If we could only have this life.

di SkinnyLove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Dopo una giornata che era andata letteralmente una schifezza, mi collego a twitter e scrivo: "@zaynmalik I want to participate in the next video!" così, tanto per scherzare.
Mi ritrovo una risposta nei messaggi: 'Absolutely. We will contact you in the coming days.'
Non sapevo cosa fare. Ero nel panico. Dovevo essere contenta e invece ero praticamente immobilizzata al pc, non realizzavo quello che stava accadendo.
Rimasi ferma a fissare quella risposta per una manciata di minuti, ancora incredula, poi chiamai la mia migliore amica e le spiegai quello che era successo.
 
Il giorno dopo passò velocemente, a scuola avevo praticamente la testa tra le nuvole, una volta tornata a casa, mi fiondai al computer e su twitter c'era un messaggio da uno dei loro manager che mi spiegava brevemente quello che dovevo fare.
'Porta un accompagnatore maggiorenne, alle spese, comprese quelle per il viaggio pensiamo noi, all'aereoporto troverai una nostra collaboratrice che ti aiuterà durante il tuo soggiorno in Inghilterra, poi ti daremo ulteriori informazioni entro domani sera.'
 
Per prima cosa pensai a chi potevo chiedere di accompagnarmi. Mio padre? No, lavorava. Mia madre? Non era proprio il caso. Non mi restava che confidare in mia sorella.
La pregai così tanto che alla fine si arrese e accettò. Ancora non ci credevo. Io a Londra per girare un videoclip con i miei idoli? 
 
C'era però un problema. La mia migliore amica. Abbiamo praticamente condiviso tutto dalla nascita, siamo cresciute insieme, abbiamo gli stessi gusti, le stesse passioni (compresa quella per i OneDirection) cosa potevo fare?
Non potevo lasciarla a casa, assolutamente. Azzardai la prima ipotesi che mi venne in mente, un po' pazza, ma tentare non mi costava nulla. 
'Mary tu vieni con me, a costo di nasconderti!' 
 
Era arrivato il gran giorno, finalmente. Arrivate all'aereoporto trovammo questa signora che ci aspettava. Era di bell'aspetto, vestita bene, con i capelli raccolti e dalla pelle nera. Aveva un cartellino alla giacca sul quale c'era scritto il suo nome: Loren.
Ci presentammo, parlava un italiano stentato, ma almeno riusciva a capirmi. Mi diede subito l'impressione che di lei potevo fidarmi e infatti le rivelai subito il primo segreto che non poteva essere nascosto a lungo...Mary!
Le elencai i motivi per i quali non potevo partire senza la mia migliore amica e mi appoggiò senza batter ciglio. 
Ero in estasi solo al fatto di poter vedere la città nella quale ho sempre sognato di vivere, poi pensare che di lì a poco avrei incontrato i miei idoli rendeva tutto ancora più magico.
 
Ci fermammo in albergo, mia sorella e Mary erano stanche morte, io ero talmente esaltata che non riuscivo a stare ferma un attimo.
Dopo averci dato il tempo di sistemarci, Loren mi venne a prendere, dovevo andare con lei e conoscere il resto della produzione. All'inizio ero agitatissima, poi pian piano cominciai a calmarmi, non c'era motivo per agitarsi. Tutti i collaboratori mi mettevano a mio agio e dei 1D nemmeno l'ombra.
 
Cominciai a provare dei vestiti che dovevo indossare nel videoclip, certo non erano il mio genere ma in quel momento mi andava bene di tutto, non avevo nessuna pretesa.
Il regista ci disse che potevamo andare a pranzare e Loren mi rivelò che di li a poco li avrei visti, c'erano anche loro insieme a tutta la produzione.
Il mio cuore cominciò a battere tanto, troppo velocemente, sembrava che il cuore quasi scoppiasse e uscisse dal petto, ancora non mi sembrava vero. Mia sorella mi raggiunse, mentre Mary era in bagno che aspettava il 'via' per sgattaiolare fuori e raggiungerci.
 
Loren si avvicinò al tavolo dove erano seduti i ragazzi, e loro in coro pronunciarono un 'Ciao Bellaaa', stavo per sentirmi male, pensavo che nel giro di due minuti mi sarebbe accaduto qualcosa.
Accennai un sorriso e loro si alzarono per salutarmi. Mi invitarono ad unirmi a loro e Loren cercava di rendere le cose più facili anticipando le mie risposte.
Cominciammo a parlare del più e del meno, con il mio inglese che non è dei migliori insomma, e loro facevano di tutto per non farmelo pesare. Decisi che era il momento giusto per raccontargli di Mary e quasi senza prendere fiato raccontai tutto.
 
Erano stupiti, non sapevano cosa dire, io lo ero tanto quanto loro fino a quando Liam non chiese con il suo italiano inglesizzato: 'Ora dov'è?'
Io imbarazzatissima risposi che mi aspettava nel bagno. Ci fu una risata generale e poi Zayn mi urlò ancora ridendo di andarla a prendere.
 
Corsi in bagno, spiegai brevemente a Mary quello che era successo durante il tragitto fino al tavolo, ma non finii il racconto che mi interruppe un coro che diceva 'Ciaooo Maryyy'.
Vedere la mia migliore amica in quella situazione era una cosa divertentissima, a me era successo pochi minuti prima ma era come se fosse passato già diverso tempo, c'era già una strana confidenza tra me e i ragazzi che presto prese anche Mary.
Mangiammo insieme e alla fine della pausa sembrava quasi ci conoscessimo da una vita. 
Con tono dispiaciuto mi rivolsi ai ragazzi dicendo loro che ancora non avevamo visitato la città e Louis non seppe resistere alla tentazione di farci da guida turistica.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Insieme eravamo una forza, si rideva in continuazione e mia sorella e Loren facevano fatica a starci dietro.
Dopo i primi giorni, Mary cominciava a girare liberamente, tra noi e i ragazzi c'era un intesa perfetta, ogni minuto insieme veniva speso nel migliore dei modi.
 
Il contratto prevedeva 3 settimane di soggiorno a Londra, i giorni passavano troppo velocemente e io mi ero accorta che si erano create troppe situazioni equivoche.
Harry che all'inizio sembrava non essere contento della nostra compagnia durante la giornata, ora era praticamente sempre con Mary e Niall sembrava infastidito da questo.
Liam e Louis erano fin troppo strani con me, come se sapessero qualcosa, l'unico con il quale riuscivo a passare la giornata normalmente era Zayn.
Con lui riuscivo a parlare di tutto, ci divertivamo come matti ed era felice che fossi l'unica a non aggredirlo se fumava una sigaretta.
 
Ben presto però, le cose cambiarono aspetto.
Mary e Harry erano sempre più legati e dopo averglielo tirato con le tenaglie dalla bocca, Mary, finalmente mi confessò che si erano baciati.
 
Perchè la mia migliore amica aspettò prima di dirmelo? C'erano troppe cose che non capivo, così pensai che forse dovevo fare una bella chiacchierata con ognuno.
 
La cosa che mi importava più di tutte era la mia amica, le chiesi esplicitamente il perchè me l'aveva nascosto e mi rispose imbarazzata che non sapeva se Harry voleva si sapesse.
Rimasi ferma, non mi aspettavo questa risposta. Ora più che mai ero convinta che dovevo parlare con i ragazzi e chiarire.
 
Parlai con Harry e Niall, si confrontarono e mi chiesero scusa se non si erano comportati bene con me e con la mia amica, e Niall confessò ad Harry di avere un debole per Mary.
 
Con Zayn non avevo bisogno di parlare, era l'unico che mi capiva. 
Passai a Liam e Louis. Dissi loro chiaramente ciò che pensavo, che il loro comportamento mi dava sui nervi, sembrava mi nascondessero qualcosa e a me questo non piaceva.
Alla fine Louis si arrese di fronte all'evidenza, mi diede ragione e con una scusa andò via. 
Liam prese la parola quando Louis si alzò, dopo un giro di parole mi fece capire che avevo messo in confusione Louis, insomma, gli piacevo.
 
Da quando ero quella che non sapeva niente di nessuno ora sapeva tutto di tutti, sapeva anche troppo forse. 
Per tutta la notte non chiusi occhio, continuavo a chiedermi il perchè di tutte queste cose, e soprattutto continuavo a ripetermi che io i guai li vado a cercare col lanternino.
 
