Completa a metà.

di Fatasenzali
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La cura. ***
Capitolo 2: *** I° CAPITOLO ***
Capitolo 3: *** II° Capitolo ***



Capitolo 1
*** La cura. ***


"Sono sempre stata incompleta in quello che inizio. La verità è che c'è qualcosa in me che non mi fà MAI finire. Cosa sto cercando in realtà? Avete la risposta che io non ho? E se fossero stati i suoi occhi neri a rendermi completa, se fosse stato il suo sorriso a farmi trovare ciò che stavo cercando, se fossero stati i suoi baci a finire ciò che non ho mai terminato. IMPOSSIBILE. Ero destinata a vivere da sola e se dovevo completarmi dovevo farlo senza l'anima gemella. Non aspettatevi la solita "Storia d'amore strappa lacrime". Mi spiace deludere tutte le ragazze sognanti che aspettano disperatamente il principe azzurro..io temo che dovranno cambiare storia.. e sopratutto ASPIRAZIONE! Non state li ad aspettare disperatamente che lui capisca,che lui si comporti come succede nei film..non succederà. Probabilmente questa freddezza vi farà pensare che non ho un cuore,che sono troppo realista e che rimarrò probabilmente Sola. Onestamente rimanere Sola non mi spaventa.. Ci sono un mucchio di cose che si possono fare quando sei Sola. Sapete cosa mi spaventa veramente? I sentimenti. Mi spaventa il dover aspettare un messaggio che non arriva. mi spaventano le illusioni,i progetti,i sogni ad occhi aperti.. Mi spaventa L'amore. Troverò una cura un giorno. E magari vivrò la mia favola..e questo diventerà un racconto d'amore,sdolcinato con un dolcissimo lieto fine." Avevo tutti gli occhi della classe puntati addosso,di solito nessuno prestava attenzione a ciò che si diceva durante le ore scolastiche..strano che dopo aver letto il mio tema avevo attirato più attenzione io che la prof. di storia durante tutto l'anno scolastico. - Isabella cara,ti avevo chiesto un tema con traccia "Il vero amore"..mi stupisce che a 17 anni tu veda l'amore in questo modo..chi è che ti ha delusa in questo modo?- - In realtà nessuno prof. non sono mai stata innamorata,e non m'innamorerò mai! non ci casco..- Una volta uscite dalla classe mi ferma Bea. - Ci cascherai anche tu prima o poi!...l'amore è una cosa meravigliosa mia cara Isabella presto te ne renderai conto. - Perchè Bea? Tu come fai a saperlo?- - Lo sò e basta...ci vediamo sta sera alla festa.- e abbracciandomi forte mi lasciò in corridoio con un mucchio di domande. Avrei scelto un vestito abbastanza bello da non pensarci troppo. Non sapevo che quella sera sarebbe stato molto meglio rimanere in pigiama davanti alla tv..prima della fine di tutto.

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Capitolo 2
*** I° CAPITOLO ***


Seduta, nella sala d’attesa del ottavo piano di un palazzo del centro, fingevo di sfogliare una rivista ma in realtà mi passava davanti agli occhi tutta la mia vita in quegli ultimi mesi. “Aspetti qualche minuto”, mi aveva detto la segretaria; peccato che ero lì da più di mezz’ora e iniziavo a stancarmi di aspettare. Ad essere sincera non sono una di quelle persone che nella vita non sanno aspettare,anzi. Ho sempre pensato che per ottenere grandi cose bisogna mantenere la calma e attendere..il problema è che il motivo per cui stavo aspettando in quella sala non mi sembrava affatto un motivo valido. Insomma,non avevo certo bisogno di uno psicologo. Non avrebbe risolto lui i miei problemi, ne ero certa. Ma mia madre dopo l’ultima sfuriata che avevo avuto in classe nell’ora di storia, mi ha praticamente obbligata ad andare da questo specialista che mi avrebbe aiutata a superare questo brutto momento. Forse è vero, avevo toccato il fondo con La Bertinelli, ma la colpa era tutta sua! La Bertinelliè la mia professoressa di storia..La tipica esaurita,zitella che sfoga le sue frustrazioni sentimentali sui suoi alunni, io ero una delle sue