Obbiettivo finale: Lily Evans!

di HarryAndGinny4e
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'ho fatto di nuovo, vero? ***
Capitolo 2: *** Ridere può far male. ***
Capitolo 3: *** “In fondo anche te sei innamorata di lui, no?” ***
Capitolo 4: *** Sirius all'opera. ***
Capitolo 5: *** Un bel gioco ***



Capitolo 1
*** L'ho fatto di nuovo, vero? ***


“James, smetti di fissarla!” ringhiò sottovoce il ragazzo dai capelli lunghi.
James sobbalzò. Non si era nemmeno reso conto di guardare la ragazza dai capelli rossi che si trovava a pochi metri da loro. 
Il sole di Maggio splendeva, James Potter era nel parco, sotto ad una delle enormi querce vicino al lago e stava ripassando Difesa contro le Arti Oscure. Si avvertiva nell’aria la tensione pre-esami di Hogwarts. Ovunque si vedevano gruppetti di ragazzi del quinto o del settimo anno con montagne di libri e fogli di pergamena sparsi intorno a loro. Anche James aveva deciso di studiare per affrontare i M.A.G.O di lì a un mese. Oltre che superare gli esami, lui aveva un’altra cosa da fare prima di lasciare la scuola: conquistare Lily Evans.
“Adesso basta, Ramoso!” disse a voce più alta il ragazzo con i capelli lunghi.
James sbatté gli occhi e sorrise, passandosi una mano tra i capelli. “L’ho fatto di nuovo vero? Scusami Felpato” chiese appoggiandosi alla quercia e tornando a guardare le pagine del libro.
“Non c’è problema, amico” disse l’altro scuotendo la testa con finta aria rassegnata “Ma perché non vai da lei e le dici cosa pensi?” 
James scoppiò in una risata amara “Non hai notato come mi guarda o come mi risponde? Per lei valgo meno di un chilo di cacca di Doxy” disse affranto.
Sirius lo guardò seriamente “Questo perché tu sei un idiota e vuoi sempre fare il pallone gonfiato. Devi essere più James e meno campione di Quidditch” disse seriamente e poi scoppiò a ridere “Sembro Lunastorta, lui si che è un sentimentalone. Sai che non sono adatto a questo genere di…” gesticolò “…faccende.”
James chiuse gli occhi e si appoggiò alla quercia prendendo una pergamena con gli appunti che aveva scritto Lunastorta. “Le parlerò in Sala Comune” affermò.
Sirius sorrise.



Lily non lo sopportava. O almeno così diceva a tutte le ragazze che le parlavano di lui. 
“James Potter? E’ sono un grandissimo cafone” rispondeva ogni volta. Ma il fatto era che quel suo essere cafone, presuntuoso, arrogante, rubacuori campione di Quidditch lo rendeva così sexy agli occhi di lei. E non faceva che pensare a lui.
Lily era sul bordo del lago, con i piedi immersi nell’acqua a parlare con la sua amica Jane. Si era presa un pomeriggio di riposo, dopo settimane passate a studiare.
“Ehi” sussurrò Jane ridacchiando “ti sta fissando, di nuovo”.
Lily sbuffò e gettò il mento in alto, come per ostentare una certa superiorità “Non mi interessa” disse alla ragazza guardando la piovra gigante nuotare allegramente.
Jane si voltò verso di lei alzando un sopracciglio “Certo Lily, come no. Ma dai! A chi vuoi darla a bere? Ormai lo ha capito tutta la scuola che sei cotta di lui!” 
Lily si voltò verso l’amica con aria furente “Non è assolutamente vero! Non mi interessa nulla di lui! E’ solo un pallone gonfiato!” Senza aspettare la risposta dell’amica si alzò, si infilò le scarpe e si avviò verso il castello con i capelli che svolazzavano.



