Musica è magia.

di Rejoice96S
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio di un sogno. ***
Capitolo 2: *** Ritorno a casa. ***
Capitolo 3: *** L'incontro. ***
Capitolo 4: *** Caffè e passeggiate. ***
Capitolo 5: *** L'inizio dell'amicizia. ***
Capitolo 6: *** Quando arriva il mattino. ***
Capitolo 7: *** Una giornata sfortunata. ***
Capitolo 8: *** Il giuramento e l'ispirazione. ***
Capitolo 9: *** The Saints Are Coming. ***
Capitolo 10: *** Il concerto. ***



Capitolo 1
*** L'inizio di un sogno. ***


“Dai ragazzi iniziamo a prepararci che tra massimo un quarto d’ora atterriamo”
“Ok Mike.. Oh, guardate dal finestrino, subito! Guardate che belli il cielo azzurro e li prati verdi irlandesi!” Billie ammirava quel paesaggio come un bambino di fronte a un negozio di giocattoli. Ne era rimasto incantato.
“Io l’ho sempre detto che l’Irlanda è un paese meraviglioso!” Ammise orgoglioso Trè mentre rubò dalle mani del bassista una tazza di caffè fumante. “Puah.. ma quanto zucchero ci hai messo?”
“Quanto basta per darmi la carica. E poi, da quando ti piace questo paese?” Domandò scherzoso Mike.
“Da sempre.. Mmmbè no, da quando ci hanno detto che dobbiamo cantare con gli U2  a New Orleans.” Fu la risposta di Trè.

Billie era stanamente tranquillo, non gironzolava avanti e indietro per l’aereo come suo solito quando era euforico. Sembrava quasi che non gliene importasse niente. Invece gliene importava molto. Eccome.  Non vedeva l’ora di incontrare quell’uomo con gli occhiali colorati che sprizzava energia da tutti i pori. Mentre Mike e Trè discutevano sulla giusta quantità di zucchero in un caffè, Billie era seduto comodamente sul suo sediolino e pensava. Riusciva quasi ad immaginare attraverso i suoi occhioni verdi cosa avrebbero fatto insieme i Green Day e gli U2.

La questione tra il batterista e il bassista andava avanti vivacemente, toccando anche argomenti che in quel momento non c’entravano molto.
“Non parlare così dei miei polli!” Urlò Trè.
“E tu non dire che le mie canottiere fanno schifo!” Ruggì il basettone.
“Eeeeeh ora basta voi due! Invece di discutere facciamoci una bella suonata prima di atterrare!” Cercò di concludere il nano malefico.

Così fu fatto. Billie impugnò la sua Blue, Mike il suo fedele basso e Trè iniziò a picchiare con le bacchette qualunque cosa gli capitasse a tiro, teste dei suoi due amici comprese. Inconsapevolmente, mentre cercavano di suonare una musica tradizionale irlandese, dalle labbra di Billie uscì “Home, we're coming home again. Home, we're coming home again”
Si, in un certo senso  questa canzone calzava al pennello.
I Green Day stavano ritornando in Irlanda.

All’improvviso tutto sembrò dissolversi, come se una nuvola avesse avvolto tutto ciò.
 “Billie.. Ehi svegliati.. Guarda che tra un’ora dobbiamo stare all’aeroporto. Stanno arrivando gli U2!” Disse elettrizzato Mike scuotendo l’amico il più forte possibile.
“Eh? Ah? Oh.. Si. Inizia ad andare in macchina da Trè. Dammi solo il tempo di sistemarmi un po’” Balbettò ancora intontito Billie.

Era stato solo un sogno. Ma tra poco quel sogno sarebbe diventato realtà.


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Capitolo 2
*** Ritorno a casa. ***


Gli U2 stavano ritornando in America, la loro seconda casa.

Eppure, sembrava che Bono ci stesse andando per la prima volta. Una strana atmosfera stava avvolgendo gli Irlandesi durante il viaggio. L’emozione aumentava sempre più mano a mano che si avvinavano agli USA
Forse era così perché quel paese li aveva sempre affascinato. O forse era così perché non vedevano l’ora di incontrare i Green Day. L’idea di suonare con tre artisti che ogni volta che suonavano trasmettevano un’energia pazzesca era geniale.
Tutti sembravano essere tranquilli in quell’aereo. Era solo un’impressione. Già, perché ognuno cercava di contenere la propria gioia in qualche attività.
Edge stava esprimendo la sua felicità con una serie di note che uscivano dalla sua chitarra.
Adam stava dormendo. Ma dal ghigno sul suo viso era facile intuire che stava sognando di suonare con Mike Dirnt.
Larry non amava viaggiare, era molto meglio rimanere nella sua Dublino. Ma questa volta era diverso. Stava fissando il vuoto che separava l’aereo dalla terraferma e stava immaginando il momento in cui avrebbe mostrato tutta la sua abilità a Trè Cool.
Bono era semplicemente seduto sul suo sediolino, stava osservando i suoi amici immersi nei loro pensieri. Stava cercando di comporre un breve discorso da dire agli U2 prima di atterrare. Purtroppo per lui, gli venivano in mente solo grosse cavolate.

“Che ansia eh?” Bisbigliò dopo una ventina di minuti di meditazione.
“Già. Non vedo l’ora di incontrarli. Chissà se sono simpatici.” Si domandava Larry.
“Ma certo che si. Non sai quante ne hanno passate e combinate insieme?” Sorrise The Edge mentre suonava.
Nessuno rispose. L’unico suono che udì il chitarrista fu il russare di Adam.
“Ma è possibile che se non studio io non lo fa nessuno? Vi sembra una cosa normale incontrare una band di fama internazionale e non sapere quasi nulla di loro?”  Infuriò Edge.
Così iniziò a raccontare sommariamente la vita dei Green Day.
“Oh.. Wow! Non vedo l’ora di incontrarli allora!” Disse Bono entusiasta.
Il batterista invece era rimasto sconvolto. La storia di Zia Franka non lo tranquillizzava affatto. Era in crisi: da un lato voleva confrontarsi con un altro stile di batteria, dall’altro lo inquietava un po’ lavorare con una persona dalla personalità completamente diversa dalla sua... Non riusciva ancora a comprendere fino in fondo Bono!
Una lieve turbolenza svegliò il bassista che, ancora intontito chiese se erano già arrivati.

