Angĕlus di Saralasse (/viewuser.php?uid=32399)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
Il colpo
risuonò tra le pareti
della gilda facendo sì che molti dei maghi presenti si
voltassero in direzione
del bar.
“Che
vuol dire che Lucy è
sparita?!”.
Sbraitò
Natsu, il pugno ancora
premuto sul bancone di legno davanti a sé. Quando era
arrivato, quella mattina,
aveva avvertito una strana agitazione nell’aria ma non poteva
immaginare che il
motivo fosse tanto grave.
“Secondo
te cosa vuol dire, testa
calda?!”, lo riprese Gray, non più calmo di lui.
“Non sappiamo dove sia
finita!”.
“Abbiamo
perso i contatti con lei
da un paio di giorni”, intervenne Mirajane con aria contrita.
“Mi dispiace
Natsu, avrei dovuto dare l’allarme prima ma pensavo che fosse
semplicemente
occupata con la missione”.
“Due
giorni…?”. Natsu ripeté
attonito le parole di Mira. In due giorni le sarebbe potuta accadere
qualsiasi
cosa. Qualsiasi. “E’ colpa mia”, disse
dopo alcuni interminabili secondi.
“Non
è colpa di nessuno Natsu”,
disse dolcemente Mirajane. “Non perdiamo tempo a cercare un
colpevole,
piuttosto se vuoi essere d’aiuto raggiungi le squadre di
ricerca”.
“Tu
non capisci Mira!”, esclamò il
Dragon Slayer scattando in piedi. “Era arrabbiata con me
quando è partita e non
ha voluto partire in missione insieme! Se ci fossi stato io,
l’avrei
protetta!”.
Gray
guardò Natsu e per una volta
decise di non infierire. Il Dragon Slayer digrignava i denti, i pugni
talmente
serrati da farsi sbiancare le nocche: solo nelle peggiori battaglie lo
aveva
visto in quello stato. Si alzò e gli mise una mano sulla
spalla, stringendo la
presa per attirarne l’attenzione.
“Natsu
andiamo a cercarla”, disse
quando finalmente il mago si voltò a guardarlo.
“Lucy potrebbe essere in
pericolo ma non è detto che sia accaduto il
peggio”.
Natsu
annuì appena, passandosi le
mani fra i capelli. “Si… andiamo… non
avrò pace fin quando non l’avrò
riportata
a casa”.
Mirajane
sentì una stretta al cuore
alle parole di Natsu; non aveva voluto dirgli nulla, nella vana
speranza che
rimanesse alla gilda, ma le squadre di ricerca non avevano trovato la
più
piccola traccia di Lucy. Sembrava essersi volatilizzata nel nulla,
scomparsa
come fosse fatta di aria fina.
Una sensazione
di pericolo l’aveva
colta quando aveva inserito la richiesta fra le altre sul tabellone
delle
missioni, tuttavia si era detta che non poteva essere niente di reale,
non era
una missione complessa e il villaggio da cui giungeva si trovava nei
pressi
della città. Era situato sulle montagne poco distanti, a
nord di Magnolia, le
strade erano impervie ma non tanto da essere fonte di preoccupazione.
“Mira”.
Gray interruppe il filo dei
suoi pensieri. “Sai dirci quale strada ha preso
Lucy?”.
“No,
purtroppo non lo so. Però
posso dirvi quali strade sono state già battute dalle
squadre e quali restano
da controllare”.
Natsu
scattò in piedi, impaziente
come al solito. “Che mi importa delle strade, dimmi dove era
diretta!”.
“Natsu
calmati. Le strade che
portano al villaggio di Wisteria sono poco più che
mulattiere scavate nella
roccia delle montagne. Non sono particolarmente impervie
però… gli incidenti
possono accadere”.
Le parole di
Mira ebbero l’effetto
di gelare Natsu. Potè nettamente avvertire una goccia di
sudore, fredda, farsi
strada dalla tempia lungo il suo viso mentre nella sua mente si
materializzava
la terribile immagine di Lucy precipitata sul fondo di un dirupo.
Deturpata e
irriconoscibile dopo la caduta, gli occhi chiusi. Chiusi per sempre.
“Dammi
quella mappa!”, urlò
strappando la carta dalle mani di Mirajane, e si precipitò
fuori ignorando i
continui richiami di Gray che gli urlava di aspettarlo.
‘Lu…
non farmi questo… non puoi
essere morta, ti prego!’.
Costringendo
Gray a seguirlo alla
stessa andatura, Natsu giunse ai piedi delle montagne in poche ore e si
fermò
solo per riprendere fiato qualche minuto. Il mago del ghiaccio lo
affiancò in
capo a pochi secondi e si piegò in avanti, le mani sulle
ginocchia.
“Fammi
vedere quella cartina!”,
sbuffò strappando il foglio di carta dalle mani di Natsu.
“Dunque… le strade a
nord sono state già controllate e la squadra sta attualmente
perlustrando il
sentiero a ovest; per fortuna Mira aveva segnato tutto altrimenti come
avremmo
fatto a sapere di dover controllare quel piccolo sentiero a est, eh,
testa
calda?!”.
“Le
avrei controllate tutte, dannato!”.
Gray fece per
rispondere a tono a
Natsu quando il pensiero della loro nakama dispersa chissà
dove sulle montagne
lo fece desistere e tornò a guardare la mappa digrignando i
denti. Non era il
momento di perdersi in stupide baruffe, anche se detestava dargliela
vinta.
“Pensi
che stia bene?”, chiese
all’improvviso il Dragon Slayer. Gray lo guardò,
stupito dal suo tono di voce:
non lo aveva mai sentito tanto abbattuto, se non nei giorni successivi
alla
scomparsa di Lisanna. Probabilmente, nella mente di Natsu, Lucy era
già morta,
e in una maniera del tutto contorta ne stava chiedendo smentita al suo
nakama.
“Sono
certo che sta benissimo”,
disse Gray tentando di infondergli coraggio. “Se fosse morta,
Loki lo saprebbe
e ci avrebbe avvisati, giusto?”.
Natsu
annuì con decisione,
stringendo le mani a pugno. “Hai perfettamente ragione!
Andiamo a cercare
Lucy!”, esclamò, di nuovo su di giri.
“Hai detto ovest, giusto?!”.
Senza aspettare
la risposta di
Gray, Natsu si allontanò di corsa, mentre il mago del
ghiaccio si sbracciava
inutilmente per richiamarne l’attenzione. “Est,
Natsu! Natsu! Dannata testa
calda, torna indietro, stai sbagliando strada! Ehi!”.
Sbuffando
rassegnato, Gray si
incamminò verso la strada giusta, deciso a proseguire da
solo le ricerche;
Natsu si sarebbe accorto di aver sbagliato zona e lo avrebbe raggiunto,
ne era
certo.
Giunto al
sentiero segnato sulla
mappa si disse che Lucy doveva aver certamente preso quello; era il
più largo e
il meno impervio, e la folta vegetazione che lo circondava nascondeva
alla
vista i dirupi sottostanti, rendendoli se non altro meno spaventosi.
Riprese il
cammino forzandosi a un’andatura lenta, sì che non
gli sfuggisse nessun
particolare riconducibile alla maga. Stava camminando da pochi minuti
quando fu
raggiunto da Natsu che correva come un forsennato per recuperare il
tempo perso
inutilmente.
“Gray!
Maledetto, perché mi hai
mandato da quella parte?!”.
“Che
cosa?!”. Questa volta Gray
dovette farsi violenza per non alzare le mani, esasperato
dall’idiozia di
Natsu. “Senti il suo odore per caso?”, chiese,
cambiando totalmente discorso.
Natsu
alzò leggermente il mento per
far sì che il suo sensibile naso potesse meglio indagare il
vento che gli
sfiorava il viso; un velo di tristezza gli offuscò lo
sguardo quando dovette
dare a Gray una risposta negativa. Sentiva moltissimi odori
nell’aria ma nessuno
era quello inconfondibile di Lucy.
“Eppure
dev’essere passata di qua”,
disse il mago del ghiaccio passandosi la mano fra i capelli in un gesto
di
rabbia appena contenuta. Il bagliore del sole riflesso su una
superficie lucida
lo accecò per un momento e incuriosito, si
avvicinò alla fonte di quel
fastidio. “Natsu…”.
Aveva parlato a
voce talmente bassa
che dubitava di averlo fatto davvero ma Natsu si avvicinò
comunque; le Chiavi
degli Spiriti Stellari di Lucy penzolavano abbandonate su un ramo che
sporgeva
proprio al di sopra del dirupo. Il Dragon Slayer le afferrò
senza esitazione,
fissandole come se da loro si aspettasse una risposta.
“Lucy
non le avrebbe mai
abbandonate, ama i suoi Spiriti”, disse in un soffio.
“Lei non… non li avrebbe
lasciati, mantiene sempre la parola… mi ha promesso che me
l’avrebbe fatta
pagare al suo ritorno!”.
Gray
chinò la testa, fissando il
precipizio sotto i suoi piedi. Fairy Tail aveva già perso
una nakama, anni
prima, salvo poi scoprire che in realtà Lisanna era stata
portata via da Anima;
questa volta, con l’incantesimo sigillato per sempre, non
avrebbero potuto
sperare in una simile fortuna. Non restava altro da fare che tornare
alla gilda
e organizzare i funerali. Di nuovo.
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Salve!
Eccomi di
ritorno, come promesso
con una nuova NaLu a capitoli; purtroppo non sono riuscita a mantenere
il
proposito di pubblicarla solo una volta che fosse terminata,
perciò dovrete
avere un po’ di pazienza, gli aggiornamenti non saranno
celeri come al mio
solito. Spero di mantenere il ritmo di un paio di capitoli a settimana
almeno
ma non stupitevi troppo se così non fosse, soprattutto visto
che si avvicina
Natale ;)
Detto questo,
come al solito vi
chiedo la cortesia di dirmi cosa ne pensate, sempre se vi va
naturalmente, e vi
ringrazio infinitamente per aver letto sin qui, arigatou (_ _)
|
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
6
giorni dopo
“Non
credete che sia il caso di
parlare a Natsu?”, chiese Mira, rivolta a tutti e a nessuno
in particolare.
“Non si è più mosso dalla lapide dopo i
funerali”.
Erza scosse la
testa, gli occhi
fissi sul piano di legno sotto le proprie mani. Conosceva bene Natsu e
lo aveva
visto alla morte di Lisanna; aveva bisogno di elaborare a modo suo la
perdita e
tentare di forzarlo a tornare sarebbe servito soltanto a farlo
arrabbiare.
“Lascia
perdere Mira”, disse alla
fine. “Sai com’è Natsu, lascia che
faccia da sè”.
“Erza,
io non credo che sia saggio
lasciarlo da solo!”.
“Natsu
non si muoverà da lì fin
quando non lo vorrà. In ogni caso, sprecheremmo solo
fiato”.
Titania mostrava
una sicurezza che
non provava affatto. Aveva giurato a se stessa di non perdere
più nessun
compagno, di non privarsi dell’affetto di nessuno di loro;
tuttavia, non
avrebbe potuto immaginare che Lucy perdesse la vita in una maniera
tanto
sciocca e inevitabile al contempo. Anche se fosse stata lì,
come avrebbe
impedito che le accadesse il peggio? Lei sapeva soltanto combattere, e
l’avrebbe protetta da qualsiasi nemico, ma in quel frangente
non avrebbe potuto
far niente per toglierla dalle braccia della Nera Signora.
Quel mesto
riflettere fu interrotto
dal rumore delle porte della gilda che si aprivano ed Erza si
voltò, come
tutti; Natsu era tornato. Si era infine rassegnato
all’evidenza e aveva
lasciato la tomba di Lucy.
Mirajane non
riuscì a trattenere le
lacrime e portò le mani al viso per coprirle. La giovane
maga degli Spiriti Stellari
mancava a tutti loro ma non poteva immaginare quanto Natsu stesse
soffrendo;
lui che l’aveva portata alla gilda, ne aveva fatto una sua
nakama e la sua
compagna di team preferita. Lui, che forse non ne era consapevole ma si
era
fatto amare da Lucy come nessun altro. Mira trascorreva troppo tempo
alla
gilda, dietro un bancone che quasi ne celava la presenza silenziosa e
rassicurante, per non accorgersi di come i sentimenti di Lucy fossero
cambiati
nel tempo fino a sbocciare in un tenero amore che non aveva avuto
possibilità
di fiorire del tutto; era stata portata via troppo presto, prima che
avesse la
possibilità di svelarlo a Natsu.
6
settimane dopo
“Che
cosa stai dicendo, Loki?!”.
“Quello
che hai sentito, Erza. Mi
dispiace che abbiate celebrato i funerali a una persona che
è viva e vegeta”.
Natsu
sollevò lentamente la testa
dal bancone, voltandosi a guardare lo Spirito Stellare; se uno sguardo
avesse
potuto ucciderlo, Leo sarebbe diventato polvere.
“Come
fai a esserne così sicuro? E
poi, perché non sei venuto a dircelo prima, credevo che
fossimo ancora nakama
della gilda!”.
Loki non si
scompose affatto,
limitandosi al solito gesto di sistemare gli occhiali.
“Qualcosa… o qualcuno
oscurava la nostra vista. Dal
Piano Stellare non ci siamo accorti di nulla fino a quando il silenzio
di Lucy
si è fatto troppo lungo per essere naturale, solo allora ho
tentato di
raggiungervi ma fino a oggi mi è stato impossibile forzare
il portale, come se
una volontà si opponesse alla mia. E sì, sono
certo che sia ancora viva perché
i nostri contratti sono ancora validi. Se Lucy fosse morta, noi tutti
suoi
Spiriti saremmo liberi di servire qualcun altro”.
Una scintilla di
speranza illuminò
lo sguardo di Natsu che si alzò dal suo sgabello piazzandosi
davanti a Loki. “E
dove si trova?”.
