Life as we know it di KikiWhiteFly (/viewuser.php?uid=33036)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #1. ***
Capitolo 2: *** #2. ***
Capitolo 3: *** #3. ***
Capitolo 4: *** #4. ***
Capitolo 5: *** #5. ***
Capitolo 1 *** #1. ***
Note:
il
titolo prende spunto dall'omonimo film, la cui protagonista
principale è Katherine Heigl (in italiano: “Tre
all'improvviso”).
Questa
è la spin-off di "Crossroad",
una mia storia ispirata a “Deep
Clear” – non è così
importante ai fini della lettura ma,
visto
che vorrei realizzare delle “storie in serie”
ispirate alla mia
fic, vi informo.
Inoltre, si è classificata seconda al
contest indetto da FataFaby89 - "L'unico
e solo Multifandom Contest" -, vincendo anche il
"Premio fan".
Devo dire che è stata davvero
rapidissima e molto professionale, quindi la ringrazio (L).
Saranno
cinque flashfic, spero gradirete.
Life
as we know
it
#1.
Sono
all'incirca le sei di mattina di una domenica primaverile, Sana
può
dirsi già stremata: a malapena ha chiuso occhio la notte,
star
dietro ai gemiti
della piccola Sari può catalogarsi come
una impresa
estenuante.
Benché pesi poco più di
quattro chilogrammi, Sari
Hayama possiede l'innata capacità di farsi ascoltare tutta
la notte
– beh, probabilmente è colpa dei geni di Sana.
Sana
tasta con mano l'altra parte del materasso, constatando con
disappunto che Akito si è già alzato; cosa ben
più strana è, in
effetti, che la
piccola Sari non la costringa ad ascoltare i suoi
acuti da circa un'ora e mezza.
Preoccupata,
frastornata e piuttosto esausta si alza dal letto: la porta della
cameretta è semiaperta, al suo interno c'è una
scena che Sana
vorrebbe immortalare – se solo Akito,
poi, non minacciasse di
fargliela pagare a vita.
È
un momento perfetto, vale la pena di essere contemplato in tutta la
sua bellezza: Akito Hayama è seduto sulla sedia a dondolo,
proprio
accanto alla culla, tiene
sua figlia tra le braccia e,
almeno così
pare a Sana, non sembra essersi accorto della sua presenza.
Sana
si limita ad appoggiarsi allo stipite della porta, osservando con un
sorriso di pura tenerezza la scena che ha di fronte: suo marito non
gli è
mai parso più accorto di
così, da quando ne ha memoria.
«Non
ne capisco il motivo, Hayama, ma pare che Sari dorma così
beatamente
solo in tua presenza».
Sana
si rivela in un ritaglio di luce, poi si avvicina un po' alla loro
bambina: la risposta, in fondo, ce l'ha già.
È
negli occhi di Sari,
profondi e dorati, talmente simili a quelli di Akito da parere
una cosa sola.
Ma,
ne è sicura, Akito si è già accorto di
quel particolare.
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Capitolo 2 *** #2. ***
Life
as we know
it
#2.
«Hayama,
è un pannolino!», esclama vivacemente Sana, in
parte orgogliosa di
poter finalmente avere la sua rivincita.
«Non
urlare troppo, Kurata, non vorrai traumatizzarla».
Ed
è incredibile come, con il passare degli anni, Akito Hayama
mantenga
la stessa faccia da schiaffi di quando erano
poco più che bambini –
bisogna dire, però, che Sana non riesce proprio ad
opporvisi.
Quindi,
sfoderando a sorpresa una linguaccia, Sana si accinge a cambiare per
l'ennesima volta il pannolino alla sua bambina: è
solo
mezzogiorno,
sì, ha l'impressione che la sua giornata sembrerà
molto lunga.
«Ecco
fatto, nulla di più semplice!».
Sana
apre le braccia in un gesto di pura teatralità, spera per
l'ennesima
volta che Akito Hayama abbia compreso il funzionamento del pannolino.
«Mi
guarderei le mani, fossi in te».