prede preferite. Il punto è che non potevo più sopportare i suoi continui sfoghi su di me,non ora. Cercava di chiedermi cose al di fuori del programma per assicurarmi l’insufficienza, e diceva sempre che non erano un paio di occhi azzurri a rendermi una persona piacevole per l’umanità. E’ ovvio,che mi odiava perchè esteticamente rappresentavo quello che lei non era mai stato. Così quella mattina non ci ho visto più e le ho urlato di iscriversi a uno di quei siti che trovano l’amore della tua vita e di smetterla di rompere a me! Ovviamente,sono uscita dalla classe prima che mi cacciasse lei tanto per mantenere il mio orgoglio.. Il risultato è stata una sospensione a scuola di 2 giorni e le risate di tutta la classe. Così ero finita dallo psicologo. Può entrare signorina!- la segretaria mi accompagna in una stanzetta piccola e semibuia. C’è una scrivania dove vi è seduto il dottor. Carlotti , qualche sedia,un lettino, e una libreria gonfia di libri. È un piacere conoscerti Isabella! Tua madre mi ha parlato molto di te .- dice l’uomo alzandosi dalla scrivania e venendomi incontro per stringermi la mano. E’ grosso e tozzo, ma ha uno sguardo buono che nasconde sotto occhiali con grandi lenti. Scommetto che non le avrà detto niente di positivo dottore. – esclamo,stringendoli la grassa mano curata. Al contrario, mi ha detto che sei una brava ragazza che sta perdendo la via del bene!- Mia madre dovrebbe smetterla di andare in chiesa ogni venerdì sera. – La mia non era una battuta ironica ma la verità,il signor Carlotti però parve aver frainteso e scoppio in una risata di gusto. Mi fece segno di accomodarmi al lettino. Oh no, non mi faccia stendere lì! non sto mica morendo!- dico andandomi a sedere su una delle sedie vicino la scrivania. Sembra capire il messaggio e si siede di fronte a me dall’altra parte della scrivania. Come preferisci, infondo tutto quello che dobbiamo fare è una chiacchierata amichevole!- sorride levandosi gli occhiali, mi fissa e poi aggiunge – sei veramente una bella ragazza!- il commento non mi preoccupa perché noto che nel dirlo c’è un tono molto paterno. I complimenti mi imbarazzano sempre, cosi abbasso lo sguardo fingendo un sorriso. Allora..so che è stato un periodo molto difficile da superare ..- riattacca lo psicologo, ovviamente sapeva tutto dei problemi che avevo avuto in quei mesi per colpa di mia madre.. già la immagino mentre dice: “Era una cosi brava ragazza ma le sono successe tante cose.. ultimamente..” non avendo alcuna risposta lui riattacca Ti va di parlarne?- Perché dovrei parlarne con lei? Perché è il mio lavoro.. e posso aiutarti!- Era la risposta che un qualsiasi psicologo avrebbe dato in quel caso, ma io acida com’ero diventata,li lanciai addosso un occhiatacciaccia sciogliendo il suo sorriso gentile. Nessuno può aiutarmi..a meno che lei non sia capace di cambiare il passato.. in tal caso le sarei molto grata! – la mia risposta raggelò l’aria della stanza, e notai nel suo sguardo una certa malinconia .. tirò un sospiro . Non è mai facile sopportare la perdita di qualcuno.. ti và di parlarne.- No!- Va bene Isabella, voglio solo dirti che so quello che provi..- Tolse gli occhiali e li poggiò sul tavolo. Mi fissò in un modo che mi fece quasi tenerezza così abbassai lo sguardo sul pavimento fingendo di essere completamente annoiata e indifferente a ciò che diceva. Mia figlia è morta l’anno scorso.. aveva la tua età! – mi si ghiaccio il cuore sentendo quelle parole.. e pensai che forse poteva davvero capire quello che stavo provando.. Mi dispiace.. – dissi continuando a tenere lo sguardo basso. Era una ragazza stupenda, e aveva i tuoi stessi capelli biondi! Per un po’ non volevo parlarne con nessuno, poi ho capito che parlare mi liberava di tutte quelle emozioni che dentro di me erano come macigni- Ho sempre pensato che gli psicologi fossero come nei film,statici e menefreghisti dei tuoi problemi il signor Carlotti però sembrava parlarmi sinceramente. Per la prima volta mi convinsi che forse parlare con qualcuno di quello che provavo era davvero una cosa giusta. Perdere una figlia è certamente diverso dal perdere un amica.. ma Bea per me era più di una semplice amica era..come una sorella. Era la persona su cui poter contare, la persona a cui dire tutto, la persona che non mi faceva mai sentire sola.