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Lista capitoli: Capitolo 1: *** Capitolo 1- Teppisti *** Capitolo 2: *** Capitolo 2- Una buona notizia *** Capitolo 3: *** Capitolo 3- Pronti?? Via!! *** Capitolo 4: *** Capitolo 4- Ritardi *** Capitolo 5: *** Capitolo 5- Il ballo *** Capitolo 6: *** Capitolo 6- Non è tutto amore ciò che palpita *** Capitolo 7: *** Capitolo 7- Proposta *** Capitolo 8: *** Capitolo 8- Forza Miroku!! *** Capitolo 9: *** Capitolo 9- Appuntamento *** Capitolo 10: *** Capitolo 10- Sango alla riscossa *** Capitolo 11: *** Capitolo 11- In trappola *** Capitolo 12: *** Capitolo 12- Conflitto interiore *** Capitolo 13: *** Capitolo 13- Discoteca e litigi *** Capitolo 14: *** Capitolo 14- Il ritorno di Tom *** Capitolo 15: *** Capitolo 15- Una lunga notte *** Capitolo 16: *** Capitolo 16- Il mercato *** Capitolo 17: *** Capitolo 17- La grande Kagome *** Capitolo 18: *** Capitolo 18- L'inizio di una una storia *** Capitolo 19: *** Capitolo 19- Colpo di scena *** Capitolo 20: *** Capitolo 20- ...Tu... *** Capitolo 21: *** Capitolo 21- Addii ***
La scuola era gremita di
gente. Tutte le mattine era così: Sango che cercava di farsi largo tra la folla
e Kagome, perennemente in ritardo. Gli studenti erano chiassosi e spericolati e
molte volte Sango rischiò di cadere, ma riuscì ad arrivare al porta biciclette
sana e salva.
La scuola era un edificio
enorme composto da quattro sezioni: la parte Nord comprendeva i ramo Geometri,
la parte Sud lo Scientifico, la parte Est il Linguistico e infine la parte
Ovest con l’ITI. Sango e Kagome facevano la seconda Linguistico ed erano
sufficientemente brave se non per quegli intoppi che comunque hanno tutti gli
studenti.
Sistemandosi i capelli Sango
guardò l’orologio, le 8.45…
"Kagome! Dove diavolo
sei??" Appena formulato questo pensiero, una tranquillissima ragazza entrò
dal cancello principale: i lunghi capelli neri e due gemme grigie, allegre e
vivaci
-KAGOME!! Possibile che
arrivi sempre in ritardo!?-
-Non sono in ritardo, sono
puntuale- annuì con forza Kagome, convinta
-Puntuale tu?- Sango alzò le
sopracciglia
-Certo, il mio orologio fa…-
Kagome guardò l’orologio -… le 8.47…-
-Non le 8.45 come avevamo
detto ieri però!-
-Sango, carissima, sei
stressata?- le chiese Kagome sorridendo
-Non si vede?- sibilò
l’amica dagli occhi blu
-Decisamente!- concordò
Kagome. Da lontano si sentì un famigliare e al quanto fastidioso rombo. Gli
studenti a quel suono guardarono con orrore il cancello e si avviarono
velocemente verso le porte
-Oh merda! Stanno
arrivando!- esclamò Sango –Presto Kagome, muoviamoci ad andare in classe!-
Kagome sbuffò
-Maledetti COBRA!
Possibile!? Tutte le mattine questa storia!!-
-Lasciamo perdere, ho
sentito dire dai prof che nemmeno loro sanno più come prenderli!- esclamò Sango
avviandosi verso l’entrata
-Vorrei pure vedere! Quelli
sono dei teppisti, ma ti rendi conto?- borbottò Kagome facendo i prima scalini
tra la folla
-Già, eppure hanno dei voti
altissimi!-
-I loro genitori pagano la
scuola, è chiaro che hanno dei voti così alti!- si spazientì Kagome
-Lasciamo perdere va, chi
abbiamo alla prima ora?- chiese Sango entrando. Kagome la seguì mentre il rombo
delle moto si spegneva lentamente
-Tedesco… quella prof mi
farà venire i 10 minuti guarda!-
-Lo so, lo ripeti sempre… ma
hai studiato per oggi?- Kagome si bloccò
-Studiare!?!?-
Le moto rombanti si
fermarono in mezzo al cortile. In testa il ragazzo scese dalla moto rivelando
la scritta fiammeggiante sulla fiancata “COBRA”. Aspirò una boccata di fumo e
aiutò la ragazza dietro di lui a scendere passandole poi la sigaretta. Lei si
tolse il casco nero rivelando la chioma nera e due occhi dello stesso colore
freddi come il ghiaccio. Lui guardò i compagni scendere dalle moto dove in
tutti la scritta COBRA spiccava. I ragazzi presero una sigaretta ciascuno
accendendola svogliatamente. Un ragazzo con il codino e due occhi blu da
mozzare il respiro, gli si avvicinò guardandolo
-Che vuoi Miroku?- chiese
scorbutico il ragazzo dai lunghi capelli neri e gli occhi del medesimo colore.
L’interessato alzò le sopracciglia
-Nulla Inuyasha, stavo
pensando che ogni tanto mi potresti anche prestare questa bella donzella…-
Miroku si avvicinò lentamente alla ragazza al fianco di Inuyasha prendendole la
mano
-Miroku, mollala all’istante
e vaffanculo. Hai una flotta di ragazzine che stravedono per te, prendine una e
lasciami in pace- sbottò Inuyasha staccando la sua ragazza da Miroku
-Ma non tutte me la danno!
Io mi annoio!- esclamò seccato l’altro
-Senti Miroku, com’è che si
chiama… quella morettina tutto sesso e niente moine…?- Miroku alzò un
sopracciglio guardando dietro di se.
Il ragazzo aveva i capelli
neri e gli occhi scuri, un fisico atletico e stava appoggiato tranquillamente
alla sua moto fumando soprappensiero
-Chi Kagura? Non mi dirai
che ti piace quella, Sesshamaru!! Ma così mi deludi!- Miroku scosse la testa
guardando gli occhi scuri del fratello maggiore di Inuyasha
-Beh, tu l'hai provata e mi
hai incuriosito quando hai detto che è una vera bomba, così…- Il ragazzo ghignò
-Ma Sesshamaru!!-
esclamarono tutti
-Ma che volete da me!? Come
se voi non ci foste andati poi- borbottò movendo la mano libera seccato
-Su, e come dargli torto…
Kagura è davvero una bomba a letto!- Tutti guardarono il quarto ragazzo che
come Inuyasha aveva una ragazza dietro.
Inuyasha incrociò le braccia
divertito
-Ma bene Koga! Così anche tu
te la sei fatta!?- Koga sorrise misteriosamente.
Gli occhi azzurri e i
capelli neri raccolti in una coda lo rendevano il quarto ragazzo più bello
della scuola, prima di lui, al terzo posto c’era Sesshamaru, al secondo Miroku
e al primo Inuyasha
-E chi lo sa, caro
Inuyasha?- chiese Koga. Una ragazza, dagli occhi e i capelli neri raccolti in
una strana coda, gli si mise davanti cingendogli il collo con le braccia –Rin,
luce dei miei occhi…- disse lui sorridendo
-Luce, un corno tesoro…
prova a tradirmi, e il tuo dolce culetto andrà a farsi benedire… capito
tesorino mio?- Lui sorrise
-Mi piaci quando sei così
cattiva…-
-Lo so, è per questo che ora
ti porterò in classe…- mormorò Rin
-Noooo, a lezione no… non
potremo andare a fare qualche cosa di più costruttivo?- chiese speranzoso
-Tipo, anatomia umana?-
ghignò MIroku
-No, non ti voglio stupido e
imbranato quindi…- interruppe qualsiasi discussione Rin. Gli prese la mano tirandolo
verso la scuola
-Si, è meglio andare… mio
padre dice che se non mi metto un po’ in riga mi fa lavorare…- disse Miroku.
Sesshamaru e Inuyasha scoppiarono a ridere
-A lavorare tu?- Le chiese
stupita la ragazza al fianco di Inuyasha alzando il sopracciglio
-Già… le mie povere mani
diventerebbero uno schifo… ma secondo voi… mio padre non fa un chilo vero?-
-No, forse non fa due
chili!- Miroku rise
-Già, quel grassone!- I due
continuarono a ridere per un bel po’ ma Inuyasha no, non rideva più. Si guardava
intorno con fare distratto e annoiato così alzò lo sguardo verso il grande
edificio.
Poteva scorgere le persone
alzarsi per l’arrivo dei prof e una attirò la sua attenzione. I lunghi capelli
neri che le ricadevano sulla schiena. Restò a guardarla, come incantato poi la
ragazza si girò verso di lui rivelando due bellissimi occhi chiari. I loro
sguardi si incatenarono per qualche istante poi lui scosse la testa guardando
gli amici.
-Smettetela su…- disse
Inuyasha –E muoviamoci ad entrare! Quei due sono già spariti! Vieni Kikyo,
andiamo…- Lei sorrise lasciando cadere a terra la sigaretta che schiacciò con
un piede. Prese la mano della ragazza e riguardò ancora una volta la grande
finestra ma la ragazza era già sparita. Lui fece spallucce poi, seguiti dai due
ragazzi, sparirono dentro l’edificio lasciando le moto in mezzo al cortile.
La 2^A era proprio una bella
classe affiatata se non fosse stato che non si rivolgevano la parola. Kagome e
Sango avevano dato un nome ad ogni gruppo della loro classe: loro, le
super, i secchioni maschi, le secchione femmine, il gruppo degli sfigati
e quello dei bocciati. Insomma la loro classe era un miscuglio di menti, dove
ognuno prendeva strade diverse. I prof avevano provato in tutti modi a farli
socializzare ma Kagome capiva che non ci sarebbe stato nulla da fare…
Sango e Kagome si sedettero
al loro posto, l’ultimo banco in fondo all’aula che dava alle enormi finestre.
Kagome adorava guardare l’orizzonte immaginandosi cosa c’era al di là degli
alberi e delle case, di come vivono gli abitanti, dei loro costumi… così la
maggior parte delle volte sognava ad occhi aperti.
La prof di Tedesco, rigida
come non mai, apparve alla porta e tutti dovettero alzarsi in piedi. Kagome
trovava inutile una cosa del genere, alzarsi… che perdita di tempo! Sango
invece la pensava diversamente… secondo lei i prof andavano tutti rispettati e
alzandosi in piedi per lei era il minimo… poi per portargli massimo rispetto
bisognava studiare come dei dannati portando a casa eccellenti voti… stupidaggini!
O almeno per Kagome… Detto così Sango sembrava una vera e propria secchiona ma
non era esattamente così… a lei bastava uno sguardo o una letta che quella cosa
non se la dimenticava neanche se le facevi il lavaggio del cervello. Anche se,
una volta Kagome era riuscita a fargli dimenticare tutto. Una sera, erano
andate a mangiare la pizza, poi in un locale e Sango si era ubriacata
immediatamente; mentre per fare ubriacare Kagome ce ne voleva un sacco, reggeva
decisamente meglio l’alcool! L’aveva portata a casa e la mattina dopo non si
ricordava più un accidente di niente! Aveva dovuto ristudiare tutto, riguardare
tutti i compiti e aveva giurato solennemente che non avrebbe mai più preso
nemmeno un bicchiere di vino!
Erano ancora in piedi, la
prof non voleva decidersi di dire le fatidiche parole: -Ok, ragazzi, mettetevi
pure comodi!-. Kagome per quel comportamento ipotizzò due cose: o la prof si
era ammattita completamente, o le verifiche erano andate da schifo! La ragazza
non se ne preoccupò, così si girò verso la finestra che dava sul grande cortile
interno: eccoli là, i COBRA… fumati e… stupidi! Indossavano tutti una giacca di
pelle nera, sembrava di pelle… Scosse il capo distogliendo lo sguardo e
compatendo quelle due ragazze ma ad un certo punto si sentì osservata talmente
tanto che cercò lo sguardo di chi la stava spudoratamente fissando. Fece vagare
lo sguardo: niente, nessuno della sua classe. Guardò il giardino
"Oh mio Dio, ma quello
mi sta fissando!. Ma perché non si schioda? Si è r incretinito? Ah è vero, io
sono troppo bella… Kagome! Piantala di fare Narciso e datti un contegno! Gli
altri due ridono che sembrano essersi appena fatti una canna, che idioti!"
pensò raccapricciata.
La prof fece un segno secco
con la mano e gli studenti si sedettero facendo stridere le sedie
-Ragazzi, ho le verifiche…
Higarashi, mi aspettavo per lo meno un 4 da lei! Ma credo che questo voto sia
decisamente troppo alto! Quindi è interrogata in tronco… mi può dire il passato
del verbo essere?- Kagome si prese la testa tra le mani chiudendo seccata il
libro
"Ecco, ci mancava! E
non ho neppure studiato…" Kagome lanciò uno sguardo implorante a Sango che
annuì scocciata. Kagome sorrise… almeno aveva trovato un ottima suggeritrice!
5^C Scientifico
-Molto bene, iniziamo la lezione…-
disse il prof chiudendo il registro dove aveva assegnato le assenze. Mancavano
tre persone e il prof se ne rallegrava: Miroku, Sesshamaru e Inuyasha erano
assenti. Tutti avevano tirato un sospiro di sollievo anche se era troppo presto
per dirlo. Di solito arrivavano in un ritardo pauroso… la porta si aprì di
scatto e il prof si irrigidì –Siete in ritardo…-
-Si prof, che vuole che
sia!- costatò Miroku sedendosi vicino a una ragazza che si appiattì contro il
muro facendosi piccola piccola
-Tanto alla fine in ritardo
ci siamo sempre- concluse Sesshamaru sogghignando sedendosi vicino a Inuyasha
-Già…- Il prof si alzò dalla
sedia andando alla lavagna –Dunque ragazzi, oggi…- si bloccò guardando Inuyasha
–Cosa sta facendo?-
-Mi accendo una sigaretta…
cos’è, non ci vede forse?- domandò ironico
-La spenga immediatamente!-
Inuyasha sbuffò ma sorrise, così si alzò e si diresse verso la lavagna
spegnendola su di essa
-Così va bene?- L’uomo basso
e con gli occhiali sul naso strinse le labbra fulminandolo
-Vattene al posto- Inuyasha
sorrise
-Come vuole… signore-
disse. Sesshamaru scoppiò in una risata sguaiata e Miroku sorrise compiaciuto.
Inuyasha si allontanò lentamente mentre l’uomo guardava la lavagna e prendendo
il cancellino la ripulì seccato
-Aprite il libro a pagina
204… Oggi approfondiremo il concetto di economia…-
-Ehi fratellone?- Sesshamaru
guardò Inuyasha dopo avergli dato una pacca sulla spalla soddisfatto –Hai il
libro?- domandò
-No, tu?-
-No- rispose. Alzarono le
spalle e Inuyasha prese fuori il cellulare iniziando a giocare.
