. Prese una tazza di latte e si unì
a loro.
“Buongiorno, signorina Smith” la salutò il regista.
“Ciao, Sana-chan!” esclamarono tutti gli altri. Lei
ricambiò i saluti, poi ancora un po’ assonnata iniziò a fare colazione.
“Oh, le riprese inizieranno questa sera. Siete d’accordo?”
chiese il regista. Sana sorrise entusiasta.
“Certo! Mi impegnerò al massimo, non si preoccupi!”
“Non avevo dubbi!” sorrise a sua volta l’uomo.
Finita la colazione, Sana disse che sarebbe andata a
prendere il sole sulla spiaggia. Charles cercò di convincerla a rimanere sulla
terrazza dell’albergo, ma Sana disse che preferiva stare in riva al mare, così
si allontanò, lasciandolo un po’ deluso. Quando raggiunse la spiaggia, distese
un asciugamano sulla sabbia, lontano dai lettini dell’albergo, e vi si sedette
dopo essersi tolta il cappello e il pareo. Prese una crema solare che si era
portata dietro e iniziò a spalmarsela su braccia, gambe e petto, poi però si
fermò.
Cavolo, e per la schiena come faccio? Charles non è
voluto venire! pensò maledicendo il
ragazzo. Uffa, per una volta che mi sarebbe servito a qualcosa …
“Serve aiuto?”
Una voce familiare la fece uscire dai propri pensieri.
Si voltò, e davanti a lei trovò il ragazzo biondo che l’aveva salvata il giorno
prima.
“Come?”
Lui le sorrise.
“Vuoi che ti spalmi la crema sulla schiena?” si offrì,
e Sana, nonostante fosse un po’ imbarazzata, accettò il suo aiuto. Si sdraiò a
pancia in giù sull’asciugamano e gli consegnò il tubetto. Pochi secondi dopo
avvertì il tocco delicato di una mano del ragazzo accarezzare la sua pelle,
accompagnata subito dopo dall’altra. Si rilassò, mentre Heric spalmava
lentamente la crema solare sulla sua schiena, massaggiandola con dolcezza. Quando
ebbe finito, richiuse il tubetto, ma non smise di accarezzarla, massaggiandole
le spalle. Il suo tocco era esperto e deciso, e Sana si rilassò ancora di più,
permettendogli di continuare.
“Ti fa piacere?” le chiese.
“Molto” mormorò Sana in un sussurro, gli occhi chiusi
e un dolce sorriso soddisfatto sulle labbra. Rimase in silenzio per alcuni
minuti, godendosi il calore del sole e quello delle mani del ragazzo, che
continuavano a massaggiarla con abilità, poi gli chiese:
“Non dovresti controllare la spiaggia?”
“Ho altri due colleghi che mi aiutano …” fu la
semplice risposta di lui. Poi si fermò. “Vuoi che me ne vada?” le chiese seriamente.
Sana si voltò immediatamente verso di lui.
“No!” disse con decisione. Poi arrossì. “Cioè … se tu
non vuoi …” mormorò imbarazzata. Heric le sorrise e le disse: “Dai, torna giù …!”
Lei si sdraiò di nuovo e il ragazzo riprese a
massaggiarla. Nel frattempo Sana guardava il mare e i ragazzi che facevano
surf, desiderando di essere brava come loro e di poter cavalcare anche le onde
più alte … ma l’incidente del giorno prima l’aveva spaventata, e non si sentiva
ancora pronta a riprovare. Heric si accorse del suo sguardo, e le disse:
“Ieri ti ho vista surfare per un po’ … non te la cavi male, le basi
fondamentali le conosci. Ti servirebbe solo qualche lezione …” si fermò un
attimo, esitando, poi si decise e le chiese: “Se vuoi, potrei aiutarti io …”
Sana si voltò verso di lui incredula.
“Dici davvero? Mi insegneresti a surfare?!”
“Be’, sì … potrei darti qualche lezione …”
“Sei un insegnante?” gli chiese.
“No, ma una volta facevo surf … potresti essere la mia
prima allieva …” propose lui, poi attese la risposta.
“Ne sarei onorata!” gli sorrise lei, entusiasta. Heric
era al settimo cielo.
“Bene! Allora ti va bene oggi pomeriggio, dopo pranzo?”
“Benissimo!” affermò Sana, ed Heric si alzò.
“Ora è meglio che torni al lavoro … ma a pranzo
finisce il mio turno, quindi ci vediamo … verso le due e mezza?”
Sana accettò e si salutarono. La ragazza, un
bellissimo sorriso stampato sul volto, tornò a sdraiarsi a prendere il sole,
aspettando con ansia il pomeriggio …
A pranzo, Charles quasi le saltò addosso.
“Ehi, Sana-chan!” la chiamò. “Oggi pomeriggio andiamo
a fare una passeggiata? Ho scoperto che c’è un bellissimo posto un po’ più in là
da dove si vede benissimo il tramonto! Potremmo raggiungerlo insieme, e magari
restare lì fino a notte tarda …”
I suoi occhi brillavano di una strana luce che spaventò
la ragazza, e Sana fu ben felice di dirgli:
“No, grazie, Charles! E poi oggi pomeriggio sono impegnata!”
Charles per poco non cadde a terra.
“Ah … davvero? E cosa fai?”
“Surf” rispose semplicemente lei, poi raggiunse il
tavolo occupato dal resto del cast e vi prese posto, servendosi il pranzo. Il
ragazzo si affrettò a sedersi accanto a lei.
“Non ne hai avuto abbastanza, dopo ciò che è successo
ieri?” le chiese, speranzoso di convincerla ad andare con lui, ma Sana era
irremovibile.
“No, perché avrò un ottimo insegnante! Heric mi darà
lezioni” gli spiegò. Charles si strozzò con il cibo che aveva appena messo in
bocca, ma lei non ci fece caso. Dopo che ebbe bevuto un’intera bottiglia d’acqua,
si rivolse di nuovo alla ragazza:
“Heric??! Ma chi? Quel tipo ossigenato di ieri?!” esclamò, gli occhi sgranati
per la sorpresa.
“Già. E comunque, primo: quel tipo è il ragazzo
che ieri, a differenza di qualcuno, non ha esitato a venirmi a salvare;
e secondo: non è ossigenato! I suoi capelli sono di un bellissimo biondo
naturale!” ribatté seccata, e ritenne chiusa la questione. Non appena ebbe
finito di mangiare, si congedò dal resto del tavolo e in tutta fretta salì in
camera a prepararsi per andare in spiaggia. Dopo una lunghissima selezione scelse
un bikini e si cambiò, poi imprigionò i lunghi capelli rossi in una treccia,
prese un asciugamano e infine corse fuori dall’albergo. Quando giunse alla
spiaggia, si guardò intorno cercando di scorgere Heric, e dopo pochi minuti lo
vide, seduto sulla sabbia a qualche metro da lei accanto a due tavole da surf. Si
affrettò a raggiungerlo. Quando la vide, il ragazzo si alzò per salutarla con
un sorriso.
“Ciao!” dissero entrambi, poi Heric porse una delle
due tavole alla ragazza.
“Allora … fammi vedere quello che sai fare!” le
sorrise, e Sana senza esitare prese la tavola dalle sue mani e corse verso l’acqua.
Lui la seguì, ed entrambi sdraiati sulle proprie tavole presero a remare verso
il largo. Una volta raggiunte le onde, Heric le disse:
“Le prime due sono tue! Voglio vedere come te la cavi!”
“Agli ordini!” scherzò lei, poi si girò e cavalcò la
prima onda in arrivo. Se la cavò bene, non perse mai l’equilibrio e riuscì a
restare in piedi abbastanza a lungo. Quando prese invece la seconda onda, non
riuscì a tenere il controllo della tavola e scivolò in acqua. Quando riemerse,
Heric la affiancò.
“Non sei andata male!” le disse con un bellissimo
sorriso. “Ora ti faccio vedere come devi fare per distribuire bene il peso del
corpo sulla tavola per non perdere l’equilibrio come hai fatto prima …” e si
allontanò, preparandosi a cavalcare l’onda seguente. Aspettò il momento giusto,
poi con uno scatto rapidissimo si mise in piedi e iniziò a surfare. Sana,
qualche metro più in là, rimase incantata a guardarlo. Era bravissimo. Si
muoveva rapidamente, con destrezza e sicurezza, senza commettere il minimo
errore. Quando tornò da lei, la ragazza era ancora a bocca aperta. I due
ripresero ad allenarsi, cavalcando onde sempre più alte, con Heric che
continuava a darle consigli su come muoversi e che ogni tanto le dimostrava ciò
di cui era capace. Dopo più di un’ora che si esercitavano, Sana aveva già
appreso qualche trucco, e se la cavava decisamente meglio di prima. Si
fermarono qualche minuto per riposare, poi Sana notò un’onda altissima formarsi
alle loro spalle.
“Sei sicura di volerci provare?” le chiese Heric
preoccupato, vedendo il suo sguardo. Sana annuì, e senza dire nulla voltò la
tavola e diede qualche bracciata, preparandosi a cavalcare l’onda. Attese il
momento giusto, poi si alzò e iniziò a surfare. I consigli che le aveva dato
Heric quel pomeriggio le furono d’aiuto e riuscì a restare in equilibrio per
molto tempo. Alcuni metri più in là, il ragazzo la osservava sorridendo,
soddisfatto di quella prestazione. Anche Sana sorrise, felice di esserci
riuscita … finché non perse il controllo della tavola. Cadde ancora una volta
in acqua, e vedendola scomparire Heric si affrettò a nuotare verso di lei. La
ragazza riemerse alcuni secondi dopo, tossendo, cercando di aggrapparsi alla
tavola che galleggiava poco più in là. All’improvviso sentì un forte braccio
avvolgerla in vita e una voce preoccupata dietro di sé chiederle senza fiato:
“Stai bene?!”
