Come what may.

di Giulsigelso
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


Never knew I could feel like this

Like I've never seen the sky before

I want to vanish inseide your kiss

And everyday I love you more and more.

[Come what may – Moulin rouge soundtrack]

 

 

Camminava verso scuola con la musica alle orecchie, mentre canticchiava una delle canzoni che aveva sempre desiderato di proporre al Glee. La sua cosa ondeggiava sopra il suo collo coperto da una sciarpa per impedire un solito mal di gola che le avrebbe impedito di cantare. Oramai era una delle poche attività divertenti che le erano rimaste, il suo cuore era e restava sempre sospeso fra le note di quel pianoforte e le sembrava che riuscisse a battere soltanto quando anche lei riproduceva quelle note, sotto gli sguardi meravigliati delle compagne. Ed oggi era uno di quei giorni. Voleva cantare per il compito che il signor Shuester aveva dato loro quella settimana. Era entrata nella scuola sotto gli occhi di tutti e con il suo solito sorriso altezzoso, diretta verso il suo armadietto. Salutò qualcuno con un gesto della mano, e aspettò la fine della canzone per spegnere il lettore e posarlo nello scaffale del suo armadietto. Prese i libri che le servivano per le prime due ore e andò a lezione.

Oggi è il primo giorno di scuola dopo le vacanze di Natale, e non mi hai neanche salutata da quando sei tornata. Ci vediamo a pranzo?

Riconobbe subito la scrittura e accartocciò il biglietto trovato sul tavolo nel palmo della mano, per poi lasciarlo cadere nella sua borsa semi aperta.

Si guardò intorno velocemente e non la vide seduta da nessuna parte. Non la meravigliava, perchè sapeva che se ci fosse stata si sarebbe seduta esattamente alla sua destra, mentre lei, come sempre, avrebbe preso il posto comodo, dove poteva poggiare la spalla al muro, mentre fingeva di ascoltare la lezione. Così come fece in quel momento.

 

Se solo potessi uscire da questa aula e andare direttamente alla lezione con il Glee. Non aspetto altro, perchè ho una sconfinata voglia di vederla e abbracciarla. Chissà se le piacerà quello che le ho preso. Ma di certo le piacerà. La conosco bene ormai.

 

Sorrise al nulla e l'ingenuo supplente di fisica rispose al sorriso, pensando che fosse diretto a lui. Santana iniziò a fare cerchi concentrici sul banco, dondolata dall'altalenante tono di quel giovane uomo. Era certa che nessuno lo stava seguendo.

Fortunatamente la campanella suonò e tutti i ragazzi si alzarono coordinati, senza nemmeno aspettare che il professore finisse la sua frase, lasciandolo lì con il gesso sospeso di fronte la lavagna e una spiegazione incompiuta. Santana gli sorrise prima di uscire e scosse la testa, conoscendo ormai troppo bene tutta quella gente che andava a scuola sua, ed essendo perfettamente cosciente del fatto che nessuno se ne fosse neanche accorto.

Iniziò così a girare nei corridoi straripanti di ragazzi e ragazze come lei, ancora sconvolti e scossi dalle vacanze. Assenti.

 

**

-Mi scusi, ma quindi l'accento qui dove va?-

Era stata la sua domanda. La professoressa aveva cercato di risponderle ma era stata distratta dalle pareti di vetro di quella stanza. La aveva vista passare e si era lasciata catturare dall'ondeggiare dei suoi capelli sulle sue piccole spalle.

Come sempre, era la stessa. Il sorriso ingenuo sulle guance lisce e quegli occhi che avrebbe riconosciuto dovunque. Non ascoltò neanche la risposta dell'insegnante e fece finta di prendere un appunto. Non riuscì a pensare ad altro per tutto il resto della lezione, e non smise di pensare al suo sorriso neanche quando se la vide davanti e la trascinò dentro uno di quei laboratori che restano inutilizzati nell'ora della pausa pranzo, e la aveva baciata, tenendole il viso tra le mani.

-Mi eri mancata- aveva sorriso la bionda, quando si sciolsero da quel bacio, e poggiando una delle mani su quelle dell'altra ragazza.

