A beatiful day

di Rota
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 3: *** III ***
Capitolo 4: *** IV ***



Capitolo 1
*** I ***


*Autore: Rota
*Titolo: A beatiful day
*Capitolo: I
*Fandom: APH - Axis Powers Hetalia
*Personaggi: Prussia/Gilbert Beilschmidt, Austria/Roderich Edelstein
*Generi: Fluff
*Avvertimenti: Shonen ai, What if...?, Raccolta, Flash fic
*Rating: Verde
*Tema/Prompt: Momenti/Alba
*Credits: I personaggi che muovo nascono dalla fantasiosa mente geniale di Himaruya Hidekaz.
*Dedica: A Camilla, a Kagura e a Nemeryal
*Note: Piccola, piccola raccolta di quattro drabble su quattro momenti diversi di una ipotetica giornata assieme.
A voi :3


-Cosa c'è?-
Era incredibile come il suo cipiglio severo spiccasse nell'insieme stesso che era il suo viso pallido, ancora morbido e rilassato per il sonno abbandonato da poco.
I suoi occhi, sembrava, prendevano colore e vitalità nell'irritazione, divenendo incredibilmente reattivi.
Gilbert riuscì a riderne, appoggiato allo stipite della porta com'era. Al solito espose la verità dei fatti senza veli e senza fronzoli - lui era capace di sopportare anche l'acredine, a differenza di quel damerino tutto merletti ed eleganza.
-Sei comico!-
Roderich sbuffò e tornò come se nulla fosse al suo lavoro. Non gli piaceva la sensazione di freddo che la schiuma da barba dava alla sua pelle, era il risveglio peggiore che poteva darsi di prima mattina.
Eppure, come ogni volta, appena sceso dal letto si era diretto in bagno e aveva preso tra le mani il proprio rasoio, mietendo i pochi peli scuri che durante quelle ore di inattività gli erano cresciuti sul mento.
Neanche un "buongiorno" all'altro, neanche un cenno o un saluto. Roderich era proprio pessimo, in realtà.
Ma il prussiano era stato ripagato di quello piccolo sgarbo - e non con una torta banale o un classico brano del suo sempre presente pianoforte, assolutamente no.
Con pochi passi gli fu vicino e vide la sua espressione concentrata riflessa sulla superficie dello specchio di quel piccolo e discreto bagno.
Quasi lui non si ergesse in quello che era un glorioso pigiama a righe e possedesse tutto lo charme del mondo.
Lo derise, vedendo il suo cipiglio fare di nuovo la sua comparsa quando lo intercettò.
-Sembri una casalinga, messo così!-
Roderich non gli diede la soddisfazione di vederlo sbuffare o di rispondergli in maniera piccata, ma continuò col suo operato in silenzio senza neppure calcolarlo.
Camicia da notte, senza occhiali, capelli disordinati: in quel momento l'austriaco era uno spettacolo ancora più bello del solito. Tanto che, ad un certo punto, Gilbert gli prese il rasoio dalle mani e gli girò la faccia in maniera poco garbata.
Continuava a sorridere, ma senza malizia.
-Dammi a me, damerino! Faccio io!-
Pur guardandolo storto, Roderich lasciò che pulisse lui ogni traccia residua di schiuma bianca.

