Made me promise I'd try to find my way back in this life.

di Summerdiedtoday
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Reminds me again it's worth it all. ***
Capitolo 2: *** Your silent whispers, silent tears ***



Capitolo 1
*** Prologo - Reminds me again it's worth it all. ***


Prologo.

she ain't got your love anymore.



Il cielo era diventato improvvisamente nero,soffocato dalle nubi di pioggia che si addensavano,stringendosi tra loro,coprendo il sole,coprendo l'azzurro. Il cielo rimaneva così,in bilico,senza pioggia nè sole,luce o ombra,rimaneva in bilico,come me.
-Vi lascio soli.
L'infermiera si chiuse la porta alle spalle,dopo aver regalato un sorriso incoraggiante ad entrambe ed essersi sistemata il camice. 
Il ragazzo nell'angolo rimase appoggiato al muro,strigendosi nelle spalle.
Gli rivolsi un sorriso,tirandomi più su sui cuscini e appoggiandomi le mani in grembo,facendogli cenno di avvicinarsi.
-Ciao!
Mi guardò per lunghi istanti per poi avvicinarsi a me,sedendosi al mio fianco quando gli feci cenno,picchettando dolcemente con una mano vicino al mio fianco.
Mi scostai i capelli dietro le orecchie per poi tornare a poggiarmi le mani in grembo e inclinare appena il capo di lato.
-Scusa,so di non essere proprio uno spettacolo,non faccio la doccia da..una settimana? credo..
-No oddio insomma sei in ospedale non..
-Okay io volevo solo..sai..
-No..Tranquilla non..
-Va bene..
Taqui. Il primo tentativo di conversazione era stato decisamente pessimo,e io presi puntualmente a torturarmi le mani. Dopo qualche istante sentii le sue appoggiarsi sulle mie,mettendosi in mezzo perchè smettessi di farmi del male. 
Gli sorrisi. 
-Noi ehm..ci conosciamo bene..? Ehm..non so,stiamo tipo..insieme?
Annuii,abbassando lo sguardo sulle nostre mani.
-Mi dispiace..io..Vorrei ricordarmi di te,davvero
-Non fa..nulla. Non è colpa tua.
Gli sorrisi ancora,imbarazzata,annuendo vagamente. No,lo sapevo. Non lo era.
-Eri tu che guidavi la..
Scosse velocemente la testa.
-No,no..io..No
La sua risposta fu veloce,e io d'istinto mi scusai,ancor più velocemente. 
Silenzio. Silenzio che durò non so quanti istanti. Silenzio che mi sforzavo di riuscire a rompere.
-Raccontami..
Sussurrai,e fù l'inizio. 














Spazio autrice:
Non siete caduti nel  profilo di una ragazza affetta da MarySuite acuta,state tranquilli.
Scrivo quasi sempre in prima persona,e al passato,questo non vuol dire che sono io la protagonista delle mie storie,è semplicemente una tecnica di scrittura che mi piace utilizzare. 
Mi impegnerò perchè non rimanga la mia millesima incompiuta,giuro u_u
Se trovate qualche errore di grammatica or something like this segnalatemelo pure.
Si,la tipa ha perso la memoria.
Si,è vista e rivista la trama.
Ma,come si dice,"Old but Gold",almeno a parer mio u_u
Un saluto a tutte le ragazze meravigliose che mi sopportano e che amo alla follia çWç <3

Ciel




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Capitolo 2
*** Your silent whispers, silent tears ***


Capitolo 1.
 