“Questo
purtroppo non posso
saperlo. La cercheremo, nei limiti delle nostre possibilità
e vi terrò
aggiornati su qualsiasi traccia dovessimo scovare. Non possiamo fare
più di
questo”.
“Ma
come, avete un contratto con
lei e non sapete dove sia?!”.
“Natsu,
l’accordo che stringiamo
con un mago non implica il sapere sempre dove egli sia se non ha le
chiavi con
sé, e quelle di Lucy le avete voi se non sbaglio”.
Natsu
abbassò il capo, fissando un
punto impreciso davanti a sé, e strinse i pugni.
“Non sbagli… scusa Loki… ti
prego, aiutami a trovarla”.
Loki sorrise
mettendo le mani sulle
spalle di Natsu. “La cercheremo fino in capo al mondo. Noi
adoriamo Lucy, la
rivogliamo presto con noi… persino Aquarius!”.
Il Dragon Slayer
trovò la forza di
sorridere come sempre e annuì, sollevando una mano ancora
stretta a pugno. “Hai
ragione, la riporteremo a casa!”.
Circa
6 mesi dopo
Il tempo
scorreva veloce dalla
scomparsa di Lucy: ormai si approssimava lo scoccare del sesto mese dal
giorno
dei funerali ma della maga bionda sembrava essersi persa ogni traccia.
Loki e
gli altri Spiriti Stellari avevano fatto il possibile e
l’impossibile, tentando
di forzare i portali del Piano Stellare, eppure Lucy sembrava essersi
volatilizzata nel nulla.
Sapere che fosse
viva non bastava
più. Lucy non era a Fairy Tail e questo rendeva i maghi
confusi e preoccupati;
poteva trovarsi in una qualsiasi città non solo di Fiore ma
anche degli altri
continenti e il mondo era troppo grande perché potessero
esplorarlo tutto
impiegando meno di un’intera vita.
“Loki
aveva detto che l’avrebbero
trovata!”.
“Non
ha detto questo, Natsu”, disse
Mirajane, rimbeccando il Dragon Slayer. “Ha detto che
avrebbero fatto ogni cosa
in loro potere per trovarla e lo stanno facendo, tutti loro”.
“Mira
ha ragione”, intervenne Erza,
zittendo con un solo sguardo le proteste che stavano nascendo sulle
labbra di
Natsu. “Devi essere grato di quello che stanno facendo per
noi… e per Lucy. Le
vogliono bene davvero”.
“Io la
rivoglio qui, però!”, esclamò
Natsu, trovando da qualche parte il coraggio di rispondere a Erza.
“Non basta
che la cerchiamo, voglio che Lucy torni alla gilda!”.
Mirajane sorrise
nonostante tutto:
erano mesi che Natsu non pronunciava il nome di Lucy, una maniera tutta
sua di
reagire al dolore della perdita. Se era riuscito a dirlo di nuovo,
stava
davvero tornando a sperare e questo significava che avrebbe messo Fiore
a ferro
e fuoco se necessario, pur di ritrovare la giovane maga.
Un fitto brusio
di voci concitate
attirò l’attenzione del gruppo che si
voltò a guardare la sala della gilda
scorgendo l’origine di tanta confusione. Una donna aveva
appena fatto il suo
ingresso nell’edificio ma non che fosse quello a suscitare
tanto scalpore; era
piuttosto il suo aspetto, il corpo formoso e sinuoso fasciato in abiti
talmente
succinti da coprire quel minimo che esigesse la pubblica decenza. Una
chioma
folta e indomabile di riccioli neri incorniciava il volto
d’alabastro,
illuminato da due occhi tanto chiari da rivaleggiare con il ghiaccio
delle
vette più alte.
Natsu e gli
altri rimasero al loro
posto, vedendo che la donna si avvicinava proprio a loro, stirando le
labbra
piene e rosse in un sorriso accattivante.
“Buongiorno.
Sto cercando Natsu
Dragneel, lo conoscete?”.
“Io
sono Natsu Dragneel”, disse il
Dragon Slayer guardandola storto. “E tu chi sei? Cosa vuoi da
me?”.
“Il
mio nome è Succuba e sono qui
per conto della mia signora, Angĕlus. Lei sa che
sei alla ricerca di
qualcuno e desidera aiutarti”.
Natsu
sbuffò sprezzante,
incrociando le braccia al petto. “Tsk! Come se fosse un
segreto che stiamo
cercando una nostra compagna, lo sa tutto il continente!”.
Succuba
sembrò niente affatto
turbata dalla reazione del mago. “Ma lei sa dove si trova la
persona che
cerchi”.
A quelle parole,
il volto di Natsu
cambiò d’un tratto espressione, facendosi
mortalmente serio. “Come diavolo è
possibile?! La cerchiamo da mesi e questa Angela o come si chiama lei
sa dove
si trova?!”.
La nuova venuta
alzò le spalle con
noncuranza. “State cercando tale Lucy Heartfilia, Maga degli
Spiriti Stellari,
capelli biondi e occhi color cioccolato, diciassette anni…
questo non è un
segreto ma se mentissi come potrei sapere che la ragazza in questione
ha perso
le proprie chiavi il giorno in cui è scomparsa? E
soprattutto… come farei a
sapere che sta disperatamente cercando proprio una persona di nome
Natsu
Dragneel? Se mentissi avrei potuto dichiarare che cercava qualcun
altro,
sbagliando”.
Mirajane si
coprì la bocca con le
mani, reprimendo un gridolino di gioia: da come parlava Succuba, aveva
davvero
individuato la loro beneamata Lucy, sembrava un miracolo!
“Dove
la trovo?”, chiese Natsu,
improvvisamente calmo.
“Questo
non mi è dato saperlo. Angĕlus mi ha dato
solo le informazioni
che sarebbero servite a convincervi che dico il vero, se vuoi sapere
dov’è la
ragazza devi seguirmi, ti porto dalla mia signora”.
Il Dragon Slayer
non aspettò un
secondo invito e si alzò, pronto a seguire Succuba.
“Natsu
dove stai andando?!”,
esclamò Erza. Da quando quella donna era entrata nella
gilda, aveva avuto per
tutto il tempo uno strano presentimento e temeva in una trappola
organizzata
per eliminare il mago.
“Vado
a riprendermi Lucy”, disse
semplicemente Natsu mentre si caricava il solito zaino sulle spalle.
“Questa
tizia sa troppe cose Erza. Sa sicuramente dove si trova…
qualsiasi cosa questo
voglia dire”.
L’ultima
frase l’aveva sussurrata
vicino al viso di Titania che lo guardò stupita, sorpresa di
quella nuova
consapevolezza che leggeva negli occhi di Natsu. Lui sapeva bene che
non poteva
fidarsi totalmente della prima arrivata ma le informazioni che aveva
fornito
erano troppo dettagliate perché fossero frutto del caso;
avrebbe potuto davvero
trattarsi di una trappola e Lucy avrebbe potuto essere prigioniera di
Succuba e
della sua padrona: poco male, avrebbero imparato a loro spese a non
prendersi
gioco di Salamander e di Fairy Tail.
***********************************************************************************************************
Buongiorno ^^
Bene, la matassa
comincia a
districarsi ma… chi sarà questa Succuba? E
sarà vero che sa dove trovare Lucy?
Lo scoprirete nella prossima punta… ehm, nel prossimo
capitolo!
Ok, adesso la
smetto con le
scemenze e passo a ringraziare tantissimo le gentili persone che hanno
letto o
inserito la mia storia fra le seguite, siete davvero troppo buoni!
Concedetemi
di ringraziare in maniera particolare le mie commentatrici, grazie
ragazze,
siete davvero impagabili!
A presto
<3
|
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
Natsu aveva
seguito Succuba senza
esitazioni e ora lei lo stava guidando verso lo stesso villaggio di
Wisteria
che Lucy avrebbe dovuto raggiungere quando era sparita. La cosa
infastidì non
poco il Dragon Slayer che continuava a dare dello stupido a se stesso e
a tutti
i membri della gilda per non averla trovata prima; possibile che fosse
tanto
vicina e non l’avessero trovata?!
Succuba dal
canto suo, non aveva
quasi più parlato durante tutto il tragitto, se non per
rispondere “No” al
continuo chiedere di Natsu “Siamo arrivati?”.
Sembrava che niente la scalfisse,
nemmeno l’essere oggetto delle continue attenzioni degli
uomini che non
potevano fare a meno di fissare più a lungo possibile quel
corpo tanto esposto
ai loro sguardi lascivi.
Quando
imboccarono lo stesso
sentiero che aveva portato via Lucy, Natsu strinse i pugni in una morsa
ferrea…
la stessa nella quale avrebbe stretto lei quando l’avesse
rivista perché non
intendeva lasciarla andare mai più. Sei mesi senza di lei
erano stati i più
penosi della sua vita, e dire che credeva di aver toccato il fondo alla
scomparsa di Lisanna; eppure, perdere Lucy, entrare nella sua casa
sperando di
sentirla strillare di non intrufolarsi, dormire nel suo letto sperando
al
mattino di ritrovarsi fra le braccia lei e non il suo cuscino, era
stato troppo
da sopportare. Un sorriso gli incurvò le labbra al pensiero
che presto tutto questo
sarebbe stato soltanto un ricordo: triste ma pur sempre qualcosa da
lasciar
smarrire nel passato.
“Siamo
quasi arrivati”, disse
finalmente Succuba. “La mia padrona desidera ardentemente
incontrarti. Sono
certa che non ne resterai deluso”.
“Non
mi interessa. Voglio solo che
mi dica dove si trova Lucy”.
“Abbi
fiducia, la incontrerai prima
di quanto pensi”.
Succuba
guidò Natsu lungo le strade
di Wisteria, stranamente affollate sebbene il tramonto fosse passato da
un
pezzo; lo stomaco del mago gli ricordò penosamente che non
aveva messo niente
sotto i denti da quando erano partiti quella mattina.
“Ehi
Succuba, spero che Angela
abbia qualcosa da mangiare per me”.
“Si
chiama Angĕlus, cerca di
ricordarlo”.
Natsu
sbuffò sonoramente seguendo
la donna all’interno di una casa spaziosa ma sobria al centro
di Wisteria. Non
appena ebbero varcato l’ingresso, un uomo alto e massiccio si
fece loro
incontro, fermandosi a pochi passi di distanza. Indossava una lunga e
ampia
cappa nera che copriva interamente il suo corpo, lasciando fuori
soltanto la
testa. Il cranio completamente rasato e le sopracciglia perennemente
aggrottate
a ombreggiare gli occhi verdi, ardenti come fuochi fatui, gli
conferivano un
aspetto tutt’altro che amichevole.
“Sei
in ritardo Succuba”.
“Non
avevo limiti di orario mi
pare. Dov’è Angĕlus?”.
“Nel
salone”, fu la laconica
risposta dell’uomo che si dileguò
nell’oscurità dell’androne.
Succuba
alzò le spalle,
apparentemente indifferente a quell’atteggiamento e si
voltò a guardare Natsu
con un strano sorriso sul volto.
“Seguimi”,
disse, il tono
insolitamente gentile come non era più stato dopo la loro
partenza.
Il Dragon Slayer
annuì e si
incamminò seguendo i passi di Succuba lungo un corridoio che
gli parve infinito
tanta era la voglia di vedere la persona che avrebbe potuto condurlo da
Lucy;
finalmente, la sua accompagnatrice si fermò e
aprì la porta davanti a loro,
rivelando un ambiente luminoso e caldo, a giudicare dal tepore che
giungeva
dalla soglia.
“Entra,
Natsu”, disse precedendolo
all’interno, e si avvicinò a una poltrona
chinandosi a parlare con la persona
che vi sedeva.
Natsu
esitò qualche secondo prima
di entrare anche lui e si fermò nel bel mezzo della stanza,
aspettando che Angĕlus si facesse
vedere. Succuba fece
un passo indietro e la donna con la quale aveva scambiato non
più che poche
battute si alzò, voltandosi perché lui potesse
vederla. Il mago sbarrò gli
occhi, incredulo dinanzi a quel viso che da mesi tormentava il suo
sonno.
“Lu…”,
fu l’unico suono che uscì
dalla sua gola strozzata.
Natsu non poteva
crederci: dopo
quasi sei mesi di agonia, passati a tormentarsi nel rimorso di non
averla
salvata, Lucy era lì, ferma a pochi passi da lui. Gli
sorrideva e non potè
reprimere l’impulso di stringerla.
“Natsu.
È passato molto tempo…”.
Non
lasciò che terminasse la frase,
raggiungendola in poche falcate e abbracciandola, ripromettendosi di
tenerla
stretta per sempre, preso dall’irrazionale timore di perderla
di nuovo se
soltanto si fosse allontanata di un passo da lui.
“Lu…
ti ho cercata tanto… tanto, ma
non riuscivo a trovarti”, sussurrò fra i suoi
capelli d’oro. Quanto gli era
mancato svegliarsi in piena notte per il solletico che gli facevano sul
viso!
Lucy
alzò le braccia a sua volta,
stringendo a sé Natsu, e chiuse gli occhi. “Anche
tu mi sei mancato”.
“Perché
non sei tornata, eri così
vicina!”, esclamò Natsu senza muoversi dalla sua
posizione.
Un lampo di
panico attraversò gli
occhi di Lucy che guardò Succuba prima di rispondere.
“Ecco… è una storia lunga
Natsu… non ti va di mangiare qualcosa prima?”.
Il mago
sollevò la testa mostrando
il suo solito sorriso a Lucy e le posò una mano sul viso.
“Sì, hai ragione, ne
parleremo dopo… abbiamo tutto il tempo che vogliamo ed io ho
molta fame in
effetti”, disse mentre il suo stomaco confermava
rumorosamente e suscitava le
risa di lei.
