Angĕlus

di Saralasse
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Il colpo risuonò tra le pareti della gilda facendo sì che molti dei maghi presenti si voltassero in direzione del bar.

“Che vuol dire che Lucy è sparita?!”.

Sbraitò Natsu, il pugno ancora premuto sul bancone di legno davanti a sé. Quando era arrivato, quella mattina, aveva avvertito una strana agitazione nell’aria ma non poteva immaginare che il motivo fosse tanto grave.

“Secondo te cosa vuol dire, testa calda?!”, lo riprese Gray, non più calmo di lui. “Non sappiamo dove sia finita!”.

“Abbiamo perso i contatti con lei da un paio di giorni”, intervenne Mirajane con aria contrita. “Mi dispiace Natsu, avrei dovuto dare l’allarme prima ma pensavo che fosse semplicemente occupata con la missione”.

“Due giorni…?”. Natsu ripeté attonito le parole di Mira. In due giorni le sarebbe potuta accadere qualsiasi cosa. Qualsiasi. “E’ colpa mia”, disse dopo alcuni interminabili secondi.

“Non è colpa di nessuno Natsu”, disse dolcemente Mirajane. “Non perdiamo tempo a cercare un colpevole, piuttosto se vuoi essere d’aiuto raggiungi le squadre di ricerca”.

“Tu non capisci Mira!”, esclamò il Dragon Slayer scattando in piedi. “Era arrabbiata con me quando è partita e non ha voluto partire in missione insieme! Se ci fossi stato io, l’avrei protetta!”.

Gray guardò Natsu e per una volta decise di non infierire. Il Dragon Slayer digrignava i denti, i pugni talmente serrati da farsi sbiancare le nocche: solo nelle peggiori battaglie lo aveva visto in quello stato. Si alzò e gli mise una mano sulla spalla, stringendo la presa per attirarne l’attenzione.

“Natsu andiamo a cercarla”, disse quando finalmente il mago si voltò a guardarlo. “Lucy potrebbe essere in pericolo ma non è detto che sia accaduto il peggio”.

Natsu annuì appena, passandosi le mani fra i capelli. “Si… andiamo… non avrò pace fin quando non l’avrò riportata a casa”.

Mirajane sentì una stretta al cuore alle parole di Natsu; non aveva voluto dirgli nulla, nella vana speranza che rimanesse alla gilda, ma le squadre di ricerca non avevano trovato la più piccola traccia di Lucy. Sembrava essersi volatilizzata nel nulla, scomparsa come fosse fatta di aria fina.

Una sensazione di pericolo l’aveva colta quando aveva inserito la richiesta fra le altre sul tabellone delle missioni, tuttavia si era detta che non poteva essere niente di reale, non era una missione complessa e il villaggio da cui giungeva si trovava nei pressi della città. Era situato sulle montagne poco distanti, a nord di Magnolia, le strade erano impervie ma non tanto da essere fonte di preoccupazione.

“Mira”. Gray interruppe il filo dei suoi pensieri. “Sai dirci quale strada ha preso Lucy?”.

“No, purtroppo non lo so. Però posso dirvi quali strade sono state già battute dalle squadre e quali restano da controllare”.

Natsu scattò in piedi, impaziente come al solito. “Che mi importa delle strade, dimmi dove era diretta!”.

“Natsu calmati. Le strade che portano al villaggio di Wisteria sono poco più che mulattiere scavate nella roccia delle montagne. Non sono particolarmente impervie però… gli incidenti possono accadere”.

Le parole di Mira ebbero l’effetto di gelare Natsu. Potè nettamente avvertire una goccia di sudore, fredda, farsi strada dalla tempia lungo il suo viso mentre nella sua mente si materializzava la terribile immagine di Lucy precipitata sul fondo di un dirupo. Deturpata e irriconoscibile dopo la caduta, gli occhi chiusi. Chiusi per sempre.

“Dammi quella mappa!”, urlò strappando la carta dalle mani di Mirajane, e si precipitò fuori ignorando i continui richiami di Gray che gli urlava di aspettarlo.

‘Lu… non farmi questo… non puoi essere morta, ti prego!’.

 

Costringendo Gray a seguirlo alla stessa andatura, Natsu giunse ai piedi delle montagne in poche ore e si fermò solo per riprendere fiato qualche minuto. Il mago del ghiaccio lo affiancò in capo a pochi secondi e si piegò in avanti, le mani sulle ginocchia.

“Fammi vedere quella cartina!”, sbuffò strappando il foglio di carta dalle mani di Natsu. “Dunque… le strade a nord sono state già controllate e la squadra sta attualmente perlustrando il sentiero a ovest; per fortuna Mira aveva segnato tutto altrimenti come avremmo fatto a sapere di dover controllare quel piccolo sentiero a est, eh, testa calda?!”.

“Le avrei controllate tutte, dannato!”.

Gray fece per rispondere a tono a Natsu quando il pensiero della loro nakama dispersa chissà dove sulle montagne lo fece desistere e tornò a guardare la mappa digrignando i denti. Non era il momento di perdersi in stupide baruffe, anche se detestava dargliela vinta.

“Pensi che stia bene?”, chiese all’improvviso il Dragon Slayer. Gray lo guardò, stupito dal suo tono di voce: non lo aveva mai sentito tanto abbattuto, se non nei giorni successivi alla scomparsa di Lisanna. Probabilmente, nella mente di Natsu, Lucy era già morta, e in una maniera del tutto contorta ne stava chiedendo smentita al suo nakama.

“Sono certo che sta benissimo”, disse Gray tentando di infondergli coraggio. “Se fosse morta, Loki lo saprebbe e ci avrebbe avvisati, giusto?”.

Natsu annuì con decisione, stringendo le mani a pugno. “Hai perfettamente ragione! Andiamo a cercare Lucy!”, esclamò, di nuovo su di giri. “Hai detto ovest, giusto?!”.

Senza aspettare la risposta di Gray, Natsu si allontanò di corsa, mentre il mago del ghiaccio si sbracciava inutilmente per richiamarne l’attenzione. “Est, Natsu! Natsu! Dannata testa calda, torna indietro, stai sbagliando strada! Ehi!”.

Sbuffando rassegnato, Gray si incamminò verso la strada giusta, deciso a proseguire da solo le ricerche; Natsu si sarebbe accorto di aver sbagliato zona e lo avrebbe raggiunto, ne era certo.

Giunto al sentiero segnato sulla mappa si disse che Lucy doveva aver certamente preso quello; era il più largo e il meno impervio, e la folta vegetazione che lo circondava nascondeva alla vista i dirupi sottostanti, rendendoli se non altro meno spaventosi. Riprese il cammino forzandosi a un’andatura lenta, sì che non gli sfuggisse nessun particolare riconducibile alla maga. Stava camminando da pochi minuti quando fu raggiunto da Natsu che correva come un forsennato per recuperare il tempo perso inutilmente.

“Gray! Maledetto, perché mi hai mandato da quella parte?!”.

“Che cosa?!”. Questa volta Gray dovette farsi violenza per non alzare le mani, esasperato dall’idiozia di Natsu. “Senti il suo odore per caso?”, chiese, cambiando totalmente discorso.

Natsu alzò leggermente il mento per far sì che il suo sensibile naso potesse meglio indagare il vento che gli sfiorava il viso; un velo di tristezza gli offuscò lo sguardo quando dovette dare a Gray una risposta negativa. Sentiva moltissimi odori nell’aria ma nessuno era quello inconfondibile di Lucy.

“Eppure dev’essere passata di qua”, disse il mago del ghiaccio passandosi la mano fra i capelli in un gesto di rabbia appena contenuta. Il bagliore del sole riflesso su una superficie lucida lo accecò per un momento e incuriosito, si avvicinò alla fonte di quel fastidio. “Natsu…”.

Aveva parlato a voce talmente bassa che dubitava di averlo fatto davvero ma Natsu si avvicinò comunque; le Chiavi degli Spiriti Stellari di Lucy penzolavano abbandonate su un ramo che sporgeva proprio al di sopra del dirupo. Il Dragon Slayer le afferrò senza esitazione, fissandole come se da loro si aspettasse una risposta.

“Lucy non le avrebbe mai abbandonate, ama i suoi Spiriti”, disse in un soffio. “Lei non… non li avrebbe lasciati, mantiene sempre la parola… mi ha promesso che me l’avrebbe fatta pagare al suo ritorno!”.

Gray chinò la testa, fissando il precipizio sotto i suoi piedi. Fairy Tail aveva già perso una nakama, anni prima, salvo poi scoprire che in realtà Lisanna era stata portata via da Anima; questa volta, con l’incantesimo sigillato per sempre, non avrebbero potuto sperare in una simile fortuna. Non restava altro da fare che tornare alla gilda e organizzare i funerali. Di nuovo.

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Salve!

Eccomi di ritorno, come promesso con una nuova NaLu a capitoli; purtroppo non sono riuscita a mantenere il proposito di pubblicarla solo una volta che fosse terminata, perciò dovrete avere un po’ di pazienza, gli aggiornamenti non saranno celeri come al mio solito. Spero di mantenere il ritmo di un paio di capitoli a settimana almeno ma non stupitevi troppo se così non fosse, soprattutto visto che si avvicina Natale ;)

Detto questo, come al solito vi chiedo la cortesia di dirmi cosa ne pensate, sempre se vi va naturalmente, e vi ringrazio infinitamente per aver letto sin qui, arigatou (_ _)

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


6 giorni dopo

 

“Non credete che sia il caso di parlare a Natsu?”, chiese Mira, rivolta a tutti e a nessuno in particolare. “Non si è più mosso dalla lapide dopo i funerali”.

Erza scosse la testa, gli occhi fissi sul piano di legno sotto le proprie mani. Conosceva bene Natsu e lo aveva visto alla morte di Lisanna; aveva bisogno di elaborare a modo suo la perdita e tentare di forzarlo a tornare sarebbe servito soltanto a farlo arrabbiare.

“Lascia perdere Mira”, disse alla fine. “Sai com’è Natsu, lascia che faccia da sè”.

“Erza, io non credo che sia saggio lasciarlo da solo!”.

“Natsu non si muoverà da lì fin quando non lo vorrà. In ogni caso, sprecheremmo solo fiato”.

Titania mostrava una sicurezza che non provava affatto. Aveva giurato a se stessa di non perdere più nessun compagno, di non privarsi dell’affetto di nessuno di loro; tuttavia, non avrebbe potuto immaginare che Lucy perdesse la vita in una maniera tanto sciocca e inevitabile al contempo. Anche se fosse stata lì, come avrebbe impedito che le accadesse il peggio? Lei sapeva soltanto combattere, e l’avrebbe protetta da qualsiasi nemico, ma in quel frangente non avrebbe potuto far niente per toglierla dalle braccia della Nera Signora.

Quel mesto riflettere fu interrotto dal rumore delle porte della gilda che si aprivano ed Erza si voltò, come tutti; Natsu era tornato. Si era infine rassegnato all’evidenza e aveva lasciato la tomba di Lucy.

Mirajane non riuscì a trattenere le lacrime e portò le mani al viso per coprirle. La giovane maga degli Spiriti Stellari mancava a tutti loro ma non poteva immaginare quanto Natsu stesse soffrendo; lui che l’aveva portata alla gilda, ne aveva fatto una sua nakama e la sua compagna di team preferita. Lui, che forse non ne era consapevole ma si era fatto amare da Lucy come nessun altro. Mira trascorreva troppo tempo alla gilda, dietro un bancone che quasi ne celava la presenza silenziosa e rassicurante, per non accorgersi di come i sentimenti di Lucy fossero cambiati nel tempo fino a sbocciare in un tenero amore che non aveva avuto possibilità di fiorire del tutto; era stata portata via troppo presto, prima che avesse la possibilità di svelarlo a Natsu.

 

6 settimane dopo

 

“Che cosa stai dicendo, Loki?!”.

“Quello che hai sentito, Erza. Mi dispiace che abbiate celebrato i funerali a una persona che è viva e vegeta”.

Natsu sollevò lentamente la testa dal bancone, voltandosi a guardare lo Spirito Stellare; se uno sguardo avesse potuto ucciderlo, Leo sarebbe diventato polvere.

“Come fai a esserne così sicuro? E poi, perché non sei venuto a dircelo prima, credevo che fossimo ancora nakama della gilda!”.

Loki non si scompose affatto, limitandosi al solito gesto di sistemare gli occhiali. “Qualcosa… o qualcuno oscurava la nostra vista. Dal Piano Stellare non ci siamo accorti di nulla fino a quando il silenzio di Lucy si è fatto troppo lungo per essere naturale, solo allora ho tentato di raggiungervi ma fino a oggi mi è stato impossibile forzare il portale, come se una volontà si opponesse alla mia. E sì, sono certo che sia ancora viva perché i nostri contratti sono ancora validi. Se Lucy fosse morta, noi tutti suoi Spiriti saremmo liberi di servire qualcun altro”.

Una scintilla di speranza illuminò lo sguardo di Natsu che si alzò dal suo sgabello piazzandosi davanti a Loki. “E dove si trova?”.