Cercavo di non pensare a come comportarmi. Il giorno dopo dovevamo girare una delle scene in cui io avevo sempre desiderato di esserci, dove io e Louis eravamo ehm, abbastanza vicini, ecco.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Dopo aver passato l'intera notte in bianco mi alzai e andai a prepararmi con calma in bagno, per la prima volta ero in anticipo, quasi non ci credevo.
Decisi di uscire e scendere nella hall dell'hotel per pensare un po'. Intanto in camera mia sorella e Mary dormivano beatamente.
 
La giornata sembrava aver preso una buona piega, guardavo tutto da una prospettiva diversa, ero serena per aver chiarito con gli altri e il fatto di piacere al ragazzo che ho sempre sognato diciamo che contribuiva alla mia serenità. 
Pensai che non c'era motivo di stressarmi e cominciare a pensare a come comportarmi. Decisi che sarei stata semplicemente me stessa.
 
Salii in camera, svegliai a cuscinate mia sorella e Mary che dormivano ancora come ghiri e le avvertii che di li a poco sarebbe passata Loren per portarci alla location del videoclip.
Si vestirono in fretta, erano curiosissime di sapere dove ci avrebbero portate, dato che avevamo già girato al mare e in montagna.
 
Loren, precisa più di un orologio svizzero era già nella hall ad aspettare me e le due ritardatarie. Cercai di farmi dire qualcosa riguardo al luogo misterioso, ma la sua bocca sembrava cucita con ago e filo.
Con aria sconfitta dissi alle ragazze che forse dovevamo arrenderci e aspettare l'arrivo per scoprire di cosa si trattava.
 
Finalmente la grande auto che ci aveva portate fin lì si fermò. Appena uscii mi si bloccò il respiro. Era uno dei posti più belli del mondo.
Una specie di radura. Eravamo immersi nel verde, con un sole caldo simile a quello della mia città, il rumore del ruscello che attraversava gran parte del territorio. Sembrava uscito da una favola.
La prima cosa che dissi fu: "Ma dove cavolo li trovano 'sti posti?" e intorno a me scoppiò una risata generale.
 
C'erano anche i ragazzi, oddio era quasi un sogno. Un posto così, con gente così, quand'è che mi sarebbe ricapitato? Fui investita da una voglia di vivere pazzesca, una cosa tipo 'Ora o mai più'.
 
Mi precipitai da Louis e quasi senza prendere respiro gli dissi: 
"Liam mi ha detto tutto, ora io non dovrei saperlo e forse non dovrei fare quello che sto facendo. Sinceramente non so nemmeno perchè te lo sto dicendo ma si, mi piaci."
E poi andai via come nulla fosse, aspettandomi chisà quale reazione da lui, qualcosa tipo film Disney, una presa per il braccio e un 'I Love You', che però non successe.
 
Mentre giravamo, cominciai a pensare di aver sbagliato ad essere così impulsiva, ora avevo messo nei casini anche me oltre che lui. "Certo che però sono proprio un danno vivente" mi ripetevo.
Arrivata la pausa, ci riunimmo tutti alla riva del ruscello a canticchiare.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Si era creata una bell'atmosfera. 
 
Mary e Harry uniti più che mai, quasi provavo invidia per quanto fosse stato facile per lei avvicinarsi a Harry.
Liam e Niall che scherzavano come sempre, Louis sembrava pensare ad altro, molto probabilmente a causa mia. 
Zayn mi si avvicinò con quell'inconfondibile sorriso e mi chiese: "Ancora non ti sei accorta che quando ti giri lui ti guarda?"
Io, presa alla sprovvista risposi con un'altra domanda.. "Chi?", scoppiò a ridere, mi diede una pacca sulla spalla e aggiunse: "Siete proprio uguali"
Questa cosa mi fece sorridere, non era il primo che lo diceva, intanto Louis però continuava a far finta che io non esistessi.
 
Infastidita dal suo comportamento infantile, feci lo stesso anch'io, lo evitai per il resto della giornata cercando di suscitare qualche interesse.
Finalmente prima di entrare in macchina, mi si avvicinò. "Meglio tardi che mai", pensai. 
Mi chiese di parlare, ora non potevo continuare a fare la bambina come avevo fatto per il resto della giornata, dovevo affrontarla questa cosa, in fin dei conti il polverone l'avevo sollevato io.
 
Invece di andare con le altre, tornai a casa insieme a lui. Che situazione strana.
Io ero muta, non riuscivo a parlare, avevo paura di dire qualcosa di sbagliato, quindi sembrava quasi stessi assistendo ad un suo monologo.
Cominciò a parlarmi di quanto fosse felice con la sua fidanzata e di quanto ci tenesse a lei e io intanto tormentavo il mio labbro inferiore mordicchiandolo per il nervosismo.
 
Poi il discorso prese un'altra piega quando cominciò a parlare di me. Elencò tutti i miei pregi (che credevo di non avere) e successivamente anche i miei difetti (dei quali invece ero a conoscenza).
Stavamo discutendo da circa mezz'ora, ma ancora non aveva detto ciò che volevo sentirmi dire. 
 
Eravamo arrivati all'hotel ed ero piena di complimenti fino alla nausea. 
Faccio ridere? Me lo dicono tutti. Sono carina? Ah, ma grazie. 
E nient'altro. 
Ma dopotutto cosa potevo mai aspettarmi? 
 
"E' fidanzato con una modella, alla quale vuole tanto bene, non può mica buttare tutto all'aria a causa della ragazza italiana che sta simpatica a tutti?"
Era questo il mio unico pensiero. 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Uscii dall'auto e mi diressi nella mia camera.
Una volta li, spostai la tendina e guardai giù, lui era ancora li. Sembrava quasi che sapesse tutti i miei movimenti, era infatti mia abitudine dare uno sguardo fuori dalla finestra e perdermi guardando il caos della città nel silenzio della mia camera.
Gli chiesi cosa stesse facendo ancora li e lui mi disse che stava pensando.
"Proprio sotto alla finestra della mia camera d'albergo devi metterti a pensare?" - dissi tra me e me.
 
Quasi senza pensarci, scesi di nuovo giù, mi avvicinai a lui e gli domandai -"A cosa pensi?"
Era sorpreso, non mi aspettava di nuovo li, gli si leggeva in faccia che era pensieroso, ma io avevo colto anche una vena di sollievo sul suo viso, forse per il fatto che gli ero andata incontro per l'ennesima volta non lasciandogli fare tutto da solo.
 
C'era un'atmosfera strana, eravamo timidi e impacciati, cosa che non è affatto da noi.
Di li a poco sarebbe successo qualcosa, me lo sentivo.
 
Stavo ancora aspettando la sua risposta, che non arrivò, o meglio, non arrivò se non dopo l'attesissimo bacio.
 
"Non a cosa, ma a chi...e quel chi sei tu." - Fu questa la sua risposta.
Non mi ero mai sentita così prima d'ora, per quell'attimo non pensai a nulla. Non pensai dov'ero, non mi chiesi se stavo facendo la cosa giusta, niente di niente. Mi ero lasciata andare del tutto e ne ero più che felice.
Dopo qualche minuto arrivò anche l'auto con Mary e mia sorella. Lo salutai frettolosamente e con un sorriso da ebete raggiunsi le altre, non vedevo l'ora di raccontare a loro quello che era appena accaduto.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


La prima settimana era volata.
Oddio, più che 7 giorni sembrava passato un mese con tutto quello che era successo.
 
Lunedì. Inizio settimana, tutti stanchi. Decidemmo che quella giornata l'avremmo dedicata all'ozio.
Eravamo sui divani della hall dell'hotel che ormai sembrava essere casa nostra. 
 
Mia sorella era via insieme a Loren, ciò significava 'CAMPO LIBERO'. Potevamo fare quello che ci pareva, nessuno poteva dirci nulla.
(Anche se a Loren e mia sorella non davamo poi così tanto credito quando ci richiamavano.)
 
