Fuoco e ghiaccio

di chanel coos
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Abbandono ***
Capitolo 2: *** Hotel ***
Capitolo 3: *** Locale ***
Capitolo 4: *** Dolore ***
Capitolo 5: *** Controllo ***



Capitolo 1
*** Abbandono ***


 
Abbandono
 
 
 
 
<< Come non vieni? >>
<< Laura mi dispiace, non posso ho detto a degli amici che avrei passato le vacanze con loro.. >>
<< Ma l'avevi detto anche a me! >>
<< Laura... scusa >>
<< Ciao! >>. Riattaccai. Che faccia tosta, mi aveva promesso che stava con me e invece mi ha subito voltato le spalle per i suoi amchetti, bel cugino! 
Dopo la rabbia e la delusione, un forte senso di tristezza mi assalì. I miei genitori avrebbero dovuto lavorare tutta l'estate e il cugino con cui avrei dovuto passare l'estate in Albania, mi aveva abbandonata. Ciò significava giornate al mare con un paio di vicine e serarate alla televisione e ,a volte, a ballare. Gli occhi mi si riempirono di calde lacrime insopportabili, e la gola cominciò a farmi male a causa loro perhè diavolo ero così debole?
Di solito non ero così vulnerabile.
 Volevo smetterla eppure pensando ai due mesi che avrei vissuto le mie lacrime avevano voglia di prendere aria. Tolsi lentamente i pantaloncini che avevo usao per il viaggio lunghissimo, poi tolsi il top bianco con rabbia, gettandolo a terra con forza, come se volessi fargli del male. Mi fermai davanti allo specchio, per fissarmi. Gli occhi blu erano scuri per la rabbia e la frustrazione, le labbra rosse e carnose sporgenti in un broncio - come una bambina- il mento altezzoso alto, il tutto circondato da una scura cascata di capelli leggermente mossi e setosi. Poi scrutai il riflesso del mio corpo : il mio seno non era piccolo, ma nemmeno esagerato ed era ritto, il mio corpo era perfetto, curvava  per aprirsi alla vita in un culo da fare invidia, le gambe lunghe e snelle. Uno sorriso appena accennato si aprì sul mio volto, spinto dalla consapevolezza di non essere niente male, anzi! Poi esaminai meglio il mio corpo e mi accorsi che anche se perfetto, non era rubusto come quello di un ragazzo e, benchè fossi più forte delle altre ragazze, probabilmente non sarei stata in grado di difendermi da sola. Ed ero in una villa gigante e bellissima da sola, in mezzo ad un paesino di Valona che alternava villette dall'aspetto lussuoso  a case che somigliavo più a capanne. Stupido, stupido Diego! Mi infilai sotto il getto di acqua calda, godendomi il brivido che provocò al mio corpo, il contasto tra il fresco della sera - che entrava dalla finestra aperta- e il calore esagerato dell'acqua era inspiegabimente piacevole per me. Aprii il tappo dello shampoo.
Mezz'ora dopo avvolsi il mio corpo ricoperto di goccioline di acqua e leggermente arrossato per l'acqua calda con l'accappatoio fresco e bianco e mi diressi verso la camera dei mie genitori. Era quella più grande, perciò l'idea che mi appartenesse per un'estate era invitante. Andai davanti al comò bianco e mi tolsi lentamente l'accappatoio, per poi infilarmi velocemente muatande e reggiseno. Mi vestii e   mi pettinai e mi infalai sotto le candide lenzuola fresche che odoravano di pulito. Scivolai nel sonno prima che mi potessi accorgere del gatto che si era accoccolato accanto a me. 
Ecco il primo capitolo di questa nuova storiella.
Spero vi piaccia! ;)
Recensite in molti
Baci baci
C.C

