I'd come for you

di LadyBones
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo uno ***
Capitolo 3: *** Capitolo due ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Questa è la mia prima storia su Supernatural; è nata per caso e non so nè quando finirà nè come...sarà una lunga avventura che spero qualcuno di voi corrà condividere con me!! Spero di poter leggere quello che pensate! Buona lettura!




Respira.

È quello che continuavo a ripetermi giorno dopo giorno.

Domani sarà diverso, vedrai.

Quel domani è arrivato e io ho deciso di cogliere l'occasione al volo perché sapevo che non mi sarebbe mai più capitata.

Ho voltato pagina.

L'ho fatto per davvero questa volta. Qualcuno ha gioito nel vedermi tornare qualcun altro, invece, è rimasto ferito dalla mia decisione.

Eppure ho continuato ad andare avanti cercando di cancellare tutto quello che fino a quel momento mi aveva fatto stare male. Sfortunatamente, non sono riuscita ad seppellire tutto in una fossa profonda. Qualcosa, qualcosa è rimasta in superficie e piano piano ha iniziato a graffiare per tornare a galla. Non ci è voluto poi molto perché tutto riemergesse.

È bastata una sola chiamata per riportare tutte le cose al suo posto. Una sola chiamata per costringermi a fare marcia indietro.

Cinque mesi a cercare di ricostruire una vita intera e un solo squillo per capire che quella non era la mia realtà.

L'unica cosa che dovevo fare era restare lì a cercare di sistemare quello che poteva essere sistemato...adesso, potrebbe essere troppo tardi.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo uno ***


Eccomi qui con il primo capitolo di questa storia! Ho voluto per prima cosa farvi famigliarizzare con questo nuovo personaggio...spero che vi piaccia! Spero di poter leggere qualche vostro commento!! Buona lettura! :)




Sono da poco passate le sette del mattino quando sento dei rumori provenire dalla cucina. Infastidita mi giro in pancia in giù infilando la testa sotto il cuscino e tirando ancora di più le coperte cercando di riprendere sonno. L'unico risultato, però, sembra essere la mancanza di aria così, sbuffando, mi sollevo controvoglia cercando di uscire da quel groviglio di lenzuola. Con una mano strofino gli occhi ancora addormentati per poi sbadigliare una, due, tre volte.

Continuando a sentire un lieve chiacchiericcio nella stanza accanto decido, finalmente, di saltare giù dal letto.

Buongiorno...” mi salutano in coro mia madre e mio fratello vedendomi comparire sulla soglia della porta.

Cosa avete da dire di così importante alle sette del mattino?” chiedo guardandoli di sbieco.

Loro sorridono divertiti nel vedermi mezza assonnata e con tutti i capelli arruffati a mo di criceto morto.

Vuoi un po' di caffè?” mi chiede mia madre facendomi posto.

Annuisco semplicemente andandomi a sedere.

Perché ti stavi lamentando sta notte?” mi chiede improvvisamente mio fratello Tommy.

Nel sentire quella domanda mi riprendo completamente dalla sonnolenza mentre nella mia mente si iniziano a sovrapporre immagini diverse una dopo l'altra ad una velocità impressionante.

Ah solo un brutto sogno...” sussurro addentando un biscotto al cioccolato.

Il mio sguardo, per un attimo, si perde in un punto non ben decifrato del muro bianco davanti a me mentre un'immagine diversa comincia a farsi strada tra i miei pensieri.

Un'immensa distesa d'acqua che improvvisamente inizia a prendere la forma di una grande macchia nera. La mia mente continua a vorticare pericolosamente intorno a questo pensiero ma prima che sia troppo tardi qualcosa richiama la sua attenzione verso un'altra direzione.

Eleonor...Eleonor tesoro, il tuo caffè!” sussurra mia madre sfiorandomi appena il braccio.

Oh si...grazie...” afferro la piccola tazzina azzurra accennando un sorriso.

So già che questa sarà una lunga giornata e l'unica cosa che vorrei in questo momento è tornare sotto le coperte.

 

 

 

Cammino lungo il marciapiede facendomi largo tra la folla per poi infilarmi nella libreria al lato della strada. Mi sfilo il cappello grigio dalla testa lasciando scivolare i boccoli neri lungo la spalla. Volto lo sguardo da una parte all'altra come a voler assicurarmi che tutto sia al suo posto, una vecchia abitudine che credo non perderò mai.

Una ragazza dai corti capelli rossi è poggiata sul bancone intenta a leggere un libro dalla copertina verde smeraldo. Lei solleva gli occhi nella mia direzione e nel vedermi mi saluta con la mano.

Ciao Eve...scusa per il ritardo...” le sorrido disfandomi della giacca che lascio cadere su una sedia oltre il bancone.

