21 Dicembre 2012: quando le profezie si unirono

di JKEdogawa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Intoduzione ***
Capitolo 2: *** La luce dell'anima ***
Capitolo 3: *** La guerriera dei buoni ***



Capitolo 1
*** Intoduzione ***


- Sei pensierosa, Lely!-
- Davvero? Io mi sento solo molto stanca...- * sbadoglio*
- Ancora quel sogno?-
- Sì, sempre lo stesso...-
- Devi prendere qualcosa...-
- Esiste qualcosa contro gl'incubi?-
- No... forse uno scacciapensieri indiano...-
- Tu e la tua mania per le culture estere!-
- Ma è sempre lui?-
- Sì, sempre!-
21 Dicembre 2010: in una scuola, in una città, in una nazione, in un pianeta, in un universo...

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Capitolo 2
*** La luce dell'anima ***


“ Corro lungo il corridoio buio della vita. Rami secchi provano a ghermirmi ai lati. Li evito. Corro verso l’oscurità, addentrandomi nei meandri più scuri della mia esistenza.
Ormai è tutto scuro, tutto nero. Sento solo il terreno solido sotto i miei piedi. Non vedo nessuno, ma percepisco la sua presenza. Non sento alcuna voce, ma capisco che qualcuno stà parlando. Non tocco niente, ma sento che sono al chiuso. In trappola.
Una luce esce da me, dal mio costato… dal mio cuore. Non capisco.
<< Non ti preoccupare…>> echeggia una voce << non ti preoccupare, tra poco sarai libera…>>
La luce crea un cilindro attorno a me. Mi circonda.
<< Ora puoi vedere…>> continua la voce; la luce diventa lievemente più forte, ma non mi fa male. La figura di un bambino dai capelli neri, gli occhiali tondi e gli occhi blu. Mi guarda; mi sorride; muove le labbra, ma non sento alcun suono.
<< Ora puoi sentire…>> dice la voce.
-Ciao! Mi riconosci?- mi chiede il bambino
Sono paralizzata:- Sì!- riesco solo a dire. Provo a toccargli la mano, ma la mia la attraversa.
<< Ora puoi toccare.>> conclude la voce che solo ora riconosco come mia
Io e il bambino rimaniamo a fissarci. Lì. Immobili.
Qualcosa mi attrae verso l’alto, come un buco nero.
-PRENDI LA MIA MANO!- urla il bambino. Mi allungo verso di lui, ma ormai sono troppo lontana.
<< Vieni nell’oscurità con noi!>> dice una voce maschile
- NON LO ASCOLTARE, SVEGLATI!- mi dice il bambino. Il buio mi stà per inghiottire.
- CLELIA, SVEGLIATI!-
- NO!- dico io”
TOC
-Ouch!- Clelia si era appena alzata a sedere sul letto di scatto e aveva sbattuto la testa contro l’armadio a ponte che la sovrastava.
Si alzò e uscì dalla camera da letto a tentoni. Andò in cucina per vedere l’orologio. Erano le ore 3.30 del 22 dicembre 2010. Sbadigliò.
“Accidenti! Ancora!” pensò sconsolata. Sbuffò. Tornò in camera e si sdraiò sul letto. “ Forse ha ragione la Genny” penso “ forse dovrei provare con uno scacciapensieri”. Cercò di riaddormentarsi. “Vieni nell’oscurità con noi!” la voce di prima le rimbombava nella testa e la costrinse a riaprire gli occhi. Era una voce fredda e melliflua, conosciuta e sconosciuta allo stesso tempo.
“ Chi è?! Accidenti, chi è!” pensò cercando di ricordare dove aveva già sentito una voce uguale o almeno simile. Niente. Nessuna idea. “ Se solo voi mi poteste aiutare!” disse riferendo si a qualcuno di invisibile “ Mio fratello dice che vi può vedere e sentire… ma perché lo ascolto, anche io! Ah… bubbole!”. Si voltò verso destra a guardare un ragazzo della sua età che dormiva beatamente. “ Credi di sapere tante cose, eh tu!?” pensò gardando il fratello.