La campanella suonò
insistente. Kagome e Sango uscirono dall’aula con in mano il pranzo e si
diressero verso la terrazza
-Quella maledetta prof del
cavolo di Tedesco!!!! Perché diavolo non si fa i cavoli suoi invece di rompere
a me!? E perché mi ha interrogato??-
-Forse perché hai preso 2
nella verifica?- Kagome fulminò l’amica
-Tu rigiri sempre la
frittata eh!?-
-Sei tu che la rigiri, io ci
faccio solo un buco…- rispose Sango sorridendo. Kagome la guardò
-E dopo questa come ne dovrei
uscire?-
-Senza sparare cavolate come
il tuo solito Kagome cara…-
-Sango sei… impossibile!-
esclamò Kagome salendo le scale
-No, sono intelligente!-
rispose lodandosi Sango mentre la seguiva
-Ma sentila!!!- Passarono
davanti alla presidenza e si fermarono quando il grido del Preside riecheggiò
nell’aria
-È INAMMISSIBILE!!- urlò. Le
due si guardarono confuse: che diavolo succedeva ora? –Inammissibile che 4
ragazzini riescano a tenere testa a lei, e a voi signori! Sono solo mocciosi!-
-Ma Preside… lei non
capisce… lo sa benissimo come sono fatti e chi sono i loro genitori… ci
licenzieranno!!-
-È lei che non capisce!
Siamo qua per insegnare e non per farci manovrare come dei pupazzi!- Le due
sospirando tirarono avanti
-Me lo immaginavo che
centravano i COBRA!- esclamò Kagome. Sango fece spallucce
-Quando mai senti urlare il
Preside se non centrano loro?-
-Come sono stupidi quei
teppisti!- sbottò alzando le mani al cielo
-E ingenui!- precisò Sango
–Il problema però, è che non so nemmeno chi sono! Non li ho mai visti! Si e no
so come sono le loro moto! So solo che tre sono dello Scientifico mentre uno di
loro è al Geometra, niente di più. Se li conoscessi di vista almeno saprei a
chi stare lontano!- Kagome alzò le spalle
-Hanno le giacche di pelle
nera- disse
-Come lo sai?- domandò
-Li ho visti questa
mattina…- Si guardarono
-E come sono? Belli?- chiese
interessata Sango –Ho sentito dire Dalle Secchione che sono dei gran pezzi…-
Kagome la fulminò. Già
parlare con Le Secchione era terribile visto che il loro solo argomento di
comunicazione era: -Cosa hai preso nella verifica?- ma credeva anche solo
lontanamente che gliene interessava qualche cosa di quei quattro bislacchi!?
-Non giudico delle persone
stupide! Quando le vedrai poi ti farai una opinione…- sbottò con sguardo
omicida
-Kagome sei… inutile certe
volte!- esclamò senza dare peso ai suoi occhi
-Inutile io!? Ma senti da
che pulpito viene la predica!- Quando ci si metteva Sango era insopportabile e
decisamente molto invadente!
-Taci che alla prima ora hai
preso 6 per miracolo grazie a me!-
-Vero, grazie Sango- Le
baciò di sfuggita la guancia poi aprì la porta della terrazza, grazie al cielo,
deserta
-Comunque tornando al
discorso COBRA…- iniziò Sango sedendosi accanto a Kagome e aprendo il cestino
del pranzo
-Aspetta! Senti questa…-
Kagome ci pensò un momento mentre Sango incrociava le braccia per
l’interruzione. Kagome mandò giù un boccone e sorrise –COBRA: Cretini Ovunque
come Bambini Rincitrulliti Ancora- La guardò. Le sopracciglia di Sango
formavano un arco appena sotto la fronte
-Doveva far ridere Kagome?-
L’interessata ci pensò
-L’intenzione era quella ma…
se non fa ridere!- Alzò le spalle
-Decisamente no!-
Mangiarono per un po’ in
silenzio guardando semplicemente il cielo quando Sango spezzò l’incantesimo
–Comunque sei sicura di non ricordarteli?- Kagome ci pensò un momento
-Beh, ho visto che fumavano
tutti… che c’erano due ragazze con quattro ragazzi, però non li ho visti in
faccia… dopo mi sono distratta e una ragazza e un ragazzo erano spariti, non
so- disse vaga
-C’erano anche due
ragazze??- esclamò Sango scioccata
-Già, una credo stia con
quello che era a capo di tutti… se ho visto bene, aveva i capelli neri ma del
resto…- Kagome alzò le spalle
-Povera ragazza… che pena…-
sussurrò Sango
-Cosa?- chiese Kagome
distratta
-Oh, nulla… nulla… Allora
oggi vai a musica vero?-
-Già! Non vedo l’ora!!!-
-Io invece ci vado domani…
Paolo è davvero grande!- esclamò Sango
-Già! Fa praticamente tutto!
Il pianista, il bassista, il chitarrista, il batterista, insegna a cantare e
poi… poi insegna pure teoria! Ma dove lo trovi un insegnante così?-
-Ed è pure simpatico!!-
-Domani a che ora hai
lezione?- chiese Kagome
-Verso le 5.00 ma di solito
arriva due o tre minuti in ritardo visto che prima ha un ragazzo!-
-Capisco… comunque se ce la
faccio ti vengo a sentire!-
-No Kagome! Lo sai che mi
metti in agitazione!!-
-Per questo starò fuori!- Le
due si sorrisero -Hai mai visto il ragazzo prima di te?-
-No, ma visto che domani
vieni… se arrivi in anticipo lo vedi senz’altro!- Kagome annuì
-Farò così, sono proprio
curiosa…-
-E sei anche curiosa per le
lezioni?- chiese Sango alzandosi guardando l’orologio –Muoviti che suona tra
cinque minuti!- esclamò Sango
-E tu mi fai alzare a 5
minuti dalla campanella!?-
-Scema, siamo in zona ITI,
presente?? E per arrivare alla nostra aula dobbiamo passare per lo Scientifico
e ci vogliono 3 minuti buoni per arrivare, quindi muoviti o ti arrangi!- Sango
si girò e andò spedita verso la porta. Kagome sospirò
-Sango aspettami dai!!- Si
alzò e corse verso l’amica –Mi avresti lasciata davvero qua!?-
-Senza dubbio!-
-Sei… sei… incorreggibile!-
La scuola era davvero
enorme… l’ITI (che era nel piano più alto) comprendeva tutto un piano e una
metà di sotto, poi lo Scientifico concludeva il piano per poi unirsi al
Linguistico. Kagome e Sango erano al secondo piano (tutto occupato da
quest’ultimo) quindi, visto che lo Scientifico era al terzo piano, non si
preoccupavano più di tanto dei COBRA anche se gli studenti del terzo piano si
lamentavano in continuazione delle urla dei prof. Ma solo dei prof: si
perché, così dicevano, i COBRA facevano casino… in silenzio… Le ragazze
passarono veloci il piano dell’ITI poi ancora più spedite superarono quello
dello Scientifico, pensavano di avercela fatta quando ad un certo punto videro
un ragazzo con il codino alla finestra. Fumava e guardava l’orizzonte, gli
occhi persi. Non si era accorto delle due e Sango si bloccò improvvisamente in
mezzo al corridoio irrigidendosi completamente.
-Sango, che…?- La ragazza le
tappò la bocca con un gesto secco e trascinandola passò dietro al ragazzo
mentre ogni fibra del suo corpo sperava che non l’avesse vista. Quando furono
davanti alla porta chiusa della loro aula Sango mollò Kagome –Ma che fai!?!?-
-Scusa Kagome, non volevo
che ci vedesse…- mormorò "No, non è possibile che sia lui… non qua, non
adesso… non dopo tanti anni… no! Maledizione no!!"
-Ma chi se ne frega di
quello!!! Mi vuoi dire per carità che ti è preso!?- Lei alzò le spalle
-La porta è chiusa. Muoviti
ad entrare!- Detto ciò Sango aprì la porta ed entrò chiudendola dietro di se
velocemente. Kagome guardò la porta pensierosa
"Un comportamento del
genere non è da lei, poco ma sicuro! Che centri quel tipo?"
Mi spiace se vi ho fatto
attendere, spero non accadrò molto spesso… un ringraziamento particolare a:
dany91: sono molto contenta che la
mia fic ti piaccia! Naturalmente questo non è che l’inizio!! Beh, per Sango e Miroku…
aspettare per sapere!
Resha91: grazie! spero che anche
questo nuovo cap ti soddisfi! ^^
Shikon: thanks!! Comunque siamo
ancora all’inizio e spero che continuerai a recensirmi ^^… Per Sango e Miroku…
eh eh eh….
Jey: Non adularmi troppo
altrimenti mi gaso!!! Però grazie anche a te ^^
Ed ora… VIA CON IL SECONDO CAP!!!
Recensite!!!!! ^^
Capitolo 2
Una buona notizia
Kagome arrivò al cancello
con in mano il libro consumato di musica. Contemplò l’enorme edificio. Il
colore giallognolo in alcuni punti era scrostato ma con gli anni che aveva,
Kagome si stupiva come il secondo piano di quell’edificio non fosse ancora
caduto sopra il primo distruggendolo completamente. Comunque non era male e
Kagome ne era molto affezionata. Lentamente attraversò il cortile e aprendo la porta
principale salì le scale.
La scuola Saintfowl era
molto prestigiosa e molti studenti e lavoratori venivano lì per imparare o
semplicemente per ascoltare.
Per un anno lei era venuta
lì solo ad ascoltare il piano suonare la sua lenta e dolce melodia poi, un
giorno, era entrata nella saletta vuota del pianoforte e si era messa a
suonare, facendo accordi vari accompagnandoli con note musicali sparati un po’
a caso… non aveva mai suonato eppure, quando Paolo era entrato da quella porta
era… esterrefatto! L’aveva quasi pregata di entrare nell’istituto per studiare
il piano, l’aveva lodata incredibilmente dicendole che il suo dono era
grandioso e che non andava sprecato. Lei infine aveva accettato e… eccola lì,
pronta per il suo quarto anno…
Kagome aprì la stanza dal
piano e si guardò intorno: Paolo non era ancora arrivato così, per niente
stupita, alzando le spalle si sedette alzando il coperchio e aprendo la prima
pagina del libro iniziò a suonare il pezzo. Chiuse gli occhi mentre sentiva
l’adrenalina pulsarle nelle vene. Sentiva le dita sfiorare i tasti bianchi e
neri mentre il suono riempiva l’aria… il battito regolare del cuore le dava il
ritmo giusto mentre nella sua testa c’era solo musica. Tutto il resto era
confuso e sfocato. I pensieri erano spariti, i dubbi scomparsi. Riaprì gli
occhi improvvisamente sentendosi osservata staccando le mani dalla superficie
-Paolo! Da quanto sei qua?-
Lui sorrise e scosse il capo
-Da poco, giusto il tempo di
ascoltare dopo tre mesi… la tua bellissima musica!- Lei ricambiò il sorriso
-Non dire certe cose dai! E
poi prima che arrivi al tuo livello… ne passerà di acqua sotto i ponti!!- Lui
scosse la testa sempre con il sorriso sulle labbra
-Kagome! Ma insomma! Lo sai
benissimo che è da quando avevo 5 anni che suono questo… fantastico strumento!-
esclamò lui accarezzando la coda del pianoforte. Kagome lo ammirò: trent’anni,
alto, biondo, occhi azzurri… una favola certo, ma purtroppo non era il suo
tipo… troppo attaccato alla musica… Kagome scosse la testa come per levarsi via
certi pensieri
-Certo che insegnare meno
cose… tu no eh?- Lui alzò le spalle
-E che ci vuoi fare Kagome?
Sono un genio!- Lei sorrise
-Sempre modesto!!- Lui
sorrise
-Comunque per iniziare, il
pezzo andava bene ma come al solito non badavi al ritmo e non guardavi la
musica…- disse. Lei si corrucciò e lo guardò male
-Ma…-
-Lo so che lo sai a memoria,
ma una guardatina non ti farà male! Quando dovrai suonare… che so… Beethoven…
non potrai certo impararti a memoria tutte le pagine!!!- esclamò lui sedendosi
su uno sgabello e muovendo il braccio. Lei si corrucciò ancora di più e esclamò
contrariata
-Io non voglio suonare
Beethoven! Mi fa… orrore!-
Lui sorrise gelido: per lui
Beethoven era un miracolo sceso in terra
-Beh, in compenso a me piace
ma… mi fa schifo Mozart, però va suonato lo stesso!-
Lei fece una smorfia. Altra
differenza: lei adorava Mozart!
Lui le mise davanti un libro
–Fammi di botto il primo spartito di Beethoven- Lei lo guardò malissimo
-Cosa!?- sfogliò alcune
facciate incontrando il secondo – Ma sono sei facciate!!!-
-E allora? Sta zitta e
suona!- Kagome sbuffò ma fece come gli aveva ordinato. Ma quando iniziò a
suonare, non ci fu più tempo per le parole.
I minuti passavano e la
stanza era riempita dalla melodia che sbalzava di intensità tornando lenta
tutto d’un tratto. Lui le girava le pagine facendo ogni tanto dei segni poco
chiari sullo spartito che lei ignorava, ascoltando solo il tatto e le orecchie,
usando gli occhi per leggere attentamente e velocemente le note. Le mani di lei
vagavano veloci sui tasti conoscendo perfettamente la loro posizione e quando
concluse aspettò qualche secondo prima di rilassarsi completamente. Lui sorrise
-Scusami… quando lo hai
fatto?- Lei lo guardò
-Mai fatto in tutta la mia
vita! E preciso: fa schifo!- Lui la guardò e fece finta di non averla sentita
-Beh, lo sapevo che sei
spettacolare e che hai una dote fantastica!- esclamò lui estasiato
-Paolo! Italia chiama
Giappone! Mi dici che ti prende?-
-Beh, oltre al fatto che sei
stata bravissima ti devo dire una cosa…- Le spiegò i punti segnati dove aveva
fatto qualche errore di diteggiatura, di valore o di ritmo. Lei sorrise
contenta e guardò l’orologio
-Ci mancano 10 minuti!
Uffa!! Questi 45 minuti passano troppo… troppo velocemente!- Lui al tavolo
scrisse qualche cosa velocemente poi sorrise tornando a prestare la sua
attenzione su di lei
-Kagome, ascoltami un
momento- Lei lo guardò annuendo -È una cosa complessa in realtà visto che tu
hai 16 anni…- Sembrava stranamente agitato e Kagome si spaventò: era raro vederlo
così!
