La solitudine dei numeri primi- le sorelle Black come non ve le hanno mai raccontate

di Emmeline Vance
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 22 dicembre ***
Capitolo 2: *** 22 Dicembre-Bellatrix Black ***
Capitolo 3: *** 22 Dicembre-Andromeda Black ***
Capitolo 4: *** 22 Dicembre-Narcissa Black ***
Capitolo 5: *** 24 Dicembre-Gala Natalizio ***
Capitolo 6: *** 24 Dicembre-Andromeda Black ***
Capitolo 7: *** 24 Dicembre-Bellatrix Black ***
Capitolo 8: *** 24 Dicembre-Narcissa Black ***
Capitolo 9: *** 24 Dicembre- Gala Natalizio ***
Capitolo 10: *** 14 Giugno molti anni dopo ***



Capitolo 1
*** 22 dicembre ***







PERFAVORE RECENSITE, MI AIUTERESTE A MIGLIORARE, E MI DARESTE LA CARICA PER ANDARE AVANTI



«Dromeda, vieni, per favore, non trovo più… una lettera… mi è arrivata ieri, ne sai qualcosa?»
Bellatrix era agitatissima, scattava qua e là, per tutta la sua stanza.
La porta di mogano, si schiuse, e entrò sua sorella Andromeda.
«Bellatrix, ma di che parli? Stai farneticando, ieri era domenica, non c’è posta la domenica!»
Bellatrix, non si voltò neanche, continuando a cercare come una disperata, si limitò a borbottare:
«La posta c’è stata eccome! Era un gufo speciale… urgentissimo! Poi l’ufficio postale fa eccezioni per certa gente…»
Dromeda iniziò a tossicchiare per attirare l’attenzione della sorella quindi, indispettita, le fece notare:
«Cosa intendi con ‘certa gente’? Sai, si potrebbe intendere che tu pensi che certi maghi sono meglio di altri per una determinata questione… » Bellatrix alzò gli occhi al cielo, poi tanto per far tacere la sorella specificò:
«Ma Dromeda, che vai a pensare? Intendevo… emh… che la determinata persona… è… un… amico dell’inserviente dell’ufficio postale, il quale ha fatto un’ eccezione in nome della loro amicizia! Tutto qui!»
Dromeda annuì, poco convinta.
«Si può sapere chi è questo mittente misterioso? Bella, seriamente: sapevo che tu fossi una ragazza carina, ma non fino a ricevere lettere d’amore… » Non fece in tempo a finire la frase: un ringhio rauco proveniva dalla sorella maggiore…
«Prova a ripetere quello che hai detto, sorella, e ti schianto di brutto!» Dromeda, che non aveva colto a pieno la minaccia, con fare sbarazzino continuò a provocarla: «Lo prendo come un sì?»
Bella con estrema agilità estrasse la bacchetta e, con pochi gesti esperti, lanciò un bello schiantesimo contro la sorella minore. La poveretta si ritrovò dal lato opposto della stanza. Stava per replicare, quando si udirono dei passi lenti e cadenzati, quasi delicati, farsi sempre più vicini. Lentamente la porta della stanza si aprì, lasciando entrare la sorella minore, Narcissa. Ad ogni passo i capelli biondi, che le facevano da cornice ad un viso serafico e angelico, le danzavano sulle spalle. La sua espressione era divertita, anche se per lei vedere Dromeda schiantata da Bella era del tutto normale.
«Dromeda, tutto bene? Sei sicura? Bella, ma devi sempre schiantare qualcuno? E… che disordine, hai per caso perso qualcosa?»
Bellatrix rispose, stizzita per aver ricevuto un rimprovero dalla più piccola fra le sue sorelle: «Sì Cissy, ti facevo decisamente meno perspicace. Se magari mi dessi una mano… Ma che sei venuta a fare poi? Credevo che stessi di sopra a leggere!»
«Phobe ha portato una lettera per te Bella, è arrivata stamattina, ma non mi hai dato retta: eri troppo impegnata. Ho creduto però che ora avessi più tempo… È da parte di Sirius…»
Bella strappò la lettera dalle mani della sorella: «L’ho trovata!» esultò «Scusa Cissy, hai detto che è arrivata stamattina, sei sicura? Strano, doveva essermi arrivata ieri…»
«Ma Bella! Non c’è posta la domenica, credevo lo sapessi!» Dromeda, che non si era ancora rialzata, fece la linguaccia, alla sorella maggiore. «FUORI!’» ringhiò cupa Bellatrix. Il suo tono non ammetteva repliche così, senza “se” e senza “ma”, le due sorelle minori uscirono dalla stanza e si incamminarono verso il salottino adiacente ad essa.