Si alzò e prese un libro di Harry Potter dalla libreria, prese il lettore CD con le cuffie e un disco degli Evanescence e se ne andò in salotto cercando di non disturbare il “bell’addormentato”. Aveva letto quella serie di libri 5 o 6 volte, ma leggere ascoltando la musica che preferiva la rilassava dopo un incubo. Non si addormentò più.
Passarono circa 3 ore.
-Immaginavo di trovarti qui…- disse Adriano, suo fratello gemello
- Mm… buongiorno… sono già le 6 e mezza?- mugugnò lei alzando lo sguardo dal libro e levandosi gli auricolari dalle orecchie
- Sì… che ore hai fatto, stavolta?-
- Le 3 e mezza!-
- Cavolo… diminuisce sempre più…-
- Già! Belli i tempi in cui mi svegliavo alle 10…-
- Preparatevi, che sennò fate tardi!- esclamò la madre dalla camera da letto
Clelia si alzò, richiuse il libro senza lasciare il segno, tanto l’avrebbe riletto ancora. Prese tutta la sua roba e si diresse verso la sua camera per riporre tutto. Quando entrò la finestra era spalancata per far entrare l’aria frizzantina del mattino. La richiuse maledicendo suo fratello per la mania di spalancare tutto anche con 40° sotto lo zero.
-Avete dato da mangiare a Sfruscio?- chiese sua madre dalla cucina dove si era spostata
- Adesso ci penso io!- rispose Adriano precipitandosi in cucina.
Sfruscio era il gatto che lui aveva trovato circa due anni prima. Era marrone a strisce bianche, grosso e guardingo. Sembrava vecchio e flaccido, ma in realtà era molto agile. Non giocava mai e a volte guardava storto Clelia quando la ragazza gli lanciava un topolino di gomma. In compenso aveva legato molto con Adriano. A volte sembrava che parlassero e che il ragazzo lo capisse, e rispondeva pure. Per esempio diceva “ Me lo hai già detto!”, “ Certo che stò attento!” e “ Di quello che ti pare, tanto non mi crede!”.
Era l’unico gatto a cui non piaceva il suo nome. Quando era arrabbiato, addirittura, non rispondeva e faceva finta di non aver sentito.
Clelia si cambiò per andare a scuola, poi uscì dalla camera da letto e si diresse verso il soggiorno con cucina a vista. Come volevasi dimostrare suo fratello stava dando da mangiare a Sfruscio bisbigliandogli qualcosa nell’orecchio a punta. La ragazza non ci fece caso. Prese un pacco di pane a fette dalla credenza, un cucchiaino, un piatto e un barattolo di marmellata alle more dal frigo. Si sedette al tavolo tra la cucina a vista e il divano, fece colazione.
Finito di mangiare andò in bagno per lavarsi mani, viso e denti. Dalla finestrina della toilette si vedeva la Cicogna ancora buia, con i lampioni sulla strada principale accesi. Verso Est il sole iniziava timidamente a sorgere, anche se non si vedeva molto il bagliore dei suoi raggi. Si notava solo un po’ di rossiccio sbiadito tra i palazzi alti di quella frazione di San Lazzaro.
- Sbrigati! Guarda che oggi non ti aspetto!- la esorto Adriano da fuori il bagno
- Arrivo! Non mettermi fretta! Mi metto i pattini e arrivo!- lei di tutta risposta
Uscì e si diresse di nuovo verso la camera da letto: s’infilò i pattini arancioni con fiori viola ai piedi, lo zaino sulle spalle. Tornò in soggiorno dove Adriano la aspettava assieme al suo skateboard celeste con fiamme rosse e gialle.
- Aleluja!- esclamò quando la vide- Andiamo, che sennò facciamo tardi!-
- Non avevo dubbi che fossimo in ritardo… il solito bianconiglio!- rispose Clelia sarcastica entrando come una scheggia in ascensore
Scesero al piano terra e uscirono dallo stabile. Arrivarono alla pista ciclabile dall’altra parte della strada principale. Iniziarono a percorrerla.
