An old acquaintance.

di ohmiseriaccia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 2. ***
Capitolo 2: *** Chapter 1. ***
Capitolo 3: *** Chapter 3. ***
Capitolo 4: *** Chapter 4. ***



Capitolo 1
*** Chapter 2. ***


     2.     



2014

Aprì la porta di ingresso di quel grande edificio che conosceva bene come le sue tasche. Era stata via per parecchio tempo, lavorando un po’ ovunque come insegnante di lingue.
Dopo aver preso il diploma era andata all’università e sparita da quella cittadina per anni. Adesso era tornata, per insegnare lingue alla stessa scuola dove lei le aveva imparate.

Era il primo giorno di scuola, era presto e non c’era ancora quasi nessuno studente. Controllò il suo orario e cercò la classe in cui per prima avrebbe fatto lezione quel giorno.

Era tutto come se lo ricordava, i corridoi, le classi.. Era strano per lei tornare in quella scuola dopo tanti anni, erano successe tante di quelle cose..i ricordi le iniziarono ad affollare la mente.

Arrivò davanti ad una classe, quella che era stata sua per ben cinque anni. Decise di entrarvi. Girò lentamente su se stessa per ammirare quella stanza. Si avvicinò al suo banco. C’erano ancora le scritte sui muri, sui banchi che lei e le sue compagne avevano fatto anni prima. Il suo nome inciso con il compasso dietro la sedia, scritte di canzoni fatte col pennarello indelebile su praticamente ogni cosa. Anche la scritta sul soffitto c’era ancora: ‘Giugno 1995’. Le scappò un sorriso al ricordo di quando fecero quella scritta, l’ultimo giorno di scuola, di liceo. Una lacrima le rigò il viso. L’asciugò velocemente e si allontanò da quella classe.

Trovò la classe nella quale doveva andare. Entrò, posò la borsa cacciando alcuni fogli e aprì il registro che si trovava già sulla cattedra. Controllò l’elenco degli alunni, erano ventisette, ma decise di non leggere ancora tutti i nomi, preferiva aspettare che arrivassero i suoi alunni in classe.

Il suono della campanella annunciò l’inizio di quel primo anno scolastico. Man mano la classe iniziò a riempirsi. Quando furono tutti presenti, decise di iniziare le presentazioni.

- Salve a tutti ragazzi, benvenuti al vostro primo anno di liceo linguistico! Io sono la vostra professoressa di inglese, Corinne Parker. – fece una piccola pausa per osservare gli alunni davanti a se che le prestavano ascolto – Prima di iniziare con le presentazioni, per conoscerci meglio, mi piacerebbe mettere in chiaro alcuni punti. Non sono una di quelle professoresse severe che incutono terrore solo a vederle. Anzi, sono l’opposto. Vorrei poter instaurare un bel rapporto con ognuno di voi, potervi aiutare nelle difficoltà che avrete durante questo anno sia nello studio della lingua inglese, sia eventualmente in altri genere di problemi. Con me potrete parlare di tutto, discutere di qualsiasi argomento. Non abbiate né timore, né vergogna. Sono qui oltre che per fare il mio lavoro, per ascoltarvi e consigliarvi. Per qualsiasi cosa, contate pure su di me! –

Detto questo, prese il registro e iniziò a fare l’appello ponendo qualche domanda a ogni alunno per conoscerlo meglio. Sembravano tutti molto carini, educati, simpatici. Le ricordavano molto la sua vecchia classe ed essendo stata alunna anche lei, e non una delle migliori si può dire, sapeva perfettamente tutti i così detti trucchetti usati dagli alunni, e non vedeva l’ora di vederli all’opera. Chissà che cosa si sarebbero inventati durante tutto l’anno scolastico.

Lesse il cognome dell’alunna numero venti: ‘Styles’.

Le si bloccò il respiro per un secondo, sbarrò gli occhi. Aveva un vuoto allo stomaco e le iniziavano a sudare le mani. Più e più ricordi le passarono davanti agli occhi. Scene che avrebbe preferito non rivedere, adesso le vagavano libere per la mente.

- St..Styles.. – disse titubante.

Una ragazzina dai capelli mossi e gli occhioni verdi alzò la mano. Era seduta al secondo banco della fila centrale.

- Mi chiamo Darcy, Darcy Styles, ho quindici anni e vengo da.. – Corinne la interruppe.
- Darcy.. Styles – scandì bene il cognome della ragazza – tuo..tuo padre si chiama per caso H..Harry? – chiuse gli occhi nel pronunciare quel nome.
- Si! – rispose lei con stupore.