“Questo purtroppo non posso saperlo. La cercheremo, nei limiti delle nostre possibilità e vi terrò aggiornati su qualsiasi traccia dovessimo scovare. Non possiamo fare più di questo”.

“Ma come, avete un contratto con lei e non sapete dove sia?!”.

“Natsu, l’accordo che stringiamo con un mago non implica il sapere sempre dove egli sia se non ha le chiavi con sé, e quelle di Lucy le avete voi se non sbaglio”.

Natsu abbassò il capo, fissando un punto impreciso davanti a sé, e strinse i pugni. “Non sbagli… scusa Loki… ti prego, aiutami a trovarla”.

Loki sorrise mettendo le mani sulle spalle di Natsu. “La cercheremo fino in capo al mondo. Noi adoriamo Lucy, la rivogliamo presto con noi… persino Aquarius!”.

Il Dragon Slayer trovò la forza di sorridere come sempre e annuì, sollevando una mano ancora stretta a pugno. “Hai ragione, la riporteremo a casa!”.

 

Circa 6 mesi dopo

 

Il tempo scorreva veloce dalla scomparsa di Lucy: ormai si approssimava lo scoccare del sesto mese dal giorno dei funerali ma della maga bionda sembrava essersi persa ogni traccia. Loki e gli altri Spiriti Stellari avevano fatto il possibile e l’impossibile, tentando di forzare i portali del Piano Stellare, eppure Lucy sembrava essersi volatilizzata nel nulla.

Sapere che fosse viva non bastava più. Lucy non era a Fairy Tail e questo rendeva i maghi confusi e preoccupati; poteva trovarsi in una qualsiasi città non solo di Fiore ma anche degli altri continenti e il mondo era troppo grande perché potessero esplorarlo tutto impiegando meno di un’intera vita.

“Loki aveva detto che l’avrebbero trovata!”.

“Non ha detto questo, Natsu”, disse Mirajane, rimbeccando il Dragon Slayer. “Ha detto che avrebbero fatto ogni cosa in loro potere per trovarla e lo stanno facendo, tutti loro”.

“Mira ha ragione”, intervenne Erza, zittendo con un solo sguardo le proteste che stavano nascendo sulle labbra di Natsu. “Devi essere grato di quello che stanno facendo per noi… e per Lucy. Le vogliono bene davvero”.

“Io la rivoglio qui, però!”, esclamò Natsu, trovando da qualche parte il coraggio di rispondere a Erza. “Non basta che la cerchiamo, voglio che Lucy torni alla gilda!”.

Mirajane sorrise nonostante tutto: erano mesi che Natsu non pronunciava il nome di Lucy, una maniera tutta sua di reagire al dolore della perdita. Se era riuscito a dirlo di nuovo, stava davvero tornando a sperare e questo significava che avrebbe messo Fiore a ferro e fuoco se necessario, pur di ritrovare la giovane maga.

Un fitto brusio di voci concitate attirò l’attenzione del gruppo che si voltò a guardare la sala della gilda scorgendo l’origine di tanta confusione. Una donna aveva appena fatto il suo ingresso nell’edificio ma non che fosse quello a suscitare tanto scalpore; era piuttosto il suo aspetto, il corpo formoso e sinuoso fasciato in abiti talmente succinti da coprire quel minimo che esigesse la pubblica decenza. Una chioma folta e indomabile di riccioli neri incorniciava il volto d’alabastro, illuminato da due occhi tanto chiari da rivaleggiare con il ghiaccio delle vette più alte.

Natsu e gli altri rimasero al loro posto, vedendo che la donna si avvicinava proprio a loro, stirando le labbra piene e rosse in un sorriso accattivante.

“Buongiorno. Sto cercando Natsu Dragneel, lo conoscete?”.

“Io sono Natsu Dragneel”, disse il Dragon Slayer guardandola storto. “E tu chi sei? Cosa vuoi da me?”.

“Il mio nome è Succuba e sono qui per conto della mia signora, Angĕlus. Lei sa che sei alla ricerca di qualcuno e desidera aiutarti”.

Natsu sbuffò sprezzante, incrociando le braccia al petto. “Tsk! Come se fosse un segreto che stiamo cercando una nostra compagna, lo sa tutto il continente!”.

Succuba sembrò niente affatto turbata dalla reazione del mago. “Ma lei sa dove si trova la persona che cerchi”.

A quelle parole, il volto di Natsu cambiò d’un tratto espressione, facendosi mortalmente serio. “Come diavolo è possibile?! La cerchiamo da mesi e questa Angela o come si chiama lei sa dove si trova?!”.

La nuova venuta alzò le spalle con noncuranza. “State cercando tale Lucy Heartfilia, Maga degli Spiriti Stellari, capelli biondi e occhi color cioccolato, diciassette anni… questo non è un segreto ma se mentissi come potrei sapere che la ragazza in questione ha perso le proprie chiavi il giorno in cui è scomparsa? E soprattutto… come farei a sapere che sta disperatamente cercando proprio una persona di nome Natsu Dragneel? Se mentissi avrei potuto dichiarare che cercava qualcun altro, sbagliando”.

Mirajane si coprì la bocca con le mani, reprimendo un gridolino di gioia: da come parlava Succuba, aveva davvero individuato la loro beneamata Lucy, sembrava un miracolo!

“Dove la trovo?”, chiese Natsu, improvvisamente calmo.

“Questo non mi è dato saperlo. Angĕlus mi ha dato solo le informazioni che sarebbero servite a convincervi che dico il vero, se vuoi sapere dov’è la ragazza devi seguirmi, ti porto dalla mia signora”.

Il Dragon Slayer non aspettò un secondo invito e si alzò, pronto a seguire Succuba.

“Natsu dove stai andando?!”, esclamò Erza. Da quando quella donna era entrata nella gilda, aveva avuto per tutto il tempo uno strano presentimento e temeva in una trappola organizzata per eliminare il mago.

“Vado a riprendermi Lucy”, disse semplicemente Natsu mentre si caricava il solito zaino sulle spalle. “Questa tizia sa troppe cose Erza. Sa sicuramente dove si trova… qualsiasi cosa questo voglia dire”.

L’ultima frase l’aveva sussurrata vicino al viso di Titania che lo guardò stupita, sorpresa di quella nuova consapevolezza che leggeva negli occhi di Natsu. Lui sapeva bene che non poteva fidarsi totalmente della prima arrivata ma le informazioni che aveva fornito erano troppo dettagliate perché fossero frutto del caso; avrebbe potuto davvero trattarsi di una trappola e Lucy avrebbe potuto essere prigioniera di Succuba e della sua padrona: poco male, avrebbero imparato a loro spese a non prendersi gioco di Salamander e di Fairy Tail.

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Buongiorno ^^

Bene, la matassa comincia a districarsi ma… chi sarà questa Succuba? E sarà vero che sa dove trovare Lucy? Lo scoprirete nella prossima punta… ehm, nel prossimo capitolo!

Ok, adesso la smetto con le scemenze e passo a ringraziare tantissimo le gentili persone che hanno letto o inserito la mia storia fra le seguite, siete davvero troppo buoni! Concedetemi di ringraziare in maniera particolare le mie commentatrici, grazie ragazze, siete davvero impagabili!

A presto <3

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Natsu aveva seguito Succuba senza esitazioni e ora lei lo stava guidando verso lo stesso villaggio di Wisteria che Lucy avrebbe dovuto raggiungere quando era sparita. La cosa infastidì non poco il Dragon Slayer che continuava a dare dello stupido a se stesso e a tutti i membri della gilda per non averla trovata prima; possibile che fosse tanto vicina e non l’avessero trovata?!

Succuba dal canto suo, non aveva quasi più parlato durante tutto il tragitto, se non per rispondere “No” al continuo chiedere di Natsu “Siamo arrivati?”. Sembrava che niente la scalfisse, nemmeno l’essere oggetto delle continue attenzioni degli uomini che non potevano fare a meno di fissare più a lungo possibile quel corpo tanto esposto ai loro sguardi lascivi.

Quando imboccarono lo stesso sentiero che aveva portato via Lucy, Natsu strinse i pugni in una morsa ferrea… la stessa nella quale avrebbe stretto lei quando l’avesse rivista perché non intendeva lasciarla andare mai più. Sei mesi senza di lei erano stati i più penosi della sua vita, e dire che credeva di aver toccato il fondo alla scomparsa di Lisanna; eppure, perdere Lucy, entrare nella sua casa sperando di sentirla strillare di non intrufolarsi, dormire nel suo letto sperando al mattino di ritrovarsi fra le braccia lei e non il suo cuscino, era stato troppo da sopportare. Un sorriso gli incurvò le labbra al pensiero che presto tutto questo sarebbe stato soltanto un ricordo: triste ma pur sempre qualcosa da lasciar smarrire nel passato.

“Siamo quasi arrivati”, disse finalmente Succuba. “La mia padrona desidera ardentemente incontrarti. Sono certa che non ne resterai deluso”.

“Non mi interessa. Voglio solo che mi dica dove si trova Lucy”.

“Abbi fiducia, la incontrerai prima di quanto pensi”.

Succuba guidò Natsu lungo le strade di Wisteria, stranamente affollate sebbene il tramonto fosse passato da un pezzo; lo stomaco del mago gli ricordò penosamente che non aveva messo niente sotto i denti da quando erano partiti quella mattina.

“Ehi Succuba, spero che Angela abbia qualcosa da mangiare per me”.

“Si chiama Angĕlus, cerca di ricordarlo”.

Natsu sbuffò sonoramente seguendo la donna all’interno di una casa spaziosa ma sobria al centro di Wisteria. Non appena ebbero varcato l’ingresso, un uomo alto e massiccio si fece loro incontro, fermandosi a pochi passi di distanza. Indossava una lunga e ampia cappa nera che copriva interamente il suo corpo, lasciando fuori soltanto la testa. Il cranio completamente rasato e le sopracciglia perennemente aggrottate a ombreggiare gli occhi verdi, ardenti come fuochi fatui, gli conferivano un aspetto tutt’altro che amichevole.

“Sei in ritardo Succuba”.

“Non avevo limiti di orario mi pare. Dov’è Angĕlus?”.

“Nel salone”, fu la laconica risposta dell’uomo che si dileguò nell’oscurità dell’androne.

Succuba alzò le spalle, apparentemente indifferente a quell’atteggiamento e si voltò a guardare Natsu con un strano sorriso sul volto.

“Seguimi”, disse, il tono insolitamente gentile come non era più stato dopo la loro partenza.

Il Dragon Slayer annuì e si incamminò seguendo i passi di Succuba lungo un corridoio che gli parve infinito tanta era la voglia di vedere la persona che avrebbe potuto condurlo da Lucy; finalmente, la sua accompagnatrice si fermò e aprì la porta davanti a loro, rivelando un ambiente luminoso e caldo, a giudicare dal tepore che giungeva dalla soglia.

“Entra, Natsu”, disse precedendolo all’interno, e si avvicinò a una poltrona chinandosi a parlare con la persona che vi sedeva.

Natsu esitò qualche secondo prima di entrare anche lui e si fermò nel bel mezzo della stanza, aspettando che Angĕlus si facesse vedere. Succuba fece un passo indietro e la donna con la quale aveva scambiato non più che poche battute si alzò, voltandosi perché lui potesse vederla. Il mago sbarrò gli occhi, incredulo dinanzi a quel viso che da mesi tormentava il suo sonno.

“Lu…”, fu l’unico suono che uscì dalla sua gola strozzata.

 

Natsu non poteva crederci: dopo quasi sei mesi di agonia, passati a tormentarsi nel rimorso di non averla salvata, Lucy era lì, ferma a pochi passi da lui. Gli sorrideva e non potè reprimere l’impulso di stringerla.

“Natsu. È passato molto tempo…”.

Non lasciò che terminasse la frase, raggiungendola in poche falcate e abbracciandola, ripromettendosi di tenerla stretta per sempre, preso dall’irrazionale timore di perderla di nuovo se soltanto si fosse allontanata di un passo da lui.

“Lu… ti ho cercata tanto… tanto, ma non riuscivo a trovarti”, sussurrò fra i suoi capelli d’oro. Quanto gli era mancato svegliarsi in piena notte per il solletico che gli facevano sul viso!

Lucy alzò le braccia a sua volta, stringendo a sé Natsu, e chiuse gli occhi. “Anche tu mi sei mancato”.

“Perché non sei tornata, eri così vicina!”, esclamò Natsu senza muoversi dalla sua posizione.

Un lampo di panico attraversò gli occhi di Lucy che guardò Succuba prima di rispondere. “Ecco… è una storia lunga Natsu… non ti va di mangiare qualcosa prima?”.

Il mago sollevò la testa mostrando il suo solito sorriso a Lucy e le posò una mano sul viso. “Sì, hai ragione, ne parleremo dopo… abbiamo tutto il tempo che vogliamo ed io ho molta fame in effetti”, disse mentre il suo stomaco confermava rumorosamente e suscitava le risa di lei.