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Capitolo 2
*** Hotel ***


Capitolo 2
"Hotel"
" On the first page of our story, the future seems so bright... then this thing turnend out so evil
I don't know whay i'm still sorprised
Even angels havetheir wicked schemes
And you take that to new extremes
But you'll always be my hero
Even tought you've lost your mind
Just gonna stend there and... " 
Il mio i-pod e io ci impegnavamo nella riproduzione di " love the way you lie part 2 " , mentre ero sdraiata sulla spiaggia a prendere il sole con accanto le mie vicine di casa nonchè cugine di mia madre di diciotto anni ( famiglia un po' incurante delle età).  Si prospettava un estate abbastanza normale e un po' noiosa, ma da una parte, essendo ottimiste, io volevo solo riposarmi e quell'estate sarebbe stata perfetta per farlo. Due interi mesi senza fare nulla. Erano già le sei e mezza, avevo passato tutta la giornata in spiaggia e ora volevo tornare a casa a disfare le valige, il giorno dopo avrei pulito tutti i quattro piani da cima a fondo per poter poi essere tranquilla.  Mi alzai.
<< Ehi! Te ne vuoi già andare? >> Lindy.
<< Come già? sai che sono le sei ? >> Sindy.
<< Devo andare a disfare le valigie >> Io.
<< Ma stasera si esce? >> Lindy.
<< Come si esce? Non sai che appena arrivata e ha già passato una giornata in spiaggia, sarà distrutta! >> Sindy.
<< Sono stanca >> Io.
 
Quella sera andaii a dormire stanca ma felice: avevo disfatto  le valigie e avevo anche pulito un piano della casa. Scivolai nel sonno quasi subito, ma dopo qualche ora lo scampanellio della campana messa alla porta a mo' di campanello mi svegliò. Mi stropicciai gli ochhi infastidita e valutai l'opzione di continuare a dormire, ma dopo un po' la campana suonò di nuovo e ancora. Mi alzai e mi catapultai di sotto aprii la porta poi attraversai il cortile aprii il cancello senza pensarci su. Me ne pentii.
Davanti a me si ergeva un ragazzo alto e imponente che mi squadrava con sguardo curioso e... divertito? Cosa ci trovava di divertente? Oh forse il fatto che fossi in piedi davanti a lui con un paio di pantaloncini scoloriti addosso e una cannottiera, i capelli a pazza e lo sguardo disorientato/ spaventato. 
<< Sam Willow, piacere>> disse serio, stringendomi la mano con la sua, grande e calda. Trovai la stretta segretamene piacevole, così decisa e forte eppure ... attenta?
<< Laura... ehm... qual è il motivo della tua ... visita? >> chiesi incerta.
Non rispose ma indicò il cartello dove c'era scritto che affittavamo stanze per l'estate. 
<> . Fece un passo avanti e me lo ritrovai a cinque centimetri dal mio viso, in quel momento vidi quello che il buio aveva coperto: i suoi occhi neri come la notte, le labbra carnose, il corpo muscoloso, non doveva esistere essere più bello, no. 
Corrugò leggermente la fronte con aria ironica poi si abbassò fino al mio orecchio per sussurrarmi:
<< Pensi che potrei scostarti e passare oppure dovrei imparare a volare? >>
La mia bocca si spalancò e con un balzo mi spostai di lato, il viso in fiamme. 
<< Grazie >> Avanzò di qualche passo poi si fermò e si voltò verso di me. Un pensiero spaventoso mi balenò in mente... era davvero la cosa giusta stare nella stessa casa con un ragazzo che nemmeno conoscevo? Poteva essere psicopatico. Ma lui mi rivolse un sorriso così dolce e comprensivo che fece impallidire i miei dubbi.
<< Senti, se vuoi posso andare a stare all'hotel qui accanto, pensavo solo che qui sarebbe stato ìpiù carino, ma non ci sono problemi. >> 
<< No, no... puoi stare qui >> perchè sembravo così spaventata? Cercai di riprendere il controllo della situazione, di affrontarla con il mio normale carattere deciso.
<< puoi stare al secondo piano >> dissi seria.
<< Ook >> Lo condussi nella cucina del primo piano dove stavo io e gli diedi le informazioni sul costo ecc.
Lo guardai mentre saliva le scale.
<<' Notte >> era già sull'ultimo scalino, ma si girò e mi sorrise. Poi parve ricodarsi di qualcosa e uscì di casa, lo sentii mentre faceva entrare una macchina dentro il cancello e poi richiudeva la porta a chiave.