Corinne accennò un sorriso, restando in silenzio per qualche secondo.

- Continua pure – disse poi facendo un cenno con la mano.

Darcy continuò a parlare, e così tutti gli altri dopo di lei, ma la professoressa sembrava assente, aveva lo sguardo spento.

Tra tutti gli alunni, proprio la figlia di Harry Styles le doveva capitare? Mai possibile che viveva ancora lì dopo tutti quegli anni?
Decise di non darci troppo peso, era una professoressa e l’avrebbe trattata allo stesso modo degli altri. Di certo non avrebbe potuto prendersela con la figlia inutilmente. L’ultima cosa che voleva era avere uno scontro faccia a faccia con il padre.
Eppure, era proprio come averlo davanti tutti i giorni. Darcy assomigliava moltissimo al padre, gli stessi occhi verdi, lo stesso sorriso, le stesse fossette che anni e anni prima l’aveva fatta innamorare.

‘Non potevi assomigliare di più a tua madre, cazzo?’ pensò fissando la ragazza mentre l’ultimo dell’elenco iniziava la sua presentazione.




- Author's note -
Ajoooooo (?)
ecco a voi il secondo capitolo di questa storia
che fa cagare i piccioni **
ho tanta, ma tanta voglia di raccontarvi come mi è venuta l'idea per questa storia,
ma credo che lo farò solamente al capitolo finale..
e niente, ho tagliato i capelli *-*
li ho fatti corti corti, fin sopra alle spalle!
dkaumfdas SPACCO DI BRUTTO gente!
amo la mia parruchiera.

vado, bellezze,
mi aspetto tante recensioni eh u.u

Hugs.xx

Caroline

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Capitolo 2
*** Chapter 1. ***


     1.     



1991

Era il primo giorno di scuola superiore, liceo linguistico. Corinne se la stava facendo tremendamente sotto. Non conosceva nessuno e in classe non era capitata con nessuna, e dico nessuna delle sue ex compagne.

Si addentrò nella nuova scuola cercando la sua classe, sperando di non perdersi e arrivare tardi. C’era un via vai di studenti e insegnanti, e avrebbe potuto chiedere indicazioni, ma timida com’era avrebbe preferito metterci delle ore pur di non chiedere a qualcuno. Fortunatamente non ci mise molto a trovarla.

La sua classe era prevalentemente femminile e lei aveva trovato posto all’ultimo banco vicino ad una ragazza carina, bionda, a primo impatto molto simpatica, che si dimostrò poi tale quando iniziò a conoscerla meglio.

1993

Corinne alzò la mano per richiamare l’attenzione della professoressa che era appena entrata in classe.

- Prof prof prof – esclamò – ieri fuori scuola ho visto un ragazzo troppo carino, vorrei sapere come si chiama, non è che potete aiutarmi dato che conoscete quasi tutti in questa scuola? – chiese facendo gli occhi da cucciolo.

Con la professoressa di latino e storia potevano parlare di certe questioni, lo sapeva bene.

– Descrivimelo, può darsi che capisco – la prof rise.

Corinne glielo descrisse nei minimi particolari (non che lei avesse passato il tempo a fissarlo!) facendo capire alla prof perfettamente di chi si trattasse.

- Lo conosco, e benissimo anche! – Corinne sbarrò gli occhi – è dello scientifico, insegno in classe sua! Si chiama Harry! –

Delle urla si levarono dal fondo della classe per ringraziare la professoressa; se non fosse stato per lei, Corinne avrebbe continuato a rompere le palle alla classe con la storia del ragazzo misterioso.

SeveralMonthsLater

*toc toc*

Corinne bussò alla porta di una classe dello scientifico. Entrò e salutando la professoressa, si sedette vicino a lei.

Erano settimane che lo faceva: il sabato aveva solamente quattro ore e sapeva benissimo che la professoressa di latino e storia la quarta e la quinta ora era in classe del ragazzo che le piaceva.
Così si era messa d’accordo con la prof per restare con lei la quinta ora a scuola.


Solo un malato avrebbe potuto chiedere ad una prof di restare un’ora in più a scuola! O meglio, un malato d’amore!

Trascorreva così la sua quinta ora a scuola: nella classe del famoso Harry a ridere e scherzare con i compagni di classe di questo, e facendo figura di merda a manetta sotto gli occhi divertiti della prof.