-Paolo, che hai?-
-Un po’ di tempo fa, mi
hanno contattato degli amici di Amsterdam. Loro organizzano i ricevimenti
importanti tipo balli, concerti… robe del genere no?- Lei annuì anche se in
realtà non capiva nulla –Gli dovevo un favore, così mi hanno chiesto se potevo
portare alcuni dei miei ragazzi bravi per farli suonare, perché non hanno
nessuno che voglia… suonare gratis…- Lei alzò le sopraciglia –sarà per un
evento fenomenale sai, voglionofare
cinque feste, una dietro l’altra e mi chiedevo se il mese prossimo ci volessi
venire con altre 4 persone- buttò tutto in un fiato. La ragazzo lo guardò con
gli occhi sgranati
-Io a… suonare davanti a
tanta gente?- domandò. Lui annuì -Ad… Amsterdam?- chiese incerta. Lui annuì di
nuovo preoccupato –Ma è… FANTASTICOOOO!!!!!!- urlò lei scattando in piedi.
Paolo scattò indietro spaventato dall’urlo di lei –Non ti posso dire subito di
si perché devo chiedere alla mamma ma… sicuramente verrò anzi!! La pregherò in
ginocchio!!! È strabiliante!! Grazie Paolo!! Grazie stragrazie megagrazie!!!!-
Lui sorrise –E chi verrà con noi??-
-Ho una vaga idea, ma devo
ancora vedere se riescono- Lei sorrise trepidante –E ti prego Kagome, non dirlo
a nessuno, per ora- Lei annuì con vigore –Poi ti dirò i dettagli…- Lei annuì di
nuovo
-E quanto ci staremo? Non
so, 15 giorni… 20… tutta la vita?- chiese speranzosa
-No no… dopo una settimana
prendiamo l’aereo!- esclamò. Lei lo guardò con la bocca spalancata
-Ma… ma Paolo! Non mi puoi
fare questo!! Non potrò vedere neanche la città!!- esclamò contraria. Lui
scosse la testa
-Invece avrai un sacco di
tempo dove ti rigirerai pure i pollici…- disse -Comunque mi sai dire se tua
mamma ha accettato?-
-Ti telefono questa sera se
mi da subito la risposta- confermò. Lui annuì
-Bene…- guardò l’orologio
–Caspita! La tua lezione è finita 5 minuti fa!! Vattene via Kagome, non ti
voglio più vedere fino a lunedì prossimo… sciò!- disse lui scherzando. Lei si
alzò in piedi prendendo le sue cose e gli fece la linguaccia
-Ti ringrazio infinitamente
mister gentilezza!!- Lei si diresse alla porta e l’aprì –Ciao!-
-Ciao Kagome e ti prego,
vedi di esercitarti!- esclamò lui
-Contaci- Lei chiuse la
porta dietro di se e sospirò “È finita! Incredibile! Credevo di non uscire
più!” sorrise –Amsterdam…- bisbigliò uscendo dalla scuola assorta nei suoi
pensieri –La mamma non mi può dire di no… assolutamente!-
-CHE COSA SIGNIFICA NO!?!?-
urlò Kagome pestando i piedi. Sota, che faceva i compiti, spaventato fece
cadere la matita e guardò sua sorella con gli occhi lucidi e rossa di rabbia
fronteggiare la madre davanti a lei in mezzo alla porta del salotto
-Tesoro, calmati! Non è la
fine del mondo!- esclamò la madre
-Non è la fine del mondo!?
Mamma! Ma cosa dici?? Un’occasione come questa non mi capiterà più!!-
-Non dire sciocchezze
Kagome! Hai tutta la vita davanti! E sei troppo giovane per andare così
lontana!- disse spiccia la madre
-Non puoi farmi questo
mamma! Non tu!- esclamò la ragazza disperata
-Kagome non farmelo
ripetere! Amsterdam è troppo lontano e tu hai solo 16 anni!-
-Mamma…- Si guardarono. Il
nonno che le guardava seduto sulla poltrona si alzò
-Ascolta cara…- Si avvicinò
alla donna, sua figlia –Kagome ha ragione… non la puoi tenere rinchiusa qua
dicendo che è troppo giovane… per te sarà sempre la tua bambina quindi è chiaro
che tu la voglia proteggere… ma se la tieni rinchiusa qua e non le fai fare le
sue esperienze… alla fine ti rimpiangerai sempre addosso e la nostra Kagome…
non crescerà mai…- La donna guardò il padre poi sua figlia che la guardava
implorante, ma gli occhi erano determinati e sicuri anche se un po’ lucidi,
Sota intanto annuiva forte. Sospirò
-E va bene Kagome… va
bene…sei libera di andarci…- A Kagome brillarono gli occhi di gioia
-Mamma!!- Le saltò al collo
dandole dei baci sulla guancia –Grazie mamy! Grazie tante!!- La donna sorrise
–Chiamo subito Paolo!!- La ragazza compose velocemente il numero che era
scritto nella piccola agendina
-Pronto?- chiese una voce
strana, un’anziana forse… Kagome corrugò le sopracciglia: Paolo viveva da solo
e i suoi erano in Italia!
-Ehm… buongiorno signora…-
iniziò lei
-Come?- domandò la
vecchietta. Kagome guardò il display confrontandolo veloce con quello scritto
nell’agenda
“Cavolo ho sbagliato
numero!!” pensò stramaledicendosi –No signora, mi scusi, ho sbagliato numero…-
disse cortesemente
-La telecom!? Ma andate al
diavolo voi e la telecom!! Non mi interessa nulla capito!? Smettetela di
chiamarmi!!- sbraitò. Kagome esterrefatta sorrise
-Buonasera allora!-
-E sarei io quella che
dovrebbe andare sugli allori!?!? Ma che vi cada un fulmine…- Kagome confusa
riappoggiò velocemente la cornetta
“È pazza! E pure sorda!! Ma
proprio sorda!!” Scosse la testa frastornata
-Allora? Che ha detto
Paolo?- chiese la madre dalla cucina
-Avevo sbagliato numero
mamma…- La ragazza ricompose il numero attentamente e attese, al cinque sarebbe
scattata la segreteria. Uno squillo, due squilli “Eddai Paolo!! Te l’avevo
detto che ti chiamavo però! E io sono pure l’ultima della giornata! Sono alle
5.00!!! Tu alle 6.00 dovresti essere a casa!!!” pensò. Niente…
<Risponde la
segreteria telefonica del numero ######## la persona chiamata potrebbe essere
in questo momento irraggiungibile, se volete lasciare un messaggio parlate dopo
il segnale acustico… bip…>
-Paolo! Sono Kagome!
Ascolta… ho parlato a mia mamma per Amsterdam… lei è dacco…- Kagome non riuscì
a finire la parola che qualcuno prese su
-Pronto… Kagome…- la ragazza
costatò che sembrava molto… affaticato
-Perché non hai preso su
prima??- chiese lei
-Sono… sono appena tornato
da… una corsa! Devo tenermi in forze sai…-
-Certo, come no! Comunque
mia mamma è d’accordo, posso partire!- esclamò lei euforica. Lui annuì
-È fantastico! Sono molto
contento… ti darò poi tutti i dettagli Lunedì, Ok?-
-Va bene…-
-Ora torno a…-
-Torna a correre si…-
-Ok, ciao!- riattaccò in
fretta la cornetta. Kagome la guardò scioccata
-Mi ha… mi ha messo giù… mi
ha riattaccato in faccia!!- esclamò lei scandalizzata buttando giù la cornetta
–Io domani lo disintegro!!- Salì le scale e si buttò sul letto sorridendo. Si sentiva
esplodere di gioia, sentiva le vene pulsare in tutto il corpo… si alzò in piedi
sul letto –EVVIVA!!!!- gridò alzando il pugno
La mattina dopo a scuola
Kagome arrivò prima del solito e quando Sango arrivò la guardò sbalordita
-Tu… tu prima di me?… Oggi
cadranno i santi dal cielo, si reincarneranno in ognuno di noi cantando
‘Alleluia, i miracoli esistono e non sono solo del signore…’- Kagome sorrise
sarcastica
-Come sei divertente Sango!
E ora muoviti!! Dobbiamo entrare in classe!!- esclamò prendendola sotto
braccio. Mentre passavano tra le persone sentivano le ragazze fare degli strani
discorsi sui COBRA
-Dio ma li hai visti?-
chiese scioccata una
-Sono così belli…-
-E poi sono ricchi sfondati
quindi scusami tanto ma…-
-Io li ho visti tutti
insieme… che lavoro! Ma come sono saltati fuori così?-
-Lascia perdere è meglio…
comunque io preferisco Inuyasha… il capo…-
-Scherzi? Quello ha la
ragazza, ci sta da due anni… io preferisco suo fratello maggiore, Sesshamaru…-
-Ma se quello con uno
sguardo ti gela!- esclamò scandalizzata una
-Chi se ne frega!-
-Beh, scusate ma anche Koga
e Miroku non sono male!-
-Koga ha la ragazza, credo
da 6 mesi ma… non ne sono sicura!-
-Miroku invece è libero, ma
dicono sia un don giovanni!-
-Ma poi perché è il fratello
minore che dirige tutta la banda?-
-Beh, io sono di fianco alla
sua classe no? Lì ci sono Miroku, Inuyasha e Sesshamaru che è ripetente di un
anno ma… Inuyasha sembra sia il peggiore! Io li sento litigare con i prof… tu
non sai come gli parla!! È… terribile!-
-Poi dicono che sia
attaccato alla musica in un modo odioso… sembra che parli solo di quello!-
-Anche Miroku e la ragazza
di Inuyasha suonano, ma almeno parlano anche di qualche cosa d’altro!-
-Si… io sono amica di Kikyo…
oltre ad essere molto gelosa della sua voce non vuole che nessuna ragazza si
avvicini a Inuyasha…-
-Secondo me lei sa che lui
si fa con delle altre…-
-Anche secondo me, però deve
stare zitta se non vuole che lui si arrabbi e che la molli!- Kagome ascoltava
tutti quei discorsi scioccata
-Praticamente siamo solo noi
che non sappiamo nulla dei COBRA!? Manco sapevo come si chiamano!!- esclamò
Kagome entrando a scuola dirigendosi verso il secondo piano
-Lo sai perché non ne
sappiamo nulla?- Le chiese Sango fermandosi. L’amica scosse la testa fermandosi
a sua volta qualche passo più avanti –Perché non ce ne frega assolutamente
niente!- Kagome guardò la sua schiena allontanarsi
-Questo è vero!!- Le prese
il braccio facendola rallentare –Allora oggi pomeriggio ti vengo a sentire!-
esclamò contenta entrando in classe appoggiando la cartella a terra
-Se proprio ci tieni…-
-Insomma Sango! Perché hai
così poca fiducia in te stessa!? Suoni il basso benissimo!!-
-Ma quando qualcuno mi
ascolta divento… nervosa!- Kagome la guardò male
-Tutti si innervosiscono Sango!-
esclamò. La ragazza sbuffò
-Non mi scocciare- Sango
aprì i vetri e guardò fuori. Kagome la guardò
-A che pensi?- Sango si
riscosse dai suoi pensieri e sorrise
-Nulla, mi ero un momento
sconnessa…- Kagome si mise una mano sulla tasca –Il cellulare?- Kagome annuì
prendendolo fuori –Ebbene? Chi è?- Kagome sbuffò
-Hojo…-
-Chi?-
-Hojo, un idiota a cui devi
stare… particolarmente lontana!-
-Manco so chi è!!-
-Veniva con me alle medie…
mi chiedeva tutti i giorni di uscire… così un giorno gli ho risposto che mi
rompeva e di non seccarmi più- Sango annuì
-Solo che…?- La incitò. La
ragazza sospirò
-Solo che adesso ogni tanto
mi manda questi messaggi stupidi!- Porse il cellulare a Sango che lo prese
–Meno male che è in un'altra scuola!!-
Ciao Kagome,
vorrei continuare quello che
abbiamo iniziato alle medie
Hojo
Sango diventò blu e la
guardò male
-Non ci ho fatto nulla che
sia chiaro!!- disse subito Kagome notando l’occhiata obliqua dell’amica
-Ascoltami molto
attentamente Kagome… tu sei come la sorellina che non avrò mai, questo
significa che, ogni uomo che ti tocca anche solo con un dito per farti del male
o per provocarti… sei autorizzata a tirargli dei cazzotti, capito?- Kagome
scoppiò a ridere –Non c’è nulla da ridere! È una cosa seria!!- Kagome sorrise
-Grazie Sango, quello che
hai detto è bellissimo!- Sango imitò il sorriso poi riguardò il messaggio
-Di solito gli rispondi?-
Kagome alzò le spalle
-Veramente cancello il
messaggio…- Sango guardò di nuovo il messaggio poi Kagome. Sorrise
-Hai soldi?- Kagome annuì
-Mi sono appena fatta la
ricarica!- Kagome vide Sango premere tasti su tasti velocemente senza alzare
mai lo sguardo
-Che ne dici?- chiese poco
dopo allungandole il cellulare. Kagome lo prese e un sorriso spunto dalle sue
labbra
Ora tu,
mi ascolti molto,
molto attentamente…
si potrebbe dire che sono la sorella maggiore di
Kagome
sono cintura nera
e ho fatto per parecchi anni la box nella mia vecchia
scuola.
Stai rompendo alla mia sorellina
e mi sto incazzando anche io,
cosa che non ti consiglio vivamente di vedere,
quindi cancella questo numero dalla rubrica
o con Kagome ti trovo e ti cambio i connotati…
(non ti conviene se non vuoi finire
nelle voci bianche)
CHIARO!?!?
Ps. è una minaccia
Kagome scoppiò a ridere
-Nelle voci bianche?-
chiese. Sango annuì –Cintura nera e corso nella box, mh?- domandò scuotendo la
testa
-Quello è vero!-
-Cosa!?!?- Kagome impallidì
-Scherzo! Ma secondo te! Mi
ci vedi cintura nera?- Kagome scosse la testa convinta –Visto?-
-Mi hai fatto prendere un
colpo maledizione!-
-Eh eh…-
-Comunque mandiamolo… al
massimo non funziona…- E schiacciò il tasto INVIO sperando davvero in un
miracolo
Invece
funzionò perché di Hojo… Kagome non ne seppe più nulla…
Kagome uscì di casa molto
presto. Sango avrebbe iniziato 45 minuti dopo ma la ragazza era curiosa di
sentire il musicista che veniva prima di lei e che aveva come insegnante Paolo.
Non lo aveva mai visto e sicuramente non lo avrebbe mai conosciuto anche se era
decisamente curiosa!
