Roommates

di nihil no kami
(/viewuser.php?uid=94426)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Roommates ***
Capitolo 2: *** La stanza 1472 ***



Capitolo 1
*** Roommates ***



Il banner qui sotto fa parte della mia nuova iniziativa. Siccome ho fatto richiesta ancora tre mesi e passa fa per l'aggiunta dei personaggi del manga all'elenco della sezione e visti i tempi che ci stanno mettendo ho deciso di prepararmi già in anticipo per le shipping.
Cosa sono le shipping vi starete chiedendo? Uno ship è un nome che viene affibbiato dai fan ad una determinata coppia di alcuni fandom, per esempio nell'anime di pokémon la coppia Ash/Misty viene chiamata Pokéshipping.
Avevo già proposto l'utilizzo dei nomi delle ship invece delle coppie tizio/caio nella sezione, ma siccome non sono stato ascoltato per l'anime ho deciso di battermi almeno per il manga.
In questa discussione del forum di EFP: http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9694089&#idm114560127 ho postato alcuni banner di prova da inserire nelle storie che usino delle coppie provenienti dal manga o dal videogioco. La mia intuizione è che se tutti quelli che approvano l'idea di usare i nomi shipping nella sezione al posto di tizio/caio mettessero uno o più dei banner nelle proprie storie potrei fare un elenco da mostrare nel forum dicendo: "Tutti questi autori la pensano come me, legalizzate gli shipping!"

Se anche voi siete della mia stessa idea fatevi sentire sul forum, proponete qualche immagine ho realizzate i vostri personalissimi banner, insomma, lottate per le nostre coppie, FIGHT FOR OUR SHIP!

