Welcome to the show.

di Sten__Merry
(/viewuser.php?uid=105947)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


Ecco una nuova FF, in realtà è un cimelio risalente a tempi non sospetti. Cercherò di sistemarlo e renderlo vivibile.
Spero piaccia.
Fatemi sapere.
Un bacio.

S.

____

Quel giorno come ormai succedeva da più di una settimana la sveglia decise di suonare con quindici minuti di anticipo.

Iniziavo ad essere davvero stufa di svegliarmi di umore storto per errore delle persone che lavoravano con me, era come scendere dal letto dal lato sbagliato perché qualcuno scrollava il materasso fino a farmi cadere a terra

Edward!” urlai, il mio maggiordomo apparve sulla porta nel giro di pochi secondi avvolto nell'elegante vestito nera di cui rifiutava di liberarsi nonostante gli avessi più volte ripetuto che non era necessario che lavorasse in divisa. Aveva risposto che non gli importava, non portarla sarebbe stato contro il codice etico dei veri maggiordomi inglesi. Avevo lasciato cadere la questione, ma vederlo, ora, di prima mattina, così ben vestito pareva stonare

Edward quante volte le ho chiesto di cambiarmi la sveglia o almeno di aggiustarla?”

signorina, abbiamo chiamato il tecnico…”

e voi chiamate il tecnico per una sveglia?” borbottai isterica, stupita da un tale spreco “voi mi manderete sul lastrico” protestai

signorina, noi non abbiamo le mansioni necessarie per aggiustarla” mi calmai, quel malumore era solo colpa del brutto risveglio. Quando lo ammisi e smisi di scaricare la colpa su Edward finalmente iniziai a parlare con un tono di voce più controllato

Se solo lo lasciaste fare a me, ne sono capace!” affermai mentre mi sedevo sul letto, lui si strinse nelle spalle, come se cercasse di sparire, apparentemente disgustato da ciò che avevo appena detto

oh, questo non mi è consentito! Il vostro manager dice” sospirai arrendevole. Quante volte avevo sentito questa frase negli ultimi mesi? sbuffai

sentiamo che altra stronzata ha sparato quel cafone di Frederic”

dice che non è una cosa molto femminile e se lo venissero a scoprire i tabloid la potrebbero classificare come una persona rozza pertanto tutto il personale ha il compito di salvaguardare la sua sofisticatezza”

che idea assurda, come potrebbero riuscire io tabloid a sapere ciò che faccio quando sono in casa mia?”

non ci si può mai fidare di nessuno” spiegò

non sarete un po’ troppo paranoici, Edward?” chiesi alzando un sopracciglio perfettamente depilato, si strinse educatamente nelle spalle

mi permette di ricordarle che fra poco meno di tre ore dovrà andare alle audizioni?”

grazie Edward.” l'uomo si girò e fece per uscire. Lo richiamai “Mi scusi Edward, le dispiacerebbe darmi del tu. Non lavora più per la regina.” di nuovo contorse educatamente il naso in quella smorfia di disgusto tipicamente sua

oh, no. La mia etica professionale non me lo consente.” Sorrisi, di nuovo la sua maledetta etica. Lo congedai con un gesto della mano pensando a quanto

Mi alzai dal letto infilandomi la vestaglia di seta blu, molte volte guardando il lusso in cui vivevo ancora non ci potevo credere: solo cinque anni prima avevo terminato il liceo in una piccola cittadina nello stato di New York e mi ero trasferita nella grande mela con un paio di amiche pronta a lavorare da Starbuck's per un periodo di tempo inaspettato per sbarcare il lunario, ma con il supporto delle mie compagne di viaggio, mie complici da una vita, avevo intrapreso una carriera da cantante solista.

Lizzie e Amy mi erano state accanto sempre, sopportando i miei brontolii, la mia stanchezza e la mia eccitazione quando il mio primo singolo aveva iniziato ad entrare alle classifiche. Mi accompagnavano alle esibizioni e a volte mi facevano anche da coriste. Poi finalmente una casa discografica mi offrì un contratto per un album, le ragazze mi supportarono fino all’estremo, la mia notorietà era salita alle stelle, per noi era diventato impossibile gestire da sole gli impegni e avevo assunto un manager.

Il mio album andava a ruba, avevo iniziato ad andare in palestra e nel girò di qualche mese i chili superflui sparirono. Poi una casa discografica inglese mi aveva offerto un contratto di sei anni molto più vantaggioso di quello Americano così convinsi le mie amiche a seguirmi in Inghilterra.

Lì avevo iniziato la vera vita da vera cantante, ed iniziai a capire che quello non era solo un gioco, un modo per vivere al di sopra delle possibilità che avevo avuto fino ad allora, ma un lavoro vero fatto da esibizioni dal vivo e in playback, giornate spese chiusa negli studi di registrazione, registrazione di video, concerti, la stanchezza, lo scrivere le canzoni e la saltuaria perdita di ispirazione.

La gente mi riconosceva per le strade, m fermava chiedendomi una veloce fotografia o un autografo, e tutto ciò mi compiaceva infinitamente.

