Fuck sky, is Love

di chiupetta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cielo, ora è il tuo turno. ***
Capitolo 2: *** Niente è come sembra. ***
Capitolo 3: *** E' tutto un errore, solo uno stupido errore. ***
Capitolo 4: *** La verità fa male. ***
Capitolo 5: *** Imprevisti. ***
Capitolo 6: *** Bugie nascoste. ***
Capitolo 7: *** Novità inattese. ***
Capitolo 8: *** E' solo l'inizio. ***
Capitolo 9: *** Svolte per il futuro. ***
Capitolo 10: *** Ora lo so, è il mio destino. ***
Capitolo 11: *** L'ultima Chance. ***
Capitolo 12: *** La scelta di un domani. ***
Capitolo 13: *** Un'eccezione voluta. ***
Capitolo 14: *** Il prezzo di un desiderio. ***
Capitolo 15: *** Prima dell'inferno... ***
Capitolo 16: *** Tutto è perso, niente lo è per davvero. ***
Capitolo 17: *** Che il gioco abbia inizio. ***
Capitolo 18: *** Il dolore di una verità. ***
Capitolo 19: *** In LA. ***
Capitolo 20: *** Siamo insieme, adesso. ***
Capitolo 21: *** Jeley. ***
Capitolo 22: *** Epilogo. ***



Capitolo 1
*** Cielo, ora è il tuo turno. ***


Cielo, ora è il tuo turno.
cap.1



“A quanto pare il compito di biologia non è stato alla portata di tutti, vero signor Mellet?”
Gesticolava con area esperta la prof. Rebur.
Una tipa impacciata e con fare disordinato, ma con l’aria di quella che la sa lunga.
Potevo anche essere la peggiore dell’intero istituto, ma ero certa di aver preso almeno la sufficienza.
Doveva essere così.
Per forza.
Sapevo che i suggerimenti di Malik erano migliori rispetto a come la pensavo io, ma la materia non mi era mai stata amica.
Un po’ sulle palle ecco.
La prof. Cominciò a girovagare per i banchi con fare risoluto per poi consegnare agilmente, con un rapido movimento del polso, i fogli scritti.
Le espressioni della classe non mi rincuorarono affatto.
“Nove! Scontato signori!” annunciò fiera Annabel la classica secchiona.
Due o tre palline di carta la colpirono dritta in testa provocandole un leggero imbarazzo, poi la buffoneggiarono con i fischi da stadio.
“Ho la sufficienza.” Mi mimò con le labbra Tessy, l’amica perfetta.
Fin da bambine era nostro solito passare pomeriggi interi sul Monopoli, vedendo Guerre stellari ed ingurgitando barrette al caramello.
Due sorelle separate alla nascita per meglio dire.
Le feci segno di ‘sì’ con il capo.
Infine ecco che vidi il mio foglio svolazzare a mezz’aria sul banco.
“Il compito..” mormorai più a me stessa.
L’incertezza di girare e leggere il voto, così chiaramente marcato in rosso, mi metteva quasi a disagio.
Mi feci coraggio.
“Ho preso sette, non ci credo..” stavo quasi per esultare, quando il mio compagno di banco mi rubò il documento dalle mani.
“Arizona ha preso Sette! Chi le ha suggerito?” urlò apertamente ai compagni.
“Ridammelo coglione!” cercai invano di recuperare quel voto tanto atteso, ma il suo braccio, teso verso l’alto, mi impediva ogni possibilità di salvataggio.
“Hei piccola stai calma, te lo do te lo do.” Finalmente abbassò la cresta.
Odiavo quando era solito chiamarmi ‘Arizona’, è vero venivo proprio da quelle parti, ma non ero mai stata una grande appassionata delle mie origini.
E si sa: quando arriva la nuova preda nella scuola più famosa di tutta Los Angeles, è inevitabile non farsi un’idea su di essa.
Buona o cattiva non ha importanza.
Questo è il liceo gente.
“Signorina Sunrise mi meraviglio di lei, complimenti per l’impegno.” Si congratulò con la sottoscritta, tutta sorridente, la prof. Rebur.
Era solo inizio anno, e tutto ciò che ricordo era l’aria fresca e il profumo di pini lungo il cortile della scuola, le risate delle cheerleader e l’insopportabile vociare degli atleti.

* * *

                             
“Sei più brava di me.” Dissi a Tessy, impegnata a lamentarsi sull’immeritata sufficienza.
“Ma hai preso pur sempre sette.” Mi rinfacciò solenne.
Chiusi con un tonfo l’armadietto poi, affianco di ‘Tey’, cominciai ad incamminarmi verso l’affollata mensa.
“Che farai stasera? E’ la notte di San Lorenzo, la notte dei desideri.” Mi domandò lei, impegnata a riempire il vassoio con qualche schifezza.
“Penso che me ne starò sul tetto come ogni sera. Tu?”
“Oggi Justin rilascia un’intervista e sarò troppo occupata per guardare il cielo, cara amica!” cinguettò emozionata compiendo numerosi saltelli sul posto.
Quel Bieber.
Si chiama così giusto?
Era il suo argomento principale, sempre e solo lui, non sapeva resistere solamente cinque minuti senza aprir bocca e parlare di quel.. tizio.
Decisamente estenuante.
Insopportabile.
Il solito bimbo, montato, con i soldi pure nel culo.
Un po’ inutile, non credete?

 * * *


“Hai avuto i risultati del compito?” Mi chiese da perfetto finto – interessato papà.
“Sì.” O meglio dire, patrigno.
“Allora?” Agitò la forchetta con segno impaziente, lasciando che il polpettone si freddasse indisturbato.
“Ho preso sette.”
“Resterai comunque a casa questo fine settimana, come il prossimo.” Ammiccò appagato quasi felice.
Quale motivo può far essere contenti nel vedere soffrire una povera adolescente?
“Ma perché?!” mi innervosì in un millesimo di secondo, mandando al diavolo anch’io il polpettone.
“Ho deciso così.” Questa volta rise di gusto, contento di un finale così melodrammatico.
Era odio quello che provavo verso di lui.
Nient’altro che odio.
“Voglio uscire!”
“No che non uscirai piccola mocciosetta.” Mi aveva provocata, oh si.
“Ho detto che uscirò, invece.” Tentai di rimanere in un tono più o meno basso, quando a tagliare l’aria fu la sberla che mi colpì in pieno viso.
Le guance avvamparono improvvisamente e le lacrime iniziarono a sgorgare freneticamente.
“Eley Arianne Sunrise, tu non metterai un solo piede fuori da casa mia fino a nuovo ordine!” urlò, quando mi alzai da tavola, dirigendomi a passo svelto verso la mia camera.
Il mio rifugio di allora.

Già è così che mi chiamo, Eley, questo nome tanto da santarellina che mi ritrovo.
Non mi si addice neanche un po’.

Probabilmente sarà solo e solamente la cena a restarmi sullo stomaco fino a nuovo ordine.
Altro che punizioni ingiuste.


Aprì con fare circospetto il grande finestrone, poi lo scavalcai, ritrovandomi sul tetto della villa.
Era diventata ormai un’abitudine rintanarsi lì sopra.
La pace era inconfondibile, non potevo desiderare di meglio, proprio come il cielo.
Il cielo un grande amico anche lui.
Sempre pronto a vegliare sulla mia piccola e inosservata figura vagante, in un modo così uguale e disuguale nello stesso istante.
Afferrai la mia calda coperta e l’attorcigliai malamente al bacino, riscaldandolo.
Ed ecco che appoggiai la schiena, alzando gli occhi verso quella distesa infinita, simile al mare ma non del tutto.
Nella mia di distesa regnano le stelle, i pianeti, le galassie.
Non era mia abitudine desiderare qualcosa e riporci chissà quale fiducia, ma quella notte il mio grande piccolo amico mi avrebbe sicuramente perdonata.
Era un evento più unico che raro.
Così stetti ad aspettare attimi e attimi di pura tranquillità.
Scrutai il mare nero centinaia e centinaia di volte al secondo, pur di trovare quella stella, quella stella tanto birbante da far capolinea nell’atmosfera terrestre.
Tanto stupida da voler consumarsi nell’impercettibile.
E finalmente arrivò.
Chiusi gli occhi e…
 


“Desidero che la mia vita cambi totalmente, desidero di poter essere un’altra ragazza,
una qualunque, che non sia io.”




..Ma in quel preciso attimo, solo un’altra ragazza stava esprimendo lo stesso medesimo desiderio..








Porca trota, leggimi!

Si lo so, sono una grande. 
Questa è una nuova fan fiction (che genia che sono) penso mai vista qui su EFP.
Perciò spero tanto che la leggiate in molti.
Se volete lasciare una recensione, beh ne sarei contenta.
Sono sempre io chiupetta, quindi Pisello-v.<3
Xoxo.

;)

 

Ps: ringrazio mia sorella 'imgotbieberfever' che mi ha aiutato con le idee, visto che la storia è anche un po' sua.
Ti voglio bene.
E in particolare la mia grande, grandissima amica Elvy che mi ha aiutato con i vari titoli e la struttura della storia.

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Capitolo 2
*** Niente è come sembra. ***


Niente è come sembra.

Cap. 2

 

 

Introduzione

 

 

Quella sera, le due ragazze, diedero sempre meno importanza al proprio desiderio.
Forse perché impossibile forse perché irrealizzabile.
Si misero sotto le coperte e ignare del futuro stettero ad aspettare l'alba, intraprendendo poi, un lungo e irrequieto sonno.

 

 

Eley's chapter.

 

Miseria che male alla testa, sarà stato sicuramente il caldo, si crepa.
Dio no non ora, non voglio alzarmi.

Sentì delle calde mani accarezzarmi il polso con delicatezza, quasi fosse un massaggio.
Come se quel tocco avesse il potere di far annebbiare il cervello.

Il quale reclama nuovamente le tenebre.
Ma no, quelle dita non mi erano familiari.
Così mossi leggermente le gambe sotto il lenzuolo, troppo caldo anche per essere il mio.
Percepì un leggero fastidio all'aderenza contro le cosce semi scoperte.
Ma qualcosa non andava, lo sentivo.
Ero nuda.

Cazzo no, è un sogno, stai calma Eley.

Disserrai con calma le palpebre, aprendole nel minor tempo possibile, sperando che ciò che sentivo non corrispondesse alla realtà.
Ma quando le iridi misero a fuoco lo spazio circostante, il mio cuore cedette un battito.
Con un abile e slanciato movimento balzai fuori dal letto, incurante di chi avessi al mio fianco.
Non mi importava in quel momento, sentivo solo un forte bisogno di rimettere.
Sapevo di trovarmi in una casa sperduta chissà dove, con qualcuno e senza vestiti.
L'unica risposta che volevo l'avrei cercata più avanti poiché non ne avevo le forze.
Mi precipitai in bagno chiudendo pesantemente la porta alle mie spalle, poi cercai appoggio al lavandino rosso corallo, il quale, al contatto freddo con le mie mani, mi ridonò un pizzico di calore.
I capelli davanti il viso mi offuscavano slealmente la vista, punzecchiandomi le guance.
Cercai invano di scostarli con un'impercettibile movimento del capo, ma questi ritornavo esattamente al loro posto.
Più sorretta dai gomiti che da qualunque altra parte del corpo, alzai la testa verso lo specchio, appena collocato sopra il lavabo.
Ed ecco che il mio fragile cuore perse nuovamente uno, due, tre battiti.
Non potevo credere ai miei occhi.
Pensai in un primo momento che mi avessero drogata, l'avrei preferita decisamente come opzione.
Ma sapevo di essere lucida, ero cosciente di ciò che mi stava attorno.
Ero consapevole, che la Eley riflessa nell'enorme vetrata, non era corrispondente alla vera.
Quella con i capelli color biondo cenere, le labbra rosee e due enormi pozzanghere color fango al posto delle pupille.
No, non ero io, come potevo esserlo?
A contornarmi il viso erano dei lunghi capelli mossi color della notte, che arrivavano a stento a sfiorare le spalle.
Gli occhi si erano tramutati in un banalissimo cioccolato amaro, e...
“Il mio seno! Dov'è finita la mia terza?!” urlai di getto forse troppo acutamente, anche la voce non era la mia.
Di colpo sentì un tonfo dall'altra parte della stanza poi dei passi.
Mi girai verso la porta, ricordandomi e pentendomi di non aver girato la chiave.
Rimasi senza parole quando ad aprire la porta fu un ragazzo.
Nudo.
Aveva un qualcosa di familiare, ma non stetti a pensare o a perdermi in stupidi monologhi.
Cosa mi stava succedendo?
“Che succede?! Cosa urli diamine?!” notai più dettagliatamente il fisico scolpito, non perfetto o troppo imponente, ma di certo affascinante.
I suoi occhi erano di un color caramello, fosse per me li avrei definiti l'ottava meraviglia.
La sua bocca screziata di rosa era contorta in un ghigno di fastidio.
Non potei resistere, avevo paura.
“Un maniaco! Aiuto!” urlai sbattendogli la porta in faccia e sta' volta chiudendola a chiave.
Dall'altra parte sentì un colpo sordo e poi un lancinante gemito.
“Che cazzo, il naso!” diede un pugno, probabilmente, contro il pavimento.
Il cuore iniziò a battere freneticamente, dando pesanti colpi contro il petto.
Cominciai anche a tremare.
Forse perché non avevo un cazzo di straccio addosso.
“Fammi entrare, ORA!” calcò imbestialito le ultime lettere.
“Neanche per sogno!”
“ORA!” ribatté.
“No!”


“Selena Marie Gomez, fammi entrare, subito!”

 

 

 

Tutto era chiaro.
Tutto aveva un senso.
Finalmente capì chi ero io, capì chi era il ragazzo sbraitante dall'altra parte, a soli pochi centimetri da me.

 

 

 

Nel frattempo a Los Angeles...
 

 

Selena's chapter.

 

Che freddo miseria, ma dov'è Bieber quando serve?
Ah pftt...non sarà scappato un'altra volta?!
Quando capirà che scopare una ragazza e lasciarla a marcire fino a l'indomani non è esattamente carino?

 

Aprì gli occhi assonnati più lentamente del solito.
Sapevo meglio di chiunque altro con che faccia tosta mi aveva abbandonato quel ragazzo.
Odiavo essere trattata come una pezza da piedi, ma dopo tutto era così che doveva andare.
Così era stato deciso.
Eppure ripercorrevo quel pensiero centinaia e centinaia di volte, domandandomi il perché della mia azione tanto idiota quanto geniale.

Celebrità, tutte uguali e tutte montate.

Vedere Bieber, per esempio.


Misi i piedi fuori dal lenzuolo restando per parecchi istanti seduta sul ciglio del letto, a contemplare l'ambiente circostante.
Appresi di essere in pigiama e pensai mi avesse rivestito Justin, ma essendosi dileguato non pensai fosse stata opera sua.
Ma sentivo e o percepivo qualcosa di diverso e troppo insolito per sembrare surreale.
O magari passare inosservato.
“Oh merda..” mormorai impiastricciando le sillabe l'una con l'altra.
“Questa non è la stanza di Bieber..” continuai a mascella spalancata.
Me l'avrebbe pagata cara, oh si.
“Stupido ragazzino!” mi alzai definitivamente, iniziando a percorrere confusamente la camera da letto a me del tutto estranea.
In quella sotto specie di topaia regnava il caos più totale: libri, fogli, giornali erano sparsi lungo tutto il pavimento.
Alcuni quaderni persino sotto il letto.
I vestiti erano raggomitolati sopra una sedia di cuoio rotta e slabbrata, mentre alcuni jeans giacevano in un grande armadio di legno semi aperto.
“Credo mi perderò!” finì per parlare da sola.
Dopo un lasso di tempo a me sconosciuto, optai per un giro della casa, sperando di trovare una qualche figura umana.
Aprì la porta e scesi gradino dopo gradino, cercando di fare il più cautamente possibile.
Mi fermai quando in fondo a una curva della scala a chiocciola intravidi un enorme specchio antico.
Riquadrato da una cornice dorata e spizzicata ai bordi.
Stetti immobile per diversi minuti come se aspettassi un segno, poi decisi di procedere.
Ma superato lo specchio, mi immobilizzai impietrita.
“Oh s-santo c-cielo.. questa non sono io!” sghignazzai infastidita tastandomi gli zigomi bianco latte e attorcigliandomi i capelli biondo cenere lungo le dita affusolate.
I miei occhi erano simili a quelli di un cucciolo smarrito, un fango spento e totalmente inespressivo.
Infine osservai il corpo ben delineato, le curve modellate e scolpite come una statua, le gambe e il bacino perfettamente proporzionati con il resto, fin troppo diverso dal mio.
“E queste tette?!” sorrisi involontariamente quando le palpai.
“Almeno sono vere.” sbuffai, per poi sciupare la voce con un lancinante grido.






 

Porca trota, leggimi!

Ed ecco il secondo capitolo che spero vi piaccia.
Ho fatto le ore piccole per scriverlo çwç 
ed è anche lungo.
A m a t e m i!
Ma poi...vogliamo parlare delle recensioni?!
Sono così fiera di voi *--*
Siete state meravigliose una dopo l'altra, senza eccezioni.

Au revoir e al prossimo capitolo, Pisello-v. 
Xoxo.
;)

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Capitolo 3
*** E' tutto un errore, solo uno stupido errore. ***


E' tutto un errore,
solo uno stupido errore.

Cap.3

 

 

Eley's chapter.

Ringraziai di colpo tutte quelle inutili conversazioni con la mia migliore amica, che improvvisamente presero forma, assumendo un senso.
“Justin è sexy, Selena è una rompi coglioni, Justin è un figo, Selena è una rompi coglioni, Justin è una bomba, Selena è una rompi coglioni.” il solito discorso ritraeva più o meno questo.
Ma poiché la mia attenzione sull'argomento era pari all'attenzione durante un'ora di buco in classe, lasciavo correre dalla bocca di Tey fiumi e fiumi di parole, senza degnarla di uno sguardo.
E poi..non mi sono mai piaciuti i ragazzini, specialmente Bieber.


***


Sarò costretto a sfondare la porta se non apri subito!” e già.
Era davvero arrivato alle minacce.
“Parla quanto vuoi, non ti ascolto.” ripetevo questa frase ormai da decine e decine di minuti, nonostante cercassi di non ascoltarlo.
“Sei impazzita sul serio allora, aveva ragione Kenny.” cosa cazzo diceva solo la Gomez poteva saperlo...peccato che io non lo fossi.

Senti, non ti voglio qui, perciò vattene!”
“E' casa mia.” rispose sorprendentemente tranquillo.
“Me ne andrò io allora!”
“Hai problemi tu! Abbiamo l'intervista e poi...mi spieghi perchè non vuoi uscire?!” a questo punto avevo esaurito ogni possibile scusa.
“Sei ancora n-nudo?” non risposi alla precedente domanda.
“Si, qualche problema?”
“Assolutamente no.”
Bene. Ora vedi di uscire e in fretta!”
“Io...beh...sono senza vestiti!” pronunciai con fiato smorzato.
Ti ho visto centinaia di volte senza mutande.” poi gli scappò una risata.
Che puttaniere.
Questo voleva dire nuove news alla Tey.
Voglio i vestiti.” ripassai con un tono basso l'ultima parola.
“D'accordo..d'accordo, se vuol dire farti uscire.” ed ecco che, finalmente, lo sentì allontanarsi, percependo il rimbombo dei passi lungo il parquet.
Successivamente aprì e mi feci passare delle mutande, un reggiseno, un jeans e una canotta; mi vestii e tremante uscì dal bagno.
Bene.” disse squadrandomi preoccupato.
“Bene.” ripetei superandolo e lasciandolo sul posto, a riflettere, forse, sull'insolito accaduto.


***

Hai un cellulare?”
“Certo ma..usa il tuo.” mi diede poca attenzione, concentrandosi più che altro sul panino al pollo.

Che cazzo, ci arrivavo da sola fin qui, grazie.

Che sarebbe dove esattamente?” sul viso gli comparve un'espressione sconvolta e interrogativa allo stesso tempo, evidentemente non riusciva a spiegarsi tali domande.
Come biasimarlo?
“Mi prendi per il culo?” ricambiai con una smorfia.
“E comunque penso sia dentro la tua borsa, la tua e non la mia.” disse puntandomi il dito contro.
Perché usi le borse tu?” mi rivolse sono uno sguardo disinteressato, poi ritornò a giocherellare con l'Iphone, mentre con l'altra mano sorreggeva il panino quasi terminato.
Per il momento decidetti di rinunciare a un possibile aiuto e concentrami sul da fare.
A che ora abbiamo l'intervista?” gli domandai, fingendomi interessata.
Tra pochi minuti, quindi preparati.” e fu così che recuperai qualche capo alla sonofigamanontelado, ma per niente compatibile con il mio stile.

 

***


Parcheggiò la macchina davanti la stazione radio, poi girò al mio sportello e, accerchiato dai flash dei paparazzi, mi aiutò a scendere.
I tacchi..” mormorai dopo esser inciampata lungo le scale d'entrata.
Sei troppo strana per essere te stessa.” mi guardò dritta negli occhi, trafiggendoli fino ad impossessarsene.
Già.”
Non sai quanto.” biascicai tra me e me.
Cerca di non farmi sfigurare, sono venuto qui a quattordici anni ed è andato tutto perfettamente liscio. Perciò non intendo sbagliare ora, con te.”
“Che gentile.” la voce fu attraversata da un filo di sarcastica ironia.
Sorridi e annuisci. Se puoi stringimi, toccami, insomma lo sai già.” 

 

Cosa ha detto scusa? Io toccarlo?! E' divertente a volte, potrebbe anche piacermi..

 

Perchè non ti fai toccare da quelle puttanelle delle tue fans?” lo guardai quasi sull'orlo di vomitare.
Odiavo tutto quell'amore incondizionato, senza un fine e privo di scopi.
Sono in tanti ad amare, in pochi a farlo davvero.

Con uno scatto mi superò e si posizionò con il viso a pochi centimetri da mio, allacciando i suoi occhi ai miei, per poi soffiarmi pesantemente sulle labbra semi schiuse.
Non chiamare in questo modo le mie fans Selena, potresti pentirtene.” mantenne un tono stabile, serio e affatto rassicurante.
Le mie corde vocali emisero qualche mormorio impercettibile a denti stretti, dopotutto non lo conoscevo e non sapevo chi avesse dalla sua parte.
Per me restava, comunque, un inutile ragazzino montato.
Come ho detto poco fa..sorridi e annuisci.” finì così il discorso.
Passammo, il tempo rimanente prima di entrare in studio, tra una finta risata e l'altra, a conversare con i lecca culo della star, che non facevano altro che lodarlo.
Non mi piaceva l'ambiente in cui stavo vivendo, arrivai a pensare che circolasse persino la droga.
Tutti troppo finti per essere così contenti, finti proprio come i loro sorrisi sforzati, che uno dopo l'altro facevano capolinea sui loro volti.
E' ora! Entrate su!” ci invitò elettrizzata l'intervistatrice, facendoci accomodare in due comode poltroncine rosse.
Il suo sguardo mi sembrava il più vero, il più sincero, preparato ad ogni gesto.
Portava un caschetto castano e leggermente tendente sul biondo, i capelli ricci le cadevano morbidi sulle guance.
E mentre lei ci osservava dall'altra parte degli occhiali rossi porpora, io e Justin eravamo intenti a scambiarci frecciatine.
Siamo in onda.” ci avvisò ammiccando teneramente.
Il solo pensiero di commettere anche un solo errore mi tormentava, non potei fare a meno di compiere un rumoroso e, forse fastidioso, schiocco con la lingua.
Quando Justin mi incenerì con lo sguardo, mi limitai a deglutire.


Forse avrei dovuto aprire Wikipedia e studiare un po' su questa tipa.
Canto? Ballo? Che cazzo faccio io? Sono un'idiota, ecco cosa.

 

Bene eccoci qui in compagnia della promessa coppia dell'anno. Justin, Selena, come state?” ci domandò sorridente.
Impegnati come sempre nel nostro lavoro, ma cerchiamo di passare del tempo insieme.” concluse la frase, poi girò la testa, incitandomi a parlare increspando leggermente le labbra.
Ero entrata in confusione, il cervello faceva quasi scintille, e ricordavo a mala pena quale fosse il mio vero nome.
In quel contesto, però, era del tutto inutile.
Emh...sì, io e Justin stiamo cercando di tenere in piedi e rispettati tutti i nostri impegni lavorativi, ma fortunatamente – pronunciai impercettibilmente amareggiata l'ultima parola
- riusciamo a vederci.”
Dalla bocca gli uscì un respiro di sollievo e sembrò a prima vista rilassarsi.
Cosa ci racconti della tua carriera Justin? Hai appena pubblicato il tuo nuovo album natalizio Under the Mistletoe, cosa farai ora?” sparò a raffica domande simili per un abbondante quarto d'ora, quando poi le affiorò la geniale idea di passare alla sottoscritta.
Carissima Selena – iniziò incerta, tutto il contrario che fece invece con la superstar – cosa puoi dirci della tua nuovissima canzone Hit the Lights?”


Oh no, panico.
PANICO.
Se farò sfigurare Bieber finirò per la strada ad elemosinare e...potrebbe picchiarmi.
Non oso immaginare.
Pensa Eley pensa, e spara una tua solita cagata.
O la fa o la spacchi.

 

Giusto per mettere la ciliegina sulla torta, Justin mi diede uno spintone alla gamba, che tremò per svariati attimi fino a quando non si riassestò.
Non stavo rispondendo all'intervista, ecco cosa non stavo facendo.
E mi sarebbe costato parecchio.
Ma no, non potevo permetterlo..
E' una bellissima canzone soprattutto per i bisognosi.” i due presenti si guardarono, spalancando gli occhi e inarcando entrambe le sopracciglia.
Sentì Bieber rabbrividire e successivamente dopo irrigidirsi, stendendo i polsi lungo le ginocchia, anche quest'ultime impietrite.
Cosa mai potevo aver sparato di tanto grave?
A quanto pare Selena è una ragazza molto scherzosa, che bello..” la bruna finse un risolino notevolmente irrequieto, per non dire collerico.
Ascoltatela, mi fareste felice.” completai infine.
 

***


Sei un'idiota, ma cosa ti prende?! Volevi per caso rovinarti la carriera?!” mi rimproverò per un tempo a me indeterminato, ma a conti fatti non mi importava e non mi sarebbe importato.
E visto e considerato che il viaggio in auto sarebbe stato impegnativo, decisi di chiudere gli occhi per un po', e lasciare in stand-by quell'incubo che tanto mi avrebbe perseguitata.
Con la differenza che, 'sta volta, non era un banalissimo sogno.
Uno di quelli che ti fa grondare di sudore al solo pensiero di riviverlo anche per una notte.
No, era la realtà, ne ero certa.
“E' tutto un errore, solo uno stupido errore.” mormoravo, intenta a ricacciare indietro le lacrime.

