sul letto del fiume

di firework_1
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** cambio di rotta ***
Capitolo 2: *** concentrati Castle...scena del crimine ***
Capitolo 3: *** meglio non pensare ***
Capitolo 4: *** un arresto interessante ***
Capitolo 5: *** non ti avevo forse promesso un passaggio? ***
Capitolo 6: *** come fanno i tuoi occhi a essere così irresistibili? ***
Capitolo 7: *** non scappare da me ***



Capitolo 1
*** cambio di rotta ***


PREFAZIONE
Quella massa informe stava per essere gettata dalla riva.

Un uomo, con viso oscurato dalle ombre stava dando gli ultimi strattoni a quel pesante sacco, in cui si distingueva a mala pena la sagoma di un corpo.
Con un un' ultimo colpo riuscì finalmente a trascinarlo nel fiume e ad affidarlo ad esso fino a che qualcun' altro non lo avesse ritrovato.

Dopo, scomparve in fretta, nella notte.

 

CAPITOLO I
L'odore del caffè aveva appena inondato la sua stanza.

Si lasciò coccolare da quel profumo intenso per qualche minuto per poi alzarsi di scatto in piedi , con il volto pietrificato. Lavorare per diversi anni come detective della polizia di NY aveva reso Kate Beckett un po' paranoica. Prese immediatamente la pistola dal comodino e, ancora assonnata, si diresse verso la fonte di quel profumo. Scrutò a fondo il salotto, rimanendo nascosta dietro la parete che divideva il corridoio da quest'ultima stanza.

Quando si rese conto conto che era libera, proseguì verso quella successiva. Kate sapeva esattamente come comportarsi in questo tipo di situazioni, anni di addestramento e prove sul campo l'avevano aiutata a diventare la miglior detective della squadra omicidi di New York.

Prima che potesse proseguire,sentì un rumore che proveniva dalla cucina, arretrò leggermente in modo da non farsi vedere e impugnò con più decisione l'arma, pronta a fare fuoco. Dallo specchio che aveva di fronte intravide una figura che si avvicinava a lei; appena mise a fuoco la figura si rese conto che si trattava semplicemente di..Josh.

  • Hey – le disse porgendole uno dei due caffè fumanti che aveva in mano.

  • Josh che ci fai qui?

  • potresti mettere giù l'arma così ne parliamo – disse lui ritirando indietro la mano.

Kate lo guardò con aria furiosa.

  • io non metto giù la pistola fino a che tu non mi dirai cosa ci fai qui

  • sono qui per parlare con te

  • io non voglio, ci siamo già detti tutto ieri sera

I ricordi della sera precedente riaffiorarono nella mente di Kate; era stato uno shock troppo grande, entrare nella sua stessa camera da letto e trovare il “suo” Josh in compagnia di un'altra donna.

  • ieri sera però non ti ho detto una cosa, Kate io ti amo

  • già, se solo fosse vero- disse lei con aria sarcastica, abbassando l'arma e lasciando cadere il braccio sul fianco

  • è stato solo un momento di debolezza, ti prego ascoltami

la afferrò per un braccio cercando di tirarla verso sé , lei fece resistenza tanto da riuscire a restare immobile e si divincolò da sua presa.

  • Josh vattene !

  • Kate ...ti prego- oramai la stava implorando

  • allora sentiamo cos'hai da dire- disse lei con tono leggermente distaccato

  • sogno che la gente attraversi il mare per voglia di viaggiare e non per fame o per scappare via...sento che tu stai attraversando quel mare per scappare, scappare da quello che provi, da quello che ti fa paura. io non voglio perderti Kate, per favore

  • Josh tu mi hai già persa...forse non ti rendi conto della gravità della situazione: ti ho trovato con una bionda proprio nel nostro letto

  • ok, è vero, mi sono comportato da stupido, ma è da troppo tempo che ti sento distante, da quando il tuo nuovo amicone ti ha baciato

  • non tirare in mezzo Rick a questo discorso e poi tu come fai a saperlo? ..È stato solo un bacio sotto copertura

  • oh ti prego Kate? Davvero credevi che non lo sarei venuto a sapere? Non serve essere un detective per arrivare a certe conclusioni

  • Josh tu non c'eri quando avevo bisogno di te, non ci sei mai stato. Davvero mi sono illusa di potermi realmente aprire a te? Oddio, che ingenua sono stata

  • il problema non siano noi come coppia Kate, il problema sei tu. Non riesci ad aprirti con me come fai con il tuo scrittore

  • quindi il problema sarei io?

  • Sinceramente? Si

  • complimenti Josh, molto profondo da parte tua

  • non è questione di essere profondi, qui si tratta di verità

Kate guardò l'orologio per poi rivolgere uno sguardo scocciato verso il ragazzo davanti a lei. Lui la guardò mentre se ne stava ferma e in silenzio a fissarlo con le sopracciglia aggrottate. Quello sguardo fu sufficiente per trasmetterli il messaggio che non era gradita la sua presenza in quella casa. Scosse la testa, deluso che quella conversazione non avesse portato a nulla; poggiò la tazza oramai fredda sul mobile affianco a lui, prese la giacca e le chiavi e si diresse verso la porta d'ingresso. Prima di abbandonare la scena, rivolse un' ultimo sguardo sconfortato verso la detective e aggiunse:

  • io ci credevo davvero in noi

intanto lei lo raggiunse sulla soglia di casa,

  • io non ci ho mai creduto realmente

e li chiuse la porta in faccia, mettendo la parola fine al loro rapporto. Ancora confusa diede le spalle alla porta e alcune lacrime le rigarono il viso, ma il solo pensiero che a momenti avrebbe rivisto Rick, la rincuorò. Quando si voltò vide di nuovo lo specchio in cui qualche attimo prima aveva vista la figura del suo ormai ex ragazzo, riflessa. Decise di non potersi lasciar coinvolgere da questa situazione e si diresse verso la sua camera da letto per potersi preparare,mentre si asciugava le ultime lacrime rimaste sul suo volto.


grazie a tutti per la lettura! perdonatemi se ci sono alcune improprietà o errori grammaticale,questa è solo la prima fanfic che scrivo :)
..continuate a seguire questo storia anche durante i successivi capitoli dato che questa storia è un work in progress.... i commenti sono sempre graditi se ne volete lasciare  :)
un ringraziamente particolare alla mia amica Marika per essersi spremuta le meningi insieme a me, durante la stesura di questo capitolo....scusa se te l'ho riletto 500 volte, non ero molto sicura :)
ciao a tutti...Feed the Birds!


 

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Capitolo 2
*** concentrati Castle...scena del crimine ***


CAPITOLO II
La temperatura in quell'auto iniziava a diventare soffocante. Oramai la detective era parcheggiata da più di mezzora davanti all'ingresso del distretto, cercando di trovare il coraggio di scendere da quell'auto e ritornare alla sua vita di sempre.

Esposito e Ryan intanto,appena usciti dalla sala interrogatori 2, si diressero verso le loro reciproche scrivanie, nella speranza di trovare Beckett lì ad aspettarli; il brusio di voci, proveniente dalla sala “relax” del distretto, venne interrotto dal suono squillante di un telefono che segnalava l'arrivo di un nuovo caso: era stato ritrovato il cadavere di un uomo che galleggiava proprio vicino alla riva del fiume Hudson. Esposito tirò fuori il cellulare dalla tasca e compose il numero di Kate.

Nel caldo tepore della sua macchina il cellulare della detective iniziò a squillare impaziente, quasi come se la volesse riportare alla realtà.

  • Beckett

  • Yo, Becks! Dove sei?

  • Ehm..sono proprio dietro l'angolo – disse lei incerta – sto per arrivare

  • non perdere tempo a venire in qua, abbiamo un caso. Raggiungici direttamente sulla riva dell'Hudson, sotto il Willis Avenue Bridge, all'incrocio con la 1st Avenue.

  • Ok, vi raggiungo subito....avete già avvisato Castle?

  • Non ancora, provvedo subito

  • ah,non ti preoccupare, ci penso io ad avvisarlo, voi intanto andate sulla scena del crimine; ci vediamo lì!

Subito dopo aver riattaccato la chiamata con Esposito, Kate decise di mettere in moto l'auto per spostarsi dal parcheggio in cui si trovava, proprio davanti all'entrata del 12th , per evitare che i suoi colleghi la incrociassero e iniziassero a fare domande a cui non voleva certo rispondere.

Prese la 3rd Avenue per raggiungere la scena del crimine e intanto telefonò a Castle per informarlo del nuovo caso e richiamarlo al dovere:

  • Castle! – rispose lo scrittore ancora assonato

Kate, sentendo la sua voce, si bloccò all'istante, perdendosi in quel suono così dolce.

  • Beckett? Ci sei?

  • Ehm..sì!..ti ho svegliato? – replicò lei cercando di controllare il tremore di voce

  • sì ma non ti preoccupare...stavo solo facendo uno di quei sogni che nella realtà non avvengo mai – disse lui con tono scherzoso, cercando di non far pesare la cosa alla detective

  • uhm...Castle, spero che i tuoi sogni non ti eccitino più di me..

  • non c'è pericolo

Kate arrossì per l'inaspettata risposta dello scrittore: lei lo disse solo per stuzzicarlo un po', ma la risposta di lui era decisamente seria. Cercò di mascherare l'imbarazzo creatosi, provando a cambiare argomento

  • ehm...

  • Detective, non mi avrà mica svegliato per parlarmi di questo

  • no infatti, abbiamo un caso. Vestiti e raggiungici sotto il Willis Avenue Bridge, all'incrocio con la 1st Avenue. – e riagganciò


Quando Castle arrivò sulla riva del fiume, la detective era già lì ad attenderlo, ancora visibilmente imbarazzata.

  • Detective, la trovo in forma

  • concentrati Castle, scena del crimine..ok?

Superato il nastro giallo, entrarono nel luogo dove fu rinvenuto il cadavere. Il detective Ryan li vide e gli andò incontro per metterli al corrente di tutto ciò che avevano scoperto fino a quel momento e per mostrargli il corpo.

  • è un uomo, identità ancora sconosciuta,età compresa tra i 35 e i 40 anni, niente portafoglio o documenti. Presenta una ferita da arma da fuoco al petto, gravi lesioni traumatiche al collo,nella parte posteriore, una frattura al braccio sinistro e uno strano segno di bruciatura poco sopra al polso.

Gli uomini della scientifica aveva tirato fuori dall'acqua il cadavere dell'uomo, poco prima che arrivassero e avevano iniziato ad esaminare il luogo del ritrovamento. Da vicino al corpo, l'amica di vecchia data della detective, li salutò; Lanie era inginocchiata vicino al cadavere e quando si avvicinarono, scostò il lenzuolo bianco per mostrarle l'entrata del proiettile

  • a occhio e croce credo sia una nove millimetri

  • non avete trovato l'arma del delitto?

