L' ALCHIMISTA DELLA LUNA

di red soul
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** DOLORE ***
Capitolo 3: *** UNO SCAMBIO EQUIVALENTE ***
Capitolo 4: *** LA SCELTA ***
Capitolo 5: *** PROTESI D'ACCIAIO E OCCHI DI GHIACCIO ***
Capitolo 6: *** DIETRO IL SOLE DAVANTI LA LUNA ***
Capitolo 7: *** IL MAESTRO ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***


Per ottenere qualcosa è necessario sacrificare qualcos'altro che abbia il medesimo valore.
"questo è il principio dell'alchimia, ma ricorda è anche il segreto della vita."
Me lo diceva sempre.
Ogni volta che mi spiegava qualcosa, anche se non centrava niente con il discorso che stavamo facendo.
Quando non mi allenavo mi piaceva andare nel suo studio e guardarla mentre si esercitava o faceva ricerche, qualche volta mi spiegava i suoi appunti e si stupiva quando capivo qualcosa: erano cose molto difficili, soprattutto per una bambina di 6 anni. Ma l'alchimia divenne la mia passione e spesso rubavo il libri di mia madre e li leggevo con attenzione assimilando i contenuti.
Quando leggevo quella roba ero in paradiso.
Ma durò poco mia madre dopo la nascita di mia sorella, morì e mio padre , il capo clan bruciò tutti i suoi appunti e i suoi testi.
Per impedirmi di studiare l' alchimia.
Per impedirmi di diventare come mia madre.
Per fare di me una ninja.
Ma io non sono mai stata all'altezza della casata principale, persino la mia sorellina mi batteva.
Mi dicevano che ero una fallita.
Mi sentivo una fallita.
Quando conobbi Naruto fu come vedere il sole per la prima volta.
La sua luce mi colpì subito.
Me ne innamorai all'istante.
Ma lui non amava me.
Amava Sakura.
Quando si misero insieme io mi sentii una fallita, una perdente.
Di nuovo.
Avevo perso il mio sole.
Non potevo più brillare.
Perchè io sono come la luna non emetto una luce mia, la devo riflettere.
Oppure potevo cambiare le cose?

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Capitolo 2
*** DOLORE ***


Dolore.
Questo provai quando persi mia madre.
Questo provai quando persi Naruto.
Non volevo più provare dolore.
Per farlo dovevo proteggere l'ultima cosa che mi rimaneva : i miei amici, i miei compagni, Kiba e Shino.

-Allora Hinata ti sbrighi?-
-Arrivo!-
Uscii da casa correndo e subito mi sentii meglio, quella casa mi dava un senso di prigionia, con tutti quei sguardi gelidi puntati su di me, l'incapace.
-Su muoviti!-mi disse Kiba -se arriviamo in ritardo Tzunade-sama ci fa un cazziatone di 3 ore!-
-Non c'è bisogno di scaldarsi tanto.- gli fece notare Shino.
-Scusate se ci ho messo tanto-cercai di giustificarmi-ma..-, non finii la frase che Shino mi disse - tuo padre ti ha di nuovo sgridata, non è vero?".
Lo guardai sorpreso, ma come diavolo..
-Lo abbiamo sentito urlare- spiegò Kiba.
Abbassai lo sguardo. Non dissi nulla.
Mio padre ultimamente mi faceva notare sempre di più che ero una fallita, una che non avrebbe mai potuto rappresentare il clan.
-Non devi dare peso alle sue parole-mi disse l'Aburame.
-Già! Tuo padre è solo un grandissimo fi...- sbraitava Kiba.
-Ok basta così!- lo interruppe Shino.
Alzai lo sguardo riconoscente.
Nessuno meglio di loro sapeva tirarmi su.
Li adoravo proprio.

L'Hokage ci assegno una missione con il team 7.
"Fantastico!" pensai "una missione con Naruto, Sakura e le loro cose da fidanzatini!".Il cuore mi faceva ancora male ogni volta che ci pensavo.Avrei preferito andare a pulire fattorie.

