SoMa - FlashFictions

di Eleven Tardis
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #1 ***
Capitolo 2: *** #2 ***
Capitolo 3: *** Soul Eater Evans Centric ***



Capitolo 1
*** #1 ***



»SoMa - FlashFiction
Pairing: Soul Eater Evans; Maka Albarn.
Personaggi Principali: Soul Eater Evans; aka Albarn.
Generi: Comico; Sentimentale; Romantico.
Rating: Green.
Avvertimenti: FlashFiction << 313 parole >>; Raccolta.



Le mani sfiorarono il nero lucido di un pianoforte a coda.
Una bambina sedeva sopra una sedia, ed aveva lo sguardo puntato su quel pianoforte.
- Soul, suona ancora, solo per me. - disse entusiasta posando il suo sguardo su un ragazzo albino.
Lui, sbuffò e si sedette davanti allo strumento.
- E va bene.
La bambina, lanciò un gridolino d'emozione e si preparò per l'ascolto.
Soul poggiò le mani sulla tastiera, e con un attimo di ripensamento, cominciò a suonare. La melodia era lenta, e scorreva in modo quasi pesante.
Gli occhi verdi della bambina seguivano i movimenti delle dita che quasi cantavano erogando note.
La fine di quella musica si fece più frenetica, ed il ragazzo schiacciava letteralmente i tasti finché, con una semplice nota finale, tutto finì.
La piccola batteva le mani energicamente.
- Ti è piaciuto, Maka?
- Molto! - gridò lei e subito dopo si mise ad imitare i gesti che faceva il ragazzo dagli occhi cremisi.
Passarono interminabili minuti, in cui Maka si dissolse nel buio di quella sala.
Era rimasto solo.
Solo, com'era sempre stato prima d'incontrare Maka Albarn.
Cadde.
O forse, credette di cadere.
Chiuse gli occhi, lasciandosi trasportare da quell'oblio.
- Soul. - lo chiamò una voce familiare.
- Soul, apri gli occhi. - continuò la voce, a primo impatto, sembrava una voce femminile e decisa.
- Chi sei? - riuscì a malapena a mormorare.
- Sono Maka. Maka Albarn.
Rimasero in silenzio.
Soul cercò d'aprire gli occhi e, sorprendentemente ci riuscì.
Luce, ecco quello che vide. Solo della luce accecante in mezzo al buio.
I capelli di Maka gli sfiorarono il viso, ed il suo profumo lo inebriò: Maka lo stava abbracciando.
- Maka. - mormorò.
Il buio, il nulla e loro scomparvero, lasciando solo un semplice pianoforte illuminato da un riflettore ch'era quasi invisibile.
Una nota si librò in aria, l'ultima nota solitaria.



Note d'autrice:
Ciao!
Sto passando dalle drabble alle flashfiction, bene!
Si ricorda che le critiche sono ben accette, e che quindi, se c'è qualcosa che non va siete pregati di segnalarlo.
Per il resto, vi saluto.

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Capitolo 2
*** #2 ***


#2 »FlashFiction
<< 419 parole >>.



La sveglia emise un rumore sordo a contatto con il muro.
Proprio in quel momento, fece irruzione Maka, nonché Meister di Soul.
Dalla sveglia “ posata ” sul pavimento e ridotta in frantumi, Maka spostò il suo sguardo su Soul che aveva ripreso a dormire beato.
- E’ la quinta che rompi in una settimana.
L’albino parve svegliarsi per poi rispondere seccato: - Sempre a rompere tu, eh.
L’altra parve non farci caso e si precipitò di fianco al letto del povero ragazzo.
- Svegliati, idiota! - sbraitò serrando le braccia al petto.
Lui aprì di poco la palpebra destra e la scrutò per un attimo.
- Perché? – chiese, in fine.
- Come “ perché ”!? Te ne sei già dimenticato?! – ed iniziò a tirargli dei “ pugni ” sulla testa.
Soul le fermò le mani e sospirò per poi risponderle: - Non ho mai detto di essermene dimenticato.
- Cosa? - chiese perplessa.
- Dai che hai capito, secchiona senza-tette.
- Maka… Chop! – il libro di Maka aveva colpito ancora.
- Potevi evitarlo. - le disse non più tanto divertito.
Lei fece spallucce.
- Dobbiamo proprio? – sembrò implorarla Soul.
- Ma certo, non vorrai mica che una studentessa modello come me manchi ad una missione come questa.
- E va bene, “ studentessa modello ” – la scimmiottò.
Maka ringhiò per poi cercare di darsi un contegno: Soul si divertiva soltanto a vederla incavolata, non doveva dargli soddisfazione.
- Allora, io ti aspetto di sotto. – e prima che potesse risponderle, si era già catapultata giù per le scale.
Soul sbuffò mormorando un: - Ma guarda cosa mi tocca fare… - e si alzò per poi rivestirsi in tutta calma e sorridendo ogni qualvolta Maka lo rimproverasse dal piano di sotto.
Finalmente, fu pronto.
Scese giù in cucina trovandoci la ragazza che stava armeggiando con le pentole di vario colore che c’erano nella vetrina della credenza.
Le arrivò alle spalle soffiandole all’orecchio un: - Buh!
Lei sobbalzò e quando si accorse dello scherzo, diventò rossa dalla rabbia per poi cercare di punire la testa albina del ragazzo.
- Maka... Chop!
Soul riuscì incredibilmente a schivare quel libro volante.
- Non funziona più.
- Fa niente, vorrà dire che userò altri metodi. – disse lei guardandolo negli occhi cremisi.
- Sai qual è la verità, Maka?
- No, illuminami.
- La verità è che mi piaci da impazzire. – detto questo, l’attirò a sé per poi baciarla.
Lei strabuzzò gli occhi, quel contatto era veramente strano.
Non che non le piacesse, intendiamoci, è solo che era strano.
Dopo poco, veramente poco, si lasciò trasportare da quel mare d’emozioni che quell’effusione le trasmetteva.