In un ospedale vanno e vengono centinaia di persone,in un ospedale si impara a conoscere la morte,e la vita. Eppure quello che in qualche modo più lascia il segno sono le vie di mezzo.
Il trovarsi in bilico,fragili,sul punto di cadere.
Forse per questo quel giorno diverse infermiere e diversi dottori si erano soffermati nella stanza,regalandole un ultimo sorriso e un ultimo saluto,o aiutandola a riporre questo e quello. Lei rimaneva pazientemente ad aspettare sul letto,in silenziosa attesa.
Tutto era diventato silenzio,ormai. 
Molta gente vuole sfuggire al suo passato,ma come si può avere un futuro se non si ha un passato?
Se si è nati da un vuoto,da un silenzio?
Se i propri anni,i propri sogni,ogni cosa fosse cancellata dal buio? 
L'ultima delle infermiere che venne a trovarla,quella che in quei giorni -o mesi che fossero stati- si era occupata di lei,rimase a lungo,chiaccherando allegramente e aiutandola a ripiegare le ultime cose,senza mai tacere un secondo. 
Era una donna sulla cinquantina,con degli stopposi capelli biondo stinto sempre raccolti in una crocchia,e gli occhi cerulei,e una pelle abbronzata fino quasi allo scottarsi,e delle sottili labbra così chiare da sembrare quelle di un cadavere,ma sempre aperte in un sorriso gentile.
Quella donna le piaceva da morire,ma non riusciva a ricordarne il nome,e aveva timore a domandarlo,perchè sapeva in cuor suo che le era stato ripetuto tante volte.
Jess si chinò ad allacciarsi le scarpe,tirando prima ben bene le stringhe in modo che il tessuto aderisse bene contro il suo piede. Cominciò a fare il nodo,girando delicatamente le dita,per poi rimanere immobile a fissare il vuoto per lunghi istanti,il silenzio che le urlava nelle orecchie. Sentii una mano appoggiarsi prima sulla sua spalla,poi,quando alzò il viso,sulla sua guancia. L'infermiera le sorrise e le allacciò velocemente le scarpe,mentre gli occhi di Jamie si riempivano di lacrime. Come poteva farcela lì fuori,se non riusciva neanche a fare una cosa tanto semplice?
La donna la fece alzare,sorreggendola con tenerezza. 
-Sai Jess,io avevo una figlia. Ti assomigliava tanto,dico davvero. Era una bambina buona,ed era bellissima,eppure si è ammalata e mi è stata portata via,e giorno dopo giorno vedo persone come lei,belle persone,a cui succedono cose brutte. Non ti meritavi quello che ti è successo,nessuno lo meriterebbe. Ma il mondo si diverte a metterti alla prova,e devi fare tutto ciò che puoi per dimostrare che tu sei più forte di ogni altra cosa. Devi avere pazienza,ed avere fede. Sei viva,sei sopravvissuta,e lo hai fatto per dimostrare quanto forte tu sia.-
Il discorso della donna finì con l'ennesimo sorriso. Quel discorso era stato probabilmente ripetuto tante di quelle volte da perdere la sua originaria emozionalità,ma la ragazza le fu grata ugualmente. Aveva bisogno che qualcuno credesse in lei,perchè lei non credeva in sè stessa. Ma questo non lo disse,perchè sapeva che l'infermiera ne sarebbe stata delusa.
E lei non voleva deluderla,voleva solo sapere il suo nome.
Un altra infermiera bussò alla porta,scostandosi i corti capelli dietro l'orecchio e rivolgendo un caloroso e stanco sorriso alle due.
-Jess,è ora di andare
Disse,con voce roca e soffocata dalle poche ore di sonno e le decine di caffè ingurgitati,prima di tornare velocemente al suo lavoro.
La ragazza annuii,saltando giù dal letto e afferrando la sua borsa,stringendo con delicatezza la mano della bionda per poi abbracciarla di slancio. Quella donna odorava d'ospedale. Di disinfettanti,candeggina,e di chissà quale medicinale. A Jess tornò in mente qualcuno che profumava sempre di pane,ma non seppe dire chi fosse,nè seppe rievocare il suo viso alla memoria.