“No, non ancora. Ma manca poco.  For tonight at last, I am coming home.. I am coming home…” Rispose Bono intonando gli ultimo versi di A Sort Of Homecoming.

Anche gli U2 stavano ritornando a casa.
 

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Capitolo 3
*** L'incontro. ***


Ore 11.30.

“Sono in ritardo.. Oddio, mica sarà successo qualcosa?”
Billie era particolarmente nervoso. Attendeva con molta ansia l’arrivo degli Irlandesi.
“Naah, forse sono semplicemente partiti più tardi.” Disse Mike al suo migliore amico. Era tranquillo come al suo solito, anche dopo essersi scolato un’infinità di tazze di caffè.

Ore 11.45.

Il cielo era limpidissimo, azzurro come il colore degli occhi del batterista.
“Ehi, eccoli! Che ti dicevo?” Annuì Mike soddisfatto della sua precedente ipotesi.
L’aereo era atterrato, e i tre ragazzi decisero di dargli il loro benvenuto proprio vicino alla pista di atterraggio. Giusto in tempo: stavano sbarcando.
“Wow, c’è un sole che spacca le rocce qui!” Esclamò Adam tirando fuori i suoi occhiali da sole.
Larry scese velocemente le scale che lo separavano dalla ‘terraferma’ e corse al bagno più vicino. A prima vista si poteva dire che soffriva un po’ l’aereo.
Edge lo intuì e corse per tutto l’aeroporto  alla ricerca dell’amico. “Scusate, credo che Larry non si senta tanto bene.. Corro ad aiutarlo.”
Bono si levò gli occhiali e si mise una mano in faccia, quasi a dire ‘Sono sempre loro a farmi fare le figuracce!”

I Green Day erano sconvolti. E in effetti non avevano torto: il batterista era fuggito, il chitarrista era corso in suo soccorso, il bassista si rimirava nel suo specchietto portatile e il cantante si disperava cercando di riunire la band.
“Spero con tutto il cuore che no si comportino così tutti i giorni. E poi si dice che sono io quello strano solo perché parlo ai polli..” Disse Trè a Mike nell’orecchio.
Dirnt accennò un sorriso. “No, non credo.”
Era sicuro che si trattava semplicemente di una casualità. E poi, nemmeno loro erano in perfette condizioni. Billie era ancora insonnolito, le occhiaie sotto i suoi occhi verdi ne erano la testimonianza... Farfugliava solo una grossa quantità di ‘Y’Know’. Trè aveva messo i primi vestiti che aveva trovato nell’armadio: un pantalone verde, una camicia fuxia, una cravatta blu con tanti disegnini di uova e il cappello di zia Franka. Mike era apparentemente il più normale. Già, apparentemente. Aveva bevuto troppi caffè e molto probabilmente sarebbe andato a fare compagnia a Larry.
Dopo una mezz’ora abbondante, i sette musicisti riuscirono a ricomporsi.

Ore 12.30.

“Ehm.. Io sono Bono. Loro sono Larry, il batterista, The Edge, il chitarrista e Adam, il bassista. Lieti di conoscervi!” Disse Bono porgendo gentilmente la mano a quell’uomo con i capelli neri folti come quelli di un leone.
“Molto lieto. Beh, eccoci.. Noi siamo i Green Day! Lui è Trè, il batterista e lui è Mike, il bassista!” Disse  Billie euforicamente, stringendo calorosamente la mano del frontman degli U2.
“Dai, sarete stanchi... Avremo il tempo di conoscerci meglio davanti a un bel piatto di pasta! Vi porterò in un ristorantino italiano niente male!” Aggiunse Trè con gli occhi che gli brillavano.

Non vedeva l’ora di addentare qualcosa di buono.

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Capitolo 4
*** Caffè e passeggiate. ***


“Come si fa a resistere ad un piatto di spaghetti?” Si domandò Trè osservando il suo piatto che era poggiato sul tavolo. Con questa domanda, il batterista inaugurò il pranzo.

Tra un boccone e l’altro i ragazzi iniziarono a presentarsi e a descriversi scherzosamente. Era solo un’ora che si erano incontrati, eppure sembravano essere amici da sempre.
“Ottimi. Dovremmo venirci più spesso.” Disse Bono.
“Davvero. Però ora ci vuole un bel caffè all’italiana per digerire.” Annunciò Mike.
“Oh - oh... Vacci piano Mikey! Il caffè italiano è più forte di quanto credi!” Lo avvertì Billie.
“Naah. Non ti preoccupare...”
“Ehm... Scusate se vi disturbo... Ma ci spiegate questa storia del caffè?” Chiese molto educatamente Edge.
“Ebbene, devi sapere  che il qui presente signor Dirnt non potrebbe prenderne troppi per problemi di cuore...” Diagnosticò Trè.
“Oh, capisco... Mi dispiace.” Edge sembrava quasi imbarazzato. Anche se a quel bassista non preoccupava bere qualche tazza di caffè in più, al chitarrista importava. “Fai attenzione però..”. Gli sorrise.
“Non fate caso alle sue deduzioni scientifiche e ai suoi improvvisi colpi di genio mentre suona... E’ fatto così: è il nostro genio della lampada.” Sottolineò Paul indicando il chitarrista degli U2.
“Ed è anche un ottimo amico. Non credo che tu o Adam sareste venuti ad aiutarmi ad aiutarmi in bagno.” Sorrise malizioso Larry.
“Bleah, che schifo Larry! Stiamo pure a tavola!” Disse disgustato Adam.

Si stavano divertendo tantissimo, il tempo stava volando.

*DON.. DON.. DON..”

“E’ il campanile... Sono già la tre! Che vogliamo fare? Ci scaraventiamo subito sui nostri strumenti o facciamo prima una passeggiata per smaltire qualche chilo di troppo? “ Chiese Billie.
“Noi optiamo per la seconda... Siamo pieni fino a scoppiare!” Sentenziò Trè insieme ad Adam.
“Mmmmh.. Io direi di fare tutte e due le cose!” Esclamò vincente Mr. Hewson.
“E come?”
Billie era l’unico che lo aveva capito al volo.
“Dai, usciamo. Aspettatemi però che devo prima prendere una cosa...” Il moro andò in macchina, prese la sua chitarra e un’altra che Edge aveva poggiato affianco alla sua e ritornò dai suoi amici.
“Eccomi: mentre camminiamo, suoniamo qualcosa. Mike, Trè.. Capitemi.”