Liam, Mary e Harry ridevano e urlavano mentre gli altri clienti che erano di passaggio li guardavano con aria sospetta.
Niall, Zayn e io invece, eravamo ancora assonnati e riuscivamo a stento a parlare. Sebbene fossi stanca però, non potei fare a meno di notare che Louis non c'era.
Non feci nemmeno in tempo a finire quello che stavo pensando che Louis si presentò nella hall. Per qualche strano motivo mi sembrava più bello sel solito.
Diventai rossa tanto quanto un pomodoro, ero certa che lui non avesse raccontato nulla ai ragazzi di quanto fosse successo la sera prima ma evidentemente mi sbagliavo.
Appena gli altri si accorsero della sua presenza, cominciarono a prenderci in giro e lui come se nulla fosse mi si avvicinò per salutarmi, con un bacio a stampo.
Che situazione imbarazzante. 
Harry propose di andare a fare colazione fuori, e Niall col suo entusiasmo costrinse anche me e Zayn che eravamo ancora sprofondati sulle poltrone ad alzarci. 
Ci dirigemmo verso l'uscita con passo pesante, ancora a causa del sonno che non voleva abbandonarci, mentre gli altri sembravano una banda di bufali impazziti.
 
Ordinammo così tante cose da mangiare che solo a ripensarci mi viene la nausea. Dopo la grande abbuffata decidemmo di girovagare un po' per il centro.
Fu una di quelle giornate memorabili. Faceva freddo da far paura, tutti incappucciati com'erano dubitavo li avessero riconosciuti ma mi sbagliavo anche su questo.
Furono assaliti da ragazzine urlanti, ero quasi spaventata, loro invece più tranquilli che mai, mi chiedevo come facessero.
 
Ci riaccompagnarono all'hotel e ci diedero appuntamento alla sera.
-"Lo sappiamo che siete belle lo stesso ma.. vestitevi bene questa sera" disse Liam.
Mary, imbronciata replicò "Ma...Io mi vesto sempre bene". 
E per evitare questa discussione inutile, Harry tagliò corto dicendo che ci preferivano un po' più eleganti per la quella sera.
 
Io e Mary ci torturammo per il resto del pomeriggio pensando alla serata che ci aspettava. Alla fine ci arrendemmo al fatto di saremmo rimaste all'oscuro di tutto e cominciammo a prepararci.
 
 
 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Fortunatamente il nostro buon senso ci aveva fatto mettere in valigia anche qualche cosa più elegante, per ogni evenienza.
Indossammo due vestiti che comprammo poco prima di partire e tacchi alti, che non devono mai mancare. Marcammo un po' di più il nostro solito make-up e sistemammo i capelli.
Volevamo essere perfette, anche se non sapevamo ancora dove ci avrebbero portate.
 
L'appuntamento era alle 21.00 e noi, come sempre, eravamo in ritardo. Effettuammo gli ultimi ritocchi al volo e ci precipitammo giù. Uscimmo di corsa dall'hotel, ma all'entrata non ci aspettava nessuno.
Eravamo sul punto di incavolarci quando, dall'altro lato della strada, si accostò un'auto enorme con un signore che ci feceva cenno di entrare. Quel tipo di auto era la stessa che usano i ragazzi per arrivare agli eventi.
Vetri oscurati e molto capiente per entrarci tutti. Mentre mi accingevo ad attraversare la strada fantasticavo ancora sul luogo misterioso, poi ecco il lampo di genio.
-"Mary, lo so." Lei mi guardò incuriosita e la sua faccia imitava quasi un punto interrogativo.
-"Il luogo, lo conosco. Ho capito dove ci portano" poi ripresi -"Se ricordo bene, i ragazzi oggi erano ospiti ad una serata, questa è l'auto degli eventi. Se il mio intuito non m'inganna, ci portano con loro."
Mary, sorpresa mi urlò contro -"Con loro? Ad una serata? Ma sei pazza?" Entrammo in auto, in silenzio, facendo finta di niente, mentre entrambe morivamo dalla voglia di sapere se avevo ragione.
 
Dopo circa una mezz'ora, l'auto si fermò. Niall ci chiese divertito se fossimo pronte alla serata. Io e Mary ci scambiammo uno sguardo impaurito ed uscimmo. 
Era sicuramente il retro di qualche grande locale. Si sentiva il frastuono che proveniva dall'interno e c'erano fin troppe belle auto parcheggiate lì.
 
Io ero aggrappata al braccio di Louis e Mary a quello di Harry. Altre tre ragazze si avvicinarono a noi, si presentarono e poi si avvicinarono a Niall, Zayn e Liam. Entrammo a coppie. 
A quel punto cominciai a pensare che forse mi ero sbagliata e ci avevano soltanto portate in una delle discoteche più belle, ma il mio intuito invece, aveva capito bene.
Era un evento, con tanto di Red Carpet. Attori, cantanti, gente dello spettacolo. Le celebrità inglesi erano tutte lì e io ero con loro. Il cuore andava a tremila.
Ecco perchè Niall era così divertito, per lui era facile, ma sapeva quanto non lo era per me e Mary. Camminavo lentamente e a testa bassa, avevo troppa vergogna.
 
-"Sorridi" mi sussurrò Louis. Non feci in tempo a chiedermi il perchè che venni assalita da una marea di fotografi.
"Il red carpet non l'avevo mai immaginato così 'pauroso' "- rivolgendomi a Louis. "E' il primo impatto, poi passa." mi rispose.
 
Dopo aver attraversato quell'enorme tappeto che sembrava non finisse mai, mi girai verso Mary e vidi che lei era scossa tanto quanto me. Poi insieme scoppiammo in una risata, forse un po' troppo rumorosa.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Entrammo in questa grande sala. C'era talmente tanta gente famosa che quasi stentavo a crederci, se ne conoscevo la metà era pure troppo.
Tutti che salutavano i ragazzi e chiedevano di noi, passai l'intera serata praticamente con l'imbarazzo a braccetto. 
Guardai le ragazze dell'entrata. Una era Danielle.
Io e Mary cercavamo di capire chi fossero le altre due, poi giungemmo alla conclusione che molto probabilmente erano modelle. 
I ragazzi non ci lasciavano sole nemmeno per un attimo e noi non potevamo esserne più che contente.
 
Finalmente quella serata era giunta al termine. Al ritorno non c'era la grande auto che ci aveva accompagnati. Ognuno tornò a casa con un auto diversa, io ovviamente ero insieme a lui.
 
"Avevo un programma diverso per stasera, so quanto sono imbarazzanti e noiose questi eventi, magari possiamo ancora recuperare la serata persa." mi disse.
Cominciai a fare un milione di pensieri, la mia mentre era una centrifuga, poi gli chiesi semplicemente quali fossero i suoi programmi e lui mi rispose così.
"Al drive-in davano Grease, siamo in tempo per lo spettacolo notturno, che ne dici?"Non ero assolutamente in grado di dire no, quindi accettai senza esitazione. 
Istintivamente cominciai a canticchiare la canzoncina di Sandy e Danny."You're the one that I want..You are the one I want..ho-ho-ho-honey" 
e lui che era un misto tra sorpreso e divertito continuò il testo, che conosceva molto meglio di me.
 
Arrivammo al drive-in, il film era cominciato già da 10 minuti. E Louis non perse tempo, infatti cominciò da subito ad anticipare le frasi a John Travolta.
Era strano. Il film che conoscevo a memoria sembrava un altro, forse per il luogo o molto probabilmente per la compagnia.
Cominciai a sbadigliare, ero troppo stanca, ma non potevo rovinargli l'appuntamento, quindi decisi di tenere gli occhi spalancati ogni volta che lui si girava verso di me.
Gli chiesi a che ora avremmo cominciato a girare il video il mattino seguente e lui mi disse: "Dobbiamo vederci alle 11.00 con Fred, hai tempo per dormire, non preoccuparti."
poi aggiunse "Ma se sei troppo stanca, posso accompagnarti ora". Mentii e gli dissi che non ero stanca anche se era evidente che fosse così.
 
Finito il film tirai un sospiro di sollievo. Louis mise in moto l'auto e poi si fermò. Mi girai e vidi che tutte le coppie intorno si scambiavano "dolci effusioni". 
"Stavolta mi tocca" dissi tra me e me, e mentre lui era intento a girarsi per la retromarcia, lo presi e lo baciai.
 
Tornai a casa con il mio sorriso da ebete stampato sulle labbra che era ormai solito quando mi accompagnava lui. Mary era ancora sveglia, era ritornata da poco.
Il sonno mi era passato ormai, e alle occhiaie avrebbero pensato le truccatrici, perchè dormire? Così passammo l'intera notte a parlare.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Mi lasciai sprofondare nel letto e osservai meglio Mary, sembrava ansiosa e particolarmente felice. 
Non esitai a chiederle cosa fosse successo e lei fu più che contenta del fatto che avevo deciso di non dormire, così, sospirò e mi raccontò tutto.
 