Si ritrovò abbracciata a Heric, che la teneva a galla
scrutandola con occhi spaventati.
“Sì, non preoccuparti” gli sussurrò lei, senza fiato. Il
cuore le batteva forte, ma non era per la paura: si sentiva più protetta che
mai tra quelle braccia … Erano quegli occhi profondi a far accelerare il suo
battito, era il tocco della sua pelle contro la propria a farle martellare il
cuore nel petto … Si aggrappò alle spalle del ragazzo, senza smettere di
guardarlo negli occhi. I suoi capelli si erano sciolti e ora fluttuavano
attorno a loro. Si avvicinò lentamente al viso di Heric, attratta come una
calamita dal suo sguardo. Poi però abbassò gli occhi sulle sue labbra, mentre
non smetteva di avvicinarsi sempre di più a lui … ormai i loro nasi si stavano
quasi sfiorando, entrambi avevano socchiuso gli occhi, le loro bocche erano
pronte ad incontrarsi … ma la ragazza si spostò all’improvviso, nascondendo il
viso sulla spalla del ragazzo, abbracciandolo. Heric rimase per un attimo
interdetto, poi però ricambiò l’abbraccio. Sana si staccò velocemente,
allontanandosi dal ragazzo e nuotando fino alla sua tavola, poi tornò a riva. Quando
anche lui fu uscito dall’acqua, imbarazzata gli disse senza guardarlo negli
occhi:
“Grazie, Heric. Ora è meglio che vada …”
Heric la guardò preoccupato.
“Ho fatto qualcosa di
sbagliato?” chiese, domandandosi il perché dell’inaspettata reazione della
ragazza. Lei alzò immediatamente gli occhi incrociando i suoi e con fermezza
gli rispose:
“No! No, no, niente, anzi …! È che … devo rientrare presto … stasera ho delle
riprese, sì …!” balbettò. Poi, cogliendolo alla sprovvista, si alzò in punta di
piedi scoccandogli un piccolo bacio su una guancia. “Grazie ancora, Heric. Ci vediamo!” e corse via.
Non appena raggiunse l’albergo, Sana si precipitò in
camera sua, chiudendosi la porta alle spalle e buttandosi sul letto.
Ma che mi è preso?! si gridò nella mente. All’improvviso, quel pomeriggio, mentre
abbracciava il corpo di Heric nell‘acqua, aveva sentito l’irrefrenabile voglia
di baciarlo … e ci era andata così vicino! Se non si fosse spostata all’ultimo
momento l’avrebbe fatto … Ma perché si era spostata? Non lo sapeva nemmeno lei.
Forse non sono ancora pronta … rifletté. Dopotutto, era appena uscita da una storia,
e non si sentiva in grado di affrontarne un’altra così presto. Temeva che
potesse ripetersi la delusione dell’ultima volta, ed era l’ultima cosa che
avrebbe voluto.
In fondo non lo conosco nemmeno … pensò. Però è così dolce e gentile, oggi sembrava
davvero preoccupato per me! È così bello, così protettivo …
In breve si ritrovò a sognare ad occhi aperti. E l’immagine
che riempiva la sua mente era quella del biondino campione di surf, del tenero
ragazzo che aveva da poco conosciuto, dell’aitante giovane che per due volte si
era lanciato in suo soccorso …
Qualcuno che bussava alla porta la distolse dalle sue
fantasticherie.
“Sana, sei tornata?”
La ragazza si alzò di malavoglia e con uno sbuffo
raggiunse la porta.
“Sì, Charles, ci sono!” disse, e aprì. Si trovò di
fronte il giovane attore.
Certo che lui e Heric sono proprio l’opposto! pensò dando uno sguardo al ‘fisico’ di Charles con un
sopracciglio inarcato.
“Be’, che c’è?” le chiese lui.
“No, niente …” rispose, cercando di trattenere una
risata. “Cosa volevi?”
Senza chiedere il permesso, Charles entrò nella sua
stanza.
“Tra meno di un’ora iniziano le riprese, volevo vedere
se eri qui e ricordartelo.” Fece una piccola pausa, poi le rivolse un sorriso a
trentadue denti: “Allora, sei pronta per girare la nostra scena di sesso?!”
Sana sgranò gli occhi.
“CHE COSA??!! Stasera dovremo girare una scena di
sesso?? Noi due?????” chiese scandalizzata. Non riusciva a sopportarne nemmeno
l’idea. Charles la rassicurò:
“No, dai, scherzavo. Il programma non è cambiato: la gireremo fra due
settimane!”
Sana tirò un sospiro di sollievo. Sapeva che c’era
quella scena sul copione, ma quel giorno non era davvero pronta a girarla …
“Però dovremo provarla, prima o poi, no?” disse
Charles, stendendosi sul letto della ragazza e guardandola malizioso. Sana gli
lanciò uno sguardo di fuoco.
“Non credo proprio! Esci immediatamente da qui!” gli
intimò e stanza troppe smancerie lo afferrò per un braccio e lo buttò fuori
dalla sua camera, sbattendogli la porta in faccia. Poi tornò a sdraiarsi sul
letto, affondando il viso nel cuscino.
Non lo sopporto più!! pensò. Ogni giorno è sempre peggio … E pensare che
una volta eravamo così amici …
Decise di scacciare dalla mente il pensiero di Charles
per tornare a quello decisamente più piacevole di Heric. Si chiese cosa stesse
pensando di lei in quel momento, dopo che l’aveva quasi baciato, e si maledisse
per il proprio comportamento, poi si decise ad iniziare a prepararsi per le
riprese. Cercò di liberare la sua mente da qualsiasi cosa che non fossero le
battute del film, e quando ebbe indossato l’abito di scena si decise ad uscire.
Giù nella hall c’era già tutta la troupe che la aspettava, e il truccatore le
corse incontro per sistemarla prima di iniziare a girare. Quando fu pronta, il
regista disse di uscire e condusse tutto il cast verso il set, allestito tra
gli alberi vicino alla spiaggia. Raggiunsero il luogo, i cameraman presero i
loro posti dietro le videocamere, i microfoni furono sistemati, il regista si
sedette, pronto a condurre le riprese, e gli attori si disposero nei posti a
loro assegnati. Al ‘ciak, azione!’, si iniziò a recitare.
Charles apparve di fronte alle telecamere raggiungendo
Sana, che, seduta ai piedi di un pino, si stava rilassando appoggiata al tronco.
“Ehi, Kelly!” la chiamò. Sana aprì gli occhi e gli
sorrise, felice di vederlo.
“Ciao, Mike!” lo salutò, e il ragazzo la prese per
mano e la fece alzare, cominciando a correre tra gli alberi.
“Ehi, ma … dove mi stai portando?!” chiese lei,
seguendolo divertita.
“Lo vedrai …” fu la semplice risposta del ragazzo, che
sorridendo le fece strada attraverso gli alberi fino a raggiungere la spiaggia.
Un cameraman, con la videocamera in spalla, li seguiva, riprendendo la loro
corsa. I due giovani raggiunsero la spiaggia, e Sana si fermò a guardare
stupita il tramonto sul mare all’orizzonte, mentre Charles, senza smettere di
tenerla per mano, le sorrideva dolcemente.
“È bellissimo qui, Mike!” disse la ragazza estasiata,
senza riuscire a distogliere lo sguardo dal panorama. “Questo tramonto è
stupendo!”
“Anche tu …” le disse Charles. La ragazza si voltò
guardandolo un po’ imbarazzata. Charles non riusciva a distogliere lo sguardo
dalla bellezza della ragazza, e quasi senza pensarci portò una mano al suo
viso, accarezzandole delicatamente la guancia …
“Eeeeee … STOP!!” si sentì il grido del regista. “Bravissimi!
Sana … sublime, come sempre! Charles, quell’improvvisata della carezza al volto
di Kelly è stata geniale!” si complimentò. “Benissimo, ora venti minuti di
pausa prima della prossima scena! Andate a prepararvi!”
Sana si affrettò ad allontanarsi da Charles, che
ancora la fissava estasiato, per andare a cambiarsi e a rifare il trucco. Mentre
si voltava, però, intravide una figura all’ombra degli alberi, fuori dal set,
che la scrutava. Sorrise tra sé, riconoscendola, poi tornò al suo lavoro.
Quando le riprese terminarono, era ormai notte. Sana si allontanò dal set,
dirigendosi verso il punto in cui aveva scorto l’ombra, e come aveva sperato vi
trovò Heric, che stava guardando le stelle.
“Ciao!” lo salutò, e il ragazzo sussultò per la
sorpresa.
“Ciao” le rispose, poi rimasero entrambi in silenzio
ad osservare il cielo. Ma nei loro occhi non si specchiava l’immagine della
luna e delle stelle, bensì negli uni quella dell’altro. Alla fine fu Heric a
prendere la parola:
“Ti piace davvero molto il tuo lavoro, vero?”
Sana si voltò verso di lui.
“Sì, ma come …?”