“Va
bene allora! Succuba, ci
faresti portare qualcosa?”, chiese facendo per scostarsi
dall’abbraccio ma
Natsu la trattenne, rafforzando la presa.
“Dove
vai?”.
“Non
volevi mangiare?”, chiese
Lucy, confusa da quel suo atteggiamento.
“Voglio
mangiare ma non voglio
lasciarti!”.
“Non
vado da nessuna parte, mi
siedo accanto a te”.
Natsu la strinse
più forte,
baciandole la fronte. “No Lu… voglio stare
così”.
Lucy sorrise e
si rassegnò all’idea
di rimanere seduta sulle sue gambe durante tutta la cena e anche dopo;
Natsu
distoglieva lo sguardo da lei soltanto il tempo necessario per
individuare le
cibarie sulla tavola apparecchiata per loro, e pretese di tenerla fra
le
braccia anche quando sedettero vicino al camino, acceso nonostante la
stagione
non fosse tanto avanzata. Ora che l’aveva finalmente con
sé, la stanchezza di
quell’interminabile giornata si faceva sentire ma il mago non
intendeva cedere
al sonno.
“Me lo
dici adesso perché non sei
tornata?”.
“Domani.
Riposa adesso”, disse Lucy
tendendosi a baciargli le palpebre già socchiuse, e Natsu
crollò addormentato
con la testa sulla sua spalla.
Succuba si
avvicinò, appoggiandosi
con gli avambracci allo schienale e guardò i due con
un’espressione divertita.
“Ci
sei riuscita finalmente, Angĕlus”.
Angĕlus si sciolse
dall’abbraccio,
alzandosi in piedi e stiracchiandosi. “E’ coriaceo,
non credevo che avrebbe
impiegato tanto a cedere al mio incantesimo del sonno”.
“Cosa
facciamo con lui?”.
“Mi
serve, lo sai bene. E mi serve
in forma quindi guai a voi se doveste torcergli un solo capello. Chiama
Incŭbo e portatelo
di sopra”.
Succuba
appoggiò il mento
nell’incavo della mano. “Questa sera te la sei
cavata ma come pensi di
convincerlo a fare quello che vuoi? Non impiegherà molto a
capire…”.
“Succuba!”,
esclamò furente Angĕlus.
“Ti ho dato un ordine, mi hai
sentita?!”.
Succuba
sussultò, la paura visibile
nei suoi occhi di ghiaccio, e si sollevò, accennando un
inchino. “S-si, ti
chiedo scusa”, disse rimanendo a testa bassa anche mentre
usciva dalla stanza.
Angĕlus si
avvicinò al camino, fissando
le fiamme che ebbero un guizzo. ‘Presto... manca poco Pravus.
Una settimana
soltanto e il Numero Bestiae
sarà
compiuto’.
“Angĕlus”,
la chiamò una voce maschile.
“Portalo
di sopra Incŭbo. E lo ripeto,
non osate
sfiorarlo con un dito o vi farò rimpiangere le fiamme
dell’inferno come docili
carezze”.
Quando Makarov
era rientrato alla
gilda, quella sera, non osava sperare che ci fossero notizie di Lucy:
dopo i
sette anni passati su Tenrou, sotto l’effetto di Fairy
Sphere, aveva quasi
creduto che ormai i suoi amati figli fossero invincibili, intoccabili
da tutto
se in qualche modo erano sopravvissuti persino ad un attacco di
Acnologia. La
scomparsa di Lucy aveva rimesso in discussione tutte le sue certezze,
dissipato
quell’euforia che si portava dietro dal loro ritorno, ritorno
che non credeva
nemmeno ci sarebbe stato per lui.
Ma nel sentire
da Mirajane le
novità circa la presunta ricomparsa della giovane maga,
aveva quasi desiderato
tornare a Tenrou e pregare Acnologia di terminare quello che aveva
iniziato
perché i suoi ragazzi non potevano; non avevano potuto
inconsapevolmente dare
il via a qualcosa che avrebbe definitivamente cancellato ogni forma di
vita dal
mondo.
“Master…
cosa c’è che non va?”,
chiese la voce gentile di Mira.
“Succuba.
Sei sicura che il nome
fosse questo?”.
Mirajane
annuì, senza distogliere
lo sguardo dal viso preoccupato di Makarov. “Si, ne sono
sicura. C’è qualche
problema?”.
“Ben
più che qualche problema.
Succuba è un nome maledetto, una sola può
portarlo. Un essere che non è di
questo mondo, l’araldo di qualcuno al cui cospetto Acnologia
è soltanto un
insetto fastidioso”.
“Cosa…
master cosa sta dicendo?!
Natsu è andato con lei a riprendere Lucy!”,
intervenne Erza, sconvolta dall’espressione
di Makarov più che dalla notizia in sé.
“Sto
dicendo che la nostra unica
speranza è che Natsu e Lucy gli servano per portare in
questo mondo il suo
signore… il loro signore; se Succuba è tra noi,
anche Incŭbo cammina al
suo fianco. Angĕlus potrebbe
essere in realtà
Lucifer, il capitano degli araldi di Pravus”.
“Frena
vecchio, chi sono questi
tizi dai nomi impronunciabili?!”, esclamò Gray.
Makarov si
voltò a guardare Gray,
troppo preso dalle sue preoccupazioni persino per sgridarlo.
“Pravus è il male
primordiale. Si dice che dal suo scontro con
un’entità del bene supremo, nei
tempi del mito, sia piovuta la magia su Earthland, consentendo a noi
maghi di
accedere a parte dei poteri di quegli esseri superiori. Quella magia
era ancora
però troppo pericolosa perché fosse utilizzata
liberamente: noi la chiamiamo
Lost Magic”.
Erza ascoltava
attentamente,
accigliata come era stata poche volte nella vita. “E cosa sa
dirci dei suoi
araldi?”.
“Seminavano
morte e distruzione per
conto di Pravus dovunque si recassero; nonostante tutto siamo fortunati
perché
dopo che il loro signore fu esiliato persero gran parte dei loro
poteri.
Lucifer, il più potente di loro e il più vicino a
Pravus, perse addirittura il
suo sembiante riducendosi a una volontà malvagia che
accompagna Succuba e Incŭbo ovunque essi
vadano”.
“Cosa
crede che vogliano da Natsu e
Lucy?”, chiese ancora Titania mentre cominciava a vagliare
mentalmente le
possibilità di salvare i suoi compagni.
“Lucy
è una maga degli Spiriti
Stellari, il che le consente di aprire una via per un mondo diverso dal
nostro;
come se ciò non bastasse, anche se non è
pienamente consapevole, è molto
potente, riesce ad aprire più Portali dello Zodiaco in
rapida successione e non
tutti i maghi evocatori riescono in questo. Potrebbe servire loro per
aprire la
strada a Lucifer oppure a Pravus stesso. Mentre Natsu… lui
utilizza un tipo di
Lost Magic, la magia Dragon Slayer è primordiale e ha delle
potenzialità
enormi. Forse serve per completare il rituale… le mie sono
solo congetture ma
dobbiamo riprenderceli prima che sia troppo tardi. Per loro e per il
mondo”.
Fiamme. Dovunque
si girasse non
vedeva altro che fiamme, muri di fuoco invalicabili che sembravano
animati di
vita propria e guizzavano più intensi non appena provava ad
avvicinarsi. Quello
era un fuoco molto diverso da quello che conosceva e amava; le lacrime
le
offuscarono la vista mentre cadeva in ginocchio, raggomitolandosi su se
stessa.
“Qualcuno
mi aiuti…”, singhiozzò
stringendo i pugni, e il pianto presto sfociò in un grido,
il nome dell’unica
persona che avrebbe potuto salvarla. “Natsu!”
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Buongiorno ^^
Bene, direi che
le cose cominciano
a essere un po’ più chiare ma non si sa ancora
bene cosa sia accaduto a Lucy,
lo scoprirete prossimamente ;) So che la trama sembra un po’
incasinata ma
abbiate fede :P Quasi dimenticavo, la scena finale mi è stata ispirata dal trailer del primo movie di FT, già visto ;)?
Spero che questa
mia idea di nemici
abbia suscitato un poco il vostro interesse, naturalmente fatemi sapere
cosa ne
pensate, mi fa molto piacere leggere le vostre idee ^^
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
Natsu si
svegliò di soprassalto,
spaventato da ciò che aveva visto nel sonno;
perché mai aveva visto Lucy in
mezzo a tutte quelle fiamme? E perché urlava tanto
disperatamente il suo nome,
ormai non era più in pericolo, c’era lui a
proteggerla… si guardò intorno,
dapprima confuso da quella stanza che non conosceva ma subito i ricordi
di ciò
che era accaduto nelle ultime ore accompagnarono la consapevolezza di
aver
ritrovato la giovane maga.
L’alba
doveva essere vicina a
giudicare dal chiarore che penetrava attraverso i vetri delle finestre
e si
alzò stiracchiandosi, raggiungendole per guardare fuori.
Sorrise, vedendo Lucy riflessa
sulla superficie trasparente: se ne stava ritta dietro di lui e si
voltò ma la
stanza era vuota esattamente come prima.
“Ma
che…”, tornò a guardare la
finestra e Lucy era di nuovo lì.
“Natsu
ti prego… ti prego, portami
via da qui, queste fiamme mi fanno paura… quella non sono
io…”.
Vedendola
scomparire, Natsu posò la
mano sul riflesso come se potesse trattenerlo.
“Lucy!”, esclamò voltandosi
ancora, soltanto per vedere il nulla aleggiare fra le pareti.
‘Dannazione Lu…
lo sai che non le capisco queste cose, che vuoi dire?!’.
Il rumore della
maniglia che
scattava lo distrasse dai suoi pensieri e Lucy fece capolino nella
stanza.
“Natsu!
Come mai già sveglio?”.
“Un
incubo…”, disse soltanto lui
fissando la persona che aveva davanti; come poteva credere che quella
non fosse
Lucy? Eppure… quel riflesso evanescente aveva parlato di
fiamme, forse le
stesse in cui l’aveva vista intrappolata e in lacrime,
chiamarlo
disperatamente… doveva sforzarsi di capire.
“Che
genere di incubo?”, chiese lei
avvicinandosi e scostandogli un ciuffo ribelle dalla fronte.
Natsu chiuse gli
occhi a quel
contatto e inspirò a pieni polmoni il suo odore: era il
profumo di Lucy, su
questo non c’erano dubbi ma aveva una nota stonata, un vago
sentore di cenere e
zolfo che non apparteneva a lei. “Ho sognato te”,
disse d’un tratto, fissando
gli occhi nei suoi. “Eri intrappolata nelle fiamme e
piangevi, invocando il mio
nome”.
Lucy
allargò impercettibilmente gli
occhi, sollevandosi sulle punte per stringergli le braccia al collo e
baciarlo,
delicatamente, schiudendo le labbra sulle sue. All’inizio,
Natsu si irrigidì,
sorpreso da quell’iniziativa; ma non passarono che pochi
secondi prima che
ricambiasse con trasporto, troppo felice di sentire quella bocca
morbida sulla
sua, di stringere finalmente il corpo di Lucy fra le proprie braccia.
“Dimentica
i tuoi timori”, disse
lei tra un bacio e l’altro mentre lo trascinava verso il
letto.
Natsu si
fermò, afferrandola per le
braccia, gli occhi nei suoi, fissi come se tentasse di frugarle
l’anima. “Che
stai facendo? Questo non è da te, Lu”.
“Cosa
ci trovi di così strano?
Siamo stati lontani per tanto tempo, e non voglio più
sprecarne altro”, disse
spostandosi a baciargli il collo.
Il Dragon Slayer
rafforzò la presa,
a disagio per quelle attenzioni e scosse leggermente Lucy.
“Smettila. Lei non
farebbe una cosa simile in questo modo, in questa
situazione… tu chi sei? Dov’è
Lucy?”.
La ragazza lo
lasciò andare e chinò
il capo, gli occhi lucidi delle lacrime che stava per versare.
“Tu non mi vuoi.
Ti comporti esattamente come quella mattina, quando ti ho confessato
cosa provo
per te… ma cosa credi, l’ho capito! Tu vuoi
Lisanna, adesso che è tornata io
posso finire abbandonata in un angolino, vero?! E pur di giustificare
il tuo
atteggiamento meschino, insinui che io non sia me stessa!”,
esclamò alzando il
capo di scatto.
Natsu, che non
aveva interrotto il
contatto con Lucy nemmeno per un momento, la abbracciò,
accarezzandole la
schiena; nonostante fosse consapevole che quello fosse solo un guscio
vuoto
senza la sua anima, non poteva fare a meno di stringerla.
“Tutto questo non è
vero. Voglio molto bene a Lisanna ma solo come un’amica. E tu
hai occupato il
corpo di Lucy, quindi lasciala stare e sparisci prima che mi arrabbi
sul
serio!”.
Concluse
fissando negli occhi la
persona che avrebbe dovuto essere Lucy. Angĕlus per tutta
risposta storse la
bocca in un sorriso sinistro mentre afferrava per il collo Natsu e lo
sollevava, apparentemente senza sforzo e recitava un incantesimo.
“Văcŭum
Corporis. Peggio per
te Dragon Slayer. Avresti potuto trascorrere quanto vi resta felice,
con la tua
cara amica Lucy; ma hai scelto di soffrire anzi tempo e osi addirittura
minacciarmi! Una cosa te la concedo però: questo corpo
sarà tuo, almeno per una
notte prima che finiate entrambi. Ti resta solo da decidere se
preferisci
godere di quel momento o viverlo soffrendo”.