 

 

 




Leggimi, porca trota!

Sciao a tutti! (?)
Ma voi siete aswomrbvkalj *--* cioè cioè...10 recensioni!
VI AMO.
Mi date delle soddisfazioni immense cavolo.
Grazie davvero.
Per il resto spero che questo capitolo vi sia piaciuto..anche se
personalmente non mi ha molto soddisfatto.
Il primossimo sarà migliore, promesso!
Continuate a recensire, perchè siete tanto buone u.u
Pisello-v. 
Xoxo.
;)

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Capitolo 4
*** La verità fa male. ***


 

La verità fa male.

Cap. 4

 

 

Eley's chapter.

 

Ti va se...” Bieber si diresse cauto verso la mia spalla, appoggiata pesantemente alla spalliera del letto, cominciando ad accarezzarla con l'indice.
Un brivido lancinante mi percorse la schiena.
No.” risposi secca, cercando di non agganciare il suo sguardo.
So che lo vuoi.” questa volta la sua voce fu più profonda e notevolmente dura, come se, oltre il voler convincere me, volesse convincersi più lui stesso.
Non diedi abbastanza peso alla cosa e mi limitai a sfogliare il libro che avevo tra le mani congelate.
Selena.” trillò, come se volesse richiamare la mia attenzione.
E ci riuscì perfettamente.
Si?” calma, ci voleva solo calma.
Non costringermi a spogliarti.”

C-che c-cosa?! E' un maniaco cazzo, altro che indifeso e innocuo ragazzino di provincia.

Sobbalzai sulle coperte, facendo rotolare sul pavimento il libro.
Restai in mobile per interi secondi, minuti, mesi o forse anni, sembrava che il tempo si fosse congelato e con lui ogni battito e ogni respiro incessante.
Chiamo la polizia, non costringermi a farlo.” dopo aver pronunciato una minaccia mal riuscita piombai giù dal letto, assumendo una posizione quasi di difesa.
Ma che diavolo ti prende si può sapere?! Ora ti fai anche pregare per fare l'amore con me?” alzò di parecchi decibel il tono.
Ora era anche arrabbiato.
Perfetto, come no.
N-no ma io..” non finì la frase che mi immobilizzai nuovamente.
Sentivo che la paura stava gelandomi le vene, rendendole quasi atrofizzate.
Non conoscevo Justin e non sapevo chi realmente fosse e ne ero al corrente.
Non è amore è soltanto sesso.” mi meravigliai quando la mia bocca si decise a sputare qualche parola di senso compiuto, e per giunta corrispondente alla verità.
Hai ragione.” disse rassegnato, crollando a peso morto sul materasso.

Ho ragione sì...aspetta un momento, ha davvero detto che ho ragione?

Justin devi trovarti una ragazza.” sedetti di fianco a lui.
Tecnicamente starei con te.” penetrò con il solo sguardo dentro la mia anima, rendendola quasi vuota, poiché prosciugò fino all'ultima goccia ogni mia sensazione..ogni mio sentimento.
Non importa, innamorati di una fan no?”
Non posso perchè sarebbe troppo complicato, è giusto che ognuno abbia il suo ruolo.”
E io che ruolo ho?” domandai scettica.
Cercavo in qualunque modo di ricavare più informazioni possibili su di me, nonostante conoscessi a malapena nome e cognome.
Sai che ruolo hai.” scosse la testa.
Mi limitai ad annuire.
Io non ti amo.” ruppi d'un tratto il silenzio.
Oh, lo so.” sospirò.
Solo che...mi sembri diversa.” mi accarezzò la mano, che istintivamente cercai di ritrarre, con scarsi risultati.
Cioè?”
Sei acida, sembra che provi continuamente a respingermi, non vuoi andare a letto con me, non ricordi
praticamente niente della tua carriera e cosa più importante, non riesci a camminare sui tacchi!” si lasciò scappare un risolino, mostrando un sorriso troppo bello per essere vero.

Ed è un male?” speravo in un “no”, anche se parzialmente.
Certo.” confermò tutti i miei presentimenti.
Ma vedi..io ho firmato il contratto con l'accordo di fare coppia fissa con la vecchia Selena, e anche se per finzione, di essere innamorato della vecchia te.
Non ho acconsentito tutto questo con la ragazza di ora, quella che ho di fronte.” queste parole mi colpirono fin troppo, arrivando all'organo vitale e squarciandolo al centro, nel punto esatto.
Justin devo dirti una cosa.” in quel momento non mi importava che mi prendesse per una pazza da manicomio, avevo bisogno di un “qualcuno” su cui contare, e anche se quel “qualcuno” fosse stato Justin mi sarei accontentata in ugual modo.
Dimmi.” mi sorrise debolmente, ancora con le dita intrecciate alle mie.
Io non sono Selena.” lo guardai fisso nelle pupille, che a prima impressione, mi sembrarono si restringessero impercettibilmente.
Ah ah ah, molto divertente.” finse una finta risata che risuonò vagamente isterica.
Sono seria.” il cuore cominciò ad accelerare.
Sul serio non fa ridere, ti facevo più matura.” sciolse la sua mano dalla mia, cominciando a sfregarle entrambe sul pantalone.
Non sono Selena Justin devi credermi.”
Ti fa così tanto piacere farmi irritare? Perchè mi sembra proprio di si!” mi guardò sull'orlo di impazzire.
I-io ho desiderato di non essere più me stessa, proprio ieri, e così sono finita nel corpo della tua finta fidanzata, e non capisco niente di quello che sta succedendo, io odio tutto questo, odio l'essere famosa e..odio te!” dissi tutto d'un fiato.
Quando all'ultima parola gli occhi di Justin si inumidirono, e poco dopo lo vidi girarsi dalla parte opposta.
L'avevo ferito.
No ascolta non volevo dire questo, cioè io vol-”
Sai qual è il tuo problema? Il tuo problema sei solo tu stessa! Ma ti prego Selena, non cominciare a dare i numeri e raccontare storie assurde come questa!”
Si allontanò arrivando quasi alla porta, ma qualcosa lo spinse a girarsi.
E poi...perchè mai dovrei crederti?” la sua voce tremò, incrinata dal pianto.
Perchè io non sono Selena cazzo, io mi chiamo Eley Arianne Sunrise e vengo da Los Angeles a differenza di questa Gomez che viene da..non so dove.” detto questo lo guardai speranzosa, aspettando una risposta.
Vidi le sue labbra schiudersi leggermente in procinto di mormorare una qualunque frase a mio favore.
Ma non accadde.
Mi dispiace, se è così che vuoi deludere la tua famiglia e i tuoi fans fa pure, io ne starò fuori.” infine richiuse la porta alla sue spalle, sparendo nell'oscurità della casa.

 

 




 

Leggimi porca trota!

Bien bien bien..Buonsalve a tutti!  :D
Ecco a questo proposito volevo dirvi che non sono morta,
ma che ho preso una pausa visto gli ultimi giorni scolastici.
Ed ecco che le vacanze sono arrivate *--*
FUCK YEAH.
Riguardo al capitolo spero che vi sia piaciuto, perchè
ho voluto incentrarlo maggior mante sul punto fondamentale
su cui si basa la trama..e da cui il tutto scoppierà (?)
GRAZIE MILLE per le recensioni, anche se sono meno degli altri capitoli
sono comunque stupende, sì. :')
Vi adoro!
Ps: se vi state chiedendo che fine ha fatto Selena beh..aspettate e vedrete!
Pisello-v.

Xoxo.
;)

 

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Capitolo 5
*** Imprevisti. ***


Imprevisti.

Cap.5

 

 

Selena's chapter.

 

 

Forse avrei dovuto semplicemente starmene zitta e proseguire la mia sana scopata con il biondo, invece che chiedere ad una stupida stella uno stupido desiderio.
Forse non mi sarei dovuta neanche ricordare di quella notte stellata, senza contare la speranza che avevo, ovvero sotto lo zero.
E forse avrei dovuto, se proprio mi andava, desiderare qualcosa di più utile di quello che mi sta capitando al momento.
La verità è che la felicità è limitata, e deve essere usata da chi, più di qualunque altra cosa, ne ha bisogno.”

 


Queste parole mi ronzavano su e giù per la testa, che non faceva altro che dannarsi per la situazione in cui mi ero cacciata.
Era tutto un caos e non potevo farci assolutamente niente.
La mia carriera da cantante era sfumata e sparita in un soffio impercettibile, quasi come la morte: troppo breve e insignificante rispetto a ciò che abbiamo costruito alle nostre spalle.
Eppure avevo imparato i trucchi del mestiere, abbastanza differenti da quelli che deve tenere a mente una star.
Non piangere che poi ti cola il trucco, non portare troppo i tacchi nel tempo libero, altrimenti si gonfiano i piedi e addio interviste, saluta i fans e firma gli autografi, sii gentile e sopporta gli insulti.” ecco cosa avevo imparato dai sette anni in su, quando cominciai a far parte del mondo dello spettacolo.
Mentre “Fai i compiti, studia, stai attenta in classe, studia, fai i compiti” non era esattamente di mio gusto.
Mio padre, a quanto pare, era una sottospecie di creatura insignificante, che aveva messo al mondo una povera bambina senza vita sociale, circondata dall'eclatante popolo del liceo, anche quest'ultimo composto per la maggior parte da bamboccioni palestrati e troie rifatte.
Ma non era questo il mio problema.
Sapevo di dover ritornare alla base, con o senza il mio corpo, ma dovevo almeno provarci.
E non sarebbe stata una passeggiata, visto e considerati gli innumerevoli impedimenti.

 

Quel pomeriggio decisi di rimboccarmi le mani e contattare in qualche modo Justin, sicuramente lui mi avrebbe dato ascolto.
Non avevo con me nessun numero di cellulare, e anche se l'avessi avuto, i miei genitori mi avrebbero scambiata per qualche fan della sottoscritta, pronto a farsi castrare pur di sentirmi all'apparecchio.
Accessi con fare affannato il computer e andai su Google digitando “Justin Bieber numero.” e quello che ne uscì fu tremendamente sconvolgente.
Non ricordavo a memoria l'intera composizione, altrimenti così facendo avrei dovuto memorizzare l'intera rubrica.
E nessuno di quelli trovati su pagine e blog mi fu d' aiuto.
Poi però, dopo una vasta ricerca durata un abbondante mezz'ora, ne trovai uno in particolare, che mi ricordava precisamente il numero di cellulare di Bieber.
Tentai la fortuna e composi quest'ultimo.
Pronto? Con chi parlo? Di dov'è lei?” parlai di getto, aspettando più impaziente che mai una risposta dall'altra parte.
Emh...mi chiamo Phill e vengo dalla California.” maledizione.
Conosce per caso Justin, Justin Bieber ?” tentai la fortuna, dopotutto non costava nulla.
Certo che si!” mi brillarono gli occhi, sentivo di essere a un passo dalla vittoria.
E sa il suo numero?”
Certamente...aspetti che glielo do, attenda.” detto questo sentì lo scroscio del telefono, probabilmente poggiato da qualche parte.
Dalla voce dell'uomo gli avrei dato non meno di una sessantina di anni, lo si capiva benissimo.
Ma non mi lasciai influenzare dai miei pensieri, e aspettai con vorticosa impazienza il suono di quel fottutissimo numero.
Pronto è in linea?” eccolo.
Si si sono qua, allora?”
Lo segni va bene?”
Dica.” decisa impugnai la penna, pronta a calcare la carta, impregnandola di un inchiostro difficilmente delebile.
367-8756382” disse convinto.
Oh, la ringrazio infinitamente!”
Di nulla signorina e arrivederci.” riattaccò tossicchiando.
Non appena finì di parlare premetti il bottone rosso, e le mie dita si muovettero infrenabilmente lungo i tasti, fino a quando ebbi finito di comporre, e schiacciai speranzosa il tasto verde.
Il cuore aveva ormai preso la rincorsa e difficilmente si sarebbe fermato.
Stetti ad attendere all'incirca un minuto.
Poi...
Pronto?” attorno alla voce c'era una gran confusione e non riuscì, così, a riconoscere d'impatto se fosse Bieber o meno.
E' Justin, è lei Justin?” bofonchiai esasperata.
Si sono io.” ma nonostante la risposta affermativa, la sua voce non mi rincuorò affatto.
L'avevo ascoltata bene.
Justin Bieber?”
Il cantante? Oh no, si sbaglia – senti una risata fragorosa, poi riprese a parlare – io sono Justin Biwscher, agente immobiliare.” cazzo, no.
Comunque è la prima volta che mi scambiano per un ragazzino, è buffo.” rise nuovamente.
In quel preciso istante il mondo mi crollò definitivamente addosso.
Non arrivai mai a pensare di dover cercare il numero del mio “ragazzo” né tanto meno essere truffata o presa per il culo.
Ma come dice Bieber: Never say never.

 

 

 

Eley's chapter.

 

La mattina seguente alla mia confessione fu quasi insolita, Justin cercava in ogni modo possibile di allacciare contatto con la sottoscritta.
Che fosse fisico o meno, lui tentava.
Ed io non potevo certamente rifiutare un suo sguardo.
Come devo dirtelo, eh?” gli andai incontro, posizionandomi al suo fianco, ed inizia ad osservarlo mentre sciacquava i piatti sotto il rubinetto.
Poco dopo si fermò e lasciando scorrere il getto, si girò ad osservarmi.
Cos'è che non va ora?” chiese divertito.
Non puoi sciacquare i piatti con le mani e senza detersivo...sei peggio di quel che pensavo.” mi lasciai scappare una risata.
Ah si? Ma dai.” mi buffoneggiò improvvisando qualche smorfia.
Sei un caso perso.”
Stai parlando di Justin Bieber, quello che canta al Madison Square Garden e sta con la ragazza più figa di tutto il pianeta.” ammiccò convinto delle sue parole, poi si pavoneggiò.
Di colpo si avvicinò al mio viso, e con fare esperto mi stampò un bacio sulla guancia, assaporando ogni cellula.
Non ti capisco, davvero.” indietreggiai di qualche passo e quasi finii per fronteggiare il muro.
Cosa non capisci?” assunse un'aria interrogativa.
Prima mi tratti come pezza e ora mi baci. Cosa significa?”
I-io non...non lo so.” il suo sguardo perso nel vuoto, fisso sul getto d'acqua, che ancora indisturbato scrosciava e andava perdendosi lungo il lavabo.
C'era qualcosa che non andava.
Si percepiva a fior di pelle, si intravedeva nell'aria, come fosse polvere.
Hai detto di essere una certa Elly e io prop-”
Eley, si dice Eley.” lo corressi all'istante.
Se davvero aveva intenzione di credere alle mie parole, allora dovevo pur iniziare con il piede giusto, in qualunque circostanza.
Mi guardò perplesso, poi continuò da dove l'avevo interrotto.
Proprio non riesco a crederti, come diavolo fai a non essere...tu?”
Ho espresso un desiderio due notti fa . Non volevo più essere me stessa, e non voglio essere neanche chi sono, ora, è tutto un'errore.” coprii esasperata il viso con le mani, lasciando bruciare lungo gli zigomi innumerevoli lacrime roventi.
Shhh, non piangere.” mi abbracciò teneramente, avvolgendomi il bacino con le braccia, e poggiando la testa sopra la mia, cominciando a cullarmi dolcemente avanti e indietro.
Percepì tra un singhiozzo e l'altro un mormorio.
Pensai stesse addirittura canticchiando una filastrocca, ma non ne ero sicura.
Ti aiuterò, vedrai che ce la faremo, insieme.” insieme?
Questo voleva dire che credeva nelle mie parole, che credeva in quella situazione tanto assurda e surreale quanto vera e indistruttibile, e che, ovviamente, credeva in me.
Me stessa, e non quella sciacquetta di Selena Gomez.





 

Leggimi porca trota!

Macciao fanciulle, come procede la vita?
Momento momento momento...ma iera era Natale! D:

AUGURI!
In ritardo, ma sono sempre auguri u.u
Prometto per Capodanno ve li farò in tempo.
Allora...
GRAZIE MILLE PER LE RECENSIONI, 7 RECENSIONI *--*
VI AMO!
Ma quanto cavolo riuscite a rendermi felice? 
Per il resto spero che il capitolo vi sia piaciuto, e quindi ci tengo
a sapere il vostro parere.

Pisello-v ♥
Xoxo.

;)

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Capitolo 6
*** Bugie nascoste. ***


Bugie nascoste.
Cap.6

 

 

 

 

Justin's chapter.



Hei Justin, come procedono le cose?” mi chiese il mio caro e buon vecchio amico, nonché mio ballerino professionista.
Alfredo, - ci stringemmo calorosamente la mano, improvvisando una mossa segreta, cosa da marmocchi insomma – procedono bene direi.” mi sorrise.
Pausa?” erano diverse ore, cazzutissime ore che provavamo le inquadrature e i passi per il nuovo video, ed il sottoscritto si era abbondantemente scartavetrato i coglioni.
Andata.” accettai sfinito.

 

*

 

Il contratto..insomma quello, è arrivato?” mi chiese a basso tono mentre sorseggiava un caffè, preparato probabilmente da qualcuno della troupe.
A quanto pare no, sono bloccato qui da tutto il giorno e sinceramente non so se ci siano novità.” rimasi perplesso dalla mia affermazione.
Firmerai per continuare?” alzò gli occhi, con le labbra ancora incollate al bicchiere.
Credo che lascerò perdere, mi sono rotto le balle e...”
E?” mi incitò con la voce.
Ormai sono adulto per gestire affari del genere.” ammiccai amichevole.
Tu adulto? Ma fammi il piacere – scoppiò in una sonora risata, alla quale poco dopo mi aggiunsi anch'io – sei solamente un ragazzino, cresciuto troppo in fretta a quanto pare.”
Scoccai la lingua contro il palato, quasi come segno di disapprovazione, ma sapendo che sotto sotto aveva tutta la ragione di questo mondo.
Alfredo è diversa. Non la riconosco più e sai come sono fatto.” arrossii leggermente.
Sarebbe anche l'ora di provare qualcosa.”
Diedi uno sguardo anche al mio caffè, che poco a poco stava diventando un ammasso gelato di zucchero e cannella.
Che ne sai tu se provo qualcosa?”
Lo capisco da come ne parli.”
Non mi interessa al momento.”
So che ci sono due scelte: o il cuore o il cervello, è inutile che ti dica quale opzione scegliere, amico.” calcò l'ultima parola, quasi volesse incitarmi a dargli retta.
Forse dovresti smetterla di intrometterti nelle mie relazioni, a questo ci può pensare la mamma, o se proprio vogliamo esagerare Scooter, ma sai che sarebbe difficile anche per lui.” biascicai visibilmente irritato.
Stammi bene a sentire Justin, queste sono questioni serie. Siamo controllati giorno e notte dalla stampa e sai quanto sia facile raccontare cazzate in giro. Quindi, se deciderai la seconda possibilità, sappi che dovrai trovare una buona scusa.”
E lo farò, ora per fav-”
Non scherzare con il fuoco Justin, perchè potresti bruciarti. E ora torna alle prove, ti aspettano.” pronunciò quest'ultima frase, poi si alzò dal tavolino, dove poco dopo avevamo discusso quasi animatamente, e si dileguò tra i ballerini in campo.

 

 

 

 

Eley's chapter.


Era ora di cena ormai, e Justin non era ancora tornato a casa.
Aveva accennato qualcosa su un nuovo video musicale, ma, come mio solito, lo lasciai parlare senza degnarlo di uno sguardo.
Dobbiamo provare per le riprese di Fa la la.” ora ricordavo, così aveva detto.
Ovviamente di qualunque cosa si trattasse io non ne ero a conoscenza e quindi non feci domande.
Non avevo ben capito se dopo quella mattina mi avesse creduto e apparentemente mi sembrò proprio di no, ma non diedi peso alla cosa.
Avrei presto cambiato i piani, con o senza il permesso della superstar.
Mi ero stabilita da quasi quattro giorni in casa Bieber senza ricevere neanche una lamentela.
Avevo “conosciuto” persino sua madre, Pattie, una donna in gamba e sempre cordiale, tutto il contrario del figlio.
A questo punto pensai solo al padre o, eventualmente, a qualche bisnonna e trisavola.
Ma dubito che i geni della famiglia l'abbiano contagiato: trovo faticoso anche per loro.
Si sarebbero rovinati la reputazione a influenzare l'unico nipote maschio con orecchio per la musica e i rimproveri...mh no, proprio questo no.
Il diciassettenne Justin Bieber, un cantante fatto e finito, che non sa neanche rifare il letto.
Pura verità.
Morale della favola, rimasi da sola a mangiare pollo arrosto e patate lesse, guardando Titanic in videocassetta.
Pensai quanto fosse strano che Justin tenesse film del genere in casa.
Evidentemente, dopo una bella scopata, alla Gomez piaceva consolarsi sul fatto che di lei non gli sarebbe fregato mai nulla.
Quasi alla fine fine del film, quando gli occhi erano ormai rossi e gonfi, sentì suonare il campanello, e con poca voglia mi alzai, dirigendomi stordita all'ingresso.
E' tardi maledizione...” borbottavo come l'orso Yoghi.
Ma, quando aprì la porta, rimasi apparentemente sorpresa.
Fuori non c'era un'anima viva.
Justin è tardi per gli scherzi.” parlai a bassa voce, quasi mormorando.
Smettila di nasconderti ed entra subito in casa!” alla seconda volta, però, buttai uno dei miei soliti gridolini da cagna in calore.
Odiavo la voce di Selena quasi più del seno che non aveva.
E sfortunatamente per me, non potevo fare altro che accontentarmi.
Rimasi per qualche secondo davanti il porticato, ad osservare il cielo con malinconia, poi facendo per rientrare, il mio sguardo cadde sul pavimento.
Appena fuori l'uscio si trovava una busta bianca, a sua volta dentro una un'altra busta quasi trasparente e di stoffa, ricamata in modo assai notevole.
Mi piegai e la raccolsi, e richiudendo la porta, mi precipitai in salone.
La aprì impaziente e con un filo di curiosità tirai violentemente fuori il contenuto.
Tutto qui? Solo un figlio?” blaterai delusa tra me e me.
In effetti a prima impressione poteva apparire solo ed unicamente carta straccia, ma inseguito si rivelò qualcosa di ben più importante.
Lettera per il rinnovo del contratto tra il Sig. Justin Drew Bieber e la Sig.ra Selena Marie Gomez.” lessi ad alta voce, quasi come se volessi intraprendere un discorso da universitaria.
L'intonazione prese presto velocità e carburò come un treno in corsa.
Dobbiamo firmare entrambi, anche per rifiutare il rinnovo.” stavo parlando da sola, e questo non mi rincuorò, ma dopo tutto era abituata ai miei monologhi in realtà da sempre.
La mia fama è calata, ora capisco.” diedi nuovamente voce ai miei pensieri.
Lui firmerà...acconsentirà per finire questa storia.” sentì inspiegabilmente gli occhi pizzicare.
Girai un po' sul posto, indecisa sul da farsi, ma dentro di me avevo già una vaga idea.
Mi diressi a passo svelto in cucina per poi fermarmi davanti il cestino dei rifiuti.
Gettai un ultimo sguardo sul titolo dell'argomento in questione, scritto a caratteri particolarmente cubitali.
Non mi abbandonerai...e non lo farò neanch'io.” strappai con violenza e brutalità l'intero documento, rendendolo coriandoli per carnevale, e con foga buttai quest'ultimi.
Non fui in grado di rispondere della mia azione, o del motivo di essa.
Avevo forse bisogno di lui? Di quel ragazzino che tanto odiavo?
Potevano davvero essersi tramuti i miei sentimenti, in un lasso di tempo troppo breve per sembrare reale?
Possedevo quindi, la capacità di amare, nonostante il cervello comandasse a bacchetta ciò che il cuore evitava di comprendere?
Rimasi in silenzio, con le braccia lungo i fianchi.
E' una promessa.” sibilai soddisfatta, facendo dietro front.
Come se non fosse mai successo.




 

Porca trota leggimi!

Ciao fanciulle come vi procede la vita? Bene, ok.
Quanto siete cresciuuute! (?)
Ok, basta cazzeggiare... che poi perdo il Bian Coniglio :3
Se avete letto il capitolo qui sopra e siete giustamente arrivate
a leggere questa noiosissima parte, che però non salterete,
avete quindi ben capito che le cose si metteranno male muluccio.
Eley è una bugiarda.
Peccato mi piaceva dolce, carina e coccolosa.. ù_ù
Voglio anche avvertirvi: avete visto un capitolo di Justin, forse più unico che raro.
Ovviamente lasciatemi una recensione e fatemi sapere che ne pensate.
Sempre grazie infinite a chi mi riempe di complimenti e
commenta i miei capitoli.
E ringrazio anche solo chi legge (sprecare due parole no, eh? -.-)

Eggià...

Pisello-v. 
Xoxo.

;)

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Capitolo 7
*** Novità inattese. ***


Novità inattese.
Cap.7

 

 


Eley's chapter.