Another turning point, a fork stuck in the road
Time grabs you by the wrist, directs you where to go
So make the best of this test, and don't ask why
It's not a question, but a lesson learned in time
It's something unpredictable, but in the end is right.

I hope you had the time of your life.

Le mani di Billie sfioravano delicatamente la chitarra come se al posto delle sei corde ci fossero stati i capelli della sua Adie. Anche Mr.Cool e Mr.Dirnt stavano cantando. Erano davvero bravi. Ed erano anche molto amici. Gli U2 se ne erano accorti.

“Beh, che ve ne pare?” Domandò Billie alla fine della canzone.
“Bella, davvero.” Rispose Larry applaudendoli.
“Si, però... I have climbed the highest mountain…” Cantò Bono.
The Edge iniziò a suonare. Era straordinario come era capace di trasmettere le vibrazioni del suo cuore nella sua chitarra.
Oltre a Bono e Edge, anche Adam e Larry iniziarono a cantare. Forse il bassista stonava, ma fortunatamente solo il cantante se ne era reso conto.

I have kissed honey lips
Felt the healing in her fingertips
It burned like fire
This burning desire
I have spoke with the tongue of angels
I have held the hand of a devil
It was warm in the night
I was cold as a stone
But I still haven't found what I'm looking for


“Wow.. Questo  è un due a zero per voi!” Esclamò Trè a bocca aperta.
“Facciamo un pareggio... Anche la vostra canzone è fantastica!” Esultò Bono.

Ormai erano le cinque del pomeriggio e, camminando camminando, i Green Day e gli U2 erano giunti allo studio di registrazione.
“Abbiamo camminato così tanto?!?!” Urlò sbigottito Adam.
“Così pare... Potremmo partecipare alla maratona di New York!” Scherzò Mike.

Così, seppur sfiniti,  entrarono negli studio e iniziarono a prepararsi.

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Capitolo 5
*** L'inizio dell'amicizia. ***


Erano tutti pronti.
Larry e Trè alle batterie; Mike e Adam ai bassi; The Edge e Billie alle chitarre. Bono e Billie come voci principali, Mike e The Edge le secondarie.
Formavano proprio una super-band.

“Bene, Y’Know , ora che siamo tutti pronti... Che cavolo suoniamo?” La finezza del nano rendeva molto l’idea. Ecco il primo problema. Avrebbero suonato una nuova canzone da loro creata, o ne avrebbero riadattato e migliorato una vecchia?
“Non so... Però oltre a questa potremmo suonare due delle nostre canzoni più famose e che rispecchino la situazione a New Orleans.” Rispose pensoso Bono.
Bisogna fare attenzione ai piccoli uomini con grandi idee. Il cantante ne aveva sfornata una davvero interessante.
“Grande! Fammi pensare... Noi potremmo suonare Wake Me Up When September Ends!” Disse Billie coinvolgendo I suoi migliori amici.
“E noi.. Ehm.. Beautiful Day?” Propose Larry. Credeva di aver detto una grossa cavolata, invece no. Era un’idea meravigliosa!
“Non credevo che dentro quella tua testa bionda si nascondesse un cervello funzionante. Suoneremo Beautiful Day!” Disse Bono ridendo.
“Veramente, fino a prova contraria, Larry ha avuto molte più buone (e sensate)  idee rispetto a te!” Lo difese Adam.
Effettivamente la maggior parte delle idee di Bono erano impossibili da realizzare.
“Edge, difendimi..!” Supplicò ridendo il cantante.
“Ehm.. Cambiamo argomento. Visto che sono già le sette e mezza, direi di rimandare a domani le prove. Mike, Billie, Trè.. ci accompagnate all’albergo?”

Ma i Green Day fecero molto di più: prenotarono una camera proprio di fronte a quello dei loro nuovi amici.
Presero la macchina, si diressero verso l’albergo, arrivarono a destinazione. Entrarono nelle loro rispettive camere e si fecero una doccia rinfrescante. Poi andarono a cena.
“Cucinano davvero bene qui! Scusateci però, siamo davvero stanchi. Buonanotte ragazzi, a domani!” Disse Bono.
Mentre andavano nelle loro camere però, si sentivano.. Come dire.. Vuoti. Era stata una giornata intensa, è vero, però ognuno voleva compiere un’altra ‘pazzia’, voleva divertirsi insieme a tutti gli altri. Per volere del destino o per pura casualità , avevano avuto la stessa idea: una battaglia di cuscini.

“Ssssh... Piano ragazzi! Dobbiamo irrompere nella camera dei Green Day il più silenziosamente possibile!” Pianificò Bono.
Sembravano quattro bambini che giocavano a ‘la guerra’.

*TOC TOC*

“Chi è?”
“Noi.. Apri!” Forza ragazzi è guerraaaaaaaaaa!” Strillò Adam.
“Aaaargh cuscini! Trè proteggimi!” Gridò all’improvviso Mike, terrorizzato dal solo pensiero di rompersi un braccio con una cuscinata.
“Tranquillo, Super Trè ti difenderà! All’attacco!!!!”
La battaglia fu tremenda e lunghissima. Dopo aver consumato le loro ultime energie in cuscinate e risate, decisero di dichiarare una tregua.
“Non facevo una cosa così da anni. E’ stato divertente.” Concluse Edge.
“ Già, ci siamo scatenati, vero Larry? Ehi.. Larry??” Disse Billie. Poi si girò. Sdraiati e accucciati sul letto c’erano Larry e Mike. Dormivano proprio come due angioletti.
“Ooooooh come sono dolci..” Sorrise Billie ammirando soprattutto Mike. “Non mi va di svegliare Larry o di portarlo nell’altra stanza. Non è meglio se ci dividiamo?”
“Io rimango qui con loro. Voi quattro andate di là.. Ok?” Propose Edge. Era stanchissimo anche lui. Non ce la faceva a camminare fino all’altra camera.
“Ok.. Allora buonanotte!” Salutò divertito Billie.

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Capitolo 6
*** Quando arriva il mattino. ***


La notte passò lentamente. C’era la luna piena, la luce sfiorava dolcemente il suolo. Tutto era tranquillo, c’era un silenzio assordante che annullava ogni sorta di rumore o suono.
Eppure tutto ciò infondeva serenità.
Il mattino seguente la vita era ripresa a scorrere. Il sole stava sorgendo, gli uccelli si stavano risvegliando e... Edge aveva appena finito di farsi un’altra doccia.