Percorse i corridoi scortata,fino all'ingresso,dove si trovava il ragazzo che la era venuta a trovare ogni giorno da quando aveva ripreso conoscienza. Gli sorrise gentilmente al di sopra della spalla dell'infermiera che le si era parata davanti,facendole le ultime raccomandazioni a consegnandole la sua cartella e un foglio con le visite alle quali avrebbe dovuto presentarsi,che erano fissate con una regolarità asfissiante. Quello che dal camice sembrava un medico si era invece parato davanti al ragazzo,che dopo aver ricambiato velocemente il suo sguardo prestò la sua totale attenzione alle parole dell'uomo,annuendo vigorosamente quando venivano posti gli accenti importanti nella conversazione,e rispondendo con l'intensità di un imputato davanti alla giuria. Jamie si toccò nervosamente il braccio,senza ascoltare una parola di ciò che le veniva detto,finchè non percepì vagamente che la donna la stava salutando,e si affrettò a ricambiare affabilmente il saluto. Nel momento in cui strinse più forte la cinghia della sua tracolla e si avvicinò al ragazzo,il medico le lanciò un occhiata e si interruppe,sorridendole cortese.
-Come ti senti oggi..- Lo sguardo dell'uomo cadde velocemente sulla cartella clinica -..Jess? Sei felice di tornare a casa?-
Jess spostò velocemente lo sguardo dal medico al ragazzo di fronte a lei,mordendosi il labbro,per poi annuire e scostarsi nervosamente i capelli dietro l'orecchio.
-Io..Si..io..Sicuro,certo
-Credo si sia fatto tardi,mia madre ci aspetta per il pranzo. Arrivederci dottore- Il ragazzo afferrò di colpo la mano del medico per poi stringergliela con un sorriso tirato e prendere Jess per la mano,trascinandola con sè mentre lei si voltava perplessa un paio di volte,per poi voltarsi verso di lui,seguendolo con un sorriso appena divertito.
-Ti ha fatto arrabbiare,non è vero?
-Eh? No..Dammi la borsa,è pesante? -
Gliela tolse,velocemente,senza attendere una risposta,poggiandosela in spalla e rinvolgendole un sorriso,riprendendo a camminare. Rimasero in silenzio per la maggior parte del tempo,sia nel parcheggio,sia in macchina. Quando Jess salì il ragazzo la fissò per lunghi istanti,per poi sporgersi su di lei e infilare la cintura nell'apposito incastro. Lei si schiacciò sul sedile,seguendolo con lo sguardo,per poi distoglierlo velocemente prima che i loro occhi potessero incontrarsi.
Quando partirono,l'orologio sul cruscotto segnava l'una meno venti,e il sole nel cielo era estremamente luminoso,nonostante l'aria abbastanza fredda da solleticare i polmoni. Jess si appoggiò al finestrino,osservando il paesaggio scorrere velocemente,e disegnando con sguardo vitreo sul finestrino,vagamente appannato dal freddo. 
Si sentiva stanca,tremendamente. Sentiva ogni particella del suo corpo rilassarsi,e la sua mente scivolare verso un oceano calmo,pacifico. Silenzioso,vuoto,vuoto da far paura. Non sapeva perchè quella sensazione sopravvenisse così all'improvviso,sapeva solo di dormire per ore e ore,o almeno,era questo che le aveva detto l'infermiera quella mattina. Lei non ricordava di averlo fatto,ma non ricordava neanche si essere stata internata mesi prima.
Non ricordava neppure un giorno passato in quell'ospedale.
Improvvisamente sentì una musica invaderle le orecchie,la mente,penetrare sotto la sua pelle,e sentì un calore nel ventre che le ricordava qualcosa,qualcosa che le sapeva di familiare. Non seppe dire cosa,perchè tutto divenne nero.
Fu un sonno senza sogni,ma fu tanto caldo da sapere di casa.
 
