Allegro con brio

di Yoney
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo I ***
Capitolo 3: *** Capitolo II ***
Capitolo 4: *** Capitolo III ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PrologoPrologoPrologoPrologoPrologoPrologoPrologoPrologoPrologoPrologo
Pensieri e libri volanti
Cqualcosa che desidereresti?   «
 

{Personaggi: Melvina Adler ~ Nuovo;
Raiting: Verde;
Genere: Introspettivo, Generale;
Avvertimenti: AU.
Pensieri sparsi e senza senso con l'unico fine della presentazione.
Del personaggio e di questo mondo da me completamente inventato.
}

Ricordo benissimo il mio primo giorno di lavoro come insegnante. Ero talmente tesa che non riuscii a dire quasi nulla di sensato tranne qualcosa del tipo: «Per me è importante conoscervi, quindi perché non mi parlate un po' di voi?» buttato lì tanto per, la semplice verità era che non sapevo cosa dire.
E se avesse avuto ragione mia madre? Se io non fossi stata tagliata per insegnare pianoforte?
Insegnarlo a quei ragazzi, poi. Figuriamoci, per lei era impensabile.
Forse da una parte è per questo che ci tenevo così tanto a far parte del corpo studentesco di quella scuola di geni. Se ci fossi riuscita avrei dimostrato a tutti, a mia madre soprattutto, che alla fine valevo davvero qualcosa, che anche io potevo fare cose importanti.
Mia madre in me non ha mai creduto. Mia madre è sempre stata convinta che studiare pianoforte fosse una perdita di tempo, un qualcosa di inutile e unicamente doloroso. Per mia madre il suono di un pianoforte era solo che doloroso.
Una sera dei miei cinque anni da poco compiuti io e mamma l'avevamo trascorsa tutta sedute sul tappeto del salotto, io con le guance arrossate per l'entusiasmo e le manine paffute che applaudivano continuamente, lei con un sorriso dolce e uno sguardo colmo di ammirazione dietro gli occhiali. Mio padre era bravissimo a suonare il pianoforte e quella sera suonò in maniera bellissima, come non aveva mai suonato, come se quella fosse l'ultima volta. Suonò tutti i suoi sentimenti, tutti i suoi affetti, tutte le sue preoccupazioni, tutta la sua passione. In quella musica ci si immerse lui e noi lo ascoltammo fino a notte fonda, quando andammo a dormire.
Il giorno dopo lui non c'era più, era stata davvero l'ultima volta.

Io non reagii come mia madre. A ben pensarci non ricordo nemmeno una volta in cui le mie reazioni furono simili a quelle della mamma, noi due siamo diverse, punto. Non ci accomuna proprio niente e quando papà se ne andò il nostro legame si fece pian piano sempre più fino e inconsistente, finché non si ruppe.
Lei non riusciva a capire perché io volessi imparare quel dannato strumento, quello che tanto odiava, così presi lezioni di nascosto inizialmente con l'aiuto della nonna, poi con i soldi che guadagnavo lavorando. Non la vidi mai a nessun mio concerto, neanche quando le dissi finalmente la verità.
Mamma era quel tipo di persona che si scorda di venirti a prendere a scuola o che arriva sempre in ritardo, di quelle che ti lasciano lì sulla panchina a guardare gli altri bambini che se ne vanno via contenti con i genitori mentre tu resti lì, perennemente sola. Mamma era quel tipo di persona, non veniva a prendermi a scuola, non veniva ai miei saggi, non mi incoraggiava nei miei sogni. Diceva che non si sarebbero mai avverati.
E' per questo che feci di tutto per entrare a insegnare in quel prestigioso liceo artistico-musicale, nella Shibusen.
E alla fine, a soli venticinque anni, ce la feci, da sola.

La prima cosa che notai, non appena arrivata, fu l'enorme numero di soggetti, ehm, particolari. Per non dire assurdi.
Vi erano professori di scienze con la passiome per la vivisezione (sospetto anche umana), addette al bar che giravano per i corridoi mezze nude, insegnanti che andavano dietro a quest'ultime con il sangue dal naso, altri che invece mantenevano perennemente un colorito molto strano (oserei dire cadaverico) o bende attorno alla testa, dottoresse sadiche, professori drogati chi di caffè chi di musica sparata nell'orecchio a tutto volume, maestre di ballo tanto piccole da sembrare bambine e chi più ne ha più ne metta. Oh, e un preside da una strana faccia-maschera ed enormi manone da tifoso di baseball che se ne andava ingiro a chiacchierare amorevolmente con gli studenti che, non fraintendiamoci, in quanto stranezze non erano proprio da meno. Ma, nonostante tutto, rimasi lì a lungo.
Rimasi lì a lungo e felicemente perché non ci volle molto ad abituarmi e ad iniziare a divertirmi come tutti gli altri, prendendo ogni cosa con leggerezza. Fui felice, sempre, e sono certa che quello sia stato il periodo più allegro della mia vita.
Ricordo ancora con esattezza il mio secondo anno di lavoro, quello che, posso affermarlo con sicurezza, fu il più esilarante di tutti. Fu quello in cui un'unica, insignificante, classe riuscì a compiere il maggior numero di scandali, incidenti, di ricevere ammonimenti e vincere più premi di tutti, l'anno in cui la IIA fu composta dai più bizzarri ma geniali elementi che la storia della Shibusen abbia mai visto.

Era l'inizio di settembre e faceva ancora terribilmente caldo. Era una di quelle rare mattine afose in cui maledicevo il giorno in cui avevo deciso di diventare insegnante in una scuola così dannatamente propensa ad attirare i raggi ultravioletti. Ma io dico, non potevo fare, che so, la modella di abiti da tennis? O comunque un qualsiasi altro lavoro che non implicasse il divieto assoluto di indossare pantaloncini se non volevi attirare l'ira di una professoressa bacchettona o mandare Spirit Albarn in infermeria per il troppo sangue dal naso? Tralasciando che l'infermeria, regno della dottoressa bella e dannata, era il suo luogo preferito per svenire..
Oltre al sonno, alle bollette da pagare che mi attendevano sul tavolino della mia stanza, ad un rosso con la passione per la poesia erotica attaccato ad una caviglia (Già, a quanto pare anche dei comunissimi jeans scatenavano gli ormoni di quello) e alla consapevolezza che ti stai dirigendo verso una classe del secondo anno nella quale dovrai subito iniziare a parlare come una macchinetta perché tanto già ti conoscono e non puoi neanche perdere tempo, ci si metteva anche il caldo! Cavoli, in momenti del genere odiavo il mio lavoro.
No, odiare era una parola grossa, diciamo che avrei preferito starmente in spiaggia.
Accennai un saluto colmo di invidia a Blair e alle sue tette rimbalzanti in quella sottospecie di abitino striminzito che indossava, lei di certo non doveva star soffrendo troppo il caldo.

Boiing, boiing. Sentii il peso che avevo alla caviglia svanire e correre veloce verso ciò che generava quel rumore, grazie al cielo. Sospirando aprii la porta dell'aula davanti alla quale ero arrivata.
"Buongiorno a tutti, ragazzi!"
Feci appena in tempo a scansarmi che un libro volante mi sfiorò pericolosamente la testa, seguito da un'urlo ed altri libri: "Evans, io ti ammazzo!"
Ridacchiai mentre cercavo di evitare i pericolosi oggetti che una ragazza familiare stava lanciando in tutte le direzioni verso un suo compagno a me del tutto sconosciuto.
Vecchi, nuovi alunni e libri volanti. Chissà, infondo quell'anno non si preannunciava poi così male.








ele no sekai!
Non ho la più pallida idea di chi sia la tizia dell'immagine, ma è esattamente come io mi immagino sia la mia Mel, quindi l'ho messa giusto per farvela vedere. lol
Non ho neanche la più pallida idea di come sia uscita fuori 'sta cosa. O, meglio, in realtà l'idea di una AU di questo tipo mi giracchia in mente da un bel po', ma un prologo del genere? Baah.
In realtà il prologo doveva essere del tutto diverso. originariamente era un dialogo tra Mel e Maka che si lamentava delle coppie che erano state scelte per lavorare. Ovviamente lei non voleva stare con Soul e usava gli altri come scusa dicendo che non erano adatte per uno o un'altro motivo, ma ovviamente Mel non ci cascava. lol Era ambientata verso la fine dell'anno, quindi era una specie di prologo spoiler ma come idea non era poi così male. Infondo diceva delle cose che avrei voluto mettere nel prologo ma vabbè, vorrà dire che sarà tutto una sorpresa. Perché non ho pubblicato quello? Era scritto decisamente male.
Non che questo sia scritto bene, eh, ma quello era davvero davvero brutto, già.
Quindi alla fine ho scritto di getto questo, che non è che mi piaccia moltissimo, ma una presentazione dovevo mettercela per forza, si. Però non vedo l'ora di scrivere il primo capitolo, ho già in mente una marea di cose da far succedere. Devo spiegare che tipo di scuola è la loro, come si svolgono le lezioni, fare un'introduzione dei personaggi e far finire il capitolo in un modo dannatamente cool che ho già scritto. lol

Mmmh, perché Allegro con brio? Diciamo che un po' mi sono ispirata al titolo del manga Andante, e cioè si evidenzia con il titolo il motivo dell'opera. Infatti la mia opera sarà di certo un "Allegro con brio", allegra e incredibilmente movimentata. Inoltre "Allegro con brio" è anche il primo motivo della quinta sinfonia di Beethoven. Avete presente quale? Dadadadaaaaaan! Insomma, quella che si usa per le scene shock. lol E voglio mettere davvero molti colpi di scena-divertenti in questa storia. O, meglio, ci proverò davvero, si.
Bene, cos'altro dire? Questo capitolo è un po' cortino, il prossimo sarà di certo lungo, già.
Grazie a tutti per l'attenzione, davvero.
Un bacio, vostra
ele

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Capitolo 2
*** Capitolo I ***


CapitoloICapitoloICapitoloICapitoloICapitoloICapitoloICapitoloICapitoloICapitoloI
Tra parenti e tabelloni
Una semplice aria ti cambia l'umore? «

   
        

« Shinjirareru no.. Me ni mieru koto?
Shinjirareru no.. Ikizuku koto?
Shinjirareru no.. Watashi no koto?
»

Lei lo aveva avvertito, aveva ben tre secondi per staccarsi dal suo braccio e per allontanarsi da lei il più velocemente possibile se voleva restare illeso.
..Tre. Tempo scaduto. Un pesante libro, uno di quelli che leggi in qualche mese anche mettendocela tutta, atterrò sulla testa di Spirit Albarn facendo scaturire una zampillante fontanella rossa e permettendo alla ragazza di allontanarsi stizzita, scuotendo i codini, mentre l'uomo restava a terra privo di sensi.