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Capitolo 2
*** 22 Dicembre-Bellatrix Black ***






Solo quando fu sicura di essere da sola, Bellatrix aprì la lettera. Lei non era così forte come tutti credevano, ma doveva far sembrare di esserlo, non era nata in un mondo clemente, anzi, nel suo mondo i deboli venivano spazzati via, senza alcuna pietà e, nonostante sua madre tentava in ogni modo di proteggerla, ciò non poteva durare per sempre. Lei era la più grande, era costretta a dover portare una maschera, che l’avrebbe fatta apparire agli occhi di tutti un essere spietato, senza cuore. Ma ora che era sola nella sua stanza, la nobiltà, i pregiudizi, le regole, il rigore, erano tutti fuori. Ora Bellatrix poteva permettersi di calare la maschera, poteva essere una persona normale, non una statua di ghiaccio.
Sapeva che Sirius doveva starle lontana, con lui non serviva a niente avere una maschera, lui era come il sole, il suo cuore di ghiaccio con lui si scioglieva, e lei non poteva permetterselo. Ma allo stesso tempo, Bella sentiva il disperato bisogno che qualcuno sciogliesse il gelo che c’era in lei. Sirius era una guida, una spalla su cui piangere, un cugino, un confidente, ma soprattutto il suo migliore amico. Però nel mondo dorato dei purosangue non era permesso avere un amico. Mentre leggeva la lettera, grossi lacrimoni scesero giù per le sue guance, a volte, invece, rise come una pazza, altre si faceva seria, altre ancora il cuore e si gonfiava di gioia. Forse, per un’altra persona, quella lettera non avrebbe rappresentato nulla di speciale, ma per lei fu un raggio di luce nella più tetra oscurità.

Bellatrix, mi sorprendi!
Non ti facevo così sentimentale!
OK! Non ci sbilanciamo, non che tu mi abbia scritto una letterina, del tipo ”Caro Sirius, T.V.U.K.D.B. B+S= LOVE”
Però sei stata gentile! Sì, cara mia, ti ho sgamata: nonostante tu abbia preso tutte le precauzioni, chi altri avrebbe potuto spedirmi un invito formale al Gala Natalizio della Nobilissima Ricchissima… Altissima Purissima Levissima Famiglia Black? (insomma una cosa del genere)
Grazie Bella, per tutto! Hai messo al rischio la tua reputazione per convincere tua madre a invitarmi, sapevo che sotto sotto hai un cuore!
Proverò a non deludervi, ma non garantisco niente… porterò qualche amico a casa, ma sta tranquilla è gente ok.
Un abbraccio grifonico (o grifico?)
Tuo cugino Sirius.
P.S. Visto che non ne hai il coraggio lo scrivo io a te: T.V.U.K.D.B. S+B= LOVE.

Bellatrix richiuse la lettera e la mise in un cassetto della scrivania. In pochi minuti si ricompose e, come se non fosse successo niente, convocò le sorelle.
«Credo sia nel vostro interesse sapere che Sirius parteciperà al Gala Natalizio, ed è nostro dovere far sì che non combini niente: mi sono spiegata?’» Le sorelle annuirono, quindi Bellatrix iniziò a sbraitare ordini a destra e a manca.
Fortunatamente per le sue sorelline fu l’ elfa domestica Mopsy ad accontentare ogni capriccio delle padrona.