- sospirai.. poi aggiunsi -Sa qual è la cosa che mi fa più male dottore? Beatrice non meritava questa fine, amava la vita ed era una delle persone più buone che ho mai conosciuto.. perché proprio lei? Il mondo è pieno di gente cattiva che meriterebbe di sparire per sempre!- Mi bloccai perché mi resi conto che il tono della mia voce era pieno di rabbia. Lanciai un occhiata allo psicologo che mi ascoltava annuendo. Forse non capisce quello che intendo dire..ma ..perchè la vita è così ingiusta? E poi se Beatrice è morta è solo colpa mia.. ero io che guidavo lo scooter quel giorno..quindi io meritavo di morire più di lei!- Ecco quello che pensavo. Usci fuori dalla mia bocca tutto d’un fiato anche se non l’avevo mai detto prima.. mi senti libera di un peso e di un senso di colpa che mi torturava da mesi. - Non dirlo! Non è vero. Nessuno merita la morte..tanto meno tu !- mi interruppe il signor Carlotti quasi come se fosse arrabbiato di aver sentito quella frase da me. - se è vero ciò che dice..perchè la mia migliore amica quella sera .. è morta? – Lui non seppe rispondere a quella domanda.. Gli studi,le lauree non servivano a niente in quel momento, perché alla domanda più importante di tutte ..lui non aveva una risposta da darmi. Perché si muore? Improvvisamente mi tornò in mente una frase che mi disse Bea qualche mese prima di morire. Mentre facevamo una ricerca di filosofia. Sei una palla Isa! Ti fai sempre un mucchio di domande sulla vita e sulla morte..sei una povera illusa se pensi che ci sia una risposta? Si vive e basta!- Ricordo che inizialmente avevo preso male quella frase, e che pensavo che Beatrice fosse fin troppo indifferente e infantile,per questo non capiva i grandi filosofi e i loro pensieri. Solo adesso capivo che lei aveva davvero ragione. Ero io e la filosofia che sbagliavamo ,non lei. Puoi fare mille domande, e mille ricerche per cercare di capire..ma ci sono cose che nella vita rimarranno sempre un mistero.

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Capitolo 3
*** II° Capitolo ***


- Cosa successe quella sera in cui ci fu l’incidente? Avevate bevuto?- chiese poi . Quella domanda mi era stata fatta mille volte. Perché si pensa sempre che il problema di un adolescente che ritorna in scooter da una festa e fa un incidente sia per forza la droga o l’alcool? la verità è che quella sera io e Beatrice ci eravamo divertite tantissimo semplicemente ballando. Lei era particolarmente felice perché il ragazzo che le piaceva le aveva chiesto di uscire insieme, non vedeva l’ora! Anche io ero felice quella sera, ed ero spensierata ! Così una volta sullo scooter abbiamo iniziato a cantare squarciagola. So che è assurdo cantare le canzoni di Lady Gaga su uno scooter alle 2 di notte. Ma ricordo le risate per gli sguardi attoniti dei passanti e le nostre voci stonate che risuonavano nella strada. Ricordo di essermi girata verso di lei e di averle detto che eravamo due pazze. Il suo sorriso in quel momento era uno dei più belli che ho mai visto, era un sorriso vero, felice, pulito! Un sorriso che ti contagiava..ma in quello stesso momento il suo sguardo si è fatto spaventato.. ed è finito tutto li. Quando mi sono svegliata ero in un letto di ospedale e la mamma piangeva ai miei piedi. Appena vide che aprì gli occhi mi abbraccio e ricominciò a piangere,ma questa volta era un pianto di felicità. -che è successo?..