Quel tipo era incredibile. Non gli era bastato costringerla a passare l'intera estate con lui, adesso si metteva anche a infastidirla il primo giorno di scuola, davanti al cancello poi.
Quello stupido, quando si comportava così non lo sopportava proprio. Diceva tanto di volerle bene o altre stupidaggini del genere ma non la smetteva di fare cose che la facevano arrabbiare. La mamma se ne era andata solo da qualche mese e lui già si trovava una nuova fidanzata, una come quella poi; non che questo lo fermasse dal correre dietro ad ogni individuo femminile che respirasse, figuriamoci.
A Maka Albarn la nuova fidanzata del padre non piaceva per niente. Quella donna era fredda, sadica ed era noto a tutti tranne che a Spirit che l’unica cosa che le interessasse di lui erano i soldi, infondo si trattava sempre del vicepreside della Shibusen e di certo uscirci insieme avrebbe comportato unicamente dei vantaggi per una semplice dottoressa come lei.

Maka sbuffò, stringendo maggiormente al petto i testi scolastici che stava portando e continuando a camminare stizzita, non le interessava da chi si facesse rigirare suo padre ma che almeno non la costringesse a passare la maggior parte dell’estate con lei! Per non parlare delle ultime due settimane, tutte dedicate a conoscere la famiglia del suo.. “Cavoli!” esclamò scuotendo energicamente i codini, doveva assolutamente rimuovere tutto dalla testa, se lei per prima faceva finta di niente e si opponeva con risolutezza il padre non avrebbe potuto far altro che accettare la sua decisione, e al diavolo le fidanzate super influenti!
"Maka-chan!” si sentì improvvisamente chiamare, così si voltò per trovarsi faccia a faccia col sorriso smagliante della sua migliore amica.
Non c’era niente da fare, qualsiasi pensiero cattivo o sgradevole passasse per la testa a Maka veniva sempre scacciato via in un baleno dall’aura floreale stile shojo manga che emanava Tsubaki, così in un attimo tutti i pensieri per il padre o per chiunque altro svanirono per lasciare posto solo ad un’immensa felicità.
Le due ragazze si abbracciarono con slancio, felici, non si vedevano da così tanto tempo occupate com’erano, una per via del padre, l’altra a causa del fratello che era stata costretta ad accompagnare in giro per l’America a fare concerti. “Mi sei mancata!” esclamarono all’unisono prima di scoppiare a ridere.
Già, altro che il padre, stare con Tsubaki era molto più piacevole. Perché lei era tranquilla, non diceva mai niente di sconveniente e non chiedeva mai troppo, la riusciva sempre a capire e la rendeva serena. Stare con Tsubaki era terribilmente bello e l’anno prima era trascorso in fretta e con allegria proprio grazie a lei e alle altre.
Maka raccolse in fretta i libri che le erano caduti per lo slancio mentre l’amica si risistemava meglio sulle spalle la grossa custodia nera che stava portando, poi insieme ricominciarono a camminare verso la sala delle conferenze dove a breve si sarebbe tenuto il discorso del preside.
“Uffa, quest’estate non sono proprio riuscita a vedere nessuno” sospirò sconsolata Tsubaki “Io e Masamune siamo tornati solo ieri quindi questo è il primo giorno che passo qui dall’inizio delle vacanze e non ho idea di quello che sia successo nel frattempo, hai qualcosa da raccontarmi?” Ecco un’altra cosa di Tsubaki che Maka reputava fantastica, non chiedeva mai niente con malizia come, al contrario, faceva Liz, aveva sempre un tono cortese anche se la cosa la interessava molto e spesso domandava perché si accorgeva che c’era qualcosa di cui volevi liberarti.
“Mah, niente di che..” si limitò a borbottare la bionda distogliendo lo sguardo; vide l’amica fissarla con leggero sospetto ma la ignorò. “Ho passato tutta l’estate con papà, costretta ovviamente”
“Tutta?”
“Tutta” Fortunatamente Tsubaki non sembrò notare il leggero rossore sul suo viso o forse semplicemente decise di far finta di niente. In entrambi i casi era salva.
“Ehi Maka, ascolta!” esclamò allegra quella indicandole un’aula poco lontano. Sull’entrata erano appostate alcune ragazze del primo anno dai visi adoranti e dall’interno proveniva chiaramente una musica allegra e travolgente che conoscevano bene. Le due ragazze si guardarono sorridenti “Ma questa è..”
“Kyaaa! La sempai Thompson è davvero bravissima!” disse una delle ragazzine con gli occhi a cuoricino e tutte le altre intorno annuirono energicamente.
“Già, è sicuramente la più brava del corso di Hip Hop, se quest’anno vorrà partecipare vincerà di certo le nazionali!”
“Ma voi lo sapete che è più grande di noi di due anni? In effetti si vede, è così matura!”
“Ehhh? Due anni? Ma lei non è in secondo?”
“Si ma pare abbia cominciato in ritardo per via di alcuni problemi..”
Maka e Tsubaki ridacchiarono sentendo le lodi esagerate che venivano attribuite alla loro amica. Era divertente vedere come tutti inizialmente credevano alla faccia “matura” che aveva Liz, la quale non era niente del genere, anzi, era piuttosto una pasticciona fifona e incredibilmente sentimentale. Però i complimenti sul ballo se li meritava tutti, infatti era incredibilmente brava e le sue amiche non riuscivano proprio a capire perché l’anno prima si fosse rifiutata di partecipare alle nazionali, lei non ne parlava mai e loro non chiedevano, forse non l’aveva mai detto neanche alla sorella.
“Bah, io quelle ragazze non le capisco proprio..” borbottò Liz dopo averle salutate e cominciando a camminare al loro fianco “Non sono mica così brava!” e le altre due sbuffarono ridacchiando, l’avevano sentita fare quel discorso migliaia di volte, non serviva niente dirle che era fantastica, aveva una fiducia in se stessa pari a zero.
“Ah, ragazze!" esclamò Tsubaki illuminandosi "prima di andare a sentire il discorso che ne dite di dare una controllatina ai tabelloni? Tanto di tempo ne abbiamo”
Liz guardò in cagnesco alcuni ragazzi che stavano tentando di avvicinarsi con aria sospetta “Tanto ci devono per forza aver messo in classe insieme, altrimenti stasera faccio un bel discorsetto a Lord Shinigami!”
Le altre due scoppiarono a ridere “Ma come, lo chiami ancora Lord Shinigami?”
“E come dovrei chiamarlo? E’ il suo nome!”
“Beh, ovvio, dovresti chiamarlo..”
Vennero interrotte dalla vista di un’esuberante ragazza vestita di giallo che agitava la mano in loro direzione, salutandole “Sorellona da questa parte!”
“Pattiii!” Esclamò Liz assumendo un tono incredibilmente melenso e lanciandosi al collo della ragazza. “Ahah, sorellona sei esagerata! Ci siamo salutate neanche un’ora fa” ma quella continuò a restare attaccata al suo collo con aria felice.
Tsubaki ridacchiando si avvicinò al grosso cartellone alle spalle delle sorelle Thompson, poi si girò in loro direzione e fece un sorriso felice. “Che vi avevo detto” disse Liz soddisfatta senza smettere di abbracciare la sorella emanando un'inquietante aura rosea.
Anche Maka si avvicinò curiosa per leggere e fu contenta di ritrovare nella sua classe per la maggior parte studenti che conosceva sin dall’anno precedente.
“Bene” esclamò voltandosi di nuovo verso le amiche “Siamo tutte insieme. Poi ci sono anche Kim, Jacqueline e altri. Compreso quel antipatico di Ox” Tralasciando il suo rivale d’esami era contenta.
“Oh, e il nuovo arrivato!” aggiunse Tsubaki allegra “Quel genio del pianoforte che comincerà in secondo pur non avendo frequentato l’anno scorso, se ne parla ovunque!”
Maka la fissò curiosa, non aveva notato nessun nome che non conoscesse.
No, però, in effetti ce ne era uno che conosceva ma che là sopra non sarebbe proprio dovuto apparire. Allarmata si voltò di scatto, pregando con tutta se stessa di aver letto male.
Lesse e rilesse più volte ma fu inutile, la scritta non cambiava e in quei pochi secondi non potè far altro che odiare profondamente le nove lettere che lo componevano, soprattutto nel momento in cui sentì qualcuno arrivarle alle spalle e borbottare leggermente sorpreso:
“Toh, la senza-tette


