One Thing

di thequibbler
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1 ***
Capitolo 2: *** Chapter 2 ***
Capitolo 3: *** Chapter 3 ***
Capitolo 4: *** Chapter 4 ***
Capitolo 5: *** Chapter 5 ***
Capitolo 6: *** Chapter 6 ***
Capitolo 7: *** Chapter 7 ***
Capitolo 8: *** Chapter 8 ***
Capitolo 9: *** Chapter 9 ***
Capitolo 10: *** Chapter 10 ***
Capitolo 11: *** Chapter 11 ***
Capitolo 12: *** Chapter 12 ***
Capitolo 13: *** Chapter 13 ***
Capitolo 14: *** Chapter 14 ***
Capitolo 15: *** Chapter 15 ***
Capitolo 16: *** Chapter 16 ***
Capitolo 17: *** Chapter 17 ***
Capitolo 18: *** Chapter 18 ***



Capitolo 1
*** Chapter 1 ***


Hey everyone! Questa è solo un'idea triste che non voleva saperne di uscire dalla mia testa, quindi più che altro la sto scrivendo per la mia salute mentale, ma spero che vi piaccia. :)

Chapter I 


Ma che poi, chi gliel'aveva fatto fare? 
Era questo l'unico pensiero di Adele mentre archiviava un milione di vecchi dischi in ordine cronologico e alfabetico quella mattina di Agosto.
Avrebbe potuto essere in vacanza con le sue amiche e invece no, aveva accettato di fare uno stage in una casa discografica, convinta di cambiare il mondo della musica.
L'unica cosa ad essere davvero cambiata era il suo umore. Sin dal primo giorno tre settimane prima, la povera ragazza era stata rinchiusa in una stanza buia ad archiviare vecchi dischi. Se all'inizio l'aveva trovato interessante, ora voleva solamente fuggire il più lontano possibile.
Quando il suo capo bussò alla porta due ore dopo l'inzio di quella terribile giornata di lavoro, Adele entrò nel panico: e se riesce a sentire i miei pensieri? Oddio mio, sono licenziata. Alla fine forse è meglio così.
"Adele, mi stai ascoltando?" 
"Eh? Certo!"
"Che cosa ho appena detto?"
"Okay, forse ero distratta.."
L'uomo alzò gli occhi al cielo: "Apri le orecchie: gli One Direction sono in una stanza al piano di sopra a firmare un trilione di copie del loro primo singolo."
Tutto divenne buio per un secondo.
"One Direction. Gli One Direction sono qui" ripetè sottovoce, per paura di iniziare a gridare.
"Sapevo che avresti reagito in un modo del genere. Rilassati, tu non li vedrai"
Un'ondata di delusione la colpì in pieno: "Oh. O-okay. Allora perché me lo stai dicendo?"
"Perché devi tirare fuori tutte le altre copie del singolo dalle scatole e portarle nella stanza al piano di sopra con la porta rossa. No, la rossa è quella dove sono i ragazzi. La stanza con la porta blu. Qualcuno di più.. maturo provvederà a portarglieli quando finiranno di autografare quelli che stanno firmando ora."
Adele annuì. Se non altro era qualcosa di diverso da solito.
La ragazza salì al piano di sopra e svuotò le scatole, impilando l'enorme quantità di CD. 
Cazzo, però le sarebbe piaciuto incontrarli. Era questo il pensiero nella mente di Adele mentre si incamminava verso la famigerata porta blu, una pila di dischi fra le mani.
In effetti, gli One Direction erano la ragione principale per cui aveva accettato il lavoro in quella casa discografica. Perché era la loro casa discografica.
Okay, magari, e solo magari, Adele era perdutamente innamorata di quei ragazzi. E okay, forse anche solo il fatto di trovarsi nel loro stesso edificio le faceva venire voglia di mettersi a saltare e piangere e comportarsi da fan provetta.
Datti un contegno, stai lavorando Cristo Santo. Sì, stava lavorando e non si sarebbe lasciata distrarre nemmeno da quei cinque disgraziati.
Senza nemmeno rendersene conto, Adele cominciò a canticchiare What Makes You Beautiful fra sé e sé e quando raggiunse la porta blu, la stava ormai gridando a squarciagola.
"..but when you smile at the ground it ain't hard to tell, you don't know oh-oh, you don't know you're beautiful, but that's what makes you beautiful!" Adele concluse il suo assolo con uno strano movimento dei fianchi.
Dietro di lei, qualcuno si schiarì la voce.
Adele si voltò di scatto e i CD che teneva in mano volarono per terra.
"Oh, cazzo.." disse, chinandosi per raccoglierli. 
Louis Tomlinson.
Quello.
Era.
Louis.
Tomlinson.
Louis Tomlinson l'aveva appena sentita cantare What Makes You Beautiful e l'aveva vista eseguire un balletto imbarazzante.
"Mi-mi dispiace," mormorò, intenta a raccogliere i CD. "Mi avevano detto che la stanza sarebbe stata vuota."
"Tutto bene?" chiese un'altra voce.
Un'altra voce. Oddio. 
Adele si alzò lentamente in piedi e notò per la prima volta che non solo Louis aveva assistito alla sua completa umiliazione, ma anche il resto dei ragazzi.
"Oh, merda."
I ragazzi risero di gusto.
"I-io, oh Dio mio, mi dispiace tantissimo, io-"
"Tesoro," la interruppe Liam "È tutto a posto"
Tesoro. Adele cercò di respingere il vomito di parole che sentiva salire su per la gola, ma era più forte di lei: "È che mi avevano detto di lasciare queste dietro la porta blu, invece a quanto pare era la rossa, perché poi le porte devono avere un colore diverso non lo capisco e mi avevano detto che non vi avrei visti e invece ora siete qui davanti a me e ho appena fatto una solenne figura di merda e se solo sapeste quanto vi amo e oh mio Dio, siete anche più belli di persona.." Adele si portò una mano davanti alle labbra, fermando il fiume di frasi sconnesse che stava uscendo dalla sua bocca.
I ragazzi la fissarono in silenzio per qualche secondo e poi scoppiarono a ridere di nuovo: "Oh mio Dio, dove sei stata tutta la mia vita?" chiese Louis quando riuscì a controllarsi.
Niall lo zittì e le sorrise: "Va tutto bene, davvero."
"Sì, è bello vedere una faccia diversa, siamo chiusi qui dentro da ore," comentò Zayn allegro.
Adele cercò di sorridere ma venne fuori solo una specie di smorfia.
"Respira," le disse Louis e Adele seguì il consiglio.
"Quindi siamo anche più belli di persona, eh?" le chiese poi. 
La ragazza si nascose il volto fra le mani, arrossendo furiosamente.
"Okay, non dovrei nemmeno essere qui. I-io vado, così potete ridere di me per il resto delle vostre vite." 
"No, aspetta!" la chiamarono Liam e Zayn ma lei era già corsa via.
"È stato il momento più bello della mia vita. Le nostre fan sono le migliori" commentò Louis, ricominciando a firmare i CD.
Niall annuì: "Chi era però? Non l'avevo mai vista qui intorno."
"Non ne ho la più pallida idea," rispose Zayn "non ci ha nemmeno detto il suo nome."
"Hey, tutto bene?" chiese Louis, rivolgendosi ad Harry: "Sei stranamente silenzioso."
Harry scosse la testa: "Sto bene. Finiamo di firmare questi CD."
I ragazzi si rimisero al lavoro e Harry tirò un sospiro di sollievo: non sarebbe stato in grado di spiegare ai ragazzi che l'improvvisa incursione di quella ragazza impacciata e adorabile l'aveva lasciato senza parole. Quando aveva confessato il suo amore per loro tutto d'un fiato, Harry non era riuscito a smettere di sorridere per un secondo. E il modo in cui era arrossita.
Oh, porca puttana.
Harry sbuffò, sapendo che i ragazzi l'avrebbero scambiato per un segno di noia. Avrebbe voluto prendersi a pugni da solo in quel momento, era l'unico a non averle rivolto la parola. Vai così, Styles.
Quando alcune ore dopo la pila di CD si era finalmente esaurita, i ragazzi si incamminarono verso l'ascensore. 
"Hey, non vieni?" chiese Niall quando Harry svoltò verso il corridoio sbagliato. 
"Uh.. Sì, vado velocemente in bagno e vi raggiungo."
"Okay, ti aspettiamo vicino all'ascensore."
Harry annuì e percorse in fretta il corridoio. 
Quando Niall sparì dal suo campo visivo, Harry bussò ad una porta. 
"Avanti" disse una voce all'interno della stanza. 
Harry entrò e salutò uno dei responsabili della casa produttrice. 
"Hey, Harry, che cosa posso fare per te?" gli chiese l'uomo non appena lo vide, facendogli segno di accomodarsi. 
Harry scosse la testa e si affrettò a raccontargli della ragazza che aveva portato i CD: "E poi è corsa via.." concluse dopo qualche minuto.
"Oh, stai parlando di Adele. Scusatemi tanto, è stata colpa mia, l'ho indirizzata verso il posto sbagliato."
"Adele, è questo il suo nome?"
L'uomo sembrava confuso: "Sì, perché?"
"Niente," mentì Harry "grazie mille, ci vediamo presto,"
"O-kay.." lo sentì rispondere mentre si chiudeva la porta alle spalle e raggiungeva i ragazzi all'ascensore. 

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Capitolo 2
*** Chapter 2 ***


Grazie per le recensioni ragazze. Cioè, non so come faccia a piacervi, ma grazie ahahah.

Chapter II

 
Non è difficile: componi il numero, chiami, chiedi di lei e le parli. Una passeggiata.
Uno squillo.
Due squilli.
"Sony Music, come posso aiutarla?" 
"Io.."
"Harry? Dove sei?" 
Harry sospirò e riattaccò velocemente, infilandosi il cellulare in tasca.
"Eccoti qua," disse Liam non appena lo vide: "Ti dice qualcosa la parola prove? Forza, vieni!"
"Arrivo subito, promesso"
Liam lo guardò incuriosito: "Ci stai nascondendo qualcosa? O meglio, qualcuno?"
"Cosa? No! Certo che no, se ci fosse qualcuno ve lo direi" 
Liam si fece improvvisamente serio: "Sarà meglio gioia, spezzeresti il cuore del tuo scopamico Louis," scherzò, portandosi drammaticamente una mano sul petto.
Harry alzò gli occhi al cielo: "Arrivo subito," ripeté "Solo un minuto,"
"Ti sto addosso," lo avvisò Liam, prima di tornare nella sala prove.
Dopo essersi assicurato di essere nuovamente da solo, Harry compose nuovamente il numero sul suo cellulare.
Questa volta la voce gentile della stessa ragazza di prima rispose solo dopo uno squillo. 
"Sony Music, come posso aiutarla?" 
"Uh.. Sì, cercavo Adele."
"Uhm.. Potrebbe essere un pochino più specifico? Un sacco di persone lavorano in questi uffici."
"Beh.. Lei è.. beh, non altissima, ma va bene. Anzi, è meglio. Ed è molto bella. Mi piace il modo in cui arrosisce. E mi piaceva il suo vestito. Penso che sia una di quelle ragazze che quando impari a conoscerle non stanno zitte un secondo e.." Harry smise di parlare.
Un attimo di silenzio.
"Non era questo che intendeva quando mi ha chiesto di essere più specifico, vero?" chiese, quasi troppo imbarazzato per sentire la risposta.
"Non esattamente, no. Conosce il suo cognome?"
"No. Ma so che lavora lì da meno di un mese e.."
"Un momento" lo interruppe la ragazza "Adele? La stagista?"
"Sì, sì, lei" rispose Harry, sollevato. 
"Oh. D'accordo. Chi parla?"
Harry sentì il panico invaderlo e riattaccò di nuovo.
Sei veramente un coglione, Styles.
"Harry," sentì la voce di Niall chiamarlo dall'altra stanza: "Non costringerci a trascinarti qui dentro!"
"Arrivo!" rispose, precipitandosi nella sala prove.
Che giornata di merda. 


 
"Hey, aspetta!"
Adele si fermò di scatto di fronte agli ascensori. Stampandosi un sorriso forzato sulla faccia, girò sui tacchi.
Quando però vide di chi si trattava, il sorriso divenne autentico. La centralinista, Violet. L'unica persona con cui Adele aveva avuto una sottospecie di conversazione da quando aveva cominciato a lavorare lì.
"Oh, hey Violet, come stai?"
"Tutto bene," rispose la ragazza con un occhiolino: "c'è qualcosa di cui ti devo parlare però"
"Oh, niente di grave spero" disse Adele, incuriosita.
"No, no," la rassicurò Violet: "Beh, in effetti dipende dai punti di vista."
"Che cosa intendi?"
"Beh, questo ragazzo ha chiamato oggi. Ha chiesto di te e ha detto qualcosa sul tuo vestito e sulla tua statura. Ha detto che gli piace come arrossisci. Inquietante"
Oh, cazzo.
"Ti-ti ha detto come si chiamava?"
Violet scosse la testa: "No. Ha detto che ti voleva parlare, ma quando gli ho chiesto chi fosse ha riattaccato."
Ti prego, fa che non sia uno di loro. Fa che non sia lui
"I ragazzi possono essere strani, Adele," disse Violet quando il silenzio si era fatto troppo pesante. "Stai attenta," le disse con un tono protettivo, prima di salutarla ed entrare in uno degli ascensori.
Adele rimase ferma nello stesso punto a fissare il muro per ore. O almeno, le sembravano ore. 
Quando finalmente riuscì a muoversi, la sua mente iniziò a lavorare furiosamente.
Okay, era stato decisamente uno dei ragazzi, si disse, probabilmente Louis che voleva farle sapere che la sua figuraccia non era stata dimenticata. Che gran mattacchione.
O magari Niall che voleva rassicurarla ancora un po'. 
O forse..
No, lui non le aveva nemmeno rivolto la parola. Forse è stato meglio così. Forse non si era nemmeno accorto di lei, troppo impegnato ad autografare quei singoli.
Magari non era stato nemmeno uno di loro a chiamare. 
Intenta a dialogare con sé stessa, Adele non si era nemmeno resa conto di aver lasciato l'edificio e di essere sul marciapiede. 
Venne riportata alla realtà quando andò a sbattere contro qualcuno e cadde per terra.
"Mi dispiace tanto, ero distratta e.."
Il qualcuno con cui si era scontrata le porse una mano e Adele la accettò, rialzandosi in piedi.
"Sono mortificata.."
"Va tutto bene"
No, non di nuovo, ti prego.
Adele guardò lo sconosciuto in faccia.
Questa è una congiura.
"Merda,"
"Lo fai spesso?" chiese Harry Styles con un sorrisetto stampato in faccia: "Dire parolacce quando sei sotto pressione?"
"Non sono sotto p-pressione," mentì spudoratamente Adele.
"Non ti biasimerei. Sono super affascinante dopotutto."
Sì cazzo, sì. 
"Beh, scusa ancora" sussurrò Adele, prima di voltarsi. La ragazza fece per andarsene e mettere quanta più distanza possibile fra di lei e l'ennessima figura di merda, ma lui le afferrò il braccio, fermandola.
"No, aspetta, io.." 
Adele lo guardò negli occhi: la sua sicurezza sembrava sparita tutta in un colpo.
"Io, io ti stavo vendendo a cercare in effetti." disse lui piano.
Ecco, ti pareva.
"Sei stato tu a chiamare prima?" chiese sottovoce. 
"Sì," ammise semplicemente Harry "ti volevo parlare"
"Senti, per quello che è successo ieri, mi dispiace, ve l'ho detto mi hanno mandata nel posto sbagliato e.."
"Vuoi uscire con me?"
"..non volevo interrompervi e.. Cosa?"
Harry ripeté lentamente, come se stesse parlando ad una squilibrata mentale. E forse lo stava facendo: "Vuoi. Uscire. Con. Me?"
"Uscire? Tipo un appuntamento?"
Riecco il sorrisetto: "Se vuoi che lo sia"
"P-perché?" domandò Adele sinceramente confusa: "Io sono solo io e tu sei, beh, Harry Styles."
Lui ridacchiò: "Io sono Harry Styles e tu sei Adele.."
"Brown" concluse lei: "Adele Brown"
"Beh, Adele Brown, non vedo che cosa ci sia di male in una cena e un film."
"Ma mi hai vista?" chiese lei e non era mai stata così seria.
Harry la squadrò dalla testa ai piedi.
"Sì," disse, con uno sguardo di quelli che fanno impazzire le fan: "Ed è esattamente il motivo per cui voglio uscire con te. E poi mi piace come.."
"Arrossisco?" lo interruppe lei: "Sì, quella parte di conversazione mi è stata riportata."
Questa volta fu Harry ad arrossire.
"Allora, che cosa ne dici?" 
Me lo chiedi anche? 
"Domani sera," disse Adele "Alle sette. Ci vediamo qui sotto."
Harry sorrise: "Io sarò quello che assomiglia a me."

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Capitolo 3
*** Chapter 3 ***


C'è una cosa che mi sono divertita tantissimo a scrivere, ditemi se riuscite a capire di cosa si tratta. Spero vi piaccia. :)

Chapter III


"Non è stata una buona idea," era questo il mantra infinito di Adele, mentre si specchiava per la cinquantesima volta, seduta nel sedile posteriore di un taxi e diretta al suo dannato appuntamento.
Adele aveva passato le ultime ventiquattro ore cercando di trovare un look adatto. Cercò qualcosa che non fosse troppo appariscente ma nemmeno troppo normale.
Normale non era abbastanza per un appuntamento con Harry Styles.
Aveva optato per un vestitino blu a pois, trucco lieve ed una treccia che le ricadeva sulla spalla. Ora, a pochi minuti dal tanto atteso incontro, la ragazza avrebbe voluto tornare a casa e ricominciare tutto da capo. 
Il taxi si fermò proprio nell'angolo di strada dove avevano parlato il giorno prima.
Lui era già lì. Blazer e jeans neri, camicia bianca. Anche più perfetto del solito.
Decisamente una pessima idea.
Senza pensare, Adele si rivolse al tassista: "Può.. può riportarmi indietro per favore?"
"Sicura?" chiese il tassista confuso.
Adele fece segno di sì, ma sbirciando fuori dal finestrino si accorse che Harry l'aveva notata.
"Oh cazzo, parta la prego," disse al tassista, ma Harry fu più veloce.
Prima che l'uomo riuscisse a mettere in moto, il ricciolo era già entrato nella macchina.
"Ci porta al cinema più vicino per favore?" disse al guidatore, porgendogli una banconota.
L'uomo annuì e l'automobile partì.
Adele, che non aveva ancora avuto il coraggio di guardare Harry in faccia, si mise a premere tasti a caso sul suo cellulare, cercando di sembrare impegnata.
"Hey, tu," la chiamò lui.
Adele non rispose continuò a fissare lo schermo del suo telefono, cercando in tutti i modi di non arrossire e fallendo miseramente.
"Adele.." provò di nuovo Harry.
Questa volta la ragazza alzò la testa e lo guardò dritto negli occhi.
"Stavi cercando di svignartela?" chiese il ragazzo divertito.
"Non è divertente. Mi è preso il panico. Io.. e tu.. e il mio vestito, i pois, che cosa avevo in testa, davvero. I pois. E.. mi dispiace tanto, io.." Adele parlò alla velocità della luce, come sempre quando i nervi avevano la meglio su di lei.
L'unica reazione di Harry fu quella di ridere più forte, ma quando notò lo sguardo di Adele si fece improvvisamente serio.
"Adele, va tutto bene?"
Lei fece segno di sì con la testa, tentando di nascondere il suo sguardo turbato.
Non metterti a piangere.
"Mi piace il tuo vestito," disse il ragazzo sottovoce. 
"Ah-ah. Divertente." 
"Non sto scherzando, mi piacciono i pois. Mi piace tutto quanto. Sei.. ah, cazzo, non sono bravo con le parole."
"Sbaglio o ero io quella che diceva le parolacce quando è sotto pressione?" chiese Adele, ritrovando lentamente parte della sua sanità mentale.
Harry ridacchiò: "Siamo in due. Quello che cercavo di dire è che.." 
"Sputa il rospo, avanti." lo incalzò Adele.
Il ragazzo sbuffò e si passò una mano tra i capelli, evidentemente nervoso: "Sei bellissima stasera, Adele."
Adele sentì il suo cuore iniziare a battere all'impazzata. Voleva chiedergli se stava scherzando, ma qualcosa nel suo sguardo le diceva di no. 
"Stai dicendo la verità," disse piano e non era una domanda: "lo pensi veramente."
Harry annuì semplicemente.
"Hai dei seri problemi di autostima tesoro," le disse poi, prendendole la mano.
Non sta succedendo davvero.
"So che può sembrare autopromozione ma.. Non ti rendi conto di essere bella, Adele. Ed è esattamente ciò che ti rende bella."
Adele non sapeva se scoppiare a ridere o a piangere, perciò sorrise semplicemente: "Grazie."
"Non scappare via da me, Adele." disse serio. Poi, con un'espressione drammatica, fece finta di asciugarsi gli occhi dalle lacrime: "Ho dei sentimenti anche io, sai."
"Ed ecco che il momento viene rovinato." commentò Adele scuotendo la testa.
Il taxi accostò e li fece scendere davanti al cinema.
Scegliere il film fu facile. 
Adele voleva vedere l'ultima commedia romantica. 
E anche Harry.
Adele mangiò la maggior parte dei pop corn mentre Harry tentava la mossa più vecchia del mondo.
Si stiracchiò e con più nonchalance possibile, mise un braccio attorno alle spalle di Adele. 
La ragazza sorrise tra sé, la serata stava andando più che bene.

 
 
"Come puoi dire questo? È evidente che lei l'ha fatto per lui!"
Adele era oltraggiata. Il film era appena finito e Harry sembrava avere opinioni completamente diverse sul finale.
"Nuh-uh. È stato molto egoista da parte sua. Ha scelto l'uomo più ricco. Se lo avesse amato veramente non lo avrebbe fatto." disse Harry, aprendole la porta.
Adele lo ringraziò, ma non appena furono entrambi fuori ripartì alla carica: "Assolutamente no! È evidente che ci sarà un sequel, si capiva dall'ultima scena. E poi non ha scelto l'uomo più ricco per i soldi, l'ha fatto per dare al suo vero amore la possibilità di affermarsi e diventare qualcuno."
"Se lo dici tu. È stato lui a sbagliare comunque. Se ami qualcuno lascialo libero, che cazzata." 
"Strano, siamo d'accordo su questo."
Risero entrambi e Harry le prese di nuovo la mano. 
Non sta succedendo davvero.
"Cosa vuoi fare adesso?" le chiese.
"Non ho molta fame, ti va di andare a bere qualcosa? Conosco un posto qua vicino."
Harry acconsentì e nel giro di pochi minuti stavano ordinando da bere nel bar preferito di Adele. 
"Hey, splendore" disse Oliver, il barista e amico di Adele, quando si avvicinò al loro tavolo: "pronta per ordinare?"
Solo in quel momento sembrò accorgersi di Harry. 
"Oh, sei in compagnia stasera." disse, con uno strano sorriso: "Un momento," disse il barista, fissando Harry "non sei il ragazzo.. quello che canta.. quella band che hai come sfondo sul cellulare!" esclamò, rivolgendosi ad Adele.
Adele arrossì e si nascose dietro alla sua lista: "Sì." ammise debolmente da dietro al suo riparo. 
Harry rise di gusto: "Sfondo sul cellulare?"
"Lo sai che sono una fan" si giustificò Adele.
"Solo una fan?" ripeté Oliver incredulo: "Dai, Adele. Sei ossessionata. Sai che ha accettato il lavoro alla casa discografica solo per incontrarvi?"
"Ah davvero?" chiese Harry, fin troppo divertito dalla situazione.
"Davvero," confermò il barista: "Tu sei il suo preferito."
"Oliver," lo interruppe Adele minacciosa: "Siamo pronti per ordinare."
"Oh, certo. Allora, che cosa vi porto?"
Adele ordinò il suo solito e Harry fece lo stesso. 
Quando Oliver si allontanò, Harry si rivolse ad Adele: "Allora.. Definisci preferito."
Adele alzò gli occhi al cielo: "Io lo uccido Oliver."
"No, sul serio. Dimmi quanto mi ami." disse Harry con una faccia da schiaffi che dovrebbe essere dichiarata illegale.
Lei sospirò: "Pensavo fosse ovvio da quando vi ho visto due giorni fa e ho inziato a dire frasi sconnesse su quanto siete fantastici. Vi seguo da sempre e sì, speravo di riuscire ad incontrarvi." ammise Adele tutto d'un fiato.
"E..?"
La ragazza arrossì di nuovo: "E se mi chiedono chi di voi preferisco, rispondo Harry. Contento?"
"Contentissimo" rispose Harry compiaciuto.
Il resto della serata trascorse velcomente fra risate ed aneddoti. 
Adele non pensava che sarebbe riuscita a conversare così facilmente e piacevolmente con una celebrità di cui era palesemente innamorata persa, ma i suoi discorsi la stupirono e non fecero altro che confermare quanto perfetto quel disgraziato fosse.
Se non ti amassi ti odierei.
Quando Oliver tornò al loro tavolo, Harry pagò il conto per entrambi. 
Adele si alzò per andare in bagno, ma proprio mentre stava aprendo la porta, Oliver la bloccò.
"Cosa ci fai qui con lui?" le chiese: "Cose di lavoro?"
"In effetti no. È.. una specie di.. appuntamento" spiegò Adele.
Oliver si irrigidì: "Oh, capisco. Accidenti Adele, jackpot." scherzò.
"Immagino di sì," rispose lei imbarazzata.
"Allora.. ci vediamo in giro" le disse, baciandola lievemente sulla guancia.
Dimenticato completamente il bagno, Adele ritornò al tavolo.
"Pronto per andare?"
"Ha una cotta per te, sai"
"Chi?"
"Oliver, il barista" disse Harry: "Quel bacio sulla guancia.. so riconoscere un ragazzo innamorato quando lo vedo."
"Che cosa?" chiese Adele incredula: "Oliver? No, ti sbagli, davvero. Siamo solo amici."
"Sarà" disse Harry, alzandosi. "Non mi ha fatto piacere comunque, il bacio intendo."
La ragazza lo fissò sbalordita: "Mi stai dicendo che sei geloso? Ci conosciamo da un giorno."
Harry scrollò le spalle: "Al cuor non si comanda, giusto?"
"Che cosa dovrei dire io, allora? Sai quante ragazze si butterebbero nel tuo letto in un batter d'occhio?"
"Wo-ho, vacci piano Adele," disse Harry: "ci conosciamo solo da un giorno."
Adele lo colpì forte sul braccio e insieme uscirono dal bar.
Harry la accompagnò fino a casa e quando furono davanti alla sua porta, Adele si voltò a guardarlo: "Perché mi hai chiesto di uscire, Harry?"
Il ragazzo sembrò pensarci per un secondo: "Perché mi hai colpita. Dal primo momento che ti ho vista. Vedo un sacco di ragazze tutti i giorni, ma tu.. Non so spiegarlo."
Adele abbassò lo sguardo, lasciandosi sfuggire un sorriso.
Non sta succedendo davvero.
"Beh, mi sono divertita un sacco." disse, tornando a fissarlo negli occhi.
Lui sorrise: "Anche io."
Poi, improvvisamente il volto di Harry si avvicinò pericolosamente al suo e Adele gli posò un dito sulle labbra.
"Woooooah, non così in fretta Styles."
"Ma.."
"Oh, no. Potresti anche essere uno squilibrato per quanto ne so io."
"Pensavo che quello l'avessimo già appurato."
Adele rise e tirò fuori le chiavi del suo appartamento dalla borsa.
Aprì la porta e si voltò ancora una volta.
"Oh, non guardarmi con quegli occhi da cucciolo appena svezzato."
Alzandosi in punta di piedi, lo baciò velocemente sulle labbra: "Ecco qui, contento?"
"Non finisce qui, bellissima" disse lui.
"È una minaccia?" chiese Adele in tono di sfida.
"Assolutamente sì."


 
Più tardi quella sera, Harry aprì la porta di casa sua, l'ombra di un sorriso ancora sul suo volto.
"Eccolo qua!" esclamò Louis quando lo vide arrivare: "Allora, com'è andato l'appuntamento con Adele?"
Harry non rispose, si limitò a guardarlo con uno sguardo eloquente.
"Immagino che la rivedrai ancora quindi." disse Louis: "Sono contento, è uno spasso quella ragazza."
Harry si sedette su una delle poltrone del loro salotto.
"Lo è davvero" rispose semplicemente.
"Perché non ce lo hai detto?" domandò Louis, sedendosi di fronte a lui: "L'altro giorno dico, perché non ci hai detto che ti piaceva?"
"Io.. non lo so. Volevo solo essere sicuro di avere una possibilità."
"Ha. Devi essere più sicuro di te, amore mio. Quando l'abbiamo incontrata per la prima volta non ti staccava gli occhi di dosso."
"In effetti ha ammesso che sono il suo preferito" disse Harry divertito.
"Oooh, sento profumo d'amore. Devo essere geloso?" scherzò Louis, lo sguardo offeso.
"Almeno quanto lo sono io di Eleanor" rispose Harry, tirandogli un cuscino.
"Allora devo esserlo parecchio" disse Louis, tirandogli un altro cuscino e iniziando così una battaglia che sarebbe durata per ore. 

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Capitolo 4
*** Chapter 4 ***


Scusate l'attesa, spero vi piaccia. :)

Chapter IV

 
"Vai così, Adele!" 
Cosa? 
Che mattinata strana. 
Appena uscita di casa, ad Adele era sembrato che la sua vicina l'avesse guardata in un modo insolito, ed ora, appena uscita dall'ascensore, Violet l'aveva salutata in quella maniera assurda.
"Buongiorno anche a te, Violet, che succede?" le chiese.
"Oh, non fare la finta tonta con me, Adele" le disse, porgendole il giornale.
Il cuore di Adele cominciò a battere all'impazzata.
Il rubacuori Harry Styles fotografato con una misteriosa ragazza dai capelli scuri,  era quello il titolo dell'articolo principale sulla pagina del gossip.
"Oh, no." sussurrò Adele: "Oh, no no no no."
Facendo cadere il giornale per terra, Adele tirò fuori il cellulare dalla borsa.
"Pronto?" rispose una voce assonnata.
"Mi dispiace tanto, Harry," disse, senza nemmeno salutarlo:  "I paparazzi ci hanno visti ieri sera e.. il giornale.. oh, sono Adele se non lo avessi capito e.."
"Shh, Adele. Va tutto bene." la rassicurò: "No, in effetti no, mi hai svegliato quindi non va tutto bene."
"Come puoi scherzare in questo momento?" gli chiese lei in preda al panico.
La ragazza lo sentì ridere: "Adele, li ho visti ieri sera. Non ti ho detto niente per non allarmarti. Non importa. Sarebbe successo comunque prima o poi. Lascia che il mondo veda quanto sei bella." le disse, la voce roca per il risveglio improvviso.
"Ma.."
"Ti-ti da fastidio?" chiese Harry, improvvisamente nervoso: "Perché se è un problema per te posso chiamare-"
"No" lo interruppe Adele: "Pensavo avrebbe infastidito te"
"Che la gente sappia che sono uscito con una ragazza meravigliosa? Per niente." 
Perché mi stai facendo questo.
"O-okay.. Allora io vado." disse sottovoce Adele, ancora scossa dai quei complimenti.
"Aspetta!" la chiamò Harry: "Sei consapevole del fatto che mi devi un bacio, vero?"
Adele rise: "Non mi è mai piaciuto avere debiti in giro."
"Bene, allora esci di nuovo con me stasera, ti vengo a prendere al lavoro." disse Harry.
Adele sospirò: "Va bene."
"A dopo allora."
"A dopo."
Adele riagganciò e alzò lo sguardo. Violet la stava fissando col la bocca spalancata.
"Tu hai un sacco di cose da spiegarmi" le disse, prendendola sottobraccio: "Avanti, pausa caffè."
"Ma io sono appena arrivata!" protestò Adele.
"Un dettaglio facilmente trascurabile considerato che ieri sera sei uscita con Harry Styles!"
"Shhh!" la zittì Adele.
"Tesoro, lo sanno già tutti. La gente legge il giornale, sai."
Adele si nascose il volto tra le mani, cercando di evitare gli sguardi della gente e facendosi guidare verso la macchina del caffè dall'amica.
 