Camminammo per ore.
Mi sentivo strana.
E non era perchè Naruto e Sakura si tenevano per mano a pochi centimetri da me e ogni 10 metri si fermavano per baciarsi.
Era qualcos'altro.
-Che hai Hinata sei strana!-mi chiese Kiba
-Ho una strana sensazione-dissi -credo che qualcuno ci segua-
-I miei insetti non rilevano niente e neanche Akamaru-mi fece notare Shino
-Si lo so, neanche io sento una presenza-spiegai-ma ..-
-EHI!-una voce ci chiamò-che avete ragazzi? Già stanchi? Bè mi pare ovvio non avendo la mia forza! ahahahaha!- era Naruto
-Fatti i cazzi tuoi stupido biondo!Stiamo parlando di cose serie!-ringhiò Kiba
-Ragazzi stiamo in missione!-gli disse Kakashi arrabbiato-dobbiamo cooperare!-
All'improvviso sentii qualcosa sottoterra.
-ATTENTI!!!-li avvertii.
L'esplosione ci prese in pieno, tuttavia ci procurò solo qualche graffio e molto fumo.
Era un diversivo.
Non vedevamo.
Attivai il byakugan.
Vidi un ombra dietro di noi.
Non feci il tempo.
Un raggio di luce verde colpì uno dei miei migliori amici.
Vidi l'anima staccarsi dal corpo e i suoi occhi spegnersi.
-KIBAAA!!!!!!-urlai mentre il suo corpo si accasciava al suolo.

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Capitolo 3
*** UNO SCAMBIO EQUIVALENTE ***


Dare qualcosa in cambio di qualcos'altro che abbia il medesimo valore.
La base dell'alchimia.
Kiba e Shino erano le mie gambe.
Mi sorreggevano.
Senza di loro non potevo stare in piedi.
Per questo quello che mi avevano offerto, mi sembrò uno scambio equivalente.

-KIBA!!-gli gridavo, scuotendolo-KIBAAA!!!-
-Maledizione..-Shino,vicino a me imprecava sottovoce mentre tutti ci stavano attorno.
-Non c'è più niente da fare-dichiarò Kakashi.
-Come sarebbe a dire "non c'è più niente da fare!" dobbiamo portarlo in ospedale!e subito!-risposi con rabbia mentre le lacrime cominciavano a uscire.
-Hinata- mi guardò con aria triste-è morto, non possiamo salvarlo-.
-Dannazione- cominciai a piangere senza ritegno-DANNAZIONE!-
Non riuscivo a proteggere nulla.
Ero davvero un incapace.
-Dove è finito quel bastardo?-chiese Naruto a Kakashi.
-Non ne ho idea, se ne è andato come è venuto, non mi sono accorto di nulla- rispose il ninja copia.
Akamaru accanto a me cercava di svegliarlo leccandogli la faccia.
In quel momento qualcosa scattò dentro di me.
Non potevo premetterlo.
Lo dovevo portare indietro.
Tra i vivi.
Ma come?
Un'idea mi balenò in testa.
Era una pazzia.
Ma poteva funzionare.
Doveva funzionare.
Mi morsi il dito e immediatamente il sangue cominciò ad uscire.
MI ricordavo perfettamente quel disegno.
Quel cerchio alchemico.
Quello che mia madre mi aveva raccomandato di non fare mai.
Cominciai a disegnare mentre tutti mi guardavano stupiti
Posai le mani sul cerchio alchemico.
-Trasmutazione!- gridai mentre il cerchio emetteva una luce d'orata che mi avvolse.