I soldi iniziarono a piovermi addosso così io, Lizzie e Amy ci eravamo trasferite in una casa più grande e lussuosa, ora che finalmente potevamo permetterci qualcosa di più di un piccolo bilocale in un quartiere periferico.

Ancora faticavo a realizzare di possedere una casa di quella portata.

Tornai alla realtà, i ricordi mi piacevano ma non dovevo dimenticare che non avevo tempo da perdere, quel giorno avevo la giornata completamente piena.

Andai in bagno cautamente per non svegliare nessuno e chiusi la porta a doppia mandata per essere sicura che nessun componente del personale entrasse a insaponarmi la schiena. Frustrata, ricordai che in realtà mi era stato ordinato di non chiudere a chiave le porte, Frederic aveva inculcato in testa ad ogni membro del personale che sarebbe stata una cosa poco carina, e pericolosa in caso mi fosse successo qualcosa.

Frederic. Se da un lato gli volevo un bene dell’anima, dall’altro arrivavo addirittura a odiarlo.

Mi stava rendendo la vita impossibile, ci stava rendendo la vita impossibile. Per quanto riguardava me mi stava facendo apparire come una diva viziata, altezzosa, lui sosteneva che tutta quella serie di atteggiamenti mi avrebbero fatta risultare più sofisticata. Per quanto riguardava le mie amiche invece, stava cercando in ogni modo di allontanarci e il motivo era unicamente che loro si erano rifiutate di andare a letto con lui.

A Freddie non importava che io non ci fossi stata, io ero una delle più ricercata sul piano della musica internazionale ma loro ai suoi occhi erano solo due povere piccole ragazzine di provincia che io avevo preso sotto la mia ala.

Niente di più lontano dalla realtà.

Io ero ben conscia che senza di loro non sarei mai arrivata dove ero ora. Loro avevano fatto me, e non il contrario e Freddie sembrava non volerlo capire, come non voleva capire che non mi piaceva essere una diva viziata e pretenziosa, una di quelle che non possono firmare autografi nemmeno volendolo.

Se per Freddie tutto ciò era un marchio di fabbrica, per me era solo un peso. Un peso che però sopportavo senza troppa fatica, ciò che però proprio non riuscivo a sopportare era il suo atteggiamento di supponenza verso le mie amiche che spesso trattava come perfette nullità.

Per smettere di pensare a Freddie decisi di prendermi un po' di tempo per un bagno caldo, mi immersi così nella vasca di marmo candido e vi rimasi per più di mezz'ora.

Immersa fino alle orecchie nel liquido caldo, riuscii ad estraniarmi dal mondo, non ascoltando altro che il mio respiro amplificato.

Quando quel suono regolare venne interrotto da degli attutiti colpi lontani, mi misi a sedere e una voce mi raggiunse da dietro la porta

Tesoro, è meglio che tu esca. Sei lì dentro da un ora e sai che Freddie non ti fa uscire senza un' ora di trucco” sorrisi tra me e me, notando ancora una volta come le mie amiche si preoccupassero per me in ogni momento della giornata

Lizzie, sto uscendo. Dammi un minuto” risposi asciugandomi velocemente con un asciugamano color pesca.

Mi infilai il tubino nero che mi ero portata dalla camera senza nemmeno dare un' occhiata allo specchio, ben conscia che da lì a quando sarei uscita di casa il mio look sarebbe stato completamente stravolto.

Uscii e guardai velocemente la mia amica

oddio, Lizzie, sei stupenda!” esclamai radiosa. E lo era davvero. Indossava un abito azzurro lungo fino alle ginocchia e i lunghi capelli biondi di solito lisci erano ricci.

Sei tu quella stupenda fra noi” rispose, a metà tra lo scherzoso e il serio, mentre giocavo con un suo riccio novello “La tua parrucchiera è arrivata in anticipo, così le ho chiesto di farmi un piacere ed ecco il risultato!” continuò alzandosi velocemente i capelli con il palmo della mano

stai veramente bene” mi congratula “allora chi è lui?”chiesi facendole un sorrisino malizioso, la mia interlocutrice fece finta di non capire

lui chi?” alzai un sopracciglio

non dirmi che ti sei in messa in tiro per lo specchio che non ti credo!”

ok, hai ragione. Ci conosciamo da troppo per riuscire ad ingannarti. Si chiama Brandon” cedette, riconoscendo che non mi sarei arresa

è carino?” chiesi mentre ci incamminavamo verso il salone, lei alzò un sopracciglio e ridendo aggiunse

ti pare mi sarei messa così in tiro per uno qualsiasi? Tutto questo”disse indicando il suo corpo facendosi scorrere addosso le mani “è solo per pochi”

Ridacchiai

Quella che si deve montare la testa sono io e tu lo fai per me” scherzai

Se tu ti monti la testa quel poco di cervello che ti è rimasto finisce spiaccicato contro le pareti, perciò serve qualcuno che lo faccia al tuo posto, no?” scossi la testa divertita

potrebbe sempre farlo Amy. A proposito dov’è?”

ieri è uscita con Zack, non è ancora tornata”