 
 
Mezz'ora prima del suo incontro con Harry, Adele stava finendo di archiviare alcuni vecchi contratti, quando sentì qualcuno bussare alla porta.
"Avanti!" esclamò senza voltarsi.
Sentì il rumore di tacchi che si avvicinavano e poi qualcuno picchiettò sulla sua spalla.
Adele si voltò: "Posso aiutarti?"
"Sì," ripose la ragazza con una smorfia, una bellezza dai capelli biondi e le gambe kilometriche: "Sei tu la ragazza del giornale? Con Harry Styles?"
"Uh, beh sì," rispose Adele imbarazzata: "Perché lo chiedi?"
La bionda fece una risatina: "È molto semplice. Ti chiami Adele, giusto?"
Lei annuì.
"Ti sei guardata allo specchio recentemente, Adele? Siete su due livelli completamente differenti. E ora guarda me." le disse, indicando sé stessa con un dito che era stato recentemente sottoposto ad una manicure: "Non pensi che io sia più.. beh, adatta ad un ragazzo come lui?"
Adele chiuse gli occhi, un vuoto al posto dello stomaco: "Sì" ammise.
"Molto bene. La questione è risolta allora. Lascialo perdere, non farà altro che spezzarti il cuore. Sto cercando di farmi invitare ad uscire da mesi. Dimenticalo, d'accordo?" disse la ragazza, prima di voltarsi ed aprire la porta.
"Oh," disse, voltandosi di nuovo verso Adele: "Ma prima di scaricarlo, metti una buona parola per me, d'accordo? Mi chiamo Kate." e con queste parole uscì dalla stanza.
Adele ricominciò meccanicamente a lavorare, senza nemmeno preoccuparsi di asciugare le lacrime che scendevano ininterrottamente sul suo viso.
Finì nel giro di alcuni minuti e un quarto d'ora dopo lasciò l'edificio, incapace di nascondere la sua tristezza a nessuno dei colleghi.
"Adele!" la chiamò una voce non appena uscì dalla porta principale.
Oh, no.
Adele si sentì sprofondare e cominciò a correre nella direzione opposta alla voce.
"Adele, aspetta!" 
Ma lei non si fermò. Cercò di mettere più distanza possibile fra di loro, ma quella mattina aveva deciso di mettere i tacchi e pochi metri dopo  inciampò e cadde rovinosamente per terra.
Prima di potersi alzare, Adele sentì due braccia aiutarla a rimettersi in piedi.
"Tutto bene?" le chiese lui, preoccupato. 
Costretta a guardarlo in faccia, Adele cominciò a piangere ancora più forte, nascondendo il suo volto nella giacca di Harry.
"Adele, che succede? Mi stai spaventando."
Adele scosse la testa, incapace di parlare.
Harry le passò una mano fra i capelli, cercando di rassicurarla.
"Adele.."
La ragazza continuò a singhiozzare disperatamente ed Harry non vide altra soluzione.
"D'accordo," disse, sollevandola senza troppo sforzo e caricandosela sulle spalle: "ora tu vieni con me."
"N-no, aspetta" mormorò Adele fra le lacrime.
"Troppo tardi tesoro" rispose lui, continuando a camminare fra la gente che si fermava a guardarli stupita.
Adele protestò ancora, cercando di convincerlo a farla scendere, ma lui non fece altro che stringerla più forte.
Entrò nella prima caffetteria, ignorando le occhiate dei clienti e puntando dritto al bagno.
Una volta dietro la porta, fece scendere Adele e la aiutò ad asciugare le lacrime che le rigavano il volto.
Adele si sistemò il trucco in silenzio e quando alzò lo sguardo verso lo specchio, vide il riflesso di Harry appoggiato al muro, le braccia incrociate.
"Allora," cominciò lui, guardandola attraverso il vetro: "vuoi dirmi che cosa significa tutto questo?"
La ragazza sentì il vuoto che l'aveva afflitta poco prima ritornare a tormentarla: "N-niente." mentì.
"Cazzate." rispose lui semplicemente: "Adele, dimmi la verità."
Adele si voltò verso di lui, cercando di sorridere: "È che.. questa ragazza oggi.. beh, ecco lei.. lei pensa che tu sia troppo per me e io.. e lei era così bella e alta e bionda e.. ha ragione, Harry, non sono abbastanza."
Harry rimase in silenzio, senza distogliere lo sguardo da lei nemmeno per un secondo.
Poi, dopo quelle che sembravano ore, parlò: "Ricordi quando ti ho detto che hai dei seri problemi di autostima proprio ieri? Mi sbagliavo. È qualcosa di molto peggio. Tu.. tu dovresti seguire un corso motivazionale, leggere libri, ascoltare delle audiocassette."
"Cos-"
"Non parlare," la fermò lui, sembrando quasi arrabbiato: "Adele, tu sei perfetta così come sei. Sei diversa. Hai qualcosa che nessun'altra ha. Sei.. cazzo, sei la ragazza più bella che io abbia mai visto."
"Molto divertente" commentò lei.
Harry si passò una mano fra i capelli, evidentemente frustrato: "Mi fai infuriare, lo sai? Essere belli non significa essere supermodelli, Adele. Tu sei meravigliosa. E anche se non fossi così irresistibile e pesassi duecento chili, saresti comunque la ragazza più splendida che io abbia mai incontrato. E sai perché?" le chiese.
"Perché?" domandò Adele, arrossendo.
"Perché il modo in cui arrosisci mi fa impazzire, perché hai il senso dell'umorismo più bizzarro della storia, perché la tua risata la sentono in Asia, perché sei dolce ma cerchi di nasconderlo, perché quando sei nervosa le tue frasi sono sconnesse, perché fai figure di merda ogni cinque minuti e ho imparato ad amare tutte queste cose di te in due giorni, immagina quanto sarà lunga questa lista alla fine della settimana o tra un mese." disse lui, staccandosi dal muro ed avvicinandosi sempre di più: "Non ascoltare quello che dice la gente. Fidati, non è quasi mai una cosa buona."
"Io-" 
Adele sentì le lacrime offuscarle nuovamente la vista, ma questa volta non erano lacrime amare. Il fatto che quel ragazzo, il ragazzo dei suoi sogni avesse appena elencato tutti i suoi peggiori difetti e li avesse fatti passare per qualità stava rischiando di farla svenire lì, nel bagno di una caffetteria.
Adele fece un passo verso di lui e quando furono vicini abbastanza, Harry le accarezzò una guancia.
Appoggiò la fronte contro la sua e guardandola intensamente negli occhi, sorrise.
"Ti sto per baciare, d'accordo?" disse lui sottovoce, il suo fiato sulle labbra di Adele.
Lei annuì: "D'accordo" acconsentì debolmente.
E così Harry posò le sue labbra su quelle di Adele, baciandola dolcemente, per la prima volta, nel bagno di una caffetteria.

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Capitolo 5
*** Chapter 5 ***


Ok, dubito che freghi a qualcuno, ma ho aggiunto il link al mio Twitter ed al mio Tumblr sulla mia pagina. Enjoy e grazie per tutte le recensioni! :)

Chapter V

"Ora puoi guardare"
Adele sorrise e spalancò gli occhi.
Wow.
"È.."
"Stupendo?" concluse Harry per lei.
"Sì," disse lei "ma il tuo ego ha rovinato tutto come sempre."
Con una risata il ragazzo la prese per mano e la fece accomodare al tavolo. 
Ormai si vedevano da un mese ed Harry aveva organizzato una cena a lume di candela sul tetto di casa sua, le luci di Londra a creare la perfetta atmosfera.
"Un mese, eh?" 
"Un mese" ripeté Adele allegra.
Harry si chinò per baciarla ma Adele si scostò quasi subito.
"Che c'è?" chiese con finta innocenza quandò notò lo sguardo deluso del ragazzo: "Non vorrai sprecare questo ben di Dio, vero?" disse, indicando il cibo sul tavolo.
Lui sospirò e si accomodò a sua volta.
Mangiarono con calma, godendosi il panorama e la buona compagnia, ma quando arrivarono al dessert, qualcuno aprì la porta che dava alle scale. 
"Hey, luce dei miei occhi- oh.
Louis tacque quando si accorse della presenza di Adele.
"Mi dispiace, pensavo vi sareste visti tra mezz'ora" si scusò e prima di uscire si rivolse ad Harry: "Ricordati di chiederle quella cosa."
Adele lo guardò chiudere la porta e poi si voltò a fissare Harry incuriosita: "Quale cosa?"
Harry rise nervosamente: "N-niente, nulla di importante, non preoccuparti" rispose lui con un patetico tentativo di sorridere, sbottonandosi il primo bottone della camicia. 
"Sai una cosa? Io sarò insicura ma tu non sai mentire" disse Adele tranquilla: "Avanti, sputa il rospo."
"D'accordo, d'accordo" si arrese lui: "È che.. Ci hanno invitati a questa prima cinematografica e Liam e Louis porteranno le loro ragazze e.." Harry sospirò e chiuse gli occhi. 
Poi, prendendola per mano, parlò tutto d'un fiato: "Mi stavo domandando se volessi venire anche tu, Adele. Come mia fidanzata. Ci saranno fotografi ovunque perciò non si torna indietro e capisco se non lo vuoi fare ma io mi sento pronto e spero lo sia anche tu."
"Oh" disse semplicemente Adele.
"Troppo presto vero?" domandò Harry: "Lo sapevo, cazzo, lo sapevo"
"No, non è questo," lo rassicurò lei: "Certo che voglio venire, è solo che, oh Dio, che cosa diavolo mi metto? E i miei capelli? Non voglio che la gente pensi che sono inadeguata e oddio,  tua madre vedrà quelle foto, oh cazzo-"
"Mia madre," la interruppe Harry: "Ti adorerà. Non so se posso dire la stessa cosa di tuo padre però."
Adele rise: "Sono sicura che imparerà ad amarti"
Harry le strinse la mano più forte: "Quindi è un sì? Sei davvero solo preoccupata riguardo al vestito? No-non ti fa paura l'impegno?"
Lei sgranò gli occhi: "Non posso credere che tu lo stia anche solo considerando. Se non lo avessi capito signor Styles, ho una cotta per te da molto prima di quanto ce l'abbia avuta tu per me."
E ora sei qui, davanti a me e mi stai chiedendo di fare coppia fissa con te nel tuo modo contorto e adorabile. I sogni diventano realtà dopotutto.
Ma lui scosse la testa: "No. Quello era Harry Styles. Io sto parlando di Harry, il ragazzo che conosci da quattro settimane e tre giorni."
"Mi stai chiedendo se sono qui con te solo perché sei famoso?" domandò lei, una fitta di dolore nel petto.
"N-no, assolutamente no!" esclamò lui, rendendosi conto del suo errore: "Volevo solo sapere se sono stato all'altezza delle tue aspettative." mormorò, abbassando lo sguardo.
"Perché. Sei. Così. Adorabile. Non so se riuscirò mai ad arrabbiarmi seriamente con te." disse lei, alzandosi in piedi.
"Che ci posso fare" scherzò lui, alzandosi a sua volta: "Sono nato così."
Adele scoppiò in una risata fragorosa e gli buttò le braccia al collo.
"Vuoi sapere se sei stato all'altezza delle mie aspettative?"
Harry annuì. 
Adele lo baciò, prima dolcemente e poi con una passione che non si era ancora azzardata a mettere in nessuno dei loro baci precedenti.
Quando si staccarono, Harry la guardò in un modo strano.
"Porca puttana.." lo sentì mormorare.
"Allora, ho risposto in modo abbastanza esauriente alla tua domanda?" gli chiese lei maliziosa.
"Dove sei stata tutta la mia vita" fu il suo unico commento, prima di baciarla di nuovo.


 
"Sei nervosa?"
"Nervosa non comincia nemmeno a descrivere come mi sento in questo momento." replicò Adele, guardando fuori dal finestrino dell'auto. 
Erano diretti alla prima del film che avrebbe reso la loro relazione pubblica e Adele avrebbe voluto sparire in una nuvola di fumo. 
"Respira, andrà tutto bene."
Adele chiuse gli occhi e prese alcuni respiri profondi e quando li riaprì, trovò Harry intento a fissarle il petto.
"Sicura di non volerne prendere ancora un paio?" chiese lui senza staccare lo sguardo dal suo torace.
Lei lo colpì forte sulla testa: "Ti sembra questo il momento di guardarmi le tette?" disse, fingendosi indignata.
"È sempre un buon momento per guardarti le tette" rispose lui semplicemente e Adele lo colpì di nuovo.
"Ahia, ahia!" protestò lui: "Okay, mi dispiace, mi dispiace. Cioè non mi dispiace, mi dispiace di essere stato beccato."
Adele alzò la mano di nuovo, questa volta per schiaffeggiarlo, ma lui la fermò: "No, ti prego, no. Fai male, lo sai?" chiese, lo sguardo terrorizzato ma con un sorriso enorme sulle labbra.
"Lo so, perciò ti consiglio di smetterla" lo avvertì lei, abbassando lentamente il braccio.
"Va bene, va bene"
Lei annuì e tornò a concentrarsi sul suo respiro.
"Andrai alla grande, Adele." la rassicurò lui.
"Per un momento ti ho quasi creduto"
Lui rise piano: "Ti ho già detto che sei bellissima stasera?" le chiese, lasciando vagare il suo sguardo sul bellissimo vestito rosso che la ragazza stava indossando.
"Almeno una cinquantina di volte, ma non sono sicura che conti, per te sono bellissima anche con il mio pigiama di Snoopy"
"Hey" protestò lui: "Quel pigiama è stupendo"
Adele alzò gli occhi al cielo e in quel momento la macchina si fermò davanti al tappeto rosso.
"Pronta?" le chiese Harry.
"No" rispose onestamente lei.
Poi, in un attimo, gli prese la mano ed aprì la portiera: "Forza, facciamo questa cosa"
Prima che potesse uscire dalla macchina però, Adele si sentì tirare indietro dalla mano di Harry e quando i loro visi furono vicini abbastanza il ragazzo la baciò velocemente: "Stendili, Adele"
Lei gli scompigliò i capelli e poi uscì dalla macchina velocemente, prima che la paura le impedisse di fare qualunque movimento.
Appena mise piede fuori dall'auto i flash iniziarono a scattare all'impazzata.
"Woah" disse Adele.
"Lo so, la prima volta è quasi inquietante" commentò Harry.
Prendendola nuovamente per mano cominciò a camminare lungo il tappeto rosso, salutando e sorridendo ai fotografi. 
Adele decise di fare lo stesso, anche se si sentiva impacciata e completamente fuori posto.
Respira.
"Harry, Harry!" lo chiamavano le fan e i giornalisti.
"Harry, chi è la ragazza con te?" sentì una reporter chiedere alla sua sinstra. 
Harry non rispose e continuò a posare per le foto, mettendo una mano sulla schiena nuda di Adele. 
Quel tocco diede un poco di forza ad Adele, che si sforzò di continuare a sorridere. 
Voltandosi verso l'altro lato della passerella, la ragazza vide Danielle ed Eleanor intente a cercare di sopravvivere proprio come lei.
Sicuramente erano più abiutate all'attenzione di quanto non fosse Adele, ma la ragazza suppose che essere la fidanzata di uno degli One Direction non finiva mai di essere difficile.
Danielle la notò e le sorrise. 
"Resisti" le mormorò e Adele annuì: "Ci provo"
In quel momento Harry le comunicò che la sessione di foto era finita e la condusse all'interno del cinema.
Una volta al sicuro, Adele tirò un sospiro di sollievo.
Alcuni secondi dopo però, un'orda di giornalisti si precipitò verso Harry e gli altri ragazzi.
Un secondo prima di venire spinta per terra da un cameraman, Eleanor la prese per mano e la spostò dalla traiettoria dell'uomo. 
"Vieni," le disse: "non farti divorare anche tu, lasciali al loro tremendo destino" scherzò, trascinandola via.
"Grazie" sussurrò Adele: "Davvero"
"Non c'è problema" rispose Eleanor mentre raggiungevano Daniele: "Stai benissimo stasera"
"Mai quanto voi due" commentò Adele sincera. 
Le ragazze sorrisero e cominciarono a chiaccherare, dimenticandosi del delirio che le circondava.
Dopo alcuni minuti, Adele si voltò a cercare Harry e lo vide intento a conversare con Niall, Zayn ed un giornalista. 
"Cosa pensate che gli stiano chiedendo?" domandò alle ragazze.
"Dell'album, del tour, delle fans, della nuova edizione di XFactor" elencò Danielle.
"E di te ovviamente" aggiunse Eleanor: "La stampa starà impazzendo. Non è la prima volta che vi vedono insieme e questa uscita ufficiale li avrà mandati in tilt" disse con una risata.
Adele chiuse gli occhi, cercando disperatamente di non sentirsi male.
"Hey," la rassicurò Danielle: "va tutto bene"
"Ci siamo passate anche noi," le spiegò Eleanor: "presto non sarai più l'ultima novità e vi lasceranno in pace"
"Ma guarda chi abbiamo qua" disse una voce familiare dietro ad Adele.
La ragazza si voltò e vide una bellissima bionda con un vestito dorato che le sorrideva.
"Le tre fidanzatine" commentò con una delle sue fastidiose risatine. 
"Buonasera anche a te, figlia illeggittima di Satana," disse Eleanor, ricambiando il sorriso falso della ragazza.
"V-voi vi conoscete?" chiese Adele confusa.
"Oh sì," rispose Danielle: "vedi, Kate è la stalker numero uno di Harry"
"Preferisco futura moglie" disse Kate per poi rivolgersi ad Adele: "Mi sembrava di averti detto di sparire"
"Sì, ma vedi, c'è un piccolo problema" replicò Adele, alzandosi: "Io non intendo andare da nessuna parte"
La bionda stava per replicare, quando i ragazzi interruppero la conversazione.
"Che succede qui?" chiese Liam, mettendo un braccio attorno alla vita di Danielle.
"Oh, niente" rispose Eleanor: "Solo la lontana cugina di Voldemort venuta a rovinarci l'esitenza"
Louis non tentò nemmeno di nascondere la risata che gli uscì spontanea dal petto. 
Kate però non si scompose e si voltò verso Harry: "Ciao tesoro"
"Oh, sei tu" disse Harry, immprovisamente nervoso.  
"Qu-quindi anche voi vi conoscete?" domandò Adele. 
"Uh, si può dire di sì" confermò Harry, tenendosi il più lontano possibile dalla bionda: "Perché lo chiedi?"
"P-perché-"
"Oh è molto semplice" la interruppe Kate: "Perché il mese scorso le ho detto che voi due non avreste funzionato. Ma evidentemente lei non mi ha ascoltato."
"Sei stata tu a dirle quelle cose?" domandò Harry. 
"Certo" confermò Kate: "Qualcuno doveva avvertire questa povera illusa" 
"D'accordo," disse Harry, afferrando Kate per un braccio: "Ora tu ed io facciamo una chiaccherata" 
Kate si lasciò trascinare via dal ragazzo e quando furono spariti dietro l'angolo, i ragazzi scoppiarono a ridere.
"Ha raggiunto un nuovo livello di follia" commentò Niall fra le risate. 
Eleanor e Danielle si unirono agli schiamazzi, ma Adele continuò a fissare il punto dove erano scomparsi e mentre il resto del gruppo continuava a ridere, Adele si avvicinò lentamente all'angolo dove Harry aveva portato Kate.
"-merita di sapere la verità" sentì Kate dire: "Una ragazza così innocente.."
"Ascolta" disse Harry sottovoce, una nota minacciosa nel tono: "Io e te abbiamo fatto sesso, una volta. È stato strabiliante, non lo nego. Ma è finita lì. È stata una cosa di una notte. Non c'è niente tra di noi e devi lasciare Adele in pace, hai capito? Lei è.. è fragile e non si rende conto di essere perfetta. Stalle lontana, sono stato chiaro?"
Adele sentì l'aria lasciarle i polmoni. 
Io e te abbiamo fatto sesso, una volta. È stato strabiliante, non lo nego.
"Perfetta?" disse poi Kate: "Per favore, Harry-"
In quel momento qualcuno andò a sbattere contro Adele, spingendola oltre il muro e costringendola ad uscire allo scoperto.
"Oh, mi dispiace-" disse l'uomo, ma Adele non lo sentì.
"Adele-" cominciò Harry ma lei si era già voltata e aveva cominciato a correre.
Una volta fuori dalla porta di servizio, Adele si tolse i tacchi. Non avrebbe ripetuto lo stesso errore due volte.
Quando sentì la porta riaprirsi, la ragazza ricominciò a correre a perdifiato, ignorando la voce di Harry alle sue spalle.
Una volta sicura di non essere seguita, Adele si appoggiò ad un muro per recuperare il fiato. 
Sono andati a letto insieme. 
Kate non si era immaginata tutto, erano andati a letto insieme. 
E poi lui l'aveva scaricata.
Avrebbe fatto lo stesso con lei? 
Sono andati a letto insieme. 
Adele colpì il muro con un piede, pentendosene immediatamente quando il dolore la fece lacrimare. 
Cazzo, cazzo, cazzo.
Erano andati a letto insieme e Adele non riusciva a togliersi l'immagine dalla testa.
Non ancora pronta per tornare a casa, Adele vagò per la città per diverse ore e quando si convise a raggiungere il suo appartamento, il cielo si era fatto nero e la temperatura era calata di diversi gradi.
Dopo essersi chiusa la porta alle spalle, la ragazza guardò l'orologio.
L'una e mezza di notte.
Adele si tolse il vestito e si buttò sotto la doccia per emergerne quaranta minuti dopo, stanca ed emozionalmente devastata dagli eventi della serata.
Solo allora si accorse che il suo cellulare, dimenticato sul divano quel pomeriggio, stava lampeggiando.
Qualcuno aveva lasciato un messaggio in segreteria.
Nessuno lascia più messaggi in segreteria di questi tempi.
Adele prese il telefono e si sedette sul sofà. 
Premette il tasto per avviare l'ascolto dei messaggi e il suo cuore si fermò quando sentì la voce di Harry.
"Adele.. Ho fatto un casino. Ti prego, ho bisogno di parlarti, devo spiegare, ti prego lasciami spiegare. Io.. avrei dovuto capire che la ragazza che ti aveva parlato era lei. Ho bisogno di vederti. Ti prego." 
Ad Adele sembrò che Harry volesse aggiungere qualcos'altro, ma un bip le comunicò che il messaggio era terminato.
Sospirando, Adele scrisse velcomente un sms: "Domani, dopo il lavoro. Sarà meglio che tu sia molto convincente"
Invia
Adele lanciò il cellulare sulla poltrona di fronte a lei e chiuse gli occhi, addormentandosì nel salotto del suo appartamento, indossando soltanto un accappatoio. 

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Capitolo 6
*** Chapter 6 ***


Questo capitolo è abbastanza breve perché non c'è molto da dire in effetti. Preparatevi per il prossimo, dico solo questo. Enjoy! :)

Chapter VI
 
"Non ho molto tempo" 
"Mi servono solo cinque minuti"
Harry le fece segno di sedersi accanto a lui su quella panchina nel parco dove si erano dati appuntamento, ma Adele scosse la testa: "Sto bene in piedi"
Lui annuì: "Sei tanto arrabbiata, vero?"
Adele ignorò la domanda: "Hai intenzione di parlare o..?"
Harry annuì di nuovo, porgendole una tazza provieniente dalla caffetteria dietro l'angolo. 
Adele la prese e ne bevve un sorso.
Cappuccino al cioccolato.
Il suo preferito.
Ti pareva.
"Grazie," mormorò debolmente, decidendo di sedersi.
Lui sorrise: "Ora cominciamo a ragionare"
"Avanti," lo incitò lei, bevendo un altro sorso del suo cappuccino. 
Harry si passò una mano nei capelli, cosa che Adele aveva imparato essere una reazione nervosa: "Sono un coglione"
"Brillante," commentò Adele: "tutto qui?" disse, facendo per alzarsi, ma lui la prese per un braccio: "No, aspetta!"
Prendendo un respiro profondo, il ragazzo continuò: "Mi dispiace, Adele. Come ti ho detto al telefono avrei dovuto capire che si trattava di Kate e-" 
Un altro sospiro.
"Sì, ci sono andato a letto ed è giusto che tu sappia che lei non è l'unica con cui io.." la voce di Harry si fece un sussurro fino a sparire completamente. 
"Lo immaginavo" disse Adele semplicemente.
"Adele, ti prego, loro non significano niente-"
"È proprio questo il punto." lo interruppe Adele: "Non significano niente. Le hai solo usate. Solo una notte. Quando sarà il mio turno?" chiese Adele, liberando tutta la sua frustrazione.
"Non dire così. Tu significhi molto per me, lo sai," le disse, guardandola intensamente negli occhi. Poi, con una strana determinazione nello sguardo, sussurrò: "Adele, io credo di ess-"
"Perché era diverso con loro, perché loro non significavano niente?" gli parlò sopra Adele e così facendo non fu in grado di sentire ciò che Harry stava per dire.
Harry sembrò confuso per un attimo, ma poi rispose: "Sono.. Sono loro a venire da me. E si offrono. Io non prometto niente e loro.. loro non vengono a chiedermi se voglio uscire a bere un caffè. Vogliono fare sesso. E io, beh, sono un ragazzo dopotutto." spiegò, distogliendo lo sguardo da lei.
Il ragionamento aveva senso. In fondo, i maschi sono maschi. E quelle ragazze non si facevano certo problemi a proporre incontri del genere. Per un momento Adele pensò che essere Harry Styles a volte era un'esperienza che faceva sentire soli. Beh, non proprio. C'erano i ragazzi dopotutto, no? 
Un milione di pensieri affollarono la mente di Adele in successione, prima che riuscisse a spiccicare parola: 
"Quindi se loro ti chiedessero di uscire tu non.. Voglio dire, gli daresti una possibilità?" gli domandò.
"Beh, non più ormai. Ora ci sei tu" replicò lui con un sorriso.
Adele chiuse gli occhi: "Va bene."
"Va bene cosa?"
"Sei perdonato." rispose lei semplicemente.
Le spalle di Harry si rilassarono e il ragazzò sospirò sollevato.
"Però, c'è qualcosa che ti devo dire," disse Adele nervosa: "una specie di confessione."
La ragazza incrociò le braccia, guardando un punto lontano fra gli alberi del parco: "Io non ho mai fatto.. quello."
"Che cos- oh." 
Ci fu un minuto di silenzio assoluto e 
Adele si sentì invadere dal panico: "Ecco, lo sapevo, ora tu-"
Harry la zittì posando un dito sulle sue labbra: "Non importa. Per niente. Non è quello che voglio da te."
"Non è tutto quello che voglio da te" si corresse quandò notò lo sguardo deluso di Adele.
"S-sicuro?" chiese Adele piano.
"Certo." la rassicurò lui: "In effetti, quello che stavo cercando di dirti prima è che io penso di-"
Ma Adele non lo sentì un'altra volta. 
"Vieni!" esclamò, alzandosi in piedi e prendendolo per mano: "Voglio un'altra cioccolata."
Harry mormorò un debole "sì" e la seguì fuori dal parco.
Evidentemente quella non era la giornata giusta.


 
"Oh mio Dio. Questo è un incubo."
Adele era seduta sul divano in casa di Harry e Louis, sfogliando le pagine di una rivista piena di foto della prima cinematografica della settimana precedente.
"Che cosa?" chiese Harry sedendosi accanto a lei. 
"Mia sorella mi ha detto di comprare questo settimanale e.." 
Adele sospirò rassegnata e cominciò a leggere: "La boyband del momento One Direction era presente ieri sera all'evento mondano del mese e tre membri del famoso gruppo non erano soli. Louis Tomlinson e Liam Payne si sono presentati accompagnati dalle fidanzate ormai storiche Eleanor Calder e Danielle Peazer, mentre il playboy Harry Styles era affiancato dalla misteriosa signorina Adele Brown, con cui era già stato precedentemente fotografato."
"Non capisco dove sia il problema" disse Harry, appoggiando la testa sulla spalla di Adele.
"Aspetta solo che finisca di leggere" replicò lei, riprendendo la lettura: "Nonostante Adele sia già entrata nei cuori della maggior parte delle fans, le quali dichiarano di rivedersi molto in lei, noi non possiamo fare a meno di domandarci se forse la bella mora dagli occhi da cerbiatta non sia troppo innocente per il crudele mondo dello spettacolo. Ansiosi di conoscere gli sviluppi della loro relazione, auguriamo ad Adele ed Harry tutta la fortuna possibile."
Harry rise: "Se questo è il peggio che sono riusciti a dire su di te, vuol dire che ti hanno adorata, piccola."
"Piccola?" 
"Che c'è, sto provando qualche soprannome" spiegò lui, fingendosi offeso.
Lei non potè fare a meno di sorridere: "Potrei abituarmici"
Harry alzò la testa per baciarla, ma lei lo bloccò: "Lo pensi davvero? Gli sono andata a genio?"
Harry fece segno di sì con la testa: "Davvero. Non posso certo biasimarli, in quelle foto sei bellissima. Forse è perché io ti sono accanto e irradio tutto ciò che mi circonda con il mio fascino, non lo so."
Adele alzò gli occhi al cielo: "Spero davvero che tu abbia ragione" disse.
"Fidati" le assicurò lui: "E anche se così non fosse, ci sono solo cinque persone la cui approvazione è davvero importante. Quattro sono i ragazzi, che già ti adorano"
"Vero!" Adele sentì Louis gridare dalla sua stanza. 
"Mai sentito parlare di privacy, tesoro?" esclamò Harry, alzandosi.
"Hey, è estate: fa caldo persino in Inghilterra, devo far circolare l'aria" si scusò Louis, ma prima che potesse aggiungere altro, Harry aveva già chiuso la porta e si era riseduto accanto a lei.
"Chi è la quinta?"
"Cosa?" chiese Harry confuso.
"La quinta persona di cui necessito l'approvazione" disse Adele.
"Oh, giusto. Mia madre, che mi ha telefonato stamattina dicendo che sei stupenda e che non vede l'ora di conoscerti"
Adele sentì il suo stomaco chiudersi improvvisamente.
"Rilassati" disse Harry con una risata: "Non è tremenda come sembra"
"Tua mamma mi intimidiva anche prima di conoscere te!" confessò Adele: "Ma almeno è stata gentile. Mio padre a quanto pare è furioso. Mia sorella ha detto di non chiamare per un po'. Difficile dato che tra quindici giorni devo tornare a casa"
Harry si irrigidì: "Puoi non.. possiamo non parlarne, per favore?"
Adele chiuse la rivista e gli dedicò la sua completa attenzione: "Di cosa esattamente?"
Harry si morse il labbro: "Del tuo ritorno a casa"
"Oh."
Adele lo accarezzò con il dorso della mano: "Non deve cambiare nulla, sai."
"E non cambierà nulla" confermò lui: "È solo che.. L'idea di non vederti più ogni giorno non mi piace particolarmente. E se incontri qualcuno migliore di me?"
Lei scoppiò in una risata fragorosa: "Non posso credere che tu abbia detto una cosa simile."
"Non sto scherzando" disse lui, sembrando quasi ferito.
Lei sospirò: "Non ci vedremmo molto comunque. Tu hai il tour di lancio dell'album e non passerai molto tempo a Londra, lo sai. Ci vedremo nei weekend, proprio come fanno Liam e Louis con Danielle e Eleanor."
"Non li ho mai capiti sai," disse Harry, guardando fuori dalla finestra: "quando parlavano delle loro ragazze di quanto gli mancassero, non ho mai capito come facessero a preferire una ragazza fissa nei weekend alla vita da single che facevo io. Ma ora.."
Adele non riuscì a trattenere un altro sorriso: "Ecco cosa faremo: io e te ci godremo queste due settimane e questo weekend andremo a trovare tua madre. Poi, tra qualche mese, quando mio padre si sarà dato una calmata, andremo a trovare la mia famiglia"
Il ragazzo annuì. 
"Sempre che.. beh, sempre che tu non ti sia stufato di me nel frattempo" soffiò Adele, più a sé stessa che a lui.
Questa volta fu Harry a ridere: "Non essere ridicola" le disse, baciandola velocemente sulle labbra.
Adele fece una smorfia e si voltò, appoggiando la testa sul petto del ragazzo: "Oltretutto la prossima settimana avete la conferenza stampa al lavoro, quindi ci vedremo ancora più spesso"
"Non ci avevo pensato" disse Harry, affondando il viso nei capelli profumati di Adele.
"Posso uscire ora?" gridò una voce dall'altra parte del corridoio.
Adele rise fino alle lacrime guardando Harry alzarsi alla velocità della luce e scusarsi profondamente con Louis per averlo segregato nella sua stanza.
"Va bene, va bene" disse Louis, alzando le mani in segno di resa: "ma mi devi una pizza"

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Capitolo 7
*** Chapter 7 ***


Aaand I'm back! Spero che abbiate passato delle buone feste! Alcuni di voi non saranno contenti con questo capitolo, lo so già! Enjoy!