1994

-  Non lo devi nominare! – urlò all’amica – mai più!, chiaro?! –

L’amica spaventata fece cenno di ‘si’ con la testa per poi tornare a guardare sul libro come se non avesse proprio aperto bocca.

- Quel puttaniere che non è altro! Mi ha illusa, usata, come se fossi un giocattolo! – continuò senza pensare alla professoressa che sta spiegando – Come ho fatto ad essere così.. cieca?! –
- Eri innamorata, è comprensibile.. – intervenne l’amica.
- Se solo lo prendo, lo stritolo con le mie mani e lo fucilo! – urlò ormai in preda al nervosismo.

- Parker – intervenne l a professoressa ormai stanca di sentirla sbraitare – fuori!
- Con molto piacere! – così dicendo Corinne si alzò e andò fuori dalla classe, sbattendo la porta.

Restò lì immobile, pensando a ciò che era successo. Erano passati mesi, è vero. Ma ci stava ancora male.

Lei e Harry, si erano conosciuti e frequentati qualche tempo dopo che lei era venuta a conoscenza del suo nome. Lui sembrava molto interessato, o forse era lei che lo credeva..
Resta il fatto che uscirono una sola volta insieme, dopodiché lui si mise con un’altra. Proprio il giorno dopo essere uscito con Corinne.

Avrebbe voluto spaccargli la faccia a sangue, ucciderlo con le sue stesse mani, ma non aveva fatto alto che piangere ad ogni singolo ricordo.

Una lacrima le rigò il viso, e velocemente se l’asciugo con la manica della maglia.

- Non soffrirò più per lui, mai più.. – sussurrò.

Da quell’episodio non ne volle proprio saperne più di ragazzi, ‘ti spezzano solo il cuore’ ripeteva sempre a chiunque tirasse fuori l’argomento.




- Author's note -

Ciao bellezze! **
So che ho ancora una storia da finire,
e giuro che non la lascio in sospeso,
ma mi era venuta un'idea carina
e così ho iniziato a scrivere questa storia.
Premetto che ci saranno pochi capitoli però!
Ho voluto iniziare con dei flashback perchè..
boh, mi sembrava faiga l'idea HAHAHA
Credo che posterò il capitolo molto presto ;)
Fatemi sapere che ne pensate!
Sceeeao!

Caroline

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Capitolo 3
*** Chapter 3. ***


     3.     



SeveralMonthLater

Erano passati già dei mesi dal primo giorno che aveva di nuovo messo piede nella sua vecchia scuola nel ruolo di insegnante, e come ogni anno, era arrivato, per alunni e docenti, il fatidico giorno dell’incontro scuola-famiglia.

Erano le cinque e mezzo del pomeriggio e Corinne era arrivata prima a scuola, come gli altri suoi colleghi, per aspettare l’arrivo dei vari genitori.
Già verso le sei meno un quarto i corridoi della scuola stavano iniziando a riempirsi, e già qualche genitori aveva fatto capolino nella classe dove c’era Corinne.
Le persone pian piano iniziarono sempre ad aumentare, fino a formare delle file davanti alle varie aule.

‘Suo figlio ha un buon potenziale, ma non si impegna’ , ‘E’ una bella classetta’ , ‘Non mi posso proprio lamentare di sua figlia’ , le solite frasi che regnavano in ogni classe.

‘Dio ti prego fa che non ci sia, ti prego fa che non ci sia!’ l’unica che regnava nella mente di Corinne;  sperava vivamente che il padre di Darcy non si facesse vivo, mandando invece la moglie. Avrebbe voluto davvero conoscere la disperata che lo aveva sposato e messo al mondo una figlia.

Liquidò l’ultimo genitore per poi scavare nella borsa alla ricerca del suo cellulare che aveva suonato, un messaggio.Rispose velocemente, per poi riposarlo.
Ancora china sulla borsa, sentì tossire. Un altro genitore era evidentemente entrato per parlare con la docente di inglese. Ma ciò che vide alzando lo sguardo dalla borsa, non le piacque per niente.

- Salve, sono il padre di Darcy! – annunciò l’uomo porgendole la mano.

Corinne con un riflesso condizionato gliela strinse, tenendo fissa lo sguardo su quegli occhi tanto familiari.

- Ha..Harry.. – balbettò.

 Il riccio si sporse in avanti piegando la testa di lato.

- Corinne?! – 

Lei sorrise debolmente abbassando lo sguardo e portandosi una cocca di capelli dietro l’orecchio.