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Capitolo 2
*** II ***


*Capitolo: II
*Tema/Prompt: Momenti/Mezzogiorno
*Note: //


Gilbert era uno zotico maleducato - Roderich lo aveva sempre saputo ma non riusciva, anima pura e semplice, a rimanere indifferente alla sua totale mancanza di grazia.
Come se fosse normale non sapere quale forchetta servisse per il primo e quale invece per le carni e per i contorni, oppure bere prendendo il bicchiere come un boccale di birra e brindare al niente ogni due secondi circa.
Inoltre faceva sicuramente più rumore lui di quanto non facesse la natura attorno a loro, immersi com'erano nel giardino curato di villa Edelstein. Non si riuscivano a sentire né i fringuelli cinguettare né lo sbattere leggero delle ali delle farfalle colorate quando lui rideva, tra un boccone e l'altro. E anche il lieve frusciare del vento tra i sottili fili d'erba veniva sovrastato con brutalità dallo stridio che la lama delle sue posate producevano contro la ceramica bianca del piatto.
L'uomo si domandò ad un certo punto perché mai Gilbert si trovasse ancora lì con lui.
-Damerino, il tuo dolce è buono!-
Roderich lo fulminò con lo sguardo, continuando a bere la sua bevanda calda in assoluto silenzio: ovvio che il dolce era buono, era austriaco.
Ma la cosa più brutta fu vederlo trangugiare con famelica voglia anche le briciole di quella povera torta, neanche la fine del mondo fosse proprio dietro l'angolo - in realtà, Gilbert mancava di usare in maniera corretta il suo cucchiaino, eppure gli occhi di Roderich su certe cose sapevano essere assai intransigenti.
Il prussiano finì in fretta la sua parte, concludendo con un suono sgradevole dello stomaco e un'allegra e forte risata.
Poi, ogni domanda ebbe la sua risposta.
Sotto gli occhi di Roderich, Gilbert prese il tovagliolo tra le mani e, come gli aveva faticosamente insegnato Roderich a furia di rimproveri aspri e battibecchi degni di due coniugi, si pulì le labbra con l'angolo chiaro per poi posare l'oggetto al lato destro del piatto. Tutto perfetto, esattamente com'era e come doveva essere.
Allora l'uomo aveva solo da guardarlo in viso, proprio sulle sue labbra aperte in una smorfia esageratamente contenta, prendendo poi un'altra fetta di dolce e servendolo come richiesto con quel piattino proteso verso di lui.
Si prese però la soddisfazione di riprenderlo un'ultima volta.
-Cerca di mangiare come si confà a un essere umano...-
Inutile, Gilbert già aveva preso in mano la fetta per il cornicione più duro, mangiando direttamente con i denti - così Roderich si accontentò dell'immagine romantica e brillante di un Gilbert educato e aggraziato, rinchiudendosi per qualche istante nei propri sogni.

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Capitolo 3
*** III ***


*Autore: Rota
*Titolo: A beatiful day
*Capitolo: III
*Fandom: APH - Axis Powers Hetalia
*Personaggi: Prussia/Gilbert Beilschmidt, Austria/Roderich Edelstein
*Generi: Fluff
*Avvertimenti: Shonen ai, What if...?, Raccolta, Flash
*Rating: Verde
*Tema/Prompt: Momenti/Tramonto
*Credits: I personaggi che muovo nascono dalla fantasiosa mente geniale di Himaruya Hidekaz.
*Dedica: A Camilla, a Kagura e a Nemeryal
*Note: //


Era errato definire Prussia come ignorante in fatto d'arte e cultura, dacché vantava una tradizione lunga e rinomata, fatta di autori notevoli che riuscivano a toccare quasi ogni campo.
Tuttavia Gilbert era carente soltanto di una cosa: la pazienza. Non gli si poteva chiedere - finamai pretendere! - di sedersi sul divanetto di un elegante salotto, con tanto di cuscini decorati col merletto e quadri appesi ovunque e quel profumo alla vaniglia che veniva direttamente dalla cucina a poca distanza, per leggere un libro intanto che la luce del sole ancora permetteva di non accendere alcuna lampada. Almeno, Austria sembrava di essere di tale forsennata idea. Lui infatti era immobile, seduto dritto sopra la sua poltrona, a sfogliare un volume spesso quanto quattro delle sue dita, totalmente assorto da non accorgersi che Gilbert aveva messo da parte il proprio libro e lo stava fissando da quasi un quarto d'ora.
In tutto quello il prussiano aveva capito qualche dettaglio in più sul proprio convivente, cose assolutamente insignificanti ma che in un qualche modo ne arricchivano il quadro generale. Come quella lettura veloce che lo aiutava a digerire tomi assurdi in un tempo che all'altro pareva disumano, oppure la colorazione profonda degli occhi quando era concentrato. Dettagli insignificanti, appunto.
Gilbert sospirò profondamente, portandosi la mano al collo e allargando il nodo della cravatta nera.
Notò solo dopo essersi rilassato che la luce delicata del tardo pomeriggio si era dipinta sempre più di rosso, avanzando verso la sera. In quella stanza non c'erano finestre rivolte verso l'Ovest, ma Gilbert seppe con precisione che era un tranquillo tramonto a colorare d'arancione il profilo fino di Roderich, assieme alla camicia chiara che indossava. Così, il colore dei suoi occhi gli parve risaltare di più, mentre i riflessi dei capelli castani avevano più forza.
Sorrise e quasi mancò che ne ridesse forte: brutta cosa l'ozio che porta la gente a fare pensieri simili.
Roderich chiuse delicatamente il proprio libro dopo pochi minuti e lo guardò ben dritto in viso.
-Penso sia ora di accendere una luce.-
Gilbert ghignò nel rispondergli. Gli fece persino il verso, dato che n'aveva occasione.
-Penso sia ora di fare qualcosa di diverso!-
Roderich asserì tra sé e sé, pensando che magari l'altro aveva anche ragione.
Però, prima che Gilbert potesse in qualche modo proporre una delle sue idee - l'ultima volta gli aveva chiesto addirittura se voleva fare una doccia assieme a lui! - chiese la prima cosa che gli venne in mente.
Sicuramente era meno pericolosa che dargli lo spazio necessario per coinvolgerlo in qualcosa di poco signorile e ortodosso.
-Hai fame?-
Il prussiano si alzò dal divanetto battendo le mani sulle proprie cosce.
Meno stava in quella stanza meglio sarebbe stato.
-Potrebbe essere una buona idea!-