Mi ritrovai in uno strano posto.
Era tutto bianco e in lontananza si vedeva una porta.
E una persona.
Cominciai a correre.
Avevo riconosciuto subito quella persona.
Stava attraversando quella porta.
Dannazione.
-KIBA!-gridai.
Lui si girò stupito -Hinata, ma cosa ci fai qui? Non sono schiattato?-
-Non ancora,vuoi tornare indietro con me?-gli dissi tendendogli la mano.
Lui l'afferrò-ma certo!Cosa faresti senza di me?-
Gli sorrisi -allora ci muoviamo? Gli altri ci aspettano!-
Ci incamminammo verso l'uscita.
Ma mentre stavamo per tornare qualcosa mi afferrò la gamba sinistra.
Erano una specie di tentacoli.
Una voce mi disse:-non puoi ottenere qualcosa senza sacrificare qualcos'altro,se vuoi lui devi pagare con la carne e con il sangue-

Aprii gli occhi e sentii il respiro di Kiba.
Sorrisi.
Ce l'avevo fatta.
-Hinata ma cosa?- tutti mi guardavano con uno sguardo tra lo stupito e lo spaventato.
Abbassai lo sguardo.
Vidi la mia gamba sinistra sbriciolarsi.
Dopotutto era uno scambio equivalente.
Svenni.

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Capitolo 4
*** LA SCELTA ***



Potevo scegliere.
Rimanere una ninja o diventare un alchimista.
Restare nell'ombra o cercare la luce.

Quando ripresi conoscenza non aprii subito gli occhi.
Magari c'era mio padre.
Meglio andare con cautela.
Aprii leggermente gli occhi per poi richiuderli un attimo dopo.
Bianco.
O ero in paradiso o ero in ospedale.
-Tsunade-sama è sicura che Hinata stia bene?-
Ero in ospedale.
-Non preoccuparti Shino, non è in pericolo di vita-
-Ma perché non si sveglia?-
-Non è che ha perso troppo sangue?-
-Per l'amor del cielo! Naruto e Kiba state zitti!-
-Ma...-
-Kiba! A cuccia!-
-Dovrei avere il diritto di esse preoccupato! Dopotutto è in queste condizioni per colpa mia!-
-Io vorrei sapere come ha fatto...riportare in vita i morti non è una cosa semplice.Di solito certe tecniche portano o alla morte o a gravi conseguenze, invece Hinata ha perso solo un arto...-
-SOLO UN ARTO ?!Come fa a combattere senza una gamba?-
-Troveremo una soluzione, calmati Kiba-
-un momento! Se Kiba è morto ma è di nuovo vivo vuol dire che...è uno zombie!-
-NARUTO! Stiamo facendo un discorso serio!-
-Io sono serio!-
-Tornando a Hinata, non riesco a capire che razza di tecnica ha usato..-
Sentii la porta aprirsi.
-Semplice non ha usato una tecnica ninja-disse una voce che non avevo mai sentito.
Mi concessi una sbirciatina con l'occhio sinistro.
Era un uomo o meglio un ragazzo, doveva avere 18-20.Era alto, magro, capelli biondi legati in un codino e degli occhi di un colore dorato scuro.
Indossava dei pantaloni neri, una camicia bianca e sopra il tutto una strana mantellina simile a quella del quarto hokage ma tutta blu con uno strano segno sulla schiena.
-E tu chi sei?-gli chiese l'hokage
-Mi chiamo Subete e sono l'alchimista animale- rispose il ragazzo
Era un alchimista?
