Solo lui

di lol90
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo e capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***



Capitolo 1
*** Prologo e capitolo 1 ***


Prologo
 
Vedere tutti quei bambini che usciti dall'accademia ridevano correndo in braccio ai genitori o si rincorrevano felici tra loro non era mai stato facile per lui.
Non aveva tempo da perdere in bambinate come quelle, doveva allenarsi costantemente senza darsi pace se voleva raggiungere quel livello e coronare il suo sogno.
Al posto di giocare con i suoi coetanei lui si rifugiava nel suo angolo segreto in mezzo ai boschi di Konoha e si allenava con kunai e shuriken, centrando perfettamente ogni bersaglio disegnato da lui sui tronchi degli alberi.
Ormai la tecnica con le armi era perfetta, ora bisognava allenarsi con i ninjutsu, perfezionando le abilità insegnatole dal padre, prima della sua prematura morte.
Innanzitutto doveva sviluppare la velocità e diventare imbattibile nei ninjutsu, ma sopratutto sperare di attivare al più presto la sua abilità innata se voleva davvero competere contro il suo odiatissimo nemico.
 
Aveva dieci anni, ma era un bambino prodigio, in accademia aveva pieni voti sia in teoria che in pratica e anche il maestro faticava quando si esercitava nei combattimenti contro di lui, anzi per poco non ci rimase secco in un duello quando il bambino gli scagliò contro la tecnica della Palla di Fuoco Suprema, non se l'era aspettato da un ninja così piccolo una mossa di così alto rango.
Non aveva amici ne in accademia ne fuori, solo perché non li voleva, data la sua alta popolarità tra i suoi coetanei.
Anche se i suoi anni si contavano ancora con le dita aveva concetti molto più simili a quello di un adulto, non voleva legami perché diceva che quelli sarebbero stati d'intralcio al suo piano, quindi stava sempre da solo, rafforzandosi solamente col pensiero dei suoi genitori e della vendetta che avrebbe condotto per loro.
 
Gli anni passarono e per poco non cadde nella trappola che tanto aveva cercato di scansare: si era creato un forte legame tra lui e un bambino della sua età, non poteva permettere che quello interferisse con suo piano, rischiando di vanificare ogni suo sacrificio fatto in passato.
Duellò con lui, da pari a pari, era la prima volta che considerava un coetaneo suo pari, ma tanto non voleva dire niente per lui, alla fine di quel duello sarebbe andato per la sua strada e forse non si sarebbero più visti.
La battaglia non se la aspettava così dura, ora che finalmente gli era stato conferito il potere, ma il suo amico non voleva perderlo in quel modo, lui non capiva, non poteva capire i sentimenti che provava; non poteva rimanere con lui a vivere una vita forse felice, lui aveva uno scopo più importante, rifondare il suo clan sterminato e uccidere l'autore della carneficina, e per fare ciò doveva abbandonarlo, era così che doveva andare.
 
Finalmente era arrivato a eguagliare e forse superare la forza del suo rivale, ora mancava poco alla sua vendetta, bastava trovarlo e lui sapeva come fare.
Così creò un gruppo con il quale andò alla ricerca del fratello, fino a trovare un membro dell'Akatsuki, l'organizzazione in cui militava la persona che lo avrebbe portato al completamento di una parte del suo sogno, decise di sfidarlo per testare il suo potenziale e neanche utilizzando i pieni poteri lo sconfisse, sacrificando un inutile serpente per scampare all'ultima carta giocata dal nemico.
Ormai lo sapeva che era questione di tempo rintracciare suo fratello, ma accade che il ricercato andò direttamente da lui, sfidandolo in un durissimo duello che poteva trasformare un sogno in realtà.
 
Fine prologo

Capitolo 1
 
Giaceva su un letto, doveva essere svenuto durante l'incontro con suo fratello, allora come mai era ancora vivo?
Cercò di alzarsi e capire dove si trovava, ma la testa gli girava troppo e subito si ridistese sfinito, cercava di ricordare la battaglia avvenuta qualche ora prima, ma non era facile con quel dolore lancinante che non gli dava tregua.
Si riaddormentò, sognò per tutto il tempo una persona lontana, celata dall'oscurità che lo guardava, solo gli occhi risaltavano, possedeva lo sharingan e il majenkyu era attivo, voleva arrivare a lui ma più cercava di avvicinarsi più la figura si allontanava, finché non si fermò ad un tratto facendo bloccare anche lui.
La paura lo avvolse, suo fratello lo aveva immobilizzato e gli stava camminando lentamente incontro, con una mano levata come per prendere qualcosa, i suoi occhi.
Cercò di liberarsi, ma era tutto inutile, ormai la mano di suo fratello era a pochi centimetri dal suo volto, chiuse le palpebre, sperando che qualcuno o qualcosa lo salvasse, anche se sapeva la pateticità di quel pensiero.
La mano deviò, colpendolo con due dita sulla fronte, si ridestò dal sonno con un sussultò, subito si ricordò tutta la battaglia avvenuta tra lui e il suo consanguineo, ricadendo con un sorrisetto stampato sul volto per la coronazione del suo sogno, finalmente aveva vendicato i suoi genitori.
 
Una voce risuonò nella piccola stanza dove si trovava, si girò di scatto verso la persona che forse lo fissava da molto tempo senza che lui se ne accorgesse.
Aveva una maschera arancione che gli copriva il volto, vestiva il kimono dell'Akatsuki, non un buon segnale dato che lui aveva appena ucciso un suo membro.
Cercò di rialzarsi dal letto, affrontare il suo avversario anche in precarie condizioni, quando quest'ultimo lo fermò, dicendogli di non aver intenzione di duellare.
Si presentò, togliendosi la maschera, successe in una frazione di secondo, un potere a lui sconosciuto lo avvolse in una strana aura, si sentiva imbattibile, poi come arrivò scomparve, si toccò gli occhi, aveva perso sangue dalle orbite.
Si ripulì e guardò di nuovo il misterioso uomo davanti a lui, che si era rimesso la maschera.
Il membro dell'Akatsuki poi blaterò parole su suo fratello a cui lui non voleva dare ascolto, si sdraiò di nuovo sul letto, dicendo di voler riposarsi se non dovevano duellare.
In realtà non poteva dormire, pensava e ripensava a quella strana sensazione che aveva avvertito per qualche secondo, ma ormai non gli interessava più il potere, ora voleva solo ricreare il suo clan, meditando se fosse il caso di ritornare a Konoha per fondarlo o trovarsi un nuovo villaggio.
Poi l'uomo riprese, si era scordato della sua presenza nella stanza, dicendogli che lui non conosceva suo fratello, ma cosa gli poteva importare? L'aveva ucciso poco tempo prima e poi non aveva intenzione di conoscerlo, voleva solo vendicare lo sterminio del suo clan.
Alla fine notando il disinteresse del ragazzo capì che per ora era inutile parlare con lui, ma a tempo debito sarebbe riuscito nel suo piano, conquistare gli occhi del nipote, per creare un nuovo e potentissimo doujutsu, ma prima doveva risolvere il problema di non poterlo guardare col suo sharingan, data la protezione che ora lo avvolgeva, brutta faccenda dato che le sue abilità consistevano solamente nel contatto visivo.
 