James alzò gli occhi dal libro premendosi le mani sulle tempie e si voltò verso Sirius quando questi gli toccò il braccio “Che c’è?” gli chiese passandosi una mano tra i capelli. Sirius fece un cenno con la testa verso il castello; James, incuriosito, volse lo sguardo in quella direzione e vide Lily camminare con passo di marcia verso la scuola. “E’ arrabbiata” pensò. Ormai sapeva tutto di lei: riusciva a capire il suo umore dal suo modo di camminare, sapeva quali erano i suoi vizi e le sue abitudini, aveva persino imparato i suoi orari per poterla incrociare nei corridoi. “Io me ne torno in Sala Comune” disse James alzandosi e pulendosi i pantaloni dall’erba. Sirius lo guardò ghignando “Ovviamente! Ah, Ramoso! I libri te li porto io in Sala Comune!”. Disse poi scoppiò a ridere. James sorrise in risposta e, dopo aver salutato l’amico con un gesto della mano, si voltò verso il castello.


Presto arriverà il secondo capitolo! =)...
-Ginny

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Capitolo 2
*** Ridere può far male. ***


Era arrivato in Sala Comune. Era vuota. “Ovvio che sia vuota” Pensò. “Sono tutti fuori a godersi il sole”. Poi la vide. Era seduta vicino alla finestra, con la testa appoggiata sul palmo della mano e stava leggendo. Era stupenda. Il sole illuminava i suoi capelli, e la faceva sembrare una creatura non umana. James si fermò un attimo a guardarla; sapeva che non avrebbe alzato la testa a meno che qualcuno non l’avesse chiamata. Come faceva a saperlo? Semplice. Adorava guardarla mentre studiava. Beh, in realtà adorava guardarla sempre, ma quando studiava era più… sexy. 
Più di una volta si era domandato come si fosse innamorato di lei, senza mai capirlo, ma il fatto era che era cotto di lei.
In quel momento, all’idea di parlarle si sentì nervoso. Non più il grande campione di Quidditch, ma un ragazzo di diciassette anni che stava fissando la ragazza di cui era innamorato. Si fece coraggio e si avvicinò a lei.
“Ehi Ev… Ehm… Lily” le disse sorridendo. “Come va?” 
“Tutto bene, grazie. Te invece?” Chiese lei educatamente, senza smettere di leggere.
“Oh, sai… ora che abbiamo vinto la Coppa del Quidditch non ho più gli allenamenti e così mi dedico ad altre… attività” Disse ghignando e sedendosi di fronte a lei.
Lei alzò gli occhi dal suo libro e guardò il ragazzo. Per un attimo non rispose, ma sembrò scrutarlo. 
“Che cosa vuoi Potter?” disse alla fine.
“Niente di particolare, volevo solo parlare con te” le disse.
La ragazza alzò un sopracciglio e lo scrutò mentre si sedeva. “Perché vuoi parlare proprio con me? Hai scartato tutte le altre?”
James la guardò serio. “No, non mi interessano le altre. Ora voglio parlare solo con te.
“Beh, IO non voglio parlare con te quindi, se non ti dispiace…” disse lei alzandosi.
Quando James vide che aveva intenzione di andarsene, fu preso per un momento dal panico. Ora che aveva deciso di dirle tutto chiaramente nessuno lo avrebbe fermato, nemmeno lei. Con una mano le afferrò il polso, stringendo delicatamente.
“Aspetta Lily, ti prego, aspetta solo un secondo. Voglio dirti una cosa, poi deciderai se andartene o meno” le disse quasi disperato fissando i suoi stupendi occhi verdi.
Lei si voltò di scatto quando lui le prese il polso. Voleva rispondergli a tono, ma non appena ebbe sentito le sue parole ed ebbe incontrato il suo sguardo, dimenticò tutto, persino il proprio nome. Arrossendo violentemente senza sapere il perché, si sedette nuovamente, tenendo il libro stretto tra le braccia. 
“Dimmi, Potter”.
James sorrise per un istante appena la vide sedersi di nuovo, ma tornò immediatamente serio. Restò in silenzio, guardandola.
Lily sbuffò. “Senti Potter, io non ho tutta la giornata a tua disposizione, chiaro? Devo ancora studiare Trasfigurazione, Incantesimi e ...”
“Lily, mi piaci, e anche molto” disse James tutto d’un fiato, poi sorrise, speranzoso.
Lily interruppe a metà la sua frase rimanendo a bocca aperta, lo guardò, sbatté le palpebre. 
Poi scoppiò a ridere. 
“Stai scherzando! Ahaha! Dove sono i tuoi amici? Nascosti qui da qualche parte? Eppure non li ho visti entrare.” Disse guardandosi intorno “Dai ragazzi! Uscite fuori! Almeno tu, Sirius!” 
Per James fu come aver ricevuto un Bolide in faccia. Il sorriso gli si congelò sul volto e la fissò, incredulo. Si era immaginato quel momento in modo del tutto diverso; era preparato ad una sfuriata della ragazza, ad una sberla, o, nel migliore dei casi ad una risposta positiva, ma non a quello. Non ci poteva credere. 
Non sentendo James ridere, Lily si voltò di nuovo verso di lui e vide la sua espressione “Che ti prende Potter? Non vorrai dirmi che quello che mi hai appena detto è vero?!” gli chiese scettica, continuando a ridere. 
James non rispose, non ce la faceva. Aveva riposto tutte le sue speranze in quella frase; da quando aveva capito quanto lei fosse importante per lui. Non era in grado di rispondere. Continuò solo a guardarla.
Lily all’improvviso capì il suo silenzio e trattenne rumorosamente il fiato portandosi una mano alla bocca. “Pot.. James.. io… non… Mi dispiace…” 
Il ragazzo si alzò di scatto. “Basta Evans. Se questa è la tua reazione quando ti dico cosa provo per te, credo che sia meglio lasciar perdere, eh?” le disse freddo, interrompendola.
Lily si accorse di avere gli occhi lucidi “No, James…io...”
“Ho detto basta, Evans. Buona serata.” Detto questo James salì ai dormitori, distrutto.
La ragazza rimase seduta da sola e le lacrime le inondarono il viso. Incrociò le braccia sul tavolo e vi appoggiò sopra la testa. Aveva aspettato tanto quel momento, e lo aveva rovinato.

