Life as we know it

di KikiWhiteFly
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #1. ***
Capitolo 2: *** #2. ***
Capitolo 3: *** #3. ***
Capitolo 4: *** #4. ***
Capitolo 5: *** #5. ***



Capitolo 1
*** #1. ***




Note: il titolo prende spunto dall'omonimo film, la cui protagonista principale è Katherine Heigl (in italiano: “Tre all'improvviso”).

Questa è la spin-off di "Crossroad", una mia storia ispirata a “Deep Clear” – non è così importante ai fini della lettura ma,

visto che vorrei realizzare delle “storie in serie” ispirate alla mia fic, vi informo.

Inoltre, si è classificata seconda al contest indetto da FataFaby89 - "L'unico e solo Multifandom Contest" -, vincendo anche il "Premio fan".

Devo dire che è stata davvero rapidissima e molto professionale, quindi la ringrazio (L).

Saranno cinque flashfic, spero gradirete.







Life as we know it





#1.



Sono all'incirca le sei di mattina di una domenica primaverile, Sana può dirsi già stremata: a malapena ha chiuso occhio la notte, star dietro ai gemiti

della piccola Sari può catalogarsi come una impresa estenuante.

Benché pesi poco più di quattro chilogrammi, Sari Hayama possiede l'innata capacità di farsi ascoltare tutta la notte – beh, probabilmente è colpa dei geni di Sana.

Sana tasta con mano l'altra parte del materasso, constatando con disappunto che Akito si è già alzato; cosa ben più strana è, in effetti, che la

piccola Sari non la costringa ad ascoltare i suoi acuti da circa un'ora e mezza.

Preoccupata, frastornata e piuttosto esausta si alza dal letto: la porta della cameretta è semiaperta, al suo interno c'è una scena che Sana

vorrebbe immortalare – se solo Akito, poi, non minacciasse di fargliela pagare a vita.


È un momento perfetto, vale la pena di essere contemplato in tutta la sua bellezza: Akito Hayama è seduto sulla sedia a dondolo, proprio accanto alla culla, tiene

sua figlia tra le braccia e, almeno così pare a Sana, non sembra essersi accorto della sua presenza.

Sana si limita ad appoggiarsi allo stipite della porta, osservando con un sorriso di pura tenerezza la scena che ha di fronte: suo marito non gli è

mai parso più accorto di così, da quando ne ha memoria.


«Non ne capisco il motivo, Hayama, ma pare che Sari dorma così beatamente solo in tua presenza».

Sana si rivela in un ritaglio di luce, poi si avvicina un po' alla loro bambina: la risposta, in fondo, ce l'ha già.

È negli occhi di Sari, profondi e dorati, talmente simili a quelli di Akito da parere una cosa sola.

Ma, ne è sicura, Akito si è già accorto di quel particolare.



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Capitolo 2
*** #2. ***


Life as we know it


#2.



«Hayama, è un pannolino!», esclama vivacemente Sana, in parte orgogliosa di poter finalmente avere la sua rivincita.

«Non urlare troppo, Kurata, non vorrai traumatizzarla».

Ed è incredibile come, con il passare degli anni, Akito Hayama mantenga la stessa faccia da schiaffi di quando erano 

poco più che bambini – bisogna dire, però, che Sana non riesce proprio ad opporvisi.

Quindi, sfoderando a sorpresa una linguaccia, Sana si accinge a cambiare per l'ennesima volta il pannolino alla sua bambina: è solo 

mezzogiorno, sì, ha l'impressione che la sua giornata sembrerà molto lunga.

«Ecco fatto, nulla di più semplice!».

Sana apre le braccia in un gesto di pura teatralità, spera per l'ennesima volta che Akito Hayama abbia compreso il funzionamento del pannolino.

«Mi guarderei le mani, fossi in te».

Sana può vederlo, molto chiaramente, suo marito sta sfoderando un ghigno sarcastico. Solo quando trova il coraggio di volgere lo sguardo verso

il basso, nota che la piccola – nemmeno troppo, a giudicare dalle dimensioni sulla sua camicia – Sari le ha lasciato un 

regalino, non solo sugli abiti ma anche sulle dita.