Quel giorno, non andarono in missione.
- E allora, “ studentessa modello ”? - chiese ghignante Soul mentre la stringeva. Lei sbuffò sonoramente tra le risa del ragazzo dagli occhi cremisi che, le sigillò le labbra in un altro bacio.


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Capitolo 3
*** Soul Eater Evans Centric ***


»Soul Eater Evans Centric
Merry Christmas!
FlashFiction << 499 parole >>.



La neve scendeva lentamente posandosi sui tetti delle case e sulle strade di Death City.
Mi sfregai velocemente le mani che, anche avendo i guanti, tremavano leggermente.
- E che cavolo, l’unica cosa che mi serve adesso è il raffreddore, eh! – borbottai.
Infilai la chiave nella toppa della porta e l’aprii.
- Soul! Sei già di ritorno? – mi accolse Maka.
- Sì, non potevo mica tornare domani, fuori si gela! – rabbrividii solo al pensiero.
- Scusa, hai ragione. – trillò lei.
- Mh, sbaglio o sei allegra? – le chiesi chiudendo finalmente la porta.
- Questa sera facciamo l’albero? – mi rispose con una domanda mostrandomi uno scatolone marrone.
- Sei proprio una bambina – ridacchiai dopo un po’.
Lei fece spallucce e posò a terra lo scatolone, iniziando a tirare fuori palline, festoni e altre “diavolerie” di ogni forma e colore.
Sospirai ed andai di sopra a cambiarmi mentre lei tirava fuori l’albero.
Quando fui pronto mi sdraiai sul letto e m’abbandonai ad esso chiudendo gli occhi.
- Souuul! – mi chiamò la mia artigiana.
- Che vuoi?! – sbuffai, accorgendomi solo dopo del mio tono un po’ troppo brusco.
Avvertii il suo sbuffare – Pff, vieni di sotto e aiutami a fare l’albero!
- Agli ordini, Crudelia Demon! - scesi nuovamente, accorgendomi che aveva spento le luci, ed ora, fissava silenziosa il pino che giaceva sfatto a terra.
- E’ dell’ultimo Natale con la mamma. – sussurrò.
- Ah. –
- “ Ah? Non sai dire di meglio?! Idiota! ” – mi insultai mentalmente.
La vidi (per quanto mi fosse possibile) voltarsi verso di me e regalarmi uno dei suoi preziosi sorrisi che bastava effettivamente ad illuminare la stanza.
- Allora… lo facciamo… questo albero? – mormorai cercando di sembrare convincente.
- Ma certo! – esclamò contenta.
- Bene! – afferrai una parte dell’albero mentre Maka afferrò l’estremità opposta alla mia.
- Uno, due e… tre! – lo issammo come se fosse un sacco di patate e lo mettemmo “in piedi”.
- E ora, le decorazioni!
- Scusa, ma non dovresti mettere prima le luci?
- Uh? … Hai ragione! – poi estrasse dalla scatola malandata una serie di fili verde bosco, molto simili al colore del pino ed iniziò a girargli intorno cercando di sistemarle alla bell’e meglio, pur non ottenendo buoni risultati.
- Lascia fare a me. – biascicai andandole dietro e avvolgendola con le braccia per poterla aiutare.
Poi, avvenne che… le nostre mani si sfiorarono e noi, o almeno, io venni percosso da una specie di scarica, una sensazione mai provata prima d’ora ed anche piacevole; ritirammo entrambi le mani, quasi come se ci fossimo ustionati.
Restammo a guardarci per degli attimi che parvero infiniti, in silenzio. Le nostre labbra, bramavano il contatto e si avvicinavano sempre più…

Un anno dopo…
La sposa avanzava nel mezzo della grande chiesa, affiancata da un uomo dai folti capelli rossi.
Lo sposo l’attendeva con impazienza, e la ragazza, aveva versato una lacrima di commozione non appena gli arrivò davanti ed esso, la guardò con infinita dolcezza.
- Lo voglio. - un'affermazione vitale.


Note d’autrice:
Ciao!
E anche questa Fiction è finita, oh yeah.
Non mi aspetto recensioni positive, questo è davvero un Epilogo schifoso, vi chiedo perdono.
Vi saluto.

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