“Ti ho vista, prima, durante le riprese” le spiegò
lui. “Quando reciti sei diversa, diventi molto più seria e ti immedesimi
completamente nel tuo personaggio. Ci metti tutta te stessa!”
“Sì, è vero …” confermò lei. I due rimasero a
guardarsi negli occhi, perdendosi nell’intensità dei loro sguardi, finché Heric
non cominciò:
“Sana … io …” ma un grido lo interruppe.
“SANA?!” Era la voce di Charles. “Sana, dove sei?”
All’improvviso spuntò dagli alberi, trovandoli
insieme.
“Ah, eccoti, mi chiedevo dove …?!?” l’attore si
accorse della presenza di Heric e lo fissò interrogativo. Quando si accorse che
i due ragazzi erano molto vicini, chiese con voce dura:
“Cosa stavi facendo con la mia Sana?!”
Heric lo fissò, un sopracciglio alzato e un’ombra
appena percettibile di delusione negli occhi.
“La tua Sana?” ripeté. “Scusami, Sana, non
sapevo che voi due …”
“No, infatti!” intervenne la ragazza, decisa. “Charles,
smettila! Vattene!”
“Con piacere, ma tu vieni con me!” disse lui, e la
prese per un braccio, trascinandola via con sé.
“Lasciami, Charles!” gli intimò lei, cercando di
opporre resistenza, ma il ragazzo sembrava non sentirla. “Ti ho detto di
lasciarmi! Mi fai male!”
A quel punto una mano si strinse con forza attorno al
polso dell’attore, fermandolo.
“Ti ha detto di lasciarla!” disse in tono minaccioso
Heric. Charles lo guardò con aria di sfida, ma quando sentì la presa del
ragazzo farsi ancora più forte fu costretto a lasciare il braccio di Sana, che
massaggiandoselo si allontanò immediatamente da lui. Charles rimase ancora
qualche istante a fissarlo con rabbia, ma il suo sguardo quasi selvaggio lo spaventò,
e senza dire nulla se ne andò. Quando Heric si voltò verso Sana, i suoi occhi
erano tornati più dolci che mai.
“Stai bene?” le chiese apprensivo, avvicinandosi a
lei. Sana annuì.
“Come si è permesso di trattarti così?!” esclamò il
ragazzo con tono irato, sorprendendo l’attrice. “Giuro che se prova ancora a
farti del male glielo impedirò io! Non devi più preoccuparti di lui!”
Sana lo guardò riconoscente, sorridendogli dolcemente,
poi si ricordò di una cosa.
“Mi stavi dicendo qualcosa, prima?” gli chiese. Heric
arrossì impercettibilmente, fece per rispondere, ma poi ci ripensò e abbassando
lo sguardo mormorò soltanto: “No, nulla …”
Sana rimase a scrutarlo un istante, poi gli si avvicinò.
“Grazie, Heric … nessuno mi ha mai protetta come hai
fatto tu …” mormorò, poi, stupendo perfino se stessa, si alzò in punta di piedi
e gli diede un leggero bacio a fior di labbra.
“Grazie …” gli sussurrò ancora, poi corse via,
sparendo tra gli alberi in direzione dell’albergo. Heric rimase un attimo
immobile a fissare il punto in cui era scomparsa, stupito, poi si riscosse e
prendendo coraggio le corse dietro. Quando la raggiunse la bloccò, pendendola
per mano.
“Aspetta!”
Sana si voltò.
“Quello che … insomma, ciò
che volevo dirti prima … sì, be’, ecco … io …” balbettò Heric, poi, finalmente
deciso, fissò il suo sguardo in quello della ragazza. “Tu mi piaci, Sana” disse
con fermezza, poi, senza aspettare una sua risposta, si piegò a baciarla. Sana,
seppur colta di sorpresa in un primo momento, lentamente rispose al bacio,
mentre cingeva il collo del ragazzo che l’attirava a sé, stringendola nell’abbraccio
più caloroso e protettivo che lei avesse mai ricevuto.
E finalmente si
sono baciati!^^ e ora ke succederà? Lo saprete entro domani sera, spero! Recensite!
Vvb J Daisy J
I giorni trascorsero, e Heric mantenne la sua
promessa: ogni volta che Charles cercava di importunare Sana, lui interveniva
tempestivamente. Un giorno, per esempio, la ragazza stava prendendo il sole
sulla spiaggia, le cuffie dell’mp3 che le trasmettevano le note di una bella
canzone, quando il giovane attore la raggiunse e si sedette accanto a lei.
“Ciao, bellissima!”
Sana sobbalzò sentendo quella voce, e togliendosi le
cuffiette si mise a sedere.
“Cosa vuoi?!”
Charles le si avvicinò di più.
“Be’, passare un po’ di tempo con te … potremmo
sdraiarci insieme sulla sabbia … e magari …”
“Ehi, Sana!”
Una voce , la più bella che avesse mai sentito e l’unica
che avrebbe voluto sentire in quel momento e sempre, la chiamò. Alzando lo
sguardo vide Heric venirle incontro attraverso la spiaggia.
“Allora, andiamo?” le disse. L’eroe era giunto a
salvare la principessa. Sana, sorridendo, si affrettò ad alzarsi e
raggiungerlo.
“Certo!” esclamò, e insieme si allontanarono da
Charles. Mentre camminavano, Heric si voltò e gli fece una linguaccia, dopodichè
scoppiarono a ridere e prendendosi per mano corsero lungo il bagnasciuga,
insieme, felici. Quando furono lontani, il biondino prese Sana in braccio,
girando su se stesso, mentre la risata cristallina della ragazza lo riempiva di
gioia e gli spruzzi del mare li circondavano, quasi a voler giocare e
divertirsi con loro. Quando si fermò, si baciarono, poi rimasero a guardarsi
negli occhi, perdendosi nell’abisso delle proprie emozioni … finché Sana non
scorse una strana luce accendersi nello sguardo del ragazzo.
“Heric … no!” mormorò, il tono di voce preoccupato. Heric
rispose soltanto con un sorrisetto, poi cominciò a muoversi nell’acqua.
“Heric, ti ho detto di no! Fermati! Mettimi giù!” gli
gridò lei, e all’improvviso il ragazzo sembrò volerle obbedire. Si fermò e
allargò il sorriso. Sana si affrettò a dire:
“No! No, no … cioè, scherzavo! Non farlo! No …!”
Ma era troppo tardi. Heric la gettò in acqua,
tuffandosi poi dietro di lei. Quando Sana riemerse, si avventò sul ragazzo
ridendo.
“Stupido!” gli disse tentando di affogarlo, ma con
scarso successo. “Sai come si infurierà il truccatore del set vedendo i miei
capelli stasera?!”
Ma in realtà non le importava della scenata che
avrebbe dovuto sentire, o di essere bagnata dalla testa ai piedi, o di chissà
cos’altro … l’unica cosa di cui le importava erano le labbra di Heric che
ancora una volta avevano catturato le sue, mettendola a tacere con amabilità. Sentì
il sapore del mare rendere salato quel bacio, quasi a voler contrastare la
dolcezza che sprigionava.
I due ragazzi trascorsero uno stupendo pomeriggio
insieme, tra scherzi e tenere effusioni, finché non fu ora della cena e delle
riprese. Si salutarono con la promessa di rivedersi il giorno dopo, e così fu,
per più di una settimana. Ogni sera Heric andava a vedere l’attrice recitare, e
si stupiva ogni volta di più di vedere con quanta passione si dedicasse al suo
lavoro. Gli piaceva la sua espressione, così determinata e felice, che vedeva
nei suoi occhi quelle sere. Qualche volta Sana lo raggiungeva al termine delle
riprese e passeggiavano sulla spiaggia, fino a sdraiarsi l’uno accanto all’altra
a guardare le stelle, uno spettacolo che affascinava entrambi, mentre le loro
dita si intrecciavano tra i granelli di sabbia. Alcune volte Sana, stanca per l’intensa
giornata vissuta e le riprese durate fino a notte tarda, si addormentava con la
testa appoggiata alla spalla del ragazzo, e allora lui sorrideva teneramente
tra sé e la prendeva in braccio, portandola fino all’albergo e svegliandola
dolcemente solo una volta arrivati davanti all’ingresso, per poi augurarle la
buona notte con un piccolo bacio e salutarla, allontanandosi. Non si erano mai
accorti che Charles, dalla finestra della sua camera, li osservava, sentendo la
gelosia montare dentro di lui ogni giorno di più …
Una sera, dopo che i due
ragazzi si erano salutati davanti all’hotel, come sempre Heric si era
allontanato, inoltrandosi tra gli alberi che fiancheggiavano la spiaggia. Ad un
tratto, però, un rumore attirò la sua attenzione. Sembravano i passi di
qualcuno, ma solitamente a quell’ora di notte non incontrava mai nessuno in
quel luogo, e comunque chiunque fosse sembrava non volesse farsi scoprire,
perché i passi erano lenti e leggeri. Heric continuò a camminare, non facendo
capire che aveva avvertito la presenza dello sconosciuto, ma restando all’erta.