Sana
può vederlo, molto chiaramente, suo marito sta sfoderando un
ghigno
sarcastico. Solo quando trova il coraggio di volgere lo sguardo verso
il basso, nota che la piccola – nemmeno
troppo, a giudicare dalle
dimensioni sulla sua camicia – Sari le ha lasciato
un
regalino, non
solo sugli abiti ma anche sulle dita.
Sana,
allora, corre in direzione del bagno e cerca di riparare
l'irreparabile – beh, forse avrebbe dovuto pensarci due volte
prima
di indossare abiti così costosi e poco
adatti alla maternità.
Sulle
labbra di Akito indugia una strana smorfia – un
sorriso,
possibile? –, dura pochi attimi, il tempo di
ripulirsi e far
ritorno nella cameretta di Sari.
E
sono lì, padre e figlia, a scambiarsi tacitamente un gesto
d'affetto.
*
* *
Allora,
diciamo anzitutto che ho preso spunto dal telefilm - “Tre
all'improvviso”, sì.
Non
so se qualcuno qui l'ha visto ma, nel caso, ricorderà
sicuramente
quella scena epica. XD
Okay,
no, c'è poco da scherzare: in un lontano futuro
potrebbe capitare
anche a me.
In effetti, il funzionamento dei pannolini resta un
mistero soprattutto per gli uomini. °°
Qui,
comunque, ho voluto narrare i due genitori “alle prime
armi”,
concentrandomi in particolare su Sari Hayama.
La prossima fic,
invece, verterà molto di più sulla coppia
Akito/Sana. :D
PS:
grazie per le recensioni, siete in tanti e tutti molto gentili.
Sono
lusingata dai vostri commenti, grazie – vi ho risposto
privatamente. <3
Kì.
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Capitolo 3 *** #3. ***
#3
«Consiglio
da amica, Sana: avete bisogno di uscire, a meno che
non
vogliate diventare una vecchia coppia sposata!».
Fuka
la osserva con un che di sprezzante, Sana si limita ad annuire,
fissando la propria figura riflessa nello specchio: «Non ci
credo».
Sentenzia
alla fine l'amica, scattando improvvisamente in piedi.
«Cosa?».
«Hai
la faccia del “siamo-in-forte-astinenza-da-sesso”»,
Fuka
scandisce parola per parola mentre Sana si limita a zittirla,
appoggiando l'indice sulle labbra.
«Sari
potrebbe sentirti!», esclama alla fine, prendendo in mano la
radio
sveglia.
«Beh,
speriamo che non prenda esempio in futuro».
Ironizza
Fuka, sedendosi sul materasso con aria sconsolata.
«E,
comunque, lo ammetto», Sana parla a bassa voce, come a
volersi
coprire di vergogna.
«Forse siamo troppo presi dalla
bambina»,
confessa infine, chinando un po' il capo.
«Prima
che possa prendere un martelletto rosso in mano e decidere di darvele
di santa ragione, vi converrebbe parlarne».
«Parlare
con Akito? Fuka, non scherzare», ridacchia Sana, pensando che
le sue
conversazioni – quelle serie, perlomeno – con Hayama
si limitano
a rari ed eccezionali momenti di sincerità reciproca.
Fuka
lo osserva per un solo istante, il tempo di fissarla dall'alto verso
il basso, poi sbuffa sonoramente.
«Che
c'è?», domanda Sana, con una espressione di pura
ingenuità.
«Sai,
dovresti guardarti allo specchio».
Sana
obbedisce, ha l'impressione che Fuka non abbia tutti i torti: si
volta, allora, distinguendo la propria immagine e
riconoscendone
quella di una novella madre.
Trecce
sfatte, abiti che le calzano grandi almeno tre volte, borse sotto gli
occhi: sì, forse lo deve ammettere, il suo sex
appeal sembra
esser
sceso almeno cento punti sotto zero.
Sana
mima una smorfia contrariata, si tocca nervosamente la lunga treccia,
dopodiché si volta verso l'amica.
Per quanto odi darle ragione, deve
ammettere che la venuta di Sari, tra le tante conseguenze, ha
comportato dei seri cambiamenti riguardo la loro relazione
intima.
«Quindi,
mia cara, Sari per stasera sarà sequestrata da me e
Takaishi».
Fuka
non le permette di appellarsi, ogni tentativo di ribellarsi
è vano;
da quando la piccola Sari è nata, la sua vita sociale ha
subito un
radicale cambio di rotta.