-Alchimista? E che cos'è?- chiese Naruto sfoggiando la sua classica faccia da che-state-a-dì.
-Naruto possibile che tu sia un eterno ignorante?- rispose seccata Sakura
-Alchimista è un termine che deriva da alchimia ovvero l'arte che pratico
è una scienza di cui l'applicazione pratica è un processo in 3 fasi detto trasmutazione.la prima fase è di comprendere la materia, la seconda è la sua scomposizione e infine la si ricompone.Questa scienza si basa sul principio dello scambio equivalente ovvero dare qualcosa in cambio di qualcos'altro con lo stesso valore.- spiego Subete .
-Ma che cos'è la materia?- domandò Naruto con una faccia perplessa.
-Buona notte!-
-Io ci rinuncio...-
-Il solito idiota-
-Ehi!- rispose offeso il biondo
-Quella ragazza ha eseguito una trasmutazione umana- disse Subete
Tutti si girarono verso di lui.
-Come umana?-
-La trasmutazione umana si utilizza per riportare in vita qualcuno, quando la si utilizza si entra nel territorio degli dei...è una pratica proibita- poi indicando me disse-questa ragazza è sopravvissuta e inoltre ..-si girò verso Kiba - è riuscita nel suo intento.-
-E allora?-
-La trasmutazione umana è impossibile! Tutti quelli che ci hanno provato o sono morti o hanno ottenuto esseri deformi o senz'anima!-
-Bè Kiba si avvicina al deforme!-
-Sta zitto Naruto!-
-Ci stai dicendo che Hinata ha compiuto l'impossibile?-
-Il corpo e l'anima non avevano ancora attraversato il portale...- mi intromisi-...quindi è stato facile.
-Hinata sei sveglia!-
-Non direi..bisogna comunque avere un grande talento per fare una cosa del genere-rispose Subele sorridendomi-quindi ti chiedo, vuoi diventare un alchimista di stato?-
lo guardai sorpresa.
-Cosa?-
-Ripeto: vuoi diventare un alchimista di stato?-sorrise di nuovo-potresti diventare una grande alchimista proprio come tua madre, naturalmente prima devi passare l'esame e...-
-E...?-
-E ricorda che una volta diventata alchimista non sarai più una ninja,non avrai una casa fissa ne una famiglia, viaggerai molto, ti verranno date molte missioni e ricerche e sarai quello che la gente chiama "cane del fuoco"-
-Cane del fuoco?-
-Si noi siamo gli alchimisti del fuoco ovvero fedeli al paese del fuoco, cosa ne pensi?-
Abbassai lo sguardo pensierosa.
Non essere più una ninja.
Non avere una famiglia.
Nella stanza non volava una mosca.
Tutti aspettavano la mia risposta.
Cosa scegliere?
Alzai lo sguardo.
Come ninja facevo pena.
La mia famiglia mi odiava.
I miei amici...
Li guardai.
Loro restituirono lo sguardo.
Kiba aveva uno sguardo da :" se proprio devi" mentre Shino faceva si con la testa.
Li ringraziai mentalmente.
Guardai Subete.
-Vuoi intraprendere l'esame? E diventare un alchimista?-mi chiese ancora.
-Ovviamente! E stai certo che lo supererò questo benedetto esame!-
Lui mi sorrise.
-Questo è lo spirito giusto!-
E così feci la mia scelta.