Liz non aveva compreso appieno la situazione, infondo non era famosa per prestare particolare attenzione alle cose riguardanti scuola o simili, quindi più che ascoltare l'elenco dei nuovi compagni di classe aveva preferito dedicarsi alla sua sorellina fingendo di provare interesse per la dettagliata descrizione che Patty le stava facendo sulle mosse da wresling che utilizzava per spezzare i colli alle giraffe mentre la sua mente vagava al colore e al motivo che quella sera voleva cambiare alle sue unghie.
Però, per quanto una persona possa essere distratta, era davvero difficile non notare il pesante tomo che la sua amica scaraventò sulla testa di uno sfortunato passante dai capelli chiari. Un passante che aveva già visto, ma dove? Era forse lui quello che le aveva presentato Kid quella mattina? Non ci aveva prestato particolare attenzione andando di fretta e si era limitata ad un cenno col capo e ad un "Piacere" brusco.
"T-tu! Cosa diamine ci fai qui?" Urlò isterica Maka preparandosi a colpirlo nuovamente con una ormai parecchio rovinata raccolta delle commedie di Plauto, uno dei suoi tomi più pesanti e dolorosi. Liz si era sempre chiesta da dove Maka tirasse fuori certi libri. Se li portava sempre dietro in attesa di colpire? O forse li aveva nascosti in giro per la scuola per ogni evenienza? Bah, misteri della vita.
"Senti, tu" Risposte l'albino massaggiandosi la testa e rialzandosi "Cosa credi che la scuola sia tua? Io posso frequentare l'istituto che mi pare"
"Argh, ammettilo, mi hai seguito!"
"Ma che sei matta?! Che interesse avrebbe un maschio cool come me a seguire una nanetta violenta con una tavola da surf al posto del.. Ahi, ahi, smettila baka!"
Pochi secondi e il ragazzo si ritrovò steso a terra privo di sensi mentre l'assassina si allontanava stizzita a passo di marcia. Mai provocare una nanetta violenta di nome Maka Albarn, soprattutto se la nanetta in questione in quel momento si rigira tra le mani un tomo dalla pesante copertina e aspetta solo il momento migliore per tirartelo in testa.
Liz si concesse qualche secondo per osservare meglio il ferito. Si, era decisamente lui quello che le aveva presentato Kid la mattina, il fantomatico genio che avrebbe fatto parte della loro classe: Sou.. qualcosa. Rinunciò di ricordarsi il nome e si affrettò a raggiungere le sue amiche lasciandolo steso lì a terra con la gente che gli si affollava intorno cercando di capire se era ancora salvabile.

Le altre due nel frattempo stavano avendo una davvero poco eccitante conversazione.
"Ma quindi lo conosci!"

"Proprio no" dichiarò Maka continuando a marciare
"Ma lui.."
"Proprio no"
"Perdonami se insisto Maka, ma prima sembrava.."
Liz le raggiunse a passo svelto e si affiancò, irrompendo nel discorso "Di che parlate?"
"Del rapporto che c'è tra Maka e il pianista genio!" esclamò Patty ridendo, evidentemente per lei quella situazione era molto divertente, per qualcun'altro era unicamente irritante e imbarazzante.
Cavoli, perché diamine era venuto proprio in quella scuola di tante che ce n'erano?! Certo, quella era la migliore ma sapeva benissimo che ci andava lei. La stava seriamente seguendo?
"Tra me e quel cretino non c'è nessun rapporto!" Tuonò Maka rossa in viso "Non lo conosco e non voglio conoscerlo, punto. Ora muoviamoci se no ci perdiamo il discorso."
Tsubaki e Liz restarono a fissarla allontanarsi, per poi guardarsi un po' confuse.
"Nessun rapporto, eh?"

Lord Shinigami non era il tipo di persona che si sproloquiava in lunghi e saggi discorsi e quell'anno non fu da meno. Dopo aver augurato un caloroso anno a tutti e aver agitato un po' le manone mandò tutti in classe e si diresse tranquillo verso il suo ufficio seguito da uno sconsolato Spirit Albarn che era stato appena ignorato per l'ennesima volta dalla figlia.
La sala delle conferenze era piena di gente ed era quasi impossibile muoversi ma alla fine, spingendo e sgomitando, bene o male riuscirono tutti a raggiungere le proprie aule.
"IIIA, a noi due!" decretò Liz rivolta alla targhetta appesa sulla porta con aria minacciosa, scatendando le risate delle sue amiche.
"Ehi ragazze, ancora insieme!" Kim si avvicinò sorridente seguita da Jacqueline "Avete visto, siamo quasi tutti quelli dell'anno scorso, più quel famoso geni.." ammutolì notando l'aura minacciosa che scaturiva da Maka e gli sguardi di Liz e Tsubaki che squotendo la testa le intimavano di zittirsi.
"Cosa ho detto?"
Maka ricominciò a marciare sbuffando, tra i sospiri delle amiche che si limitarono a fissarla. Era proprio una mattina cominciata male.
"Quella nanetta è ancora arrabbiata? Che palle"
Le ragazze si voltarono di scatto lanciando un urletto. Ma da dove era spuntato quello? E perché era ancora vivo? Di solito i tomi di Maka in modalità furiosa lasciavano stesi per ore.
Strascicando i piedi con le mani in tasca, come se stare lì fosse una costrizione, le superò senza degnarle di uno sguardo e andò a prendere posto proprio difronte alla bionda che lo guardò in cagnesco. "Cosa vuoi?"
Lui si voltò alzando un sopracciglio "Cos'è, hai dimenticato che siamo in classe insieme?"
"Purtroppo no, ma la mia domanda era un'altra. Perché ti sei messo qui, davanti a me? Il solo vederti mi irrita, scegliti un altro banco!"
Per tutta risposta il ragazzo le mostrò un bianchissimo e affilatissimo ghigno a trentasei denti "Figurati se mi faccio dare ordini da una piattona come te"
Questa volta era preparato ed evitò il libro velocemente che, però, volò finò alla porta rischiando di colpire la professoressa che era appena entrata con uno squillante: "Buongiorno a tutti, ragazzi!"
"Maka è arrivata la professoressa Mel.." sussurrò imbarazzata Tsubaki cercando di calmare l'amica che, però, la ignorava bellamente.
"Evans, io ti ammazzo!" Sbraitò questa continuando a lanciare libri che lui puntualmente evitava "Ohoh, l'asse da stiro si è arrabbiat.. Auch!" Questa volta il tomo l'aveva centrato in fronte, facendolo cadere all'indietro, steso sul pavimento, sdraiato con le braccia aperte a mò di stella marina. Pensò di rialzarsi ma venne schiacciato da un'aura alle sue spalle quasi più spaventosa di quella della ragazza lancia libri, si voltò e si ritrovò faccia a faccia con gli scintillanti denti della professoressa che lo guardava, mani sui fianchi.
"Soul Evans, giusto?" chiese allargando, se possibile, il sorriso.
Lui annuì lentamente, atterrito; sorrideva si, ma era uno di quei sorrisi che ti fanno gelare il sangue nelle vene, uno di quelli che ti dicono -Schifoso microbo, ti farò pentire di essere nato!-, nessuna raccolta di poesie, per quanto alta e pesante, poteva spaventarlo tanto quanto quel sorriso.
"Bene, allora, per cortesia, torna subito al tuo posto!" Le ultime due parole le scandì duramente, con la stessa forza che ci avrebbe messo se le avesse urlate.
Questo bastò a far accasciare tutti gli spuntoni bianchi che Soul si ritrovava in testa, oltre che a spazzar via in un battibaleno il buonumore che fino a un secondo prima regnava negli animi della maggior parte degli studenti.
C'era silenzio, Soul era di nuovo al suo posto seppur con la pelle d'oca, Maka aveva riordinato tutti i suoi libri e ghignava soddisfatta, Tsubaki si guardava in giro inbarazzata, Liz si faceva gli affari suoi, Patty costruiva una giraffa con i fogli del diario, Kim tentava di fulminare con lo sguardo Ox, Jacqueline era immobile e impassibile, Kirikou giocherellava con la collana che aveva al collo e Harver tirava fuori i libri dalla borse, seriamente intenzionato a seguire la lezione di quella professoressa così attraente.
"Bene, quest'anno storia della musica ce l'avrete tutti i giorni un'ora al giorno, quindi non c'è tempo da perdere! Prendete i libri, si comincia subito!"
Con un saltello Mel si sedette sulla cattedra e sbuffando si aggiustò una ciocca di capelli dietro all'orecchio. Che pizza, e dire che le sarebbe così piaciuto starsene in spiaggia!

La lezione passò in fretta e alla fine la professoressa prese i libri e se ne andò, ma non prima di aver dato la notizia delle dimissioni della professoressa Mizune di matematica e teoria musicale, annunciando dunque l'arrivo di un nuovo supplente e raccomandando a tutti di trattarlo bene poiché era giovane.
Nessuno seppe perché mentre lo diceva non riusciva a trattenersi dal ridacchiare, neanche Liz che viveva a casa del preside ma che di questo supplente non aveva mai sentito parlare.
Ma tutto fu decisamente più chiaro quando questo tanto atteso professore fece la sua entrata in scena, provocando un inevitabile chiacchiericcio sorpreso e la perdita dei bulbi oculari da parte della maggiore delle sorelle Thompson.
Perché, diamine, era davvero impossibile.
Va bene che era un genio, va bene che era il figlio del preside, ma era ancora, anche se per poco, minorenne! Come cavolo avevano potute mettere Death the Kid a fare il supplente? Di matematica e teoria musicale poi, quanto di più vicino alla sua nevrosi!
La shibusen era così tanto nei guai?
Mentre Maka e Tsubaki (e molti altri nella stanza) spalancavano la bocca e gli occhi dallo stupore e Patty rideva sguagliatamente Liz si accasciò senza forza sul banco, indecisa se scoppiare a ridere o a piangere.
Era talmente depressa che quasi non sentì Kim, sportasi in avanti dal suo banco, sussurrare: "Ehi Liz, Patty, ma quello non è vostro fratello?"