"Sai che io e Harry siamo molto legati e che passiamo la maggior parte del tempo sempre insieme" - si interruppe, mi guardò e continuò - "Lo sai, no?"
Non feci in tempo a risponderle che riprese il racconto.
 
"Ecco. Allora, tu sei andata via con Louis dopo la serata, giusto?" - ancora una volta non mi diede modo di rispondere, anche se era ovvio che fossi andata via con lui.
"Esatto, io sono andata via con Harry. Non sapevamo dove andare, ma volevamo fare un giro. E sai dove mi ha portata?"
Pensai che finalmente fosse arrivato il mio turno, finalmente avrei potuto risponderle con un'altra domanda. Ero ansiosa di pronunciare quel "dove?" che comunque non riuscii a dire.
"Un posto bellissimo che abbiamo scoperto per caso. Ti spiego. In pratica, eravamo in auto in cerca di un luogo per divertirci, decidiamo di imboccare una stradina in salita invece di proseguire per l'autostrada."
 
A questo punto la curiosità era troppa e non riuscii a trattenermi. "Una stradina in salita che portava?" chiesi quasi urlando.
Scocciata dal mio voler saper troppo riprese. "...Che portava in un posto che non so bene spiegare cosa sia, c'erano tante rocce e se ti sporgevi di più, potevi osservare le onde del mare infrangersi sugli scogli."
 
Pensai ad uno strapiombo, si, uno di quei posti fighi dei film. "E cosa avete fatto poi?" incalzai, prima che continuasse. Silenzio.
"Uhm, questa non me la conta giusta" pensai, e decisi di chiederle di più.
 
Dopo l'attimo di silenzio, mi sorrise e riprese il racconto nel quale ero ormai immersa, sembrava quasi mi stesse raccontando una favola prima di dormire.
"Allora, dov'ero arrivata? Ah, lo strapiombo, già. Ti dicevo, siamo rimasti in auto per circa due minuti, poi la curiosità era troppa e sono uscita a vedere. Devo ammettere, non poteva esserci luogo migliore."
"Luogo migliore? Per cosa?" quasi l'aggredii con la mia raffica di domande. "Se magari mi fai finire, forse lo saprai." mi rispose.
 
Decisa più che mai a sapere cosa fosse successo decisi di tenere a freno la lingua. "Muta, giuro!" le dissi ridendo, e lei fu contenta di poter proseguire.
"Stavo dicendo...sono uscita dall'auto e mi sono precipitata a guardare giù. 
Che spettacolo. Il mare, scuro come il cielo, si infrangeva violento contro la scogliera. Guardarlo metteva ansia, ma il suono era stupendo."
 
Si fermò per un attimo, forse aspettava venissi meno alla promessa appena fatta, poi riprese.
"Harry sembrava la mia ombra, mi girava intorno per paura che potessi farmi male. Ad un certo punto si è allontanato ed è tornato con degli asciugamani enormi che aveva nel retro dell'auto. 
Mi ha fatto cenno di spostarmi e li ha stesi per terra.
Mi sono seduta, lentamente, sai quanto tengo a quel vestito, non volevo rovinarlo. Nel frattempo Harry già era al mio fianco. Ci siamo stesi e abbiamo cominciato a gurdare il cielo, stranamente limpido e sereno.
Abbiamo dato il nome a qualche stella e storpiato quello di alcune costellazioni. Abbiamo riso fino alle lacrime, ci siamo avvicinati sempre di più e poi che ci tenevo al bel vestito che indossavo, mi è passato di mente."

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Okay. Mi ci volle un po' per metabolizzare ciò che mi era appena stato raccontato.
La mia migliore amica mi aveva appena messo al corrente di una delle cose più strabilianti che potessero mai capitarle. Ero felicissima, manco l'avessi vissuto io quel momento.
 
"Non entrare nei particolari, ti prego." le dissi con tono quasi implorativo, poi ripresi "Sono ancora troppo scossa, magari domani mi dici meglio, non credere che la passerai liscia."
Scoppiammo in una risata fragorosa e subito dopo ci zittimmo, avevamo dimenticato che dall'altro lato della camera c'era mia sorella che dormiva come un sasso.
Mary mi chiese di raccontarle la mia serata, che in confronto alla sua fu fin troppo soft. Le spiegai l'andazzo dell'appuntamento, poi alle prime luci dell'alba, il sonno vinse.
 
Il mattino dopo ci preparammo di fretta, come nostro solito e uscimmo. Ero curiosa di vedere come si sarebbero comportati Mary e Harry, così li tenni un po' d'occhio. 
Appena si videro si scambiarono un lunghissimo ed intenso sguardo, ed io istintivamente sorrisi. 
Vedere la mia migliore amica con la persona con la quale l'avevo sempre immaginata nei miei sogni, faceva un certo effetto. Quasi come quando pensavo a me e Louis.
 
'Me e Louis' continuavo a ripeterlo tipo formula magica, suonava troppo strano. 'Me e Louis', ancora una volta. Feci un po' di pratica, e finalmente riuscii a pensare a ME E LOUIS come una coppia.
 
Per l'intera mattinata mi chiesi perchè la produzione mi voleva lì, non dovevo comparire in quella parte di video che stavano registrando.
Come nostra abitudine da più di una settimana ormai, trascorremmo il tempo della pausa insieme a scherzare tra di noi. 
Io e Zayn che eravamo ormai coppia fissa per quanto riguarda le dormite improvvisate, ci appollaiammo su alcune panchine che avvicinammo a mò di letti e facemmo ciò che ci riusciva meglio.
Peccato però che presto arrivarono gli altri e non riuscimmo più a chiudere occhio.
 
Decisi di alzarmi da quella scomoda panchina, e mi diressi verso un vialetto in cerca di un po' di solitudine, volevo pensare un po'. Poi all'improvviso mi girai di scatto e feci cenno a Louis di raggiungermi.
Pensare, pensare, pensare...perchè? Prendiamocela come viene.
 
Cominciammo a spingerci per un po', poi lui prese la mia mano, la teneva ben salda quasi avesse paura che scappassi via. Cosa impossibile.
Ero esattamente dove volevo essere e con la persona giusta. Dovevo essere pazza per scappare. 
L'imbarazzo che c'era le prime volte era scomparso, anche se continuavo a parlare poco, non perchè avevo paura di dire cose sbagliare, come all'inizio.
Semplicemente mi limitavo ad ascoltare quello che aveva da dirmi. Era quello il punto. Lui aveva sempre qualcosa da dirmi. 
Che fosse un 'You're so beautiful' accompagnato da tanto di carezza, oppure un semplice 'Scema' che aveva imparato a causa mia. 
 
Pensai ai numerosi 'Me e Louis' ripetuti precedentemente, credevo potessi farcela. In teoria potevo, ma in pratica, beh, in pratica no.
Era più forte di me, riuscivo a dire poche cose quando eravamo soli. Il problema erano i suoi occhi, mi ci perdevo dentro e non riuscivo più a connettere quando scoppiava a ridere guardando le mie facce buffe.
 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Finalmente tutto andava per il verso giusto.
Mercoledì mattina. Comunicazione dalla produzione. Vi tratterrete qualche giorno in più.
"Figo!" pensai. Cominciai a chiedermi perchè e Louis tagliò corto dandomi subito la "lieta" notizia.
"Andiamo via per un po'. Abbiamo da fare, credo negli USA. Baby don't worry, torno presto." mi disse.
 
Mi si leggeva in faccia quanto fossi dispiaciuta. Non pensavo potesse lasciarmi lì, almeno non ora. 
Io e Mary eravamo furiose col resto del mondo, non perchè non volevamo che partissero, ma per il semplice fatto che l'avrebbero fatto nell'arco di qualche ora.
Mi ero appena abituata all'idea di dover passare del tempo con lui ed ecco che dovevo già farne a meno.E poi trascorrevamo la maggior parte della giornata con loro. Cosa avremmo fatto ora?
 
I ragazzi avevano il broncio all'aereoporto. Non potevano. Non volevamo che partissero tristi a causa nostra, quindi, ingoiammo l'amaro boccone e superammo la cosa.
Li salutammo con un mega abbraccio di gruppo. Liam, Niall e Zayn erano così affettuosi con noi, farli sorridere era il minimo che potessimo fare.
 