Tatata...Novità per la nostra Laura ;)
Do you like it? :D
spero di sì...recensite in tanti vi prego! 
Kiss kiss
C.C

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Capitolo 3
*** Locale ***


Capitolo 3
Locale
 
Dopo una mezzora sentii delle pentole cascare a terra e un " miao" strozzato provenire dalla cucina, poi il rumore di una sedia che cascava a terra e quello di un gatto che sbatteva contro la porta.
<< Ma che...? >> Mi alzai e vidi il gatto che continuava a prendere la rincorsa e andare a sbattere contro la porta che portava alla terrazza gigante con delle scale per scendere nel cortile sul retro.
La prima cosa che feci fu aprire la porta, ma alla luce della lampada che lasciavo sempre accesa fuori mi fece notare la cordicella attaccata al collo del gatto. No!. Se si fosse impigliata in qualcosa l'avrebbe fatta soffocare. Mi lanciai all'inseguimento del gatto che però mi fraintese e iniziò a correre ancora più veloce... molto veloce! Scesi le scale di corsa dietro di lei, poi feci il giro della casa fino a ritrovarmi davanti al cancello d'entrata, il gatto andò verso l'orto al lato e io lo seguì. 
<< Aarghh >> Mi dimenticai del canalino che divideva il cortile dall'orto che il gatto aveva saltato e il piede destro ci cascò dentro facendo rigirare tutto il mio corpo fino a farmi ritrovare seduta all'altro lato del canale con un dolore terribile alla caviglia, dovevo essermela slogata. Merda. Cercai di rialzarmi per andare fino alla macchina di Sam, così da potermici appoggiare, ma la macchina era apetra e mi sedetti sul sedile anteriore sudata e affaticata. Appogiai la schiena e la testa allo schienale e cercai di riprendere fiato per bene. Strano... mi sentivo già meglio. La caviglia faceva meno male di prima. Mi chiesi come avrei fatto a tornare di sopra in quelle condizioni, ma per quanto mi sforzassi, l'idea migliore era quella di saltellare su un piede.
 Poi vidi la porta che si apriva e Sam che ne usciva fuori... senza maglia!, con la fronte corrugata. cercai di riprendere fiato. Si avvicinò.
<< Che ci fai qui? >> Non doveva essere a dormire lui?
<< Che ci fai TU qui?!>> nchiese lui.
<< Te l'ho chiesto io per prima >> Sospirò:
<< Questa è la mia macchina io posso essere qui quando mi pare. In quanto a te, che ci fai qui? >>. Non volevo dirgli come ero cascatata nel canale, che figura ci avrei fatto. Ma cosa avrei potuto dirgli? Allora optai per la soluzione più stupida, dimenticandomi della caviglia dolorante.
Alzai la testa con aria altezzosa, cercai di assumere un'espressione rispettabile e mi alzai. Feci per avanzare di un passo così da ritrovarmi faccia a faccia con lui e ripetere la battuta he aveva fatto lui un'ora fa, ma diedi troppa importanza alla caviglia appoggiandoci il peso del corpo e non resse.  Sarei cascata a terra se non mi avesse afferrata per la vita e sorretta.