CLICCA SULL'IMMAGINE SE ANCHE TU VUOI ADERIRE AL PROGETTO SHIPPING

Image and video hosting by TinyPic

"Oggi è il gran giorno" pensò Red mentre con il fido Pika appollaiato sulla sua spalla si dirigeva con passo veloce verso la Palestra dell'Università per Allenatori Samuel Oak. Finalmente avrebbe avuto il suo primo pupillo.
L'università per allenatori non era una scuola come tutte le altre: era un istituto dove venivano offerti corsi sulle tecniche di combattimento per affinare le capacità degli allenatori e dei loro pokémon, nonché ovviamente dove si tenevano sfide pratiche.
Era stato Green che qualche mese prima gli aveva proposto di iscriversi, conoscendo quanto si stesse annoiando dopo tutto quel tempo in cui l'aiuto dei Dex Holders di Kanto non era più stato richiesto.
All'inizio Red era un po' scettico. Lui, andare a scuola per imparare quello che già sapeva a memoria, a diciannove anni compiuti? Non ci avrebbe mai neppure fatto un pensiero se il suo amico non si fosse affrettato a precisare che era possibile svolgere ogni giorno combattimenti pratici contro centinaia di studenti diversi. E così aveva accettato.
Gli pareva che anche Blue avesse voluto iscriversi, ma la scuola era unicamente maschile e ciò mandò su tutte le furie lei e il Professor Oak, che non poteva accettare che una scuola che portasse il suo nome trattasse ancora le ragazze come allenatori di seconda categoria.
L'università aveva tutta una serie di regole e usi che tutti gli studenti dovevano rispettare rigorosamente: era previsto l'utilizzo di un'uniforme scolastica ed era comunque vietato agli studenti indossare pantaloni corti, accessori e cappelli durante tutto il periodo delle lezioni formali; i ragazzi non erano suddivisi per età nei corsi e nei dormitori, ma a seconda del punteggio che avevano ottenuto all'esame di ingresso o durante le verifiche bimestrali, facendo in modo che in una classe potessero esserci ragazzi anche con diversi anni di differenza tra loro, ma permettendo così di mantenere un livello di studio e pratica sempre costante. Red, per quanto adorasse lottare anche contro gli allenatori più inesperti trovava giusto essere messo a confronto con sfidanti del suo stesso livello.
Inoltre, anche se ogni studente poteva avere con sé quanti pokémon volesse era concesso tenerne in libertà solo uno per volta al di fuori dei combattimenti. Anche se gli dispiaceva per gli altri suoi pokémon il ragazzo di Biancavilla sapeva che sarebbe stato davvero un casino se ognuno dei tremila studenti fosse andato in giro seguito da anche solo tre o quattro dei suoi fidati compagni.
L'ultima delle peculiarità dell'istituto era il modo in cui venivano trattati i nuovi iscritti. Ogni novizio doveva dare sia una prova scritta che una pratica, la quale consisteva nello sfidare altri novizi in un mini torneo a turni. Questo oltre a permettere agli insegnanti di valutare le loro capacità dava anche la possibilità al vincitore di scegliere il suo mentore, sempre ammesso che lo studente ne avesse voluto uno.
Red si stava dirigendo nel luogo degli incontri per sapere quale dei partecipanti gli sarebbe stato assegnato. Nonostante fosse stato ammesso da pochi mesi il ragazzo aveva superato entrambi gli esami a pieni voti e aveva deciso di non richiedere l'ausilio di nessuno, ma bensì aveva voluto mettersi in lista per il nuovo giro di iscritti.
L'allenatore sapeva che la sua fama lo avrebbe reso molto richiesto dai nuovi studenti che vedevano in lui una figura a cui ispirarsi, un esempio da seguire.
Il ragazzo nella sua umiltà si sentiva lusingato nell'essere etichettato come lo studente più forte della scuola, ma avrebbe preferito che fosse stato lui a scegliere il suo pupillo e non il contrario.