« Puoi credere.. A ciò che vedono i tuoi occhi?
Puoi credere.. A ciò che percepiscono i tuoi sensi?
Puoi credere.. A me?
»



ele è ancora qua a rompere le scatole e a scrivere schifezze..
Me chiede
scusa, già, semplicemente perché non so proprio come mi sia uscita 'sta roba, lol
E chiede scusa perché non sa bene cosa scrivere e perché pensa che siano tutti dannatamente OOC e ha paura che la picchiate con i bastoni e i forconi alla
shrek lol
Oh, ho amato riinserire il pezzo con Mel, già, ho dato nuova forma al suo personaggio che, inizialmente, non ne aveva molta. Qui in realtà sembra essere un po' sadica ma non è proprio così, è solo quel tipo di persone che diventa molto cattiva quando deve fare qualcosa di cui non ha proprio voglia, o quando si alza presto.
In questo capitolo volevo presentare la scuola e i programmi ma alla fine non ci sono riuscita, ho finito per scrivere schifezzuole, me chiede scusa, quindi l'illustrazione degli orari scolastici e la presentazione dei professori mancanti salta al capitolo prossimo, vabbè.
Non riesco proprio a capire come ho fatto a rendere questo capitolo così nullamente Tsubla. Anzi, Black*Star non viene proprio citato! °-° Inizialmente il mio intento era del tutto differente ma, ripeto, non ero proprio cosciente mentre scrivevo 'sta roba quindi non mi meraviglio se sia uscita fuori una cosa del genere.
Cosa volevo dire? Ah, spero di aver sconvolto abbastanza con la frase finale, lol, se non ce l'ho fatta scusatemi, cambio mestiere. E spero di non aver esagerato con le librate di Maka.
Mmm, sono abbastanza soddisfatta della nuova impostazione della pagina, yep. Lì ovviamente metterò di volta in volta immagini con i personaggi più presenti.
Mentre le frasi dovrebbero essere pezzi di canzone ma per questo capitolo non ne ho trovata nessuna di adatta che mi piacesse, quindi ho preso una frase da
Higurashi no naku koro ni (Love *.*), di Frederika Bernkastel precisamente. Non centra praticamente niente col contesto ma mi piace e questo è l'importante, lol.
Credo di aver finito. Per i pochi, probabilmente nessuno ma vabbè, che seguono la mia fic su Detective Conan
Da quegli occhi color lapislazzulo (prima di tutto "Ehi, che bello vedervi qui!" **) non mi odiate, eh, il capitolo su carta è pronto, devo solo trovare la voglia di trascriverlo. Ma lo farò al più presto, sisi.
Grazie a tutti per aver letto fin qui
Vostra
ele

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Capitolo 3
*** Capitolo II ***


CapitoloIICapitoloIICapitoloIICapitoloIICapitoloIICapitoloIICapitoloIICapitoloIICapitoloII
Tra spiegazioni e stupidità
Cosa posso fare se tanto non mi ascolti? «

          

«   Kamisama arigatou
Unmei no itazura demo, meguriaeta koto ga
Shiawase nano.
Demo sonnanja dame, mou sonnanja hora,
Kokoro ha shinkasuruyo motto motto!   »

 

Normalmente per Tsubaki seguire una lezione di matematica, così come seguire una qualsiasi altra lezione, sarebbe stato uno scherzo. Non si poteva dire che amasse particolarmente studiare o che la divertisse, ma non aveva grandi difficoltà nel farlo e poi le era sempre piaciuto portare a casa buoni voti, sin da piccola. Inoltre aveva un gran senso del dovere e di cosa fosse opportuno fare in quale preciso momento.
Tsubaki non si sarebbe mai sognata di chiacchierare in classe o pensare a qualcosa che non fosse la materia, ma quel giorno il suo autocontrollo fu messo davvero a dura prova.
"Ehi, ma quello non è il figlio di lord shinigami?"
"Sisi, è vero, è lui! Perché l'hanno mandato come supplente?"
"Beh, si dice sia un genio.. E forse l'hanno considerato adatto anche se ha la nostra età."
Tsubaki non conosceva Death the Kid particolarmente bene, ci chiacchierava spesso quando andava a casa loro per trovare Liz o quando lei e Maka dovevano aspettare ore perché l'amica finisse di prepararsi, ma non aveva con lui una gran confidenza. Sapeva solo quello che bastava per poter dire con sicurezza che, si, era di certo un genio, ma che renderlo insegnante di matematica (e, come in quel giorno, geometria) avrebbe comportanto vari problemi. E a giudicare dalla faccia di Liz se n'era resa conto anche lei.
"Cosa.. Cos'è questo? Ti rendi conto di quanto schifosamente asimmetrico sia il tuo triangolo?! Se vuoi calcolarne l'area devi farlo perfetto, perfetto! Rifallo finché non ti viene!" Ecco, appunto.
Nascondendosi dietro la schiena di Maka Tsubaki si sporse verso Liz, sussurrandole: "Ehi, tutto bene?" quella si accasciò maggiormente sul banco e le lanciò un'occhiata disperata "No, per niente."
"Vi rendete conto di quanto casino sta facendo quello lì?!" sbottò Maka stizzita rivolta a entrambe ma senza voltarsi "Liz, dovresti proprio fare un bel discorsetto al tuo paparino"
E insieme alla mora dovette trattenersi per non scoppiare a ridere rumorosamente davanti alla faccia scioccata di Liz. "Ma che sei matta?! E poi non chiamarlo in quel modo, che fa senso.."
"Ma dai, proprio non ti decidi a rassegnarti e ad accettarlo come tuo padre?"
"Guardate che non lo faccio mica con cattiveria, eh" gonfiò le guance Liz "Lo adoro, ma non lo voglio come padre"
"E perché no, scusa?" buttò lì Maka iniziando a prendere appunti dato che finalmente, dopo qualche urlo e rimprovero per i vari disegni asimmetrici dei suoi alunni, Kid aveva iniziato a spiegare, o almeno ci provava.
Liz guardò la figura sotto di loro, accanto alla cattedra, che ridisegnava per la quarta volta un pentagono, a detta sua, poco simmetrico. Si stupì di come arrivasse perfettamente all'altezza della lavagna e vi scrivesse sopra senza alcuno sforzo, se lo ricordava piuttosto basso, da quando aveva acquistato tutti quei centimentri?
Vivevano insieme, già, ma era anche vero che negli ultimi tempi non si erano visti quasi per niente; erano mesi che Liz evitava in tutti i modi contatti ravvicinati col fratello, limitandosi a quelli necessari. Mesi che cercava di rispondergli solo a monosillabi, mesi che usciva velocemente da una stanza in cui lui era entrato trovando sempre buone scuse.
Kid non era una persona particolarmente sveglia su quel genere di cose e per fortuna non si era accorto di niente, ma Patty l'aveva subito interrogata, preoccupata, se quello era un aggettivo che poteva essere attribuito a Patty, anche se la sorella non aveva mai risposto alle sue domande, anzi, quando cadevano nell'argomento Liz evitava anche lei, perché sapeva di non poter tenere troppo a lungo un segreto con la sua sorellina e non poteva, non voleva, ammettere che da qualche tempo scherzare e stare in compagnia del fratello la faceva star male.
Un sacco male.