Natsu stringeva
le mani attorno al
braccio di Angĕlus nel
tentativo di liberarsi da quella presa che si faceva sempre
più stretta e
minacciava di togliergli l’aria; l’incantesimo che
lei aveva utilizzato doveva
avergli prosciugato ogni energia e stentava ancora a credere a
ciò che stava
accadendo, come poteva aver vissuto il paradiso e l’inferno
nel giro di così
poco tempo?! Lucy… cosa ne era stato di lei? Il suo corpo
era vivo, davanti a
lui, ma Lucy…
“L-Lucy…
dov’è?”.
“Quanto
sei curioso! Penso di poter
rispondere a qualcuna delle tue domande, però, questa
mattina mi sento di buon
umore… lei è qui, da qualche parte”,
disse Angĕlus
picchiettandosi la tempia con
un dito. “Semplicemente la mia volontà la soffoca
fra le fiamme dell’inferno.
Non puoi salvarla, perciò smettila di opporre resistenza e
amala. Lei lo
desidera. Non vuoi farla felice?”.
Il mago
sbarrò gli occhi, confuso
da quelle parole; Lucy era da qualche parte prigioniera nel suo
corpo… che
razza di magia poteva fare una cosa simile? Come se non bastasse, Angĕlus sembrava
essere davvero troppo potente
perché potesse sconfiggerla, lo stava soffocando con una
sola mano! Aveva
bisogno di temporeggiare ma soprattutto doveva parlare con Lucy.
“F-fammi
parlare con lei”, riuscì a
dire nonostante la stretta della donna.
“Sei
noioso oltre che impiccione,
lo sai? E va bene, te la lascio per un po’… forse
un’ora, forse pochi minuti,
dipende da quanto mi sentirò magnanima!”, disse Angĕlus sogghignando
mentre lasciava
cadere a terra Natsu, troppo pesante per le sole forze di Lucy.
“Lu?”,
riuscì a chiedere il ragazzo
nonostante la tosse, e prima di avere il tempo di aggiungere altro si
ritrovò
Lucy fra le braccia. Tornò a respirare il suo profumo e
questa volta non sentì
più quegli odori non suoi: era lei, soltanto lei e nessun
altro.
Erza passeggiava
nervosamente
avanti e indietro per la gilda, tentando in quel modo di sfogare un
poco
dell’ansia che l’aveva assalita; non era da lei
agitarsi in quel modo ma non
era nemmeno tipico del master Makarov spaventarsi a quel modo per un
nemico,
chiunque egli fosse.
Il vecchio mago
era uscito per
raggiungere Porlyusica e parlare con lei della faccenda, nella speranza
di
trovare una soluzione. Aveva già riferito loro che le uniche
in grado di
fronteggiare Succuba e Incŭbo erano
lei e Mirajane; alle proteste degli altri maghi, Gray e Gajeel in primis, aveva spiegato loro che di
sicuro Lucifer alimentava, grazie ai suoi poteri, la magia oscura di
cui i suoi
sottoposti facevano largo uso e indeboliva, di contro, ogni altro tipo
di magia.
Il Satan Soul e l’Armatura del Purgatorio pur non
appartenendo a maghi neri,
utilizzavano quello stesso tipo di magia oscura che si sarebbe ritorta
contro i
loro nemici.
“Erza,
fermati per favore”, la
richiamò dolcemente Mirajane. “Abbiamo una grossa
responsabilità ma sono certa
che salveremo i nostri nakama, non temere”.
“Non
è solo questo, Mira. Se
fallissimo condanneremmo il mondo intero, non solo Natsu e
Lucy”.
“Proprio
per questo non falliremo”.
Titania si
fermò a guardare
sorpresa Mirajane, colei che un tempo veniva definita ‘il
Demone’: da molto
tempo non scorgeva tanta determinazione nel suo sguardo. Forse, alla
fine,
sarebbero davvero riuscite nel compito assegnato loro dal master.
“Certo,
se Gildarts fosse stato qui
mi sarei sentita più sicura”, disse
all’improvviso Mira, facendo pentire Erza
dei suoi stessi pensieri.
“Ma
insomma Mira! Ci credi o no
nella nostra vittoria?!”.
“Dai,
dai Erza, è naturale che ci
creda!”.
Mirajane
sorrideva tranquilla ed
Erza lasciò andare un sospiro: a volte trovava
incredibilmente inquietante quel
sorriso così dolce, forse in fondo Mira era ancora a pieno
titolo un ‘demone’.
Natsu teneva gli
occhi chiusi, le
braccia serrate attorno al corpo di Lucy che singhiozzava contro il suo
petto:
ognuno di essi era una pugnalata al suo cuore, un monito severo che gli
ricordava di non averla protetta quando doveva. Socchiuse piano gli
occhi,
osservando quella capigliatura bionda che gli stava solleticando il
collo; si
avvicinò piano baciando la fronte di Lucy e le
tirò su il viso con delicatezza,
asciugando le lacrime con i pollici.
“Lucy,
non piangere”.
Lucy scosse la
testa, voltandosi
nel suo abbraccio per potergli stringere le braccia al collo e rimase
ferma
qualche secondo con la fronte sulla sua spalla.
“Natsu… ti prego, trova il modo
di sconfiggerla, io… io voglio tornare a casa con
te”, disse infine sollevando
il viso per poterlo guardare.
Natsu
rafforzò la presa attorno a
lei, chinandosi fino a sfiorarle la fronte con la propria.
“Te lo giuro Lu,
farò qualsiasi cosa per riportarti a casa, qualsiasi! Non
devi allontanarti mai
più senza di me, neanche quando sei tanto arrabbiata che
vorresti scappare
via”.
“Mi
dispiace… non avrei dovuto
reagire a quel modo ma… io dovevo dirti la
verità, non potevo più tenermi tutto
dentro, lo capisci? Se non mi ami, non mi interessa
più… ora quello che voglio
è tornare a Fairy Tail, di nuovo padrona di me
stessa”.
“Davvero
non ti interessa?”, disse
lui avvicinandosi ancora fino a sfiorarle la bocca con la propria,
costringendola dolcemente a schiudere le labbra sotto le sue.
“Natsu…
tu…?”, chiese Lucy quando
la lasciò andare.
“Lu,
non mi hai dato il tempo di
finire quel giorno. Se fossi rimasta ad ascoltare, adesso sapresti che
io provo
lo stesso che provi tu, ti a…”.
Lucy lo
zittì posandogli una mano
sulle labbra. “Non lo dire! Natsu ti prego, non dirlo! Se ci
tieni che usciamo
da qui tutti e due, devi tacere!”.
Natsu la
guardò sollevando un
sopracciglio; che cosa c’entravano adesso i suoi sentimenti
con quella pazza
che usava il corpo di Lucy come se fosse il suo? “Non ti
capisco Lu”.
“Natsu,
Angĕlus e gli altri
non sono esseri di
questo mondo”, disse lei tenendo lo sguardo basso.
“Angĕlus in
realtà si chiama Lucifer e
ha perso il suo corpo moltissimi anni fa, ecco perché vuole
il mio ma… ha
bisogno di un’ultima cosa prima che possa considerarlo suo a
tutti gli
effetti”.
Era arrossita
mentre pronunciava le
ultime parole e Natsu attese per diversi secondi che continuasse ma
sembrava
aver esaurito le parole.
“Di
cosa ha bisogno, Lu?”.
“Che
un uomo… che un uomo mi faccia
sua e… ci ha provato in questi mesi ma sono riuscita sempre
a riprendere il
controllo del mio corpo e rifiutarmi prima che ciò
accadesse. È per questo che
ti ha fatto venire qui. Pensa che se sarai tu io non mi
opporrò”.
Il Dragon Slayer
era rosso di
rabbia e di imbarazzo ma non distoglieva lo sguardo da Lucy.
“Quegli uomini… ti
hanno fatto qualcosa?”.
“No,
mi sono sempre ripresa in
tempo e dopo i primi giorni non ha più tentato. Ha frugato
nei miei ricordi,
per trovare quella che ritiene sia la persona giusta”.
“Io
non lo farò mai Lucy! Non
approfitterò del tuo corpo in questo modo, se lo
può scordare!”.
Lucy sorrise
stringendo le mani di
Natsu nelle sue e si chinò in avanti appoggiandosi al suo
torace. “Lucifer
crede che tu non provi i miei stessi sentimenti, e che per me sarebbe
un’esperienza dolorosa, il che è essenziale
perché le cose vadano come vuole.
Però Natsu… non devi toccarmi prima che sia
passata una settimana da quando sei
arrivato. Lei continua a dire che quel giorno il Numero
Bestiae sarà compiuto e avrà finalmente
un corpo, non so
cosa voglia dire ma ti prego, resisti, non credo che mi
lascerà più libera fino
ad allora, non sarei io”.
“Non
ti sfiorerò con un dito”.
Natsu prese il
viso di Lucy fra le
mani e fece per baciarla quando gli giunse un odore pungente di cenere
e zolfo.
Angĕlus, o
Lucifer, l’aveva di nuovo portata via.
***********************************************************************************************************
Buongiorno
ragazze ^^
Bene, finalmente
Natsu ha potuto
parlare con Lucy senza che ci fosse Angĕlus a fare da
tramite… a questo
punto chiariamo che non intendevo scrivere un racconto erotico; se
è venuta
fuori la faccenda del rapporto sessuale come ultima tappa per
consegnare il
corpo di Lucy a Lucifer, è per via della natura di Succuba e
Incŭbo che nella
loro versione
originale sono creature fantastiche e lussuriose, molto temute durante
il
Medioevo. Se siete curiosi vi basterà dare
un’occhiata alle relative voci su
Wikipedia per avere un’idea di ciò che intendo ;)
Per il prossimo
aggiornamento temo
dovrete aspettare più del solito, domani è la
Vigilia in fondo :P Siate
pazienti ;)
E adesso, come
di dovere, un grazie
enorme alle dolcissime ragazze che mi recensiscono ogni capitolo:
grazie, ve l’ho
detto tante volte ma ve lo ripeto, per me è fondamentale
sapere cosa pensate
degli sviluppi della storia, anche per correggere il tiro se
necessario! E un
grande grazie va anche alle persone che continuano a leggere e
seguirmi, grazie
^^
Alla prossima :)
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
Natsu
lasciò andare Lucy e si
allontanò da lei, piazzandosi a braccia incrociate davanti
al camino spento.
Non poteva sopportarlo: quel mostro era più potente di lui
ma da quando si
arrendeva alla prima difficoltà? Però…
non poteva far del male a Lucy, e per
colpire Angĕlus non
c’era altro modo che ferire lei, lo avevano incastrato.
“Cosa
c’è? Sei arrabbiato perché
l’ho portata via? Ti ho già detto che
potrà essere tua se lo vorrai, perché
quel broncio?”.
“Non
ci pensare nemmeno. Non farò
mai qualcosa che Lucy non voglia”.
“Lo
farai”, disse Angĕlus con un tono
che non ammetteva
repliche e in un battito di ciglia lo raggiunse alle spalle.
“Sei un uomo
dopotutto. E sei fatto di carne anche tu…”, gli
sussurrò all’orecchio mentre lo
accarezzava in maniera tutt’altro che innocente. “E
non venirmi a dire che non
hai mai avuto qualche pensiero poco casto sulla tua
compagna… con un corpo come
il suo, poi”.
Angĕlus continuava a
toccare Natsu, strusciandoglisi
addosso, costringendolo a chiudere gli occhi, i denti stretti mentre
tentava di
scacciare dalla mente la coscienza che quello fosse il corpo di Lucy.
L’aveva
desiderata e la desiderava ancora, certo: eppure, non sarebbe venuto
meno alla
sua parola, le aveva assicurato che non avrebbe ceduto
all’istinto e non poteva
lasciare che Angĕlus
conducesse quel gioco con il sembiante di Lucy.
“Smettila!”,
sbottò all’improvviso
liberandosi della sua stretta e indietreggiando di un passo.
“Smettila di usare
il suo corpo come se fosse tuo, non te lo lascerò mai, a
costo di farle del
male!”.
“Stai
cominciando a stancarmi sul
serio”, disse Angĕlus
fissando gli occhi, diventati cremisi, nei suoi. “Immagino
che la tua amica ti
avrà raccontato dei tentativi falliti di farmi consegnare il
suo corpo, definitivamente. Lei
crede che sia così.
La realtà è che erano soltanto un modo per
rintracciare te, la persona che la
fa soffrire e per mia grande fortuna, un utilizzatore di Lost Magic;
quando
scoccherà il sesto mese, lei sarà tua e io
avrò finalmente il suo corpo, con il
quale potrò liberare Pravus. A quel punto non ti
importerà poi molto averla
persa, desidererai soltanto la morte. Volevo concederle qualche giorno
di gioia
con te ma tu rifiuti di assecondarmi… che crudele, dopo
averla praticamente
consegnata nelle mie mani!”.
Natsu strinse i
pugni, colpendola
violentemente al viso. “Sta’ zitta! Tu non sai
niente di me e Lucy, niente!”.
Il mago ardeva,
le fiamme
alimentate dalla furia che gli aveva invaso la mente e dal dolore che
le parole
di Angĕlus avevano
acuito: sicuramente sapeva che il senso di colpa non gli dava tregua, e
volgeva
la sua sofferenza a suo vantaggio, tentando di minare la sua forza di
volontà,
di indurlo a trarre godimento dal corpo di Lucy come fosse un oggetto
senz’anima. Lucifer non sapeva, o forse non capiva, quanto
quello che voleva
lui fosse ben lontano dal semplice piacere fisico.
Lei lo fissava,
la mano posata
sulla guancia ustionata dal colpo del mago. “Ah-ha, non farlo
più, sai? Questo
è il corpo della tua bella, io non posso renderlo
invulnerabile e se esageri
potresti ucciderla”, disse mentre si avvicinava a Natsu,
incurante delle ferite
che avrebbero potuto causare a Lucy le fiamme che lo avvolgevano.
“Tu la ami.
