Finalmente, sei mia.

di Haruhi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Ormai erano all’incirca dieci minuti che osservavo imperterrito mio il bicchiere wishy dove all’interno vi erano due piccoli pezzi di ghiaccio che galleggiavano l’uno accanto all’altro. Questa era un’altra sera che avrei passato ad osservare il vuoto e a bere per dimenticare. Sì, per dimenticare tutti i sentimenti che avevano alloggiato dentro di me per anni e anni e che non  potranno mai avere l’occasione di essere espressi. Un amore così forte quanto abominevole.

“ Signore crede di sentirsi bene?”

La voce del cameriere interruppe i miei pensieri e mi costrinse ad alzare lo sguardo, distraendomi dal il punto vuoto su cui avevo posato l’attenzione per tutta la serata.

“ Certo”

L’uomo mi rispose con un cenno della testa, ormai la mia tranquillità era stata turbata, decisi, quindi, di uscire da quel bar. Presi il bicchiere e lo finii con un solo sorso . L’alchool mi provocò un grande bruciore alla gola, facendo comparire nella mia faccia impassibile una smorfia disgustata.

“ Ehi , vacci piano. Vorrai mica svenire qui?”

Una ragazza si era avvicinata e seduta affianco al mio posto, ordinò un martini , dopodiché continuò:

“Problemi sentimentali? Un bel ragazzo come te non può di certo lamentarsi…”

Non la feci finire, lasciai una banconota da venti sul tavolo, presi il cappotto e mi diressi verso la porta, lasciandomi dietro le
spalle lo sguardo indignato della ragazza che aveva appena richiesto la mia attenzione.

“ Ehi tu come ti permetti! Dove stai andando?”

Disse afferrandomi per il braccio. Ormai le sue grida erano udite da tutti i clienti presenti nel bar e la cosa mi infastidiva molto.

“ Cercati qualcun altro con cui passare la notte. Non voglio avere niente a che fare con donne del genere”

La fermezza con cui espressi quella frase , la sconvolse . Rimase in silenzio per tre secondi.

“ Tu, ma mi hai vista? C’è chi pagherebbe oro per avermi..”

“ Oro? Tu non vale neanche un quarto di dollaro.”

Dopodiché uscii subito , quella conversazione mia aveva stancato. La faccia della ragazza era un misto tra incertezza e imbarazzo. Effettivamente era una bella ragazza, ma una donna che si svendeva in quel modo non aveva neanche il diritto di avere nemmeno un secondo del mio tempo. Ma non era neanche quello  il principale motivo del mio rifiuto. Il problema è che, da diciassette anni, la mia attenzione era riposta solo ad una ragazza. I miei occhi si erano persi dentro i suoi, infinitamente grandi e celesti. La mia mente era occupata solo dalla sua immagine. Il problema è che questo era inopportuno.

La temperatura era scesa di parecchio , il freddo era talmente forte da entrarti nelle ossa. Finalmente tornai a casa , mi diressi
verso la mia camera, pronto a buttarmi nel mio letto per poter far riposare il mio povero cervello.

Aprii la porta e la trovai lì, che dormiva nel nostro letto, più bella che mai. I suoi capelli biondi occupavano gran parte del cuscino. Nella sua faccia vi era una smorfia di serenità. La sua boccia era semiaperta, facendomi bramare sempre più il contatto con quelle labbra. Il pigiama corto e stretto metteva in risalto la vita sottile e il seno proporzionato. L’improvvisa serenità si trasformò in gelosia e rabbia. Rabbia perché quel corpo così perfetto non sarebbe mai stato mio. Gelosia per colui che avrebbe potuto avere lei.

Mi avvicinai al letto, cercando di non far rumore. Appoggiai le mani affianco ai suoi capelli e mi avvicinai fino a sfiorare quelle labbra. Il contatto mi provocò un brivido che percosse tutto il mio corpo.
Beki, è colpa tua sai? È colpa della tua bellezza se adesso sono qui a contemplarti in tutta la tua interezza, è colpa tua se ogni volta che mi guardi sento una stretta al cuore. La colpa è tua se sono incastrato in questo amore che non potrà mai essere corrisposto.