- Non sapevo insegnassi qui – continuò lui – e soprattutto non nella classe di mia figlia.
- E invece eccomi qui. Devo dire che tua figlia è molto più brava a scuola, e soprattutto molto più educata e da quello che ho potuto notare, non gioca con il cuore delle persone. Non ha preso per niente da te. Solo gli occhi sono gli stessi – ‘già quei fottutissimi occhi verdi che ho sempre amato’ pensò.

Dopo il primo momento di stupore e forse anche gioia, adesso era visibilmente nervosa e acida, tanto che se ne accorse anche Harry.

- Dai, Corinne, non mi dire che dopo tutto questo tempo ce l’hai ancora con me per quella stronzata! – ridacchiò.
- Stronzata? Stronzata?! Non è stata affatto una stronzata, Harry! Mi hai fatto credere che ti interessassi, mi hai chiesto di uscire, e poi lasciata così, come se fossi stata un giocattolo! – avanzava sempre di più verso il riccio tenendo l’indice puntato contro di lui che pian piano aveva iniziato ad indietreggiare – mi hai usata, umiliata, mi hai letteralmente spezzato il cuore. – una lacrime le rigò il viso.
- No, ti prego Corinne, non piangere.. Ero un ragazzo, ho commesso i miei errori e me ne sono pentito.. – sfiorò la guancia della ragazza per asciugargliela, ma a quel contatto lei si scansò.
- Non fare così Corinne, mi dispiace, dico sul serio. Ma sono cambiato adesso., credimi! –
- Ah, adesso non giocarti la carta del ‘sono cambiato’! Non ci casco un’altra volta, Styles. – si avvicinò alla borsa e prese un pacchetto di fazzoletti, asciugandosi poi il viso.
– Sei qui per tua figlia no? Bene, parliamo di lei allora. – continuò.
- Corinne aspetta, lasciami spiegare almeno.. –
- Ho detto parliamo di lei! – fece un lungo sospiro e iniziò a parlare di Darcy, di come si era ambientata bene nella nuova scuola, di quanto si impegnava nelle cose che non le riuscivano e così via.

Harry intanto ascoltava interessato, dopotutto si trattava della figlia!

Finito il discorso di Corinne, ci fu un minuto circa di silenzio. Il riccio prese coraggio e parlò.

- Ho perso mia moglie tre anni fa, è stato un duro colpo per me, ma soprattutto per Darcy. Ai primi tempi non ero sicuro di riuscire a crescere mia figlia da solo, aveva bisogno di una presenza femminile nella sua vita. Ma pian piano ho imparato a ricoprire tutti e due i ruoli e ho sempre cercato di non farle mancare niente.
Sono sempre stato intenzionato a trovare una compagna, che potesse diventare per una madre per Darcy, un punto di riferimento, una presenza femminile importante nella sua vita. Ma ero sicuro che non avrei mai incontrato qualcuno come Elizabeth, Beth per tutti – fece una piccola pausa, sentiva un noto alla gola e le lacrime che minacciavano di scendere. Alzò lo sguardo verso il soffitto, non voleva piangere. Fece un altro lungo sospiro per poi continuare - fino a quando mesi fa, sfogliando un vecchio album di fotografie del liceo, ho visto una nostra foto. Ricordo di aver sorriso involontariamente guardandoti, guardano il tuo sorriso, i tuoi occhi.. Mi sono reso conto di essermi comportato da vero stronzo, e i rimorso per ciò che avevo fatto ha iniziato a divorarmi dentro. Tu mi piacevi, davvero e non ho mai capito il perché del mio comportamento di quel giorno. –
- Harry.. – sussurrò Corinne. Non sapeva cosa dire, sentiva una morsa allo stomaco, e una piccola lacrima che le rigava la guancia. Poteva solo lasciarlo continuare.
- E poi quando mia figlia è tornata a casa il primo giorno di scuola dicendomi che una certa professoressa Parker mi conosceva, ho sperano vivamente fossi tu. Volevo anche solo rivederti, chiederti scusa, e magari chissà, invitarti ad uscire. Adesso non mi aspetto che tu mi creda, o che mi dia un’altra possibilità, ma.. –

Corinne non gli fece finire la frase che gli allungò un foglietto.
Harry titubante lo aprì, c’era scritto il suo numero di telefono dentro. Alzò di botto lo sguardo verso la ragazza, sorridendole teneramente.