Brutta cosa essere curiosi e
Kagome, purtroppo, lo avrebbe imparato molto presto…
Quando Kagome entrò alla
scuola di musica invece di cercarlo in tutte le stanze decise di andare in
segreteria dove le dissero che Paolo era nella prima aula a destra. La ragazza
sorpresa si avviò. Quell’aula era riservata ai pianisti! Così quando si
avvicinò immaginò di sentire la dolce musica del pianoforte invece dovette
ricredersi. Le note di una chitarra la raggiunsero chiara come se volessero
cantare Don’t tach me, la canzone di Avril Lavigne. Accidenti se era bravo…
così dannatamente perfetto…si sedette appoggiando la testa al muro chiudendo
gli occhi, inconsciamente mosse le dita delle mani come se le muovesse su un
piano invisibile.
Era incredibile come la
musica la facesse rilassare… tanto che mentre ascoltava si appisolò non
riuscendo, naturalmente, ad ascoltare la conversazione tra Paolo e il
misterioso chitarrista…
Il suono era forte dentro di
lui e il fuoco che gli bruciava in petto era prepotente. Ogni volta che
prendeva in mano quella chitarra tutto intorno a lui scompariva e solo così si
poteva veramente sfogare: mettendo una note dietro l’altra componendo melodie
su melodie… Solo così riusciva a sfogare tutta la rabbia e il rimorso dentro di
lui che gli attanagliava lo stomaco giorno e notte come in un interrogazione
dove non hai studiato: non prendendo a pugni un compagno, non facendo
licenziare a suo padre un professore rompiscatole e neanche facendo l’amore con
tutte le sciacquette che passavano nel suo letto, solo con in mano quella
chitarra… Era arrivato all’ultima battuta e con un’ultima nota concluse il
pezzo guardando Paolo che lo fissava sorridendo
-Complimenti- disse
semplicemente
-Grazie- disse Inuyasha
guardando l’ora. Era tardi, maledettamente tardi! Mise via la chitarra
mettendosela in spalla –Scusa, oggi devo andare via prima…- Paolo scosse la
testa
-Non preoccuparti, va pure…-
si guardarono –Anzi, aspetta un momento- Inuyasha sbuffò rimettendosi seduto
-Che diavolo vuoi ancora?-
Paolo lo ignorò e riprese tranquillo
-Dunque, tu sei bravo, e
molto anche! Quindi ho deciso che verrai con me il mese prossimo ad Amsterdam a
suonare davanti ad un pubblico insieme ad altri allievi, ti va?- Inuyasha lo
guardò a bocca spalancata
-Cosa?- domandò scioccato
-Mi hai sentito benissimo-
sbottò
-Non scherzi vero?-
-Certo che no!- esclamò
indignato
-MA È GRANDIOSO!!- esclamò
lui scattando in piedi –Accetto! Sono già in aeroporto!-
-Frena Inuyasha, devi prima
chiedere ai tuoi!- Il ragazzo alzò le spalle
-Ma lascia perdere mio padre
insomma!! Chi verrà con me a proposito!?- chiese muovendosi con la sedia
-Beh, Miroku, il tuo amico,
ha già accettato, anche Kikyo è disponibile…-
-Grande!! Ho le serate
programmate con quei due!- esclamò lui
-Poi ci sarà Kagome…-
-Chi?- chiese lui confuso
-Kagome, pianista… un vero
talento naturale…- La lodò Paolo
-Sarà come tutte le altre-
borbottò Inuyasha
-Poi ho pensato ad un’altra
ragazza che vedo tra poco…- Si guardarono
-E poi? Che si farà
là?-Paolo sorrise
-Vi dirò tutto… prima o
poi…- Inuyasha lo guardò male
-E non guardarmi così! Tuo
padre non può certo licenziarmi!- Inuyasha sorrise
-Già… non può, decisamente
no!- Si alzò –Ora scusa ma sono in ritardo… la mia ragazza mi aspetta…- Paolo
annuì
-Quale delle… 2000 che hai?-
-Ma quella ufficiale
naturalmente… Kikyo…-
-Ma non ti sei ancora
stancato di lei??- Inuyasha scosse la testa
-A letto è brava, sta sempre
zitta… meglio di lei chi c’è?-
-Kagome- rispose lui
prontamente
-Ok, allora fammela
conoscere, la porterò a letto e poi ti saprò dire…- Paolo scosse la testa –No?
E perché no di grazia?-
-Perché Kagome, di
carattere, è completamente diversa da Kikyo…- Inuyasha alzò le spalle
-Nessuna si è tirata
indietro dopo averla “corteggiata”…!- Paolo scosse la testa
-Sei proprio… non lo so
neanche guarda!- Inuyasha sorrise
-Neanche tu però sei un…
santo!-
-Lo so, ma almeno io le
scarico dolcemente queste ragazze!- Inuyasha scosse la testa mentre Paolo si
accendeva lasigaretta offrendone una
anche a Inuyasha che la prese
-Allora ti sei scelto
proprio una bella compagnia! Non so questa Kagome o… l’altro… ma io, Miroku e
Kikyo…- aspirò una boccata di fumo ammutolendosi
-Lo so che siete dei poveri
ragazzi poco innocenti, che credi? E poi chi ti fa pensare che la quinta
persona che chiamerò sia un lui?- Inuyasha sorrise
-Boh, comunque vado…non ho
tempo da perdere io!- Aprì la porta
-Ci vediamo la settimana
prossima- Inuyasha lo guardò togliendosi la sigaretta dalle labbra
-Come sempre…- Chiuse la
porta dietro di se e Paolo appoggiandosi alla finestra sospirò e fece
fuoriuscire dalla bocca la boccata di fumo
-Se quello si vuole portare
a letto Kagome per poi mollarla all’acqua… quello resta fresco!- Guardò l’ora
–Speriamo che Sango accetti!- esclamò speranzoso. Spense la sigaretta
schiacciandola nel portacenere e guardò il piano pensando alla sua vita.
In effetti era proprio uno
stronzo! 34 anni e andava a letto con ogni persona che gliela dava! Alla fine,
in tutta la sua vita si era sposato con una sola persona rimanendole sempre
fedele… e quella persona era la musica. Da quando aveva cinque anni aveva dato
anima e corpo ad essa, infatti oltre a suonare non sapeva fare nient’altro. Era
stato bocciato in 5 elementare, in 2 media, in 3 e infine non aveva fatto
neppure le superiori perché i suoi lo avevano sbattuto fuori casa…
Scosse la testa seccato –Tanto
non mi piaceva neppure studiare!-
Mentre Paolo faceva queste
considerazioni Inuyasha aveva appena chiuso la porta sospirando quando posò lo
sguardo su una ragazza seduta, la testa appoggiata al muro, gli occhi chiusi.
Inuyasha corrugò le sopracciglia e si avvicinò a lei
“Chissà com’è portarla a
letto…?” pensò subito quando la vide. Scosse la testa dandosi del maiale e
maledicendo Miroku che lo stava contagiando con la sua pessima influenza. Le
passò una mano davanti agli occhi “Ma questa dorme! È matta??” Scosse la testa
poi la guardò di nuovo chinandosi all’altezza del suo viso “Cavolo! Ma questa
qua è quella che ho visto ieri mattina! Accidenti! È proprio lei! Ehi, ma
assomiglia a Kikyo che fa spavento!” la guardò attentamente “No, non ci
assomiglia affatto! Kikyo è molto più bella anche se questa ha il viso più
disteso…” Alzò le spalle “Vabbè, chissene… chissà in che classe è?” si
allontanò. In quel momento Kagome aprì gli occhi assonnati e appena si accorse
di dove era scattò in piedi
“AIUTO! Che vergogna! Mi
sono addormentata come una scema! Speriamo che nessuno mi abbia visto!!” Si
guardò intorno parecchie volte e l’ unica cosa che vide fu una lunga chioma
nera che spariva dietro l’angolo. Kagome si corrucciò “E quello chi diavolo
era!?”
-Kagome! Che ci fai qua?-
Kagome si voltò
-Paolo! Ciao! Sono appena
arrivata- mentì –Sango è già qua?- Lui scosse la testa
-Andiamo ad aspettarla di
là…- Si allontanarono e entrarono in un'altra aula aspettando impazienti
l’arrivo di Sango che non tardò ad arrivare.
La lezione iniziò e Kagome
ascoltò Sango suonare. Era nervosa, si sentiva dal suono un po’ incerto,
comunque Paolo la face continuare e più andava avanti più le note risuonavano
più decisi e forti. Kagome sorrise. Questo era il suono di Sango il suo strumento,
la sua musica… le lezione si concluse bene e Paolo decise di dire la novità a
Sango che accettò subito e di slancio. Le due amiche felicissime si
abbracciarono. Sarebbero partite insieme per Amsterdam!!
Spero vi sia piaciuto! Ci vediamo prestissimoooo!!!!!
Ecco qua il terzo cap!!! Spero che vi piaccia ^^
Dal titolo capirete subito cosa succederà ma… eh eh eh… non vi dico nulla! Ne
succederanno delle belle (o… almeno… credo…)! Vabbé vi lascio al cap. prima
però ringrazio:
shikon: sono contenta che ti piaccia anche il
secondo cap, speriamo che anche questo cap ti soddisfi ^^!!!! Eh si… il loro
più grande difetto è saper pensare solo a quello V.V anzi, correggiamoci, un
dei tanti!, soprattutto per Inuyasha!! bwahahahahahahaha!!! Vedrai
vedrai…
ROBYCHAN: wow! Che complimentoni! Dai che mi fai
arrossire ^///^!!!!! Anche a me piace molto la musica infatti suono il
pianoforte (che ti ricorda???)… comunque io non sono molto brava… sooooob!!! Eh
eh… vedrai qua le facce di Sango e Kagome!!!! Ti piacerà… spero… Tranquilla,
come ho già detto Kikyo qua non è affatto bastarda… anzi! Comunque non ti dico
nulla, altrimenti ti dico tutta la sto!!!!
Resha91: eh eh eh… sono d’accordo con te V.V
praticamente le uniche sane di mente sono le due povere anime che vagano in
mezzo a pazzi furiosi ^^ Grazie mille per aver recensito anche questo cap! per
Amsterdam dovrai attendere ancora… 5 giorni? Forse un po’ di più! ^^
Molto
bene, dopo questo intermezzo… ecco il terzo cap!!!!!
Capitolo 3
Pronti? Via!!
Kagome non ripensò più al
chitarrista, o almeno non le venne più in mente, fino al martedì di due
settimane dopo quando, alla partenza mancava appena una settimana.
Il giorno prima Paolo, le
aveva fatto avere il foglio dove c’erano scritti tutti gli orari che doveva
sapere e Kagome si era parecchio stupita: Paolo aveva fatto un commento in ogni
punto
Programma:
Venerdì ************ ore
5.00 aeroporto di Tokyo (Oddio… troppo presto…)
ore 5.30 in aereo (Mi viene
da vomitare al pensiero, meno male siamo in prima classe ^^)
ore 6.00 partenza (Che due
p… 12 ore di viaggio…)
ore 18.30 circa, arrivo in
aeroporto (Era ora!!!)
ore 19.00 arrivo all’hotel a
5 stelle (Paga la ditta dove andremo a suonare!! Come minimo…)
ore 20.00 cena(ALLELUIA!!!)
Ps. Siate puntali o vi mollo
all’acqua capito!? Paolo
Kagome guardò
improvvisamente l’ora: era in un ritardo tremendo!! Prese la bicicletta e,
uscendo di casa, velocemente partì.
Era stata tutta la notte a
rimuginare sul foglio, all’hotel, gli altri compagni musicisti… e alla fine si
era addormentata alle 6.00 per risvegliarsi a 5 minuti dal suono della prima
campana!
Pedalava velocemente e quasi
non si sentiva le gambe, il gelo le entrava nelle ossa e il vento le colpiva la
faccia. Sapeva di essere orribile in quel momento quindi, quando posò la bici,
si rimise subito a posto i capelli epoi guardò la scuola: le porte erano chiuse. La ragazza sospirò e si
sedette sulla bici per riprendere fiato. Il danno era stato fatto quindi correre
come una stupida per prendersi comunque una nota non serviva a nulla. Ad un
certo punto sentì il rombo dei motori così guardò la strada. Eccole lì 4 moto
che si avvicinavano a una velocità… da pazzi! Kagome scosse la testa, non aveva
proprio voglia di incontrarli! Così prese la cartella e lentamente si avviò
verso l’entrata della scuola.
I quattro COBRA scesero
dalle moto. Koga, molto elegantemente, diede una mano a Rin per scendere mentre
Inuyasha manco guardò la giovane che aveva dietro, Kikyo comunque scese senza
dire una parola o lamentarsi. Inuyasha guardava quella schiena allontanarsi. Ne
era sicuro, era la stessa ragazza che aveva visto ieri e anche quella che era
in quella classe in alto…
“Accidenti… se non capisco
chi è mi verrà l’ossessione e non voglio, odio avere una ossessione!” Si
avvicinò a Miroku
-Cosa vuoi Inuyasha? Lo so,
quella ragazza da dietro è proprio bella ma…- Scosse la testa –…non puoi certo
chiedermi di fare io il filo a lei per te… e semmai di combinare un
appuntamento!- Inuyasha lo guardò malissimo
-Ma ci sei o ci fai!?
Secondo te ho davvero bisogno di te per corteggiare una?- chiese. Miroku lo
guardò finto-confuso
-Oh, non stavi pensando una
cosa del genere?-
-Certo che no! Volevo solo
chiederti se sapevi che classe era quella là al secondo piano!- Gli indicò una
finestra. Miroku alzò le spalle
-Non ne ho la minima idea… e
poi che vuoi ne sappia io!?-
-Ma sei proprio inutile!-
esclamò
-Calmo Inuyasha! Quella è
una classe del Linguistico- disse Koga seccato. Inuyasha lanciò uno sguardo
alla finestra e riuscì solo a vedere la ragazza che si sedeva velocemente.
-Kagome sei…
incorreggibile!- esclamò Sango sedendosi sulla terrazza
-Io sarei cosa!?- chiese
offesa Kagome
-Hai capito benissimo! Ma si
può arrivare a un’ora così a scuola?-
-Tanto ero in ritardo
comunque… affannarsi non serviva a nulla!- Sango la guardò male
-Evitavi comunque una nota-
sbottò. Kagome alzò gli occhi al cielo per invocare la pazienza che a lei
mancava
-I tuoi hanno accettato?-
chiese cambiando discorso. Sango annuì sorridendo
-Si, hanno accettato, poi
Kohaku era molto contento che mi levassi di torno- disse stupita
-Immagino, anche Sota era
dello stesso avviso- Si sorrisero scoppiando poi a ridere
-Beh, io non credo di
rompere molto a mio fratello! Soprattutto perché è lui che rompe a me!-
-Tanto alla fine vinco io
perché lo caccio quindi…- concluse Kagome. Annuirono convinte poi si dedicarono
a mangiare
-Mi dici perché devo venire
anche io!?!?- chiese Miroku mentre Inuyasha camminava spedito verso il secondo
piano del Linguistico
-Perché, caro Miroku, quando
vuoi anche tu sei utile- disse semplicemente
-Ma se solo questa mattina
mi hai detto che non servo a nulla!-
-Oh, quante storie!- Miroku
fermò Inuyasha per la camicia dell’uniforme tirandolo indietro –Cosa?- chiese
spazientito. Miroku si risistemò la giacca
-Cerchiamo almeno di fare
buona impressione no?- Inuyasha alzò un sopracciglio
-Miroku, io non potrò mai
fare buona impressione!- esclamò.