Una volta finito il torneo il primo vincitore di ogni gruppo avrebbe potuto scegliere quale allenatore gli avrebbe fatto da mentore, mentre quelli con posizioni più basse si sarebbero accontentarsi di chi gli veniva affibbiato dal computer. Red non lo trovava affatto giusto perché così facendo si sarebbero messi insieme gli allenatori novizi e gli studenti più forti, mentre secondo lui toccava a quelli che avevano perso la possibilità di essere seguiti da chi, come lui, la sapeva più lunga.
Certo, così facendo si permetteva a chi era più dotato di lasciare prima la scuola, ma durante tutto il periodo della loro permanenza queste coppie sarebbero state un problema per chi veniva lì per imparare veramente, facendo così perdere un po' di senso a tutta l'istituzione.
Tutti gli esami di ammissione avvenivano nella Palestra, così come veniva chiamata l'enorme arena che costituiva il terreno di allenamento per gli studenti.
Vi erano otto piccoli campi in cui potevano avvenire sfide con un massimo di sei allenatori per combattimento e con diversi tipi di terreno, lasciando immaginare quanto fosse grande l'edificio considerando che era comprensivo anche di spalti e tribune. Veniva chiamato Palestra per via della sua somiglianza con i luoghi in cui gli studenti avevano sfidato i capipalestra durante il loro rispettivi viaggi, e perché quando non vi erano combattimenti veniva usato come effettiva palestra della scuola.
Red si sedette nel posto che era scritto sul biglietto che gli avevano consegnato il giorno prima e con Pika accovacciato sulle sue ginocchia si mise a guardare i combattimenti.
Vi erano allenatori bravi, come quello che nel campo d'acqua era riuscito a sconfiggere un Gyarados con deboli scariche elettriche prodotte dal suo Chinchou, quello un po' impacciati e quelli che sapeva avrebbero avuto un grande futuro, se solo gli fosse capitato come supervisore una persona come lui.
Tutto sembrava svolgersi tranquillamente, sino a quando una voce emessa da uno dei ripetitori non attirò la sua attenzione e quella del suo pokémon:
- INCONTRO TRA BILL DI ARANCIOPOLI E YELLOW DI VIRIDIAN CITY - VINCITORE YELLOW -
Il ragazzo si alzò dalla sua poltrona e corse attraverso la folla verso il terreno in cui si era appena svolta la sfida. Non appena arrivò capì subito che i suoi dubbi erano fondati.
Il vincitore era un ragazzo un po' più basso di lui, con il viso dai tratti teneri, due grandi occhi castani e una spazzola di capelli biondi che teneva in braccio un Pikachu ornato da un fiorellino rosa.
Quella era proprio Yellow! Cosa ci faceva lì?
Se non avesse saputo che si trattava di lei avrebbe pensato che quel novizio fosse solo un ragazzino un po' effeminato, ma nonostante ciò si stupiva di come dopo tanti anni il suo travestimento funzionasse ancora bene. La ragazza non era cresciuta molto in quel senso e la divisa lo celava abbastanza bene, mentre la sua statura la poteva far passare facilmente per un ragazzo che non aveva ancora raggiunto il culmine della pubertà.
Red seguì tutti i suoi incontri, facendo attenzione a non farsi notare e domandandosi perché la sua amica avesse deciso di farsi passare nuovamente per un ragazzo.
Magari era venuta lì per imparare a combattere meglio? No, non era da Yellow. Qualcosa non tornava.
L'allenatore si mise a osservare l'ultimo incontro a cui partecipava, sapendo che se avesse vinto avrebbe ottenuto in premio la possibilità di scegliere il proprio mentore.
L'arena su cui stava combattendo era quella di terra e il suo avversario era un ragazzetto alto più o meno come lei che aveva mandato in campo un Golem.
Lei aveva scelto come suo pokémon Chuchu, scatenando l'ilarità generale.
- Mi stai prendendo in giro? - la sbeffeggiò il suo sfidante.
- Vedrai... - gli rispose lei con una fittizia voce roca, sforzandosi di non sembrare troppo femminile.
Il pokémon di roccia si avventò contro il topo elettrico, ma Chuchu fu più veloce e iniziò a usare incessantemente Doppioteam, circondando il suo avversario.