“Va bene allora! Succuba, ci faresti portare qualcosa?”, chiese facendo per scostarsi dall’abbraccio ma Natsu la trattenne, rafforzando la presa.

“Dove vai?”.

“Non volevi mangiare?”, chiese Lucy, confusa da quel suo atteggiamento.

“Voglio mangiare ma non voglio lasciarti!”.

“Non vado da nessuna parte, mi siedo accanto a te”.

Natsu la strinse più forte, baciandole la fronte. “No Lu… voglio stare così”.

Lucy sorrise e si rassegnò all’idea di rimanere seduta sulle sue gambe durante tutta la cena e anche dopo; Natsu distoglieva lo sguardo da lei soltanto il tempo necessario per individuare le cibarie sulla tavola apparecchiata per loro, e pretese di tenerla fra le braccia anche quando sedettero vicino al camino, acceso nonostante la stagione non fosse tanto avanzata. Ora che l’aveva finalmente con sé, la stanchezza di quell’interminabile giornata si faceva sentire ma il mago non intendeva cedere al sonno.

“Me lo dici adesso perché non sei tornata?”.

“Domani. Riposa adesso”, disse Lucy tendendosi a baciargli le palpebre già socchiuse, e Natsu crollò addormentato con la testa sulla sua spalla.

Succuba si avvicinò, appoggiandosi con gli avambracci allo schienale e guardò i due con un’espressione divertita.

“Ci sei riuscita finalmente, Angĕlus”.

Angĕlus si sciolse dall’abbraccio, alzandosi in piedi e stiracchiandosi. “E’ coriaceo, non credevo che avrebbe impiegato tanto a cedere al mio incantesimo del sonno”.

“Cosa facciamo con lui?”.

“Mi serve, lo sai bene. E mi serve in forma quindi guai a voi se doveste torcergli un solo capello. Chiama Incŭbo e portatelo di sopra”.

Succuba appoggiò il mento nell’incavo della mano. “Questa sera te la sei cavata ma come pensi di convincerlo a fare quello che vuoi? Non impiegherà molto a capire…”.

“Succuba!”, esclamò furente Angĕlus. “Ti ho dato un ordine, mi hai sentita?!”.

Succuba sussultò, la paura visibile nei suoi occhi di ghiaccio, e si sollevò, accennando un inchino. “S-si, ti chiedo scusa”, disse rimanendo a testa bassa anche mentre usciva dalla stanza.

Angĕlus si avvicinò al camino, fissando le fiamme che ebbero un guizzo. ‘Presto... manca poco Pravus. Una settimana soltanto e il Numero Bestiae sarà compiuto’.

“Angĕlus”, la chiamò una voce maschile.

“Portalo di sopra Incŭbo. E lo ripeto, non osate sfiorarlo con un dito o vi farò rimpiangere le fiamme dell’inferno come docili carezze”.

 

Quando Makarov era rientrato alla gilda, quella sera, non osava sperare che ci fossero notizie di Lucy: dopo i sette anni passati su Tenrou, sotto l’effetto di Fairy Sphere, aveva quasi creduto che ormai i suoi amati figli fossero invincibili, intoccabili da tutto se in qualche modo erano sopravvissuti persino ad un attacco di Acnologia. La scomparsa di Lucy aveva rimesso in discussione tutte le sue certezze, dissipato quell’euforia che si portava dietro dal loro ritorno, ritorno che non credeva nemmeno ci sarebbe stato per lui.

Ma nel sentire da Mirajane le novità circa la presunta ricomparsa della giovane maga, aveva quasi desiderato tornare a Tenrou e pregare Acnologia di terminare quello che aveva iniziato perché i suoi ragazzi non potevano; non avevano potuto inconsapevolmente dare il via a qualcosa che avrebbe definitivamente cancellato ogni forma di vita dal mondo.

“Master… cosa c’è che non va?”, chiese la voce gentile di Mira.

“Succuba. Sei sicura che il nome fosse questo?”.

Mirajane annuì, senza distogliere lo sguardo dal viso preoccupato di Makarov. “Si, ne sono sicura. C’è qualche problema?”.

“Ben più che qualche problema. Succuba è un nome maledetto, una sola può portarlo. Un essere che non è di questo mondo, l’araldo di qualcuno al cui cospetto Acnologia è soltanto un insetto fastidioso”.

“Cosa… master cosa sta dicendo?! Natsu è andato con lei a riprendere Lucy!”, intervenne Erza, sconvolta dall’espressione di Makarov più che dalla notizia in sé.

“Sto dicendo che la nostra unica speranza è che Natsu e Lucy gli servano per portare in questo mondo il suo signore… il loro signore; se Succuba è tra noi, anche Incŭbo cammina al suo fianco. Angĕlus potrebbe essere in realtà Lucifer, il capitano degli araldi di Pravus”.

“Frena vecchio, chi sono questi tizi dai nomi impronunciabili?!”, esclamò Gray.

Makarov si voltò a guardare Gray, troppo preso dalle sue preoccupazioni persino per sgridarlo. “Pravus è il male primordiale. Si dice che dal suo scontro con un’entità del bene supremo, nei tempi del mito, sia piovuta la magia su Earthland, consentendo a noi maghi di accedere a parte dei poteri di quegli esseri superiori. Quella magia era ancora però troppo pericolosa perché fosse utilizzata liberamente: noi la chiamiamo Lost Magic”.

Erza ascoltava attentamente, accigliata come era stata poche volte nella vita. “E cosa sa dirci dei suoi araldi?”.

“Seminavano morte e distruzione per conto di Pravus dovunque si recassero; nonostante tutto siamo fortunati perché dopo che il loro signore fu esiliato persero gran parte dei loro poteri. Lucifer, il più potente di loro e il più vicino a Pravus, perse addirittura il suo sembiante riducendosi a una volontà malvagia che accompagna Succuba e Incŭbo ovunque essi vadano”.

“Cosa crede che vogliano da Natsu e Lucy?”, chiese ancora Titania mentre cominciava a vagliare mentalmente le possibilità di salvare i suoi compagni.

“Lucy è una maga degli Spiriti Stellari, il che le consente di aprire una via per un mondo diverso dal nostro; come se ciò non bastasse, anche se non è pienamente consapevole, è molto potente, riesce ad aprire più Portali dello Zodiaco in rapida successione e non tutti i maghi evocatori riescono in questo. Potrebbe servire loro per aprire la strada a Lucifer oppure a Pravus stesso. Mentre Natsu… lui utilizza un tipo di Lost Magic, la magia Dragon Slayer è primordiale e ha delle potenzialità enormi. Forse serve per completare il rituale… le mie sono solo congetture ma dobbiamo riprenderceli prima che sia troppo tardi. Per loro e per il mondo”.

 

Fiamme. Dovunque si girasse non vedeva altro che fiamme, muri di fuoco invalicabili che sembravano animati di vita propria e guizzavano più intensi non appena provava ad avvicinarsi. Quello era un fuoco molto diverso da quello che conosceva e amava; le lacrime le offuscarono la vista mentre cadeva in ginocchio, raggomitolandosi su se stessa.

“Qualcuno mi aiuti…”, singhiozzò stringendo i pugni, e il pianto presto sfociò in un grido, il nome dell’unica persona che avrebbe potuto salvarla. “Natsu!”

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Buongiorno ^^

Bene, direi che le cose cominciano a essere un po’ più chiare ma non si sa ancora bene cosa sia accaduto a Lucy, lo scoprirete prossimamente ;) So che la trama sembra un po’ incasinata ma abbiate fede :P Quasi dimenticavo, la scena finale mi è stata ispirata dal trailer del primo movie di FT, già visto ;)?

Spero che questa mia idea di nemici abbia suscitato un poco il vostro interesse, naturalmente fatemi sapere cosa ne pensate, mi fa molto piacere leggere le vostre idee ^^

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Natsu si svegliò di soprassalto, spaventato da ciò che aveva visto nel sonno; perché mai aveva visto Lucy in mezzo a tutte quelle fiamme? E perché urlava tanto disperatamente il suo nome, ormai non era più in pericolo, c’era lui a proteggerla… si guardò intorno, dapprima confuso da quella stanza che non conosceva ma subito i ricordi di ciò che era accaduto nelle ultime ore accompagnarono la consapevolezza di aver ritrovato la giovane maga.

L’alba doveva essere vicina a giudicare dal chiarore che penetrava attraverso i vetri delle finestre e si alzò stiracchiandosi, raggiungendole per guardare fuori. Sorrise, vedendo Lucy riflessa sulla superficie trasparente: se ne stava ritta dietro di lui e si voltò ma la stanza era vuota esattamente come prima.

“Ma che…”, tornò a guardare la finestra e Lucy era di nuovo lì.

“Natsu ti prego… ti prego, portami via da qui, queste fiamme mi fanno paura… quella non sono io…”.

Vedendola scomparire, Natsu posò la mano sul riflesso come se potesse trattenerlo. “Lucy!”, esclamò voltandosi ancora, soltanto per vedere il nulla aleggiare fra le pareti. ‘Dannazione Lu… lo sai che non le capisco queste cose, che vuoi dire?!’.

Il rumore della maniglia che scattava lo distrasse dai suoi pensieri e Lucy fece capolino nella stanza.

“Natsu! Come mai già sveglio?”.

“Un incubo…”, disse soltanto lui fissando la persona che aveva davanti; come poteva credere che quella non fosse Lucy? Eppure… quel riflesso evanescente aveva parlato di fiamme, forse le stesse in cui l’aveva vista intrappolata e in lacrime, chiamarlo disperatamente… doveva sforzarsi di capire.

“Che genere di incubo?”, chiese lei avvicinandosi e scostandogli un ciuffo ribelle dalla fronte.

Natsu chiuse gli occhi a quel contatto e inspirò a pieni polmoni il suo odore: era il profumo di Lucy, su questo non c’erano dubbi ma aveva una nota stonata, un vago sentore di cenere e zolfo che non apparteneva a lei. “Ho sognato te”, disse d’un tratto, fissando gli occhi nei suoi. “Eri intrappolata nelle fiamme e piangevi, invocando il mio nome”.

Lucy allargò impercettibilmente gli occhi, sollevandosi sulle punte per stringergli le braccia al collo e baciarlo, delicatamente, schiudendo le labbra sulle sue. All’inizio, Natsu si irrigidì, sorpreso da quell’iniziativa; ma non passarono che pochi secondi prima che ricambiasse con trasporto, troppo felice di sentire quella bocca morbida sulla sua, di stringere finalmente il corpo di Lucy fra le proprie braccia.

“Dimentica i tuoi timori”, disse lei tra un bacio e l’altro mentre lo trascinava verso il letto.

Natsu si fermò, afferrandola per le braccia, gli occhi nei suoi, fissi come se tentasse di frugarle l’anima. “Che stai facendo? Questo non è da te, Lu”.

“Cosa ci trovi di così strano? Siamo stati lontani per tanto tempo, e non voglio più sprecarne altro”, disse spostandosi a baciargli il collo.

Il Dragon Slayer rafforzò la presa, a disagio per quelle attenzioni e scosse leggermente Lucy. “Smettila. Lei non farebbe una cosa simile in questo modo, in questa situazione… tu chi sei? Dov’è Lucy?”.

La ragazza lo lasciò andare e chinò il capo, gli occhi lucidi delle lacrime che stava per versare. “Tu non mi vuoi. Ti comporti esattamente come quella mattina, quando ti ho confessato cosa provo per te… ma cosa credi, l’ho capito! Tu vuoi Lisanna, adesso che è tornata io posso finire abbandonata in un angolino, vero?! E pur di giustificare il tuo atteggiamento meschino, insinui che io non sia me stessa!”, esclamò alzando il capo di scatto.

Natsu, che non aveva interrotto il contatto con Lucy nemmeno per un momento, la abbracciò, accarezzandole la schiena; nonostante fosse consapevole che quello fosse solo un guscio vuoto senza la sua anima, non poteva fare a meno di stringerla. “Tutto questo non è vero. Voglio molto bene a Lisanna ma solo come un’amica. E tu hai occupato il corpo di Lucy, quindi lasciala stare e sparisci prima che mi arrabbi sul serio!”.

Concluse fissando negli occhi la persona che avrebbe dovuto essere Lucy. Angĕlus per tutta risposta storse la bocca in un sorriso sinistro mentre afferrava per il collo Natsu e lo sollevava, apparentemente senza sforzo e recitava un incantesimo.

Văcŭum Corporis. Peggio per te Dragon Slayer. Avresti potuto trascorrere quanto vi resta felice, con la tua cara amica Lucy; ma hai scelto di soffrire anzi tempo e osi addirittura minacciarmi! Una cosa te la concedo però: questo corpo sarà tuo, almeno per una notte prima che finiate entrambi. Ti resta solo da decidere se preferisci godere di quel momento o viverlo soffrendo”.