La ragazzina ha tentato di ingannarmi ma tu la consideri di
più che una
semplice amica, vero? Non sopporto chi tenta di raggirarmi e per questo
la
pagherete entrambi. Farò in modo che i vostri ultimi giorni
siano i peggiori
che avrete mai vissuto”.
Succuba si
sollevò dalle coltri,
lasciando che il sole le illuminasse la pelle nuda. Si
stiracchiò pigramente e
si voltò verso il letto, allungandosi mollemente verso il
suo compagno che la
fissava.
“Cosa
c’è?”.
“Angĕlus sta perdendo
il controllo della
situazione. I ragazzi che ha scelto le stanno causando non pochi
problemi e
questo la infastidisce oltremodo, lo sai, soprattutto perché
ancora una volta
abbiamo perso l’occasione di liberare Pravus. Penso che in
capo a poche ore non
ci chiederà più di mantenerli incolumi”.
Succuba sorrise
sorniona,
passandosi la lingua sulle labbra. “Pensi che mi
lascerà divertire con lui?”.
“No.
Non ti lascerà mai possederlo,
la conosci. È estremamente vendicativa e vorrà
farli soffrire il più possibile
prima di liberarsi di loro con le proprie mani. Ma forse,
deciderà di tenere il
corpo della ragazza per sè”.
La donna
sbuffò contrariata,
lasciandosi cadere con poca grazia accanto a Incŭbo.
“Angĕlus è
sempre stata molto
prepotente, tiene sempre per lei i giocattoli più
divertenti”, disse mentre si
protendeva verso di lui. “Vorrà dire che sarai tu
a soddisfarmi”.
Si
sollevò su un gomito,
guardandolo negli occhi e si chinò a baciarlo, lasciva,
mordicchiandogli la
lingua e le labbra, mentre la mano che gli aveva posato sul petto
percorreva il
corpo dell’uomo fino al ventre. Incŭbo gemette per
il piacere che gli
procuravano le carezze esperte di Succuba e
l’afferrò per i fianchi,
schiacciandola con forza tra sé e il letto. La
guardò negli occhi per un
istante, solo il tempo di scorgervi la stessa brama che accendeva i
suoi, prima
di entrare in lei deciso, senza preoccuparsi di essere delicato o
tenero; non
era quello che desiderava Succuba.
A entrambi
interessava soltanto la
forza che traevano da quegli incontri, non c’era
nient’altro dietro le notti
agitate che trascorrevano insieme[1].
Makarov
tornò alla gilda con poche
certezze e ancora più dubbi di quando l’aveva
lasciata. Porlyusica dubitava che
chiunque fra i suoi ragazzi potesse anche solo competere con Incŭbo o Succuba che
utilizzavano incantesimi
subdoli e letali per qualsiasi mago. E Lucifer, aveva detto, non era
alla
portata di nessuno di loro, compreso egli stesso. Tanto valeva sperare
che
Natsu e Lucy si tirassero fuori dai guai con le loro sole forze.
Il vecchio
master però, era certo che
Mirajane ed Erza sarebbero riuscite a tenere impegnati Incŭbo e Succuba il
tempo necessario a
Natsu e Lucy per fuggire dalla prigione nella quale si trovavano.
Doveva
parlare con le due maghe e chiedere loro se fossero disposte ad
affrontare
quella battaglia; non poteva nascondere loro che avrebbero rischiato le
loro
stesse vite.
Il suo arrivo
alla gilda causò più
agitazione del solito e non appena ebbe preso posto sul bancone, come
di
consueto, fu attorniato dai suoi maghi che attendevano con ansia di
avere
notizie da lui.
“Allora
master, cosa le ha detto
Porlyusica?”, chiese Mirajane con gentilezza.
“Abbiamo qualche informazione in
più su quegli esseri?”.
“Lei
ritiene che nessuno di voi
possa neanche lontanamente pensare di combattere Succuba e Incŭbo”,
disse Makarov, la testa bassa
sulle proprie mani incrociate. Il silenzio che lo circondò
d’un tratto fu più
che eloquente. “Però, io ritengo che voi possiate
combatterli e anche forse
sconfiggerli; almeno daremmo a Natsu e Lucy il tempo di fuggire. Una
volta che
entrambi saranno liberati da Lucifer, non dovremo più
temerlo”.
Erza si fece
avanti, le braccia
conserte nella solita posa. “Lo faremo master. Natsu lo
avrebbe fatto per
chiunque di noi, glielo dobbiamo”.
Mirajane
annuì sorridendo, affiancando
Erza. “Non mi fermerò fino a quando i nostri
nakama non saranno al sicuro”.
Makarov
rialzò finalmente lo
sguardo, sorridendo soddisfatto ai suoi ragazzi.
“E’ questo lo spirito giusto,
l’anima di Fairy Tail. Noi non abbandoniamo mai i nostri
nakama”.
Lucifer
avanzò verso Natsu, le mani
protese come a volerlo afferrare. Ormai non si curava più di
nascondere la sua
reale identità e gli occhi cremisi mandavano bagliori
sinistri ogni qualvolta
lei cambiava espressione.
“Soffrirai
Dragon Slayer. Soffrirai
come mai in vita tua e il dolore fisico ti sembrerà ben poca
cosa”.
Natsu sorrise
spavaldo, incrociando
le braccia al petto. “Tsk! Non mi conosci se pensi di
spaventarmi così! Credi
che mi fermerò perché sei nel corpo di Lucy? Lo
hai detto tu che non puoi
renderla invulnerabile, quando sarà esausta dovrai
lasciarla!”.
Lucifer rise
scuotendo la testa e
si portò una mano alla fronte, apparentemente divertita
dalle parole di Natsu.
“Che cosa stai blaterando? L’unico modo per far
sì che io la lasci è che tu la
uccida: sei disposto ad arrivare a tanto?”.
Natsu non
riuscì a impedirsi di
scuotere la testa in un movimento appena accennato. “Sono
sicuro che un altro
modo c’è… ti caccerò via da
Lucy!”.
La donna lo
guardò divertita,
volgendo i palmi delle mani verso l’alto: delle fiamme si
formarono sulla sua
pelle, galleggiando sospese a pochi millimetri da essa. “Vuoi
sapere una cosa
divertente? Le fiamme di Pravus possono bruciare anche i
draghi… anche i Dragon
Slayers”.
Senza dar modo
al mago di
replicare, Lucifer si scagliò contro di lui, colpendolo con
tanta violenza allo
stomaco da spezzargli il respiro e costringendolo ad appoggiarsi al
muro dietro
di sè.
“Facciamo
un bel gioco, vuoi?
Lascerò che lei veda; non potrà controllare il
suo corpo ma saprà tutto ciò che
accade mentre io ne usufruisco”.
Natsu si rimise
in piedi e rimase
immobile scrutando Lucifer per qualche momento. “Karyū no
Tekken!”, esclamò d’improvviso
attaccandola. Ogni colpo sferrato era come lo ricevesse lui stesso, far
del
male a Lucy era l’ultima cosa che desiderava;
però, se per liberarla da quel
dannato essere doveva ferirla, allora doveva farsi forza e agire.
“Natsu…”,
lo chiamò una voce nota,
con quel tono riservato solo a lui. “Preferisco che tu mi
uccida piuttosto che
farti del male, non trattenerti, ti prego!”.
Il mago scosse
la testa, troppo
sconvolto per replicare. Quel demonio di Lucifer aveva fatto davvero
ciò di cui
parlava, continuava a tirare le fila dei movimenti di Lucy ma le aveva
restituito la sua coscienza, e adesso lei gli chiedeva la cosa che
temeva di
più.
“No,
Lucy. Tu tornerai a casa con
me, non lascerò che quella stronza si impossessi di nuovo di
te!”.
“Devi
uccidermi, non c’è altro
modo!”, urlò Lucy mentre lo colpiva con tanta
forza da mandare in frantumi la
parete dietro di lui.
Natsu si mise a
sedere pulendo il
sangue che gli sporcava il viso con il dorso della mano. Aveva bisogno
di un
piano, se avessero continuato a quel modo uno dei due ci avrebbe
rimesso tanto…
troppo. Alzò lo sguardo al cielo, fissandolo stupito: era
certo che fosse
ancora giorno, come mai era così nero da sembrare una notte
senza luna né
stelle?
“Natsu!”.
Non fece in
tempo a schivarlo che
Lucifer lo colpì di nuovo, potè solo parare il
colpo alla meno peggio. ‘Se
continua così mi farà a pezzi… ma lei
sta piangendo ed è preoccupata per me,
come posso colpirla?’. “Lascia andare Lucy prima
che mi arrabbi sul serio”.
“Natsu,
smettila di minacciarla e
colpiscimi, non esitare!”. Lucy piangeva, le lacrime le
scorrevano
incessantemente sul volto; piangeva mentre le sue mani, armi letali
sotto il
controllo di Lucifer, continuavano a ferire la persona a cui teneva di
più.
“Sbrigati!”.
Facendo appello
a tutta la sua
forza di volontà, riuscì a bloccarsi per qualche
momento, i denti digrignati
per lo sforzo di contrastare il volere di Lucifer. Natsu si
rialzò, eppure
esitava ancora, troppo combattuto per poter prendere una decisione
velocemente;
l’ennesimo richiamo di Lucy lo convinse ad attaccare,
consapevole che avrebbe
ferito seriamente la sua compagna ma che quello era l’unico
modo per tentare di
salvarla.
“Shiranui
Gata: Guren Hōō Ken[2]!”.
Scagliò
il suo
attacco più devastante, sperando di riuscire a contenerlo
abbastanza da non
uccidere Lucy; la resistenza fisica non era un punto di forza per lei,
un suo
attacco diretto avrebbe potuto ucciderla facilmente. Il fragore
dell’impatto
non gli diede modo di sentire le poche parole che pronunciò
Lucifer.
“Summa
Obscura
Clades”.
Tutto
ciò che
riuscì a vedere Natsu, furono gli occhi di Lucy nuovamente
pieni di lacrime,
prima che un’immane esplosione di oscurità
inghiottisse il suo colpo per poi
procedere ad alta velocità verso di lui. Dopotutto, non
erano le membra lacerate
a dolere di più: il suo cuore, affranto dal fallimento e
appesantito da quelle
lacrime che mai più avrebbe voluto vedere, gli dava una
sofferenza molto più
acuta.
L’oscurità
lo
inghiottì e chiuse gli occhi, nell’aria la voce
disperata di Lucy che invocava
il suo nome.
***********************************************************************************************************
Buonasera
^^
Mi
rendo conto che visti
i miei soliti tempi non aggiorno da un’eternità ma
vi chiedo di essere
pazienti, è un periodo piuttosto turbolento a causa di
qualche problema in
famiglia; nonostante ciò, non volevo farvi aspettare troppo
quindi ho
continuato a scrivere. Mi scuso se il capitolo dovesse risultare un
po’
sottotono ma davvero è il meglio che sono riuscita a fare in
queste condizioni,
spero apprezzerete lo sforzo!
Ho
inserito un paio
di note:
[1]
stesso discorso
del capitolo scorso, non intendo scrivere un romanzo erotico ma questa
è la
natura di Succuba e Incŭbo, prendetelo come un ulteriore chiarimento;
[2]
qui non c’entrano
i miei problemi personali, sono incapace di descrivere come si deve gli
attacchi di Natsu, perciò mi sono limitata a scriverne i
nomi, vi chiedo
perdono XD
E
qui si chiude il
mio angolino dell’autore, spero di non dovervi fare aspettare
troppo per il
prossimo aggiornamento e soprattutto che sia di un livello
più alto! Un grazie
sentitissimo alle gentili donzelle che recensiscono instancabili ogni
capitolo
e anche a chi legge soltanto, grazie davvero (_ _)
|
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 ***
Natsu si
risvegliò in un luogo
completamente diverso dalla camera dove aveva trascorso la prima notte
in
quella casa: era freddo e umido, sporco, e qualcosa di viscido
ricopriva a
tratti il pavimento. Almeno, potè constatare, non era buio e
riusciva a
guardarsi intorno senza problemi. Il suo sguardo percorse lentamente il
profilo
del letto sul quale giaceva, fino a posarsi sulla persona addormentata
ai piedi
di esso.
Lucy. Era lei,
su questo non
c’erano dubbi. Ma la sua mente? Era ancora vittima di Angĕlus o era
libera? Si era trattato
di un orribile incubo?
“Lu…?”,
provò a chiamarla, la voce
poco più che un sussurro. A fatica, per via delle ferite che
aveva un po’ su
tutto il corpo e limitavano i suoi movimenti, riuscì a
mettersi seduto,
allungando una mano verso di lei.
La guancia che
aveva colpito era
ancora arrossata per le ustioni e vi posò la mano,
delicatamente, come a voler
lenire il dolore che doveva aver causato. Poteva quasi sentirlo sulla
propria
pelle quel colpo, vibrare nel cuore al solo ricordo. La mano di Lucy
raggiunse
la sua mentre lei socchiudeva gli occhi e si sollevava, guardandolo
negli
occhi.
“Natsu…
ti sei svegliato
finalmente”, disse in un soffio mentre lo abbracciava, piano,
per non fargli
male. “Credevo… temevo che Lucifer ti avesse
ucciso, non volevi saperne di
riaprire gli occhi!”.
Natsu
ricambiò l’abbraccio,
tuffando il viso nei capelli biondi di Lucy, inspirandone il profumo
che sapeva
di casa; forse alla fine, ne erano davvero usciti in qualche modo,
perché tra
le braccia teneva la sua Lucy,
quella
che lui stesso aveva trascinato alla gilda e nella propria vita. E,
inevitabilmente, anche nel suo cuore.
“Lucy,
ce l’abbiamo fatta? Lucifer
è morta?”.
La maga
lasciò andare un sospiro,
sollevandosi leggermente per poterlo guardare in viso; solo allora,
Natsu si
rese conto delle fasciature che si intravedevano sotto i vestiti.