Tranquilla non c'è poi così tanta clientela nei paraggi oggi!” ricambia il sorriso per poi riabbassare il capo sulle pagine leggermente ingiallite.

In silenzio mi avvicino a uno dei tanti scaffali sistemati nel negozio lasciando scivolare lo sguardo su tutti quei libri disposti in ordine quasi maniacale. Leggo alcuni titoli cercando quello più adatto a me fino a quando non lo trovo: Cime tempestose.

Lo prendo e rigirandolo tra le mani ritorno verso il centro della stanza poggiandomi con i gomiti sul lungo tavolo di marmo.

Cosa leggi?” mi chiede Eve incuriosita.

In risposta le mostro la copertina rigida rosso carminio mentre lei controlla velocemente la scritta argentata.

Potresti anche cambiare qualche volta...” mi sorride divertita.

Tu che cosa leggi?” le chiedo ignorando la sua battuta.

E' nuovo parla di vampiri ed essere sovrannaturali!” risponde con gli occhi luccicanti.

E poi sono io quella che dovrebbe cambiare...” sogghigno facendole la linguaccia.

Bè questo ha una storia diversa...quindi tecnicamente non leggo sempre la stessa cosa!” si giustifica lei.

Oh si certo...l'importante è esserne convinti!”

Tra l'altro ha anche il suo lato interessante...” continua lei imperterrita.

Ah si? E sentiamo quale sarebbe?” le chiedo improvvisamente incuriosita.

So tutto su i vampiri e se mai ne incontrassi uno saprei come ucciderlo!” sentenzia lei convinta.

Ma davvero?” le faccio eco.

Certo...serve un paletto di legno con cui trafiggergli il cuore o si può optare sulla luce solare...non sopportano l'aglio e, oh si, non possono specchiarsi...”

Io la guardo di sbieco sorridendo appena divertita da tutta quella situazione.

Che cos'hai da ridere?” mi chiede in tono serio incrociando le braccia intorno al petto.

Buffy sarebbe davvero fiera di te!”

Ci guardiamo per un attimo per poi scoppiare a ridere divertite.

Era da molto tempo che non ridevo così di gusto, non pensavo di esserne ancora capace. Erano parecchie le cose che pensavo di non essere in grado di fare: tornare a casa dalla mia famiglia, trovare un lavoro vero che non mi facesse rischiare la vita ogni cinque secondi o avere degli amici. E, invece, eccomi qui a vendere libri mentre cerco di recuperare una vecchia amicizia che credevo aver perso definitivamente un cinque anni fa.

Gli stessi cinque anni che, da una parte, mi hanno portato via molte occasioni di una vita normale lasciandomi a dosso parecchie ferite che forse non guariranno mai ma, dall'altra, forse, ho ricevuto qualcosa che nessuno altro potrebbe mai immaginarsi. Adesso, però, sono qui a cercare di recuperare e, a quanto pare, le cose stanno andando per il verso giusto fino ad ora o magari mi sto solo illudendo.

Sono ancora immersa nei miei pensieri quando la porta del negozio si apre lentamente lasciando entrare un ragazzo alto con indosso una giacca di pelle.

Ehi c'è Jack e sta venendo dritto nella tua direzione...” mi fa l'occhiolino Eve avviandosi verso il retro del negozio.

Sento i suoi passi farsi più vicini così sollevo la testa dal mio libro.

Ciao...” lo saluto vedendolo fermarsi a pochi centimetri di distanza.

Ciao...come va?” mi chiede infilandosi le mani nelle tasche.

Tutto bene, grazie...tu?”

Bene...sai, passavo di qui e mi chiedevo se...insomma...” cerca di schiarirsi la voce leggermente imbarazzato.

Aspetto per un attimo che si decidi a finire la frase cercando in tutti i modi di trattenere un sorriso.

...ti andrebbe di uscire con me questa sera?” sussurra finalmente.

Si...mi piacerebbe!” gli rispondo sorprendendo entrambi.

Forse non riuscirò a dire completamente addio ai fantasmi del mio passato ma almeno sono sulla strada giusta per mettere ordine in quel casino che è la mia esistenza e pensare che questa mattina volevo restare sotto le coperte a poltrire.

 

 

20,30.

Scendo di corsa le scale rendendomi conto di essere nuovamente in ritardo, come sempre.

Mi avvio lungo il viale alberato cercando di velocizzare il mio passo attenta a non urtare qualche povero passante anche se le ballerine non sono poi così d'aiuto. Fortunatamente manca poco al punto in cui devo incontrarmi con Jack vedo già l'insegna luminosa del bar. Mi blocco un attimo davanti ad una vetrina controllando che tutto sia in ordine per poi riprendere il mio cammino accelerando di poco il passo. Sto per entrare nel locale affollato quando sento il cellulare vibrare nella mia borsa. Mi fermo un attimo davanti alla porta color nocciola per afferrare il telefono e una volta tra le mani mi rendo conto che non è quello giusto. Sollevo il sopracciglio sinistro mentre il mio cuore inizia ad accelerare i suoi battiti nell'esatto momento in cui mi rendo conto che quello che più temevo si sta realizzando.