L'allenatore non sapeva come fare e lasciava che la creatura di roccia colpisse a caso le copie illusorie, prima che Yellow ordinasse al suo pokémon di usare Codacciaio.
Golem, già stordito dall'enorme sforzo fatto nel cercare di stanare il suo avversario cadde dolcemente a terra, consegnando alla Dex Holder la vittoria.
Yellow si voltò verso il pubblico e fu in quel momento che intravide per la prima volta Red che la fissava con i suoi profondi occhi rossi. Lei distolse lo sguardo imbarazzata, prima che l'arbitro le dicesse di andare a prepararsi per la premiazione.
- Hai visto quanto è bravo quel ragazzino? - la voce che era giunta all'orecchio di Red apparteneva al suo compagno di stanza, James.
James era il ragazzo con cui Red aveva condiviso la sua camera sin dall'ingresso nella scuola, la persona con cui aveva legato di più. Per certi versi gli ricordava Green. I due avevano un volto molto simile e lo stesso colore di capelli, ma James li teneva sottoforma di chioma fluente, dandogli un aspetto quasi da Hippie e Red non si era mai preso la briga di chiedersi se si fosse mai fumato un Oddish in vita sua, cosa di cui non poteva importargliene di meno. James era un bravo ragazzo, affidabile e divertente, e questo gli bastava.
- Sì, molto bravo... - rispose mugugnante Red.
- Che c'è? Qualcosa non va? - chiese con tono preoccupato James.
- No, niente, voglio solo vedere chi sceglierà come mentore. - Lui sapeva già che Yellow l'avrebbe scelto, se lo sentiva da come l'aveva guardato durante l'ultimo incontro, quando l'aveva scorto tra le tribune. Sentiva che lui c'entrava qualcosa, e aveva un brutto presentimento.
Dopo pochi minuti iniziarono le presentazioni. Venne allestito un podio per ogni torneo su cui erano saliti i tre vincitori. Yellow era sull'ultimo podio a sinistra, felicemente posizionata al primo posto con in braccio la sua piccola Chuchu.
- Allora Yellow, sai che vincendo questo incontro hai il diritto di scegliere lo studente che ti farà da mentore durante la tua permanenza qui alla Università per Allenatori Samuel Oak, conosci già qualcuno? -
Yellow annuì, un po' imbarazzata, prima di prendere in mano il microfono e sforzandosi di avere un tono di voce più mascolino possibile disse:
- Vorrei che fosse Red da Biancavilla a farmi da mentore. - Quell'affermazione era praticamente scontata. Per quelli che non lo conoscevano Red si era già fatto un nome in quei mesi che era stato all'istituto, venendo già etichettato da tutti come lo studente più forte. Era ovvio che sarebbe stato scelto dal vincitore.
- Complimenti amico, il biondino ha scelto te! - esclamò James dandogli una pacca sulla schiena.
Finita la cerimonia e le premiazioni degli altri studenti Yellow corse verso Red cercando di nascondere la sua felicità, mentre lui fece cenno al compagno di stanza di poter essere lasciato solo. Gli disse che Yellow era un suo amico d'infanzia e che avrebbe voluto parlare con lui in privato. James se ne andò senza fare troppe storie, sicuro che avrebbe avuto tempo di conoscere meglio il novizio una volta che si fosse stabilito nella loro camera.
- Sei stata brava. - si complimentò Red sfoggiando un espressione allegra - Ma ora potresti dirmi che ci fai qui? -
Yellow era titubante, ma gli fece cenno di abbassarsi per potergli dire qualcosa nell'orecchio.
- Sono venuta per aiutarti - sussurrò Yellow.
- Aiutarmi? Per cosa? - chiese stupito lui.
- Red, sei in pericolo! - fu l'unica cosa che riuscì a dirli prima di essere richiamata da uno dei professori che voleva assicurarsi che avesse capito bene cosa avrebbe dovuto fare d'ora in poi.
Red non aveva la men che minima idea di quello che gli sarebbe successo, del grande cambiamento che avrebbe avuto la sua vita nei giorni a venire.