~
 
 
-...Jess?
Delle mani fresche le si poggiarono sul viso,delicatamente,riportandola dolcemente nel mondo dei vivi.
La luce che i suoi occhi percepirono nel momento in cui si aprirono le parve accecante,e le costrinse a sbatterli più e più volte.
Quando finalmente riuscii a mettere a fuoco il viso davanti al suo si scostò velocemente,scappando a quella carezza e tirandosi su,affondando in quei cuscini che non erano quelli dell'ospedale. Si schiacciò contro il muro dietro di lei,gli occhi ancora sgranati,il cuore che le martellava nel petto.
-Chi sei?
La sua voce era tremante,spaventata. 
Quando aveva lasciato l'ospedale? Quanto tempo era passato?
Il ragazzo si allontanò immediatamente,alzandosi dal letto e facendo dei passi indietro,gli occhi sgranati a sua volta. 
 
 
 
 
~
 
-Mamma siamo a cas..
-Jeeeeeeeeeeeess! 
Una bambina urlante si fiondò sulla ragazza,praticamente lanciandosi dalle scale che si trovavano all'ingresso e volando ad abbracciare le sue gambe,stringendole con forza per poi alzare gli occhi su di lei,enormi e lucidi dalle lacrime.
-Mi sei mancata tanto,non mi lasciavano venire da te
Jess posò istintivamente la mano sulla nuca della ragazzina,chinandosi e stringendola a sè mentre il ragazzo rimaneva a fissarle,e avrebbe giurato che,prima che lo distogliesse,anche lo sguardo di lui fosse diventato opaco per le lacrime mal trattenute.
Immediatamente all'ingresso si affacciò anche una donna con in viso un espressione preoccupata,e il sorriso più tirato e finto che a Jess fosse mai capitato di vedere,da quando aveva memoria.
Cioè,più o meno dagli ultimi giorni.
La donna le si avvicinò,scostandole i capelli dagli occhi per poi stringerla a sua volta,stringendo la bimba tra loro.
Si allontanò in fretta,prima che Jess potesse ricambiare in alcun modo,osservandola con sguardo critico.
-Sei così emaciata e pallida..
La ragazza sorrise imbarazzata,continuando a tenere a sè la piccola,che dopo qualche istante fu richiamata dalla donna,che con la scusa di finire di preparare si dileguò,portando la bimba con sè.
-Vieni,ti porto in camera. Sei stanca,ce la fai a camminare?
Jess annuii velocemente,seguendo il ragazzo su per le scale,chiedendosi se fosse sempre stata così. Se avesse sempre parlato così poco,se si fosse sempre sentita così intimidita,o se quello che le era accaduto avesse distrutto ciò che era. 
Non sapeva neanche cosa le fosse accaduto..
Le era stato ripetuto decine di volte,ma lei..Non riusciva a ricordarlo.
Non riusciva a ricordare nulla,neppure il proprio nome.
Mentre saliva le scale si rese conto che l'orologio dell'ingresso indicava che erano le tre passate. Non capì immediatamente perchè quel numero le si soffermasse con tanta insistenza nella mente,finchè un ricordo improvviso non irruppe nella sua mente,facendole alzare lo sguardo sul ragazzo che continuava a salire.
Allungò una mano,toccandogli delicatamente il braccio.
-Sono passate ore da quando abbiamo lasciato l'ospedale..
Il ragazzo rimase impassibile per un istante,poi la sua espressione divenne quella di un miracolato.
Le sorrise,annuendo e appoggiandole una mano sul viso,scostandole ancora i capelli che continuavano a ricaderle sugli occhi.
-L'ospedale è un pò distante
-Ma..tu sei venuto da me ogni giorno..Me l'ha detto l'infermiera prima che me ne andassi