Sana, allora, corre in direzione del bagno e cerca di riparare l'irreparabile – beh, forse avrebbe dovuto pensarci due volte prima 

di indossare abiti così costosi e poco adatti alla maternità.

Sulle labbra di Akito indugia una strana smorfia – un sorriso, possibile? –, dura pochi attimi, il tempo di ripulirsi e far ritorno nella cameretta di Sari.

E sono lì, padre e figlia, a scambiarsi tacitamente un gesto d'affetto.



* * *





Allora, diciamo anzitutto che ho preso spunto dal telefilm - “Tre all'improvviso”, sì.

Non so se qualcuno qui l'ha visto ma, nel caso, ricorderà sicuramente quella scena epica. XD

Okay, no, c'è poco da scherzare: in un lontano futuro potrebbe capitare anche a me. 

In effetti, il funzionamento dei pannolini resta un mistero soprattutto per gli uomini. °°

Qui, comunque, ho voluto narrare i due genitori “alle prime armi”, concentrandomi in particolare su Sari Hayama.

La prossima fic, invece, verterà molto di più sulla coppia Akito/Sana. :D

PS: grazie per le recensioni, siete in tanti e tutti molto gentili.

Sono lusingata dai vostri commenti, grazie – vi ho risposto privatamente. <3

Kì.

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Capitolo 3
*** #3. ***




#3




«Consiglio da amica, Sana: avete bisogno di uscire, a meno che non vogliate diventare una vecchia coppia sposata!».

Fuka la osserva con un che di sprezzante, Sana si limita ad annuire, fissando la propria figura riflessa nello specchio: «Non ci credo».

Sentenzia alla fine l'amica, scattando improvvisamente in piedi.

«Cosa?».

«Hai la faccia del “siamo-in-forte-astinenza-da-sesso”», Fuka scandisce parola per parola mentre Sana si limita a zittirla, appoggiando l'indice sulle labbra.

«Sari potrebbe sentirti!», esclama alla fine, prendendo in mano la radio sveglia.

«Beh, speriamo che non prenda esempio in futuro».

Ironizza Fuka, sedendosi sul materasso con aria sconsolata.

«E, comunque, lo ammetto», Sana parla a bassa voce, come a volersi coprire di vergogna. 

«Forse siamo troppo presi dalla bambina», confessa infine, chinando un po' il capo.

«Prima che possa prendere un martelletto rosso in mano e decidere di darvele di santa ragione, vi converrebbe parlarne».

«Parlare con Akito? Fuka, non scherzare», ridacchia Sana, pensando che le sue conversazioni – quelle serie, perlomeno – con Hayama

si limitano a rari ed eccezionali momenti di sincerità reciproca.

Fuka lo osserva per un solo istante, il tempo di fissarla dall'alto verso il basso, poi sbuffa sonoramente.

«Che c'è?», domanda Sana, con una espressione di pura ingenuità.

«Sai, dovresti guardarti allo specchio».

Sana obbedisce, ha l'impressione che Fuka non abbia tutti i torti: si volta, allora, distinguendo la propria immagine e 

riconoscendone quella di una novella madre.

Trecce sfatte, abiti che le calzano grandi almeno tre volte, borse sotto gli occhi: sì, forse lo deve ammettere, il suo sex appeal sembra esser 

sceso almeno cento punti sotto zero.

Sana mima una smorfia contrariata, si tocca nervosamente la lunga treccia, dopodiché si volta verso l'amica. 

Per quanto odi darle ragione, deve ammettere che la venuta di Sari, tra le tante conseguenze, ha comportato dei seri cambiamenti riguardo la loro relazione intima.


«Quindi, mia cara, Sari per stasera sarà sequestrata da me e Takaishi».

Fuka non le permette di appellarsi, ogni tentativo di ribellarsi è vano; da quando la piccola Sari è nata, la sua vita sociale ha subito un radicale cambio di rotta.