- Sembro o non sembro Alejandro?- chiese Adriano superandola sullo skate
- Per me rimani il bianconiglio… ci hai fatto uscire alle 7 e 25 quando per arrivare in orario basta un quarto d’ora!- lo superò
- E tu sei una miss perfettivi che sa tutto e non lo vuole ammettere!- la raggiunse
- Io so solo di non sapere niente!-
- Coff… secchiona… coff!-
- Le frasi celebri non sono difficili da ricordare. Anche una testa bacata come la tua potrebbe impararle e fare bella figura!-
- Anche se sei secchiona, non offendere!-
- E chi ha offeso? Io ho fatto una constatazione!-
- Sì, amichevole… non c’è nemmeno un incidente!-
- Devo ridere!?-
- Certo!-
- Ah ah ah! Contento?-
- Ora sì che la giornata è iniziata!-
Continuarono a beccarsi fino a scuola, il liceo delle scienze sociali “Enrico Mattei”. Lì incontrarono Teresa, la migliore amica di Clelia e la fidanzata di Adriano.
-Come va?- chiese quando il vide arrivare
- Bene, amore!- rispose lui
- Diciamo che potrebbe andare meglio…- Clelia sbadigliò
- Oh, no! Ancora!?-
- Sì… è mattutina, ha fatto le 3 e mezza-
- E a te chi ti ha interpellato, comunque sì!-
- Ma sempre Conan?-
- Sì, accidenti! Ma perché, poi? Non è il mio personaggio preferito!-
- Okay… vi lascio ai vostri discorsi mentre io vado a parlare di calcio e moto con Luca e Camillo!- Adriano si allontanò
- Va bene… tanto ci rivediamo in classe… testa bacata!-
- Parla per te, parruccona!-
- Allora, voi due! Tornando al discorso… non puoi continuare così!-
- Quasi quasi provo lo scaccia pensieri indiano…-
- Finalmente mi ascolti!-
- Non… funziona… proprio così! Direi piuttosto che sono disperata! Stanotte ho pure sentito una voce…-
- Una voce? E cosa diceva?-
- Vieni nell’oscurità con noi… o una roba del genere…-
Teresa rimase a pensare un po’, poi si sfilò la collana che portava sempre al collo e disse:- Tieni, ti aiuterà! Concentra le energie positive!- era una catenina di metallo con una giada intagliata a forma di re piume sovrapposte a ventaglio
- Non la posso accettare! Ci tieni troppo!-
- Non ti preoccupare, ma la ridarai domani. Sento che un giorno basta.-
- Ma sei sicura che aiuterà?-
- Al 99,9%...-
- Allora va bene… forse è meglio se mi levo i pattini prima che suoni…-
- Mi sembra un’ottima idea!-
Clelia si sedette sui gradini davanti alla scuola. Si tolse i pattini e si mise le scarpe che si era portata nello zaino. La campanella suonò 5 minuti dopo.
La mattina passò veloce, a parte l’intoppo con la prof di arte che la voleva interrogare per darle 4, cosa che riuscì a fare. In classe con lei c’erano suo fratello e Teresa.
- Quella donna mi odia!- sbottò uscita da scuola- E’ riuscita a darmela al trimestre! Ma si può!? Credo che quello che ha fatto sia vietato dallo statuto degli studenti!-
- Rilassati, ormai il danno è fatto e non ci puoi fare niente!- cercò di calmarla Teresa
- Credo che qualcosa si possa ancora fare… parlare con il preside!-
- Ora stai esagerando! Rischi di fartela ancora più nemica… impegnati e basta!- sentenziò suo fratello
Clelia fece un respiro profondo e contò fino a dieci.
- Sì, testa bacata, hai ragione!- disse
- Parla per te, parrucona!-
- Ma la piantate?! Sembrate due bimbi che litigano!- s’intromise Teresa
- Ma è lei che ha… va bene, abbiamo sbagliato!- disse Adriano dopo aver incrociato lo sguardo della ragazza
- Bene, bene. Sono arrivata, io… a domani!- Teresa baciò Adriano ed entro in una villa in via Torreggiani
Quando la ragazza fu sparita dietro la siepe della villa Clelia disse:- Facciamo a gara a chi arriva primo a casa?-
Partirono veloci come dei razzi verso La Cicogna, alla fine arrivarono pari, o quasi.