- - avete fatto un incidente.. chi guidava l’altra auto era completamente ubriaco..- disse fissandomi negli occhi come non aveva mai fatto prima. Il suo sguardo era disperato,vuoto e gli occhi erano rossi e gonfi. Ricordo di aver pensato subito di chiederle.. - Bea?- .. Mia madre non mi rispose, perché non aveva neanche il coraggio di dirmelo. Disse solo con la voce tremante: - ho avuto tanta paura di perderti.. – e ricominciò a piangere stringendomi più forte. Mentre io avevo capito tutto, ed ero diventata un pezzo di pietra senza emozioni. Il mio cuore aveva smesso di battere, i pensieri si affollavano in testa, e le lacrime scendevano sulle guancie mentre i miei occhi erano privi di emozione e fissavano il vuoto di quella stanza di ospedale. - E i tuoi genitori? So che stanno divorziando!- dice il signor Carlotti interrompendo il mio silenzio. - Se sa già ogni cosa, non c’è bisogno che aggiunga altro..- - Questa cosa non rende facili le cose.. vero? – - Non m’importa niente di quello che fanno i miei..anzi è meglio che divorziano visto che litigano sempre.- rispondo a tono. Lui annuisce. - Posso andarmene? – aggiungo. Prendendo la borsa che avevo poggiato sulla sedia. - Vuoi già andare via? – chiede lui quasi dispiaciuto. - Mi piacerebbe tanto.- La verità è che mi stavano tornando in mente troppe cose negative,e questo non mi aiutava..anzi peggiorava la situazione e mi faceva stare ancora più male di prima. - Non so se tornerai Isabella, ma se cosi non fosse sono contento di averti conosciuta. Sei una ragazza molto intelligente. Devi essere forte e superare questo momento.- dice lui stringendomi la mano e accompagnandomi alla porta. - Le assicuro che presto lo supererò.- dico uscendo dalla stanza, e lasciando un sorriso falso al signor Carlotti. Tornata a casa, mi stendo sul letto e metto le mie cuffie affondando la faccia nel cuscino. Poco dopo entra mia madre e si siede vicino a me. - com’è andata dal signor Carlotti?. Dice togliendomi una cuffia di prepotenza dall’orecchio destro per far si che l’ascoltassi. - Così! – dico.. rimettendo la cuffia. Lei non contenta decide di togliermela nuovamente dall’orecchio. - che risposta è ..cosi? - Cosa vuoi che ti dica! Ti avevo detto che non ne avevo bisogno. - Invece si. Serve parlare con qualcuno! - Bhè a me non serve affatto. Io voglio solo dimenticare. Si azzittisce e sospirando poi si alza e sta per uscire dalla stanza quando aggiunge - se vuoi che faccia qualcosa per te, qualsiasi cosa per farti star meglio..dimmelo.- E si chiude la porta alle spalle. Dopo l’incidente a scuola non ero vista più come prima. Sembrava quasi che alla gente facessi pietà,e visto che erano passati due mesi e mezzo da quel giorno iniziavano a infastidirmi gli sguardi incuriositi nei corridoi della scuola. Ogni volta che passavo tutti avevano qualcosa da mormorare. Infondo io ero..la sopravvissuta. E non parlo solo di Beatrice,quel giorno a morire furono in 3. Lei, il guidatore con cui abbiamo fatto l’incidente e sua moglie. È per questo che mi sentivo così in colpa..io ne ero uscita viva,con una semplice frattura del braccio e qualche graffio. In questi casi si parla di miracolo..forse è per questo che mia madre era improvvisamente diventata un assidua frequentatrice di chiesa. Era una mattina degli inizi di Dicembre, una di quelle mattine che fa cosi freddo che non basta indossare caldi maglioni per stare meglio. Susanna aveva il naso rosso e una sciarpa enorme color verde, appena mi vide nel portone della scuola mi venne incontro soffiandosi il naso e tossendo. - Finalmente è finita la tua sospensione! Mi sei mancata.