Ecco a voi il secondo capitolo! Premetto che ho già buttato giù qualcosa per il terzo e il quarto... La vostra attesa non sarà molto lunga! =D
Baci,
         -Ginny

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Capitolo 3
*** “In fondo anche te sei innamorata di lui, no?” ***


Nei due giorni seguenti James cambiò molto. Nemmeno Sirius lo riconosceva. Non faceva più lo sbruffone con nessuno, non scherzava mai e, cosa ancora più preoccupante, non parlava più di Lily.
Si trovava in Sala Grande con Sirius; aveva appena pranzato e già stava studiando. Gli esami si avvicinavano e gli studenti del quinto e del settimo anno sembrava che stessero impazzendo. 
“Ora basta, Ramoso” disse Sirius abbassando la piuma. “Vuoi dirmi che cosa è successo in Sala Comune con Lily?”
James alzò gli occhi dagli appunti che stava leggendo. 
Si sentiva svuotato dopo aver parlato con Lily; tutto aveva perso importanza e quindi, l’unica cosa che poteva fare per non pensare a lei era studiare. Voleva tenere impegnata la mente, voleva allontanarla da lei e, ora che non c’erano gli allenamenti, la sola distrazione era nei libri. Non gli era mai piaciuto studiare, ma avrebbe fatto di tutto per impedire che il dolore lo spezzasse.
“Come te lo devo dire? Non è successo niente!” disse freddamente. Abbassò di nuovo gli occhi, sistemando gli occhiali sul naso. “Pensi che ci saranno gli Incantesimi Rallegranti? So che sono del livello dei G.U.F.O, ma potrebbero comunque chiederli per controllare che non li abbiamo dimenticati.” Disse cercando di cambiare argomento.
Sirius alzò gli occhi al cielo. Era spazientito. “Non prendermi in giro, per favore. Lascia stare gli esami! Non ti riconosco più: sono due giorni che non fai che studiare. Non esci dalla Sala Comune se non per mangiare. Non sali sulla scopa dall’ultima partita di campionato. Non mi stressi più parlando della Evans!” disse il ragazzo fissando l’amico.
“Senti Felpato, lascia stare. Non voglio parlarne.” Poi si guardò intorno e vide che a poca distanza da loro c’era Lily. All’inizio a James sembrò di sprofondare, poi sentì crescere la rabbia: non verso di lei, no, questo non sarebbe mai accaduto, ma verso se stesso. Aveva sempre fatto di tutto per farsi rispettare da tutti i ragazzi della scuola, si era sempre impegnato per non venir coinvolto troppo dalle ragazze, ma lei aveva cambiato tutto. Si era innamorato, aveva confessato i suoi sentimenti e ora lei rideva di lui.
Se solo non avesse ostentato la sua bravura nel Quiddtich, se solo non avesse preso di mira Mocciosus, forse lei avrebbe reagito diversamente. Ed eccolo di nuovo: il dolore. Non lo sopportava. Sembrava che il cuore volesse spezzarsi. E quel dolore gli fece salire le lacrime agli occhi. 
Abbassò immediatamente lo sguardo; non voleva che Sirius lo vedesse in quello stato, sapeva che ne avrebbe fatta una tragedia, più di quanto già non fosse.
“Qui c’è troppa confusione, Felpato. Torno in Sala Comune per studiare” disse.