Ripresi fiato alzando la testa verso di lui che mi guardava preoccupato: 
<< Che ti è successo? >> disse con un tono al quale non avrei osato non rispondere. Allora gli raccontai del gatto, del canale e del motivo per il quale mi ero seduta sulla sua auto.
Mi rimise a sedere e si abbassò, poi pigiò qualche pulsante e sentii dell'aria fresa soffiarmi sulle gambe e sul petto, si era forse accorto delle goccioline di sudore sulla mia fronte? Alzò lo sguardo per vedere sopra la macchina e con aria malinconica disse:
<< Chissà che fine farò, la propietaria dell'hotel dove alloggio insegue gatti e cade in canali che sono sempre stati nel cortile di casa sua. Forse dovrei scappare... tu che dici? >>  Di scatto abbassò la testa e puntò i suoi occhi neri nei miei. Offesa e umiliata decisi che una rispostaccia mi avrebbe fatto sentire meglio:
<< Fottiti >>.
<< Ah, si? >> sembrava volesse sfidarmi. Annuii leggermente con un sorriso stronzo sul viso e un sopracciglio alzato. Prese le mie gambe e le rigirò in modo da farmi sedere per bene sul sedile, chiuse la portiera e iniziò a caminnare. Nello stesso istante in  cui pigiò sulla chiave dell'auto le sicure si abbassarono. Ma... da dentro si sarebbe dovuta aprire lo stesso, no? No. Cosa diavolo aveva fatto a quella macchina?!?
<< Sam! Saaaam! >> urlai. Si girò corrugando la fronte come a volermi chiedere il motivo delle mie urla.
<< Apriiii, apri!! >> 
<< Vorrei, davvero! E' solo che ho tanto sonno! >>
<< Sam, apri!! >> Sospirò e fece finta di sbadigliare.
<< Sam vuoi davvero lasciarmi qui? >>
<< Ehm... così pare... >>
<< No... apri, apri daai, ti prego >>. Sospirò e tornò indietro aprì la portiera e si avvicinò a me, mi prese in braccio e si avviò verso la porta. 
<< Riesco a andare anche da sola, lasciami! >> ero incazzata nera.
<< Davvero? Se insisti ti lascio andare, così vediamo quanto tempo ci metti a fare le scale saltellando su un piede, sarebbe un bello spettaccolo, mi divertirei. >> disse, ma sembrava... dolce, che mi prendeva?
<< Ti odio >> .
Ridacchiò. Alzai gli occhi e studiai il suo viso... ero senza fiato... mi ero dimenticata di respirare.
Appoggiai la testa al suo petto e chiusi gli occhi esausta pensando a quanto era bello, maledettamente stupendo! Accidenti! 
Salì le scale in fretta, come se non stesse tenendo una ragazza in braccio e arrivò davanti a camera mia, mi sdraiò sul letto. 
<< Non vedo l'ora di sdraiarmi per il mio sonno di bellezza >> scherzò imitando chissà chi.
<< Sonno di bellezza? Da quanto tempo è che non dormi? >> mentii. Quanto era bello!?
<>
<< Vattene >>
<< Buona notte e... lascia stare i gatti ! >>.
 