“No,
purtroppo no. E dire che l’abbiamo fatta arrabbiare non
renderebbe nemmeno
lontanamente l’idea di quanto sia infuriata. Mi ha lasciata
andare, dicendo che
mi ribello anche troppo per i suoi gusti e che, con te
morto…”. Fece una pausa
e chiuse gli occhi, come a voler scacciare un triste pensiero.
“Con te morto,
io non gli servivo più. Quando si è resa conto
che eri ancora vivo ha deciso di
gettarci quaggiù, tutti e due, con l’intento di
costringerci a fare ciò che
vuole prendendoci per stanchezza. Ha detto che siamo fortunati a
servirle
altrimenti ci avrebbe già uccisi”.
Natsu prese il
viso di Lucy fra le
mani e la baciò delicatamente. “Io voglio
riportarti a casa, Lu. Queste ferite
non sono niente per me, sconfiggerò quel mostro e torneremo
tutti e due a Fairy
Tail, devi credermi!”.
Lucy mise le
mani sulle sue,
guardandolo dritto negli occhi e gli sorrise, liberandosi della stretta
per
poterlo abbracciare. “Mi sei mancato Natsu. Anche se ero
certa che prima o poi
saresti venuto a prendermi, quelle fiamme mi facevano troppa paura, non
sono
come le tue… quelle le conosco, mi fido di loro”.
Il mago sorrise,
scoprendo i canini
affilati e rafforzò la stretta attorno a lei. “Mi
sei mancata moltissimo anche
tu, Lu… ma se non fosse stato per Loke non avrei mai saputo
che sei ancora
viva, non ho molti meriti in questa faccenda, mi sono fatto addirittura
catturare!”.
Lei scosse
lievemente la testa, in
segno di diniego. “Se non ci fossi stato tu davanti a me
forse non sarei
riuscita a trattenere Angĕlus e
quell’attacco avrebbe ucciso chiunque si trovasse al tuo
posto… era quello che
voleva in quel momento, era talmente livida di rabbia che non intendeva
lasciarti in vita. Sei stato molto fortunato, potrebbe radere al suolo
l’intero
continente di Fiore se rilasciasse quell’incantesimo al
massimo delle sue
forze”.
“Per
quanto tempo sono stato
incosciente?”.
“Oggi
è il sesto giorno da quando
sei arrivato qui… stanotte avrei dovuto consegnare il mio
corpo a Lucifer”.
“Tu
non consegnerai niente a
nessuno Lucy!”, esclamò Natsu, stringendola con
fare possessivo. “A proposito…
perché proprio stanotte?”.
“Stanotte
saranno trascorsi sei
mesi dai funerali che avete celebrato per me, credendomi morta. Non so
bene in
che modo ma pare che le cose siano collegate, perché dovevo
perdere ogni legame
con la mia vita: sei giorni dopo il mio funerale hai abbandonato la
tomba
rassegnandoti alla mia morte. Sei settimane dopo, Loke e gli altri
spiriti sono
venuti a conoscenza della mia dipartita, immagino che Lucifer sapesse
esattamente che i loro contratti sarebbero serviti a dare invece
conferma del
mio essere ancora in vita: questa notizia avrebbe dovuto generare in
voi, in te, una speranza intrisa di
disperazione, perché non avrebbe lasciato comunque che mi
trovaste prima
dell’approssimarsi di questa notte”.
Natsu aveva
sbarrato gli occhi man
mano che la spiegazione di Lucy procedeva, turbato da ogni rivelazione
che gli
stava facendo. “Mi stai dicendo che lei ha manovrato
l’intera Fairy Tail per
tutto questo tempo?”.
“E’
così”.
“E
perché proprio questa notte?
Perché dovevano essere trascorsi sei mesi?”.
“Sei
giorni. Sei settimane. Sei
mesi. 666, il Numero Bestiae, il
simbolo di Pravus. Stanotte, col giungere dell’ultima cifra,
tu avresti dovuto…
unirti a me, e trarne piacere mentre io avrei sofferto. Questo avrebbe
garantito che la mia anima si distaccasse completamente dal suo
involucro
terreno, lasciando che Lucifer lo occupasse senza più
impedimenti. E la mia
capacità di aprire i Portali del Piano Stellare, amplificata
dai suoi immensi
poteri, le avrebbe garantito di aprire la via per il suo
signore”.
“Tutto
questo è folle…”, disse
Natsu incatenando lo sguardo a quello di Lucy. “Non avrei mai
potuto Lu, tu sei
bellissima e ti desidero ma…”, arrossì
a quella confessione. “Io voglio che
avvenga soltanto se tu lo vuoi quanto me”.
Lucy sorrise,
accarezzandogli
delicatamente il viso. “Lo so, non temere Natsu. Ti conosco
troppo bene per
pensare che avresti mai potuto compiere un’azione tanto
terribile. Mi dispiace
soltanto averti trascinato qui, non ne usciremo
più”.
Natsu
sogghignò, lasciando Lucy e
si alzò dal letto, dirigendosi spedito verso la piccola
finestra che dava luce
alla cella. “Non hai notato che mancava qualcuno quando ci
siamo rivisti?”.
La maga
aggrottò le sopracciglia,
concentrata nello sforzo di ricordare, quando improvvisamente il suo
viso si
illuminò. “Happy!”.
“Esatto
Lu! Non sarò un genio ma il
mio istinto non sbaglia mai ed ero certo che quella Succuba mi stesse
trascinando in una trappola… però sapeva che
avevi perso le chiavi e che volevi
me al tuo fianco… gli altri non hanno capito, non sapevano
cosa mi avevi
confessato prima di scomparire, ma io ero certo che parlasse di te, non
potevo
restare a Magnolia! Happy ci ha seguiti da lontano per un tratto, poi
quando
abbiamo imboccato la strada che conduce a Wisteria è tornato
alla gilda”.
Lucy si
alzò per raggiungere Natsu
quando un colpo tremendo risuonò nell’aria,
andando a colpire le mura
dell’edificio. “Che succede?!”,
esclamò mentre finiva lunga distesa sul letto.
“Erza
e Mira sono arrivate”.
Erza e Mirajane
avevano preparato i
loro bagagli ed erano partite alla volta di Wisteria, muovendosi il
più in
fretta possibile. Il piccolo villaggio si raggiungeva in una sola
giornata di
cammino ma raccogliere informazioni sui loro nemici e decidere come
agire per
limitare al minimo i danni a loro stesse e a Natsu e Lucy, aveva
preteso più
tempo del previsto, così non avevano potuto lasciare la
gilda prima della sesta
mattina dalla partenza del loro compagno.
“Erza,
tu pensi che davvero quella
Succuba non si sia accorta che Happy la stava seguendo?”.
“Stai
tranquilla Mira. Happy ha
seguito le tracce di Natsu grazie al suo olfatto, non si è
mai avvicinato tanto
da farsi vedere né percepire con la magia”.
“Aye!”,
esclamò l’exceed azzurro
alle loro spalle.
“E tu
cosa fai qui?!”, esclamò
Erza, alquanto irritata. “Mi sembrava che fossimo
d’accordo che ci avresti
raggiunto più tardi assieme agli altri”.
“Natsu
non può combattere come
dovrebbe senza di me, devo venire con voi, adesso!”.
Mirajane sorrise
intenerita e
annuì. “Happy ha ragione, Erza. Portiamolo con
noi, sono sicura che Natsu le
stia prendendo senza di lui”.
Erza
sbuffò seccata, incrociando le
braccia al petto. “E va bene! Spero solo che non dovremo
pentircene, lo
metteremo nei guai!”.
Happy strinse le
zampette come se
avesse potuto stringere i pugni, e fissò Erza dritto negli
occhi. “Non sono
debole come pensi tu, vedrai!”.
Erza
sollevò un sopracciglio,
guardandolo stupita; una volta tornati tutti a Magnolia avrebbe dovuto
ripristinare un minimo di disciplina, Natsu e il suo exceed si
ribellavano
troppo da quando Lucy era scomparsa.
“E va
bene”, cedette. “Vieni con
noi”.
Titania riprese
il cammino, la
mente occupata da ciò che le aveva detto Makarov:
l’ordine era di lasciare che
Lucifer prendesse il corpo di Lucy, l’unico modo
perché fosse esiliata da
Earthland era che fosse la stessa maga degli Spiriti Stellari a
scacciarla
nella dimensione in cui si trovava anche Pravus; tuttavia, il rischio
che Lucy
perdesse per sempre coscienza di sé era alto ed Erza non
osava immaginare quale
avrebbe potuto essere la reazione di Natsu se l’avesse persa
di nuovo.
‘Possiamo solo sperare che Lucy sia forte
abbastanza’.
Le porte del
villaggio di Wisteria
la riscossero dai suoi pensieri e la desolazione che regnava
all’interno
dell’abitato li scacciò del tutto. “Cosa
succede qui?! Ero sicura che Wisteria
fosse un villaggio abitato”.
“Temo
che tutto questo sia opera di
Lucifer”, disse Mirajane mentre assumeva la forma del Satan
Soul. “Forse gli
abitanti sono stati scacciati oppure non sono riusciti a resistere al
suo
potere, ormai manifesto”.
Erza
equipaggiò l’Armatura del
Purgatorio, preparandosi a distruggere chiunque la ostacolasse.
“Cerchiamo
Natsu e Lucy”.
Mirajane
annuì incamminandosi
assieme a lei lungo la strada principale. Tutto era immobile, persino
il vento
evitava di soffiare; sembrava che il tempo si fosse congelato su
Wisteria. Man
mano che si avvicinavano alla casa in cui dimorava Lucifer, il potere
oscuro
che emanava si faceva più forte, tracciando come una pista
che le conducesse
dritte da lei.
Erza
impugnò l’enorme spada che
portava con sé, fissando le porte dell’edificio.
“Non credo che ci basterà
presentarci per essere accolte, Mira”. Disse scagliandovisi
contro nel
tentativo di abbatterle. ‘Il master aveva ragione sui nostri
poteri!’.
“Perché
cerchi di aprire quelle
porte, creiamone delle altre”, disse Mirajane serafica,
apprestandosi ad
attaccare. “Darkness Stream!”.
Le mura
tremavano sotto i colpi
tremendi delle maghe di Fairy Tail e non passarono che pochi minuti
prima che Succuba
e Incŭbo
uscissero per affrontarle.
“Bene,
bene”, disse Succuba
incrociando le braccia al petto. “Sembra che qui abbiamo
qualcuno che desidera
lasciare questo mondo prima dell’arrivo di Pravus”.
Incŭbo non disse una
sola parola,
limitandosi ad armarsi dell’enorme spadone che portava con
sé. “Non perdiamo
tempo Succuba. Lucifer non deve essere disturbata questa
notte”.
Mirajane
tornò con i piedi a terra,
avvicinandosi ad Erza. “Lei è mia, tu occupati del
bestione”.
“Sei
sicura?”.
“Sono
una maga di classe S di Fairy
Tail, Erza. Mi offendi se credi che non possa batterla”,
disse Mira mentre si
scagliava contro Succuba, impegnandola in una lotta che si
rivelò da subito
violenta e senza esclusione di colpi. “Soul
Extinction!”.
“Obscura
Clades!”.
I colpi delle
due si scontravano
sopra le teste di Erza e Incŭbo che non
avevano certo atteso prima di iniziare a combattere a loro volta,
facendo
cozzare le armi una contro l’altra, ognuno nel tentativo di
abbattere l’avversario.
Lucy aveva
raggiunto Natsu alla
finestra e osservava assieme a lui il combattimento. Era in ansia per
le sorti
delle sue nakama ma allo stesso tempo era stupita da quanto sembrassero
forti
in quel momento. ‘In fondo sono passati già sei
mesi da quando li ho visti l’ultima
volta… chissà quante cose sono
cambiate’, si disse voltandosi a guardare Natsu.
‘No, lui non è cambiato proprio!’.
“Natsu!”.
La voce di Happy li
raggiunse all’interno mentre l’exceed si librava in
volo davanti alle sbarre. “State
bene?”.
Il mago strinse
le sbarre
avvicinandosi il più possibile. “Stiamo bene Happy
ma tirateci fuori da qui, io
voglio combattere!”, esclamò eccitato come non
mai. “Quei due sembrano forti, li
voglio battere!”.
“Natsu…”,
sospirò sconsolata Lucy, il
movimento della testa a sottolineare la sua disapprovazione.
“Non è proprio
possibile, sei stato ferito gravemente e quei due potrebbero
ucciderti”.
“Il
master dice che Erza e Mira sono
le uniche che possono sconfiggerli, perché usano la Magia
Oscura”.
“Non
mi interessa!”. Natsu
strepitava, il corpo in fiamme alla sola idea di combattere contro
Succuba e
Incŭbo.
“Ho un
conto in sospeso con loro, hanno tenuto prigioniera Lucy per tutto
questo
tempo!”.
“Il
master ti ha mandato un
messaggio”, disse Happy come se non lo avesse proprio
sentito. Tirò fuori dalla
propria borsa un foglio, ripiegato su se stesso, e lo porse a Natsu
prima che l’onda
d’urto dell’ennesima esplosione lo scagliasse
lontano.
“Happy!”,
strillò Lucy tentando di
vedere dove fosse finito ma con scarsi risultati. “Happy!
Happy rispondi!”,
provò a chiamare, inutilmente.
Natsu le
prestò attenzione solo per
un momento prima di leggere il messaggio di Makarov; le mani gli
tremavano di
rabbia trattenuta quando giunse all’ultima parola. Non poteva
credere a quello
che il master gli stava chiedendo, lasciare che Lucifer prendesse il
corpo di
Lucy nella speranza che lei fosse abbastanza forte da scacciarla. E se
non
fosse stato così? Se Lucy, troppo provata dopo sei mesi di
prigionia, non fosse
riuscita nell’intento?