Era mattina, nessun raggio di luce entrava in quella stanza, doveva essere sotto terra.
Sentì il rumore di passi, attivò lo sharingan e notò sei persone che stavano venendo nella stanza in cui si trovava, cinque di loro avevano esattamente lo stesso chakra, mentre una aveva un chakra minore ma comunque molto elevato, si sentì in trappola, l'arrivo di quel sestetto non prometteva nulla di buono ed era sicuramente impossibile affrontarlo tutto da solo, oltretutto non si era ripreso ancora completamente.
L'aria era stagnante, sentiva un senso di soffocamento in quel piccolo locale con sei persone che stavano arrivando, si alzò e cercò un uscita, ormai faticava a respirare, non poteva finire così, ora che era riuscito nella sua vendetta.
Tirò un pugno al muro un po' per frustrazione, un po' come ultima speranza, ma non successe nulla.
Ricadde in ginocchio, portò le mani verso il collo, per la prima volta in vita sua provava panico, non riusciva più a respirare, crollò a terra.
Qualcosa gli diede fastidio ad un occhio, un pallido raggio di sole entrato da un minuscolo buco nel soffitto lo aveva abbagliato, pure questa mi doveva succedere pensò disperato, poi la speranza gli rimbalzò nel petto: se dal soffitto era entrato il sole lui poteva uscirci.
Giunse le mani e fece esplodere il soffitto, lanciandosi in una corsa verso la libertà, respirò a pieni polmoni l'aria fresca mattutina che gli sbatteva dolcemente sul volto, non poteva credere di aver avuto così tanta fortuna.
 
Fine Capitolo 1

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2
 
Ormai correva senza fermarsi da ore, provava un misto di paura e sollievo.
Paura perché sicuramente ora l'Akatsuki lo avrebbe cercato, sollievo per essere riuscito a sfuggirgli.
Una voce spettrale chiamò il suo nome, sobbalzò, la paura ora prendeva il sopravvento e sentì il cuore premergli le costole ritmicamente, batteva così forte da fargli male.
Doveva girarsi per affrontare il suo rivale, sperando che fosse solo uno.
Una seconda voce risuonò nella foresta dove si stava accampando per riposarsi, come risposta alla sua speranza.
Si fece coraggio, girandosi vide un uomo dal volto diviso in due, una parte bianca e una nera, che lo fissava con i suoi occhi dorati.
Senza dubbio era un membro dell'organizzazione che lo cercava, le nuvole disegnate sul kimono nero ne erano la certezza.
Attivò lo sharingan in cerca del secondo membro, ma non rilevò nessuna fonte di chakra in zona, poi l'uomo iniziò a parlare da solo, con le due voci che aveva sentito.
Sembrava pazzo, anzi sicuramente lo era dato i suoi discorsi, ma questo non era un motivo per sottovalutarlo, dato che militava nella spietata Akatsuki.
Non poteva far trasparire la paura che provava in quel momento, così si rifugiò come sempre nella sua personalità da duro.
Estrasse due kunai per far capire le sue intenzioni, quando una metà dell'uomo gli disse di non voler combattere, voleva solo parlargli, convincerlo che consegnarsi al suo capo era la cosa migliore da fare.
Lui lo ascoltava attentamente, finché ancora una volta lo strano personaggio si rimise a parlare con se stesso, sembrava più che altro un litigio, non perse tempo e continuò la sua fuga, creando i jutsu base che il suo sensei usava per nascondersi proprio dalla stessa organizzazione.
Creò una piccola base sotterranea, dove decise di riposare per un giorno, appena le sue forze si sarebbero ristabilite completamente poteva affrontare qualunque nemico senza temerlo.
 
Passò una settimana, si era riunito con parte del suo vecchio gruppo, uno di loro era stato ucciso dal partner di suo fratello, aveva duellato per vincergli la spada, ma la forza del loro avversario era troppo alta e per poco non finirono per morire anche loro, gli aveva raccontato l'unica ragazza del gruppo.
Si era riunito a loro perché aveva bisogno proprio di quella ragazza, lei percepiva il chakra delle persone nel raggio di qualche miglio e questo era fondamentale per trovare l'ultima persona coinvolta nella distruzione del suo clan.
Aveva cambiato i suoi piani, ora cercava l'Akatsuki, specialmente il membro con la maschera che qualche giorno prima lo voleva uccidere.
Non si era scordato le parole del fratello durante la loro battaglia, lui era stato aiutato da un'altra persona, sempre una traditrice del loro clan e quindi anche se la vendetta che tanto aveva ambito era completata, non poteva lasciare in vita l'uomo che aveva aiutato l'odiato fratello a massacrare i loro genitori.
 
Passarono giorni, ma non si trovava nessuno col kimono nero e nuvole rosse, cosa molto strana, meditava durante le notti in cui non riusciva a prendere sonno, l'Akatsuki credeva lo stesse ricercando, o forse aveva già smesso e avviato nuovi piani?
Certo il loro obbiettivo alla fine era quel bambino con cui anni prima aveva stretto un legame, quel bambino che rivide pochi mesi fa, diventato quasi uomo, ma rimasto debole, non più suo pari.
Aveva saputo che anche il suo sensei era morto, che fatto strano, i sensei che li avevano cresciuti dopo il loro addio erano morti entrambi, davvero una strana coincidenza, così è la vita pensò.
Sicuramente lo stava cercando ancora, era un'ossessione per quel jinjuriki riportarlo a Konoha, soltanto perché lui era stato il suo primo legame, stupidi pensieri da bambini.
Però quel suo coetaneo poteva rivelarsi davvero utile nella lotta contro l'Akatsuki, dato che ormai entrambi ci erano dentro allo stesso modo.
 
Finalmente un chakra enorme era stato percepito dalla giovane donna, corsero veloci verso la fonte che lo possedeva, un enorme uomo-squalo con sguainate due spade li aspettava seduto sopra un lampione.
 
Fine Capitolo 2

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3
 
I suoi compagni l'ultima volta che ebbero incontrato quest'essere avevano rischiato la vita, anzi uno di loro l'aveva addirittura persa, era diventata una questione personale.
Gli disse che ci avrebbe pensato lui, di non intervenire per nessun motivo, avrebbe punito lui quella sottospecie di uomo, voleva sfogarsi per tutte le cose che gli erano successe e quella era l'occasione perfetta.
Sguainò la spada, come di consueto ci infuse del chakra e partì all'attacco.
In un lampo successe tutto, o per meglio dire nulla.
Con un scatto fulmineo apparve dietro l'uomo-squalo e lo infilzò con la spada, un sonoro puff, seguito da uno scroscio di acqua che si schiantava a terra, un clone.
Poi apparve dietro di lui, con impugnata l'arma vinta dal suo defunto seguace, che accompagnò fino a perforare l'intestino dell'orfano, ma un altro puff seguì il colpo, stavolta accompagnato da del fumo, un clone d'ombra.
Ricaddero elegantemente al suolo in contemporanea, bastò un secondo, il duello era terminato.
Il membro dell'Akatsuki era a terra, la sua vita si era spenta in una frazione di secondo, l'errore che aveva fatto era stato fatale, da principiante per una persona con così tanta esperienza.
Era caduto nella tecnica più pericolosa che il suo nemico possedeva, gli occhi.
Bastò uno sguardo al ragazzo per portare il nemico dove voleva, torturarlo, distruggergli lo spirito, era questa la giusta punizione che si era meritato.
Ritornò dai suoi sbalorditi amici, prese le redini del gruppo e continuò la ricerca degli ultimi membri dell'organizzazione dal kimono nuvoloso.
 
Era stato fin troppo facile battere quella persona, ma la cosa che realmente lo turbava era possedere il Magenkyu Sharingan, come mai si attivava da solo quando guardava negli occhi nemici pronti ad ucciderlo? E soprattutto come faceva a possederlo? Non aveva ucciso il suo migliore amico, forse si attivava anche col fratricidio? Era l'unica spiegazione plausibile al momento.
Continuò per la strada, finché non decise di fermarsi e congedarsi da quella bizzarra giornata.
 