CONTINUA...

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** La stanza 1472 ***



Dopo diecimila anni di assenza dal mondo delle fan fiction, un eroico scrittore in erba si apprestava a continuare una delle saghe che sarebbe stata ricordata come "la più modesta delle Specialshipping".
Ora, seriamente, non so se riuscirò mai a terminare questa fan fiction, ma per ora volevo almeno provare a continuare a scrivere questa storia, perché mi dispiace lasciarla in sospeso. Buona lettura.

P.S. Come trovate il font della storia? Quando scrivevo era il mio preferito, ma guardandolo adesso non mi soddisfa così tanto, consigli?

P.P.S. Ho riunito i tre capitoletti in un capitolo unico, spero che adesso sia più gradevole da leggere :)

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

- In pericolo?- Domandò Red tra sé e sé mentre guardava la figura di Yellow mescolarsi nella folla per poi scomparire davanti ai suoi occhi. Cosa poteva esserci di così pericoloso da costringere l'amica a riprendere il suo travestimento ed iscriversi in una scuola per allenatori di pokémon, dove sarebbe stata costretta a partecipare più volte al giorno in combattimenti di pokémon, cosa che lei detestava?
Red vagliò tutte le possibilità: magari qualcuno voleva fare del male agli studenti della scuola, qualche nuova associazione malavitosa, oppure i professori facevano degli esperimenti sugli studenti, c'era un invasione aliena, oppure … non essere impegnato a salvare il mondo doveva avere effetti deleteri sulla sua psiche, perché Red si accorse solo dopo pochi secondi quando fossero senza senso i suoi dubbi. Bastava solo aspettare e Yellow gli avrebbe detto tutto.
Finite le premiazioni Yellow raggiunse velocemente Red che era impegnato a discutere con un ragazzo dai lunghi capelli castani. La discussione pareva riguardare proprio lei.
- Quindi tu saresti Yellow, che piacere conoscerti! - esclamò il ragazzo mentre le stringeva vigorosamente la mano, sorridendole con fare amichevole. La ragazza avrebbe ricambiato la gioia se non fosse stata sicura che quel ragazzo le avesse rotto un dito nel processo.
-James vacci piano!- esclamò Red mentre la liberava dalla morsa del suo futuro compagno di stanza - Non vedi che gli stai facendo male! - Quando il ragazzo si accorse che Yellow si stava massaggiando la mano con un espressione dolorante si espresse in un torrente di scuse, dicendo che era così bello conoscere un amico d'infanzia di Red che non era riuscito a trattenersi.
Forse il dito non era veramente rotto e forse questo James era una persona simpatica, pensò Yellow mentre muoveva lo sguardo da Red a James per poi rivolgerlo nuovamente verso l'amico, che ora la stava guardando con un espressione dubbiosa.
Chuchu intanto era rimasta a terra, fissando terrorizzata il Gible di James intento a cercare di azzannare giocosamente la coda di Pika.
I tre ragazzi si diressero verso la loro stanza, con Red che guidava il gruppo mentre Yellow lo seguiva sperando di avere un momento in cui potergli parlare in privato di quello che stava succedendo, ma aveva il timore che James non gli avrebbe concesso una simile possibilità, dato che già adesso la stava tempestando di domande.
Dopo essere entrati nell'edificio principale e aver attraversato per qualche minuto i corridoi labirintici di una delle ali dedite a dormitorio erano finalmente giunti alla loro stanza, la numero 1472. Con grande sorpresa Yellow trovò che la sua valigia era già stata recapitata all'interno, anche se le sembrava che le fosse già stato accennato. Doveva stare più attenta a quello che le dicevano.
- Yellow, io e James ti lasciamo il tempo di mettere apposto la tua roba, fai pure con comodo. -