Chapter VII

 
"Per l'ultima volta, non ho nessuna intenzione di dare il tuo numero a Zayn!"
"Ma-"
Adele chiuse gli occhi per un secondo: quando era diventato tutto così complicato? 
Forse nel momento in cui aveva lasciato la casa della famiglia di Harry per venire quasi accecata dai flash dei paparazzi. Forse quando le erano state chieste interviste da almeno quattro riviste diverse. Forse quando lei e Harry si erano separati il mese prima, non senza lacrime da parte sua. Forse la sera in cui era tornata a casa e suo padre si era rifiutato di rivolgerle la parola. O forse il giorno in cui era tornata a scuola e tutte le ragazze a cui aveva a malapena rivolto la parola nei tre anni precedenti si erano improvvisamente autoproclamate le sue migliori amiche.
Sospirando, Adele riaprì gli occhi: "CeeCee, non sto scherzando."
"Ma Adele-"
"Oh, per l'amor del cielo, CeeCee, non hai un nuovissimo e luminosissimo lucidalabbra da comprare?" disse una voce dietro ad Adele che lei riconobbe subito. 
Kelly. La sua amica storica. Probabilmente la sua unica amica in quella scuola di ragazze palesemente disturbate.
CeeCee sbuffò e girò sui tacchi, ma non prima di aver salutato Kelly con un gesto alquanto inappropriato per una giovane ragazza.
"Aww, ti voglio bene anche io." le gridò dietro Kelly con un sorriso, prima di rivolgersi ad Adele: "Credo che a questo punto dovresti considerare l'istruzione domestica."
"Non è divertente, Kelly." disse Adele, un peso enorme sullo stomaco.
"Ti dico io cosa non è divertente," replicò Kelly prendendola sottobraccio: "scoprire che la tua migliore amica esce con la sua celebrità preferita sul web invece che da lei stessa."
"I paparazzi mi hanno preceduta, non è colpa mia! Te lo avrei detto dopo il primo appuntamento ma-" Adele sospirò: "Sto sprecando il fiato, non mi perdonerai mai vero?" le chiese con una risata.
"Mai" scherzò Kelly, fingendo un'espressione offesa: "Però so come potresti rientrare nelle mie grazie!"
"Come?"
"Dai il mio numero a Zayn!"
Adele rise di nuovo, questa volta di gusto, per poi trascinare l'amica fuori dall'entrata principale della scuola.
Raggiunsero la fermata dell'autobus tra le risate, ma una volta salite sul mezzo, Kelly si fece improvvisamente seria: "Da quanto non lo senti?" chiese sottovoce, come spaventata dell'impatto che la domanda avrebbe avuto sull'amica.
Adele sentì il peso nel suo petto aumentare: "Dieci giorni." rispose, guardando fuori dal finestrino. 
"Hai provato a chiamarlo?" insistette Kelly, abbassando ancora di più la voce.
"Eccome se ho provato: sms, messaggi in segreteria, Skype. Niente"
"Qual'è l'ultima cosa che vi siete detti?"
Adele resistesse al bisogno improvviso di urlare contro l'amica, di riversare tutta la sua frustrazione su di lei. Non era colpa sua, si stava solo interessando alla sua vita.
"Avevano appena finito un'intervista alla radio e io l'ho chiamato per congratularmi e lui sembrava molto di fretta, perciò gli ho detto di richiamarmi e lui ha detto che l'avrebbe fatto e poi.."
"E poi non l'ha fatto." concluse Kelly per lei. 
Adele si limitò ad annuire debolmente.
"Sono sicura che c'è una buona spiegazione," provò a rassicurarla Kelly: "è un ragazzo molto impegnato."
"Lo so, ma.." Adele non terminò la frase, non volendo assolutamente scoppiare in lacrime su un autobus pieno di persone.
"Ma cosa?" la incitò Kelly. 
"Non è così che sarebbero dovute andare le cose."


 
"Adele, guardami."
"No."
"Guardami."
La ragazza aveva alzato lo sguardo e lo aveva posato sugli occhi del giovane di fronte a lei.
"Non starai piangendo, vero?"
"N-no," aveva risposto lei, per poi arrendersi e scoppiare in un pianto silenzioso: "Sì, invece"
Lui l'aveva stretta forte e l'aveva lasciata asciugarsi le lacrime nella sua camicia.
"Ascoltami bene, Adele. Andrà tutto bene, sai quanto io tenga a te. Lo ha detto anche mia madre, sono cotto."
Adele aveva cercato di sorridere, ma non ci era riuscita.
"Mio p-padre non mi parlerà mai più" disse tra i singhiozzi.
"Non dire così Adele, gli passerà."
Poi, improvvisamente, il ragazzo l'aveva sollevata e aveva posato le proprie labbra sulle sue, in un bacio lungo e pieno di tristezza.
"Prometti che chiamerai" le aveva detto lui, dopo averla posata nuovamente a terra.
"Io? L'ultima volta che ho controllato la popstar tra noi due eri tu."
"Prometti che chiamerai e io prometto che risponderò." le aveva detto e lei, anche se solo per un momento, aveva avuto la sensazione che sarebbe andato tutto bene: "Lo prometto."
Il ragazzo l'aveva abbracciata ancora una volta e poi l'aveva aiutata a caricare le valigie sul treno. 
Una volta salita, il ricciolo aveva chiamato il suo nome e lei si era voltata: "Sì?"
Il giovane sembrò sul punto di dire qualcosa, ma poi aveva sorriso semplicemente: "A presto."
"A presto, Harry."


 
"Adele, la tua fermata."
La ragazza venne riportata velocemente alla realtà dalla voce dell'amica, che interruppe il suo flashback.
"Oh, sì."
Adele salutò Kelly e scese dall'autobus, preparandosi al gelo totale che l'avrebbe accolta una volta entrata in casa.
Da quanto sua madre era morta qualche anno prima, il  rapporto di Adele con suo padre si era rafforzato incredibilmente, ma ora, questa relazione con una celebrità così esposta all'attenzione dei media, aveva fatto infuriare il suo unico genitore.
Lui voleva solo grandi cose per lei: un'università prestigiosa, un lavoro dignitoso e grandi successi. Per lui, questa distrazione era inaccettabile.
Adele aprì la porta d'ingresso e venne accolta dal sorriso della sorella minore: "Hey, signora Styles!"
"Lottie, devi smetterla di chiamarmi così, specialmente quando papà è in casa." sussurrò Adele, sperando che il padre non avesse sentito il nomignolo che le aveva affibiato la sorella.
"A proposito di papà. È in cucina. Ti vuole parlare. Mi ha detto di mandarti da lui non appena tornavi."
Adele si sentì invadere dal panico: "Ti è sembrato arrabbiato?"
"Peggio: impassibile." disse Lottie: "Io vado in camera mia, non voglio esserci per il bagno di sangue. Tornerò a raccogliere ciò che resta di te."
"Grazie, molto incoraggiante." 
Lottie rise e si precipitò su per le scale, lasciando Adele sola nell'ingresso.
La ragazza combattè il bisogno impellente di vomitare e si fece coraggio, facendo alcuni lunghi passi ed entrando in cucina.
"Ciao, papà."
L'uomo era seduto a tavola intento a leggere il giornale, ma quando sentì la voce della figlia, chiuse il quotidiano e la fissò attraverso i suoi occhiali a mezzaluna: "Siediti, Adele."
La ragazza obbedì istantaneamente, sedendosi il più lontano possibile dall'uomo.
Lui sembrò notarlo e rise: "Adele, non ho nessuna intenzione di decapitarti, vieni più vicino."
Adele rilasciò un sospiro che non si era resa conto di stare trattenendo e si sedette su una sedia più vicina al padre.
L'uomo sembrò studiarla per alcuni istanti, prima di porgerle due buste blu: "Sono arrivate queste nella posta oggi."
Adele ne aprì una e lesse ad alta voce: "Up All Night: party di lancio- oh."
"Deve averle mandate il signor Styles." disse suo padre, una nota di disappunto nella voce.
Adele alzò gli occhi al cielo: "Si chiama Harry, papà."
"Non è questo il punto. Il punto è che siccome tu e questo ragazzo avete pensato bene di farvi vedere in pubblico insieme, non posso non lasciarti andare, alrimenti la stampa si chiederà che cosa sta succedendo fra di voi e verremo sommersi dai giornalisti."
La ragazza non poteva credere alle sue orecchie: "Ma questo party è a Londra e-"
"Ho già parlato con la tua amica Violet che è più che felice di ospitarti. Ce n'è uno anche per Lottie, ma non c'è assolutamente nessuna possibilità che io la lasci venire con te." le spiegò suo padre, studiandola con un'espressione seria: "Sempre che tu voglia andare, ovviamente."
"C-certo che sì, sono solo sorpresa che tu sia così tranquillo." osservò Adele, ancora incredula.
L'uomo prese una delle mani di Adele fra le sue: "Adele, tu sei la mia bambina. Posso non approvare di questa relazione, ma non mi hai dato mai nessuna ragione di dubitare del tuo giudizio e io mi fido di te. Non voglio che questa situazione ci divida più di quanto non abbia già fatto."
Adele sentì un groppo in gola e buttò le braccia al collo del padre: "Sei il migliore, lo sai?"
"Lo so, ma è un piacere sentirselo ripetere ogni tanto" scherzò lui, stringendola forte a sé.
Una volta sciolto l'abbraccio, Adele si alzò: "Io vado a cambiarmi e poi ti aiuto a preparare la cena, d'accordo?"
"Ancora una cosa" le disse lui, estraendo un'altra piccola busta da una delle tasche dei suoi pantaloni: "È arrivata anche questa."
Adele riconobbe immediatamente la calligrafia di Harry e si affrettò a prendere la busta dalle mani del padre: "Io- io vado a leggerla di sopra."
"Forse è meglio" concordò l'uomo con un sorriso forzato.
Adele salì le scale due gradini alla volta e una volta entrata in camera sua, si chiuse la porta alle spalle.
Con mani tremanti, la ragazza aprì la busta per trovare una lettera scritta a mano dal ragazzo.
 
Adele,
non posso nemmeno cominciare a dirti quanto mi dispiaccia.
Sono stato così impegnato nelle ultime settimane, avevo a malapena il tempo di connettermi a internet per più di trenta secondi. 
Spero che tu mi possa perdonare e che tu possa venire al party di lancio dell'album il mese prossimo. 
Chiamerò appena possibile, lo prometto.
Rispondi su carta, ci hanno dato nuovi cellulari per eliminare le distrazioni, perciò non posso leggere i tuoi sms.
Manda la risposta all'indirizzo sulla busta e il mio manager me la farà recapitare ovunque io sia. 
Non puoi nemmeno immaginare quanto mi manchi.
Harry
 
Improvvisamente, il peso che Adele portava con sé da settimane sparì, facendola sentire leggera. 
La ragazza prese velocemente carta e penna e scrisse una risposta in tutta fretta.
Una volta finito, piegò il foglio e lo infilò in una busta bianca trovata in uno dei cassetti della sua scrivania, copiando l'indirizzo che aveva trovato sulla lettera che le aveva mandato Harry.
Quando quella sera dopo cena Adele corse ad imbucare la risposta con un sorriso sulle labbra, provò di nuovo la sensazione che aveva provato prima di salire su quel treno, la sensazione che sarebbe andato tutto bene.


 
La ragazza senza volto si infilò nuovamente il vestito con un gesto rapido, sistemandosi i capelli davanti allo specchio.
"Mi chiamerai?" gli chiese.
"Non credo, ho tante cose per la testa in questo momento."
"Lo immaginavo." rispose lei: "Ho lasciato il mio numero sul tuo comodino, se dovessi cambiare idea." gli disse poi.
Raccogliendo la sua borsa da terra, la ragazza senza volto aprì la porta e si voltò ancora una volta: "Ci si vede, Harry." lo salutò, prima di lasciarlo solo.
Non appena sentì la porta chiudersi, Harry fece a pezzetti il foglietto sulla quale la ragazza senza volto aveva scarabocchiato il suo numero, facendoli ricadere sulle lenzuola del suo gigantesco letto.  
Quattro città in quattro giorni. 
Cinque ragazze in quattro città.
Era un record, anche per uno come lui.
Nonostante cercasse di negarlo, Harry era disgustato da sé stesso.
Il ragazzo si alzò dal letto e si infilò i boxer, uscendo a sua volta dalla camera da letto.
Entrò nel salotto della sua stanza d'albergo di lusso e salutò Zayn con un cenno del capo.
Il ragazzo, che era seduto il divano, indicò qualcosa sul tavolo di fronte a lui: "È arrivata questa per te."
Harry si avvicinò, prese la lettera fra le mani e si sentì come trapassato da centinaia di pugnali. 
Adele.
Si era dimenticato di averle mandato una lettera il mese prima, e ora che stava annegando nel suo senso di colpa, il ragazzo desiderò ardentemente di non averlo mai fatto.
La data sulla busta indicava che Adele aveva risposto immediatamente, ma il messaggio gli era stato recapitato solo ora. Evidentemente il management aveva avuto problemi con la sua richiesta di fargli arrivare la risposta in qualunque città si trovasse, comprensible dato che lui e i ragazzi si spostavano ogni ventiquattro ore.
Con un sospiro, Harry aprì la busta e lesse:
 
Harry, 
Certo che verrò!
Mio padre sembra essersi calmato, proprio come avevi detto tu.
Sta andando tutto bene, sembra quasi un sogno. 
Non vedo l'ora di vederti.
A
 
"Zayn?" mormorò Harry una volta finito di leggere.
"Sì?"
"Ti senti mai perso, completamente perso?"
Il ragazzo sembrò pensarci un secondo: "Ogni tanto, ma non penso sia per le stesse ragioni per cui tu ti senti così in questo momento."
Harry si sedette su una poltrona, coprendosi il volto con le mani e lanciando un'infinita serie di imprecazioni.
Zayn bevve un sorso della sua birra, senza staccare gli occhi dall'amico: "Cosa cazzo stai facendo, Harry?"
Il ragazzo chiuse gli occhi. 
Che cosa cazzo sto facendo?
"Non lo so, Zayn. Non lo so."

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Capitolo 8
*** Chapter 8 ***


Non sono contentissima di come è uscito questo capitolo, ma spero vi piaccia. Non dico altro per non rovinare la sorpresa. Come sempre grazie per le recensioni!

Chapter VIII
 
"Sei stupenda stasera, Adele." 
La ragazza arrossì: "Grazie, Louis. Direi lo stesso di te se la tua ragazza non mi facesse paura."
Louis rise e la prese sottobraccio: "Stai cercando Harry? Vieni, ti porto da lui. Scommetto che-" la voce del ragazzo sembrò svanire lentamente.
"Scommetti che?" 
"Che non vede l'ora di vederti" disse, sembrando alquanto a disagio.
Adele stava per chiedergli quale fosse il problema, ma in quel momento individuò Harry nella folla e ogni pensiero le lasciò la mente. 
Era passati due mesi dall'ultima volta che l'aveva visto, due mesi in cui la sua vita era cambiata radicalmente, due mesi a cui era riuscita a sopravvivere solamente pensando al momento in cui l'avrebbe rivisto.
E ora era lì, davanti a lei.
Il ragazzo la notò in quell'istante e abbandonando velocemente una conversazione con diversi giornalisti, si avvicinò a lei e Louis.
"Lou, ci lasci solo un momento?"
Louis sembrò esitare: "Harry-"
"Lou, per favore" lo interruppe Harry, tornando a posare il suo sguardo su Adele.
Il ragazzo sospirò: "Certo" mormorò debolmente, prima di voltarsi e lasciare Harry ed Adele soli.
"Ciao" soffiò Adele, ancora emozionata di rivederlo dopo tanto tempo.
Lui sorrise: "Sei bellissima, sai?"
Adele sentì il cuore riempirsi di gioia: lo shopping con Violet era servito dopotutto.
Quando era arrivata a Londra, l'amica non aveva sentito ragioni e l'aveva trascinata in giro per almeno un migliaio di negozi prima di trovare il perfetto vestito blu con giusto un po' di strascico e le scarpe abbinate. Violet aveva anche provveduto al trucco e l'aveva accompagnata dal parrucchiere, ragione per cui i suoi capelli castani erano ora raccolti in una treccia complicata, tenuta insieme da un nastro dello stesso colore del suo vestito. Adele si ripromise di ringraziarla più tardi.
"Anche tu" riuscì a dire, prima che Harry le catturasse le labbra in un bacio. 
Le persone attorno a loro commentarono il gesto con una serie infinita di "awww" e "oooh" e Adele si sentì felice come mai prima.
Quando si staccarono, il fiume di parole che Adele aveva cercato disperatamente di controllare uscì dalla sua bocca: "Mi sei mancato così tanto e la scuola è stata un incubo, ma mio padre capisce ora e oh, non vedevo l'ora di rivederti. Io.. devo dirti una cosa."
"Mi sei mancata anche tu" disse lui, distogliendo lo sguardo. 
"Va tutto bene?" domandò lei, preoccupata.
Lui annuì: "Certo, tu sei qui con me. Cosa mi devi dire?"
Il cuore di Adele cominciò a battere all'impazzata e la ragazza si pentì immediatamente di aver accennato al discorso. 
"Ni-niente" mentì. 
Lui alzò gli occhi al cielo: "Adele. Non le sai dire le bugie."
"Lo so" cedette lei, imbarazzata: "Possiamo parlarne in un posto dove siamo soli?"
"Certo" le disse, prima di prenderla per mano e condurla in una stanza vuota e buia che si rivelò essere una sala conferenze. 
"Riconosci questo posto?" le domandò lui.
Adele fece segno di no con la testa.
"È la stanza dove ci siamo incontrati per la prima volta" spiegò lui con un sorriso.
"Oh" fece Adele, sedendosi su una delle sedie attorno al grosso tavolo: "Sembra passato un secolo." commentò.
"A me sembra solo ieri" replicò lui, sedendosi di fronte a lei: "Allora, sputa il rospo, forza."
La ragazza si sentì invadere da un misto di panico ed ansia. 
Cercando di controllare la sua respirazione, Adele parlò: "Beh, ecco.. Ti ricordi quella conversazione al parco due mesi fa? Quando ti ho detto che io non avevo mai-"
"Sì" rispose lui, muovendosi nervosamente sulla sedia: "Perché?"
Lei arrossì furiosamente e spostò lo sguardo sulle proprie mani: "Io.. Io pensavo che potremmo fare qualcosa al riguardo. Oddio, ho davvero detto una cosa del genere? Intendevo che.. Hai capito cosa intendevo."
Harry si irrigidì di scatto e rimase in silenzio per qualche secondo prima di rispondere: "Sei.. Ne sei sicura?"
La ragazza fece semplicemente segno di sì con la testa. 
"O-okay" disse lui sottovoce e prima che potesse aggiungere altro Adele lo baciò. 
Il ragazzo rispose al bacio e Adele gli portò le braccia intorno al collo. 
Si alzarono entrambi lentamente, senza mai interrompere il bacio e la ragazza premette il suo corpo contro quello di Harry.
"Hai.. Hai per caso un.." mormorò Adele, staccandosi brevemente dalle labbra di lui. 
In quel momento, Harry emise un suono strozzato e spinse via le braccia di Adele, facendo diversi passi all'indietro e finendo contro il muro.
"Che succede?" domandò Adele, confusa e senza fiato.
Harry si passò le mani fra i capelli, evitando lo sguardo della ragazza. 
"Harry?" lo chiamò lei, avviciandosi lentamente: "Va tutto bene?"
Il ragazzo non rispose e Adele sentì una specie di gemito provenire dal giovane. 
"Harry, mi stai spaventando." disse Adele, passandogli una mano sul braccio.
A quel gesto, Harry scoppiò in un pianto silenzioso e Adele si sentì invasa da una sensazione di tristezza: "Tu.. Non mi vuoi? È questo il problema?"
"Cosa? No. No, assolutamente no, Adele" rispose lui senza guardarla negli occhi, asciugandosi le lacrime con gesti veloci. 
"Allora cosa c'è che non va?"
Il ragazzo sembrò esitare, ma poi con un sospiro disse: "C'è qualcosa che devi sapere, Adele."
Adele si appoggiò al tavolo e spostò la mano del ragazzo impegnata ad asciugare le tracce del suo pianto, sostituendola con la sua: "Ti ascolto." disse dolcemente.
"Io.." cominciò il ragazzo, mordendosi il labbro: "Io.."
"Tu?" lo incitò lei.
Harry posò finalmente lo sguardo sul viso di Adele e qualcosa nei suoi occhi cambiò: "Io.. Non posso farlo così. Non qui. Voglio che sia speciale, Adele."
La ragazza sorrise, sollevata dalle parole del giovane: "Tutto qui?"
"Sì, tutto qui" rispose semplicemente lui, tornando a fissare il pavimento. 
"Non sai quanto mi hai fatto preoccupare" confessò lei, prendendolo per mano: "È molto dolce da parte tua. E penso che tu abbia ragione. Allora.. Presto?"
Lui annuì: "Presto."
Adele si guardò intorno: "Uhm.. Penso sia il caso di tornare alla festa."
"Già, la festa" ripetè lui assente. 
La ragazza lo baciò lievemente sulla guancia ed aprì la porta. 
Il resto della serata vide Harry impegnato in una serie numerosa di interviste e foto di rito, e Adele non potè fare a meno di chiedersi se il ragazzo non stesse nascondendo qualcosa dietro a quello sguardo vuoto.



La mattina seguente Adele uscì di casa di buon'ora: lei e Violet fecero colazione insieme e poi un giro veloce per negozi, prima che l'amica si congedasse per andare al lavoro.
Una volta trovatasi sola su una panchina di Hyde Park, Adele riprese a riflettere sulla strana reazione che Harry aveva avuto la sera prima. 
A dirla tutta, il tarlo non aveva mai abbandonato la sua mente, nemmeno durante la notte.
Se Harry aveva un problema, doveva sentirsi libero di parlarne con lei. In fondo era la sua fidanzata. E le fidanzate fanno questo per i propri ragazzi. Cercano in tutti i modi di aiutarli. Alzandosi dalla panchina con uno scatto, Adele decise di andare fino in fondo alla questione. 
La ragazza entrò nel primo bar e comprò cappuccino e croissants a volontà e poi, sempre più determinata, salì su un autobus e raggiunse il condominio di Harry.
"Oh, ciao Adele. Cosa ci fai qui? Pensavo saresti venuta per pranzo." chiese Louis, quando la vide arrivare su per le scale. 
Sembrava.. nervoso?
"Lo so, ma Harry si comportava in modo strano ieri e volevo assicurarmi che stesse bene." rispose Adele: "Gli ho portato la colazione. Anche a te in effetti, ma vedo che stai uscendo. È in casa, vero?"
"Ehm.. No. No, no-non è in c-casa." balbettò Louis. 
"Davvero? Strano. Pensavo sarebbe stato distrutto dopo la serata stancante che ha passato." commentò Adele, confusa dallo strano comportamento di Louis.
"Già, ma conosci Harry. È il ragazzo più mattiniero che io conosca."
Fu in quel momento che Adele capì. Harry non era mattiniero. Harry odiava svegliarsi presto. Harry non poteva sopportare l'idea di alzarsi prima delle nove, persino le dieci.
"Che cosa sta succedendo, Louis?" chiese Adele, una morsa allo stomaco.
"Niente, è solo che Harry non è in casa."
"D'accordo allora. Lo aspetto dentro." replicò Adele, ormai certa che il ragazzo le stesse nascondendo qualcosa.
"N-non puoi." disse Louis, sempre più agitato.
"E perché mai?" domandò lei, sentendosi pervasa da un senso di nausea sempre più acuto.
"Disinfestazione. Dannate tarme, sai com'è."
A quella palese bugia, Adele sbuffò e girò sui tacchi, dirigendosi verso la porta dell'appartamento.
"Adele, aspetta!" cercò di fermarla Louis, ma lei aveva già infilato la chiave che Harry le aveva dato mesi prima nella toppa.
"Ti prego, no!" urlò Louis dietro di lei. 
Adele non ascoltò e spalancò la porta: entrando, la ragazza trovò il salotto vuoto e per un momento si sentì sollevata, leggera. 
Non fece nemmeno in tempo a posare i croissants sul tavolo però, che sentì un suono provenire dal corridioio delle camere da letto.
Facendo cadere la borsa ed il sacchetto del bar per terra, Adele si precipitò in camera di Harry e nel momento in cui mise a fuoco ciò che le si trovava davanti, desiderò di non averlo mai fatto.
"Harry, ti prego, Harry.." ripeteva come un mantra la ragazza dai capelli color miele sotto di lui e Adele sentì la sensazione di vomito salirle sino in gola. 
Harry sembrava quasi disinteressato, concentrato sul movimento ripetitivo e intento a fissare un punto di fronte a lui, senza accorgersi della presenza di Adele fino a quando la ragazza dai capelli color miele non emise una risatina: "Harry, abbiamo una spettatrice."
Il ragazzo voltò la testa di scatto e sgranò gli occhi alla vista di Adele: "No." fu tutto quello che lei gli sentì mormorare prima di precipitarsi in bagno e dare di stomaco. 
Era come se tutto si stesse muovendo a rallentatore. Adele non si era mai sentita più stupida in vita sua. Nelle ultime ore di preoccupazione, il pensiero che Harry la stesse tradendo non le aveva attraversato la mente nemmeno una volta.
E ora era qui, in ginocchio nel suo bagno a vomitare anche l'anima, accecata dalle lacrime.
"Adele!" sentì una voce lontana chiamarla.
Ma lei non rispose. Le sue corde vocali sembravano bloccate e per un attimo Adele pensò che probabilmente non avrebbe parlato mai più. 
"Adele, ti prego!" gridò la voce, sempre più vicina. 
Adele si alzò con fatica dal pavimento, le gambe deboli e tremanti e in quel momento qualcuno entrò nel bagno: "Adele, stai bene?"
La mente annebbiata di Adele riconobbe la voce di Harry e la ragazza sembrò riacquistare un poco di forza: "Devo andarmene da qui" sussurrò, spingendo Harry da una parte e correndo via il più velocemente possibile.
"Adele, no!" esclamò lui, la voce rotta.
La ragazza lo ignorò e continuò a correre verso la porta, quando sentì due mani afferrarla per un braccio: "Aspetta-"
La forza di Harry constrinse Adele a volzarsi e la ragazza notò che indossava solo un paio di boxer. 
Disgustata, Adele si divicolò dalla presa del ragazzo: "No, non ho nessuna intenzione di aspettare."
"Lasciami spiegare-"
Adele scoppiò in una risata isterica: "Non c'è assolutamente niente da spiegare, Harry."
"Adele-"
In quel momento, la ragazza dai capelli color miele fece capolino dalla stanza di Harry e Adele fu colpita da un'intuizione. 
"Quante?" lo interruppe Adele mentre le lacrime ricominciavano a rigarle la faccia.
"Ti prego-"
"QUANTE?"
Il ragazzo sospirò: "Sette, ma io-"
Adele sentì tutta l'aria abbandonarle i polmoni.
Con uno strattone, la ragazza si liberò completamente dalla presa di Harry, raccolse la sua borsa da terra e si precipitò fuori dalla porta senza voltarsi.
Il suo pianto si fece sempre più rumoroso e uno dei suoi singhiozzi le provocò una perdita momentanea dell'equilibrio, facendola cadere dalle scale.
"Adele!" disse qualcuno accanto a lei e la ragazza, convinta che fosse Harry, stava per gridargli di andarsene, quando notò che si trattava di Louis.
"Adele, stai bene?" 
Lei annuì: "Ho solo preso una storta, è tutto a posto" mormorò, prendendo la mano di Louis quando lui gliela offrì.
Dopo averla aiutata a rialzarsi, il ragazzo la avvolse in un abbraccio: "Mi dispiace tanto, Adele. Mi dispiace di non averti detto nulla, ma lui è il mio migliore amico e.."
"Lo capisco" lo rassicurò lei: "Non eri certo tu quello che doveva parlare comunque" gli disse, sciogliendo l'abbraccio. 
In quel momento, Adele e Louis sentirono la voce di Harry che si avvicinava dal piano di sopra e Adele fece per scappare via.
"No, aspetta!" la fermò Louis: "Lascia che ti dia un passaggio, non puoi camminare con quella caviglia."
Adele acconsentì con un cenno del capo e i due entrarono in tutta fretta nell'auto di Louis parcheggiata proprio accanto a loro.
"Adele, NO!" urlò Harry, che li aveva ormai raggiunti, indossando ancora solo quel paio di boxer.
"Metti in moto!" esclamò Adele, asciugandosi le lacrime nel maglione. 
Louis girò la chiave nel cruscotto e il motore si accese.
"Louis, ferma la macchina!" sentirono Harry gridare, ma in quel momento Louis premette sull'acceleratore e la macchina schizzò via prima che il ragazzo potesse fermarli.
"Allora, la tua amica Violet abita a Holborn, vero?" chiese Louis quando si lasciarono il condominio alle spalle.
"Sì, ma non è da lei che voglio che tu mi porti."
"E dove, allora?" domandò lui. 
"Bermondsey" rispose Adele, tirando fuori il cellulare dalla sua borsa.
La ragazza premette alcuni tasti e poi si portò il telefono all'orecchio, guardando fuori dal finestrino. 
Osservando il suo riflesso allo specchio, il trucco sbavato e l'espressione addolorata, Adele si chiese come la serie di scelte che le erano sembrate le migliori della sua vita fino ad un quarto d'ora prima avessero potuto distruggerla in quel modo.
Dopo qualche istante, qualcuno dall'altra parte del telefono rispose: "Pronto?"
"Oliver, sono Adele. Posso passare a casa tua?"