 
 
Vestita di tutto punto feci il mio ingresso nel pub/locale che preferivo. Si metteva musica di tutti i tipi e le persone ballavano sull'imensa pista. Balconcini ai lati ospitavano piccoli banconi e in quello centrale c'era il dj, le luci in quel momento erano rosse e illuminavano la pista in  maniera... magica. Lindy e Sindy accanto a me con dei vestitin neri ( uguali, puah, non avrei mai voluto avere una gemella!) camminavano troppo velocemente, saltellando. Loro andarono dritto al primo banlconcino, le osservai mentre salivano le scale spintonandosi, mi venne da sorridere. Io feci un passo verso la pista e un altro. C'era u pezzo che  avevo  sentito un paio di volte in raggeaton. Prima che potessi cercare il modo di iniziare a ballare o potessi decidere di seguire le gemelle un mano si posò sulla mia vita e mi fece rigirare di novanta gradi per vedere il viso di Sam... o mio dio Sam! Era da una settimana che abitava a casa mia, ma non ci vedevamo molto spesso quindi non avevo ancora capito bene come era il suo carattere. Il cuore schizzava a trecento battiti al minuto mentre mi stupivo per l'ennesima volta della sua esagerata bellezza e per un secondo, nel vedere il suo volto mi mancò il fiato. Sorrise e mi attirò dolcemente a se... quel sorriso... avrei tanto voluto saltargli addosso... ma cosa andavo a pensare? Iniziai a balllere con lui e fu... magico, perfetto, stupendo. Eravamo gli unici a sapere come muoversi e a saper trovare mosse nuove ogni volta, gli unici a capire subito cosa volesse fare l'altro. Capiva ogni volta cosa intendessi fare e io percepivo quello che voleva lui. Ballammo tutto il tempo insieme anche quando la canzone poteva essere ballata singolarmante. La parte che mi piaceva più di tutte ea il modo in cui mi riprendeva quando si scambiavano le coppie, era quasi possessivo, ero la SUA partener. Le una, le due, le tre ed eravamo ancora a ballare con qualche piccola pausa ogni tanto. Avrei tanto voluto che quella notte non fosse mai finita, ma alle quattro meno un quarto il locale chiuse e io tornai a casa con le ragazze ( usavamo sempre la mia macchina).
Eco nuovo supercapitolone per voi ^^
Spero vi piaccia :D
Recensiiiiteee! Prossimo capitolo a 5 recensioni!! :DD
baci baci C.C