Zack, un'altra persona a cui volevo molto bene, oltre ad essere il ragazzo di Amy era anche uno dei miei più cari amici. Ricordavo perfettamente il momento in cui lo conoscemmo, o meglio, il momento in cui io e Lizzie lo facemmo conoscere a Amy. Eravamo arrivate a Londra da qualche giorno ed eravamo andate in un piccolo pub in periferia per evitare la folla di gente che mi avrebbe potuta riconoscere nonostante al tempo non fossi ancora un pesce grosso, ricordavamo il passato e Amy disse che da piccola aveva tanto fantasticato sul tipo di ragazzo che avrebbe avuto una volta diventata adulta, dopo una piccola disputa lei iniziò

alto, occhi chiari, ma non azzurri, verdi o grigi, capelli neri scompigliati, un come… ”

“…come quello?” dissi indicando un ragazzo alle sue spalle che corrispondeva completamente alla sua descrizione.

Lei non rispose, ma la sua bocca si spalancò tanto da poter inghiottire un tavolo.

Lo interpretai come un si, quindi io e Lizzie ci alzammo per applicare la tattica per rimorchiare ideata nell’ultimo periodo.

Gli passammo accanto facendogli cadere il bicchiere dalle mani e ci fermammo fingendoci dispiaciute

scusaci!” disse Lizzie

di niente ragazze. State tranquille” si girò e fece per andarsene ma con la coda dell’occhio notò il mio viso

ci siamo già visti?” mi chiese tolsi gli occhiali da sole e assunsi la classica espressione imbronciata che utilizzavo di solito sulle copertine dei miei cd “Ma tu sei?”

Sì, sono Kerry. A dir la verità Charla, Kerry è solo un nome d’arte” sorrisi, dando la spiegazione che attaccavo ad ogni presentazione

posso avere un autografo?” chiese deglutendo forte “è per mio fratello” si affrettò a giustificarsi, annuii

più tardi, però. Intanto che ne dici di venire a sedere con noi al tavolo, la vedi quella mia amica? Muore dalla voglia di fare due chiacchiere con te. Ti va di conoscerla?” la guardò e ebbe più o meno la stessa reazione che aveva avuto lei nel notarlo

accidenti se lo voglio” e da quella sera lui non aveva mai smesso di frequentare casa nostra.

*

Un ora più tardi stavo sul cancello ad aspettare che le mie guardie del corpo arrivassero con la macchina dai vetri oscurati, iniziai a chiedermi il motivo di tanta sicurezza e, pur mettendomi d’impegno, capii che non c’era.

Jack, un omone alto un metro e novanta e largo quasi la metà mi invitò a salire.

La guida folle del mio autista fece in modo che io arrivassi in orario ed alle nove puntuali entrai nello studio di registrazione della Virgin passando dall'entrata sul retro.

Percorsi i corridoi ricolmi di ragazzi pronti per presentarsi innanzi a me ed alcuni colleghi in un' audizione che avrebbe potuto cambiare il resto della loro vita.

Potevo chiaramente sentire le carezze dei sguardi ammiratori e i pugni di quelli invidiosi.

Sorrisi divertita dal fatto che molti di quei ragazzi che probabilmente mi avevano spesso giudicata male per via della mia immagine pubblica oggi avrebbero riposto il loro futuro nelle mie mani in quanto avrei fatto parte della giuria che avrebbe deciso i quattro membri di una nuova boyband da lanciare sul mercato.

Sarebbe toccato a noi, oggi, scegliere i migliori cantanti, capire chi sarebbe stato bene con chi e spezzare i sogni di tanti altri. Mi si spezzava il cuore all'idea che anche solo una di quelle facce entusiaste attorno a noi avrebbe abbandonato il canto dopo oggi.

Aprii la pesante porta grigia e mi ritrovai in una stanzetta di pochi metri, cinque sedie in fila dietro un tavolo scuro e una X a terra disegnata con del nastro adesivo bianco.

che lusso” dissi ironica entrando
“non ti lamentare” disse un ragazzo dai corti capelli ricci facendo un cenno del capo verso un angolo della stanza “ci hanno messo anche la macchinetta del caffè”, scossi la testa con tristezza nel notare una macchinetta per il caffè americano appoggiata su un traballante sgabello, poi ridacchiai

andiamo bene!” dissi ironica, poi mi avvicinai a lui e lo abbracciai “Paul, come stai?”

mi diressi verso la triste caffettiera e me ne versai un' abbondante dose in un bicchiere di carta

Tutto a posto, Charla. Sono distrutto. Sto preparando le coreografie di un paio di nuovi artisti e mi stanno uccidendo. Non pensavo avrei mai visto qualcuno meno portato per la danza per te” gli feci la linguaccia e sorrisi

non sono poi così terribile” esclami, lui alzò un sopracciglio, scettico, piegando leggermente l'angolo sinistro del labbro.

Paul era uno dei migliori coreografi che lavoravano con la nostra casa discografica, alla veneranda età di trentacinque anni aveva fatto outing ed ora aveva sempre il sorriso sulle labbra.

Lo guardai spostare il pesante tavolo dove avremmo fatto le audizione e mi accorsi che, nonostante sembrasse magrissimo, con quelle braccia avrebbe potuto facilmente stritolarmi.