Passarono altri giorni monotoni, non si riusciva a trovare nessuno, anche se aveva l'impressione di essere spiato e una volta era sicuro di aver visto del chakra sparire dentro un albero, una cosa molto strana, forse stava diventando pazzo.
Infine accadde, quando le speranze ormai erano quasi morte, un uomo uscì gridando da un pub di una piccola città.
Corse verso di loro, dicendogli che una donna stava distruggendo il suo locale e uccidendo dei ninja al suo interno solo perché gli avevano criticato l'abbigliamento che portava, un lungo kimono nero con disegnate delle nuvole rosse.
Un senso di gioia e timore ora lo avvolgevano: il suo sensei gli aveva raccontato dei membri della vecchia organizzazione a cui partecipava, e dentro di essa militava solo una ragazza, possedeva una curiosa abilità innata ed era famosa per essere sempre in coppia con il presunto capo dell'organizzazione.
Il suo partner possedeva il famoso Rin'negan, un doujutsu fantastico che gli permetteva di vincere ogni duello, ma neanche il defunto maestro ne sapeva molto su quell'argomento, diceva solo che se lo avrebbe incontrato di nuovo sarebbe stato inutile combattere contro quella macchina da guerra.
Poi la donna uscì, aveva dei capelli blu raccolti da una rosa bianca, quando lo vide sussurrò il suo nome, ben leggibile dal labiale.
Sparì, dividendosi in mille origami che volarono via nel cielo di una tonalità arancio-rosata.
Corsero a più non posso, seguendo quei “pezzi” di carta che si libravano nel cielo, seguendo una direzione ben precisa.
Giunse le mani e ricorse alla sua tecnica preferita, una palla di fuoco enorme venne sparata dalla sua bocca, ma i foglietti la evitarono.
Provò di nuovo, gli origami si scansarono, ma lui riapparve dietro di uno e con un jutsu fulmineo lo bruciò, facendo così ricomporre la donna.
Si rivolse alla compagna dietro di lui, chiedendole se percepiva chakra in quella zona oltre ai loro, lei disse che erano soli, perfetto, il temuto partner non c'era per cui aveva la possibilità di ucciderla.
Guardò negli occhi la donna di fronte a lui, ma lei non lo fissava, non era stupida come il suo defunto compagno dalla carnagione bluastra.
 
Fine Capitolo 3

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4
 
Il duello si fece subito intenso, la donna si trasformò in origami affilati e in una frazione di secondo trafisse i due accompagnatori, che riuscirono a evitare di essere colpiti nei punti vitali, ma svennero per i colpi subiti.
L'inferiorità numerica era stata risolta in un baleno dal membro dell'organizzazione, non era per nulla da sottovalutare.
 
Evitava tutte le tecniche che gli venivano scagliate contro e nel frattempo riusciva a contrattaccare in pochi secondi, era molto difficile e soprattutto stancante schivare quei proiettili di carta.
Il taijutsu era impossibile da eseguire, anche nell'eventualità che fosse riuscito a raggiungerla non l'avrebbe colpita in quanto lei poteva smaterializzarsi.
Non lo guardava negli occhi, ma li teneva chiusi e si concentrava percependo i suoi passi e anche i suoi più silenziosi rumori, doveva conoscerlo molto bene lo Sharingan, suo fratello aveva sicuramente combattuto contro di lei e forse essere stato addirittura sconfitto, bisognava escogitare un piano e alla svelta; il genjutsu quindi era inutilizzabile.
Rimaneva solo il ninjutsu, anche se lei continuava a schivare le raffiche di tecniche che le venivano scagliate contro.
Si era distratto, un proiettile di carta gli aveva lacerato il muscolo del braccio, aveva gemito per il dolore e la donna si era scagliata subito nella direzione in cui era stato emesso il suono.
Corse da un altra parte, ma la donna sentì il fruscio del kimono muoversi e cambiò direzione, dritta verso di lui.
Un kunai era stato conficcato nel ventre del ragazzo, grondava sangue, ma la donna subito si staccò, aveva già capito della trappola che gli era stata preparata.
Utilizzò la tecnica della resurrezione per tornare senza ferite, ma la stanchezza non lo aveva abbandonato.
Sperava che lei aprisse gli occhi nel momento in cui l'avesse colpito, credendo di avere la vittoria in pugno, ma non era così facile sbarazzarsi di un ninja del genere.
I suoi compagni dormivano beati a terra, lasciandolo solo in un così aspro duello.
L'idea poi gli venne così, d'improvviso, era così facile da capire, come aveva fatto a non pensarci prima? Il suo avversario non lo poteva vedere, solo sentire.
Si spostò dunque rapido verso il centro della piccola città, mischiandosi tra la gente, aspettando il momento in cui la rivale avesse aperto gli occhi per cercarlo dato che il rumore delle altre persone che facevano le loro commissioni rendeva impossibile il suo ritrovamento.
Invece no, la donna lo riusciva a seguire, senza confondersi in mezzo a tutto quel baccano, ma come diavolo faceva?
Uscì dalla città, lanciandosi in corsa per un'immensa prateria.
Poi si fermò e cominciò il contrattacco, ninjutsu a raffica venivano sparati dai due nemici, senza causare nessun effetto all'avversario.
Si sentì pungere al fianco, mentre schivava un altro jutsu, si tolse un origami di carta da dentro il kimono: ecco come faceva a trovarlo senza poterlo guardare.
Un dolore tremendo allo stomaco gli mozzò il fiato, la donna gli aveva sferrato un pugno fortissimo.
Era la fine? Stava per essere ucciso? Di sicuro il duello era perso, un altro colpo gli venne inferto, stavolta sulla nuca, stava perdendo i sensi, quando sentì un urlo di rabbia provenire da vicino.
Intravide due occhi azzurri che man mano si sfocavano, poi buio totale.
 
Possibile che quegli occhi sarebbero stati la sua ultima salvezza? Era sicuro di conoscerli, un' ultima speranza lo avvolse, prima di cadere definitivamente in un sonno profondo.
 
Fine capitolo 4

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5
 
La pioggia gli batteva sul viso, riportandolo alla realtà, quanto tempo era passato?
Aprì gli occhi e mise a fuoco le persone davanti a lui:
una ragazza dagli inconsueti capelli rosa era svenuta contro una roccia, coperta di ferite e graffi, doveva aver duellato con scarsi risultati;
i suoi due compagni erano ancora nel punto in cui li aveva lasciati, mentre due persone stavano ancora duellando.
Si alzò, avvicinandosi al combattimento, riconobbe subito il biondino che cercava in tutti i modi di colpire la donna, che senza la minima fatica li schivava tutti, stranamente non contrattaccando.
Non perse tempo, dato che nessuno dei due non sembrava essersi accorto di lui si fiondò contro la donna, lanciandole contro una palla di fuoco gigantesca, che all'ultimo momento schivò, perfetto, ora il genin poteva colpirla con un jutsu.
Uno strano rasengan si creò nella mano del Konohano, aveva delle strane lame a contornarlo, non aveva mai visto quel jutsu in vita sua, una tecnica nuova del suo ex amico.
Il membro dell'organizzazione dal kimono con nuvole rosse si scompose nei soliti origami, evitando la tecnica mortale.
Scappò via, data la sua inferiorità numerica, aiutata dal fattore pioggia.
I due ragazzi si fissarono negli occhi, non riusciva ad utilizzare il Magenkyu, perché?
Continuarono a fissarsi, incapaci di muoversi, poi la ragazza dai capelli rosa emise un rumore al limite della percezione e il suo compagno di team corse da lei per controllare le sue condizioni.
Si ridestò da quella lotta di sguardi, andò dai suoi compagni e dopo averseli issati sulle spalle sparì nell'oscurità della pioggia.
 
Non era molto forte la donna che aveva affrontato, ma era impossibile danneggiarla o per meglio dire colpirla, continuava a pensare ad un modo nel caso l'avesse ritrovata per sconfiggerla, ma tutte le idee che al momento sembravano azzeccate si rivelano stupide dopo qualche momento di riflessione.
 