La ragazza sapeva dove l'amico voleva andare a parare, ma lei aveva già provveduto a tutto: se qualcuno avesse ispezionato le sue cose non avrebbe trovato niente che potesse far scoprire il suo vero genere. Non aveva con sé né reggiseni, né mutandine. Solo un blocco da disegno, del materiale di cancelleria e i suoi fidati pokémon, più altre pokéball vuote in caso di necessità.
Viste le sue misure non sentiva il bisogno di sostegno e anche a casa aveva sempre preferito indossare i boxer. L'unica cosa che poteva tradirla erano i suoi assorbenti, ma li aveva accuratamente nascosi all'interno di una pokéball. Siccome tra le regole della scuola era anche sancito il divieto di maneggiare le pokéball degli altri, pena una sanzione esorbitante, non correva il rischio che qualcuno potesse vederli.
Una volta che Red ebbe convinto James ad accompagnarlo a vedere altri duelli Yellow poté sentirsi libera di cambiarsi e sistemare le sue cose.
La stanza non era affatto piccola, con due letti a castello separati da un armadio spazioso mentre sulla parete opposta vi era una scrivania ben illuminata e un bagno che era più pulito di quanto lei si sarebbe aspettata.
La sua nuova divisa la stava aspettando appesa a una delle ante dell'armadio, con i suoi lunghi pantaloni grigi e la giacca dello stesso triste colore. Vi era anche abbinata una cravatta, ma siccome né Red né James la portavano pensò che ne avrebbe anche potuto fare a meno.
Dopo aver controllato che la porta fosse ben chiusa Yellow iniziò a spogliarsi accatastando i suoi vestiti nella valigia che ora giaceva aperta ai suoi piedi, esattamente sulla testa della povera Chuchu, che era rimasta lì tutto il tempo a fissarla mentre la sua allenatrice era immersa nei propri pensieri.
- Scusa Chuchu! - squittì Yellow dispiaciuta, ma doveva fare in fretta. Non sapeva quando tempo avrebbero impiegato. Abbandonare la sua veste gialla, la sua divisa, per indossarne una così fredda e informale la faceva sentire quasi dispiaciuta, ma per proteggere Red avrebbe fatto questo e altro.
Una volta a torso nudo la ragazza intravide qualcosa muoversi nel bagno, ma si tranquillizzò nel notare che era solo il suo riflesso nello specchio. Lei non si era mai sentita bella e non era mai stata fiera del suo corpo, non aveva mai avuto la necessità di ammirarsi allo specchio, ma quella volta c'era qualcosa di diverso nella sua immagine. Con passo timoroso la ragazza oltrepassò la soglia che conduceva nel piccolo bagno ricoperto di piastrelle azzurre e si posizionò di fronte al sottile rettangolo riflettente posizionato tra il lavandino e la doccia.
Yellow si soffermò ad osservare il proprio volto, la sua espressione perplessa, i grandi occhi castani e i corti capelli biondi che le cadevano sulla fronte. Si passò una mano sulla guancia, per poi scendere lungo il collo fino al petto, sentendo quando fosse soffice la propria pelle, finendo per appoggiarla sui propri seni appena abbozzati. Chissà se Red l'avrebbe trovata attraente ….
Yellow scacciò rapidamente quel pensiero dalla testa e finì di vestirsi, ringraziando il cielo che nessuno l'avesse sorpresa ad ammirare la sua tavola da surf, come la chiamava scherzosamente Blue.
La ragazza non poteva lasciare che i suoi sentimenti le facessero abbassare la guardia, soprattutto perché non era neanche sicura di cosa provasse veramente. Quello che sentiva per l'amico era un misto di ammirazione, affetto, fiducia e una strana sensazione che iniziava a comprendere solo ora e che la faceva sentire a disagio quando era da sola e si ritrovava a pensare a lui.
Chiusa la valigia Yellow si sdraiò sul letto con Chuchu, che le era saltata in braccio poco prima, aspettando il ritorno di Red e di James. Doveva fare preso e trovare il modo di dire a Red quello che Blue aveva scoperto. Che il Team Rocket si era infiltrato nella scuola e che erano lì per lui. Yellow sapeva di non potersi fidare di nessuno, ma il fatto che Red fosse lì con lei la infondeva di speranza.
L'aveva già salvato una volta, l'avrebbe fatto di nuovo.