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Capitolo 5
*** PROTESI D'ACCIAIO E OCCHI DI GHIACCIO ***



“Guardami, non potrei sembrare una sposa mai
O una buona figlia
Ma lo so, questo ruolo non mi va
Sono qui, ma se io facessi ciò che vorrei
I miei cari perderei .”
Riflesso-Mulan
Fin da quando ero piccola era la mia canzone preferita.
Mi ci rispecchiavo troppo.
L'avevo sempre sentita come una parte della mia anima.
Ma mai come in quel momento.

-Allora Hinata, l'esame ci sarà tra 4 mesi a sede centrale del paese del fuoco.- diceva Subete
-4 mesi? E che dovrei fare io in tutto questo tempo?- chiesi stupita
-Bé ti allenerai e studierai-
-Studiare? E con cosa? Non ce l'ho i libri!-
-Te li presto io-
-Ma è difficile l'esame?-
-Dipende dalla persona-
-Come è suddiviso?-
-C'è la prova scritta, la prova orale e la pratica-
-Pratica?-
-Bè ti mettono alla prova: combatti con un alchimista già diplomato-
-E lo devo battere?-
-Non necessariamente devi soltanto mostrare che te la sai cavare-
-Non ce la farò mai ...-
-Perchè?-
-Sono una schiappa nel combattimento!-
-Sei una Hyuga! Come fai a non essere portata nel combattimento?-
-Infatti non mi hanno mai considerato all'altezza...-
-Bé vorrà dire che ti allenerai meglio nel corpo a corpo-
-E chi mi insegnerà ?-
-Conosco una persona che fa al caso tuo...-
-Sono io!!!!!!- urlò all'improvviso una voce che conoscevo bene
Il maestro Gai sfondò la porta e si posizionò davanti a noi esibendosi nella sua solita posa.
Fino a quel momento eravamo solo io e Subete nella stanza d'ospedale, gli altri ci avevano lasciato soli per discutere dell'esame ma con mia enorme sorpresa vidi che non si erano allontanati molto : erano dietro la porta con gli orecchi accostati lì dove prima c'era porta.
Incredibile, con loro c'era pure l'hokage.
-Hinata ti allenerò io!!!! Lascia che ti infonda tutta la mia esperienza nelle arti marziali!!!- continuò Gai mentre dietro di lui era sbucato un tramonto.
-Ma per favore!- disse Subete- le arti marziali sono una cavolata!-
Gai si gonfiò come un tacchino.
-Come scusa?- chiese visibilmente incazzato
-Il taijutsu è una cavolata, vi ho visto: fate un paio di mosse e poi, se non piazzate bene il colpo, finite per azzuffarvi come gli altri con graffi morsi e tutto il resto-
Se non ci fosse stato Kakashi a trattenerlo la bestia verde di Konoha gli sarebbe saltato a dosso.
-IO LO AMMAZZO!!!-urlava mentre lo portavano fuori.
-Perchè se l'è presa tanto?- mi chiese Subete stupito dalla eccessiva reazione del sensei.
-Lascialo stare-risposi mentre un gocciolone mi compariva sulla testa.
-Bene, allora preparati e poi partiamo-disse mentre si alzava
-Aspetta!-
-Che c'è?-
-Come faccio? Non ho una gamba!-gli feci notare
-Ah, giusto. Me ne ero quasi dimenticato-poi notando la mia faccia disse-scherzavo!Ti ho portato una protesi-
-Una protesi?-
-Si, una protesi d'acciaio, meglio detta come automail- disse tirandola fuori da un sacco- se viene collegata ai nervi può fare tutti i movimenti che può fare una normale gamba-
-Propri quello che mi serve ! Grazie!-
-Ti avverto però l'operazione è un po' dolorosa-
-Oh non ti preoccupare sopporterò, devo solo chiedere a Tsunade-sama. Domani sarò pronta-