Natsu stringeva le mani attorno al braccio di Angĕlus nel tentativo di liberarsi da quella presa che si faceva sempre più stretta e minacciava di togliergli l’aria; l’incantesimo che lei aveva utilizzato doveva avergli prosciugato ogni energia e stentava ancora a credere a ciò che stava accadendo, come poteva aver vissuto il paradiso e l’inferno nel giro di così poco tempo?! Lucy… cosa ne era stato di lei? Il suo corpo era vivo, davanti a lui, ma Lucy…

“L-Lucy… dov’è?”.

“Quanto sei curioso! Penso di poter rispondere a qualcuna delle tue domande, però, questa mattina mi sento di buon umore… lei è qui, da qualche parte”, disse Angĕlus picchiettandosi la tempia con un dito. “Semplicemente la mia volontà la soffoca fra le fiamme dell’inferno. Non puoi salvarla, perciò smettila di opporre resistenza e amala. Lei lo desidera. Non vuoi farla felice?”.

Il mago sbarrò gli occhi, confuso da quelle parole; Lucy era da qualche parte prigioniera nel suo corpo… che razza di magia poteva fare una cosa simile? Come se non bastasse, Angĕlus sembrava essere davvero troppo potente perché potesse sconfiggerla, lo stava soffocando con una sola mano! Aveva bisogno di temporeggiare ma soprattutto doveva parlare con Lucy.

“F-fammi parlare con lei”, riuscì a dire nonostante la stretta della donna.

“Sei noioso oltre che impiccione, lo sai? E va bene, te la lascio per un po’… forse un’ora, forse pochi minuti, dipende da quanto mi sentirò magnanima!”, disse Angĕlus sogghignando mentre lasciava cadere a terra Natsu, troppo pesante per le sole forze di Lucy.

“Lu?”, riuscì a chiedere il ragazzo nonostante la tosse, e prima di avere il tempo di aggiungere altro si ritrovò Lucy fra le braccia. Tornò a respirare il suo profumo e questa volta non sentì più quegli odori non suoi: era lei, soltanto lei e nessun altro.

 

Erza passeggiava nervosamente avanti e indietro per la gilda, tentando in quel modo di sfogare un poco dell’ansia che l’aveva assalita; non era da lei agitarsi in quel modo ma non era nemmeno tipico del master Makarov spaventarsi a quel modo per un nemico, chiunque egli fosse.

Il vecchio mago era uscito per raggiungere Porlyusica e parlare con lei della faccenda, nella speranza di trovare una soluzione. Aveva già riferito loro che le uniche in grado di fronteggiare Succuba e Incŭbo erano lei e Mirajane; alle proteste degli altri maghi, Gray e Gajeel in primis, aveva spiegato loro che di sicuro Lucifer alimentava, grazie ai suoi poteri, la magia oscura di cui i suoi sottoposti facevano largo uso e indeboliva, di contro, ogni altro tipo di magia. Il Satan Soul e l’Armatura del Purgatorio pur non appartenendo a maghi neri, utilizzavano quello stesso tipo di magia oscura che si sarebbe ritorta contro i loro nemici.

“Erza, fermati per favore”, la richiamò dolcemente Mirajane. “Abbiamo una grossa responsabilità ma sono certa che salveremo i nostri nakama, non temere”.

“Non è solo questo, Mira. Se fallissimo condanneremmo il mondo intero, non solo Natsu e Lucy”.

“Proprio per questo non falliremo”.

Titania si fermò a guardare sorpresa Mirajane, colei che un tempo veniva definita ‘il Demone’: da molto tempo non scorgeva tanta determinazione nel suo sguardo. Forse, alla fine, sarebbero davvero riuscite nel compito assegnato loro dal master.

“Certo, se Gildarts fosse stato qui mi sarei sentita più sicura”, disse all’improvviso Mira, facendo pentire Erza dei suoi stessi pensieri.

“Ma insomma Mira! Ci credi o no nella nostra vittoria?!”.

“Dai, dai Erza, è naturale che ci creda!”.

Mirajane sorrideva tranquilla ed Erza lasciò andare un sospiro: a volte trovava incredibilmente inquietante quel sorriso così dolce, forse in fondo Mira era ancora a pieno titolo un ‘demone’.

 

Natsu teneva gli occhi chiusi, le braccia serrate attorno al corpo di Lucy che singhiozzava contro il suo petto: ognuno di essi era una pugnalata al suo cuore, un monito severo che gli ricordava di non averla protetta quando doveva. Socchiuse piano gli occhi, osservando quella capigliatura bionda che gli stava solleticando il collo; si avvicinò piano baciando la fronte di Lucy e le tirò su il viso con delicatezza, asciugando le lacrime con i pollici.

“Lucy, non piangere”.

Lucy scosse la testa, voltandosi nel suo abbraccio per potergli stringere le braccia al collo e rimase ferma qualche secondo con la fronte sulla sua spalla. “Natsu… ti prego, trova il modo di sconfiggerla, io… io voglio tornare a casa con te”, disse infine sollevando il viso per poterlo guardare.

Natsu rafforzò la presa attorno a lei, chinandosi fino a sfiorarle la fronte con la propria. “Te lo giuro Lu, farò qualsiasi cosa per riportarti a casa, qualsiasi! Non devi allontanarti mai più senza di me, neanche quando sei tanto arrabbiata che vorresti scappare via”.

“Mi dispiace… non avrei dovuto reagire a quel modo ma… io dovevo dirti la verità, non potevo più tenermi tutto dentro, lo capisci? Se non mi ami, non mi interessa più… ora quello che voglio è tornare a Fairy Tail, di nuovo padrona di me stessa”.

“Davvero non ti interessa?”, disse lui avvicinandosi ancora fino a sfiorarle la bocca con la propria, costringendola dolcemente a schiudere le labbra sotto le sue.

“Natsu… tu…?”, chiese Lucy quando la lasciò andare.

“Lu, non mi hai dato il tempo di finire quel giorno. Se fossi rimasta ad ascoltare, adesso sapresti che io provo lo stesso che provi tu, ti a…”.

Lucy lo zittì posandogli una mano sulle labbra. “Non lo dire! Natsu ti prego, non dirlo! Se ci tieni che usciamo da qui tutti e due, devi tacere!”.

Natsu la guardò sollevando un sopracciglio; che cosa c’entravano adesso i suoi sentimenti con quella pazza che usava il corpo di Lucy come se fosse il suo? “Non ti capisco Lu”.

“Natsu, Angĕlus e gli altri non sono esseri di questo mondo”, disse lei tenendo lo sguardo basso. “Angĕlus in realtà si chiama Lucifer e ha perso il suo corpo moltissimi anni fa, ecco perché vuole il mio ma… ha bisogno di un’ultima cosa prima che possa considerarlo suo a tutti gli effetti”.

Era arrossita mentre pronunciava le ultime parole e Natsu attese per diversi secondi che continuasse ma sembrava aver esaurito le parole.

“Di cosa ha bisogno, Lu?”.

“Che un uomo… che un uomo mi faccia sua e… ci ha provato in questi mesi ma sono riuscita sempre a riprendere il controllo del mio corpo e rifiutarmi prima che ciò accadesse. È per questo che ti ha fatto venire qui. Pensa che se sarai tu io non mi opporrò”.

Il Dragon Slayer era rosso di rabbia e di imbarazzo ma non distoglieva lo sguardo da Lucy. “Quegli uomini… ti hanno fatto qualcosa?”.

“No, mi sono sempre ripresa in tempo e dopo i primi giorni non ha più tentato. Ha frugato nei miei ricordi, per trovare quella che ritiene sia la persona giusta”.

“Io non lo farò mai Lucy! Non approfitterò del tuo corpo in questo modo, se lo può scordare!”.

Lucy sorrise stringendo le mani di Natsu nelle sue e si chinò in avanti appoggiandosi al suo torace. “Lucifer crede che tu non provi i miei stessi sentimenti, e che per me sarebbe un’esperienza dolorosa, il che è essenziale perché le cose vadano come vuole. Però Natsu… non devi toccarmi prima che sia passata una settimana da quando sei arrivato. Lei continua a dire che quel giorno il Numero Bestiae sarà compiuto e avrà finalmente un corpo, non so cosa voglia dire ma ti prego, resisti, non credo che mi lascerà più libera fino ad allora, non sarei io”.

“Non ti sfiorerò con un dito”.

Natsu prese il viso di Lucy fra le mani e fece per baciarla quando gli giunse un odore pungente di cenere e zolfo. Angĕlus, o Lucifer, l’aveva di nuovo portata via.

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Buongiorno ragazze ^^

Bene, finalmente Natsu ha potuto parlare con Lucy senza che ci fosse Angĕlus a fare da tramite… a questo punto chiariamo che non intendevo scrivere un racconto erotico; se è venuta fuori la faccenda del rapporto sessuale come ultima tappa per consegnare il corpo di Lucy a Lucifer, è per via della natura di Succuba e Incŭbo che nella loro versione originale sono creature fantastiche e lussuriose, molto temute durante il Medioevo. Se siete curiosi vi basterà dare un’occhiata alle relative voci su Wikipedia per avere un’idea di ciò che intendo ;)

Per il prossimo aggiornamento temo dovrete aspettare più del solito, domani è la Vigilia in fondo :P Siate pazienti ;)

E adesso, come di dovere, un grazie enorme alle dolcissime ragazze che mi recensiscono ogni capitolo: grazie, ve l’ho detto tante volte ma ve lo ripeto, per me è fondamentale sapere cosa pensate degli sviluppi della storia, anche per correggere il tiro se necessario! E un grande grazie va anche alle persone che continuano a leggere e seguirmi, grazie ^^

Alla prossima :)

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Natsu lasciò andare Lucy e si allontanò da lei, piazzandosi a braccia incrociate davanti al camino spento. Non poteva sopportarlo: quel mostro era più potente di lui ma da quando si arrendeva alla prima difficoltà? Però… non poteva far del male a Lucy, e per colpire Angĕlus non c’era altro modo che ferire lei, lo avevano incastrato.

“Cosa c’è? Sei arrabbiato perché l’ho portata via? Ti ho già detto che potrà essere tua se lo vorrai, perché quel broncio?”.

“Non ci pensare nemmeno. Non farò mai qualcosa che Lucy non voglia”.

“Lo farai”, disse Angĕlus con un tono che non ammetteva repliche e in un battito di ciglia lo raggiunse alle spalle. “Sei un uomo dopotutto. E sei fatto di carne anche tu…”, gli sussurrò all’orecchio mentre lo accarezzava in maniera tutt’altro che innocente. “E non venirmi a dire che non hai mai avuto qualche pensiero poco casto sulla tua compagna… con un corpo come il suo, poi”.

Angĕlus continuava a toccare Natsu, strusciandoglisi addosso, costringendolo a chiudere gli occhi, i denti stretti mentre tentava di scacciare dalla mente la coscienza che quello fosse il corpo di Lucy. L’aveva desiderata e la desiderava ancora, certo: eppure, non sarebbe venuto meno alla sua parola, le aveva assicurato che non avrebbe ceduto all’istinto e non poteva lasciare che Angĕlus conducesse quel gioco con il sembiante di Lucy.

“Smettila!”, sbottò all’improvviso liberandosi della sua stretta e indietreggiando di un passo. “Smettila di usare il suo corpo come se fosse tuo, non te lo lascerò mai, a costo di farle del male!”.

“Stai cominciando a stancarmi sul serio”, disse Angĕlus fissando gli occhi, diventati cremisi, nei suoi. “Immagino che la tua amica ti avrà raccontato dei tentativi falliti di farmi consegnare il suo corpo, definitivamente. Lei crede che sia così. La realtà è che erano soltanto un modo per rintracciare te, la persona che la fa soffrire e per mia grande fortuna, un utilizzatore di Lost Magic; quando scoccherà il sesto mese, lei sarà tua e io avrò finalmente il suo corpo, con il quale potrò liberare Pravus. A quel punto non ti importerà poi molto averla persa, desidererai soltanto la morte. Volevo concederle qualche giorno di gioia con te ma tu rifiuti di assecondarmi… che crudele, dopo averla praticamente consegnata nelle mie mani!”.

Natsu strinse i pugni, colpendola violentemente al viso. “Sta’ zitta! Tu non sai niente di me e Lucy, niente!”.

Il mago ardeva, le fiamme alimentate dalla furia che gli aveva invaso la mente e dal dolore che le parole di Angĕlus avevano acuito: sicuramente sapeva che il senso di colpa non gli dava tregua, e volgeva la sua sofferenza a suo vantaggio, tentando di minare la sua forza di volontà, di indurlo a trarre godimento dal corpo di Lucy come fosse un oggetto senz’anima. Lucifer non sapeva, o forse non capiva, quanto quello che voleva lui fosse ben lontano dal semplice piacere fisico.

Lei lo fissava, la mano posata sulla guancia ustionata dal colpo del mago. “Ah-ha, non farlo più, sai? Questo è il corpo della tua bella, io non posso renderlo invulnerabile e se esageri potresti ucciderla”, disse mentre si avvicinava a Natsu, incurante delle ferite che avrebbero potuto causare a Lucy le fiamme che lo avvolgevano. “Tu la ami. La ragazzina ha tentato di ingannarmi ma tu la consideri di più che una semplice amica, vero? Non sopporto chi tenta di raggirarmi e per questo la pagherete entrambi. Farò in modo che i vostri ultimi giorni siano i peggiori che avrete mai vissuto”.