"Insomma Soul, il primo giorno di scuola è andata bene, no?" Questo sollevò un sopracciglio in direzione dell'amico alias professore "Stai scherzando, vero?"
Non si pentì di averlo detto neanche dopo aver visto la faccia dispiaciuta di Kid, infondo era andata incredibilmente male davvero "Hai passato metà lezione a ridisegnare quello stupido pentagono e l'altra metà a fare a botte con una giraffa di carta costruita da tua sorella"
L'altro masticò un "Era schifosamente asimmetrica" ma lo ignorò
"Per me durante le tue ore puoi fare quello che vuoi, ma avrei decisamente preferito seguire le lezioni che ascoltare gli stupidi discorsi di quella matta dietro di me"
Kid fece un sorrisetto mentre si appuntava qualcosa sull'agenda "A proposito, mi hanno raccontato alcune cose di stamattina.. Come va la testa?"
Soul fece una smorfia, incredibile quanto le voci girassero velocemente sugli argomenti inutili. "Decisamente male"
"Guarda che conosco Maka, è una cara amica di Liz, ed è una brava ragazza, simpatica ed educata, non capisco proprio come tu abbia fatto a.."
"Edutacata?! Quella lì mi ha fracassato un tomo sulla nuca!"
Soul non capiva come potesse quella pazza trasmettere a tutti l'idea della "ragazza educata", persino i suoi genitori e suo fratello ne erano rimasti ammaliati, ma lui l'aveva irritato da subito, vuoi per i pregiudizi, vuoi per i libri spacca cranio..
"Ad ogni modo siamo arrivati" lo risvegliò Kid fermandosi davanti ad una porta.
Erano in un lungo corridoio pieno di porte identiche, probabilmente si sarebbe perso da subito, ma per fortuna ad ognuna c'era attaccato il nome; "Evans Soul" diceva il suo foglietto. "Vedi di non fare casino e di fare amicizia con i vicini e le vicine. Anche se.."
E a questo punto Kid dovette trattenersi dal ridere e, dopo avergli fatto un cenno con la mano, andarsene.
Kid si stava allontanando ridendo, Soul si chiese se fosse il caso di preoccuparsi e, nel momento in cui la porta vicina alla sua si aprì, ebbe l'affermativa risposta e maledisse eternamente la persona che non aveva optato per dei dormitori separati. Li avevano tutti i santi college, perché cavolo loro dovevano fare diversamente?
"Cosa cavolo ci fai tu qui? Allora mi segui davvero!"
Soul sospirò domandandosi se non fosse troppo tardi chiedere di essere trasferito in una qualsiasi altra stanza, ma probabilmente lo era.
"Ovvio che non ti seguo, questa qui è la mia stanza" Per un attimò temette che la ragazza gli scagliasse ancora contro qualcos'altro, ma fortunatamente quella fece un sospiro e si limitò a maledire i kami, il preside e, come lui, l'addetto alle stanze.
Poi si mise in spalla la borsa e si avviò, lasciandolo lì.
"Scusa, ma dove stai andando?" Non che gli importasse granché.
Lei si voltò e alzò un sopracciglio "A lezione, e dovresti farlo anche tu"
Cosa voleva dire quella con "A lezione"? Non dovevano essere finite? Avevano appena mangiato e sul programma di quel giorno c'era scritto che l'ultima materia era matematica, prima di pranzo.
"Tu non ti sei nemmeno informato su come funziona qui, vero?"
Soul scosse la testa, l'avevano costretto i suoi ad andare lì, non aveva alcun interesse ad informarsi su quel posto. Forse però avrebbe dovuto cominciare..
"Insomma, ti muovi? Tanto tu fai pianoforte, no? Non devi prendere niente.."
Lui la raggiunse, tenendosi sempre a distanza per paura di un nuovo sfogo, sembrava tranquilla ma con quella non si poteva mai sapere.
"Cosa intendi dire con.."
"Come saprai questo è un liceo artistico-musicale" Lo interruppe lei tirando fuori un foglio dalla cartella e porgendoglielo "Ovviamente si studiano le materie normali, ma principalmente ci si concentra sulle discipline scelte. Le principali sono quattro: Recitazione, canto, strumento o ballo. Poi ovviamente ognuna ha le proprie sottosezioni. Dal lunedì al venerdì le prime quattro ore sono di lezioni normali, anche se una è storia della musica che, come ha detto prima la professoressa Melvina, abbiamo tutti i giorni. Poi, dopo il pranzo, c'è un'ora di corso obbligatorio di chitarra, pianoforte, danza moderna, recitazione o coro, a seconda del giorno e che verso gli ultimi mesi verranno sostituite con le prove collettive del musical; in seguito un'ora di teoria musicale e dopo la pausa il corso personale di due ore e mezza. Il sabato si viene solo la mattina per tre ore di corso personale e una di teoria musicale e la domenica, ovviamente, è festa. La colazione, il pranzo e la cena si fanno, come hai visto, tutti insieme nella sala di prima, la mensa, oppure in giardino se ti sei preparato da mangiare da solo dato che le stanze hanno anche la cucina, e la colazione c'è dalle 7:30 alle 8:30, quando iniziano le lezioni, il pranzo tra mezzogiorno e mezza e le 13:30, cioè durante la pausa come ora, e la cena è tra le 19:30, cioè un'ora e mezza dopo la fine delle lezioni, e le 21:00. Hai capito tutto?"
Gli occhi cremisi di Soul in quel momento somigliavano molto ad una spirale, ma lei non se ne preoccupò. "Questo è l'orario delle lezioni -continuò indicando il foglio che lui aveva in mano- ti conviene essere sempre puntuale, soprattutto al tuo corso di piano dato che è tenuto dalla professoressa Mel, che hai visto com'è quando i suoi studenti perdono tempo" e ridacchiò alla faccia scandalizzata di Soul che ancora sentiva quel brivido percorrergli la schiena.
"Mmh, beh grazie. Tu che corso segui?" Buttò già lui guardando con disinteresse l'orario, ma la vide arrossire e distogliere lo sguardo con le guancie gonfie e non potè trattenersi dal ghignare "Che c'è, ti vergogni?"
"F-figurati! Studio recitazione.."
Un tomo dall'accesa copertina rossa precipitò sulla testa di Soul prima ancora che la risata potesse uscirgli dalla bocca. "Cosa diamine fai, cretina?!"
"Stavi per ridere!" borbottò lei imbronciata.
"Ovvio, chiunque riderebbe" le urlò lui di rimando massaggiandosi la nuca "le attrici sono belle e sexy, due aggettivi che simboleggiano il contrario di ciò che sei tu!"
Il viso di Maka divenne rosso di rabbia e questa volta il tomo fu scagliato con tutto il suo peso sul naso dello sfortunato ragazzo, che cadde a terra perdendo sangue mentre la bionda si allontanava marciando, nera di rabbia "Lo sapevo che eri rimasto lo stesso cafone! Ed io che ti ho anche aiutato.."
Dopo un po' che camminava lo sentì di nuovo al suo fianco, vivo, ma lo ignorò. Ecco cosa succedeva a pensare bene di Soul Evans: lui ti sfotteva e a te non restava altro che ucciderlo, era stupido pensare che fosse cambiato in poche settimane.
"Quindi, com'è che Liz si rifiuta di chiamare «papà» Lord Shinigami? Per quanto ne so Patty lo fa.."
Maka, che fino a quel momento si era concentrata per ignorarlo, sollevò uno sguardo colmo d'ira e stupore verso il ragazzo "Ora ti metti anche a sentire i miei discorsi in classe?! Allora sei davvero uno stalker!"
Quello sospirò esasperato, non riusciva a capire come una persona potesse utilizzare così poco il proprio cervello prima di parlare. "No, ma se ci pensi ti rendi conto che ti stavo davanti, furba, e non è che tu e le tue amiche steste proprio parlando piano, eh."
Maka si bloccò, allarmata "Oddio, dici che ci ha sentito anche Kid?"
"Figurati, quel pentagono sembrava prenderlo parecchio." fu sorpreso di vederla scoppiare a ridere, coprendosi la mano con la bocca.
"Hai ragione, fa sempre così, a volte è estenuante. Davvero non so come facciano Liz e Patty a viverci insieme"
Anche lui ridacchiò "Pensa che una volta è stato capace di tenere un'autobus fermo per ore perché non avanzava perfettamente al centro tra le linee bianche."
"Ahah, si, è proprio da lui"
Soul fu contento di constatare come la ragazza non fosse cambiata neanche in positivo, continuava ad essere incredibilmente carina quando rideva.
"Senti, Maka." disse lui un po' titubante fermandosi "Per quanto riguarda quest'estate.."
Lei si bloccò ma continuò a guardare avanti, abbassando la testa leggermente. "Tranquillo Soul, ormai non importa più" Si girò verso di lui con un grande sorriso "Comunque! Siamo arrivati, quindi muoviti."
E ridendo corse fino alla porta dell'aula, dove l'aspettavano Liz e Tsubaki.
Soul non si era mai vantato di riuscire a comprendere le persone, non si era mai neanche sforzato, inoltre quella ragazza la conosceva solo da poco e aveva trascorso con lei solo un paio di settimane. Quindi cosa poteva saperne? Nulla, ma era abbastanza sicuro di saper riconoscere un sorriso finto quando lo vedeva, benché fosse quello di un'attrice.

Era faticoso riuscire a non perdersi per i corridoi della Shibusen.
Dovevi essere dotato di una gran concentrazione e memoria, oltre che di un buonissimo senso dell'orientamento. Tsubaki non se la cavava male con nessuna delle tre cose, ma chissà perché riusciva sempre e comunque ad arrivare in ritardo. La maggior parte delle volte la causa era da attriburire alla professoressa Marie, che non si sa come Tsubaki riusciva sempre ad incontrare quando era da sola e, dato che quella si era puntualmente persa, era costretta dal suo esagerato senso del dovere ad accompagnarla fino alla classe di recitazione, che si trovava dall'altra parte della scuola rispetto all'aula degli archi.
Tsubaki si sistemò meglio sulle spalle la custodia del clarinetto, era del fratello e le andava larga ma prima o poi si sarebbe decisa a farla aggiustare.
Arrossì un poco, era di nuovo in ritardo e per colpa dei suoi stupidi pensieri che l'avevano portata lontana dalla classe. Perché cavolo per il corso del vicepreside avevano scelto un'aula così introvabile? Certo, era quella più lontana dal bar, e quindi da Blair, percui limitava le distrazioni all'insegnante, ma farsi tutta quella strada con uno strumento così pesante sulle spalle era davvero stancante. E dire che era ancora solo il primo giorno!
Tsubaki si guardò intorno, sospirando, era finita nuovamente lì, nelle aule vecchie inutilizzate. Le capitava spesso di arrivare lì quando era sovrappensiero e a volte anche di restarci; era abbastanza abituata al disordine polveroso ed alle urla provenienti da un'unica, rumorosa, persona, quindi non si stupì di ritrovarsi improvvisamente davanti il ragazzo appena saltato giù da un lampadario.
Eccolo, la sua seconda, egocentrica, fonte di ritardo.
"Tsubaki! Sei di nuovo qui!" Esclamò lui senza mollare il microfono che aveva in mano e muovendosi in modo esagerato, come al solito "Sei venuta per l'illustre sottoscritto, vero?"
La mora evitò di precisare che quella volta si era solo persa e si limitò a sorridere imbarazzata.
"Eh.. Senti Black☆Star.." ma quello probabilmente non l'ascoltava più, aveva riattivato il microfono e cantava, suonando con una chitarra immaginaria e muovendo la testa a tempo di musica. Fu persino capace di saltare su un banco, che si rovesciò facendolo rovinare a terra, ma anche con i piedi all'aria continuò imperterrito la sua "performance" finché la musica proveniente dalla radio non si fermò.
"Non dovresti essere a lezione?" Gli chiese Tsubaki bonaria, tendendogli una mano per rialzarsi "Se ti scoprono ti faranno la ramanzina.."
Lui si mise in piedi con un balzo "Tanto meglio!" esclamò spolverandosi i vestiti "Più persone a cui far sentire le mie canzoni da big!"
Lei pensò di fargli presente che lì a parte lei non c'era nessuno ma lasciò perdere. "Però.."
"Tu, piuttosto? A te non interessava andar bene a scuola e blabla?"
Tsubaki strinse con maggiore forza la bretella della custiodia, le nocche erano diventate bianche per lo sforzo ma lei non mollò la presa, però indietreggiò un pochino, abbassando la testa. "Ecco, in realtà non l'ho fatto apposta, ero sovrappensiero e.." ma prima che potesse dire altro fu interrotta da Black☆Star che la sbattè al muro leccandole le labbra. Una mano affondava nei suoi capelli e l'altra le accarezzava la coscia fino a salire su, sotto la gonna della divisa scolastica che portava, nel frattempo il suo bacino strusciava sfacciatamente contro quello di lei.
Per un po' Tsubaki rispose alle carezze, ma alla fine si fece forza e lo spinse via brutalmente, ansimando.
"Scusa, è che.." arrossì sotto lo sguardo di lui, sembrava così impaziente e.. affamato. Era abbastanza imbarazzante. Cercò di risistemarsi al meglio i capelli e la gonna, poi riprese a stringere la maniglia della custodia. "Io.. Ecco, sono in ritardo.." Si voltò ma lo sentì afferrarle il braccio.
"Che c'è, non ti è piaciuto?" Il tono di Black☆Star era quasi ironico; certo, era la sua performance, non poteva esserne dispiaciuta.
"Non è questo!" Esclamò lei cercando di liberarsi e restando di spalle per non fargli vedere che aveva una terribile voglia di piangere "Non è così.. Senti, Black☆Star -continuò dando un'ulteriore strattone al braccio ed allontanandosi di qualche passo- Ne abbiamo già parlato prima che partissi. Io non posso. Perdonami.."
E sussurrando uno "Scusami se sono venuta" corse via, lasciando Black☆Star lì, a guardarla confuso.
"Tsubaki sei in ritardo, è successo qualcosa?" Le chiese Ox non appena lei prese posto accanto a lui, affannata per la corsa. Lei scosse la testa e tirò fuori il violoncello dalla custodia, iniziando ad accordarlo approfittando della confusione che si era venuta a creare per la disattenzione del professore, che ci stava sfacciatamente provando con Arisa che era venuta solo a portare delle circolari.
"Tu piuttosto, Ox?" Gli chiese una volta finito di accordare lo strumento e tirati fuori alcuni spartiti dalla borsa con cui si esercitava "Mi sembri un po' pallido"
Lui si accasciò improvvisamente, rischiando di far cadere il violino con cui stava provando; sembrava quasi si stesse sciogliendo.
Tsubaki lo sentì biascicare qualcosa che interpretò come "beneamata" e "Kim", dunque non chiese altro.