L’amico lo guardò
scrutandolo. Non si può certo dire che Inuyasha fosse il massimo nel vestirsi:
la camicia stropicciata era aperta nei primi due bottoni, la cravatta era
storta e quei capelli lunghi non gli facevano certo bene! Miroku arricciò il
naso
-Si, in effetti hai ragione.
Non farai mai buona impressione!- Inuyasha lo guardò malissimo ma poi sorrise.
Naturalmente nessuno, soprattutto se ragazza, trattava Inuyasha con così tanta…
sufficienza. Solo Miroku poteva spingersi a tanto senza rischiare il naso
rotto. Comunque al loro passaggio tutti si fermavano per lasciarli passare, le
ragazze (accompagnate e no) facevano gridolini eccitati o sospiravano
indicandoli. Inuyasha e Miroku si guardarono annuendo poi si diressero verso un
gruppo di ragazze che, quando si accorsero che stavano venendo proprio incontro
a loro, arrossirono vistosamente
-Scusate…- iniziò Miroku
elegantemente –Stiamo cercando una ragazza…- Loro si guardarono poi lo
fissarono. Miroku guardò Inuyasha –E…- Inuyasha sbuffò
-È alta circa così, capelli
neri, occhi grigi…- Le ragazze parlottarono tra loro poi guardarono Inuyasha
-Beh… detta così è Kagome…-
“Kagome!?” pensò Inuyasha
“Non è la tipa che ha menzionato anche Paolo, seee chissà quante hanno sto
nome!”
-E… dov’è?- La ragazza che
prima aveva parlato era minuta bionda e timidamente rispose
-Lei e Sango… non sono mai
qua per… l’ora di pranzo… sono in… terrazza…- Inuyasha annuì
-Ho capito- E voltandosi si
incamminò verso i piani alti. Miroku sorrise
-Scusatelo, è molto
scorbutico quando vuole…- Sorrise ancora di più poi si avvicinò alla bionda –In
che classe sei?- chiese curioso
-Pri…prima B…- rispose lei
affascinata
-Bene, ti va di fare un giro
in moto?- Lei guardò le amiche più grandi di un anno che annuirono velocemente
-S…si…-
-Allora ci vediamo dopo le
lezioni qua davanti Ok?- Lei annuì poi Miroku se ne andò sorridendo
“Almeno oggi non mi
annoierò, ma dove si è cacciato quello stupido? Va sempre avanti, che
sfacciato!”pensò seccato
Inuyasha intanto camminava
velocemente verso la terrazza
“Accidenti! Proprio in
terrazza doveva andare!? Non poteva fare come tutte le persone normali e andare
in mensa?” Il ragazzo aprì la porta della terrazza guardandosi intorno e le
vide.
Erano sedute con la schiena
appoggiate alla ringhiera e stavano parlando mentre ridevano. Inuyasha le
guardò. La prima aveva lunghi capelli neri raccolti in una coda alta, gli occhi
blu, per un momento Inuyasha credette di conoscerla o comunque di averla già
vista, ma quando vide la ragazza al suo fianco tutti i pensieri si
concentrarono su di lei. I lunghi capelli neri gli occhi profondi grigi, il
corpo snello, il volto disteso in una allegra risata.
Successe tutto in pochi
attimi, anche se lui vide tutto alla perfezione stampandoselo nel cervello,
perché quando la porta fu aperta dopo pochi secondi le ragazze lo stavano già
guardando curiosamente.
Inuyasha, famoso in tutta la
scuola, fece un sorriso beffardo incrociando le braccia al petto. Era adorato
da tutte le ragazze di quella scuola e tutti avevano timore di lui, ed era
sicurissimo che anche quella ragazza non era da meno. Kagome lo guardava, il
sopracciglio leggermente alzato. Si voltò verso Sango
-Comunque quando oggi ci
andrai… ti darà questo…- Le allungò il programma di Amsterdam e Sango lo prese
leggendolo velocemente. Lo stavano palesemente ignorando
-Oh, che palle! Guarda a che
maledetta ora ci dobbiamo svegliare!- esclamò Sango corrucciata
-Lascia perdere Ok? Non mi
ci far pensare!- Inuyasha alzò le sopracciglia.
Lo stavano ignorando.
Nessuno lo poteva ignorare! Lui ignorava, lui se ne fregava della gente! Quelle
due… stupide… non potevano ignorare lui, Inuyasha! Così si schiarì la gola
facendo un passo avanti. Le due ragazze lo guardarono
-Si?- chiese Sango –Ha
bisogno?- Lui sbuffò
-Ma lo sapete io chi sono!?-
domandò
-Dovremmo?- chiese Kagome
confusa
-Ma dove vivete? Su Marte?-
Inuyasha fece appena in tempo a dire ciò che Miroku le arrivò alle spalle
velocemente
-Ehilà Inuyasha! Le hai
trovate?- chiese curioso guardandole. Sango quando lo vide trattenne il respiro
-Ma non le vedi o sei
cieco?-
-Certo! Ma sai quante
ragazze carine ci sono in questo mondo?-
-E lo sai quanti idioti ci
sono oltre te? Nessuno!- esclamò Inuyasha seccato
-Che spiritoso… allora chi è
la conquista?- chiese Miroku avvicinandosi alle ragazze. Le guardò. Su Sango
non si concentrò nemmeno e questo dispiacque un po’ alla ragazza, ma solo un
pizzico! –Ohh, sei tu Kagome vero?- La ragazza si indicò confusa
-E con questo?- chiese –Che
vuoi?- domandò mentre lui le girava intorno –La pianti per carità?-
-Io non voglio nulla da te.
Sei vergine!- esclamò Miroku, dopo averla guardata in tutte le angolazioni, e
come se quello spiegasse tutto. Kagome si sentì completamente svuotata di
energia e diventò rossa di rabbia scattando in piedi
-MA
COME DIAVOLO OSI!?!?!?- urlò pronta a
picchiarlo
-Allora è la verità…- Kagome
guardò Inuyasha –Di solito chi si scalda così…- Sango che era scattata pure lei
in piedi spalancò la bocca
-Ma… ma che… maleducato…
villano…- borbottò
-Tu…- Kagome superò Miroku
dandogli una forte spallata tanto che il ragazzo fece un passo indietro. Kagome
guardò Inuyasha negli occhi poi li allargò stupita –Ma ora ho capito chi sei!-
esclamò –Sei quello dei COBRA no?-
-Veramente
ci sono anche io- disse Miroku
-Sta zitto tu- disse Kagome
lanciandogli una occhiataccia –Allora? Ho ragione?- chiese lei. Lui sorrise
beffardo. Finalmente lo aveva riconosciuto! Paolo sbagliava, portare a letto
quella Kagome sarebbe stata una passeggiata!
-Già, sono pro…- Inuyasha
non finì la frase che Kagome gli scoppiò a ridere in faccia. Lui la guardò
furioso. Lei smise di colpo guardandolo
-Idiota- sibilò lei –Scusami
ma… l’unica cosa che susciti in me è la repulsione totale, quindi se sono io
la… nuova conquista scordatelo, non sei il mio tipo e sei troppo stupido per
me- La ragazza si girò guardando Miroku –E tu, brutto stupido che non sei
altro, prova a tornarmi davanti dicendomi una cosa offensiva come quella di
prima, e io riduco la tua faccia in un manichino di terracotta, compreso? E
giuro, che non sei il primo a cui ribalto la faccia- Li guardò sprezzante,
erano… scioccati! Kagome sorrise compiaciuta –Bene! Sango, andiamo dai! Siamo
in ritardo, fra poco suona la campana!- L’interessata annuì. Kagome passò
davanti a Inuyasha senza vederlo e se ne andò seguita da Sango che appena
arrivarono davanti alla porta della loro classe la fermò ridendo a crepapelle
–E ora perché fai così?- le chiese severa
-Oddio, è stato troppo
bello! Le loro facce sono state uno spasso immenso!- Kagome sorrise
-Lo so, è stato
così…liberatorio!- Sango la guardò annuendo
-Immagino!- esclamò
-Comunque entriamo, siamo pur sempre in ritardo…-
-Ma va?- Sango rise seguita
da Kagome
Intanto in terrazza due
povere anime…
Inuyasha guardava ancora il
punto dove stava la ragazza quando si accorse che Miroku lo guardava perplesso
-Che c’è?- chiese
scorbutico. Miroku restava ancora lì, non si voleva schiodare a distogliere lo
sguardo -Miroku, mi dici che caspita hai da fissarmi così??- Miroku stranamente
iniziò a tremare –Che c’è, stai male?- Ma improvvisamente capì il perché stava
tremando: Miroku stava per ridere… -Guai a te se ridi, capito??- troppo tardi.
Miroku esplose in una fragorosa risata. Inuyasha lo fulminò con lo sguardo
incrociando le braccia furente, ma l’unica cosa che ottenne fu aumentare la
risata di Miroku che era quasi sdraiato a terra –La pianti!? Mi dici perché
diavolo fai… lo stronzo?-
-Sc… scusami… io…- scoppiò
di nuovo a ridere –Oddio Inuyasha… non hai visto la tua faccia piena di orrore,
è stato… troppo divertente!!- Inuyasha lo guardò malissimo –Ne ha di carattere,
eh?-
-Ma hai visto come mi ha
trattato!?!? Mi ha dato dell’idiota!!!- Miroku alzò un sopracciglio
-Già Inuyasha, dell’idiota…-
Si guardarono e Inuyasha perplesso alzò lo sguardo al cielo. Scattò in avanti
sbiancando
-Mi ha dato dell’idiota!?!?
Ma io la disintegro! Nessuna, Miroku, nessuno, mi ha mai trattato così,
nessuno! Chi ci ha provato si è ritrovato all’ospedale il giorno dopo! Io
quella bastarda la uccido, la squarto! Idiota io? La…- Inuyasha continuò per
alcuni minuti sproloquiando mentre Miroku disinteressato si guardava le unghie
delle mani. Quando Inuyasha, finalmente, si fermò si guardarono
-Ebbene? Che hai deciso?-
chiese Miroku
-Che essendo una ragazza,
non la posso trucidare- disse Inuyasha annuendo
-Allora siamo d’accordo su
qualche cosa!- esclamò Miroku sorpreso
-Così sembra, anche se la prospettiva
non mi attira…- Alzarono le spalle –Comunque credo che quelle due vengono ad
Amsterdam con noi…- Miroku lo guardò
-E come lo sai?-
-L’ho chiesto a Paolo,
Kagome…- Inuyasha disse quel nome a denti stretti -…ne sono sicuro, l’altra non
così tanto poi…- Miroku annuì –Ma non hai l’impressione di aver già visto
quella… Sango?- chiese a Miroku pensandoci su. Il ragazzo alzò le spalle
disinteressato
-L’avrai vista a scuola, che
ne so?- Lui annuì poi sospirando si guardarono –Che farai?- Inuyasha ci pensò
un momento
-Ho in mente qualche cosa…
ma devo pensarci bene… e poi… è pur sempre una ragazza no?- Miroku annuì
-Capisco, beh, fammi sapere
gli sviluppi, sono curioso un sacco. E poi sarà molto spassoso, vero?- Inuyasha
sorrise
-Contaci…-
2^A Linguistico
I minuti passavano lenti,
Kagome si stava per addormentare in quell’ora di storia mentre faceva disegnini
qua e là sul libro. Si sentiva proprio… uno schifo! Ma nel contrattempo era
felice come una pasqua per avere avuto il coraggio di dire certe cose a due
COBRA lasciandoli senza parole! Poi si sentiva così giù… davvero! Si sentiva
tristissima, ma non era proprio triste era… era… in realtà, non lo sapeva
neppure lei. Sango la guardò poi prendendo la matita scrisse
Tutto ok?-
Si…- Sango la scrutò
Ne sei sicura, sicura?- le chiese
No…- Kagome tristemente rispose. Sango non scrisse nulla
per qualche minuto come per rimettere insieme i pensieri. La ragazza al suo
fianco non disse nulla credendo che la conversazione fosse finita, visto che
l’amica difficilmente si distraeva dalla lezione, ma si dovette subito
ricredere
Ascolta una cosa Kagome…
forse… non è stata una buona idea, hai fatto una mossa piuttosto azzardata con
quei due COBRA- azzardò mordendosi
il labbro
Cosa intendi?- chiese la ragazza al suo fianco
Beh, che sono comunque
dei figli di persone molto ricche, danno soldi alla scuola e poi già di loro
sono pericolosi!- le spiegò
velocemente Sango. Kagome ci pensò un momento
Credi che ho fatto male?
Anche se mi stavano offendendo?-
scrisse la ragazza
Si…- rispose semplicemente Sango
Sono nella merda?-
Possibile…-
-_-‘’ AIUTO!- esclamò Kagome con una faccina disperata
Calma un momento Kagome…
tu promettimi che non ti farai mettere i piedi in testa da quelli e che se
avrai bisogno verrai da me!- le
disse Sango con foga
Non c’era nemmeno bisogno
di dirlo! ^___^ Comunque te lo prometto!- affermò Kagome
^^ Brava ragazza, è così
che si parla! E poi puoi stare tranquilla, per una settimana non li avrai più
trai piedi!- Kagome fece un sorriso
enorme
Giusto!!!!! AMSTERDAM,
STIAMO ARRIVANDOOOOOOOOOOO!!!!!- E
con questo, la discussione finì.
Ormai i giorni alla partenza
si potevano contare sulle dita della mano. Sul calendario, ogni sera, Kagome
segnava con una crocetta il giorno appena passato e quando, il Giovedì prima
della partenza, alle 20.30, Kagome segnò con una grande crocetta la data di
quel giorno. Domani, svegli alle 4.00 per poi andare a prendere Sango!