Io andai da Louis, Mary da Harry. Solita scena strappalacrime da commedia classica.
Louis, mi strinse a se e mi sussurrò all'orecchio "Non so come farò senza te. Torneremo prestissimo. Ti chiamo appena arrivo. Già mi manchi. I love you."
Un mucchio di frasi banali che dette da lui avevano un valore inestimabile, soprattutto l'ultima. "Love you too" gli risposi sorridendo.
Si allontanarono a passo lento, ogni tanto si giravano e ci guardavano, fino a quando non li perdemmo completamente tra la folla dell'aereoporto.
 
Tornammo in albergo, ci stendemmo sul letto e fissammo il soffitto in silenzio per qualche minuto. "Che ne dici di un po' di sano shopping?" chiesi a Mary. 
Era triste, anche io lo ero, ma non volevo vederla così. Quindi le chiesi una cosa alla quale non poteva rifiutare, abbiamo sempre detto che lo shopping è la cura a tutti i malori.
Mi sorrise e annuì. "E' fatta!" pensai. Con molta calma ci sistemammo un po' il trucco ed uscimmo. 
La parte migliore era quella nei camerini, indossare capi strani, guardarci e scoppiare a ridere commentando ogni cosa era il nostro forte.
Finimmo per comprare una marea di cose inutili, oggetti strani e dalla dubbia utilità che però erano divertenti da vedere.
 
Squillò il telefono, ero convinta fosse Louis. Non lessi nemmeno sul display, risposi direttamente "Sei arrivato?". Dall'altro lato, la voce divertita di mia sorella che imitava il suo accento inglese.
"Ah, sei tu" le dissi. Aspettavo che mi dicesse qualcosa, quindi restai un attimo in silenzio, poi ripresi "Allora? Che c'è? Perchè mi hai chiamata?". Mia sorella infastidita dal mio tono rispose in modo scostante.
 
"Dobbiamo ritornare" dissi a Mary. Non sapevo perchè, ma mia sorella aveva detto che Loren doveva parlarci.
Tornate in albergo vidi Loren con un sorriso smagliante che ci aspettava nella hall. "Ragazze, ho una bella notizia" ci disse. Sul nostro volto comparve un sorriso spontaneo, eravamo certe che la notizia riguardasse i ragazzi.
"Sono molto dispiaciuta per il fatto che i ragazzi siano andati via e vi abbiano lasciate qui, ma fortunatamente..." io e Mary ci prendemmo le mani. "Fortunatamente?" dicemmo in coro.
"Fortunatamente...ora avrete compagnia." Mentre io e Mary istivamente ci stringemmo le mani, da dietro la poltrona sulla quale era appoggiata Loren, sbucò un ragazzo.
"Lui è mio nipote Matthew. Come me ha origini italiane, capisce quando parlate la vostra lingua e..." "E basta zia, ora continuo io!" la interruppe Matthew.
"Allora, si. Sono Matthew e come potete ascoltare parlo italiano. Starò da zia Loren per un po' e lei ha pensato che magari potessimo farci compagnia."

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Rimanemmo impietrite. "Matthew eh?" dissi. 
Lo squadrai per benino. Alto, moro, occhi chiari, piercing, vestito normalmente, all'italiana insomma. Io e Mary ci guardammo.
"Loren mi ha detto che siete andate a fare shopping, peccato, magari potevamo uscire un po' e mangiare qualcosina fuori." ci guardò speranzoso, voleva conoscerci meglio e voleva farlo lontano da sua zia.
"Ehm, si. Siamo andate a fare shopping, ma siamo tornate per "la sopresa" di tua zia, quindi.." disse Mary. Lui scavalcò la sua voce che si affievolì sul "quindi" e ci disse "Quindi è si?" Era fin troppo felice.
"Si." rispondemmo in coro. "Oh, che bello. Loren noi usciamo, ci sentiamo dopo." 
Mentre ci avvicinammo al portone ci chiese "Allora ragazze, dove si va?" poi riprese "Io ho tanta fame e vista l'ora direi che una bella scorpacciata al Mc Donald's ci sta tutta, che dite?"
"E che Mc Donald's sia" dissi agguerrita, avevo proprio voglia di divorare un bel Big Mac. Sembrava quasi come già ci conoscessimo, forse perchè Matthew mi ricordava i miei amici.
Tra una battuta e l'altra la serata passò d'incanto. Non avevo mai potuto pensare che quella giornata così pesante da sopportare si sarebbe conclusa in quel modo.
 
Intanto la chiamata di Louis non arrivò.
Tornata a casa, afferrai il cellulare e gli inviai un messaggio. "Lo leggerà quando si degnerà di prendere il cellulare." dissi.
"Aspetto ancora quella chiamata.", scrissi così velocemente che non impiegai nemmeno mezzo minuto, poi arrabbiata premetti il tasto INVIO.
Mary era preoccupata tanto quanto me, anche Harry non si era fatto sentire. "Chiamiamo gli altri?" le chiesi, poi continuai "O no? Cioè, dovevano essere loro a chiamare."
"Infatti" rispose Mary, amareggiata. "Lasciamo perdere và.", aggiunse. Eravamo stanche, quella giornata sembrava fosse durata 100h. 
 
Il mattino dopo fu una voce squillante a svegliarmi. Aprii piano gli occhi, ancora gonfi dal sonno. Osservai Mary scherzare con una persona che non riuscivo a raffigurare. Pensai un attimo, "Matthew" mi dissi.
 
"Svegliaaaaa dormiglionaaaa" mi urlò Mary. "Vi ho portato la colazione" aggiunse Matthew. Presi il cuscino e lo posizionai sulla testa, tenendolo ben saldo con le mani, le loro voci stridule erano fastidiosissime.
Dopo 10 minuti mi alzai e li raggiunsi. "Ah, eccola. Signorina, gradisce?" mi chiese Matthew porgendomi il vassoio pieno di brioches che aveva portato. Ne afferrai una e la addentai. "Vado a vestirmi." li avvertii.
 
Mentre mi vestivo squillò il cellulare. Era Louis, finalmente. "I'm so so sorry..." e blaterò una serie di cose indecifrabili. "Aspetta, ripeti." gli dissi.
Parlò più lentamente e spiegò ciò che era successo. 
"Sonno, cellulari scarichi e lavoro da sbrigare non sono proprio un bel mix" pensai. Improvvisamente la mia rabbia nei suoi confronti era svanita.
Aprii la porta del bagno e chiesi a Matthew dove fosse Mary. Dall'altro lato del cellulare intanto Louis ascoltò e mi chiese chi fosse. 
Gli spiegai cosa era accaduto la sera precedente e fu molto contento di sapere che non eravamo più sole. Si fidava di me, non era geloso. 
 
Cercai di cambiare argomento e gli chiesi cosa stessero facendo lì. Mi spiegò un paio di cose, dei produttori, delle case discografiche, delle collaborazioni artistiche, ma ad essere sincera non ci capii granchè.
Poi mi disse che doveva staccare. Mi avrebbe richiamata in giornata.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Sospirai. Che strano sentire Louis al cellulare, sapere che era di nuovo lontano da me non era bella come cosa.
Cercai di rimuovere quel brutto pensiero dalla testa e mi diressi giù da Mary che intanto era al telefono con Harry, molto probabilmente le stava raccontando ciò che Louis aveva raccontato a me.
Dopo una manciata di minuti anche lei staccò. Matthew decise che quel giorno avremmo incontrato dei suoi parenti.
Mi aspettavo la solita giornata in famiglia, con tanto di nonni e nipotini, ma mi sbagliavo.
 
Ci ritrovammo al parco. Ci vennero all'incontro un gruppo di ragazzi che aveva su per giù la nostra età. "Eccoli, quei tipi lì sono i miei cugini" disse orgoglioso Matthew.
"Hey Matt" dissero in coro. "Ragazzi, che piacere vedervi. Loro sono delle mie amiche." poi riferendosi a noi "E loro sono Jack, Andrew, Michael e infine Will."
I ragazzi ci dissero che Matt gli aveva già parlato di noi e che erano contenti del fatto che ci avessero finalmente conosciute.
Anche con loro, come con Matt, ci comportavamo come se ci conoscessimo da una vita. 
"Avevamo pensato ad un pic-nic all'aperto" disse Andrew. "Ci sembrava un modo carino per passare del tempo insieme" aggiunse subito Michael.
 