  • Purtroppo no, però quella chiazza di sangue laggiù indica che l'omicidio è avvenuto qui, in un orario compreso tra le 2:00 e le 3:00 di questa mattina...per darti un' orario più preciso dovrò fare alcuni esami in laboratorio.

  • Qual'è la dinamica dell'omicidio?

  • A quanto pare, l'assassino lo avevo prima colpito con un oggetto pesante, stordendolo e in seguito, poco prima che reagisse, lo ha terminato con un colpo di pistola al petto. Vedi questi graffi?

  • Ha cercato di difendersi? – suppose la detective, mentre si chinava per vedere con un attenzione

  • Esattamente. Abbiamo trovato anche delle tracce di sangue sotto una delle unghie della vittima, ne analizzeremo anche il DNA in laboratorio. In seguito l'assassino ha cercato di eliminare le prove mettendo il cadavere in quel grande sacco nero. Quelle tracce laggiù indicano che ha trascinato il corpo fino alla riva, spingendolo in acqua. Fortunatamente il corpo non si è allontanato troppo dal luogo dell'omicidio perché è rimasto impigliato a quel ramo – disse Lanie indicando la sterpaglia che intralciava il corso del fiume.

La detective annotò tutte le informazioni raccolte nel suo piccolo taccuino, dopo aver sfilato la biro dalla fascetta del parasole.

  • Appena scopro qualche nuova informazione,ad esempio l'identità della vittima, vi chiamo

  • ok Lanie, grazie mille

Kate a Castle lasciarono la scena del crimine e si diressero verso il distretto per ulteriori indagini.


ed eccoci di nuovo quà con il secondo capitolo :) grazie a tutti quelli che hanno commentato positivamente il mio primo capitolo, lo apprezzo molto :) perdonatemi (di nuovo) se ci sono varie improprietà, errori grammaticali o..se il capitolo è semplicemente troppo breve ..non vedevo l'ora di pubblicarlo e ho tagliato un pò corto...mi rifarò nel prossimo capitolo che spero fortemente di riuscire a pubblicare entro domani sera o al massimo entro giovedì pomeriggio :)... i commenti sono sempre graditi, positivi o negativi che siano :)
..per concludere, vorrei fare un ringraziamento speciale alla mia amica Marika con cui ultimamente passo un sacco di tempo a telefono :D  grazie mille a tutti..ci vediamo al prossimo capitolo :)
..feed the birds!

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Capitolo 3
*** meglio non pensare ***


CAPITOLO III
Non appena arrivarono al distretto, la detective Beckett si mise all'opera iniziando le indagini.
Ondeggiava pensierosa davanti alla sua fedele lavagna bianca, ormai piena di informazioni sul nuovo caso.
Aveva le braccia incrociate davanti al busto e ogni tanto portava, la mano con cui teneva un pennarello nero,alla bocca, mordicchiandone nervosamente il tappo.

La foto dell'uomo assassinato era posta al centro della lavagna, appena sotto alla parola “vittima”; mentre invece la linea temporale sovrastava ogni altra informazione. L'arco temporale compreso tra le 2:00 e le 3:00 di mattina era stato evidenziato di rosso, essendo il periodo in cui avvenne l'omicidio.

  • Beckett! – Esposito la chiamò dal fondo del corridoio mentre camminava verso di lei a passo veloce, con un sorriso stampato in volto.

Lei lo guardò con aria perplessa.

  • abbiamo un nome: Adam Mc.Coin, le sue impronta erano nel database.

  • Per?

  • Incriminato per possesso di droga, quando era ancora un ragazzo

  • Di cosa si occupava?

  • Era un cardiochirurgo , lavorava presso l' Harlem Hospital Center.

Sentire il nome di quel posto le riportò alla mente il “suo” Josh e il fatto che non fosse più “il suo”: quello era lo stesso ospedale in cui lui lavorava. Improvvisamente i suoi occhi divennero tristi. Castle se ne accorse subito, ma prima di poter chiederne il motivo, Kate prese la parola.

  • parenti?

  • Non ha né moglie, né figli; la madre è morta per un incidente stradale qualche anno fa, mentre il padre se né andato quando era molto piccolo;però aveva una sorella, Amber Mc.Coin, le ho già telefonato, sarà qui a momenti.

Intanto, la detective che lentamente si era avvicinata alla lavagna, stappò il pennarello nero, per scrivere il nome della vittima, sotto la rispettiva foto.

  • Ah, Lanie ha detto di raggiungerla in laboratorio.


Quando Beckett e Castle entrarono nella sala obitorio, Lanie era lì ad aspettarli, vicino al pallido cadavere sdraiato sulla lettiga, con una cartellina in mano, impaziente di informarli dei nuovi dettagli scoperti.

  • Lanie,che novità abbiamo?

  • Ciao tesoro, in realtà ci sono parecchie novità! Come avevo detto, quando abbiamo ritrovato il corpo, il rigor mortis è tra le 2:00 le 3:00 di questa mattina. La vittima prima di essere uccisa ha fatto uso di droghe e, subito dopo, è stata colpita alla testa. A giudicare dalla forma degli ematomi ritrovati sul corpo, presumo che l'assassino abbia utilizzato un sasso piuttosto appuntito. Ha provato a colpirlo molte volte, ma non riuscendo ad ucciderlo, ha deciso di sparargli un colpo di pistola, con una 9 mm, in pieno petto. Lo sparo è avvenuto da una distanza ravvicinata, l'ho scoperto analizzando i vestiti dell'uomo: sono presenti tracce di polvere da sparo. Il nostro amico aveva una capsula al molare sinistro, fatta di recente. Inoltre sembra che abbia tentato di difendersi, slogandosi così un polso e incrinandosi due costole.

  • la bruciatura sopra il polso?

  • Segno di una sigaretta, spenta poco prima di aver gettato il corpo nel fiume

  • grazie Lanie, se hai novità come al solit.....

La interruppe bruscamente castle,

  • ….come al solito chiamaci, grazie Lanie.

Castle e Beckett stavano tornando al piano superiore con l'ascensore,quando di colpo si fermò: erano rimasti chiusi dentro per circa due minuti dopo che la corrente elettrica era andata via; in quei due minuti nessuno dei due aprì bocca, ma i loro occhi, illuminati a mala pena dalla lucina rossa emanata dalla lampadina di sicurezza dell'ascensore, parlavano da soli.Un misto di paure e felicità attraversava quel magico gioco di sguardi. Quando finalmente l'ascensore ripartì, essi, anche se affamati di quel contatto, si staccarono.Andarono dritti verso la lavagna per aggiornarla con le ultime novità, appena rivelate da Lanie.

Finito di scrivere tutto ciò che la sua amica le aveva appena riferito, chiamò Ryan e Esposito, ordinando loro di controllare i tabulati telefonici, la lista dei pazienti visitati di recente e,infine, parlare con i colleghi dell'ospedale. Mentre ripensava al nome dell'ospedale, venne interrotta dall'arrivo di Amber Mc.Coin, la sorella della vittima, che era riuscito a contattare Esposito.

  • Salve, sono la detective Kate Beckett e lui è Richard Castle. Lei è..? Amber Mc.Coin?

  • Sì sono io. Un suo collega questa mattina mi ha chiamato perché voleva parlare con me riguardo mio fratello. Cosa ha combinato questa volta?

Domandò la ragazza con una nota preoccupata nella voce.

  • Ah, signora..non l'hanno informata? Mi dispiace davvero molto ma..questa mattina abbiamo ritrovato il corpo di suo fratello sotto il Willis Avenue Bridge.

  • c..cosa? no..non può essere..ma..mi ha chiamato a mezzanotte per farmi gli auguri di buon compleanno .

Castle a quella risposta sgranò gli occhi: era il suo compleanno e le avevano appena detto che suo fratello era morto. Beckett capì subito i pensieri dello scrittore e lo guardò con aria frustata e amareggiata, anch'essa per la ragazza di fronte a loro.

  • Amber, mi dispiace davvero tanto per la sua perdita e mi rendo conto che non è il momento più adatto, ma vorrei farle alcune domande sulla telefonata che ha ricevuto

  • cosa c'è da dire? Era solo una telefonata, una stupidissima telefonata per il mio compleanno.

La ragazza si alzò in piedi, di scatto, con un volto infuriato, mentre urlava contro i detective.

  • Amber, non dica così, sappiamo benissimo entrambi che è sconvolta dalla notizia che le hanno appena riferito, ma non è colpa sua e neanche nostra. ; ora dobbiamo solo pensare a rendere giustizia alla morte di suo fratello. – Castle osservò la ragazza mentre la sua espressione cambiava – credo sia il caso che le vada a prendere un bicchiere d'acqua.

  • La ringrazio.

Così Castle uscì dalla stanza, dopo essersi intromesso nella conversazione e lasciando le due donne da sole, a parlare. Anche la detective sembrò ringraziare con lo sguardo lo scrittore, appena uscito dalla stanza, per poi riprendere a parlare:

  • mi dispiace davvero per la sua perdita..

  • no, la prego, non è colpa sua, è colpa mia. Cosa voleva chiedermi?

  • Ne è sicura?

  • Certo, voglio aiutarla a trovare l'assassino di mio fratello

  • la ringrazio. Volevo sapere se per caso, durante la chiamate, le avesse riferito dove si trovasse. Ha forse sentito qualche rumore insolito?

  • Non mi ha detto esplicitamente dove si trovasse, ma credo fosse in una casa, perché ho sentito un campanello suonare e poi un porta aprirsi.

  • Ci potrebbe fornire l'indirizzo di suo fratello?

  • Certo, ma non era a casa sua

  • come non era a casa sua? Come fa a dirlo?

  • Il suono del campanello era diverso dal solito..non era lo stesso suono di quando sono andata l'ultima volta a casa sua

  • ah, quando è stata l'ultima volta che è andata a casa sua?

  • Circa una settimana fa

  • per caso le ha detto chi era alla porta?

  • No, però si era dimenticato di chiudere la chiamata, quindi ho sentito le loro voci

La detective pensò subito ad un colpo di fortuna, credendo di poter chiudere il caso la sera stessa.
In quel momento Castle rientrò con i due bicchieri d'acqua, che porse gentilmente alle due donne sedute,intente a parlare. Beckett era sul punto di continuare con le domande, quando Amber proseguì:

  • dalla voce credo fosse un uomo... ah! Aspetti, prima di chiudere la chiamata ho sentito mio fratello chiamarlo per nome

  • perfetto! Si ricorda come l'ha chiamato?