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Capitolo 4
*** IV ***


*Autore: Rota
*Titolo: A beatiful day
*Capitolo: IV
*Tema/Prompt: Momenti/Notte di luna piena


Fu l'aria fredda della notte che gli scompigliava i capelli con aliti di brezza a svegliarlo, in maniera anche piuttosto brusca. Roderich sbatté le palpebre perplesso, non capendo sul momento per quale assurdo motivo si ritrovava avvolto da una coperta di lana, in piena notte, sul balcone di casa propria, in compagnia di un prussiano albino. Poi gli tornò alla mente che proprio il molesto e albino prussiano lo aveva convinto - con una nenia petulante e insistente degna di un bambino piccolo - ad aspettare assieme a lui le stelle cadenti che proprio quella notte dovevano brillare in cielo perché a sua detta sarebbero state sicuramente "uno spettacolo imperdibile, magnifico, insuperabile." Roderich, tanto abituato ad andare a dormire ad una certa ora, era caduto addormentato dopo poco tempo, appoggiato sulla sua spalla con tutto il suo dolce peso. Gilbert lo aveva molestato sul naso e con quel ciuffo ridicolo che gli cadeva sulla fronte, ma dopo l'ennesimo borbottio di lui aveva desistito e l'aveva fatto distendere come meglio aveva potuto sul materasso che si erano portati. "Per stare più comodi", aveva detto sempre Gilbert - e in effetti Roderich lo poté ringraziare tra sé e sé.
Sistemandosi gli occhiali sul naso, il giovane uomo si ridestò e lo raggiunse, guardando nella sua stessa direzione. A fissarli, pallida e totalmente piena, c'era una Luna meravigliosa.
-Hai visto qualcosa?-
Vedendolo, l'espressione rilassata e distante di Gilbert si trasformò in una specie di sogghigno malizioso, ma in realtà non era possibile al prussiano nascondere una certa nota di insoddisfazione.
-Niente. Sembra che le stelle si vergognino a venire fuori!-
Anche Roderich sondò la volta celeste alla ricerca innocente di qualche traccia luminosa.
Non trovò nulla e allora sbuffò.
-Magari non vogliono vederti in viso...-
-Questa è veramente stupida, come cosa!-
-Né più né meno della tua stessa affermazione, direi.-
Silenzio, Roderich aveva detto la sua e Gilbert non era proprio in vena di far degenerare quella piccola scaramuccia - era un po' deluso da non aver trovato nulla di suo gradimento ma sicuramente mai sarebbe stato così vile da trasformare quella sua irritazione in acredine da versare totalmente sull'altro, anche perché era già tanto se si ritrovavano spalla contro spalla senza litigare o fare la guerra.
E Roderich lo avrebbe anche avvolto con la propria coperta, in un gesto che voleva chiedere scusa e pace assieme, soprappensiero e per nulla alterato dal piccolo dibattito nato tra loro. Gilbert rimaneva sempre sé stesso, alla fine, nel bene e nel male.
Ma il prussiano si mosse prima dell'austriaco e dettò la fine di ogni cosa.
-Rientriamo. Tanto non serve nessuna stella perché i miei desideri si realizzino! Lo farò io!-
Questo fece sicuramente irritare Roderich che strinse i lembi di coperta tra le dita e si avvolse di più nel caldo tessuto.
-Per quale motivo allora siamo venuti fuori?-
L'altro gli sorrise guardandolo in viso, sporgendosi verso di lui fino quasi a toccarlo. Lo stava prendendo in giro, il suo sguardo parlava chiarissimo.
-So che tu sei romantico e credi in queste cose!-
Altro sbuffo, e Roderich disse una cosa che ne valeva mille.
-Sciocchezze! Io non ho desideri da esprimere! Ho già tutto ciò che mi serve!-
Quando vide gli occhi di Gilbert sgranarsi all'inverosimile capì il suo errore e quasi se ne pentì.
Ma fu troppo tardi - lo stava già baciando, il fellone.

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