“Mmmmh... Che ore sono? Le sei e mezza?!?!? Edge, ma che cazz..” Grugnì Larry, che fino a pochi minuti prima dormiva beatamente nel letto affianco a Mike.
“Che c’è? Un uomo non può nemmeno farsi una doccia?” Sfuriò The Edge.
“A quest’ora?!?! Bah, meglio che ritorni a dormire.. Se inizio a discutere lo sveglio.” Disse il biondo, mentre si rimboccava le coperte.
“Ecco, bravo... Vai a cuccia. Ci vediamo dopo per la colazione.” Detto ciò, prese la sua chitarra e uscì fuori al balcone. Quell’atmosfera lo ispirava molto, così iniziò a suonare.
Intanto, nell’altra camera, c’era qualcun altro sveglio: Trè. Si era svegliato alle sei ma non riusciva più a riprendere sonno. Strano.

Tanti pensieri affollavano al sua mente. Non riusciva a smettere di pensare alle prove che lo attendevano.. Sarebbe riuscito a dare il massimo? Avrebbe fatto una bella figura confrontandosi con il batterista degli U2?
“Qualche problema?” Gli domandò Adam.
“A dir la verità sì... Ehi, ma sei sveglio?” Rispose Trè.
“Si.. Lo sono da un po’. Dimmi, quali sono i tuoi problemi? Se posso, ti aiuterò!”
“Grazie mille, ma non credo che tu possa fare qualcosa.” Così gli spiegò tutti i suoi timori.
Dopo averlo ascoltato, Adam lo confortò.
“Ma dai, è sciocco. Tutti noi temiamo il confronto, però sono sicuro che tu sei un asso con la batteria. A pari merito con Babyface.”
“Grazie di nuovo... Baby-che??” Domandò sorpreso Cool.
“Babyface! E’ il titolo di una nostra canzone. Visto che lui è il più giovane del gruppo, spesso ci divertiamo a prenderlo in giro. E comunque, anche io temo il confronto con il vostro bassista. Mike ha l’aria di uno che sa il fatto suo!”
“Ahahaha... Ed è così! Ma.. guarda che ore sono, le otto!  Non dovremmo svegliare gli altri?” Chiese Trè.
“ No, no. Faranno da soli. Ora però, vado a farmi una doccia” Disse il bassista.

Si erano fatte le nove e mezza e , bene o male, erano tutti svegli. Ora stavano facendo colazione insieme.
“Y’Know... Buongiorno, Y’Know, come avete passato la notte, Y’Know?” Chiese Billie mentre massaggiava i suoi capelli arruffati.
“Bene, ora sono carico come un leone!” Sentenziò Bono. “Ma perché dice solo ‘Y’Know’?” chiese a bassa voce a Mike.
“Oh, non ti preoccupare... Fa sempre così. Solo che la mattina dorme ancora psicologicamente e i suoi ‘Y’Know’  si moltiplicano a dismisura...” Sorrise l’uomo con le basette.
“Forte... Dovrei usarne qualcuno anche io durante le interviste, Y’Know!” Fu la risposta di Bono. “Ma dove ho messo i miei occhiali? Diamine, li ho lasciati su in camera. Aspettatemi, vado a prenderli.”

Dietro a quegli occhiali si nascondevano due occhi irlandesi, fieri e teneri, dello stesso colore del cielo.
Fu la prima cosa che Billie notò di lui, al suo arrivo. Uno sguardo così non passava certamente inosservato.

“Eccomi di ritorno... Siamo tutti pronti? Io direi di avviarci verso lo studio di registrazione. Strumenti alla mano, gente!”
“Ovviamente! Io ci dormo anche, con il mio basso!” Esultò Mike.

Così, all’insegna di un nuovo giorno, si diressero verso lo studio, pronti a una giornata davvero emozionante.

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Capitolo 7
*** Una giornata sfortunata. ***


Più si avvicinavano al luogo dove avrebbero registrato una canzone che sarebbe entrata nella storia, più l’ansia aumentava. Ansia, paura, gioia, euforia, preoccupazione, felicità. Quante emozioni era possibile provare nello stesso momento? Impossibile dirlo.
 
“Non mi sento tanto bene..” Fu la prima cosa che Larry disse fuori all’edificio.
“Che c’è... Ancora mal d’aereo o ora soffri anche l’auto?” Scherzò Bono.
“Ah - ah.. Davvero divertente.” Gli occhi del batterista degli U2 si strinsero e si riempirono di sarcasmo.
“Seriamente.. Credo di sentirmi esattamente come Larry. L’emozione gioca brutti scherzi!” Ammise Mike.
“Ehm.. Non credo che sia l’emozione, Mikey. Quanti caffè hai bevuto stamattina?” Chiese preoccupato Trè.
“Uno solo!”
“Balle. Dì la verità.” Disse Billie. Lo conosceva fin troppo bene.
“Pochissimi... Ok: erano dodici.”
Edge si irrigidì immediatamente. Prese molto a cuore la situazione di quel bassista.
“Coooosa?!?! Ma sei matto?! E ci credo che ti senti male! Dai vieni con me, ti accompagno in bagno prima che sia troppo tardi..”
“Grazie. Sei un amico.”
La giornata cominciava alla grande. Ora l’unico desiderio di Adam non era riuscire a suonare bene, ma di riuscire ad arrivare vivo a fine giornata. In tutti i sensi.
“Iniziamo ad entrare. Mentre Mike si riprende, accordiamo un po’ gli strumenti...” Suggerì BJ.
 