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Capitolo 3
*** 22 Dicembre-Andromeda Black ***




Andromeda, si ritirò nelle sue stanze. Non aveva dato molto conto al Gala fino a quel momento ma se c’era Sirius le cose cambiavano. “Chissà chi porterà con se al Gala! James? Remus? Quelle si che sono persone con cui è possibile parlare sinceramente, a cuore aperto. Altro che Mulciber e Avery!” pensò. Ogni giorno che passava, Dromeda sentiva sempre di più di non appartenere a quel mondo. In cuor suo sapeva che mancava davvero poco: anche lei, come Sirius, sarebbe scappata. L’unica cosa che la tratteneva era l’amore per le proprie sorelle, ma loro non l’avrebbero potuta capire. Ella aveva tentato di cambiarle, ma non aveva ottenuto alcun risultato. Però le amava, di un amore sincero incondizionato. E poi si chiedeva se sarebbe stata in grado di fare ciò a sua madre, nonostante la disprezzasse con ogni singola parte del proprio corpo, era pur sempre sua madre! Ma a differenza di Bellatrix, Dromeda aveva un animo forte e coraggioso, lei era come Sirius, poteva riuscire a costruirsi un futuro migliore. Non doveva pensare a questo ora. Il Natale si stava avvicinando, quest’anno c’era anche Sirius, potevano finalmente essere una famiglia felice, o almeno provarci. La ragazza schioccò le dita e sulla scrivania apparve un catalogo: ”Fiocchi, pizzi e merletti: come prepararsi al meglio per il Natale (collezione invernale abiti da sera)”. Un altro schiocco e le pagine iniziarono a sfogliarsi lentamente, sotto lo sguardo distratto di Dromeda. Dopo qualche minuto la ragazza si sentiva già annoiata, così decise di scegliere un vestito di tulle rosso, che aveva visto alle prime pagine. Prese una pergamena intestata della famiglia Black e distratta iniziò a scrivere l’ordine del vestito.

Abito da sera: tulle/satin rosso porpora,seta asiatica,ricamato in Francia originale.
Stilista: Michelle Marcier.
Collezione: autunno/inverno.
Costo: 3o.ooo galeoni
Fam. Black

«La cosa bella di essere una Black è che sei servita e riverita. Se ordini qualche cosa stai sicuro che l’avrai il giorno dopo!» borbottò Andromeda, mentre inviava l’ordine via gufo alla Strachy & Sons. Poi tutta felice trotterellò fuori dalla stanza. Non aveva fatto ancora colazione e voleva finire tutti i compiti per le vacanze natalizie al più presto.

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Capitolo 4
*** 22 Dicembre-Narcissa Black ***




«Su, su, e più su ancora…» (Holly Black – Il libro dei Segreti) C’è un posto nella grande dimora dei Black dove è conservato il vivo ricordo di ogni membro della famiglia. Non bisogna andare a cercare fra gli sfarzosi saloni e gli eleganti corridoi. No. Bensì nella stanza più semplice ed umile dell’intera villa, ma che da anni custodisce la storia di quella nobile casata: la soffitta. Quante cianfrusaglie sono messe li a prender polvere? Dimenticate da tutto e da tutti, tranne che da una persona. Agli occhi di Narcissa ogni singola cosa in quella stanza appare come un tesoro inestimabile, grazie a questi oggetti lei poteva giudicare i componenti della sua famiglia per quello che erano realmente: persone. Che come tutte le altre persone avevano i loro difetti e le loro debolezze. Insomma, niente di tutto ciò che si raccontava. Eppure Narcissa non riusciva a capire perché tutti si ostinassero a nascondere quella verità, che a lei pareva così evidente; era convinta che non ci fosse niente di cui vergognarsi, lei stessa trovava straordinarie le gesta che la sua famiglia aveva realmente compiuto. Dopotutto per andare in cerca di qualcosa di speciale bisogna guardare le piccole cose, quelle che vengono giudicate banali, scontate, semplici. Lei stessa riteneva di essere fra queste cose: era fragile, malaticcia, strana, timida, insomma non era degna di essere una Black, però oltre le apparenze era intelligente, sarcastica, curiosa, dolce, unica.
Ed è proprio in soffitta che si rifugiò Cissy, quel 22 di dicembre. Nonostante il freddo fosse pungente ella si sentiva a suo agio lì. Si sedette su un vecchio baule che dava sul grande finestrone che illuminava il sottotetto.