Da quando avevo deciso di tornare alla normalità avevo preso tutto quello che apparteneva alla mia vecchia vita infilandolo in un grande scatolone. Come si dice, lontano dagli occhi lontano dal cuore, no?

Eppure c'era qualcosa che avevo deciso di tenere, il cellulare per le emergenze, sperando di non sentirlo mai suonare.

Desiderio negato.

Mi sposto verso la vetrata del bar finendo per guardarci dentro lasciando scivolare il mio sguardo in direzione di Jack seduto in un angolo intento ad aspettarmi.

Avrei tanto voluto poter far finta di nulla ma qualcosa mi diceva che sarebbe stata la scelta sbagliata così, faccio un piccolo respiro e dopo un attimo che sembra interminabile afferro il cellulare giusto ed apro la chiamata.

Sono Sam...”

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Capitolo 3
*** Capitolo due ***


Ecco il secondo capitolo, il quale inizia ad entrare nel vivo della storia!! Fatemi sapere che cosa ne pensate...buona lettura a tutti! :)





Non ricordo quanto tempo è passato dalla chiamata di Sam. A dire il vero, non ricordo con precisione neanche tutto quello che è successo dopo.

So di esser ritornata a casa, ho infilato qualche vestito nella mia borsa, ho lasciato un bigliettino per mia madre con la prima scusa che mi è venuta in mente e sono salita in macchina pigiando sull'acceleratore.

Ho viaggiato tutta la notte in una direzione non bene definita per i miei standard geografici ignorando il cellulare che, imperterrito, continuava a squillare.

Adesso inizio ad avvertire la stanchezza ma sapendo di essere quasi arrivati decido di tenere duro mentre le mie mani iniziano a tremare sotto il peso della tensione. Stava succedendo di nuovo e, come sempre, non potevo fare nulla per impedirlo e questa volta credo proprio che finirò per cedere. La riesco a sentire fin dentro le mie ossa la paura di perdere il controllo.

Cerco di allontanare qualsiasi pensiero dalla mia mente concentrandomi sulle indicazioni che mi aveva dato Sam e per un attimo la tensione sembra scomparire.

Continuando a mantenere gli occhi lungo la strada volto a destra per poi immettermi nel piccolo parcheggio alla ricerca di un posto libero. Quando sto per perdere le speranze mi accorgo di uno spazio vuoto ed infrangendo un paio di regole stradali e qualche buona maniera mi impossesso di quel pezzo di strada sfrecciando davanti ad una grossa macchina nera.

Facendo finta che non sia successo nulla, scendo dall'auto dirigendomi verso l'ingresso dell'ospedale. Una volta dentro lascio vagare il mio sguardo da una parte all'altra cercando un volto a me familiare ma tutto ciò che vedo finisce solo per mettermi ancora di più ansia.

M-mi scusi...” sussurro bloccando un'infermiera che mi passa davanti.

La donna si volta nella mia direzione rivolgendo tutta la sua attenzione a me.

Sto cercando mio zio...è stato portato qui questa notte...” affermo cercando di riordinare quel po' di idee che mi sono rimaste.

Qual è il nome?” mi chiede gentilmente la donna.

Cerco di risponderle quando un'altra conversazione si sovrappone alla nostra. D'istinto inclino la testa nella direzione opposta alla mia seguendo la voce di due uomini che piano piano inizia a sfiorare note sempre più alte. Improvvisamente la mia attenzione è completamente attratta da quello che sta succedendo ad un corridoio da me.

Che cosa?” chiede il più giovane quasi incredulo.

L-le chiedevo, visto che lei è il parente più prossimo, se eravate intenzionati a donare gli organi sa...” cerca di spiegarsi l'uomo mantenendo la calma.

Lui non morirà...” sussurra a denti stretti il ragazzo.

Certo ma vede così potrete salvare delle vite...”

L'altro cerca di controbattere ma rimane pietrificato nel momento esatto in cui il ragazzo con la giacca verde scaglia un pugno nella sua direzione finendo per colpire il vetro a pochi centimetri di distanza da lui.

Per un attimo, assistendo a quella scena, resto immobile al mio posto rendendomi conto di star trattenendo il respiro in attesa di quello che sarebbe successo.

Non si faccia spaventare...capita quasi ogni giorno di assistere a scene del genere...” sussurra l'infermiera al mio fianco facendomi quasi sobbalzare.

Non ne ho dubbi!” sussurro riportando lo sguardo sul più giovane.