A partire dal fatto che si è congedata ufficialmente dal mondo: ebbene sì, forse Sari crea dipendenza, eppure Sana non riesce proprio a lasciare la sua bambina da sola.

«Ora, renditi sexy. E non osare tornare domattina senza aver fatto sesso», Fuka afferra qualcosa nella borsa, solo qualche secondo dopo il 

misterioso oggetto si rivela essere una chiave. «Se ricordi ancora come si fa, certo».

Il sarcasmo di Fuka Matsui è adorabile, davvero, talmente tanto da far venire l'ulcera nervosa istantaneamente.

«Ci puoi scommettere», sorride Sana, aprendo le ante dell'armadio e rivelando un guardaroba da sogno.



* * *



Dunque, nel prossimo capitolo sarà chiarito, le chiavi che Fuka ha dato a Sana sono di una sua casa. u-u

La prossima flash sarà il proseguimento di questa, comunque. :D

Ho cercato di rendere Fuka simpatica – non mi piace come personaggio, ugh. -_- –, spero di esserci riuscita. E, sì, qui Takaishi e Fuka stanno insieme. u__u

Alla prossima, miei cari, grazie per aver letto – e, inoltre, vi ringrazio per i commenti alla flash precedente. <3


Kì.

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Capitolo 4
*** #4. ***


#4




Quando Akito era entrato in casa, scoprendo la novità, l'aveva lasciato senza parole – non che fosse un gran cambiamento, invero.

Tuttavia, quell'interessante prospettiva si era trasformata ben presto in un perfetto incubo: Sana non si era messa in ghingheri – indossando 

addirittura un paio di reggicalze, elegantemente nascoste sotto il tubino bordeaux – per niente, beninteso.

Quando aveva proposto ad Akito di “passare la notte insieme”, di certo non era intendersi in senso letterale.



Sono le prime luci dell'alba, uno sfacciato sole mattutino irrompe dalle tapparelle e si riflette sui loro corpi, avvolti in calde lenzuola di seta.

Sana riesce a sentire il rumore delle onde, mentre una brezza marina spira attraverso alcune fessure.

Si alza, quindi, trasportando le lenzuola con sé – Akito sta dormendo beatamente e, nonostante sia un po' delusa dall'inaspettata conclusione 

della serata, può capirlo: dopo un turno di trentasei ore in ospedale, chiedergli di uscire così improvvisamente non è stata una grande idea.

Improvvisamente Sana si guarda intorno, sta cercando la piccola Sari: le bastano pochi minuti, poi, per rendersi conto che a quell'ora avrà 

sicuramente fatto perdere la pazienza alla povera Fuka, nonché a Takaishi.


«Sana?».

Akito si stropiccia gli occhi, proprio come un bambino, cerca la sua figura dall'altra parte del letto ma non la trova.

«Sono qui», risponde lei, sventolando una mano in alto. «Hai dormito bene?».

Akito, allora, si volta e la osserva veramente bene per la prima volta da tanto tempo: Sana risplende, sì, i suoi lunghi capelli ramati, in perfetto 

contrasto con i primi bagliori solari, creano una sorta di aureola intorno al suo capo.

«Non proprio, c'è qualcosa che me lo impedisce», poi si avvicina, le sue labbra catturano parte del suo collo ed il raziocinio, a quel punto, è nulla

in confronto ai tempestosi sentimenti che li assaltano.

«Non mi dire, Hayama, sensi di colpa?».

Sana ridacchia, Akito l'ha appena presa in braccio di peso e, in quel momento, si accinge a farla morire di piacere.

«No, Kurata. Bisogni. Semplici bisogni».

Le labbra di Akito percorrono l'incavo del suo seno, le sue dita si intrufolano sotto il vestito. 

Sana ne è consapevole, ormai, ben presto la ragione farà un salto nel vuoto.

«Non riesci proprio ad essere romantico, eh?».