“Natsu…
ehi Natsu, mi rispondi?!”,
sbottò Lucy dopo averlo chiamato inutilmente per diversi
minuti. “Cosa dice il
messaggio?”.
Natsu si
voltò a guardare Lucy e l’abbracciò,
facendo bruciare il foglio fra le proprie mani. “Nulla di
importante”.
“Dimmi
la verità”, disse lei,
sorpresa dalla sua improvvisa tranquillità. “Cosa
c’era scritto di così
terribile?”.
“Ho
detto che non era importante!”,
sbuffò Natsu, stringendola più forte. Rifiutava
decisamente di ricorrere alla
soluzione proposta da Makarov. “Piuttosto dimmi, Lucifer ha
usato il tuo corpo
per diverso tempo, sai se esiste un modo per scacciarla da questo
mondo?”.
Lucy
annuì, scostandosi leggermente
dall’abbraccio per guardare in viso Natsu. “Esiste.
In questo momento non ha un
corpo, aleggia tra le mura di questa casa sotto forma di una
volontà maligna. Se
dopo questa fatidica notte la luce del mattino illuminasse la sua
sconfitta, si
dissolverebbe come neve al sole. Oppure…”,
abbassò gli occhi per qualche
istante. “Oppure dovrai uccidere il corpo
dell’ospite, Dragon Slayer”, disse
mostrando nuovamente a Natsu il suo sguardo cremisi.
***********************************************************************************************************
Buongiorno ^^
So di essere in
mostruoso ritardo e
non posso che chiedervi perdono per questa assenza prolungata
ç_ç Purtroppo, se
da un lato le cose in famiglia si stanno aggiustando, il che
è positivissimo,
dall’altro ci sono le operazioni di fine anno da compiere a
lavoro, quindi il
tempo a mia disposizione è sempre meno, scusate se ci metto
una vita ad
aggiornare ç_ç
Tornando al
capitolo, cosa ne
pensate? Siete abbastanza disperati per le sorti della nostra coppia di
maghi
preferita? Sappiate che il finale non è ancora scritto,
potrebbe finire in
molti modi… a ogni modo, questo capitolo mi convince anche
meno del precedente,
quindi… siate sincere se c’è qualcosa
che non vi torna oppure semplicemente non
vi piace, le critiche costruttive non mi offendono!
Beh, grazie come
sempre se avete
letto fin qui e retto i miei deliri, e grazie doppiamente se avrete
avuto la
bontà di lasciarmi un commentino!
|
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 ***
Lo stridore
delle lame che si
scontravano le riempiva le orecchie ma Erza non intendeva cedere: il
master le
aveva affidato un compito difficile e delicato, non lo avrebbe deluso
per nulla
al mondo. Sebbene Incŭbo fosse
senza dubbio un lottatore eccezionale, forte e agile nonostante la sua
stazza,
Titania non arretrava di un passo, non cedeva un millimetro al suo
avversario;
c’era troppo in gioco perché potesse permettersi
di fallire: Natsu e Lucy,
l’intera gilda e Earthland, che rischiava di cadere nelle
mani di qualcuno che
nessuno di loro avrebbe mai potuto fermare.
Un fendente di
Incŭbo le
sfiorò il volto, ricordandole
che non le erano concesse distrazioni, e tornò a
concentrarsi nello scontro con
una nuova determinazione nello sguardo, il desiderio immenso di
proteggere i
propri nakama da chiunque osasse minacciarli. La sua estrema sicurezza
non
sfuggì all’uomo, che si ritrovò a
combattere contro qualcuno di totalmente
differente rispetto a qualche minuto prima; Titania era forte, molto
forte, e
la sua tecnica era perfetta ma tutto questo non sarebbe bastato certo a
sconfiggerlo: la luce che aveva adesso nello sguardo, però,
fece vacillare per
qualche istante le sue sicurezze, portandolo per la prima volta nella
sua
eterna esistenza, a provare timore davanti a un avversario.
Una veloce
occhiata sopra la sua
testa confermò a Erza che non aveva da temere per le sorti
di Mirajane. Nella
forma donatale dal Satan Soul non differiva poi molto da Succuba, per
poteri e
carattere, e ostentava una sicurezza che irritava non poco la donna.
“E
allora, è tutto qui quello che
sanno fare i servi di Pravus?”, chiese, le braccia conserte
mentre si librava
in aria di fronte a Succuba.
“Non
provocarmi ragazzina, non sai
di cosa sono capace!”.
“E
allora mostramelo”.
“L’hai
voluto tu”, sibilò Succuba
scagliandosi contro Mirajane e afferrandola alle spalle.
“L’oscurità ti
intrappolerà fino a toglierti persino il respiro dai
polmoni! Obscura Captio!”.
Mira
spalancò la bocca in cerca di
ossigeno, dimenandosi nel tentativo di liberarsi della stretta di
Succuba; il
suo respiro si trasformò in un rantolo fino a quando
proruppe in una risata
sinistra. “Davvero… stai scherzando? Evil
Explosion!”. Esclamò scagliando
lontano Succuba. “Non avreste dovuto mettervi contro Fairy
Tail”.
Natsu
arretrò di un passo,
lasciando andare Lucy. “Di nuovo tu!”,
esclamò vedendo gli occhi rossi di
Lucifer brillare sinistramente. “Quante volte devo ripeterti
che devi lasciar
stare Lucy?!”.
Lucifer rise,
divertita come mai
dalle parole di Natsu. Non credeva che dopo essere scampato per un pelo
alla
morte per mano sua, avesse ancora il coraggio di sfidarla e
controbattere.
Senza dubbio la scelta era stata appropriata, quel mago era abbastanza
potente
da aprire la strada a Pravus.
“E
quante volte devo ripeterti, io,
che il corpo della tua bella mi
serve? Te l’ho detto, ci sono solo due modi per far
sì che io la lasci: che la
liberi di mia volontà, il che è impossibile,
è ovvio; oppure che il corpo
ospite venga ucciso, costringendomi a cercarne un altro. Sei disposto
ad
arrivare a tanto?”.
Natsu strinse i
pugni, i denti
digrignati in un ruggito che, sordo, risuonava fra le pareti. Ferire
Lucy era
qualcosa che nemmeno nei suoi incubi peggiori si era mai verificata;
desiderava
soltanto proteggerla, come un fiore delicato da mettere al sicuro dalle
intemperie che avrebbero potuto sciuparne la bellezza e il tenue
profumo.
Vedere il suo corpo privo di vita e sapere di esserne la causa, gli
sarebbe
costato la ragione, Natsu lo sapeva: ma un mondo senza Lucy non
meritava di
essere vissuto.
“L’ultima
cosa che desidero è fare
del male a Lucy. Però”, disse infine,
“se resta l’unico modo per salvarla da te
posso colpirla con tutte le mie forze, non ti lascerò
giocare come vuoi con lei!”.
Lucifer assunse
la posizione di
guardia, uno scintillio divertito in quello sguardo così
rosso da rivaleggiare
con le fiamme di un drago. “Non credo proprio che avrai mai
il coraggio di
ucciderla”.
Natsu si
fissò le mani, attorno
alle quali cominciava a formarsi del fuoco. Una piccola stilla salata
le
raggiunse, evaporando come si erano dissolti la gioia e il sollievo che
aveva
provato quella mattina ritrovando Lucy accanto a sé. Sapeva
che lei non avrebbe
mai desiderato lasciarlo ma era certo anche del fatto che non avrebbe
mai
voluto essere il mezzo tramite cui Lucifer lo avrebbe eliminato;
piuttosto che
sporcarle la coscienza a quel modo, avrebbe preso su di sé
il peso di aver
tolto la vita alla persona che contava di più.
“Karyū no
Tekken!”, esclamò, e prima di
avere il tempo di pentirsene, aveva scagliato Lucy contro la parete
opposta.
“Pensi
davvero che possano
riuscire?”. Porlyusica raggiunse alle spalle Makarov,
osservando assieme a lui
il tramonto che incendiava il cielo di tutte le sfumature del rosso.
“Lucifer è
troppo potente perché possa essere sconfitta se riuscisse ad
appropriarsi del
corpo della ragazza”.
“Lucy
ha un cuore saldo e un’anima
forte. Non lascerà che Lucifer apra i portali che
ricondurranno Pravus su
Earthland”.
“Sai
bene quale sarebbe la
soluzione più sicura e veloce”.
Makarov si
rivolse con calma a
Porlyusica, nonostante il suo animo fosse in subbuglio.
“Uccidere Lucy non è la
soluzione”.
“E
cosa ne pensa il tuo pupillo?”.
Il vecchio
master tacque, oppresso
da un’inquietudine che non sapeva spiegare. Non era pena per
le sorti di Erza e
Mirajane, che avrebbero avuto la meglio su Succuba e Incŭbo era una
certezza per lui, e non
temeva nemmeno che Lucifer l’avesse vinta alla fine, tanta
era la fiducia che
nutriva verso i suoi ragazzi.
Ma nel momento
in cui il suo
pensiero si spostava su Natsu e Lucy, il peso sul suo cuore diventava
tanto
opprimente da togliergli il respiro: sentiva come un oscuro presagio
riguardo
le sorti dei due ragazzi, la paura terribile che avrebbe finito col
perderli,
impotente davanti al destino.
‘Natsu…
spero solo che tu prenda la
decisione giusta’.
Lucifer si
rialzò a fatica dopo
l’ennesimo colpo di Natsu. Cominciava a dubitare che il corpo
di Lucy fosse
stata una buona scelta, dal momento che il mago non esitava a colpirlo
con
tutte le sue forze; ed era certa che se avesse condiviso le sensazioni
della
ragazza avrebbe sentito molto dolore.
“Allora?”,
la voce di Natsu la
riportò bruscamente alla realtà. “Hai
capito che devi lasciare il suo corpo, si
o no?”.
Lucifer si
passò il dorso della
mano sul viso, pulendo il sangue che fuoriusciva da una ferita sulla
fronte e
Natsu sentì una morsa allo stomaco a quel gesto, sapendo di
essere stato lui a
provocarle quel taglio. Lei sogghignò divertita, scuotendo
la testa.
“Piuttosto
che lasciarla, lascerò
che tu la uccida. Voglio proprio vedere se avrai il coraggio di
fa…”.
Natsu la
interruppe colpendola con
un poderoso pugno nello stomaco che spezzò il respiro di
Lucy.
“Umpf…
l’hai rotta”, disse Lucifer
prima che un fiotto di sangue le salisse alla gola, colando lungo le
labbra.
I suoi occhi
persero quel demoniaco
colore rosso per tornare al caldo nocciola dello sguardo di Lucy e le
sue
labbra si stirarono in un tenue sorriso prima che crollasse fra le
braccia del
mago. Natsu la sorresse prontamente, inginocchiandosi per distenderla
sul
pavimento; respirava appena, le palpebre abbassate a nascondere quelle
iridi
che lui tanto amava.
“Lu…”.
Un singhiozzo gli sfuggì
dalle labbra mentre si chinava fino a sfiorarle la fronte con la
propria. “Scusami…
perdonami almeno tu, perché io non potrò
mai”.
“Natsu…
ti prego, non piangere…”,
biascicò Lucy sfiorandogli il viso con la mano.
“E’… è molto meglio
così…”.
“No…
no, non è meglio così! E non
azzardarti a lasciarti andare, sei viva e devi restarlo!”.
Lucy
accennò un sorriso mentre gli
occhi le si riempivano di lacrime, gocce salate che lasciavano scie di
fuoco
sulla sua pelle abrasa e ferita. “Lucifer mi ha…
liberata perché non posso… non
posso sopravvivere… lasciami andare, Natsu”.
Natsu scosse
lievemente il capo, i
denti digrignati nell’inutile tentativo di sopportare quella
sofferenza che gli
stava strappando il cuore con le sue dita adunche. “No, non
chiedermi questo,
io non posso! Non posso andare avanti senza di te, non posso fare
niente senza
di te!”.
Il sorriso di
Lucy si fece più
largo per qualche istante durante il quale rivolse uno sguardo
significativamente caldo al ragazzo che la teneva fra le braccia.
“Ti amo… Natsu…”,
sussurrò prima di chiudere gli occhi mentre la mano che
aveva tenuto sul suo
viso ricadeva a terra, inerte.
“Ti
amo anch’io Lu… Lu? Lucy!”.
Il Dragon Slayer
scrollò
inutilmente Lucy per diversi minuti, fin quando non dovette arrendersi
all’evidenza:
un lungo, furente ruggito di dolore gli riempì la gola,
risuonando fra le mura
dell’edificio e riempiendo l’aria di tempesta.
***********************************************************************************************************
Ce
l’ho fatta finalmente!
Che posso dirvi,
molto breve ma
intenso secondo me… non lo so nemmeno io da dove mi
è uscita questa cosa così
triste ç_ç Credo dipenda dal mio stato
d’animo, prometto che non scriverò più
se non sarò tranquilla ç_ç
A questo punto
manca solo l’epilogo
ç_ç
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Capitolo 8 *** Epilogo ***
Oook…
prima che iniziate la
lettura, voglio soltanto premettere che l’epilogo era
già stato scritto prima
che fosse lasciata la prima
recensione al capitolo 7; nessuna di voi mi ha influenzata in nessun
modo,
qualcuna sarà forse delusa, qualcun’altra
soddisfatta, mi direte voi! Buona
lettura :)
***********************************************************************************************************
Ormai sono
passati sei mesi da quel
maledetto giorno.
Sei mesi per
cercare di perdonarmi.
Ma non ci sono riuscito.
Erza e Mirajane
hanno sconfitto
senza poi troppe difficoltà Succuba e Incŭbo e hanno
distrutto quasi tutta la
casa per poterci trovare. Io ero lì, immobile, la tenevo fra
le braccia e ho
rifiutato di lasciarla andare persino quando hanno tentato di
portarmela via.