La mattina era gelida e
Kagome vedeva le macchine sfrecciare davanti all’autobus, sparendo nel buio
della notte. Alle 5.00 mancavano 15 minuti e tra poco lei e Sango, sarebbero
arrivate all’aeroporto. La ragazza era molto eccitata al pensiero di quello che
sarebbe successo di li a pochi giorni e quella notte non aveva praticamente
dormito. Guardò Sango e fece una smorfia: quella avrebbe dormito anche se il
giorno dopo si fosse sposata! La scosse leggermente
-Cosa?- mugugnò la ragazza
stringendosi le braccia
-Già?- L’amica si stropicciò
gli occhi –Perché ora sorridi?-
-Perché sai dormire in un
momento del genere, io non ce la faccio!-
-Guarda che non puoi non
dormire! Non è salutare!- L’autobus si fermò e Sango si alzò a sua volta
-Ma smettila Sango! Hai
presente che abbiamo 12 ore di aereo?- chiese Kagome scendendo i primi gradini
-Le dormirò tutte- proclamò.
Quando furono scese dal pullman iniziarono a trasportare le valige verso
l’entrata dell’aeroporto
-Scordatelo! Visto che siamo
vicine parlerai anche un po’ con me!- Sango sorrise, mentre la confusione della
gente che dovevano prendere diversi aerei si sentiva intorno a loro. Paolo le
aveva detto di aspettarlo davanti al banco informazioni, così seguirono la
grande freccia. Davanti ad esso c’era un gruppo di sedie allineate e le ragazze
riuscirono a vedere la schiena di quattro persone, tra cui la testa bionda di
Paolo, che le aspettava–Ma ti immagini
che bello? I nostri genitori non ci saranno… niente COBRA rompiscatole, odiosi
e bastardi…- La guardò ma Sango si era bloccata qualche passo più indietro.
Kagome fermandosi la guardò –Beh? Mi dici che ti prende?- chiese
-Questo è un… incubo… un…
orrendo incubo…- sussurrò fissando un punto preciso dietro Kagome dove un
gruppo si era alzato guardandole –Kagome, non ti girare, la tua sanità mentale
è in pericolo!- Troppo tardi. Kagome vide Paolo, una ragazza dai lunghi capelli
neri e… quei due cretini dei COBRA con uno schifoso sorriso. Kagome spalancò la
bocca –Cosa stavi dicendo Kagome? Niente… rompiscatole vero?-
-Ritiro tutto- sussurrò
Kagome
-Ragazze!! Siete giusto in
orario!- La ragazza prese Paolo, che si era avvicinato, per il collettoavvicinandoselo al viso
-Cosa ci fanno quei due
idioti?- sibilò. Lui alzò il sopracciglio guardando i due ragazzi dietro di lui
-Oh, immagino ti riferisci a
Miroku e Inuyasha, vero? Vi conoscete?-
-Beh, vengono a scuola con
noi… e non ci sono particolarmente… graditi…- sibilò Sango. Kagome annuì
-Me lo immagino- ghignò
Paolo
-No Paolo, tu non immagini
un fico secco!! E ora spiegami perché sono svegli a quest’ora, hanno le valigie
e, soprattutto, perché sono con noi!- ordinò Kagome quasi isterica
-Allora, sono svegli a
quest’ora perché hanno un volo da prendere, hanno le valigie perché stanno via
una settimana e sono con noi perché partono con noi!- Kagome mollò la presa
all’istante e lui si mise a posto la camicia
-Scherzi, vero?-
-No, no, Inuyasha è
chitarrista, Miroku batterista mentre Kikyo è una cantante- le due amiche si
guardarono. Kagome guardò i due odiosi esseri e sospirò
-Va bene- Gli voltò la
schiena –Divertitevi- sibilò allontanandosi. Sango la seguì ma appena fatti due
passi Paolo le bloccò
-Ehi! Non potete mollarmi
all’acqua così!! Diavolo Kagome, non puoi non venire, sprecando il tuo talento,
solo perché ci sono Inuyasha e Miroku!- Guardò anche l’amica –Sango idem! Non
puoi andartene, non potete!- esclamò. Kagome lo guardò negli occhi
-Dici? Proviamo!- Lo sfidò
lei. Si guardarono negli occhi
-Tsk, certo che siete
proprio delle vigliacche! Che avete? Paura di fare una figuraccia mentre
suonate? Paura di sfigurare davanti a me? Va bene che sfigurerebbe chiunque…-
Kagome guardò Inuyasha voltandosi verso di lui
-Mi stai sfidando per caso?-
chiese lei seria
-Si- rispose lui sicuro.
Sango fece una risatina
-Adoro le sfide…- mormorò
lei poi sorrise –Bene Inuyasha, resterò e… mangerai la mia polvere- Gli occhi
le brillarono pericolosamente e Sango sapeva benissimo che significava quello
sguardo: guai, guai in vista…
La prima classe era
fantastica in quell’enorme aereo. Sango non dormì, ma restò a guardare una muta
Kagome che guardava determinata il paesaggio sottostante che era diventato un
minuscolo punto nell’oceano. Il Giappone era lontano mentre alle 18.13 l’aereo
decollava dolcemente per l’aeroporto di Amsterdam…
Attendo i vostri commenti in numero… esagerato! No scherzo… ^^
Salve gente!! Ecco a voi un nuovo capitolo di Note e
Anima!! Purtroppo mi sono accorta di un piccolo errore, questa prima parte
della storia si chiama “Note e Anima. Il viaggio”! scusate il mio imperdonabile
errore… V.V
Comunque! Passiamo ai ringraziamenti!!
Sango91: sono contenta che ti piaccia, davvero! Spero
continuerà a piacerti ^^
Shikon: vedrai vedrai… “aspetta e spera, che poi s’avvera!”
Si si ok, adesso però leggi perché… ehm ehm… ciao! E recensisci mi raccomando!
^^
Resha91: 1° grazie mille! Sono felice che ti prenda
così tanto la mia sto! 2° beh, per questo… credo che tu abbia ragione, già già
però… Naturalmente devi aspettare ancora… un pochetto! Beh, al prossimo cap!
Ottimo, spero che questo cappy vi piaccia ^^ Aspetto
recensioni a palate! ^^
Capitolo 4
Ritardi
Quando arrivarono davanti
all’hotel, alle 19.00, Kagome e Sango spalancarono la bocca. Quello non era un
hotel, era una reggia!
I gradini bianchi erano
delineati ai lati da un muretto, che saliva seguendo la stessa e si allargava
mano a mano finendo all’entrata principale di vetro. Sopra l’entrata si
estendeva un grande balcone e le finestre avevano tutt’intorno rilievi
-Ehi Kagome? Rammentami di
nuovo quando partiamo- mormorò Sango incantata
-Giovedì notte dovremmo
essere all’aereoporto se non sbaglio- bisbigliò Kagome
-Peccato…-
Le due ragazze notarono che
sopra il balcone, a grandi lettere, spiccava il nome dell’hotel e 5 enormi
stelle sembravano risplendere di luce propria
-Entriamo, forza- Paolo li
spinse su per la scalinata e dentro l’hotel.
L’interno era meraviglioso.
Il pavimento in marmo bianco, le pareti ricoperte da quadri e arazzi e in un
angolo c’era un bancone molto grande in quercia. Paolo si avvicinò all’uomo
dietro esso e gli allungò una lettera che lesse in fretta. Il commesso annuì e
si allontanò dicendo qualche parola a Paolo –Ora vi faccio conoscere il mio
amico con cui avevo un vecchio debito… eccolo!-
Un uomo con i lunghi capelli
neri e gli occhi del medesimo colore si avvicinò a loro sorridendo. Aveva i
tratti giapponesi e Kagome tirò un sospiro di sollievo, meno male avrebbero
parlato la stessa lingua!
-Paolo, amico mio!-
-Naraku, è un piacere
rivederti!- Si strinsero la mano amichevolmente poi il nuovo venutosi rivolse ai ragazzi
-È un piacere per me avervi
qua…- disse –Benvenuti ad Amsterdam, sono Naraku e sono… colui che organizzerà
il vostro concerto- disse –Posso conoscere i vostri nomi?- chiese lui
cortesemente
-Io sono Sango Koshuzo, lei
invece è Kagome Higarashi- disse Sango. Silenzio. Miroku prese subito parola
-Io sono Miroku Kazana,
Inuyasha Kujimawa mentre lei è Kikyo Sericee- Naraku annuì e guardò tutti uno
per uno e si fermò a scrutare Kikyo che corrispose. L’uomo poi sorrise e
distolse lo sguardo
-Sono onorato ma sono sicuro
che siete stanchi per il viaggio e vorrete informare le vostre famiglie, vi
accompagno nelle vostre camere e dopo vi farò recapitare la cena-
-Siete molto gentile grazie-
disse Sango deliziata da tanta gentilezza.
Naraku annuì e li precedette
fuori dall’atrio e salirono delle scale che portava ai piani superiori. Dopo le
scale, che formavano un angolo, percorsero dei corridoi illuminati da lampade
con rifiniture d’orate e ogni corridoio era percorso da un lungo tappeto rosso
-Le camere che vi mostrerò
sono solo per i musicisti, lì troverete tutto l’occorrente per suonare, è per
questo che vi è stato detto di non portare strumenti. Userete i nostri- li
informò senza però guardarli. Loro annuirono. Kagome meravigliata da tutto ciò
che vedeva cercava di memorizzare tutto poi guardando Naraku chiese
-Scusi, è suo questo albergo
signore?- L’uomo la guardò sorridendo
-Ma che domande idiote fai?-
chiese Inuyasha seccato
-Sta un po’ zitto tu,
nessuno ti ha chiesto niente- sibilò lei girandosi a guardarlo mentre camminava
indietro e sbuffando si girò di nuovo
-Si, è uno dei tanti
alberghi in mio possesso…- La guardò –Tu sei la signorina…- Inuyasha scoppiò a
ridere. Kagome lo guardò malissimo -…Higarashi?- Lei annuì
-Però per carità, non mi
piace chi mi chiama per cognome… di solito lo fanno quando devono sgridarmi o,
peggio, interrogarmi… mi chiami solo Kagome…-
-Dimmi Kagome, sei tu che
canti?- Lei scosse la testa
-No, è Kikyo che canta, io
suono, non mi piace cantare- ammise lei rabbrividendo. Lui annuì poco convinto
e si fermò davanti alla porta numerata 295
-Chi è batterista?- Miroku
avanzò. Naraku gli diede in mano una tessera magnetica –Metti la tessera dentro
quella fessura e la porta si aprirà automaticamente, Ok?- Lui annuì e fece come
gli era stato detto. La porta si aprì e lui facendo un cenno a Inuyasha con il
cellulare ed entrò chiudendo la porta. 4 porte dopo, la numero 299, si
bloccarono di nuovo –Chitarrista?- Inuyasha si fece avanti e facendo un cenno a
Paolo entrò nella camera prefissata. Solo una porta dopo, la 300, Naraku diede
la tessera a Kikyo. Alla 304 Sango si dovette fermare perché era arrivata
-Ehi Kagome, dopo dimmi in
quale sei, capito?-
-Allora vengo in camera tua
a mangiare Ok? Così chiacchieriamo pure un po’- Sango annuì –Grazie Naraku…-
Lui sorrise –E grazie anche a te Paolo- Lui sorrise
-Buona notte Sango- disse
lui. Lei sorrise e entrò chiudendo la porta
-Beh…- disse Kagome –Sembra
ci manchi solo la mia- disse lei ansiosa
-Vieni…- Miroku la condusse
nella stanza numero 306 che era in un corridoio laterale –Spero dormirai bene-
Lei annuì prendendo la chiave
-Ne sono certa- disse
contemplandola
-Allora faccio portare la
cena in camera di Sango Ok?- Lei guardò Naraku e annuì
-Si, mi raccomando! Grazie
mille!- Salutò con la mano dando la buonanotte e entrò nella camera accendendo
la luce. Se quello era un sogno… -Oddio, fatemi rimanere in coma- disse
portandosi le mani alla bocca meravigliata.
La camera era enorme… il
pavimento in marmo bianco, alle pareti erano appesi quadri magnifici
riguardanti i miti greci e un arazzo che Kagome andò ad esaminare meglio. Era
grande come la parete, infatti era l’unica decorazione in quel muro, c’era
raffigurata venere che nasceva dal mare e nel cielo, Dio Zeus aveva fatto scendere
su di lei un fascio di luce. Ai suoi occhi quell’arazzo era magnifico, poi si
concentrò sul resto della camera. Più in la, circa due metri, un gradino
portava all’enorme letto matrimoniale a baldacchino, Kagome andò a toccare le
pesanti coperte riconoscendo la ciniglia. Ai lati di esso c’erano due comodini
intagliati e con un bellissimo motivo floreale e musicale. Kagome aprì i
cassetti. Non c’era nulla. Non che si aspettasse chissà che comunque sempre
meglio controllare. Giù dallo scalino davanti alle tre grandi finestre che
occupavano tutto un muro, c’era una scrivania (sempre il legno) con una
poltrona come sedia. Poi in un angolo della stanza c’era un meraviglioso
armadio intagliato benissimo con degli strani motivi negli angoli. Kagome notò
poi che vicino all’arazzo e al gradino che portava al letto c’erano due porte.
La ragazza si avvicinò a quella del gradino e l’aprì lentamente ma quando vide
cosa c’era all’interno la spalancò: quello non era un bagno, erano le terme!!