 

Succuba si sollevò dalle coltri, lasciando che il sole le illuminasse la pelle nuda. Si stiracchiò pigramente e si voltò verso il letto, allungandosi mollemente verso il suo compagno che la fissava.

“Cosa c’è?”.

“Angĕlus sta perdendo il controllo della situazione. I ragazzi che ha scelto le stanno causando non pochi problemi e questo la infastidisce oltremodo, lo sai, soprattutto perché ancora una volta abbiamo perso l’occasione di liberare Pravus. Penso che in capo a poche ore non ci chiederà più di mantenerli incolumi”.

Succuba sorrise sorniona, passandosi la lingua sulle labbra. “Pensi che mi lascerà divertire con lui?”.

“No. Non ti lascerà mai possederlo, la conosci. È estremamente vendicativa e vorrà farli soffrire il più possibile prima di liberarsi di loro con le proprie mani. Ma forse, deciderà di tenere il corpo della ragazza per sè”.

La donna sbuffò contrariata, lasciandosi cadere con poca grazia accanto a Incŭbo. “Angĕlus è sempre stata molto prepotente, tiene sempre per lei i giocattoli più divertenti”, disse mentre si protendeva verso di lui. “Vorrà dire che sarai tu a soddisfarmi”.

Si sollevò su un gomito, guardandolo negli occhi e si chinò a baciarlo, lasciva, mordicchiandogli la lingua e le labbra, mentre la mano che gli aveva posato sul petto percorreva il corpo dell’uomo fino al ventre. Incŭbo gemette per il piacere che gli procuravano le carezze esperte di Succuba e l’afferrò per i fianchi, schiacciandola con forza tra sé e il letto. La guardò negli occhi per un istante, solo il tempo di scorgervi la stessa brama che accendeva i suoi, prima di entrare in lei deciso, senza preoccuparsi di essere delicato o tenero; non era quello che desiderava Succuba.

A entrambi interessava soltanto la forza che traevano da quegli incontri, non c’era nient’altro dietro le notti agitate che trascorrevano insieme[1].

 

Makarov tornò alla gilda con poche certezze e ancora più dubbi di quando l’aveva lasciata. Porlyusica dubitava che chiunque fra i suoi ragazzi potesse anche solo competere con Incŭbo o Succuba che utilizzavano incantesimi subdoli e letali per qualsiasi mago. E Lucifer, aveva detto, non era alla portata di nessuno di loro, compreso egli stesso. Tanto valeva sperare che Natsu e Lucy si tirassero fuori dai guai con le loro sole forze.

Il vecchio master però, era certo che Mirajane ed Erza sarebbero riuscite a tenere impegnati Incŭbo e Succuba il tempo necessario a Natsu e Lucy per fuggire dalla prigione nella quale si trovavano. Doveva parlare con le due maghe e chiedere loro se fossero disposte ad affrontare quella battaglia; non poteva nascondere loro che avrebbero rischiato le loro stesse vite.

Il suo arrivo alla gilda causò più agitazione del solito e non appena ebbe preso posto sul bancone, come di consueto, fu attorniato dai suoi maghi che attendevano con ansia di avere notizie da lui.

“Allora master, cosa le ha detto Porlyusica?”, chiese Mirajane con gentilezza. “Abbiamo qualche informazione in più su quegli esseri?”.

“Lei ritiene che nessuno di voi possa neanche lontanamente pensare di combattere Succuba e Incŭbo”, disse Makarov, la testa bassa sulle proprie mani incrociate. Il silenzio che lo circondò d’un tratto fu più che eloquente. “Però, io ritengo che voi possiate combatterli e anche forse sconfiggerli; almeno daremmo a Natsu e Lucy il tempo di fuggire. Una volta che entrambi saranno liberati da Lucifer, non dovremo più temerlo”.

Erza si fece avanti, le braccia conserte nella solita posa. “Lo faremo master. Natsu lo avrebbe fatto per chiunque di noi, glielo dobbiamo”.

Mirajane annuì sorridendo, affiancando Erza. “Non mi fermerò fino a quando i nostri nakama non saranno al sicuro”.

Makarov rialzò finalmente lo sguardo, sorridendo soddisfatto ai suoi ragazzi. “E’ questo lo spirito giusto, l’anima di Fairy Tail. Noi non abbandoniamo mai i nostri nakama”.

 

Lucifer avanzò verso Natsu, le mani protese come a volerlo afferrare. Ormai non si curava più di nascondere la sua reale identità e gli occhi cremisi mandavano bagliori sinistri ogni qualvolta lei cambiava espressione.

“Soffrirai Dragon Slayer. Soffrirai come mai in vita tua e il dolore fisico ti sembrerà ben poca cosa”.

Natsu sorrise spavaldo, incrociando le braccia al petto. “Tsk! Non mi conosci se pensi di spaventarmi così! Credi che mi fermerò perché sei nel corpo di Lucy? Lo hai detto tu che non puoi renderla invulnerabile, quando sarà esausta dovrai lasciarla!”.

Lucifer rise scuotendo la testa e si portò una mano alla fronte, apparentemente divertita dalle parole di Natsu. “Che cosa stai blaterando? L’unico modo per far sì che io la lasci è che tu la uccida: sei disposto ad arrivare a tanto?”.

Natsu non riuscì a impedirsi di scuotere la testa in un movimento appena accennato. “Sono sicuro che un altro modo c’è… ti caccerò via da Lucy!”.

La donna lo guardò divertita, volgendo i palmi delle mani verso l’alto: delle fiamme si formarono sulla sua pelle, galleggiando sospese a pochi millimetri da essa. “Vuoi sapere una cosa divertente? Le fiamme di Pravus possono bruciare anche i draghi… anche i Dragon Slayers”.

Senza dar modo al mago di replicare, Lucifer si scagliò contro di lui, colpendolo con tanta violenza allo stomaco da spezzargli il respiro e costringendolo ad appoggiarsi al muro dietro di sè.

“Facciamo un bel gioco, vuoi? Lascerò che lei veda; non potrà controllare il suo corpo ma saprà tutto ciò che accade mentre io ne usufruisco”.

Natsu si rimise in piedi e rimase immobile scrutando Lucifer per qualche momento. “Karyū no Tekken!”, esclamò d’improvviso attaccandola. Ogni colpo sferrato era come lo ricevesse lui stesso, far del male a Lucy era l’ultima cosa che desiderava; però, se per liberarla da quel dannato essere doveva ferirla, allora doveva farsi forza e agire.

“Natsu…”, lo chiamò una voce nota, con quel tono riservato solo a lui. “Preferisco che tu mi uccida piuttosto che farti del male, non trattenerti, ti prego!”.

Il mago scosse la testa, troppo sconvolto per replicare. Quel demonio di Lucifer aveva fatto davvero ciò di cui parlava, continuava a tirare le fila dei movimenti di Lucy ma le aveva restituito la sua coscienza, e adesso lei gli chiedeva la cosa che temeva di più.

“No, Lucy. Tu tornerai a casa con me, non lascerò che quella stronza si impossessi di nuovo di te!”.

“Devi uccidermi, non c’è altro modo!”, urlò Lucy mentre lo colpiva con tanta forza da mandare in frantumi la parete dietro di lui.

Natsu si mise a sedere pulendo il sangue che gli sporcava il viso con il dorso della mano. Aveva bisogno di un piano, se avessero continuato a quel modo uno dei due ci avrebbe rimesso tanto… troppo. Alzò lo sguardo al cielo, fissandolo stupito: era certo che fosse ancora giorno, come mai era così nero da sembrare una notte senza luna né stelle?

“Natsu!”.

Non fece in tempo a schivarlo che Lucifer lo colpì di nuovo, potè solo parare il colpo alla meno peggio. ‘Se continua così mi farà a pezzi… ma lei sta piangendo ed è preoccupata per me, come posso colpirla?’. “Lascia andare Lucy prima che mi arrabbi sul serio”.

“Natsu, smettila di minacciarla e colpiscimi, non esitare!”. Lucy piangeva, le lacrime le scorrevano incessantemente sul volto; piangeva mentre le sue mani, armi letali sotto il controllo di Lucifer, continuavano a ferire la persona a cui teneva di più. “Sbrigati!”.

Facendo appello a tutta la sua forza di volontà, riuscì a bloccarsi per qualche momento, i denti digrignati per lo sforzo di contrastare il volere di Lucifer. Natsu si rialzò, eppure esitava ancora, troppo combattuto per poter prendere una decisione velocemente; l’ennesimo richiamo di Lucy lo convinse ad attaccare, consapevole che avrebbe ferito seriamente la sua compagna ma che quello era l’unico modo per tentare di salvarla.

Shiranui Gata: Guren Hōō Ken[2]!”.

Scagliò il suo attacco più devastante, sperando di riuscire a contenerlo abbastanza da non uccidere Lucy; la resistenza fisica non era un punto di forza per lei, un suo attacco diretto avrebbe potuto ucciderla facilmente. Il fragore dell’impatto non gli diede modo di sentire le poche parole che pronunciò Lucifer.

“Summa Obscura Clades”.

Tutto ciò che riuscì a vedere Natsu, furono gli occhi di Lucy nuovamente pieni di lacrime, prima che un’immane esplosione di oscurità inghiottisse il suo colpo per poi procedere ad alta velocità verso di lui. Dopotutto, non erano le membra lacerate a dolere di più: il suo cuore, affranto dal fallimento e appesantito da quelle lacrime che mai più avrebbe voluto vedere, gli dava una sofferenza molto più acuta.

L’oscurità lo inghiottì e chiuse gli occhi, nell’aria la voce disperata di Lucy che invocava il suo nome.

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Buonasera ^^

Mi rendo conto che visti i miei soliti tempi non aggiorno da un’eternità ma vi chiedo di essere pazienti, è un periodo piuttosto turbolento a causa di qualche problema in famiglia; nonostante ciò, non volevo farvi aspettare troppo quindi ho continuato a scrivere. Mi scuso se il capitolo dovesse risultare un po’ sottotono ma davvero è il meglio che sono riuscita a fare in queste condizioni, spero apprezzerete lo sforzo!

Ho inserito un paio di note:

[1] stesso discorso del capitolo scorso, non intendo scrivere un romanzo erotico ma questa è la natura di Succuba e Incŭbo, prendetelo come un ulteriore chiarimento;

[2] qui non c’entrano i miei problemi personali, sono incapace di descrivere come si deve gli attacchi di Natsu, perciò mi sono limitata a scriverne i nomi, vi chiedo perdono XD

E qui si chiude il mio angolino dell’autore, spero di non dovervi fare aspettare troppo per il prossimo aggiornamento e soprattutto che sia di un livello più alto! Un grazie sentitissimo alle gentili donzelle che recensiscono instancabili ogni capitolo e anche a chi legge soltanto, grazie davvero (_ _)

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Natsu si risvegliò in un luogo completamente diverso dalla camera dove aveva trascorso la prima notte in quella casa: era freddo e umido, sporco, e qualcosa di viscido ricopriva a tratti il pavimento. Almeno, potè constatare, non era buio e riusciva a guardarsi intorno senza problemi. Il suo sguardo percorse lentamente il profilo del letto sul quale giaceva, fino a posarsi sulla persona addormentata ai piedi di esso.

Lucy. Era lei, su questo non c’erano dubbi. Ma la sua mente? Era ancora vittima di Angĕlus o era libera? Si era trattato di un orribile incubo?

“Lu…?”, provò a chiamarla, la voce poco più che un sussurro. A fatica, per via delle ferite che aveva un po’ su tutto il corpo e limitavano i suoi movimenti, riuscì a mettersi seduto, allungando una mano verso di lei.

La guancia che aveva colpito era ancora arrossata per le ustioni e vi posò la mano, delicatamente, come a voler lenire il dolore che doveva aver causato. Poteva quasi sentirlo sulla propria pelle quel colpo, vibrare nel cuore al solo ricordo. La mano di Lucy raggiunse la sua mentre lei socchiudeva gli occhi e si sollevava, guardandolo negli occhi.

“Natsu… ti sei svegliato finalmente”, disse in un soffio mentre lo abbracciava, piano, per non fargli male. “Credevo… temevo che Lucifer ti avesse ucciso, non volevi saperne di riaprire gli occhi!”.

Natsu ricambiò l’abbraccio, tuffando il viso nei capelli biondi di Lucy, inspirandone il profumo che sapeva di casa; forse alla fine, ne erano davvero usciti in qualche modo, perché tra le braccia teneva la sua Lucy, quella che lui stesso aveva trascinato alla gilda e nella propria vita. E, inevitabilmente, anche nel suo cuore.

“Lucy, ce l’abbiamo fatta? Lucifer è morta?”.