Cavolo che male.
Non farò mai più quell'intervento.
Poco ma sicuro.
-Come va Hinata? Ti trovi bene con quella cosa?-
-Si Kiba sto bene mi ci devo solo abituare un pò-
-Così te ne vai- disse Shino mentre passeggiavamo.
Mi avevano rimesso dall'ospedale e stavo andando a casa a prendere i bagagli.
Ero preoccupata.
Che avrebbe detto mio padre?
Non era nemmeno venuto in ospedale.
Sicuramente pensava che non ne valeva la pena.
-L'hai detto a tuo padre?-
Allora le cose sono 2 o sono un libro aperto o Shino leggeva nel pensiero.
-Bé....-
-Secondo te come la prenderà?-mi chiese ancora l'insettaro.
-Male- risposi – molto male-
Arrivammo davanti alla villa.
-Vuoi che veniamo con te?- mi chiese Kiba
-No ragazzi non vi preoccupate, ci vediamo dopo- risposi a malincuore
Entrai e poi mi guardai attorno.
Nessuno in vista, perfetto.
-Hinata!-
Merda.
-Buongiorno padre- dissi gentilmente
-Sei stata in ospedale vero ?-
-Si e ...-
-Per colpa tua la missione è fallita non è vero?-
Cosa?
-Padre io volevo parlarvi di una cosa- dissi tutto d'un fiato
-Parla-
-Padre io sto partendo...-
-Per una missione? Bè cerca di non essere d'impiccio-
-No, parto per diventare un alchimista di stato-
-Cosa?- mi guardò stupefatto- ancora con quella roba? Te lo proibisco!-
-Bè io diventerò un alchimista che vi piaccia o no!-
-Invece no!-
-Invece si!-
-Tu sei l'erede! Devi essere una ninja! Se diventi un'alchimista puoi considerarti fuori da questo clan!- urlò
-Bene! Mi fai solo un favore!-ribattei mentre mi dirigevo verso la mia camera e facevo i bagagli.
Raccolsi le mie cose e mi diressi verso la porta.
Mi girai verso di lui.
Mi guardava con odio.
Con quei occhi freddi.
Così simili ai miei.
Così diversi.
-Posso dirti una cosa vecchio bastardo?-
Mi guardo sorpreso -Come ti permetti?-
-Un giorno te la farò pagare-sibilai
-Vattene, ora non sei più una Hyuga-
-Per tua informazione non lo sono mai stata!- gli urlai – L' alchimia invece è il mio passato, il mio presente e il mio futuro!-
Uscii da quella dannata casa.
-Ah, un ultima cosa- gridai rivolta allo Hyuga -VAFFANCULO!-
Mentre mi allontanavo ripensai a quella canzone.
Mi ero sbagliata.
Non c'entrava niente con me.
Quelli non erano miei cari.
Non lo erano mai stati.

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Capitolo 6
*** DIETRO IL SOLE DAVANTI LA LUNA ***



Hai davvero lasciato tutto?
E per cosa poi?
Per essere un cane.
Si.
Perché?
Preferisco essere un cane che sentirmi una fallita.

-Allora com'è andata?- mi chiese Kiba appena mi vide.
Maledizione.
-Bé ...- cominciai incerta. Cosa gli dico? Non di certo: “Ragazzi ho appena mandato a fanculo mio padre e ho abbandonato il clan per sempre”. Mmm... magari con più tatto...
-...abbiamo parlato.- dissi giocherellando con le dita.
-Non è andata bene , vero?- concluse impassibile Shino.
Ma come fa?
-Shino come fai a leggermi nella mente?- gli chiesi, dovevo levarmi il dubbio.
-Bè gli occhi dicono tutto-
-Per questo porti gli occhiali?-
-Gli occhiali sono per atteggiarmi da fico-
-EHI!1non sei fico per niente! 2 chissene frega degli occhiali 3 Hinata sei in ritardo!- ululò Kiba spazientito.
-Cavolo hai ragione! Salutate gli altri da parte mia, ok?Ciao!- dissi allontanandomi.
-Ciao!-
-Auguratemi buona fortuna!-urlai ormai lontana.
-Buona fortuna piccola- sussurrarono tutti e due, ma io non li sentii.

Correvo verso l'entrata del villaggio dove Subete mi stava aspettando.
All'improvviso mi accorsi che qualcuno mi seguiva.
Mi fermai di colpo e mi girai lentamente.
-Vieni fuori!- gli intimai
Si avvicinò lentamente e venne allo scoperto.
Non potevo crederci.
Mia sorella.
Che voleva?
-Dove stai andando?- mi chiese Hanabi.
Come?
Non gli è mai interessato niente di me, né a lei né a mio padre.
-Che ti interessa?- gli domandai.
-Rispondi alla domanda- mi disse con tono altezzoso, il tono di famiglia dopotutto.
-Vado via-
-Perchè sei andata via dal clan?-
-Bè? Non sei contenta? Ora sarai tu il prossimo capo-clan, buona fortuna ora devo andare- dissi riprendendo a camminare.
-Mi mancherai- disse lei quasi sussurrando.
Mi girai stupita e la guardai negli occhi.
Mi stupii ancora di più quando sotto quello strato di ghiaccio che copriva di solito i suoi occhi c'era un calore che non aveva mai visto negli occhi dei suoi famigliari.
-Davvero?-gli chiesi.
-Noi due siamo sorelle, anche se sei una perdente, fallita, inutile...-
-Ok capito il concetto-
-Ma ti voglio bene- concluse.
Non potei fare a meno di sorridere.
-Anche io-
Ci fissammo per qualche secondo poi dovetti rompere il silenzio.
-Allora ci vediamo-dissi porgendogli la mano.
Lei la strinse forte.
-Ci vediamo-ripete lei poi aggiunse-comunque ti stimo-
-Perchè?-
-Hai mandato a fanculo papà, nessuno ha mai avuto il coraggio di farlo-
-Già-dissi con una risatina-allora ciao, stammi bene-
-Anche tu-

