How to kill a dragon.

di Hikary
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** How to kill a dragon. ***
Capitolo 2: *** The name of the game. ***



Capitolo 1
*** How to kill a dragon. ***


Fandom: Once upon a Time
Personaggi:  Mary Margaret Blanchard, Henry Mills.
Timeline: prima dell'arrivo di Emma, da quando Miss Mary da il libro di favole ad Henry.


How to kill a dragon

“ Le favole non dicono ai bambini che i draghi esistono
– i bambini già sanno che esistono.
Le favole dicono ai bambini che i draghi possono essere uccisi.”
Gilbert Keith Chesterton


C'era una nota di dolore negli occhi di Henry.
Perché i bambini non sorridevano?
All'inizio era strano. Ma bastava guardarsi attorno e di colpo si ricordava che era perfettamente normale; perché nel mondo c'era sempre qualcuno infelice.
Dopo, non c'era più stato un inizio, né un normale e non-normale.
Solo l'adesso e le cose che c'erano.
Gli occhi di Henry, con la loro tristezza, rimanevano lì, come una legittima ingiustizia del mondo. Più ci pensava, Mary, più le sembrava che tutto avesse perfettamente senso. E tuttavia, se per caso quel senso non le fosse piaciuto? Solo perché era normale, avrebbe forse dovuto accettarlo?
Così, quando si ritrovò il libro di favole tra le mani, Mary aveva già deciso: non esisteva un modo per salvarsi senza oltrepassare il loro mondo, non esisteva un modo per salvarsi senza andarsene.

Henry doveva avere quel libro.


Notes
Uno dei miei quotes preferiti di Criminal Minds.
A Feel Good Inc per le sue bellissime e tempestive recensioni <3

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Capitolo 2
*** The name of the game. ***


The name of the game é una canzone del musical Mamma mia! degli ABBA.

The name of the game

“ Bisogna chiamare le cose con il proprio nome.
La paura del nome non fa che aumentare la paura della cosa stessa”.
Albus Silente



No, non é così che funziona.
E' quello che gli hanno detto tutti – perfino Mary Margaret, un pomeriggio in cui era più stanca del solito – ed Henry stava quasi per crederci. Non funziona come nelle favole, con i buoni e i cattivi.
Lui – Henry – doveva imparare a chiamare le cose con il loro nome.
Non “ fate” o “ principesse”, niente streghe. Niente metafore, benché avesse giusto una vaga idea di cosa fosse una metafora. Probabilmente loro avevano ragione: era inutile inventare altri nomi, nomi per cose e persone che c'erano già, che erano già qualcos'altro.
Henry non pensava di avere torto. Eppure non riusciva a dimostrare di avere ragione.
Sfogliava il libro e riconosceva uno per uno gli abitanti di Storybrooke – ma il fatto era, loro non si riconoscevano. A tenerli ancorati alla vecchia vita restavano solo i ricordi; ed i ricordi li avevano perduti, per sempre.


« Non serve inventare altri nomi, Henry. Se c'é qualcosa che ti spaventa, devi soltanto dirmi cos'é. »

Mary Margaret lo aveva guardato con occhi preoccupati.

« Ed io ti aiuterò, Henry. Sempre. »


Mentre corre sotto la pioggia, tenendo il libro al riparo tra le pieghe della giacca, Henry sa che lei é ancora a scuola. Lì deve essere. Quello é il posto giusto, perché lui deve parlarle – ed é il momento, il momento che le cose inizino ad andare nel modo giusto.

« Mary Margaret! »

Grida il suo nome per i corridoi vuoti.
Biancaneve!
Lei é in classe, seduta al solito tavolo con un libro ed una mela. Alza gli occhi quando lo sente entrare, sorpresa. Non protesta quando Henry sbatte il libro di favole davanti a lei, spalancando le pagine per mostrarle una figura.

« Avevi ragione, Mary Margaret! »
« Ragione su cosa? »
« Sui nomi! »
« Quali nomi, Henry...? »
« Voi non siete più voi, ma lei é ancora lei! La maledizione funziona così! »
« Henry, che diavolo...? »
« Regina. »

Mary Margaret non sa perché quel nome suoni tanto strano sulla bocca di Henry – forse perché, riflette, Regina é sua madre e non dovrebbe chiamarla per nome.

« Sai cosa significa, Mary Margaret? Regina, lei é regina! Te lo avevo detto. »

Stordita dall'eccitazione di Henry, Mary Margaret dimentica di domandarsi come faccia un bambino tanto piccolo a conoscere l'etimologia di un nome – i miracoli di Internet?
E sarà la suggestione, sarà che le favole sono sempre piaciute anche lei o fosse anche solo un semplice crampo alle dita, d'istinto la sua mano lascia cadere la mela.

Notes
Ovviamente nella frase di Henry il secondo “ regina” é volutamente minuscolo.
Credo che lo stratagemma nel nomi sia ancora più geniale in inglese perché le connessioni con la vecchia vita sono più sottili – in italiano é fin troppo facile Regina/regina.
Comunque la mia preferita rimane Cinderella --> Ashley *-*

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