 

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Capitolo 4
*** Dolore ***


Capitolo 4
 
Dolore

Due settimane dopo la situazione era molto diversa: 
Le undici di sera un'inspiegabile dolore in tutto il corpo, ero arrotolata in un plaid scuro che ripescai dall'armadio di mia nonna. Fuori anche se era sera c'erano almeno venticinque gradi ma io avevo freddo e avevo la pelle d'oca, tremavo e non trovavo pace rigirandomi in tutte le posizioni possibili per cercare di placare quel dolore che partiva dalla pancia e invadeva tutto il mio corpo. Non ce la facevo più! Non sopportavo più quel dolore che ogni tanto mi colpiva senza motivo, doveva essere la mia tranquilla estate in cui rillassarmi e non facevo che tormentarmi in quello stupido tunnel che partiva dalla felicità per farmi sempre ricadere nella solitudine e nelle pene. Spensi televisione, computer, telefono,ipod, le luci...volevo silenzio, buio un po' di pace. Cercai di allontanare la mente dal mio corpo...pensavo a tutto e a niente,al vuoto e al pieno e sembrava che in questo modo il dolore non si facesse sentire così tanto, sembrava che facesse parte di un'altra parte di me, che io stavo lentamente lasciando, come la mia anima si allontanasse dal mio corpo..lasciandolo lì a soffrire da solo come avevano fatto gli altri con lei. Mi abbandonai nella pace della non esistenza ed era un momento perfetto, non volevo che finisse. 
E poi sentii il rumore del cancello che si apriva e di una macchina che entrva.. No! Pensai, fa che non sia vero, fa che non sia davvero tornato, fa che possa stare ancora in pace. E poi sentii il rumore delle luci che si accendevano e le risatine di una ragazza, l'ennesima ragazza che si portva dietro ogni sera per non sentirsi solo...o mal accompagnato -.-" 
Sperai che filasse dritto in camera sua, senza degnarsi di guardarmi,senza girarsi verso di me, dimenticandomi. E invece no. 
Anche la porta di camera mia si aprì .E si accese anche la luce, cercai di rifiutarmi di tornare alla vita reale, ma fu impossibile: La voce di Sam suonò possente e chiara, di sicuro non avrebbe lasciato che stessi lì senza rispondergli: << Laura! Che succede? >> sembrava particolarmente preoccupato per qualcosa che solo lui conosceva, un segreto che riguardava me, ma senza che io ne fossi a conoscenza. Fui assorbita, mio malgrado, dai suoi occhi neri, dal mistero che liberavano intorno a noi e al modo in cui mi catturavano il mio sguardo, incatenandomi per non lasciarmi più scappare. E in un secondo il dolore che avevo provato a coprire in tanti modi, con tanti tentativi falliti, scomparì del tutto, senza lasciare traccia della sua presenza. 
Mi sollevai lentamente arrotolandomi nella coperta come un cucciolo spaventato, senza staccare gli occhi da lui, come se lo avessi fatto il dolore fosse tornato, come prima. Odiavo sembrare vulnerabile o guardare troppo le altre persone, ma la paura che provavo per il fatto che quella sofferenza fisica insopportabil potesse tornare era di molto superiore, superiore a qualsiasi altro bisogno. 
<< Laura! >> ripetè un'altra volta avvicinandosi al letto e aiutrandomi a sollevarmi. Si accovacciò di fronte a me e mi prese il viso tra le mani per potermi vedere dritto negli occhi. Quanto tempo che non mi fermavo a vederlo per bene, quanto tempo che cercavo di evitare il suo sguardo per l'imbarazzo, la rabbia, la confusione: lui si portava a casa mille ragazze diverse e io non facevo che andare e tornare dal mare con le due solite cugine monotone. 
<< Sam.. >> la voce mi uscì come strozzata e gli occhi si riempirono di lacrime. Iniziai a respirare a fatica e proprio quando lui si stava avvicinando a me come a volermi svelare un segreto, come a confidarmi qualcosa, la voce della ragazza che era con lui mi fece sobbalzare. 
<< Ehi sentite, molto romantici! Ma Sam, mi hai portata qui per vedere come vi guardate bene tu e la tua fidanzatina? >> 
Quella affermazione mi fece scattare in piedi, non sentivo più il dolore, la vicinanaza infinita a Sam, l'insicurezza mi aveva avvolta fino a quel momento. Mi avviai con passo deciso verso la porta dove lei si era appoggiata: << Non è il mio ragazzo. Se fosse così tu non potresti nemmeno avvicinare a lui. Si dà il caso, però, che tu sia a casa mia e non ti convenga mancarmi di rispetto. Buona serata. >> La scostai per passare mentre Sam si spostava lentamente dietro di me. Dopo aver fatto due passi mi fermai per far intendere che erano loro a doversene andare. 
I due uscirono con lui che la seguiva in modo un po' incerto, come se non fosse lei la ragazza che voleva seguire.
Tornai in camera mia senza rivolgere parola a nessuno dei due mentre scendevano le scale e mi risdraiai nel letto,senza nemmeno più sentire il dolore, visto che il mio problema ora era un altro: Sam. Desideravo che non fosse mai venuto a confondermi le idee, che quella sera di qualche settimana fa non avesse suonato a casa mia e non mi avesse chiesto di passare le vacanze lì. Ero sicurissima che sarebbe stato meglio per me non conoscerlo perchè vedere quello che faceva mi avrebbe solo causato dolore, ma non ne cappivo il motivo: che problema c'era se lui usciva con le altre, se lui tornava a casa alle quattro o cinque del mattino dopo aver fatto chissà che cosa, mica era il mio ragazzo! Ma forse me ne stavo innamorando,no! Non poteva essere. Ma porca miseria, questa doveva essere la mia estate tranquilla per rilassarmi...eppure mi sentivo più stressata che mai.
Infinite scuse per il ritardo spero il nuovo capitolo vi piaccia! Spero che recensiate
anche se non me lo merito dopo la lunga assenza...Presto ci sarà anche il prossimo capitolo, parola di scaut! 
Love U 
C.C