Correvo più che potevo.
Dovevo essere in mega ritardo.
Arrivai finalmente al luogo dell'appuntamento.
Lui era lì.
-Scusa il ritardo- dissi un po' imbarazzata-io...-
-Non ti preoccupare, fatto tutto?-
-Si, tutto fatto.-
-Bene, andiamo-
Mi girai e detti un ultima occhiata al villaggio.
Quanti ricordi.
Lasciavo tutto dietro di me.
Subete cominciò ad incamminarsi.
Mi affrettai a raggiungerlo.
Dietro di me calava il sole ma davanti sorgeva la luna.

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Capitolo 7
*** IL MAESTRO ***



Non sono mai stata molto brava nel combattimento.
Per questo il mio clan mi ha sempre disprezzata.
Soprattutto mio padre.
In un primo momento cercò di cambiarmi, di modellarmi a sua immagine e farmi diventare una spietata macchina da guerra.
Mi allenò personalmente e io, per compiacerlo, ce la misi tutta.
Il mio impegno però non bastò.
Lui ci rinunciò e mi affidò a Kurenai-sensei.
Lei fu come una seconda mamma.
Ma non riuscì a farmi diventare un vero guerriero.
Poi arrivò lui.

-Senti un po'...-
-Si?-
-Ma quanto manca?-
-Poco,non ti preoccupare-
-Vorrei farti notare che hai detto così anche ieri-
-'Sta volta sono serio-
Camminavamo da tre giorni ormai e cominciavo a dubitare del senso d'orientamento di Subete.
-Ah!Ecco, siamo arrivati-
Seguii il suo sguardo e vidi che davanti a noi si innalsava una piccola collina sulla quale, notai, c'erano delle... casette?
Avvicinandomi mi accorsi che non erano casette ma baracche.
Subete si avvicinò ad una di queste, picchiettò sulla porta e attese.
Nessuna risposta.
Ci riprovò con più forza.
Niente.
Allora, leggermente seccato, sferrò un pugno sulla portache fece traballare tutta la struttura.
Quindi si udirono i seguenti rumori: prima un tonfo, poi delle ferraglie che cadono,successivamente diverse imprecazioni, infine dei passi.
La porta si sbalancò.
Sulla soglia c'era un personaggio molto singolare: sui sessanta, molto basso, somigliava in modo impressionante a un nano da giardino (con la barba e il cappello a punta sarebbe stato perfetto), capelli sale e pepe raccolti in un codino, bocca un po' storta e occhietti porcini che fissavano Subete con evidente rabbia.
-Tu!Figlio di...-gridò il vecchietto con voce roca.
-Buon giorno Josen, come va?- lo interruppe l'alchimista con un sorriso a 32 denti e l'aria di uno che si diverte un mondo.
-Hai una vaga idea di che ore sono?-chiese Josen con gli occhi ridotti a fessure.
Erano le sei di mattina, non c'era da stupirsi se era così arrabbiato.
-Oh-il biondo assunse un'aria innocente-mi dispiace, non ti avrò mica buttato giù dal letto?-
-Si, invece!Letteralmente!Ti sembra questo il modo di bussare?Eh?!Che cosa volevi fare?Buttarmi giù la casa?- rispose il vecchietto urlandogli in faccia o meglio dal mio punto di vista saltellava cercando inutilmente di raggingere il viso di Subete che intanto se la rideva, per niente intimorito dalla furia del piccoletto.
Io intanto assistivo alla scena in silenzio ma nella mia mente c'era un putiferio: era quello il mio maestro?Quel nanerottolo?Lo so che non si dovrebbe giudicare un libro dalla copertina,eccetera, eccetera, ma cavolo!
L'oggetto dei miei pensieri aveva finito la sfuriata e ora mi fissava con curiosità.
-Lei chi è?-chiese rivolto a Subete.
-Lei è Hinata- rispose quest'ultimo-sarà la tua allieva-
-Mi prendi per il culo?-domandò Josen con una vena pulsante sulla tempia.
Oh, no. Ora ricomincia ad urlare.
-Ora ti spiego-disse Subete-Hinata, tu intanto fatti un giro-
-Ok, ci vediamo dopo-dissi, felice di allontanarmi dalla linea di fuoco.