“’Filosofo’… fa tanto studioso, ma in fondo non siamo tutti dei filosofi? Dal greco “filèin”, amare e “sofìa”, sapienza. Stare ore a riflettere: dopotutto la risposta c’è sempre, bisogna solo sforzarsi a cercarla… e sì, sì, direi proprio che sono una filosofa, sono amante della sapienza, amica dei pensieri. Dopotutto come potrei negare la mia amicizia a qualcosa che mi tiene compagnia per ore e ore? Da pazzi? Forse, ma qualcuno, un certo Edgar Allan Poe, ha scritto: «Gli uomini mi hanno definito pazzo, sebbene non risulti ancora chiaro se la pazzia sia, o no, il grado più alto dell’intelletto, e se molto di quanto dà gloria e tutto ciò che rende profondi non nasca da una malattia della mente, da stati di esaltazione dello spirito, a spese dell’intelletto in genere». È triste ammettere che più della metà delle persone che hanno letto questa frase, ne sono rimasti colpiti, ma non ne hanno capito il significato… È ancor più triste confessare che anche io sono fra questi, sebbene non passi giorno senza chiedermi cosa voleva comunicare quel folle di Poe quando la scrisse. Non riesco ancora a coglierne ogni sfaccettatura… Alla gente però piace tanto riempirsi la bocca di queste frasi, che fanno tanto da persona saggia… Se posso evito di utilizzare frasi fatte, almeno senza prima esserne certa di averle capite a fondo, se no potrei fraintendere il significato originale… Ma poi cosa mi da la certezza che lo scrittore volesse comunicare proprio quei determinati pensieri con quella frase?”

Pian piano il tempo passava, ma Cissy non se ne accorgeva, presa com’era dai suoi pensieri. Il suo sguardo era distante, sognatore, assorto,perso nei mille bagliori della flebile luce solare che inondava la soffitta, dipingendo le pareti con i suoi riflessi arcobaleno…

«…Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte…» (E. A. Poe)

Vorrei ringraziere di cuore tre persone, che mi hanno recensito, e/o inserito nelle seguite:
-Ismene
-le rose de versailles
-yayachipmunk

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Capitolo 5
*** 24 Dicembre-Gala Natalizio ***




Valletti in livrea schizzavano come saette per la Sala degli Specchi, mancavano solo gli ultimi ritocchi poi sarebbe stato tutto pronto per il Gala. L’eleganza faceva da padrona quella sera in casa Black, per non parlare della perfezione… Mopsy non faceva altro se non adempiere agli ordini esigenti della sua padrona, infatti madame Rosier era rimasta a sorvegliare ogni singolo preparativo per la festa. Perfino le sorelle Black erano agitate! Dromeda aveva dovuto convocare un sarto per far applicare degli strass argentati al suo vestito rosso, essendo proprio l’argento il colore principale della festa. Nissa, se ne stava chiusa in camera sua. Con quel ballo sarebbe entrata a far parte della società, doveva comportarsi al meglio. Le preoccupazioni di Bellatrix, erano rivolte a suo cugino, che non si era ancora fatto sentire… «Tanto meglio» le aveva detto sua madre, ma lei non ne era convinta, infondo anche un traditore come Sirius meritava una seconda possibilità. I suoi pensieri vennero interrotti dal passo autoritario di sua madre, probabilmente nel salone era tutto pronto ed era ora di prepararsi!
Fuori, nell’immenso giardino della Villa, qualcuno sfrecciava veloce, come un’ombra nella notte. Si udì un flebile bisbiglio:
«Non c’è nessuno! Andiamo, chissà che sorpresa per la tua famiglia: la zietta Rosier si prenderà un infarto… Felpato? Che ti prende? Dai vieni!»
Un tonfo sordo echeggio per tutta la casa. Bellatrix si alzò di scatto. Senza neanche bussare entrò nella camera delle sorelle, facendo segno di seguirla. Boati, tonfi, frastuoni vari continuarono a far tremare la villa. Ci mancò poco che Dromeda urlasse quando le tre si accorsero che tutto quel baccano proveniva dalla Sala degli Specchi.
«La festa è… rovinata!!!» ebbe il coraggio di sussurrare. Con fermezza Bellatrix spalancò la porta e si meravigliò che le sue gambe l’avessero sostenuta dopo un tale shock. Tutto ciò che poco meno di un quarto d’ora prima rappresentava tutta la magnificenza e l’eleganza della casata dei Black, ora era ridotto a poco più che ad un mucchio indistinto di cocci! Le finestre erano spalancate e un gruppo di ragazzacci si stava divertendo a distruggere ogni minima cosa in quella sala. Ciò che stava facendo male a Bella era il fatto che quelli non erano sconosciuti, anzi… Potter, Minus, Lupin, Weasley, Diggory… E al centro della sala proprio lui: Sirius. Quando la combriccola di Grifondoro si accorse della presenza delle sorelle Black, un silenzio inverosimile avvolse l’intera casa e l’atmosfera si fece carica di tensione.
«Sirius!» Disse Bellatrix con una voce fredda, piatta, distante. Sirius la fisso dritta negli occhi. «Dai Bella, era solo per divertirsi!» La maggiore delle Black lo fissò: «Ti sei divertito abbastanza! Ora fuori di qui!»
James, con la sua solita aria strafottente le ricordò: «Non sono stato mica io a inviare l’invito a Sirius…».
Bella non gli diede il tempo di finire che lo schiantò. «Sporchi traditori del vostro sangue, vi voglio fuori da casa mia! Ora!!!»
Fu Dromeda, con sorpresa di tutti, a controbattere: «Ma Bella! Tel’ho spiegato! Non vuol dire niente se loro sono dei tradi…»
La maggiore delle sorelle sbottò «STAI ZITTA!!! Non è il momento di uscirtene con queste cretinate!»
Dromeda fece un passo indietro, mortificata. Poi Bella tornò a fissare dritto negli occhi suo cugino che rimase colpito dalla delusione che il suo sguardo esprimeva.