- Ammettilo! Sono arrivato prima io!- si vantò Adriano entrando in ascensore e premendo il pulsante del 5° piano
- Non mentire! Era un pareggio!-
- No, sono il migliore!-
- Voglio la moviola!-
- Non è una partita di calcio, ignorante!-
- Deciditi… o sono una secchiona o sono un’ignorante!-
- Ciao, micione!- Adriano non la ascoltava già più. Aveva aperto la porta di casa e aveva preso in braccio Sfruscio che, stranamente, non si ribellò. Miagolò con disappunto, ma infondo gli piaceva ricevere le grattatine sulla schiena. Puntò gli occhi neri e marroni sulla collana che portava Clelia come a studiarla, poi li spalancò di colpo e spostò lo sguardo su Adriano che lo teneva in braccio.
- Preparo della pasta?- chiese Clelia al fratello. Era lei la cuoca della famiglia, dopo sua madre.
- Non ho molta fame… che ne dici di un paio di piadine?- le rispose Adriano dopo aver poggiato il micio con gli occhi ancora spalancati sul divano.
- Va bene, ma c’è solo del prosciutto…- la ragazza aprì il frigorifero e tirò fuori una vaschetta di salume
- E allora? Va bene lo stesso!-
Clelia tirò fuori da una scansia sopra di lei una piastra tonda da piadine, ce ne mise una fredda e iniziò a farla cuocere a foco vivo.
A un determinato punto della cottura ci stese sopra le fette di prosciutto in modo che il poco grasso presente si sciogliesse ed ammorbidisse l’impasto. Dopo circa 3 minuti la chiuse a metà e la posò su un tagliere di legno. Ci infilò un paio di foglie di lattuga fresca e tagliò tutto in quattro spicchi perfetti.
- Pronto! Se non ti basta ne faccio dell’altra!- disse soddisfatta del suo lavoro
- No, credo che sia abbastanza! Mm… sei nata per i fornelli, tu!- rispose Adriano infilandosi la prima fetta in bocca e gustandosela felice
- Già, sono la migliore!- ne prese una anche lei e iniziò a mangiare
- Non esagerare…-
- Lo fai anche tu! Vado in camera, se vuoi finisci tu. Non ho molta fame…-
- Non ti senti bene?-
- No, solo un giramento di testa. Vado a sdraiarmi un po’. Strano, prima stavo bene…- la ragazza si allontanò
- Meglio seguirla…- disse Adriano al gatto quando lei non fu più a portata d’orecchio. Il gatto obbedì subito e si diresse verso la camera da letto di gran carriera, cercando di non far rumore con le unghie contro il pavimento. Il ragazzo lo seguì piano piano ciò che videro li lasciò a bocca aperta.
Qualcosa dalla stessa Clelia stava uscendo. Una luce dal suo petto si librava nell’aria circostante formando un cilindro luminoso intorno a lei. Il sogno, possibile? Eppure lei era sveglia e vigile.
-Non ti preoccupare…- echeggiava una voce -non ti preoccupare, tra poco sarai libera-
- Ma non è possibile!- esclamò la ragazza sentendo la sua stessa voce che la tranquillizzava
- Ora puoi vedere…- la luce divenne lievemente più forte ma non le fece male agli occhi che tenne spalancati
- Oh mamma!- di fronte a lei si stava formando la figura di un bambino, ma non era Conan. No, non era Conan. Aveva un cappello celeste come il golfino che portava, un paio di pantaloncini verde scuro con delle bretelle rosso bordeaux che gli pendevano di fianco. Portava anche un paio si calzini alti bianchi con delle scarpe marroni a pagnotta. Aveva sui 13 anni, gli occhi neri simili a quelli di un topolino e i capelli corti a punta dietro castani. Teneva con se anche una borsa dello stesso rosso delle bretelle.
La guardava tra lo spaesato e lo stupito. Muoveva le labbra ma non lo sentiva.
- Ora puoi sentire…- continuò la sua voce
- Accidenti! L’avevo detto a Conan che stavamo sbagliando, che ce li stavamo scambiando. Mi ha ascoltato? Quando lo becco… em scusa… ciao, mi conosci?- rispose il ragazzo
- C… Certo! Tu sei Luke Triton! Ma cosa succede?- la ragazza era stordita. Un altro sogno? Ma perché Luke e non Conan? Non aveva senso…
- Aspetta… manca l’ultima fase…- le rispose
- Ora puoi toccare!- concluse la sua voce sparendo definitivamente. La luce che la avvolgeva ritornò dentro di lei.