  • Uhm...mi pare fosse....”Josh”

Beckett trasalì sentendo quel nome, ancora una volta. Lo scrittore notò la sua reazione immediatamente

  • J..Josh?

  • Sì, è un medico che lavorava con lui all' Harlem Hospital Center , me ne ha parlato più di una volta; salvarono anche insieme la vita di una giovane poliziotta e mi raccontò proprio nei dettagli cosa fecero durante l'operazione.

  • Ehm..ha sentito qualcos'altro? – chiese la detective ormai impallidita.

  • sì, ho sentito che hanno iniziato a litigare e lui gli ha chiesto cosa ci facesse in quella casa. Poi però ho riagganciato.

  • Sa se suo fratello si vedesse con qualcuno?

  • In realtà sì..tre settimane fa mi ha detto che usciva con una ragazza

  • sa come si chiamava?

  • No, però ho visto una sua foto nel suo appartamento: ha i capelli biondi, occhi verdi...era una bella ragazza, avrà avuto al massimo 30 anni.

  • La ringrazio della sua collaborazione Amber, se ci sono novità le faremo sapere.

Quando Amber lasciò il distretto, Castle guardò Kate, confuso. Il volto della donna era completamente inespressivo mentre, ancora seduta nella sala, fissava un punto nel vuoto, come se in quel momento, la sua mente non fosse lì. Le si avvicinò.

  • Hey Beckett...che ti prende?

  • ...Josh

  • cosa ti ha fatto?

  • Era lui alla porta

Castle la osservava con aria palesemente perplessa e Kate, quando se ne accorse, continuò a parlare.

  • Amber ha ricevuto una chiamata a mezzanotte; suo fratello era in una casa e dopo un po' ha sentito un campanello suonare, ma non era quello di casa sua.

  • E Josh cosa centra?

  • Josh è la persona che ha suonata al campanello; quando Adam ha aperto la porta e lo ha fatto entrare, hanno iniziato a litigare.

  • Kate, non essere preoccupata. Sono più che certo che non sia stato lui!e poi...non gli permetterei mai di farti soffrire.

  • Punto 1: non chiamarmi Kate; Punto 2: mi ha già fatto soffrire.

Prima che Castle potesse chiederle cosa intendesse con quella frase, lei si alzò e andò fuori da quella stanza, lasciando lo scrittore da solo,come paralizzato, a cercare di dedurne il significato. Kate si diresse verso la lavagna e aggiunse, col pennarello nero, sulla linea temporale in cima, che a mezzanotte Adam era ancora vivo. Fu però costretta ad aggiungere anche il nome “Josh” alla lista dei sospettati.
Ryan intanto,si avvicinò per essere messo al corrente dei nuovi fatti, ma quando lesse ciò che la detective aveva appena finito di scrivere, con un gesto involontario, si mise una mano davanti alla bocca, come se solo allora avesse realizzato di che Josh si trattasse; così, smise di pensare e la sua bocca prese il sopravvento.

  • è quel “Josh”?

  • Perché? Quanti Josh cardiochirughi conosci che lavorano all' Harlem Hospital Center?

Disse Beckett dopo che si riprese dallo spavento che Ryan le aveva procurato qualche istante prima, non sentendolo arrivare.

  • In effetti solo uno; ma....no è impossibile che sia stato lui, sai...ha una fidanzata poliziotta, non credo sia così stupido da commettere un omicidio,sapendo che poi tu avresti indagato.

  • Già! infatti è molto più stupido.

Senza pensare alle conseguenze,Beckett prese la giacca e le chiavi della macchina, per dirigersi all'ospedale dove lavorava Josh,uscendo di scene.

ed ecco a voi il 3 capitolo (finalmente) :) come avrete capitolo si tratta di un capitolo di passaggio..mi serviva per "sbrogliare" un pò la situazione dato che è una storia molto intrecciata e faccio fatica anche io a starci dietro :D ... comunque ringrazio tutti coloro che seguono pazientamente la mia ff e la recensiscono...mi fà sempre piacere sapere cosa ne pensate..così, nel caso in cui ci fosse qualcosa che non vi è piaciuto, posso sempre rimediare :) ..un ringraziamente speciale alla mia SUPER co-scrittrice con cui oramai parlo costantemente a telefono..in qualsiasi ora del giorno (il tuo regalino di natale è quasi pronto :p) <3  ...un bacione anche a tutti coloro che seguono la storia senza recensirla..ho visto che siete più di 400...che bello! :D
grazie mille e .. feed the birds!

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Capitolo 4
*** un arresto interessante ***


CAPITOLO IV
Non ne poteva più, il cellulare non smetteva un secondo di squillare, in qualunque posto lui andasse, lei era lì ad aspettarlo. Camminava nervosamente per tutta la sala, non riuscendo a trovare un minuto di pace. Decise di fare una passeggiava fuori, per prendere una boccata d'aria. Ovviamente, lei era poggiata al cofano della sua macchina, ad aspettarlo.

  • Andrea vai via ti prego. Ho bisogno di stare da solo

  • Josh! cosa ti prende? Non gradisci più la mia compagnia? – disse la ragazza dai lunghi capelli neri, mentre camminava verso di lui muovendo i fianchi, in modo provocatorio.

Quando lui, non degnandola di uno sguardo, continuò per la sua strada, lei aumentò il passo, per poterlo raggiungere. Il suono snervante dei vertiginosi tacchi della donna che colpivano l'asfalto, fece perdere la pazienza a Josh. Si voltò di scattò, fulminandola con lo sguardo. Sperò che la donna ,vedendolo, avesse il buonsenso di fermarsi, ma non fu così. Corse fra le sue braccia, tentando di baciarlo, ma lui la respinse, riuscendo ad evitare quel contatto. Gli occhi della donna si infuocarono e sferrò un gancio sinistro sul volto dell'uomo.

  • Andrea! – urlò lui, portando una mano sul punto ferito.

In quel momento la donna, si tolse i tacchi e corse via.

 

  • Salve, posso esserle d'aiuto?

  • Sì grazie,sono la detective Kate Beckett, vorrei farle alcune domande sull'omicidio di Adam Mc.Coin, lavorava in questo ospedale giusto? – chiese alla ragazza della portineria.

  • sì, era il primario del reparto di cardiochirurgia prima che venisse sostituito

  • da chi è stato sostituito di preciso?

  • Da un giovane medico. Lavora qui di poco, si chiama Josh.

La detective non sembrò sorpresa da quella risposta. Josh, quando ancora stavano insieme, le aveva parlato molto di quanto desiderasse quel posto di lavoro e adesso, con il dr. Mc.Coin fuori dai giochi, il posto era finalmente suo.

  • sa se posso parlare con lui?

  • Sono spiacente, ma oggi non si è presentato a lavoro.

  • Cercherò di contattarlo in un altro modo. A che ora è finito il suo turno di lavoro ieri sera?

  • Il suo turno finiva alle 19:30, però lui ha lasciato l'edificio alle 22:45, mi ricordo molto bene perché ero io di servizio ieri sera.

  • Mi potrebbe fornire la lista degli ultimi pazienti di Adam e dei suoi collaboratori?

  • Certamente, ecco a lei.

  • La ringrazio...arrivederci.

Un romantico tramonto si espandeva nella città di New York, mentre la detective usciva dall'ospedale,dirigendosi verso il parcheggio, per poi tornare al distretto. Appena raggiunse la sua auto, si guardò intorno e vide che la macchina parcheggiata accanto alla sua le era familiare.

  • Kate, sei tu?

Josh la afferrò per un braccio, costringendola a voltarsi e a guardarlo negli occhi.

  • Kate, mi sei mancata tantissimo, le mie giornate sono troppo buie senza di te.

Sentendo quelle parole, un brivido le percorse la schiena, paralizzandola. Nonostante avesse la pelle d'oca però, la detective rimase impassibile e non rispose. Mentre osservava confusa la curva morbida delle labbra dell'uomo, che continuavano a muoversi velocemente, vide un angolo della sua bocca contrarsi, come se stesse a simboleggiare l'aria soddisfatta che Josh assunse quando cercò di cingerla anche con l'altro braccio. Questa volta però la detective reagì e afferrò entrambe le mani dell'uomo, incrociandogliele dietro la schiena.

  • Josh, sei in arresto per l'omicidio di Adam Mc.Coin.

 

Castle stava controllando i tabulati telefonici della vittima, in compagnia di Ryan ed Esposito, quando dall'ascensore del 12th uscì Kate, con Josh ammanettato al suo seguito.

  • preparate la sala interrogatori 1 – disse Beckett indicando le manette indossate dal ragazzo.

Lo scrittore sgranò gli occhi, scioccato da quella scena che non aveva ancora compreso a pieno.

Lei, prima di raggiungere la sua scrivania, lasciò il ragazzo nelle mani dei suoi colleghi.

  • che abbiamo?

  • Beckett..va tutto bene? – chiese Castle con aria preoccupata nei confronti della donna

  • Certo. Perché non dovrebbe?

  • Non so. Hai appena arrestato il tuo ragazzo. Questo non è un motivo sufficiente?

  • Non è il mio ragazzo...Quindi? I tabulati? – cercò un appiglio per sviare velocemente il discorso.

Nonostante lo scrittore volesse continuare quella conversazione, capì che non era il momento più opportuno e sfoderando un passo pesante, in modo da esprimere tutto il suo fastidio, raggiunse la postazione della detective.

  • Dai tabulati telefonici risulta che il giorno del decesso abbia ricevuto diverse telefonate da questo stesso numero. Lo stiamo già rintracciando.

  • Nient'altro? – Kate abbassò lo sguardo quando si accorse che lo scrittore stava cercando di guardarla negli occhi, nel tentativo di scoprire cosa ci fosse sotto.

  • Dai tabulati telefonici no, però risulta che ha utilizzato la carta di credito qualche ora prima che venisse ucciso, in un negozio sadomaso...vuoi fare un giro? – le chiese Castle con tono malizioso

  • Castle! In questo momento no, ho un sospettato da interrogare. Magari un'altra volta.

  • magari un'altra volta?

Non fece in tempo a finire la frase che la detective aveva già abbandonato la conversazione per dirigersi verso la lavagna.

Nonostante la proposta provocatoria di Castle, Kate non ribatté, o almeno non lo fece come il suo solito. La situazione aveva scosso la detective anche se lei non voleva ammetterlo: era una donna forte ed indipendente, non poteva lasciarsi condizionare dalla sua vita privata in quel modo.

Sfruttò nuovamente il pennarello nero, per trascrivere sulla lavagna che la vittima alle ore 22:45 aveva lasciato il posto di lavoro, nonostante il suo turno fosse finito alle 19:30. Dovevano scoprire cosa aveva fatto Adam, nelle ore successive, per ritrovarsi sotto il Willis Avenue Bridge, morto.