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Capitolo 6
*** 24 Dicembre-Andromeda Black ***




“Basta! Ora ne ho abbastanza!” pensò furiosa Dromeda “Va bene che i ragazzi avevano sbagliato, ma era prevedibile! E poi che centrava se erano mezzo-sangue, traditori, o addirittura sangue-sporco? Ma che si arrabbiava a fare?! Tanto era quello che sapevano fare i purosangue: se non avevano argomenti per discutere tiravano fuori quelle cavolate e si aspettavano pure che la gente gli credesse!!! Sta volta no però!” Dromeda ne aveva piene le tasche.
«Certo Sirius, a te non importa degli altri, vero? Non hai idea di cosa tu abbia fatto passare a R.A.B. e a Walburga! Non ti bastava spezzare il cuore di tua madre, volevi anche rovinare la festa! Dimmi ora, chi è il mostro insensibile?» gridò Bellatrix al cugino, che rispose: «Certo si è visto come era dispiaciuta a cancellarmi dall’ albero genealogico! Un po’ di coerenza! Quella orribile donna che tutti conosciamo come Walburga è solo una melodrammatica…» Bella divenne rossa in volto: «Vuoi un po’ di coerenza? Reducto!» esclamò. Il lampadario di cristalli cadde e si infranse al suolo, mancò poco che colpisse i gifondoro. Bellatrix e Sirius continuavano a insultarsi e a discutere… E quando alla fine Sirius gliela diede vinta e chiamò gli altri per andarsene, Dromeda sapeva di essere pronta a fare una scelta, quindi esclamò: «Vengo con voi! Vengo con voi…» Bellatrix e Cissy sbarrarono gli occhi, ormai lucidi per le lacrime. Dromeda avrebbe voluto abbracciarle, salutarle, dire loro che era la cosa migliore per tutti. Si limitò ad accennare un sorriso e a mormorare: «Ci vediamo a scuola…», per poi raggiungere Sirius e tutti gli altri. Bella fu lapidaria: «Certo Andromeda, ora andatevene, certa feccia non dovrebbe mettere piede in casa nostra! Mopsy mostra ai signori l’uscita!» L’elfa ubbidì. Poco prima di uscire, Dromeda lanciò uno sguardo nostalgico alla hall di casa Black. Ma sapeva che stava facendo ciò per il bene di tutti. Intanto, la signora Black aveva dato ordini alla servitù affinché rimettessero tutto a posto e aveva messo tutti sotto la direzione di Mopsy, di cui si fidava ciecamente.