Improvvisamente, i passi si fecero più vicini e veloci, e senza che potesse
capire cosa stesse succedendo il ragazzo si ritrovò a terra, un labbro sanguinante
e la testa che gli pulsava per il duro impatto con il terreno. Leggermente
stordito, cercò di capire cosa era accaduto, ma non riuscì ad alzarsi perché
una figura robusta era inginocchiata sopra di lui, pronta a colpirlo ancora una
volta. Fortunatamente Heric riuscì a difendersi e a liberarsi dalla morsa dell’aggressore,
scaraventandolo lontano da sé e rialzandosi. L’uomo che l’aveva attaccato tornò
alla carica, e Heric lo colpì, ma non bastò: il suo avversario era più grande e
forte di lui, e dopo poco riuscì ad avere la meglio e ad atterrare Heric,
continuando a colpirlo fino a tramortirlo. Quando cessò di picchiarlo, l’uomo
gli disse soltanto:
“Da parte del mio capo: lascia stare Sana!” e se ne andò, lasciandolo a terra
esausto e ferito, semincoscente.
Ecco qua! È un po’ corto,
ma il prossimo prometto ke sarà almeno il doppio!^^ In ogni caso, com’era?! Continuate
a recensire, non sapete quanto mi faccia piacere!!! J
Ormai credo ke
manterrò questo ritmo, postando giornalmente, perchè ho già sviluppato tutta la
trama. Ho solo qualche dubbio sul finale, ma di questo ve ne parlerò tra …
circa tre capitoli! A domani, allora! J Daisy J
Il giorno dopo, quando Sana andò in spiaggia, attese
Heric fino all’ora di pranzo, ma il ragazzo non si fece vedere. All’inizio si
preoccupò, chiedendosi se gli fosse successo qualcosa, poi però si disse che forse
era stato impegnato con il lavoro tutto il tempo, visto che il vento quel
giorno era più forte del solito, e così si rassegnò e tornò all’albergo per
pranzare. Nel pomeriggio fu costretta a lavorare, poiché quel giorno il regista
aveva deciso di girare le scene diurne, così non poté andarlo a cercare. Durante
una pausa Charles la avvicinò.
“Ciao, mio piccolo fiorellino, tenero bocciolo di
rosa!” la salutò, smielato. Sana sbuffò e non gli diede retta. Ormai non sapeva
più se poterlo definire suo amico … non faceva altro che provarci con lei,
detestava la sua relazione con Heric ed era diventato decisamente
insopportabile! Dell’amico non aveva più proprio nessuna caratteristica, e
ormai non poteva più trascorrere un solo minuto insieme a lui senza che le
facesse qualche avance indesiderata. E come se non bastasse, quel giorno
sembrava fosse ancora più accanito del solito!
“Cos’hai, Sana? Ti vedo un po’ giù … posso consolarti
io, se vuoi!” le disse.
“Non ho proprio niente! E non mi va che mi ronzi
attorno come un’ape sul nettare! Sei diventato davvero insopportabile!” commentò
lei, scocciata, ma Charles non si arrese.
“Ma come?! Io almeno ti sono vicino e mi preoccupo per
te, non come quell’Heric, che oggi non si è nemmeno fatto vedere!” la colpì.
“Be’, avrà avuto i suoi motivi …” lo difese Sana,
anche se sentire quelle parole l’aveva un po’ ferita. Poi però si bloccò,
riflettendo, e un attimo dopo riprese con tono indagatore: “Ma tu come lo sai?!
Sei stato tutto il giorno chiuso in albergo e io non ti ho di certo detto
nulla! Come …?”
“Si vede dalla tua espressione, tesoro!” si difese
lui. “E poi lo sai che io ti capisco meglio di chiunque altro …” aggiunse in un
sussurro. Sana, disgustata, si allontanò da lui, andando dal regista a chiedere
quando si potesse riprendere con le scene del film, ansiosa di finire. Mentre
giravano, ripensò a quello che aveva detto prima Charles, e rifletté che
probabilmente aveva detto la verità e la sua espressione la tradiva. Eppure un
brutto presentimento continuava a darle fastidio …
Nello stesso momento, i pensieri dell’attore erano
assai diversi da ciò che aveva detto alla ragazza.
Lo so benissimo che quel biondino non si è fatto
vedere … di sicuro era ridotto troppo male per riuscire anche solo a uscire di
casa … sempre che ieri notte abbia avuto la forza di arrivarci! La mia guardia
del corpo ha dei muscoli da fare invidia a chiunque …! stava pensando, sogghignando. Penso proprio che
abbia capito la lezione e non abbia più il coraggio di farsi vedere insieme
alla mia Sana!
Alla sera finalmente le riprese terminarono, e Sana
decise di tornare sulla spiaggia a cercare il ragazzo. Scorse un bagnino e gli
chiese informazioni su Heric, ma la risposta che ricevette la fece solo
preoccupare di più:
“No, non lo vedo da ieri. Piacerebbe sapere anche a me che fine abbia fatto!
Con il tempo che c’era oggi ci sarebbe servito il suo aiuto per controllare la
spiaggia!”
“Non ha proprio idea di dove possa essere?” lo pregò Sana.
“No … anzi, mi faccia un favore: se lo trova, gli dica
che domani deve assolutamente venire a lavorare, o non riusciremo a controllare
tutta la costa da soli!” fu la risposta del bagnino. Sana, sempre più
allarmata, lo ringraziò, poi si allontanò a testa bassa, rassegnata, con l’intenzione
di ritornare all’albergo.
“Aspetti!” si sentì però chiamare. Si voltò, e vide il
bagnino venirle incontro. “So che Heric abita laggiù” le disse, indicandole un
insieme di capanne al di là del boschetto che fiancheggiava la spiaggia. “Io
non sono potuto andarlo a cercare, perché dovevo rimanere sulla spiaggia, ma
lei può andare a vedere se è a casa.”
Sana lo ringraziò con un sorriso e si avviò a passo
svelto verso il piccolo villaggio, con la speranza di trovare il ragazzo. Si
fece indicare la sua capanna, e una volta che l’ebbe raggiunta bussò, dapprima
lentamente, poi quando non ricevette risposta con più insistenza.
“Chi è?!” sentì finalmente la voce di Heric provenire
dall’interno.
“Heric!!!” esclamò Sana, felice finalmente di averlo
trovato. “Sono Sana! Ero preoccupata! Non ti sei fatto più sentire né vedere da
ieri …”
La ragazza sentì dei rumori provenire da dietro la
porta, ma nessuna risposta.
“Heric …? Mi apri?” chiese titubante. Finalmente il
ragazzo parlò di nuovo.
“È aperto”sentì dire, quasi in tono rassegnato.
Sana spinse delicatamente la porta e l’aprì. Si mosse
nella capanna, composta da tre piccole stanze, finché non raggiunse quella di
Heric. Il ragazzo si era appena infilato una maglietta quando vide la figura
della ragazza avanzare verso di lui. Sana fece per buttargli le bracca al collo
e baciarlo, ma qualcosa la fermò.
“Heric … che ti è successo?” esclamò preoccupata
vedendo un taglio sulle sue labbra. Lui distolse lo sguardo dal suo.
“Nulla … mi sono fatto male da solo …” mentì
flebilmente.
“Ma … come?!”
“Non lo so … perchè sei qui?” le chiese cambiando
argomento. Sana rimase un attimo interdetta per la sua freddezza, poi però gli
rispose:
“Mi chiedevo cosa ti fosse accaduto. Uno dei bagnini
della spiaggia mi ha detto che oggi saresti dovuto essere al lavoro ma non ti
sei fatto vedere tutto il giorno, nemmeno da me … mi sono preoccupata! Stai
bene?”
“Sì, stai tranquilla, non è niente …” mentì ancora.
“Oh, meno male …!” mormorò lei sollevata, e lo
abbracciò. Improvvisamente Heric sussultò e si scostò, stringendo i denti.
“Heric …?!” Sana lo fissò preoccupata.
“Non è niente!” ripeté lui, ma questa volta lei non
gli credette.
“No, non è vero …” e prima che potesse impedirglielo,
Sana gli sollevò la maglietta. Quando vide tanti lividi e piccole ferite sul
suo corpo, si portò una mano alla bocca. Sfiorò con mano tremante una delle
lesioni, mormorando incredula e spaventata:
“Cosa ti è successo? Chi è stato?!”
A quel punto il ragazzo si vide costretto a
raccontarle tutto, mentire oltre lo avrebbe solo fatto stare peggio. Al termine
del racconto, Sana vide tutto più chiaramente.
“Ecco perché oggi Charles si comportava in quel modo! Lui
sapeva che non saresti venuto! Ci scommetto che è stato quel bastardo …!”
Una lacrima scese sulla sua guancia, mostrando il suo
dispiacere per ciò che era accaduto al ragazzo. Heric si affrettò a stringerla
a sé, non badando al dolore delle contusioni.
“Io non ti avrei mai lasciata, Sana!” le sussurrò. “Se
oggi non mi sono fatto vedere era solo per non farti sapere ciò che era successo,
per non farti preoccupare, ma appena possibile sarei tornato da te! Non avrei
mai permesso che quell’idiota ci dividesse, nemmeno se mi avesse fatto
uccidere!”
Sana singhiozzò aggrappandosi a lui, bagnando le sue
ferite con calde lacrime.
“È meglio se non ci vediamo più, invece!” esclamò lei.
“Preferisco starti lontano ma sapere che stai bene piuttosto che permettere che
Charles ti faccia ancora del male!”
Heric a quelle parole la allontanò da sé, prendendola
per le spalle e fissandola con uno sguardo determinato.
“Io invece no!” le gridò. “Preferirei farmi colpire a
morte, farebbe molto meno male che separarmi da te!”