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Capitolo 9
*** Chapter 9 ***


Scusate l'attesa ma sono stata a Londra per il concerto dei ragazzi (sì, mi sto elegantemente vantando ahahah) e quindi non ho avuto tempo per scrivere.
Date le tematiche di questo capitolo, credo che una spiegazione sia d'obbligo: questa storia ha preso una piega molto più dark di quello che mi ero immaginata all'inizio, ma è così che è giusto che sia. La storia si forma nella mia mente e io la scrivo e basta, non c'è altro modo per farla venire alla luce. Devo seguire quella strada, so che sembra folle ahah. Questa è la mia storia e sta prendendo delle pieghe inaspettate anche per me, ma personalmente io sto amando scriverla.
Spero vi piaccia anche questo capitolo.


Chapter IX


Erano passate due ore. Due ore da quanto Adele era salita in macchina con Louis ed era corsa via, due ore dall'ultima volta in cui aveva visto il suo sguardo, ferito e deluso.
"Harry, siediti. Cerca di calmarti, per piacere" sentì Liam dire sottovoce. 
Il ragazzo aveva sentito delle urla ed era uscito dalla porta di casa sua giusto in tempo per assistere alla scena. 
Quando Harry aveva risalito le scale, Liam aveva già chiesto gentilmente alla ragazza dai capelli color miele di andarsene e aveva preparato all'amico un tè che il ricciolo non aveva ancora bevuto. 
"Non mi voglio sedere." rispose Harry, portando il suo cellulare all'orecchio per la centesima volta. 
"Non risponderà, Harry." mormorò Liam, chiaramente dispiaciuto: "Ti prego, devi cercare di rilassarti."
"Stai zitto cazzo, stai zitto!" sbottò Harry, lanciando il telefono sul divano e buttandosi a terra, le mani fra i capelli. 
Liam fece per parlare, ma in quel momento qualcuno bussò alla porta. 
Harry si alzò di scatto e Liam giurò di averlo sentito sussurrare "Adele", prima di precipitarsi ad aprire la porta. 
"Oh, siete voi." 
"Liam ci ha detto cosa è successo" spiegò Zayn, mentre lui e Niall entravano nella stanza. 
"Ovviamente" sibilò Harry, scoccando un'occhiata a Liam. 
"Hey, stava solo cercando di aiutarti" lo difese Zayn, sedendosi su una poltrona. 
"Zayn, è tutto a posto." lo rassicurò Liam. 
"Certo, tu sei sempre così tranquillo, così impassibile, così perfetto." sputò Harry con una risata amara. 
"Harry, smettila subito." lo avvertì Zayn, ma lui lo ignorò.
"Chissà come ci si sente ad essere te. Il grande Liam Payne. Quello che prende tutto sul serio, quello più rigido e impegnato. Non ti stanchi mai di comportarti come un cinquantenne?" sbraitò Harry, avvicinandosi pericolosamente all'amico.
Zayn e Niall scattarono in piedi e si misero velocemente fra i due: "Vacci piano, Harry" disse Niall, preoccupato. 
"Vi ho detto che è tutto a posto." disse nuovamente Liam: "Sei arrabbiato, Harry. Sei perso. Se cerchi qualcuno su cui scaricare la tua frustrazione prenditela pure con me, so che non pensi queste cose di me, so che sei solo ferito." disse Liam, guardandolo da sopra la spalla di Zayn, che non sembrava intenzionato a spostarsi. 
Harry sbuffò: "Perché sei un così buon amico cazzo, perché? Non riesco nemmeno ad incazzarmi con te." 
Liam rise tristemente: "Ti conosco molto bene, tutto qui. Bevi quel tè, forza."
Zayn e Niall sembrarono avvertire il cambiamento nell'aria e si rilassarono, versandosi a loro volta una tazza di tè. 
"Hai provato a chiamare Louis?" chiese Zayn dopo qualche minuto.
"Sì, ha il telefono staccato anche lui." rispose Harry, la voce rotta.
"Forse dovresti aspettare, Harry. Fatti una dormita." suggerì Niall. 
"Non c'è assolutamente verso che io riesca ad addormentarmi in questo momento." disse Harry, bevendo un sorso del suo tè. 
Dopo qualche altro istante di silenzio, Liam si fece la domanda che nessuno di loro si era ancora azzardato a porre: "Perché l'hai fatto, Harry?"
Prima che il ragazzo potesse rispondere, la porta si aprì e Louis comparve sulla soglia. 
"Dove cazzo sei finito?" esclamò Harry non appena lo vide, mollando la presa sulla sua tazza che si ruppe in mille pezzi sul pavimento.
Louis non rispose e attraversò la stanza velocemente verso la sua camera da letto, ma venne bloccato con forza dalle braccia di Harry: "Louis, non fare lo stronzo-"
"Io? Io sarei lo stronzo?" sbraitò Louis, spingendo Harry lontano da lui: "Hai visto la sua faccia, Harry? L'hai vista? Perché le hai fatto questo? Perché? Non le ho detto niente perché ci sono delle regole tra di noi, perché la nostra amicizia viene prima di qualunque cosa, ma ora mi rendo conto di aver sbagliato. Lei non si merita niente di tutto questo e tu lo sai!"
"Dimmi.. Dimmi solo dov'è." disse Harry, le parole di Louis come coltelli che gli attraversarono il petto. 
"Non ne ho nessuna intenzione, si era appena iniziata a calmare quando me ne sono andato. Non voglio sconvolgerla di nuovo." 
"DIMMI DOV'È!" gridò Harry a pieni polmoni, afferrando l'amico per il bavero della giacca. 
"Ragazzi.." disse Liam alzandosi, ma venne ignorato da entrambi. 
"NO!" ribattè Louis con altrettanto fiato, spigendolo via ancora una volta: "So che provi qualcosa di autentico per lei, ti conosco. Ed ero così felice per voi. Ma hai distrutto tutto, Harry. E lei è meglio di tutto questo, lei è meglio di te."
La verità di ciò che disse Louis lasciò Harry senza fiato e senza nemmeno fermarsi a pensare, il ragazzo colpì l'amico dritto in faccia con un pugno. 
Nel giro di qualche istante, Harry sentì le braccia di Liam afferrarlo per le spalle, mentre Zayn faceva lo stesso con Louis. 
"Non sono mai stato più deluso da te" disse Louis, cercando disperatamente di divincolarsi dalla presa di Zayn.
Harry smise di agitarsi furiosamente e sentì anche l'ultima piccola parte di sanità mentale abbandonarlo.
In quel momento Niall sbattè del ghiaccio che aveva preso dal frigo sulla faccia di Louis: "Piantatela, tutti e due. Non è così che funziona fra di noi e lo sapete."
"Sì beh, è quello che credevo anche io fino a qualche minuto fa." sbottò Louis, premendosi il ghiaccio contro la guancia per poi voltarsi e uscire sbattendo la porta. 
"Lou, aspetta!" lo chiamò Zayn, seguendolo fuori dalla porta, e Niall fece lo stesso. 
Quando furono soli, Liam mollò la presa su Harry e il ricciolo lo fissò dritto negli occhi: "Ho bisogno del tuo aiuto."
Liam sospirò: "Qualunque cosa."
"Devi telefonare a Danielle e farti dire dov'è lei. Sono amiche, lo sai. Sono sicuro che glielo dirà."
"Sei certo che sia una buona idea?" chiese Liam, tirando fuori il cellulare da una delle tasche dei suoi pantaloni. 
"È la mia unica idea in questo momento." confessò Harry, cercando di sorridere e fallendo miseramente.
Liam annuì e premette alcuni tasti sulla tastiera del telefono: "Hey, sono io." disse, quando una voce dall'altra parte del telefono rispose: "Devi farmi un favore."


 
"Che figlio di puttana." 
"Oliver-"
"No. Dammi una buona ragione per non spaccargli la faccia."
"Perché.."
Adele non riuscì a finire la frase. 
Era arrivata a casa di Oliver insieme a Louis tre ore prima e dopo aver pianto istericamente per più di metà del tempo, la ragazza era riuscita a calmarsi. 
Louis era rimasto con lei fino a quasi un'ora prima e poi, dopo che Adele gli assicurò per la centesima volta che sarebbe stata bene anche se non ne era affatto sicura, il ragazzo se n'era andato lasciandola sola con Oliver. 
A quel punto Adele non aveva più potuto rimandare la spiegazione, e aveva raccontato tutto all'amico. 
Ora che aveva finito però, la ragazza cominciò a pensare che forse non era stata una buona idea.
Oliver aveva chiuso le mani in due pugni così forti che le sue nocche erano diventate completamente bianche. 
"Perché? Avanti, dammi un motivo, uno solo."
Adele non rispose, limitandosi a fissarlo con uno sguardo eloquente, le lacrime pronte a scendere ancora una volta.
Tutto ad un tratto, il ragazzo sembrò capire: "Non dirmi che-"
Lei non disse nulla, portandosi una mano davanti alla bocca e scoppiando in un pianto silenzioso. 
"Non puoi essere innamorata di lui, Adele. Non puoi." disse il ragazzo, sedendosi accanto a lei. 
Sentire quella parola ad alta voce non fece altro che peggiorare la situazione e Adele cominciò a tremare violentemente.
"Hey, hey, hey." la rassicurò lui, accarezzandole la schiena dolcemente: "Va tutto bene."
"Non va tutto bene!" ribattè lei a voce alta: "Sai c-cos'era l'unica cosa a cui riuscivo a pensare mentre venivo qui?" gli chiese fra i singhiozzi.
"Che lo amo! Nonostante tutto io lo amo. Quanto è perverso tutto questo?" 
"Non lo è! Adele, non lo è!" replicò lui, avvolgendola in una stretta calorosa. 
"Invece sì!" insistette lei, le lacrime ormai completamente fuori dal suo controllo.
"No! Fidati. So cosa significa. Amare qualcuno senza freni. So che vorresti poter fermare tutto, ma non puoi e basta." mormorò lui, suonando distante.
Adele stava per chiedergli che cosa intendesse con quella frase, quando il campanello suonò. 
Una volta.
Due volte.
Tre volte di seguito.
Oliver sciolse l'abbraccio e aprì la porta senza controllare lo spioncino.
Quando Adele vide di chi si trattava, le sue gambe si fecero deboli per la seconda volta quel giorno, e la nausea minacciò di colpirla ancora una volta.
"Che cosa cazzo ci fai qui?" sputò Oliver alla vista del ragazzo dai capelli ricci di fronte a lui.
"Devo solo.. Senti, ho solo bisogno di parlarle." ripose Harry, evidentemente scosso. 
"Cosa ti fa pensare di averne ancora il diritto?" gli disse Oliver, ma Harry non lo stava ascoltando. 
Era intento a fissare Adele seduta sul divano, e la ragazza si sentì svenire. 
"Adele, puoi uscire un secondo?" le chiese, sembrando stanco, come se non avesse dormito da giorni, anche se in realtà erano passate solo poche ore.
La sua unica risposta fu quella di alzarsi e precipitarsi in bagno. 
Una volta essersi assicurata di aver chiuso la porta a chiave, Adele si guardò allo specchio. 
Quindi era questo l'amore.
Mascara sbavato ed un costante bisogno di vomitare.
Se solo qualcuno l'avesse avvertita. 
Non sarebbe cambiato niente, l'avrei amato comunque, pensò.
La ragazza aprì il rubinetto per sciaquarsi la faccia, e in quel momento un suono assordante proveniente dall'altra stanza la fece sussultare. 
"TU NON CAPISCI, DEVI FARMI ENTRARE!" sentì Harry gridare. 
"NON FARE UN ALTRO PASSO!" urlò di rimando Oliver e Adele sentì il rumore di qualcosa che si rompeva in mille pezzi. 
"Credi che non abbia capito qual'è il tuo gioco? Ho visto come la guardi." sibilò Harry: "Beh, ripensaci stronzo, perché lei è mia."
Adele sentì una risata risuonare attraverso le pareti, quella di Oliver: "Ah, ora marchi anche il territorio? E che mi dici di quelle altre sette ragazze? Sono tue anche loro?"
Qualcosa traballò e poi cadde a terra e Adele sentì un gemito di dolore provenire dall'altra stanza.
La ragazza spalancò la porta giusto in tempo per vedere Oliver cadere a terra, la mano destra ed il naso completamente insanguinati. 
"Olly!" esclamò lei, chinandosi al suo fianco. 
Oliver la ignorò e si alzò, colpendo Harry indietro con forza e facendolo inciampare nel tavolino del salotto. 
Prima che il ricciolo potesse reagire, Oliver lo tirò su per un braccio e lo spinse fuori dall'appartamento, sbattendogli la porta in faccia. 
"Stai bene?" chiesero Adele e Oliver contemporaneamente, ma non fecero in tempo a darsi una risposta perché Harry cominciò a bussare violentemente contro la porta: "ADELE, TI PREGO! ADELE, ESCI DA Lì! DOBBIAMO PARLARE, TI PREGO, HO BISOGNO DI TE!" urlò il ragazzo a pieni polmoni.
Adele si portò le mani sulle orecchie, cercando di coprire la voce di Harry il più possibile e si chiuse nuovamente in bagno.
"Prenditi tutto il tempo che vuoi," sentì Oliver dire: "io mi assicurerò che resti fuori."
Lei lo ringraziò e sospirando si sedette sul bordo della vasca da bagno.
Come aveva fatto a trovarla? 
Forse era stato Louis, ma Adele ne dubitava fortemente. Sembrava quasi più arrabbiato di lei. 
Forse era stata Danielle, doveva essere stata lei. Quella telefonata preoccupata aveva avuto un secondo fine allora. 
Anche con due pareti parecchio spesse a separarli, Adele era in grado di sentire le grida di Harry distintamente, come se lui fosse stato lì davanti a lei.
La ragazza rimase ferma a fissare il muro per minuti interminabili, ascoltando le suppliche del ragazzo e cercando di controllare le sue emozioni senza risultato. 
Dopo quelle che le parvero ore, Harry smise di bussare. 
Adele tirò un sospiro di sollievo, ma allo stesso tempo l'idea che si fosse arreso la fece sentire completamente persa. 
In quel momento, qualcosa che luccicava sotto la lampadina del bagno attirò l'attenzione della ragazza.
Alzandosi, Adele si rese conto che si trattava di una lametta da barba e non potè fare a meno di trovarlo divertente. 
Forse era davvero destino. 
Da quando era diventata un cliché? Da quando era diventata una di quelle ragazze che vivono per il proprio amore, che lo mettono davanti a tutto? 
Con la mano tremante, Adele prese la lametta fra le dita, asciugandosi velocemente le ultime lacrime con la manica della camicia. 
Un'altra risata.
Aveva davvero pensato che sarebbe potuta durare? 
Era già stata fortunata abbastanza da uscire con il ragazzo dei suoi sogni per quasi tre mesi, che cosa voleva di più? 
Era stata una favola divenuta realtà, non poteva lamentarsi perché ora era finita, giusto? 
Nessuna ragazza riesce mai a coronare il suo sogno d'amore con la sua celebrità preferita, perché doveva essere diverso per Adele? 
In fondo lei non era niente di che. 
Nonostante i suoi tentativi di cambiare le cose, non era bella abbastanza. 
Adele sfiorò il suo polso sinistro con la lametta. 
Un graffio. 
Nonostante si impegnasse incredibilmente, i suoi vestiti ed i suoi abbinamenti non erano mai belli come quelli delle altre ragazze. 
Due graffi.
Nonostante ci mettesse tutta la sua dedizione, i suoi capelli ed il suo make-up non venivano bene come quelli delle giovani che incontrava per strada. 
La prima goccia di sangue.
Nonostante fosse intelligente, non si applicava abbastanza per essere effettivamente brillante. 
Il taglio si fece sempre più profondo.
E nonostante tentasse con tutte le sue forze, non sarebbe mai riuscita a raggiungere il suo peso ideale. 
A quel punto il sangue cominciò ad uscire copiosamente dalla ferita che la ragazza si era inflitta e ricordando l'innocente fan degli One Direction che era stata solo qualche mese prima, Adele non riuscì a trattenersi dal sorridere tristemente, con una profonda nostalgia. 

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Capitolo 10
*** Chapter 10 ***


Hey, questa volta ho fatto abbastanza in fretta, giusto in tempo per il compleanno di Harry!
Date un'occhiata anche alla mia altra storia se vi va, mi sto deprimendo perché non la caga nessuno ahah.
Enjoy!


Chapter X


"Ecco il tuo gelato." 
"Grazie." 
Dopo averle passato la vaschetta, Oliver si sedette accanto ad Adele sul divano. 
La ragazza aveva speso i dieci giorni che avrebbe dovuto trascorrere con Harry a casa di Oliver, guardando film e cercando di distrarsi. 
"A che ora ti devo accompagnare alla stazione domani?" domandò lui mentre Adele prendeva un'altra cucchiaiata di gelato alla vaniglia. 
"Non ce n'è bisogno." lo rassicurò Adele: "Posso benissimo prendere la metropolitana." 
"Assolutamente no, Adele."
Lei rise tristemente: "Oliver, non si presenterà davanti ai tornelli della metro per bloccarmi."
"Non puoi saperlo!" ribatté lui, con un tono fin troppo acceso: "Nell'ultima settimana ha passato cinque notti intere qua sotto e se non ti avessi spento il cellulare, ora non smetterebbe di squillare per un secondo. Lui sa che parti domani, Adele."
La ragazza sembrò pensarci sopra per un secondo: "Sì, sì forse è meglio se andiamo con la tua macchina." concordò poi.
"Bene." disse lui sollevato: "Allora, a che ora?"
"Mezzogiorno." rispose lei semplicemente, tornando a concentrarsi sul film. 
"Cosa hai fatto al polso?" le domandò lui quando vide il cerotto che Adele aveva applicato sulla sua pelle.
"Oh, solo un graffio, niente di che." mentì svelta la ragazza, affondando il volto nel barattolo del gelato.
Gli ultimi giorni erano stai surreali per lei: siccome non voleva che Oliver la vedesse piangere, Adele passava le notti a svuotare i suoi dotti lacrimali, le mattine a cercare di recuperare qualche ora di sonno, i pomeriggi chiusa in bagno e le serate a guardare film che parlavano di storie d'amore adolescenziali. 
La ragazza sospirò pensando al suo ritorno a casa: come avrebbe spiegato al padre ciò che era successo? Adele non era pronta per sentirsi dire: "te l'avevo detto" da lui. 
E cosa avrebbero detto Kelly e sua sorella? 
Scuotendo la testa per scacciare via quei pensieri, Adele spostò lo sguardo su Oliver. 
La ragazza osservò il profilo del giovane, i suoi occhi verdi e i suoi capelli a spazzola di una particolare tonalità di biondo e sorrise: "Sei un così bel ragazzo" sputò fuori senza pensare, portandosi immediatamente una mano davanti alla bocca.
Lui si irrigidì per un momento e poi la guardò: "Ah, sul serio?" chiese con una smorfia. 
"Non so perché l'ho detto, mi è scappato." spiegò lei, ancora incredula. 
Lui ridacchiò: "Allora lo pensi sul serio."
"Immagino di sì." ammise Adele.
Ci fu un attimo di silenzio e poi Oliver, improvvisamente serio, le prese la mano: "Perché sei venuta qui? Dopo che hai scoperto.. beh, quello. Perché non sei rimasta da Violet?"
Lei ci pensò su per un secondo: "Non lo so, Olly. Non mi sono fermata a rifletterci sopra onestamente, avevo solo bisogno di vederti, credo."
In un istante, prima che Adele potesse fare qualsiasi cosa, Oliver posò le sue labbra su quelle della ragazza, accarezzandole dolcemente una guancia con la mano. 
Poi, dopo essersi staccato, parlò alla velocità della luce, guardandola fisso negli occhi: "So che tu lo ami e so che tutto questo è sbagliato ma io non ti farei mai soffrire, Adele, mai. Io ti amo. Ti amo da sempre."
La ragazza si sentì sprofondare: mentre una parte di lei sapeva che Oliver provava qualcosa che andava oltre l'amicizia, Adele non avrebbe mai pensato che si trattasse d'amore: "Olly.." cominciò, ma lui la fermò con un gesto della mano.
"Non importa, Adele, non devi dire niente. Volevo solo che lo sapessi. So che non c'è nessuna possibilità per noi." disse, evidentemente scosso dopo l'improvvisa rivelazione. 
Il ragazzo aveva ragione, Adele non ricambiava i suoi sentimenti e non l'avrebbe mai fatto. Ma guardandolo negli occhi, quel ragazzo che era stato lì quando ne aveva avuto più bisogno, Adele pensò che forse Oliver era la sua unica possibiltà di raggiungere una parvenza di felicità. 
In fondo, l'amore non aveva funzionato. 
La cosa più importante nella vita è trovare qualcuno che ci ami. 
Le parole che sua madre le aveva detto una volta risuonarono nella testa di Adele e in un attimo la ragazza stava ricambiando il bacio di Oliver.
"Ne sei certa?" chiese lui, trionfante.
"Assolutamente sì."
 

 
Un'altra notte insonne. 
Harry non riusciva a ricordarsi l'ultima volta che aveva dormito, e mentre si alzava dal letto quella mattina, pensò che forse era il caso di cominciare a prendere un qualche tipo di sonnifero. 
Entrando in cucina, il ragazzo intravide Louis mangiare i suoi cereali quotidiani, sfogliando una rivista.
In silenzio, Harry aprì il frigo e si versò a sua volta una tazza di latte, sedendosi dall'altra parte del tavolo. 
Lui e Louis non si parlavano da dieci giorni. 
Difficile quando si fa parte della stessa band. 
I due continuarono a mangiare in assoluto silenzio, ma quando Louis si alzò per lavare la sua ciotola, Harry si decise a parlare: "Hai intenzione di non rivolgermi mai più la parola?" chiese. 
"Stavo aspettando che me la rivolgessi tu." confessò Louis, voltandosi a guardarlo. 
"Ascolta, Lou, mi dispiace. Non avrei mai dovuto colpirti, avevi ragione su tutta la linea e ho perso la testa." disse Harry, sperando intensamente che quelle scuse sarebbero bastate. 
"È tutto a posto," gli assicurò Louis, incrociando le braccia e appoggiandosi al piano della cucina: "non avrei dovuto aggredirti così. Hai mandato tutto a puttane, certo, ma non è stato carino da parte mia ricordartelo."
Harry fece un cenno con il capo e Louis ricambiò. 
Era il loro modo contorto di mettere ufficialmente le cose a posto. 
"Ci vediamo dopo, mi vedo con Eleanor." disse poi Louis, afferrando la sua giacca dall'attaccapanni accanto alla porta d'ingresso. 
"Va bene." 
Louis si infilò la giacca e afferrò le chiavi, ma poi invece di uscire, si avvicinò all'amico: "Oggi torna a casa, lo sai. Prova a parlarle ancora una volta."
Harry fece segno di no con la testa: "Ho dormito fuori da casa del coglione per quasi una settimana fino a che la vicina mi ha detto che avrebbe chiamato la polizia se avessi continuato e il suo cellulare è perennemente spento, è tutto inutile."
"Per 'il coglione' immagino tu ti riferisca ad Oliver."
Il ricciolo mormorò un debole "sì".
"Mi dispiace di averla portata lì, Harry, ma lei voleva vederlo."
"Non è colpa tua" lo rassicurò lui: "Come hai detto tu, sono io quello che ha mandato tutto a puttane."
Louis sospirò e si voltò, aprendo la porta: "Perché l'hai fatto, Harry?" gli chiese sulla soglia. 
Harry cercò di ridere, riuscendo solamente ad emettere un grugnito: "Se te lo dicessi sembrerei ancora più stupido di quanto non sembri ora."


 
UN MESE DOPO. 
 
"Adele, hai intenzione di uscire da quel cazzo di bagno prima della fine dei secoli o che cosa?"
La ragazza sbuffò. 
Sciaquando via velocemente il sangue dal lavandino e buttando la lametta che teneva in mano nel water, Adele aprì la porta: "Ecco, ho fatto."
"Che cosa stavi facendo?" domandò la sorella minore, lo sguardo pieno di accuse. 
"Quello che uno di solito fa in bagno." rispose Adele con un tono arrogante. 
"Certo, tutti in bagno si tagliano le vene leggendo articoli sul proprio ex fidanzato."
Adele spalancò la bocca. 
"Non ho idea di che cosa tu stia parlando." disse freddamente. 
Lottie alzò gli occhi al cielo e la superò, entrando in bagno. 
La ragazza raccolse una rivista scandalistica dal pavimento e lesse il titolo: "Harry Styles avvistato in compagnia di cinque diverse ragazze dopo la rottura con la dolce Adele." lesse. 
"Okay, stavo leggendo quella rivista, ma non perché c'è lui in copertina. E non mi stavo certamente tagliando le vene." replicò Adele, sempre più nervosa.
"Adele, per quanto ancora hai intenzione di continuare così?" le chiese la sorella, lo sguardo triste: "Litighi con papà tutti i giorni, non ci hai nemmeno detto perché tu e Harry avete rotto. Anche Kelly è preoccupata sai? Dice che non parli più con nessuno a scuola. Quando non sei in bagno sei al telefono col tuo ragazzo di ripiego." 
"Oliver non è il mio ragazzo di ripiego!" protestò Adele, anche se sapeva benissimo che Lottie stava dicendo la verità. 
"Non è questo il punto, Adele. Il punto è che non puoi continuare così. Ho visto le tue cicatrici, me ne sono accorta una sera, quando ti sei addormentata sul divano."
"Piantala di dire cazzate, per piacere!" sputò Adele, voltandosi e scendendo le scale a due a due. 
"Nessuno ti può aiutare fino a quando non ammetti di avere un problema." esclamò la sorella dietro di lei. 
Adele le augurò di andare in un posto dove non si dovrebbe mai augurare di andare alla propria sorella e uscì di casa in tutta fretta. 
Essendo in anticipo sulla sua tabella di marcia mattutina, Adele incontrò il postino lungo la strada verso la fermata dell'autobus: "Signorina Brown?" la fermò l'uomo.
"Cosa c'è?" rispose lei, ancora irritata dalla conversazione con Lottie. 
"È arrivato questo oggi nella posta per lei oggi e beh, siccome l'ho incrociata, penso sia meglio consegnarglielo di persona." le disse, tirando fuori una busta nera dalla sua sacca. 
"Se sono altre richieste di interviste da parte di giornalacci patetici, le può anche buttare via."
"Oh, no. Niente del genere." disse l'uomo, porgendole la busta.
Adele lo ringraziò velocemente e riprese a camminare, rigirandosi la busta tra le mani. 
Quando video il simbolo che stava nell'angolo a sinistra dell'involucro, Adele si sentì svenire.
1D. 
La ragazza aprì la busta e ci trovò dentro due biglietti che dicevano: "Up All Night Tour, Civic Hall, Wolverhampton, 21 Dicembre 2011." 
Certo, il tour era in città quella sera. 
Adele rise amaramente, non aveva più lacrime da versare, nemmeno una. 
La giovane si rese conto di aver raggiunto la sua fermata e quando incrociò lo sguardo con una ragazzina, si avvicinò e le porse i biglietti: "Tieni, divertiti!" le disse, prima di correre via.
No, Adele decisamente non sarebbe andata a scuola quel giorno.
 

 
"Sei sicuro di averli spediti all'indirizzo giusto?"
"Certo che sono sicuro, Harry. Perché, c'è qualcosa che non va?"
"Lei non è qui." 
Harry osservò la sala piena di fans. 
Adele non era tra loro. 
Ne era sicuro. 
Aveva controllato ovunque, ovviamente sotto copertura, e la ragazza non c'era. 
"Mi dispiace, Harry." rispose il suo manager, dandogli una pacca sulla spalla. 
"Allora, siamo pronti?" chiese Zayn, entrando nel camerino dell'amico. 
"Lei non c'è." disse semplicemente Harry e Zayn sospirò. 
"A questo proposito, ti devo parlare."
"Io vi lascio soli" disse il loro manager, uscendo dalla stanza e chiudendosi la porta alle spalle. 
Zayn si appoggiò al muro e fissò l'amico: "Siediti, Harry."
"Non voglio sedermi." replicò lui.
"Fidati, è meglio che tu ti sieda."
Harry seguì il consiglio e si buttò su un puff che le aveva regalato la madre l'anno prima: "Avanti, cosa mi devi dire?"
"Hai presente quella centralinista amica di Adele, Violet?"
Il ricciolo annuì. 
"Beh, Adele l'ha portata come suo più uno alla festa di lancio dell'album e siamo usciti qualche volta," proseguì Zayn, ma poi si bloccò.
"E..?" lo incitò Harry.
Zayn sospirò di nuovo: "E qualche giorno fa ci siamo visti e lei mi ha detto che Adele ha cominciato ad uscire con quel suo amico, Oliver."
Harry chiuse gli occhi. 
Qualcosa dentro di lui aveva appena fatto un triplo salto mortale e ora si sentiva come se stesse per vomitare anche il proprio intestino.
"Lo sapevo." mormorò, gli occhi ancora chiusi. 
"Harry-"
"Puoi.. Puoi lasciarmi solo per un secondo?" sussurrò, alzandosi lentamente. 
"Certo" disse Zayn aprendo la porta: "Ricorda che siamo sul palco tra venti minuti." aggiunse prima di uscire.
Una volta solo, Harry colpì con forza una gamba del tavolo di fronte a lui, per poi gettare per terra tutto ciò che si trovava sopra di esso. 
Allora era veramente tutto finito. 
L'aveva persa sul serio. 
Era riuscito davvero a rovinare la cosa migliore che gli fosse mai capitata e senza possibilità di rimediare. 
Sentendo le lacrime cominciare a scendere lungo le sue guance, Harry tirò fuori il cellulare dalla tasca del suo blazer. 
Guardando la foto di Adele che aveva come sfondo, così bella, così innocente e con un sorriso così grande che illuminava anche i suoi grandi occhi castani, Harry non potè fare a meno di provare gratitudine. 
Louis aveva ragione: lui non la meritava. 
E nonostamente in quel momento tutto sembrasse buio e sbagliato, Harry ringraziò Dio, o chiunque altro fosse là fuori per aver fatto felice Adele.
Anche se la sua felicità non era lui. 
 

 
QUATTRO GIORNI DOPO.
 
"Buon Natale, Harry."
"Buon Natale, mamma." 
Il ragazzo abbracciò calorosamente la donna, baciandola lievemente sulla guancia prima di staccarsi. 
"Sei sveglio da molto?" gli chiese lei. 
"No, mi sono appena alzato."
La donna annuì e si versò una tazza di caffè: "Hai fatto gli auguri ai ragazzi?" 
"Sì, certo." 
Lei sembrò esitare per qualche secondo, ma poi parlò di nuovo: "E che mi dici di Adele?"
"Mamma-"
"No, Harry." lo interruppe lei:  "Non so cosa sia successo tra di voi perché tu ti rifiuti di parlarne, ma qualunque cosa sia accaduta so che provi ancora qualcosa per lei. Falle gli auguri, avanti."
Sospirando, il ragazzo prese il cellulare e scrisse un sms: "Buon Natale. So che è la tua festa preferita. Passa una splendida giornata. H."
Harry premette il pulsante d'invio e poi alzò lo sguardo in direzione della madre: "Fatto."
Lei sorrise: "Sono sicura che le farà piacere, tesoro." disse, passandogli una mano sulla spalla: "Vieni a svegliare tua sorella?"
"Ti raggiungo subito" disse, e in quel momento il suo cellulare vibrò. 
Con mani tremanti, Harry aprì il messaggio e il suo respiro si fermò quando vide che l'sms era da parte di Adele: "Era la mia festa preferita. Tanto tempo fa. Le cose cambiano. Auguri anche a te, suppongo. A."
Harry si chiese se fosse il caso di rispondere, ma poi scuotendo la testa, il ragazzo posò il cellulare sul tavolo della cucina e uscì dalla stanza.
Avrebbe dovuto aspettarsi la freddezza, se la meritava.
Salendo le scale diretto in camera di sua sorella però, Harry si chiese se non ci fosse qualcosa di altro oltre al rancore dietro a quelle parole così tristi. 
"Buon Natale, Gemma!"