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Capitolo 7
*** 24 Dicembre-Bellatrix Black ***




Bella sbatte la porta di camera sua con violenza. Si getto sul letto, stava piangendo e il suo corpo era percosso da brividi violenti e convulsi. Aveva riposto tutta la sua fiducia i suoi progetti in Sirius e lui l’aveva delusa. Per la prima volta si sentì sola contro tutti, non c’era nessuno ad appoggiarla, avrebbe dovuto cavarsela in un modo o nell’altro. Non che lei avesse avuto molti amici, ma prima c’era Sirius, anche se la sua presenza era appena percettibile, Bella aveva la certezza che c’era. Le venne in mente uno strano pensiero di quando entrambi erano bambini.
“Quando eravamo piccoli Sirius e io eravamo convintissimi che prima di nascere eravamo una sola anima, un solo cuore, che giocava felice fra le stelle. Ma poi Sirius, era rimasto incantato dall’estate, e era voluto venire al mondo, da vero ribelle, dimostrando un animo coraggioso. Così il nostro cuore aveva dovuto dividersi in due per permettergli di nascere. Io invece avevo aspettato l’inverno per raggiungerlo! E allora la cosa aveva perfettamente senso, o almeno così sembrava a noi due, perché a volte dopo una corsa tra l’erba era come se non capissimo più chi era l’uno e chi era l’ altro, il nostro cuore batteva con lo stesso ritmo, in armonia. Ora però non capita più, ne è passato di tempo, ma io sono ancora certa, oltre ogni dubbio, di essere la metà di una cosa sola… o almeno lo ero fino ad oggi.”
Sirius è sempre stato un ribelle, aveva voluto nascere d’estate, aveva un animo fiero, altruista sfacciato, e coraggioso, e come lui anche Dromeda era nata alla fine di giugno, si sarebbe trovata alla grande, se la sarebbe cavata, anche lontana dall’opprimente famiglia Black. Ma Cissy? Lei era come Bellatrix, era nata d’inverno, era debole e i suoi sogni come le sue ambizioni erano destinate ad essere infrante. Lei non avrebbe opposto resistenza, e avrebbe fatto esattamente come richiedeva il protocollo. “No, non permetterò che anche lei come me rinunci ai suoi ideali, per adempiere a delle stupide regole! Lei è sensibile, intelligente, perspicace non si merita di passare il resto della sua vita chiusa in casa con un uomo che neanche conosce per marito! Non posso convincerla a disobbedire agli ordini di nostra madre ma, e che sia maledetta se ciò non accadrà, le farò vivere una vita felice, piena di soddisfazioni, al fianco di un uomo che la ami” si promise Bellatrix.

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Capitolo 8
*** 24 Dicembre-Narcissa Black ***




Bella stava ancora piangendo quando la porta si aprì. Narcissa. La ragazza aveva un’espressione vuota, si sedette sul letto affianco alla sorella maggiore.
«Sai Bella» disse «gli antichi greci avevano una leggenda che era molto strana, magari adesso può farti ridere, ma io la trovo molto saggia!». Bellatrix la fisso allibita, era mai possibile che con tutto ciò che era successo Cissy non aveva niente di meglio da fare che raccontare leggende? Ma comunque la cosa la incuriosiva e lasciò che la sorella terminasse.
«Un tempo, secondo questa leggenda, le persone erano unite a due a due in un’ unica anima, in un unico cuore. Gli dei però volevano metterli alla prova, per verificare, se ciò che li univa era qualcosa di banale, e superficiale, oppure era un sentimento in grado di resistere alle prove della vita. Così divisero ogni anima in due, facendo vivere a ciascuna parte una vita differente di quella della propria metà. Il compito delle due parti era quello di rincontrarsi e riunirsi in una cosa sola. Il problema fu che la vita aveva scalfito e segnato i due frammenti, quindi non combaciavano più alla perfezione. La loro sfida più ardua cominciava allora: i due dovevano trovare un modo per poter riunirsi, anche se non più in maniera perfetta come una volta»
Bella guardò Cissy a lungo. Che la sorella fosse una Legilimens? Ma no, o forse… aveva importanza? Forse con un po’ di impegno anche lei e Sirius potevano tornare ad essere una cosa sola? O forse era ormai impossibile? Chissà come avevano fatto, in quella leggenda… Loro due avevano avuto delle vite del tutto differenti, che li avevano allontanati sempre di più… E… se…? Ma ora l’importante non era Sirius, si ricordò Bella. Quella era una battaglia persa. È triste quando a soli 16 anni si riconosce che la propria vita è stata un fallimento su tutti i fronti, ma per Narcissa non doveva essere così! «Vuoi una mano a prepararti, Cissy?» le chiese Bella abbozzando un sorriso. La sorellina la guardò da prima con stupore, ma poi annuì. Bellatrix si asciugò il volto dalle lacrime, poi porse una mano a sua sorella e l’ accompagnò nella stanza-guardaroba a scegliere un vestito.