-E sembra troppo poco originale dirti che anche tu mi sei mancata- ribatté Santana, che mai e poi mai le avrebbe dato quel sazio. - Ma posso dirti che ti ho portato un regalo.-

-Se mi hai portato un regalo significa che mi hai pensato!- Brittany si era illuminata e sembrava una bambina che aspettava il regalo direttamente dalle mani di Babbo Natale. E quel suo modo di fare faceva impazzire Santana, anche se, ovviamente, non poteva scoprirsi troppo.

-Sei sempre la stessa.- Sembrava che la volesse quasi rimproverare, ma quando si mosse verso la sua borsa, per prendere quel sacchettino blu, nessuno le impedì di sorridere teneramente.

Brittany si sedette su uno dei banchi e lasciò le sue gambe ondeggiare avanti e indietro sotto la sua divisa da Cheerleader e appena vide il sacchetto davanti a sé si illuminò in un altro dei suoi sorrisi, prendendolo e scuotendolo curiosamente.

-Non sentirai nessun rumore- rise Santana- aprilo e basta-

Ma prima che potesse finire la frase, il regalo era già nelle mani della bionda, che abbracciò l'altra, seguendo il suo abbraccio con una serie di infiniti grazie.

 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


Ok, eccomi. 
Salve a tutti! Scusate se nel primo capitolo non ho dato una breve introduzione!
Qui è Jules che parla e spero che la Fanfic vi piaccia. Abbiate pietà di me perchè è la prima che scrivo.
Fatemi sapere che ne pensate , così magari posso seguire i suggerimenti per migliorarla.
Va bene, non vi faccio perdere ulteriore tempo.
Buona lettura :D
-G.

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Capitolo 2

Casa Lopez era l'unico posto in cui Brittany e Santana potessero avere un po' di intimità. Casa della bionda era sempre occupata da qualcuno, dai suoi genitori o da parenti arrivati da chissà quale parte del mondo.

-Mi dispiace che oggi la lezione sia saltata- aveva detto Brittany, aspettando che la mora le portasse la cioccolata che stava preparando.

Non sai a me quanto. Avevo una sorpresa per te. Rispose quella tra sé e sé. -Ma si, dai, alla fine ci siamo risparmiate un noioso pomeriggio accentrato sulla Berry- fu però la risposta che diede effettivamente.

Brittany continuò a scrivere la sua relazione sulle vacanze, scuotendo la testa a quella risposta. Non capiva perchè Santana dovesse sempre essere così antipatica nei confronti di Rachel, non capiva perchè dovesse esserlo nei confronti di tutti. I suoi folletti le dicevano che non doveva fidarsi di lei perchè era cattiva, ma Brittany non poteva starle distante. Già quelle settimane di vacanze passate lontano da lei quasi non la uccidevano. Si sentiva vuota e se non fosse stato per le chiamate della bruna, almeno una volta al giorno, sarebbe morta dalla noia.

-E allora? Questa cioccolata?- alzò il viso dal quaderno.

-E' un po' bruciata- rispose quella versandola nelle tazze- e non ho biscotti, visto che sono tornata ieri.- si avvicinò alla bionda, posandole la tazza sui libri e dandole un bacio sul naso- ecco a lei, madamoiselle-

-señorita- la corresse quella, indicando il libro si spagnolo, su cui si era intanto formato un cerchio di cioccolato, contorno della tazza-

La mora rise. -Tu che mi correggi con lo spagnolo- alzò le mani all'aria- non c'è più mondo!-

Bevvero la cioccolata in fretta e Brittany volle raccontati tutti i particolari delle settimane passate in Spagna da Santana. Anche se quella tralasciò alcuni particolari, che sembrava non ricordare. Colpa dell'alcool si era risposta, quando Brittany le aveva chiesto del capodanno, e lei aveva solo accennato ad una festa.

-Lì a nessuno è proibito mostrare i propri sentimenti- Concluse poi quella, riponendo le tazze nel lavandino.