Creò una base segreta, era stufo di continuare a viaggiare senza una meta, prima o poi sarebbero arrivati nella città vicina, dato che lì viveva un jinjuriki.
Non ci volle molto per convincerlo ad arruolarsi con loro, in media i “contenitori” di demoni non avevano amici e venivano ignorati da tutte le persone che conoscevano il loro stato.
Passò molto tempo ma dell'Akatsuki non si vedeva traccia, forse avevano saputo del suo piano e quindi si attardavano per quello, in fondo il jinjuriki della sua squadra doveva essere molto forte e soprattutto era sotto la sua protezione, in fondo quell'organizzazione lo temeva, fino ad ora ne aveva ucciso tre membri.
 
Tutte le notti faceva sempre lo stesso sogno, degli occhi azzurri che lo fissavano, poi una strana palla ci chakra con delle lame si creava dal nulla, entrambi venivano contro di lui, fino a colpirlo.
Si svegliò anche quella notte di soprassalto, come mai continuava a sognarlo? Aveva rotto i legami con quel ragazzo, per lui poteva anche morire e non gli sarebbe interessato nulla. Forse aveva paura, paura di quell'ignoto jutsu che sembrava potentissimo dal chakra che aveva notato grazie al suo sharingan.
Forse il suo ricercatore possedeva un'arma da poterlo sconfiggere, ma tanto ora non bisognava pensare a questo, il vero obbiettivo era rintracciare quell'uomo mascherato e sconfiggerlo, poi se dovesse affrontare il biondino sarebbe stata un'altra questione.
Si sdraiò e finalmente ricadde in un sonno profondo.
 
Sentì dei rumori di persone da fuori la base, attivò lo sharingan e ne notò otto, il chakra non era molto elevato in nessuno di loro tranne uno, gli altri erano scarsi rispetto alla sua potenza, ma uno poteva metterlo in crisi se ben addestrato.
Svegliò gli altri, anche il jinjuriki, sapeva che non si trattava di Akatsuki, ma era meglio non sottovalutarli.
Fece esplodere il portone di roccia e una fresca brezza mattutina gli accarezzò il volto, sentì dire il suo nome da due degli otto avversari, li riconobbe tutti, alcuni di loro non li vedeva da anni, erano cresciuti molto, specialmente quel cane bianco che ora abbaiava contro di lui.
 
Fine Capitolo 5

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6
 
Erano in netta inferiorità numerica, ma nessuno di loro si avvicinava alla sua forza, poteva sbarazzarsene in pochi secondi usando un'infima quantità di chakra, però era meglio testare la forza del jinjuriki, così gli disse di affrontarli da solo, al fine di scoprire la vera forza del suo compagno.
Successe in un secondo, l'uomo alzò la mano e tutti i nemici caddero al suolo, morti o vivi non lo poteva sapere, ma questo non gli importava nemmeno, scapparono via, lontano dai ricordi del team 7 e delle missioni che insieme avevano affrontato, lontano da quei legami che tanto aveva sofferto nel romperli.
 
Davvero ottima la prima impressione del jinjuriki, non aveva mai visto una tecnica del genere, doveva averla creata lui grazie ai poteri del demone che possedeva, se poteva utilizzarla contro ogni avversario sarebbe stato facilissimo sconfiggere i membri dell'organizzazione tanto ricercata.
Probabilmente era per questo che non avevano ancora catturato quel demone, era impossibile per loro prenderlo, dato che poteva addormentarli e scappare ogni volta che voleva.
Davvero un superbo acquisto.
Il suo umore si era trasformato, ora era molto felice, non vedeva l'ora di trovare i membri dell'Akatsuki e distruggerli grazie alla sua nuova arma.
 
Una buona quantità di chakra era stata percepita dalla ragazza del suo gruppo, in pochi istanti raggiunsero il punto dove il possessore la usava.
Ancora quella donna dai capelli blu che creava scompiglio in un pub, doveva avere davvero un brutto carattere.
Partirono all'attacco, l'uomo alzò il braccio per farla svenire, ma non successe nulla.
Si girò e gli sembrò di cadere nel vuoto: un kunai di carta era conficcato nel petto del jinjuriki, poi altre decine di armi colpirono l'uomo, che svenne al suolo.
Aveva sottovalutato un'altra volta la donna.
La battaglia iniziò, per pochi minuti riuscirono a combattere tre contro uno, ma i suoi compagni cedettero alla superiorità del nemico, così rimasero uno contro uno.
La vera battaglia iniziò senza esclusione di colpi, fecero entrambi sul serio sin dall'inizio, grazie alle loro abilità innate entrambi riuscirono a provocarsi danni, ma non sufficienti alla sconfitta dell'avversario.
Ormai doveva giocare la sua ultima carta, creò una tecnica di fuoco che esplose senza provocare danni all'avversario, poi alzò la mano al cielo.
In un secondo un'enorme esplosione fece crollare la casa dove un attimo prima si era ricomposta la donna.
La battaglia era finita.
Il corpo della donna giaceva bruciato vicino ai suoi piedi, scaraventato lì dopo essere stato colpito dal fulmine.
Sentì un fruscio dietro le sue spalle, subito si spostò vicino ad un albero, ma un altro uomo gli corse contro.
Non riusciva a capire cosa stava succedendo, alcune persone continuavano ad attaccarlo a raffica.
Finalmente si fermarono, erano tutte in fila, cinque uomini con volti pieni di piercing e strani occhi con molte iridi lo fissavano con rabbia.
I loro mantelli si mossero per il vento, prima di partire contro la loro stremata vittima.
 
Fine Capitolo 6

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7
 
Solo grazie allo Sharingan riusciva ad evitare tutti quegli attacchi, doveva inventarsi una strategia dal nulla per poter sfuggire al nemico.
Venne bloccato, due braccia gli cingevano le sue, non aveva notato un sesto uomo.
Una raffica di pugni allo stomaco gli provocò dei conati, cercò di liberarsi, ma un'altra raffica di pugni gli stroncò il fiato, altri conati.
In una nuvola di fumo scomparve.
Per fortuna il teletrasporto era un'abilità dello Sharingan, cercò di scappare, ma subito si inginocchiò sul ramo dell'albero su cui era comparso, era esausto.
Appena lo videro gli uomini corsero contro di lui, ma qualcosa li bloccò, la ragazza del gruppo si era ripresa e aveva formato una barriera di chakra per proteggerlo, non perse tempo, con il chakra che gli rimase evocò tre giganteschi serpenti, uno affrontò i cinque nemici, l'altro si issò i tre compagni, mentre l'ultimo lo cavalcò, lanciandosi in una disperata fuga.
Erano a cinquanta metri di distanza quando una forte esplosione decretò la distruzione del serpente che serviva da intralcio.
Un piccolo terremoto continuo sembrava rincorrerlo, si girò e con stupore vide un enorme cane a tre teste raggiungerli a velocità sorprendente, richiamò il chakra del sigillo maledetto, afferrò i tre compagni e si librò nel cielo, sbattendo le pesanti ali a più non posso, distanziando vistosamente gli avversari, come ultima mossa aizzò i serpenti contro il cane, provocando un'altra devastante esplosione, ma riuscendo così nella sua miracolosa fuga.
 
Si erano rifugiati in una vecchia base del suo defunto sensei, il jinjuriki si era ripreso perfettamente dei danni subiti, non un fatto strano, aveva già constatato anni prima con i suoi occhi i poteri che un demone poteva offrire al suo contenitore.
 
Rifletteva sull'avversario che quasi lo aveva ucciso, anzi catturato, se voleva ucciderlo ne aveva avuto tutto il tempo, invece si era limitato a tramortirlo con dei violenti pugni al ventre, sicuramente l'Akatsuki lo voleva vivo, ma per quale motivo gli era ancora ignoto.
 