Ryan uscì dalla sala interrogatori 1, dopo averla preparata per l'arrivo della detective,per avvisarla che poteva entrare. Quando Kate si mosse, Castle la seguì come faceva di solito, ma questa volta lei lo fermò:

  • Castle, questa volta è meglio se resti fuori.

  • Va bene, però se hai bisogno di me, chiamami.

La detective entrò; Josh era seduto proprio lì davanti, con le manette ai polsi, che aspettava solo l'occasione per parlare. Lei sbatté i fascicoli, che aveva in mano, sul tavolo. Josh sussultò. Non gli era ancora mai capitato di avere a che fare con la detective Beckett in veste ufficiale, fino ad allora l'aveva sempre vista e solo come la sua Kate.

  • Josh.

  • Kate ti prego ascoltami – la voce del ragazzo ormai era una preghiera

  • ascolterò solo argomenti pertinenti all'omicidio di Adam Mc.Coin

  • Kate...

  • quand'è stata l'ultima volta che ha visto la vittima viva? – disse, stroncando sul nascere quell'ultima preghiera

  • alle 19:30, sono arrivato a lavoro e l'ho incrociato in corridoio. Avevo il turno proprio dopo il suo.

  • A che ora finiva il suo turno Josh?

  • Lo sai già – disse lui, cercando di incrociare lo sguardo della donna – alle 22:40.

  • e dove è andato dopo? Aveva un' appuntamento con una bionda per caso?

  • Credevo dovessimo parlare solo dell'omicidio

  • infatti, è quello che stiamo facendo

  • perché siamo parlando? A me sembra più un terzo grado

  • Il signor Mc.Coin ha lasciato l'ospedale,appena cinque minuti dopo di lei e sta cercando di dirmi che per le successive quattro ore non l'ha mai visto? – disse la detective cercando di riportare il discorso su un argomento adeguato.

  • esatto. Dopo il lavoro sono tornato in albergo, le telecamere di sicurezza dell'ingresso possono confermarlo

  • verificheremo subito il suo alibi. Sa se qualcuno avrebbe voluto Adam morto? Se aveva problemi di qualche tipo?

  • Noi due non parlavamo molto, però una volta siamo rimasti chiusi in ascensore per un po' e mi ha raccontato che aveva qualche problema con una donna. Una volta lo è anche venuto a prendere sul posto di lavoro in anticipo e mi hanno chiamato per sostituirlo, data la sua assenza.

  • La saprebbe descrivere?

  • Sì, la saprei descrivere perfettamente. In realtà, dopo la morte di Adam, ha iniziato a seguirmi: ovunque vada lei è lì ad aspettarmi.

  • Come mai la cosa non mi sorprende?

  • Non è quella che tu pensi.

  • Ah già, la presenza della donna a cui stavo pensando io era gradita. perdona il mio errore.

  • non è lei. La donna a cui ti riferisci è stata solo un'enorme sbaglio

  • fatto sta che è successo. Mi sa dire il nome della donna comunque?

  • Si chiama Andrea, ha dei lunghi capelli neri e un fisico molto “massiccio”, gira sempre come se si fosse vestita in un negozio sadomaso.

  • Immagino che sarai molto dispiaciuto da questa cosa

  • Kate...

Sentirono un colpo: dall'altra parte dello specchio, Castle stava bussando, con gli occhi sbarrati. Attirò l'attenzione della detective che uscì dalla sala interrogatori, per chiedere a cosa fosse dovuta quell'interruzione. Kate fulminò lo scrittore con lo sguardo.

  • che ti prende?

  • Il numero di telefono!! – urlò lo scrittore elettrizzato

  • Il numero di telefono cosa?

  • Il numero di telefono, quello da cui aveva ricevuto diverse telefonate il giorno in cui è morto, è intestato ad un certo Andrea; cavolo, credevo fosse un uomo! – lo scrittore alzò lo sguardo frustrato, come se sentisse di aver perso una scommessa .

  • va bene Castle, grazie

  • ehi, ma come? Non ti interessa sapere cosa aveva comprato con la carta di credito, alla fine?

  • Perché? lo sai?

  • No ma lo potremmo scoprire andandoci a fare un giro

  • ahahhh...bel tentativo.

  • Almeno ci ho provato – disse lo scrittore con aria di sconfitta mentre, la detective si mordicchiava il labbro inferiore, divertita dalla sua stessa esca.

Fece per tornare al suo interrogatorio quando si voltò nuovamente:

  • ah Castle, dimenticavo.. stasera ti porto a casa io.

ed entrò, ancora con un sorrisetto malizioso in volto.


ook..ecco a voi il quarto capitolo...grazie a tutti per la lettura :D ..sinceramente la prima volte che l'ho letto mi piaceva un sacco, però dopo la centesima rilettura..non sò..forse è un pò lento? ..comunque se avete qualsiasi tipo di commento fatemi sapere...così cercherò di migliore almeno i capitoli successivi :) ..scusate se ci ho messo un pò a pubblicarlo ma sto avendo un momento un pò...difficile, con tutti che mi parlano del mio futuro. è complicato.
un ringraziamento speciale a tutti quelli che seguono e commentano sempre questa storia e un bacione a quella piaga della mia co-scrittrice a cui voglio un mondo di bene :) spero vi stiate facendo un pò intrigare dalla storia :) notte a tutti, la tricheca vi saluta.
feed the birds!

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Capitolo 5
*** non ti avevo forse promesso un passaggio? ***


CAPITOLO V
I quattro detective, seduti intorno al computer, controllavano i video della sorveglianza dell'hotel dove alloggiava il detenuto. Josh infatti, era stato cacciato di casa dalla detective, dopo quella fatidica notte, quando lo sorprese nel loro letto con un'altra. Ancora adesso,nonostante tutti gli sforzi, non poteva fare a meno di ripensare a quella scena. La detective, con le dita incrociate, scrutava attenta ogni minimo movimento delle immagini. Fortunatamente poté tirare un sospiro di sollievo, quando, intorno alle 23:00, vide una figura sfocata, procedere verso l'atrio dell'hotel. Riconobbe subito l'uomo in questione, di cui sperava ci fosse traccia. Indossava un cappotto marrone e una sciarpa bordeaux, la stessa che lei gli regalò il giorno in cui tornò da una delle sue spedizioni, con la febbre.

  • ok ragazzi, alibi confermato; potete mandarlo a casa – disse Kate con sollievo e fece per andarsene

  • ehi, aspetta un secondo – Esposito interruppe bruscamente quel momento di beatitudine della detective, quando vide Josh, lasciare nuovamente l'hotel, intorno alle 23.30, questa volta indossando abiti meno formali.

Beckett si voltò per accertasi che ciò che stava insinuando il detective, fosse vero. Quando vide l'immagine di un inconfondibile Josh, uscire dal portone principale, si sentì mancare la terra sotto i piedi e fu costretta a sedersi. Castle la osservava preoccupato, nello stesso identico modo in cui un padre osserva la propria figlia dopo la prima delusione d'amore. I suoi occhi trasparivano un velo di tristezza nei confronti della donna, intenta a guardare fuori da quella finestra opaca, in silenzio, la Grande Mela che diventava sempre più buia, ogni secondo che passava. Mentre lei ripensava ai moventi che avrebbero potuto spingere Josh a compiere un atto simile, una mano calda, appoggiata sulla sua spalla, la riportò bruscamente alla realtà.

  • Beckett io...

Prima che lui potesse completare la frase, lei afferrò la sua mano e le portò entrambe al petto. Intrecciò le sue dita a quelle dello scrittore e voltandosi verso di lui, anche i loro sguardi si incrociarono. La detective rimase paralizzata dalla bellezza degli occhi blu di quell'uomo e così anche lui, rimase esterrefatto dal gesto della “sua” Kate. Cercò con fatica di riprendere lucidità, per poter esporre le parole più appropriate a quel momento. I due sue persero in quel dolce quadretto, fatto di sguardi e piccoli gesti, estraniandosi dal resto del mondo, come se ci fossero solo loro nell'intero distretto. Non si accorsero neppure degli altri due detective, che dalle sedie accanto a loro, li osservavano con aria perplessa, sorpresi dall'intensità dell'atmosfera creatasi in quell'istante e dubbiosi sul da farsi.
A distruggere quella scena, però, ci pensò Lanie, quando arrivò con il riscontro del DNA, trovato sotto le unghie della vittima.
Furono costretti a staccarsi l'una dall'altro. Beckett arrossì dall'imbarazzo dell'essersi concessa troppo velocemente a quel momento di dolcezza.

  • ehi tesoro! – quando però, guardandosi intorno, si accorse di non aver avuto un buon tempismo disse – Ehm.. ho interrotto qualcosa?

Prima che Castle potesse confermare, Kate si intromise e rispose: – nono figurati – e abbassò nuovamente lo sguardo.

  • bene! Sono arrivati i risultati dell'esame del DNA trovato sotto le unghie della vittima.. ehm..vuoi davvero sapere a chi appartiene?

  • Certo..perché non dovrei volerlo? – la osservò incuriosita

  • ok tesoro, se ne sei proprio sicura ..ehm... – aprì la cartellina che aveva tra le mani e iniziò a leggere – dall'esame risulta che il DNA ritrovato provenga da un frammento di pelle appartenente a Josh. Mi dispiace tesoro.

Lanie osservò il volto della detective sbiancare e farsi immobile. Ormai non c'erano più dubbi: Josh voleva il posto di lavoro di Adam da tantissimo tempo e in più si contendevano una ragazza, quindi aveva un movente; il suo alibi non è stato confermato quindi aveva anche l'opportunità.

  • andate a casa sua..sua però, in albergo, non da me... Controllate ovunque per trovare qualcosa che lo colleghi all'omicidio e cercate l'arma del delitto. Ora.

 

Kate era in balia della macchina del caffè mentre cercava di prepararne uno per sé. Una grande nuvola di vapore, dovuta alla pressione, uscì dalla macchinetta con forza e le annebbiò la vista.

  • ehi, vuoi una mano? Posso aiutarti se vuoi..

  • no, ce la faccio da sola.

Lui si avvicinò comunque per darle una mano anche se contro la sua volontà. Risistemò il filtro e cambiò l'acqua. Quando finalmente il caffè uscì, le servì una tazza ancora fumante e ne preparò una anche per sé.

 

Kate Beckett era rannicchiata sulla piccola poltrona della sala relax intenta a degustare il suo caffè ormai tiepido mentre lo scrittore, dalla parte opposta della stanza, continuava a fissarla incantato dai suoi occhi; Vidi che a poco a poco un sorriso nacque dalle sue labbra, quando abbassò lo sguardo, sulla tazza che aveva tra le mani.