Brittany sorrise alla ragazza e si avvicinò a lei. -Anche per me è noioso dovere sempre essere nascosta con te, anche se tutti a scuola lo sanno ormai- attorcigliò la coda della ragazza tra le sue dita, e le diede un lieve bacio sul collo- ma lo sai, potrebbe succedere tutto. E non voglio che si rovini niente.

Santana sorrise e sospirò al bacio della ragazza. Si voltò verso di lei e la baciò, carezzandole il viso con il pollice.

-Ti amo, San.- sorrise Brittany, immergendo il suo sguardo in quello scuro e profondo della bruna. E così decisero di abbandonare lo studio. Salirono nella stanza di Santana e si lasciarono scivolare sul letto della ragazza. -Non dovremmo..studiare ad esempio, per la verifica di domani?- Santana esitava, mentre la bocca della ragazza le carezzava il collo, esattamente all'altezza delle clavicole.

-Potremmo sempre vederci domani pomeriggio, quando la prima delle verifiche dell'ultimo quadrimestre della nostra vita sarà andata- chiuse gli occhi, sempre meno convinta di quello che diceva.

-Potremmo sempre restare sveglie tutta la notte a studiare, invece- si interruppe la bionda, risalendo sul corpo della mulatta, sussurrandole quella frase all'orecchio, seguita da un morso al lobo.

E alla fine, anche se con sorpresa di entrambe, poiché solitamente era Santana ad avere la meglio, si ritrovarono a studiare alle dieci di sera, entrambe stanche ma rilassate, con la mente assolutamente vuota da qualunque altra distrazione.

*

Santana si guardò allo specchio nel suo vestito rosso, senza spalline, nella sera di capodanno.

-Immagino che sarai bellissima- Brittany era al telefono con lei, mentre in macchina di una delle Cheerios andava alla festa organizzata dalla scuola- quindi stai attenta, perchè io non sarò clemente con te, se succederà qualcosa di brutto.-

-Io raccomando te, principessa, perchè non mi fido di quelle pettegole con cui sei- aveva riso, sistemandosi una forcina tra i capelli e mettendosi il cappotto.

-Devo andare tesoro- Brittany le aveva mandato un bacio dal telefono- ci sentiamo l'anno prossimo, sempre se non sarai troppo ubriaca da rispondermi.-

-Non sono mai troppo qualcosa, per te- aveva risposto al bacio ed aveva chiuso, trovandosi alla porta del locale, stracolmo di gente.


 

Santana si girava nel letto, infastidita.



 

Gli occhi di tutto il locale erano puntati su di lei e sulla sua danza sfrenata al centro della pista. Si era sciolta i capelli prima raccolti. Aveva caldo e freddo. Qualcuno le si avvicinò e si sorrisero,allontanandosi verso il bancone.

-Ero proprio stanca- aveva sorriso Santana, tamponandosi la fronte con un fazzoletto umido- fa proprio caldo qui.-

La ragazza di fronte a lei aveva riso e d'un fiato aveva svuotato il suo bicchiere -Forse senti caldo perchè hai bevuto un po' troppo, preferisci andare a prendere una boccata d'aria?-



 

Strinse il cuscino nelle mani, scuotendo la testa, cercando di fare andare via quella scena che non sapeva se configurare come sogno o ricordo.



 

Fuori l'aria era fredda, e la bruna si sentì pizzicare la pelle, stringendosi così nelle sue stesse braccia.

-Hai gli occhi lucidi. E anche se sembra un colmo, sei pallida- la ragazza dai capelli ricci rossi le si era avvicinata, portandole una mano in fronte.- Ma non hai febbre-

Santana si sentiva girare la testa e si poggiò ad un muretto. -Non sono sicura di sentirmi bene- aveva detto, proprio poco prima di vomitare.

La ragazza le offrì un passaggio in macchina e prima che se ne accorgesse Santana si ritrovò in una stanza che non era la sua. Poi immagini sfocate. Sentiva i fuochi d'artificio e il telefonino che vibrava sul comodino vicino. Un bacio da parte della ragazza e Santana non sembrava porre resistenza. Quando aprì gli occhi, senza vestiti, il telefono illuminato indicava 10 chiamate perse e 5 messaggi. Brit.