- Non è il luogo più adatto per parlarne, Harry. Riprenderemo il discorso davanti a un caffè fumante, quando e se ne avrai voglia. – doveva pur trovare una scusa, che poi tanto scusa non era. Non l’aveva mai dimenticato in tutti questi anni, era stato il suo primo vero amore e per una come lei, era difficile dimenticarlo e si sarebbe inventata qualsiasi idiozia per poterlo rivedere.
- Grazie.. – gli sussurrò lui. Si avvicinò lentamente alla ragazza, con il cuore che gli batteva a mille, e le stampò un bacio sulle labbra.

Un bacio leggero, delicato, ma sincero.

Il cuore di Corinne smise di battere per un secondo, per poi riprendere e acquistare sempre più velocità. Le avrebbe forato la gabbia toracica, ne era sicura.
Trattenne il respiro e chiuse gli occhi, per poter memorizzare bene quel momento, assaporare ogni piccolo particolare, e poterlo rivivere ogni volta che avrebbe voluto.

Solo quando il riccio si staccò riprese a respirare, ma affannosamente. Lo guardò negli occhi, e questa volta ci si perse completamente, mordendosi il labbro.

- Ci sentiamo presto, allora. – le sussurrò lui a fior di labbra, per poi uscire dall’aula e scomparire tra la folla di genitori nel corridoio.




- Author's note -
Buon pomeriggio a tutti **
Ho scritto questo capitolo in fretta,
ma spero sia venuto bene!
Ve lo posto subito perchè sono troppo felice oggi!
Tra poco verrà mamma a prendermi e andremo a comprare il cappello pandoso (?)
come quello di Harry Styles! mjskq
non vedo l'ora **
Mi aspetto tante belle recensioni eh!
Grazie a tutti quelli che hanno messo questa storie nelle
preferite / ricordate / seguite
grazie grazie grazie! **

Caroline

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Capitolo 4
*** Chapter 4. ***


     4.     



‘Alle sette alla nostra panchina al parco. Ti aspetto, Harry. xx’

Rilesse quel messaggio un’ultima volta prima di prendere la borsa e uscire di casa. Non sapeva se era la cosa giusta da fare, ma il suo cuore le diceva di andare, e beh, al cuore non si comanda.
Prese lo specchietto dalla borsa e si diede un’occhiata veloce.

- Ma si, può andare! –

Con passo svelto camminava per le vecchie stradine impaziente di arrivare al parco.

‘la nostra panchina’

Quelle parole le rimbombavano in testa seguendo lo stesso ritmo del cuore. Lui se la ricordava, eccome se la ricordava. Corinne sorrise involontariamente ricordando.
Affrettò ancora di più il passo, il parco non era distante da casa sua, ma non voleva far tardi. Svoltò a destra e vedendo il parco giusto di fronte, rallentò. Varcò il cancelletto e superò un grande albero e una delle tante piccole fontanelle, e arrivò alla panchina.
Lui era già lì. Appena la vide si alzò di scatto e le andò incontro.

- Grazie per essere qui – le sussurrò abbracciandola.
- Grazie per l’invito – rispose lei timidamente ricambiando l’abbraccio.

Si sedettero e dopo un imbarazzatissimo minuto di silenzio, iniziarono  a parlare del più e del meno, di che cosa si occupava lui, cosa avevano fatto dopo il liceo e cose così.

- Senti Corinne, io.. mi dispiace, per.. –
- Harry – lo interruppe lei – non c’è bisogno di scusarti ancora. Sono qui, e se sono qui è per darti un’altra occasione. In caso contrario non sarei venuta. –

Il riccio annuì, per poi passarsi una mano tra i capelli.

- Sai, mi ha sempre mandato fuori di testa il tuo modo di passarti la mano tra i capelli, o di scuoterli. – ammise lei abbassando lo sguardo e sorridendo come un’ebete.

Lui di tutta risposta iniziò a scrollarsi come un cane, facendola ridere di gusto.