Così fecero: entrarono, impugnarono gli strumenti e si misero all’opera.
Larry iniziò a riscaldarsi picchiando i tamburi a suon di ‘Sunday Bloody Sunday’, ‘The Unforgettable Fire’ e ‘I Will Follow’.
“Cavolo quanta energia in quelle bacchette! La batteria deve essere per forza indistruttibile!” Pensò sbalordito Trè, anche se lui non era da meno.
Adam fissava il basso e molto probabilmente anche il basso stava fissando Adam. Poi decise: un po’ di ‘New Year’s Day’ non guastava.
Bono fingeva di suonare qualcosa. Non era mai stato un asso con le sei corde, così decise di ripetere semplicemente gli accordi basilari e di cantare ‘One’.
Billie si dedicò alla sua Blue e con una foga paurosa iniziò a strimpellare ‘Holiday’.
Trè, dopo essersi ripreso, decise che non c’era niente di meglio di ‘Geek Stink Breath’.
Dopo una decina di minuti, arrivò anche Mike, appoggiato ad una spalla di The Edge. Era visibilmente più colorito.
“Sono ancora vivo.. Ci sono..” Chiarì subito.
“La prossima volta bevi meno caffè e più the!” Lo avvertì il chitarrista.
Così anche loro impugnarono il basso e la chitarre e iniziarono a riscaldarsi.
The Edge sperimentò un nuovo possibile effetto da aggiungere a ‘Mysterious Ways’.
Il basettone invece cominciò a suonare una fantastica ‘Longview’.
 
In meno di cinque minuti accadde l’imprevedibile. Come poteva essere una giornata così sfortunata?
Proprio nel momento in cui Larry ci stava mettendo più grinta, sfondò il tamburo centrale. Ora c’era un grosso buco.
“Oh cavolo.. Tutto ma non questo!” Esclamò Larry iniziando ad imprecare come solo un irlandese riesce a fare.
“Wow datemi un foglio e una penna! Devo scrivermi tutte queste fottute parole!” Esultò Billie.
Bono stava progressivamente perdendo la voce. A furia di urlare ‘All I Want Is Yoooooooou’ per un improvviso attacco di nostalgia di Ali, ora era completamente afono.
Per celebrare la fine del suo pezzo, Trè lanciò in aria le sue bacchette, le quali si diressero minacciosamente verso Edge. Egli, per ripararsi, coprì il suo bel viso con la sua chitarra. Fortunatamente non era l’Explorer, perché le bacchette ne ruppero due corde! Edge cadde in ginocchio e urlò per la disperazione. Avrebbe preferito mille volte di più che le bacchette centrassero i suoi occhi chiari piuttosto che una chitarra.
Mike ritornò a fare una visita al bagno e Billie si stava strozzando con il cappuccio della penna che stava impugnando.
Solo Adam era apparentemente sano e non sapeva chi soccorrere per prima.
“Se arrivo vivo a fine giornata, giuro che stasera corro nudo per l’albergo... Come al Mount Temple School!” Gridò.
 
In un modo o nella’altro, in poco tempo la situazione migliorò almeno un po’.
Billie e Mike si ripresero.
Bono si fece preparare del latte caldo con del miele e sembrava che la sua voce stesse ritornando.
Larry smise di bestemmiare e chiamò ad  un negozio di strumenti musicali del posto per far sostituire il tamburo e le corde rotte per The Edge.
Trè cercava di consolare l’amico che era caduto in uno stato di semi-depressione.
“Mmmmh oggi non è giornata. Rimandiamo a domani eh?” Propose Bono con voce rauca.
“Ok.. Però quel tappo era buono. Aveva un leggero retrogusto al cioccolato.” Enunciò Billie.
Momento di agghiacciante silenzio. Poi Edge scoppiò a ridere.
 
Per fortuna qualcuno riusciva ancora a vedere la luce.
Per fortuna Billie era riuscito a risollevare il morale del chitarrista.

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Capitolo 8
*** Il giuramento e l'ispirazione. ***


Il sole stava calando, il cielo si tingeva di gradevoli tonalità che variavano dal rosso al blu. La notte stava arrivando e un nuovo giorno stava preparandosi ad arrivare. Ma nell’aria si respirava un’aria di delusione. Un altro giorno era passato e i Green Day e gli U2 non avevano concluso ancora nulla.
 
“Andiamo all’hotel. Domani dobbiamo farcela!” Le labbra di Bono si muovevano piene di sconforto ma anche piene di orgoglio. Era certo che il giorno dopo avrebbero fatto scintille.
“Ok. Però andiamo, che ho fretta!” Esclamò Larry.
“Fretta di che?” Fu la domanda di Billie.
“Devo vedere Adam pagare le conseguenze del suo giuramento fatto prima..”
“Cos.. Ma quan.. Come diamine fai a saperlo?” Urlò Adam imbarazzato.
“Guarda che non siamo sordi, l’abbiamo sentito tutti!” Rise The Edge.
“Se vuoi ti faccio compagnia io!” Esultò Trè.
“Ommiodio che cazzata che ho sparato..” Pensò Clayton ad alta voce.
“Ahahaha da... Ti concediamo uno sconto: non correrai nudo per tutto l’albergo, ma solo per il corridoio che separa le nostre camere!” Aggiunse Mike, che non voleva umiliarlo troppo.
“Argh! E sia, ma in notte fonda, quando dormiranno tutti.”
La mentalità del bassista degli U2 era cambiata notevolmente nell’arco di trent’anni. Non era più il ribelle di una volta.
 
Arrivarono nell’albergo, si lavarono, cenarono. Dopodiché si ritirarono tutti nella camera di Larry, Mike e The Edge aspettando la fatidica ora dello show di Adam. Il tempo scorreva lentamente, così decisero di buttare giù qualche idea per quanto riguardava la canzone da cantare insieme.
“Su forza, pensiamo  a qualcosa.. Così domani abbiamo una cosa in meno da fare!” Incoraggiò Edge. Era molto speranzoso.
 
*TIC – TAC – TIC – TAC – TIC..*
 
Si sentiva solo il ticchettio dell’orologio. Quanti  pensieri. Dai quelli sciocchi a quelli seri, gravavano sempre di più.
“Ci sono!!!” Urlò improvvisamente BJ.
“Anche io ho un’idea fantastica!” Dissero in coro gli altri sei musicisti.
L’ispirazione era arrivata al momento giusto portando a tutti la stessa idea: THE SAINTS ARE COMING. Era un’idea favolosa. Non potevano averne una migliore. Finalmente era arrivata quella tanto agognata ispirazione.
L’atmosfera sembrava essersi alleggerita, ora potevano affrontare qualsiasi cosa.
“Verrà fuori una canzone grandiosa! Ne sono sicuro!” L’orgoglio di Mike era altissimo, alle stelle.
“Altroché! Dai, ci vuole una birra per brindare alla nostra musica!”
Si stavano divertendo, e ben presto arrivarono le due di notte. L’ora del giudizio.
 