 

Che cazzo vuoi?!” urlai svaccata sul divano.
Dove sono le mie patate lesse?!” sghignazzò irritato verso la sottoscritta.
Le ho mangiate per cena perchè?”
Non puoi mangiarti le mie patate.” mi guardò con sguardo omicida.
Ops...credo di averlo già fatto, signorino tuttisonoaimieipiedi.” risi compiaciuta.
Me la pagherai.”
Tremo dalla paura.”
E fai bene.” dopo aver fatto una smorfia alquanto isterica, salì al piano di sopra, lasciandomi nuovamente sola.
Poco dopo, visto l'orario, mi precipitai assonnata nella stanza da letto.
Durante il tragitto giurai anche di sbattere contro un muro o uno spigolo di qualche mobile, imprecando contro il disordine di quel ragazzino.
Fatto sta, che essendo in dormiveglia, blaterai cose del tutto insensate.
Per esempio che la causa del mio dolore fosse il disordine che metteva Justin.
Completamente priva di logica.
Oramai era la quarta notte che io e la superstar condividevamo il letto, quindi, non essendo realmente me, mi svestivo e mi vestivo con tutta la tranquillità possibile.
E lui ovviamente non si lamentava.
Devi aiutarmi.” si mise le mani trai capelli, e inspirando freneticamente mi rivolse uno sguardo di sfida.
Io intenta a infilarmi il pigiama, decisi almeno una volta di starlo a sentire.
Dipende.”
Prometti che non ti arrabbi.”
E' difficile come promessa sai...quindi diciamo solo che ci proverò.” mi sorrise impercettibilmente per poi ritornare freddo e notevolmente distaccato.
Non faccio sesso da troppo tempo e sono in astinenza, quindi stasera io e te.”
Che senso dell'umorismo! Buona notte.” mentre ritiravo il piumone sopra le mie spalle, notai di sottecchi il suo sguardo scioccato; tanto scioccato che le orbite gli sarebbero potute cadere da un momento all'altro.
Divento...divento nervoso.” nella sua voce si intravedeva il panico.
E quando mai non lo sei?” ghignai beffarda.
Devi smetterla di farmi soffrire! Non puoi camminare nuda e in giro per casa, pretendendo che io me ne stia buono e zitto come un cucciolo.” era esploso, proprio come una bomba.
Non sei abbastanza serio.” qualcosa nella mia voce gli sembrò vagamente simile ad una resa, come se pian piano i suoi pensieri stessero mutando i miei.
Come se non avessi capacità di controllo su me stessa.
Come se mi stesse manipolando.
Ti prego.” poteva davvero un rifiuto farlo arrivare così tanto all'estremo?
Potevo davvero avere il potere di far scendere una lacrima sul suo bel visino?
Beh, a quanto pare sì.
Si distese cautamente accanto al mio corpo inerme, poi prese ad accarezzarmi il fianco, coperto solamente da uno strato di morbida lana.
Piantala!”gli urlai .
Selena ti scongiuro.” si mise supino, e strofinarsi le palpebre cominciò a mormorare qualche verso a me sconosciuto.
Selena?”
Io mi chiamo Justin e tu Selena.” pronunciò quella frase con una tale facilità da rivoltarmi le budella.
No Bieber, io mi chiamo Eley.” tirai via, con un ampio movimento del braccio, la coperta, che finì con un tonfo sordo sul pavimento.
Ancora con questa storia?”
Andiamo!” parlò nuovamente lui, lasciandosi scappare una risata.
Cos'è che ti fa ridere? Vorrei saperlo anch'io!” senza rendermene conto alzai di molto il tono, provocandogli un leggero imbarazzo.
E' un bel giochetto sai...m-mi piace.”
E' la verità.” ghignai con tono freddo.
Se questa è la verità io sono Homer Simpson.”
Cazzo Justin! Come devo dirti che questo non è il mio corpo?!”
Beh, se non è il tuo corpo, non vedo quindi che male ci sia a fare sesso con me.”
Bingo.
La sua piccola e astuta mente aveva centrato perfettamente il punto, aveva cavato ogni paura dal profondo della mia anima.
L'aveva rivoltata e posta in bella vista su un piatto d'argento.
Non avevo le forze di emettere una sillaba.
Non volevo emettere una sillaba.
Tranquilla.” mormorò, facendo accelerare di troppo il mio battito cardiaco.
Ammirai, con tanta bellezza, le scintille di vittoria che svolazzano tranquillamente lungo le sue pupille castane.
Aveva vinto e lo sapeva.
Mi scostò successivamente la frangia color della notte, e guardandomi per un istante le labbra, si avvicinò al collo scoperto, cominciando una lunga tortura di piacere.
E' la mia vendetta.” rise compiaciuto, un attimo prima di baciarmi.

 

 

 

Selena's chapter.

 

Hai visto Cherì? La solita montata.” mi chiamò Tey, a quanto pare, la “mia” più cara amica.
Continuai nersova a fissare il vuoto, e con un cenno di disapprovazione ripesi a rovistare nell'armadietto.
Che ti prede oggi Eley? Non perdi occasione per prendere in giro Cherì. Che ti succede?”
Solo un particolare: io sarei Selena.
A quel pensiero mi si rivoltò letteralmente lo stomaco, tanto che ebbi paura di rimettere sul pavimento.
Scrollai le spalle e rivolgendole un finto sorriso le presi sotto braccio.
Non credo di sentirmi tanto bene.”
Hai dormito poco?”
N-no, non è questo, credo di dover vomitare.” la guardai insistente.
Io devo andare a lezione, tu cerca di stare meglio.” mi accarezzò una guancia.
Successivamente facendosi spazio tra la massa di studenti si dileguò lungo il corridoio, lasciandomi in balia del mio male.
Mi precipitai a passo svelto nel bagno delle ragazze e cercai il bagno più accessibile tra tutti.
Una volta trovato mi accasciai in ginocchio, per poi appoggiare i gomiti lungo la tavolozza e liberarmi di quel peso che terribilmente mi opprimeva.
Persi insensibilmente la vista provando una leggera sensazione di vuoto.
Ripresa lucidità tirai la sciacquone, e maledicendo la mia vita, uscì dalla porta.
Scusa.” sentì un attimo prima di ritrovarmi con le natiche incollate al pavimento gelato.
Non volevo davvero.” alzai il capo per cercare quella voce eccessivamente invitante.
Ahia.” mormorai, contorcendo le labbra in una smorfia di dolore.
Ti aiuto ad alzarti.”mi porse la mano che facilmente afferrai.
Mi tirò dolcemente verso di lui, e una volta in piedi mi rivolse un sorriso mozza fiato.
Mi chiamo Derek e tu sei..”
E-ley.” ricambiai ipnotizzata il sorriso.
Non dovresti essere nel bagno delle ragazze.” d'un tratto mi ricomposi e riprendendo il discorso, lo gelai con lo sguardo, facendolo indietreggiare di pochi passi verso la porta d'uscita.
Scommesse tra amici – rise nervoso- sai com'è, no?”
Già..” sospirai.
Ci vediamo a mensa.” scoccò un bacio con la mano, poi sparì anche lui.
Ci vediamo a mensa.” replicai paralizzata sul posto.

 

 

 

Leggimi porca trota!

Ciao meraviglie! Sempre tutto bene giusto? Ok.
BUON ANNO!
Fuck Yeah, vi ho fatto gli auguri in tempo, amatemi u.u
Ritornando a noi..spero che il capitolo vi sia piaciuto, anche se
personalmente non mi convince molto.
Non avevo ispirazione c.c
Eley e Justin si danno da fare...o forse no...
Scusate per il ritardo ma le feste mi hanno fatto crescere una terza palla (?)
Anyway grazie per le recensioni.
Lo sapete che vi adoro no?
Seguitemi su twitter se vi va, ricambio: https://twitter.com/#!/chiupetta

Pisello-v. 

Xoxo.
;)

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Capitolo 8
*** E' solo l'inizio. ***


E' solo l'inizio.
Cap. 8




Eley's chapter.

Pronto chi parla? Oh già avrei dovuto memorizzare il numero...si che lo farò..ah-ha...che vuol dire? Sicura mente un ritardo...ovvio che si...lo farò, arrivederci.”

Tesi l'orecchio il più possibile per ascoltare la conversazione di Justin con qualche divo al telefono, ma riuscì a capire ben poco, e abbattuta come al solito, cominciai a ingurgitare latte e cereali.
Fame eh?” mi rivolse uno sguardo vispo.
Si vede?” farfugliai tra un boccone e l'altro.
Oggi pomeriggio ho un'intervista radiofonica alla quale tu non verrai, perciò cerca di non comb-”
Combinare guai lo so. Fidati.”
Non posso fidarmi di te.” mi rivolse uno smorfia provocatoria, eccessivamente allegra anche per lui.
Certamente sapevo che una parte di tutta quella felicità deriva dal fatto che la notte l'aveva passata a letto, con me, a spassarsela devo dire piuttosto bene.
Ma ero cosciente che non deriva solo dall'aver fatto sesso.
E purtroppo solo lui era conoscenza di questo piccolo e oscuro segreto, che sapeva nascondere, devo ammetterlo, parecchio bene.
Hai visto i miei pantaloni?” domandò distratto, mentre lottava con i bottoni della camicia, di un colore indefinito tra il lavanda e il celeste.
Prova a vedere sotto il letto, o sotto la sedia, il comò, la poltrona...oh magari sopra l'armadio, più probabile visto la violenza con cui te li sei tolti.” sorrisi appagata.
E nonostante tutto ieri è stata una bella serata.” strizzò l'occhio per poi fare dietro front, e ritornare al piano di sopra.
Poco dopo fece ritorno vestito e lavato, per quello che aveva fatto nel giro di dieci minuti scarsi.
Cosa faccio io?” sghignazzai isterica.
Non so fai un giro, mangia schifezze e prova a tenere la testa fuori dal finestrino in un'auto in corsa. Da provare!” fece l'occhei con il pollice rivolgendomi un ampio sorriso smagliante, il quale mi fece entrare in un mondo tutto mio, mi diede poi un bacio sulla guancia.
Va bene va bene.” sbuffai.
Aprì la porta, e sempre con quel quella mezza paralisi facciale, la richiuse alle sue spalle.
E adesso?” non passarono neanche tre secondi, che la mia incontrollabile voglia di conversare da sola si fece subito sentire.
Shanghai? Nah. Monopoli? Mhh, no aspetta non si può giocare in uno....e neanche a Shanghai. Che cazzo!” sbottai lasciandomi andare a peso morto sul divano.

 

 

Justin's chapter.

Kenny Scooter, come butta?” gli mostrai i miei, non per vantarmi, denti perfettamente bianchi.
Tutta questa felicità ragazzino?” scherzò invitandomi a salire in macchina, e una volta fatto ingranò concentrato, partendo a tutta birra vero l'edificio dove si sarebbe tenuta l'intervista.
Beeeh.” prolungai il più possibile la parola, così da rimanere vago e interessato nello stesso momento, pur sapendo che mai avrei raccontato ad entrambi le mie faccende top secret amorose slash sentimentali.
L'avete fatto?! Oh no! Perchè uno stupido ragazzino diciassettenne ha più successo di me?” si lamentò scherzoso Kenny.
Perchè lo stupido ragazzino diciassettenne è più figo di te.” rispose sorridente Scooter, sempre concentrato alla guida.
Una volta provocate le risate generali, rivolsi al mio bodyguard uno sguardo terribilmente soddisfatto e fiero, così da ricevere un leggero spintone sulla spalla, che si concluse come sempre con un grosso abbraccio.
Ma allora l'avete fatto.” riprese dopo pochi minuti l'argomento, tanto per scommetterci, Kenny.
Chi si fa i fatti propri campa cent'anni.” lo buffoneggiai.
Ritornando seri, - interruppe la conversazione Scott – hai ricevuto la lettera?”
Volevo giusto parlartene. Stamattina mi hanno chiamato chiedendomi se avevo appunto ricevuto il contratto ma...neanche l'ombra.” scrollai le spalle, dando delle fugaci occhiate fuori il finestrino.
Sarà un ritardo.” annuii tra se e se.
Forse, probabile.” conclusi sovrappensiero.

 

 

Sono a casa!” urlai dall'ingresso buio.
Erano ormai le dieci di sera, e senza neanche accorgermene avevo perso la cognizione del tempo, concedendomi qualche ora di svago superflua.
Sentì dei passi, prima di vedere il visino ben scolpito apparire davanti i miei occhi.
Finalmente!” mi buttò le braccia al collo.
Non si può giocare a Shanghai da soli vero?” continuò turbata.
Non credo.” risi.
Bene buono a sapersi. Ho già mangiato e tu?”
Stomaco vuoto.” ci dirigemmo entrambi in cucina.
Allora...hai fatto crollare il piano di sopra, hai incendiato il salotto o hai carbonizzato i divani?” scherzai di buon umore nonostante l'orario.
Per tua fortuna non ho combinato nulla.” si avvicinò pericolosamente al mio viso, e continuando incantata a fissare le mie labbra semi dischiuse, emetteva degli strati gemiti.
Ti senti bene?” le domandai incerto, sollevandole il mento.
Io..i-io..io dev-” e in quel preciso istante la vidi piegare rapidamente il bacino e la testa verso le mie scarpe, per poi sentirmi rovesciare sopra i pantaloni.
Mi allontanai prontamente dando poco importanza al fatto che mi aveva letteralmente vomitato addosso, ma mi accasciai accanto il suo corpo, che non faceva che piegarsi e ansimare, rimettendo convulsamente.
Ti aiuto io, t-ti aiuto io.” le alzai i capelli dalla nuca e dalle spalle, formando malamente una coda scomposta tra le mani.
Starai meglio.” le ripetevo, quando non faceva altro che vomitare sul pavimento.
I suoi occhi diventarono lucidi, e come se non bastasse scoppiò in un pianto disperato.
'Justin Biber e il vomito sui pantaloni' pensavo, davvero un bel titolo in prima pagina, peccato che nessuno lo sarebbe venuto a sapere.
Quando era ormai allo stremo delle forze, si riprese respirando profondamente, e finalmente mi guardò negli occhi.
Da quanto tempo non andavamo a letto?” ruppe il silenzio ansimando.
Escludendo ieri sera i-io penso ormai da qualche settimana, si forse, credo.” sapevo già dove voleva arrivare, ma rifiutavo di assecondarla, figuriamoci di crederle.
Ed eravamo protetti?” cercò evidentemente di essere il più delicata possibile.
Se dici di non essere Selena, perchè parli di noi? Io e te?” non potei fare a meno di chiederlo.
Sta' zitto e rispondi: eravamo protetti?!”
Era furiosa e ogni secondo che passava era una lotta, cercava di tenere gli occhi aperti e restare sveglia per non avere mancamenti, respirava boccheggiante mentre la frangia sussultava scomodamente sulle guance.
No.” alla fine cedetti, sentendo gli occhi pizzicare.
Oh.” guardammo entrambi il vuoto.
Ci furono lunghi istanti di silenzi, così tanti da definirli indeterminati se non infiniti.
Ce la faremo.” la guardai ancora stesa sul pavimento, prima di lasciar scappare una lacrima.
Quella che segnerà l'inizio, di una forse, lunga avventura.

 

 

Porca trota leggimi!

Si eccomi, woho! (?) :')
Vi spiego: ho avuto seri problemi di salute e mi sono ripresa solo ora.
Ma l'importante è essere nuovamente qui.
Amatemi perchè sono ritornata più in forma che mai, 
con un capitolo pieno di sorprese e voglia di farvelo leggere (?)
Che figa che sono :3
Grazie di cuore per le recensioni, davvero davvero davvero.
Vi amo porca miseria!
Quindi fatemi sapere cosa ne pensate.
Pisello-v.

Xoxo.
;)

 

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Capitolo 9
*** Svolte per il futuro. ***


Svolte per il futuro.

Cap.9

 

 

 

 

 

 

Eley's chapter.


Ho bisogno di qualche minuto Justin.” troncai quel silenzio eccessivamente irritante.
..e dovresti lavarti.” indicai con un cenno del capo i pantaloni, abbondantemente ricoperti di una poltiglia disgustosa.
Vado.” mormorò semi incantato, prima di dirigersi dondolante verso il bagno.
Come poteva essere possibile? Io in cinta, sul serio?
Non trovarmi nel mio corpo in questo momento, devo dire, sinceramente, che non mi dispiace.
Sarebbe stata una tragedia, se fossi stata io, in carne ed ossa.
Avere un figlio suo non cambia la situazione, non sono pronta e non penso di esserlo per i prossimi cinque anni.
Non prima di aver assaporato la vita in ogni singolo dettaglio.
Ogni singolo soffio gelato, che proverò forse dopo la mia prima sbronza, o l'emozione di aver fatto l'amore con la persona che si ama, con la consapevolezza che non la perderai, fosse distante terre aride e oceani freddi.
E per la prima volta sentirsi libera di oltrepassare il limite.
Di oltrepassare una sottile scaglia di ghiaccio tagliente, che ti divide dall'equilibrio.
L'equilibrio che per una notte perderesti, anche incoscientemente.
Percepisco di volere provare e assaporare le emozioni che la vita mi ha negato.
Ma non posso distruggere ciò che succederà.
Se tutto quello che devo fare è accettare il bambino, questa piccola creatura che tengo in grembo, allora lo farò.
Per sempre.
Selena.” ruppe i miei pensieri la sua voce.
Quell'armonia meravigliosa che provocava in me centouno emozioni, tutte nello stesso attimo.
Cosa?”
E' meglio che esca per un po'.”
Dove vai?” gli chiesi allarmata.
Devo vedere Ryan e..” si bloccò.
E?” lo incitai a parlare.
Niente, lascia perdere.” prese una giacca dall'appendi abiti e aprì la porta d'ingresso.
Desideravo con ogni neurone del mio cervello, ogni particella funzionante del mio corpo, dirgli di non parlarne con nessuno.
Ma le parole mi morirono in gola.
Lasciandolo così scappare, un'altra insostenibile volta.

 

*

 

Justin's chapter.

 

Suonai al campanello aspettando come al solito troppo.
Broo! Di buon ora vedo.” si stropicciò gli occhi.
Sono le due di notte e stai giocando all'x-box. Perchè?” gli domandai sbigottito.
Perchè tu non lo faresti?” chiese con un tono di sfida.
Una partita?” continuò.
Sapevo che l'unico amico di cui potevo fidarmi ciecamente era Ryan.
Prima che diventassi famoso, prima che diventassi chi sono io, lui c'era, c'è ora e ci sarà fino a quando non precipiterà un meteorite sul pianeta terra.
E come sono sicuro che Chuck Norris è in grado di prendere a cazzotti un orso, sono sicuro di potere rivelare la grande notizia a Ry.
Non so di preciso quale sentimento o emozione provo in questo momento, ma sono convinto che qualunque sia è certamente giusta.
Per il semplice fatto che viene dal mio cuore...e perchè, beh si, ho quasi diciotto anni e sono un coglione patentato, pieno di ragazze e tutto il resto.
Ma sono dettagli.
Partita?” ripetè con una strana luce negli occhi.
No devo dirti una cosa. Dobbiamo parlare.”
Ah insomma Justin! 'Dobbiamo parlare'? Non siamo mica fidanzati. Sei un coglione.” rise per un abbondante quarto d'ora, e quando finalmente ebbe finito, mi lasciò parlare.
Hai finito di rompere il cazzo?! Ti ho visto ridere fino alla svenimento...ora tocca a me.” lo minacciai.
Ridi fa pure.”
Mi sbattei la mano in fronte esasperato.
Capì che continuando a girare intorno al gregge, il lupo non avrebbe mai mangiato, così decisi di arrivare direttamente al punto.
Selena è incinta!” sbottai tutto d'un fiato.
Che?!”
E' in cinta, almeno credo.”
Ma non te lo metti il pr-”
Ryan Ryan, ok no, cazzi miei. Il punto è questo ed ho bisogno di un consiglio insomma.” lo guardai sull'orlo di una crisi isterica.
Come puoi diventare padre se neanche sai sbucciarti la frutta?” iniziò a percorrere la casa in lungo e in largo, gesticolando e ragionando come fosse mia madre.
Brutta impressione.
Ed è questo il punto! Non credo di essere pronto e poi...che ne sai se non so sbucciare la frutta scusa?” lo incenerì con la sguardo.
Ho tirato ad indovinare. Perchè è vero?” gli si disegnò un sorriso vittorioso in pieno viso.
Sono serio.” ritornai al discorso.
Penso che dovresti starle lontano per un po'.”
Cosa vuol dire?” lo guardai con aria interrogativa.
Accetta gli impegni che avevi disdetto ultimamente e goditi una bella vacanza, le donne capiscono quando ci vuole una pausa.”
Si ma non le donne incinta.”
Fidati.” mi diede una pacca sulla spalla.
Le sue parole erano giuste? Per niente.
Avrei seguito il suo consiglio? Molto probabilmente.
Me ne sarei pentito? Certo.
Ma sarei ritornato alla realtà, lontano da quella che si era trasformata ormai in incubo.

 

 

*

 

 

Selena's chapter.

 

Pronto? Sei Eley?” mi domandò il numero sconosciuto.
Sì sono io chi parla?” chiesi allarmata.
Sono Derek.” quando dall'altra parte sentì il suo nome, subito le guance si tinsero di un rosso caramello, avvampando vorticosamente.
Ciao Derek.”
Hei che cosa fai?” chiese con tono naturale.
Iniziai con una mezza paralisi facciale stampata in faccia a gironzolare avanti e indietro per tutto il perimetro della stanza, in lungo e in largo, facendo ogni tanto capolinea nel letto.
Anche solo da una cornetta percepivo quando sorrideva, e di conseguenza veniva naturale anche a me.
Ma quando nella sua voce si insinuò un tono cupo, stetti ad ascoltare.
Posso chiederti una cosa?”
Certo.” increspai le labbra, apparentemente tranquilla, con la speranza forse di volere ingannare me stessa.
Purtroppo tentativo fallito.
Ti andrebbe di venire al ballo scolastico...con me?” pronunciò le ultime parole tutto d'un fiato, come se l'ossigeno fosse ormai consumato.
Dall'altra parte sentì dei grossi sospiri.
Non era cortese farlo aspettare, avevo inoltre una buona scusa da parte mia, non sarei andata di certo sola.
Balli studenteschi? Un'occasione imperdibile direi.
Allora? Sono patetico lo so, se non vuoi non fa niente.” balbettò con la lingua inceppata.
Sarà un onore per me.” sorrisi, capendo che la mia azione era passata inevitabilmente anche dall'altro capo del telefono.
Mi tastai la guancia, paragonabile ormai ad una pompa di calore, e scompigliandomi la frangia ripresi a parlare.
Vieni a prendermi alle 7:00 in punto.”
Magari un minuto prima non si sa mai.” scioccò la lingua contro il palato.
Non mi abbandonerai vero?” chiesi con finto tono melodrammatico.
Oh mia Giulietta, mai e poi mai!” scherzò a sua volta, con un irresistibile accento francese.
Tutto in quel ragazzo mi attirava, mi attirava come una calamita con i poli.
Eravamo come l'alternanza della notte e del giorno, dell'estate e dell'inverno, del caldo e del freddo; ci completavamo.
Come se fosse una scintilla appena accesa, nel bel mezzo della sua più grande esplosione.
Ed era proprio questa che mancava tra me e quel ragazzino Canadese.





 





Porca trota leggimi!

"Hakuuuuna Matata dolce frenessssia! Senza pensieri (tum tum)
La tua vità sarààà e chi vorrà vivrà, in libertà..HAKUNA MATATA!"

Dopo questa mia introduzione all'ultimo sound (?)
Vi annunciò che ho pubblicato il nuovo capitolo super fighissimo.
-Capitan ovvio- .--.
Perciò amatemi! :')
Nel prossimo ci saranno tanterrime sorprese e vi prometto 
che aggiornerò prima.
Quindi amatemi di più! 
Grazie ancora per le recensioni, io vi amo, siete stupende
una più dell'altra, e sono felice quando qualcuno impega
del tempo per farmi sapere se la mia storia non è poi così schifosa.
Tanto amore. *--*
Alla prossima avventura! SBADAAABAM!
Pisello-v. 

Xoxo
;)

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Capitolo 10
*** Ora lo so, è il mio destino. ***


Ora lo so, è il mio destino

Cap.10

 

 

 

 

 

Justin's chapter.


Vederla dormire è sempre stato qualcosa di magico per me.
Come se il mondo smettesse di dare battaglia, e si placasse per un intero secolo.
Dove solo la pace e il silenzio regna.
Era diventata un battaglia: guardarla era come un invito di sola andata al paradiso, in ogni circostanza possibile.
Ogni carezza, ogni bacio, mandava a puttane ogni mio buono proposito.
Mi faceva un effetto paragonabile alla droga, e non che ne fossi dispiaciuto, ma le mie intenzioni iniziali non erano certo queste.
Non era previsto che il mio cuore, un giorno, appartenesse al suo, anche se involontariamente.
Quella sera le sarei stato vicino a costo della mia vita, l'avrei protetta da tutti i pericoli, e le avrei ripetuto quanto tutto questo sia sbagliato e giusto nello stesso modo.
L'avrei avvolta tra le mie abbraccia, non lasciandola mai più.
Ma no.
Non potevo.
Sarebbe stato immensamente sbagliato, avrei voltato le spalle a tutto quello che Dio mi ha donato, avrei sputato sul mio duro lavoro, concedendo una pausa eterna.
Calando nell'oscurità più profonda, sotto lo sguardo di milioni di persone.
Nel fare l'azione sbagliata c'è sempre qualcosa di vero che ti spinge a compierla, ed io lo sapevo: era un errore e di giusto non aveva niente.
Uno stupido grande errore.
Ma cos'altro puoi fare se l'unica tua possibilità di salvataggio è scappare?
Scappare lontano e non farti rivedere.
Mai più.
Starò bene, vedrai.” mormorai più a me stesso che a lei, rimboccandole le coperte, fin sopra il mento, come una sorta di protezione.
Quella che di certo, non le avrei potuto dare io.
Ti amo.” pronunciai le parole più comuni sulla faccia della terra, con un tale sforzo, da farmi quasi terrore.
Chissà, forse mi stava sognando, forse stava immaginando una vita insieme, ormai bruciata e spazzata via dalla realtà.
Mi pizzicavano gli occhi, sentivo sempre più le lacrime emergere, percepivo l'angoscia mangiarmi vivo.
Una voragine stava sbranando a morsi il mio stomaco senza alcuna pietà
Soffrivo troppo e non volevo.
Mi sembrò di sentire la mia coscienza, che non faceva che ripetere di restare.
Restare accanto a quel fottuto letto e passare la notte a vegliare su di lei, a impedire che facesse un incubo, a sopprimere per una sola volta il pensiero che ci avrebbe perseguitato.
Guardai per l'ultima volta la sveglia, che segnava le 2:00 di notte in punto.
Diedi un rapido sguardo alla camera da letto.
Era fredda e quasi sconosciuta.
Presi il respiro più lungo e inatteso della mia vita, poi le accarezzai la guancia.
Non aspettarmi.” le dissi.
Prima di uscire, lasciandola da sola e in balia del futuro, e sparendo, per sempre.

 

 

Durante il tragitto Atlanta – Los Angeles mi fermai abbattuto ad un fastfood.
Lì incontrai alcune mie fans, e fu proprio questo a ricordarmi quando la mia azione, anche se sbagliata, fosse giusta per me.
La carriera non è un gioco. Specialmente se si parla della tua.” mi aveva detto una volta Scooter, quando ero ancora quel ragazzino inesperto, che ovunque andava urlava “What's up guys? Justin Bieber here!” e che ad ogni fan dava qualcosa di più di un'attenzione.
Ero cambiato, per chi in meglio per chi in peggio, a me era indifferente.
L'unica promessa che feci era di rimanere, e di contare sulle mie fans, come loro contano sul sottoscritto.
Ed è mio dovere rispettare la parola data.
Com'è vero che sono il ragazzo più desiderato e odiato sul pianeta terra.
E so di essere nato per questo, so di essere nato per fare ciò che sto facendo ed essere chi sono diventato, ho una responsabilità che in pochi hanno.
Perchè deludere le mie fans e la mia famiglia è l'ultima cosa che voglio fare.
Dopo aver riflettuto sul da farsi, mangiai successivamente un hot dog e solo dopo aver firmato qualche autografo fui libero di rimettermi in viaggio.
Arrivai a destinazione dopo qualche ora.
Trovai una casa piuttosto accogliente, non volevo dare nell'occhio, né far spargere la notizia in giro.
Avrei avvertito più tardi la mamma, Scooter, la crew e tutti gli altri.
Mi avrebbero capito e appoggiato, come fanno sempre d'altronde.
Sapevo di poter superare quest'inferno, io sono Justin Bieber e Justin Bieber può tutto, anche se quella da scalare è qualcosa di più di un'immensa montagna.