Sana non riusciva a credere a quelle parole. Nessuno
si era mai comportato così con lei, nessuno le aveva mai voluto così bene,
nessuno aveva mai rischiato la vita per lei come già due volte aveva fatto
Heric.
“Ma … allora, come faremo?” gli chiese mentre lui le
asciugava le ultime lacrime.
“Terremo gli occhi aperti … l’altra notte sono stato
preso alla sprovvista, ma altrimenti sarei riuscito a difendermi. E in ogni
caso, non voglio preoccuparmi di questo, voglio solo godermi il tempo che passo
con te, senza altri pensieri se non tu!”
Riuscì a strapparle un debole sorriso e si baciarono
teneramente, passando poi il resto della serata insieme, durante la quale Sana
gli medicò con tocco delicato i tagli più gravi.
La mattina seguente quando Sana si svegliò si accorse
di non essere nella sua camera di albergo. Cercò di mettere a fuoco il posto in
cui si trovava e notò di essere appoggiata alla spalla di Heric, seduti su un
divano nella sua capanna. Accanto a loro era abbandonata una cassetta del
pronto soccorso. Dovevano essersi addormentati senza accorgersene.
Cercando di fare il più lentamente possibile per
lasciare riposare il ragazzo, si alzò e raccolse le bende che erano sparse sul
divano, mettendo tutto a posto nel bagno insieme al cotone e al disinfettante. Quando
tornò nella camera, vide che Heric si era svegliato.
“Ciao” lo salutò con un leggero bacio, al quale lui
rispose con un sorriso. “Stai bene?”
Il ragazzo si alzò dal divano stiracchiandosi.
“Molto meglio! E tutto grazie a te …”
L’abbracciò da dietro, cingendole la vita mentre lei
si appoggiava al suo corpo. Rimasero così per qualche istante, poi Sana gli
disse che doveva tornare all’albergo, o il suo manager avrebbe mandato una
squadra di soccorso a cercarla per tutto il mondo, pensando a chissà che cosa …
“Ti accompagno!” disse lui deciso, e senza ammettere
repliche uscì insieme a lei dirigendosi verso l’hotel.
Intanto, all’albergo, Robbie stava correndo
preoccupato da un lato all’altro della hall, nervoso.
“Ma dove diavolo si è cacciata la mia piccola Sana?!?”
gridava, disperato. Quando era andato a chiamarla per avvertirla che era ora di
colazione e non l’aveva trovata in camera, gli era quasi venuto un collasso.
“Basta, se non arriva entro dieci minuti io chiamo la
polizia!” esclamò estraendo il cellulare dalla tasca, ma proprio in quel
momento scorse la figura dell’attrice attraverso la porta a vetri d’ingresso
che si avvicinava. Con le lacrime agli occhi le corse incontro.
“Oh, Sana! Ero così preoccupato! Dove sei stata! Stai
bene?! … Ma … Sana?! …”
La ragazza aveva completamente ignorato il suo manager
e si stava invece dirigendo a passo svelto verso Charles che, seduto su un
divanetto, si era appena alzato per andarle incontro. Stava per salutarla
affettuosamente quando …
SCIAFF!
Uno schiaffo a mano aperta lo colpì in pieno viso con
tale forza da farlo barcollare. L’attore si portò una mano alla guancia
arrossata muovendo la mascella dolorante, mentre sgranava gli occhi stupito.
“Come hai potuto?!” fu l’urlo carico d’odio di Sana. Lo
fissava con rabbia e disgusto, infuriata aveva già alzato la mano per colpire
di nuovo, ma qualcuno le avvolse la vita con un braccio trattenendola, mentre
una voce calda le sussurrava all’orecchio: “Lascialo perdere”
Sana si abbandonò tra le braccia di Heric, che l’allontanò
dall’attore portandola ad uno dei divanetti della hall dell’albergo e sedendosi
accanto a lei. Charles intanto lo fissava sorpreso.
“Cosa ci fai tu qui, con lei?!?” esclamò
infuriato. “Credevo che la mia guardia del corpo fosse stata abbastanza
convincente!”
“Allora sei stato davvero tu, brutto …!” scattò Sana,
e fece per alzarsi e aggredirlo di nuovo, ma Heric la bloccò una seconda volta.
“Non sperare di riuscire a separarmi da Sana! Non la
lascerò mai, soprattutto a uno come te!” gli disse gelidamente, abbracciando la
ragazza, che si rifugiò contro il suo petto fissando l’attore con astio, gli
occhi umidi per la rabbia e l’indignazione. Nel frattempo, nella hall, Robbie e
il resto del cast assistevano sorpresi e interrogativi alla scena.
“Ehm … qualcuno mi spiega che sta succedendo?!” chiese
Robbie sconvolto.
“Non sono affari tuoi!” gridarono i tre ragazzi
insieme, poi Charles ringhiò la sua rabbia e se ne andò, chiudendosi nella sua
stanza, mentre Sana e Heric si baciavano teneramente.
Quell’Heric è un osso duro! pensò l’attore infuriato, massaggiandosi ancora il
viso dove Sana l’aveva colpito, mentre camminava avanti e indietro nella sua
camera. Ma ho ancora una carta da giocare … questa sera Sana sarà mia!
Finito un altro
capitolo! Cosa avrà in mente Charles?! Lo saprete solo domani, eh eh! Mi racco,
commentate! Vvb J Daisy J
Solo una cosa, prima di lasciarvi alla storia: Anna94 … credo che tu ci
sia andata molto vicina …
Solo una cosa, prima di lasciarvi alla storia:
Anna94 … credo che tu ci sia andata molto vicina …! Basta, leggete!^^
Capitolo 6.
Dopo la scenata nella hall dell’albergo, Heric aveva
lasciato Sana andando a lavorare sulla spiaggia, promettendole che appena fosse
stato libero sarebbe corso di nuovo da lei. La ragazza gli aveva detto di non
preoccuparsi e fece colazione insieme al suo manager, che nel frattempo le fece
il terzo grado chiedendole dove fosse stata quella notte. Sana rispose
vagamente dicendogli che era stata con Heric tutto il tempo e quindi non aveva
di che preoccuparsi. A quelle parole Robbie sputò il suo caffé.
“Che cosa??! Tutta la notte … tu … eri con Heric …??! Un
ragazzo?!” si allarmò. Sana alzò gli occhi al cielo. Ma perché non
voleva convincersi che non era più una bambina??
“Sì, Robbie, un ragazzo … e non è successo niente! Calmati,
Heric non è quel tipo di persona!” sapeva che il manager si era ricordato della
sua precedente relazione con Will. “Rilassati!” gli intimò un po’ seccata.
Robbie parve darsi di nuovo un contegno, riprendendo a sorseggiare ciò che era
rimasto del caffé, mentre Sana gli scoccava un’occhiata divertita: quando
faceva l’iper-protettivo era davvero incredibile!
Non tornarono più sull’argomento, e non appena ne ebbe
il permesso Sana scappò sulla spiaggia. Era stato Heric a pregarla di andarci
il prima possibile, così avrebbe potuto tenerla d’occhio anche lavorando. Per
non pensare alla rabbia che ancora la assaliva nei confronti di Charles, l’attrice
decise di affittare di nuovo una tavola e fare un po’ di surf. Ormai, dopo
giorni e giorni di allenamenti con Heric, aveva imparato tutto ciò che le
serviva, e con gioia riuscì a cavalcare un’onda delle più alte. Compì
evoluzioni, rapidi cambi di direzione, abili movimenti … là, sulla cresta dell’onda,
non pensò a nient’altro che non fosse l’entusiasmo per esserci riuscita e ad
Heric, poiché era tutto merito suo. Quando l’onda si infranse e tornò a riva,
Sana vide il ragazzo sorriderle da lontano sulla spiaggia, alzando il pollice
in segno di congratulazioni. Rispose al sorriso, poi andò a distendersi sotto
il sole per asciugarsi, mentre Heric riprendeva il suo lavoro. Dopo pranzo la
ragazza si chiuse nella sua stanza, in modo da evitare Charles. Heric avrebbe
lavorato fino a tardi per recuperare il suo giorno di assenza precedente, così
non lo avrebbe visto fino a dopo le riprese.
Al pensiero delle scene da girare Sana si ricordò con
un sussulto il programma di quel giorno. Quella sera avrebbero girato l’ultima
scena … ormai erano passate due settimane da quando erano arrivati, e ne
mancava solo più una … Quella sera avrebbe dovuto girare la scena di sesso tra
Mike e Kelly …
… Allora, sei pronta per girare la nostra scena di
sesso? …
Le tornarono alla mente le parole di Charles il loro
secondo giorno sull’isola, e rivide quella strana luce che aveva illuminato i
suoi occhi azzurri … la stessa che più volte aveva visto negli occhi del suo
ex, Will …
Si gettò sul letto, rannicchiandosi su se stessa,
spaventata da quel pensiero. Aveva paura di ciò che poteva fare Charles durante
quella scena. Se ne avesse approfittato, lei non avrebbe potuto reagire in
alcun modo, o sarebbe stata costretta a ripetere la scena più volte …
Con il cuore che le martellava nel petto si alzò e uscì
di corsa dalla camera, cercando il regista del film. Lo trovò che parlava con
il suo manager sulla terrazza dell’albergo.
“Oh, signorina Smith … buongiorno!” la salutò
cordialmente quando la vide. Sana si precipitò da lui.