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Capitolo 11
*** Chapter 11 ***


I'm back! Questo capitolo è stato molto impegnativo. Enjoy!

Chapter XI

DUE MESI DOPO. 

Il telefono squillò per la millesima volta quella sera e Adele sbuffò. 
Posando il rossetto che stava applicando sulle sue labbra sopra al comodino, la ragazza si affrettò a rispondere al cellulare: "Cosa c'è?" disse, chiaramente infastidita.
"Woah, ciao anche a te Adele." ripose Oliver irritato: "È un piacere sentire la voce della mia ragazza per la prima volta dopo quasi due settimane e venire salutati con così tanto amore."
Adele alzò gli occhi al cielo, grata che Oliver non la potesse vedere in quel momento: "Devi dirmi qualcosa?" gli chiese seccata.
"Volevo solo sapere come stavi. L'ultima volta che ci siamo visti hai a malapena aperto bocca e su Facebook non vedo altro che foto di te ed i tuoi amici che vi date alla pazza gioia."
La ragazza rise amaramente: "Non mi piace il tuo tono. Loro sono davvero miei amici, mi capiscono."
Questa volta fu Oliver a ridere: "Oh, certo. Sono sicura che durante le vostre serate piene di alcol e chissà che cos'altro ti riescono a comprendere nel profondo." commentò acido. 
Adele chiuse gli occhi, ferita dalla verità nelle parole del suo ragazzo: aveva conosciuto il suo nuovo gruppo di amici quella mattina quando aveva saltato scuola, troppo sconvolta per presentarsi dopo l'arrivo degli inviti al concerto speditigli da Harry.
Era entrata nel primo bar e questo gruppo di ragazzi che indossavano la sua stessa divisa aveva attirato la sua attenzione. Non li aveva mai visti a scuola. 
Uno di loro l'aveva notata e le aveva fatto segno di avvicinarsi.
Stavano bevendo birra alle nove del mattino e ridevano come se non avessero una preoccupazione al mondo e Adele si era seduta con loro, sperando fossero in grado di strapparle un sorriso in qualche modo.
Un ragazzo dai capelli rossi le chiese della sua relazione con Harry, e lei si rabbuiò. Una ragazza di nome Sally lo notò e le domandò perché l'argomento fosse così doloroso, e Adele, forse perché stava parlando con dei perfetti sconosciuti, o forse perché era stanca di tenersi tutto dentro, per la prima volta fu in grado di sfogarsi completamente, persino di ammettere che Oliver era soltanto un ripiego per lei, e che il pensiero di farlo soffrire la distruggeva dentro. 
Gli raccontò tutto, come quell'ultimo mese fosse stato terribile, di come i suoi voti stessero peggiorando sempre di più, dei biglietti che Harry le aveva fatto recapitare quella mattina, tutto quanto.
Tranne una cosa.
Adele aveva passato tutta la mattina a giocherellare con le maniche della sua divisa: quei tagli non li avrebbe mai fatti vedere a nessuno, mai.
Non avrebbe mai confidato a nessuno quanto il tradimento di Harry le avesse fatto odiare sé stessa. 
Il gruppo l'aveva ascoltata con interesse e le aveva consigliato di berci sopra, suggerimento che la ragazza accettò con piacere.
Adele riconobbe alcuni di loro durante la mattinata, due ragazze erano persino nel suo stesso corso di letteratura. Le dissero che il loro unico obbiettivo nella vita era divertirsi il più possibile, ed in quel momento ad Adele sembrò la cosa più sensata del mondo. 
Quando la riaccompagnarono a casa in macchina qualche ora dopo, si sentiva spensierata come noi mai. Priva di qualunque tipo di emozione o preoccupazione, è così che la facevano sentire i "disfattisti anonimi", come li aveva affezionatamente soprannominati lei.
Certo, per sentirsi completamente libera da ogni pensiero era anche necessario l'aiuto di qualche bicchiere di troppo e di musica a tutto volume, ma ad Adele non piaceva soffermarsi su quel dettaglio. 
"Mi hai chiamato per questo? Per prendere per il culo me e i ragazzi?" esclamò, ormai infuriata. 
"No, Adele. Ti ho chiamata per dirti che è finita." 
La ragazza chiuse gli occhi: se l'era aspettato. 
E anche se le faceva male ammetterlo, si sentiva sollevata. 
Era stanca di farlo soffrire, e l'unica ragione per cui non aveva ancora rotto con lui era perché non voleva ferirlo ancora di più.
"Oh." fu tutto quello che riuscì a dire.
Dall'altra parte del telefono, Oliver sospirò: "Io ti amo Adele, lo sai." le disse, la voce rotta: "Ma sappiamo entrambi che tu non ami me. Quando ci siamo messi insieme il tuo cuore era spezzato, e io credevo seriamente di poterlo riparare, ma non posso. Sei distrutta, e ormai sei fuori controllo. Stai cercando rifugio nelle persone sbagliate, pensavo di poter impedire tutto questo, ma solo ora capisco che c'è una sola persona che può guarirti."
"E chi sarebbe questa persona?" chiese Adele, anche se sapeva benissimo ciò che il ragazzo stava per dire.
"Harry." mormorò il ragazzo, come se fosse la cosa più ovvia del mondo: "Non sai quanto mi costa dirlo, ma tu non hai mai smesso di amarlo. Devi parlargli Adele, dovete mettere le cose a posto."
"Non c'è niente da mettere a posto, lui mi ha-"
"Tradita, lo so." concluse lui per lei: "Ma non gli hai mai più rivolto la parola dopo quella sera, e ora mi rendo conto che forse dovresti." 
Adele non fu in grado di rispondere, e dopo qualche attimo di silenzio, Oliver parlò di nuovo: "Io.. Io mi arrendo. Qualcosa si è rotto in te, Adele, lo vedo nel tuo sguardo."
La ragazza si coprì istintivamente il polso del braccio che reggeva il cellulare con l'altra mano, grata che Oliver non sapesse niente della sua.. situazione
"Non sei più la ragazza di cui mi sono innamorato e anche se vorrei disperatamente che non fosse così, l'unico modo per tornare ad essere quella persona è attraverso quel ragazzo." concluse velocemente, come se si fosse preparato il discorso prima di chiamarla e lo stesse recitando a memoria. 
"Io-"
"A presto, Adele. Abbi cura di te." la salutò malinconico.
La ragazza avrebbe voluto dire così tante cose: "scusa", "non avrei mai dovuto coinvolgerti", "non chiudermi completamente fuori dalla tua vita", ma tutto ciò che riuscì a mormorare fu: "Anche tu."
Oliver riattaccò e Adele non si prese nemmeno un secondo per riflettere sulle cose che le aveva detto.
Si sbagliava.
Lei non voleva più avere niente a che fare con Harry, e non era assolutamente più innamorata di lui. 
Le era passata, stava bene ora.
E allora perché continui a farti del male? Perché l'idea di non essere stata alla sua altezza ti fa ancora sentire disgustosa? urlò una voce nella sua testa che lei tentò disperatamente di zittire. 
Perché hai fatto soffrire Oliver per tutto questo tempo? Fai così schifo che non hai nemmeno avuto le palle di porre fine al suo dolore.
"Zitta, stai zitta!" gridò Adele, tirando fuori nuovamente il suo cellulare dalla tasca e premendo alcuni tasti: "Sally? Sono io. So che dovevamo vederci fra un'ora, ma puoi venire a prendermi prima?"
La ragazza sembrò confusa, ma acconsentì con una risatina allegra: "D'accordo tipa tosta. C'è stato un cambio di programma però: questa sera guidiamo fino a Londra. Rider ci ha procurato i pass per una festa in un locale stupendo."
Adele sorrise, era esattamente quello di cui aveva bisogno: "Perfetto, ti aspetto qua sotto fra un quarto d'ora."
"Un quarto d'ora? Posso essere lì in cinque minuti."
Adele esitò: "Lo so ma.. devo prima passare in bagno." disse velocemente.
In fondo non era una bugia. 
"Okay. Ricordati il documento falso." le ricordò l'amica prima di chiudere la chiamata.
Adele finì di prepararsi in pochi minuti e poi si chiuse in bagno in tutta fretta.
L'unico modo di liberarsi di quelle voci era quello di aprire nuove ferite. 
Era come se affondare la lama nella sua pelle e tagliare facesse uscire tutto il suo odio verso sé stessa, oltre che al sangue.
Ormai non faceva quasi nemmeno più male, e Adele si chiese quale sarebbe stato il prossimo passo. 
Aveva bisogno di quel dolore, la distreva da quello più profondo, quello che come aveva detto Oliver, solo una persona avrebbe potuto curare. 
Era diventata parte della sua routine ormai, quel momento davanti allo specchio del bagno, il sangue che colava giù per il suo polso fino a cadere goccia per goccia nel lavandino e in quel momento la ragazza pensò che non sarebbe mai stata in grado di smettere, sarebbe solo andata sempre più a fondo, fino al giorno in cui sarebbe stata coraggiosa abbastanza per andare davvero in profondità.
Abbastanza in profondità da addormentarsi e non risvegliarsi mai più. 
Uno squillo del suo cellulare le comunicò che Sally stava arrivando, e Adele si affrettò a sciacquare via le tracce dal lavandino ed a pulire le sue ferite, applicando su di esse dei cerotti che estrasse dalla borsa, pregando che fossero abbastanza per tamponare il flusso.
Una volta terminato il suo rituale autodistruttivo, la ragazza uscì dal bagno e si precipitò giù dalle scale, ma venne fermata dal padre, che le bloccò il passaggio: "Dove pensi di andare?"
"Fuori." rispose semplicemente: "Con Sally e gli altri. Probabilmente mi fermerò a dormire da lei dopo."
"Adele-"
"È Sabato sera, papà. Non puoi fermarmi." tagliò corto lei.
"Lo so, non era mia intenzione. Volevo solo chiederti di stare attenta." 
"Lo sono sempre." replicò, aprendo la porta d'ingresso.
"Kelly ha telefonato di nuovo oggi, è preoccupata. E le manchi, sai." le disse il padre, e Adele sentì una fitta nel petto. 
"La richiamerò un giorno, davvero." gli assicurò sinceramente.
Sentiva davvero la mancanza di Kelly, ma lei apparteneva al mondo di prima, al mondo dove tutto era normale e felice, e Adele non sapeva se sarebbe riuscita a salvare il suo rapporto con lei.
"Sono sicuro che lo farai." sussurrò, voltandosi verso la cucina. 
La ragazza fece per uscire, quando lui parlò di nuovo: "Puoi fermarti lo sai, qualunque cosa tu stia facendo, puoi fermarti." le disse, e Adele giurò di aver sentito il cuore dell'uomo spezzarsi: "Sei grande ormai e non posso più controllarti. Ma io sono qui e lo è anche tua sorella, anche se si rifiuta di discutere la questione con me."
Adele ringraziò mentalmente Lottie  per non aver accennato niente riguardo ai suoi episodi al padre, anche se doveva esserle costato molto. 
"So che non vuoi aiuto Adele, e io non posso forzarti né ad aprirti con me né a parlarne con uno psicologo. Cerca solo di sopravvivere. Per me." la pregò l'uomo con un sorriso triste, ma pieno di amore.
Adele sentì l'improvviso bisogno di vomitare, e in quel momento qualcuno nel vialetto suonò un clacson: "D-devo andare." soffiò, il respiro accelerato e le lacrime pronte a scendere.
Prima che l'uomo potesse aggiungere altro, la ragazza corse via, precipitandosi dentro alla macchina di Sally.
"Ciao, straniera." la salutò la bionda, che quella sera indossava una salopette di jeans e portava i capelli raccolti in una coda laterale, e una bandana rossa legata attorno alla testa. 
"Hey." le disse: "A che ora partiamo per Londra?" chiese poi.
"Adesso, gli altri sono già per strada." rispose Sally, mettendo in moto. 
Le ragazze ascoltarono musica per il resto del viaggio e Adele rifletté su quanto era semplice la sua amicizia con quella ragazza: musica, risate e alcol. 
Dopo essersi confidata con lei e gli altri riguardo alla sua situazione con Harry, Adele non aveva mai più fatto discorsi profondi né con Sally né con nessun'altro dei suoi nuovi amici. 
E andava bene così: erano troppo impegnati ad ignorare i loro problemi per cercare di risolverli o anche solo ammettere di averli. 
Dopo alcune ore di viaggio, Sally parcheggiò non lontano dal locale.
Una volta davanti all'entrata, Adele notò che l'amica la fissava in modo strano: "Che c'è?" le domandò con una risata. 
"Niente, è che sei figa stasera, sul serio." spiegò, squadrandola dalla testa ai piedi.
La ragazza si specchiò nel finestrino di un'automobile: quella sera indossava una t-shirt molto anonima, una giacca dalle spalline a punta che teneva aperta, un paio di shorts, dei collant e un paio di stivali, il tutto accompagnato da un fedora nero. 
"Sembro una squilibrata!" esclamò, rigirandosi nervosamente il pendente della sua collana fra le mani: "Avrei dovuto cambiare qualcosa prima di uscire, è solo che ero al telefono con Oliver e mi ha distratta!"
"Stai zitta, stai benissimo." 
"Con il mio fisico non posso permettermi di indossare questi shorts." disse Adele, sentendosi sempre più ridicola. 
"Adele, tu sei pazza." esclamò l'amica, prenendola sottobraccio: "Vieni, andiamo a cercare gli altri."
Raggiunsero il resto del gruppo che si trovava già nella fila per entrare nel club, e a quel punto Sally si avvicinò e le sussurrò in un orecchio: "Sarà qui stasera? Oliver, dico."
La mora fece segno di no con la testa: "Abbiamo rotto prima al telefono." le raccontò: "Era arrivato il momento, è meglio così, soprattutto per lui."
"Oh. Capisco. O-okay, v-vuoi parlarne?" chiese Sally, fissandola di nuovo con quello sguardo strano. 
Adele scosse di nuovo la testa: "Beviamoci sopra, d'accordo?"
In quel momento il buttafuori fece entrare le due ragazze ed il resto del gruppo dentro al locale. 
"Noi andiamo a ballare!" urlò Sally sopra la musica, prendendo per mano uno dei ragazzi del gruppo con cui faceva tira e molla da mesi: "Fatti un giro e ci vediamo dopo, d'accordo?"
"Va bene." acconsentì Adele ad alta voce, facendosi strada fra la folla verso il bancone del bar. 
Rider, il ragazzo che aveva procurato a tutti l'invito bevette alcuni shots con lei, prima di buttarsi in pista a sua volta.
Adele non era dell'umore adatto per ballare, per lo meno non ancora. 
Dopo qualche altro bicchiere però, un ragazzo dai capelli color caramello si avvicinò e le chiese di unirsi a lei, e la ragazza acconsentì con un entusiasmo esagerato. 
Ballarono per diverse canzoni, e poi tutto si fece sfocato. 
La stanza cominciò a girare e Adele sentiva braccia di diverse persone toccarla e muoversi a tempo di musica insieme a lei. 
La sua mente si fece sempre più annebbiata e la ragazza cominciò a ridere istericamente, fino a quando non sentì qualcuno sollevarla da terra.


 
"Pronto per la tua prima serata da maggiorenne?" 
"No."
"Andiamo, Harry. È il tuo compleanno. Cerca di sorridere."
Harry sospirò. Non se la ricordava nemmeno l'ultima volta che aveva sorriso spontaneamente.
E oggi, nel giorno che aveva aspettato per così tanto tempo ma che ora sembrava così inutile e piatto, aprirsi in un sorriso era l'ultima cosa che aveva voglia di fare.
"Mi sono vestito, d'accordo?" disse a Louis, dandogli una pacca sulla spalla: "Te l'ho promesso, perciò usciamo, forza. Dove sono gli altri?" chiese, infilandosi la giacca.
"Già dentro al locale, ci stanno aspettando."
Harry annuì e i due uscirono dalla casa, scesero le scale e raggiunsero la macchina di Louis: "Guida tu, avanti." lo incitò l'amico, lanciandogli le chiavi della sua auto.
Il ricciolo salì in macchina e girò la chiave nel cruscotto, pronto a partire. 
"Ballerai con qualcuna stasera?" chiese Louis speranzoso. 
"Io.. non lo so." rispose Harry amareggiato. 
Il ragazzo fece retromarcia nel vialetto e si immise nel traffico, cercando di concentrarsi sulla guida.
Louis accese l'autoradio e dopo alcuni minuti di silenzio, Harry fece la domanda che desiderava fare da settimane ormai: "Le hai più parlato?"
"No, Harry. Te lo avrei detto. L'ho sentita a Natale per farle gli auguri e basta. Sembrava.. stanca, ma tranquilla. Le sai già queste cose." gli disse tristemente l'amico. 
"Lo so, lo so, ma-"
"Ascolta, so che non vuoi sentire ragioni, ma forse è arrivato il momento di provare a dimenticarla." parlò Louis tutto d'un fiato, fissando dritto di fronte a sé. 
"Non posso, lo sai."
"Devi almeno provarci!" esclamò Louis, serio: "In questi mesi non hai fatto altro che rimpiangerla e odiare te stesso. Devi cercare di passare oltre."
Harry non disse nulla e l'amico sbuffò: "Senti, questa sera Eleanor ha portato alcune amiche. Sono sicura che almeno una di loro ti piacerà. Offrile qualcosa da bere, cerca di socializzare, d'accordo?"
Il ragazzo era sul punto di scoppiare: avrebbe voluto accostare e urlare in faccia all'amico. 
Urlargli che nessuna ragazza era lei e che l'unica ragione per cui aveva accettato di uscire quella sera era per far smettere lui e quegli altri tre idioti di cercare di tirarlo su. 
Harry sapeva che erano sinceramente preoccupati per lui, ma non facevano altro che peggiorare le cose.
"D'accordo." si limitò a dire e Louis parve soddisfatto della risposta che aveva ottenuto. 
Nel giro di dieci minuti Harry rallentò di fronte al locale, lasciando la macchina al parcheggiatore ed entrando dall'entrata posteriore per evitare un'invasione di fans. 
Louis lo guidò all'interno del club, fino a quando non avvistarono Liam, Zayn e Niall seduti con Eleanor e le sue amiche. 
Harry salutò la ragazza dell'amico con un bacio sulla guancia e i ragazzi con un cenno del capo. 
"Questa è Sofia" disse Eleanor, indicando una ragazza dai capelli castani, né lisci né ricci. 
Mossi, una cascata di capelli castani, proprio come quella di.. 
"Piacere di conoscerti, Sofia" la salutò, stringendole la mano.
"Anche per me, buon compleanno." rispose la ragazza con un sorriso.
"Perché voi due non andate a ballare?" propose Zayn e Harry resistette all'impulso di alzare gli occhi al cielo: "Certo, ti va?" chiese, rivolgendosi alla ragazza.
Lei acconsentì e insieme scesero in pista. 
Dopo solo due canzoni, Harry notò un paio di grandi occhi marroni nella folla. 
Senza pensare, il giovane prese per mano Sofia e la guidò dentro alla pista, cercando di ritrovare quel paio di occhi. 
Dopo essersi guardato bene intorno, Harry si convinse di aver avuto un'allucinazione, e lui e l'amica di Eleanor ballarono ancora per qualche minuto, prima che il ragazzo sentisse quella risata.
Una risata che avrebbe riconosciuto fra mille, anche se suonava strana quella sera.
Lei era lì. 
Senza dire una parola, Harry si voltò mise a girare disperatamente per la pista, ignorando i richiami di Sofia, troppo determinato a trovare lei per fermarsi ad inventare una scusa. 
Il riccolo si fece strada nell'ammasso di persone, fino a che finalmente non la vide. 
Si reggeva a malapena in piedi e rideva come una pazza, il suo cappello storto e sul punto di caderle dalla testa, ma a lui non era mai sembrata così bella. 
In quell'istante, un ragazzo dai capelli color caramello la prese per i fianchi, e Harry si diresse a grandi passi verso di lui, spingendolo via e caricandosela sulle spalle da dietro, di modo che lei non lo riconoscesse. 
Forse uscire quella sera non era stato un errore. 
Forse era destino che lei si trovasse lì proprio quella sera. 
Buon compleanno, Harry, si disse, mentre la portava fuori dal locale. 



L'unica cosa che Adele fece quando chiunque l'avesse sollevata cominciò a muoversi fra la folla con lei sulle spalle, fu scoppiare a ridere ancora più forte. Osservando le mani della persona misteriosa, Adele pensò che si doveva trattare di un ragazzo.
Ma non le importava. Era tutto troppo divertente. 
"Woooah, dove stiamo andando?" chiese tra le risate, ma il ragazzo non rispose, si limitò semplicemente a continuare a camminare, uscendo dal locale e dirigendosi verso un'automobile che le sembrava familiare. 
Il misterioso qualcuno aprì la portiera e ficcò Adele dentro alla macchina, lanciandole il cappello che doveva esserle caduto dalla testa.
Fu in quel momento che lei lo vide in faccia.
Harry
Tutto ad un tratto, Adele trovò che non c'era più nulla di divertente in quella situazione. 
"Che cosa cazzo stai facendo?" chiese, incapace di rimuovere quel sorriso dalle sue labbra per via del troppo alcol.
"Che cosa ti sembra che stia facendo? Ti sto portando via di qui." rispose lui, chiudendo la portiera e sedendosi sul sedile del guidatore.
"Da quando hai la patente?" domandò Adele, ancora scossa dai singulti e cercando disperatamente di non vomitare.
"Un mese." replicò lui velocemente prima di mettere in moto.
"Fammi scendere!" esclamò lei, ma Harry era già partito. 
"Assolutamente no." 
"Dove mi stai portando?" chiese lei, rifiutandosi di guardarlo negli occhi per paura di crollare e toccare quel fondo a cui si avvicinava pericolosamente ogni giorno, ma non aveva ancora raggiunto del tutto.
Come poteva mancargli dopo tutto quello che le aveva fatto passare?
"Via da qui" gli sentì dire.
Adele protestò in vano per diversi minuti, ma quando si rese conto che non serviva a nulla, voltò la testa verso il finestrino e si addormentò nel giro di pochi secondi.
La prima cosa che capì quando si risvegliò fu che qualcuno le aveva tolto gli stivali. Voltandosi su un fianco, Adele si accorse di essere avvolta in una coperta. 
A quel punto la ragazza si alzò di scatto e si rese conto di trovarsi nella camera da letto di Harry.
La stessa dove l'aveva scoperto a fare sesso con un'altra.
Una delle tante.
Il pensiero, misto allo stato di ebbrezza la fece ricadere sul letto con un tonfo e in quel momento il ragazzo entrò nella stanza.
"Come ti senti?" le chiese, serio.
"Da quando ti importa?" ribattè lei, portandosi una mano sulla fronte.
Lui sorrise tristemente: "Da sempre."
"Ha ha ha, buona questa. Il tuo comportamento in passato è certo prova di quello che hai appena detto."
Le parole uscirono dalla bocca di Adele prima che potesse fermarle. La ragazza aveva evitato il confronto per mesi, e forse il fatto che Harry si trovasse in quello stesso locale quella stessa sera era un qualche segno del destino.
"Non mi hai mai lasciato spiegare, Adele." disse lui sottovoce. 
Lei proruppe in una risata forzata: "Come ti ho detto quel giorno, non c'è proprio niente da spiegare." 
Lui annuì: "Lo capisco."
La ragazza si liberò della coperta che le era rimasta attorcigliata attorno al corpo e Harry la studiò con interesse. 
"Cosa ci fai qua a Londra?" le chiese poi, dopo qualche istante.
"Un mio amico ci ha procurato i pass per questo locale, non potevo mancare." spiegò, strabuzzando gli occhi, mentre la testa cominciava a farle sempre più male.
Harry sembrò notarlo e nel giro di qualche minuto scomparì e riapparì con una tazza di camomilla.
"Grazie" mormorò debolmente lei: "E grazie anche per.. avermi salvato. Sarebbe finita male stasera. Peggio del solito se non altro."
"Da quando sei così festaiola?" domandò lui.
Adele non rispose.
"Adele, guardami." 
La ragazza fu investita da un doloroso flashback di loro due nel bagno di quella caffetteria, il giorno del loro primo bacio.
"N-no."
Harry cercò di costringerla a guardarlo negli occhi e nel tentativo di divincolarsi, una delle maniche della giacca di Adele si spostò, mettendo in mostra il suo polso.
"Cosa sono quelli?"
Adele arrossì furiosamente e si affrettò a nascondere i tagli, ma il danno era fatto.
Harry prese un respiro profondo, assumendo un'espressione che Adele sapeva essere di rabbia: "Adele, rispondimi immediatamente."
"Niente." disse lei secca, cercando di alzarsi. 
"Dove credi di andare?" sibilò lui, afferrandola per un gomito e scoprendo nuovamente uno dei suoi polsi.
Adele emise un gridolino di protesta mentre le lacrime iniziavano a scendere ininterrotte, ma fu tutto inutile. Il ragazzo chiuse gli occhi e rimase in silenzio per diversi istanti.
Poi, quando Adele tentò nuovamente di scappare, Harry si alzò di scatto e bloccò la porta.
Il ragazzo camminò avanti e indietro per la stanza per quelli che ad Adele parvero secoli e poi, di punto in bianco, Harry emise un grido frustrato e colpì il muro con il pugno.
Adele sussultò, la vista annebbiata dalle lacrime: "H-Harry?"
"Non parlare." la zittì lui, spostando lo sguardo su di lei.
"Da quando va avanti questa storia? È tutto connesso non è vero? Il tuo nuovo spirito festaiolo e questa.. questa tua abitudine." 
La ragazza si limitò ad asciugarsi le lacrime con la mano, senza degnarlo di una risposta.
"Da quando, Adele?" chiese nuovamente lui.
"Io-"
"Da quando?" esclamò lui, alzando pericolosamente la voce. 
"Da quando ti ho beccato a sbatterti un'altra proprio in questo letto, maledetto bastardo!" 
Eccola lì. La confessione che avevano provato a strapparle in tanti, ma che solo lui era in grado di ottenere. 
Il ragazzo emise un altro grido che fece tremare le pareti, avvicinandosi a tal punto che i loro nasi si sfioravano.
"Tu.. Tu non mi hai mai lasciato spiegare. Mai. E per tutto questo tempo io ho pensato che forse era meglio così, che forse mi avevi dimenticato. Io non ti merito Adele e il pensiero che tu fossi passata oltre mi confortava. Ma poi ti incontro dopo mesi e mesi di silenzio e scopro questo?" sputò lui, l'ira chiaramente visibile nei suoi occhi.
"NON C'ERA NIENTE DA SPIEGARE! Non ero abbastanza per te, ero una verginella innocente e lo sono tutt'ora! Pensi che non abbia provato a dimenticarti? Pensi che non abbia seriamente provato a far funzionare le cose con Oliver? Certo che ho provato! Ma niente di tutto questo ha funzionato, perché eri tu quello che volevo e non ero abbastanza per te, non ero abbastanza! Hai idea di quanto faccia male?"
Dire quelle cose ad alta voce, cose che aveva tenuto imbottigliate per giorni, settimane, mesi, la fece sentire meglio. 
Non bene, solo meglio.
"TU SEI TROPPO PER ME, è questo il problema!" gridò lui di rimando: "Vuoi sapere perché mi sono scopato tutte quelle ragazze? Perché avevo paura! E lo so che non è una buona ragione, credimi, non riesco nemmeno più a guardarmi nello specchio la mattina, ma è così che stanno le cose."
Adele fece per parlare, ma lui la zittì.
"Ho provato a dirtelo, sai. Quella volta al parco e poi prima che tu salissi sul treno per tornare a casa. Ma non era mai il momento giusto. E poi, quando ci siamo separati mi mancavi così tanto che non riuscivo a respirare. Chi eri tu per farmi una cosa del genere? Io stavo bene, sai? La mia vita andava a gonfie vele. Non potevo permetterti di rovinarmela così. E così sono andato a letto con una e poi con un'altra, per provare a me stesso che potevo vivere anche senza di te, che non era cambiato niente. Ho provato a dirtelo, ma non era mai il momento giusto. Non ero pronto."
"Hai provato a dirmi cosa?"
"CHE TI AMO, CAZZO! Io ti amo! Da sempre. Dal momento in cui ti ho vista arrossire per la prima volta, o forse da quando ti ho vista inciampare su quei tacchi vertiginosi. Ti amo, non lo vedi? Non lo capisci?"
Adele spalancò la bocca e scosse la testa diverse volte, incapace di parlare. 
Lui continuava a fissarla, il respiro accelerato e lo sguardo perso, come se quella rivelazione l'avesse liberato di un peso enorme. 
"N-no." balbettò la ragazza: "Io.. Tu.. Io non vado bene per te, non sono all'altez-"
Prima che potesse concludere la frase, Harry catturò il suo viso tra le proprie mani e la baciò.
Non era un bacio dolce o passionale, era un gesto disperato e la mente di Adele si svuotò completamente. Prima che se ne rendesse conto, la mora stava rispondendo al bacio, mettendoci la stessa disperazione, mista ad una profonda rabbia repressa. 
Nel giro di qualche istante, il blazer e la maglietta di Harry caddero da qualche parte sul pavimento, e lo stesso fecero la giacca e la t-shirt di Adele. 
"Sei uno stronzo, lo sai?" sussurrò lei, mordendogli il labbro inferiore.
Lui si aprì in una risata roca: "Lo so, cazzo, lo so." rispose, prima di sfilarsi i pantaloni ed aiutare lei a liberarsi dei suoi. 
In un attimo la sollevò, e Adele avvolse le proprie gambe intorno ai fianchi del ragazzo, senza smettere un secondo di baciarlo mentre lui la appoggiava gentilmente contro al muro. 
"Ti amo." sussurrò lui, prima di scendere a baciarle una clavicola.
Adele girò lievemente la testa, per garantirgli un migliore accesso al suo collo: "Non mentire."
"Non sto mentendo e lo sai." replicò lui, il respiro sempre più affannoso: "Ti amo. Mi sei mancata così tanto."
Lei non rispose, si limitò a stringerlo a sé ancora più forte, passandogli una mano fra i capelli. 
"Dimmi che mi ami anche tu. Ti prego." il tono del ragazzo faceva trasparire tutta la sua paura ed il suo rimpianto, e Adele per la prima volta, credette alle sue parole: "Ti-ti amo anch'io." furono le ultime parole che riuscì a mormorare, prima che Harry si liberasse dei suoi boxer e del reggiseno di Adele, zittendoli entrambi per qualche ora.

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Capitolo 12
*** Chapter 12 ***


Questo è senza dubbio il capitolo peggiore che ho scritto fino ad ora, ma è un po' un capitolo di "transizione" necessario per il futuro della storia. Enjoy!