“Ok, sono pronto... Però deve essere una cosa veloce!” Balbettò Adam che nel frattempo era diventato rosso come un peperone.
“Non preoccuparti. Giusto il tempo di farti capire che devi pensarci due volte prima di giurare qualcosa!” Sorrise sornione Bono.
“Aspettatemi! Ci sono anche io!!” Gridò Trè, rischiando di svegliare tutto il vicinato.
A differenza dell’amico, il batterista era fresco come una rosa e senza pudore. Anzi, cosa c’era di meglio che correre nudi?
Tra una risata e l’altra, anche quella notte passò.
 
Ora o mai più.
Ora dovevano fare veramente sul serio.
Ora iniziava un nuovo capitolo.

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Capitolo 9
*** The Saints Are Coming. ***


“Muoviamoci! Non vedo l’ora di arrivare allo studio di registrazione! Oggi mi sento carichissimo!” Urlava Trè saltellando attorno a Billie. Sembrava  un bambino che non vedeva l’ora di entrare in un negozio di giocattoli.
I ragazzi erano visibilmente stanchi. Non avevano chiuso praticamente occhio dopo la fantastica corsa di Trè ed Adam. Ma nonostante le occhiaie, avevano tanta energia da trasmettere nei loro strumenti.
“Mi sembra già di immaginare le note che usciranno dall’Explorer..” Sussurrò The Edge socchiudendo gli occhi con un’espressione beata.
“Oggi il mio basso andrà a fuoco!” Proclamò orgoglioso Mike.
“Allora sarà bene portare un estintore.. Non si sa mai, potresti incendiare la mia batteria...” Scherzò Larry stringendo le sue bacchette come se fossero un tesoro di inestimabile valore.
 
Erano tutti felci. Sapevano che questa volta la giornata avrebbe preso una piega diversa, non come la giornata precedente.
“Basta cianciare e sbrigatevi. Abbiamo una canzone da registrare!” Concluse in fretta Bono, che mentre gli altri parlavano, si era seduto in macchina al posto di guida.
“Oh no! Guarda.. Se hai intenzione di guidare, ti preavviso che me ne andrò a piedi!” Chiarì subito Adam.
Lo sguardo di Larry e The Edge si pietrificò alla vista di Bono al volante. Sapevano che non era un grande guidatore. Meglio attraversare l’Atlantico a nuoto piuttosto che andare in auto con lui.
“Beh, che c’è?” Chiese dubbioso Trè, che era già nell’auto con Bono. Troppo tardi. Ora era troppo tardi per uscire.
“Ehm.. Diciamo che secondo me ha preso la patente per miracolo...” Disse il chitarrista degli U2.
“Ma dai! Non credo che potrà mai essere più pericoloso di Billie ubriaco al volante!” Rispose Mike ridendoci su.
“Giusto! Noi Green Day saliamo... Voi che fate?” Aggiunse Trè.
“Noi.. Noi.. Noi ce ne andremo con la bici!” Pianificò Larry adocchiando tre biciclette nascoste dietro l’albergo.
“E sia! Chi arriva per ultimo paga da bere!” Esultò Bono.
Un irlandese non rinunciava mai ad una scommessa, così i restanti tre musicisti accettarono.
 
Larry, Adam e The Edge corsero verso quelle tre biciclette, sistemarono i loro rispettivi strumenti in modo tale da non danneggiarli durante la corsa  e partirono. Veloci come saette, attraversarono un quartiere dopo l’altro. Larry era il più allenato, non sentiva il peso della corsa. The Edge seguiva subito dietro al batterista. Era leggermente stanco, ma non voleva farlo notare. Così continuò a pedalare in silenzio. Solo ogni tanto si fermava per qualche secondo per riprendere fiato. Adam era decisamente fuori forma. Molti metri lo distanziavano da The Edge. Nemmeno Adam parlava, ma non perché non voleva. Non poteva. Faceva così tanti respiri affannati per recuperare quanta più aria era possibile che dalla sua bocca uscivano solo dei lunghi lamenti.
“Eeeh, la vecchiaia inizia a farsi sentire.. Eh Adam?” Larry rideva di gusto. Così imparava a ‘prenderlo in giro’ con nomignoli, seppur affettuosi, sul fatto che lui era il più giovane del gruppo.
“Anf, anf, auff.. Taci, porta rispetto per i più anziani e pedala!” Fu l’unica sentenza del povero bassista.
Un quartiere dopo l’altro, in un quarto d’ora arrivarono a destinazione. Non c’era ancora nessuno: avevano già vinto la scommessa!
 
Intanto, Bono, Billie, Mike e Trè se la passavano alla grande.
Aveva ragione il batterista dei Green Day: nessuno era peggiore di Billie ubriaco al volante. Nemmeno Bono. Finalmente il frontman degli U2 aveva trovato qualcuno con cui spassarsela e che non doveva correre al bagno per mal d’auto ogni volta che scendeva dalla sua macchina. Billie era seduto sul sedile anteriore affianco a Bono e cantava a squarciagola ‘Jesus Of Suburbia’. Dietro, sui sedili posteriori, Mike e Trè seguivano con un coro.
I don’t care if you don’t. I don’t care if you don’t. I don’t care if you don’t caaaaaaare!
Anche Bono scandiva il tempo con le mani al volante, aggiungendoci ogni tanto qualche colpo di clacson.
“Ha un ritmo sorprendente questa canzone! In studio, dopo le prove, me la fate sentire!” Disse poi ai Green Day.
Tra una sterzata, una sgommata, un colpo di clacson e una curva presa un po’ troppo larga, anche loro arrivarono. Sani e salvi. Anche se purtroppo erano arrivati secondi.
 
I tre ciclisti erano strabiliati. Tre persone erano riuscite a sopravvivere alla guida di Bono!
“Oh.. Siete ancora vivi?” Chiese Larry.
“Eccome! Ora però muoviamoci.. Ci attendono ore di prove!” Esclamò Billie.
“Mmmmh.. Ok. Ah Bono, comunque.. Ci devi una birra!” Sottolineò The Edge.
Dopo aver pagato il pegno della scommessa, i sette compositori iniziarono a mettersi all’opera. Prima eseguirono le due canzoni pattuite da suonare singolarmente, Beautiful Day e Wake Me Up When September Ends. Poi passarono a The Saints Are Coming.
 