La prima parte della frase era quasi riuscita a illuderlo che tutto stesse andando bene,che tutto si sarebbe risolto,e avvertì chiaramente qualcosa pesare nel suo ventre,abbastanza da portarlo a fondo in quel mare di idee e di pensieri che gli si affollavano con violenta insistenza nella mente.
Per un attimo sembrò che quel peso lo avrebbe annegato,poi tornò a sorriderle.
Stava andando tutto bene.
Sarebbe andato bene,doveva andare bene.
Forse non ricordava che lui era andato a trovarla il giorno prima,e quello prima ancora. 
Forse non ricordava quel primo incontro,anzi,quel primo rincontrarsi pieno d'imbarazzo,quel giorno in cui aveva pensato di voler semplicemente morire per non dover assistere allo scempio che leggeva in quegli occhi vuoti.
Forse non ricordava tutto ciò che vi era stato prima,nè tutto ciò che vi era stato dopo.
Forse non ricordava neppure il suo nome,eppure ricordava cosa era accaduto quella mattina.
E anche quella piccola cosa,tanto ovvia,tanto semplice,in quel momento gli parse un miracolo.
Tornò a prenderla per mano,facendo velocemente gli ultimi scalini e percorrendo velocemente il corridoio,fermandosi di fronte la porta che si trovava in fondo,afferrando la maniglia e spingendola delicatamente in modo che si aprisse.
La stanza era semplice,come d'altronde lo era l'intera casa. 
Vi era un letto,appoggiato al muro,e ricoperto da lenzuola azzurro pastello e un piumone bianco,tanto da far invidia alle nuvole nelle giornate di primavera.
In un angolo,un armadio e una scrivania,ordinata,soprattutto perchè pressocchè vuota. Di fronte ad essa una libreria,composta più che altro da qualche ripiano con vecchi libri di scuola,e,esattamente opposta al letto vi era una finestra con sotto un cassettone. L'attenzione di Jess si focalizzò immediatamente sulla finestra. Le rifiniture erano bianche,come del resto le pareti della stanza,ma questo filtava la luce con giochi particolari,dando un aria ancora più luminosa a quello spazio così angusto e spoglio. Doveva essere bloccata,perchè vi era tutto lo spazio per sedersi a guardare l'esterno,e dava direttamente sul giardino. 
Il rumore delicato della borsa che toccava terra la fece voltare,tornando a sorridere al ragazzo,che la fece sedere sul letto,chinandosi davanti a lei sulle ginocchia e prendendole le mani tra le sue.
-Andrà tutto bene,okay Jess? Guardami
Strinse le sue mani con più intensità,finchè la ragazza non incontrò il suo sguardo,annuendo lentamente,ma senza mai lasciare i suoi occhi.
Si lasciò scivolare piano dal letto,inginocchiandosi a sua volta e passando le braccia intorno alla vita di lui,nascondendo il capo nell'incavo del suo collo,mentre lui la stringeva forte a sè.
-Io vorrei solo ricordare,vorrei solo..
-Shh..va tutto bene Jess..Va tutto bene..
Le ripeteva queste parole e la cullava dolcemente,e quando lei gli chiese di raccontare,ancora una volta,senza sapere di averlo fatto altre centinaia di volte,lui le raccontò di nuovo,ogni cosa. Dal primo giorno,ogni attimo di gioia,ogni sorriso,ogni difficoltà,ogni lacrima,fino a quando non sentì il corpo di lei rilassarsi tra le sue braccia e il suo respiro farsi regolare,molto prima che potesse finire la sua storia,la loro storia.
Ma avrebbero avuto tempo,ce l'avrebbero fatta,lui lo sapeva.
La prese in braccio,stendendola sul letto e infilandola sotto le coperte,per poi accarezzarle piano il viso e uscire,chiudendosi la porta alle spalle e facendo un gran respiro.
 