Chapter XII
 
La mattina dopo, Adele venne svegliata dalla vibrazione del suo cellulare. 
Senza aprire gli occhi, la ragazza cercò di afferrare il telefono dal suo comodino con il braccio, ma si accorse che non c'era nessun mobile alla sua sinistra.
Presa dal panico, la mora spalancò gli occhi e improvvisamente gli avvenimenti della serata appena trascorsa le tornarono alla mente. 
Oh, porca puttana. 
Adele spostò lo sguardo alla sua sinistra, per trovare Harry profondamente addormentato e a torso nudo. 
Oh, porca puttana.
Alzando la coperta che aveva addosso, la ragazza si rese conto di essere completamente nuda.
Oh, porca puttana. 
In quel momento venne colpita da un altro flashback della nottata: Harry era sopra di lei sul letto, uno sguardo di pura beatituine sul viso, mentre ripeteva ossessivamente: "ti amo cazzo, ti amo."
Oh, porca puttana. 
Cercando di fare meno rumore possibile, Adele si alzò dal letto, infilandosi velocemente la biancheria intima che trovò sparsa per il pavimento della stanza, per poi precipitarsi a rispondere al telefono che non aveva ancora smesso di squillare: "Pronto?"
"Adele! Grazie al cielo hai risposto!" esclamò Sally dall'altra parte del telefono: "È la cinquantesima volta che provo ha chiamarti! Dove sei, stai bene? Sei sparita ieri sera!"
"Sto bene, scusa se sono scomparsa. Sono.. a casa di Harry." 
"Cosa?" chiese Sally sbalordita: "Harry? Harry Styles?"
"Proprio lui" confermò Adele: "C'era anche lui al club ieri sera e noi abbiamo.. noi siamo.. siamo stati insieme."
Adele si chiese come avrebbe reagito Sally alla notizia. Loro due non scendevano mai così nel personale, ma aveva bisogno di un'amica e la bionda era l'unica persona che riteneva tale al momento. 
La ragazza venne attraversata da una fitta di dolore al pensiero della sua amiciza persa con Kelly. 
Forse non era troppo tardi, ma Adele era troppo mortificata per cercarla. 
"Io- wow, Adele. Missione compiuta!" squittì trionfante. 
"Scusa?"
"Sapevamo che sarebbe stato lì ieri sera, Adele. È per questo che ti ci abbiamo portato. L'ha proposto Rider, io non ero sicura, ma quando mi hai detto che tu e Oliver avevate rotto ho capito che era una buona idea." spiegò la ragazza.
"Ma come- tu.. voi-" balbettò Adele, e dall'altra parte del telefono Sally rise: "Solo perché non parli della tua sofferenza non vuol dire che passi inosservata. Ti vogliamo bene, Adele e vogliamo che tu sia felice."
Adele era senza parole: "Io.. Non so cosa dire."
"Dimmi solo che avete fatto pace."
"No, Sally. Non è così semplice." disse la mora.
"Lo so, lo so. Ci vediamo più tardi e ne riparliamo, d'accordo?" propose Sally.
"Va bene" acconsentì Adele.
L'amica la salutò e la ragazza riattaccò con un sospiro: Solo perché non parli della tua sofferenza non vuol dire che passi inosservata.
È così che aveva detto Sally. 
Per tutto quel tempo, Adele pensava di averla tenuta ben nascosta, ma a quanto pare non l'aveva data a bere a nessuno: né a suo padre, né a sua sorella, né ad Oliver e a quanto pare nemmeno al suo gruppo di amici. 
Commossa, la ragazza pensò a quanto li aveva sottovalutati e a quanto forte avrebbe abbracciato Sally quel pomeriggio.
Anche se la serata con Harry era stata uno sbaglio, il loro desiderio di vederla felice le riempiva il cuore di gioia. 
La mora venne riportata alla realtà da un grugnito del ricciolo, che si rigirò fra le coperte, ancora completamente addormentato.
Non volendo assolutamente trovarsi ancora lì al risveglio del ragazzo, Adele raccolse i suoi vestiti in tutta fretta, infilandoseli il più velocemente possibile.
Avrebbe avuto tempo di pensare all'errore colossale che aveva fatto durante il lungo viaggio in treno, ora doveva solo uscire di lì prima di causare altri danni. 
Guardandosi una volta nello specchio accanto alla porta, Adele esultò, sollevata di essere riuscita a prepararsi in tempo record e senza svegliare Harry.
La ragazza aprì la porta e fece per uscire, ma in quel momento una voce dietro di lei la fermò: "Hey, dove stai andando?" 
La mora fu tentata dal correre via, non sarebbe mai riuscito a raggiungerla in tempo, ma era scappata già troppe volte per farlo di nuovo: "Sto tornando a casa." rispose, voltandosi: "Vivo a due ore da qui, in caso ti fossi dimenticato. Mio padre si starà chiedendo dove sono."
"Lascia che ti accompagni," offrì Harry, ancora mezzo addormentato: "dobbiamo parlare."
Adele sospirò: "Ascolta, Harry, dimentichiamoci tutto quanto, okay? Evidentemente era destino che io facessi.. quello.. con te per la prima volta," disse arrossendo, insultandosi mentalmente per non essere in grado di controllare l'evidente imbarazzo nel suo tono: "ma non significa niente."
"Non significa niente?" ripeté il ragazzo incredulo, alzandosi in cerca dei suoi boxer. 
Adele distolse lo sguardo, sempre più imbarazzata, fino a quando non ebbe la certezza che Harry si era coperto: "Esatto, è stato un incidente."
"Un incidente? Che cosa cazzo stai dicendo? Ti sei forse persa la parte in cui ti ho detto che ti amo?" esclamò lui, infilandosi una maglietta che tirò fuori da un cassetto.
"L'hai solo detto perché eri.. preso dal momento." replicò Adele, sinceramente convinta che quella fosse la verità.
"Cosa?" il ragazzo scosse la testa: "Adele, come te lo devo dire? Io ti amo."
La mora alzò gli occhi al cielo: "Smetti di dirlo, ti pre-."
"Anche tu l'hai detto." la interruppe lui: "Anche tu mi ami. Stavi mentendo?"
Lei non rispose.
"Stavi mentendo, Adele?" ripeté lui.
"N-no." ammise lei, stanca di mentire. 
Lui sorrise per un istante, prima di tornare serio: "E allora cosa ti fa pensare che io lo stessi facendo?"
"Perché non è possibile che tu possa amarmi, non c'è assolutamente nessuna possibilità che sia vero." spiegò Adele, mentre le lacrime cominciavano a scenderle lungo il viso.
Non di nuovo.
"Lo credi davvero?" domandò lui: "È per questo che tu ti stai.. facendo male da sola?" le chiese, indicando i suoi polsi. 
Come era solita fare, Adele coprì isintivamente i suoi polsi con le maniche della giacca: "Sì" mormorò debolmente, e dirlo ad alta voce non fece altro che farla piangere ancora di più.
Il ragazzo abbassò lo sguardo per qualche secondo, e quando lo rialzò Adele notò che gli occhi di Harry erano pieni di lacrime, proprio come suoi: "Mi dispiace di averti fatto questo." disse, la voce tremante: "Non penso che riuscirò mai a perdonare me stesso." concluse, cominciando a singhiozzare rumorosamente. 
"Non sentirti in colpa," mormorò Adele, pensando che la situazione era ai limiti del comico: "non è colpa tua se io non ero.. sai.. abbastanza. Avrei solo voluto che tu me l'avessi detto invece di agire alle mie spalle."
"Smetti di dire così, Adele, smettila!" gridò lui, avvicinandosi alla ragazza: "Pensi davvero che sia così stronzo? Pensi davvero venuto a letto con te dopo averti detto che ti amavo se non dicessi sul serio?"
"Smetti tu di ripetere che mi ami!" esclamò Adele di rimando: "Sappiamo entrambi che l'hai fatto solo perché ti facevo pena."
Harry rise tristemente: "Non ho speranze di convincerti finché non superi queste tue insicurezze, Adele. Hai bisogno di aiuto."
"Non mi serve l'aiuto di nessuno." ribatté lei furiosa.
"Invece sì, Adele e lo sai benissimo. Forza, ti riaccompagno a casa, ne parliamo in macchina." disse lui, raccogliendo i suoi pantaloni da terra e infilandoseli. 
"Non sono diretta a casa, non ancora." disse Adele. 
"Dove sei diretta?" chiese lui: "Ti ci porto io."
La ragazza prese un respiro profondo: "A casa di Oliver."
"Oh." fu tutto quello che riuscì a dire Harry: "Pensavo.. Ho assunto che vi foste lasciati."
"Come facevi a sapere che stavamo insieme?" 
"Lo sapevo e basta." tagliò corto il ragazzo.
"Ci siamo lasciati," confermò la mora: "ho solo bisogno di parlargli."
Il ragazzo annuì: "D'accordo allora, andiamo" acconsentì, buttandosi addosso una giacca. 
"Posso benissimo andarci da sola." disse Adele irritata, asciugandosi il volto con la maglia. 
"Forse non hai capito: non ho nessuna intenzione di perderti di vista. Andiamo." la incitò e insieme uscirono dalla stanza, mentre Harry cercava di asciugarsi furtivamente le lacrime, troppo orgoglioso per ammettere di aver pianto.
Adele era terrorizzata dall'idea di incontrare Louis, non era dell'umore adatto per una conversazione imbarazzante. 
Harry lo notò e la rassicurò: "Tranquilla, è con Eleanor."
La ragazza si rilassò e i due scesero nel parcheggio, entrarono in macchina e il ricciolo guidò fino a casa di Oliver. 
Fu un viaggio silenzioso, e quando arrivarono a destinazione Adele uscì dall'auto prima che Harry potesse dire qualunque cosa. 
La mora citofonò e riconoscendo la sua voce, Oliver la fece salire. 
"Hey, cosa ci fai qui?" le chiese il ragazzo non appena  la vide uscire dall'ascensore. 
"Volevo solo chiederti scusa. Per tutto. Per averti trattato in quel modo, ti meriti molto meglio." parlò Adele tutto d'un fiato, correndogli incontro e abbracciandolo forte.
Oliver sembrò confuso per qualche secondo, ma poi la strinse forte anche lui: "Non hai niente di cui scusarti, Adele." la rassicurò. 
Rimasero così per alcuni minuti, riscostruendo in silenzio la loro amicizia, riparando le ferite di entrambi, mentre Oliver la perdonava silenziosamente.
"Cosa ci fai qui a Londra?" domandò il ragazzo quando sciolsero l'abbraccio.
"Ero ad una festa e ho incontrato.. lui." raccontò Adele: "Ora è qui sotto che mi aspetta per riaccompagnarmi a casa."
Oliver si irrigidì, evidentemente ferito, ma cercò comunque di sorridere: "Bene. Avete molto di cui parlare. In effetti, anche io devo dirgli una cosetta o due." disse, prendendo la ragazza per mano e trascinandola con sé nell'ascensore.
Uscirono dal palazzo e Oliver fece segno ad Harry di uscire dalla macchina. 
Il ragazzo aprì la portiera e attraversò la strada: "Oliver" lo salutò.
"Styles, quanto tempo. Una parola per piacere."
I due ragazzi si allontanarono insieme, ma non abbastanza per non farsi sentire. 
"Sarò breve: falle del male di nuovo e ti ammazzo, non sto scherzando." Adele sentì Oliver dire.
"Non accadrà," promise Harry: "e se succede, hai il permesso di distruggermi." 
La ragazza vide Olive annuire: "Siete tornati insieme?" chiese.
"No. Non so se mi perdonerà mai. Ma non intendo arrendermi." spiegò Harry.
"Ha bisogno di aiuto, sai?" disse poi Oliver.
Adele ebbe un tuffo al cuore.
"Lo so." 
Ci fu un attimo di silenzio e poi la ragazza sentì Harry domandare: "Perché avete rotto?"
"Perché lei ama te." rispose Oliver alzando le spalle. 
Il ricciolo diede una pacca sulla spalla dell'altro ragazzo, ma lui si scostò: "Non mi toccare."
Risero entrambi, e Adele trovò quello scambio davvero assurdo e.. imbarazzante. 
I due raggiunsero nuovamente Adele, e la mora fece finta di niente.
"Pronta ad andare?" le chiese Harry. 
"Posso andare da sola." protestò lei.
"No." dissero Oliver e Harry all'unisuono.
"Vai con lui, fallo per me." la pregò Oliver e Adele sospirò: "Va bene cazzo, va bene."
La ragazza abbracciò ancora una volta l'ormai ex fidanzato, per poi entrare in macchina con Harry. 
Nessuno dei due parlò per almeno mezz'ora, e poi il ricciolo ruppe il silenzio: "Hai intenzione di dire a tuo padre del tuo.. problema?"
"Assolutamente no." 
"Adele-"
"No." lo zittì lei. 
"Se non lo fai tu lo farò io," promise il ragazzo: "quindi ti conviene parlargli questa sera, non appena torni a casa." 
"Non è giusto, io-" cominciò Adele ma lui non le permise di finire: "Ingiusto è quello che stai facendo a te stessa, amore."
"Amore?" ripeté Adele incredula.
"Hai sentito bene. Tu ami me e io amo te, anche se non ci credi. Perciò ti comunico ufficialmente che non ho nessuna intenzione di arrendermi con te, né ora, né mai." spiegò lui: "A proposito, ieri sera mi hai fatto il più bel regalo di compleanno della storia."
Adele sgranò gli occhi. Aveva compiuto gli anni la sera prima, si era completamente dimenticata. 
"Auguri." disse, guardando fisso la strada davanti a sé: "Mi ero scordata."
"Comprensibile, dato che eravamo impegnati a fare altro." scherzò il ragazzo, con quel suo tipico sorrisetto.
La ragazza alzò gli occhi al cielo: "Piantala, per favore."
"Nemmeno per sogno: siccome non credi ad una parola di quello che dico, ho deciso di diventare più.. aggressivo."
Adele non credeva alle sue orecchie: perché insisteva tanto? Perché era così determinato a farle credere che l'amava quando non era vero? 
"Se proprio vuoi parlarne, non credo di averti fatto un gran regalo, sono sicura che una qualunque delle tue amichette potrebbe fare di meglio, in fondo loro hanno l'esperienza che a me manca." replicò acida.
Se voleva davvero giocare, allora avrebbero giocato in due. 
Il ragazzo ridacchiò: "Ieri notte è stata la più bella della mia vita."
La mora ne dubitava altamente, ma siccome non riuscva a pensare ad una risposta abbastanza velenosa, decise di optare per la verità: "Anche per me."
Harry sorrise tra sé e rallentò la macchina fermandosi ad una stazione di servizio. 
Scesero entrambi dall'automobile, lui per fare benzina e lei per sgranchirsi le gambe. 
Il ragazzo fece il pieno e Adele si offrì di pagare per lui.
"Non serve." le disse il ragazzo.
"No, davvero, aspetta." protestò lei, cercando il suo portafogli nella borsa. 
Mentre frugava però, la tracolla le cadde per terra e lei si chinò a raccoglierla.
"Ecco, quello è un panorama che mi era mancato." commentò Harry, fissando il suo didietro senza alcun tipo di vergogna.
Adele arrossì violentemente, alzandosi in tutta fretta: "Hai intenzione di continuare per molto?" domandò spazientita.
"Finché non accetterai il fatto che io sono innamorato di te." rispose lui serio. 
"Non trattenere il respiro, allora." replicò lei, rientrando in macchina. 
Harry continuò con le sue battute spinte per il resto del viaggio, e Adele avrebbe sinceramente voluto fargli del male fisico. 
Non riusciva a capire perché si stesse comportando in quel modo, e la frustrazione rischiava di farla scoppiare. 
Quando arrivarono davanti a casa sua, Adele entrò nel panico: "Io.. non so se posso farlo."
Lui le prese la mano: "Vuoi che venga dentro con te?"
Lei rise: "Stai scherzando? Mio padre ti ucciderebbe." 
"Probabilmente hai ragione."
"Oltretutto, ancora non capisco perché sei così.. ostinato." disse lei.
"Perché ti amo." ribadì lui per l'ennesima volta: "Ma non mi crederai finché non chiederai aiuto, Adele."
La ragazza ci pensò su per un secondo: avrebbe davvero voluto credergli, ma non le sembrava in nessun modo possibile, e per la prima volta si rese conto che si trattava di un handicap mentale, un handicap che era probabilmente legato alle sue tendenze autolesioniste. 
"Forse ho davvero bisogno di aiuto." realizzò ad alta voce. 
"Prometti che ne parlerai con tuo padre." 
"Lo prometto." 
Harry sorrise e si avvicinò per baciarla, ma lei si scostò: "No. Non ancora."
Il giovane annuì: "Lo capisco."
Adele uscì dall'auto e la testa di Harry fece capolino dal finestrino: "Chiamami, ti prego."
"Va bene." acconsentì lei, troppo esausta per ribattere. 
"Ti a-"
"Non dirlo più, per favore. Almeno non adesso." lo interruppe lei. 
Il ricciolo fece segno di sì con la testa: "A presto, allora." la salutò, prima di fare retromarcia e sparire dietro l'angolo. 
La ragazza lo guardò andare via e poi con un sospiro si voltò ed entrò in casa. 
"Oh, sei tornata." le disse il padre quando la vide: "Ti sei divertita?"
"Papà, ti devo parlare."


 
Tre giorni. 
Erano passati tre lunghissimi giorni e Harry non sapeva più dove sbattere la testa.
Non voleva farle pressione, ma il silenzio lo stava uccidendo. 
"Chiamala e basta," gli disse Zayn, stanco di guardare l'amico fare avanti e indietro per la stanza: "sei insopportabile da tre giorni, non se ne può più."
"D'accordo, la chiamo. Ora la chiamo." disse, cercando di convincere sé stesso di stare facendo la cosa giusta.
Volendo rimanere da solo, il ragazzo si alzò e andò a chiudersi in camera sua. 
Dopo alcuni squilli, una voce che non era quella di Adele rispose: "Pronto?"
"Sono Harry, stavo cercando Adele."
"Oh, sei tu. Io sono Lottie, sua sorella."
"Ciao, Lottie. Ho sentito tanto parlare di te." le disse, sempre più nervoso: "Lei dov'è?"
"A Londra, in un centro di riabilitazione. Le hanno proibito di portare il telefono e anche di vedere te." 

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Capitolo 13
*** Chapter 13 ***


Scusate il ritardo ma non mi sono sentita molto ispirata ultimamente. Spero vi piaccia il capitolo, il prossimo dovrebbe arrivare più in fretta.

Chapter XIII
 
Toc toc.
"A-van..t..i"
"Harry?"
"Ho detto avanti!" 
La porta della camera da letto si aprì e Louis entrò: "Hai intenzione di uscire dal letto oggi?" gli chiese. 
"No." mormorò debolmente Harry, seppellendo la testa sotto al suo cuscino.
Louis sospirò e si sedette sul letto, dando una pacca sulla gamba dell'amico: "Dovrai farlo prima o poi, lo sai? La prossima settimana ricominciamo col lavoro e-"
"Non me ne potrebbe fregare di meno del lavoro." tagliò corto Harry, la voce cammuffata dal cuscino.
"Lo capisco," disse Louis: "ma non puoi continuare così. Quand'è l'ultima volta che hai mangiato qualcosa di sano?" chiese, osservando il pavimento della stanza, ricoperto di cartoni di pizza e pacchetti vuoti di patatine.
"E soprattutto," aggiunse poi: "quand'è l'ultima volta che ti sei lavato?"
Harry imprecò sottovoce, ma le parole non sfuggirono alle orecchie dell'amico: "Oh, quanto sei dolce." commentò, per poi alzarsi e strappare il cuscino con cui Harry si stava coprendo la faccia dalle sue mani: "Senti: so che non te la fanno vedere, so che non la senti da quasi due settimane, so che fa male, so che sei arrabbiato con tutti. Ma devi fare qualcosa."
"E cosa cazzo posso fare, Lou?" sbottò Harry, cercando di riacchiappare del suo cuscino.
Louis si scostò e poi se lo nascose dietro la schiena, determinato ad aiutare l'amico ad uscire da quel tunnel autodistruttivo: "Non lo so, parla con suo padre!"
"Suo padre mi odia." biascicò Harry: "E non posso certo biasimarlo."
Con uno scatto, il ricciolo rientrò in possesso del cuscino, e se lo portò al petto come un pupazzo. 
"Sicuro di amare Adele?" domandò Louis, alzando un sopracciglio: "Mi sembra che tu e quel cuscino abbiate un'intesa non male."
"Non è divertente." disse Harry, sentendosi stremato anche se aveva passato gli ultimi sette giorni sdraiato sul suo letto.
"Andiamo, Harry, ci sarà pur qualcosa che possiamo fare." lo incitò Louis.
Il ragazzo ci pensò sopra per qualche minuto, e un'idea si formò nella sua mente: "Tutte le volte che ho provato a vederla mi hanno cacciato. A quanto pare le uniche persone autorizzate a vederla sono suo padre e sua sorella. Ma forse, se tu entri e distrai le infermiere alla reception, io posso provare sgattaiolare dentro."
Louis scosse la testa divertito: "Non funzionerà mai, Harry."
Harry abbassò lo sguardo, deluso. Ma prima che potesse dire altro, Louis scoppiò a ridere: "Proviamoci."
 
 
 
Due ore più tardi, dopo aver mangiato una colazione decente ed essere stato costretto da Louis a farsi una doccia, Harry parcheggiò l'auto non molto lontano dal centro di riablitazione di Adele, sentendosi sempre più nervoso.
"Ripetimi il piano ancora una volta."
"No, Harry, mi rifiuto. O la va o la spacca. Andiamo, forza." disse Louis, uscendo dalla macchina e facendo segno all'amico di seguirlo.
Harry prese un respiro profondo e raggiunse l'amico.
Una volta davanti all'entrata della clinica, Louis posò una mano sulla spalla del ricciolo: "Fai il più veloce possibile, dubito che riuscirò a distrarle per molto."
Harry annuì e guardò l'amico entrare nell'ingresso e avvicinarsi al bancone della reception: "Salve, mi chiamo Louis Tomlinson e sono qui per vedere Adele Brown."
Il ricciolo entrò a sua volta e si nascose dietro alla grande pianta accanto alla porta. 
"Mi dispiace signor Tomlinson, ma alla signorina Brown è vietato ricevere visitatori che non siano membri della famiglia." disse l'infermiera, che avrà avuto all'incirca venticinque anni.
"Oh, davvero?" domandò Louis, fingendosi deluso. 
"Sì." replicò secca la ragazza: "Posso fare altro per lei?" 
"In effetti sì." rispose Louis, e la sua voce di fece più bassa e sensuale: "Ti hanno mai detto che hai due occhi stupendi?"
L'infermiera ridacchiò nervosamente, e Harry capì che quella era la sua chance. 
Mentre l'amico si appoggiava al bancone per flirtare con la ragazza e distrarla completamente, il ricciolo si lanciò lungo il corridoio della clinica, voltandosi ogni secondo per assicurarsi di non essere seguito. 
Dopo aver percorso gran parte del lungo corridoio, il ragazzo si appoggiò al muro per riprendere fiato, e il suo telefono vibrò.
Fin troppo facile. Ora sta a te. Buona fortuna. Lou.
Harry sorrise fra sé, e rispose al messaggio con infiniti ringraziamenti, prima di sentire delle voci avvicinarsi. 
Una femminile e una maschile.
Un dottore e un'infermiera.
Preso dal panico, il ragazzo si voltò e notò una porta di servizio dalla quale uscì, per ritrovarsi nel giardino della clinica.
Perfetto, era praticamente di nuovo punto e a capo.
Alzando lo sguardo però, Harry si accorse che una finestra era aperta, e che una grondaia ricoperta di edera gli avrebbe permesso di raggiungerla.
Non era troppo alto, e lui non aveva mai sofferto di vertigini, perciò decise di farlo.
Una volta dentro avrebbe potuto provare di nuovo a cercare Adele.
Le cose che si fanno per amore, pensò.
Il ragazzo si arrampicò lentamente, cercando di restare concentrato e di non fare troppo rumore.  
Le mani gli sudavano, e la distanza dal terreno era molta più di quanto avesse calcolato.
Non ce l'avrebbe fatta, stava per cedere, quando improvvisamente, girando la testa a destra, Harry si accorse di essere giunto a destinazione.
Spostò prima una mano e poi l'altra sul davanzale della finestra aperta e poi, con una spinta, il ragazzo rotolò dentro alla stanza. 
"Ouch!" protestò, cadendo rovinosamente sul pavimento.
"Harry?"
Il suo cuore si fermò.
Lentamente, il ragazzo si alzò da terra e fu allora che la vide. 
Sembrava stanca, era pallida e senza trucco e indossava un vestito che assomigliava fin troppo a un camice, ma era bellissima.
Come sempre.
"Adele" disse piano, come se avesse paura di vederla sparire se avesse alzato troppo la voce.
"Cosa ci fai qui?" chiese lei confusa, ma aprendosi comunque il un sorriso.
"Dovevo vederti, stavo per impazzire senza nessuna notizia." spiegò il ragazzo, sedendosi accanto a lei e prendendole la mano: "Non pensavo di trovarti al primo tentativo."
In quel momento qualcuno si schiarì la voce, e Harry si rese conto che non erano soli. 
Un uomo li fissava da dietro i suoi occhiali rotondi. 
Era seduto su una poltrona e teneva in mano un blocco note: "Tu devi essere il famoso Harry Styles." disse l'uomo.
Harry fece segno di sì con la testa: "E-e lei è?" domandò nervoso.
"È il mio terapista." spiegò Adele: "Ti sei davvero arrampicato dalla finestra per vedermi?" chiese poi, incredula.
"Per te questo ed altro." rispose Harry, e non si era mai sentito più innamorato.
L'uomo finse un colpo di tosse per attirare nuovamente la loro attenzione: "Mi dispiace interrompervi, ma tu non dovresti essere qui."
"Oh. Giusto. Lo so. Volevo.. Volevo solo vederla."
Harry si alzò, ma prima che potesse fare un passo, il terapista parlò di nuovo: "Tuttavia, dato che ormai sei qui, penso che tu possa rimanere per il resto della seduta. Dopotutto, gran parte delle vicende di Adele riguardano te."
Il ricciolo si sentì invaso da quel senso di colpa che l'aveva lasciato in pace negli ultimi giorni, e sentendosi improvvisamente pesante, il ragazzo si risedette: "Per te va bene?" domandò poi il terapista ad Adele, e lei annuì.
"D'accordo. Harry, che cosa provi per Adele?" chiese l'uomo, preparandosi a prendere nota della risposta del ragazzo.
Il giovane si voltò verso di lei, e guardò il suo volto per alcuni secondi.
Sei bellissima.
"Io la amo." disse semplicemente, e quasi non se ne accorse perché le parole gli uscirono dalla bocca in modo naturale, facile.
Adele arrossì e distolse lo sguardo. 
"E tu cosa mi dici, Adele?"
"Anche io." mormorò, e Harry si sentì bene.
Intero.
Gliel'aveva sentito dire solo una volta, e fino a quel momento aveva vissuto nella paura che lo avesse detto solo perché gli faceva pena.
La voce dell'uomo però fece scoppiare la sua bolla temporanea di felicità: "Ma non pensi che lui sia sincero, non è così?"
"No. Voglio dire, forse. Non lo so. Perché mi avrebbe chiesto di uscire quando ci siamo conosciuti, perché mi avrebbe continuato a invitare fuori, perché mi avrebbe riaccompagnato a casa quel giorno dopo il suo compleanno, perché continuerebbe a ripeterlo, perché si sarebbe arrampicato su per il canale di scolo se non fosse così? Eppure.."
"Eppure?" la incitò Harry, curioso di sapere dov'era il problema, desideroso di capire e di aiutarla a guarire una volta per tutte.
"Eppure come puoi amarmi? Io sono così.. orrenda e mediocre, sotto ogni punto di vista." esclamò la ragazza, sul punto di scoppiare a piangere.
No, niente più lacrime, pensò Harry.
"Adele, non dire così. Tu sei perfetta per me, sei perfetta."
"Allora perché hai sentito il bisogno di tradirla?" domandò il terapista, e in quel momento Harry decise che lo odiava, anche se l'argomento andava affrontato prima o poi.
"Perché non volevo.. Io non volevo amarti." confessò Harry, proprio come la sera quando avevano fatto l'amore, sperando di essere più esauriente questa volta: "Come ti ho spiegato, non ero pronto per una relazione. E ho dovuto mandare tutto a puttane prima di rendermi conto che senza di te non posso stare."
"È una spiegazione sufficiente per te, Adele?" intervenne l'uomo, rivolgendosi alla ragazza: "Per il suo tradimento?"
Lei annuì: "Lo è. Ma io.. Io dubitavo che tu potessi provare qualcosa di sincero per me anche prima e dopo quello che è successo io.."
"Hai iniziato a farti del male." concluse il terapista per lei, e Harry sentì il bisogno completamente irrazionale di colpirlo dritto in faccia.
"Sì." confermò la ragazza, per poi voltarsi verso Harry e fissarlo dritto negli occhi: "La prima volta che ti ho visto avevi ancora sedici anni. Votavo per te e i ragazzi ogni settimana, guardando ogni stupido video diario e ogni singola intervista, aspettando con ansia che la voce vi annunciasse. E poi, poco prima che il programma finisse, siete venuti a cantare nella mia città. La città mia e di Liam. E io ti ho visto per la prima volta. Tu non hai visto me ovviamente, ma io ti amavo già. Certo, un tipo di amore diverso perché non ti conoscevo, ma mi sentivo già così legata a te. Tu sei così.. Sei il sogno di ogni ragazza. Come puoi amare me?"
Harry dovette ricacciare indietro le lacrime, sempre più consapevole del dolore che il suo egoismo aveva causato: "Sono i tuoi capelli," cominciò poi: "il modo in cui cerchi sempre di acconciarli in modo diverso ma finisci sempre col lasciarteli ricadere sulle spalle perché anche se gli imprechi sempre contro, segretamente ti piace il modo in cui non sono né troppo lisci né troppo ricci. Sono i tuoi insulsi piccoli polsi. È il tuo allucinante senso dell'umorismo, ma questo già lo sai. È il modo in cui mi guardi. È il tuo profumo. È la ridicola passione con cui ami certi personaggi di film, telefilm, eccetera. È il modo in cui canti quando pensi che nessuno ti senta, proprio come quando ci siamo incontrati. È l'espressione sul tuo volto quando leggi qualcosa che ti piace sul serio. È come hai scelto il tuo lavoro estivo per provare ad incontrare me e i ragazzi. È come ti vesti. È il modo in cui cerchi disperatamente di essere forte e interessante perché non ti rendi conto di esserlo già. È la tua preoccupante ossessione per quelle caramelle alla frutta. È il modo in cui ti commuovi così facilmente. È il tuo corpo. È il tuo viso. È la tua risata. E come già sai, è il modo in cui arrossisci. È per questo che ti amo, perché sei tu. Perché mi hai colpito quel giorno alla casa discografica, perché non hai ancora smesso di farlo."
Adele aveva cominciato a piangere silenziosamente, e Harry le accarezzò il viso, asciugandogli via le lacrime: "Se non ti convince tutto questo, non so cosa può farlo. Tu sei la mia popstar, Adele. So che suona banale, proprio come in uno di quel film da ragazzine che ti piace guardare, ma sei tu la mia star."
"Qu-quei film piacciono anche a te." fu l'unica risposta di Adele, che stava quasi tremando.
Harry rise: "È vero, cazzo, è vero."
Il terapista, che era rimasto in silenzio fino a quel momento, si rivolse ancora una volta alla ragazza: "Che cosa mi dici, Adele? Ti sembra possibile? Gli hai creduto questa volta?"
Adele si asciugò il viso nella manica del camice, e poi sorrise: "Ad ogni singola parola."
L'uomo annuì compiaciuto: "La tua guarigione, Adele, quella vera, comincia oggi."
Harry voleva mettersi a urlare di gioia, mettersi a correre per le strade e dire a tutti che Adele stava guarendo, voleva gridare ai quattro venti quanto dannatamente l'amasse, ma quando lei gli accarezzò il braccio e si avvicinò per baciarlo, prendendo l'iniziativa per la prima volta dopo il tradimento del ragazzo, il suo cervello si spense completamente e Harry si abbandonò alla spensieratezza del momento, sapendo che non sarebbe durata, c'era ancora tanta strada da fare.
"Mi impedirai ancora di dirti che ti amo?" le chiese quando si staccarono.
"Mai più."