Tutto in marmo rosacon in un angolo una vasca dove avrebbe potuto
entrare un esercito, vicino una doccia. Il lavandino era molto bello con sopra
uno specchio che se lei e Sango si sarebbero messe una vicino all’altra a
distanza di due passi, avrebbero potuto benissimo specchiarsi. Kagome chiuse la
luce e lasciò quella meraviglia. Si diresse verso l’altra porta eessa si aprì senza nessun rumore. Accese la
luce e per la seconda volta rimase… abbagliata… lì, al centro di quella stanza
enorme c’era un pianoforte a coda da fare invidia a… a chiunque! Era tutto
pulito e lucidissimo. Kagome guardò la stanza che non aveva decorazioni,
infatti era insonorizzata tranne la finestra poco più in là che però era
chiusa. Kagome si avvicinò al pianoforte e sullo sgabello notò dei libri di
musica. Sorrise edecise che dopo
avrebbe suonato un pochino. Uscì e prese i suoi bagagli che aveva lasciato
davanti alla porta e li disfò mettendoli dentro l’armadio. Poi sospirando prese
la chiave e uscì chiudendo bene la porta. Direzione: stanza numero 304. Bussò
forte e poco dopo Sango le venne ad aprire
-Oddio Kagome… non voglio
più tornare a casa…- disse lei di botto
-Posso entrare amica mia?-
chiese Kagome ironica. Sango annuì e la face entrare. Kagome costatò subito che
la dimensione delle stanze erano all’incirca uguali anche se Sango non aveva
l’arazzo e la scrivania –Ci hanno già portato la cena?- chiese Kagome
osservando tutto con occhio attento
-Si, è lì sopra…- Le due
iniziarono subito a mangiare assorte. Poco dopo Kagome guardò l’amica
-Chissà domani che si fa…?-
Sango alzò le spalle
-Non so… ma con la cena ho
trovato questo- Sango le allungò un foglio e Kagome lo lesse
-Dobbiamo trovarci
nell’atrio… alle 8.00!?!? Ma io li uccido! Cosa avranno di tanto importante da
dirci a quell’ora!?- Sango scosse la testa
-Non ne ho la minima idea…-
confermò –A proposito, hai chiamato i tuoi?- Kagome quasi si strozzò alla
domanda dell’amica
-Me ne sono completamente
dimenticata! Accidenti! E ora come faccio??- Sango le indicò il telefono
-Accomodati- Kagome compose il
numero velocemente
-Ciao Sota! C’è la mamma?-
Silenzio –Ciao mamma! Come stai? Lì tutto bene? Si, io sto benissimo! La camera
è una meraviglia e… il tutto è spettacolare! Insomma, quando porterò a casa le
foto… ci rimarrete tutti secchi!- Pausa –Si, lo so mamma! Starò attenta, certo
che si! Ok, ciao! Salutami il nonno e Sota! Ciao!- Rimise giù la cornetta e si
sedette sul letto tutta sorridente
-Ehi Kagome? Tu che ne pensi
di Naraku?- Kagome ci pensò attentamente e alla fine disse
-È un bell’uomo! Come mai?-
chiese Kagome
-Beh sai… ho notato che non
porta la fede e… visto il gran pezzo di… ehm ehm… che è, pensavo fosse
sposato!- esclamò Sango. Kagome ci pensò
-Si, orache ci penso è vero ma… non so, forsepensa solo al lavoro o… non vuole prendersi
un impegno del genere o, molto più semplice, non ha ancora trovato la donna
giusta! Sai, è comunque molto giovane!- Sango annuì
-Hai ragione!- Kagome era
all’ultimo boccone del secondo quando –Chi preferisci tra Miroku e Inuyasha?-
buttò di getto Sango. Kagome deglutii un paio di volte per riuscire a buttare
giù il boccone
-Cosa!?!?- chiese scioccata
–Ma che ti salta in mente?-
-Oh su, è una semplicissima
domanda!- esclamò Sango spazientita
-Mi sembra ovvio: nessuno
dei due!- Sango sbuffò seccata incrociando le braccia
“Maci vogliono le pinze a questa qua!?!?” pensò
–E se fossero gli unici due uomini nell’intero universo?-
-Rimango zitella- disse
prontamente lei
-Maledizione Kagome! Non
devi mica sposarli!! Ti ho chiesto solo quale per te è il più bello!- esclamò.
Kagome sbuffò e ci pensò a lungo. Sango si era già rassegnata quando Kagome
rispose
-Di bellezza Inuyasha anche
se gli occhi di Miroku incanterebbero tutti!- La guardò negli occhi e Sango
alzò il sopracciglio–Sai Sango?
Assomigliano ai tuoi in un modo spettacolare! Anzi, sono proprio identici ai
tuoi!- esclamò sorridendo. Gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime e
Kagome la guardò stupita –Sa…Sango! Che… oddio… Perché piangi? Ehi… Sango… scusa! Io… non piangere…- Sango singhiozzò
–Cosa succede Sango? Perché piangi?-
-Ti… per favore Kagome…
do…dopo ti… chiamo… o…ora pu..oi usci…re? Ti scongiuro…- singhiozzò
-Va bene! Ora esco! Ma
perfavore… giurami che mi chiami!- Lei
annuì il volto coperto dalle mani. Kagome uscì chiudendo la porta alle sue spalle
“Oddio Sango, ma che succede? Non ti sei mai comportata così!”
In camera Kagome andava
avanti e indietro agitata. Non le sembrava di avere detto chissà che, invece
Sango era completamente scoppiata in lacrime! Doveva esserci sotto qualche
cosa, e non le piaceva per niente. Prese la biancheria pulita e il pigiama e
andò a farsi un bel bagno. Pettinò i lunghi capelli e si immerse nella vasca
fino al mento. I sali profumati avevano fatto una schiuma incredibile, l’acqua
calda la stordiva e se avesse potuto sarebbe rimasta sempre così… se la musica
non la faceva pensare a nulla, i bagni nella vasca la facevano pensare, le
facevano venire delle illuminazioni incredibili così pensò a Sango ma non
riusciva a venire a capo di nulla. Uscì dalla vasca e si mise sotto il getto
d’acqua della cabina poco distante lavandosi i capelli con cura. Quando
uscìsi sentiva molto più rilassata di
prima. Si asciugò mettendosi poi il pigiama. Mise a posto il bagno uscendo. Sul
letto vide che era arrivato un messaggio nel cellulare
Scusami per prima
Non so proprio cosa mi sia preso ç_-
Spero comunque che non ti sia spaventata
Eh eh…
Domani mattina mi vieni a prendere in camera alle
7.45?
Ti aspetto
Sii puntuale!!
Notte sorellina
-smile-
Kagome sospirò
-Ma te pareva se non mi
diceva nulla?- sbuffò e si mise sotto le coperte spegnendo con uno scatto la
luce.
Sabato. Ore 7.30
La mattina dopo Kagome si
svegliò con un raggio di sole in piena faccia. Sbadigliando si alzò guardando
l’orario. Ci mancava ancora un quarto d’ora all’appuntamento con Sango. Andò in
bagno dove si lavò la faccia e si pettinò i lunghi capelli neri. Aprì i vetri
della camera e respirò l’aria fresca di quella città elettrizzante. Faceva
abbastanza caldo quindi si infilò una gonna e una maglia a maniche lunghe. Mise
ai capelli un cerchietto e preso il cellulare uscì. Camminò velocemente fino
alla porta dell’amica e bussò con forza
-Arrivo!!!- esclamò Sango da
dentro. Quando uscì sorrise –Buon giorno, dormito bene?-
-Si, tu?- Sango annuì e si
guardarono –Abbiamo avuto la stessa idea eh?-
-C’era decisamente troppo
caldo per i pantaloni!- Quando arrivarono all’atrio notarono che ci mancavano
ancora tutti così si misero ad aspettare
-Ragazze! Ragazze!- Le due
si trovarono davanti un Paolo sorridente
-Beh, allora?-
-Dobbiamo aspettare gli
altri, Naraku ci attende a colazione… dice che deve dirvi una cosa importante
quindi…- Annuirono e attesero. Poco dopo arrivarono Inuyasha, Kikyo e Miroku
–Bene, andiamo ragazzi… andiamo presto!- Entrarono in un corridoio poi attraversarono
una porta spalancata trovandosi davanti una sala enorme piena di gente
–Aguzzate gli occhi e cercate Naraku- Si guardarono in giro
-È là!- esclamò Kagome
–Vicino alla colonna- Si diressero là e Naraku sorrise al gruppo
-Buongiorno, dormito bene?-
-Si, grazie signore- disse
Kagome sedendosi in un posto libero nella tavola rotonda ben apparecchiata.
Sango si mise alla sua destra e Inuyasha alla sua sinistra, Miroku vicino a
Inuyasha e a Naraku mentre Kikyo vicino a Naraku e Paolo che era seduto accanto
a Sango
-Prendete pure un menù
ragazzi. Come ben sapete non spendete un centesimo dentro a questo albergo
quindi chiedete tutto quello che volete- disse sorridendo. Kagome si immerse
nel menù. Non le piaceva per niente… Naraku voleva dire qualche cosa di
importante e per di più, la sua parte sinistra del corpo era particolarmente
irritata… PERCHÈ DIAVOLO QUELLO STOLTO DI UN KUJIMAWA SI ERA MESSO PROPRIO
LÌ?????
-Avete deciso?-
-Si- risposero. Una
cameriera si avvicinò e ordinarono
-Per lei signore?- chiese la
ragazza
-Il solito grazie- rispose
Naraku sorridendo
-Arriveremo tra 5 minuti,
scusatemi- E detto questo la ragazza si congedò prendendo i menù. Naraku guardò
il gruppo che a sua volta lo guardava curioso
-Dunque… credo che avrete
capito il perché le vostre stanze siano solo per i musicisti… dico bene?-
Annuirono
-In effetti la stanza
insonorizzata è molto bella, ci permette di esercitarci senza disturbare
nessuno- Naraku annuì. In quel momento un’altra cameriera con un vassoio si
avvicinò. Diede una tazza fumante a Naraku
-Caffè?- Inuyasha, Miroku e
Paolo alzarono la mano e la ragazza li servì –Cioccolata?- Sango e Kagome
furono subito servite. La donna diede il the a Kikyo e si congedò
-Stavamo dicendo… che
purtroppo due giorni fa mi hanno contattato ed è… sorto un piccolo problema…-
Il gruppo si guardò accigliato. Naraku sorseggiò la sua bevanda completamente
tranquillo
-Scusi… che tipo di
problema?- chiese Kagome preoccupata
-Purtroppo il palazzo che
doveva ospitarvi per… suonare ha avuto un piccolo… problema…- Kagome deglutì
leggermente
-Cioè?- chiese Sango
-Cioè deve essere
ristrutturato- concluse con semplicità Naraku
-COSA!?- urlarono tutti
-In che senso
ristrutturato?-
-Però essendo che i
biglietti erano già stati pagati non è stato possibile spostarvi il volo quindi
ritardare il vostro arrivo- disse. Guardò le loro facce preoccupate e sorrise
tranquillo –Oh, ma non preoccupatevi, sono già ametà del lavoro… solo credevo che per domani sarebbe stato pronto,
purtroppo hanno chiesto altri 3 giorni…-
-Significa che ci riportate
a casa?- chiese Miroku seccato
-No, non avrebbe senso
riportarvi a casa e poi farvi tornare. Resterete qua 2 settimane, abbiamo già
avvertito le vostre famiglie e non c’è problema anche se la madre di Kagome ha
avuto qualche reticenza- Kagome arrossì un poco facendosi un appunto di
chiamare la madre. Inuyasha sghignazzò divertito e lei lo ignorò totalmente
guardando Sango. Le due amiche si sorrisero felicissime
-Ma è… FANTASTICO!-
esclamarono entusiaste
-Oh, non credete che sarà
così semplice- sbottò Naraku –Ora… questa sera ci sarà un ballo appena fuori
città, questo pomeriggio andremo TUTTI a prendere i vostri abiti da sera che
proverete, le sarte ci faranno le modifiche necessarie e lo indosserete questa
sera, poi potete farne quello che volete- disse annuendo
-Come mai dobbiamo esserci
anche noi?- chiese Kikyo confusa –Insomma… non credo dobbiamo suonare questa
sera e poi…- Naraku mosse la mano velocemente
-Verrete ad alcuni di questi
balli… dovrete abituarvi a come la nostra gente si diverte e che musica
preferisce… queste cose vi serviranno quando dovrete scegliere il pezzo da
fare- Le pietanze erano state servite e iniziarono a fare colazione
-Ma… quando dovremo
esibirci?- chiese Inuyasha impaziente
-Dunque… Miroku tu sarai il
primo, ti esibirai tra 4 giorni esatti a partire da questa sera, quindi ti
consiglio di prestare molta attenzione a ciò che piace a questa gente- Lui
annuì subito –Sango, tu lo seguirai due giorni dopo, ok?- Lei annuì deglutendo
leggermente –Inuyasha tu ci sarai tre giorni dopo, quindi tra 9 giorni, tu
avrai tempo per prepararti molto bene quindi impegnati a fondo, chiaro?-
-Si- rispose lui risoluto
sorridendo
-Kagome…- I due si
guardarono negli occhi -Sarai l’ultima, sai cosa significa vero?-
-Certo- L’ultima esibizione,
quello che chiudeva tutto. Un sogno irrealizzabile visto che solo i più bravi
chiudevano. Paolo annuì contento e sfiorò la mano di Kagome tranquillizzandola
-Bene… suonerai tra 11
giorni e dovrai essere spettacolare- disse Naraku serissimo. Lei annuì
stringendo le labbra ma poi sorrise
-Non si preoccupi! Me la
caverò… molto più che egregiamente!- Lui rise
-Lo spero per te, perché
nell’ultima esibizione suonerete insieme-
-Prego!?- chiesero tutti
-Ma io?- chiese Kikyo
confusa
-Tu canterai mentre i tuoi
compagni qui presenti ti accompagneranno. Questa ultima esibizione ci sarà tra
13 giorni- disse annuendo
-Ma signore…- disse Sango
titubante –Come… come possiamo trovare una canzone… da suonare tutti insieme?-
balbettò
-Non esiste!- esclamò Miroku
–Che poi vada bene a tutti…- Naraku e Paolo sogghignarono
-Lo sappiamo bene…- disse
quest’ultimo
-Non mi piace per niente-
mormorò Kagome
-Infatti vi ritroverete e
Kagome avrà il compito di comporre la canzone più, naturalmente, la musica- Ci
fu qualche minuto di silenzio agghiacciante. Kagome li guardò con gli occhi
sgranati
-Come scusi? Io dovrei fare
cosa?- sibilò “Ecco, lo sapevo!”
-Hai capito benissimo- disse
Naraku indifferente mangiando
-Ma… io non… posso farlo…
non ne sono… capace…- Naraku appoggiò le posate guardandola sorridendo
-Io non credo proprio… il
tuo qui presente insegnante mi ha detto che sei molto brava a inventare e
creare musica… devi solo metterla su carta!- Kagome sentiva tutti gli sguardi
su di lei. Guardò Paolo che sorrideva e lo fulminò. Se uno sguardo poteva
incenerire…
-Tu… è colpa tua se mi trovo
in questo… casino?? Perché diavolo hai sbandierato ai quattro venti una cosa
del genere?? E poi quelle che faccio io sono note senza sensosparate a caso!- ringhiò lei
-No, sono armonie molto
belle- La corresse Paolo –E ho solo informato Naraku di ciò che doveva sapere-
Kagome lo guardò truce sentendosi le mani pruderle in maniera terribile
-Kagome… per carità calmati-
disse Sango. Lei guardò l’amica
-E come… posso calmarmi? Io
non voglio fare una canzone per tutti quanti che verrà ascoltata… mi state
dando… qualcosa di troppo pesante per me… non riuscirò mai a comporre musica!-
-Il discorso è chiuso
Kagome. Tu farai quella canzone, che tu lo voglia o no- concluse Naraku duro. La
ragazza si alzò in piedi e rigida disse
-Ok- Si morse le labbra e se
ne andò. Il gruppetto si guardò negli occhi
-Tranquilli ragazzi- disse
Paolo -È la persona migliore per questo lavoro-
-Lo so, ma non credo sia
giusto farle fare qualche cosa che non vuole neppure lei. Ha delle grandi
qualità, e lo so perché l’ho sentita suonare un sacco di volte, ma non mi
sembra per niente corretto tirarglielo fuori in questo modo- disse Sango
difendendo l’amica
-Mmmh… comunque dille che ci
vedremo tutti davanti all’atrio alle 15.00 in punto. Andremo a vedere un posto
e poi i vestiti- disse Naraku. La ragazza annuì e alzandosi se ne andò.