 

 

E solo allora Santana riuscì a svegliarsi.

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Capitolo 3
*** Capitolo 4. ***


Chiedo perdono per il ritardo.
Ma siete tantissimi che leggete!
Dedico in particolare questo capitolo a Robey che mi ha messo tra i preferiti *-*
Anche se, sinceramente, non sono soddisfattissima, ecco qui l'ultima creazione.
Buona lettura! :*
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Brittany era seduta sul suo letto che sfogliava l'album di fotografie che Santana le aveva regalato quel Natale. Conteneva tutto. Eppure la sua espressione del viso non era la solita rilassata che le si dipingeva quando guardava qualcosa che riguardava lei e l'ispanica.

-Lord Tubbington, almeno ci sei tu qui- il suo gatto era salito e si era acciambellato tra le gambe della bionda, facendo le fusa- Santana non viene a scuola da tre giorni e non si fa sentire. È irraggiungbile. Ho paura.-

La sua mano affondava nel suo pelo striato come una delle tante lacrime che le scendevano sulle guance. Era preoccupata. E tutti lo erano. Da quando Brittany aveva cantato quella canzone, al Glee, Santana non era più andata a scuola e più nessuno aveva avuto sue notizie. Era uscita dall'aula di fretta, sbattendo la porta, e quando Brittany si era lanciata fuori, non c'era più traccia della ragazza.

-Brittany.- Quinn era apparsa sulla soglia della porta semi aperta della sua stanza, aprendola con una spinta della mano.- Sapevo che eri preoccupata per San e sono venuta a vedere come stavi, posso?-

Brittany si era asciugata velocemente le mani dal viso e aveva annuito all'amica di entrare, chiudendo l'album e facendole spazio nel letto.

-Ancora nessuna notizia?- Quinn aveva sorriso e togliendosi le scarpe si era seduta di fronte a Brittany sul letto, offrendo una carezza al gatto che ancora dormiva.

-Non ancora- Brittany si stava distruggendo il labbro inferiore -Ho paura che le sia successo qualcosa.-

-Conoscendo Santana- le aveva sorriso la bionda- penso che sarebbe capace di tenere testa anche alla più paurosa e pericolosa creatura esistente al mondo. Non c'è da preoccuparsi per lei-

Brittany era riuscita finalmente a ridere. -Hai ragione-

Quinn aveva sorriso a sua volta e capendo che non sarebbe riuscita a dire altro per farla star meglio, aveva deciso di cambiare discorso.

*

Erano tre giorni che Santana non si alzava dal suo letto e andava avanti solo con i beveroni della Sylvester. Guardava ogni giorno il telefono e puntualmente aveva il desiderio di rispondere ai messaggi che riceveva da Brit, alle sue chiamate, eppure se lo vietava. Perchè se avesse davvero fatto quello che aveva visto in quel sogno, non avrebbe più avuto il coraggio di uscire dalla sua stanza. Aveva guardato il telefono per l'ennesima volta e lo aveva riposato sul letto, davanti a sé. Lo aveva fissato sospirando.

Coraggio, Santana. Coraggio, bugiarda e insensibile fifona che non sei altro.

Lo aveva preso di nuovo tra le mani e toccò lo schermo proprio dove faceva partire la chiamata.

-Pronto, ciao, mh, sei Alba?- Non aveva mai sentito la sua voce tremare.

-Oh. Si. Non pensavo ti ricordassi ancora di me-

-Perchè non dovrei ricordarmi di te?-

-Perchè le ragazze come te, non si ricordano mai delle ragazze conosciute una sera e via-

-Dimmi cosa è successo- aveva deglutito.

-Non è successo niente, cosa vuoi che sia successo?-

-Io avevo bevuto tanto e non mi ricordo nulla.-

-Io ricordo anche troppo bene.-

A quella frase Santana raggelò. Perchè si ricordava anche troppo bene? Ma prima che potesse dire qualsiasi cosa la 

ragazza riprese a parlare.