  • Castle!

  • No scusa ehm.. – rispose lui dopo essere stato colto in flagrante

  • vieni..andiamo all'interrogatorio.

Lei si alzò per prima e lui la seguì a ruota.
Ryan ed Esposito erano proprio davanti all'ingresso della sala interrogatori, ad aspettarli. Li informarono dei nuovi dettagli appena scoperti dal rilevamento nella stanza di Josh.

  • abbiamo trovato una pistola,una 9 mm,registrata a suo nome appena pochi giorni fa. La balistica ha rilevato che ha sparato questa mattina ma non ha ancora saputo confermarmi se coincide con l'arma del delitto o meno, dovrebbero farmi sapere a momenti. Comunque nell'appartamento non c'è niente che lo colleghi direttamente all'omicidio ma in un cassetto abbiamo trovato questa.

Esposito tirò fuori dalla cartellina una foto e la mostrò alla detective. Beckett riconobbe subito la chioma bionda della donna raffigurata tra le braccia di Josh.

  • perfetto. Cercate di rintracciare la donna della fotografia e poi fatemi sapere. – rispose Kate a denti stretti ma cercando,senza riuscirci, di essere distaccata.

Si voltò verso Castle, appena qualche passo dietro di lei, che con una semplice occhiata capì che era il momento di entrare.

Quando spalancarono la porta, videro Josh, seduto al tavolo degli interrogatori, nello stesso identico modo in cui l'avevano lasciato qualche ora prima. Lui seguì con lo sguardo il corpo fluido della detective che avanzava verso la sua postazione,scuotendo il capo in segno di disprezzo; ma nonostante ciò rimase impassibile. Il suo volto ormai segnato da occhiaie, lasciava trasparire i primi segni di stanchezza. Beckett si sedette davanti a lui, mentre Castle rimase in piedi vicino allo specchio, in seconda linea. Lei fu la prima a parlare.

  • allora Josh: siamo andati nell'albergo in cui ora alloggi e abbiamo ispezionato la tua stanza. I miei uomini hanno trovato una pistola, dello stesso calibro di quella utilizzata per l'omicidio; in più, dopo averla fatta analizzare, hanno scoperto che è stata utilizzata proprio questa mattina. Prego, adesso puoi parlare, come tenterai di giustificarti questa volta?

Josh non disse nulla. Si limitò a puntare lo sguardo sopra le loro teste, fissando la striscia di piastrelle fonoassorbenti che correvano sopra lo specchio di osservazione.

  • Josh! Allora? Come spieghi il fatto che la pistola registrata a tuo nome questa mattina ha sparato?

  • È stata solo autodifesa

  • anche con Adam è stata solo autodifesa?

  • Non sono stato io!

  • Hai la minima idea di quante volte al giorno sento ripetere questa frase Josh?

  • Ma questa volta è vero

  • cosa intendevi prima con “è stata solo autodifesa”?

  • Io ho preso quella pistola per difendermi, mi sentivo minacciato

  • e quando questa mattina l'hai usata, lo hai fatto per togliere di mezzo ogni tipo di minaccia vero?

  • No questa mattina l'ho usata solo per fare una prova, solo una sparo all'aria. Senza bersaglio.

  • Adam non sarebbe d'accordo con questa tua affermazione. Da chi ti sentivi minacciato?

  • Da Andrea. È la donna che in questo periodo mi segue in continuazione, ovunque vada. Ho saputo che seguiva anche Adam. Secondo me è stata lei.

  • Come possiamo rintracciarla?

  • Di solito è lei che rintraccia me. Però prima che iniziasse a seguirmi, la vedevo spesso nelle zone intorno all'ospedale. È la donna con i lunghi capelli neri di cui ti dicevo.

  • Ti conviene dirci di più. Forse non ti rendi conto ma sei il primo sospettato in un'indagine per omicidio

  • non l'ho ucciso io! Quante volte te lo devo dire Kate?

La detective si alzò di scatto in piedi, furiosa, sbattendo i palmi delle mani sul tavolo e avvicinandosi col volto al sospettato, fino a sentire il respiro dell'uomo infrangersi sul suo stesso volto. Castle dal fondo della stanza sussultò e si avvicinò alla detective, pronto a intervenire se ne fosse stato bisogno. Poggiò nuovamente la sua mano sulla spalla della donna, ma questa volta non ebbe lo stesso effetto: lei lo spinse via e iniziò a urlare contro Josh. Aveva conservato troppo rancore dei suoi confronti per riuscire a trattenersi, una volta che era lei a tenere le redini. Neppure il tentativo di mediazione di Castle servì a placare l'ira in fermento della donna.

  • smettila di prendermi in giro Josh! Abbiamo controllato il tuo alibi e non regge! Alle 23:30 sei uscito nuovamente dall'albergo e io adesso voglio sapere dove sei andato!

Tacque per un po, come esitando sulla decisione da prendere, come se già sapesse che da quel momento in poi avrebbe solo potuto peggiorare la situazione. Mentre fissava Kate negli occhi, il suo sguardo diventò di disperazione. Borbottò qualcosa come, se stesse pensando ad alta voce.

  • Josh! Dove-sei-stato? – la detective scandì bene le parole questa volta onde evitare fraintendimenti.

  • Sono andato da lei. Contenta adesso?

  • Da chi? Da Andrea?

  • No, da Jessica, lei si chiama Jessica

  • fammi indovinare: è bionda per caso?

  • Sì, è lei

  • abbiamo trovato una fotografia a casa tua, in cui eri abbracciato ad una bionda, è la stessa donna di cui parli? È la stessa donna del tuo errore?

Il volto di Castle diventò sempre più perplesso, non capendo a cosa si riferissero, come se parlassero in codice.

  • Sì Kate! È lei, è la stessa donna. La stessa che frequentava anche Adam.

  • da quanto tempo va avanti la vostra relazione?

  • Me lo stai chiedendo per l'omicidio o per te stessa?

  • Per l'omicidio Josh. Il fatto che tu e la vittima vi contendevate la stessa donna è un ottimo movente, specialmente se abbinato al fatto che tu aspiravi al suo posto di lavoro.

  • Da poco tempo, stavamo pensando di smettere

  • perché? Adam vi ha scoperti?

  • Sì, ci ha scoperti una settimana fa circa, ieri notte abbiamo deciso di vederci per l'ultima volta

  • quindi sei andato da lei, poi cosa è successo?

  • Quando sono uscito da casa sua, lui era lì ad aspettarci, ci ha visti e dopo ha iniziato a insultarci, ha insultato specialmente lei. Sono scappato via, però con Jessica, l'ho accompagnata da un'amica, credo sia tornata a casa più tardi quando lui non era più lì. Lei aveva paura dato che Adam aveva le chiavi di casa sua. Comunque mentre andavamo via ho visto Andrea uscire da una macchina parcheggiata e andare verso Adam, poi sono risaliti in macchina e sono andati via insieme. Quella è stata l'ultima volta che l'ho visto vivo.

  • Di ricorda che ora era?

  • Non ricordo di preciso, più o meno per l'1:15

  • Quindi prima mi hai mentito, mi avevi detto di non averlo visto il giorno in cui è stato ucciso.

  • Non volevo farti soffrire dicendoti di Jessica

  • allora era meglio intralciare un'indagine per omicidio giusto?

  • Pur di non farti soffrire sì

  • abbiamo finito.

La detective, ancora in piedi,afferrò Castle per un braccio e lo tirò fuori dalla sala interrogatori, lasciando Josh senza parole. Raggiunse i due colleghi seduti sulla sua scrivania e gli passò la cartellina sul caso Mc.Coin mentre lo scrittore si avviò verso l'uscita, dimenticandosi di salutare.

  • verificate se ciò che ha detto è vero e intanto trattenetelo per la notte. – disse la detective prendendo la sua giacca – io ho bisogno di andare a casa, buona notte.

Si diresse a passo veloce verso l'ascensore sperando di trovarci ancora lo scrittore, ma quando si aprì non vide nessuno al suo interno.

 

  • Taxiiii!!

Lo scrittore, sulla soglia della strada, all'uscita del 12th, agitava freneticamente il pollice cercando di chiamare un taxi per poter tornare a casa, ma nessuno lo degnava della minima attenzione, si limitavano a sfrecciarli davanti.

  • Rick!

Lui si voltò verso la fonte di quella voce famigliare che lo chiamava.

  • Beckett!

  • Ehi, perché sei scappato via così? Non avevo forse detto che ti avrei accompagnato a casa io?

  • Credevo volessi rimanere un po' da sola

  • la tua compagnia non mi dispiace, andiamo!

Entrarono entrambi nell'auto di Kate che girò la chiave e mise in moto. Per tutto il viaggio la detective tamburellò nervosamente le sue lunghe dita sul volante, mentre il profondo silenzio all'interno dell'abitacolo ne amplificava il suono. Quello snervante rumore si interruppe solo quando arrivarono sotto casa dello scrittore.
 

 

grazie a tutti per la lettura :) mi fà molto piacere sapere che c'è ancora qualcuno che segue la mia storia....scusate se ho pubblicato questo capitolo dopo un mucchio di tempo ma sono stata una settimana intera con la febbre. cercherò di scrivere il prossimo il più velocemente possibile :) il titolo l'ho scelto nel giro di 30 secondi giusto perchè non vedevo l'ora di pubblicare il capitolo...appena me ne viene in mente uno migliore lo cambio..se avete qualche consiglio e avete voglia di condividerlo mi farebbe molto piacere xD
come al solito rivolgo un ringraziamento speciale a quella piaga della mia co-scrittrice...a cui però voglio un mondo di bene...grazie di nuovo a tutti e se avete qualsiasi tipo di commento fatemi sapere ..ci vediamo al prossimo capitolo

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Capitolo 6
*** come fanno i tuoi occhi a essere così irresistibili? ***


avvertimento: il rating di questo capitolo, secondo me, non è proprio rosso, ma diciamo che è un pò più scuro dell'arancione. Ditemi voi se è il caso di cambiarlo o meno. Buona lettura :)



CAPITOLO VI
Quando l'auto della detective si fermò sotto casa dello scrittore, venne invasa da un profondo silenzio. In quel momento, Castle, iniziò a sentire la mancanza delle dita tamburellanti della detective, che quantomeno creavano una piccola distrazione, alleggerendo l'atmosfera. Erano entrambi immobili, a fissare davanti a loro, aspettando il momento in cui Castle avesse avuto il coraggio di aprire lo sportello e salutarla. Quel momento però non arrivò tanto presto, infatti, prima che lo scrittore si decidesse ad aprire la portiera, ruppe il silenzio con una semplice frase.