Mi avvicinai a lui e gli accarezzai il bicipite estasiata

sicuro di non volerci ripensare?” scherzai

Charla, se mai dovessi andare con una donna, credimi, quella saresti tu. Ma per ora credo proprio rimarrò da questo lato della barricata” rispose lui prontamente, gli diedi un veloce colpo con la mano sul sedere

Sei tu quello che ci perdi” dissi prendendo posto, lui ridacchio

oh no, credimi. Sei tu quella che non sa che si perde” scoppiai a ridere e faticai a ricompormi quando gli altri colleghi un po' più attempati presero posto accanto a noi storcendo il naso.

Micheal, il più esperto tra noi, sbuffò

C'è un sacco di gente qua fuori, ne avremo fino a pomeriggio inoltrato. Per piacere, ragazzi, siamo rapidi.” annuimmo tutti in coro “ah, un' altra cosa. Cercate di non sorridere, ci serve di vederli in tensione.” In tensione? Diamine, se non li capivo! Non li capivo proprio!

Mi fece uscire in corridoio per parlare con i ragazzi.

Tossi un paio di volte per richiamare l'attenzione, fallii miseramente, decisi quindi di mettermi in piedi su una sedia traballante

Ragazzi!” li richiamai, stavolta mi sentirono ed in un paio di secondi calò il silenzio “Sapete perché siete qui, se volete essere cantanti dovete essere pronti. Non significa solo serate nei locali, notti insonni e feste selvagge. Essere cantante significa lavoro, lavoro ed ancora lavoro, non basta salire sul palco per essere automaticamente delle star. Quindi tra voi che stanno cercando di intraprendere questa carriera perché non amano faticare sono pregati di non far perdere tempo né a noi né agli altri partecipanti” vidi alcune persone abbassare lo sguardo meste “Vi hanno già divisi in gruppi da quattro persone, la lista dei brani l'avete ricevuta, scegliete la vostra canzone e richiedete la base. Credo di avervi detto tutto. Ora, provate, provate e provate” li invitai. Decisi poi di regalare loro un sorriso, meritandomi così una gomitata nelle costole da parte di Michael

Dai” sussurrai all'uomo mentre mi aiutava a scendere dalla sedia “smettila di essere così fiscale. Li abbiamo terrorizzati. Un sorriso può far solo che bene.”

Mi risedetti al mio posto ed iniziarono ad entrare gli aspiranti concorrenti.

Alle quattro di pomeriggio ormai avevo le mani nei capelli, ed ero accasciata sul tavolo.

Siamo rovinati” sussurrai a Paul mentre l'ennesimo gruppo usciva dalla porta

Abbiamo buttato via la giornata” rispose lui sorreggendosi il viso con la mano, finalmente entrò uno tra gli ultimi gruppi e per la prima volta quel giorno rimasi veramente colpita.

Entrarono ridendo tra loro, anche se quando ci video si fecero subito seri.

Per la prima volta in quel giorno l'olezzo di competitività non impestava la stanza.

bene” dissi “mi servono i vostri nominativi” spiegai

quello che sembrava più giovane fece un passo avanti e si presentò

Lee Ryan” lo appuntai accanto alla voce Gruppo 102. Un veloce sguardo ai fogli su cui avevo preso appunti tutto il giorno mi strappò un sospiro di sollievo quando mi comunicò che mancavano solo otto gruppi e poi saremmo potuti andare a casa.

Duncan James” disse un altro ragazzo. Alzai lo sguardo e con il tappo della penna indicai il ragazzo di colore

Simon Webbe” quando alzai gli occhi sul quarto ragazzo il mio sguardo si appannò; assomigliava al mio ex ragazzo Kurt in maniera quasi disarmante

Antony, Antony Costa” con un lieto sorrisino sul viso appuntai anche questo nome

avete qualcosa da dire prima di iniziare” chiese Michael

non so se fa differenza, comunque abbiamo insistito perché questo gruppo fosse composto da noi quattro” disse quello che assomigliava a Kurt sorridendo. Non potei non apprezzare la contagiosità di quel sorriso.

sapete che potrebbe succedere che venga scelto anche uno solo di voi?”

certo, e quello rinuncia”, mossi la mascella in un espressione impressionata.

Sotto la casella delle note appuntai che erano molto uniti.

Iniziarono a cantare, la loro esibizione colpì tutti noi, ma nessuno lo diede a vedere.

se volete aspettare ancora un'ora vi diremo se siete stati presi.” comunicammo loro

non ci saranno altre selezioni?” chiese il ragazzo con i capelli scuri

no, abbiamo le idee piuttosto chiare. Vi ringraziamo. Potete andare” sorrisero e presero la porta.

I seguenti otto gruppo furono una delusione.

Ci sgranchimmo le gambe solo pochi minuti e poi decidemmo di sederci a tavolino e capire chi sarebbe stato preso

io ho in mente una decina di persone” esordii, mi guardarono tutti e dodici in attesa che continuassi “del quinto gruppo Jack Francis; del trentatre Laurence Mcgollis; del cinquantacinquesimo i fratelli Jackils; del centouno i gemelli Beal, e tutto il centodue.” Li osservai guardare i loro appunti.