-Mi ricordo dei tuoi infiniti sproloqui su una certa Bri..Britney?-

-Brittany.- Non avrebbe permesso che qualcuno storpiasse il suo nome.

-Ecco, lei.-

-Ti ho davvero parlato di lei?-

-Tutta la notte, finchè non sei crollata preda del sonno e dell'alcool. Non avrei motivo di mentirti-

Un rossore le aveva colorato le guance. -Grazie, grazie mille-

Aveva poggiato il telefono sul comodino con una certa soddisfazione.

Finalmene la verità era venuta a galla.

Aveva cercato per giorni il numero della ragazza dai capelli rossi e quando lo aveva trovato non aveva mai avuto il coraggio di chiamarla, era troppo spaventata da se stessa.

Ma erano tre giorni che non sentiva Brittany né nessuno, e restare chiusa da sola a casa sua, mentre i suoi genitori erano in viaggio per l'ennesima conferenza di medicina che vedeva suo padre come protagonista, l'aveva annoiata.

 

Era solo un sogno, Santana. Sei salva. Sei stata fedele e non hai di cosa preoccuparti. Quindi ora va' da lei e abbracciala. Dille che la ami. Perchè lo sai com'è fatta, e avrà paura. Paura di aver fatto qualche errore o paura di perderti. Mentre tu ti sei appena ritrovata.

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3. ***


Tornata!
Anche se non ha ricevuto commenti dell'ultimo capitolo, G non demorde!
Vi stupirò con questo nuovo,spero.
Buona lettura!
-G.
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Il giorno dopo Santana arrivò a scuola in ritardo.
-Mi scusi, signor Shuester- aveva spalancato la porta dell'aula e un fulmine era partito dagli occhi del professore fino ai suoi.
-Siediti, Santana.- aveva poi risposto, continuando la sua spiegazione.
Santana si guardò intorno e vide Brittany voltata verso di lei, che sorridendole batteva la mano sulla sedia accanto alla sua, facendole segno di sedersi.
-Buongiorno, dormigliona- le aveva sorriso la bionda, poggiando una mano sulle sue gambe- ti avrò inviato un milione di messaggi stamattina. Avevo paura che non ti svegliassi perchè sapevo che avresti studiato tutta la notte- Brittany le sorrise.
Ma Santana quasi automaticamente spostò le sue gambe, lasciando scivolare la mano della ragazza penzoloni vicino alla sua sedia. -Sarò stata troppo stanca anche per guardare il telefono- l'aveva glaciata, iniziando a prendere appunti.
Brittany la guardò perplessa. Dov'era la Santana che si era dichiarata a lei, e aveva pianto per lei, qualche mese prima? Da quando erano finite le vacanze sembrava così cambiata, e perfino la sua espressione sembrava diversa. La guardò scrivere le parole del signor Shuester senza degnarla di uno sguardo. Senza voltarsi, come le era solito, per chiedere se non aveva capito qualcosa. E l'ora andò avanti così. Senza parole né sguardi.
 

*

-Buongiorno ragazzi!- l'ottimismo del signor Shuester invase l'aula, in cui già tutti i membri del Glee si erano riuniti- perdonatemi se ieri non sono venuto, ma oggi ho un bellissimo compito per voi-
Prese un pennarello e iniziò a scrivere “Memories”
-Ricordi, signor Shue?- la voce di Kurt si propagò nella stanza, facendolo balzare in piedi.
-E cosa dovremmo cantare, la ninna nanna che ci addormentava da bambini?-Santana sembrò essere sempre la stessa in aula, anche se Brittany sperava in un miracolo.
-Io avrei già una canzone.- la bionda si alzò in direzione del pianoforte, sussurrando qualcosa al pianista.
Iniziò una canzone e Santana, che intanto parlava con Puck, si sentì come una calamita davanti ad una sbarra di ferro. Doveva girarsi.
Listen to my heart, can you hear it sings
Telling me to give you everything
Seasons may change, winter to spring
But I love you until the end of time”

 
Come fai a saperlo, BritBrit? Mi leggi nella mente adesso?
 