 

  • bhè, allora...eccomi qua, sono arrivato a destinazione, grazie mille per il passaggio

  • di niente – nonostante lui avesse rotto l'imbarazzo, la detective rispose in modo freddo

  • Kate... va tutto bene?

  • No Castle..in effetti non va tutto bene – ammise lei.
    mentre diceva questa frase, gli occhi della detective si fecero lucidi.

Lo scrittore, sentendola rispondere in quel modo, venne sopraffatto dal suo istinto protettivo nei confronti della donna e poggiò la sua mano, proprio sopra a quella di Kate che fino a pochi secondi prima, tamburellava sul volante. Lei sussultò. Quel piccolo gesto provocò alla detective una sensazione simile ad una scossa elettrica.

  • senti, ti va di salire? Ti offro qualcosa da bere e chiacchieriamo un po' da buoni amici.

Lei ci pensò su per qualche istante, per poi rispondere senza più esitazioni

  • parcheggio la macchina e arrivo.

Un sorriso iniziò a nascere sul volto dello scrittore, che scese dalla macchina.

  • ti aspetto.

Qualche minuto dopo, Beckett lo raggiunse sul portone dell'ingresso e si diressero insieme all'appartamento.
Lei non aveva pensato prima a cosa le aspettasse e infatti ne rimase sorpresa

  • prego accomodati

Castle le aprì la porta e la fece entrare. Lei rimase senza parole,era la prima volta che metteva piede in quella casa, davanti ai suoi occhi si aprì un grande e lussuoso appartamento. L'interno era sorprendentemente luminoso e ampio, composto da due piani, collegati tra loro da una massiccia scalinata curvilinea, che spiccava sul lato occidentale della sala. Le pareti erano dipinte di un bianco acceso che la facevano sembrare anche più spaziosa. Castle la accompagnò fino al divano nel salotto e la fece sedere.

  • siediti qui, vado a prendere da bere – lui si volatilizzo in un istante.

Dopo pochi minuti Kate sentì il rumore di bicchieri in frantumi, provenire dalla cucina e si alzò in piedi. Ma quando si voltò per cercare di capire cosa fosse successo, vide Castle venirle incontro con due bicchieri da cocktail in mano. Gliene porse uno mentre lei tornava a sedersi sul divano.

  • mi dica signor Castle, cosa c'è qui dentro? – disse lei diffidente,avvicinando il cocktail al naso per sentirne l'aroma.

  • Bhè, è una mia invenzione! C'è della vodka e....oh dai, bevi e basta – disse lui mentre diede il primo sorso al drink come per darle il buon esempio.

  • Sicuro che non sia letale?

  • Eppure mi pare di essere ancora vivo

  • nessun effetto collaterale?

  • Nessuno! – disse roteando gli occhi verso il soffitto

  • va bene, mi fido

e diede anche lei un sorso al “Castle-Drink”

  • allora? che te ne pare?

  • Niente male..niente male davvero – disse lei con aria stupita, leccandosi le labbra

  • tranquilla, questo non è molto alcolico; però dopo se ne hai voglia, potrei fartene assaggiare un altro ancora più buono, magari accompagnato da qualcosa da mangiare

  • mmm....veramente non sono molto affamata, però un altro tuo esperimento lo assaggio volentieri...ehm...Castle...

  • Kate?

  • Rick...ti va di chiacchierare un po' con me?

  • Certo! Di che ti va di parlare?

  • Non so...del più e del meno...

  • va bene, allora decido io!...parliamo un po' di Josh, ti va? Oggi ti ho vista molto abbattuta

  • sinceramente Castle pensavo ad un argomento un po' più leggero, non so..ad esempio la partita di baseball di ieri...non mi va di parlare molto di dell'argomento che hai scelto tu.

  • lo sai che con me puoi parlare di qualunque cosa

  • sì lo so che posso..ma queste non sono cose di cui vorrei parlare con te

intanto la detective non riuscendo a reggere lo sguardo indagatore dello scrittore, abbassò gli occhi verso le mani dell'uomo che afferravano il bicchiere ormai vuoto e iniziò a fissarle, immobile.

  • hai appena arrestato il tuo ragazzo con un'accusa di omicidio e non ne vuoi parlare?

  • Castle è..complicato

  • che cosa è complicato? – lo scrittore iniziò ad agitarsi – perché fai così fatica ad aprirti con me?

  • Ci siamo lasciati! – Kate disse quest'ultima frase, quasi urlando; poi però la malinconia prese il sopravvento e alcune lacrime dovute al nervosismo, le resero gli occhi lucidi – lui mi ha tradita

  • lui cosa? – Castle rimase a bocca aperta

  • hai presente la bionda che frequentava Adam? – disse lei dando un ultimo sorso al suo drink per poi riporre il bicchiere sul tavolino affianco al divano.

  • Adam? Adam la vittima?

  • Sì, Adam la vittima... Josh è stato a letto con lei.

lo scrittore rimase completamente sbigottito da quell'affermazione, tanto che non riuscì minimamente a nascondere il suo stupore agli occhi della detective, che divennero ancora più angosciati. Non riusciva a smettere di pensare a quell'uomo così stupido che l'aveva fatta soffrire in quel modo, tradendola e umiliandola, però rimase anche affascinato dalla forza con cui Kate stava affrontando tutto ciò.

  • Castle?

La detective non ricevette nessuna risposta da parte dell'uomo, ancora imbambolato e perso nei suoi pensieri. Per cercare di farlo tornare alla realtà, lei posò la sua mano sul suo ginocchio e quasi lo accarezzò. Grazie a quel minimo contatto, lo scrittore si riprese e strizzando gli occhi, condusse il suo sguardo verso quella della detective. Quando Rick si accorse che Kate aveva gli occhi lucidi, posò una mano sulla sua guancia e le asciugò quelle piccole lacrime che stavano per rigarle il volto. Lei continuava ad osservalo pietrificata mentre ritirava indietro la sua mano dalla gamba.

Gli tolse il bicchiere dalla mano e poggiò anche quest'ultimo sul tavolino, senza mai distogliere lo sguardo dagli occhi blu che continuavano a fissarla.
Lasciandosi trascinare, lei passò le sue dita fra i capelli dell'uomo che con un movimento lento e fluido le si avvicinò sempre di più fino a quasi poter sfiorare il naso della donna. I loro volti erano pericolosamente vicini e i loro respiri si infrangevano l'uno sulla bocca dell'altro.

Lei non riuscì più a resistere a quel contatto e lo tirò ancora di più a sé afferrandogli i capelli con entrambe le mani. Kate era decisa a baciarlo ma le loro labbra non fecero in tempo a toccarsi che un forte rumore, proveniente dallo studio, gli fece sobbalzare.

Contro ogni pronostico, Castle corse verso la fonte di quel rumore, lasciando la detective da sola sul divano. Quando lo scrittore entrò nella stanza però, si accorse che quel frastuono era stato causato semplicemente da una finestra che aveva sbattuto. Maledicendosi mentalmente per aver interrotto quel momento di passione tanto desiderato, solo per andare a controllare una finestra che sbatteva per il vento, tornò in salotto con le guance arrossate dall'imbarazzo.

  • falso allarme Kate! Scusami se ti ho fatta spaventare correndo via in quel modo

guardò il divano ma la detective non era più lì, allora il suo sguardo corse immediatamente verso la porta d'ingresso dell'appartamento e vide la donna che si dirigeva verso l'uscita, a passo svelto.

  • ehi Kate! No no aspetta, dove vai?

Lo scrittore le corse dietro e quando la raggiunse, la afferrò per un braccia in modo da farla fermare.

Lei si voltò di scatto verso l'uomo e guardandolo in faccia, in preda all'agitazione, aggiunse:

  • Castle no! Ti prego. Questo è un grosso error.... oddio...come fanno i tuoi occhi a essere così irresistibili?

In un istante Kate fu rapita dallo sguardo magnetico dello scrittore, rimanendo a bocca semiaperta a contemplarne la bellezza. Lui le prese, prepotente, il viso tra le mani e la baciò, ma lei lo respinse e si voltò verso la porta. Cercò di aprirla, ma lo scrittore, questa volta, non voleva lasciarla scappare. Mise la sua mano su quella della detective che afferrava con forza la maniglia e richiuse la porta appena aperta. Le impedì di uscire afferrandola per i fianchi e la trattenne con sé.

Rick la spinse con forza contro la parete, le mise una mano dietro alla nuca e poi la baciò appassionatamente e, giocando con i suoi capelli, prese a dargli baci sul collo che annebbiarono la mente della donna. Dopo che la razionalità fu sconfitta, cominciò anche lei a rispondere alle attenzioni dell'uomo; iniziò ad accaldarsi e un'ondata di fervore le infuocò le guance e in seguito raggiunse ogni punto del suo corpo.

Kate perse ogni barlume di lucidità che le era rimasta e non riuscendo più a contrastare quelle emozioni, decise di cedere ad esse; mise la sua gamba intorno al fianco dello scrittore, poggiando entrambe le sue mani sul suo petto; riuscì a percepire il battito accelerato dell'uomo.

I cuori rimbalzarono nei loro petti come se prima di allora non avessero mai potuto battere per davvero. Lei tornò ad avvicinare le sue labbra a quelle di lui, interrompendo quei brividi provocati dai baci sul collo, per poi cingerne il suo con le braccia. Lo scrittore mise entrambe le mani sui fianchi di lei e la avvicinò ancora di più a sé, dandole modo di sentire il calore crescere, così come l'eccitazione: le fece capire quanto lui la desiderasse.

Mentre le mani di Castle, scendevano sempre più in basso lungo le sue curve perfette, la detective mise anche la seconda gamba intorno al busto dello scrittore, che ormai sorreggeva tutto il suo peso. Lui la sollevò completamente, per poi voltarsi in direzione delle scale,senza mai smettere di baciarla. Fu lei che interruppe quei baci per concentrarsi sui bottoni della camicia indossata dall'uomo: per ogni gradino in più che salivano, un bottone in meno rimaneva a tenerne chiusa la veste. Arrivati in cima, lei gli sfilò la camicia e la lasciò cadere per terra, mentre lui la portava in camera da letto.

Quanto la porta sbatté dietro di loro, Castle la posò nuovamente per terra.

Si fermarono a guardarsi e in un istante capirono, con una semplice occhiata, che se avessero voluto fermarsi, quella sarebbe stata l'ultima occasione.

  • sicura di voler continuare?

In risposta, lei si morse un labbro maliziosa e si sfilò la maglietta

  • sicurissima

sentendo quelle parole, lui le corse incontro e la portò di nuovo vicino a se; ma lei, come per accelerare i tempi, si staccò e lo spinse sul letto, per poi lanciarsi su di lui, famelica. Sentiva quanto lui la desiderasse e per questo lo liberò il più in fretta possibile dalla prigionia dei pantaloni. Lui le accarezzò la schiena fino ad arrivare al reggiseno che slacciò senza problemi.Seguì il profilo di quelle curve sinuose fino a tornare sui fianchi.