Per ora la caccia a l'organizzazione dal kimono con nuvole rosse si era fermata, doveva riflettere e pensare ad una strategia per sconfiggere il nemico.
Gli era giunta notizia che alcuni mesi prima anche l'Eremita dei Rospi aveva perso la vita in un duello contro questo uomo, doveva essere davvero fortissimo, ma in qualche modo battibile, se no la sua vendetta non poteva compiersi.
 
Girarono per molto tempo di città in città, avevano arruolato un altro jinjuriki, una ragazza della sua età, molto bella, aveva lunghi capelli castani e occhi di un verde chiaro, con riflessi azzurri.
Non voleva mostrare il suo potere, se ne vergognava, aveva cercato di tenerlo nascosto per tutta la vita, ma quando il paese in cui viveva scoprì che un'organizzazione segreta era sulle traccie della ragazza la abbandonarono, non volevano rischiare la loro incolumità.
Ora le femmine del gruppo erano due, quella che militava da più tempo sembrava gelosa del nuovo acquisto, ma non voleva darlo a dimostrare al capo del gruppo, che riservava invece un trattamento molto speciale per il nuovo acquisto.
 
Una notte, mentre il resto del team dormiva, si svegliò sentendo dei colpi fuori dalla base, aveva riconosciuto la persona dal chakra che aveva notato grazie all'abilità innata.
Uscì in silenzio vedendo la ragazza cercare di incanalare del chakra nella mano.
Continuava a sbuffare, non ottenendo risultati, lui invece si era seduto nell'ombra della base, lontano dai raggi della luna che potevano tradire il suo nascondiglio.
Dopo circa un'altra mezzora un forte boato lo fece rinvenire da un leggero sonno, si era addormento nel vedere gli scarsi risultati della compagna.
Ora invece la guardava con occhi sgranati, metà della foresta che li riparava era stata rasa al suolo e gli alberi vicini ancora intatti stavano bruciando, una potenza strabiliante.
Si avvicinò a lei, toccandola sulla spalla, sobbalzò, ancora ansante dallo sforzo che aveva compiuto per quell'incredibile jutsu.
Insieme infine ritornarono nella base, lasciandosi dietro un'infiammato sfondo.
 
Fine Capitolo 7

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8
 
Dei singhiozzi risuonavano nella base sotterranea in cui si stava riposando.
Si avvicino alla stanza da dove provenivano e aprì la porta, la jinjuriki era rannicchiata e piangeva in un angolo.
Bussò alla porta per far notare la sua presenza e lei alzò lo sguardo, le lacrime le rigavano il viso, poi si buttò piangendo tra le sue braccia.
Non sapeva cosa fare, era imbarazzato e innervosito allo stesso tempo, dopo alcuni secondi la ragazza si riprese e si girò dalla parte opposta.
Lui gli mise una mano sulla spalla, chiedendole se qualcosa non andava, ma lei non rispose, si girò di scatto, disse un grazie e lo baciò sulla guancia, poi uscì dalla stanza con le labbra increspate da un timido sorriso.
Era rimasto immobile, perché non riusciva più a muovere un muscolo del corpo? Cosa gli stava succedendo? Il cuore gli batteva a mille e il cervello era in tilt, non aveva mai provato una sensazione del genere, si sedette sul pavimento, massaggiandosi la guancia dove un attimo prima la sua compagna di team aveva posato le sue morbide labbra.
 
Si stavano allenando tutti insieme, era il capo di una formidabile squadra, i due jinjuriki non la smettevano ogni giorno di stupirlo con nuovi jutsu e gli altri due membri continuavano ad allenarsi per le cocenti sconfitte subite dai membri dell'Akatsuki, tutto sembrava andare per il meglio.
Notò un ombra tra gli alberi, lanciò un kunai, ma dal bosco echeggiò un mancato, seguito da una risata schernitrice.
Aveva riconosciuto le due voci, era il membro spia dell'organizzazione che ricercava.
Dovevano spostarsi alla svelta se non voleva che tutta l'Akatsuki venisse da loro a combattere.
Subito partirono, aveva in mente un altro rifugio abbastanza lontano come meta.
La ragazza più veterana del gruppo aveva percepito il chakra di un uomo poco distante da loro.
Uno solo? Doveva essere per forza lui, il leggendario possessore del Rin'negan, ma se era da solo perché non sfidarlo?
Si fermarono e lo aspettarono, lui li raggiunse in pochi secondi e subito partì all'attacco evocando un enorme camaleonte, che per poco non calpesto due suoi compagni.
Richiamò un enorme serpente per contrastare la creazione del nemico.
L'uomo subito si mise sulla testa del suo rettile, così da esserne anche protetto, e così fecero anche i suoi nemici.
La lotta si fece intensa, dal nulla sbucarono altre due persone, anch'esse aventi molti piercing sul viso, sembravano specializzate in settori, la più magra continuava a scagliare jutsu contro i nemici, mentre la più grassa assorbiva quelli scagliati contro, un attacco formidabile e una difesa impenetrabile a prima vista.
 
Una fortissima folata di vento fece barcollare il serpente su cui si trovavano, rischiando di fargli perdere l'equilibrio, un altro jutsu di inaudita potenza scagliato contro dall'uomo più snello dei tre.
Sentì un rumore fendere l'aria, gridò a tutti di abbassarsi, ma l'uomo instabile del gruppo non fece in tempo e venne trafitto da una lancia piena di chakra, cadde da oltre venti metri, un forte tonfo sancì l'arrivo a terra dell'amico.
Erano in parità numerica ora, un'altra persona si era aggiunta ai tre, non si metteva per nulla bene, i ninjutsu erano inutili dato che un uomo li assorbiva, mentre era troppo lontano per genjutsu e taijutsu, inoltre doveva difendere tre suoi compagni.
 
La jinjuriki del gruppo prese l'iniziativa, stese il braccio in avanti e rivolse il palmo contro i nemici, con uno sguardo si intesero subito.
Una forte esplosione e del fumo oscuravano ora il campo di battaglia, questa volta l'uomo che assorbiva il chakra doveva aver fallito.
 
Fine Capitolo 8

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9
 
Il fumo si stava diradando, si riusciva ad intravedere il cadavere carbonizzato dell'uomo più grasso.
Gli avversari erano tutti increduli, nessuno aveva mai distrutto la loro barriera dai ninjutsu.
Il primo uomo, l'evocatore richiamò un'altra persona, simile a tutti loro, capelli arancioni e piercing su tutto il volto.
Prese la carcassa del compagno e andò lontano dalla battaglia.
Tre contro quattro, come numero vincevano, ma subito lo svantaggiò si colmò, venne evocato un altro uomo.
Per ora le evocazioni erano state sei, chissà se era giunto al limite il loro avversario, aveva capito che probabilmente erano tutti la stessa persona, sicuramente quello era un potere del Rin'negan, anche se non sapeva oltre.
 
L'enorme camaleonte sparì, coprendo il territorio della lotta dal fumo, grazie allo Sharingan vide che le quattro persone partirono subito all'attacco.
Lance, armi, animali da richiamo e vari ninjutsu venivano scagliati contro di lui, sembrava che al nemico non importasse degli altri del gruppo, era solo lui l'obbiettivo.
Riuscì a schivarli tutti con facilità, rispondendo agli attacchi con una velocità impressionante, le battaglie avvenute tempo prima lo avevano potenziato.
 