 

*

 

Eley's chapter.


Mhhh... Justin. Buon giorno.” mormorai istintivamente, e tastando il posto accanto al mio, conclusi che non c'era.
Mi alzai con una strana sensazione di vuoto.
E senza neanche neanche capire il perchè, mi accarezzai la guancia, più e più volte, come se volessi nascondere delle tracce.
Justin dove sei?” girai un po' in giro per la casa, salendo le scale e arrivando fino in soffitta, magari cercava qualcosa.
Ma non lo trovai neanche lì, e abbattuta andai nuovamente a letto.
Ero sull'orlo del materasso, ormai la coperta mi scaldava e accarezzava dolcemente le gambe, e stavo appoggiando confusamente la testa al cuscino.
Quando un biglietto catturò la mia attenzione.
Lo presi tra le mani e lo girai frettolosa tra le dita.
In bella calligrafia c'era scritto “X te.”
Misi a fuoco la vista, e prendendo un respiro e iniziai a leggere:

 

Quando leggerai questo messaggio sarò già andato via.
Chiamami pure vigliacco perché so di esserlo.
Crescere questo bambino da sola è la miglior cosa per entrambi, e forse, anche se ti sembrerà sbagliato, è così che deve andare.
Ti amo, Justin.

E senza neanche accorgermene iniziai a piangere, straziandomi e maledicendomi sino all'alba del mattino successivo.

 

 

 

 

-Nel frattempo a Los Angeles, la città dalle lunghe spiagge e i quartieri di Hollywood, un'importante notizia stava ormai ramificandosi ora dopo ora: Justin Bieber si sarebbe fermato nella grande capitale dell'anonima contea.-












Leggimi porca puzzola!


Non so quanti ci abbiano fatto caso, ma sì:
ho cambiato titolo allo spazio autrice.
*si commuove* :') basta applausi.
Questo capitolo è dedicato principalmente
ad Eley e Justin, mentre il prossimo -spoiler-
sarà dedicato quasi del tutto a Justin e Selena.
Come sempre grazie per le recensioni, vorrei vedere il parere
di qualche altra bella signorina. :3
Vi amo e bla bla bla.
Ps: sono fissata con Everithing's gonna be alright. çwç
Quanto è bella?
Pisello-v.


Xoxo.
;)




 

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Capitolo 11
*** L'ultima Chance. ***


L'ultima Chance.

Cap.11

 

 


Eley's chapter.

 


Mi uccido. Mi uccido, basta!” le urlavo contro, odiandomi anche per il solo fatto di alzare davanti al suo dolce volto, tutta la mia rabbia, in urla così insopportabilmente strazianti.
Tesoro calmati, sai com'è fatto mio figlio.” Pattie.
Come faceva ad essere sempre così positiva?
Chi riusciva a darle la forza, chi?
Ora appendo un corda e...e....”
“Ho detto basta! Non lo devi pensare neanche per scherzo!” mi abbracciò, affondando il viso tra i miei capelli color della notte.
Che ora come mai prima d'ora odiavo.
Aveva avuto il semplice coraggio di abbandonarmi, come un cucciolo randagio, e darmi il compito più importante e difficile di questo pianeta: crescere un figlio.
Suo figlio.
Come se fossi l'unico scarto della sua vita.
Un immenso bidone di rifiuti, in cui gettare tutti gli errori commessi.
Io sono incinta Pattie, lui non può abbandonarmi così.” inizia nuovamente a singhiozzare.
Sono dalla tua parte tesoro. Lo sono.” mi riaccolse tra le sue braccia materne, dandomi un calore che da settimane mi era ormai sconosciuto.
Ma cosa dico.
Settimane?
Anni, anni interminabili e bui.
Da quando mia madre era venuta a mancare non facevo altro che pensare a come finire la mia vita, un giorno.
E da quando è successo questo immenso caos, da quando non sono più me stessa, penso che questo giorno si avvicini.
Sempre di più, come l'ombra di un assassino.
Ritornerà vedrai.”
Come fai ad esserne sicura?”
Non lo sono. Ma sappi che ci sono io, qui con te.”


 


*



Selena's chapter.

 

La campanella suonò, interrompendo le lezioni e facendo gremire la mensa.
Mentre indisturbata cercavo di ritirare il pasto del giorno, mi raggiunse sovreccitata Tey, colpendomi ripetute volte la spalla.
Oddio oddio!” si lasciò scappare un urlo.
Probabile di gioia.
Sei di buon umore oggi.” le sorrisi.
Ok, non puoi immaginare neanche la super notizia bomba che ho da darti!” fece sedendosi al tavolo, e irrequieta iniziò a giocherellare con la mela.
La sua espressione non prometteva nulla di buono.
Ma stetti comunque ad ascoltare.
Justin Bieber è a Los Angeles!” si strizzò le guance, forse un impulso nervoso.
Un attimo... cosa ha detto?
Justin Bieber è a Los Angeles?!” mi si illuminarono improvvisamente gli occhi.
Justin è qui, oh mio dio Justin Bieber è qui, si si.” iniziai a ripetere sadica sotto voce, quando ad interrompere i miei salti di gioia fu solamente il suo sbuffare.
Senti cocca è il mio idolo.” assunse improvvisamente un'aria superiore.
Sì certo come vuoi. E sai per caso che programmi ha?” chiesi tutto d'un fiato.
Perchè?” allungò la 'e' finale con il suo insopportabile modo.
Perchè... Perchè così ti accompagno, no?” risposi nervosa.
“Beh si dice che stasera sia ad un ballo.”
Quale ballo?” chiesi interrogativa.
Quello che si tiene ogni anno all'hotel Four Seasons.”
Tutto ciò era un semplice segno del destino.
Non ero destinata a questa semplice vita da studentessa tutta smancerie, e non lo sono mai stata, e questa non è che l'ennesima prova.
... Ma stasera c'è il ballo scolastico.” interruppe i miei pensieri.
Tieni a Bieber più di qualunque ballo studentesco?” l'assecondai con uno sei miei sorrisi più luminosi.
Certo!” ricambiò trasportata.
No problem, stasera io tu e Derek faremo cambio di programma.” le strizzai l'occhio soddisfatta.
Derek avrebbe sicuramente acconsentito.
Stravede per me sin dal primo giorno in cui ci incontrammo, e non avevo alcun dubbio.
Di nessun genere.
Ma ma.. ci tenevi ad andare al ballo studentesco Elly.” diede un morso alla mela, assaporando il boccone poco alla volta.
Andiamo! -le diedi nervosa un colpo sulla spalla e improvvisai una risata- La mia migliore amica è molto più importante di questo.”
Qui gatta ci cova.” increspò impercettibilmente le labbra, per poi addentare la buccia rosso sangue.
Fidati che è così...” la guardai indecisa sul da farsi.
e ora basta parlare o si raffredderà il pranzo.” indicai disgustata gli spaghetti della mensa, o meglio dire la solita poltiglia tutta colla e carboidrati.
Buon appetito.” mi sorrise, concludendo quella strana e diabolica conversazione.

 

*
 

Sentì il suono secco e prolungato del campanello provenire dall'ingresso, e diffondendosi per tutta la casa penetrò nella mia stanza.
E' lui.” mormorai espirando calma.
Feci pochi passi lungo le scale, e percorrendole lentamente arrivai davanti lo specchio dorato.
Quello con i bordi spizzicati e opachi, ormai così familiari da ricordare a memoria i suoi tratti antichi.
Ero bellissima, sì lo ero.
Indossavo un vestito senza spalline, stretto al seno, di un lilla spumeggiante e acceso, con uno spacco nella coscia destra di un azzurro cielo.
Ricadeva morbido a terra, seguendo armoniosamente i miei movimenti e rendendoli ancora più soavi.
Al collo avevo una collana con un pendente blu intenso, molto prezioso, a forma di goccia.
Mentre ai polsi dei comunissimi bracciali color argento, e ai piedi due splendidi tacchi con platò dello stesso medesimo colore.
Sono pronta!” urlai poco distante dall'ingresso.
Mi sistemai le lievi pieghe del vestito, e osservandomi un'ultima interminabile volta, scesi poi le scale ed aprì la porta.
Wow.” sgranò gli occhi Derek.
Sei bellissimo anche tu.” gli sorrisi dolcemente.
Poco dopo si ricompose e mi porse il braccio da vero gentiluomo, accompagnandomi in auto.
Ciao Tey, niente accompagnatore?” la salutai con un gesto della mano.
Hey! No il mio accompagnatore è Justin.” si agitò elettrizzata, saltando qua è là sul sedile posteriore.
Evidentemente non resisteva più all'idea di incontrare il mio finto ex fidanzato. Chissà come reagirebbe se lo solo lo sapesse.
A quell'idea risi compiaciuta.
Derek salì al posto del conducente, e dopo avermi ammirata sufficientemente -tanto da mettermi in imbarazzo- partì a tutto gas.
Ora che siamo insieme, perchè non mi dici a cosa è dovuto questo cambio di serata? Ci tenevi a quel ballo.” mi domandò Derek, sempre attento alla strada.
Questo ballo sarà cento volte meglio di quello studentesco.” gli diedi un buffetto sulla guancia, la quale diventò poco dopo di un rosa acceso.
Avevo mentito sì, ma lo avevo fatto per una buona causa.
Avrei incontrato Justin e gli avrei spiegato ogni singola cosa, ogni singolo particolare, mi avrebbe riportata a casa e magari , nelle peggiori delle ipotesi, sarei finita in una casa di cura per psicopatici.
Ma a conti fatti preferirei un carcere chiuso, piuttosto di questa prigione a piede libero.

 

 

Ci siamo. Trova Justin, trovalo.” mi ripetei più volte, poco prima di fare il mio ingresso nella hole dell'albergo; ed una volta entrata rimasi a bocca aperta.
Lunghi tappeti riempivano l'ambiente circostante, rendendolo lussuoso e quasi regale, mentre imponenti tavoli, adornati da tovaglie color oro, erano accostati alle pareti.
Dal tetto pendevano dei maestosi lampadari di cristallo grezzo, che a contatto con le luci creavano dei bellissimi giochi di colore.
Ben arrivati all'hotel Four Seasons, gradite?” ci salutò il cameriere in smoking e papillon, mostrando un vasto vassoio colmo di cibo piuttosto invitante.
Grazie.” presi qualcosa di salato ed inizia a tenere la bocca impegnata, mentre nel modo più tranquillo possibile, per quanto mi riuscisse, girovagavo in cerca di quel faccino che tanto mi era mancato.
E' stupendo, tu sei stupenda.” mi sussurrò Derek all'orecchio e cingendomi i fianchi mi baciò passionale la guancia.
Taylor lo seguiva a ruota, guardandosi attorno come un cucciolo smarrito, impaziente di trovare la sua preda.
Se dovevo parlare con Bieber allora l'avrei dovuto fare senza la sua presenza, o avrei rovinato tutto, mandando in fumo l'intero piano.
Più camminavo più ammiravo le persone presenti.
A loro cospetto ero poco se non niente, certamente pur essendo un galà aperto al pubblico, tutti gli invitati erano più che eleganti.
Mi sentivo quasi in imbarazzo tanto da avvertire un leggero pizzicore alla guance, quello che percepisci quando ti fissano eccessivamente anche per i tuoi gusti.
Ma nonostante tutto, era una sensazione piacevole.
Mi staccai cautamente da Taylor e Derek, lasciandoli proseguire a passo lento, e continuai la mia passeggiata per qualche minuto; quando...
Justin.” sussurrai con la voce incrinata dai singhiozzi.
Era lì, immobile, come un principe può aspettare la sua principessa, ad osservare pacifico tutto ciò che gli stava attorno, bellissimo come non mai, con il suo solito sorriso sghembo da mozzare il fiato.
Mi era mancato e non poco.
Avevo una voglia sfrenata di avvolgerlo tra le mie braccia, di sentire il suo calore, il suo profumo bruciarmi le narici.
Sussurrargli quel “mi sei mancato” che progettavo ormai da giorni, e sapere che per lui è stato lo stesso.
E nonostante questi miei desideri incontrollabili, non riuscivo neanche a muovere un solo muscolo; come se fossi incatenata senza alcuna via d'uscita.
Come se dei pesanti catenacci mi tenessero inesorabilmente i piedi al pavimento.
Ma non mi sarei arresa così facilmente, le avrei spezzate se non ridotte in cenere, pur di sentire la sua presenza a qualche centimetro dalla mia.
Presi un profondo respiro ed iniziai a dirigermi verso di lui.
Più avanzavo più lo spazio tra me e lui diminuiva, si accorciava fino a scomparire.
Più avanzavo più distinguevo i suoi meravigliosi particolari, dalle ciocche così irresistibilmente soffici, alla bocca così maledettamente invitante.
Più avanzo più capivo che non era un sogno ma la pura e semplice realtà.
Arrivai lì, nel mondo più naturale e sfacciato che possa esistere, e lo guardai, fino a costringerlo a voltarsi.
Oh ciao, tu saresti?” tipico approccio con una fan in situazioni come queste.
Una t-”
Una bella ragazza?” mi interruppe ammiccando.
Bene, ci stava provando, che onore.
Veramente no, sono una tua fan.” sorrisi impercettibilmente.
Sei troppo tranquilla per esserlo.” astuto il ragazzo.
E' vero. Diciamo che ti trovo interessante.”
Trovi me, Justin Bieber, solo interessante?” è da lui pavoneggiarsi, soprattutto se davanti ha una bionda, con una terza e un vestito che lascia parecchio a desiderare.
Posso comprenderlo.
Iniziai ad agitarmi, cercando di non darlo troppo a vedere.
Allora emh... da quanto tempo sei qui?” cambiai alla svelta argomento.
Sono in fuga sai com'è, problemi d'amore.” scosse leggermente la testa come segno d'auto approvazione.
Problemi con la Gomez?” sorrisi inspiegabilmente.
Lo trovavo alquanto strano pronunciare il mio cognome in un modo quasi...sgradevole.
Beh si io e Selena stiamo attraversando un periodo poco bello.”
Bingo.
A questo proposito io vor-”
Perdonami devo allontanarmi un attimo aspettami qui.” mi interruppe un'altra indifendibile volta.
Certo.” sussurrai, incerta, quando ormai era lontano.
Aspettai un'abbondante mezzora, che riempì mandando giù drink vari e cocktail, e quando capì di essere stata scaricata, iniziai a camminare a passo svelto, con tanto di tacco dodici, tra i presenti.
Dovevo trovarlo.
Dovevo dovevo farlo per me.
Scusi ha visto Justin?” domandai ad un cameriere.
Quel Justin? Justin Bieber? Credo sia lì.” indicò con il dito un punto preciso tra la hole e il salone, salutandomi poi con un sorriso magnetico.
Scrutai più e più volte sino a quando non lo individuai, tirando un sospiro di sollievo e sorridendo più al mio lato pessimista che a quello buonista.
Justin!” urlai puntando in alto la mano in segno di saluto.
Mi sorrise di risposta, quando poco dopo qualcuno gli di avvicinò tempestivo, un uomo alto e di colore, costringendolo con uno strattone ad allontanarsi dalla sottoscritta.
Iniziai così nuovamente a correre, sollevando lo strascico del vestito ormai decisamente d'intralcio, e facendomi spazio tra la folla riuscì a seguirlo fuori l'hotel.
L'aria era tagliente e un cielo cupo e scuro dominava su tutta Los Angeles, dando quasi una sfumatura di tristezza.
La zona del tappeto rosso, situato poco prima dell'entrata, gremiva ormai di gente di tutti i generi, persino le fans erano arrivate ad infiltrarsi.
Le urla riecheggiavano graffianti nell'aria, riuscendo ad avere un effetto simile a un sonnifero.
Mi lasciai prendere dal panico.
Le idee iniziarono a roteare confuse come facessero parte di un flipper, rivoltate per tutto il mio fragile cranio.
Le mani iniziarono istintivamente a tremare e il cuore cedette un battito, esibendosi con qualche capriola lungo il tappeto rosso stesso, quando lo vidi salire su una Limousine poco distante dal mio corpo ormai incapace di reagire.
Lo intravidi, con al coda dell'occhio, abbassare il finestrino oscurato, permettendomi di vedere il suo volto.
Aveva una smorfia di dolore e frustrazione, se non di delusione, stampata in faccia, e per quanto si sforzasse di apparire rilassato, dentro mille e uno emozioni lo stavano assalendo.
Come se dentro di lui si stesse combattendo una guerra senza avere mai fine.
Ma perchè? Cosa poteva essere successo?
Con quella poca dosa di buon senso rimasta in corpo, mi feci spazio tra la folla, spingendo le fans e creando un varco tra i fotografi.
In quel momento avevo solo un obbiettivo e l'avrei portato a termine, qualunque ostacolo e barriera si fosse parata davanti.
Arrivai così a pochi centimetri distante dal finestrino, che dopo due lunghe falcate raggiunsi, abbracciando il lembo di vetro così eccessivamente gelato.
Il mio viso rinvigorì insensibilmente.
J-Justin devo dirti una cosa.” boccheggiai in cerca di aria.
Parti, ho detto Parti!” ordinò confuso all'autista.
No ti prego devi ascoltarmi!” lo guardai implorante negli occhi.
Le gambe iniziarono a cedere, facendomi provare una lunga e ampia fitta per tutto il ginocchio, costringendomi a gemere vergognosamente.
Parti!” urlò più forte di prima colpendo il sedile dell'autista.
Per lui ero del tutto inesistente, una delle tante, un'inutile figura umana.
Sentì poi un rumore sordo provenire dalle ruote.
Poi avvistai, nonostante la vista ormai offuscata, un fumo provenire da quest'ultime e sentendo di rimando il tipico odore di gomma bruciata.
Mi stava scappando.
Justin!” la macchina si mosse di un millimetro, quando poi avvistai la lastra di vetro alzarsi verso l'alto.
Non potevo più aspettare, era l'unica possibilità rimasta, l'unica 'via d'uscita'.
Justin, sono io Selena!” urlai con tutto il fiato rimasto.
Si voltò di scatto sgranando gli occhi.
Aveva la mascella spalancata, tanto da temere che gli cadesse ai piedi.
Mi aveva sentita.
Lo aveva capito.
L'auto rombò infine spaventosa, per poi sparire ruggente dietro una curva.
Sparendo, forse, per sempre.
I polmoni bruciavano, gli occhi lacrimavano e le gambe, dopo una lunga lotta per tenersi erette, caddero al pavimento, facendomi udire un rumoroso -Scrash-.
Di colpo non aveva più senso combattere.
Avevo perso tutto quella sera stessa, e per quanto ci avessi provato, ne ero consapevole.
Ero intrappolata in quella prigione chiamata “mondo” e non ne sarei uscita.
Mai più.
Ero sfinita, tanto sfinita e confusa da chiudere gli occhi, inconsapevole, però, di quando si sarebbero riaperti.

 









I'm gonna Live my life! Li-li-live my life.

Patapatuuunz tunz tunz tunz, eccomi :'3
Si lo so è al quanto vergognoso (?) vi ho lasciate nelle feci essiccate e nel dubbio più profondo senza farvi sapere più nulla. 
Picchiatemi. çwç
Però ditemi la verità: con questo capitolo vi siete rifatte birbantelle!
Sono 5 pagine di Open Office e sono molta fiera modestamente.
*Si applaude da brava Foreveralone*.


10 Recensioni IO. VI. AMO.

Siete le lettrici più belle del mondo, tanto love ghslfjsksdhg.
E non la smetterò mai di dire che è grazie a voi che continuo a scrivere, siete voi che mi date la forza.
Ringrazio anche solo chi legge.
Ok... basta zucchero. °^°
Ritornando al capitolo: quale domanda vi sorge spontanea dunque?
"Cosa glia avrà detto l'uomo di così importante a Justin da farlo scappare?"
Al prossimo capitolo! 
Pisello-v

Xoxo.
;)


Ps: Me la lasciate almeno una rencesione voi che leggete? Piccola piccola, anche.
Vorrei arrivare almeno a 9.

 

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Capitolo 12
*** La scelta di un domani. ***


La scelta di un domani.

Cap.12

 

 

 

 

 

Eley's chapter.

 

Mi guardavo attorno.
La stanza era illuminata solo da una fioca luce bianca, che impercettibilmente mi offuscava la vista.
Accanto a me due lettini vuoti, precisamente identici al mio.
Aprì gli occhi.
Ero pronta, l'avrei fatto.
Sei pronta?” mi disse Mandy, mia madre, o meglio dire la madre di Selena.
Pattie invece stava silenziosa su una poltrona a contemplare il cellulare.
Che avesse avvisato Justin? Probabile ma me ne sarei fatta una ragione, più che buona aggiungerei.
Credo di sì.” annuì abbattuta.
Devo farlo.” continuai fissando un punto indefinito.
No che non devi.” parlò questa volta Pattie, avvicinandosi e accarezzandomi la mano, come segno d'affetto.
Aveva ragione: non ero costretta.
Ma se per qualche segno del fato, io e Selena ci fossimo riappropriate dei nostri corpi, questo sarebbe stato l'errore più grande della sua vita.
E per quanto non mi interessasse, non sarei mai stata capace di farle un simile gesto.
Cosa avrebbero detto i suoi fans? E quelli di Justin? Sarebbe successo il cataclisma, e non potevo di certo permetterlo.
Non farlo.” aggiunse Mandy guardandomi serena.
Scossi la testa increspando le labbra.
Come vuoi tu.” rispose così al mio gesto.
Guardai per l'ultima volta la finestra, fuori pioveva e il cielo era scuro, quasi pumbleo, lo dominavano solo grandi ed imponenti nuvole color grigio cenere.
Infine il dottore spuntò dalla porta, appoggiando la schiena allo stipite, dando un rapido sguardo alle persone presenti, per poi soffermarsi sulla sottoscritta.
E' ora.” accennò un segno d'incoraggiamento.
Guardai per l'ultima volta le due donne dinanzi a me.
Cercai di rassicurarle con piccoli sorrisi, prima uno, poi l'altro, ma non bastavano, soffrivano come se fossero al mio posto.
Probabilmente l'unico loro desiderio era di riportarmi a casa, e farmi vivere una vita più che felice, senza Justin.
Senza Justin.” ripetei combattuta tra me e me.
Sentì poi il lettino spostarsi e muoversi verso la porta, in direzione della sala operatoria.
Arrivati in corridoio udì parlottare, mi sporsi leggermente, discutevano silenziosamente sul da farsi.
Questo tipo di operazione è sempre un rischio. Può comportare infezioni, quindi ci metteremo tutto il tempo necessario, stia tranquilla.” di rimandò dei singhiozzi tagliarono l'aria.
Facendomi coraggio chiusi gli occhi, intravedendo quel buio semi piacevole.
Percepì per la seconda volta il lettino rullare sul pavimento, -calcolando che i metri da percorrere fossero pochi- poi fermarsi, e un rumore secco di una porta penetrò nelle orecchie.
Selena ora ti faremo la nestesia.” una voce femminile mi cullò, subito dopo avermi penetrata con la siringa.
Dopo pochi minuti avvertì le braccia stringersi, avvicinarsi al corpo, costrette da varie cinghie, e lo stesso per le gambe.
Quando poi rilevai le vene atrofizzarsi, come se si stessero spegnendo, mi lasciai andare, dando alle tenebre tutto lo spazio che pretendevano.

 

*

 

Justin's chapter.

 

Non può abortire è ridicolo!” urlavo da svariate ora la stessa identica frase, aggiungendo di tanto in tanto qualche auto considerazione, in fondo sapevo che la colpa era mia.
Solo e soltanto mia.
Mi alzai per l'ennesima volta, percorrendo in tondo uno spazio tra la sedia e le valige, che accuratamente Kenny aveva sistemato per trattenermi seduto.
Smettila di lamentarti o sarò costretto ad ucciderti.” sbottò massaggiandosi le tempie.
Siamo bloccati in aeroporto da quasi tre ore, come pensi che riuscirò ad arrivare in ospedale in tempo?” lo guardai convincente, cercando di riportarlo alla realtà.
E chi ha detto che tu debba arrivare in tempo?” come previsto mi diede poco conto, davvero di conforto, e pensare che di bodyguard migliori di lui ne potrei avere a palate, se solo lo volessi.
Kenny ma tu non capisci! Lei non può abor-” mi interruppe schioccando la lingua al palato, quasi come cenno di disapprovazione.
Vuoi che ti sentano i paparazzi?! Guarda lì -mi indicò puntando il dito- è pieno zeppo di tizi armati di Reflex, ora vuoi smetterla prima che ti prenda a calci?” mi guardò serio.
Ripresi a camminare in tondo, creando passo dopo passo dei cerchi immaginari, cercando di prestare la massima attenzione ai voli.
Stupidi, stupidissimi voli del cazzo.
Sarei dovuto essere ad Atlanta già due ore fa e invece sono bloccato qui, a Los Angeles, con i paparazzi e le fans che sbraitano a poche decine di metri.
Di male in peggio direi.
E come se non bastasse, urtai accidentalmente la valigia, che fece cadere di rimando le altre posizionate su di essa a mo' di pila, e così fui esposto anche dall'altro capo dell'aeroporto, dove provenivano maggiormente le urla.
E furono proprio quest'ultime a darmi l'ennesima conferma.
La barriera è andata, grandioso!” imprecai contro le valigie sparse ormai per tutto il pavimento.
Justin! Oh mio dio è Justin Bieber!” fece il versaccio Kenny, ancora appollaiato sulla sedia d'attesa.
Risi di gusto, confrontando e asserendo che non era poi tanto diverso dalle mie fans.
I controllori, vedendo tutto quel baccano nei paraggi, e dopo aver constatato che in aeroporto fossi presente io, posizionarono delle transenne poco distanti da me e Kenny.
Ma quando poi osservai una ragazza e un uomo venire all'incirca verso la mia direzione, dopo aver sorpassato con mio grande stupore le barriere, mi spostai con il bacino, cercando di percepire su cosa vociferassero.
La ragazza e l'uomo erano in compagnia di un assistente di volo, che con aria affannata e superiore gli camminava a fianco.
Vorranno un autografo.” ammiccai a Kenny, che di rimando mi fece un 'ok' alzando il pollice.
Ma quando fui superato dai tre mi bloccai.
Hai sentito anche tu?” mi si illuminarono gli occhi.
Proprio come quando un bambino riceve la sua caramella, in segno di ricompensa.
Che cosa?” domandò Kenny perplesso.
Iniziaa camminare a passo svelto, udendo le urla amplificarsi sempre di più.
Più mi allontanavo e più le grida squarciavano l'aria, tagliandola e graffiandola come fossero artigli.
Ciao sono Justin Bieber.” misi una mano sulla spalla della ragazza, facendo voltare come da me previsto.
La sua espressione era tranquilla, pacifica.
I capelli color castano le incorniciavano il viso illuminandolo, e i grandi occhi blu sembrassero quasi parlassero al posto suo.
Rimasi secco alla vista di quest'ultimi.
Oh... e così tu saresti Bieber.” sul viso le apparve un sorriso sghembo.
Non sei mia fan.” pronunciai quelle parole con un pizzico di delusione.
Direi proprio di no, quindi ti saluto.” voltò i tacchi, riprendendo a camminare, dandomi nuovamente le spalle.
Decisi di agire dall'altro lato, o avrei perso una preziosa occasione, che difficilmente mi si sarebbe ripresentata.
Feci voltare con le stesso medesimo gesto l'uomo che le stava accanto, probabilmente il padre.
Salve sono Justin Bieber.” sorrisi carinamente.
L'uomo si fermò, ricambiando -di colpo- emozionato il sorriso.
Mi afferrò con foga la mano, stringendola e scuotendola in segno di saluto.
Ce l'avrei fatta.
Martina guarda chi c'è!” urlò alla ragazza, senza staccare un secondo il suo sguardo dal mio.
Lo so papà.” sbuffò lei, incrociando le braccia al petto.
Non fare la maleducata e saluta.”
Ciao.” finse spudoratamente un saluto amichevole.
Senza convenevoli decisi di parlare, o non sarei salito su un aereo prima di sera inoltrata.
Signore ho sentito la vostra conversazione, avete un Jet privato giusto? Andate ad Atlanta vero?” chiedi tutto d'un fiato, aspettando un 'si' come risposta.
Certo ragazzo! Hai bisogno di un passaggio?”
Io e la mia guardia del corpo abbiamo un'importante questione da sbrigare, e ci chiedevamo se potesse aiutarci.” asserii con voce persuasiva.
Certo che si! -sorrise a trentadue denti- Jhon vai a preparare l'aereo, abbiamo due passeggeri in più.” ordinò rivolgendosi all'assistente di volo.
Ma papà..” tentò di contraddirlo la ragazza.
Che palle oh, proprio ora ne dovevo incontrare una così?
Non poteva, che ne so, stare a casa a scopare con il ragazzo?
Sempre che ce l'abbia poi, anche se il contrario mi sembra parecchio improbabile, troppo bella per essere single.
Ritornai alla realtà, ripromettendomi di non perdermi in stupidi pensieri come questi.
Grazie, grazie.” feci inseguito segno a Kenny di raggiungermi.
Farai bene a scollare quel culo dalla sedia, perchè si parte.” gli sussurrai, una volta vicino a me.