La maga lasciò andare un sospiro, sollevandosi leggermente per poterlo guardare in viso; solo allora, Natsu si rese conto delle fasciature che si intravedevano sotto i vestiti. “No, purtroppo no. E dire che l’abbiamo fatta arrabbiare non renderebbe nemmeno lontanamente l’idea di quanto sia infuriata. Mi ha lasciata andare, dicendo che mi ribello anche troppo per i suoi gusti e che, con te morto…”. Fece una pausa e chiuse gli occhi, come a voler scacciare un triste pensiero. “Con te morto, io non gli servivo più. Quando si è resa conto che eri ancora vivo ha deciso di gettarci quaggiù, tutti e due, con l’intento di costringerci a fare ciò che vuole prendendoci per stanchezza. Ha detto che siamo fortunati a servirle altrimenti ci avrebbe già uccisi”.

Natsu prese il viso di Lucy fra le mani e la baciò delicatamente. “Io voglio riportarti a casa, Lu. Queste ferite non sono niente per me, sconfiggerò quel mostro e torneremo tutti e due a Fairy Tail, devi credermi!”.

Lucy mise le mani sulle sue, guardandolo dritto negli occhi e gli sorrise, liberandosi della stretta per poterlo abbracciare. “Mi sei mancato Natsu. Anche se ero certa che prima o poi saresti venuto a prendermi, quelle fiamme mi facevano troppa paura, non sono come le tue… quelle le conosco, mi fido di loro”.

Il mago sorrise, scoprendo i canini affilati e rafforzò la stretta attorno a lei. “Mi sei mancata moltissimo anche tu, Lu… ma se non fosse stato per Loke non avrei mai saputo che sei ancora viva, non ho molti meriti in questa faccenda, mi sono fatto addirittura catturare!”.

Lei scosse lievemente la testa, in segno di diniego. “Se non ci fossi stato tu davanti a me forse non sarei riuscita a trattenere Angĕlus e quell’attacco avrebbe ucciso chiunque si trovasse al tuo posto… era quello che voleva in quel momento, era talmente livida di rabbia che non intendeva lasciarti in vita. Sei stato molto fortunato, potrebbe radere al suolo l’intero continente di Fiore se rilasciasse quell’incantesimo al massimo delle sue forze”.

“Per quanto tempo sono stato incosciente?”.

“Oggi è il sesto giorno da quando sei arrivato qui… stanotte avrei dovuto consegnare il mio corpo a Lucifer”.

“Tu non consegnerai niente a nessuno Lucy!”, esclamò Natsu, stringendola con fare possessivo. “A proposito… perché proprio stanotte?”.

“Stanotte saranno trascorsi sei mesi dai funerali che avete celebrato per me, credendomi morta. Non so bene in che modo ma pare che le cose siano collegate, perché dovevo perdere ogni legame con la mia vita: sei giorni dopo il mio funerale hai abbandonato la tomba rassegnandoti alla mia morte. Sei settimane dopo, Loke e gli altri spiriti sono venuti a conoscenza della mia dipartita, immagino che Lucifer sapesse esattamente che i loro contratti sarebbero serviti a dare invece conferma del mio essere ancora in vita: questa notizia avrebbe dovuto generare in voi, in te, una speranza intrisa di disperazione, perché non avrebbe lasciato comunque che mi trovaste prima dell’approssimarsi di questa notte”.

Natsu aveva sbarrato gli occhi man mano che la spiegazione di Lucy procedeva, turbato da ogni rivelazione che gli stava facendo. “Mi stai dicendo che lei ha manovrato l’intera Fairy Tail per tutto questo tempo?”.

“E’ così”.

“E perché proprio questa notte? Perché dovevano essere trascorsi sei mesi?”.

“Sei giorni. Sei settimane. Sei mesi. 666, il Numero Bestiae, il simbolo di Pravus. Stanotte, col giungere dell’ultima cifra, tu avresti dovuto… unirti a me, e trarne piacere mentre io avrei sofferto. Questo avrebbe garantito che la mia anima si distaccasse completamente dal suo involucro terreno, lasciando che Lucifer lo occupasse senza più impedimenti. E la mia capacità di aprire i Portali del Piano Stellare, amplificata dai suoi immensi poteri, le avrebbe garantito di aprire la via per il suo signore”.

“Tutto questo è folle…”, disse Natsu incatenando lo sguardo a quello di Lucy. “Non avrei mai potuto Lu, tu sei bellissima e ti desidero ma…”, arrossì a quella confessione. “Io voglio che avvenga soltanto se tu lo vuoi quanto me”.

Lucy sorrise, accarezzandogli delicatamente il viso. “Lo so, non temere Natsu. Ti conosco troppo bene per pensare che avresti mai potuto compiere un’azione tanto terribile. Mi dispiace soltanto averti trascinato qui, non ne usciremo più”.

Natsu sogghignò, lasciando Lucy e si alzò dal letto, dirigendosi spedito verso la piccola finestra che dava luce alla cella. “Non hai notato che mancava qualcuno quando ci siamo rivisti?”.

La maga aggrottò le sopracciglia, concentrata nello sforzo di ricordare, quando improvvisamente il suo viso si illuminò. “Happy!”.

“Esatto Lu! Non sarò un genio ma il mio istinto non sbaglia mai ed ero certo che quella Succuba mi stesse trascinando in una trappola… però sapeva che avevi perso le chiavi e che volevi me al tuo fianco… gli altri non hanno capito, non sapevano cosa mi avevi confessato prima di scomparire, ma io ero certo che parlasse di te, non potevo restare a Magnolia! Happy ci ha seguiti da lontano per un tratto, poi quando abbiamo imboccato la strada che conduce a Wisteria è tornato alla gilda”.

Lucy si alzò per raggiungere Natsu quando un colpo tremendo risuonò nell’aria, andando a colpire le mura dell’edificio. “Che succede?!”, esclamò mentre finiva lunga distesa sul letto.

“Erza e Mira sono arrivate”.

 

Erza e Mirajane avevano preparato i loro bagagli ed erano partite alla volta di Wisteria, muovendosi il più in fretta possibile. Il piccolo villaggio si raggiungeva in una sola giornata di cammino ma raccogliere informazioni sui loro nemici e decidere come agire per limitare al minimo i danni a loro stesse e a Natsu e Lucy, aveva preteso più tempo del previsto, così non avevano potuto lasciare la gilda prima della sesta mattina dalla partenza del loro compagno.

“Erza, tu pensi che davvero quella Succuba non si sia accorta che Happy la stava seguendo?”.

“Stai tranquilla Mira. Happy ha seguito le tracce di Natsu grazie al suo olfatto, non si è mai avvicinato tanto da farsi vedere né percepire con la magia”.

“Aye!”, esclamò l’exceed azzurro alle loro spalle.

“E tu cosa fai qui?!”, esclamò Erza, alquanto irritata. “Mi sembrava che fossimo d’accordo che ci avresti raggiunto più tardi assieme agli altri”.

“Natsu non può combattere come dovrebbe senza di me, devo venire con voi, adesso!”.

Mirajane sorrise intenerita e annuì. “Happy ha ragione, Erza. Portiamolo con noi, sono sicura che Natsu le stia prendendo senza di lui”.

Erza sbuffò seccata, incrociando le braccia al petto. “E va bene! Spero solo che non dovremo pentircene, lo metteremo nei guai!”.

Happy strinse le zampette come se avesse potuto stringere i pugni, e fissò Erza dritto negli occhi. “Non sono debole come pensi tu, vedrai!”.

Erza sollevò un sopracciglio, guardandolo stupita; una volta tornati tutti a Magnolia avrebbe dovuto ripristinare un minimo di disciplina, Natsu e il suo exceed si ribellavano troppo da quando Lucy era scomparsa.

“E va bene”, cedette. “Vieni con noi”.

Titania riprese il cammino, la mente occupata da ciò che le aveva detto Makarov: l’ordine era di lasciare che Lucifer prendesse il corpo di Lucy, l’unico modo perché fosse esiliata da Earthland era che fosse la stessa maga degli Spiriti Stellari a scacciarla nella dimensione in cui si trovava anche Pravus; tuttavia, il rischio che Lucy perdesse per sempre coscienza di sé era alto ed Erza non osava immaginare quale avrebbe potuto essere la reazione di Natsu se l’avesse persa di nuovo. ‘Possiamo solo sperare che Lucy sia forte abbastanza’.

Le porte del villaggio di Wisteria la riscossero dai suoi pensieri e la desolazione che regnava all’interno dell’abitato li scacciò del tutto. “Cosa succede qui?! Ero sicura che Wisteria fosse un villaggio abitato”.

“Temo che tutto questo sia opera di Lucifer”, disse Mirajane mentre assumeva la forma del Satan Soul. “Forse gli abitanti sono stati scacciati oppure non sono riusciti a resistere al suo potere, ormai manifesto”.

Erza equipaggiò l’Armatura del Purgatorio, preparandosi a distruggere chiunque la ostacolasse. “Cerchiamo Natsu e Lucy”.

Mirajane annuì incamminandosi assieme a lei lungo la strada principale. Tutto era immobile, persino il vento evitava di soffiare; sembrava che il tempo si fosse congelato su Wisteria. Man mano che si avvicinavano alla casa in cui dimorava Lucifer, il potere oscuro che emanava si faceva più forte, tracciando come una pista che le conducesse dritte da lei.

Erza impugnò l’enorme spada che portava con sé, fissando le porte dell’edificio. “Non credo che ci basterà presentarci per essere accolte, Mira”. Disse scagliandovisi contro nel tentativo di abbatterle. ‘Il master aveva ragione sui nostri poteri!’.

“Perché cerchi di aprire quelle porte, creiamone delle altre”, disse Mirajane serafica, apprestandosi ad attaccare. “Darkness Stream!”.

Le mura tremavano sotto i colpi tremendi delle maghe di Fairy Tail e non passarono che pochi minuti prima che Succuba e Incŭbo uscissero per affrontarle.

“Bene, bene”, disse Succuba incrociando le braccia al petto. “Sembra che qui abbiamo qualcuno che desidera lasciare questo mondo prima dell’arrivo di Pravus”.

Incŭbo non disse una sola parola, limitandosi ad armarsi dell’enorme spadone che portava con sé. “Non perdiamo tempo Succuba. Lucifer non deve essere disturbata questa notte”.

Mirajane tornò con i piedi a terra, avvicinandosi ad Erza. “Lei è mia, tu occupati del bestione”.

“Sei sicura?”.

“Sono una maga di classe S di Fairy Tail, Erza. Mi offendi se credi che non possa batterla”, disse Mira mentre si scagliava contro Succuba, impegnandola in una lotta che si rivelò da subito violenta e senza esclusione di colpi. “Soul Extinction!”.

“Obscura Clades!”.

I colpi delle due si scontravano sopra le teste di Erza e Incŭbo che non avevano certo atteso prima di iniziare a combattere a loro volta, facendo cozzare le armi una contro l’altra, ognuno nel tentativo di abbattere l’avversario.

 

Lucy aveva raggiunto Natsu alla finestra e osservava assieme a lui il combattimento. Era in ansia per le sorti delle sue nakama ma allo stesso tempo era stupita da quanto sembrassero forti in quel momento. ‘In fondo sono passati già sei mesi da quando li ho visti l’ultima volta… chissà quante cose sono cambiate’, si disse voltandosi a guardare Natsu. ‘No, lui non è cambiato proprio!’.

“Natsu!”. La voce di Happy li raggiunse all’interno mentre l’exceed si librava in volo davanti alle sbarre. “State bene?”.

Il mago strinse le sbarre avvicinandosi il più possibile. “Stiamo bene Happy ma tirateci fuori da qui, io voglio combattere!”, esclamò eccitato come non mai. “Quei due sembrano forti, li voglio battere!”.

“Natsu…”, sospirò sconsolata Lucy, il movimento della testa a sottolineare la sua disapprovazione. “Non è proprio possibile, sei stato ferito gravemente e quei due potrebbero ucciderti”.

“Il master dice che Erza e Mira sono le uniche che possono sconfiggerli, perché usano la Magia Oscura”.

“Non mi interessa!”. Natsu strepitava, il corpo in fiamme alla sola idea di combattere contro Succuba e Incŭbo. “Ho un conto in sospeso con loro, hanno tenuto prigioniera Lucy per tutto questo tempo!”.

“Il master ti ha mandato un messaggio”, disse Happy come se non lo avesse proprio sentito. Tirò fuori dalla propria borsa un foglio, ripiegato su se stesso, e lo porse a Natsu prima che l’onda d’urto dell’ennesima esplosione lo scagliasse lontano.

“Happy!”, strillò Lucy tentando di vedere dove fosse finito ma con scarsi risultati. “Happy! Happy rispondi!”, provò a chiamare, inutilmente.

Natsu le prestò attenzione solo per un momento prima di leggere il messaggio di Makarov; le mani gli tremavano di rabbia trattenuta quando giunse all’ultima parola. Non poteva credere a quello che il master gli stava chiedendo, lasciare che Lucifer prendesse il corpo di Lucy nella speranza che lei fosse abbastanza forte da scacciarla. E se non fosse stato così? Se Lucy, troppo provata dopo sei mesi di prigionia, non fosse riuscita nell’intento?