- Disse abbracciandomi. Notai che doveva essere decisamente raffreddata cosi decisi di staccarmi dal suo abbraccio. - anche tu mi sei mancata Susy. Susy era una mia cara amica,una delle poche a cui volevo veramente bene e anche lei come me, era molto legata a Beatrice. Aveva sofferto tantissimo e mi era stata vicino venendomi a trovare ogni giorno quando ero in ospedale. Era una ragazza molto più alta di me, magrissima con i capelli rossi e ricci, il naso un po’ grosso e gli occhi marroni e piccoli. La cosa più bella che aveva era il sorriso. Susanna sorrideva sempre e questo oltre che simpatica la rendeva molto carina. Avrei voluto avere il suo stesso sorriso disponibile per tutti,ma io ero più il tipo di ragazza che sembrava avere il broncio con il mondo intero, e che sorrideva raramente. La giornata prosegui in modo normale,come se non avessi mai risposto in quel modo, e stranamente la professoressa decise di metterci una pietra sopra comportandosi normalmente. Da lei, mi sarei aspettato brutte occhiate o un interrogazione crudele,invece si comportò quasi con .. gentilezza. Quando l’ora di storia fini, tutti scapparono via come furie dalla classe. Stavo per fare lo stesso quando la Bertinelli mi chiese di fermarmi per parlare. Ero preoccupata ma cercai di non darlo a vedere. Così mentre finiva di compilare il registro, presi il cellulare fingendo di scrivere un sms. Lei alzò i piccoli occhi verdi su di me e poi disse. - non dovresti usare il cellulare in mia presenza.- rimisi immediatamente il cellulare nella tasca dei jeans, e mi scusai. Poi però capì di non doverle scuse solo per quello ma per il mio comportamento poco rispettoso. - Odio chiedere scusa,ma quando è giusto penso che le scuse si debbano fare professoressa.- aggiunsi..abbassando lo sguardo. Sembrava compiaciuta. - Sai perché sono arrabbiata con te Isabella?- - Si..perchè le ho mancato di rispetto professoressa.- - Non è per quello! Ci sono un milione di persone che nella mia vita mi hanno mancato di rispetto..e di certo non è stata la tua ironica battuta a offendermi.- Non riuscivo a capire dove volesse arrivare. Poi fece una cosa alquanto strana, che non le avevo mai visto fare.. tolse li occhiali e sorrise. Ma non era il solito sorrisetto crudele fatto prima di scegliere chi interrogare.. era un sorriso sincero. - Sono arrabbiata con te perché stai buttando all’aria la tua vita. - Disse poi, poggiandomi una mano sulla spalla in modo materno. Quella frase risuonò nella mia testa come un martello. Buttare all’aria la mia vita?.. non l’avevo mai vista in questo modo. Ho sempre e solo pensato che la mia professoressa mi odiasse e basta,senza un perché. Invece un motivo c’era.. ma forse avrei preferito non ascoltarlo. - non capisco cosa vuol dire professoressa Bertinelli.- risposi - Voglio dire che il passato non può rovinare il presente! Devi reagire..da qualche mese sembri “spenta” come se non t’importasse più di vivere.- - È una sua impressione..- mi giustificai. - Non è cosi .. lo sai bene Isabella. Hai smesso di fare tutte le attività che un tempo ti piacevano,non partecipi più alle lezioni,i tuoi voti sono penosi,non parli più con nessuno.. e so che non esci e non vai neanche a qualche festa.- Era tutto vero, ma per sapere queste cose..quanto la Bertinelli si era interessata a me negli ultimi mesi? Era una specie di infiltrata nella mia vita, e non aveva il diritto di giudicarla. Mi faceva così rabbia la sua aria da “Ti giudico”. - non dovrebbe interessarle.- dissi poi, fissandola con rabbia. - Voglio solo aiutarti..potresti ricominciare con il teatro ad esempio! Quella era una tua grande passione..perchè hai smesso? – aggiunse. - Sono troppo impegnata a recitare nella vita reale.- detto questo ripresi la cartella e usci dalla porta della classe salutando a stenti. Avevo davvero smesso di vivere? Era vero che una parte di me era morta con Beatrice? Era vero che non credevo più che niente avesse senso? Era vero che ero spenta? Una cosa era certa.. Non ero più la stessa di una volta.

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