-If I was your boyfriend, I’d never let you go, I’d never let you go.


Ok lo so sono sata una merda e mi odio per questo, ho pubblicato in ritardissimo -motivi a parte-.
Ma vi prego perdonatemi *w* io vi amo così tanto.
Ok , well (?)

Questo capitolo è davvero uno schifo -ed è anche corto çç- ma farà ribaltare completamente la storia.
Quindi un capitolo di merda ci voleva, daje.
E per questo vorrei vedere un po' di recensioni :3

E grazie di cuore per le 10 del capitolo precedente.
Vi prenderei a coccole (?) una ad una.
Pisello-v. 

Xoxo.
;)

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Capitolo 13
*** Un'eccezione voluta. ***


Un'eccezione voluta.

Cap.13

 

 

 

 

 

 

 

 

Justin's chapter.

 

Allora, Martina tu starai qui con Justin mentre io e questo simpatico signore -abbracciò goffamente Kenny- staremo dì là, nell'altra stanza. E non saltate come le scimmie, siamo in aereo.” disse il padre di Martina.
Si avviarono e richiusero la porta, buttando un ultimo sguardo discreto verso il sottoscritto.
Io con te non ci sto.” si voltò di scatto e incrociando le braccia al petto aspettò che spiccicassi qualche parola di senso compiuto.
Come scusa?” la guardai stranito.
Con te non ci sto.” ripeté con tono più fermo e deciso.
E perchè scusa? Non puzzo mica... almeno.” mi meravigliai delle mie stesse parole, e giurai che le comparve un sorriso, quasi invisibile però.
Sei un... gay.”
Stupida verginella dei miei stivali, che cazzo hai detto?!
C-cosa? Pftt io non sono gay.” scrollai le spalle, concentrandomi per bene a non impastare le parole.
Oh, si invece.”
Senti mocciosa, abbiamo un lungo viaggio da passare insieme, perciò ti prego di non insultarmi o sarò costretto ad eliminarti.” l'ultima parola, però, mi uscì con un piuttosto divertito, tanto da non provocargli alcun disagio.
Non mi fai paura.”
E tu non mi offendi di certo, quindi trovati qualcosa da fare.” accennai un sorriso beffardo e maledettamente trionfante.
Iniziammo pian piano ad alzarci da terra, sino a quando il jet entrò nelle nuvole color grigio cenere, e mi rilassai, appoggiando meno teso la schiena al sedile.
Biberon.” rise, portandosi la mano davanti alla bocca.
Stai diventando pesante sai?” le sussurrai irritato, socchiudendo le palpebre e offuscando leggermente la vista.
Non è colpa mia se sei, ecco, un gay.” rise, ancora e ancora.
Cazzo non sono un gay! Mi scopo più ragazze di quanti ragazzi ti scoperesti tu nella tua intera vita.” sbottai, cercando di non surriscaldarmi eccessivamente.
Stette qualche secondo immobile ad osservare le unghia laccate di rosso, poi alzò gli occhi, e quando incontrò i miei ebbe un sussulto.
Percepì la sua costante insicurezza, e quando si alzò bruscamente posizionandosi davanti al mio sguardo impaurito, feci per alzarmi, ma mi bloccò iniziando a parlare.
Beh allora dimostralo.” alzò maliziosa le sopracciglia.
Cominciai senza rendermene conto a torturarmi le mani, sfregando violentemente le dita.
Come? Io? Ma hai detto che non mi sopporti.” pronunciai quella frase con paura, con un filo di insicurezza nella voce.
Allora, accetti oppure no?” quelle parole iniziarono vorticosamente a rimbombarmi in testa, distruggendo e portando via con se ogni singolo pensiero.
Come potevo fare questo a Eley? In ospedale, sola e senza di me.
Justin, amico, se un uomo ormai e non puoi perdere contro una mocciosetta succhia cazzi.
Una volta, una sola ed insignificante volta.
Buttati.
Sei un codardo.” scosse la testa delusa.
Ti sei messo contro la persona sbagliata.” le dissi con una sicurezza decisamente imprevista.
Con una maestria pressoché dimenticata, la trascinai sulle le mie gambe, facendola posizionare a cavalcioni su quest'ultime.
Con le mani le cinsi la schiena, percorrendo con le dita ogni singola vertebra, fino ad arrivare al coccige.
Baciami.” disse con le pupille dilatate ormai dall'eccitazione.
L'adrenalina si era impossessata del suo corpo, aveva il fiatone e le mani, che mi stringevano saldamente il cappuccio della felpa, erano visibilmente sudate.
Fremeva dalla voglia di assaporare le mie labbra.
Udì solo un respiro, smorzato qualche attimo dopo dalle nostre lingue, che sempre più si facevano esperte e per niente timide.
Simultaneamente le scostai i capelli dal viso, cercando di sempre più di tenere il contatto tra le nostre bocche, stringendo saldamente la sua lingua alla mia.
Un dolce profumo di fragola mi avvolgeva le narici, penetrando e bruciandolo come fosse acido.
B-Bieber.” balbettò il mio cognome in fibrillazione.
Trascinando le dita ancora una volta lungo la schiena, arrivai al sedere, che sta' volta afferrai, sollevandola di qualche millimetro più in su del mio petto.
La udì ansimare.
Percepì qualche secondo dopo il calore delle sue mani sul torace.
Quest'ultimo si spostava indugiando di tanto in tanto, stringendo euforico i bordi della maglietta, vicino la cerniera dei jeans.
Mi staccai ancora con il suo sapore in bocca, ed iniziai a baciarle l'incavo del collo lasciando una traccia inesorabilmente umida.
La sua pelle era dolce e tiepida, profumata e di un colore simile alla porcellana, l'avrei definita nettamente irresistibile.

Salivo, e arrivando alla mandibola scendevo nuovamente, marchiando con la punta della lingua ogni singolo lembo di pelle scoperta.
Di certo non era lei che avrei voluto in quel momento, ma la possibilità che la mia eccitazione arrivasse alle stelle, provocandomi qualche problemi nei pantaloni, era ormai possibile al 99%.
Continuai ad assaporare la sua lingua, le sue labbra, leccandogliele e, di tanto in tanto, mordendole il labbro inferiore con possessione.
Lei, dal canto suo, continua indiscreta a palparmi gli addominali, avvertivo le sue unghia sfregare contro la maglia, tracciando dei cerchi immaginari intorno ai capezzoli.
Ma qualche istante prima che si buttasse sul 'fattore b' -ovvero i pantaloni- mi staccai improvvisamente, e guardandola negli occhi la scaraventai sul sedile accanto, lasciandola più stordita di quanto già non fosse. Desideravo questa passione e lo volevo, ma non con lei.
Che cosa stai facendo?!” urlò, cercando in qualche modo di riallacciare un rapporto.
Come hai potuto vedere, qui nessuno è gay.” sorrisi beffardo, rivolgendole uno sguardo talmente sghembo da farmi paura.
Sei uno stronzo!” sbottò, alzandosi e dirigendosi il più lontano possibile.

 

*

 

Caro Bruce dobbiamo separarci.” salutò Kenny con una stretta di mano.
Spero ci rivedremo.” contraccambiò il padre.
A conti fatti mi dispiace, non sa che sua figlia è la nuova ed esilarante promessa della statale 'Beverly street A-centoventisettesima, Atlanta.'
Arrivederci signore e grazie.” salutai io, rivolgendogli una pacca sulla spalla.
Ciao Martina.” le sorrisi ancora una volta.
Non ottenni risposta però.
Ovviamente, in fondo, lo immaginavo.
Io e Kenny iniziammo a camminare sotto il cole cocente, facendo slalom tra i flash dei paparazzi e cercando di raggiungere la macchina 'di scorta'.
Una volta dentro tirai un sospiro di sollievo.
Ciao Justin, hey Kenny!” salutò Jerry, l'autista.
Amico mio, all'ospedale Downton. Svelto.” gli indicai con tono deciso.

 

 

 

Selena's chapter.

 

Mi risvegliai con un forte mal di testa e un fitto dolore agli zigomi, tutto ciò che riuscivo a ricordare era Justin e un'immensa confusione, poi il buio più totale.
Alzai gli occhi al soffitto e constatai di essere distesa su un letto di ospedale.
Finalmente ti sei svegliata.” mi sussurrò una voce fin troppo conosciuta.
Derek.” sussurrai dolcemente il suo nome, voltandomi.
Ci sono anch'io.” udì un'altra voce melodiosa, anche questa decisamente familiare.
Tey.” sorrisi nel vedere la sua espressione pacifica, mi era mancata.
Cercai invano di sistemarmi tra le lenzuola bianco scarlatto, ma i tubi che mi avvolgevano il cranio me lo impedivano a vista d'occhio.
Mi rassegnai insoddisfatta.
Hai sbattuto la testa e sei entrata in un leggerissimo coma, solo per un giorno, quasi due.” mi raccontò malinconica Tey.
Feci segno con il capo di continuare.
A quanto pare Justin sei riuscita a vederlo solo tu.” questa volta a parlare fù Derek.
Ma... va bene così -continuò a parlare- non preoccuparti, se vuoi vedere ci sono anche le foto su internet.” indicò puntando il dito verso il portatile, poggiato in bilico su un tavolino di plastica.
Tey, non sei arrabbiata con me?” le domandai sconfitta.
Perchè dovrei?” si alzò per stringermi in un abbraccio, poi sentimmo anche la pressione di un terzo individuo.
Ahia Derek! Mi stai facendo male!” si lamentò mugugnando Tey, poi scoppiammo tutti e tre in una sonora risata di gruppo.
Quindi ero riuscita a parlare con Justin, ero riuscita a dirgli chi ero realmente, e se la memoria non mi inganna, la sua espressione non era così sorpresa come immaginavo.
Certo, era alquanto sconvolto, ma un qualcosa di familiare c'era nei suoi occhi.
Evidentemente saprà tutto, qualcuna avrà preso il posto del mio corpo, magari questa Eley ora è nel mio corpo.
Certo! E' sicuramente così.
D'accordo, ora portatemi a casa!” sorrisi, cercando di sollevare la schiena.
Vado ad avvisare il dottore, non scappate.” dichiarò Derek alzandosi e varcando la soglia della stanza.

 

 

 































-> Il 2^ Trailer di Boyfriend è orribile, io mi sono cagata in mano e Bieber è uno stronzo avjghsk.

Ciaaaao amiche e amichetti del fantabosco (?) eccovi dopo aver letto un'emozionante capitolo super stra figo.
Ok, vantiamoci poco. 
:'3
No scherzi a parte, ci ho messo pochissimo a sciverlo per colpa della mia migliore amica che è un po' una merda, e colgo l'occasione per salutarla e mandarla a fanculo. <3

Dunque dunque,
che colpo di scena eh? Justin che si fa una tipa -che poi ha il nome della mia migliore amica- anzi no, non se la fa, ma perchè è uno stronzo buonista che ama troppo la sua amata.
Com'è dolce.
Ma sappiate che la dolcezza durerà poco.
Tutto può succedere baby. 
(?)
Povera Selena è finita all'ospedale, la capocciata che ha dato a quanto pare era buona lol.
Mi dileguo! Ah, e grazie mille per le 9 recensioni precedenti 
*-* vi amo.
Vi ringrazio per ogni singola parola che mi dedicate, ripeto che è solo per merito vostro che continuo.
Grazie ancora. Pisello-v. 


Xoxo.
;)

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Capitolo 14
*** Il prezzo di un desiderio. ***


Il prezzo di un desiderio.

Cap.14

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Justin's chapter.

 

Varcai con vistosa impazienza il portone dell'ospedale, squadrando ogni indicazione presente all'ingresso.
Mi diressi a passo svelto verso il bancone delle indicazioni, seguito a mia volta da Kenny, nel quale dietro sedeva un ometto grasso e basso.
Mi scusi, la signorina Selena Gomez in quale stanza si trova?” domandai spazientito.
Lo osservai per due minuti pieni fare zapping alla tv, poi mi rivolse uno sguardo del tutto disinteressato.
Sono Justin Bieber.” dissi con tono freddo.
Appena udì il mio nome e cognome, portò giù le gambe dal bancone, assumendo di tutto punto un'aria professionale.
Cerco subito.” e iniziò a smanettare a quello che era un vecchio computer, minimo del 2002.
Poco dopo distolse lo sguardo dallo schermo.
Stanza numero 117, secondo piano.” accennò un sorriso, che ahimè, non ricambiai.
Mi girai verso Kenny, intento a ricevere una risposta.
Vengo con te?” chiese.
Penso non ce ne sia bisogno.” detto questo mi diede una pacca sulla spalla, poi mi voltai, imboccando l'ascensore più vicino.
Camminai per due lunghi corridoi, uno più spento e inquietante dell'altro, i medici si prestavano ad assistere i pazienti, e le loro figure zampettavano meccanicamente accanto il sottoscritto.
Definirli degli zombie non mi sarebbe dispiaciuto affatto.
Con gli occhi scorrevo i numeri delle camere posti in alto e a destra dello stipite.
In fine arrivai alla stanza numero 117.
Vi entrai esitando impercettibilmente, e quando scrutai la figura di Selena nel letto, ebbi quasi l'impulso di piangere.
Dormiva beata, probabilmente per l'effetto della nestesia.
Justin!” urlò la mamma, venendomi incontro e abbracciandomi.
Come stai Justin?” mi chiese accarezzandomi il viso.
Sto bene mamma.” nonostante gli sforzi di prestarle attenzione, i miei non riuscivano a staccarsi dal suo viso e dal suo corpo, così inerme.
Quindi?” domandai alla mamma, guardandola negli occhi.
Sei arrivato tardi.” mi accarezzò la nuca, per poi riavvolgermi in un ennesimo abbraccio.
Mi divincolai con calma, avvicinandomi poi a Eley.
Che cosa ho fatto.” mi rimproveravo ad alta voce.
Ma più che un rimprovero, appariva come un'affermazione, un'inutile e crudele affermazione.
Tutti commettono degli errori, Justin.”
Il mio è troppo grande mamma.” le risposi di getto.
Era mio figlio quello che avevo appena lasciato morire.
Non lei, ma io.
J-Justin.” d'un tratto intravidi le sue palpebre muoversi, e da sotto le lenzuola le gambe stiracchiarsi.
Era sveglia.
Vi lascio soli.” annunciò la mamma, poi uscì dalla stanza.
Sentì la sua mano fredda poggiarsi sulla mia, le rivolsi un sorriso timido, e di rimando iniziò ad accarezzarmi le dita.
Sei stato uno stronzo.” biascicò sorridendo.
Ma no, il suo sorriso non era un sorriso sincero, vero; era un sorriso di rabbia e dolore, di profonda delusione.
Non avevo di idea di come incalzarla, poiché aveva ragione, lei lo sapeva e lo sapevo anche io e me l'avrebbe rinfacciato in tutte le lingue se solo ne avesse avuto la possibilità.
Continuò la sua flebile carezza.
Lo so.” cedetti alla fine.
Non ti perdonerò, Justin.” disse con le labbra ricurve verso l'alto.
Stetti immobile per qualche secondo, poi risposi.
Non ti chiedo di farlo.”
Ogni mia particella del corpo, ogni singola fottuta particella, recepiva l'impulso di chinarmi e baciarla, baciarla fino alla svenimento, fino al punto di consumare l'ossigeno.
Perchè non la volevo solo psicologicamente, ma anche fisicamente e lei, questo, lo sapeva.
Arrivai sul punto di stringere saldamente i pugni, resisterle in quei pochi minuti era diventata ormai una lotta.
Mi ami non è vero?” se ne uscì poi con questa frase del tutto inaspettata, del tutto priva di logica in quel contesto, o forse no.
Iniziai a sentire l'aria opprimermi quasi come fosse cenere.
Mi avvolgeva e difficilmente mi lasciava squarci d'aria essenzialmente pulita.
Sorrisi involontariamente in tutto quel caos.
Si.”
Anche io.” disse, sempre con quel mezzo sorriso sghembo stampato in faccia.
...ma è finita.” concluse poi in modo inaspettato.
Iniziarono a bruciarmi gli occhi, temevo di non resistere e scoppiare in un pianto isterico da moccioso di due anni.
Ma..ma.. non puoi dirmi così.” si, stavo per scoppiare.
Hai appena detto il contrario.” l'espressione che mantenne per tutto il tempo svanì in un micro secondo.
Si ma non voglio che vada in questo modo.”
L'hai voluto tu.” scrollò le spalle in segno d'indifferenza.
No cazzo io ti amo, non devi lasciarmi.”alzai la voce tanto quanto per farmi sentire dal corridoio esterno; e l'afferrai stretta per il polso.
Non volevo reagire così, ma non ero in me e ne ero consapevole.
Justin, mi stai facendo male.” penetrò il suo sguardo nel mio, fondendosi in un'unica materia.
Ma non mollai la presa anzi, ampliai la forza attorno al suo polso terribilmente fragile.
Justin! Il polso!” urlò scansandomi via.
Finì qualche metrò più lontano dal letto.
Ma non ebbi neanche il tempo di scusarmi che inizio ad agitarsi eccessivamente.
Pattie! Pattie!” si dimenava, come se fosse in preda dall'isterismo.
Che cazzo ti urli?!” feci segno con le mani di abbassare il tono, ma ovviamente non mi prestò alcuna attenzione.
Arrivò poi la mamma seguita da un dottore, entrambi con gli occhi puntati su di me.
Devi tenerlo lontano da me!” gridò a mia madre, cercando rifugio tra le sue braccia.
Che cosa?! Non ho fatto niente!” oh, sì invece.
Ma era così fottutamente orgoglioso da ammetterlo.
La volevo mia, solo e soltanto mia.
Quell'aggettivo era diventando un'ossessione per me, troppo importante.
Alzai lo sguardo dal pavimento, ed incontrai all'istante quello di mia madre, più deluso di quanto non l'avessi mai visto.
Andai in escandescenza.
Ho chiuso! Me ne vado!” voltai le spalle al dottore, a mia madre e alla ragazza che amavo.
Ma non mi resi conto che, l'errore che stavo per fare, mi sarebbe costato il prezzo di un solo desiderio.

 

 

*

 

 

Uscì dall'ospedale, arrabbiato, furioso e per niente desideroso di fare conversazione.
Ed ecco perchè, quando mi si avvicinò Kenny, lo scansai con violenza.
Ma non mi voltai per esaminare la sua espressione, tutto quello che mi importava adesso era pensare a me stesso.
Me stesso.
E ci sarei riuscito.
Continuai così a camminare, fino a quando non arrivai al parcheggio dell'edificio, dove appoggiato ad una Ferrari trovai un ragazzo impegnato a fumare.
Mi avvicinai esitante.
Me ne daresti una?” chiesi con tono innocente, non volevo che mi capitasse qualche Bieber-hater con strane idee per la mente.
Si certo, tieni.” mi porse il pacchetto di sigarette.
La portai al naso, odorando ogni singolo fulcro di tabacco.
Poi feci segno di accenderla, e senza esitare un momento, avvicinò l'accendino all'estremità della sigaretta, accendendola.
Immediatamente la portai alla bocca, riempiendo i polmoni di quella strana sostanza mai provata prima d'ora.
A primo impatto bruciò leggermente, poi arrivò al cervello, dandomi quasi una sensazione di piacere.
Feci una, due, tre tirate; buttando dalla bocca quel fumo grigiastro.
Buona.” ammiccai.
Menta.” rispose lui con il medesimo gesto.
Grazie amico, ci vediamo.” lo salutai con un cenno della testa.
Ripresi a camminare dritto, ancora con la sigaretta tra l'indice e il medio, e di tanto in tanto le mie labbra poggiavano nuovamente su di essa, ridonandomi quella strana sensazione.
Sentì poi la tasca del pantalone vibrare, e dopo aver letto “numero conosciuto” sul display, decisi di premere il tasto verde.
Pronto?” risposi con voce roca.
Justin, sei tu?” nonostante le poche ore passate insieme, riconobbi subito la sua voce.
D'altronde era impossibile dimenticarla.
Martina, come hai avuto il mio numero?” lasciai perdere i convenevoli.
Ciao anche a te. Comunque il tuo bodyguard è un po' troppo aperto con la gente sconosciuta, dovresti farglielo presente.” capì inevitabilmente la soddisfazione nel suo tono.
Che cosa vuoi?”
Non sono il massimo della simpatia, lo capisco. Ma che ne diresti di incontrarci? Magari all'acquario? Sai adoro i pesci.” disse quasi eccitata.
Perchè dovrei farlo?”
Non ti concedi neanche alle amiche?”
Non sei mia amica.” risposi con tono distaccato.
Allora lo diventerò. Beh ci stai o no?” domandò con tono di sfida.
Alla fine cedetti.
Dopo tutto era a me che dovevo pensare, da oggi in poi Bieber e nessun altro.
Quando?”
Domani, alle cinque del pomeriggio. Non fare tardi Bieber.” detto questo riattaccò.
Bene Justin, hai ufficialmente un appuntamento.
Fai vedere chi sei uomo, nessuno è così terribilmente swag come te.

 












 










- L'inferno all'improvviso, Yo! (?)

Si lo so, ci ho messo un'ernità ad aggiornare ma dovete
in ogni caso perdonarmi, of course. C:
Allooora, come vi è sembrato questo capitolo?
Esclusivamente dedicato ad un bad Justin.
Me gusta. :3
Per commenti della serie: "come hai potuto fare questo?"
Belle signorine io vi avevo avvertito.
Se questa storia fosse solo peluche, caramelle a forma di orsetti 
gommosi e unicorni con gli arcobaleni, sarebbe  
veramente troppo monotona.
Accontentaevi.
Tornando serie e mature (?)
Vi siete accorte della frase "Ma non mi resi conto che, l'errore che
stavo per fare, mi sarebbe costato il prezzo di un solo desiderio
."?
Beh spero di sì, dovreste pensarci un po' su, anche il titolo del capitolo  
e dello spazio autrice da segnali bimbe.
Comunque grazie per le recensioni, perchè oddio avghjksg 11.
Lo so ve lo ripeto ogni santassima volta, ma è vero VI AMO.
Anyway mi dissolvo che nessuno me se piglia più. çç
Pisello-v. 


Xoxo. 
;)

 

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Capitolo 15
*** Prima dell'inferno... ***


Prima dell'inferno...

Cap.15

 

 

 

 

 

 

 

 

Justin's chapter.

 

Quel giorno mi svegliai con un forte dolore alle tempie.
Quella notte, inoltre, rimettei tutta la cena e attribui il malessere a quella dannata sigaretta.
Non avrei fumato per altri cinque anni, sicuro.
Mi svegliai, stetti tre quarti d'ora sotto la doccia e infine uscì a fare colazione, dopotutto la mattinata si prevedeva all'incirca libera.
Iniziai ad ingurgitare una waffle alla nutella nel tavolino più isolato del bar, non avevo la minima voglia fare conversazione.
Ma poi suonò il cellulare.
Pronto?”
Buon giorno!” cazzo, ma è sempre in mezzo alle palle questa?
Ciao Martina.”
Un po' di entusiasmo Bieber, sembra un mortorio, ti è per caso morto il gatto?” no, è solo morto mio figlio.
Cosa vuoi?”
Volevo solo ricordarti di non fare tardi oggi pomeriggio, mi scoccia aspettare.” disse con tono ironico.
Le super star si fanno sempre attendere.” questa volta mi scappò una risata.
Non sei divertente.” azzardò seccata.
Lo sono eccome, non contraddirmi.”
Certo, come vuoi, a dopo.” e chiuse la chiamata.
Odiavo non avere l'ultima parola, specialmente con lei.