Sirius alzò la testa, si guardò intorno, notò Lily e poi guardò l’amico. “Certo, come vuoi.” Sorrise comprensivo “Ci vediamo dopo”.
James si alzò e uscì a grandi passi dalla stanza, andando a sbattere, senza volerlo, contro Lily.


Lily era appena entrata in Sala Grande con Jane per il pranzo quando lo vide. Sembrava distrutto. “Ma che cosa ho fatto?” Pensò disperata. Ancora non riusciva a credere a quello che era successo due giorni prima. Sapeva di aver combinato un disastro e che James non l’avrebbe perdonata facilmente, se non addirittura mai.
Lo osservò parlare con Sirius e, subito dopo, alzarsi e uscire. Quando le sbatté addosso, lei avrebbe voluto fermarlo, dirgli qualcosa, ma non lo fece. Ricacciando indietro le lacrime si sedette di fronte all’amica, e provò a mangiare qualcosa senza riuscirci. 




Sobbalzò quando sentì una voce roca dirle all’orecchio “Evans, noi due dobbiamo parlare”. 
Lily si voltò con il cuore che le batteva a mille e si trovò faccia a faccia con Sirius.
“Per Merlino! Ma sei impazzito?!” gli disse portandosi una mano al petto.
“No, non sono impazzito, Evans. Sono preoccupato per il mio migliore amico.” Disse serio.
Lily abbassò gli occhi; non riusciva a sostenere lo sguardo profondo di Sirius, si vergognava troppo. 
“Non… non so di che cosa tu stia parlando” disse lei, trovando improvvisamente interessanti le proprie scarpe.
“Puoi venire con me? Così parliamo in un posto un po’ più tranquillo” Disse il ragazzo senza badare alla sua risposta.
Lily annuì, si alzò e, senza dire nulla all’amica seguì Sirius fuori dalla Sala Grande.
Arrivati di fronte ad un’aula vuota, Sirius aprì la porta ed entrò, seguito dalla ragazza.
“Allora” iniziò lui “ da quando ha parlato con te in Sala Comune, e non negare, SO che ti ha parlato, è diventato un’altra persona. Lui non vuole dirmi che cosa è successo, quindi lo chiedo a te”.
La ragazza non rimase sorpresa dall’argomento della conversazione; se lo aspettava. Era solo impressionata dal fatto che ci fosse Sirius davanti a lei e non Remus, una persona molto più controllata e meno impulsiva. 
“Se lui non ha voluto dirtelo, non sarò certo io a farlo…” rispose lei.
Sirius si avvicinò a lei così velocemente da non darle il tempo di continuare. “Senti Lily, lui è il mio migliore amico e non posso vederlo ridotto in queste condizioni, senza nemmeno saperne il motivo.” Le disse, quasi arrabbiato. “Non mi importa un accidente di quanto tu possa essere orgogliosa, o testarda o qualsiasi altra cosa, chiaro?”
Nel sentire quelle parole gli occhi di Lily si riempirono di lacrime e, prima di potersene rendere conto, gli stava raccontando tutto quello che era successo.
“…ed io ho riso”. Disse e poi scoppiò a piangere.
Sirius si era seduto sopra ad un banco con la testa tra le mani e, appena sentì che lei aveva riso, mormorò “Oddio…” 
Lily si coprì il volto con le mani, singhiozzando forte. 
Sirius si alzò dal banco, andò dalla ragazza e l’abbracciò. “Mi dispiace Lily, so che non volevi ferirlo. In fondo anche te sei innamorata di lui, no?”
Lily, tra le sue braccia, annuì.