 
Le tornò in mente il sogno della notte precedente. Non sarebbe stato proprio conveniente se le leggesse nella mente.
 
-“Suddenly the world seems a just perfect place..”

 
Un ultimo accordo al pianoforte e la canzone finì. Un applauso si levò nella stanza e Santana capì tutto.
 

**

 
-E' bellissima casa tua, Santi- il sorriso innocente di Brittany la aveva invasa un altra volta.
Il suo corpo magro era stretto in un paio di jeans e una canottiera rosa. E Santana, dal primo giorno che l'aveva vista, aveva subito voluto conoscerla.
-Devo salutare i tuoi genitori, sai, non mi conoscono, mentre tu conosci benissimo i miei. Ormai vivi quasi a casa mia!-
-Non c'è nessuno qui. Abito sola se non per la signora delle pulizie, che dorme qui, mi fa quasi da seconda madre.- Santana aveva sorriso nei suoi capelli neri e l'aveva presa per mano, portandola in salone.
Si erano sedute e Santana aveva subito provveduto a preparare una ciotola di Pop-Corn.
Non c'era un sabato pomeriggio migliore, per due ragazzine delle scuole medie, se non composto da pop-corn e film.
-E quindi, che film vediamo, Santi?-
-Bri, sempre la solita curiosa!- si era lanciata in una risata l'ispanica- Oggi ti faccio vedere il mio film preferito. Spero che tu non lo conosca già, visto il nostro fedele patto di farcene conoscere uno l'uno nuovo ogni settimana-
Aveva gattonato fino al televisore e messo play.
Poi, i loro visi furono rapiti da una canzone. La voce armoniosa di un ragazzo ad una macchina da scrivere.
 

*

“E poi, un giorno come un altro, sono andato alla mia macchina da scrivere, e ho scritto la nostra storia.”
 
Le loro mani si erano strette, intrecciate, saldate da due lacrime che contemporaneamente erano scese dagli occhi delle due ragazze, bagnando l'una la mano dell'altra.
 
“Una storia di un tempo, di un luogo, di persone, ma soprattutto una storia d'amore. Un amore che vivrà per sempre”
 
 
-”The greatest thing, you'll ever learn
Is just to love
and be loved in return”-
Le parole cantata della bruna provocarono all'altra un brivido. E un altra lacrima le scese dagli occhi. Ma questa volta, prima che potesse raggiungere terra, Santana l'aveva asciugata con un dito.
-Era bellissimo- aveva tirato su con il naso Brittany.
-Tu sei bellissima- era arrossita Santana.
Poi, nessuno sa se per magia o per caso, per destino o per follia, le loro labbra si erano sfiorate.
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5. ***


Intanto chiedo umilmente venia per non aver aggiornato, ma il mio povero pc è morto.

In secundis, grazie ancora per continuare a seguire e per recensire.

Infine, questo è l'ultimo capitolo poiché questa, come mi ero promessa, era solo una prova.

Buona lettura e buon finale!

Ps. Non preoccupatevi, ne ho già una nuova pronta ;)

-G.

 

 

Sabato. Da sempre il giorno preferito di Santana, perchè non doveva andare a scuola e né preoccuparsi per i compiti del giorno successivo.

Ma quello non era un sabato come tutti gli altri in casa Lopez. no. Santana si era svegliata presto , stranamente, e le luci erano già accese in tutta la casa alle nove di mattina.

-Salve, signora Pierce- Santana rispose al telefono

-Santana! Brittany è ancora a letto, ma le dico che hai chiamato se vuoi, è così preoccupata per te e non ti sente da giorni e..ma..aspetta- l'entusiasmo della signora si era spento ad uno sguardo all'orologio

-Si sta chiedendo come mai sono sveglia così presto, non è così?- rise l'ispanica di risposta

-Eh si, cara. Ormai ti conosco da anni e conosco anche la tua passione per il dormire- anche alla bionda scappò una risata

-Bene..ecco tutto. Intanto, non dica a Brit che ho chiamato...-

La chiamata durò un altro paio di minuti e con un sorriso soddisfatto sulle labbra Santana aveva chiuso il telefono. La bruna si voltò verso i fornelli con aria di sfida

-A noi due, adesso-

*

-Santana!Santana!-

Una piccola Brittany delle scuole medie le correva incontro, con lo zaino di scuola che le balzava sulle spalle. Le ragazzine si abbracciarono.