Se essere colei che veniva designata come "la campionessa della scuola" o "colei che potrebbe tranquillamente vincere le nazionali" comportasse dei vantaggi, Liz non era mai riuscita a vederli.
Essere brava e apprezzata dai professori significava solo restarsene più ore a scuola a provare da sola o in due, sotto lo sguardo spaventoso del professor Sid, quello dalla pelle strana. Almeno era un grande insegnante e ballerino.
Quella volta, ma quasi come sempre dato che era il secondo più bravo del corso dopo di lei, le era toccato Harver come patner, e quando avevano finito di provare ed erano riusciti a cambiarsi e a scappare da quell'aula erano entrambi distrutti ed affamati.
"Non capisco che bisogno ci sia di tutto questo esercizio se siamo all'inizio dell'anno." borbottò Liz irritata mentre l'amico si rimetteva quegli strani occhiali che portava sempre. "Beh, lo sai come sono fatti.."
Lei stava per rispondere che non glie ne fregava un fico secco di quello che pensavano i professori ma il telefono di Harver squillò e lui dovette rispondere.
"Si, pronto? ..Cosa? Ma come hai fatto? ..Ok, ok arrivo.." riattaccò e scosse la testa sconsolato "Perdonami Liz, devo andare in un posto."
"Ox?" Chiese lei ridacchiando.
Lui annuì, passandosi una mano sulla fronte "Già, pare sia stato chiuso in un armadietto da Hiro. Io dico, come fanno ad esistere ancora i bulli? E dire che gli vanno pure dietro un sacco di ragazze, bah.."
"Beh, sai come sono fatte, no? Biondo, carino.." Liz ridacchiò, che Hiro fosse carino se ne era accorta pure lei, ma chissà perché le sembrava più uno sfigato che un figo come dicevano tutti. "A proposito di ragazze. Oggi ti ho visto particolarmente attento in classe, eh Harver? Non ti sarai mica preso una cotta per la professoressa?"
Lui scoppiando a ridere si allontanò, salutandola con la mano.
Liz non capiva cos'avessero ultimamente tutti. Tutti a parlare di sentimenti, romanticherie e cose del genere. Prima Tsubaki che aveva passato la maggior parte del precedente anno scolastico ad infrattarsi con quel teppista in blu nelle aule vecchie per chissà quale motivo, poi Ox e Kim e la loro relazione tira e molla, poi persino i professori con l'imminente matrimonio di Marie e del dottor Stein sembravano essersi risvegliati, persino Spirit che alle relazioni avrebbe dovuto essere allergico si era trovato quella strega della fidanzata, ed ora anche Maka e quel genio là. Liz era pronta a scommetere qualsiasi cosa che quello fosse un suo ex, magari estivo.
Già, tutti fottuti, compresa lei. Lei che, però, era decisamente messa peggio di tutti.
"Ehi Liz, ti ho trovato!"
Lei non riusciva a capire bene come, ma Kid aveva la particolare capacità di spuntare ovunque e nei momenti meno graditi. "Ehi, Kid. Cosa ci fai qui?"
"Beh, ti aspettavo" Lo disse come se fosse una cosa ovvia, normale. Non lo era affatto. "I professori (e supplenti) -aggiunse con un sorrisetto soddisfatto- sono rimasti un po' dopo le lezioni per parlare di alcune cose, così quando abbiamo finito ho deciso di aspettarti, è meglio se non fai la strada di ritorno da sola quando ormai è buio"
"E' dietro l'angolo.." constatò lei sospirando, non era la prima volta che Kid si preoccupasse per lei ma era sempre molto.. Strano, anche se non poteva dire che non le facesse piacere.
"Ma che vuol dire, mi preoccupo comunque, non sai quanta brutta gente gira per questi quartieri"
Si, lei lo sapeva molto bene. Infondo faceva parte di quella gente fino a non molto tempo prima, quando Kid le aveva trovate e salvate. "Perché?"
"Come perché?" chiese lui facendo un mezzo sorriso "Ora sei mia sorella, è normale che ci tenga alla tua incolumità"
Liz si trattenne a stento dal prenderlo a sberle, da sputargli in faccia tutto il repertorio di parolacce da lei conosciuto, dal tirargli un calcio e andarsene. La stupidità di Kid, ecco il motivo per il quale lo evitava e scappava via dai posti in cui appariva, ecco il motivo per il quale erano mesi che stava male. La stupidità e ottusità di Kid era pari a quella di nessun altro.
"Kid" sussurrò stringendo i pugni ma cercando di non apparire troppo arrabbiata "Io non sono tua sorella!"
Dopodiché lo lasciò lì a sbattere le ciglia e si allontanò a grandi passi.
Ma quale ottuso e ottuso, quello era proprio scemo!


« Dio ti ringrazio.
Nonostante gli scherzi del destino
l'ho incontrato e sono felice.
Ma così non funziona, guarda non va proprio,
I miei sentimenti stanno crescendo sempre di più! »



 

ele No Sekai superfast!
Yeah, perché superfasti? Vado super super di fretta, perdono. Non ho neanche riletto il capitolo quindi se trovate errori di qualsiasi genere.. Beh, no, sono colpa mia comunque. Lol
Due paroline veloci veloci.
Il capitolo fa schifo. Si.
Il finale (appena scritto di sana pianta) fa schifo. Si.
Kid e Black*Star fanno schifo. Si. E sono tutti dannatamente OOC.
Vi chiedo scusa, quindi. E' stato un capitolo molto sofferto e ci ho messo una vita, perdono, però infondo lo amo comunque, chissà perché. Oh, Harver. *.*
Si, se non si è capito lo amo.
Non mi piacciono i personaggi alla Mary Sue e non ne ho mai fatti, Melvina è quanto di più lontano da me ci possa essere, però mi è piaciuto fargli prendere una cottarella per lei. Chissà perché l'ho fatto, poi. Chissà se è qualcosa di consistente, ha pure 10 anni più di lui.
E' che sennò non so con chi accoppiarlo. lol
Comunque la canzone si chiama
Renai Circulation di Kana Hanazawa ed è l'Op del ciclo Nadeko Snake di Bakemonogatari. E' un anime davvero davvero bellissimo che vi consiglio calorosamente. E questa canzone è.. Non so come definirla, adorabile! E' davvero la più carina che io abbia mai sentito quindi se vi va sentitela, davvero, la trovate qui.
Scappo che tra un po' mia madre o mi fucila o mi fucila. Un bacio
ele
 

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Capitolo 4
*** Capitolo III ***


CapitoloIIICapitoloIIICapitoloIIICapitoloIIICapitoloIIICapitoloIIICapitoloIIICapitoloIIICapitoloIII
Tra noia e follia
Posso mollare tutto e andarmene? «

          

« Roku ni me mo awasazu
Unmei ni made karandeku.
Yukisaki moro kabutteru
Kuenai yoru wo hashire.
Fukaoi shi sugita mabushiisaga
Warui yume ni tsuzuite mo »