“Signor regista … non si potrebbe eliminare dal
copione la scena di sesso dei due protagonisti?!” chiese tutto d’un fiato. Lui
e Robbie la guardarono stupiti.
“Ma che stai dicendo, Sana?!” esclamò il manager. “La
scusi, deve aver preso troppo sole …” disse poi rivolto al regista. Ma Sana non
demorse.
“Oppure non so, potrebbero girarla delle controfigure …”
“Ma sei impazzita?!” la interruppe Robbie
scandalizzato, poi la prese per un braccio e scusandosi momentaneamente con il
regista si allontanò insieme a lei.
“Mi vuoi spiegare che ti succede?!” le chiese quando
furono in un angolo della terrazza. Sana abbassò lo sguardo.
“Niente … semplicemente preferirei non girare quella
scena … io non … non mi sento pronta, ecco!”
“Non dire sciocchezze, Sana! Non è certo la prima
volta che giri scene di questo tipo con Charles! Mi dici che ti prende?! Non
stai bene?”
“Io … no! No, infatti, non sto bene!” mentì lei,
aggrappandosi a quella scusa, ma Robbie non ci cascò.
“Be’, dai, è l’ultima scena. Tu girala nel migliore
dei modi e poi potrai riposarti finché vorrai! Su, ora torna in camera a rilassarti,
torno io dal regista …” le disse, e senza dare il tempo a Sana di replicare si
voltò e la lasciò da sola. La ragazza si sentì sola e disperata, e sentì l’irrefrenabile
voglia dell’abbraccio e del conforto di Heric. Senza attendere oltre, si
precipitò in spiaggia, e quando vide il biondino corse verso di lui. Il ragazzo
la vide appena in tempo per prepararsi ad accoglierla quando inaspettatamente
si gettò tra le sue braccia.
“Ehi, piccola, che ti succede?” le chiese preoccupato,
stringendola per darle conforto. Sana non si staccò da lui, ma gli spiegò ciò
che sarebbe accaduto quella sera, e i suoi timori. Heric cercò di rassicurarla.
“Non potrà farti niente davanti alla troupe!” le fece
notare.
“Sì, ma potrebbe provarci! Potrebbe approfittare del
momento e spingersi più in là di quanto abbia fatto le altre volte … Heric, ho
paura, non voglio girare quella scena, ma ho già provato di tutto!” esclamò
lei, sconsolata. Il ragazzo la strinse ancora di più.
“Fatti coraggio, Sana. Io sarò lì, accanto al set, e
se proverà a fare qualcosa di sbagliato lo sistemerò io, d’accordo?”
Entrambi sapevano che non sarebbe potuto intervenire,
o avrebbe interrotto le riprese e lei sarebbe stata costretta a ripetere la
scena, ma lei fu comunque rincuorata dalle sue parole e dalla sua vicinanza. Un
bacio le diede tutta la forza di cui aveva bisogno, e lasciò che Heric
continuasse a lavorare, tornando all’albergo. Le ore passarono dannatamente in
fretta, e la sera arrivò inaspettata prima del previsto, cogliendo Sana di
sorpresa. Le sembrò troppo presto quando sentì Robbie bussare alla porta della
sua stanza per dirle di prepararsi e scendere nella hall, dove il resto del
cast l’attendeva per le riprese. Cercò di prendere più tempo possibile, ma gli
sbuffi impazienti del suo manager e del regista, che vedeva il sole scomparire
all’orizzonte, la costrinsero a uscire dalla sua camera e a seguire la troupe
verso il set. Lei era avvolta solo in una leggera vestaglia, che nascondeva un
piccolo bikini, unico indumento per la scena. Con un brivido sentì all’improvviso
la mano di Charles posarsi sul suo fianco, mentre la affiancava e la avvolgeva
in vita con un braccio.
“Ciao, amore … è il grande
momento!” le disse. “Non preoccuparti, sarà più piacevole di quanto sia mai
stato prima …” le sussurrò, prima di allontanarsi e precederla sul set. Sana
rabbrividì, senza riuscire a rispondergli. Quando raggiunse il cast, vide che
il set era stato allestito con un grande asciugamano steso sulla sabbia, a
pochi passi dal mare, ed era stato acceso un fuoco accanto ad esso. Quando
tutti i cameraman si furono sistemati, Sana si sfilò la vestaglia, avviandosi
verso l’asciugamano, dove Charles si era già seduto. Vide i suoi occhi azzurri
scrutarla con attenzione e desiderio. Distolse lo sguardo dal ragazzo facendolo
vagare sulla spiaggia, e poco lontano riuscì a scorgere una figura ai limiti
del set: era Heric, che aveva mantenuto la sua promessa ed era lì per lei. Cercò
di sorridergli, ma la sua bocca sembro rifiutarsi. Si sedette anche lei sull’asciugamano
accanto a Charles e attese il ‘Ciak, azione!’ del regista, che purtroppo non
tardò ad arrivare …
Ah ah! Vi ho
interrotto sul più bello!!! Ke cattiva, eh? Vabbè, dai, potrei anche riuscire
ad aggiornare oggi pomeriggio, se non prima, se volete che faccia così in
fretta … infatti sono già a buon punto con il capitolo seguente!
In ogni caso, siamo
molto vicini alla fine! Preparatevi, perché al prossimo capitolo credo proprio
che mi servirà il vostro aiuto!
Nel frattempo,
sapete cosa fare … ^^ VVUKDB!!! J Daisy J
Sn troppo felice: è appena
uscito il volume speciale della “Villa dell’acqua”!!! è
stupendo! L’ho comprato stamattina!
Ehm … già, giusto, a voi keve ne frega? … ehm, sorry! Ecco il
capitolo, come avevo detto! Ci sentiamo alla fine!
Capitolo 7.
“Ciak … AZIONE!“
Subito Charles si avvicinò
di più a Sana e la baciò lentamente.
“Ti amo, Kelly …” le sussurrò staccandosi solo di
qualche centimetro dalle sue labbra. Sana si convinse a recitare, e assunse
un’espressione stupita, ma felice … falsamente felice.
“Anch’io ti amo, Mike …” rispose, prima di unire di
nuovo le loro bocche. Lentamente il bacio si fece più profondo, più avido …
forse più di quanto avrebbe dovuto, anzi, sicuramente, ma Sana
non poté fare altro che assecondare il partner, mentre lui la coricava
sull’asciugamano e si sistemava sopra di lei. Le sue mani cominciarono a
scorrere con bramosia sul corpo della ragazza, mentre le loro labbra non si
dividevano, ma anzi si univano con sempre più passione. Dopo alcune carezze la
mano di Charles corse con impazienza sulla schiena di
Sana, slacciando i nodi che fermavano il pezzo superiore del costume, scoprendo
poi il petto della ragazza.
A pochi metri di distanza Heric
strinse i pugni, osservando con impotenza la scena, gli occhi che si riducevano
a due fessure per la rabbia che provava nei confronti dell’attore che stava
approfittando della sua ragazza, vedendo Sana lottare per non ribellarsi.
Finalmente la bocca di Charles
abbandonò quella di Sana, ma solo per scendere sul collo, e poi ancora più giù,
fermandosi sui seni prima di raggiungere il ventre.
Sana chiuse gli occhi, fingendo piacere, quando in
realtà avrebbe voluto urlare la sua paura e fuggire. Sentì con orrore che Charles stava per spingersi ancora oltre, ma
fortunatamente, come se fosse l’annuncio dell’agognata liberazione, sentì
risuonare nell’aria il grido del regista.
“Eeeeee … STOP! Bravissimi!
Buona la prima! Quanta grinta, quanta passione! Non vi
avevo mai visti recitare così in nessun altro vostro film …” disse, e continuò
con mille altre lodi, ma nessuna di queste giunse alle orecchie di Sana. La
ragazza, le lacrime che minacciavano di uscire dagli occhi, cercava di
rialzarsi, ma Charles, che approfittando dell’attimo
di distrazione del cast era rimasto a contemplare il
corpo della ragazza, era ancora sopra di lei, desideroso di possederla.
All’improvviso, però, Sana si sentì libera. Si
affrettò ad alzarsi, e vide Charles a terra con Heric in piedi tra loro due, un pugno alzato e
un’espressione furiosa sul viso. Mentre Sana indossava
la vestaglia per coprirsi, nella notte risuonarono le urla del biondino:
“Come ti sei permesso, lurido verme?!”
Charles si era appena rialzato, massaggiandosi lo zigomo
colpito, quando si sentì afferrare per un braccio.
“Non toccarla mai più, hai capito??
Non approfittare mai più di lei!” gridava Heric ormai
fuori controllo, picchiandolo un’altra volta. La troupe
del film si accorse della rissa e cercò di sedarla, ma sembrava impossibile
fermare la rabbia di Heric. Solo il rumore di un
pianto soffocato lo riscosse, e si voltò appena in
tempo per vedere la figura di Sana sparire di corsa tra gli alberi. Scoccando
un’ultima occhiata agghiacciante a Charles, steso a
terra, si voltò e prese a rincorrerla.
“Ma che diamine succede con quei tre??!”
si chiese sconsolato Robbie, che aveva assistito esterrefatto alla scena, senza
aver però notato, come d’altronde il resto dei presenti, le lacrime
dell’attrice, che invece non erano sfuggite a Heric.