- Vedo che la coglionaggine è rimasta in tutti questi anni, eh Styles?! – disse continuando a ridere.
- Mi è mancata la tua risata, sai? – lui divenne serio tutto d’un colpo, fermandosi ad osservarla. Non le era mancato solo la risata.
- A me è mancato poter fare questo.. – Corinne si avvicinò al riccio facendo incontrare le loro labbra. Sorrisero. Le loro lingue si cercavano, avevano bisogno una dell’altra, erano state per troppo tempo separate. Era un bacio intenso il loro, ma soprattutto un bacio riparatore. Con quel bacio era stata messa finalmente un pietra sul passato.
- Andiamo! – Harry intrecciò la mano a quella di Corinne facendola alzare dalla panchina e iniziando a camminare.
- Dove stiamo andando? – chiese lei incuriosita.
- Voglio farti vedere una cosa, Sali in macchina. –

Corinne ubbidì, aprì la portiera della macchina davanti a lei e si sedette davanti, a fianco ad Harry. Per tutto il viaggio non spiccicò parola, infondo, non ce n’era bisogno. Guardava il cielo ormai stellato fuori dal finestrino, assorta dai propri pensieri.
L’unico contatto con Harry era la sua mano intrecciata a quella di lui, che mollava la presa solo per pochi secondo ogni volta che doveva cambiare marcia. Aveva come paura di perderla, di nuovo.

- Siamo arrivati! – annunciò Harry spegnendo la macchina.

Corinne rimase a bocca aperta scendendo. Erano sul punto più alto del paese, sulla collina dove c’era un vecchio castello abbandonato appartenuto a qualche potente famiglia che aveva abitato lì prima di loro.
Da lì su si vedeva tutto il paesaggio sottostante. Le lucine delle case, i lampioni delle strane, i fari delle auto.. Uno spettacolo. E le era mancato. Non se lo ricordava così.. mozzafiato.

- Allora? Che te ne pare? – Corinne si sentì abbracciare da dietro e un mento poggiarsi sulla sua spalla sinistra.
- Mi è mancato tutto ciò.. – disse appoggiando le sue mani su quelle del riccio.
- Dimmi che resterai. –
- Non lo so, Harry.. Sai, il mio lavoro.. Potrei avere qualche buona proposta da qualche altra scuola, lontana da qui.. –
- ..lontana da me. – continuò lui.
- Già, lontana da te. – sussurrò.

La ragazza sospirò, per poi girarsi e trovarsi di fronte quegli occhi verdi che tanto amava. Il riccio la teneva ancora stretta tra le sue braccia. Appoggiò la testa al petto di lui e si lasciò cullare dal suo abbraccio.

- Non posso perderti di nuovo, Corinne! Non voglio. – le sussurrò accarezzandole i capelli.

Corinne avvicinò il suo viso a quello di lui.

- Non mi perderai, promesso. – gli sussurrò a fior di labbra per poi baciarlo – promesso. – ripeté.
- E’ una minaccia?! –
- Sei un idiota, Styles! Rovini sempre ogni momento! – gli diede un leggero schiaffo sul braccio.

Il riccio sorrise mostrando le sue adorabili fossette e strinse Corinne di più a se.

- Promesso – disse prima di baciarla.

Nessuno dei due si sarebbe lasciato sfuggire l’altro anche questa volta. Si erano ritrovato dopo tanto tempo, si erano amati per tutto quel tempo, e avevano vissuto col rimorso degli eventi accaduti. Adesso li attendeva solo la felicità. Un brutto capitolo di una vecchia storia era terminato, e una nuova stava per essere scritta. Sarebbe durata? Nessuno dei due lo sapeva. L’unica cosa certa è che avrebbero vissuto intensamente ogni attimo, vivendo il loro amore giorno per giorno.



     Fine.     





- Author's note -
E FINALMENTE ECCOLO
l'ultimo capitolo! 
scusate, ci ho messo una vita a farlo
ed è uscito lo stesso una merda çç
mi scuso dal più profondo del cuore.
ma ultimamente sono proprio senza ispirazione
e ho deciso di scriverlo per non farvi aspettare altro tempo.
alloooora, vi avevo promesso che all'ultimo capitolo
vi avrei spiegato come è venuta fuori l'idea per questa storia.
beh, in poche parole ero a scuola e stavo facendo uno dei miei soliti film mentali
di me e il ragazzo che mi piaceva fino a poco tempo fa.
in pratica con lui ho passato ciò che ho scritto nei flashback iniziali
(ovviamente qualcosa l'ho modificato).
così mi sono consultata con la mia amica nonchè compagna di banco
e ho deciso di scrivere una sotria su ciò che avevo passato.
ovviamente il finale 'originale' che avevo immaginato per il ragazzo che mi piaceva
non era rosa e fiori,
ma trattandosi di Harry Styles in questo caso..
HAHAH **
quest'è.
grazie a tutti quelli che hanno seguito questa storia,
l'hanno recensita e l'hanno aggiunta tra le preferite / seguite / ricordate!

Caroline

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