Allora il nome di suo zio?” mi chiede la donna sorridendomi appena.

Ah...non importa...credo di averlo trovato!”

Senza aggiungere altro mi allontano dalla donna percorrendo il lungo corridoio fino ad arrivare vicino ai due litiganti che immersi nella loro discussione non si accorgono della mia presenza.

Sarebbe meglio che vada...adesso!” sussurro all'uomo con gli occhiali cercando di mantenere la calma consapevole di avergli appena salvato la vita.

Sentendo la mia voce, l'uomo più giovane si volta di scatto nella mia direzione guardandomi sorpreso.

Ele...”

Ciao Dean...”

Per un attimo rimaniamo a guardarci come due idioti fino a quando non decido di abbassare lo sguardo in direzione delle mie scarpe imbarazzata. Lui sembra voler imitarmi anche se so che gli occhi continua a sbirciarmi proprio come fanno i bambini.

È un attimo.

Sono lì a cercare di trovare qualcosa di sensato da dire dopo tutto questo tempo quando sento le sue braccia avvolgermi in un abbraccio così mi lascio andare.

Mi era mancato il suo abbraccio.

 

 

 

 

 

È ormai mattina quando mi ritrovo a pochi passi dalla stanza asettica in cui si trova Bobby attaccato a non so più quanti macchinari. Sono lì con un bicchiere di caffè bollente in attesa che qualcosa succeda da un momento all'altro ma so già che non vedrò un miracolo, non oggi.

Come stai?” mi chiede Sam avvicinandosi.

Sto bene, credo...” faccio spallucce.

Mi spiace che tu sia dovuta tornare così...” afferma tutto d'un fiato.

Gli sorrido debolmente sapendo che le sue parole sono sincere. Avevo sempre saputo di dover tornare prima o poi, un cacciatore lo è tale fino alla fine, ma non pensavo che sarebbe andata a finire così.

Faccio un piccolo sospiro cercando di farmi coraggio da sola consapevole di non essere in grado di dire addio a qualcun altro. Decisa ad allontanare per almeno cinque minuti l'immagine di mio zio dalla testa mi volto dandogli le spalle è così che incontro il verde degli occhi di Dean.

Lui come sta?” sussurro così che solo Sam riesca a sentirmi.

Non lo so...è difficile saperlo con lui...”

Annuisco semplicemente intuendo il senso di quella frase.

Avete parlato?” mi chiede abbozzando un sorriso.

Mi ha solo raccontato quello che è successo...niente di più...” gli rispondo quasi dispiaciuta.

Forse dovresti andare a vedere come sta...” mi suggerisce il fratello minore.

Sollevo un sopracciglio guardandolo in modo scettico.

Ok...va bene, come non detto!” alza le mani in segno di resa.

Io scuoto la testa mentre una smorfia simile ad un sorriso si disegna al lato della bocca mentre i miei occhi continuano a seguire i movimenti impercettibili dell'uomo che mi è davanti e che sembra essere deciso a rimanere in silenzio intento a trattenere le lacrime.

 

 

 

Continuiamo tutti e tre a rimanere appesi ad un filo sperando che continui a resistere come aveva imparato a fare in tutto questo tempo.

Si dice che la speranza sia l'ultima a morire eppure io inizio a sentirla affievolirsi piano piano e tutto questo mi terrorizza. Bobby è stato l'unico ad esserci sempre stato per me, per loro. Abbiamo visto tanti entrare nelle nostre vite e altrettanti andarsene ma lui era sempre presente sempre e comunque. Adesso, questa piccola certezza ci stava per essere strappata via o forse no.

Improvvisamente qualcosa attira la nostra attenzione. Un movimento improvviso nella stanza che sorvegliavamo spinge i nostri cuori a battere sempre più veloce.

È una frazione di secondo in cui Bobby riapre gli occhi mentre noi corriamo verso di lui cercando di rimanere lucidi.

Lo vedo agitarsi nel disperato tentativo di dirci qualcosa per poi rivolgere uno sguardo nella mia direzione sorprese di vedermi lì così gli sorrido per incoraggiarlo mentre Dean gli passa un pennarello. Bobby lo afferra scrivendo un numero sulla mano destra di Sam.

Riesce in tempo a finire di scrivere quando all'improvviso perde i sensi e prima ancora di cercare di capire che cosa sta succedendo gli infermieri ci spingo con forza fuori dalla stanza.

E poi lo sento.

Un lento e sonoro bip che mi gela le vene mentre una lacrima inizia a rigarmi il volto. Fisso il vuoto sperando che arrivi qualcuno a dirmi che tutto andrà bene ma l'unica cosa ad arrivare è la mano di Dean che si stringe alla mia e non posso fare altro che ricambiare quella stretta così rassicurante.

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