Mike scosse la testa

Tutto il centodue?” chiese stupito “Io ne avrei presi forse un paio” scossi la testa

Dobbiamo lanciare una boyband. Se ci mettiamo ad assemblarla noi, finisce che mettiamo insieme persone troppo diverse, con caratteri divergenti. Insomma, creeremmo un gruppo che durerebbe solo un misero album” spiegai “Quei ragazzi invece sono affiatati e cantano tutti e quattro molto bene, secondo me sono tra i più bravi di tutti quelli che abbiamo sentito oggi”

Mike decise di non cedere e la discussione si protrasse per un'ora, al termine della quale mi dovetti arrampicare di nuovo sulla sedia di plastica rossa, questa volta con più fatica.

abbiamo preso una decisione” comunicai “in questa busta ci sono i nomi di quelli che nel giro di qualche anno saranno delle star” dissi sorridendo “se chiamerò il vostro nome fate un passo avanti” guardai al folla.

Molte facce speranzose, altre tristi, atre indifferenti e altre ancora sfinite

Laurence Mcgollis, Jack Francis e i gemelli Beal.” altro sorriso caloroso “Gli altri possono andare, mi dispiace” Annunciai in fine.

Mike si avvicinò ai vincitori del casting e iniziò a spiegargli cosa avrebbero dovuto fare, io, invece, rimasi sulla sedia scrutando la folla cercando di trovare i quattro ragazzi del gruppo centodue.

In lontananza vidi il ragazzo di colore, mi fiondai letteralmente già dalla sedia facendomi largo tra la follo e riuscii a raggiungerlo.

Scusa?” dissi ad alta voce per richiamare l'attenzione. Non mi sentì. Lo seguii a distanza ravvicinata per qualche metro e finalmente riuscii a toccargli una spalla, egli si girò e non appena mi riconobbe sorrise

Kerry?” chiese sbalordito, gli regalai un grande sorriso

Charla. Quello è un nome d’arte, lo odio”

scusa” scossi la testa

e di cosa? Piuttosto, tu eri nel 102 giusto?”

già” sorrise amaramente

secondo me avete molto talento. Volevo chiedervi se a te e ai tuoi amici va di venire da me stasera per parlare di un certo progetto che ho in mente” non riuscii neppure a terminare che una voce alle mie spalle accetto l'invito, mi girai, il ragazzo che aveva appena parlato era la versione inglese di Kurt, solo più bello

Vi faccio venire a prendere io” dissi fissandolo quasi incantata, lui si guardò alle spalle, ma appena si accorse che stavo osservando lui chiese

Ho qualcosa tra i denti?” e si portò una mano davanti alla bocca

no, sei a posto. E' solo che mi ricordi qualcuno” dissi con voce cantilenante poi tornai in me “vi mando qualcuno stasera” li salutai scuotendo le dita della mano e mi allontanai.

Antony le piaci, visto come ti fissava?” sentii che diceva Simon

no, le ricordo qualcuno” rispose lui modesto.

Colsi la palla al balzo e tornai indietro con un sorriso

Antony, mi piaci e mi ricordi qualcuno” dissi con tutta la sfrontatezza di cui ero capace.

Lui aprì la bocca per replicare ma io me n’ero già andata.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***



Ecco il secondo capitolo, spero di trovare qualche commentino.
Grazie alle ragazze che hanno commentato.
Un Bacio.

S.

____


CAPITOLO 2.

 

Devi capire, Kerry, che non può andartene a zonzo in questo modo” borbottò Frederic paonazzo, dopo avermi vista rientrare nell'edificio senza scorta, scossi la testa

Charla” lo corressi, il tono irremovibile “E poi” continuai “sono una persona normale” allargai leggermente le narici spazientita

Tu eri una persona normale” esclamò con la voce stridula, spalancai gli occhi

Ma ti senti, Cristo?” imprecai, feci due passi verso di lui “guardami bene! Ho due occhi, due gambe, due orecchie, una bocca. Che diavolo mi rende così diversa dagli altri?” se non fossi stata arrabbiata avrei quasi sorriso di quest'ultima frase ricordando quanto nel passato avevo lottato per apparire diversa dalla massa. Ora ero stata accontentata, e non mi piaceva per niente.

Tu sei famosa. Il tuo bel faccino vale migliaia di sterline” spiegò avvicinandosi a me, scuotendo l'indice

non ho firmato per questo” spiegai “Ho firmato per poter cantare, per vedere la gente piangere, ridere, emozionarsi ascoltando la mia voce. Ma per vedere i sorridi del pubblico devo poter camminare tra le persone, devo potermi muovere, vivere” raccolsi la borsa, mi avvolsi nel cappotto di Valentino regalatomi all'ultima sfilata dello stilista e mi avviai verso la porta “e adesso vado a casa” aprì la bocca per replicare “Da sola” spiegai, e uscii senza lasciagli possibilità di replica.

Lo sentii bofonchiare qualche maledizione nell'altra stanza, sorrisi soddisfatta ed iniziai a camminare fiera.