- Tutto bene ragazza?- chiese… Sfruscio?
 

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Capitolo 3
*** La guerriera dei buoni ***


Eccomi a voi rinata, rinnovata, restituita a EFP! (Montata! Nd ???) Comunque... qualcuno non conosce qualche personaggio!? Nessuno problema!^^
Ecco una serie di Link che vi schiariranno le idee!^^
Luke e Layton: Disegno e Video (Ho scelto il video apposta perché un personaggio si vedrà nel prossimo capitolo!^^')
Su Sfruscio credo che non ci siano dubbi! (sempre se è LUI Sfruscio!O_o)
Vi lascio al capitolo sperando che vi piaccia!^^
JKEdogawa

- I… Il gatto ha parlato!? Sfruscio ha parlato!- esclamò spaventata e sorpresa Clelia
- Oh, ciao Jeremy. È la tua protetta?! Conan ha ingarbugliato tutto peggio di un enigma…- disse Luke
- A… aspettate… Jeremy? Luke? Ma non dovreste esistere… insomma…- Clelia era scossa e sconcertata
- Siediti, respira e conta fino a dieci… ora ti spieghiamo tutto…- si intromise Adriano sulla porta. Lei seguì il suo consiglio
- Meglio? Comunque… non eri pronta, com’è… la collana!- esordì Jeremy
- Che cosa c’è che non ve in questa collana?- chiese Clelia lievemente più calma guardando il ciondolo di giada di Teresa
- IO LO UCCIDO! GLI AVEVAMO DETTO DI ASPETTARE!-
- Rilassati, Jeremy! Avrà avuto le sue buone ragioni…- cercò di tranquillizzarlo Adriano
- IO UCCIDERò HOLMES, FOSSE L’ULTIMA COSA CHE FACCIO!-
- Scusalo… già è sorpreso di vedere me, inoltre ha scoperto che Sherlock Holmes ha velocizzato tutto…- spiegò Luke a Clelia
- Intendi il grande detective inglese?!-
- Precisamente!-
- Ma cos…-
- Ora ti spiego… nel mondo esistono tre dimensioni: la Dimensione Della Realtà, dove siamo ora; la Dimensione Della Fantasia, da dove veniamo io, Holmes e Jeremy; e la Dimensione Dei sogni, dove esiste tutto e il contrario di tutto, dove ogni creatura, reale o fantastica, nasce e ritorna dopo la morte.
I cattivi della nostra dimensione, secoli fa, decisero di fare un colpo di stato da noi in modo da prendere il potere sulla nostra dimensione causando, però, uno squilibrio interno che rischia di distruggere tutto il sistema dimensionale odierno in un certo giorni!-
- Come una scadenza per il mondo? Ma perché ora ti vedo e prima no?-
- I cattivi, per rendere le cose più difficili, hanno anche bloccato ogni contatto tra la fantasia e la realtà. Secoli fa noi creature fantastiche e voi abitanti della realtà vivevamo in pace e tranquillità tra di noi. Si poteva vedere Ulisse parlare con Tutankamon che erauna cosa normale. Dopo aver preso il controllo sulla nostra dimensione, però, i cattivi decisero di prendere anche il controllo sugli abitanti della realtà soffocando la loro luce dell’anima con l’oscurità, ostruendo la vista, l’udito e il tatto…-
- Ma io vedevo Jeremy anche prima di… qualsiasi cosa sia capitata…-
- Lui, come gli altri tutori, è più luminoso dell’oscurità. Per questo lo potevi vedere! Prima sei diventata una Illuminata, come chiamiamo noi chi ha ritrovato la propria luce interiore! Effettivamente la tua luce è molto bianca…-
- E allora? Tutta la luce è bianca! È una legge fisica…-
- E qui invece ti sbagli signorinella!- intervenne Jeremy ora più calmo- Ciascuno ha la sua luce del suo colore… prendi tuo fratello, non si direbbe, ma la sua luce è viola!-
- Ma ti sembra dirlo così!- si offese Adriano- Non è un colore di cui vantarsi, Sfruscio!-
- Non chiamarmi così! Anche se sei il mio protetto non hai il diritto di chiamarmi così!-
- Ah, quindi lei è la mia protetta?! Meno male!- sospirò Luke
- Conan è in un mare di guai! Scambiare così i protetti?! Una mossa troppo avventata!-
- Forse ha avuto le sue buone ragioni… insomma, non ne so molto di protetti, luce, eccetera… ma Conan sa il fatto suo…- disse Clelia accorgendosi dopo di quello che stava facendo.