Gironzolai tra le baracche per una mezz'oretta, poi tornai da Subete e Josen.
Appena entrai trovai quest'ultimo che fumava la pipa beatamente seduto su una poltroncina.
-Bentornata, quel beccamorto mi ha spiegato la situazione-
-Davvero?E lui dov'è?
-Aveva una missione, è dovuto andare-
Oh, non mi aveva salutato.
-Io ti allenerò-dichiarò solennemente alzandosi in piedi.
-Veramente?Oh, la ringrazio...-
-Ma ad una condizione-
-?-
-Io dico, tu fai, il sono il maestro, tu non sei un cazzo-
Incoraggiante questa cosa.
-Ok, capito il concetto-dissi.
-Silenzio!Non ho finito!Sappi che allenare qualcuno era l'ultima cosa che mi andava di fare, ma non ho scelta!Quel beccamorto del tuo amico mi ha incastrato!Quindi vedi di fare la brava, ragazzina!-
Ero un po' spiazzata.
-Ok-riuscii a dire.
-Vieni con me-
Mi condusse in uno spiazzo poco lontano dal piccolo villaggio.
-Qui ci alleneremo-dichiarò Josen.
-Va bene,quando cominciamo?-chiesi.
-Ora-
-Ora?-
-Si, ora- facciamo un piccolo combattimento, così, per vedere il tuo livello-
-Ok-dissi mettendomi in guardia.
-Che stai facendo?-
-Stavo...-
-Attacca!Porca miseria!-
-Si, ma...-
Non posso picchiare un vecchio!
Mentre pensavo questo uno schiaffo mi sfondò la guancia e mi fece ruzzolare a terra.
-Ma che?!-dissi.
Ne arrivò un altro, se possibile anche più forte.
-Che stai facendo?Attaccami!-urlo Josen.
Non ci vidi più.
Provai una rabbia indescrivibile.
Pura voglia di uccidere.
Mi gettai su di lui.
Sferrai un pugno che lui schivò con facilità.
Poi fu un susseguirsi di pugni, calci e schivate.
Era incredibile.
Mi danzava attorno, prevedeva le mie mosse e mi puniva con i suoi micidiali colpi.
Ad un certo punto mi bloccò il braccio, mi lanciò in aria e mi buttò con forza a terra, infine mi immobilizzò.
Cercai di liberarmi ma era tutto inutile.
Dopo essermi calmata lui finalmente mi lasciò.
-Non sei male, mi sei piaciuta ragazzina, quando hai cercato di ammazzarmi- decretò Josen.
-Non mi era mai successo-
-Cosa?-
-Perdere la testa-
-La rabbia, se gestita, è utile nella lotta.Ma se ti lasci troppo trasportare ti ritrovi sul dorso-
Lo guardai perplessa.
-Morta-sbottò lui.
-Ah-
-Comunque alzati, ora cominciamo veramente-
 

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