Avevo solo qualche centinaio di metri da percorrere per arrivare alla fermata della metropolitana, ed in quei pochi minuti di strada venni fermata per ben tre volte per un autografo o una veloce fotografia. Per la prima volta da quando ero diventata famosa, iniziavo ad assaporare la notorietà e mi piaceva da morire.

Scesi in fermata quasi volando sulle scale bagnate dalla pioggia londinese, mi avvicinai ad una delle macchinette automatiche e ritirai un biglietto rosa.

Quando mi accorsi che le mani mi tremavano leggermente al momento di passare il biglietto nell'apposito meccanismo non potei non sorprendermi della grande emozione che mi suscitava un atto così normale, meccanico, quotidiano.

Arrivai a casa circa un'ora più tardi infreddolita, ma contenta.

Spalancai la porta euforica

Amy! Lizzie!” chiamai. Nessuna risposta, in compenso arrivò Edward, frenetico, a prendermi il cappotto

signorina, non sta bene urlare in questo modo” mi redarguì, sorrisi e lo abbracciai

Sa una cosa, Edward? Lei deve davvero sciogliersi un po'. Domani ha la giornata libera.” sentenziai, lui fece un passo indietro e mi regalò uno sguardo quasi intimorito

Ne sono lusingato, signorina Charla, ma nel mio contratto non c’è alcuna clausola che preveda giorni liberi” scossi la testa

e che dice il contratto delle vacanze pagate?”

quelle sono previste, sempre a discrezione del datori di lavoro” mi chiesi se aveva imparato a memoria il contratto che ci legava

Perfetto!” esclamai “Ho altro due maggiordomi, è ora che lei si rilassi un po'. Si prenda una settimana di vacanza. Mi creda, ce la caveremo egregiamente” lo rassicurai, lui annuì titubante, io sorrisi per l'ennesima volta

Prometto che stasera sarò impietosa con lei, così non potrà ripensarci” scherzai “Stasera ho ospiti, mi preparerebbe del vino per la cantina?” chiesi, lui annuì

certamente, vuole Dom Perignon?” scossi la testa

Edward, sai che non mi piacciono i vini francesi. Bollicine italiane, e del vino rosso, per piacere” lui annuì e si ritirò.

Salii le scale e mi fiondai nella camera di Lizzie, quando non la trovai mi diressi nella stanza di Amy. Bussai vigorosamente e senza aspettare risposta mi fiondai dentro

Ma che cavolo! Charla, aspetta che ti dica di entrare” disse stringendo la maglietta contro il busto nudo, strinsi un po' le labbra fingendomi dispiaciuta, lei terminò di vestirsi rapidamente lanciandomi occhiate stizzite

Si può sapere che cosa hai da dire di tanto importante da non poter aspettare due minuti?”

Stasera sei libera? Abbiamo ospiti” spiegai

Sono stanchissima, Charla. Questa notte Zack non mi ha fatto dormire” ridacchiai

E pensare che non lo avevo mai pensato troppo prestante” lei afferrò il cuscino e me lo tirò in pieno viso talmente velocemente che non riusci a proteggermi con le mani, iniziai a guaire delle risate

Perché sei così di buon umore?” chiese inquisitoria, io alzai un sopracciglio

Stasera sono tornata a casa da sola” lei si fermò un attimo, io feci una pausa e poi aggiunsi “in metropolitana” lei spalancò la bocca

E di Freddie che ne hai fatto? L'hai fatto fuori?” mi strinsi nelle spalle

Immagino di non avergli lasciato scelta” spiegai

E' ora che tu inizi a capire che genere di persona sia” borbottò, sbuffai

Non è poi così male. Se ho tutto questo oggi è anche merito suo” lei scosse vigorosamente la testa

E' meglio se non parliamo di questo argomento. Ogni volta che ci capita di discutere di Frederic finiamo col litigare. Piuttosto, chi viene stasera?”

Quattro ragazzi che ho conosciuto oggi alle audizioni” lei strinse impercettibilmente gli occhi

Quattro eh?” chiese maliziosa, risi

E smettila” borbottai “Dobbiamo parlare di lavoro” lei sporse il labbro inferiore

Lo sappiamo tutti che hai una certa incapacità di star lontana dagli uomini” scossi il capo

Ho solo un sano appetito sessuale”

Al limite della ninfomania” decise di completare la mia frase, sbuffai scherzosamente

Questa battuta sta diventando vecchia” la avvertii

Vecchia sì, ma per sempre vera” sorrise “Se non vengono per motivi ludici, che diavolo che ne facciamo di quattro ragazzi in giro per casa?”

Hanno davvero talento” spiegai con gli occhi che mi si illuminavano per la passione “non li hanno presi e voglio provare a vedere se riusciamo a dar loro una possibilità”

Signorina Charla, non mi starà diventando troppo ambiziosa?”

Sorrisi dandole un bacio sulla guancia

Ci vediamo di sotto alle nove” le diedi appuntamento e mi spostai nella sala da bagno.

Fui sorpresa quando vidi la vasca riempita d'acqua e schiuma e la stanza avvolta da un'oscurità rotta solo da qualche candela chiara. Appuntai mentalmente di ringraziare il mio maggiordomo per le sue attenzioni.