Un pic-nic all'aperto con dei ragazzi simpaticissimi in una delle città più belle del mondo, poteva bastarmi per non pensare per un po' a quanto mi mancasse Louis.
Ci divertimmo davvero tanto insieme, la giornata trascorse velocemente. Verso l'ora di cena, decidemmo che era ora di andare. Eravamo dal mattino fuori e mia sorella sicuramente si sarebbe infuriata se l'avessimo lasciata da sola anche per cena. 
Salutammo i ragazzi che nel frattempo già progettavano una prossima abbuffata tutti insieme, prendemmo Matt per il braccio e ci dirigemmo verso l'albergo.
 
Arrivati nella hall c'era mia sorella che ci aspettava per cenare e anche se avevamo la pancia piena non rifiutammo il cibo del ristorante. 
Dopo cena ne approfittammo per fare una passeggiata, Londra di sera era ancora più bella. Una volta tornate in camera crollammo.
Il mattino seguente fui svegliata dall'odiosa suoneria del mio cellulare. Bofonchiai qualcosa simile ad un "Pronto" e dall'altro lato rispose Louis con il suo energico "Good morning".
Mi alzai di scatto, con ancora il telefono attaccato all'orecchio e cominciai con la raffica di domande ormai solite quando eravamo al telefono. "Come stai? Cosa stai facendo? Hai mangiato?..."
E lui ridendo rispose piano ad ogni singola cosa che gli avevo chiesto. Disse che gli mancavo e che presto sarebbe tornato. 
Intanto bussarono alla porta. Era Matthew. "Ciao Matt, buongiorno!" gli dissi e lui mi sorrise e mi diede un bacio sulla guancia. Louis al telefono mi fece il verso e poi disse "Non è un po' troppo presente questo Matthew?" e scoppiò a ridere.
"Naaah" risposi sorridendo. Intanto Matt cercava invano di svegliare Mary. Come al solito la chiamata non durò molto, staccai e aiutai Matt nella sua impresa.
 
Uscimmo di casa per il solito giro mattutino in compagnia di Matthew e tornammo a casa all'ora di pranzo. Loren ci aspettava al tavolo insieme a mia sorella. Era contentissima che suo nipote si trovasse bene con noi.
 
Le giornate senza i ragazzi erano incredibilmente vuote, e se non c'era Matt a farci sorridere misà che di lì a poco saremmo impazzite.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Da quando ero a Londra non avevo mai pensato a quello che mi ero lasciata alle spalle. 
Erano successe fin troppe cose per mettermi a pensare al passato, ma ora che di tempo ne avevo, e pure troppo, pensare era inevitabile.
Era il momento giusto per andare via dalla mia città. Troppe cose in sospeso, troppe persone alle quali dare conto. Partire fu una benedizione.
 
Dopo aver pensato a lungo a ciò che mi aspettava al ritorno, squillò il telefono. Era mio padre. Non ci sentivamo spesso ma sapevo che gli mancavo.
Fui invasa da un'ondata di tristezza e nostalgia, cosa strana, probabilmente l'assenza dei ragazzi mi aveva resa un po' vulnerabile. 
 
Alla fine della chiamata mi precipitai da Mary e dopo aver discusso a lungo decidemmo di tornare in Italia. 
I ragazzi erano negli USA, non sarebbero tornati così presto come dicevano. Le riprese del video erano bloccate e lì, da sole, non sapevamo cosa fare.
Parlammo della decisione a mia sorella e lei ne fu più che felice. Saremmo ritornate, era solo una settimana a casa mentre loro erano via.
 
Chiamai Louis e lo misi al corrente della situazione. Non si aspettava che potessi andare via, poi lo tranquillizzai dicendogli che tornavo soprattutto per la mia famiglia.
Lui e Harry furono d'accordo, non erano nella situazione adatta per poterci impedire di fare qualcosa. 
 
Cominciammo a preparare le valigie e ci dirigemmo all'aereoporto per prenderci "una vacanza dalla vacanza". Arrivate in Italia chiamammo i nostri genitori per avvertirli, non ci credevano.
Tornate a casa abbracciammo i nostri parenti che si erano riuniti per salutarci e poi ognuna di noi andò a casa propria.
Vibrò il cellulare, un messaggio dalla mia amica. "Non mi interessa se sei stanca, alle 21.00 ti passo a prendere, un bacio. Flò." Afferrai il telefono e chiamai Mary, l'aveva ricevuto anche lei.
Eravamo contente di poter riabbracciare la nostra amica, era una delle persone che in Inghilterra ci era mancata di più. 
Verso il pomeriggio mi preparai ed ecco il clacson. "Puntuale come non mai" pensai. Scesi le scale, bussai Mary e di corsa uscimmo dal portone.
In auto non c'era solo Flò, anche Sarah e Ilaria. Eccole, le nostre amiche. 
Ci abbracciammo e poi senza perder tempo cominciammo a raccontare nel dettaglio ciò che era accaduto a Londra. Finimmo il racconto una volta arrivate a destinazione. Una pizzeria.
 
Una volta entrate ci accorgemmo che di fronte a noi c'erano tutti i nostri vecchi amici. I soliti, quelli con i quali eravamo cresciute. Fu una delle sorprese più belle.
Tra la folla intravidi anche loro, i due fratelli: Mario e Andrea. I ragazzi che avevano sconvolto la nostra vita prima di incontrare Harry e Louis.
 
Non si avvicinarono a noi nemmeno per un attimo per tutta la serata. Alla fine della festicciola tornammo a casa stanchissime. Prima di sprofondare nel mio letto, inviai un messaggio a Louis e gli raccontai della sorpresa.
Il mattino seguente mi svegliai e trovai un messaggio non letto, pensavo fosse suo, in realtà era da parte di Andrea.
"Sono stato un deficiente, ma non sapevo come comportarmi. Sono contento che finalmente tu abbia trovato la persona giusta. Mi piacerebbe incontrarti prima che ritorni a Londra, avrei un po' di cose da dirti. Scusa ancora."
 
Rimasi a fissare lo schermo del cellulare per almeno 2 minuti. Il ragazzo per il quale avevo letteralmente perso la testa prima di partire per Londra mi chiede di vederci?
Non persi tempo, chiamai Mary e le lessi il messaggio. Era sotto shock quasi quanto me. Decisi di incontrarlo, dovevo sapere cosa aveva da dirmi.
Nel pomeriggio andai al solito posto, quello dove ho passato i migliori momenti insieme ai miei amici, mi sedetti su una panchina e lo aspettai.
 
Arrivò di fretta, agitatissimo, si scusò per il ritardo e mi guardò. "Allora?" gli chiesi impaziente. Mi accorsi di averlo messo in difficoltà, era già abbastanza agitato.
"Ehm, senti..io so di piacerti, o meglio, so che ti piacevo. E devi sapere che anche tu mi piaci. Il problema è che io ero fidanzato quando ti piacevo e ora che mi piaci, quella fidanzata sei tu."
"Cosa????" strabuzzai gli occhi, poi mi resi conto di aver avuto una reazione un po' esagerata e mi calmai riprendendo "Come mai vi siete lasciati?"
"Il rapporto era quello che era, non andavamo d'accordo e poi mi sono accorto di te, ma.." "Ma l'hai fatto troppo tardi!" continuai la sua frase con una punta di disprezzo e la voce rotta.
"Non sai quanto mi dispiace questa situazione" riprese lui, "Magari se fossi partita anche solo una settimana dopo, ora.." ancora una volta continuai la sua frase "Ora niente Andrè!"
 
Era una di quelle situazioni nella quale credevo di non trovarmi mai. 
Era davvero brutto lasciar perdere così il ragazzo che mi piaceva da una vita, ma stavo con la persona più bella dell'universo e non potevo permettermi il lusso di fargli del male.
 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Tornai a casa e la prima cosa che feci fu mettere al corrente le mie amiche. Erano sbalordite. 
Mary intanto non riusciva a non pensare a Mario che non distolse lo sguardo da lei nemmeno un attimo nel corso della serata precedente.
Mario era l'ex fidanzato di Mary e lei ne era ancora perdutamente innamorata sebbene si fosse dimostrato un bastardo. 
Da quando aveva conosciuto Harry però, era cambiato tutto.
 
