Just look at me.

di Ayame Chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Just look at me. ***
Capitolo 2: *** Just look at me. (2) ***



Capitolo 1
*** Just look at me. ***


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Lui è sempre stato così.
Dolce, sempre allegro e pieno di energie.
Ogni volta che sorrideva nasceva una farfalla.
Ormai lo conosco bene e gli sono sempre stato accanto, l'ho sempre aiutato e appoggiato ma dato il suo carattere non ne aveva quasi mai bisogno.
Era amico con tutti ma allo stesso tempo teneva gli altri alla larga, mi aveva sempre detto che erano delle amicizie superficiali.
Non gli piaceva quando una persona invadeva troppo la sua privacy, l'unico che poteva farlo sono io.
L'ho sempre ammirato, desiderato, venerato e amato.
E lui è all'oscuro di tutto.
— Fai "aaah".
— No.
— Daaaai. mi disse con lo sguardo da cucciolo.
Era semplicemente adorabile, sembrava un gattino. I suoi capelli neri sono morbidi e lisci, come il pello di un gattino e quando ti guardava con quei grandi pozzi neri ti veniva da coccolarlo.
— Ma non sono un bimbo.
— Dai Al, è solo un pezzo di cioccolato.
Avvicinò la mano alle mie labbra che erano ancora chiuse.
Sospirai prendendolo per il polso.
"No" significava "no".
— Allora me la mangio tutta io. sbuffò guardandomi.
Mi guardai intorno.
Non c'era nessuno vicino.
Aprii la bocca e vidi Leo sorride mentre portava il cioccolato tra le mie labbra.
Come punizione gli avevo morso anche il dito e lui mi fece la linguaccia per poi sorridermi.
Odiavo quando mi faceva comportare come un bambino.
— Buona?
Annuii assaggiando il pezzo di cioccolato.
Iniziò a magiare anche lui, leccandosi ogni tanto le dita.
Non credo che se ne rendeva conto di quando poteva essere seducente quel gesto ma io ero impassibile davanti a lui.
Lo sono sempre stato, ho sempre cercato di comportarmi normalmente da quando avevo iniziato a rendermi conto di cosa provavo per lui.
— Forse dovremmo ritornare in classe.
La sua voce era bassa, evidentemente non voleva fare lezioni.
— Già... è stata una delle più lunghe pauze pranzo della mia vita. dissi alzandomi.
Di solito a ricreazione noi si andava a mangiare nel giardino dietro la scuola perchè è sempre vuoto.
Leo è sempre stato uno dei più bei ragazzi della scuola, a differenza mia che ero sempre visto come il suo bodyguard. E' sempre assalito dalla gente e mi sembra giusto doverlo proteggere.
Quel giardino era come un nascondiglio per noi e mi piaceva l'idea di averlo ogni tanto solo per me.
— Non dire così... poi disse ancora qualcosa sottovoce ma non lo sentii perchè io mi ero già avviato verso la nostra classe.
Mi fermai un attimo notando che Leo non mi seguiva.
Aveva lo sguardo in basso e era ancora seduto sulla panchina dove avevamo pranzato.
Avevo voglia di andare da lui, abbracciarlo e chiedergli cosa gli era preso ma non potevo farlo.
Rischiavo di rovinare un'amicizia di ben sei anni e avevo paura della sua reazione se gli avessi detto che sono gay.
Aprii la bocca per chiedergli se voleva venire ma non durò molto che si alzò avvicinandosi e sorridendomi come se non fosse successo niente ma potevo vedere un velo di tristezza nei suoi occhi e in quello momente il mio cuore perse un battito.
Quelli occhi non dovevano mai essere tristi!
Non volevo indagare ora, dopo scuola dovevamo andare a casa sua per un proggetto e avevo tutto il tempo a disposizione per scoprire cosa aveva.
Gli misi una mano sulla testa scompigliandogli un pò i capelli.
Ridacchiò arrossendo. Gli faceva sempre queto effetto e io adoravo poterlo toccare anche solo per un pò.
Appena arrivati in classe le ragazze si avvicinarono ai nostri banchi, evidentemente per parlare con il mio moro e ignorando me.
Non mi intromettevo mai nelle sue discussioni, ero solo attento che non gli faccesse male o altro.
Guardai alla mia sinistra.
Persino il muro mi sembrava più interessante delle ragazze che parlavano con lui.
Dopo che finirono le lezioni mi alzai aspettando che Leo si mettesse le cose nello zaino.
— Che noia. sbuffò mentre metteva l'astuccio nello zaino quasi a rallentatore.
— Sei tu che sei pigro.
Finì lo zaino e mi fece la linguarccia.
Io sorrissi mentre imprecavo mentalmente perchè mi era venuto l'instinto di avvicinarmi e baciarlo per vedere se poteva fare qualcos'altro con quella lingua.
Appena usciti dalla porta della scuola lui fu circondato da un gruppo di persone a me estranee.
Restai in disparte aspettando Leo. Dovevamo andare insieme a casa sua.
Sorrideva e parlava agitando le mani in una maniera incredibile e rideva pure.
Ora volevo solo estermire quel gruppetto così me lo avrebbero lasciato in pace ma poco dopo lo vidi avviccinarsi a me dandomi un bacio sulla guancia.
— Allora Al, ci si vede domani a scuola. disse senza aspettare risposta e andò di nuovo da quel gruppo.
Notai che due ragazze lo presero per le braccia mentre camminavano accanto a lui.
Io non potevo fare altro che guardare come il mio amore se ne andava, troppo preso dalle sue ammiratrici per notare anche me.
Anche io sono un suo ammiratore, molto vicino a lui ma troppo lontano dal suo cuore.