Era stata una giornata lunga per Red: prima l'eccitazione all'idea di ricevere finalmente il suo primo pupillo, poi la sorpresa di vedere il volto di Yellow tra i nuovi iscritti e ora la stanchezza per aver partecipato ad un torneo ad otto nel parco della scuola solo per distrarre James e permettere a Yellow di sistemarsi senza problemi nella loro stanza.
Sarebbe stato un bugiardo se avesse detto che non si era divertito un sacco, ma anche se non era stato lui a combattere tutti quegli incontri riusciva a sentire la stanchezza dei suoi compagni pokémon, che adesso riposavano nelle loro pokéballs. Pika era disteso sulla sua testa, ancora ansimante e che con il suo pelo caldo schiacciava i capelli di Red contro la sua fronte sudata, ricordandogli che sarebbe stato meglio fare una doccia una volta tornato in camera.
James camminava al suo fianco, tenendo Gibo stretto tra le sue braccia e non smetteva più di raccontargli quanto fossero stati bravi sia i loro pokémon che quelli dei loro avversari, ringraziandolo ancora per aver preso parte a quella sfida improvvisata iniziata nell'euforia dei nuovi ammessi.
Red però non lo stava ascoltando e la sua mente vagava libera, mentre il ragazzo pensava ad una ragazza dai lunghi capelli biondi. Yellow era cambiata molto in quei pochi mesi in cui si erano persi di vista. Il ragazzo si ricordava che era partita per un viaggio assieme a suo zio in una regione lontana. Anche se lei non gli aveva mai detto né dove andasse né perché avesse deciso di partire così di punto in bianco sul momento Red non aveva fatto storie.Sapeva che avrebbe sentito la sua mancanza e si consolava pensando che magari avesse voluto solo trascorrere più tempo con il proprio zio.
L'ultima volta che l'aveva vista aveva ancora la lunga coda bionda nascosta sotto al suo cappello di paglia e il suo volto tondo che metteva in risalto la sua espressione da bambina.
Adesso l'aveva rivista e quasi non l'aveva riconosciuta: i suoi lunghi capelli biondi erano stati sostituiti da una zazzera biondiccia e il suo bel volto tondeggiante si era asciugato, dandole un espressione più da donna, ma non abbastanza da rendere il suo sesso chiaro a chi non la conoscesse.
La sua assenza era stata uno degli elementi determinanti nella sua decisione di iscriversi all'Università per allenatori Samuel Oak. Quando non era intento ad allenarsi Red amava rilassarsi nel bosco Smeraldo in compagnia di Yellow e del suo blocco da disegno. Sedersi con lei sotto ad un albero, fianco a fianco e parlare del più e del meno mentre i loro pokémon giocavano tra loro.
Red adorava la compagnia di Yellow. Anche se avevano interessi molto diversi il ragazzo si sentiva a suo agio con lei, cosa non molto comune dato che spesso aveva l'impressione che le uniche cose a cui fosse buono fossero i combattimenti tra pokémon e salvare il mondo dalla minaccia di turno. Red non era un ragazzo molto loquace e spesso si trovava in difficoltà con semplici problemi di vita quotidiana, come regolarsi con le spese di casa o l'amministrazione di tutte quelle cose che non avevano "battaglia" o "pokémon" nel loro nome, nelle quali era a dir poco impacciato.
Yellow inoltre era l'unica ragazza che metteva strane idee nella testa dell'allenatore . A volte si sentiva a disagio quando la sua immaginazione al pensiero di mettere su famiglia gli mostrava come sua ipotetica consorte quella ragazzina che all'inizio lui aveva persino scambiato per un maschio.
Si ricordava che da ragazzino aveva avuto diverse cotte, per Misty, per Blue e per un sacco di altre ragazze, ma aveva deciso di mettere da parte quei pensieri per dedicarsi alla carriera di allenatore di pokémon e che li avrebbe tirati fuori solo quando sarebbe stato più grande e in grado di non farsi distrarre da certe frivolezze.
Ora Misty era una sua grande amica e Blue una formidabile alleata, ma alla vista di Yellow i suoi pensieri si confondevano e si annebbiavano. Quando doveva incontrarla era stranamente nervoso, anche se la sua presenza lo rendeva il ragazzo più tranquillo del mondo.
Blue aveva persino insinuato che a lui piacesse Yellow, e con certi pensieri che affioravano nella sua testa a notte fonda non se la sentiva di darle torto, ma lui sapeva che la ragazza dai capelli biondi lo vedeva solo come amico e come mentore e non voleva rischiare di deluderla mettendo in mostra i propri sentimenti.
Ormai era quasi sera e le campanelle che suonavano nei cortili richiamavano gli studenti che non l'avessero ancora fatto a rientrare nelle loro stanze.
I due ragazzi si trovavano di fronte alla porta della stanza numero 1472.
- Red, tutto bene? Non hai spiaccicato parola durante tutto il tragitto … -
- Non ti preoccupare, stavo solo pensando ad una cosa … - e dicendo così girò il pomello della porta, spostandola con delicatezza, quasi avesse paura di colpire Yellow che poverina era rimasta lì ad aspettarli per diverse ore.
Una volta entrato nella stanza non trovò nulla di stano, se non una piccola figura che dormiva distesa sul suo letto con ancora indosso la sua divisa nuova e un Pikachu appollaiata sopra di lei.
- Ah, guarda che carino che è il tuo amico mentre dorme! - esclamò James a bassa voce per non svegliare il nuovo compagno di stanza.
- Già. Lascialo dormire, stanotte sto io di sopra. - Red prese Pika e lo appoggiò sul letto sopra quello in cui si era addormentata Yellow, prima di iniziare a spogliarsi e infilarsi sotto la doccia.
Quando ebbe finito lasciò il posto a James e indossò un pigiama estivo che le aveva regalato proprio Yellow. Era un po' ridicolo, giallo con motivi a forma di Pikachu sia sulla maglia che sui pantaloncini, ma a lui piaceva e inoltre ogni volta che lo indossava sentiva vicina la presenza della sua amica.
Quella notte, mentre pensava alle lezioni a cui avrebbe dovuto accompagnare Yellow l'indomani mattina Red lasciò cadere un braccio dal bordo del letto a castello, sperando che una mano piccola e calda gli sfiorasse le dita e gli ricordasse che nonostante la sua presenza fosse presagio di pericoli sarebbe stata anche una fonte di sollievo per lui e per il suo cuore.