“Natsu… ehi Natsu, mi rispondi?!”, sbottò Lucy dopo averlo chiamato inutilmente per diversi minuti. “Cosa dice il messaggio?”.

Natsu si voltò a guardare Lucy e l’abbracciò, facendo bruciare il foglio fra le proprie mani. “Nulla di importante”.

“Dimmi la verità”, disse lei, sorpresa dalla sua improvvisa tranquillità. “Cosa c’era scritto di così terribile?”.

“Ho detto che non era importante!”, sbuffò Natsu, stringendola più forte. Rifiutava decisamente di ricorrere alla soluzione proposta da Makarov. “Piuttosto dimmi, Lucifer ha usato il tuo corpo per diverso tempo, sai se esiste un modo per scacciarla da questo mondo?”.

Lucy annuì, scostandosi leggermente dall’abbraccio per guardare in viso Natsu. “Esiste. In questo momento non ha un corpo, aleggia tra le mura di questa casa sotto forma di una volontà maligna. Se dopo questa fatidica notte la luce del mattino illuminasse la sua sconfitta, si dissolverebbe come neve al sole. Oppure…”, abbassò gli occhi per qualche istante. “Oppure dovrai uccidere il corpo dell’ospite, Dragon Slayer”, disse mostrando nuovamente a Natsu il suo sguardo cremisi.

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Buongiorno ^^

So di essere in mostruoso ritardo e non posso che chiedervi perdono per questa assenza prolungata ç_ç Purtroppo, se da un lato le cose in famiglia si stanno aggiustando, il che è positivissimo, dall’altro ci sono le operazioni di fine anno da compiere a lavoro, quindi il tempo a mia disposizione è sempre meno, scusate se ci metto una vita ad aggiornare ç_ç

Tornando al capitolo, cosa ne pensate? Siete abbastanza disperati per le sorti della nostra coppia di maghi preferita? Sappiate che il finale non è ancora scritto, potrebbe finire in molti modi… a ogni modo, questo capitolo mi convince anche meno del precedente, quindi… siate sincere se c’è qualcosa che non vi torna oppure semplicemente non vi piace, le critiche costruttive non mi offendono!

Beh, grazie come sempre se avete letto fin qui e retto i miei deliri, e grazie doppiamente se avrete avuto la bontà di lasciarmi un commentino!

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Lo stridore delle lame che si scontravano le riempiva le orecchie ma Erza non intendeva cedere: il master le aveva affidato un compito difficile e delicato, non lo avrebbe deluso per nulla al mondo. Sebbene Incŭbo fosse senza dubbio un lottatore eccezionale, forte e agile nonostante la sua stazza, Titania non arretrava di un passo, non cedeva un millimetro al suo avversario; c’era troppo in gioco perché potesse permettersi di fallire: Natsu e Lucy, l’intera gilda e Earthland, che rischiava di cadere nelle mani di qualcuno che nessuno di loro avrebbe mai potuto fermare.

Un fendente di Incŭbo le sfiorò il volto, ricordandole che non le erano concesse distrazioni, e tornò a concentrarsi nello scontro con una nuova determinazione nello sguardo, il desiderio immenso di proteggere i propri nakama da chiunque osasse minacciarli. La sua estrema sicurezza non sfuggì all’uomo, che si ritrovò a combattere contro qualcuno di totalmente differente rispetto a qualche minuto prima; Titania era forte, molto forte, e la sua tecnica era perfetta ma tutto questo non sarebbe bastato certo a sconfiggerlo: la luce che aveva adesso nello sguardo, però, fece vacillare per qualche istante le sue sicurezze, portandolo per la prima volta nella sua eterna esistenza, a provare timore davanti a un avversario.

Una veloce occhiata sopra la sua testa confermò a Erza che non aveva da temere per le sorti di Mirajane. Nella forma donatale dal Satan Soul non differiva poi molto da Succuba, per poteri e carattere, e ostentava una sicurezza che irritava non poco la donna.

“E allora, è tutto qui quello che sanno fare i servi di Pravus?”, chiese, le braccia conserte mentre si librava in aria di fronte a Succuba.

“Non provocarmi ragazzina, non sai di cosa sono capace!”.

“E allora mostramelo”.

“L’hai voluto tu”, sibilò Succuba scagliandosi contro Mirajane e afferrandola alle spalle. “L’oscurità ti intrappolerà fino a toglierti persino il respiro dai polmoni! Obscura Captio!”.

Mira spalancò la bocca in cerca di ossigeno, dimenandosi nel tentativo di liberarsi della stretta di Succuba; il suo respiro si trasformò in un rantolo fino a quando proruppe in una risata sinistra. “Davvero… stai scherzando? Evil Explosion!”. Esclamò scagliando lontano Succuba. “Non avreste dovuto mettervi contro Fairy Tail”.

 

Natsu arretrò di un passo, lasciando andare Lucy. “Di nuovo tu!”, esclamò vedendo gli occhi rossi di Lucifer brillare sinistramente. “Quante volte devo ripeterti che devi lasciar stare Lucy?!”.

Lucifer rise, divertita come mai dalle parole di Natsu. Non credeva che dopo essere scampato per un pelo alla morte per mano sua, avesse ancora il coraggio di sfidarla e controbattere. Senza dubbio la scelta era stata appropriata, quel mago era abbastanza potente da aprire la strada a Pravus.

“E quante volte devo ripeterti, io, che il corpo della tua bella mi serve? Te l’ho detto, ci sono solo due modi per far sì che io la lasci: che la liberi di mia volontà, il che è impossibile, è ovvio; oppure che il corpo ospite venga ucciso, costringendomi a cercarne un altro. Sei disposto ad arrivare a tanto?”.

Natsu strinse i pugni, i denti digrignati in un ruggito che, sordo, risuonava fra le pareti. Ferire Lucy era qualcosa che nemmeno nei suoi incubi peggiori si era mai verificata; desiderava soltanto proteggerla, come un fiore delicato da mettere al sicuro dalle intemperie che avrebbero potuto sciuparne la bellezza e il tenue profumo. Vedere il suo corpo privo di vita e sapere di esserne la causa, gli sarebbe costato la ragione, Natsu lo sapeva: ma un mondo senza Lucy non meritava di essere vissuto.

“L’ultima cosa che desidero è fare del male a Lucy. Però”, disse infine, “se resta l’unico modo per salvarla da te posso colpirla con tutte le mie forze, non ti lascerò giocare come vuoi con lei!”.

Lucifer assunse la posizione di guardia, uno scintillio divertito in quello sguardo così rosso da rivaleggiare con le fiamme di un drago. “Non credo proprio che avrai mai il coraggio di ucciderla”.

Natsu si fissò le mani, attorno alle quali cominciava a formarsi del fuoco. Una piccola stilla salata le raggiunse, evaporando come si erano dissolti la gioia e il sollievo che aveva provato quella mattina ritrovando Lucy accanto a sé. Sapeva che lei non avrebbe mai desiderato lasciarlo ma era certo anche del fatto che non avrebbe mai voluto essere il mezzo tramite cui Lucifer lo avrebbe eliminato; piuttosto che sporcarle la coscienza a quel modo, avrebbe preso su di sé il peso di aver tolto la vita alla persona che contava di più.

“Karyū no Tekken!”, esclamò, e prima di avere il tempo di pentirsene, aveva scagliato Lucy contro la parete opposta.

 

“Pensi davvero che possano riuscire?”. Porlyusica raggiunse alle spalle Makarov, osservando assieme a lui il tramonto che incendiava il cielo di tutte le sfumature del rosso. “Lucifer è troppo potente perché possa essere sconfitta se riuscisse ad appropriarsi del corpo della ragazza”.

“Lucy ha un cuore saldo e un’anima forte. Non lascerà che Lucifer apra i portali che ricondurranno Pravus su Earthland”.

“Sai bene quale sarebbe la soluzione più sicura e veloce”.

Makarov si rivolse con calma a Porlyusica, nonostante il suo animo fosse in subbuglio. “Uccidere Lucy non è la soluzione”.

“E cosa ne pensa il tuo pupillo?”.

Il vecchio master tacque, oppresso da un’inquietudine che non sapeva spiegare. Non era pena per le sorti di Erza e Mirajane, che avrebbero avuto la meglio su Succuba e Incŭbo era una certezza per lui, e non temeva nemmeno che Lucifer l’avesse vinta alla fine, tanta era la fiducia che nutriva verso i suoi ragazzi.

Ma nel momento in cui il suo pensiero si spostava su Natsu e Lucy, il peso sul suo cuore diventava tanto opprimente da togliergli il respiro: sentiva come un oscuro presagio riguardo le sorti dei due ragazzi, la paura terribile che avrebbe finito col perderli, impotente davanti al destino.

‘Natsu… spero solo che tu prenda la decisione giusta’.

 

Lucifer si rialzò a fatica dopo l’ennesimo colpo di Natsu. Cominciava a dubitare che il corpo di Lucy fosse stata una buona scelta, dal momento che il mago non esitava a colpirlo con tutte le sue forze; ed era certa che se avesse condiviso le sensazioni della ragazza avrebbe sentito molto dolore.

“Allora?”, la voce di Natsu la riportò bruscamente alla realtà. “Hai capito che devi lasciare il suo corpo, si o no?”.

Lucifer si passò il dorso della mano sul viso, pulendo il sangue che fuoriusciva da una ferita sulla fronte e Natsu sentì una morsa allo stomaco a quel gesto, sapendo di essere stato lui a provocarle quel taglio. Lei sogghignò divertita, scuotendo la testa.

“Piuttosto che lasciarla, lascerò che tu la uccida. Voglio proprio vedere se avrai il coraggio di fa…”.

Natsu la interruppe colpendola con un poderoso pugno nello stomaco che spezzò il respiro di Lucy.

“Umpf… l’hai rotta”, disse Lucifer prima che un fiotto di sangue le salisse alla gola, colando lungo le labbra.

I suoi occhi persero quel demoniaco colore rosso per tornare al caldo nocciola dello sguardo di Lucy e le sue labbra si stirarono in un tenue sorriso prima che crollasse fra le braccia del mago. Natsu la sorresse prontamente, inginocchiandosi per distenderla sul pavimento; respirava appena, le palpebre abbassate a nascondere quelle iridi che lui tanto amava.

“Lu…”. Un singhiozzo gli sfuggì dalle labbra mentre si chinava fino a sfiorarle la fronte con la propria. “Scusami… perdonami almeno tu, perché io non potrò mai”.

“Natsu… ti prego, non piangere…”, biascicò Lucy sfiorandogli il viso con la mano. “E’… è molto meglio così…”.

“No… no, non è meglio così! E non azzardarti a lasciarti andare, sei viva e devi restarlo!”.

Lucy accennò un sorriso mentre gli occhi le si riempivano di lacrime, gocce salate che lasciavano scie di fuoco sulla sua pelle abrasa e ferita. “Lucifer mi ha… liberata perché non posso… non posso sopravvivere… lasciami andare, Natsu”.

Natsu scosse lievemente il capo, i denti digrignati nell’inutile tentativo di sopportare quella sofferenza che gli stava strappando il cuore con le sue dita adunche. “No, non chiedermi questo, io non posso! Non posso andare avanti senza di te, non posso fare niente senza di te!”.

Il sorriso di Lucy si fece più largo per qualche istante durante il quale rivolse uno sguardo significativamente caldo al ragazzo che la teneva fra le braccia. “Ti amo… Natsu…”, sussurrò prima di chiudere gli occhi mentre la mano che aveva tenuto sul suo viso ricadeva a terra, inerte.

“Ti amo anch’io Lu… Lu? Lucy!”.

Il Dragon Slayer scrollò inutilmente Lucy per diversi minuti, fin quando non dovette arrendersi all’evidenza: un lungo, furente ruggito di dolore gli riempì la gola, risuonando fra le mura dell’edificio e riempiendo l’aria di tempesta.

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Ce l’ho fatta finalmente!

Che posso dirvi, molto breve ma intenso secondo me… non lo so nemmeno io da dove mi è uscita questa cosa così triste ç_ç Credo dipenda dal mio stato d’animo, prometto che non scriverò più se non sarò tranquilla ç_ç

A questo punto manca solo l’epilogo ç_ç

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Capitolo 8
*** Epilogo ***


Oook… prima che iniziate la lettura, voglio soltanto premettere che l’epilogo era già stato scritto prima che fosse lasciata la prima recensione al capitolo 7; nessuna di voi mi ha influenzata in nessun modo, qualcuna sarà forse delusa, qualcun’altra soddisfatta, mi direte voi! Buona lettura :)

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Ormai sono passati sei mesi da quel maledetto giorno.

Sei mesi per cercare di perdonarmi. Ma non ci sono riuscito.

Erza e Mirajane hanno sconfitto senza poi troppe difficoltà Succuba e Incŭbo e hanno distrutto quasi tutta la casa per poterci trovare. Io ero lì, immobile, la tenevo fra le braccia e ho rifiutato di lasciarla andare persino quando hanno tentato di portarmela via.