Ti amo, tutto qui. Ti amo anche se nel tuo corpo scorre il mio stesso sangue, anche se tu sei la mia piccola dolce sorellina. Ti amo e questo non potrà cambiare le cose.

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


La radiosveglia segnava le cinque di mattina. Non ero riuscito a chiudere occhi per tutta la sera per colpa  degli stupidi pensieri che alloggiavano all’interno della mia mente. Tutto questo era amplificato dalla scomodità del pavimento su cui ero costretto a passare la notte, per colpa della ragazza che adesso dormiva beatamente all’interno del letto. Infatti , nonostante fosse un letto matrimoniale e fosse il nostro , quella sera mi costrinsi a coricarmi per terra. Sentivo che non sarei stato capace di placare i miei istinti. Non volevo che Beki mi odiasse, che provasse disgusto verso suo fratello, lo stesso che provavo per me stesso .
Il piano era riuscito perfettamente, quando la voce di Beki mi distolse dai miei pensieri.

“ Alex, cosa ci fai per terra? Vieni a dormire.”

Si alzò e venne verso di me porgendomi la mano. Istintivamente la presi, stringendola più del dovuto. Un altro brivido percosse il mio corpo, provocando in me un desiderio incontrollabile.

Ero arrivato al limite.

La tirai verso di me, gli misi un braccio attorno alla vita e gli alzai il mento. Il mio cuore batteva in un modo incontrollabile. All’interno di me sorgeva il dubbio dell’ingiustizia di quel gesto, che sparì all’istante al suono di un altro cuore, che batteva ancor più del mio. Immersi i miei occhi all’interno dei suoi, erano così belli. Dopodiché posai il mio sguardo su quella sua bocca carnosa, che desiderava quanto me quel contatto. Lentamente mi avvicinai e unii le mie labbra con le sue. Tramite quel bacio riuscii a sentire l’incertezza che vagava all’interno dei pensieri di quella fanciulla che era tra le mie braccia. Dopo quel contatto mi allontanai , aspettando la sua reazione. Ci guardammo negli occhi, ci perdemmo nei sentimenti dell’altro, celati nei nostri sguardi.

“ Questo non risponde alla mia domanda, cosa ci fai per terra?”

Sorrisi e lei ricambiò. La prende e la strinsi più a me, la sento mia, finalmente. Misi la mia testa fra i suoi capelli , ispiro il suo odore, in modo di poterlo fissare nella mia mente per ricordare quel momento per sempre.
Gli presi la mano e la portai nel nostro letto, passando con lei una notte di amore. Ma non una notte di amore carnale, passionale, ma uno più infantile, dove si fa indigestione di dolcezza , di baci e di carezze.
 
La mattina mi ritrovai con lei tra le braccia, con il suo profumo sul mio corpo. Dormiva beata appoggiata al mio petto, riuscivo a vedere il suo sorriso che non l’aveva abbandonata in tutta la serata.  Gli spostai i capelli dal viso, lei aprì gli occhi.

“ Buongiorno Alex!”

“ Buongiorno”

Le sorrisi e gli diedi un’altra volta un altro bacio. Dio quanto ho desiderato questo momento, quanto ho bramato di sentire quelle labbra che premessero con decisione sulle mie.

“ Quindi  ti sei accorto dei miei sentimenti eh? Io ero sicurissima di aver nascosto tutto perfettamente”

Dopo aver detto quella frase si tirò le coperte fino agli occhi e mi guardo con uno sguardo da cerbiatto.  Io la fissai sbalordito. Non era possibile , stavo sognando. Istintivamente mi diedi uno schiaffo , per confermare la mia teoria. Lei mi fissò e bloccò la mia mano che stava per darmi un altro schiaffo. Aggrottò le sopracciglia.

“ Non è possibile, non ci credo. E’ un sogno vero? Non mi ero mai accorto di niente, pensavo che mi considerassi il tuo fratellone.”

Abbassai lo sguardo pensando al periodo che stavo passando fino alla sera precedente. Lei mi fissò per circa un minuto poi scoppiò in una grande risata.

“ A quanto pare pensavamo la stessa cosa èh!”