Sana corse senza fermarsi, senza una meta, con solo
l’immagine di ciò che era accaduto prima in testa a
tormentarla. Sentiva ancora le mani di Charles
su di sé, riviveva l’incubo di pochi minuti prima. Nessuno si era
accorto di ciò che stava succedendo, nessuno aveva fermato Charles
… dopotutto lei stessa non aveva fatto nulla per far
capire che qualcosa non andava … aveva subito la prepotenza di Charles, desiderosa solo di allontanarsi il più in fretta
possibile da lui. E ora finalmente stava fuggendo … in lacrime, spaventata, disgustata … ma stava fuggendo. Dove, non lo sapeva nemmeno
lei. Voleva solo allontanarsi.
Improvvisamente sentì un paio di
forti braccia muscolose frenare la sua corsa, attirandola contro il corpo di
qualcuno, e lei vi si abbandonò, respirando il profumo della pelle di Heric, continuando a piangere, mentre il biondino, senza
dire nulla, le dava conforto solo con la sua presenza.
“Shhh …” le sussurrò
all’orecchio, mentre non smetteva di stringerla tra le braccia. Ci vollero
parecchi minuti perché Sana si calmasse. Alla fine Heric
la prese in braccio e si avviò verso l’albergo, senza dire nulla,
mentre Sana si accoccolava contro il suo petto, cercando di soffocare gli
ultimi singhiozzi. Una volta giunto all‘hotel, invece
che lasciarla all’ingresso come faceva tutte le notti, Heric
entrò, si diresse alla reception, chiese la chiave
della signorina Smith. Il portiere, vedendo che era
presente anche l’attrice, gliela diede, e Heric,
sempre tenendo Sana in braccio, entrò in ascensore. Quando arrivò alla camera
della ragazza l’aprì, si diresse verso il letto e vi
distese Sana. Poi si sedette accanto a lei e rimase a fissarla per qualche
istante con occhi dolci, che la rassicurarono con una semplicità inaspettata.
Alzò una mano e la portò al viso di lei,
accarezzandolo teneramente, con fare protettivo.
“Stai tranquilla, piccola, è
tutto finito. Ora riposati.” le
sussurrò, il tono di voce caldo e rassicurante, poi si piegò e le diede un
leggero bacio sulla fronte. “Buonanotte, Sana.” mormorò,
poi si alzò e se ne andò.
“Aspetta!” esclamò Sana, mettendosi a sedere e
afferrandolo per una mano. Il ragazzo si voltò, pronto ad esaudire qualsiasi
suo desiderio. Sana lo fissò negli occhi, uno sguardo determinato e, per la
prima volta quella sera, sicuro.
“Resta con me, stanotte … tutta la notte …” gli
chiese, e lo attirò a sé, facendolo sedere sul letto
accanto a lei e baciandolo con passione. Quando si
staccarono, Heric la guardò intensamente.
“Lo vuoi davvero?” le chiese, timoroso di fare la cosa
sbagliata. Ma lei annuì, e i due si baciarono di
nuovo, stendendosi sul letto, l’una tra le braccia dell’altro …
Ore dopo, nel cuore della notte, Sana e Heric erano distesi sotto le lenzuola, abbracciati, lei
appoggiata al petto nudo di lui, ad ascoltare i battiti feroci dei propri
cuori.
“Sana?” mormorò Heric nel
silenzio, per vedere se era ancora sveglia.
“Mmh?” mugugnò lei,
facendogli capire che aveva la sua attenzione. Ci fu un breve
silenzio, poi la voce di Heric risuonò di
nuovo nel buio della stanza:
“Ti amo”
Il silenzio seguì quella confessione, un silenzio
durate il qualecredette di
aver detto la cosa sbagliata. E ne ebbe quasi la
certezza quando sentì un singhiozzo sfuggire alle labbra di Sana. Si mise a
sedere, guardando la ragazza negli occhi, e notando con sorpresa che erano
inondati di lacrime.
“Cosa c’è, piccola?” le
chiese titubante. Sana continuò a piangere silenziosamente, incapace di dirgli
qualcosa, ma lo smarrimento negli occhi del ragazzo la costrinsero
ad inghiottire il nodo che si era formato nella sua gola e a rispondergli.
“Heric … questa sera sono
finite le riprese … io … domani … dovrò partire …” gli svelò, mentre un altro
singhiozzo risuonava tra le sue parole. “Non ci vedremo più, Heric …”
Il ragazzo si sentì come se una lama gli avesse
trapassato il cuore, che smise di battere per un istante che gli parve
un’eternità. Ma poi si riprese, e tirando fuori tutta
la forza che possedeva guardò Sana negli occhi e le sorrise … gli costò uno
sforzo enorme, ma ci riuscì. Le posò un dito sulle labbra e le sussurrò:
“Shh, non piangere … se questa deve essere la nostra
ultima notte insieme, allora deve essere la più bella … non roviniamola …
rendiamola magica …”
Poi spostò il dito e le sue labbra presero
il suo posto, mentre si sistemava sopra alla ragazza e una seconda volta si perdeva
in lei, donandole davvero la notte più bella che avrebbe mai ricordato …
Eccomi qua, raga!
E ho bisogno del vostro parere: sono tentata di lasciar finire così la ff … è un po’ triste, ma sarebbe comunque
un finale…
Voi però cosa preferite?
Vorreste un altro capitolo? Preferireste che Sana e Heric si rivedessero, avessero un’altra opportunità, o che
si lasciassero così, dopo questa notte, per non vedersi mai più, tenendo solo
il ricordo della storia che hanno vissuto?
Recensite, così vedrò cosa fare! Grazie 1000 a tutti! siete fantastike!!! VvtttbJ Daisy J
Ecco il vero finale! Ci ho messo poco ad aggiornare, eh? Be’, sinceramente l’avevo progettato da un po’ e ho dovuto solo
scriverlo ^_^’’
Però, se devo dire
la verità, non sono proprio soddisfatta al massimo … c’è qualcosa che non mi
convince …
Boh, ditemelo voi! Leggete e commentate! J
Epilogo.
Un’allegra suoneria risuonò nella grande
villa Smith, a Tokyo. Una giovane ragazza di ventidue
anni, dai capelli rossicci e un corpo perfetto da modella corse a rispondere al
cellulare.
“Pronto?” chiese con voce squillante. “Ciao, Fuka!” esclamò sentendo la voce della sua migliore
amica risponderle. “Una passeggiata in centro? Non so se posso … sì, hai
ragione tu! E poi, come potrei dire di no allo shopping?!
Alle tre davanti al nostro negozio preferito, ok! Ci vediamo tra poco, allora!
Ciao” disse, e chiuse la comunicazione. Poi si diresse verso il bagno a si fece una doccia, prima di tornare in camera a vestirsi e
truccarsi. Quando fu pronta diede uno sguardo
all’orologio.
Ma porca … finisce sempre che sono in ritardo! Vabbè, è meglio se mi sbrigo!si disse, vedendo che erano
già le tre meno dieci.
“Mamma, Fuka mi ha chiesto
di fare un giro in centro con lei … potresti …?” chiese
titubante a sua madre prima di uscire. La donna la guardò con tenerezza:
“Non preoccuparti, ci penso io … tu vai” le rispose, prima di avviarsi in una
cameretta affianco a quella di Sana. La ragazza la ringraziò e corse fuori
casa.
Una mezz’oretta dopo raggiunse la sua amica, che la
stava aspettando impaziente davanti ad una boutique.
“Sempre la solita, eh?!”
l’apostrofò quando la vide. Sana sorrise imbarazzata.
“Be’, sai, ora che …”
“Sì, sì … lo so … stavo scherzando!” le sorrise Fuka, poi iniziarono il loro giro di negozi.
Improvvisamente Sana si bloccò, e Fuka
la guardò interrogativa.
“Ehi, Sana? Ci sei ancora?!”
le chiese, ma si zittì subito notando la sua espressione sconvolta e incredula.
Gli occhi, sbarrati, stavano fissando un punto preciso. Fuka
seguì il suo sguardo e notò un ragazzo biondo, alto, che dava loro le spalle.
“Heric …” sentì la sua amica
mormorare. La vide fare qualche passo verso il ragazzo, ma fermarsi all’istante
quando questo si voltò … non era lui … non era Heric
… Sana sentì il suo cuore spezzarsi, e Fuka vide i
suoi occhi spegnersi, mentre abbassava il capo, stringendo i pugni. Le mise una
mano sulla spalla.
“Pensi ancora a lui?” le chiese, ma conosceva già la
risposta. Infatti Sana non le rispose.
“Sana …” continuò Fuka.
“Sono passati quattro anni! Non sarebbe ora di dimenticare Heric?
Dopotutto, siete stati insieme solo per alcune
settimane …”
“Lo so, Fuka, ma sono state
speciali!” l’interruppe la ragazza. “Lui era speciale! È l’unico che mi abbia mai amato davvero … e che io abbia mai amato
davvero … e poi, come potrei dimenticarlo dopo che …” la sua voce sembrò
rompersi, ma un istante dopo rialzò lo sguardo e riuscì a sorridere, seppur
debolmente. “Ma forse hai ragione tu, Fuka. Devo lasciarmelo alle spalle e andare avanti da sola
…” disse, dopodichè ritenne chiuso l’argomento e
riprese a passeggiare con la sua amica.
Eppure è così difficile … aggiunse dentro di sé.