Scusate il ritardo, causa pranzi-cene-abbuffate per le feste ;)
-Ginny

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Capitolo 4
*** Sirius all'opera. ***


  • Erano passati quattro giorni da quel maledetto pomeriggio in Sala Comune e James ancora non riusciva a non pensarci. Il fatto era che per lui Lily era… era troppo importante. Non aveva mai provato per nessuna quello che provava per lei. Ma la cosa che gli dava più fastidio era stata la sua reazione. Quella risata. Perché aveva riso? Perché non gli aveva semplicemente detto di lasciar perdere? Perché aveva distrutto la sua autostima?
    Erano queste le domande che James Potter aveva in mente mentre era in Sala Comune a studiare, di nuovo.
    Era seduto sulla sedia più vicina alla finestra, quando sentì una voce che gridava “Ramoso!”. Alzò gli occhi dal libro e si passò una mano sul volto. Era Sirius che lo chiamava dal corridoio davanti al ritratto della Signora Grassa. Sapeva che stava facendo di tutto per tirargli su il morale e gli era riconoscente per questo, ma sapeva anche di aver bisogno di stare un po’ da solo.
    James si alzò e si affacciò al ritratto, senza uscire del tutto. “Che c’è Felpato? Io dovrei tornare a studiare!”
    Sirius sorrise nel vederlo uscire, ma non appena sentì le sue parole, il sorriso scomparve per un attimo, ma poi tornò al suo posto. “Eh, no Ramoso! Adesso basta con i libri!” disse avvicinandosi all’amico e afferrandogli un braccio all’altezza del gomito.
    James si divincolò, dicendo “Felpato, abbiamo gli esami! Non vorrai che il tuo migliore amico non li superi, vero?”
    Sirius si fermò e lo guardò ghignando. “Certo che no! Solo non voglio che il mio migliore amico diventi un topo di biblioteca, per usare un modo di dire dei Babbani”
    James sbuffò. Non aveva voglia di stare con Sirius, non ancora. Sapeva che da un momento all’altro l’amico avrebbe iniziato di nuovo a parlare di Lily e lui proprio non se la sentiva. Ma non fu così.
    Mentre scendeva le scale (bene attento ad evitare il gradino difettoso) sentiva ancora il proprio braccio bloccato nella stretta dell’amico.
    “Felpato, dove mi stai portando?” gli chiese un po’ spazientito strattonando il braccio.
    Sirius si voltò e lo lasciò andare, sorridendo. “Andiamo a giocare a Quidditch.”
    James sorrise.