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Capitolo 9
*** 24 Dicembre- Gala Natalizio ***




Quando le due sorelle Black entrarono nella Sala degli Specchi, che ormai era già piena di ospiti, calò un silenzio surreale. Erano entrambe bellissime. Bellatrix sembrava quasi un’antica divinità greca: indossava un vestito senza spalline abbastanza scollato di un grigio metallico, che le fasciava il ventre snello e sodo. I capelli ricci erano raccolti in una coda, non eccessivamente tirata, che lasciava cadere alcune ciocche sul viso. Narcissa era decisamente meno sensuale e aggressiva, ma la sua eleganza e la sua dolcezza avevano intenerito il cuore di tutti. I suoi boccoli dorati le incorniciavano il viso diafano. Il suo abito era di pizzo bianco e le ricadeva morbido sui fianchi. A poco a poco, i vari invitati ripresero le danze, qualcuno aveva domandato di Andromeda, ma era stato messo a tacere in modo decisamente abile da madame Rosier. Molti ragazzi tentavano invano di invitare la maggiore delle Black, ma per quella sera l’unico pensiero di Bellatrix era: “Trova un cavaliere per Cissy, qualcuno che avrà rispetto di lei, e che magari con il passare degli anni potrà diventare una sola anima e un solo cuore con lei, non deve combaciare perfettamente, ma deve avvicinarcisi il più possibile… Chi? R.A.B.? No, troppo sentimentale, ci vuole qualcuno che le faccia da guida! Avrey? No, troppo rozzo… Ah! Ho trovato!”. Prese Narcissa per un braccio e la trascinò fino al pianoforte posto su un palchetto nel angolo della sala allestito per l’orchestra. «Ehi, senti un po’, non sei stanco di suonare?» chiese Bella al pianista, questi sorrise e senza staccare gli occhi dalla tastiera le rispose: «Non credo che ci sia qualcosa di più interessante da fare sta sera…» La ragazza annui pensando: “Ribelle, sfacciato, fino a qui sei ok, vedi un po’ che devi fare…”, poi, con tono autoritario: “Lucius, mia sorella gradirebbe danzare con te, sempre che tu lo voglia. Al pianoforte ci penso io!”. Gli occhi argentati del ragazzo si posarono su Cissy, per poi fare cenno di assenso con aria compiaciuta. Con un colpo di bacchetta Bella fece in modo che il piano suonasse da se, permettendo al signor Malfoy di andare a danzare. Per qualche minuto buono, Bellatrix rimase a guardare Lucius e Narcissa volteggiare leggeri per tutto il salone. “Sì” pensò “Cissy e Lucius stanno bene insieme. Magari lui non sarà l’amore della sua vita, ma tra l’altro sono convinta che l’amore vero e passionale sia solo un’invenzione dell’uomo… Poi conosco bene i Malfoy, sono una bella casata, Lucius in particolare, saprà proteggerla, difenderla, guidarla; è anche una persona colta e intelligente, Cissy si troverà bene con lui…”. Poi si congedò per andare finalmente a dormire, tanto il suo lavoro per quella sera era finito. Intanto Lucius e Cissy continuavano a danzare. Ad un tratto lei gli chiese: «Senti Lucius, come pensi che io sia?» Lui la guardò un attimo negli occhi e poi le rispose : «Fragile, malaticcia, strana, timida, insomma non sei degna di essere una Black…» Narcissa si ricordò di quando qualche giorno prima si era detta le stesse cose, in soffitta, ma ciò era come appariva agli altri non com’era davvero… «Però oltre le apparenze sei intelligente, sarcastica,curiosa, dolce, unica!» A queste parole Cissy arrossì e diede un goffo bacio sulla guancia a Lucius, che scoppiò a ridere divertito.