Marie si specchiò, guardandosi da varie angolazioni per l'ennesima volta in venti minuti. Non era una persona particolarmente vanitosa ma per una donna appena stata dal parrucchiere era normale fermarsi ad ogni santa superficie riflettente che si incontrava per Death City. Chissà perché poi quella città era così piena di specchi inutilizzati.
Si sistemò per bene la gonna e affrettò il passo, arrivando in pochi minuti al laboratorio. Quando aveva accettato di trasferirsi lì inizialmente aveva avuto alcuni problemi, come trovare animali vivisezionati ovunque o dover bere caffè in provetta a causa dell'assenza delle tazzine, ma nonostante questo alla fine si era abituata a tutto. Ridacchiò tirando fuori dalla borsa le chiavi ed aprendo la porta. Certo, non si poteva negare che Stein fosse strano, in quei giorni poi lo era più del solito, ma alla fine stare con lui era divertente.
"Stein! Sei in casa, si?"
Per un po' non ottenne risposta ma sentì chiaramente dei rumori dall'altra stanza così aspettò con pazienza che questo arrivasse come al solito, in groppa ad una sedia e pronto a rovinare a terra al primo ostacolo.
"Ahi, ahi.. Ciao Marie, hai fatto presto.." borbottò lui massaggiandosi la testa e rimettendosi dritto "Hai preso tutto? Andiamo?"
"Certo. Tu, piuttosto, hai preparato le cose per la lezione? Oggi non puoi mica saltarla solo perché non ti va, i tuoi alunni ti aspettano!"
Stein cominciò a mettere velocemente oggetti a caso in un borsone che poi depositò nelle mani di Marie, che per poco non cadde per il troppo peso, borbottando frasi sconnesse "Ah, sisi la lezione.. Giusto, giusto.. Dovrei prenderlo questo? Però poi.. Ah, si, andiamo, andiamo!" esclamò all'improvviso spingendo la bionda verso la porta e ridendo.
"Ehi, Stein!" cercò di fermarlo lei con scarsi risultati "Ma che fretta c'è? La tua lezione è tra un'ora mentre il mio corso è solo pomeridiano"
"Ah si, il tuo corso.. Hai deciso lo spettacolo per natale?"
"Romeo e Giulietta ma.. Stein?"
"Ah! Ho dimenticato gli occhiali in stanza! Intanto metti in moto, ok?" e senza darle il tempo di rispondere si allontanò.
Marie restò con il borsone in mano a dirigersi confusa verso la macchina, quando alla fine non riuscì a darsi una spiegazione scoppiò semplicemente a ridere, scuotendo la testa.
Intanto Stein si stava dannando per tirare fuori in fretta i suoi occhiali da sotto il letto, dove non aveva idea di come ci fossero finiti, e contemporaneamente cercare di ignorare la vipera nuda che ancora stava sdraiata sopra il suo letto.
"Agitato per la futura mogliettina, Stein?" ghignò Medusa stiracchiandosi.
"Taci stronza e mettiti qualcosa addosso"
Lei si avvicinò sensuale con un'andatura che ricordava leggermente Blair "Perché?" e scoppiò a ridere sguagliatamente mentre Stein usciva sbattendo la porta e sputando un: "Chiudi quando esci, tanto le chiavi ce l'hai."
Ovviamente lei non l'avrebbe fatto e quella sera gli sarebbe toccato spiegare per l'ennesima volta a Marie che non era entrato alcun ladro ma che era sempre lui che ultimamente si dimenticava di chiudere la porta, molto spesso.

Stava seduta, immobile, su quel cuscino di velluto rosso che le aveva sempre dato così tanto fastidio. Le aveva sempre pizzicato le gambe e distratta, cosa che odiava.
In quel momento però avrebbe davvero tanto voluto essere distratta, non avrebbe voluto ascoltare niente di quello che i suoi stavano per dirle.
Perché lei lo sapeva, li aveva visti entrare nello studio del preside e parlare per ore con Lord Shinigami e la professoressa Azusa. Ma soprattutto li aveva visti uscire, arrabbiati.
Così li aveva aspettati in macchina, sapendo che quella sera non avrebbe dormito a scuola, ed era tornata con loro a casa. Tranquillamente si erano tutti seduto intorno al tavolo bevendo the. I suoi genitori erano dritti di fronte a lei che ogni tanto lanciava occhiate nervose a Masamune che le stava accanto e le stringeva la mano per tranquillizzarla. Lei non aveva mai sentito il cuore rimbombarle tanto in petto.
"Tsubaki, dobbiamo parlarti"
Lei, per tutta risposta, annuiva e abbassava la testa
"Abbiamo deciso di non farti pià studiare alla Shibusen"
Vedeva le nocche di Masamune diventare bianche tanto si faceva forte la stretta. Sentiva dolore ma lo ignororava.
"Oggi abbiamo parlato con Shinigami e con la signorina Yumi. Hanno detto che con i voti sei riuscita a riprenderti e a cavartela ma che per quasi tutto l'anno hai avuto delle.. distrazioni."
Eccolo, il cuore, era impazzito del tutto.
La signora Nakatsukasa si copriva il volto con le mani, disperata. "Tsubaki io.. non ti riconosco più! Tu che marini le lezioni? Che arrivi tardi? Che menti? E per che cosa? Solo per vederti di nascosto con quel teppista! Hai idea ti tutti i problemi che quello crea alla scuola?!"
Eccolo, il cuore, nel petto non ve ne era più traccia. Era finito in gola e se lo sentiva rimbombare nelle orecchie.
"Sappiamo quanto ci tieni a studiare violoncello ma non possiamo tenerti lì con questa situazione, capisci? Farai queste due settimane per finire l'anno e poi basta"
Tsubaki sapeva solo starsene immobile. Non aveva neanche la forza per piangere, figuriamoci per opporsi.
"Aspettate, mi sembra una decisione troppo frettolosa!"
"Masamune tu stanne fuori."
"Ma, padre, ascoltatemi prima" Si voltavano tutti verso di lui, lei era stranamente riuscita a girare la testa così dannatamente pesante per guardarlo. "Datele un po' di tempo -continuava il fratello- fatela venire con me in America quest'estate, così da allontanarsi dalla Shibusen e per farle ritrovare le sue priorità nella musica; nel frattempo voi potreste pensarci bene e al nostro ritorno, in cambio di impegno e la promessa di non rivedere più quel ragazzo, riiscriverla. Non vi sembrano dei compromessi accettabili?" Masamune la guardava, la madre la guardava, il padre la guardava. Prima di rendersene conto aveva già abbassato la testa "Ve ne prego."

Tsubaki si svegliò di soprassalto, grondando sudore. Ultimamente rivedeva quella scena molto spesso, anche se poi la scacciava subito via dalla sua mente. Era triste, non voleva ricordarsela, quindi cercava in tutti i modi di non pensarci.
Peccato che non riuscisse a fare lo stesso con l'angoscia, che non la lasciava mai.

"Ehi, buongiorno!" Maka guardò stupita le sue due amiche, una con le occhiaie grandi come burroni, l'altra con parecchie vene di nervosismo che le pulsavano sulla fronte.
"Ehm, va tutto bene? Come avete dormito?"
Tsubaki le fece cenno di lasciare perdere così quella si voltò verso Liz che sbattè un pugno sul banco, facendole sobbalzare. "Io non ce la faccio più, molto presto avrò una crisi di nervi!" Si accasciò sulla sedia tenendosi la testa tra le mani, rischiando di strapparsi tutti i capelli "Avete idea di quello che ho passato ieri sera solo perché Shinigami aveva una riunione e Patty era uscita con chissacchì? Mi ha fatto tagliare l'insalata simmetricalmente! E ho dovuto mangiare per forza otto pomodorini, otto carote e otto chesoio! E per apparecchiare! Dio, non avete idea di quello che ho passato!" Continuò a strillare per un bel pezzo, anche quando Maka se ne era andata e Tsubaki aveva cominciato a prendersi a pizze per cercare di rimanere sveglia.
"Ehi, Maka!"
"Oh, buongiorno Kim, Jackie.." rivolse loro un ampio sorriso contenta di essere scampata all'"Uragano Liz". "Come va?"
"Alla grande! Solo per il fatto che è finalmente venerdì."
Maka annuì. Già, era gratificante pensare che fosse passata già una settimana. Ora ne mancavano solo altre dodici alle vacanze natalizie.
"Piuttosto -continuò Kim- che ne dici se per domani si fa da noi? Dato che abbiamo la stanza doppia.. Approposito di stanza!" Un ghigno malizioso si dipinse sul volto della ragazza, mentre Jacqueline al suo fianco ridacchiava. Una specie di brivido attraversò Maka.
"Ho saputo che sei la nuova vicina di stanza del genio!" Ma qualcuno in quella scuola che si facesse gli affari propri no?
"Ehm, si, quindi?"
"Beh, non fare niente di sconsiderato"
Maka sgranò gli occhi "Ma che dici!"
"Beh, sai come funziona, un -mi presti lo zucchero?- e.. ZAC!" Jacqueline allo "zac" scoppiò del tutto a ridere fragorosamente, mentre anche Kim non la smetteva con le occhiate maliziose.
"Ma vi pare! Perché dovrei.."
"Insomma Maka, non dirmi che non ci hai fatto nessun pensiero!" Continuò a ridacchiare Kim e Jacqueline aggiunse, con un mezzo sorrisetto "E' così carino!"
Maka dovette trattenersi per non mostrare la sua peggior smorfia di ribrezzo, si limitò semplicemente a scuotere la testa decisissima "Assolutamente no! Non è proprio il mio tipo. E' arrogante, maleducato e non fa altro che prendermi ingiro. Inoltre, beh, è fidanzato."

Era ricominciato l'anno scolastico. Un anno nuovo.
Nuovi studenti, nuove lezioni, sempre lo stesso strumento.
"Mamma, non so come comportarmi con una cosa così grande e con così tanti tasti"
"Beh, ti conviene imparare allora. Tutte le persone di classe sanno suonare il pianoforte."