    Lily era nel parco, vicino al lago. Adorava stare seduta sull’erba e guardare la Piovra gigante. Ma non quel giorno: prima di tutto non aveva tempo. Doveva ripassare tutto quello che sapeva: tutti gli incantesimi, verbali o non verbali, tutti i movimenti della bacchetta, tutte le pozioni, tutti gli animali del mondo dei maghi, ogni pianta e le sue capacità. Era un lavoro immenso, ma almeno la ragazza aveva la possibilità di tenere la mente occupata. L’altro motivo… era James. Qualsiasi cosa facesse, anche trovarsi nel suo luogo preferito, gli ricordava il ragazzo e tutto quello che era successo.
    Le sarebbe piaciuto andare da lui e scusarsi, dirgli che non voleva comportarsi come invece aveva fatto e confessargli tutto quello che provava per lui, ma sapeva benissimo che non sarebbe stata ascoltata.
    “Lily, dove sono gli appunti di Difesa dell’anno scorso?” Le chiese Jane.
    Lily scosse la testa e abbassò lo sguardo sulla marea di pergamene e libri che erano distese intorno a loro. Si mise a cercare.
    “Eccoli” le disse porgendole un foglio scritto fitto fitto. “Iniziamo con gli incantesimi non verbali?” le chiese stiracchiandosi.
    Jane annuì. “Direi di sì, visto che saranno quelli che molto probabilmente ci chiederanno” disse alzandosi e sfoderando la bacchetta con un ghigno. “Pronta?”
    Lily scoppiò a ridere nel vedere la faccia della ragazza e si alzò anche lei, sfoderando a sua volta la bacchetta. “Io sono sempre pronta”.
    Le due ragazze si misero in posizione, si scambiarono il saluto tipico dei duelli e si puntarono le bacchette l’una contro l’altra.
    Stavano per iniziare a combattere quando sentirono una voce chiamare Jane.
    “Jane! Jane! Aspetta!”
    Si voltarono. Era Peter. Peter Minus che correva verso di loro. Le due ragazze si guardarono allibite: il ragazzo parlava raramente e non si muoveva mai senza James e i suoi amici.
    Jane abbassò la bacchetta e si voltò sorridendo cordialmente. “Si, Peter?”
    Il ragazzo si avvicinò al loro e, prima di parlare, appoggiò le mani sulle ginocchia per prendere fiato. Poi si alzò e disse “Jane, James ti manda a dire che i giocatori di Quidditch del settimo anno che giocano devono riprendere ora le loro scope dagli spogliatoi. Ordini della McGrannitt.”
    Le ragazze ascoltarono le parole di Peter, poi Jane annuì. “Vado immediatamente”.
    Mentre Jane si affrettava a sistemare le pergamene, Lily guardava Peter allontanarsi; poi improvvisamente si voltò verso l’amica e le chiese “Posso accompagnarti?”
    Jane la guardò un po’ insospettita, ma non fece commenti e le disse “Certo. Andiamo.”
    Le due ragazze si avviarono verso il Campo di Quidditch



    Sirius sorrise quando vide l’amico con la divisa del Quidditch e la spilla da Capitano. Aveva insistito che si vestisse in quel modo, dicendo che era come dare un addio ufficiale al Campo.
    “Come ti senti?” chiese a James
    L’altro alzò gli occhi dalla sua scopa. “Mi sento stranissimo. Sono passate diverse settimane dall’ultima volta che mi sono vestito così. Dai, su! Voglio volare ancora un po’!” Detto questo, senza aspettare la risposta dell’altro, prese la scopa e se la mise in spalla, lasciando che Sirius recuperasse la scatola con la pluffa e il boccino.
    Uscirono dagli spogliatoi e si diressero verso il Campo.

-Ginny

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Capitolo 5
*** Un bel gioco ***