 
~
 
Il ragazzo aveva la sensazione che il mondo fosse crollato su di lui,sulle sue spalle,e che le scheggie ne avessero graffiato e penetrato la carne.
La sensazione che prova chi era pieno di speranze e le vede infrangersi,la sensazione che prova chi trova terrore nello sguardo di chi ama. Erano giorni che erano tornati dall'ospedale.
Erano giorni che le cose andavano bene.
Che lei sorrideva ogni volta che lui varcava quella porta,che lui le si sedeva accanto,raccontandole la loro storia,la sua storia,le cose che aveva vissuto,prima che diventasse tutto nero.
Gliele raccontava come una storia,come una favola,sperando che la luce nei suoi occhi tornasse ad accendersi.
E ora,quando finalmente le sue speranze erano diventate solide,e reali,ogni cosa era di nuovo crollata,soffocandolo,e uccidendo ogni desiderio che aveva peccato nello sperare che si avverasse.
E per la prima volta perse fiducia in ciò che potevano fare,per la prima volta si disse che non sarebbe mai andata meglio,per la prima volta sentì il desiderio di scappare.
Indietreggiò,coprendosi la bocca con la mano,scuotendo la testa,mentre Jess si rannicchiava con le gambe al petto,appoggiando la fronte alle ginocchia e cominciando a singhiozzare.
Rimase con la schiena al muro per lungo tempo,osservando la schiena di lei sobbalzare leggermente a ogni singhiozzo,e ritrovando lacrime acide sul suo stesso viso.
 
Non seppe mai quale forza lo portò ad alzarsi,o come esattamente si ritrovò a stringerla di nuovo al suo petto,ad accarezzarle i capelli mentre continuava a piangere.
-Mi chiamo Eli..Sono Eli,Jess..
E di nuovo trovò la forza di ricominciare.
 
 
 
 


Piccolo spazio autrice:
Eli è il nome del ragazzo,per chi non lo avesse capito. e_e E per la cronaca,si pronuncia "Ilai". e_e 
Immagino che la struttura non sia esattamente lineare,ma comprensibile,se leggete con attenzione.
In pratica quelli in corsivo sono gli avvenimenti svoltisi subito dopo il ritorno all'ospedale,che però Jess dimentica,mandando entrambi nel panico.
Jess come nome non mi convince molto. Mi è venuto Tess verso la fine ma mi scocciavo a cambià #sono pessima
RITROVARMI 50 VISITE IN TRE ORE E 0 RECENSIONI NON E' CARINO. Se leggete,recensite. Se vi fa sboccare sullo schermo dei vostri piccì,ditelo. #critichecostruttive
Questa idea mi era venuta mesi fa,in un altro ambito,e ho dovuto riadattarla perchè non mi andava proprio di tralasciarla.
La perdita della memoria sarà trattatissima ma come si dice,"old but always gold." e_e Sappiate che non avevo mai scritto un capitolo così lungo,maimaimaimai,e che sono fiera del mio lavoro. A dire il vero non avevo mai scritto così tanto punto,non in una sera. Di solito tutto sto lavoro lo faccio in tipo una settimana -si,sono uno di quei tipi scrivicancellascrivicancella- ma questo..#proudmommy
 
Riciao a tutte le mie amiche-conoscenti-mogli-amanti-figli-figlie (pfff io non ho amiche sono una sola e_e) che mi sopportano. So che la metà di voi vive solo nella mia testa (?!) e l'altra metà è un equipe di medici-psicologi-psichiatri-assistenti sociali assegnati al mio caso,ma vi voglio benissimo comunque #squicc
 
Ciao. e_e
Ciel. Ps: Ho dimenticato di creditare (?!) Titoli e sottotitoli sono tutte frasi della canzone "memories" dei "Within Temptation" seppure la storia non sia stata scritta ascoltandola or something like this,ritengo semplicemente che il testo ci si addica -per dire,l'ho trovata a prologo già finito perchè non sapevo che titolo mettere #badpersonaggine Ma alla fin fine è perfetta. e_e Ehnw,cos'altro. C'era una frase di "Rumor has it" nel prologo. trolololol,finito. e_e Ririciao.

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