Era riuscito a nascondersi da tutti i corpi e stava per tendere un agguato da dietro a uno di loro.
Si lanciò all'aperto, la sua katana rivolta verso la schiena del nemico, un uomo da sopra lo vide, ma non poteva fare nulla per il compagno, ormai era troppo vicino.
Si spostò a destra, era l'unico modo per schivare l'attacco, ma com'era possibile? Il nemico era girato e l'uomo che l'aveva visto non aveva parlato ne fatto altro per indicare la sua posizione.
Riuscì a scansarsi dal contrattacco, rifugiandosi dietro ad una roccia.
I compagni intanto cercavano di colpire gli altri corpi, ma non erano all'altezza, una lancia aveva preso in pieno il jinjuriki maschio, che svenne al suolo poco dopo;
la ragazza che percepiva il chakra era intenta a schivare colpi mortali, mandati dall'uomo utilizzatore di ninjutsu;
la jinjuriki femmina invece, che lottava insieme al suo simile, combatteva quasi alla pari con il lanciere.
 
Una forte esplosione, seguita da una vampata di fuoco, la prima ragazza del gruppo era stata colpita da un ninjutsu di fuoco.
Non si vedeva nulla a causa del fumo, poi dopo che si diradò l'orrore gli strinse le viscere.
La ragazza era a terra, ancora viva, ma con metà volto carbonizzato e uno squarcio nel ventre, ansimava, mentre il nemico le arrivò vicino dandole il colpo di grazia.
 
Una furia improvvisa fuoriuscì da lui, gli serviva ancora quella ragazza, era fondamentale per rintracciare le persone che cercava, partì all'attacco.
Fronteggiava insieme due nemici, che cercavano di portarsi lontano da lui, non riuscivano a stare al passo con lui, era superiore persino a due di loro, una vera furia.
 
Era stremato da quella serie di attacchi, ma poteva essere fiero di aver danneggiato parecchio i due corpi con cui aveva duellato.
La sua attenzione però venne rapita dal corpo che aveva ucciso la sua compagna di gruppo, stava issandosi sulla spalla il corpo svenuto del jinjuriki, non poteva permetterlo.
 
Riuscì a pensare e attuare la strategia in un secondo:
un corpo con cui stava combattendo si era accorto della sua distrazione e gli si scagliò contro.
Estrasse la spada e lo infilzò, subito unì le mani in posizioni complicate, il corpo appena ucciso scomparve sotto terra.
Pochi secondi dopo da dove era sepolto il nemico sbucò una bara, la tecnica della Resurrezione Impura era riuscita.
 
Fine Capitolo 9

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10
 
Aveva il kunai speciale già pronto in mano, la bara con uno sbuffo si aprì e un ragazzo dai capelli corvini neri ne uscì.
Aprì gli occhi, erano rossi con tre tomoe che circondavano la pupilla.
Aveva chiesto l'aiuto del fratello.
In una frazione di secondo fiamme nere partirono contro il ninja maestro nei ninjutsu che stava rapendo il jinjuriki, lo colpirono in pieno, uccidendo il nemico, ma lasciando illeso il compagno, una precisione millimetrica.
Il ninja che diceva di essere un Dio era stato quasi sconfitto, rimanevano solamente tre corpi, contro i due fratelli possessori dello Sharingan e una jinjuriki molto forte, la lotta stava prendendo una favorevole piega.
Ognuno prese un avversario e tutti si lanciarono in una lotta durissima.
I due fratelli se la cavavano molto bene, non subivano colpi e ne causavano all'avversario, che però sembrava rigenerare le ferite più superficiali, questa doveva essere un'altra abilità del Rin'negan.
La ragazza invece trovava serie difficoltà, anche se si vedeva che il nemico non attaccava per uccidere, dato che lei gli serviva viva.
 
Era ora di dare il colpo di grazia al suo avversario, con la solita tecnica di fuoco creò le condizioni per formare il suo jutsu più pericoloso.
Alzò un braccio al cielo e il fulmine si scagliò contro il nemico.
Un enorme nuvola di fumo nascose a occhio nudo il bersaglio, ma lui grazie alla sua innata poteva ancora vederlo, era vivo, com'era possibile? Anche lui era riuscito a sfuggire a quella tecnica? Impossibile!
 
La polvere si diradò e un enorme scudo di chakra avvolgeva il membro dell'Akatsuki, era riuscito a crearla in una frazione di secondo, davvero incredibile, la fama che aveva era davvero meritata.
Intanto il fratello continuava a lanciare fiamme nere contro il nemico, non ne risentiva in quanto cadavere e poteva continuare all'infinito, ma il suo avversario riusciva a schivarle e contrattaccare.
La jinjuriki invece ormai era esausta, il nemico stava per avere la meglio.
Se ne accorse, evitò l'attacco del suo diretto rivale e si scagliò contro quello della compagna, che però anche se di spalle lo vide e si scansò.
Doveva esserci un trucco per forza, era impossibile che si accorgesse di lui senza che nessuno lo avvisasse in qualche modo.
All'improvviso capì, i loro doujutsu erano collegati, era sicuramente per quello che scansavano ogni loro attacco, bastava che uno di loro vedesse il nemico perché tutti potessero vederlo anche se girati da un'altra parte.
Lanciò tre bombe di fumo, ognuna diretta ad un nemico, impedendo a tutti la visuale, poi con un cenno ai compagni disse di attaccarli in quello istante, tre tecniche di una potenza straordinaria colpirono i tre nemici in pieno, ce l'avevano fatta.
 
I corpi erano afflosciati al suolo, privi di vita, la battaglia era finalmente finita.
Esausto si lasciò cadere al suolo, ma sentì un rumore fendere l'aria, si spostò in tempo per evitare l'attacco.
Il corpo grasso e quello che l'aveva portato via erano tornati, com'era possibile?
Il suo sguardo si spostò ai tre corpi che sicuramente prima aveva ucciso, si stavano rialzando dopo che il ninja che risucchiava il chakra li aveva toccati.
Uno di loro corse velocissimo verso il suo compagno svenuto, era riuscito a prendere il corpo del jinjuriki e ora stava scappando.
Tutto era tornato come prima, solo che ora loro erano in tre, e due di loro erano esausti.
 
Fine Capitolo 10

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11
 
L'avversario era imbattibile, aveva resuscitato i suoi corpi, davvero incredibile.
Cosa poteva fare ora? In tre contro cinque, solo il corpo che era stato sacrificato per la tecnica con cui aveva evocato suo fratello era scomparso, ma non aveva abbastanza chakra per rifare quel jutsu e sicuramente sarebbe stato difficile riuscire a prendere un altro corpo da sacrificare al nemico.
Doveva creare un diversivo per scappare, era l'unica soluzione.
 
Corse verso la compagna di team rimasta in vita, le sussurrò qualcosa all'orecchio, lei fece un cenno di assenso con la testa e corse dietro di lui, intanto il cadavere del fratello, da lui manovrato, li seguiva contrastando ogni attacco che veniva scagliato dagli avversari.
Chiuse gli occhi per concentrarsi, appena li riaprì suo fratello dietro di loro si fermò e giunse le mani in dei sigilli complicati.
Tutti gli avversari andarono contro di lui, pronti a finirlo.
Perfetto, esultò senza darlo a vedere esteriormente, solamente un leggero sorriso increspò le sue labbra.
Una nuvola gigantesca di fumo, Susano era stato richiamato dal fratello e ora bloccava la strada ai nemici, che si sparpagliarono, cercando di schivare la spada della creatura richiamata.
Corsero per molti chilometri, inabissando il loro distacco dal nemico, ce l'avevano fatta.
Sfinito si distese sul terreno umido di una foresta, poi la stanchezza prese il sopravvento.
 
Il suo sogno era tormentato, continuava a rivedere la morte dei suoi compagni nella battaglia di poche ore prima, poi vedeva uomini con vari piercing sul viso attaccarlo insieme, senza che lui potesse muoversi e scansarsi.
 