- Tutti hanno buone ragioni secondo voi!? Ah! Vieni, Adriano! Lasciamoli conoscere!- detto questo Jeremy e il ragazzo si diressero verso il salotto con la cucina a vista.
- Bene… torniamo a noi…- iniziò Luke- da quello che ho potuto dedurre tu non sai praticamente niente della fantasia, vero?-
- Sì, cioè… Adriano mi diceva sempre che vi poteva vedere sentire e toccare… non sapevo che fosse… be… ecco…-
- Illuminato? Per forza! È vietato parlare di certe cose con i “normali”. Comunque se te ne ha parlato allora aveva visto la tua luce che si stava per liberare, e poi Jeremy sicuramente ne sapeva qualcosa. Probabilmente gli ha detto lui di informarti. Da dovepartiamo?! Ah, sì… i protetti e gli accompagnatori. Io sono il tuo accompagnatore, cioè quel personaggio fantastico che ti seguirà ovunque andrai. Tu sei la mia protetta, ovvero l’illuminata che io dovrò seguire per sempre. Una domanda… a te cosa piace?-
- Mm… l’archeologia senza dubbio!-
- Ecco il perché della scelta di Conan, comunque gli chiederò di confermare le mie teorie… allora, c’è qualcosa che vuoi sapere?-
- Oltre a quello che mi hai detto no… ma non capisco molto bene la situazione, insomma, Adriano era già illuminato?-
- Da ben due anni!-
- E i cattivi? Non cercano di fermarvi nella ricerca degli Illuminati?-
- Oh, sì! Alcuni Illuminati si sono uniti ai malvagi diventando Oscuri o Cacciatori Delle Tenebre!-
Clelia continuò a tempestarlo di domande su tutto quello che era successo, poi si spostò su suo fratello Adriano, sfogando su di lui tutte le sue preoccupazioni per quello che era successo e su come si sarebbe sviluppata la situazione. Solo a cena si prese una pausa, ma ricominciò subito dopo senza sosta, questa volta contro il gatto Jeremy. Quando andarono a letto era riuscita a sfinire tutti quelli che le potevano spiegare qualcosa.
Il giorno dopo si era praticamente dimenticata ogni cosa. Solo quando vide Luke di fianco a lei, e dopo uno spavento di sorpresa, si rese conto di non aver sognato. Appena sveglia andò a guardare l’orologio in cucina, erano le ore 6.00 del 23 Dicembre 2010.
- Ho… ho dormito in modo abbastanza normale! VAI!- esclamò euforica, svegliano anche il fratello che avrebbe dormito quella mezz’oretta in più.
- Mi fa piacere che ti svegli più tardi del solito… yoahn… ma preferirei che lo facessi in modo più silenzioso!- sbadigliò Adriano
La mattina si prospettava abbastanza tranquilla: gara sulla pista ciclabile verso la scuola, solito litigio per decretare il vincitore, solito incontro con Teresa e…
- Sherlock! Cosa avevamo detto di questa!- disse Jeremy dallo zaino di Adriano allungando una zampa con la collana di Teresa
- Era una situazione disperata! Ma il tuo protetto non ti ha detto niente?- rispose il detective inglese guardando storto Adriano che si mise a fischiettare
- Cosa mi avrebbe dovuto dire?-
- Ha sentito la sua voce che la incitava ad unirsi all’oscurità!-
- Fermi tutti un secondo… anche tu sei un’Illuminata?- chiese perplessa Clelia a Teresa
- Da 5 anni e due mesi!- precisò l’amica
- Tornando al nostro discorso… Adriano mi devi delle spiegazioni… ORA!- intimò Jeremy al suo protetto. Il ragazzo si voltò e iniziò a bisbigliare qualcosa dentro lo zaino.