Ironia del destino vuole
che
Io sia ancora qui a
pensare a te
Nella mia mente flash
ripetuti
Attimi vissuti con te
È passato tanto tempo ma
Tutto è talmente nitido
Così chiaro e limpido
Che
sembra ieri
…
*
Da un’altra parte, invece, un ragazzo biondo aveva pensieri
simili. Ripensava ad un amore perduto …
La mattina dopo la loro notte di passione, Heric si era svegliato da solo nella camera d’albergo.
Aveva cercato la sua Sana, ma di lei non c’era più traccia … era già partita, e
senza salutarlo, perché sarebbe stato ancora più difficile …
Ieri avrei voluto leggere
i tuoi pensieri
Scrutarne ogni piccolo
particolare
Evitare di sbagliare
Diventare ogni volta
l’uomo ideale
Ma quel giorno che mai più
scorderò
Mi hai detto “Non so più
se ti amo o no …
Domani partirò …
Sarà più facile
dimenticare, dimenticare”
Ma io non ho dimenticato, Sana … non sono ancora
riuscito a farlo … pensò con
amarezza.
“E
adesso che farai?”
Risposi: “io non so”
Quel tuo sguardo poi
Lo interpretai come un
addio
Senza chiedere perché
Da te mi allontanai
Ma ignoravo che
In fondo non sarebbe mai
finita …
*
Sana si fermò davanti all’ennesima vetrina, che la sua
migliore amica stava guardando. Fuka notò qualcosa di interessante, e decise di entrare nel negozio. L’attrice
fece per seguirla, ma le cadde una delle buste che aveva in mano. Si chinò a
raccoglierla, e quando si rialzò diede un’ultima occhiata alla vetrina … ciò
che vide riflesso la lasciò a bocca aperta …
Questa volta tutto ciò che aveva in mano sfuggì alla
sua presa, ma non se ne curò.
Ti prego, fa che quando mi girerò sia ancora lì …pensò, temendo fosse il
frutto della sua immaginazione. Questa volta era sicura … il paio di occhi ambrati che stava fissando nel vetro di quel
negozio non potevano appartenere ad altri che Heric …
ma aveva paura che fosse solo uno scherzo del suo cuore …
Di scatto si voltò, e la sua gioia le fece sembrare di
avere un paio di ali sulla schiena quando vide che la
figura del ragazzo biondo che aveva scorto era ancora lì, di fonte a lei, a
fissarla a bocca aperta. Le sue labbra avevano paura a pronunciare il nome di Heric, ma fu lei a sentire per prima la voce della persona
che aveva riempito il suo cuore e la sua mente per
tanto tempo …
“Sana …?!”
Heric era davvero lì, davanti a lei, in carne e ossa …
l’aveva chiamata per nome … non si era dimenticato di lei … le sorrideva,
felice di averla ritrovata …
*
Sana … era proprio lei … Heric
lesse la felicità nei suoi occhi, ma fu certo che non poteva mai raggiungere
quella che provava lui in quel momento …
Teso, ero a pezzi ma
Un sorriso in superficie
Nascondeva i segni di ogni cicatrice
Nessun dettaglio che nel
rivederti
Potesse svelare quanto ci ero stato male
Quattro anni scivolati in
fretta e tu
Mi piaci come sempre forse
anche di più
*
La ragazza non resistette più oltre e corse verso Heric, gettandosi tra le sue braccia, stringendolo a sé.
Rimasero abbracciati per un tempo infinito, felici di sentire il calore dei
propri corpi, di sapere che non erano un’illusione.
“Cosa ci fai qui a Tokyo?”
riuscì a chiedere Sana, mentre la felicità per aver ritrovato il ragazzo le
faceva morire ogni parola in gola.
“Mia sorella si è trasferita qui per studiare, e io ho
dovuto seguirla perché non potevo badare a mio padre da solo …” rispose lui,
senza dare peso alle proprie parole, considerandole solo un’inutile spiegazione
che interrompeva quel momento di pura gioia.
“Sana … non ti ho mai dimenticata
…” aggiunse poi al suo orecchio, temendo la sua risposta. La ragazza si scostò
un poco e lo guardò negli occhi.
“Nemmeno io … ” rispose. “Quella notte … è sempre
stata nei miei pensieri …”
Hai detto: “so che è un controsenso ma
L’amore non è razionalità
Non lo
si può capire”
Ed ore a parlare
Poi abbiamo fatto l’amore
È stato come morire
Prima di partire
Potrò mai dimenticare, dimenticare?
“Non ti ho mai dimenticato … perché ti amo” gli disse.
Heric la guardò dolcemente,
sorridendole, poi si baciarono. Un bacio lungo, intenso, profondo …
sembrava infinito …
L’infinito
sai
cos’è?
L’irraggiungibile
Fine o meta che
Rincorrerai per tutta la
tua vita
Quando si staccarono, Sana abbassò lo sguardo, e con timore
continuò:
“E non ti ho mai dimenticato … perché mi hai donato qualcosa che mi ricorda te
ogni giorno di più …”
Il ragazzo la guardò interrogativo. In quel momento Fuka uscì dal negozio.
“Sana, ma dove ti eri …?” si interruppe
all’istante notando la presenza di Heric. Un solo
sguardo di Sana, e capì tutto.
“Fuka, scusami, ma devo
tornare a casa …” le disse, il tono di voce basso, e Fuka la comprese.
“Certo … ci sentiamo” le disse, lasciandola andare,
chiedendosi cosa sarebbe successo in seguito …
Quando i due ragazzi raggiunsero
la villa di Sana, Heric era molto preoccupato. Non
avevano parlato per tutto il tragitto, e nonostante si fossero tenuti sempre
per mano, Heric aveva avvertito come un muro tra di loro … una distanza che non era riuscito ad eliminare
…
Sana aprì la porta d’ingresso, ed entrò.
“Mamma, sono tornata …” annunciò, ma fu interrotta da
una voce infantile.
“Mammina, sei qui! Che bello!”
Dal salotto sbucò una piccola figura che si avvicinò
con passo rapido a Sana. La ragazza si perse nello sguardo spensierato di quel
piccolo bambino biondo che si era gettato tra le sue braccia non appena lei si
era piegata. Lo sollevò da terra, posandogli un bacio sulla guancia e
prendendolo in braccio.
Heric, nel frattempo, aveva sentito il cuore arrestarsi per
un istante, nello stesso momento in cui aveva visto quella piccola creatura dai
capelli dorati e gli occhi ambrati andare incontro a Sana chiamandola ‘mamma’.
“Chi è quello lì?”chiese il bambino, fissando lo
sguardo in quello del ragazzo … uno sguardo così
familiare …
“Lui … è tuo padre …” sussurrò Sana, guardando Heric negli occhi, cercando di capire quale sarebbe stata
la sua reazione. Il bambino non riuscì a capire il significato di quelle
parole, ma per Heric … per lui furono come un soffio
di vita …
“Sana …” iniziò Heric.
“Te ne andrai?” chiese lei a bruciapelo, senza
riuscire a guardarlo negli occhi.
Heric le sollevò delicatamente il mento con una mano.
“No, mai … ora sono qui, con te, e durerà per sempre,
te lo prometto …”
“Ma
adesso che farai?”
“Adesso io non so”
Infiniti noi
So solo che non potrà mai
finire
Mai
Ovunque
tu sarai
Ovunque
io sarò
Non smetteremo mai
Se
questo è amore
È Amore infinito …
Infinito …
- Mesi dopo … -
“Viva gli sposi!!”
L’urlo che esplose fuori dalla
chiesa si espanse in tutta Tokyo, mentre cascate di riso cadevano sulla
bellissima attrice Rossana Smith, avvolta in un elegantissimo
abito bianco. Centinaia di fotografi e giornalisti l’assalirono appena mise
piede fuori dalla chiesa.
“Signorina Smith, com‘è
stata la cerimonia?” le chiesero.
“Stupenda” disse semplicemente Sana, non riuscendo ad
esprimere la sua felicità per quel giorno. “Ma da oggi
sarò la signora Hayama!”
“Dove ha conosciuto suo
marito?” le chiese subito dopo un altro giornalista.
Sana si voltò con un largo sorriso verso il suo
compagno, perdendosi nei suoi occhi ambrati.
“Sulla cresta dell’onda …” mormorò, prima che le sue
labbra fossero catturate da quelle di Heric.
THE END - Daisy
La canzone che accompagna e rappresenta i
pensieri di Heric e Sana è “Infinito” di Raf.
Questa volta è finita davvero! E alla fine, si sono anke sposati!
Be’, non ho resistito, io devo per forza farli stare insieme, odio vederli
separati! Sono la mia coppia preferita, se ancora non si fosse
capito!!^^
Cmq, come ho già detto, non mi piace molto come
mi è venuto questo capitolo, e mi affiderò al vostro
giudizio … magari lo cancellerò e proverò a fare di meglio … ditemi voi se vi
va bene così, o se preferireste che provassi a riscriverlo, magari senza ke Sana abbia avuto alcun figlio da Heric
…
I miei ringraziamenti per le recensioni che
mi hanno supportata fino alla fine (thanks a: Anna94, miki18, violetta, Rossana, Geo88, LizDreamer, luchiananami, faby, lucychan93,
fragolina92, miki90, laukurata, rana e gatto, brava,
Luana, Giuly23, Lunachan62, liliana87 … sperando kennmanki nessuno!^^) e a tutti
voi che avete letto!
Alla mia prossima storia (che già ho
progettato, anche se non completamente … ; -) )