Mi immersi e chiusi gli occhi, massaggiandomi le tempie in senso antiorario, la stanza si fece più buia, gli occhi più pesanti ed io mi lasciai andare.

 

Sentii bussare educatamente alla porta e una voce mesta dall'altro lato mi informava dell'arrivo dei miei ospiti. Imprecai uscendo velocemente dalla vasca

Signorina, il linguaggio. Frederic...” iniziò Edward non appena mi vide apparire sulla porta

Ah, cielo! Si fotta Frederic!” lo fulminai con lo sguardo mentre correvo verso camera mia, afferrai un vestito rosso di seta e lo infilai rapidamente senza badare alle pieghe che aveva formato sulla mia pelle ancora umida, asciugai i capelli con l'asciugamano che portavo in testa e scesi le scale dimenticandomi di truccarmi e pettinarmi.

Scusate ragazzi, mi sono addormentata in vasca.” dissi mentre scendevo le scale rischiando di inciampare, i miei occhi si posarono sul ragazzo che doveva chiamarsi Antony e quando incrociarono i suoi, il mio cuore mancò un battito

è già scesa Amy?”

Noi non abbiamo visto nessuno” spiegò Simon, scossi la testa

Scusateci, abbiamo una brutta tendenza ad arrivare in ritardo” dissi sedendomi sul divano. Avvicinandomi a loro non potei evitare di notare che la tensione era palpabile nell'aria, sorrisi

Ragazzi, rilassatevi!” esclamai “Ci facciamo solo due chiacchiere” dichiarai, lori non ebbero tempo di rispondere che Amy fece il proprio ingresso nella stanza
“Questa è Amy” dissi girandomi leggermente verso di lei “Amy, questi sono i ragazzi di cui ti parlavo oggi” indicai a palmo aperto il primo ragazzo “Lui è Simon, lui Antony” vidi che il ragazzo che gli sedeva accanto gli tirò una gomitata nelle costole in segno di approvazione; poi mi fermai un istante e socchiusi gli occhi “Scusate, ragazzi” ammisi “i vostri nomi proprio non li ricordo”

i due sorrisero il ragazzo con i capelli più scuri fece un passo verso la mia amica

Piacere, sono Duncan” lei sorrise e ricambiò la stessa di mano, la scena si ripeté con l'altro ragazzo che disse di chiamarsi Lee.

Beviamo qualcosa?” proposi, i quattro accettarono. Edward si avvicinò e chiese se doveva occuparsene lui

no, Edward, non è necessario, facciamo io e Amy lei vada a fare le valige. Se ho bisogno di qualcosa chiamerò Melanie.” lui annuì e ci augurò di passare una buona serata prima di ritirarsi. Io mi alzai e mi diressi verso la cucina, sentii Amy che mi chiamava

Aspettami, Charla. Vengo con te, ti aiuto a portare i bicchieri” mi fermai per aspettarla, lei mi guardò raggiante, le rivolsi uno sguardo interrogativo e continuai a camminare. Non appena mettemmo piede in cucina chiuse la porta con decisione

A te piace Antony” disse mentre tiravo fuori i bicchieri di vetro sottile

Può darsi” risposi maliziosa girandomi appena verso di lei

Non ti pare troppo simile a Kurt?” chiese lei, scossi la testa

Ho un tipo ideale” spiegai stringendo gli occhi in due mezzelune e tirando fuori la lingua. Prendemmo i bicchieri, li portammo in sala e li appoggiammo sul tavolino di vetro che stava tra i due divani. Amy si occupò di riempirli di vino.

Bene” esordii con gli occhi fissi sul vino che facevo roteare nel bicchiere “Prima il dovere, poi il piacere. Prima ho parlato con un paio di amici alla Virgin e sembrano aperti all'idea di farvi un contratto. Oggi non siete stati presi perché uno dei nostri soci anziani aveva una predilezione per un altro paio di ragazzi e ha finito con l'influenzare tutta la commissione, ma ho percepito del potenziale in lui e l'azienda è propensa a fare un tentativo. Che ne dite, vi piacerebbe?” gli occhi dei quattro si illuminarono, il ragazzo dai capelli più corti rizzò la schiena sul divano

Sì, è incredibile” esclamò, aspettai conferma anche da parte degli altri e feci una chiamata veloce a Freddie

Dio, Charla. Ero così in pena per te” scossi la testa e feci schioccare la lingua contro il palato, poi contorsi il viso in una smorfia che fece scoppiare a ridere tutti coloro che erano nella stanza

chi c'è lì con te?” disse, probabilmente sentito il vocio che si era alzato dal mio lato della cornetta

Non sono affari tuoi” replicai, secca

Tutto ciò che ti riguarda sono affari miei” feci roteare gli occhi

Freddie, devi davvero darci un taglio. Non so per quanto posso sopportare ancora questa storia” borbottai, lui si scusò. Continuai a parlare

Senti, fai una chiamata a John e confermagli che i ragazzi di cui gli ho parlato hanno accettato la mia proposta. Prendi loro appuntamento per venerdì pomeriggio, e poi richiamami” ordinai, fredda e asettica.