- Non vedo l’ora di conoscere Conan!- esclamò entusiasta Teresa sperando di vedere il ragazzino occhialuto
- Siiii… non è che sia andata proprio come doveva…- iniziò Clelia, la sua amica la guardò scombussolata
- Ciao Luke!- disse Holmes vedendo il cappello celeste sporco spuntare dalla schiena della ragazzina
- Salve, signore!- rispose lui gioviale
- Luke? Ma non…- Teresa era sempre più confusa
- E’ stata una decisione di Conan… ha voluto a tutti i costi scambiare i protetti!-
Rimasero a darsi spiegazioni fino alla campanella, e poi anche durante la ricreazione. Sembrava tranquillo come giorno, a parte tutte quelle creature fantastiche che erano in giro per la classe, ma per il resto non c’erano problemi. Tutto cambiò alla terza ora, quando la bidella entrò con aria assente e disse:- Teresa Gandolfi, Adriano e Clelia Salassi, sono venuti a prendervi…-
- Chi è venuto a prenderli?- chiese l’insegnante notando le facce perplesse dei tre ragazzi
- La madre dei Salassi. Ha l’autorizzazione anche per ritirare la Gandolfi, devono partire per le vacanze natalizie.-
- Oh, allora lo segno sul registro… ecco fatto e… ragazzi buone vacanze!-
I tre ragazzi prepararono lo zaino lanciandosi occhiate stordite, poi seguirono la bidella fino alla segreteria, dove però ad aspettarli non c’era la signora Salassi. Due signori vestiti con un pastrano nero e un cappello a tesa larga li guardavano sogghignanti. Il primo era alto e con i capelli lunghi biondi, il secondo era più robusto e portava un paio di occhiali da sole molto scuri che gli coprivano gli occhi.
Teresa e Adriano si misero sulla difensiva, mentre Clelia cercava di capire al meglio la situazione.
- Era prevedibile…- disse Holmes con tono sarcastico
- Fin troppo sospettabile… ci prepariamo?- chiese Teresa al suo accompagnatore
- Mi pare ovvio! Spada luminosa!- esclamò Adriano. Una lama di luce color viola gli si formò in mano chiusa a pugno.
- Come siamo precipitosi… non siamo venuti a causare problemi…- esordì pacatamente l’uomo biondo
- Non direi Gin, è da un po’ che non ci si vede!- lo fulminò Jeremy
- Voi ci lasciate la ragazza…- indicò Clelia- e noi non siamo di disturbo.-
- Ne dubito… sennò non avreste chiamato anche noi!- rifletté Teresa
- E cosa sarebbe cambiato?! C’è sempre il ragazzino occhialuto che ci disturberebbe… ma dov’è?!- Gin sembrò scosso nel vedere che Conan non era presente
- Tutti si aspettavano Conan… interessante…- penso Luke
- Ingegnoso, scambio di protetti… a dir poco geniale!-
- Perfetto…- Holmes si avvicinò a Teresa e le bisbigliò qualcosa nell’orecchio, la ragazza fece cenno di sì.
- Arco luminoso!- esclamò e nelle sue mani apparve un arco e una faretra sulle spalle di luce color ambra. Lo caricò pronta a colpire.
Il detective inglese raggiunse Luke e Clelia e bisbigliò:- Ora, appena vi do il segnale correte fuori dall’edificio… una nostra conoscenza vi stà aspettando… pronti?- accompagnatore e protetta annuirono- allora VIA!-
Clelia e Luke si misero a correre verso l’uscita della scuola sentendo solo il clangore della spada di Adriano e il fischi delle frecce di Teresa. Scesero la prima rampa di scale senza problemi e raggiunsero anche la fine della seconda, dove però trovarono ad attenderli tre mostri che Clelia conosceva bene.