A
partire dal fatto che si è congedata ufficialmente
dal mondo:
ebbene sì, forse Sari crea dipendenza, eppure Sana non
riesce
proprio a lasciare la sua bambina da sola.
«Ora,
renditi sexy. E non osare tornare domattina senza aver fatto
sesso»,
Fuka afferra qualcosa nella borsa, solo qualche secondo dopo
il
misterioso oggetto si rivela essere una chiave.
«Se ricordi ancora
come si fa, certo».
Il
sarcasmo di Fuka Matsui è adorabile, davvero, talmente tanto
da far
venire l'ulcera nervosa istantaneamente.
«Ci
puoi scommettere», sorride Sana, aprendo le ante dell'armadio
e
rivelando un guardaroba da sogno.
*
* *
Dunque,
nel prossimo capitolo sarà chiarito, le chiavi che Fuka ha
dato a
Sana sono di una sua casa. u-u
La
prossima flash sarà il proseguimento di questa, comunque. :D
Ho
cercato di rendere Fuka simpatica – non mi piace come
personaggio,
ugh. -_- –, spero di esserci riuscita. E, sì, qui
Takaishi e Fuka
stanno insieme. u__u
Alla
prossima, miei cari, grazie per aver letto – e, inoltre, vi
ringrazio per i commenti alla flash precedente. <3
Kì.
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Capitolo 4 *** #4. ***
#4
Quando
Akito era entrato in casa, scoprendo la novità, l'aveva
lasciato
senza parole – non che fosse un gran cambiamento, invero.
Tuttavia,
quell'interessante prospettiva si era trasformata ben presto in un
perfetto incubo: Sana non si era messa in ghingheri –
indossando
addirittura un paio di reggicalze, elegantemente
nascoste sotto il
tubino bordeaux – per niente, beninteso.
Quando
aveva proposto ad Akito di “passare la notte
insieme”, di
certo non era intendersi in senso letterale.
Sono
le prime luci dell'alba, uno sfacciato sole mattutino irrompe dalle
tapparelle e si riflette sui loro corpi, avvolti in calde lenzuola di
seta.
Sana
riesce a sentire il rumore delle onde, mentre una brezza marina spira
attraverso alcune fessure.
Si
alza, quindi, trasportando le lenzuola con sé –
Akito sta dormendo
beatamente e, nonostante sia un po' delusa dall'inaspettata
conclusione
della serata, può capirlo: dopo un turno
di trentasei
ore in ospedale, chiedergli di uscire così improvvisamente
non è
stata una grande idea.
Improvvisamente
Sana si guarda intorno, sta cercando la piccola Sari: le bastano
pochi minuti, poi, per rendersi conto che a quell'ora
avrà
sicuramente fatto perdere la pazienza alla povera
Fuka, nonché a
Takaishi.
«Sana?».
Akito
si stropiccia gli occhi, proprio come un bambino, cerca la sua figura
dall'altra parte del letto ma non la trova.
«Sono
qui», risponde lei, sventolando una mano in alto.
«Hai dormito
bene?».
Akito,
allora, si volta e la osserva veramente bene per la prima volta da
tanto tempo: Sana risplende, sì, i suoi
lunghi capelli
ramati, in perfetto
contrasto con i primi bagliori solari, creano una
sorta di aureola intorno al suo capo.
«Non
proprio, c'è qualcosa che me lo impedisce», poi si
avvicina, le sue
labbra catturano parte del suo collo ed il raziocinio, a quel punto,
è nulla
in confronto ai tempestosi sentimenti che li
assaltano.
«Non
mi dire, Hayama, sensi di colpa?».
Sana
ridacchia, Akito l'ha appena presa in braccio di peso e, in quel
momento, si accinge a farla morire di piacere.
«No,
Kurata. Bisogni. Semplici bisogni».
Le
labbra di Akito percorrono l'incavo del suo seno, le sue dita si
intrufolano sotto il vestito.
Sana ne è consapevole, ormai, ben
presto la ragione farà un salto nel vuoto.
«Non
riesci proprio ad essere romantico, eh?».