Un raggio di sole lo fece risvegliare, era ancora in quella foresta, ma la jinjuriki non era lì vicino, non potevano averla rapita, avrebbe sentito come minimo dei rumori, e sicuramente se l'Akatsuki fosse passata di lì non l'avrebbe lasciato vivo.
Forse l'aveva abbandonato.
Forse si era spaventata nel vedere tutti i compagni morire.
Forse aveva visto il potere dell'organizzazione che la ricercava e sapeva di non essere al sicuro con lui, o forse per qualche altro motivo non si fidava più della sua protezione.
Rimase sdraiato, fissava le nuvole che si intravedevano tra i rami degli alberi.
Riposava e intanto rifletteva se poteva ancora continuare da solo, come quando da piccolo si allenava in un bosco simile a quello dove si trovava ora, lanciando kunai contro i tronchi.
Si mise a sedere, era ancora stanco e ora anche i sintomi della fame gli attanagliavano lo stomaco.
 
Una voce di donna lo chiamò, si girò, una felicità mai provata prima gli inondò il cuore nel vedere ancora quegli occhi verdi fissarlo.
Non l'aveva abbandonato, era solo andata a cercare dei frutti in quella foresta.
Si ridistese sull'erba, mangiando felice con la sua compagna ritrovata.
 
Fine Capitolo 11

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12
 
Parlarono per molte ore, non era mai riuscito ad aprirsi così tanto con una persona, ma con lei era diverso, si trovava bene.
Avevano trovato una grotta dove rifugiarsi, erano molto distanti da qualsiasi base che conosceva.
Anche dentro quella grotta parlavano, andavano d'accordo su molte cose, anche se le morti dei loro compagni gli avevano turbati molto.
 
Una voce fuori dalla grotta echeggiò, seguita da un'altra più acuta, le conosceva molto bene, e sapeva molto bene chi era la fonte, l'unica fonte.
Uscirono di corsa, lanciò un kunai esplosivo contro il nemico, che lo schivò smaterializzandosi nel terreno, per poi riapparire davanti a loro.
Era davvero un mostro, un'abilità innata sorprendente, ma non era ora il momento di stupirsi.
Scagliò contro di lui un jutsu di fuoco fulmineo, poi senza vedere l'esito del colpo ripartì, seguito dall'amica.
 
Continuava ad apparire davanti a loro, ma grazie al suo doujutsu riusciva a vederlo anche se sottoterra, prevedendo così ogni sua imboscata.
Era riuscito a colpirlo due volte, vedeva il suo chakra notevolmente ridotto, anche se ancora enorme.
Continuarono a scappare per dieci minuti, con l'avversario che continuava a pedinarli dal sottosuolo, poi la sua voce si senti chiara, diceva di andare a chiamare i rinforzi.
 
Era la cosa che più temeva, chiamare i suoi compagni voleva dire chiamare la persona che reputava imbattibile, non poteva permetterlo, ispirò una grande boccata d'aria, poi sbuffò fiamme gigantesche, che riscaldarono il terreno, impedendo al nemico di sparire.
Erano due contro uno, anche se l'avversario sembrava temibile, e soprattutto poteva fuggire in qualsiasi momento e avvisare i suoi temibili colleghi.
In una frazione di secondo formò dei sigilli e avvolse il nemico in una strana sfera di chakra.
Non aveva mai creduto di utilizzare una barriera di chakra su un nemico, ma quello era l'unico modo per fermarlo.
Ora la membrana di sua creazione aveva reso l'avversario inabilitato alla sua innata, ma anche immune da ogni attacco, era il momento di fuggire.
Concentrato sul mantenere attiva la barriera continuò a correre, non aveva una meta precisa, voleva solo distanziare di miglia l'avversario.
 
Dormiva ormai da due ore, riparato in una valle, nascosto tra delle rocce, quando un urlo di ragazza che lo chiamava disperata lo fece rinvenire.
Si svegliò di soprassalto, un kunai gli stava trafiggendo la gola, riuscì a evitare il colpo mortale, ma l'arma si conficcò in una spalla.
Ancora l'urlo della ragazza che ora piangeva lo investì di paura e disperazione, doveva salvarla e salvarsi nello stesso tempo.
L'uomo dai capelli arancioni si issò il corpo della ragazza dopo averla fatta svenire con un colpo alla nuca, poi sparì nell'oscurità.
Invece la creatura verde rideva, una risata folle, o forse due in contemporanea, che suono disgustoso pensò prima di scaraventarsi contro il nemico che ora lo derideva.
Era quasi arrivato a colpirlo, quando notò una seconda persona che che lo stava per attaccare da destra, la schivò in tempo, ma una terza comparì davanti a lui, un kunai teso verso il suo volto.
Aprì gli occhi, si mise a sedere con il respiro affannato, aveva sudato parecchio.
La ragazza al suo fianco tirò un respiro di sollievo, aveva una benda bagnata in mano, e il suo viso era preoccupato.
Era stato solo un incubo, gli disse con un sorriso rassicurante sul volto.
Lui si distese sulla roccia, rassicurato, ma sicuro che quella notte non avrebbe più dormito.
 
Fine Capitolo 12

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13
 
Si erano stabili in una piccola cittadina, ormai erano trascorsi due mesi da quando i loro compagni scomparvero.
Erano molto affiatati, si capivano perfettamente l'un l'altro, lui le aveva raccontato tutta la sua storia, mentre lei lo ascoltava appassionata, concordando con le sue scelte.
 
Quella mattina un latrato lo risvegliò, si affacciò dalla finestra della casa in cui ormai viveva.
Quattro persone lo fissavano dalla strada, l'unica ragazza aveva le lacrime agli occhi, mentre gli altri tre erano un uomo dal viso coperto dal copricapo e da una bandana, un ragazzo con un giaccone invernale, che stava seduto sopra un gigantesco cane bianco e un ragazzo biondo che lo fissava con determinazione.
Rientrò nella stanza e vide che la sua compagna di team era sveglia, con un cenno le fece capire che dovevano scendere.
 
Appena aprì il portone lo scontro iniziò, i tre maschi si scagliarono contro di lui, mentre le altre due femmine si scontrarono una contro l'altra.
Non erano di certo un problema questi tre ninja, non si avvicinavano minimamente alla sua potenza.
Attivò lo Sharingan, il Majenkyu non si voleva attivare, strano, probabilmente funzionava solo con i membri dell'organizzazione del fratello.
Non cambiava nulla, era lo stesso più forte anche senza quel jutsu, scagliò un ninjutsu di fuoco contro i tre, il proprietario del cane bianco cadde nella trappola.
I due lo evitarono senza guardare il nemico, mentre il ragazzo dai lunghi canini gli aveva fissato le dita, un gioco da ragazzi creare un genjutsu dalle dita.
Dopo che l'avversario era immobilizzato scagliò tre kunai diretti ai punti vitali del nemico, ma qualcosa andò storto.
L'enorme animale si era immolato per salvare il padrone, le tre armi si erano conficcate rispettivamente nel ventre, in una gamba e nel cranio del mammifero, uccidendolo.
Un inutile sacrificio, l'avversario era ancora immobilizzato e nessuno dei suoi compagni poteva toccarlo, in quanto erano lontani da lui per aver scansato la tecnica del nemico.
Altri kunai fenderono l'aria, il rumore dell'impatto venne coperto dall'urlo di disperazione del biondo.
Erano successe due cose nello stesso momento, un compagno era stato ucciso nell'istante in cui la ragazza del suo gruppo veniva colpita alla spalla da un devastante jutsu di fuoco e la sua nemica le andava in contro per il colpo finale.
 