Così alla fine aveva imparato a suonare quel grande mostro lucido e nero, anche se lo odiava. Lo odiava con tutto se stesso. Gli sembrava sempre che non facesse altro che sbeffeggiarlo, con quel suo enorme ghigno bianco e nero e i pedali che gli facevano male ai piedi.
Non avrebbe voluto renderlo parte della sua vita, avrebbe voluto tenerlo il più lontano possibile.
Eppure, infondo, quel pianoforte lucido era il suo unico amico. Gli aveva persino dato un nome.
"Ragnarok, lasciami in pace, non voglio più suonare.."
"Invece continuerai finché non ti verranno le verruche! Muoviti, altrimenti faccio saltare qualche corda!"
"Oh, no ti prego! Altrimenti la professoressa Melvina se la prenderà con me. Non so come comportarmi con una signora che mi rincorre cercando di strozzarmi.."
Le melodie che lui preferiva suonare erano calme. Abbastanza malinconiche e deprimenti, ma belle. Avevano sempre note tristi che ti facevano venir voglia di piangere, ma non potevi fare a meno di applaudire vigorosamente alla fine, lui riusciva ad eseguire quelle melodie perfettamente e con grande sentimento. Forse perché il suo stato d'animo era sempre molto vicino a quella musica. Sempre, immancabilmente, tranne quando stava con lei.
"Ehi, Crona, stai ancora provando?"
Lui si girò imbarazzato verso Maka, stringendosi nelle spalle e rivolgendole un mezzo sorrisetto. "Già.."
Lei scosse i codini, prendendolo per mano e chiudendo il coperchio del pianoforte di scatto, facendolo sbattere. Ragnarok nella mente di Crona si infuriò e cominciò a lanciare una serie di parole poco cortesi verso la ragazza, anche se questa, grazie al cielo, non poteva sentirlo avendo vita solo nella mente del ragazzo.
"Ti sei dimenticato che stasera tu e Medusa venite a cenare da papà? Se vuoi dopo torniamo, tanto io preferisco stare al dormitorio, ma ora dobbiamo andare."
E ridendo se lo trascinò dietro.
Crona, osservando quei due codini biondi ballonzolare per l'andatura veloce di Maka, sorrise, infondo anche lui ogni tanto poteva sentirsi felice.

"Quindi, ragazzi, che si fa? Io mi annoio!" Kirikou sbadigliò sbracandosi maggiormente sulla poltroncina. Jacqueline gli si sedette in braccio e schioccando la lingua gli diede una schiccherata sulla tempia "Certo che tu stai sempre a lamentarti, eh, sei incredibile!"
"Ma che vuoi? Potrò fare quello che mi pare, no?"
"In realtà è abbastanza irritante" la mora gli dedicò il miglior dei suoi finti sorrisi e il ragazzo per tutta risposta sbuffò e tirò fuori il cellulare sul quale si mise a vedere la partita di una qualche sconosciuta scuadra di calcio.
"Ah, bene, adesso mi ignori pure."
"Troppo rumorosa, è impossibile ignorarti" Si beccò un cazzotto in testa.
"Io non sono rumorosa, sto soltanto cercando di instaurare una conversazione. Dovresti ringraziarmi, non te lo meriteresti"
"Ah, non me lo merito? Guarda che dovrebbero farmi santo già solo perché vengo a letto con te."
Jacqueline divenne improvvisamente rossa e, alzatasi di scatto furiosa, gli sferrò un ceffone che lo colpì in piena guancia.
"Come ti permetti?! Sei un grandissimo bastardo! Mi sono stancata, se ti da così fastidio la prossima volta vedi di non avvicinarti nemmeno nella mia stanza!"
"Guarda che tu dormi con Kim, stiamo sempre in camera mia" gli fece notare lui massaggiandosi la mascella.
"E' lo stesso!" sbottò lei e tentò di allontanarsi ma sentì Kirikou alzarsi e afferrarle le spalle per poi chinarsi a baciarla.
"Contenta?" le sussurrò lui a fior di labbra facendole un mezzo sorrisetto "E adesso -aggiunse risedendosi e mostrandole il cellulare- per favore, fammi seguire la partita"
Jacqueline non rispose ma si risedette soddisfatta sulle sue ginocchia mettendosi a giocherellare con i suoi capelli e facendolo sbuffare spesso, cosa che diede il via ad un'altra serie di litigi.
Nel frattempo Kim cercava in tutti i modi e gentilmente, di scrollarsi un ubriaco (o forse faceva solo finta) Ox di dosso che continuava a stringerle le braccia intorno collo e a sussurrarle imbarazzanti frasi smielate.
"Cavolo, Ox, e staccati!" gli urlò spingendolo via con forza e facendolo cadere a terra.
"Ma, mia beneamata.."
"Cavolo, dacci un taglio, eh! Sei più irritante del solito!" E cominciò a correre ingiro per la stanza mentre lui la inseguiva in lacrime, forse a causa dell'alcol.
Kim era così concentrata a non farsi raggiungere da Ox che per poco non inciampò in Harver, Fire e Thunder che per qualche motivo erano seduti per terra a fare un qualche misterioso gioco da tavola. Tra una carta e l'altra Harver si era scolato più o meno tutta la scorta di birra di Kim.
"Ehi Harver -gli chiese lei cercando di allontanare Ox, che l'aveva raggiunta, con gomiti, mani e persino piedi- non ti sembra di esagerare?"
"Tranquilla Kim, reggo bene l'alcool"
"Intendevo che quelle me le devi pagare, eh."
Harver preferì evitare l'argomento e ridacchiare, borbottando che Kirikou aveva ragione e che senza gli altri lì nella saletta del dormitorio era una noia.
Dall'altro lato della stanza Jacqueline lo pregò di non mettercisi pure lui.
"Che ci vuoi fare" sospirò Kim abbandonando un finalmente addormentato Ox sul pavimento "Stasera erano tutti occupati. A quanto pare. Liz, Patty e Kid avevano la cena di famiglia, Tsubaki aveva sonno, Maka aveva la cena col padre, anche se a quest'ora dovrebbe aver finito.. Oh, piuttosto, Jackie!" sentendosi chiamare la mora abbandonò il litigio col ragazzo e si voltò. "Domani dobbiamo assolutamente continuare con l'interrogatorio a Maka, eh! A costo di costringerla."
"Quale interrogatorio?" domandò non particolarmente interessato Kirikou.
Jacqueline ridacchiò scambiando uno sguardo d'intesa con Kim "Beh, oggi siamo venute a conoscenza di un pettegolezzo interessante, pare che quello nuovo, Evans, sia fidanzato."
Era ovvio che quello fosse un'argomento davvero poco eccitante per il resto del gruppo, tra Ox che dormiva e Harver che giocava a carte, ma le ragazze non riuscivano a smettere di ridacchiare, allegre come due comari. Solo Kirikou si limitò a sospirare, scuotendo la testa.
"Merda, lo sapevo. Scommetto che è una grandissima gnocca.."
Jacqueline lo fulminò con lo sguardo e schioccò la lingua, scostandosi una ciocca di capelli da davanti gli occhi. "Scusami se non sono gnocca, eh"
Lui sospirò nuovamente "Che ci vuoi fare, non è colpa tua."
La ragazza era seriamente intenzionata a sbattergli in testa qualcosa di molto grande e pesante ma fortunatamente per Kirikou in quel momento entrò la dottoressa Medusa, vestita da sera.
"Ragazzi, cosa ci fate ancora qui? Forza, andatevene a dormire che l'orario di rientro è passato da un pezzo!"
Tra sbuffi e imprecazioni il gruppo si alzò e si avviò per i corridoi, ma Kim e Jacqueline vennero fermate sulla porta.
"Piuttosto, ragazze, potrei sapere chi è che vi ha raccontato quel particolare su Evans?" Le due si guardarono sorprese, non credevano di aver parlato così forte.
"Dice sul fatto che è fidanzato, dottoressa? E' stata Maka, ma non ci ha voluto dire con chi."
Medusa ghignò, allontanandosi.
"Ovvio che non ha voluto, essendo la diretta interessata."


« I nostri sguardi si incrociano appena
Ma perfino i nostri destini si intrecciano.
La nostra destinazione è la stessa,
Corri con me in questa notte stomachevole.
Anche se il suo splendore irragiungibile
Continua nei miei incubi.. »


Salve a tutti, me è ele, sempre me, sempre qui, ancora viva. #fuckyeah. lol Allora, non mi odiate, eh. Oltre ad averci messo una vita per aggiornare sono tornata con un capitolo dannatamente corto, chiedo davvero scusa. E' che, lo ammetto, non avevo proprio nessunissima idea. Ma neanche uno straccetto. Poi ci sono state le vacanze, ritorno a scuola, mancanza di internet.. E ti saluto Allegro. lol, avevo alcune cose da dire.. Per prima cosa non so se avete notato che questo capitolo è praticamente tutto sui personaggi "secondari". Metto tra virgolette perché lo so che lo sono ma dato che io li amo moltissimo vorrei dar loro più spazio, ecco, e questo capitolo è tutto per loro. Jackie è dannatamente OOC, lo so, lo capisco, è che alla fin fine, a parte la grande amicizia con Kim, non è che si dice molto di lei, quindi me la sono mezza inventata, scusate. ^^' Oh, e perché proprio Kirikou? Non so, è che per come me li sono immaginati mi piacciono abbastanza, ma non so bene perché li ho pensati così e ho scelto proprio lui. Lol, Oh, il prossimo capitolo dovrebbe essere abbastanza divertente. Cioè, le scene che ho in mente sono divertenti, spero di riuscire a renderle. Yeah!
Bene, dovrei andare a dormire, quindi finisco. Ma prima voglio ringraziare tanto tanto tantissimo Bea(Aki! Lol) e Marti_Vick che commentano sempresempre, cioè, io vi amo, già. Grazie mille e scusatemi se l'ultima volta non vi ho risposto. ç_ç
Inoltre vorrei ringraziare Bedhness, MakaxSoul e Vanilla_Rose per averla messa tra le preferite (cioè, davvero? *^*) e Altaria, krystal86 e Mewlove per averla messa tra le seguite.
Io non continuo quasi mai le mie storie e un quarto(III) capitolo è una specie di record ed è tutto grazie a voi che mi sostenete. Grazie. Yeah. Ah, la canzone è ovviamente
Resonance, la prima Op (già, non sapevo che caspiterina mettere. lol)
Un bacio e alla prossima :3
Vostra ele, Elle o come-preferite-voi.

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