Cominciammo a pensare che tornare a casa era la cosa peggiore che potessimo fare. Eravamo in Italia da meno di 48h e già ci pentivamo di essere partite.
Ovviamente a Louis e Harry non raccontammo nulla di ciò che era accaduto, magari una volta a Londra, ne avremmo parlato da vicino.
Nell'arco dei due giorni successivi io e Mary non riuscivamo a pensare ad altro.
Andrea non si fece più vivo per un po', fortunatamente per me. 
Mario invece, ogni volta che incrociava Mary sembrava quasi stregato, ma sapevo che era troppo orgoglioso per rivolgerle la parola e scusarsi.
 
I nostri amici organizzarono una delle solite serate dove a farla da padrone era il divertimento e la nostra testa era fin troppo piena di pensieri, non potevamo non partecipare. 
Distrarsi era la cosa migliore. Come sempre, ridemmo fino ad avere male ai fianchi, e alcuni di noi avevano bevuto erano così tanto che erano totalmente fuori.
Uno di questi era Mario. Strano, di solito non beveva mai. Mi avvicinai a lui e mi chiese di chiamare Mary e Andrea. Feci come mi disse e poi ci allontanammo insieme.
Lo portammo in un posto sicuro, nessuno avrebbe dovuto vederlo in quello stato. Cominciò a dire cose che da sobrio non sarebbe riuscito mai a dire. 
Pensai che il modo migliore per sfogarsi con qualcuno è essere ubriachi. Rivelò che era ancora innamorato di Mary e che suo fratello era un deficiente. 
Disse che era così che doveva essere, noi quattro insieme, ovviamente lui non doveva essere in quello stato.
 
Io e Andrea ci scambiammo uno sguardo, Mary si allontanò e io la raggiunsi. Scoppiò a piangere, era difficile sentirsi dire queste cose.
Tornammo a casa e dormimmo insieme, non potevo lasciarla a pensare da sola tutta la notte.
Il mattino seguente trovai un altro messaggio, sempre da parte di Andrea. 
"Buongiorno. Mio fratello non ha mai avuto ragione quanto ieri sera. Ti sto mettendo in difficoltà ma davvero non so cosa fare. 
Mi dispiace, per tutto. Per il tempo che non abbiamo avuto, per quello che è successo ieri e per quello che dovevo dirti e non ho avuto mai il coraggio per farlo.
Scusati anche con Mary da parte mia, mio fratello poi provvederà per se."
 
"Cioè ma è scemo o cosa?" urlai a Mary. "Una famiglia di matti, ecco cos'è", ripresi. "Io sono ancora convinta che questo è un incubo" mi rispose Mary.
 
Non c'è la facevamo più, ora più che mai eravamo convinte che la nostra vita, quella che noi volevamo non era lì ma a Londra, insieme ai ragazzi.
 
Erano passati 5 giorni da quando eravamo tornate ed erano successe più cose adesso che in tutti gli anni nei quali abbiamo vissuto lì.
Cominciammo a fare il countdown per tornare in Inghilterra quando venimmo a conoscenza di una cosa che ci sconvolse più di quello che era successo finora.

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


"Avvistato il giovane cantante della famosissima boy band One Direction in dolce compagnia.
Harry Styles è stato visto allontanarsi dagli studi di registrazione americani insieme ad una ragazza. I due sembravano essere molto più che amici. 
Sotto vi proponiamo qualche scatto della loro romantica serata." Erano le parole di una giornalista. 
Sui magazine non si parlava d'altro. "Harry Styles insieme ad una ragazza: la sua nuova fiamma?" 
 
Eravamo spiazzate. Io ero sconvolta, Mary non immagino nemmeno come poteva sentirsi in quel momento. 
Che lei ed Harry stessero insieme e non fosse ufficiale lo sapevamo, era lo stesso anche per me e Louis. Era ancora presto per parlarne alla gente.
Ma sapere dai giornali che il tuo ragazzo si vede con un'altra mentre tu sei in Italia diciamo che non è la miglior cosa che potesse capitare.
 
"Sicuro è un'amica" dissi, cercando di rassicurare Mary. "Non sapevo che avesse amiche in America, soprattutto così...intime, ecco!".
Il mio tentativo era fallito. Mi sentivo così piccola in una situazione che era mille volte più grande di me, e la cosa più brutta era che non potevo fare niente per cambiare le cose.
Di nascosto chiamai Louis e gli raccontai tutto. Giurò di non sapere nulla e mi promise che avrebbe parlato con Harry al più presto.
Intanto io e Mary preparammo le valigie, ora più che mai dovevamo ritornare in Inghilterra.
I ragazzi sarebbero tornati nell'arco di un paio di giorni e noi avremmo avuto tutto il tempo per prepararci all'idea di quello che sarebbe successo.
 
Prima di andare all'aereoporto, i nostri amici, quelli più stretti, si riunirono di nuovo per salutarci, ovviamente non potevano mancare Mario e Andrea.
Si avvicinarono a noi e più che salutarci, si scusarono per tutto quello che era successo.
Mary e Mario si allontanarono, io e Andrea pensammo che forse si sarebbero chiariti, dopotutto prima di essere ex, erano amici. Ci allontanammo anche noi, e ci abbracciammo.
Ad Andrea volevo un bene immenso, ma da quando era entrato Louis a far parte della mia vita tutto sembrava avere meno valore. Lui aveva la precedenza su tutto.
 
Mario e Mary ci raggiunsero, stranamente sereni. Salutai di nuovo Andrea, poi Mario e infine, dopo aver abbracciato un ultima volta i nostri amici, andammo via.
Di corsa, dietro di noi c'era mia sorella che litigava con le valigie mentre cercava di raggiungerci. Una volta aver preso posto in aereo, Mary mi confessò una cosa.
 
"Sinceramente non so nemmeno perchè l'ho fatto. Però in quel momento non sentivo di sbagliare." la mia mente cominciò a prendere le sembianze di un frullatore. 
In testa mi giravano una miriade di cose. "Cos'hai fatto?" le chiesi, impaziente. "L'ho baciato. Ora me ne sto pentendo un po', ma si, l'ho baciato!"
Mi chiesi se la mia migliore amica fosse impazzita. "Perchè baciare una persona che ti ha fatto del male se ora hai finalmente trovato l'amore?" le chiesi.
"Per amore intendi colui che è sempre in dolce compagnia quando io non ci sono?" mi rispose con un'altra domanda. Questo era vero, i giornali parlavano chiaro.
Il suo comportamento era strano e facendo 2+2 i conti tornavano. In fondo, sapevamo bene come fosse Harry. 
Quello che non si innamora mai e se lo fa, di certo non della semplice ragazzina italiana. L'inarrestabile latin lover, quello che ha in mente solo le belle ragazze e il divertimento.
 
"Devo ringraziare qualcuno lassù se siamo durati due settimane" aggiunse Mary. Ci fu un attimo di silenzio e poi riprese a parlare "Sapevo che sarebbe finita così. L'avevo già messo in conto, sai?
Però esigo delle spiegazioni, voglio proprio sapere cosa s'inventa. Ecco, forse per questo ho baciato Mario, perchè lui è un punto fermo, è sempre lì mentre Harry no."
 
Continuava a parlare ininterrottamente e io non mi sentivo di fermarla, si stava sfogando ed era la cosa migliore.
 
Una volta arrivate a Londra ricevetti una chiamata da parte di Louis, sarebbero arrivati il giorno dopo. Bene, avvertii Mary e poi cercammo di dormire un po'.
Il mattino seguente mi alzai di buon'ora, mi vestii e uscii mentre mia sorella e Mary dormivano. Mi diressi a casa dei ragazzi che distava poco dall'albergo dove alloggiavamo.
Dovevano essere già tornati da almeno un'ora quindi li avrei trovati sicuramente. E infatti, come pensavo, erano in casa a sistemare le ultime cose.
Louis mi prese in braccio, non si aspettava di vedermi lì. Trovarmi di nuovo fra le sue braccia fu una cosa bellissima. Salutai gli altri in modo altrettanto caloroso, quanto mi erano mancati.
Harry mi prese per la mano e mi pregò di seguirlo. Mi portò in camera, si sedette e cominciò a parlarmi. Sembrava davvero dispiaciuto. A quanto pare Louis aveva mantenuto la promessa e gli aveva parlato. 
Continuava a ripetermi che con quella ragazza non era successo niente e io mi convinsi che diceva la verità.