Mi guardò con una dolcezza talmente estrema da farmi sciogliere all’istante , all’improvviso la mia vita aveva preso il verso giusto.

“ Ti amo, Alex, ti ho sempre amato.”

Dopo quelle parole si rimise a dormire, io mi alzai e gli lasciai un biglietto per il suo risveglio. Mi aveva così fatto felice la sera precedente che volevo fare altrettanto.

Finalmente sei mia.
Ti amo Beki,
Alex

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Entrai in cucina, pronto per mangiare una ricca colazione. Nonostante fossero le undici di mattina , nessuno all’interno della casa si era svegliato, quindi dovetti provvedere alla colazione da solo. Presi un fetta di pane e la infilai dentro il tostapane, dopodiché mi diressi verso la dispensa per prendere la marmellata.

“ Oh, sei sveglio? Buongiorno, tua sorella?”

La voce di mia madre distolse la mia attenzione dalla ricerca della confettura.

“ Ehi mamma, Beky sta ancora dormendo.”

“ Quella ragazza è proprio sconsiderata, santo colui che riuscirà a prendersi quella piccola donna. Menomale che ha un fratello maggiore , come te, che può proteggerla in qualunque caso.”

Disse quelle parole scuotendo al testa , mentre stava esaminando il frigorifero alla ricerca del latte.

Proteggerla in qualunque caso eh?

 Questo significava anche tenerla al sicuro da qualunque cosa potesse farla soffrire?

Questo mio amore impuro, che era destinato a finire in lacrime, sarebbe stata la prima cosa che poteva farle male?

“ Buongiorno mamma, Alex. Cosa c’è per colazione”

Mi girai e la vidi sedersi con tutta la sua bellezza. Nonostante avesse i capelli scompigliati , per via della nottata turbolenta , sebbene aveva indosso un semplice pigiama, la vedevo più bella che mai. Oggi c’era qualcosa di diverso nel suo viso, un sorriso pieno d’amore e uno sguardo pieno di elettricità.

“ Oh, la bella addormentata si è svegliata!”

Gli dissi cercando di essere il più simpatico possibile, il mio cuore aveva iniziato a battere un po’ troppo forte per i miei gusti.

“ Sì e vuole fare colazione.”

Ci guardammo per un secondo intensamente , poi scoppiammo a ridere. Nel viso di mia madre c’era una bel sorriso soddisfatto.

“ Mettetevi seduti, che mamma vi prepara qualcosa di buono.”

Mentre diceva queste parole stava già all’opera , scegliendo accuratamente la frutta per le crepes. Amavo mia madre, era la seconda persona dopo Beki, per cui provavo un sentimento che non riuscivo a spiegare a parole. Era come se quelle due donne avessero preso il mio cuore e se lo fossero spartito in modo equo. Nonostante infatti avesse lavorato fino alle tre di notte, si stava impegnando per preparare un buona colazione ai suoi figli. Lei era una donna motivata , indipendente. Dopo che il suo matrimonio era finito dopo nove anni di interminabile amore, non si era lasciata andare, ma aveva preso  in mano la sua vita per dirigerla dove voleva. Faceva due lavori per compensare lo stipendio di mio padre e nonostante ciò c’era sempre ordine in casa e un pasto pronto per essere mangiato.

“ Ferma faccio io oggi. Tu siediti , mangerai le più squisite crepes che tu abbia mai mangiato mammina!”

Presi la ciotola con l’impasto e cominciai a riscaldare la padella. Dopo circa dieci minuti la colazione era in tavola, perfettamente apparecchiata.

“ Sei un genio, Alex! Sono buonissime!” 

Mi disse Beki , che si era divorata la colazione dopo neanche un minuto.

“ Oh, che ragazzo bravo che ho !”

Mia madre dopo avermi detto ciò mi sorrise con dolcezza. Dentro di me sentivo il i sensi di colpa che cominciavano a venire a galla.
Ma nonostante tutto, nonostante io sentissi un profondo rammarico per ciò che provavo nei confronti di mia sorella, mi bastava spostare il mio sguardo su di lei , per poter far svanire tutti i miei dubbi. 

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