Al passaggio di quel tocco la detective inarcò la schiena e spinse la testa all'indietro. Quando lui,però, le brandì il seno, si lasciò sfuggire un gemito a denti stretti. Castle prese il sopravvento e si portò sopra di lei, liberandola da quei pochi indumenti che ancora gli separavano. La detective sentì le dita dell'uomo cercarla nell'intimità. Lui continuò a baciarla per tutto il corpo con la massima premura e attenzione, ma nonostante lei fosse in preda ai brividi e alle contrazioni, non le concesse subito il massimo piacere. Le gli cinse con le gambe la vita e lui la assecondò afferrandole l'anca e portandola verso di se.

Quando l'eccitazione si fece padrona, la penetrazione fu inevitabile.
I loro corpi si fusero finalmente insieme e Kate, quasi sorpresa da quel gesto, non riuscì a trattenersi e si lasciò andare completamente a quell'ondata di piacere che l'aveva invasa.
La detective era completamente in balia di lui, mentre da sopra la guardava ansimare e sorridere; di una volta lei non poté dare a meno di lasciare uscire urla di piacere miste a soddisfazione. Continuarono a fare l'amore per ore, fino al momento in cui non raggiunsero l'apice del piacere, insieme : fu come un'onda che prima li travolse e poi si infranse contro gli scogli. In seguito, entrambi, sudati e stanchi, ma incredibilmente felici, si fermarono.

Lui le diede un bacio sulla fronte e mentre lei si adagiava contro il suo petto e le sue cosce, si accoccolarono, per poi addormentarsi sfiniti ma con il sorriso sulle labbra.





ok! eccoci arrivati al capitolo tanto atteso :) grazie a tutti per la lettura, spero che la mia storia vi sia piaciuta...devo dire che per me è stato davvero davvero complicato scriverla xD
vorrei scusarmi per avervi fatto attendere così tanto ma ho avuto diversi imprevisti in questo periodo che mi hanno impedito di continuare a scrivere; ci tengo però a fare un ringraziamento speciale a tutti coloro che continuano a seguire questa storia con immensa pazienza..nonostante,ultimamente, io sia così lenta a scrivere :) ringrazio anche la mia fedelissima co-scrittrice Marika che mi ha esplicitamente chiesto di scrivere che lei non è affatto daccordo con l'avvertimento iniziale (se fosse per lei, questo capitolo sarebbe stato giallo xD)
mi farebbe molto piacere ricevere qualche commento, se volete lasciarne..positivo o negativo che sia :)
al prossimo capitolo ! ... feed the birds!

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Capitolo 7
*** non scappare da me ***


CAPITOLO VII
L'insistente vibrazione di un cellulare svegliò Kate, nel cuore della notte. Lei aprì gli occhi e si guardò intorno per qualche secondo,disorientata, osservando la stanza in cui si trovava, a mala pena illuminata dal riflesso della luna. In un attimo però, i ricordi della sera precedente riaffiorarono nella sua mente e quando sentì il petto dell'uomo gonfiarsi dietro la sua schiena, ne ebbe la conferma. Non si erano spostati di un millimetro dalla posizione in cui si erano accoccolati la sera precedente; ancora chiusi in quel morbido abbraccio, i loro corpi erano ormai fusi insieme da una leggera patina di sudore che li univa. Il respiro pesante dell'uomo provocò dei brividi di freddo alla donna, quando espirò l'aria sul suo collo umido. Un'aurea di beatitudine invase l'intera stanza quando kate prese coscienza della situazione in cui si trovava: le sue labbra si aprirono in un enorme sorriso,i suoi muscoli si rilassarono e, tirando un grande sorpiro, cercò di avvicinarsi ancora di più al corpo nudo dell'uomo, desiderando di poter toccare ogni millimetro della sua pelle. Volendolo baciare ancora, come la prima volta, si voltò verso di lui, indecisa se rischiare o meno. Il suono della voce sovraeccitata di Poula, però, che fino ad ora aveva accompagnato i suoi pensieri, prese il sopravvento, risvegliandola da quella magnifica favola in cui si era perduta.

"....... allora allora allora?!?! che te ne pare?!? io credo sia fantastico!! ti hanno servito un'opportunità d'oro!!! un contratto per altri tre libri su Nikki Heat non è una cosa che capita a tutti non credi?!? ti aspettano grandi guadagni e un tuor in giro per il mondo per presentare il tuo nuovo libro!! ma ci pensi? Parigi.Londra.Tokio.....stiamo per arrivare!!! Rick!! chiamami subito appena senti questo messaggio!! non sto più nella pelle!! un bacio un caro"

quando il messaggio della segreteria era ormai al termine, la detective guardò il telefono dello scrittore, poggiato sul comodino, e subito si fece prendere dal panico, chiedendosi se per lui fosse solo un personaggio dei suoi stupidi libri. Non riusciva a scacciare quel pensiero dalla sua mente che in un istante iniziò ad elaborare le teorie più assurde; ma quella che la fece alzare di scatto,sciogliere l'abbraccio che poco prima aveva creato e raccogliere tutti i suoi vestiti, fu quella che prevalse. Kate scese le scale in tutta fretta, rivestendosi come meglio poteva e uscì da quell'appartamento sbattendo la porta d'ingresso, senza badare al rumore che avrebbe creato.

Castle sobbalzò sentendo quel frastuono proveniente dal solotto e un brutto sentimento lo annebbiò. Allungò un braccio fino all'altro capo del letto e, anche se non aveva ancora aperto gli occhi, si accorse del vuoto che aveva invaso il materasso, con la mancaza della donna. La prima idea che li venne in mente fu quella di dare un'occhiata fuori dalla finestra e,come sospettava, la vide. Vide la sagoma della donna salire in macchina, per poi scappare via, tra le strade di New York. Senza pensare a quello che faceva si infilò i pantaloni correndo lungo la rampa della scala, raccolse la camicia abbandonata sui gradini finali e uscì, sbattendo anch'esso la porta dietro di lui. Urlò come meglio poteva, agitando convulsamente il pollice, finchè un taxi non si decise a fermarsi davanti a lui. Salì e non appena diede l'indirizzo di casa della detective all'uomo seduta sul sedile del guidatore, il taxi sfrecciò.



Un intenso profumo di ciliegia inondò la stanza da bagno della detective, intenta a chiudere il rubinetto dell'acqua calda con cui aveva appena preparato la vasca, per il suo momento di relax. Tirò un sospiro prima di decidersi definitivamente a concedersi a quel calore; desiderava tanto di potersi far coccolare dall'acqua e dal vapore, come poco prima aveva fatto con Castle. Si sfilò l'accappatorio rosso, lasciandolo cadere per terra, ma non fece neppure in tempo ad immergere un dito, che il campanello suonò. Non poteva crederci! C'era qualcuno là fuori che, con un discutibile tempismo, aveva appena interrotto il sacro rituale della detective, venendola a disturbare. Cercò di rivestirsi ma l'incessante suonare la obbligò ad afferrare la prima cosa che le capitò sotto tiro e coprirsi come meglio poteva. Avvolta in quel piccolo asciugamano arancione si diresse a passo svelto verso il portone principale senza neppure pensare a chi potesse essere a quell'ora della notte. Spalancò il portone e rimase paralizzata alla vista di ciò che si aprì dinnanzi ai suoi occhi. Uno scrittore, il SUO scrittore, più affascinante che mai, l'aveva seguita fino a casa, nonostante lei fosse scappata nel cuore della notte proprio per evitare qualsiasi tipo di discussione. Come una stupida si era fatta prendere dal panico e senza alcun motivo plausibile l'aveva abbandonato da solo in quello stesso letto in cui poche ore prima avevano fatto l'amore. Era scappata mentre lui dormiva, senza dargli neppure l'occasione per ribattere o convincerla a restare, magari per sempre.

  • Caffè?

Sorpresa e imbambolata, rimase ferma per qualche secondo, con gli occhi sbarrati, a fissare l'uomo mentre le porgeva il suo bichierre.

  • le 3:00 di notte non sono proprio l'orario migliore per un caffè Castle – rispose lei dopo essersi finalmente ripresa

  • lo so. Ma avevo bisogno di una scusa per vederti

Beckett abbassò lo sguardo.

  • perchè te ne sei andata Kate?

La detective, continuando a fissare immobile il suolo, come se si vergognasse più del suo comportamento che del modo in cui era vestita, sussurrò:

  • entra.

Dopo aver richiuso la porta dietro di loro, lui le andò incontro e con un gesto involontario la baciò, ma si dovette staccare da lei dopo pochi istanti non sentendola richiambiare quel dolce saluto.

  • cosa c'è? -- chiese lo scrittore.

Alzando gli occhi verso di lui, in piedi lì di fronte, ne resse finalmente lo sguardo. Con decisione sciolse il nodo dell'asciugamano e lo lasciò cadere sul pavimento, senza mai smettere di fissare quei meravigliosi occhi azzuri, che non si distrassero da lei neppure per un secondo. Gli afferò un polso e lo attirò a sè, sorprendendolo. Si irrigidì in un brivido quando il palmo freddo si posò sul suo seno. Rick fece un secondo tentavio, avvicinandosi nuovamente per baciarla, ma non era abbastanza veloce per lei, che lo agguantò ferocemente per la giacca, baciandolo intensamente e stringendolo a sè. Le loro lingue riiniziarono a danzare insieme, cercandosi con passione. Lei lo aiutò a svestirsi per farle compagnia, mentre si dirigevano verso la camera da letto.

  • non scappare mai più da me, Kate. Mai più.

Accompagnati da quest'ultima frase, tornare a muoversi insieme, come la prima volta.

 

Quando aprì gli occhi venne quasi accecata da un raggio del sole che, attraversando la persiana, la colpiva proprio sul volto. Istintivamente li richiuse. Per evitare nuovamente quel pericolo frugò alla cieca fra le lenzuola ancora calde ma le trovò vuote. Colta dalla consapevolezza si sedette di scatto, sorreggendo la coperta che le copriva il petto e sgranò gli occhi, non curandosi della luce. "questa volta è stato lui a scappare..non è possibile". Accompagnata da questo pensiero si fece prendere di nuovo dal panico, ultimamente le capitava davvero spesso. Si coprì il viso con le mani, nel tentativo di trattere le lacrime, per conservare un minimo di dignità che le restava. Dopo essersi ricomposta scese dal letto e si infilò la camicia da notte. Cosa avrebbe dovuto fare? Inseguirlo ed andare a casa sua come aveva fatto lui in precedenza? Si sarebbero dovuti rincorrere per tutta la vita? Quel risveglio così magico, accanto all'uomo che amava, non era poi così magico alla fine. Dovendosi entrambi adeguare al meccanismo di difesa adottato dall'altro avrebbero senza dubbio avuto molti problemi col passare del tempo. E se lei non riuscisse a passarci sopra? Forse non erano davvero fatti l'uno per l'altra come credeva. Nonostante il suo volto fosse rigido e non lasciasse trasparire nessun tipo di emozione, chiunque, guardandola dall'esterno, sarebbe stato in grado di percepire l'infinita quantità di pensieri e ansie che in quel momento offuscavano la mente della detective.