“Bene.. Il testo originale della canzone ce l’ho io qui. Iniziamo a lavorarci un po’ su..” Disse The Edge sventolando un foglio di carta bianca.
Musica è magia. Bastò dare un occhiata a quel foglio che una marea di idee iniziarono ad affluire nelle menti dei ragazzi. Ogni nota che usciva dalle chitarre di Billie e di The Edge, ogni colpo ai tamburi di Larry e Trè, ogni accordo di Mike e Adam, ogni parola di Bono e BJ era qualcosa di speciale. Certo, non rispettava i loro standard musicali, però funzionava. Una canzone da far venire i brividi alla schiena. Erano solo le prove, la registrazione vera e propria ci sarebbe stata agli Abbey Road Studios di Londra, però poteva andare benissimo già così com’era. Due batterie, due bassi, due chitarre e quattro voci. I santi della musica stavano arrivando, e presto avrebbero fatto vedere al mondo cosa erano capaci di fare insieme.
“Mmmmh.. Ci manca qualcosa in questo punto della canzone, ma non so cosa..” Disse Billie mentre suonava affianco a The Edge.
“Riproviamo dall’ultimo accordo.. Ho un’idea.” Disse Bono facendo interrompere di colpo la musica. “Tre.. Due.. Uno.. Via..!” La musica ripartì. “BOOM CHA EHY!” Urlò poi cantando.
I versi di Bono non potevano mancare. Tre parole senza nesso logico, però calzavano a pennello. Era fatta. Non restava che provarla un’ultima volta per vedere cosa ne era uscito fuori.
“Ma è fantastico! Non vedo l’ora di suonarla al Superdome di New Orleans!!” Gridò Trè eccitato.
“A chi lo dici! Manca solo una settimana al live… Già mi vengono I brividi..”Sussurrò Larry immaginando le urla di gioia della gente.
“E se tutto andrà bene aiuteremo un sacco di persona con Music Rising!” Proclamò The Edge, soddisfatto dall’idea che la musica potesse aiutare molta gente.
“Bene.. Per oggi basta così. Andiamo a riposarci un po’ di là e poi ritorniamo in albergo, sono distrutto!” Supplicò Billie. “Ma che ore sono.. Cavolo sono le sette e mezza! Abbiamo suonato per otto ore di fila senza nemmeno mangiare!”
La musica aveva bloccato il tempo, sembrando che questo non passasse mai, per poi farlo riprendere a scorrere solo a fine giornata. La musica aveva occupato totalmente le menti e i cuori dei musicisti. Quando si sta bene, quando si sta veramente bene con qualcuno, vorresti che il tempo non passasse mai e invece scorre più veloce di quanto tu possa immaginare. Quando te ne accorgi, è già troppo tardi.
 
Anche quella giornata era inesorabilmente passata. Ma questa volta aveva scolpito  un segno profondo di grande bellezza. Era l’inizio di un nuovo inizio. Finalmente la musica era riuscita a ritrovare la strada per rientrare nei cuori dei Green Day e degli U2.

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Capitolo 10
*** Il concerto. ***


I giorni erano trascorsi veloci come fulmini da quando provarono per la prima volta The Saints Are Coming. Il giorno fatidico del concerto era arrivato. Non sembrava vero, sembrava ieri il giorno in cui i Green Day stavano attendendo con ansia gli U2 all’aeroporto.  Ora, a distanza di una decina di giorni, erano di nuovo all’aeroporto. Stavolta stavano imbarcandosi tutti insieme. Destinazione New Orleans.
 
I primi a salire sull’aereo furono Billie e Mike, che si sedettero subito vicini. Poi fu il turno di Adam e Trè, che scelsero i due sediolini dietro il nano e il basettone, Larry  e The Edge affianco. Con qualche minuto di ritardo arrivò anche Bono. Si era dimenticato gli occhiali in auto.
“Ehi voi! Grazie per avermi aspettato! Dove mi sied… oh!” Esclamò l’irlandese. “No, ma.. Non scomodatevi a trovare un posto anche per me!” Aggiunse, notando che tutti avevano scelto il proprio compagno di viaggio, dimenticandosì però di lui.
“Bono! Qui affianco a me e Larry c’è un posto! Vieni così sei pure seduto vicino a me!” Propose The Edge all’amico.
Bono si avvicinò, ringraziò il chitarrista e poi si voltò verso i due sediolini. Uno era libero, come detto da Edge, l’altro era pieno di appunti e scartoffie varie, un quaderno vuoto e una penna nera.
“Ecco il tuo compagno di viaggio ideale!” Sogghignò Larry.
“Mmmmh.. E va bene. Ma me la pagherete cara questa.”
Però in un certo senso Larry aveva ragione. Non c’era cosa migliore di un quaderno dove poter scrivere tutto quello che passava per la mente. Bono amava riportare ogni emozione, ogni sensazione, ogni sciocchezza su un pezzo di carta e conservarlo. Non era stato poi uno scherzo così ‘brutto’.
 
In meno di mezz’ora Billie si addormentò, poggiandosi sulla spalla del suo migliore amico, il quale stava leggendo un libro. Larry seguì l’esempio del moro e posò il capo sulla spalla sinistra di Dave. Quest’ultimo decise di prendere la sua chitarra e di suonare qualcosa. Suonare lo rilassava molto e, ogni volta che lo faceva, riusciva a infondere in tutti grazia e serenità. Trè e Adam iniziarono un’avvincente partita di carte. Dall’espressione felice del batterista si intuiva che stava vincendo. Bono stava fissando l’America dal finestrino. Rifletteva, scriveva, pensava. Pensava a quanta strada avevano fatto da quel lontano autunno del 1976, da quando facevano le prove nella cucina di Larry. Pensava al fatto che erano diventati un gruppo-pilastro del rock. Pensava a cosa avrebbe fatto in futuro insieme a The Edge, Adam e Larry, al loro futuro. Pensava al passato, al presente, al futuro degli U2.
 