 

*

 

Parcheggiai con destrezza la mia Range Rover nera a pochi isolati dall'acquario di Atlanta, dopo tutto non mi avrebbe fatto male fare due passi.
E se avrei incontrato qualche mia fans sicuramente sarei ritornato di buon umore.
Ma, ovviamente, questo non accadde.
Durante il tragitto parcheggio-punto d'incontro, pensai e ripensai al giorno precedente.
Sicuramente sia la mamma che Eley avrebbero visto le foto in prima pagina con Martina, accompagnate con qualche titolo sdolcinato.
Immaginavo già: “Bieber e la nuova fiamma, amore o solo amicizia?”.
Certe volte vorrei davvero rubare una banana all'orango più incazzato dello zoo, e lanciarla tra la massa di fotografi che mi rompono costantemente le palle.
L'idea era certamente da prendere in considerazione.
Dopo pochi minuti arrivai all'entrata dell'acquario dove trovai ad aspettare Martina.
Mi sorrise e, non avendo scelta, ricambiai forzato.
Ciao!” mi abbracciò con troppo entusiasmo.
Hey.”
Sei di buon umore quindi.” mi accarezzò la guancia.
Martina ti prego non qua, entriamo.” e la spinsi dentro.
Entrammo e, sotto gli ordini della principessa sul pisello, andammo subito a vedere i pesci Luna.
Ci ritrovammo davanti un'enorme vetrata trasparente, dietro la quale l'acqua cristallina racchiudeva molteplici esemplari di questa razza.
Dovevo ammetterlo, l'idea dell'acquario non era stata poi così pessima.
Ti piace?”mi disse posizionandosi dietro il sottoscritto.
E' bellissimo.” seguivo con gli occhi il movimento delle branchie di ognuno di essi.
Mai quanto te.”
Oh, questo lo so.” sorrisi soddisfatto, quasi malefico.
Sei parecchio antipatico di persona sai?”
Mi riesce bene e poi cosa dovrei dire? Che faccio schifo? Andiamo lo sanno pure le formiche che non è così.” conclusi il mio discorso trionfante.
Beh, anche io sono carina, abbastanza da stare con te.”
Piuttosto preferirei finire in una gabbia di leoni.”
Sbam, spenta, Bieber vince sempre.
Che gentile.” si stampo' un'insopportabile smorfia in pieno viso.
Pensai velocemente a qualche frase epica da formulare dalle mie labbra perfette, ma uscì qualcosa di meno convincente.
La gentilezza è un altro dei miei infiniti pregi.” alla fine conclusi che, facendo il montato e il sostenuto, magari me ne sarei sbarazzato.
Anche se, ammettiamolo, nessuno si vorrebbe sbarazzare di me.
Perchè non l'hai voluto fare con me, ecco, in aereo?” rivoltò completamente la frittata.
Bene, ero fottuto.
Sono impegnato.” gorgheggiai a testa calata.
Sei sposato?” sgranò gli occhi.
Si, e ho anche due figli e tre cani.” la guardai impietosito, dopotutto solo lei poteva arrivare a certe conclusioni.
Il corpo c'era, era il cervello quello che le mancava.
D'un tratto, qualche secondo prima che contrattaccasse il mio precedente commento, le suonò il cellulare.
Pronto? Che cosa? N-no, ma non può occuparsene lei? D'accordo a tra poco.” riattaccò visibilmente furiosa.
Mi spostai di qualche passo, chissà le venisse la brillante idea di prendermi a calci come un cuscino anti-stress.
Problemi?” le domandai, cercando di trattenere una risata.
Direi di si. Beh devo andare, ciao.” si avvicinò baciandomi, per mia fortuna, solamente la guancia.
Missione compiuta swag man.

 

 

 

 

Selena's chapter.

 

Arrivai per l'ennesima volta con dieci minuti di ritardo alla prima ora.
Non era il massimo percorrere otto isolati con la bici, mettendo poi la fretta mattiniera, si finisce di solito per fare qualche manovra sbagliata e cadere a gambe aperte.
Fortunatamente di eventi come questi non me ne capitavano spesso, più o meno.
Dunque piombai come un uragano in classe, facendo cadere con lo zaino in spalla qualche quaderno accuratamente sistemato nel banco, trascinandomi dietro le solite urla.
Chissà se la vera ragazza del mio attuale corpo è così impacciata.
Spero per lei di si, le sto alquanto rovinando la reputazione.
A quel pensiero risi rassegnata, sapendo che, per quanto ci sperassi, non sarei mai più ritornata alla mia vecchia vita.
Affrontai quindi tre ore di lezione, per poi recarmi tranquillamente alla mensa.
Buon giorno amica!” mi salutò con un baciò al volo Tey.
Ehy, come va?” risposi sorridendo.
Senza neanche accorgercene avevamo già preso posto e a noi due si era aggiunto Derek, che sorridente mi avvolgeva le spalle con un caldo abbraccio.
Bene, ma ancora per poco.” indicò il piatto del giorno, che fumante giaceva nella scodella di plastica.
Buona fortuna!” scoppiammo a ridere io e Derek.
Comunque per il fatto della serata, siete sicuri di non essere arrabbiati con me?” introdussi indecisa l'argomento.
Io effettivamente un po', stavi per intrufolarti nella limousine del mio idolo.” mi guardò seria Taylor.
Non credevo davvero alle sue parole.
Insomma, sapevo di aver compiuto un'azione non esattamente corretta, ma era pur sempre mia amica.
D-davvero?” balbettai quasi sull'orlo di piangere.
Tey, vedendomi eccessivamente nervosa, sbottò sorridendo.
Sei una stupida! Non potrei mai essere arrabbiata con te.” mi strizzò l'occhio.
A quelle parole ritornai a sorridere beata, come se l'imprevisto di pochi attimi prima non fosse mai accaduto.
E a me non chiedi niente?” mi interpellò il ragazzo al mio fianco.
Sua maestà, è per caso in qualche modo adirato con la sottoscritta?” mi trattenni dal ridere.
No, piccola.” mi diede un bacio in fronte.
Se avete finito di limonare magari mangiamo!” si sbracciò davanti a noi Taylor.
Va bene, buon appetito.” annunciai, prima di addentare la mia mela giornaliera.
Passarono pochi minuti, forse poco più di dieci, quando Derek scattò impiedi, facendo cadere alle sue spalle la sedia e con molta nonchalance la raccolse balbettando qualcosa.
Che succede?” gli chiesi guardandolo interrogativa.
Devo andare, è una cosa importante.” sembrava agitato.
Ok, ci sentiamo dopo allora.” ma non riuscì a sentirmi, poiché era già corso via.
Mi voltai e trovai Taylor intenta a fissarmi sbigottita.
Che vuoi?”
Non dimentichi niente? Devi ridargli l'ipod che ti ha prestato in ospedale.” disse fiera.
Finì con due ampi morsi la mela e la gettai, facendo canestro dal posto, nel contenitore della spazzatura.
D'accordo, vado allora.” la salutai di fretta anch'io.
Bye!” gridò pimpante.
Iniziai così a farmi largo tra gli studenti, che in modo disordinato passeggiavano nei corridoi.
Poco dopo più di un minuto, passato per lo più a spingere le persone d'intralcio, arrivai all'esterno.
Scrutai più punti, dalla fermata dell'autobus al cancello prima del giardino, ma di Derek non c'era traccia.
Ma prima che potessi rientrare in quell'edificio tanto opprimente chiamato scuola, diedi un ultimo sguardo sul marciapiede difronte, vicino la curva che portava alla gelateria da “Barney's”.
Eccolo.
Stretta a Derek c'era una bionda platinata, forse di qualche anno più grande di me, bellissima.
Gli porse una cosa alla quale non diedi particolare attenzione, e lo baciò in guancia, regalandogli un sorriso da fare invidia al sole.
Come può farmi questo? Io lo amo... lui mi ama.
Non può davvero pensare di farmi questo, noi ci apparteniamo.
In quel preciso istante sentì un rumore sordo e stridente, come se qualcosa si stesse frantumando in mille pezzi.
Poi capì, quel qualcosa si trovava al centro del mio petto.
































~ Boyfriend uscirà quando nasceranno i miei nipotini.


Cccciao! Come butta la vita? Spero bene per voi, perchè non mi interesso lol.
No dai non sono così cattiva, voi mi amate lo stesso.
Dunque, come vedrete da titolo qua si avvicina la tempesta con tanto di uragano pioggia e grandine.
Eh sì, perchè vi annuncio che questo è un capitolo di passaggio e il prossimo
sarà quello che [finalmente] darà la svolta alla storia.
Finalmente ci siamo arrivati! :')
E ci sarà davvero da disperarsi... *gente che piange, urla e si ammazza*
ahahaha come sono tragica. *3*
Vi annunciò per vostra sfortuna che l'andamento della pubblicazione su efp sarà più o meno questo,
quindi è inutile che mi scuso ogni volta; ma anche io ho una vita.
Anche se è piuttosto difficile da credere. çç
Come sempre grazie mille delle recensioni, 9 per lo scorso capitolo, io non so più
come ringraziarvi, se non in tutte le lingue del mondo!
Vi amo per davvero, anche solo chi legge e mi mette tra 'le seguite' o 'le preferite' è fantastico.
Che altro dire?
Alla prossima.
Pisello-v.

Xoxo.
;)


 

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Capitolo 16
*** Tutto è perso, niente lo è per davvero. ***


Tutto è perso, niente lo è per davvero.

Cap. 16

 

 

 

 

 


Eley's chapter.

 

Non avrei mai pensato di ridurmi in una simile condizione, voglio dire, queste genere di situazioni si vedono solo nei film, o almeno così credevo.
Così credevo di cavarmela in un mondo che non è il mio, che non mi appartiene, e che probabilmente a paragone mi ci riconoscerei solamente come una dolce fibra dell'universo.
L'unico fardello fastidioso è che non sono più in armonia con esso, per quanto ci avessi provato.
Così credevo di aver fatto mio l'amore che provava -o prova, chissà- Justin nei miei confronti, e viceversa.
Nessuno dei due aveva vinto il cuore dell'altro con i punti del latte.
E anche se innumerevoli volte avessi desiderato fosse così, non lo era per niente.
Tutto ciò che ci era successo una conseguenza di una scelta dell'altro, messa inesorabilmente davanti a due bivi.
Che avessimo percorso quello sbagliato poco importasse, poiché se fosse stato quello corretto, durante il tragitto saremmo inciampati in qualche sorta di ripensamento.
Saremmo inciampati in un sasso, e difficilmente ci saremmo rialzati, cancellando ogni traccia del piccolo seppure importante accaduto.
E a dirla tutta è proprio così che è andata.
Così credevo di poter digrignare i denti alla vita combattendola, alle dure pugnalate che è pronta ad offrirti su un piatto d'argento, e alle cazzate che, seppur commesse per una buona causa; è felice di mostrarti su un telo di rimorsi.
Anch'esso sperduto nel tuo intoccabile ed ingiudicabile bivio.
In poche parole così credevo di avere una famiglia, in cui mi sarei forzata e sforzata di appartenere.
E in cui Justin e mio figlio ne avessero fatto indubbiamente parte.
Ma come avrete già capito tutti, mi sbagliavo.
Non si deve essere costantemente in cerca di un'avventura.
La vita è già di per sé un'avventura meravigliosa, che va assaporata in ogni singolo attimo, in ogni singolo rintocco di orologio.
Ma quando l'avventura si fa più pericolosa e selvaggia di quanto non avessi previsto, ti è così facile definirla meravigliosa?
Specialmente, poi, se un aggettivo così pieno di significato è accoppiato con la parola “vita”.
Lo ammetto, non avevo pensato a tutti questi “se” e “ma”, specialmente quando inizi ad abituarti ad un incubo, e quando improvvisamente sembri uscirne, ti senti quasi fuori dagli schemi.
Inappropriato a ciò che ti circonda e, nei peggiori dei casi, persino inappropriato a te stesso.
E questo era il mio incubo.
Pedina dopo pedina, mossa dopo mossa, avevo fatto crollare il mio gioco.
Scomparso, in una nuvola di polvere e oscurità.
Ed era stato proprio lui a spazzare via ogni possibilità, catapultandomi a centinaia di kilometri di distanza da un possibile tentativo di esistenza.
Nonostante mio padre preferisse dire in giro di non possedere alcun figlio, e gli studenti mi classificassero come la ragazza “Arizona”; io lo etichettavo come un tentativo.
Una sfida, molto più ricca di scappatoie e luci verdi d'emergenza dell'attuale.
Sì, era andata in questo medesimo modo.
I medici mi avevano da poco dimesso dall'ospedale, e Pattie si era gentilmente offerta di tenermi a casa sua quella notte, nel vano tentativo che Justin potesse presentarsi.
Lei non me l'aveva detto, ma glielo si leggeva chiaramente in faccia, quasi avesse stampato in fronte il suo ardente desiderio.
Detto fatto arrivammo in quella che era la sua villa.
Più piccola e meno progettata per dare nell'occhio, ma certamente qualcosa del figlio si notava chiaramente, principalmente nell'arredamento.
Bene, fai come se fossi a casa tua.” mi rivolse un sorriso apprensivo.
Annuì attenta, seguendola in cucina, e sedendomi finì per osservarla durante un possibile tentativo di preparare la cena.
Come mai hai una casa tutta tua?” le chiesi vaga.
A Justin non andava più il fatto che i paparazzi ci fotografassero insieme la maggior parte del tempo, e così...” alzò le mani davanti il petto, quasi a mo' di difesa.
Capisco.”
Mangi con me?” si avvicinò accarezzandomi la nuca.
No, ma grazie per tutto Pattie.” l'abbracciai, sentendo per la prima volta un vero calore materno dopo tanto tempo, azzardando di averne quasi dimenticato il significato.
Vado un po' a sdraiarmi, sono molto stanca.” arricciai le labbra all'insù, dopotutto non volevo farla preoccupare.
D'accordo, a domani allora.” mi strizzò l'occhio, per poi dirigersi velocemente ai fornelli.
Salì in camera da letto e aprì le tende.
Fuori la luce lunare si rispecchiava cristallina nell'immensa fontana in pietra, posizionata al centro della villa.
Tutto sembrava così tranquillo.
E anche il cielo lo era, quella notte particolarmente, colmo di mille punti luminosi.
Sapevo già cosa avrei fatto quella notte, e se mai non ci fosse riuscita, avrei provato e riprovata, senza mai perdere la speranza.
Poiché almeno quella è l'ultima a morire.
Feci pochi passi e finì per specchiarmi nel vetro riflettente della finestra.
Poco o niente era cambiato nel mio aspetto.
I capelli erano rimasti dello stesso colore, spento, come se ogni ciocca fosse stata tessuta dalla notte.
Erano leggermente allungati, finendo per curvarsi all'altezza del seno.
Gli occhi erano tali e quali, infelici, ora più che mai.
Non mi vedevo in quel corpo e presumibilmente mai mi ci sarei vista, un motivo in più per compiere quell'azione apparentemente folle.
Concedetti così un ultimo sguardo alla mia figura, distogliendolo definitivamente pochi secondi dopo, e incamminandomi nel balcone della stanza.
L'aria tagliente mi accarezzava la pelle, solleticandola e punzecchiandola fastidiosamente.
Mi sdraiai sul pavimento gelido e alzai gli occhi verso l'infinito.
Mi era mancata quest'azione per me solitamente giornaliera, mi era mancata.
Ciò che stavo per fare avevo dell'illogico, anche la stessa convinzione che potesse accadere era illogica.
Eppure provarci non avrebbe causato male a nessuno.
E magari chissà, mi sarei risvegliata nel mio letto, assaporando la felicità di aver vissuto solo un lungo ed interminabile sogno.
Aspettai pertanto parecchi minuti, che in confronto a ciò che aspettavo io mi apparirono come ore.
Lanciavo ogni tipo di occhiata all'interno della mia visuale, aspettando che l'inaspettato accadesse.
Fino a quando le mie preghiere furono inspiegabilmente esaudite.
Osservai a bocca aperta una stella slittare infuocata tra le altre, attraversando in un lampo di luce la distesa infinita.
Presi un grosso respiro, riempendo di ossigeno i polmoni.
Ogni parte del mio corpo, ogni lembo di carne mi urlava di pronunciare quel fottuto desiderio.
Ma il mio cuore, proprio lui, mi squarciava il petto, pregandomi di non fare nulla di sconsiderato.
Quella sera, purtroppo, possedevo ogni forza per rimbeccare qualunque voce, anche quella più importante.
Espirai pronta.

 

 

Desidero che tutto torni come prima, esattamente come prima.”

 

 

...ed improvvisamente le tenebre mi avvolsero,
facendomi crollare in un sonno profondo.

 

 

 

 

Ma quella sera, la stessa Selena intrappolata nel corpo di Eley, delusa da ogni aspettativa, chiese alle stelle di realizzare il medesimo desiderio.
E così, stanca e tradita, si lasciò cullare anche lei dall'oscurità.






















































Io sono ancora qua, e già .


Finalmente eccoci all'attesissimo capitolo.
Lo ammetto, non era così che volevo strutturarlo, infatti volevo anche inserire la parte di Selena.

Ma ho pensato che vi sareste rotte le palle a leggerlo... ewe
E così se davvero ci tenete tanto, io, amatissima da tutti i grandi scrittori come la Meyer e la Rowling, vi dirò che comunque la Gomez è tornata a casa disperata sull'orlo del suicidio; ovviamente per colpa di quello screanzato di Derek. 
Il poche parole vi ho risparmiato due pagine in più da leggere.
Ahahaha che sono divertentevole. (?) :')
Passiamo ai fatti: vi è piaciuto? vi siete sconvolte? ve lo aspettavate? -sì, un pochetto- e cosa pensate che succederà prossimamente? C:
Vorrei informarmi che molte nelle recensioni hanno azzeccato ad un particolare, ma lo vedrete più in là ovviamente.
Anyway grazie mille per le recensioni 10 *u* io davvero non so come ringraziarvi.
Spero che ne troverò altrettante per questo capitolo.
Quindi davvero ancora grazie.
Ultimissimissima cosa: tra qualche capitolo -quando la storia si sarà più o meno riassestata- vedremo moooolte situazioni hot.
Aspettatevi l'inaspettato. u.u
Ovviamente Pisello-v. 


Xoxo.
;)

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Capitolo 17
*** Che il gioco abbia inizio. ***


Che il gioco abbia inizio.

Cap.17

 

 

 

 

 

 

 

Justin's chapter.

 

Infilai nell'entrata le chiavi e con un movimento secco le feci scattare verso destra, accendendo così l'auto.
Quella mattina sarei andato a casa di mia madre, e avrei cercato -in qualche modo- di accaparrarmi un perdono che non meritavo.
Percorsi così quella poca distanza che comprendeva all'incirca il vialetto di casa mia e la porta d'ingresso, separante “ciò” che mi donava il sorriso giorno dopo giorno.
Attraversai l'ingresso deserto e semi buio.
Urlai invano il nome di mia madre ma di lei non c'era alcuna traccia.
Infine sentì dei passi provenire dalla scala a chiocciola, comunicante con il piano di sopra e la camera da letto.
Rimasi come bloccato, quando la voce che udì fu la sua.
“Justin! Oh mio, fatti abbracciare ti prego!” mi venne incontro freneticamente agitando sopra la testa le mani, smorzando e tagliando l'aria con le dita affusolate, per poi ritrovarmi quest'ultime avvinghiate al collo.
Sentì una scocca impossessarsi dell'intera spina dorsale.
Deglutì e senza dare conto a ciò che avesse detto, inizia a bofonchiare.
Sono stato uno stronzo e hai tutto il diritto di odiarmi, ma tu... aspetta. Cos'hai detto?” la guardai di colpo paralizzato.
Le parole mi morirono all'improvviso in gola e sentì come una corda avvolgermi la vena carotide.
La vidi indietreggiare di qualche passo, poi mi sorrise insicura; qualcosa non andava.
Allora?” mi feci coraggio incitandola a parlare.
Scrollò le spalle, assumendo uno sguardo, perso ben oltre dietro le mie spalle.
Volevo solo un abbraccio.” le sue pupille si fusero incandescenti con le mie, ma seppure conoscessi ogni tratto di quegli occhi, non riuscì a riconoscerle a fondo.
Scacciai via quel pensiero opprimente.
Tu...tu..” balbettai torturandomi le mani.
Si?” chiese.
Non sei arrabbiata con me?” mi indicai con l'indice il petto.
Si guardò intorno come in cerca di una risposta.
Perchè dovrei?” avanzò convinta, come se la sua insicurezza si fosse smaterializzata senza un perché, e appoggiò il viso nell'incavo tra la mia mascella e la spalla; cingendomi il bacino con le mani.
Non percepivo più la realtà, a circondarci vi era il nulla.
Esistevamo solo io e lei, solo noi.
Sentì il suo meraviglioso ed inconfondibile sorriso contro la mia spalla e capì quanto mi era realmente mancata.
Ti amo.” la buttai giù, senza pensarci un minuto di più, avevo bisogno di pronunciare quelle due parole.
Anch'io.” rispose secca sciogliendo l'abbraccio.
Distanziò i nostri volti, quanto bastava per percepire il respiro sulle labbra l'uno dell'altra.
Assaporai quell'aria tanto bramata.
Mi dispiace, per tutto.” infilò un mezzo sorriso.
E' a me che dispiace.” le risposi pacato.
Ma ora siamo insieme no?” avvicinò il suo naso al mio, fino a farli sfiorare entrambi.
Il cuore stava scoppiando, tanto da temere che potesse schizzarmi fuori il petto da un momento all'altro.
Fin quando lo vorrai.” accarezzai la sua chioma color della notte, assaporando con gli occhi ogni suo tratto.
Gli occhi, la bocca, gli zigomi così perfetti e rosei, il collo così candido.
Avrei voluto assemblare ogni parte del suo corpo con la mia, in ogni significato possibile, e farla mia fino all'alba seguente.
Ho bisogno di te.” le sussurrai, prima di assaggiare definitivamente le sue labbra.






Eley's chapter.

 

Aprì le palpebre pesantemente serrate dal sonno, ed intravidi con stupore la vista che circondava la mia -quasi dimenticata- casa.
Non riuscivo a crederci e pensai fosse uno dei tanti sogni che osava disturbarmi ormai da tempo.
Mi diedi un pizzicotto per provare la realtà, e non fui mai così felice nel sentire dolore.
Avvolta alle mie spalle avevo la coperta che ogni sera, ogni notte, mi dava compagnia sul tetto.
Compagnia nelle notti invernali, nelle notti estive, nelle tante notti in cui desideravo che tutto cambiasse.
Mi guardai intorno, quando capì di essere spettatrice della prima alba di Los Angeles dopo tanto tempo.
Ogni cosa sembrava perfetta ed in realtà lo era.
L'angoscia che mi trascinavo ogni minuto, come fosse marchiata sulla pelle, era dissolta in una nuvola di polvere.
Mi sentivo finalmente a casa, ero a casa.

 

*

 

Trascorsi le prime tre ore scolastiche con un'angosciante voglia di riabbracciare Tey.
Lei era una delle persone che più mi era mancata, forse l'unica, poiché all'infuori di lei non avevo nessun altro.
La immaginavo già stretta tra le mie braccia, il suo profumo di cannella nelle narici, i suoi ricci scuri pizzicarmi la faccia.
A quel punto fui libera di incamminarmi verso il regno “condiviso” di ogni studente, nonché quello più amato.
Varcai così il confine tra corridoio e sala pranzo, tra inferno e paradiso; ed iniziai a scrutare tra i tavoli presenti, escludendo ovviamente quello dei giocatori di football e delle cheerleader.
Il mio sguardo si posò su l'unica ragazza in iperventilazione, uno sguardo triste e preoccupato le disegnava l'espressione.
Era Taylor.
Con grandi e poche falcate raggiunsi la sua postazione e mi sedetti raggiante al suo fianco, abbracciandola più forte di quanto avessi calibrato.
Si girò così da poterla vedere in viso.
Ti voglio un mondo di bene Tey!” la legai in una stretta mortale, tanto da sentire un gemito soffocato.
Di colpo la tempesta che le regnava in faccia le si tramutò in un sorriso impareggiabile, lasciandole emergere ogni emozione.
A-anche io Elly.” rise di gusto.
Mi sei mancata così tanto!” le accarezzai la guancia colorita.
Fece una smorfia indecifrabile, poi rispose.
Anche tu, anche se è da ieri che non ci vediamo.” mi sorrise ancora, ancora e ancora.
Volevo recuperare ogni momento perso con lei e lo avrei fatto.
Quindi stai meglio giusto?” uscì dalla sue labbra una frase a me totalmente sconosciuta, e non potendola collegare a nulla annuì poco convinta.
Prima che potessi estrarre dallo zaino un pasto più decente di quello che serviva quotidianamente la mensa, si accostò al tavolo un ragazzo.
Non l'avevo mai visto prima d'ora, né avevo sentito parlarne, e così pensai fosse uno nuovo di queste parti.
Sentì lo sguardo pressare incessantemente sulla sottoscritta.
Il ragazzo iniziò a torturasi le mani.
Infine si voltò lasciandomi intravedere quanta frustrazione regnasse nel suo volto.
Ti posso giur-” non lo lasciai finire che subito gli porsi la mano, facendo forse uno dei gesti più folli e sconsiderati che potessi mai compiere.
Piacere Eley.” alzai le sopracciglia, sorridendogli.
Che cosa?!” intervenne Taylor guardandomi scioccata.
Scossi leggermente la testa ritornando alle presentazioni.
Hai voglia di scherzare?” si bagnò la lingua in attesa di una risposta.
N-no io sono Eley.” conclusi, sta' volta ritirando la mano.
Senti, non so che cosa tu – si girò verso Taylor, squadrandola per pochi istanti per poi concentrarsi nuovamente su di me. - o voi stiate tramando. Ma sappiate che io non ho fatto nulla. E tu, Eley, quanti anni hai? Ti senti così realizzata a prendermi in giro? Sappi che questo non ti darà indietro tua madre!” concluse con un tono di voce così alto da attirare l'attenzione di ogni tavolo.
Dopo aver pronunciato quelle ultime parole, si girò visibilmente accaldato e uscì dall'aula sotto lo sguardo di centouno studenti.
Appena il tempo di realizzare l'accaduto che Taylor mi precedette nella domanda.
Cosa diavolo ti salta in mente?”
Volevo arrivare fino in fondo, scoprendo cosa avesse portato tutto quell'odio al ragazzo di pochi secondi prima.
Perchè?”
Perchè?! Ieri, dopo averlo visto avvinghiato con una bionda Barbie, sei corsa dalla sottoscritta in lacrime. Così ho deciso di parlare a Derek e di farmi spiegare l'accaduto, era venuto qui per raccontarti ogni cosa e tu... tu... hai rovinato tutto! Non dovevi prenderti gioco di lui.” concluse il suo discorso esasperata.
Quanto a me, sapevo che ciò che avrei affrontato non era frutto di qualche giorno, ma di settimane e settimane di sentimenti reciproci.
Adesso inspiegabilmente distrutti.



































Shakalakalaka boom 
.