Akito
lo ha appena detto sottovoce, anche se non l'ammetterà mai:
le
parole “ti amo” vibrano
ancora nella stanza.
*
* *
Eh,
lo so, la conclusione che tutti aspettavate – ma non
è finita qui,
eh, c'è ancora l'ultima flash. :D
Spero
vi sia piaciuta, finalmente mi sono concentrata su Akito e Sana: ho
sottolineato il fatto che “si guardano bene per la prima
volta dopo
tanto tempo”, un bambino porta anche a
questo – penso –, in
fondo.
Beh,
che dire, vi aspetto nell'ultima flash!
Intanto,
vi ringrazio per le recensioni ed il sostegno... siete tutti
meravigliosi. <3
Kì.
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Capitolo 5 *** #5. ***
#5.
Due
anni dopo.
Sari
Hayama continua a trotterellare in giro per casa, con la sua nuova
macchinetta di plastica, regalo di Misako Kurata.
D'altronde, chi
altri poteva pensare di regalare un giocattolo del genere?
Anzi,
Sana deve ringraziare sua madre se non ha considerato l'ipotesi di
comprarle uno scoiattolo da compagnia.
«Vedi,
ha preso tutto da me!», esclama fieramente Misako,
ridendosela di
gusto.
Certo,
è stimolante – al divertimento, si intende
– osservare il suo
grande, grosso e bisbetico maritino correre dietro ad una bambina di
appena due anni.
«Hayama,
stai sudando?», osserva Sana, avvicinandosi un po'.
Akito
non osa voltarsi, ammettere la sconfitta è più
tragico del
previsto: non può veramente capacitarsi del danno
morale che
sta subendo, è inammissibile.
«Sari,
vieni qua!», esclama Sana, catturando l'attenzione della
bambina con
un martelletto rosso formato-mini, reperito grazie
a sua
madre.
Sari,
osservando il prezioso oggetto, pare illuminarsi: in men che non si
dica caccia fuori le gambe e segue la direzione indicatele dal
genitore.
«Bum,
bum!».
E,
il povero malcapitato, non può essere altri che suo padre
– Akito
si è affezionato a quell'oggetto nel corso degli anni,
ormai,
si può
dire parte integrante della sua storia d'amore con Sana Kurata.
Sari
ride di gusto e, pur mettendocela tutta, Akito non riesce proprio a
rimproverarla – sarà che il suo sorriso
è così simile a
quello di Sana, chissà.
«Guarda,
Sari, questo martelletto è importante: dallo in testa solo a
chi
amerai veramente».
Suggerisce
Sana, scompigliando affettuosamente i capelli della figlioletta.
Akito sfugge al suo sguardo, forse è imbarazzato
perché c'è
sua
madre, tuttavia può notare un certo rossore sulle sue guance.
«Sari
ama papà!».
Esclama
vivacemente la piccola, abbracciando le gambe del padre e, anzi,
aggrappandosi ad esse.
Sana
sorride, Akito non lo dà a vedere ma ne è felice:
incredibile come
i bambini, con frasi elementari ma incisive, riescano a far
breccia
nel cuore degli adulti. Nel modo più
sorprendente, poi, con la
semplice sincerità.
Akito
si avvicina un po', quel poco che basta per sfiorare la guancia di
sua moglie, dopodiché le bisbiglia a bassa voce: «Tutta
sua
madre».
End.
Che
dire di quest'ultima flash?
Che
mi sono divertita molto a scriverla, tanto per iniziare. Ho
immaginato il clima familiare, adeguato a quel tocco di follia di
Misako Kurata. XD
Per
non parlare del martelletto di Sana. XD
Vi
avviso che ho già in mente una spin-off riguardante la
famiglia
Hayama, la posterò a breve.
Così, finalmente, posso creare una
serie a partire da “Crossroad”. *-*
E,
prossimamente sui vostri schermi, vi avviso che terminerò
“È già
ieri, è quasi domani” e posterò una
nuova storia – una
commedia, stavolta. XD
Ringrazio
ancora Faby, la giudice, che mi ha permesso di scrivere su un pair
così meraviglioso... e tutti voi lettori, ovviamente, che non
vi
stancate mai di leggere di questi due – perché,
diciamocelo, Akito e Sana sono storia.
Kì.
:)
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