Santana era mancata qualche giorno da scuola per una malattia, e Brittany ne aveva sentito la mancanza.

-Sono molto unite- aveva sorriso la mamma di Brittany alla signora Lopez.

-L'ho notato- un sorriso di risposta da parte di quella- e sua figlia è un amore, signora Pierce. Averla a casa nostra è sempre un piacere, e poi sembrano divertirsi così tanto!-

Brittany e Santana avevano sin dal primo giorno di scuola avuto ottimi rapporti. Si erano sedute vicino guardandosi storto e proprio da una smorfia di Santana era partito il sorriso della bionda. Santana si divertiva a stare con lei per la sua stranezza, il suo continuo parlare di fate e folletti, e la sua capacità di farla tornare bambina, ad un infanzia perfetta e piena di sorrisi, che le era mancata.

-I miei folletti si erano annoiati di farmi i compiti al posto tuo- un bacio era schioccato sulla guancia scura.

-Anche tu mi sei mancata- un sorriso divertito sulla faccia di Santana.

*

Brittany stava sognando quel giorno. Il giorno in cui Santana era tornata e felici, insieme, erano tornate in classe. Erano quattro giorni che non si faceva viva, e nonostante le raccomandazioni e la compagnia di Quinn, non era riuscita a fermare i pensieri verso la sua ragazza dispersa nel nulla.

Non appena si svegliò, la ragazza scese le scale stropicciandosi gli occhi e si sedette in cucina. Sua madre era ai fornelli e preparava tranquilla.

-E' tardi, Brit- le aveva detto, senza distogliere lo sguardo felice dalla pentola- vestiti, usciamo.-

Brittany aveva storto un sopracciglio ma non era riuscita ad estorcere informazioni alla madre riguardo la loro destinazione. L'aveva cacciata di sopra e le aveva consigliato di uscire finchè non fosse stata pronta. Ma Brittany aveva aperto il suo armadio e, non conoscendo il posto dove stava per andare, non aveva idea di che mettere. Era Santana, in quei casi, che la consigliava, ma quando provò a chiamarla, ovviamente, il telefono era staccato. Sbuffò e si sedette sul letto, rivolta verso l'armadio. Era così piena di vestiti che non metteva mai, visto che a scuola andava solo con l'uniforme delle Cheerios, che ormai non si ricordava neanche più come le stavano addosso. E provarli ad uno ad uno, pensò, sarebbe stato complicato e soprattutto le avrebbe fatto perdere tempo.

Ma proprio mentre stava alzando la mano verso una delle grucce, la sua mano venne colpita da un biglietto, che volava sospeso e retto da un palloncino rosa.

-mh?- La sua mente vagò fino ad arrivare al cartone Up, dove accadeva esattamente la stessa cosa, e sciolse il biglietto.

Perchè non mettere il vestitino a fiori che ti piace tanto?”

Era scritto con la macchina da scrivere. La bionda si fiondò a guardare fuori dalla finestra, ma notò solo una bicicletta allontanarsi. Allibita riguardò il biglietto e l'armadio, e poi, credendo che fosse stata opera di una della sue amiche fate, mandata per aiutarla, mise il vestito consigliato. Stivali marroni, un filo di trucco giusto per essere presentabili, e con una borsa a tracolla scese giù dalle scale saltellando.

La madre già pronta sulla soglia della porta sorrideva. -Sembra quasi un giorno di primavera, oggi- le aveva sorriso, mentre erano già per strada.

-Ma quando saprò dove andiamo?- aveva insistito Brittany

-Sali in macchina-

Poi con una scusa la lasciò davanti il panificio, e come le era stato chiesto Brittany chiese il pane nelle quantità che la mamma le aveva detto.

-Ecco a te, Brit- aveva sorriso il panettiere, porgendole un biglietto.