Erza mi minacciava, Mira tentava di convincermi con le buone e Happy non faceva che piangere, pregandomi di lasciarla andare ma io non potevo! Se l’avessi lasciata avrei dovuto accettare il fatto che non fosse più con me, che avevo fallito miseramente quando avrei dovuto salvarla dall’incubo nel quale era precipitata per colpa mia.

 

“Natsu! Lascia che portiamo via Lucy, non puoi tenerla qui per sempre”.

Erza insisteva, tentava di staccare Natsu dal corpo di Lucy ma era tutto inutile: chino su di lei, il viso nascosto contro il suo petto, non intendeva lasciarla né muoversi.

Titania stese una mano a toccare il viso della giovane maga degli Spiriti Stellari, costatando che diventava più freddo a ogni minuto che passava; aveva fallito. Era partita certa di riuscire, di ottenere la vittoria e riportare a casa i suoi nakama ma non era stato così. Aveva impiegato troppo tempo per sconfiggere Incŭbo e aveva perso Lucy.

“Natsu ti prego… andiamo a casa…”, piagnucolò Happy posando una zampina su una gamba del mago. “Portiamo Lucy a Magnolia”.

“No”, disse infine Natsu. “Andate via. Lasciatemi solo con lei”.

Mirajane, riacquistate le sue sembianze, si inginocchiò davanti a Natsu, posandogli una mano sulla testa. “Natsu… sappiamo bene quanto sia diff…”.

“No, non lo sapete!”, ringhiò Natsu rialzando la testa di scatto. Era stravolto, aveva il viso e gli occhi arrossati dal pianto e i lineamenti distrutti dal dolore. “Nessuno di voi può sapere, l’ho uccisa io! Sono stato io a colpirla a morte, le ho scatenato contro tutto il mio potere! Sapevo che non poteva sopravvivere a un mio attacco diretto ma l’ho fatto lo stesso…”.

Erza sbarrò gli occhi a quelle parole mentre Mira portava le mani a soffocare il grido che le era affiorato alle labbra; Natsu aveva ragione, non potevano immaginare quanto fosse atroce per lui, quanto stesse soffrendo e si stesse maledicendo per ciò che era stato costretto a fare. Happy singhiozzava, le zampette posate sulle orecchie abbassate.

“Ma… Lucy stava sorridendo…”, riuscì a dire l’exceed tra i singulti. “Lei non era arrabbiata con te…”.

Natsu trovò il coraggio di guardare il viso di Lucy e scoprì che Happy diceva il vero: sorrideva, nella maniera più dolce che avesse mai visto.

“Perché sorrideva?”.

“Lei ti amava, Natsu”, intervenne la maga albina. “Era felice di essere di nuovo con te, dopo tanto tempo; anche se sapeva che stava per morire. Riesci a immaginare un modo più dolce di andarsene che fra le braccia della persona che si ama?”.

“Lei non doveva morire. È tutta colpa mia, dovevo eseguire gli ordini del master invece di fare di testa mia… faccio sempre di testa mia e Lucy ne ha pagato le conseguenze. È colpa mia”.

 

Sì, è stata tutta colpa mia. Se quella mattina, quando mi ha confessato cosa provava per me, non avessi esitato, non l’avessi lasciata correre via con quello sguardo arrabbiato e la promessa di farmela pagare al suo ritorno… se fossi stato più deciso, tutto questo non sarebbe accaduto, lei non avrebbe sofferto così tanto.

Il rimorso, che mi logorava nei primi mesi, si sta lentamente attenuando. Porlyusica dice che è normale, il mio cervello tenta di difendersi o qualcosa di simile, non ci ho capito molto… io non voglio dimenticare quello che ho fatto, mi serve come monito, perché non si ripeta mai più.

Il tramonto che sto guardando senza realmente vederlo, è rosso, più rosso del sangue, più rosso di quei maledetti occhi che ci hanno fatto tanto male.

Mi passo le mani sul viso, stanco di tutto quel pensare e rimuginare quando sento delle braccia sottili cingermi la vita da dietro, e una guancia poggiarsi sulla mia schiena. Mi volto nel suo abbraccio, stringendola a me e poso il mento sui suoi capelli chiari, a cui il sole morente dona insoliti riflessi.

Lei è la mia salvezza, il mio solo appiglio quando la disperazione si fa opprimente, e grazie a lei accade sempre più raramente che lo sconforto mi prenda il cuore; stasera è successo di nuovo e lei lo ha capito, lo capisce sempre: corre da me, mi abbraccia e con la sua presenza mi ridona la serenità.

“A cosa stavi pensando, Natsu?”.

Lo sa bene, eppure lo chiede lo stesso.

“Sei mesi fa… non riesco a dimenticare”.

Mentirle sarebbe inutile, mi conosce meglio di chiunque altro.

“Non è stata colpa tua. Non avresti potuto impedirlo comunque”.

“Sì che avrei potuto. Se fossi stato più forte, se avessi creduto che fosse possibile scacciarla come il master ci aveva chiesto… se non avessi mancato di fiducia, non avrei dovuto togliere la vita alla persona più importante per me”.

Scuote la testa e mi guarda, mi fissa dritto negli occhi mentre la sua mano raggiunge prontamente il mio viso; non potrei più fare a meno di queste carezze.

“Lucifer… lei era troppo potente. Nessuno di noi avrebbe mai potuto sconfiggerla, tanto meno seguendo la strategia del master… è stato troppo fiducioso”.

“Non è stato troppo fiducioso, tu avresti potuto, Lu! Se avessi fatto ciò che lui mi chiedeva non avrei dovuto farti del male, non vivrei con questo rimorso che mi divora l’anima!”.

Sorride, gli occhi nocciola lucidi di gioia. Mi ama, lo so bene, non manca mai di dimostrarmelo e se anche non lo facesse con tutti quei piccoli gesti che mi riempiono la giornata, basterebbe il suo sorriso a convincermene.

“Io sono qui, però, Natsu. Puoi smetterla di tormentarti per qualcosa che non ha avuto conseguenze? Siamo insieme, è questo che conta di più, non trovi?”.

Già, siamo insieme. Ignoriamo come sia possibile ma Lucy è viva, vive con me, posso toccarla, abbracciarla, baciarla, fare l’amore con lei… e non per il folle proposito di un’oscura entità, no, è perché la amo ed è il modo più sincero di dimostrarglielo.

 

I maghi di Fairy Tail lasciarono Wisteria all’alba per tornare a Magnolia. Gli abitanti del piccolo villaggio sembravano essersi ripresi da una sorta di torpore e non facevano che chiedersi cosa fosse accaduto alla casa della signorina Angĕlus e soprattutto dove fosse finita lei.

Natsu e gli altri non avevano idea di dove fossero fuggiti Lucifer e i suoi sottoposti e non intendevano certo scoprirlo; a quel punto, speravano soltanto di non rivederli mai più. Avrebbero voluto soltanto dimenticare quella brutta avventura ma non era possibile farlo quando Natsu portava fra le braccia il corpo senza vita di Lucy.

Erza e Mira avevano inutilmente tentato di convincerlo a trasportarla in un’altra maniera, sostenendo che si sarebbe stancato: in nessun modo era stato possibile persuaderlo, intendeva tenerla fra le braccia il più a lungo possibile aveva detto.

Quando giunsero alla fine del sentiero che dalle montagne di Wisteria scendeva fino alla Foresta Orientale di Magnolia, Natsu si fermò, fissando il viso di Lucy.

“Cosa c’è Natsu?”, chiese Mira voltandosi a guardarlo.

“L-Lucy… lei è calda”.

Erza trattenne un sospiro, avvicinandosi a lui. Era certa che il dolore lo stesse facendo sragionare e non era un buon segno. “Natsu”, disse mentre posava una mano sul viso di Lucy. “Non può… Mira, vieni qui! Natsu ha ragione, si sta scaldando!”.

Mirajane si avvicinò di corsa e mise entrambe le mani sul viso di Lucy. “E’… è viva?”, chiese esitante.

Natsu la guardava, aspettando che aprisse gli occhi, quando al battito furioso del suo cuore ne rispose un altro, lento ma regolare; il cuore di Lucy, che era stretta contro di lui, accelerò di colpo e la ragazza spalancò gli occhi, prendendo aria come se risalisse da una lunga apnea.

Si guardò intorno per qualche momento, confusa e spaesata da ciò che la circondava, fin quando il suo sguardo si fermò sul viso preoccupato e addolorato di Natsu.

“Natsu!”, esclamò sollevando il busto per potergli stringere le braccia al collo. “Natsu… non lasciarmi più, ti prego… ti prego”.

Il mago la strinse convulsamente, crollando sulle ginocchia per il sollievo. “Lucy… ero sicuro che… che non avrei più…”. Si interruppe, troppo provato per rivelarle che era stato certo di non riaverla accanto a sé. “Ma non succederà più, tu resterai sempre con me da oggi in poi”.

Le prese il viso fra le mani, accarezzandolo come se temesse di vederlo svanire da un momento all’altro e lei gli rivolse uno dei suoi sorrisi più belli mentre si avvicinava ancora, sfiorandogli le labbra con le sue, coinvolgendolo in un bacio colmo di sollievo.

Erza afferrò per le braccia Happy e Mira e li trascinò via con sé, percorrendo velocemente il sentiero nel bosco. Era felice che alla fine i suoi nakama fossero entrambi salvi e anche se non riusciva a spiegarsi come potesse Lucy essere ancora viva, al momento poteva soltanto lasciarli soli.

 

Un sorriso mi incurva le labbra al pensiero delle decine di spiegazioni proposte dai nostri nakama quando abbiamo rivelato a tutti cosa fosse successo; qualcuno ha addirittura azzardato che Igneel, anche se lontano, abbia comunque tentato di aiutarmi e proteggermi restituendo la vita a Lucy.

Il master è convinto che si tratti di un effetto residuo del Fairy Sphere; Porlyusica continua a ripetere che certamente si è trattato di morte apparente e che Lucy in realtà non è mai mancata. La mia piccola maga dice che dev’essere stato qualche araldo dell’entità che anticamente si oppose a Pravus: secondo lei è stato un tentativo di porre rimedio alle malvagità perpetrate da Lucifer e i suoi sottoposti in nome del loro signore.

A me non interessa sapere come sia possibile. Ciò che è importante, è che Lucy sia con me e che ci resterà per sempre perché non lascerò che accada qualcos’altro che possa portarla via da me.

Lei è l’aria che respiro, il vero sole che illumina la mia vita, e l’amore che provo per lei è la forza più dirompente che alimenta le mie fiamme. La amo e sento il bisogno di ripeterglielo più spesso che posso.

“Ti amo Lu”.

L’ho detto anche adesso.

Il suo sorriso si fa più largo, preludio alla sua risposta, la frase che preferisco.

“Ti amo Natsu”.

E’ scalza, così si alza sulle punte per potermi baciare ma dispettosamente tiro indietro la testa, ridendo della sua espressione da bambina imbronciata.

Mi scuso con un’occhiata prima di prendere possesso delle sue labbra, con prepotenza; le trovo sorridenti, nonostante tentasse di tenermi il broncio.

Sa che non potrei mai rifiutare il suo amore, mi è necessario e amarla era ineluttabile, sin da quando l’ho portata a Fairy Tail, nella mia gilda e in breve tempo anche nel mio cuore.

Amarci è semplicemente un’esigenza.

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Bene, bene, eccoci arrivate alla fine della storia, non troppo lunga secondo i miei soliti standard su Fairy Tail!

Mi sono sentita un po’ in colpa a farvi piangere con lo scorso capitolo (è per questo che sono stata un po’ frettolosa a postare la conclusione) ma anche se non potevo dirvi nulla, speravo di risollevarvi il morale con questo epilogo, molto, molto OOC penso. Ci sono riuscita? Sono riuscita a farvi credere, anche solo per qualche rigo, che lei fosse Lisanna? E soprattutto, vi è piaciuto questo tipo di narrazione che amalgama passato e presente, alternandoli?

Io posso solo ringraziare tantissimo tutte voi che mi avete seguita, recensita e anche solo letta, avere un’opinione è fondamentale per chi scrive, o almeno lo è per me! Quindi, grazie, grazie mille e alla prossima avventura insieme!

Prima che mi dimentichi… un paio di chicche che mi hanno mandata in visibilio in quanto NaLu convinta e che voglio condividere con voi:

1. Avete già visto la locandina del movie di FT in uscita ad Agosto prossimo? Natsu che abbraccia stretta, stretta Lucy *-*?

2. Per chi segue l’anime, le guardate le anticipazioni dell’episodio successivo? Nella preview del 113, un dialogo tra Happy e Natsu, è pressappoco questo:

H: “Hai qualcos’altro in mentre oltre che mangiare, dormire e combattere?”

N: “Certo che sì! Sgattaiolare nella casa di Lucy, fare scherzetti a Lucy, Lucy…”

H: “Credo che andrà avanti per un po’”.

Personalmente mi ha mandata in estasi, in pratica Natsu ha in mente solo Lucy XD

Deliri personali a parte, alla prossima ragazze, baci <3

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