- Oh oh…- ammise Luke nel panico
- E ora?- chiese terrorizzata Clelia al suo accompagnatore
- E ora ci segui… non hai le conoscenze per combattere!- disse sarcasticamente Magnacat
- Presto! Dietro… no, meglio se stiamo fermi!- deglutì Luke sbiancando
- Pure Voldemort… Luke, non mi avevi detto che c’era una riunione a scuola da me!- esplose Clelia che non sapeva se essere arrabbiata, darsi un pizzicotto o spaventarsi fino allo svinimento.
- Ora seguite il nostro amico dietro di voi, a meno che non preferiate fare un viaggio di sola andata nel mondo dei sogni…- sviolinò Voldemort- e un po’ più di rispetto sarebbe gradito!-
Quella frase colpì Clelia in un punto imprecisato della gola. Sentì molta forza crescere dentro di se e la voce uscirle dalla bocca tra l’involontario e l’involontario. Con uno scatto repentino si volse verso Magnacat, Omniset e Omniquod. Gli occhi erano diventati scarlatti.
- Lasciateci passare…- la sua voce risuonò echeggiante, remota e fastidiosa ai Gorcah che si spostarono immediatamente. Luke la guardò tra il sorpreso e l’euforico, con un pizzico di serietà. Lei camminò verso il varco appena creato e lui la seguì fino alla porta d’uscita. Stava per aprirla quando gli occhi le tornarono castani e le voce normale. Sbatté le palpebre un paio di volte prima di rendersi conto che stavano per uscire.
- Non può essere…- bisbigliò Voldemort abbastanza da farsi sentire dai presenti. I Gorcah erano ancora scossi dal comando e non ci badarono molto, ma Luke con un guizzo le prese il braccio e spalancò il porta. La tirò fuori dalla scuola e raggiunse una macchina rosso mattone parcheggiata proprio lì di fronte.
- Presto, salite!- disse loro un signore con il cappello marrone e arancio. Luke la tirò fino alla macchina mentre dalla bocca della ragazza usciva “H… Hershel Layton…”. Salì senza fare domande nel sedile posteriore mentre il ragazzino si posizionava sul sedile davanti. Involontariamente di dette un pizzicotto sulla spalla chiudendo gli occhi. Li riaprì e si ritrovò di nuovo nella Laytonmobile. Spalancò gli occhi e aprì la bocca come a dire qualcosa, ma avrebbe balbettato e quindi rimase zitta. La macchina partì velocissima nelle strade di San Lazzaro. Avrebbero preso contro diverse auto se non ci fossero passato attraverso, cosa che meravigliò Clelia. La ragazza alla fine si rese conto che Luke e Layton stavano parlando fitto, tutti e due molto seri. Si sporse ad ascoltarli.
- Non so come sia successo, ma ha usato la Vocedom!- diceva il ragazzino
- Nessun Illuminato è capace di tale cosa! Bisognerà parlarne con Jeremy e Strange. Inoltre penso che anche Silente ci potrà aiutare!- avvisò Layton senza togliere gli occhi dalla strada
- Crede che sia quello?-
- E’ molto probabile! Sta’comunque il fatto che lo sanno anche loro e che non avranno pace finché non si capirà da che parte sia!-
- Ma… adesso cosa succederà!?-
- So che ci alzeremo in volo! Sono proprio dietro di noi!-
- Non è vero, non è vero! E’ tutto un sogno, è tutto un sogno!- ripeteva in un sussurro e a occhi serrati Clelia raggomitolata sul sedile posteriore dell’auto mentre il veicolo si staccava dal suolo e partiva tra gli alberi del parco dei cedri. Luke e Layton avevano smesso di parlare e ora si dirigevano verso Bologna. Le due torri erano ancora dei puntini, ma dall’alto si vedevano stagliarsi più alte del centro storico.
- Mangiamorte a ore sei!- esclamò Luke
- E cioè!?- chiese Clelia anche se presumeva la risposta
- Sei pronto ragazzo!- disse Layton come se lei non esistesse
- Certo, non vado mai senza!- Luke tirò fuori dalla sua borsa una perlina celeste
- Al mio via…-
- Asp…- cercò di dire Clelia
- ORA!-
Luke lanciò la perlina davanti a loro e si aprì un varco turchese. Vi entrarono dentro e si ritrovarono un po’ più a nord dell’Italia e indietro di un secolo circa.

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