Salve fanciulle e fanciulli, 
inizio prima di tutto scusandomi.
Perchè sì sono stata una vera e propria latrina, vi ho fatto penare giorno e notte -spero mh- e ci ho messo veramente cent'anni a farvi leggere questo capitolo.
Che poi fa veramente schifo solo che mi è uscito così. (?)
Se mi odiate e volete buttarmi giù da un ponte vi capisco... ma sappiate che non potrò più aggiornare poi, peggio per voi. v.v
Ok, basta con le cazzate.
E così Selena prende posizione come la "stronza di turno"?
Che cosa ha in mente di fare secondo voi?
Ed Eley? Poveretta ahahah non ci ha capito una ciosba, mi dispiaccio per lei. c':
Evidentemente il nostro bel Derek si è sentito un tantino preso in giro.
Come si disporranno adesso i personaggi? Chi starà dalla parte di chi?
Proveranno Selena ed Eley nostalgia rispettivamente di Taylor e Derek, e di Justin e combriccola?
Lo scopriremo nella prossima puntata di... *tandandaaaan*: 
Beautiful 2, niente ha una fine.
Va bene vi ho rotto abbastanza le palle.
E... oh mio grazie per le 12 recensioni *u* non ci credo ancora, siete state così avsghkrjj vi amo.
Grazie veramente.
Pisello-v. 

Xoxo.
;)

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Capitolo 18
*** Il dolore di una verità. ***


Il dolore di una verità.
Cap.18

 

 

 

 

 

 

 

 

Selena's chapter.

 

Realizzare di essere finalmente nel proprio corpo, con tutti i vantaggi che ciò comporta, era quasi definirla una liberazione.
Non pensavo che tutta la lontananza accumulata mi portasse a stare con Bieber, l'intera notte, poiché avevo altre persone al di fuori di lui con cui trascorrere il tempo.
Ho bisogno di te.” mi aveva farfugliato tra un bacio e l'altro.
Certo, non mi sarebbe dispiaciuto sfilargli i boxer dopo mesi di imprevedibile distacco, ma vi era come una strana e spessa lastra di vetro a dividerci.
O meglio dividermi da lui.
Pertanto, malgrado la mia irrefrenabile voglia di ottenere almeno un po' di contatto, lo liquidai con la solita scusa di noi donne.
Il dipinto che gli si disegnò malamente in viso era nettamente paragonabile all'urlo e non potei fare altro che sentirmi in colpa.
Lo volevo veramente? Forse.
Avrei continuato questa farsa? Probabile si, probabile no.

 

*

 

La mattina successiva mi alzai dal letto ancora impregnato dei nostri profumi, dei nostri baci -perchè sì, almeno a quelli cedetti- e dei nostri pensieri incessanti.
Che avesse anche lui qualcosa per la testa?
Mi buttai sotto il getto bollente della doccia e lasciai marchiare le vene dalle incalcolabili gocce.
Infine scesi in cucina, dove trovai Pattie impegnata in quella che doveva essere la colazione.
Prima che potessi aprire bocca si avvicinò cauta, dandomi tre lunghe pacche sulla spalla, a mio parere prive di senso.
Allora... che avete fatto?” assunse un'espressione piuttosto inquietante, di quella che la sa lunga.
Scusami?” strizzai lievemente l'occhio destro.
Slacciò definitivamente il contatto fisico.
Tu e Justin.” la facilità con cui formulò quella frase mi diede il voltastomaco.
Niente... davvero.”
Rise per un istante, poi ritornò seria a imburrare i pancakes.
Oh andiamo! So che alle volte posso essere fastidiosa ma, sono io tesoro e puoi raccontarmi tutto.” aspettò uno sguardo di comprensione che però non le concedetti.
Cercò qualcosa nella credenza, forse lo sciroppo d'acero, e quando lo trovò ritornò esattamente alla postazione di pochi istanti prima.
Non abbiamo fatto niente Pattie.” le dissi con tono fermo, incrociando successivamente le braccia al petto.
L'aria si inebriò improvvisamente di tensione, non prometteva nulla di buono.
Voglio che usiate almeno le precauzioni la prossima volta. Sai di cosa sto parlando... non voglio che vada a finire come l'ultima volta.” a quelle parole mi mancò l'aria e dovetti di rimando appoggiarmi alla sedia non molto distante.
Avevo sentito male per caso?
Evidentemente durante la mia assenza era successo molto più di una stupida relazione, -almeno da quanto ero riuscita a ricavare- tanto da arrivare a rovinarmi la carriera e buttare allo sfracello qualsiasi piano.
Non riuscì a trattenere lo sgomento.
C-che cosa hai detto?” farfugliai osservando il pavimento.
Non vorrai rimanere di nuovo incinta, no?” sorrise apprensiva, quando in realtà non riuscivo a percepire nulla di positivo in quella frase.
Dovetti necessariamente sedermi, sentivo la terra mancarmi sotto i piedi.
Iniziai a boccheggiare e Pattie se ne accorse.
Io... incinta?” sapevo che ciò che stavo per commettere mi sarebbe costato ogni pedina costruita e probabilmente mi sarebbe costato l'amore di Justin nei miei confronti.
L'amore che non mi aveva mai donato e che, finalmente ora, sembrava essere reale.
Stai bene Selena?” mi scuoté più e più volte dalle spalle, ma ciò che ottenni fu un peggioramento alla vista.
Vedevo ormai offuscato.
Stavo per perdere i sensi quando una voce fin troppo conosciuta si piazzò dietro le mie spalle.
Cazzo! Lo sapevo che non eri tu!” mi urlò contro, sentendo poi vari tonfi contro il muro.
Non ebbi il coraggio di voltarmi e quelle poche forze che mi rimanevano le avrei esaurite per attutire i colpi, ogni urlo era una lama in pieno petto.
Non riuscivo a distinguere se nel suo tono ci fosse felicità o amarezza, e tutto ciò mi provocò ancora più angoscia.
Pattie si allontanò bruscamente per dirigersi verso il figlio, visibilmente preso da un attacco di ira.
Lasciami mamma! La distruggo!” poteva veramente aver detto una cosa del genere?
Iniziai a singhiozzare, niente mi avrebbe più fermata.
Niente è peggio di un amore non ricambiato.
Justin smettila che stai dicendo?! Fai il bravo!” gli urlò contro la madre, ma furono solamente parole buttate al vento.
Non sono bravo mamma, non sono un bravo ragazzo! Voi altri.. dovete smetterla di considerarmi ancora un bambino!” appena ebbe finito di pronunciare quelle ultime parole uscì di casa sbattendo violentemente la porta.
Era davvero la fine? Sì, lo era.

 

 

 

Eley's chapter.

 

Mi era mancato sistemare i miei libri nel mio armadietto, aspettando la mia migliore amica per pranzare alla nostra mensa.
Mi erano mancati piuttosto gli aggettivi possessivi, o forse avevo semplicemente un'inspiegabile voglia di farne uso.
Detto fatto posizionai i libri nell'ordine delle ore successive e richiusi con un tonfo sordo l'armadietto.
Stavo per incamminarmi quando sentì una forte presa sul polso.
Fui costretta a girarmi.
Persi un battito, pensavo fosse..
Tu non sei Justin.” diedi inequivocabilmente voce ai miei pensieri.
Il ragazzo, Derek, mi guardò storto.
Justin?”
S-si, perdonami non sapevo fossi tu.” farfugliai imbarazzata, subito dopo lasciò cadere a penzoloni il polso lungo il mio bacino.
Chi è questo Justin?” alzò la testa avanzando pericolosamente.
Improvvisamente mi sentì in gabbia, senza via d'uscita, come una farfalla in un vaso.
Una persona che mi manca molto.” avevo davvero detto una cosa del genere?
Probabile, forse, sì.
Non potevo negarlo, non a me stessa, era lui che desideravo al mio fianco... almeno in quel momento.
E frequenta questa scuola?” fece due passi più indietro, permettendomi una visuale più ampia.
No. In realtà vive in un'altra città.” stavo decisamente porgendogli un piatto d'argento, gli stavo spifferando ogni mia emozione.
Poiché anche solo pronunciare il suo nome significava sprigionare troppi sentimenti in una volta sola.
Ero nettamente persa nei miei pensieri, così concentrata da non aver percepito una forza premere contro le mie labbra.
Quel Derek mi stava baciando.
Rimasi con le pupille spalancate fin quando non fu lui a staccarsi.
Pensaci, ti chiedo solo questo.”
Nessuna emozione, niente di niente.
Io desideravo solo una persona: desideravo Justin.






























Sorry... è cioppo taddi
.

Ditemelo quanto sono fantastica, ditemelo!
Apprezzate il fatto che ho aggiornato la storia solamente con la distanza di un giorno.
Lo so lo so... basta applausi. :')
Vorrei proprio vedere chi è che vi pubblica il capitolo successivo la sera dopo, tzè.
Okay bellezze siamo sul filo del rasoio anche se credo che Selena sia già caduta lol.
A me fa tanto pena poveretta.
Anyway ora arriva la parte più bella di tutta la storia avsghj vi avverto.
Come sempre grazie per le recensioni, 10 per il capitolo 17.
Vi amo, siete meravigliose e sempre carinissime con me.
Grazie di cuore.
Pisello-v.


Xoxo.
;)

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Capitolo 19
*** In LA. ***


In LA.

Cap.19

 

 

 

 


Justin's chapter.

 

Composi il numero di Ryan e aspettai di sentire la sua voce dall'altra parte dell'apparecchio.
Attesi pochi istanti.
Ehy bro!” cinguettò.
Ho bisogno del tuo aiuto, vorresti fare un viaggetto a LA con il tuo migliore amico?”
La reazione di pochi minuti prima in casa di mia madre, se pur progettata al momento era stata piuttosto credibile, l'ennesima conferma in campo teatrale.
A conti fatti di Selena non me ne era mai importato, né me ne sarebbe importato, insultarla mi aveva fatto provare indubbiamente un certo gusto, ma adesso che era tutto più chiaro... dovevo fare ciò che mi riusciva meglio.
Essere me stesso e ottenere ciò che volevo, cosa che capitava praticamente sempre.
Riemersi a galla dopo gli innumerevoli richiami provenienti dal telefono.
Justin! Ehy! Ci sei Justin?!”
Si sono qui non urlare. Che stavi dicendo?” balbettai confuso.
Lo sentì ridere e armeggiare con la radio accesa al massimo volume.
Ti chiedevo come mai così di buon umore.” aspettai qualche secondo, giusto per verificare il mio attuale stato, e risposi.
Beh... ti spiegherò strada facendo, andiamo con il jet, allora vieni o no?” lo incitai cambiando di poco il tono della voce.
Ti pare che lascio tutto il divertimento a te? Ti voglio sotto casa tra venti minuti, non farmi attendere.”pronunciò le ultime parole con fare erotico, decisamente scoppiai in una sonora risata.
Riattaccai ancora raggiante.
Parlandoci chiaro: non avevo un piano.
Probabilmente cercare Eley in una città come Los Angeles era l'equivalente di cercare un ago in un pagliaio, ma avevo pur sempre le mie fonti super segrete.
I vantaggi di essere una star.
Infilai la mano nella tasca posteriore dei jeans dalla quale estrassi le chiavi della macchina, feci compiere a quest'ultime due giri intorno all'indice, e aprì le portiere con un semplice e sordo “click”.

 

 

Cazzo! Mia nonna in girello è più veloce di te.” si lamentò Ryan entrando in macchina.
Ciao anche a te.” gli feci un sorriso a trentadue denti, troppo per me, troppo per lui, troppo per essere vero.
La verità è che mi ero dimenticato di come si facesse, di come si sorridesse.
Allora è vero, sei proprio felice.” facemmo “check pugno contro pugno” e misi in moto, facendo rombare di gran potenza il motore della mia Range Rover.
Una volta arrivati che si fa?” domandò impaziente.
Non so.”
Andiamo in spiaggia! Amo vedere le belle ragazze corrermi dietro.” si leccò le labbra con fare pensieroso.
Ti ricordo che se oggi corrono dietro a te è tutto merito mio.” lo provocai pavoneggiandomi.
Lasciamo perdere và. Qual'è questo impegno?” mormorò posizionando i piedi sul cruscotto.
La prima cosa da fare per non mettere legna al fuoco era raccontare ogni cosa, non volevo più ombre d'ora in poi, desideravo che tutto si vedesse alla luce del giorno.
Pronto!” richiamò la mia attenzione.
So che ti sembrerà impossibile ma... vedi...” ero visibilmente agitato e le mani, posizionate sul volante, iniziarono spaventosamente a sudare.
Ti ascolto.” annunciò, non potei fare altro che iniziare dal principio.

 

 


Eley's chapter.

 

Fortunatamente la campanella scolastica sembrò volersi affrettare, così la mattinata passò più velocemente del solito.
Uscì dall'aula catapultandomi di tutta fretta fuori da quell'orrida prigione, ritrovandomi nell'atrio e cercando tra la folla Tey.
Eccoti!” mi abbracciò dandomi poi un buffetto sulla guancia.
Mi guardai attorno un po' spaesata.
Ehy, volevo solo salutarti, vado a casa.”
Ma prima che potessi compiere anche solo un passo mi bloccò salda le spalle.
Non vai da nessuna parte tu.” sorrise malefica.
Che hai intenzione di fare?” corrugai la fronte così da rendere meglio la mia curiosità.
Scrutai con lo sguardo la presenza di quel ragazzo, Derek mi sembra si chiamasse, ma di lui nessuna traccia.
Tornai insoddisfatta a Taylor.
Andiamo al mare!” gridò eccitata.

 

 

In qualche losco modo Taylor era riuscita a corrompere il parcheggiatore abusivo del lido più cool di tutta Los Angeles, riuscendo a far spostare una Ferrari rosso fiammante.
Né io né lei avevamo mai avuto il privilegio di entrare in un posto simile, poiché i prezzi erano sempre fuori portata, ma avevamo messo da parte abbastanza paghette per concederci una giornata simile.
Chissà... magari incontriamo Madonna o i Jonas Brothers!” la sento urlare e sbattere la portiera della macchina.
Era vero sì, in questo lido girano le star più famose e incontrarne qualcuna come quelle citate da Taylor non è poi una missione impossibile.
Armeggiò per qualche minuto con il porta bagagli, poi mi porse la borsa da mare e alcuni teli, lei si caricò di qualche passatempo exstra.
Come solito quella che sgobbava sotto il sole era la sottoscritta.
Iniziammo così una lunga scarpinata dal parcheggio fino all'entrata.
Aspettammo circa mezz'ora in fila, per poi pagare due omoni in giacca e cravatta, e finalmente entrare.
La gente che girovagava era decisamente inaccessibile: costumi interamente di Louis Vuitton, borse firmate Padra, per non parlare dei biondi palestrati che ci passarono di fianco mormorando a fior di labbra qualche brutta considerazione.
Non era posto per noi e ce ne rendemmo subito conto.
Peggio dei party che si vedono dei film, molto peggio.
Notammo anche due o tre spazi appartati, probabilmente prenotati per chi si trova all'apice della piramide sociale.
Ho paura.” mormorai nell'orecchio di Tey.
L'avvertì rabbrividire.
Non quanto me.” ironizzò, scansandosi per fare spazio a un gruppo di bionde barbie.
Andiamo in spiaggia.” la rimbeccai prima che potesse farsi venire qualche strana idea, almeno la riva sembrava poco affollata.
Posizionammo i teli e, con disappunto, cercammo di ignorare ogni possibile distrazione.
Se ti offrono un drink non accettarlo, se un ragazzo ti chiede di seguirlo non farlo, se ti chiedono qualcosa, qualunq-” Taylor aveva inevitabilmente iniziato il suo solito discorso di raccomandazione e non potei fare a meno di notarlo: stava andando in iperventilazione.
Calmati! Ho capito.” accennai una risata amichevole.
Annuì poco convinta e infilò le cuffie del suo Ipod nelle orecchie, lasciando me e la bolla silenziosa che ci avvolgeva più insicure di prima.
Chiuse gli occhi e cercò di concentrarsi sul calore estivo di quella giornata.
E adesso? Cos'avrei fatto adesso?
Mi guardai in tondo, provando almeno per qualche attimo a sentirmi a mio agio, tentativo che fallì miseramente quando a passarmi a fianco fu una ragazza uscita da Baywatch.
Se solo avessi la metà della sua bellezza.” biascicai.
La squadrai da capo a piedi giusto qualche minuto prima che venisse circondata dall'80% del popolo maschile presente nel raggio di venti metri.
Sentì poi un fastidioso rumore fischiarmi nelle orecchie.
Ipotizzai che mi fosse entrata della sabbia, ma poi quel frastuono si fece sempre più acuto.
Proveniva esattamente dall'interno del lido dove poco prima io e Taylor eravamo fuggite, e dando le spalle al mare, capì che si trattava di qualcosa di ben più serio.
Urla, ragazze che piangevano e si accasciavano a terra, bodyguard da tutte la parti.
Chi sarà mai? Dio, per caso?

 

 

 

 































I'm here .

Sinceramente non ho voglia di scherzare nè di dilungarmi troppo.
Non oso chiedervi come stare, le Beliebers capiranno.
Io non ci sarò e sinceramente con le notizie che stanno uscendo, una dopo l'altra, soffro per chi veramente se lo merita.
Discorsi a parte spero di avervi rallegrate almeno un poco con questo nuovo capitolo, che secondo me è uscito veramente male, ma non sono nelle condizioni.
Grazie mille come sempre per le recensioni.
Sta' volta chiudo 
senza smancerie varie e basta.


#muchlove
-chiupetta

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Capitolo 20
*** Siamo insieme, adesso. ***


Siamo insieme, adesso.

Cap. 20

 

 

 

 

 

 

 

 

Justin's chapter.

 

Ryan, muoviti o qui mi stuprano!” urlai invano, dopo aver subito l'ennesimo tentativo da parte di una Belieber di “allentarmi” l'elastico del costume.
Grazie ai bodyguard che, seppur in modo inconsistente, stavano eseguendo il loro lavoro, arrivai al confine tra spiaggia e lido.
Sentì una forte pressione sulla spalla e pensai il peggio.
Eccomi, eccomi!” si appoggiò a peso morto..
Togliti c'è caldo.” gli scrollai con un movimento la mano di dosso e subito dopo mi concentrai sul paesaggio.
Certo, dietro la mia figura era presente una mandria di ragazzine con gli ormoni a mille solo per me, ma era pur vero che la vacanza non le comprendeva affatto.
'Spero che un giorno possiate perdonarmi.'
Diedi quindi, con la coda dell'occhio, un'ultima sbirciata dall'ambiente circostante e, assicurandomi che Ryan non si fosse allontanato, mi avventurai a petto scoperto lungo la riva.
'Chissà se Eley si trova nei paraggi... magari potremmo parlare. Ah, che dici Justin lei non ti vuole. Come? Bhe perfetto adesso parlo anche da solo.' scrollai il capo verso i minuscoli granelli di sabbia bianca, lasciando cadere al suolo ogni possibile aspettativa ogni possibile speranza.
Rivolsi uno sguardo abbagliato al sole e affidandomi mi accarezzò piacevolmente il fisico poco scolpito ma ben delineato, concedendo di risplendere agli occhiali d'oro Carrera posati all'estremità del naso.
Potendomi immaginare, io stesso mi sarei fatto qualche pensiero, azzardandomi a capire quali dei tanti sia il più contorto.
'Sono uno dei ragazzi più belli sul globo, ma allora perchè lei non mi vuole?
Sono uno dei ragazzi più talentuosi e conosciuti dei 5 continenti, ma allora perchè lei non mi vuole?
Sono uno dei ragazzi più ricchi e amati nel raggio che va da un polo ad un altro, ma allora perchè lei non mi vuole?
Perchè lei è diversa, lei non vede con gli occhi, lei vede con il cuore.
Sempre che lo possegga ancora quest'ultimo, visto gli innumerevoli maltrattamenti subiti dal sottoscritto.'
Qualcosa, o meglio qualcuno, interruppe con fare irritante il mio pensiero più che filosofico.
J-Justin.” balbettò allarmato il biondo di fianco.
Tentai di decifrare la sua espressione ma ottenni ovviamente il nulla.
Mi voltai così verso ciò che indicavano i suoi occhi.
Guarda quella amico, è una bomba!” starnazzò perforandomi i timpani.
Misi a fuoco la vista, quando la visione che mi colpì mi lasciò nettamente di sasso.
Ma quella è Eley.”
Come? La conosci?” chiese con fare sospetto.
D'un tratto tutto quello che fino a pochi attimi prima ci avvolgeva come una cupola, sparì, lasciando in evidenza solo me e lei.
Zittì con un gesto della mano Ryan e mi incamminai verso la mia meta.
Percorsi deciso e con grandi falcate quei pochi metri che ci separavano, ogni passo era come carbone ardente sotto i piedi, ma questo non mi importava.
Le ero ormai vicino, quando...

 

 


Eley's chapter.

 

Considerai che poltrire sul telo da mare significava condannare il mio povero sedere ad una fantasia a righe e triangoli, così, armata di un po' di coraggio e buon senso, sarei andata a prendere un succo di frutta al bar del lido.
Stirai le gambe, scrutai la soffice spuma bianca, e mi voltai.
Eley!” sentì una voce fin troppo familiare.
Non potevo credere ai miei occhi, cosa ci faceva qui?
Justin?!” ma appena pronunciai quelle sei lettere, la scena che mi si presentò fu completamente ribaltata.
In un baleno la tavola di un surfista colpì in pieno viso Justin, facendolo indietreggiare e cadere di natiche, e successivamente di schiena, contro la sabbia ardente.
La spiaggia? Lo ammirò contorcersi dal dolore.
Quanto a me cercavo invano di non ridere e, alla fine, mi unì al coro.
Poco dopo però corsi subito in suo aiuto, non pensando minimamente dell'indifferenza che gli avevo posto pochi giorni prima.
Mi piegai e istintivamente la mia mano finì tra i suoi capelli, accarezzandoli.
Era come se dopo un interminabile tempo le mie dita si fossero riappropriate della loro morbidezza, della loro lucentezza, della loro irresistibile sofficità.
Il naso cazzo.” continuava a massaggiarselo, incurvando la schiena verso l'alto a causa della sabbia eccessivamente calda.
Ti aiuto.” più che sollevarlo io, fece da solo, ed una volta in piedi voltò le spalle e si incamminò verso l'esterno.
Lo seguì cercando di non imbattermi troppo nei flash dei paparazzi.
E' stato così imbarazzante?” mi chiese, dandomi le spalle e continuando a camminare.
Abbastanza.” soffocai una risata.
Lo sentì sbuffare, cosa che mi rallegrò inspiegabilmente.
Rimarrà nella storia come la peggior figura di Justin Bieber. Al diavolo!”
fortunatamente l'ultima frase la pronunciò con fare scherzoso, così riuscì a tranquillizzarmi.
Arrivammo alla sua Range Rover e con il passare dei minuti la situazione diventò imbarazzante.
Uscì dalla borsa frigo un pacco di ghiaccio e se lo poggiò sul naso.
I nostri sguardi si incrociarono, il suo specialmente sembrava come pietrificato.
Mi sei mancata.” le sue parole risultarono spaventosamente sincere.
Che senso aveva mentire adesso?
'Sono una delle ragazze più brutte sul globo, se messa a paragone con tipe come Selena Gomez e Demi Lovato, tipe che lui può avere, ma allora perchè lui mi vuole?
Sono una delle ragazze più pigre e svogliate dei 5 continenti, ma allora perchè lui mi vuole?
Sono una delle ragazze meno stipendiate e prese in considerazione nel raggio che va da un polo ad un altro, ma allora perchè lui mi vuole?
Perchè lui è diverso, lui non guarda con gli occhi, lui guarda con il cuore.
Lui vuole semplicemente “quell'una tra tutte”.'
A farmi ritornare a galla fu' la sua voce.
Ti prego, ti scongiuro, adesso che ti ho ritrovata non scappare di nuovo. Dammi soltanto un'altra possibilità. Sei tutto ciò che ho sempre voluto avere.”
Che senso aveva respingerlo adesso?
Io ti amo.”giurai di percepire il suo cuore esplodere.
Che senso aveva fingere adesso?
Ti amo anch'io, Justin.”











































Lolololololove me .


Hey belle ragassuole, come state?
Sono tornata finalmente! *clappy clappy clappy*
Non mi voglio dilungare troppo, c'è mia madre che mi minaccia di andare a dormire lol, sappiate solo che tra 2 capitoli la storia finisce.
Lo so è terribile come cosa, ma non disperatevi perchè conclusa questa ne inizierò subito un'altra.
Grazie mille -come sempre- per le recensioni, vorrei averne almeno 10 per questo e vi prometto che aggiornerò super presto.
Pisello-v. 


Xoxo.
;)

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Capitolo 21
*** Jeley. ***


Jeley.

Cap.21

 

 

 

 

 

 

 

 

Eley's chapter.

 

Visto e considerato che hai deciso di darmi una seconda opportunità e che il sottoscritto -si indicò con l'indice il petto, poi tornò concentrato alla guida- non vuole sprecarla, ti porterò in un posto che so che adori.” concluse il discorso fiero di se.
Nonostante quel poco tempo passato insieme a causa dell'evento più che paranormale, io e Justin riuscimmo a conoscerci affondo.
Eppure non riuscivo a collegare nessun luogo alle sue parole. Dove aveva intenzione di portarmi?
Prima ancora che potesse introdurre qualche argomento acculturato come gli indovinelli, tra cui il colore del cavallo bianco di Napoleone, lo rimbeccai più che convinta.
Non ti azzardare a portarmi in spiaggia.” lo gelai con lo sguardo.
Non è la nostra meta, mi dispiace.”
Meglio così.” 
Di che parliamo? Oh, ci sono! Lo sai il gioco del no e del neanch'io?” si trattenne dal ridere ed assunse un'espressione a dir poco impagabile.
Cedetti alla domanda e passai qualche secondo a riflettere.
Emh... no.” lo osservai in attesa della risposta.
Lo vidi puntare gli occhi al cielo e mimare un 'si' di vittoria, poi rispose.
Neanch'io!” e di tutto punto cominciò a ridere, da solo, senza che nessuno gli desse retta.
Era pessima.” ma senza accorgermene coinvolse anche a me.
Solamente che io ridevo per compassione se non per pena.
Trascorremmo il resto del tragitto a cantare. Dopotutto amavo la sua voce, e niente mi rendeva più felice di quella dolce melodia.