Una forte esplosione, seguita da una nube di fumo coprì la visuale, si sentiva solo uno strano rumore ripetitivo nel silenzio.
Quando la nube si diradò il ragazzo biondo sembrava cambiato, ora uno strano chakra rosso fuoriusciva da lui, mentre una coda si muoveva dietro di lui, sempre composta da chakra.
Un lamento distrasse la sua attenzione, la jinjuriki sua compagna era stesa a terra, colpita con una rapidità impressionante dal suo simile.
Non perse tempo, corse da lei e guardò le sue condizioni, mentre i nemici controllavano le condizioni della loro ninja-medico.
Aveva solo delle ustioni per il contatto con il chakra del nemico.
Si rialzò a fatica pronta per combattere.
Tre contro due, ma lui era più forte, anche se molto curioso della forza del coetaneo, si ricordava molto bene i passi da gigante che aveva fatto prima del suo addio.
 
Fine Capitolo 13

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14
 
Una vera furia, continuava ad attaccare solo con la forza del chakra, creando potenti folate di vento che polverizzavano la roccia.
Riusciva a schivarle tutte e così anche la sua compagna, ma la vera minaccia era il compagno del jinjuriki, che non aveva fatto ancora nulla in quel duello, ma si sapeva quanto fosse temibile.
Un urlo intenso di dolore venne emesso dal ragazzo biondo, che si accovacciò a terra, per poi causare un'altra potente esplosione, una seconda coda si era materializzata dietro di lui.
Stava perdendo il controllo o forse ormai lo aveva perso del tutto, doveva concludere la battaglia presto se voleva sopravvivere.
Preparò la sua tecnica più forte, il cielo si rabbuiò e una scarica elettrica si abbatte sul nemico in una frazione di secondo.
 
Incredibile, era sopravvissuto al fulmine, il manto di chakra rosso lo aveva protetto da morte certa.
Ora era svenuto a terra, la membrana rossa rimarginava le ferite provocate da quella devastante tecnica, mentre il ragazzo era inerte al suolo.
Il ninja dal volto coperto creò un clone e allontanò il corpo del ragazzo dalla battaglia, poi la battaglia cominciò.
Se lo era immaginato, mentre le due ragazze si davano battaglia i due maschi si studiavano, lanciandosi jutsu fulminei, che si scontravano a metà tragitto.
 
Era in vantaggio in quanto il chakra del suo rivale non era molto, ma la cosa da non sottovalutare era l'intelletto del nemico, solo grazie a quello era diventato uno dei ninja più temuti della Foglia.
 
Due mani spuntarono dal terreno e lo trasportarono nel sottosuolo, un tronco d'albero era per metà incastrato nel terreno.
Ora scrutava la scena nascosto dietro un cespuglio, per fortuna aveva notato il clone nel sottosuolo grazie all'innata, ma ci era mancato poco.
 
Uscì dal nascondiglio e con dei complicati sigilli evocò decine di serpenti che si scagliarono contro l'avversario, del fumo oscurò la scena, per poi mostrare un tronco d'albero circondato da serpenti.
Aveva evitato la tecnica con la stessa mossa che lui aveva usato un attimo prima.
 
Si guardarono negli occhi, entrambi concentrati sull'utilizzo della stessa innata.
Dopo un momento di studio partirono all'attacco, jutsu di acqua venivano fatti evaporare da altri di fuoco, nessuno riusciva ad avere la meglio sull'altro.
Sguainò la spada e trafisse il nemico, che non si era accorto del clone dietro lui.
Una nube di fumo, l'avversario si materializzò dietro di lui e lo trafisse con la sua tecnica preferita, quella tecnica che anni fa gli aveva insegnato lui stesso.
 
Ritornarono a fissarsi, entrambi caduti nel genjutsu dell'avversario.
Questa lotta gli ricordava molto quella che fece con suo fratello mesi prima, il genjutsu era inutile con un avversario con gli stessi poteri, doveva sconfiggerlo con la pura abilità nei jutsu.
 
La lotta finalmente partì senza esclusione di colpi, raffiche di fuoco, acqua e fulmine venivano scagliate dai duellanti in rapida successione, finalmente il ragazzo stava prendendo il sopravvento grazie alla sua superiorità sul possesso del chakra.
 
L'avversario formò dei sigilli e colpì il terreno, non successe nulla di visibile ad occhio nudo, ma grazie allo Sharingan vide un animale farsi strada da sottoterra.
Creò una tecnica di fulmine nella mano e colpì il terreno, l'animale venne preso in pieno dalla tecnica e si bloccò nel sottosuolo.
Sette cani lo immobilizzarono dal dietro, era caduto nella strategia del rivale.
 
Fine Capitolo 14

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15
 
L'avversario corse contro di lui, la mano colma di chakra pronta a sferrare il colpo.
Affondò l'arto nel ventre del nemico, che si sciolse, era un clone di fango.
Da dietro spuntò il vero ragazzo, che colpì il nemico con l'identica mossa infusa nella katana.
Si era spostato un attimo prima, salvandosi da un colpo mortale, ma rimanendo ferito ad una spalla.
Non poteva muoversi, in quanto le scariche elettriche gli bloccavano il sistema nervoso.
 
Estrasse la sua katana, spiegò che loro avevano lo stesso obbiettivo, sconfiggere l'Akatsuki.
Gli disse di tornare al suo villaggio con i compagni, di riprendersi e poi cercare i veri nemici, non lui.
Se si sarebbero ancora rincontrati non avrebbe più duellato, era inutile rischiare di uccidere un team che aveva il suo stesso scopo.
Lo lasciò per terra, aveva la spalla ferita ma poteva ancora camminare e comunque nella loro squadra c'era un ottima ninja medico, non ci sarebbero stati problemi.
 
La jinjuriki aveva anche lei sconfitto la rivale, ma senza inferire il colpo mortale.
Era ancora sveglia la ragazza dai corti capelli rosa, anche se stremata e con una ferita sul ventre.
Presero l'occasione al volo, anche se col cuore a pezzi e la consapevolezza di aver fallito per l'ennesima volta la stessa missione ritornarono al loro villaggio.
 
Tornarono anche loro nella piccola casa dove abitavano, stanchi e affamati.
Ora che aveva chiarito definitivamente con il suo passato si diede a duri allenamenti sul potenziamento dei suoi jutsu e sulla creazione di nuove tecniche, insieme alla compagna che si allenava con lo stesso metodo.
 
Passarono mesi, nessun nemico si fece sentire, ormai aveva finito il suo allenamento alla perfezione, mentre l'amica l'aveva quasi completato, ora controllava alla perfezione il demone dentro di lei, ma la sua nuova tecnica non era ancora ultimata.
 
Rientrarono a casa, era arrivato un improvviso acquazzone ed erano fradici.
Subito accese il camino con una tecnica di fuoco e insieme si riscaldarono sotto una coperta.
Non parlavano molto ultimamente, si erano dati solo all'allenamento e ogni giorno quando finivano erano troppo stanchi per conversare e andavano a dormire.
Tremavano entrambi, si allontanò dal fuoco per prendere un'altra coperta che mise sulle spalle della ragazza.
Si guardarono negli occhi, il fuoco scoppiettava dentro le loro pupille, come se calamitati i loro visi si stavano avvicinando, ora erano a pochi centimetri l'uno dall'altra.
Un forte rumore li fece sobbalzare, un tuono era esploso nel cielo.
Si allontanarono, lei rossa in viso, lui perplesso, in uno stato di confusione.
Andò in bagno, ormai si era asciugato davanti al fuoco, ma era rintontito ancora da quello che stava per succedere nell'altra stanza.
Una strana sensazione gli faceva battere a mille il cuore, si tocco il petto, cercando di calmare quella strana emozione.
Aprì il rubinetto e si sciacquò il viso, poi rimase a fissarsi allo specchio per qualche minuto, cercando di fare mente locale e dare una spiegazione al suo stato confusionale.
La porta del bagno si aprì e la ragazza tornò rossa in viso quando lo vide, chiedendo scusa e ritornando fuori dalla stanza.
Non disse nulla per fermarla, rimase fermo ancora qualche secondo per poi uscire e affrontare un nuovo sentimento.
 
Fine Capitolo 15

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