In un paio d’ore arrivarono a destinazione. Era appena mezzogiorno ma erano fuori orario massimo. Avevano un calendario di orari da rispettare per poter arrivare puntuali al Superdome.
“Ehi, svegliatevi tutti! Tra dieci minuti saremo a New Orleans!” Disse Mike a tutti, sbatacchiando Billie come un tappeto impolverato.
Quando scesero dall’aereo, capirono che il programma potava andare pure al diavolo. Quasi un mese dopo dal disastro provocato dall’uragano Katrina, New Orleans era devastata, non esteticamente, perché piano piano la città si stava riprendendo, ma internamente. C’era una profonda ferita ancora aperta nell’animo di tutti i cittadini. Bisognava chiudere quella lesione con la loro musica al più presto.
Una lacrima attraversò la guancia di Billie. Trè lo abbracciò forte. Riusciva a sentire il suo cuore battere all’impazzata.
“Coraggio, siamo qui per risollevare l’America e per far vedere al mondo intero cosa siamo capaci di fare insieme!” Disse Bono tentando ti risollevare il morale dei suoi amici. E ci riuscì.
“Giusto..! Andiamo a mangiare qualcosa, riposiamoci un po’ e poi andiamo a provare!” Programmò Mike.
 
***
Cinque minuti. Solo cinque minuti all’inizio del concerto.
Il cuore degli U2 e dei Green Day sembrava un toro senza controllo, non c’era speranza di controllarlo. Le urla delle persone che acclamavano i loro nomi echeggiava nelle loro menti. Era giunto il momento di fare sul serio.
 
Lì fuori il mondo stava per andare in delirio. Dietro le quinte, invece, stava succedendo il finimondo.
Mike sorseggiava istericamente un caffè dopo l’altro.
The Edge cercava inutilmente di strappargli quei bicchierini ricolmi di caffè.
“Dammi quei dannati caffè! Non capisci che Un giorno o l’altro ci lasci la pelle?”
“Cazzo no.  Non esiste roba più buona e che riesca a darmi la carica!”
“Beviti una camomilla!!!”
“MAI!”
“E se provassi con un po’ di yoga?”
“Ma sei rincretinito?”
Mentre il chitarrista e il basista discutevano vivacemente, Larry pregava il dio della batteria affinché non si rompa un altro tamburo come accadde  durante le prime prove. Trè, vedendo il biondo in ginocchio, decise di unirsi al ritiro spirituali.
“Santissima ed amatissima divinità protettrice delle batterie.. Fa che vada tutto bene e che non rompa niente e te ne sarò per sempre grato...” Pregò il Mullen.
“...E fa che le mie bacchette non ammazzino nessuno. Amen.” Aggiunse e concluse l’altro batterista.
Adam provava beatamente qualche accordo sul suo basso, dimenticandosi di tutto e di tutti per almeno pochi minuti.
Bono era al telefono con Ali. Cercava coraggio nelle parole della moglie. Era l’unica donna capace di tenere a bada una personalità come lui.
“Grazie. Ti amo anche io.” E chiuse il cellulare.
Billie era nervoso come al suo solito. Prima di un concerto non bisognava intralciare i suoi pensieri. Poi, stufo del battibecco tra Mike e The Edge, decise di intervenire con la forza.
“Ohè! La finite di litigare come due bambini? Se non la smettete mi prendo i vostri strumenti!”
“Ha iniziato lui!” Urlarono in coro i due indicandosi l’un l’altro.
“Ehm... Scusami. Non volevo farti innervosire, ma è solo che ti voglio bene e non voglio che un giorno ti senta male.” Disse Evans imbarazzato.
“Beh.. Scusami tu invece. Ho un caratteraccio.. Ah, ti voglio bene anche io!” Rispose commosso Mike.
Si abbracciarono come vecchi amici. Una scena commovente.
 
“Mi sentite o siete sordi?! E’ la quarta volta che lo dico... Si va in scena!!” Urlò esasperato un tecnico.
“Di già?!? Va beh.. Che questa avventura abbia inizio!” Gridò Adam.
 
Fu l’inizio di una delle esperienze più belle dei Green Day e degli U2. Un capolavoro.
The Edge iniziò suonandole prime note di Wake Me Up When September Ends”, poi Billie iniziò a cantare. Fu indescrivibile. Non esistono parole per descrivere quella canzone. E finalmente, ecco… I santi stavano arrivando.
 
There is a house in New Orleans
They call the Rising Sun
It's been the ruin
Of many a poor boy
And God I know I'm one

La voce del moro tremava per l’emozione.

I cried to my daddy on the telephone “How long now?”
“Until the clouds unroll and you come down,” The line went
But the shadows still remain since your descent, your descent

I cried to my daddy on the telephone “How long now?”
“Until the clouds unroll and you come home,” The line went
But the shadows still remain since your descent, your descent

Bono era un leone. Aveva voglia di cantare all’infinito. La gioia superava la paura.

The saints are coming
The saints are coming
I say no matter how I try
I realize there's no reply

The saints are coming
The saints are coming
I say no matter how I try
I realize there's no reply

Billie, Bono, Mike e The Edge insieme. Quattro voci intonavano un inno che arrivava dritto al cuore.

A drowning sorrow floods the deepest grief, how long now?
Until a weather change condemns belief, how long now?
When the night watchman lets in the thief, what's wrong now?

Billie era di nuovo carico. Che potenza, la musica!

Boom Cha Hey!
I versi di Bono non potevano mancare.

The saints are coming
The saints are coming
I say no matter how I try
I realize there's no reply

The saints are coming
The saints are coming
I say no matter how I try
I realize there's no reply
I say no matter how I try
I realize there's no reply
I say no matter how I try
I realize there's no reply!

La gente andò in delirio. La canzone era stata un successone. Ma non era finita. Era il turno di Beautiful Day.
E fu così che anche quell’avventura terminò. No. Non è vero. Era soltanto l’inizio. Perché la forza della musica va oltre tutto ciò. Ormai i Green Day erano legati per sempre da un sentimento chiamato ‘amicizia’.
“Chiamiamoci, ogni tanto... Così suoniamo qualcosa insieme!” Propose Trè con le lacrime agli occhi.
“Ovvio!” Fu la risposta di Adam. “Ci mancherete...”
“Ma che dite? Sembra che non ci rivedremo mai più!” Disse BJ.
“Ha ragione il nano!” Esclamò Bono.
“Senti da che voce viene il pulpito..” Sorrise Larry con gli occhi lucidi.
“Questo è un inizio!! Nulla al mondo impedirà di ostacolarci! Tanto per iniziare, tra due settimane vi invito ufficialmente in Irlanda, scoprirete che è un paradiso!” Dichiarò infine The Edge.
 
L’amicizia è così. Va oltre tutti i limiti.
Musica è amicizia. Musica è speranza. Musica è felicità. Musica è magia.

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