Il rumore della sveglia penetrò nelle orecchie di Yellow con la stessa forza di un martello pneumatico, strappandola repentinamente dai suoi dolci sogni. Chuchu, ancora addormentata sul suo grembo, venne scaraventata sul pavimento quando la sua allenatrice si alzò di soprassalto, circondata dalle figure mezze vestite di Red e James che si muovevano velocemente per la stanza.
- Buongionno - le disse Red con uno spazzolino da denti tra le labbra, ancora a torso nudo e intendo a infilarsi i pantaloni della divisa.
Ah, già, è vero. Doveva seguire delle lezioni.
Quando si alzò in piedi, ancora assonnata, la sveglia che le era stata messa sotto al letto non aveva smesso di gridare e la giovane allenatrice si limitò a guardarla con aria confusa.
James si avvicinò a lei, già in uniforme e pronto per andare a lezione per poi chinarsi a prendere l'aggeggio, ponendo fine al rumore infernale.
- Red voleva svegliarti più dolcemente, ma io penso che prima ti abitui ai ritmi della scuola e meglio è. Noi abbiamo tutti corsi mattutini quindi dovrai acquistare il nostro ritmo. -
La ragazza guardò le lancette dell'artefatto malefico: segnavano le sette e mezza.
Chuchu le si avvicinò con aria timorosa e solo allora Yellow si accorse di quello che aveva fatto e la prese in braccio per coccolarla.
- Per fortuna sei già in divisa. Il tuo amico è il solito slugma e ci mette sempre un sacco a prepararsi. -
Effettivamente stava ancora indossando la divisa del giorno prima, doveva essersi addormentata mentre aspettava che tornassero i ragazzi.
Yellow lanciò un occhiata verso il bagno, dal quale proveniva strani rumori di gargarismi e versi di pikachu.
- Siamo già in ritardo! - esclamò esasperato James, ma Red emise solo un mugugno in sua risposta, prima che il compagno gli tirasse la giacca della divisa.
- Come facevi a sapere che voleva la giacca? - chiese Yellow incuriosita.
- Non lo sapevo, ma è meglio che se la infili subito se vogliamo arrivare in tempo. -
Gibo intanto stava iniziando a mordicchiare i pantaloni di James, sperando di attirare l'attenzione del suo allenatore.
- Stai calmo Gibo, adesso andiamo! -
Quando Red uscì dal bagno, perfettamente vestito e pronto per la loro lezione e con il fido Pika sulla spalla i suoi compagni di stanza non poterono far altro che storcere il naso e uscire dalla porta.
Yellow, che non conosceva ancora la strada per raggiungere il luogo dove si sarebbe tenuta la lezione rimase indietro, aspettando che Red uscisse dalla stanza, prima di chiudere la porta dietro di lui.
L'allenatore era particolarmente lento nei suoi passi, si vedeva che si era alzato da poco, ma quando James li ebbe preceduti di qualche metro Red arretrò per affiancarsi a Yellow e le bisbigliò:
- Ora puoi dirmi che cosa sta succedendo? -
La ragazza, ancora intontita, impiegò qualche secondo a capire a cosa si stesse riferendo, poi maledicendosi per la propria assonnatezza si ricordò che doveva ancora avvisare Red della minaccia del Team Rocket.
- Il Team Rocket si è infiltrato nella scuola. - bisbigliò lei.
- Te l'ha detto Blue? - chiese Red incuriosito e per nulla preoccupato.
- Sì, perché? - rispose Yellow, confusa dalla sua reazione.
Red quasi si mise a ridere. Non poteva credere che Blue avesse fatto uno scherzo così di cattivo gusto a Yellow. Sapeva che la biondina si fidava ciecamente della sua vecchia amica, ma non avrebbe mai pensato che sarebbe caduta in un tranello simile. Il Team Rocket era disciolto da anni ormai e nessuno si sarebbe sognato di rifondarlo di punto in bianco. Per cosa poi? Per infiltrarsi in una scuola di allenatori?
Avrebbero potuto rubare qualche pokémon, ma c'erano modi sicuramente più discreti per farlo e non sarebbe stata certamente la mossa migliore da fare se era vero che erano tornati.
- Non ti preoccupare, probabilmente è tutto uno scherzo di Blue. -
Red riusciva a leggerle negli occhi che lei non era per niente convinta della sua spiegazione, ma non poteva certo rimproverarla per aver ascoltato un amica ed essere venuta in suo "soccorso", quindi si limitò a sorriderle e a provare a tranquillizzarla.
- Se non ti fidi puoi rimanere qui quanto vuoi e aspettare che succeda qualcosa. Anzi, se sei preoccupata per me tra un mese sarei comunque andato via. Aspetta fino alla fine del semestre e poi torniamo a casa, ok? -
Il mondo con cui le parlò la fece arrossire. Non capiva perché la metteva a disagio fare un discorso simile con Red, ma anche se era ancora dubbiosa sapeva che poteva fidarsi di Red e che effettivamente sarebbe stato nella natura di Blue farle uno scherzo simile. Magari sperava di farli avvicinare …
Yellow pensò che doveva smetterla di vedere quello che voleva nelle cose, anche se non era neppure sicura di cosa volesse vedere.
Red accelerò il passo e lei lo rincorse sino a quando non furono nuovamente fianco a fianco con James.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=887449