 

 

Un luna park? Davvero?” cautamente intrecciò le nostre dita e, con aria esperta, mi condusse all'entrata.
Non ti ho mai detto di amare le giostre... e poi odio la confusione.” lo spiazzai.
Nella sua espressione ci fu un alternarsi fulmineo di gioia e delusione.
Non riuscivo a capire cosa lo tormentasse tanto, non batteva ciglio né era in procinto di pagare il biglietto d'entrata.
Terra chiama Justin!” inspirò serio e si voltò inarcando entrambe le sopracciglia.
Hai dimenticato chi sono? Dobbiamo aspettare solo che le ultime persone escano, poi il parco sarà nostro per l'intera notte.” spiegò autorevole.
'Un momento, ha detto che il luna park sarà solo mio e suo, per una notte? Calma Eley calma. Fai respiri profondi, sorridi, non troppo e non farti venire strane idee. Ricorda: distacco.'
Mi osserva stranito.
'Sorridi!' e così faccio, quando poco dopo lo vedi sprofondare in una sonora risata.
Scrollò la testa.
Devi pensare meno.” mi disse.
Socchiusi gli occhi a due minuscole fessure.
Che significa?”
Sii te stessa, non devi fingere con me.” all'udire quelle parole iniziai a boccheggiare.
Aveva ragione, adesso che avevo accettato di concedergli una seconda chance, tutto sarebbe dovuto essere spontaneo.
Dopo un tempo a me conosciuto, finalmente il parco si liberò di ogni possibile visitatore, così io e Justin potemmo entrare, una volta assicurati che l'area fosse chiusa.
Camminammo per una decina di metri, quando davanti ci si presentò l'autoscontro.
Guarda guarda! Facciamolo, ti prego!” iniziò ad implorare come un moccioso.
Lo squadrai divertita.
Invece di andare avanti con il cervello sei tornato indietro? Parliamone.” lo presi leggermente in giro.
Pensa lei mie Beliebers, loro mi accettano così.” disse per poi iniziare nuovamente la sua lagna.
Sono proprio coraggiose allora.” mi lasciai scappare una risata.
Il cielo ero cupo, le grandi ed imponenti nuvole color marmo grigio si espandevano man mano che il tempo trascorreva.
Di lì a poco sarebbe piovuto.
Senza un briciolo di risentimento accontentai Justin, condendogli almeno tre lunghi ed estenuanti giri.
Dove in uno dei quali scaraventai il piede su uno dei pedali e finì per urlare come una matta di galera.
'Che figura.' non mi facevo che ripetere una volta finito il gioco.
A lui non importava, anzi tutt'altro, ogni qual volta sorridevo di rimando contagiavo anche lui.
Amavo questa nostra intesa, la amo tutt'ora, in realtà.
Unii le nostre dita affusolate in un'unica stretta, poi rivolse uno sguardo al cielo.
Ti fidi di me?” domandò con un tono di trasgressione.
'Mi fido Justin, mi fiderei sempre. Un amore senza ostacoli non è un amore desiderato, non è un amore longevo, non è un amore corrisposto. I pericoli, le liti, i muri, non fanno altro che fortificare il sentimento che c'è tra noi.
E anche se non mi fidassi, non sarei capace di respingerti... ma questo lo sai già.'
Feci un segno affermativo con la testa.
Ci incamminammo verso il confine del luna park, costantemente vicini, come se tra noi fosse presente una sorte di calamita.
Impossibile respingerci.
D'un tratto, proprio quando una grande struttura stava assumendo la propria forma nella nebbia, l'acqua goccia dopo goccia si lasciò abbandonare all'asfalto.
Così, senza neanche rendercene conto, sfrecciavamo nei sentieri aperti di quell'immensa arena di gioco.
Percepivamo entrambi l'aria tagliarsi al nostro arrivo, e nonostante fossimo bagnati fino ai piedi, fu una delle esperienze più indimenticabili della nostra vita.
Mi voltavo quasi estasiata verso il suo viso.
Così beato, così felice, così lui.
Il ciuffo, solitamente sostenuto da un'onda di gel, era inimmaginabilmente scombinato e gli ricadeva zuppo sulla fronte.
Le pupille color caramello sembravano come diamanti nella notte, risplendevano ininterrottamente.
Il sorriso era la mia bussola, ciò che mi guidava, accompagnato dalla sua dolce risata.
Ci fermammo solo quando l'imponente struttura prese forma.
Una gigantesca se non immensa ruota panoramica.
Più la vista metteva a fuoco, più la nebbia sembrava smaterializzarsi e la pioggia intensificarsi.
Justin mi precedette e aprì lo sportello della cabina più vicina a terra.
Mi aiutò a salire e richiuse lo sportello.
In quel minimo spazio il silenzio regnava, interrotto solo dai nostri respiri affannati.

 



Justin's chapter.

 

Benché fosse fradicia fino al midollo, la bellezza che possedeva in quell'istante era qualcosa di soprannaturale.
Rimasi immobile a fissarla per interi minuti, se non giorni.
Il tempo sembrava essersi fermato.
Le sue gambe gelate a contatto con la mie per lo più accaldate mi donavano semplici ma intensi brividi lungo le vene, mentre i capelli intrisi d'acqua mi solleticavano l'incavo del collo.
Le ero così vicino da percepire il suo cuore battere.
Fuori i vetri di tanto in tanto piccoli ma vivaci fulmini si scagliavano sulla meravigliosa Los Angeles.
Non avevo mai vissuto uno spettacolo del genere e farlo con lei rendeva tutto più magico.
A mettere la parola 'fine' a quell'atmosfera fu un rumore sordo.
Stava tremando, e tutto quel chiasso era provocato dai suoi denti, che non sembrava volessero fermarsi.
Alzai il sedile in ferro del posto davanti e tirai fuori una coperta.
Subito notai il suo sguardo sbalordito.
D-dove l'hai p-presa?” balbettò digrignando i denti.
Sono o non sono Justin Bieber?” detto questo l'avvolgei tra la lana e, una volta privatomi del giubbotto, glielo posizionai sopra la coperta.
Adesso però ero io ad avere freddo.
Stai t-tremando anche tu.” mi fece notare.
Non importa.”
A me importa.... avvicinati.” si sdraiò la testa sulle mie gambe e mi attirò dal colletto della maglia.
Senza neanche rendermene conto le nostre labbra contavano la distanza di due spanne.
Sentivamo il fiato l'uno dell'altra.
Sto impazzendo.” le confessai paralizzato.
Un fulmine illuminò le nuvole, poi il buio ripiombò.
Mi manchi.”
Siamo insieme.” risposi confuso e intontito.
..il lampo rombò spaventoso, poi il silenziò tornò a governare.
Non in quel senso, mi manchi mi manchi... scemo.” ed ecco che con due semplici movimenti del collo alzò il viso, unendo dopo un tempo infinito le nostre labbra.
Era tanta la foga e l'eccitazione che mi coinvolse che subito intensificai il bacio, stringendo e impossessandomi della sua lingua.
Rilevai le sue dita tra i capelli. Si muovevano esperte e stringevano i ciuffi umidi.
Sapeva già che ciò che stava torturando era il mio punto più debole, al solo pensiero mi agitai il doppio.
Poteva davvero farmi quest'effetto?
Mi scappò d'istinto un gemito soffocato, come di consenso, pensando di averle fatto un'impressione troppo ferrata.
Non mi sembri neanche reale per la tua perfezione.” biascicava tra un bacio e l'altro.
Risposi stringendole i fianchi.
Non sono io quello perfetto qua.” lasciammo correre il tempo così: tra baci e carezze.
Ma, essendo sincero, temevo di avere qualche problema dei pantaloni se non mi avesse lasciato respirare... almeno un po'.
Mi staccai a malavoglia, lei invece mi guardò delusa, quasi implorandomi di continuare.
Cosa speri di ottenere da me?” le domandai cupo.
Pensò qualche attimo, sembrava persa.
Io... io..” balbettò in cerca di una risposta.
Ero convinto fino all'ultimo che mi stesse usando e che, magari, il giorno dopo mi avrebbe dimenticato nuovamente.
Mi stai solo usando.” mi uscì di getto.
Non è vero e questo lo sai anche tu, Justin.”
Ma davvero? Credo proprio di sì. Cos'altro? Vuoi fare sesso con me e abbandonarmi domani alle prime luci dell'alba? No grazie, io ti amo ma non sembra importarti.”
Il suo sguardo scioccato mi colpi dritto come una lancia.
L'avevo forse ferita?
Cosa dovrei fare?” piangeva.
Non fare niente, è stato tutto un errore e questa è l'ennesima conferma.” di colpo i suoi occhi si riempirono di rabbia e tutta la dolcezza si volatilizzò in un millesimo di secondo.
Ti ricordo che sei stato tu ad abbandonarmi... o forse hai le idee confuse.” mi ringhiò contro.
All'udire quelle parole mi si gelò il sangue. Abbassai il capo.
I-io non volevo.” disse.
Sembrava quasi dispiaciuta per me, nonostante avesse tutte le ragioni del mondo.
Aprì lo sportello della cabina e mi girai un'ultima volta.
I suoi occhi mi pregavano di restare, sembravano così disorientati e spaesati.
Sarei andato via.
Ciao Eley.” ma poco dopo mi afferrò salda dal polso.
Una stretta così potente da farmi provare dolore.
Le guance colme di lacrime roventi, la bocca umida da quest'ultime, era talmente bella da sentirmi inferiore.
Non lasciarmi, ti voglio più di ogni altra cosa! Arriverei ai confini del mondo pur di avere un tuo bacio. Ho sopportato abbastanza questa distanza, ma non sono forte... non lo sono.”
A quelle parole mi voltai per sentire cosa stesse dicendo.
La pioggia era forte e provocava un frastuono inarrestabile.
La feci mia con lo sguardo continuando a ripetermi come un corpo così fragile potesse contenere tanta bellezza.
Poi udì l'inaspettato. Ciò che temevo e aspettavo da sempre.
Fammi tua... io e te. Per sempre.” esalò l'ultimo singhiozzo, infine richiusi lo sportello alla mia destra.
Ero pronto, più che mai.
Le accarezzai il bacino unendo all'unisono le nostre labbra.
Lei mi tolse la maglietta e cominciò una lunga tortura al centro del petto.
Le sue dita congelate sembravano fuoco sulla pelle, ma questo non mi importava, né mi sarebbe importato.
Con un ampio sorriso che mi fece da permesso, guidai le mie mani sotto la sua camicetta di raso viola e scivolai fino all'altezza del sedere.
Lo racchiusi tra le mani e così facendo la sollevai, mentre le sue gambe iniziavano a contenere il mio bacino, poi sempre più su all'altezza delle costole.
La privai così di quell'indumento, abbandonandola solo ai jeans e alla biancheria intima.
Mi concesse il piacere di una scia di baci partendo dall'incavo del collo sino all'elastico dei boxer, il quale, ancora per poco, riusciva a contenere tutto quell'entusiasmo.
Più le nostre pupille si scontravano più la passione saliva e la tensione scendeva.
Era stato un errore chiamarlo “sesso”, poiché tra noi c'era molto più di questo.
Amore.
Proseguì in questo modo la fase dei preliminari, quando capì che lo desiderava più di ogni altra cosa.
Solitamente era di abitudine far penare spudoratamente le ragazze, ma non lei.
Eley voleva semplicemente tenermi accanto, stretto, come se fossi di sua proprietà.
E a me questo non dispiaceva affatto.
Percepivo a pelle quanta agonia le stessi procurando e a stenti riuscì a non odiarmi.
Vuoi?” l'interrogai con le mani negli slip color cioccolata.
Annuì debolmente.
Ti prego.” mi implorò.
Quello fu l'ultimo indumento a toccare terra.
Nessuna vergogna, solo meraviglia.
L'amore e la brava pareva quasi volteggiare nell'aria, materializzarsi, comparire a tratti tanto era voluta.
Ribaltai il ruolo che fino a quel momento era stato adottato -visto anche il poco spazio a disposizione- e fui io a condurre la situazione.
Le rivolsi un ultimo sorriso che fu, con una dolcezza invidiata, ricambiato.
Inspirai profondamente ed entrai così nel suo esile corpo.
I vetri della cabina che poco tempo prima sembravano limpidi come l'acqua, adesso erano logicamente appannati a causa dei noi respiri respiri affannati.
Con mia sorpresa l'esperienza era rimasta intatta e non mi sentì per niente a disagio.
Emise uno, due, tre gemiti di piacere accompagnati sempre da futile sorriso sghembo.
Di rimando le mie dite facevano su e giù sulle sue cosce bianco latte, risalendo poi verso i seni e ripercorrendo i tratti per una seconda volta.
Ma voleva andare oltre, lo sentivo a vista.
I movimenti rinvigorirono sempre più, nonostante le nostre labbra fossero costantemente assemblate.
Passarono minuti interminabili.
Poi l'ultimo grido, l'ultimo da parte di entrambi.
Scivolò dentro la coperta e si rifugiò tra le mie braccia.
Il “silenzio” della pioggia era finalmente ritornato.
Sei bellissimo.” mi confessò baciandomi una spalla.
Mai quanto te.” le sussurrai.
Osservai il vetro dietro il mio corpo, così appannato e impenetrabile per la vista.
Guarda.”
Il dito scorse nel gelido vapore acqueo e quando ebbi finito osservai la mia opera compiaciuto.
Jeley.” lesse lei, regalandomi l'ottava meraviglia del mondo: il suo sorriso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

























Believe in me, gurls .

 

Non posso crederci sdfgjsdfj ho scritto e pubblicato questo capitolo, ma fa così tanto schifo? Perchè boh non vorrei sembrasse stile film porno ahaha. çwç
E visto che la fan fiction non è a raiting rosso, non mi sono... ecco.. data alla pazza gioia con i termini lol.
A parte tutto, quanto sono stupendi insieme? Hanno fatto la pace adesso, yuppy *gente che corre, salta e piange dalla gioia* pftt.
Volevo troncare il capitolo prima del momento hot e inserirlo in quello prossimo, ma poi sarebbe risultata una merda e quindi niente.
Per questo capitolo voglio raggiungere davvero tante recensioni, visto che puntualmente arrivo a 10 e vi ringrazio di cuore.
Siete le mie meraviglie.
Il capitolo 22 sarà l'ultimo di questa storia perciò preparatevi psicologicamente eh.
Au revoir!
Pisello-v. 


Xoxo.

;)

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Capitolo 22
*** Epilogo. ***


Epilogo.

 

 

 

«Three years later»

 

 

 

 

 


Eley's chapter.

 

Quel giorno aprì gli occhi particolarmente fiacca.
Il cielo che si presentava fuori quelle quattro mura era una delle tante distese azzurre d'agosto.
Justin non aveva perso tempo ad alzarsi, il suo nuovo album lo teneva al meglio occupato in studio, ciò comportava sveglia alle otto spaccate e una tazza di latte freddo ogni mattina.
Alla sua routine mi ero persino abituata io.
Infilai i piedi nelle pantofole estive e mi diressi al piano inferiore, zampettando e facendo bene attenzione a scendere la scale, visto il carico che trasportavo.
Feci ingresso scrutando furtivamente in cucina.
Buon giorno!” bofonchiò ingurgitando corn flakes.
Trattenni una risata, ogni mattino era come non avesse mai toccato cibo.
Giorno Bieber.” mi avvicinai, scompigliandogli i capelli dolcemente, ed iniziando a versare del caffè macchiato.
Posso farti una domanda?” interruppi così lo scroscio del liquido infrangersi contro il bicchiere di ceramica.
Alzò le spalle in segno d'approvazione.
Se mangi così tanto la mattina, non rischi di vomitare in faccia al microfono?” iniziò a ridere, posando il cucchiaio sul vassoio argenteo.
Vedila così: c'è gente che pagherebbe per avere il mio vomito in faccia. E poi è pur sempre un lavoro, ho bisogno di forze io.”
Hai ragione.” mi diressi a passo felpato verso il soggiorno, sdraiandomi e pancia in aria e accendendo dal bottone verde la tv al plasma.
Subito comparse la pubblicità del nuovo album di Justin, l'intero pianeta aspettava la sua uscita; ed io non ero di parte, visto che si rifiutava categoricamente di farmi ascoltare anche una sola anteprima.
Con la coda dell'occhio lo vidi esultare dal tavolo della cucina, solita reazione ogni volta che in tv passava un accenno del suo duro lavoro.
Infine si alzò e buttò nel lavello la scodella e le posate sporche.
Quanto a me, stavo ancora sorseggiando il caffè ormai gelido.
Vado a vestirmi, se hai bisogno urla, d'accordo?” disse, sparendo poi al piano di sopra.
Restai nella stessa medesima posizione per almeno un quarto d'ora, durante il quale la televisione trasmetteva inutili televendite nell'attesa che Jersey Shore iniziasse.
Avevo deciso di fare un salto in cucina, la fame mi stava occupando lo stomaco, quando una forte, fortissima fitta mi colpì il ventre.
Sollevai di colpo la schiena, premendo le mani sul punto attaccato.
La mia espressione si rilassò un secondo, e proprio mentre il mio respiro sembrava essersi calmato, un'altra fitta mi colpì il basso addome.
E' ora.” pensai nel panico più evidente.
Ed ecco che si ruppero le acque, bagnando disastrosamente il divano color panna.
Calma, stai calma. Se non ti agiti tu, non si agiterà neanche Justin.” cercai di sollevarmi e mettermi in piedi.
Non avevo mai affrontato tutto ciò prima d'ora.
Lei o lui continuava a riempirmi la pancia di calci, temevo quasi di rimanere senza fiato, o di non averne abbastanza per chiamare l'unica persone presente in quella casa.
Mi trascinai a fatica e con affanno appena sotto le scale, quando presi un grosso respiro ed urlai con tutte le forze possibili.
Il bambino! Justin!” udì dei tonfi susseguirsi uno dopo l'altro, quando lo vidi in cima alle scale.
Viso totalmente sbiancato, labbra viola e occhi in piena.
Se prima la situazione era tragica, alla vista di Justin diventò quasi divertente.
Pregai di trattenermi e non ridergli in faccia.
Si precipitò di fianco a me, sorreggendomi in modo poco efficace, tanto che dovetti arrivare alla sedia più vicina.
Oh mio dio, non è possibile. Non sono bravo in queste cose, non sono psicologicamente pronto, non ce la faccio, oh no no no. Aiuto!” come non detto, era andato in panico.
Iniziò ad imprecare davanti le finestre come se qualcuno potesse sentirci.
Stai zitto! Adesso respira e corri a cercare le chiavi della macchina.” ci scambiammo uno sguardo d'intesa, poi mi baciò a stampo e scomparve in fretta e furia.
Dovevo stare calma, per me, per il bambino e per Justin, che fin ora era quello messo peggio.
Ricomparve pochi minuti dopo sventolandomi le chiavi in pieno viso.
Un'altra fitta mi costrinse a piegarmi e d'istinto mi presi i polsi tra le mani.
Cominciai a sudare freddo e boccheggiare.
Ogni mio peggioramento si rifletteva esattamente su Justin, che non faceva altro che piagnucolare e nascondere il tremolio delle sue gambe.
Ascoltami, oggi partorirò nostro figlio, devi aiutarmi. Al tre mi sollevi e ci fiondiamo in macchina.” annuì debolmente, asciugandosi il sudore e piegandosi, tenendomi il braccio pronto a scattare.
Uno...”
Serrai le palpebre; una carezza all'altezza della nuca.
Due...”
Riempì d'aria i polmoni; una stretta alla mano.
Tre!”
Riaprì gli occhi; una spinta verso l'alto.
Iniziamo a correre in direzione della porta d'ingresso, ed una volta aperta mi tuffai nel sedile passeggero della Range Rover.
Guardai con la vista appannata Justin salire al posto di guida, subito dopo sentì i primi segni di vita del motore.
Le ruote rombarono e il vialetto di casa scomparve in una manciata di secondi.
Dalla bocca emettevo i classici respiri affaticati di chi sta per partorire.
Il ragazzo che in qualche modo cercava di restare concentrato sulla strada, tremava come una foglia e a stento riusciva a trattenersi dal diventare la fontana di Trevi.
E se qualcosa dovesse andare storto?” mi domandò sconvolto.
Avrei voluto baciarlo, o abbracciarlo, ma la cintura di sicurezza e i dolori me lo impedivano a vista d'occhio.
Non succederà. Justin io ti amo, lo sai già questo.” mimò un ' sì ' con le labbra e ritornò incerto alla strada.

 

 

 

Appena il tempo di poggiare i piedi sull'asfalto, che già i paparazzi si accerchiavano in modo strategico.
Muoverci era diventato quasi impossibile.
Sapevano che la fidanzata di Justin Bieber avrebbe partorito a breve, perciò alcuni si erano addirittura accampati negli ospedali più vicini della zona.
Dopo varie suppliche di lasciarci in pace, Justin fu costretto a reagire male.
Andatevene o vi rompo il culo! Poi chiamo la polizia!” gridò, e dopo aver scaraventato a terra una sfortunata Canon, fummo liberi di fare ingresso all'Hospital.
Alcune persone in sala d'attesa, alla vista del cantante, si alzarono venendoci in contro.
Fortunatamente i medici ci trascinarono via capendo immediatamente di chi si trattasse.
La mia ragazza sta per partorire!” urlò, continuando a sorreggermi, sebbene fossi attorniata da quattro donne in camice bianco.
Camminammo per un lungo corridoio, quando un uomo in camice azzurro trasportò fuori una stanza una barella.
Sempre aiutata mi ci ritrovai distesa, questa iniziò a rullare sul pavimento spaventosamente veloce.
Il viso di Justin, terrorizzato più che mai, era il mio pensiero fisso, non smetteva di stringermi la mano, doveva persino correre per riuscire a tenere il passo dei medici.
Capì da sola di essere dentro l'ascensore quando le luci diventarono di un giallo spento e una sensazione di essere in trappola mi pervase le viscere.
Il classico suono d'arrivo fece spalancare le porte, e senza mai scogliere l'intreccio delle nostre dita, pregai che tutto andasse liscio.
Attorno me era un intreccio di visi, grida e confusione.
Confusione ovunque, a stento riuscivo a tenere le palpebre aperte.
La corsa si protrasse per due o tre minuti, poi finalmente mi trascinarono all'interno della sala parto.
Resti?” domandai a Justin con voce spezzata.
S-si, certo.”
Sicuro di volere restare?” annuì definitivamente.
Con mia sorpresa uscì dalla tasca l'Iphone e lo accese, voleva addirittura filmare.
Una donna sulla trentina, alta e con i capelli color ramato mi si piazzò davanti.
Dopo avermi spogliata e posizionata a dovere, iniziò a parlare.
Oggi facciamo nascere un bel bimbo... o una bella bimba. Adesso devi fare esattamente quello che ti dico.” aspettò la mia risposta affermativa che però non arrivò.
Respira, fai grossi e ampi respiri, non fermarti mai. Quella di oggi non sarà una passeggiata.”
Guardai un punto fisso, appena sopra la testa della dottoressa, ispirando ed espirando sforzatamente.
Quel poco dolore che riuscivo a percepire, per via della nestesia, era abbastanza imponente da comprimermi la cassa toracica.
Come se una lama affilata mi trafiggesse più punti contemporaneamente, rimanendo dentro lo squarcio.
Iniziai involontariamente a piangere.
Bene, quanto te lo dirò io dovrai spingere.” annunciò pronta la donna.
Ed io? Io ero veramente pronta?

 

 

 

 

 


Justin's chapter.

 

Mi chiedevo come riuscissi a tenere l'Iphone in mano, visto quanto tremassero le mie mani.
O addirittura, con quale coraggio pigiai il bottone verde per dare il via al video.
Le urla della mia ragazza riempirono la stanza, con un susseguirsi poi di singhiozzi smorzati.
A quel punto non riuscì a trattenermi e mi unì anch'io.
Forse l'emozione, sarei diventato padre.
Forse per il semplice fatto di farle compagnia, il modo in cui soffriva mi lacerava all'interno.
La voce della dottoressa si fece nuovamente spazio in quel rumore assordante.
Spingi ancora!” e così fece.
Slanciava la testa indietro e inarcava la schiena, buttandosi pochi secondi dopo a peso morto sul lettino.
Tutto ciò andava avanti da svariati minuti ormai, ed io non ero poi così tanto sicuro di resistere, o almeno non per molto.
Ecco, vedo la testa! Un'altra spinta!” il mio cuore perse un battito.
Giurai di aver percepito il pavimento mancarmi sotto i piedi.
Gridò, ed una lacrima le solcò per l'ennesima ed insostenibile volta la guancia.
Intavolai il presentimento di perdere per davvero conoscenza, visto che la sensibilità delle dita era ormai inesistente.
Sta uscendo, solo un'ultima spinta, promesso!” un urlo, l'ultimo, ed accadde tutto così velocemente.
L'aria si inebriò di un dolce pianto, così dolce da penetrarti dentro come una scossa elettrica.
Poggiai lo sguardo su quello di Eley che mi cercava come acqua nel deserto.
E' un maschio, è un bellissimo maschietto!”annunciò la donna.
Ma se ciò che pochi istanti prima sembrava andare alla velocità della luce, adesso pareva essersi immobilizzato.
Lasciai cadere l'Iphone sul pavimento.
Distinguere i volti e le persone mi era completamente impossibile, anche le apparecchiature mediche erano diventate un insieme di chiazze colorate.
Caddi in ginocchio e roteai gli occhi, serrando infine, definitivamente, le palpebre.
Mi addormentai con la consapevolezza di aver visto le mie due ragioni di vita sopravvivere.
Mi addormentai con la consapevolezza di avere una vita perfetta, impagabile, insostituibile.
Mi addormentai con la consapevolezza che tutto ciò che amo mi è sempre stato accanto e sempre ci sarà.
Mi addormentai con la consapevolezza che, al mio risveglio, avrei avuto una famiglia a cui pensare.
Mi addormentai felice, impaziente di mettere la parola “via” alla nostra vita.

 

Perchè questo è solo l'inizio.

 

 

 

 

FINE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 














L'avventura finisce qui .

 

Vi basti sapere che sto piangendo come una disperata e non ci credo ancora che questa fan fiction sia finita.
L'ho iniziata una sera, era tardi, e avevo voglia di ripartire su efp.
E adesso siamo arrivati alla fine.
Ho scritto questo capitolo con tutta me stessa, gradirei ricevere tante recensioni, specialmente da chi non ne ha mai lasciata una.
Magari scrivete cosa vi ha colpito di più di questa storia, perchè ci tengo davvero moltissimo.
Per il resto ringrazio tutte le ragazze che mi hanno sostenuta e recensita, vi amo con tutto il cuore.
Chi anche ha messo questa storia tra le seguite o le preferite, grazie mille.
Quanto riguarda a Selena: immaginatevi il suo futuro da sole! Magari ha incontrato Derek di persona e si sono fidanzati.
Insomma, date spazio alla fantasia.
Un'ultima cosa: per chi venisse il 23 marzo a Bologna, me lo scriva nelle recensioni, io ci sarò, magari potremmo incontrarci.
Eccomi qui che vi regalo l'ultimo saluto di questa fan fiction.
Jeley forever.
Pisello-v.


Swag.
;)

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