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Capitolo 10
*** 14 Giugno molti anni dopo ***




I Mangiamorte erano stati colti alla sprovvista dai membri dell’Ordine della Fenice proprio quando avevano finalmente la profezia tra le mani! Bellatrix sapeva che non potevano permettersi un fallimento così, con un urlo quasi folle si lanciò in un disperato contrattacco, seguita da Avrey, Mulciber e Lucius. I volti dei suoi nemici le erano noti, Emmeline Vance, Alastor Moody, Ronald Weasley, Hermione Granger, Harry Potter, Remus Lupin, perfino sua nipote Ninfadora Tonks, figlia di quella traditrice di sua sorella Andromeda. E immancabilmente lui, Sirius. Fu quest’ultimo a schiantarla, ma lei non si fece impressionare, con un cenno chiamò Lucius affinché venisse ad aiutarla. Nonostante sia lei che suo cognato fossero due esperti nell’arte dei duelli, dovettero ammettere che Sirus e il suo figlioccio avevano talento. «Expelliarmus!» tuonò Harry, «Depulso!» gridò Sirius e in un attimo, Lucius si ritrovò tutto indolenzito dalla parte opposta della stanza. Ora era Bella era sola, contro i due membri dell’Ordine della Fenice. Tutto intorno a loro si era scatenato il caos più totale, la profezia si era rotta, scivolando via dalle mani di Lucius, in seguito ad uno schiantesimo particolarmente violento da parte di Moody; ovviamente Malfoy avrebbe pagato per questa sua mancanza. Bellatrix si trovava faccia a faccia con Sirius, avrebbe dovuto essere spaventata e carica di rancore eppure un brivido di piacere le percorse la schiena, fu come tornare indietro negli anni, quando era ancora bambina…Certo!!! Fu un attimo, ma bastò, perché ora lei e Sirius erano tornati ad essere una sola anima. Bellatrix poteva sentire il battito dei loro cuori perfettamente in armonia, lo fissava negli occhi e vedeva i suoi, avrebbe voluto fermare il tempo, sentiva il bisogno spasmodico di abbracciarlo, di raccontargli, quanto fosse caduta in basso, di quanto la sua vita facesse schifo, qualcosa da dentro la implorava, di andare lì e far finta che loro due fossero ancora amici, sentiva il bisogno di raccontargli la leggenda greca di Narcissa, quella di una sola anima, di un solo cuore diviso in due… Narcissa…. Bella aveva passato tutta la sua miserabile vita a far in modo che la sua sorellina fosse felice e ci stava riuscendo… Non poteva farle questo, proprio ora che finalmente era quasi riuscita nel suo intento… Bella si ritrovò a fare una scelta: Narcissa o Sirius? Scelse Narcissa. ”AVADA KEDAVRA!” Sirius cadde a terra… Morto. Venne risucchiato da quell’Arco… Era Giugno, fra poco avrebbe dovuto compiere gli anni… Bellatrix si sentiva smarrita, corse, non sapeva dove… Non si fermò a voltarsi indietro… Fu l’agile bacchetta di Harry a bloccare la sua fuga con un “Crucio”. I pensieri della purosangue si fecero confusi e annebbiati: “Sirius… Narcissa… La festa rovinata… Andromeda che se ne andava… La rabbia… Il rancore…”. Era come se qualcuno le stesse strappando il cuore dal petto… Una domanda, come un tarlo nella sua mente: “Sono ancora la metà di una cosa sola?” Non più. Ora era la metà di niente.

«…non giudicatemi un’insensibile, anche io ho pianto, riso, scherzato, amato…
…ma tutto quello che ho amato, l’ho amato da sola…»

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