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Capitolo 14
*** Chapter 14 ***


Grazie mille per le recensioni come sempre. Enjoy!

Chapter XIV

"Allora, come stai?"
Era una bella giornata, e Adele si sentiva serena.
Felice che il suo ragazzo l'avesse fatta evadere per qualche ora per portarla al parco, felice di trovarsi all'aria aperta in una mattinata così meravigliosa, perciò la risposta le uscì facilmente: "Sto bene." disse allegra.
Lui la fissò per qualche secondo, forse per cercare dei segni di tristezza sul suo viso, ma quando non ne trovò nessuno si allargò in un sorriso e la baciò velocemente, prendendola per mano.
Passeggiarono per almeno un'ora, e poi quando Harry le comprò un gelato trovarono una panchina, e Adele si sdraiò, appoggiando la testa sulle gambe del ragazzo.
"Pensavo mi avresti dimenticato, sai." mormorò poi all'improvviso, dopo alcuni minuti di silenzio.
"Cosa?" domandò Harry confuso.
"Quando ho detto a mio padre del mio problema, lui ha subito telefonato alla clinica. Evidentemente si era già documentato e aspettava solo che io parlassi. Quando siamo arrivati mi hanno detto che non potevo vedere nessuno, e mi hanno subito portato via il cellulare. Non ti ho nemmeno potuto avvertire. Ho pensato.. Ho pensato che ti saresti messo l'anima in pace e saresti passato avanti." confessò la ragazza con un sospiro.
"Non avrei mai potuto farlo, Adele, lo sai." disse lui, chinandosi a baciarle i capelli.
"Lo so adesso." 
Harry si chinò di nuovo, e questa volta la baciò sulle labbra: "Sai di cioccolata!"
"Beh cosa ti aspetti se mi compri un cono al cioccolato?"
Risero entrambi, e poi Adele si fece di nuovo seria: "Non è colpa tua, sai? Quello che mi è successo. Sono sempre stata insicura, era mia madre quella che mi ripeteva sempre quanto fossi bella, poi lei se n'è andata e.." la ragazza non riuscì a terminare la frase.
Lui intrecciò le dita della sua mano sinistra con quelle della ragazza, e poi sospirò: "Ti manca molto, non è vero?"
Adele annuì: "Ogni giorno."
"È anche colpa mia però." disse Harry sottovoce: "Sono stato io la goccia che ha fatto traboccare il vaso."
La ragazza si alzò per guardarlo dritto negli occhi, e gli posò una mano sulla spalla: "Io ti ho perdonato, ora perdona te stesso, per piacere."
Il ricciolo la abbracciò strettissima, respirando il suo profumo: "Ti amo." le sussurrò nell'orecchio.
"Anche io. Ma non tradirmi mai più."
Harry stava per dirle che sarebbe morto piuttosto di commettere di nuovo un errore così grosso e stupido, quando una ragazza si avvicinò alla panchina dove erano seduti: "Sei.. Harry Styles, non è vero?" domandò rivolta al ragazzo.
Lui sorrise e annuì.
"Oh. Mio. Dio." esclamò lei, voltandosi a chiamare le sue amiche che si trovavano a qualche metro di distanza: "Mary, Sarah, è lui! Venite!"
Le due ragazze si avvicinarono, e Harry firmò loro un autografo, per poi posare in una foto abbracciato alle tre fan.
Adele sorrise pensando a quando avrebbe ucciso per una foto con Harry, neanche troppo tempo prima.
Il ricciolo era gentile e pieno di attenzioni nei confronti delle ragazze, e lei pensò a quanto terribilmente lo amasse.
Dopo la foto il ragazzo fece qualche battuta e si fermò a chiaccherare per qualche minuto, e piano piano un capannello di persone si fermò.
Nel giro di qualche minuto si creò una vera e propria fila di fan che volevano fare una foto con lui.
Il ragazzo si voltò e mormorò uno "scusa" ad Adele, ma lei gli fece segno di non preoccuparsi.
Lo guardò posare per una fotografia dopo l'altra, alcune ragazze lo baciavano sulla guancia, altre facevano facce stupide, e Adele sorrideva divertita nel guardarlo interagire con loro.
Piano piano però, il gruppo di fans aumentò pericolosamente, e Adele perse di vista Harry.
La ragazza si alzò e si fece strada nella bolgia, e quando finalmente riuscì nuovamente a posare gli occhi su di lui, una fan gli stava porgendo un pezzetto di carta: "Chiamami se ti va, okay?"
Adele sentì il suo cuore fermarsi per un secondo.
Harry sembrava completamente interdetto: "Oh. Scusa, ma non succederà. Sono qui con la mia ragazza." disse, voltandosi a cercare Adele, ma senza vederla.
"Vi siete già lasciati una volta. Succederà di nuovo." disse la ragazza con un'alzata di spalle, per poi voltarsi e sparire nel gruppo di persone.
Fu in quel momento che Harry vide Adele: "N-no. Adele, non la ascoltare, io.."
Il suo viso era un misto tra l'incredulo e l'arrabbiato: "Glielo vado a restituire.. Tu aspetta qui. No-non lasciare che quella frase rovini tutti i tuoi progressi, ti prego." le disse, prima di afrettarsi a rincorrere la ragazza.
Adele era rimasta paralizzata e registrò a malapena le parole di Harry.
Girò meccanicamente sui tacchi e corse via, volendo sparire prima che lui tornasse.
Non era la frase di per sé che l'aveva fatta stare male.
Sapeva che lui l'amava.
Era il suo gruppo di fans.
Lei era una di loro, perciò non aveva niente in contrario quando fermavano Harry per un autografo, ma cosa sarebbe successo quando se ne sarebbe presentata una stupenda?
Sapeva che lui l'amava, ma se un giorno avesse smesso di farlo? 
La ragazza tornò alla clinica a piedi, e la mezz'ora di camminata gli diede tempo di pensare.
Stava lasciando che le sue paranoie avessero la meglio un'altra volta, e non poteva, non voleva permetterlo.
Avrebbe voluto chiamare Harry e scusarsi, ma il suo cellulare era a due ore di distanza da lì.
O almeno lo pensava.
Nello stesso istante in cui entrò nella sua stanza, Adele sentì la suoneria del suo telefono a tutto volume, e la sua testa si voltò di scatto verso il suono.
Oh, cazzo.
"È la centesima volta che squilla." disse suo padre: "Evidentemente è così disperato anche da chiamarti sapendo che non risponderai."
"Papà-"
"Dovrò dire alle infermiere di sorvegliarti ventiquattro ore su ventiquattro, a quanto pare." sentenziò l'uomo, serio.
"Papà, io-"
"Non hai il permesso di vederlo, Adele. Non hai il permesso di vedere nessuno. E soprattutto non puoi uscire."
"Ma io sto meglio, davvero. E non penso che rimanere chiusa qua dentro sette giorni su sette sia così salutare." cercò di difendersi Adele.
In quel momento qualcuno bussò alla porta.
"Avanti." dissero Adele e suo padre contemporaneamente, e un infermiera entrò nella stanza: "Scusi signor Brown, ma questo ragazzo era così insistente e la sicurezza è già impegnata in questo momento."
Il volto di Harry fece capolino da dietro la spalla della donna: "Adele-" cominciò Harry, senza accorgersi della presenza del padre della ragazze.
"Fuori." lo interruppe l'uomo, alzando pericolosamente la voce: "Sei tu la ragione per cui lei è qui. Fuori."
Harry sgranò gli occhi, totalmente in preda al panico: "Signor Brown-"
"Ho detto fuori!" urlò l'uomo, prima di chiudergli la porta in faccia.
"Papà!" gridò Adele idignata0 per poi riaprire la porta: "Harry!"
"Adele, mi dispiace per quello che è successo oggi!" esclamò lui mentre un tizio della sicurezza che era arrrivato nel frattempo lo trascinava via.
La ragazza sentì una mano sulla sua spalla: "Non puoi vederlo Adele, sono stato chiaro? E questo weekend io e tua sorella staremo qui con te."
Adele sbuffò, ma non disse nulla.
Protestare era inutile.
E così, rassegnata, mise su un sorriso falso e rientrò nella sua camera insieme al padre.
 
 
 
"-E poi ha detto che non la posso vedere, ti rendi conto?"
"Sì.."
"Perché non si mette in testa che io la amo?"
"Lo so.."
"Non so più cosa fare, mi capisci?"
"Certo.."
Harry alzò lo sguardò e squadrò il suo manager seduto alla sua scrivania: "Pensavo che magari potresti parlarci tu. Magari ti ascolterebbe."
"A questo proposito, Harry.." cominciò l'uomo con un sospiro, fissandolo con uno sguardo serio: "Non penso dovresti contiunare a vederla."
Il ragazzo si irrigidì: "Puoi ripetere, scusa?"
"È solo che.. Non va bene per la tua immagine. È una ragazza così ordinaria, e tu sei sempre stato quello che flirta."
"Liam e Louis hanno delle ragazze." osservò Harry, sentendo la rabbia montare.
"Sì, ma Danielle è una ballerina ed è piuttosto introdotta nello show business."
"Eleanor no però."
"Eleanor si tiene fuori dal radar." spiegò l'uomo: "Adele ha dei problemi seri, problemi che sono esposti al pubblico."
Harry rimase in silenzio per qualche secondo, completamente incredulo.
"Mi dispiace, Harry ma-"
Il ragazzo non lo lasciò finire, si alzò di scatto e uscì sbattendo la porta.
Non poteva crederci.
Era tutto così incasinato.
Quando le cose cominciavano ad andare bene, ecco che spuntavano altri problemi all'orizzonte.
Non avrebbe lasciato che le circostanze rovinassero tutto, e soprattutto avrebbe fatto capire al padre di Adele che non aveva intenzione di andare da nessuna parte.
Tornò a casa in tutta fretta e radunò il resto del gruppo nel suo salotto.
"Cosa c'è di così importante da svegliarci così presto, Harry?" chiese Niall.
"È quasi mezzogiorno." disse lui, alzando gli occhi al cielo.
"Una volta anche tu ti svegliavi tardi. Poi ti sei innamorato e.. Aaaaaaaah." lo prese in giro Zayn, e gli altri risero.
"Statemi a sentire per favore." li interruppe serio Harry: "Il padre di Adele mi odia, sono abbastanza sicuro che lei ce l'abbia con me e il management mi ha detto senza troppi peli sulla lingua che dovrei rompere con lei."
I ragazzi lo guardarono sbalorditi.
"È assurdo." commentò Liam e gli altri annuirono.
"Non hai intenzione di farlo vero?" chiese Louis, e Harry fece segno di no con la testa.
"Sono davanti a tre problemi piuttosto grossi, e ho pensato ad un modo per risolverli tutti contemporaneamente."
"E quale sarebbe?" domandò Zayn.
Harry sorrise: "Vi dispiace se faccio io il discorso di ringraziamento dopo l'esibizione in TV di domani sera?"

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Capitolo 15
*** Chapter 15 ***


Breve ma intenso. Grazie per le recensioni, e grazie anche perché 100 di voi hanno messo questa storia nelle seguite. Grazie anche a chi l'ha messa nelle preferite eccetera. Siccome siete così gentili da leggere questa storia, vi spiacerebbe dare un'occhiata anche alle altre sulla mia pagina? Così, se vi annoiate o roba del genere. Enjoy!

Chapter XV

"Sei pronto?"
Harry annuì alla domanda dell'amico.
Era nervoso come non si era sentito da tanto tempo, ma era pronto.
Il presentatore li annunciò, e le fans cominciarono a gridare.
Liam iniziò a cantare, e le luci del palco gli accecarono la vista per un secondo.
Vedendoli arrivare, il pubblico fece ancora più rumore, coprendo quasi le loro voci.
L'esibizione passò in un secondo, come sempre, e quando terminarono, il presentatore si avvicinò: "Signore e signori, gli One Direction con il loro ultimo singolo One Thing."
I ragazzi sorrisero e ringraziarono, e poi l'uomo si rivolse ad Harry: "Ora, Harry, mi hanno detto che hai qualcosa da dire, non è vero?"
Lui fece segno di sì con la testa, e dopo aver preso un respiro profondo parlò: "Innanzitutto volevo ringraziare tutti voi a nome della band, dobbiamo tutto ai nostri fans e vi saremo eternamente grati."
La folla scoppiò in un sonoro applauso, e Harry sorrise prima di continuare: "E ora, vorrei aggiungere qualcosa: non mi piace parlare della mia vita privata così apertamente, ma come tutti sapete sono in una relazione da circa sette mesi."
Nella sala calò il silenzio più assoluto. 
Ogni singola persona lo stava fissando intensamente.
Il ragazzo deglutì rumorosamente e poi proseguì: "Probabilmente saprete anche che ci sono stati degli alti e bassi. Ma quello che non sapete, è che quando canto la canzone che abbiamo appena cantato, io penso a lei. E perciò, qua davanti a tutti, per quanto sdolcinato e imbarazzante sia, voglio che sappiate che niente e nessuno ci può dividere, non più. E spero che tutti lo possano capire."
Il ricciolo terminò e nessuno disse nulla per qualche secondo.
Poi, improvvisamente, la folla scoppiò in un altro applauso, più forte di tutti gli altri precedenti, e Harry notò un cartellone che diceva "Harry e Adele per sempre". 
Harry ridacchiò: a volte non avere privacy poteva avere dei lati positivi.
"Beh, Harry, hai dato un sacco di cui parlare ai giornali di domani!" commentò il presentatore, prima di congedarli.
"Ben fatto, internet esploderà stasera." commentò Louis quando scesero dal palco.
"C'è solo una persona di cui mi interessa sapere la reazione." rispose.
Aveva zittito tutti in una sola mossa.
Il pubblico, il management, anche se sarebbero stati furiosi, e il padre di Adele.
Sperava solo che quel gesto così eclatante bastasse.
 
 

Sapeva che si sarebbe esibito in televisione quella sera.
Glielo aveva detto un paio di giorni prima, e Adele se l'era segnato sul calendario.
Il padre non l'aveva lasciata sola un secondo, ma all'ora giusta, Adele fece in modo di trovarsi nella sala della televisione con lui e sua sorella, e si sintonizzò con nonchalance sul canale giusto.
"Adele, guarda!" esclamò la sorella quando annunciarono il gruppo, e lei si finse sorpresa.
Il padre alzò gli occhi al cielo, ma non disse niente.
Adele sorrise per tutta la durata della canzone, senza riuscire a distogliere lo sguardo dal viso di Harry per un secondo.
Quando la performance si concluse, Harry prese la parola, e quando annunciò di avere qualcosa da aggiungere, Adele alzò il volume, incuriosita.
"Non mi piace parlare della mia vita privata così apertamente, ma come tutti sapete sono in una relazione da circa sette mesi."
Il cuore di Adele cominciò a battere all'impazzata.
"Beh, tecnicamente siete stati insieme solo tre mesi." commentò Lottie, e Adele le intimò di tacere.
"Probabilmente saprete anche che ci sono stati degli alti e bassi. Ma quello che non sapete, è che quando canto la canzone che abbiamo appena cantato, io penso a lei. E perciò, qua davanti a tutti, per quanto sdolcinato e imbarazzante sia, voglio che sappiate che niente e nessuno ci può dividere, non più. E spero che tutti lo possano capire."
Adele spalancò la bocca e continuò a fissare lo schermo anche dopo la fine della trasmissione.
"Wow." mormorò Lottie: "Potrei essermi innamorata del tuo ragazzo." scherzò, ma la sorella non rispose.
Aveva annunciato il suo amore in diretta nazionale.
Qualcosa dentro di lei si mosse, era come se quell'annuncio le avesse dato delle sicurezze.
Il fatto che lui avesse detto a tutti che era suo e solo suo la faceva sentire tranquilla e senza preoccupazioni per la prima volta dopo mesi e mesi di ansia e frustrazione.
"Io-" cominciò la ragazza, rivolgendosi al padre.
"Vai." la interruppe lui, indicando la porta: "Ma digli che ho bisogno di parlargli il più presto possibile."
Adele annuì e lo ringraziò con un bacio sulla guancia.
Afferrò la giacca dall'appendiabiti e uscì dalla clinica, comunicando all'infermiera della reception che aveva ricevuto un permesso speciale. 
Saltò sul primo taxi, troppo di fretta per prendere la metropolitana. 
Voleva vederlo, voleva ringraziarlo, voleva fargli capire quanto significasse quello che aveva fatto per lei.
Voleva lui.
Mentre l'auto partiva e si immetteva nel traffico di Londra, Adele tirò fuori il cellulare e premette qualche tasto: "Hey, Louis, sono io. Puoi farmi un favore?"

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Capitolo 16
*** Chapter 16 ***


Abbiamo superato le 100 recensioni, yeeee! Spero vi piaccia anche questo capitolo, enjoy. :)

Chapter XVI
 
"-Cosa diavolo pensavi di fare? Ti rendi conto della figuraccia che ci hai fatto fare?"
Harry alzò gli occhi al cielo, cercando con tutte le sue forze di non sbuffare.
Il suo manager gli stava urlando addosso da almeno mezz'ora.
"Te l'ho detto, ho fatto quello che ritenevo giusto." disse pacato, mentre saliva le scalette del suo condominio.
"Fai che non succeda mai più una cosa del genere Harry, l'unica ragione perché non ti abbiamo silurato è perché tu e i ragazzi siete enormi in questo momento."
"Proverete di nuovo a mettervi nel mezzo fra me e Adele?" chiese Harry.
"No." rispose secco l'uomo.
"Allora avete la mia parola che non vi scavalcherò mai più."
"Sarà meglio, Harry." furono le ultime parole che Harry sentì prima di riattaccare e aprire la porta di casa sua.
Una volta dentro, il ragazzo accese la luce e, seduta sul divano, trovò l'ultima persona che si aspettava di incontrare in quel momento.
"Adele." esclamò, incredibilmente felice di vederla.
"Hey." biascicò lei, con un'epsressione strana, un'espressione che Harry aveva visto sul suo viso solo un'altra volta, la sera del suo compleanno.
"Come hai fatto a entrare?" le domandò curioso, togliendosi la giacca e posandola sull'attaccapanni.
"Louis mi ha dato la chiave." rispose lei con un sorriso, alzandosi dal divano e camminando verso di lui.
"O-oh." balbettò Harry, studiando la ragazza e il modo in cui i suoi fianchi si muovevano lentamente.
Sembrava diversa, c'era qualcosa di inusuale nel suo modo di fare: "Va tutto bene?"
"Mmh." confermò lei: "Ti ho visto in TV sai." aggiunse poi, prendendolo per mano e trascinandolo in mezzo alla stanza. 
"E?"
"E mi è piaciuto un sacco quello che ho visto. Volevo ringraziarti." spiegò Adele, posando una mano sul suo petto e spingendolo piano, facendolo sedere sulla poltrona dietro di lui.
"Non sei più arrabbiata con me allora?" chiese Harry, che stava facendo fatica a pensare razionalmente.
Lei fece segno di no con la testa, e poi con un sorrisetto malizioso si tolse il maglioncino, facendolo cadere sul pavimento.
Il respiro di Harry si fece sempre più veloce: "Cosa stai facendo?" chiese.
"Cosa ti sembra che stia facendo?" replicò lei, liberandosi lentamente dei jeans, per poi sedersi sul grembo del ragazzo.
Senza nemmeno pensare, Harry avvolse le braccia attorno alla ragazza, disegnando dei cerchi sulla sua schiena con le dita. 
Provò a parlare ma non uscì niente, e Adele rise divertita prima di chinarsi a baciarlo, con calma, senza fretta, ma staccandosi prima che il bacio si facesse troppo profondo.
"Non sai da quanto tempo aspettavo questo momento." confessò lui tutto d'un fiato.
"Da quanto?" domandò lei sottovoce.
"Dall'ultima volta." rispose lui, cercando di ridere, ma quando lei si mosse sopra di lui, la risata si trasformò in un gemito.
"E dimmi, ci pensi spesso?" chiese Adele, sentendosi sicura di sé come non mai, ubriaca del potere che il chiaro desiderio di Harry nei suoi confronti le stava dando.
Lui annuì: "Ogni minuto di ogni giorno. C-certe volte è una tortura. V-Volevo prenderti e farla finita ma mi sono trattenuto." confessò il ragazzo, mentre lei lasciava dei piccoli baci lungo il suo collo, facendogli ruotare gli occhi verso il soffitto involontariamente. 
"Peccato che tu non l'abbia fatto." mormorò lei nel suo orecchio e Harry alzò i fianchi in un gesto suggestivo.
"Qualcuno è impaziente" ridacchiò Adele, sentendosi sempre più potente: "Vuoi andare di là?"
"Non posso aspettare," replicò il ragazzo, buttandoli entrambi sul pavimento e posizionandosi sopra di lei: "mi stai uccidendo lo sai?" le disse poi, la voce bassa e roca.
"L'intento era quello." disse lei, aiutandolo a togliersi la maglietta. 
Harry imprecò sottovoce e poi passò a togliersi i pantaloni in tutta fretta.
Adele gli posò alcuni baci veloci sul collo, inarcando leggermente la schiena per aiutarlo a toglierle il reggiseno: "Raccontami."
"C-cosa?" sussurrò Harry confuso, mentre faceva scorrere lentamente una mano su per la gamba di Adele, fino a raggiungere i suoi slip.
La ragazza sussultò leggermente, e poi mormorò: "Di quando hai quasi perso il controllo. Voglio sapere."
Il respiro del ricciolo accelerò, e come segno di incitamento, Adele posò una mano sui boxer di Harry, causando l'uscita di un'altra serie di parolacce dalla bocca del ragazzo.
"Q-quel giorno al parco." cominciò il ragazzo, mentre con le dita sfilava la biancheria della ragazza.
"Mmh?"
"Ti eri sporcata di gelato e l'hai tolto con le labbra. È stato solo un momento ma-" il ragazzo si fermò di colpo quando Adele gli tolse i boxer e i loro bacini entrarono a contatto.
"Ma?" lo incitò a preoseguire lei.
"Ma avrei voluto poterti prendere in mezzo agli alberi, con il rischio di farci scoprire da qualcuno.. Te lo saresti meritato, sai? Provocarmi così, senza nemmeno accorgertene."
Il tono basso di Harry provocò un brivido lungo la schiena della ragazza.
Suo malgrado, il ragazzo si dovette alzare per prendere le precauzioni necessarie, e non mancò di arrossire al commento di Adele sul suo fondoschiena.
Quando tornò però a sdraiarsi accanto a lei però, la musica cambiò completamente.
Era come se stesse cercando di riprendere il controllo, era come se lei lo avesse spinto troppo oltre, ed era esattamente ciò che lei voleva.
La afferrò per i fianchi, e dopo averla baciata intensamente un'altra volta, entrò in modo atrocemente lento dentro di lei, facendola sospirare.
Adele incrociò le gambe intorno al ragazzo, spingendolo più in profondita, e il sospiro si trasformò in gemito.
"Ancora." sussurrò lei, e lui capì immediatamente a che cosa si riferiva.
Posando entrambe le mani ai lati della ragazza e muovendosi sempre più velocemente sopra di lei, il ragazzo riprese a parlare: "L'altra sera nella tua stanza, quando ti stavi arrotolando una ciocca di capelli intorno al pollice e l'indice, e i-il giorno dopo, quando ti ho portato quel barattolo di Nutella e tu hai leccato via anche gli ultimi residui dalle dita-"
"Così?" domandò Adele, prima di intrecciare una mano di Harry con la sua, e portarsela alla bocca.
Lentamente, la ragazza passò le labbra su ogni dito, senza staccare gli occhi da quelli del ricciolo. 
"Oh, p-porca puttana-" gemette lui, e le sue spinte si fecero più forti.
Adele gettò la testa indietro e nel giro di pochi secondi il suo intero corpo andò a fuoco, seguito quasi subito da quello di Harry. 
Ci fu un'altra serie di imprecazioni, questa volta da parte di entrambi, e poi Harry si buttò accanto a lei, baciandola distrattamente sulle labbra: "Wow." commentò.
"Lo so."
Dopo qualche istante di silenzio, Adele scostò i capelli sudati di Harry dalla sua fronte e sorrise: "Ti amo."
"Io di più, cazzo." replicò il ragazzo, facendola ridere.
Prima che potessero aggiungere altro, il cellulare di Adele squillò, e la ragazza si alzò.
"Copriti per favore." la pregò Harry: "Oppure no. Sappi solo che se non ti metti qualcosa addosso sarai costretta a rifare tutto da capo."
"Forse rimarrò così allora." disse lei divertita, prima di rispondere al telefono: "Pronto?"
"Adele?"
"Ciao papà."
"Allora, l'hai trovato?" chiese l'uomo.
"Eccome." rispose lei, cercando disperatamente di non trovare la situazione divertente.
"Portalo qui allora. Io e tua sorella torniamo a casa stasera, e devo scambiarci due parole prima di partire."
"D'accordo." disse Adele, improvvisamente nervosa.
Si salutarono e poi la ragazza riattaccò.
"Tutto bene?" chiese Harry.
"Credo di sì, ma dobbiamo andare." annunciò.
"Dove?" domandò lui.
"A parlare con mio padre, deve dirti qualcosa, non so bene di cosa si tratti." spiegò lei, cominciando a riverstirsi.
"Ma-"
"Niente ma, Harry."
"Dobbiamo proprio andare adesso?" chiese tristemente.
Lei annuì.
"Non abbiamo nemmeno tempo per un veloce replay della nostra prestazione di poco fa?"
Adele alzò gli occhi al cielo e lo aiutò ad alzarsi: "Mio padre se ne va stasera. Ti prometto che se va tutto bene, stasera avrai più che un solo replay."
Harry sorrise e la baciò con passione, ma quando le infilò una mano fra i capelli, la ragazza si scostò.
"Ah-ah. Dopo."
"Sei perfida." sibilò lui, prima di rimettersi i vestiti addosso e seguirla fuori dall'appartamento.
Mentre guidava fino alla clinica di Adele, Harry non riuscì a smettere di pensare a quello che era successo per un secondo.
Non solo era stato stratosferico, ma era il segno che Harry aspettava da settimane ormai.
Il segno che Adele si era finalmente ripresa.
Certo, non del tutto, ma era sulla buona strada per guarire completamente.
La sicurezza che aveva mostrato prima lo aveva riempito di speranze per il futuro della vita di Adele, e anche della loro relazione.
Harry era al settimo cielo, il suo piano di parlare in televisione aveva funzionato anche fin troppo bene, e ora, parcheggiando davanti all'edificio, Harry non si sentiva spaventato o nervoso.
Si sentiva coraggioso.
Sapeva che con lei al suo fianco avrebbe potuto affrontare qualsiasi cosa.
Anche un padre furioso.

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Capitolo 17
*** Chapter 17 ***


Scusate l'attesa, ma ho dovuto riflettere parecchio sul seguito e, dopo un mese intero di riflessione, vi comunico che ho deciso che il prossimo capitolo sarà l'ultimo. Sigh, che tristezza.
Parlando d'altro, se qualcuno si fosse mai chiesto che aspetto ha Adele nella mia testa, è più o meno così.
Come sempre grazie per le recensioni e spero vi piaccia. :)


Chapter XVII

Adele fissò il foglio con mani tremanti. 
Non ci poteva credere.
Avrebbe dovuto essere felice, perché non era felice?
Sospirando, la ragazza ripensò agli ultimi sei mesi. 
Harry, ecco perché.
Era stato un periodo perfetto: dopo che Harry aveva parlato con suo padre, il quale lo aveva minacciato in modo non troppo sottile, Adele aveva ottenuto il permesso di accompagnarlo in America durante il tour estivo, ed erano state le settimane più belle della sua vita.
Si era persino dimenticata di aver spedito quella domanda.
Fino ad ora, il giorno in cui era tornata a casa e aveva trovato quella busta sulla sua scrivania. 
"L'hai aperta?" chiese una voce dietro di lei che la fece sussultare.
"Lottie, mi hai spaventata!" esclamò Adele.
"Scusa. Allora, che cosa dice?"
La ragazza si limitò a fissare la sorella con uno sguardo eloquente.
"Ma è fantastico!" disse Lottie con un grande sorriso sulle labbra: "Dobbiamo dirlo a papà!" aggiunse prendendola per mano.
"No." la fermò Adele, divincolandosi dalla sua presa: "Non ci andrò."
"Che cosa?"
"Mi hai sentito. Non posso andarmene. Non posso lasciare te e papà e-"
"E Harry?" concluse Lottie, e Adele annuì.
"Sono sicuro che lui capirà. È per una buona causa, Adele."
"Lo so, ma-"
"Ma cosa?" la interruppe la sorella: "Lo hai sempre voluto fare."
Adele chiuse gli occhi per un attimo.
Era vero, era sempre stato il suo sogno. 
Prendersi un anno per insegnare inglese nel sud est asiatico.
Lo aveva fatto sua madre, e lei aveva sempre pensato che sarebbe stato anche nel suo destino.
"Avanti, andiamo a dare la buona notizia a papà!" disse di nuovo Lottie, e questa volta Adele si lasciò trascinare fino al piano di sotto.