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Capitolo 2
*** Just look at me. (2) ***


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Guardai Al.
E' un ragazzo intelligente e poco socievole ma io lo adoro così com'è perchè lui c'è sempre per me.
Non mi ricordo nemmeno com'era la mia vita prima di incontrare lui.
Sento di conoscerlo da un vita e mi protegge spesso, è il mio angelo custode.
Presi un pezzo di cioccolato. Avevo sempre con me una tavoletta perchè io la amo, non resisto senza.
— Fai "aaah".
— No. rispose deciso ma io non demordo.
— Daaaai. cercai di farlo sciogliere facendo lo sguardo da cucciolo.
Lui sembrò pensarci un pò e io sorrisi.
— Ma non sono un bambino. disse alla fine.
— Dai Al, è solo un pezzo di cioccolato.
Avvicinai lentamente la mano alle sue labbra e lui mi prese per il polso.
Quel tocco mi mandò un brivido in tutto il corpo ma cercai di non scompormi.
— Allora me la mangio tutta io. sbuffai guardandolo.
Si guardava intorno.
Non capivo perchè si vergognava a farsi vedere.
Lo imboccai mettendogli il pezzo di cioccolato tra le labbra e mi morse il dito.
Ritirai subito la mano sorridendo.
— Buona? chiesi e lo vidi annuire.
Iniziai a mangiare anche io quello che mi aveva rimasto.
Era così buona che ogni tanto mi leccavo le dita sporche di cioccolato.
— Forse dovremmo ritornare in classe. dissi a voce bassa guardandolo.
Mi sembrava stanco, forse si annoiava a stare qui con me.
— Già... è stata una delle più lunghe pauze pranzo della mia vita. e si alzò.
Le sue parole mi arrivarono come un pugnale nel petto.
Non avevo mai creduto che si sarebbe stancato di me ma evidentemente non tutto durava per sempre.
— Non dire così... fa male. e se ne andò ignorandomi.
Le lacrime volevano uscire e gli occhi mi pungevano.
Io tenevo tanto a lui, le sue parole e le sue piccole attenzioni erano le cose a cui tenevo di più ma ultimamente sembra più distante.
Diceva delle cose, forse anche incoscientemente, che facevano male... facevano dannatamente male.
Lo vidi fermarsi quindi mi alzai e andai da lui sorridendo come se non fosse successo niente, anche se avevo come un pietra sul petto e questa sensasione non voleva andarsene.
Mi parve un pò preoccupato ma mi mise una mano sulla testa scompigliandomi i capelli.
Ridacchiai sentendomi le guancie andare a fuoco.
Amavo quando faceva così, era come se mi trasmettesse quando teneva a me solo con quel piccolo gesto.
Appena arrivati in classe un monte di ragazze arrivarono al nostro banco.
Odiavo quando ero nel centro dell'attenzione e spesso non capivo perchè tutte arrivavano da me.
Vidi Al spostare lo sguardo verso sinistra, evidentemente scocciato da tutte quelle ragazze ma io non ci potevo fare niente.
Speravo davvero che non mi odiava per questo.
Dopo che finirono le lezione iniziai a mette la mia roba nello zaino.
— Che noia. sbuffai muovendomi lentamente per prolungare il mio tempo con Al.
Volevo stare di più con lui ma mi sembrava quasi annoiato della mia presenza.
— Sei tu che sei pigro. mi disse e gli feci la linguaccia.
Che stupido!
Appena uscii dalla porta della scuola fui di nuovo circondato da un gruppo di ragazze, molte di loro abitavano sulla mia stessa strada.
Mi chiesero se potevano venire con me e io dissi di si vedendo che Al si allontanava da me sempre di più.
Se ne stava in disparte guardandomi.
Perchè diamine non vieni e mi prendi per un braccio dicendo che mi avresti compagnato tu?
Sospirai e andai da lui baciandolo su una guancia.
— Allora Al, ci si vede domani a scuola. dissi e me ne andai senza aspettare la sua risposta.
Avevo paura che le sue parole potessero di nuovo farmi male.
Aveo l'instinto di girarmi e guardare se lui se n'era andato ma fui prese per le braccia da due ragazze.
Non ascoltavo nemmeno quello che mi dicevano.
Quello di cui mi resi conto è che dovevo dimenticarlo.
Ormai non potevo continuare così... mi faceva male stare accanto a lui e sapere che siamo solo amici.
Mi si spezza il cuore quando anche delle sue semplici parole  potevano farmi piangere e voglio quasi morire quando le possibilità di stare insieme a lui sono zero perchè il suo atteggiamento indica solo che mi vuole bene come a un fratellino.



Spero vi sia piaciuta, addios! (lo so, sono cattiva xD)
Aya-chan

 

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