Come di routine, la donna iniziò i preparativi del mattino, come se non fosse successo nulla, fingendo che magari si fosse trattato solo di uno strano e deprimente sogno. Dirigendosi verso la porta della camera da letto però, inciampò in qualcosa. Fece finta di niente, proseguì per la sua strada senza neppure abbassare lo sguardo per capire cosa fosse ed uscì. Ma quando si voltò per socchiudere la porta dietro di lei, con la coda dell'occhio la vide. Vide l'oggetto per terra e a quel punto, iniziò a correre. Fu come un'improvvisa folgorazione. Successe tutto in pochi secondi, non appena si rese conto di essere inciampata in una scarpa che Castle aveva abbandonato vicino al letto la notte prima. Corse subito da lui, facendosi guidare dalla scia di profumo sprigionata dai pancakes ancora caldi. Scese quella breve rampa di scale in tutta fretta e lo trovò proprio lì, in cucina, davanti ai suoi fornelli, mentre, con gli auricolari infilati nelle orecchie era intento a preparale la colazione, sculettanto a ritmo di musica.
Si sentì subito sollevata e in lei prevalse l'istinto di tuffarsi fra le sue braccia. Gli si avvicinò velocemente e lo abbracciò da dietro facendolo sobbalzare per la sorpresa, dato che non l'aveva sentita arrivare. Lo scrittore, recuperato l'equilibrio perso durante la spinta, si sfilò un'auricolare, lasciandolo penzolare contro il suo petto. Si voltò con un sorriso malizioso sul volto fino ad incontrare lo sguardo sognante della detective e la baciò.

  • buongiorno detective, ha fame?

Le fece un sorriso a trentadue denti

  • buongiorno – lei lo ricambiò -- sì tantissima in realtà! Piatto del giorno?

  • Oggi la casa offre una doppia porzione di ottimi pancakes

  • mmm...perchè doppia? -- chiese Kate facendo finta di pensare, anche se già sapeva la risposta – ah già! È vero...i pancakes sono un modo commestibile per ringraziare il proprio partner per la fantastica notte passata insieme...non c'è di chè Castle

  • per LE fantastiche prestazioni del proprio partner mia cara detective

Dopo questo scambio di battute, un velo di rossore si diffuse sulle guance di lei, ma nonostante questo, scoppiarono entrambi a ridere e iniziarono a fare colazione.

  • wow..complimenti allo chef! Devo dire che...

La detective non fece in tempo a concludere la frase che lo scrittore, non riuscendo a trattenere il desiderio, la spinse contro il tavolo della cucina e iniziò a baciarla, con passione. Lei non rispose immediatamente al bacio, non realizzando subito la situazione, ma quando finalmente ci riuscì lo strinse ancora più a sè. L'uomo, nel tentativo di sentire il corpo della donna sul suo, la sollevò da terra, afferandola per i fanchi e la fece sedere sul tavolo, rimanendo in piedi davanti a lei per non interrompere il contatto tra le loro labbra. Lei per aumentare il desiderio, avvighiò le sue gambe intorno al busto dello scrittore, ma lui, volendo rallentare i tempi per assaporare al meglio ogni istante, si fermò e le diede un tenero bacio sulle labbra, poi un'altro, un'altro ancora e la tenerezza tornò ad essere passione nel giro di pochi secondi. Il cellulare di Beckett però, squillò; come se lo avesse fatto apposta, come se fosse un segno del fatto che dovevano fermarsi; prima di cader prede di quell'allettante circolo vizioso.

  • non rispondere – le sussurrò Castle, arrivato ormai a baciare l'orecchio della detective.

Ma lei non gli diede retta e rispose lo stesso al telefono, con voce affannata.

  • BEEEEccc – completò la parola emettendo un gemito. Le dita dello scrittore erano scese troppo in basso.

una risatina smorzata seguì quella risposta

  • Becks...sono Espo tutto bene?

  • Espoo!!....ceeerto tutto benissimo – rise di nuovo – stavo solo facendo una lunghissima corsa per central park !! -- disse la detective lanciando uno sguardo inceneritore all'uomo, che continuava a baciarle tutto il corpo, cercando di fornirle dei buoni motivi per riattaccare.

  • Ci ..ci...ciii soooono novità?

  • sì..bhè..è per questo che ti ho chiamato – Esposito corrugò la fronte e allontanò il telefono per poi guardarlo: l'espressione perplessa del detective incuriosì Ryan che vedendolo si avvicinò.

  • Bene allora!

  • Kate...non vuoi sapere cosa abbiamo scoperto?

  • Oh sìsì giusto....oddioo allontanati da me!...scusa dimmi tutto!!

  • ma con chi parli? -- l'uomo sgranò gli occhi e fece cenno a Ryan di avvicinarsi ancora di più per poter ascoltare anche lui.

  • Scusa Espo c'era un ragno ENORME che mi stava dando il tormento

Beckett si mise a ridere cercando di non fare troppo rumore e con una mano chiuse la bocca di Rick per evitare che venisse scoperto. Non riusciva più a trattenersi mentre l'uomo continuava a torturarla con le sue mani.

  • Abbiamo scopero che Jessica, la bionda, ha lasciato la città. Ho parlato con i vicini e hanno detto che è partita l'altro ieri mattina.

  • Sapete dov'è andata?

  • Sì, Ryan ha rintracciato la sua carta di credito, l'ha utilizzata pochi minuti fa in un negozio di vestiti a Hamilton Island

  • Hamilton Island?

  • Esatto

  • E' andata al mare dopo che il suo fidanzato è stato ucciso?

  • Sì la cosa non è proprio normalissima.. vuoi che andiamo a prenderla?

  • No, non ti preoccupare ci penso io!

  • Ma no ma...non puoi andare da sola...portati Castle! -- persino la distratta detective riuscì a percepire una nota di malizia nella voce di Javier

  • Castle? Ma stai scherzando?? -- lo scrittore, che fino a pochi istanti prima la stava torturando con baci inopportuni, sentendolo dire così, si fermò di colpo e iniziò ad annuire.

Kate allontanò il microfono del telefono dalla sua bocca e sussurò a Castle: "Rick basta! Stai buono..seduto!"

Lui ubbedì. La posizione che assunse era terribilmente simile a quella di un cucciolo di cane a cui stava per essere servito il pasto. Se solo avesse potuto, avrebbe abbassato le orecchie e iniziato a scodinzolare. La detective lo squadrò e non fu subito felice del suo entusiasmo,

  • No, se non vuoi lui ci vado io...non puoi andare da sola!

  • E tu si?

  • Esatto, Becks....se no resti l'unica qui e non credo sia possibile....sai....dato che il tuo fidanzato è accusato di omic....

  • Ok, ok....ho capito lo chiamo – Beckett interruppe Esposito prima che potesse concludere la frase – dai ci sentiamo dopo al distretto...adesso vado a finire la mia lezione di yoga

Kate si voltò verso Rick e rimase stupita nel vederlo ancora seduto nella stessa posizione, proprio come lei aveva ordinato.

  • Yoga? Ma non stavi correndo per Central Park?

  • sìsì quello! Come dici tu!

Castle sfilò il telefono dalle mani della detective e chiuse la chiamata all'istante, senza perdere tempo in banali saluti. Lei rise e, senza mai distogliere lo sguardo da quegli occhi fin troppo blu, si protese verso l'uomo per potergli dare un tenero bacio sulla fronte, come se fosse il premio che si era guadagnato stando fermo. Lui però non lo permise; la afferrò di scatto per i polpacci facendole perdere l'equilibrio, per poi ritrovarsela in braccio e iniziare nuovamente a torturarla, questa volta però con il solletico.
Risero all'unisono per tanto tempo, senza mai perdere quella scintilla che li univa.

  • Rick ti prego – non riusciva a parlare normalmente a causa delle troppe risate – Rick dai dobbiamo andare al distretto.

Lui la guardò con gli occhi di chi sta per veder sfumare davanti a sè un fantasia. Fece una smorfia e scosse il capo.

  • dai Rick andiamo

in tutta risposta l'uomo schioccò la lingua in segno di disapprovazione

  • tanto, mio caro caro scrittore, si tratta solo di una mattinata..non è poi così tanto tempo

usò un tono di voce piuttosto superficiale, in modo da far sembrare la cosa di poca rilevanza. Nel tentativo di dissuaderlo, lo baciò, questa volta con passione e poi riprese a guardarlo neglio occhi teneramente. Lui sbuffò, sconfitto.

  • okok...comunque mi avevi già convinto prima del bacio, però non volevo smettere di baciarti

lei rise arrossendo timidamente per poi voltarsi e scappare via. Lo scrittore le corse dietro e quando la raggiunse la sollevò in braccio e si diressero insieme verso la camera da letto.





e...per la serie del  "chi non muore si rivede"  arriva il seguito di sul letto del fiume !! . xD
innanzitutto scusate davvero se non ho più pubblicato nulla per tutti questi mesi ma io e Marika non abbiamo avuto molto tempo purtroppo :(  ringrazio tutti coloro che sono tanto gentili da continuare a leggere e recensire quello che scrivo, nonostante i miei tempi non siano proprio rapidi. Dato che ora è finita la scuola cercherò di ridurre i tempi tra la pubblicazione dei diversi capitoli..ora ho più tempo per fortuna :) spero comunque che questa storia vi stia prendendo almeno un pò; spero di riuscire a trasmettervi tutta la passione che ci metto nello scrivergli e spero davvero che abbiate voglia di continuare a leggere il seguito della storia :) ringrazio di cuore tutti i fan che lasciano una recensione (positiva o negativa che sia), perchè questo mi porta a impegnarmi ancora di più, e ringrazio anche quella piaga della mia co-scrittrice perchè continua a spronarmi a non mollare ..senza di lei questa fan fiction non sarebbe mai neppure iniziata <3
noi tutti ci rivediamo al prossimo capitolo (spero quindi molto presto :D)
feed the birds!!


N.B.: scusate per il termine "sculettando" ma sono stata condizionata dalla vista di un'anatra che mi sculettava davanti quindi, non potevo non metterlo xD

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