Erza mi
minacciava, Mira tentava di
convincermi con le buone e Happy non faceva che piangere, pregandomi di
lasciarla andare ma io non potevo! Se l’avessi lasciata avrei
dovuto accettare
il fatto che non fosse più con me, che avevo fallito
miseramente quando avrei
dovuto salvarla dall’incubo nel quale era precipitata per
colpa mia.
“Natsu!
Lascia che portiamo via Lucy, non puoi tenerla qui per
sempre”.
Erza
insisteva, tentava di staccare Natsu dal corpo di Lucy ma era tutto
inutile: chino su di lei, il viso nascosto contro il suo petto, non
intendeva
lasciarla né muoversi.
Titania
stese una mano a toccare il viso della giovane maga degli Spiriti
Stellari, costatando che diventava più freddo a ogni minuto
che passava; aveva
fallito. Era partita certa di riuscire, di ottenere la vittoria e
riportare a
casa i suoi nakama ma non era stato così. Aveva impiegato
troppo tempo per
sconfiggere Incŭbo
e aveva perso Lucy.
“Natsu
ti prego… andiamo a casa…”,
piagnucolò Happy posando una zampina
su una gamba del mago. “Portiamo Lucy a Magnolia”.
“No”,
disse infine Natsu. “Andate via. Lasciatemi solo con
lei”.
Mirajane,
riacquistate le sue sembianze, si inginocchiò davanti a
Natsu,
posandogli una mano sulla testa. “Natsu… sappiamo
bene quanto sia diff…”.
“No,
non lo sapete!”, ringhiò Natsu rialzando la testa
di scatto. Era
stravolto, aveva il viso e gli occhi arrossati dal pianto e i
lineamenti distrutti
dal dolore. “Nessuno di voi può sapere,
l’ho uccisa io! Sono stato io a
colpirla a morte, le ho scatenato contro tutto il mio potere! Sapevo
che non
poteva sopravvivere a un mio attacco diretto ma l’ho fatto lo
stesso…”.
Erza
sbarrò gli occhi a quelle parole mentre Mira portava le mani
a
soffocare il grido che le era affiorato alle labbra; Natsu aveva
ragione, non
potevano immaginare quanto fosse atroce per lui, quanto stesse
soffrendo e si
stesse maledicendo per ciò che era stato costretto a fare.
Happy singhiozzava,
le zampette posate sulle orecchie abbassate.
“Ma…
Lucy stava sorridendo…”, riuscì a dire
l’exceed tra i singulti. “Lei
non era arrabbiata con te…”.
Natsu
trovò il coraggio di guardare il viso di Lucy e
scoprì che Happy
diceva il vero: sorrideva, nella maniera più dolce che
avesse mai visto.
“Perché
sorrideva?”.
“Lei
ti amava, Natsu”, intervenne la maga albina. “Era
felice di essere
di nuovo con te, dopo tanto tempo; anche se sapeva che stava per
morire. Riesci
a immaginare un modo più dolce di andarsene che fra le
braccia della persona
che si ama?”.
“Lei
non doveva morire. È tutta colpa mia, dovevo eseguire gli
ordini del
master invece di fare di testa mia… faccio sempre di testa
mia e Lucy ne ha
pagato le conseguenze. È colpa mia”.
Sì,
è stata tutta colpa mia. Se
quella mattina, quando mi ha confessato cosa provava per me, non avessi
esitato, non l’avessi lasciata correre via con quello sguardo
arrabbiato e la
promessa di farmela pagare al suo ritorno… se fossi stato
più deciso, tutto
questo non sarebbe accaduto, lei non avrebbe sofferto così
tanto.
Il rimorso, che
mi logorava nei
primi mesi, si sta lentamente attenuando. Porlyusica dice che
è normale, il mio
cervello tenta di difendersi o qualcosa di simile, non ci ho capito
molto… io
non voglio dimenticare quello che ho fatto, mi serve come monito,
perché non si
ripeta mai più.
Il tramonto che
sto guardando senza
realmente vederlo, è rosso, più rosso del sangue,
più rosso di quei maledetti
occhi che ci hanno fatto tanto male.
Mi passo le mani
sul viso, stanco
di tutto quel pensare e rimuginare quando sento delle braccia sottili
cingermi
la vita da dietro, e una guancia poggiarsi sulla mia schiena. Mi volto
nel suo
abbraccio, stringendola a me e poso il mento sui suoi capelli chiari, a
cui il sole
morente dona insoliti riflessi.
Lei è
la mia salvezza, il mio solo
appiglio quando la disperazione si fa opprimente, e grazie a lei accade
sempre
più raramente che lo sconforto mi prenda il cuore; stasera
è successo di nuovo
e lei lo ha capito, lo capisce sempre: corre da me, mi abbraccia e con
la sua
presenza mi ridona la serenità.
“A
cosa stavi pensando, Natsu?”.
Lo sa bene,
eppure lo chiede lo
stesso.
“Sei
mesi fa… non riesco a
dimenticare”.
Mentirle sarebbe
inutile, mi
conosce meglio di chiunque altro.
“Non
è stata colpa tua. Non avresti
potuto impedirlo comunque”.
“Sì
che avrei potuto. Se fossi
stato più forte, se avessi creduto che fosse possibile
scacciarla come il
master ci aveva chiesto… se non avessi mancato di fiducia,
non avrei dovuto togliere
la vita alla persona più importante per me”.
Scuote la testa
e mi guarda, mi
fissa dritto negli occhi mentre la sua mano raggiunge prontamente il
mio viso;
non potrei più fare a meno di queste carezze.
“Lucifer…
lei era troppo potente.
Nessuno di noi avrebbe mai potuto sconfiggerla, tanto meno seguendo la
strategia del master… è stato troppo
fiducioso”.
“Non
è stato troppo fiducioso, tu
avresti potuto, Lu! Se avessi fatto ciò che lui mi chiedeva
non avrei dovuto
farti del male, non vivrei con questo rimorso che mi divora
l’anima!”.
Sorride, gli
occhi nocciola lucidi
di gioia. Mi ama, lo so bene, non manca mai di dimostrarmelo e se anche
non lo
facesse con tutti quei piccoli gesti che mi riempiono la giornata,
basterebbe
il suo sorriso a convincermene.
“Io
sono qui, però, Natsu. Puoi
smetterla di tormentarti per qualcosa che non ha avuto conseguenze?
Siamo
insieme, è questo che conta di più, non
trovi?”.
Già,
siamo insieme. Ignoriamo come
sia possibile ma Lucy è viva, vive con me, posso toccarla,
abbracciarla,
baciarla, fare l’amore con lei… e non per il folle
proposito di un’oscura
entità, no, è perché la amo ed
è il modo più sincero di dimostrarglielo.
I
maghi di Fairy Tail lasciarono Wisteria all’alba per tornare
a
Magnolia. Gli abitanti del piccolo villaggio sembravano essersi ripresi
da una
sorta di torpore e non facevano che chiedersi cosa fosse accaduto alla
casa
della signorina Angĕlus
e soprattutto dove fosse finita lei.
Natsu
e gli altri non avevano idea di dove fossero fuggiti Lucifer e i suoi
sottoposti e non intendevano certo scoprirlo; a quel punto, speravano
soltanto
di non rivederli mai più. Avrebbero voluto soltanto
dimenticare quella brutta
avventura ma non era possibile farlo quando Natsu portava fra le
braccia il
corpo senza vita di Lucy.
Erza
e Mira avevano inutilmente tentato di convincerlo a trasportarla in
un’altra maniera, sostenendo che si sarebbe stancato: in
nessun modo era stato
possibile persuaderlo, intendeva tenerla fra le braccia il
più a lungo
possibile aveva detto.
Quando
giunsero alla fine del sentiero che dalle montagne di Wisteria
scendeva fino alla Foresta Orientale di Magnolia, Natsu si
fermò, fissando il
viso di Lucy.
“Cosa
c’è Natsu?”, chiese Mira voltandosi a
guardarlo.
“L-Lucy…
lei è calda”.
Erza
trattenne un sospiro, avvicinandosi a lui. Era certa che il dolore
lo stesse facendo sragionare e non era un buon segno.
“Natsu”, disse mentre
posava una mano sul viso di Lucy. “Non
può… Mira, vieni qui! Natsu ha ragione,
si sta scaldando!”.
Mirajane
si avvicinò di corsa e mise entrambe le mani sul viso di
Lucy.
“E’… è viva?”,
chiese esitante.
Natsu
la guardava, aspettando che aprisse gli occhi, quando al battito
furioso del suo cuore ne rispose un altro, lento ma regolare; il cuore
di Lucy,
che era stretta contro di lui, accelerò di colpo e la
ragazza spalancò gli
occhi, prendendo aria come se risalisse da una lunga apnea.
Si
guardò intorno per qualche momento, confusa e spaesata da
ciò che la
circondava, fin quando il suo sguardo si fermò sul viso
preoccupato e addolorato
di Natsu.
“Natsu!”,
esclamò sollevando il busto per potergli stringere le
braccia
al collo. “Natsu… non lasciarmi più, ti
prego… ti prego”.
Il
mago la strinse convulsamente, crollando sulle ginocchia per il
sollievo. “Lucy… ero sicuro che… che
non avrei più…”. Si interruppe, troppo
provato per rivelarle che era stato certo di non riaverla accanto a
sé. “Ma non
succederà più, tu resterai sempre con me da oggi
in poi”.
Le
prese il viso fra le mani, accarezzandolo come se temesse di vederlo
svanire da un momento all’altro e lei gli rivolse uno dei
suoi sorrisi più
belli mentre si avvicinava ancora, sfiorandogli le labbra con le sue,
coinvolgendolo in un bacio colmo di sollievo.
Erza
afferrò per le braccia Happy e Mira e li trascinò
via con sé,
percorrendo velocemente il sentiero nel bosco. Era felice che alla fine
i suoi
nakama fossero entrambi salvi e anche se non riusciva a spiegarsi come
potesse
Lucy essere ancora viva, al momento poteva soltanto lasciarli soli.
Un sorriso mi
incurva le labbra al
pensiero delle decine di spiegazioni proposte dai nostri nakama quando
abbiamo
rivelato a tutti cosa fosse successo; qualcuno ha addirittura
azzardato che
Igneel, anche se lontano, abbia comunque tentato di aiutarmi e
proteggermi
restituendo la vita a Lucy.
Il master
è convinto che si tratti
di un effetto residuo del Fairy Sphere; Porlyusica continua a ripetere
che
certamente si è trattato di morte apparente e che Lucy in
realtà non è mai
mancata. La mia piccola maga dice che dev’essere stato
qualche araldo
dell’entità che anticamente si oppose a Pravus:
secondo lei è stato un
tentativo di porre rimedio alle malvagità perpetrate da
Lucifer e i suoi
sottoposti in nome del loro signore.
A me non
interessa sapere come sia
possibile. Ciò che è importante, è che
Lucy sia con me e che ci resterà per
sempre perché non lascerò che accada
qualcos’altro che possa portarla via da
me.
Lei è
l’aria che respiro, il vero
sole che illumina la mia vita, e l’amore che provo per lei
è la forza più
dirompente che alimenta le mie fiamme. La amo e sento il bisogno di
ripeterglielo più spesso che posso.
“Ti
amo Lu”.
L’ho
detto anche adesso.
Il suo sorriso
si fa più largo,
preludio alla sua risposta, la frase che preferisco.
“Ti
amo Natsu”.
E’
scalza, così si alza sulle punte
per potermi baciare ma dispettosamente tiro indietro la testa, ridendo
della
sua espressione da bambina imbronciata.
Mi scuso con
un’occhiata prima di
prendere possesso delle sue labbra, con prepotenza; le trovo
sorridenti,
nonostante tentasse di tenermi il broncio.
Sa che non
potrei mai rifiutare il
suo amore, mi è necessario e amarla era ineluttabile, sin da
quando l’ho
portata a Fairy Tail, nella mia gilda e in breve tempo anche nel mio
cuore.
Amarci
è semplicemente un’esigenza.
***********************************************************************************************************
Bene, bene,
eccoci arrivate alla
fine della storia, non troppo lunga secondo i miei soliti standard su
Fairy
Tail!
Mi sono sentita
un po’ in colpa a
farvi piangere con lo scorso capitolo (è per questo che sono
stata un po’
frettolosa a postare la conclusione) ma anche se non potevo dirvi
nulla,
speravo di risollevarvi il morale con questo epilogo, molto, molto OOC
penso. Ci
sono riuscita? Sono riuscita a farvi credere, anche solo per qualche rigo, che lei fosse Lisanna? E soprattutto, vi è piaciuto questo tipo di
narrazione che
amalgama passato e presente, alternandoli?
Io posso solo
ringraziare
tantissimo tutte voi che mi avete seguita, recensita e anche solo
letta, avere
un’opinione è fondamentale per chi scrive, o
almeno lo è per me! Quindi,
grazie, grazie mille e alla prossima avventura insieme!
Prima che mi
dimentichi… un paio di
chicche che mi hanno mandata in visibilio in quanto NaLu convinta e che
voglio
condividere con voi:
1. Avete
già visto la locandina del
movie di FT in uscita ad Agosto prossimo? Natsu che abbraccia stretta,
stretta
Lucy *-*?
2. Per chi segue
l’anime, le
guardate le anticipazioni dell’episodio successivo? Nella
preview del 113, un
dialogo tra Happy e Natsu, è pressappoco questo:
H:
“Hai qualcos’altro in mentre
oltre che mangiare, dormire e combattere?”
N:
“Certo che sì! Sgattaiolare
nella casa di Lucy, fare scherzetti a Lucy, Lucy…”
H:
“Credo che andrà avanti per un
po’”.
Personalmente mi
ha mandata in
estasi, in pratica Natsu ha in mente solo Lucy XD
Deliri personali
a parte, alla
prossima ragazze, baci <3
|
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