Sirius era nervoso. Aveva pianificato tutto, chiedendo anche l’aiuto di Codaliscia; sapeva perfettamente che James non avrebbe rifiutato una partita; sapeva che Lily stava studiando con Jane sul lago; aveva fatto in modo che il campo fosse libero e che ci fossero solo loro ad utilizzarlo. Era sicuro di aver fatto un ottimo lavoro, ma aveva un brutto presentimento. Non appena aveva messo piede sul campo, aveva sentito come un brivido, lo stesso che sentiva quando accompagnava Lunastorta per la trasformazione. 
Brivido di pericolo.
Ma non poteva far capire a James che aveva questa sensazione; il suo migliore amico aveva bisogno di lui, e non lo avrebbe di certo deluso.
“Felpato, hai intenzione di mettere le radici?” gridò James a Sirius dalla sua scopa e iniziò a ridere.
Sirius si riscosse e guardò verso l’alto. Era felice di vedere il suo migliore amico ridere di nuovo. “Certo che no!” Salì sulla scopa e lo raggiunse .
Iniziarono a volare, senza giocare, solo per godersi di nuovo quella sensazione di libertà che solo una scopa poteva dare loro. 
James era felice, non aveva creduto possibile essere di nuovo sereni, anche se solo per qualche ora. Non aveva dimenticato la sua situazione con Lily, solo l’aveva spinta in un angolo del suo cervello, e per il momento evitava di pensarci.
Sirius intanto guardava l’amico ridere: era felice che si stesse svagando, ma la sensazione che di lì a poco sarebbe accaduto qualcosa di spiacevole non si decideva ad andarsene. Cercò di non pensarci e di divertirsi con James.
“Felpato!” gridò James facendo un giro attorno agli anelli “ che ne dici di prendere la Pluffa e fare qualche passaggio?” 
Sirius annuì, scese a terra e recuperò la palla rossa. Salì di nuovo in sella e la passò a James gridando “Lancia più forte che puoi! Vediamo cosa sai fare!”
 
 
Lily e Jane stavano camminando verso gli spogliatoi dei Grifondoro. Entrarono e la prima cosa che Lily notò furono delle divise appoggiate su due sedie ‘c’è qualcuno al campo’ pensò. 
Jane diede voce ai suoi pensieri dicendo “Ehi! Ma qui manca la scatola che contiene la Pluffa! Evidentemente qualcuno aveva voglia di fare qualche passaggio” disse recuperando la sua scopa. 
Lily si sentiva stranamente nervosa, come se sapesse chi fossero le due persone al campo. Prese coraggio e disse a Jane “ Ehi, Jane, andiamo a vedere chi sta giocando?” 
Jane la guardò un attimo, poi annuì “Ok, magari mi fanno fare una partita!” sorrise all’amica e insieme uscirono dallo spogliatoio.
Pochi metri prima di arrivare al campo Jane afferrò Lily per la manica della divisa, in modo piuttosto brusco.
“Ehi, ma che fai!?” le disse Lily
Jane la fissò per qualche istante, poi disse “Se anche si fosse James là, non reagire, rimani indifferente, per lui sarà più facile, ok?” . Lily annuì, anche se non era convinta che sarebbe riuscita a farlo. 
Prese un respiro ed entrò nel campo con l’amica. Alzò gli occhi e vide due figure volare: una con la divisa della squadra e l’altra no. Le riconobbe immediatamente. Il ragazzo in rosso e oro era James e l’altro era Sirius.
Rimase lì, a fissare James nella sua uniforme, nel suo elemento naturale. Era così assorta che non si accorse del grido di Jane, né della Pluffa che stava arrivando a tutta velocità verso di lei. La palla la colpì allo stomaco e, qualche istante prima di svenire, vide la sagoma di James avvicinarsi a lei, con il volto deformato in una maschera di spavento. Poi tutto fu nero.
 
 
 
La Pluffa gli sfuggì di mano e James si stava già voltando per recuperarla quando sentì un grido. Ne cercò la fonte e vide Jane. ‘Che cosa ci fa lei qui?’ ebbe appena il tempo di pensare quando si accorse che non era sola: Lily era con lei. E la Pluffa stava andando verso di loro.
“Godric ti prego, fa che non…” pensò mentre si tuffava verso le ragazze. Non riuscì a finire la frase che vide Lily afflosciarsi al suolo.
Sirius, che aveva seguito tutta la scena borbottò “dovevo ascoltare i miei sensi”.
Insieme si avvicinarono a Jane per aiutarla ad accompagnare l’amica in infermeria.

Scusate il ritardo, tra pochissimo arriva anche il 6!
-Gin

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