-Ma..- Brittany lo prese esitando, non capendo.

-Aprilo, e buon divertimento!-

Brittany uscì dal panificio e notò che la macchina della madre non c'era più. Allora decise di aprire il biglietto che il panettiere le aveva dato.

Sei preoccupata, piccola Brit? Dove vai di solito, quando hai paura? Forse qualcuno lì potrà aiutarti.”

Brittany sempre più divertita e stupita seguì le indicazioni, e raggiunta la palestra in cui faceva danza da bambina, aspettò.

-Brittany?- la sua maestra era lì, dietro di lei.- come sei bella, e alta!

La bionda la aveva subito abbracciata e le aveva sorriso. Quante sorprese in un giorno solo.

-Ma, signorina Bell, a cosa devo questo incontro?- le aveva domandato tra un complimento e l'altro

-Oh già, quasi scordavo- la signora dai capelli ormai grigi le sorrise, rendendo note delle piccole rughe nel contorno degli occhi.- Qualcuno di molto importante è venuto da me, ieri. E mi ha detto che ti proteggerà sempre, ma mi ha detto soprattutto di dirti queste esatte parole: “Quanto è bella la vita, ora che tu sei con me”- poi aveva sorriso di nuovo- se sai a chi mi riferisco, beh, questa persona ti aspetta a casa sua.-

Le aveva baciato la fronte, come era solita fare quando Brittany era una bambina, e si era allontanata, lasciando la bionda da sola, in piedi, con un espressione attonita sul viso.

*

Era tutto pronto. La tavola apparecchiata di fronte al televisore e la casa in ordine. Era riuscita a non fare bruciare nulla ed era soddisfatta. Peccato fosse ancora con la tuta che aveva usato per pedalare fino a casa di Brittany. I bambini si erano divertiti moltissimo a vederla camminare con un palloncino rosa attaccato al manubrio, una come lei, che era sempre stata scontrosa e antipatica. Forse, avevano pensato in quel momento, forse anche l'antipatica Santana Lopez ha un cuore.

Salì al piano superiore a vestirsi e non aveva idea di che mettere. È facile dire a Brittany, eh stupida Santana, eppure tu non sai mai decidere.

Sentì il campanello trillare.

-Santana- La voce di Brittany era spezzata dalle lacrime- Ti prego, Santana, dimmi che sei tu.-

La mora si poggiò alla porta e sorrise.

Venne invasa da un abbraccio. Le lacrime di Brittany le bagnavano le spalle coperte da un maglione verde.

-Scusami, se sono stata antipatica con te in questi giorni. Scusami se non sono venuta più a scuola e non ti ho dato mie notizie, ma non ce la facevo- la portò in salone, dove tutto sembrava uguale a quel pomeriggio di tanti anni prima, che era balenato in testa a Santana all'ascoltare la canzone che Brittany aveva cantato al Glee.- Non ce la facevo a vederti, a sorriderti, a stare con te, perchè avevo paura. Avevo paura di averne combinata un altra delle mie a capodanno.-

Anche gli occhi della bruna si riempirono di lacrime in quell'istante.

-Avevo fatto un sogno e io ero..ero con un altra ragazza- Brittany sbarrò gli occhi- Ma no. Ecco. Era solo un sogno e un ricordo distorto, distorto dalla mia paura e dalla mia mancanza di fiducia in me stessa- si era seduta vicino a Brittany- E ho preparato la cotoletta, le patatine fritte come soltanto Abuelita le sa fare. Ti ricordi, Brit? Quella sera, sei rimasta da noi a cena e Abuelita ha preparato per noi. E la verità è che ti amo, Brittany. Ti amo come quella volta, anche se Abuelita non ci preparerà mai più una cena, né un pranzo. Ti amo, e ormai solo questo conta-

Brittany si asciugò le lacrime e guardandola, sorridendo, le si gettò addosso, noncurante del pranzo né del suo trucco scolato, dandole un bacio.

-Anche io ti amo, San- le sorrise, sussurrandoglielo all'orecchio- E ti amerò per sempre. Comunque vada.-

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