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Che cosa buffa, il donnaiolo per eccellenza che sta male per la mia migliore amica. Intanto non potevo fare a meno di pensare a quello che era successo tra Mary e Mario.
Dissi ad Harry che Mary era in albergo a dormire e lui si diresse da lei per scusarsi. 
Gli altri andarono via e io non vedevo l'ora di restare da sola con Louis, mi era mancato troppo e ora non volevo sprecare nemmeno un attimo lontana da lui.
 
Ci sistemammo sul divano come solo noi sapevamo fare, praticamente accartocciandoci l'un l'altro e cominciammo a parlare. Prima del cd, poi delle canzoni e del tour e infine di noi.
"Sai, tu non sei la solita fidanzata." non so descrivere la mia espressione ma credo si avvicinasse a qualcosa tipo un "OMG" dato che lui mi chiese "Perchè noi siamo fidanzati, giusto?"
Il solito "I don't know" che rispondevo al 90% delle cose che mi venivano chieste non era mai stato appropriato come in quel momento.
"Now, you know it, okay?" mi disse. Oddio, non era proprio la proposta di fidanzamento che ogni ragazza avrebbe voluto ma per me era più che perfetta. 
Di solito in queste occasioni sono presenti grossi anelli luccicanti da parte del ragazzo e tante, tantissime lacrime della ragazza. Noi non avevamo nessuna delle due.
 
Mi scaraventò dall'altra parte del divano, cadde, a causa del gesto brusco, si rialzò e andò di corsa in cucina. Tornò con una busta di ciambelline.
"Cosa..." "...Shhh", mi zittì. Frugò nella bustina, ne scartò qualcuna rotta e ne afferrò una dal fondo, si inginocchiò, prese la mia mano e me la infilò al dito.
Scoppiai a ridere, mi buttai su di lui e lo baciai. Poi, come il rito inventato da noi voleva, mangiai la ciambellina che avevo a mo' di anello.
 
Ci preparammo per uscire e come al solito la meta era ignota. Aveva solo detto che voleva portarmi in un posto bellissimo, anche se nemmeno lui sapeva dove.
"Aspetta, ho un idea!" si rivolse a me col suo solito sorriso, quello irresistibile. "Ah si?" gli chiesi. "Yeah baby." mi rispose.
"Ah beh, ha un idea.", pensai. Da Louis potevo aspettarmi di tutto. "Se hai in mente uno strapiombo, levatelo dalla testa." gli dissi. 
Sorrise, ovviamente Harry gli aveva raccontato cos'era successo con Mary, come lei aveva fatto con me.
 
L'auto si fermò in un vialetto. "Una villa enorme, wow." dissi con poco entusiasmo tra me e me. Scavalcammo il gran cancello che ci separava dalla casa ed entrammo.
"Perchè ha deciso di portarmi in questo posto? Non è bello, puzza di muffa ed è pieno di polvere", continuavo a ripetermi.
Cominciammo a salire le scale a chioccia della grande casa, scricchiolavano ed io ero tremendamente infastidita da quei rumori da film horror.
Le scale sembravano non finire mai quando finalmente vidi una finestra. Riuscii a scorgere davvero poco perchè Louis mi prese per il braccio e mi condusse alla fine del corridoio dove c'era una porta.
Mi feci da parte e lui aprì la porta che non ebbe bisogno di essere rotta, glì bastò solo girare la maniglia. 
 
Ci ritrovammo in un enorme terrazzo dal quale si godeva del miglior panorama. Potevo distinguere tutto da lassù. Solo allora mi accorsi che Louis aveva con se una borsa.
"visto?" mi disse. "Meglio dello strapiombo", aggiunse. Scoppiai a ridere e annuii.
"Allora, che si fa?" gli chiesi. Mi si avvicinò, un po' troppo e mi sussurrò all'orecchio con fare ammiccante "Che domande sono?" 
Finsi un sorriso divertito, in realtà ero convinta di morire a momenti. Ma i miei pensieri su quello che sarebbe successo di li a poco furono fermati dalla voce di Louis che mi urlò "Si mangiaaaaaa!"

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Feci una smorfia che risultò un misto tra sorpresa e sollievo, mi sedetti e cominciammo a mangiare di tutto e di più. 
Bevemmo qualcosina e il risultato fu una risata lunga l'intera serata. Non eravamo ubriachi, solo un po' più "allegri" ecco.
Decidemmo di tornare a casa, il tempo come al solito non era dei migliori. Una volta ritornati ci stendemmo sul letto e cominciammo a spintonarci.
Ci ritrovammo l'uno sull'altra. Mi guardò, annegai ancora una volta nei suoi occhi. Erano il mio punto debole. Mi sussurrò un 'I love you.", uno dei più dolci che le mie orecchie avessero mai udito.
D'istinto lo afferrai e lo baciai. Non fu uno dei soliti baci, quello era più dolce, più lungo... più intenso. Mi ero lasciata andare e anche lui aveva fatto lo stesso.
Non c'era niente che potesse dividerci in quel momento. Mi baciò dolcemente il collo e una scia pervase sui miei sensi. La sua pelle profumava di avena e latte di riso.  
Ci lasciammo andare sempre di più fino a quando mi resi conto che quella sarebbe stata la notte più lunga che avessi mai vissuto finora.
 
Mi risvegliai ancora frastornata. Louis tamburellava con le sue dita sui miei fianchi, l'attimo di pace durò poco, giusto il tempo di abituarmi alla luce che entrava dalla finestra.
Poi lui mi urlò nel modo più energico possibile il suo unico "Good Morning." 
Sorrisi e mi girai verso lui abbracciandolo. Scorsi dal comodino dietro Louis una sveglia, segnava le 9.30. 
"Cavolo, è tardissimo. Mia sorella sarà già sveglia ed io ho i minuti contati prima della mia condanna a morte." mi fermai per prendere fiato e poi ripresi. 
"Ha giurato che se avessi combinato qualcosa, mi avrebbe rispedita a casa." dissi a Louis mentre saltavo di nuovo all'altro capo del letto per rivestirmi.
 
Solo allora mi accorsi di indossare una felpa che non era mia, probabilmente me l'aveva infilata Louis mentre dormivo. 
Mi diressi in bagno e mi rivestii di fretta, sentii squillare il mio telefono e uscii di corsa per rispondere. Come previsto, era mia sorella.
Cercai di fingere disinteresse e con nonchalance le risposi. Era stranamente calma e mi chiese come mai non fossi nella hall dell'hotel per l'appuntamento.
"L'appuntamento?" le chiesi. "Lo sapevo, te ne sei dimenticata. Oggi dovevamo incontrarci con Loren, Matthew e gli altri, è da tempo che non ti vedono." mi disse.
"Ahhhh, si, l'appuntamento." finsi di ricordare.
"No, non me ne sono dimenticata, ho solo fatto un po' tardi, scusa. Voi andate, giuro che vi raggiungo. Salutami tutti e scusati da parte mia."
Mia sorella seccata dal mio comportamento chiuse la chiamata con un "Okay" e io feci lo stesso.
Notai che Louis era seduto sul letto e sorrideva guardandomi alle prese con la troppa ansia da gestire.
"Non volermene, ma sei una frana con le bugie." mi disse. 
Purtroppo lo sapevo, mentire è la cosa che mi viene peggio di tutte. Sarà perchè di solito evito di farlo, dico le cose come stanno e basta. 
Mi scoccia dire bugie, anche perchè spesso dimentico quello che avevo detto e mi trovo nei casini.
 
"Ehm, devo scappare. Mi tocca seguire mia sorella e gli altri per oggi. Ci sentiamo okay?" mi avvicinai a lui mentre infilavo il cappotto, gli stampai un bacio sulle labbra di fretta e mi diressi verso la porta.
 
Arrivai da mia sorella tutta trafelata come mio solito, salutai gli altri e mi scusai con loro. In lontananza vidi Matt e Mary che ci venivano incontro.
"Le due solite lumache" pensai. Corsi verso di loro, abbracciai Matt e schioccai un bacio sulla guancia a Mary. Mi chiesero come mai fossi così di buon'umore a quell'ora.
In effetti in qualsiasi altro giorno alle 10.15 ero praticamente in trance, il sonno prevaleva su di me. Ma quello non era un giorno qualunque.
Matt lo ritenevo uno dei miei migliori amici ormai, non era imbarazzante parlare di queste cose con lui così decisi di raccontar loro quanto fosse successo la notte scorsa.

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