"Ti rendi conto che è quasi un anno che ci conosciamo? Incredibile, non è vero?"
"Mmh."
"Adele? Stai bene?"
La ragazza alzò lo sguardo e trovò Harry intento a fissarla intensamente.
Il ricciolo prese una delle mani di lei fra le sue: "Parlami, ti prego. È tutta la sera che sei strana."
"Non è niente, davvero." mentì la ragazza.
"Adele, credo di conoscerti un po' meglio di così." disse lui: "Che cosa sta succedendo? Mi stai facendo preoccupare."
La mora si alzò di scatto e cominciò a camminare avanti e indietro per la stanza.
"È che.. È arrivata questa lettera oggi."
"Che lettera?" domandò Harry incuriosito.
Adele si morse il labbro: "Ricordi come ti avevo detto di voler prendermi un anno per fare beneficenza, proprio come fece mia madre?"
Il ragazzo spalancò gli occhi e serrò la mascella: "No." mormorò semplicemente, un tono secco che Adele gli aveva sentito usare solo un'altra volta.
"Harry-"
"No. Non puoi trasferirti dall'altra parte del mondo per un anno." esclamò il ragazzo.
"Tu sei in giro con la band quasi tutto il tempo." ribatté lei.
"Verrai con me!"
"Harry, quest'estate è stata divertente, ma non puoi pretendere che io ti segua ovunque per il resto dei nostri giorni." replicò lei: "Devo vivere la mia vita."
"Allora vivila qui!" protestò il ragazzo: "Puoi trasferirti da me e andare all'università e raggiungermi quando vuoi, e io tornerò a casa da te ogni volta che mi sarà possibile!"
Adele non disse nulla, e lui si alzò a sua volta, avvicinandosi a lei e posandole una mano sulla guancia: "Ti prego Adele, ti prego." sussurrò con un tono disperato.
Lei sentì ogni parte del suo corpo cominciare a tremare: "L-lo voglio davvero."
Harry fece un passo indietro e prese un respiro profondo: "D'accordo, d'accordo. Possiamo organizzarci. Ti posso venire a trovare e c'è Skype e possiam-"
"Harry." lo interruppe Adele: "Non può funzionare." disse, mentre le lacrime che aveva cercato di respingere fino a quel momento cominciavano a scendere.
"Che cosa?" chiese il ragazzo confuso.
"Si tratta di un anno intero, Harry. Dopo quanto ti stuferai di aspettare?"
Solo in quel momento Harry sembrò capire: "No. No, Adele, non puoi farmi questo."
"M-mi dispiace-"
"NO!" gridò il ragazzo, facendola sussultare: "Non puoi lasciarmi, io ti amo." disse, come se fosse la cosa più logica del mondo.
"Ti amo anche io." rispose lei: "Ma non posso chiederti di aspettare, un giorno incontrerai un'altra ragazza e-"
"È di questo che si tratta?" domandò lui in un sussurro incredulo: "Hai paura che io ti tradisca di nuovo? Sai che non succederà."
"Dodici mesi, Harry! Io mi fido di te ma-"
"Niente ma!" tagliò corto lui: "Ti aspetterò, lo prometto."
Harry si chinò per baciarla, ma proprio quando le loro labbra stavano per sfiorarsi lei si scostò: "Non posso soffrire così un'altra volta, non posso lasciarlo succedere." disse tra le lacrime.
Afferrò la sua borsa e poi si buttò fra le braccia del ragazzo: "Ti amo." mormorò: "Così tanto che hai il potere di uccidermi."
"Non ti farò di nuovo del male." disse Harry, mentre cominciava a piangere a sua volta: "Ti prego-"
"So che hai tutte le migliori intenzioni." spiegò Adele sciogliendo l'abbraccio: "E so che mi ami. Ma un anno è duro per tutti. Non lo faccio solo per me, Harry, lo faccio anche per te. Devo lasciarti libero."
"Ti prego." ripeté di nuovo il ragazzo asciugandosi le lacrime che però continuavano a scendere.
Adele emise un singhiozzo strozzato, e con uno scatto posò le sue labbra su quelle di Harry in un ultimo bacio, prima di voltarsi e correre via, senza sentire l'ultimo disperato "ti prego" del ragazzo che si lasciò alle spalle.

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Capitolo 18
*** Chapter 18 ***


Momento emotional: questa è la prima storia in vita mia che porto al termine, sono fiera di me stessa. Scusate l'attesa, ma ho dovuto riflettere molto sul finale e sono felice di come è venuto fuori. Grazie a tutti quelli che hanno seguito e recensito questa storia. Per l'ultima volta, enjoy. :)

Chapter XVIII

Adele si svegliò di colpo, spalancando le palpebre un paio di volte per poi scalciare via l'ammasso di lenzuola che la avvolgevano.
"Buongiorno!" la salutò allegra Kelly mentre lei si stiracchiava.
L'amica si sedette sul letto accanto a lei e le porse una tazza fumante di cioccolata calda.
"Buongiorno." rispose con molto meno entusiasmo Adele, cercando disperatamente di tenere gli occhi aperti.
"Ho fatto un sogno stranissimo." annunciò a Kelly.
"Oh, davvero? Cosa hai sognato?" le chiese lei.
"Ho sognato che cominciavo a uscire con Harry Styles e poi lui mi tradiva e io entravo in depressione e smettevo di parlarti e diventavo amica con una ragazza di nome Sally e-"
Adele fu interrotta dalla visione di una ragazza bionda che varcava la soglia della stanza con un sorriso divertito.
"Non me lo sono sognato, non è vero?" realizzò Adele.
"No, tesoro." disse Sally con un sorriso pieno di affetto, andandosi a sedere vicino a Kelly.
Loro due erano diventate amiche dopo che Adele le aveva presentate: una volta uscita dalla riabilitazione aveva sistemato le cose con Kelly, e il suo piano di far andare d'accordo le sue due migliori amiche era andato in porto perfettamente.
"E c'è di più!" esclamò poi Kelly: "Non solo sei uscita con Harry Styles, hai anche rotto con lui ieri sera."
In quel momento, Adele venne travolta dagli avvenimenti della serata, e sentì le lacrime farsi strada nei suoi occhi.
"Oh no, non piangere." mormorò Sally, spostandole una ciocca di capelli dietro all'orecchio.
"Ho fatto la cosa giusta, non è vero?" domandò Adele, la voce rotta.
Sally e Kelly si scambiarono uno sguardo preoccupato, e poi, dopo un sospiro, Kelly parlò: "Se ti sembrava la cosa giusta, allora è la cosa giusta."
"Non vi ho chiesto questo, vi ho chiesto se secondo voi è stata la scelta giusta."
"Non saprei, A." confessò Sally: "Lui ti ama. Sbagli a credere che non ti aspetterà."
Prima che potesse rispondere, un bing proveniente dal suo computer portatile catturò l'attenzione di Adele.
"Cosa significa?" chiese Kelly.
"Significa che ha scritto qualcosa su Twitter." disse Adele tutto d'un fiato.
"D'accordo." proseguì: "Sally, ti dispiace accedere il mio telefono? Io controllo che cosa ha scritto su internet."
La ragazza annuì e Adele procedette a tirare fuori il suo portatile da sotto il letto.
Con un respiro profondo, la mora aprì il profilo di Harry e lesse alla velocità della luce:
Harry_Styles: Non sai cos'è un cuore spezzato fino a che non lo sperimenti sulla tua pelle.
Il suo fiato si spezzò, e Adele dovette ricorrere a tutte le sue forze per non scoppiare in un pianto disperato.
'Harry e Adele' era già nei trending topics e le sue menzioni erano piene di domande come "Che cosa è successo fra di voi?" e "Che cosa hai fatto ad Harry?".
"Mi dispiace tanto." disse Kelly, avvolgendo un braccio intorno alle sue spalle.
"Non è niente che non possa sopportare." le assicurò la ragazza.
"Adele?" la chiamò Sally due secondi dopo.
"Sì?"
"Hai 78 chiamate perse da Harry e circa un centinaio di sms sempre da parte sua." annunciò la bionda.
Fu allora che Adele scoppiò.
Il suono strozzato dei primi singhiozzi si trasformò in veri e propri ululati, che sarebbero quasi suonati divertenti in un'altra circostanza.
Le due amiche la abbracciarono e la consolarono, aspettando che la tempesta passasse.
Dopo quasi un quarto d'ora di pianto ininterrotto, un pianto liberatorio, durante il quale la ragazza non pensò a niente se non a quanto si sentisse triste, Adele riuscì a ricominciare a respirare regolarmente.
"L-leggine un paio." disse rivolta a Sally.
"Ne sei sicura?" domandò lei preoccupata, e la mora annuì.
"Okay.." rispose Sally incerta, premendo alcuni tasti sul cellulare: "Adele ti prego torna qui, dobbiamo parlare."
Adele si sentì come se l'avessero appena presa a calci: "Un altro."
"Adele, ti prego, non puoi lasciarmi."
La ragazza si passò una mano fra i capelli, cercando di rilassarsi e non farsi prendere da un'altra crisi isterica.
"I don't know what it is, but you've got that one thing and I need that one thing. Okay, questo è imbarazzante." commentò Sally, cercando di sollevare il morale di Adele, che però non disse nulla.
Kelly strinse forte la mano dell'amica, e fece segno a Sally di proseguire.
"Non mi importa se ti dimentichi di me, non mi importa se mi ignori, non mi importa nemmeno se ti sposi con qualcun altro, io ti aspetterò sempre."
Adele si morse il labbro, cercando di contenere il dolore: "Ancora uno."
"Questo dice solo Ti amo."
Improvvisamente invasa dalla rabbia, Adele afferrò il telefono dalle mani della bionda e compose il numero di Harry.
"Penso che sia meglio se ci vediamo dopo." disse rivolta alle amiche.
"Non vuoi che restiamo ancora un po'?"
"No, sto bene, sul serio, ora lo chiamo e la chiudo una volta per tutte, e poi comincio a fare le valigie. Vi telefono stasera."
Le due ragazze non poterono fare altro che raccogliere le loro cose, salutarla con un bacio sulla guancia e uscire dalla stanza.
Una volta sola, Adele prese un respiro profondo e avviò la chiamata.
Dopo nemmeno uno squillo intero, Harry rispose: "Adele?"
"Cosa cazzo ti passava per la testa, eh?" sputò lei immediatamente: "Cosa pensavi quando hai cominciato a uscire con una tua fan, brutto idiota, come ti è venuta in mente una stupidata simile, ho fatto quello stage per incontrate te, è una cosa inquietante, perché sei uscito con me?"
Adele sentì Harry sospirare dall'altra parte del telefono: "Pensavo ne avessimo già parlato, Adele."
"No, Harry, so che mi ami, lo so, ma come ti è venuto in mente? Non te lo hanno mai detto di non andarti a invischiare con le ammiratrici?"
"Hey, mi avevano anche detto di non farci sesso, eppure.." cercò di scherzare, ma la battuta non divertì la ragazza.
"Io so di non essere ancora guarita del tutto Harry, ma il vero problema è cominciato il giorno che ci siamo conosciuti. Non era scritto nel destino, uscire con te doveva rimanere un sogno."
Ci fu un attimo di silenzio, e poi le parole del ragazzo la colpirono a raffica: "Io non so nemmeno perché cazzo sto ad ascoltare te e le tue stronzate, non hai idea di quanto vorrei poterti mandare a fanculo quando mi fai soffire così, sei la cosa migliore che mi sia mai capitata ma anche la peggiore. Non ho dormito nemmeno un minuto stanotte, hai letto almeno uno dei miei messaggi?"
"Un paio."
"Non me ne frega un cazzo di chi sei, Adele." esclamò Harry: "Ti amerei anche se fossi un idraulico. Te le dico io un paio di cosette sul destino: se non doveva succedere non sarebbe successo. Forse ti sembra troppo facile, anche se non capisco come dopo tutto quello che abbiamo passato, ma dopo quasi un anno che ci conosciamo pensavo avessi capito che io sono una persona come tutte le altre, nonostante la fama e tutte quelle cazzate. Non ti nascondere dietro a queste cose quando sappiamo entrambi che hai solo paura."
Adele aprì la bocca per replicare, ma lui la interruppe: "No, stammi bene a sentire: nessuno, mai nessuno mi ha mai fatto incazzare come te. Ti conosco meglio di chiunque altro e per questo so che sono tutte scuse, questo stupido viaggio è una scusa, siamo tornati dall'America e ora che non passeremo più ogni singolo giorno insieme hai paura che qualcosa possa cambiare. Fatti dire una cosa, sei tu che stai mandando tutto a puttane questa volta, non io."
La ragazza non sapeva cosa dire.
Era stata inchoidata in pieno, e prima che riuscisse a mettere insieme una risposta coerente Harry parlò di nuovo: "Non c'è nient'altro da dire, Adele. Se vuoi rompere rompiamo, ma se pensi che non sarò qui ad aspettarti quando tornerai ti sbagli di grosso, e non vedo l'ora di vedere la tua faccia quando realizzerai che stai sbagliando su tutta la linea."
E con quelle parole il ragazzo riattaccò, lasciando Adele completamente sconvolta.
Aveva ragione e lei lo sapeva, ma le sue paure erano più che fondate, o almeno era quello che si continuava a ripetere.
La mora si sedette sul letto con un tonfo, e riaprì il suo computer.
Aprì il profilo Twitter di Harry, tornando indietro di mesi e mesi fino alla settimana in cui si erano conosciuti.
Harry_Syles: Interessanti risvolti..
Adele non sapeva se quel tweet riguardasse lei, ma lo aveva postato il giorno del loro primo incontro, e anche se non glielo aveva mai chiesto, le piaceva pensare che fosse così.
Harry_Styles: A volte succedono certe cose e cominci a vedere la vita in modo completamente diverso.
La giovane sorrise.
Quello riguardava sicuramente lei, risaliva al giorno del loro primo bacio.
Harry_Styles: Seguite tutti la mia amica @AdeleMBrown!
La ragazza ripensò alla sua telefonata preoccupata, quando aveva visto la propria faccia sulla copertina di una rivista scandalistica.
Harry aveva cercato di contenere la notizia e calmare gli spiriti con quel messaggio, ma non era servito a molto.
Adele era stata infatti invasa da domande come "Stai uscendo con Harry?" e preghiere tipo "Dimmi che non è quello che penso."
La cosa l'aveva divertita più che irritarla, in fondo si sentiva una di loro, perciò aveva prontamente risposto alle voci con il messaggio: "Potete tutte quante calmarvi, @Harry_Styles e io siamo solo amici."
Le acque sembrarono calmarsi per qualche settimana, fino a quando Harry non rispose a quell'ormai dimenticato tweet con: Harry_Styles: @AdeleMBrown Ah, davvero?
La comunità online era esplosa, e fra quel tweet e le foto di loro due che si baciavano alla prima cinematografica che erano uscite qualche giorno dopo, non c'era più stato spazio per le smentite.
Adele si era ritrovata più di cinquemila nuove richieste di amicizia su Facebook, seicentomila nuovi followers su Twitter, e la segreteria telefonica intasata.
Ne aveva parlato solo con Kelly, Violet e la sua famiglia, e nonostante il classico cyberbullying, le cose erano andate bene fino al giorno del suo ritorno a casa.
Adele sospirò per quella che le sembrò la millesima volta quel giorno e lesse ciò che aveva scritto Harry il giorno della sua partenza.
Harry_Styles: Non vedo l'ora di rivederti.
Quello era stato il suo ultimo tweet riferito ad Adele prima dell'.. incidente.
Qualche settimana dopo lei aveva scoperto il suo tradimento e il pensiero di come le cose si erano interrotte bruscamente fra di loro la faceva ancora stare male.
Passò una settimana prima che Harry si connettesse di nuovo, e ciò che scrisse il giorno che lei aveva lasciato l'appartamento di Oliver per tornare a casa le fece stringere il cuore.
Harry_Styles: Scusate se non mi sono fatto vedere spesso online ultimamente.. Avevo alcune cose di cui occuparmi.
Non ci volle molto perché il mondo facesse due più due e si accorgesse dell'improvvisa mancanza di interazioni fra Harry e lei.
"@AdeleMBrown cosa è successo tra te e Harry? Lo hai lasciato? Ti ha lasciato lui? Vogliamo sapere." era uno dei tanti tweets che riceveva ogni secondo.
"@AdeleMBrown ha tradito @Harry_Styles, è vero ragazzi, tutto confermato." aveva scritto qualcuno, e dopo solo qualche secondo era arrivata la risposta seccata di Harry:  "Harry_Styles: Non c'è assolutamente nessun fondo di verità in questa storia, provo solo affetto e ammirazione nei confronti di Adele, per favore rispettatelo."
All'epoca Adele aveva riso istericamente alla vista di quelle parole, ma ora non facevano altro che alimentare quell'enorme concentrato di energia che sentiva nel petto ogni volta che pensava a lui.
La voce che fosse stato Harry a tradire Adele era cominciata qualche giorno dopo, ma non c'era mai stata nessuna conferma né nessuna smentita.
"Harry_Styles: Oggi potrebbe essere una bellissima giornata." aveva scritto il giorno in cui il tour aveva fatto tappa nella città di Adele.
Quando però lei gli aveva dato buca aveva aggiunto un maliconinco: "Mi manchi.." che aveva fatto sospirare intere orde di fangirls attorno al mondo e aveva spezzato il cuore di Adele ancora una volta.
Non ci fu nessun'altra menzione o riferimento a lei sino alla mattina dopo il suo compleanno.
La notte in cui avevano fatto l'amore per la prima volta.
Harry_Styles: Grazie a tutti per gli auguri. Ho ricevuto il regalo più bello di tutti..
Adele arrossì a quelle parole, e il tweet che seguiva quell'annuncio velato era la risposta alla domanda di una fan:  "@Harry_Styles Tu e Adele siete tornati insieme?"
A cui Harry aveva replicato con un semplice: ";)mandando le fans in tilt per l'ennesima volta.
Ormai la loro storia era diventata una vera soap opera, e il mondo era diviso tra forti sostenitori e persone che odiavano anche solo l'idea di loro due insieme.
Ogni testata scandalistica stava vendendo milioni di copie piazzandoli sempre in copertina, e persino Perez Hilton li aveva menzionati.
Ma quello era niente in confronto a quando la notizia del ricovero di Adele venne pubblicata.
Orde di paparazzi si erano appostate fuori al centro di riabilitazione, e il padre di Adele stava quasi per trasferirla, quando Harry aveva mandato un vero e proprio esercito di avvocati e guardie del corpo a mandarli via.
"Harry_Styles: Adele sta attraversando un momento delicato, rispettate la sua privacy e mantenete le distanze mentre fa del suo meglio per guarire." aveva scritto quella sera, e per una volta quasi tutti gli avevano dato ascolto.
"Scommetto che @AdeleMBrown sta solo fingendo per non farsi lasciare da @Harry_Styles." aveva scritto qualcuno, e ancora una volta la risposta di Harry era arrivata quasi subito, un chiaro e secco: "No."
Nei giorni in cui il padre di Adele li aveva tenuti separati, l'unico modo di contattarla per Harry era stato via social network: "Ti penso.." aveva scritto una sera, scatenando una serie infinita di "awwwwww" da parte dei suoi milioni di followers.
Adele passò avanti di qualche settimana, e tra le menzioni di Harry trovò una fotografia: 
@Harry_Styles e @AdeleMBrown oggi su una panchina ad Hyde Park.
Adele aprì la foto allegata al tweet e si aprì in un sorriso nostalgico.
L'immagine li ritraeva entrambi con in mano un gelato, sorridenti, intenti a guardare intensamente l'uno negli occhi dell'altro.
Passò avanti di altri due mesi, per leggere un suo tweet, retweettato da Harry: "AdeleMBrown: 
Sono così felice di accompagnare @Harry_Styles e i ragazzi in tour, non vedo l'ora di partire!"
Lo aveva scritto Adele il giorno in cui il padre le aveva finalmente dato il permesso per accompagnare Harry negli Stati Uniti, e le risposte allegre dei ragazzi la fecero sorridere per la prima volta quel giorno: NiallOfficial: Preparati a vederci come non ci hai mai visto ahahah e ricordati di non svegliare mai @ZaynMalik! 
Louis_Tomlinson: Sono contentissimo tesoro e @EleanorJCalder lo è anche di più!
Il giorno della partenza per l'America, Harry doveva passare a prenderla per andare insieme all'aeroporto, ma quando i minuti di ritardo diventarono ore, Adele aveva scritto su Twitter: "Aspettando @Harry_Styles sul vialetto fuori casa, è in ritardo di quasi due ore, qualcuno gli faccia una ramanzina!
Dopo nemmeno dieci minuti un bing come quello che aveva sentito quel giorno le aveva annunciato che Harry aveva risposto: "@AdeleMBrown arrivo amore mio."
Adele sorrise tristemente al ricordo della sensazione di stupore mista a incondizionata felicità che aveva provato quando aveva letto quelle parole.
Internet era impazzito, 'Hadele' era entrato nei trending topics nel giro di due secondi e non ne era uscito per quasi una settimana intera.
Amore mio.
Con quelle parole aveva confermato ciò che era sulla bocca di tutti dal giorno del suo grande annuncio in televisione.
Lui e Adele erano innamorati.
Quelle settimane erano state piene di amore, divertimento, sesso e felicità incondizionata, e anche i classici haters sembravano essersi dati una calmata.
@Harry_Styles e @AdeleMBrown che passeggiano mano nella mano durante il giorno libero dei ragazzi a Chicago, IL.
Adele aprì la foto: erano appena usciti da Starbucks, e per la prima volta Adele seppe come ci si sentiva ad essere seguiti ovunque dai paparazzi.
@AdeleMBrown tu e Harry siete bellissimi insieme. Pensi che vi sposerete presto?
La ragazza si ricordò come quel messaggio l'avesse fatta ridere a crepapelle, e sentì il vuoto più totale impossessarsi di lei.
Ci aveva pensato qualche volta.
Aveva pensato che magari sarebbe potuto succedere.
Ma ora l'idea di vivere per sempre felici e contenti le sembrava fuori discussione.
@Harry_Styles e @AdeleMBrown a Disneyland ieri pomeriggio.
Un'altra foto che la riempì di nostalgia.
L'immagine ritraeva Harry intento ad infilare delle orecchie da Minni sulla testa di Adele.
"@Harry_Styles ha appena avuto un'intensa conversazione con Topolino a Disneyland, è il ragazzo più felice del mondo." aveva scritto più tardi Adele, quando Harry aveva insistito ed era voluto andare a salutare l'uomo mascherato a tutti i costi.
Un'altra foto catturò la sua attenzione, questa volta postata da Harry stesso:  "@AdeleMBrown sull'Empire State Bulding che ancora una volta mi toglie il fiato superando di gran lunga la bellezza del panorama di New York."
Adorava quella foto, era come se Harry avesse messo nello scatto tutto l'affetto che provava per lei, rendendola senza dubbio la sua miglior fotografia in diciassette anni di vita.
"Pizza, un film e @AdeleMBrown, cosa posso volere di più dalla vita?" aveva scritto Harry uno degli ultimi giorni del tour, e Adele aveva prontamente risposto: "@Harry_Styles si è commosso guardando Genitori in trappola, pensavo doveste saperlo."
La replica di Harry la fece ridacchiare proprio come la prima volta che l'aveva letta: "@AdeleMBrown Non mi pento di niente."
@AdeleMBrown mi ha appena costretto a riascoltare tutta la discografia delle Spice Girls.. Qualcuno mi venga a salvare.
Quel ricordo la fece scoppiare a ridere di cuore, era stato uno dei pomeriggi più belli della sua vita.
AdeleMBrown: "Ma un reggiseno a cosa serve veramente?" [cit. @Harry_Styles]
Harry_Styles: È una domanda più che lecita..
Ancora una volta Adele dovette ricacciare indietro le lacrime, quel tipo di botta e risposta era la parte migliore del suo rapporto con Harry e, anche se non lo vedeva da solo dodici ore, le mancava già.
L'ultimo tweet su di lei risaliva a nemmeno un'ora prima, ed era la ragione per cui Adele si era ritrovata a fare un viaggio nei suoi ricordi.
Le parole che Harry le aveva lanciato contro al telefono continuavano a fluttuare nella sua testa, e più esplorava quella strada piena di momenti insieme, fotografie e risate, più si convinceva di avere torto. 
Era davvero disposta a rinunciare a tutto per paura di farsi male? 
Valeva la pena di provare, no? 
Harry non le aveva dato nessuna ragione di dubitare di lui dopo ciò che era successo quel Novembre.
Che senso aveva vivere al sicuro da ogni possibile dolore se significava essere infelici?
Dopo tutto quello che era successo Adele sapeva di avere la forza di rialzarsi, ancora e ancora, qualunque cosa sarebbe accaduta.
Quindi perché non provare?
La decisione che aveva preso la sera prima era stata troppo brutale, troppo svelta.
Quel viaggio poteva aspettare, non aveva senso usarlo come scusa, Harry aveva ragione e basta, aveva ragione su tutto.
Un incredibile senso di panico si impossessò di lei al pensiero che forse lui non l'avrebbe perdonata.
Senza pensare, Adele batté alcune parole con la tastiera, e premette il tasto invia, pubblicandole sul suo profilo, sicura che Harry le avrebbe lette.
AdeleMBrown: Non puoi volare se prima non ti lasci cadere.
Nel giro di due ore, Harry si presentò nel vialetto di casa sua, skinny jeans, cappellino e maglietta a testimoniare il fatto che si era precipitato da Londra, e non appena Adele aprì la porta, lui la sollevò e la catturò in un bacio, comunicandole con amore che non aveva bisogno di dire nient'altro.

 
 
"Sei sveglia?"
Adele aprì gli occhi lentamente: "Più o meno.." mormorò, e la voce dietro di lei rise.
La mora si mise a sedere di scatto, e prese finalmente atto della situazione: "Sei tornato." esclamò, un sorriso enorme sul volto.
L'uomo dai capelli ricci davanti a lei si aprì nello stesso identico sorriso, quel sorriso che dopo tutti quegli anni la faceva ancora sospirare.
"Sono tornato." disse, passandosi una mano tra i ricci indomabili.
Adele scattò in piedi e gli si buttò tra le braccia, inspirando il suo profumo.
"Mi sei mancata da morire." confessò Harry in un sussurro, e in un attimo Adele premette le sue labbra contro quelle di lui. 
"Cosa stai indossando?" domandò lui senza fiato quando si staccarono.
"Ti aspettavo un'ora fa." spiegò Adele: "Volevo farti una sorpresa." disse, aprendo lentamente la vestaglia e rivelando il completo intimo preferito di Harry, che gemette in un tono che sembrava quasi di dolore.
"Quattro mesi, quattro mesi che ti immagino con questo addosso e ora sei qui."
Adele rise e lo baciò di nuovo, sentendosi felice e libera da ogni pensiero come non si sentiva da mesi.
Erano anni che non stavano separati per così tanto.
Era stata dura all'inizio, con Harry sempre in tour e Adele che lo aspettava nella casa che avevano comprato insieme, immersa prima nelle lezioni all'università e poi nel lavoro.
Certo, il fatto che fosse diventata una pubblicitaria di successo gli permetteva di incontrarsi numerose volte anche durante le ore di lavoro, e ogni volta che veniva organizzato un meeting fra la società di Adele e la casa discografica di Harry, lui le diceva che era la prova che erano veramente destinati a stare insieme, che si sarebbero incontrati in ogni caso.
Le cose erano diventate più semplici quando il gruppo si era diviso e Harry aveva intrapreso la carriera da solista.
Aveva avuto un grande successo internazionale anche da solo, e Adele lo aveva accompagnato durante diversi tour, ma l'isteria era scomparsa, forse anche perché Harry non era più un teenager rubacuori.
Quando le cose sembravano non poter andare meglio, Adele era rimasta incinta del loro primo figlio, e ad Harry era sembrato il momento perfetto per darle quell'anello che aveva comprato quando aveva ancora soli diciannove anni.
Si sono sposati una mattina di Giugno, con una cerimonia tranquilla, lontana dai paparazzi e dai curiosi, tra le battute di Louis, Zayn e di altri amici di Harry, fra i complimenti infiniti di Sally e Niall, e tra i volti commossi di Liam, Kelly e Violet.
Il padre di Adele l'aveva accompagnata all'altare, la madre di Harry aveva fatto un discorso accorato, entrambi i gentori con le lacrime agli occhi, ed era stata una giornata assolutamente perfetta.
Due mesi dopo la luna di miele, Thomas Styles, già pieno di capelli e con due grandi occhi verdi era venuto al mondo, riempendoli di gioia.
Harry e Thomas avevano stretto subito un fantastico legame, e la presenza costante di altre quattro figure maschili gli permetteva di avere sempre un compagno di gioco a disposizione.
Entrambe le loro carriere continuarono a procedere anche se più lentamente: Adele dovette imparare che cosa significava la parola delegare, e Harry si dedicò alla produzione di diversi album di artisti emergenti, e dopo nemmeno tre anni dalla nascita di Thomas, Adele diede alla luce Emma, con un parto molto più complicato di quello di Thomas, durante il quale Harry non lasciò la sua mano nemmeno per un secondo.
Era una bambina dolce, incredibilmente viziata dal padre che non sapeva dire di no a quella faccetta d'angelo, con i capelli ricci come quelli di suo papà e gli occhi proprio come quelli di sua mamma.
Non c'era nulla che amasse di più che prendere il tè con le sue bambole, mamma, papà e lo zio Louis, che stravedeva per lei quasi quanto Harry, e pianificava già di farla convolare a nozze con suo figlio Lucas.
Ora, dopo sei anni dalla separazione degli One Direction, i ragazzi avevano deciso di rimettere su il gruppo e pubblicare un nuovo album.
La notizia aveva spopolato, e l'album aveva venduto milioni e milioni di copie.
Con un tour sold out, all'età di ventotto anni, Harry era partito con i ragazzi per la sua prima serie di concerti attorno al mondo dalla nascita dei bambini, lasciando Adele sola per ben otto mesi.
La prima metà del tour era ormai terminata, e al gruppo erano state concesse due settimane di vacanza.
"È stato fantastico Adele." disse Harry fra i baci, riportando l'attenzione della donna su di lui: "Semplicemente fantastico. L'unica cosa che avrebbe potuto renerlo migliore sarebbe stata se ci foste stati anche tu e i bambini." 
"Vuoi che li svegli? Li puoi salutare." domandò Adele ma Harry fece segno di no con la testa.
"Lasciali dormire, è tardi. Li abbraccerò domattina." rispose, facendo scorrere le sue dita lungo lo stomaco di Adele fino a raggiungere il suo bacino.
"Per ora vorrei concentrarmi su questo." disse, infilando la mano sotto l'elastico della biancheria della mora.
Nemmeno un secondo dopo però, dei piccoli passi si avvicinarono alla porta della loro camera da letto, e i due si staccarono in tutta fretta.
"Mamma, non riesco a dormire." sussurrò una voce dolce, e la piccola Emma apparve sulla soglia, stropicciandosi gli occhi con una mano mentre l'altra reggeva la sua scimmietta peluche preferita.
"Hey tesoro, guarda chi è tornato." disse Adele, affrettandosi a richiudere la sua vestaglia.
"Papà!" esclamò Emma, buttandosi fra le braccia di Harry, che la prese in braccio senza alcuno sforzo: "Ciao, piccolina."
La bambina procedette a raccontargli tutto quello che si era perso in quei quattro mesi, stringendolo forte e coprendolo di piccoli baci.
Adele osservò la scena con un sorriso pieno di gioia.
Le cicatrici sui suoi polsi erano quasi scomparse oramai, e la sensazione di costante ansia e insicurezza che dominava la sua vita era solo un lontano ricordo.
Era tutto perfetto, così perfetto che Adele temeva ogni giorno che qualcosa potesse rompersi, ma non avrebbe mai più lasciato che quella paura rovinasse la sua felicità.
"Ferma i cavalli un secondo." disse Harry rivolto a Emma dopo quelle che sembravano ore: "Chi sarebbe questo Frankie Jonas?"
"È un cantante bellissimo papà!" spiegò Emma, enfatizzando la parola bellissimo.
Harry guardò Adele con uno sguardo sbalordito, e lei rispose con una risata sonora.
"Non ti sembra un po' presto per i ragazzi, Em? Devo essere geloso?"
"No, papà." replicò lei con un'espressione quasi troppo dolce per essere vera.
"Andiamo dai, ti porto a letto."
Emma annuì, ma prima che uscissero dalla stanza si voltò un'ultima volta verso sua madre: "Mamma, credi che Frankie Jonas e io ci sposeremo mai?"
Adele rise, e lo sguardo di Harry le disse che stavano pensando la stessa identica cosa: "Mai dire mai, Em. In fondo, io il mio cantante preferito l'ho sposato sul serio."
Soddisfatta di quella risposta, Emma si rifugiò di nuovo tra le braccia di suo papà.
"Riprendiamo il discorso di prima non appena torno." annunciò Harry prima di lasciare la stanza con Emma fra le braccia, e Adele si sdraiò sul letto, voltandosi a guardare le luci della città fuori dalla finestra, chiedendosi come fosse possibile che quella fosse davvero la sua vita.

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