Lui mi richiamò nel giro di pochi minuti dicendo di aver confermato il tutto, lo ringraziai e riattaccai.

Ragazzi” esclamai alzando il bicchiere in un brindisi “Venerdì alle quattro avete appuntamento in studio. Vi faranno provare a registrare in cabina, giusto per vedere come lavorate a livello professionale, dovrei essere lì anche io, magari passo a farvi un saluto.” avvicinammo i bicchieri e ne bevemmo un sorso

non ci posso credere” disse Duncan, io sorrisi, mentre lui alzava un' altra volta il bicchiere

Propongo un brindisi a Charla” io ridacchiai

ma ne abbiamo appena fatto uno” protestai, Lee si alzò dalla poltrona

Non si beve mai abbastanza” risi e bevvi un altro sorso di vino.

Mi raccontarono di come si erano conosciuti in una scuola pubblica londinese qualche anno prima, non si erano piaciuti da subito, ma col tempo avevano imparato a conoscersi ed apprezzarsi uniti dalla passione per la musica.

Stavo parlando con Duncan della sua attuale ragazza quando lui, curioso, iniziò a chiedermi di quanto ci fosse di vero in quello che i tabloid dicevano di me

i tabloid” spiegai “hanno la brutta tendenza ad attribuirti storie con chiunque, anche quando di storie non si tratta.” loro annuirono

ma la storia con Justin Timberlake?” chiesero, scossi la testa

l'ho conosciuto, ma non è proprio il mio tipo. In realtà cerco di non uscire con gente conosciuta, cerco di evitare di rimanere intrappolata in qualche guerra mediatica per avere pubblicità” continuai bevendo l'ultimo sorso di vino rosso, allungai la mano verso la bottiglia verdastra e versai ciò che ne rimaneva nel bicchiere

In realtà non ho una storia seria da quando sono diventata famosa” confessai, mi accorsi di parlare con quei quattro ragazzi come se li conoscessi da una vita, come amici di vecchia data dal sorriso amorevole

Nessuno? Niente di niente?” chiese Lee strabuzzando gli occhi, scoppiai a ridere

Ho parlato di storie. Non di sesso” dissi alzando un sopracciglio maliziosa, lui annuì, quasi serio

Davvero, non riuscivo ad immaginare come qualcuno potesse rimanere in astinenza così a lungo” svuotai di nuovo il bicchiere e gli porsi la mano

Su questo mi trovi perfettamente d'accordo” affermai, poi accorgendomi che tutte le bottiglie della sala erano vuote mi congedai

E come mai non hai più avuto storie?” chiese Antony interessato

Ho avuto dei problemi a superare una delusione amorosa. Kurt, un ragazzo con cui stavo al liceo. Stavamo insieme da tre anni quando ho scoperto che lui e la mia migliore amica se la facevano da un sacco di tempo. Sai, era il mio primo amore” risatina isterica “e ci sono cascata con tutte le scarpe” lui sorrise consolatorio

mi dispiace” affermò, io mi strinsi nelle spalle

Antony, il passato è passato” affermai sicura, poi, accorgendomi che tutte le bottiglie sul tavolino erano terminate, mi alzai scusandomi

Ragazzi, scendo in cantina a cercare qualcosa da bere” spiegai uscendo dalla stanza dirigendomi verso le scale scure che portavano in cantina.

Decisi di accendere solo la luce che illuminava l'entrata delle stanza, lasciando in penombra la zona in cui era sita la cantinetta contenente i vini per un'irrazionale paura di scorgere qualche ragno deambulare per la stanza più umida della casa.

Diedi le spalle alla porta e, fissando indecisa la parete di vini che si stagliava in alto innanzi a me, presi a mordicchiarmi un unghia perfettamente laccata di rosso, improvvisamente una mano si posò sulla mia spalla

Zack, Amy è al piano di sopra” spiegai, convinta che fosse entrato in cantina il fidanzato della mia amica. La mano dalla spalla si spostò accarezzandomi delicatamente il collo

Ok, non sei Zack” ammisi, stuzzicata dalla situazione. Incrociai le dita sperando fosse Antony. Lo chiamai per nome prima di girarmi e appoggiare la schiena al muro. Lui allungò un braccio appoggiando la mano al muro, creando una sorta di barriera tra me e la porta

Come lo sapevi?” chiese, mi strinsi nelle spalle sorridendo

Sesto senso, credo” spiegai alzando un sopracciglio, lui annuì e il suo sguardo si spostò sulla parete di vini che ci eravamo lasciati sulla destra, entrambi parlavamo con tono caldo e sensuale

Problemi con la scelta del vino?” chiese, io annuii

Serve una mano?” continuò, di nuovo feci un cenno di assenso con il capo. Lui si chinò su di me, avvicinandosi minacciosamente. Capii che stava per baciarmi.

Sorrisi, un tocco di maliziosità nello sguardo, poi afferrai la prima bottiglia che riuscii a raggiungere e scivolai sotto il suo braccio

Bene, l'ho trovata, saliamo” lui sorrise, quasi compiaciuto, un tacito cenno di approvazione tra noi per il nostro silente gioco. Mi seguii mentre salivo le scale.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=888447