Akito lo ha appena detto sottovoce, anche se non l'ammetterà mai: le parole “ti amo” vibrano ancora nella stanza.



* * *




Eh, lo so, la conclusione che tutti aspettavate – ma non è finita qui, eh, c'è ancora l'ultima flash. :D

Spero vi sia piaciuta, finalmente mi sono concentrata su Akito e Sana: ho sottolineato il fatto che “si guardano bene per la prima volta dopo 

tanto tempo”, un bambino porta anche a questo – penso –, in fondo.

Beh, che dire, vi aspetto nell'ultima flash!

Intanto, vi ringrazio per le recensioni ed il sostegno... siete tutti meravigliosi. <3


Kì.

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Capitolo 5
*** #5. ***



#5.


Due anni dopo.





Sari Hayama continua a trotterellare in giro per casa, con la sua nuova macchinetta di plastica, regalo di Misako Kurata. 

D'altronde, chi altri poteva pensare di regalare un giocattolo del genere?

Anzi, Sana deve ringraziare sua madre se non ha considerato l'ipotesi di comprarle uno scoiattolo da compagnia.


«Vedi, ha preso tutto da me!», esclama fieramente Misako, ridendosela di gusto.

Certo, è stimolante – al divertimento, si intende – osservare il suo grande, grosso e bisbetico maritino correre dietro ad una bambina di appena due anni.

«Hayama, stai sudando?», osserva Sana, avvicinandosi un po'.

Akito non osa voltarsi, ammettere la sconfitta è più tragico del previsto: non può veramente capacitarsi del danno morale che sta subendo, è inammissibile.

«Sari, vieni qua!», esclama Sana, catturando l'attenzione della bambina con un martelletto rosso formato-mini, reperito grazie a sua madre.

Sari, osservando il prezioso oggetto, pare illuminarsi: in men che non si dica caccia fuori le gambe e segue la direzione indicatele dal genitore.


«Bum, bum!».

E, il povero malcapitato, non può essere altri che suo padre – Akito si è affezionato a quell'oggetto nel corso degli anni, ormai, 

si può dire parte integrante della sua storia d'amore con Sana Kurata.

Sari ride di gusto e, pur mettendocela tutta, Akito non riesce proprio a rimproverarla – sarà che il suo sorriso è così simile a quello di Sana, chissà.

«Guarda, Sari, questo martelletto è importante: dallo in testa solo a chi amerai veramente».

Suggerisce Sana, scompigliando affettuosamente i capelli della figlioletta. Akito sfugge al suo sguardo, forse è imbarazzato perché c'è 

sua madre, tuttavia può notare un certo rossore sulle sue guance.

«Sari ama papà!».

Esclama vivacemente la piccola, abbracciando le gambe del padre e, anzi, aggrappandosi ad esse.

Sana sorride, Akito non lo dà a vedere ma ne è felice: incredibile come i bambini, con frasi elementari ma incisive, riescano a far breccia 

nel cuore degli adulti. Nel modo più sorprendente, poi, con la semplice sincerità.

Akito si avvicina un po', quel poco che basta per sfiorare la guancia di sua moglie, dopodiché le bisbiglia a bassa voce: «Tutta sua madre».





End.







Che dire di quest'ultima flash?

Che mi sono divertita molto a scriverla, tanto per iniziare. Ho immaginato il clima familiare, adeguato a quel tocco di follia di Misako Kurata. XD

Per non parlare del martelletto di Sana. XD

Vi avviso che ho già in mente una spin-off riguardante la famiglia Hayama, la posterò a breve. 

Così, finalmente, posso creare una serie a partire da “Crossroad”. *-*

E, prossimamente sui vostri schermi, vi avviso che terminerò “È già ieri, è quasi domani” e posterò una nuova storia – una commedia, stavolta. XD

Ringrazio ancora Faby, la giudice, che mi ha permesso di scrivere su un pair così meraviglioso... e tutti voi lettori, ovviamente, che non

vi stancate mai di leggere di questi due – perché, diciamocelo, Akito e Sana sono storia.





Kì. :)

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