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Capitolo 5
*** Controllo ***


Capitolo 5
Controllo
Cercai di nascondere la soddisfazione mentre la troietta che Sam si era portato a casa se ne andava a causa di un'emergenza. Nascondevo il sorrisetto bastardo cercando di assumere un'espressione seria, ma ero troppo contenta che la ragazza che aveva allontanato da me Sam, facendomi tornare a soffrire, finalmente si levasse dalle scatole! Lui la accompagnò fino alla porta, mentre io cercavo di capire il motivo della mia esagerata " dipendenza" da Sam, senza trovarlo. Mi rialzai dal letto e andai in cucina pensando che se fossi stata in piedi sarei potuta sfuggire più facilmente alle sue domande o al suo sguardo perquisitore, preoccupato, insopportabile.
Quando risalì le scale si sedette sul tavolo, io invece gli davo le spalle rilavandomi continuamente le mani nel lavello, per guadagnare tempo. E più tempo passava più mi incazzavo: perchè cercavo di guadagnare tempo?
Non gli dovevo nessuna spiegazione, ovviamente, semmai viceversa!
Perchè continuava a fissarmi senza parlarmi?
Stava aspettando che parlassi io?
Bè si sbagliava!
Oppure mi stava fissando il sedere?!
A quel punto scattai e mi rigirai all'improvviso, pronta a schiaffeggiarlo e nella foga di sentire lo "schiocco" della mano sulla guancia, non mi accorsi che stava guardando la finestra in realtà e lo colpii! La sua testa scattò di lato mentre spalancava gli occhi per la sorpresa e io restavo in piedi pietrificata, incerta se dovere fare la faccia seria di chi è soddisfatto di ciò che ha fatto ( soprattutto se sa come spiegare il motivo per cui l'ha fatto) o la faccia dispiaciuta di chi non voleva farlo in realtà...Nell'indecisione iniziai a mordermi il labbro aspettandomi che lui mi chiedesse il perchè di quel gesto e cercando freneticamente la spiegazione che avrei  potuto dargli. Ma quello che fece fu ben diverso dal chiedere spiegazioni. Si alzò di scatto facendo cadere la sedia e puntò i suoi occhi neri sui miei. Rimasi spiazzata, era molto più alto e grosso di me, e si avvicinava sempre di più tenendo i miei occhi spaventati incatenati ai suoi che bruciavano di una determinazione, una rabbia a stento trattenuta. Arrivò a circa tre centimetri dal mio volto, il mio cuore batteva all'impazzata spaventato, ma attratto allo stesso tempo da quegli occhi così intensi, mi prese per le braccia con le manone che avevo tanto apprezzato la prima sera, quando mi strinse la mano presentandosi, e mi sbattè con forza contro il muro. Emisi una specie  di suono strozzato per la sorpresa, per il dolore e la paura. Non si mosse, continuava a fissarmi e gli occhi diventavano sempre più neri, il che mi sembrava impossibile e continuava a stringermi con forza le braccia, tanto da farmele pulsare.
Sembrava che le pulsazioni sulle braccia e il suo sguardo mi stessero assorbendo, erano l'unica cosa che occupava il mio cervello, di conseguenza mi feci prendere dal panico: mi avrebbe fatto del male, me lo sentivo. Lui non era lo strano, ma in fondo dolce Sam che avevo conosciuto la prima sera di vacanza, lui era un omone spaventoso, voleva farmi soffrire, provocare dolore con le manone che tanto avevo apprezzato, voleva farmi soffocare nello sguardo che mi aveva rapito. E tutto questo per uno stupido schiaffo?
Ma cosa c'era di sbagliato in lui?
 Stavo immobile, spalancando sempre di più gli occhi, gli occhi spaventati di un topino inseguito da un gattaccio feroce, e aspettavo che facesse quello che doveva fare che, francamente, io non sapevo. All'improvviso sentì il suono della campana messa lì a mò di campanello, che veniva scossa da qualcuno al cancello, freneticamenete. La mia mente si spostò da Sam al suono che di solito consiederavo fastidioso e che stavolta, forse, mi aveva salvata. Sam aprì le mani di botto lasciandomi andare, si allontanò da me con grossi passi all'indietro e i suoi occhi si schiarirono velocemente. Io rimasi ferma a guardarlo, lo sguardo spaventato, mentre il suo era disorientato:
<< La..Laura..io non volevo...non dovevi schiaffeggiarmi...ho esagerato..ho perso il controllo..io... >> aveva la voce tremante, supplichevole, ma io non ci capivo decisamente più nulla!
La campana trillò nuovamente, e io spostai per un paio di volte lo sguardo da Sam al balcone, finchè lui non disse: << Vai ad aprire. >> Con voce calma, stava riprendendo il controllo. Decisi di farlo, anche perchè la persona al cancello doveva essere veramente testarda per continuare a suonare per così tanto tempo. 
Ecco un nuovo mini-capitolo...spero vi piaccia, vi preeego fatemelo sapere! Recensite!!
( naturalmente accetto le critiche)
Al prossimo capitolo <3
C.C

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