Kagome si buttò sul letto a
luce spenta stringendo a se il cuscino
“Maledizione! Maledizione!
Maledizione! Ma cosa mi tocca fare?? Dannazione! Sempre a me toccano queste
cose! Sempre e in ogni luogo! Che rabbia!”
Toc. Toc.
-Avanti- sbottò Kagome
seccata. Sango entrò e accese la luce chiudendo la porta dietro di se
-Ehi Kagome…-
-Dimmi- Sango si sedette sul
letto e guardò la schiena dell’amica
-Non pensi che sia una
grande occasione?- Le chiese
-Forse però…-
-Non ti senti pronta, vero?-
chiese Sango. Kagome si mise a sedere guardandola e annuì
-Già. Mi sento come se
dovessi buttarmi giù dalla torre di Tokyo… precisiamo che soffro di vertigini-
sbottò
-Sono sicura che andrà tutto
bene Kagome… buttarsi dalla torre di Tokyo non è una gran soluzione, ti pare?-
Kagome annuì. Sango le sorrise –Sono sicura che nessuno ti dirà nulla… credimi-
disse. Kagome sbuffò
-Lo so- Si sorrisero
-Allora… oggi pomeriggio
alle 15.00 dobbiamo essere davanti all’atrio… intanto possiamo fare qualunque
cosa! Che ne dici di andare un po’ in giro??- chiese Sango eccitata. Kagome
saltò in piedi
-Ok! Ehi… ma se poi ci
perdiamo?- domandò sospettosa
-Chiederemo un po’ in giro,
no? Non credo che questo hotel sia invisibile! Forza, predi i soldi, prendi la
giacca io vado in camera prendo la roba e ci vediamo tra 2 minuti!- Kagome
annuì sorridendo e Sango la lasciò. La ragazza rimasta sola andò a pettinarsi i
capelli, si mise la giacca di jeans e mise la borsetta a tracolla. Uscì ma a
metà strada incontrò la persona che non avrebbe mai voluto incontrare:
Inuyasha. Si guardarono e lui incrociò le braccia al petto con un sorrisetto
che la diceva lunga
-E così- iniziò –Sai comporre,
dico bene?- Lei sbuffò
-Non so comporre un bel
niente. E ora levati- sbottò lei muovendo la mano per scacciare una mosca
fastidiosa. Lui alzò un sopracciglio
-Certo che sai comporre,
Naraku e Paolo non sono stolti, se lo hanno dato a teil compito… vuol dire che sei brava più di quanto mi immaginassi
pure io!- Lei roteò gli occhi seccata
-Può darsi Kujimawa, può
darsi. E ora levati di mezzo-
-E perché dovrei levarmi di
mezzo? Devi andare da qualche parte??-
-Già, e sono pure in
ritardo. Comunque non so cosa dovrebbe importarti e non capisco neppure perché
sto parlando con te- disse passandogli a fianco –Addio- Lui la fermò per un
braccio e si guardarono. Lei alzò un sopracciglio –Hai altro da dirmi? Se si,
spicciati, se no, mollami. Non ho tempo da perdere con uno stupido come te-
ringhiò seccata al massimo
-Non darmi dello stupido-
sibilò lui stringendo il braccio per poi lasciarglielo
-Non si può negare ciò che è
vero- disse lei guardandolo –Sei uno stupido che gioca con il potere del
proprio padre. Sei un signorotto senza spina dorsale che non fa nulla senza
l’aiuto dei suoi scagnozzi uguali a te…- Fece una smorfia e si allontanò
velocemente. Lui strinse i pugni. Ci stava vedendo rosso. Quella piccola
stupida… quella… quella… respirò a fondo sorridendo poi lentamente si diresse
verso l’appartamento di Paolo. Bussò più volte e l’uomo venne ad aprirgli
-Inuyasha!-
-Ciao Paolo, ecco… mi serve
un favore- Paolo sorpreso lo guardò. Inuyasha ricambiò lo sguardo sicuro
-Certo… entra pure-
…
-COSA!?!?- urlò Paolo
scioccato –Tu vuoi fare… scherzi vero? E io dovrei essere tuo complice?? No no,
assolutamente no!-
-Eddai Paolo! Lo sai
benissimo perché lo voglio fare!- esclamò Inuyasha –Lo sai che odio chiedere
qualsiasi cosa, non puoi rifiutarmelo! Sai quanto mi è costato venirtelo a
chiedere!?- Si guardarono e Paolo annuì seccato
-Va bene, d’accordo ma… a
una condizione-
-Si????????- chiese Inuyasha
sollevato
-Voglio sapere ogni mossa,
capito??- disse con un sorrisetto. Inuyasha sorrise
-Va bene- Si girò –Quando riuscirai
a portarmelo?-
-Il più presto possibile… ma
prima di stasera sicuramente-
-Perfetto- Inuyasha sorrise
e prese la maniglia
-Ehi… ma che farai?- chiese
un po’ preoccupato Paolo
-Te lo avevo detto no?-
disse Inuyasha guardandolo –Me la porterò a letto, metodi leciti o non leciti
non mi interessa!- esclamò –Mi ha preso per i fondelli già due volte e non mi
piace proprio questa cosa-
-Ah… beh, grande… poi dimmi
ok?- Inuyasha annuì e se ne andò –Perché mi metto sempre in questi casini?-
sussurrò sconsolato Paolo “Comunque se pensa di portarsela a letto così… ha
proprio preso un granchio! Uff…”
Ciao a tutti!!!! Dunque… da dove cominciamo?? Questo
cap è funghetto, parecchio!! Ma non spaventatevi! Spero sia abbastanza
scorrevole ^^ Ma passiamo ai ringraziamenti:
dany91: grazie per la rec ^^ sono felice che ti “convolga”
molto!
Resha91: la pazienza ti servirà davvero mooooooolto
in questa sto! Ma spero che riuscirai a seguirmi ^^
Sango91: bwahahahahahahahahaha!!! (risata satanica)!!!
Questo lo scoprirai prestoooooooooooooooooooooooooo!!! Moooolto presto!!!! Bwahahahahaha!!!!
Shikon: Paolo è un gran ganzo! Lo so! ^^
Diddy8: grazie per questa rec. i tuoi complimenti mi
lusingano molto! Spero che continuerà a piacerti ^^
Molto, molto bene. Dopo ciò, vi lascio a questa
storia… che, fidatevi, non ha ancora raggiunto il suo culmine!!!
Bacio! ^^
Capitolo 5
Il ballo
Kagome e Sango si
divertirono un mondo in giro per Amsterdam. La città era bellissima e mangiare
per pranzo dei panini sedute sul prato di un parco fu la cosa più bella e
strabiliante che fosse accaduto loro da moltissimo tempo. Sentivano di essere
libere e in pace con tutto il mondo, si sentivano serene.
Sabato. Ore 14.30
Le due ragazze varcarono la
soglia dell’hotel ridendoa andarono in camera dove si diedero una rinfrescata e
veloci raggiunsero l’atrio dove le stavano attendendo con impazienza tutti
quanti
-Bene- disse Naraku –Ora che
ci siamo tutti credo sia il caso di partire. Seguitemi- Scesero i gradini fuori
dall’hotel e le due amiche spalancarono gli occhi. Poco prima non c’era nulla,
ma ora una limousine nera, lunga, bellissima e spettacolare li attendeva
davanti ai gradini
-E questa da dove spunta?-
chiese Inuyasha sorpreso
-Sei un miliardario??-
domandò stupito Miroku
-Diciamo che si, sono un
miliardario- Salirono e la macchina partì subito
-Accipicchia… sembra di
essere in un salotto…- mormorò Kagome guardandosi intorno. Abbassò il
finestrino e buttò fuori la testa. La strada correva sotto di lei, l’aria era
frizzante contro la sua faccia e se fosse stata sola avrebbe urlato di gioia
-Prima dei vestiti vi farò
vedere un posto speciale. Non è lontano quindi potrete anche andarci a piedi-
Il gruppo annuì e poco dopo la macchina si fermò dolcemente. Quando scesero si
trovarono davanti a un grande edificio antico. –Questo è un teatro- disse
mentre entravano –Qua potrete allenarvi insieme per via del concerto che farete
tra due settimane- Quando entrarono Kagome vide il palco il legno e gli occhi
le si illuminarono. Una chitarra elettrica, un basso, un microfono, una
batteria e un piano nero magnifico… -È stato tutto organizzato, le porte sono
sempre aperte per voi e potrete venirci quando volete- disse Naraku. Kagome
corse sul palco osservando più da vicino tutti gli strumenti
-Wow… stra wow… mega wow…-
bisbigliò Kagome mentre venne raggiunta da tutto il gruppo. Kagome fece suonare
le corde della chitarra poi si avvicinò al piano sfiorandolo con la punta delle
dita. Naraku e Paolo si sedettero a metà sala sopra delle poltrone rosse
-Ehi ragazzi!- esclamò Paolo
–Perché non suonate qualche cosa per vedere se gli strumenti vanno bene e se
sono accordati??- Lo guardarono. Kagome dubitava fortemente che non fossero accordati
ma alzò comunque le spalle
-Ma… e i vestiti…?- chiese
Kikyo
-Oh, abbiamo ancora una
decina di minuti- disse Naraku mettendosi le braccia dietro la testa –Suonate
qualche cosa in fila di concerti, come se foste al vostro grande debutto- Tutti
guardarono Miroku e si dileguarono dalla scena. Inuyasha sbuffò seccato e
borbottò qualche cosa di incomprensibile. Kagome si sedette vicino a Naraku
–Kagome?-
-Cosa?-
-Ascolta bene come suonano-
sussurrò –Credo che ti servirà per il tuo compito- La ragazza sospirò seccata
-Si, lo so… ma io non ho
ancora detto che lo farò- borbottò. Naraku sorrise misterioso poi si raddrizzò
attento. Miroku iniziò a suonare un vecchio pezzo molto corto con però dei
passaggi abbastanza difficili. Kagome si impresse tutto nella memoria. Era
molto bravo in quei passaggi, era davvero spettacolare; le sarebbe stato di
grande aiuto questo. Sperava comunque che insieme sarebbero andati bene
trovandosi d’accordo. Fu il turno di Sango, lei purtroppo faceva cose molto
meno difficili, però Kagome notò che non era affatto nervosa, anzi! Le note
erano sicure eben studiate, anche
Paolo ne era sorpreso. Quando Sango tornò al posto Kagome sentiva il suo fiato
accelerato
-Co… come sono andata?-
balbettò agitata
-Benissimo Sango. Mi hai
stupito.Tutti ti guardavano ma tu eri tranquillissima!- Sango annuì
-Meno male! Ho avuto una
paura… credevo che le mani non la smettessero più di tremare!- esclamò e Kagome
le strinse il braccio sorridendo. Poisi concentrò su Inuyasha che aveva preso posto sul palco e si era messo
seduto sullo sgabello portandosi la chitarra sulla gamba mettendosi in
posizione. La ragazza vide Kikyo mettersi diritta sulla sedia pronta per un
ascolto molto attento così la imitò. Inuyasha si concentrò e iniziò a suonare
Don’t tach me, la canzone di Avril Lavigne. Kagome riconobbe il suono, le noti
sicure della canzone.
Accidenti! Allora era lui
che aveva visto suonare quel giorno (Cap 2)!! Maledizione! L’aveva dunque vista
dormire!! Che figura che figura che figura!!!! Come era potuta essere così
cretina?? Perché con tutte le persone che esistevano in quel mondo di merda
proprio lui la doveva vedere??? La ragazza posò lo sguardo su Inuyasha. Però
quando suonava era davvero bellissimo…
“Un momento! Cosa? Cosa ho
pensato?? Sono scema? Sono fuori? Sono partita??? Lui non è bellissimo!! No no
no no no no no no no no!!! Come solo mi è saltato in mente una cosa così
stupida? Kagome cara, lui è un COBRA, un figlio di papà, un imbecille senza
spina dorsale che se la fa con tutte, è un verme! Accidenti a te Kagome. Non
puoi pensarlo sul serio!” Kagome era così scioccata e immersa nei propri
pensieri che non si accorse che la canzone era finita e Inuyasha era tornato a
sedere trai complimenti di Kikyo. Naraku diede una gomitata al braccio a Kagome
che sussultò –Cosa?-
-Tocca a te- disse Sango
-Ah, si… giusto, mh… già?-
Loro annuirono e Kagome arrossì imbarazzata. Si alzò in piedi velocemente e si
avvicinò al palco ma si bloccò e voltandosi verso di loro chiese –Che suono?-
-Quello che ti pare- sbottò
Inuyasha
-Come quello che mi pare?
Dai, non rompere- sbottò
-Perché Kagome non suoni
Beethoven? L’ultima volta che hai fatto lezione lo avevi suonato per la prima
volta, poi ci sono stati tutti i preparativi e non me lo hai fatto sentire…-
iniziò Sango
-Che schifo!!!! No,
Beethoven no! Tutto tranne lui!- esclamò Kagome contrariata facendo una smorfia
-Dai Kagome, ti
preeeeeeeeeego!!!- implorò Sango sbattendo le ciglia
-No- Si impuntò lei
-E poi non hai lo spartito,
se lo hai letto una sola volta come fai?- disse Miroku
-Non è che ti vuoi
dimostrare più brava di quello che in realtà sei?- chiese Inuyasha con le
braccia incrociate e sorridendo beffardo
-Kagome, il tuo orgoglio è
stato ferito. Fai vedere a questi qua che hai talento per la musica!- esclamò Paolo
–Dai! Su!- Kagome sbuffò
-E va bene- sbottò –Ma solo
per questa volta, capito??- Annuirono e Kagome salì sul palco. Si sedette sullo
sgabello e guardò Inuyasha puntandogli il dito contro –Come ti ho già detto
Kujimawa, mangerai la mia polvere! È la nostra scommessa no? E sappi che io le
vinco sempre!-
-Seeee, come no! Vediamo
questa tua bravura miss-sono-forte-al-piano!- rispose Inuyasha.
Kagome ghignò e guardò i
tasti bianchi prendendo un bel respiro profondo. All’improvviso diventò seria e
mise le mani sulla tastiera, chiuse gli occhi, sentì con le punta delle dita i
tasti, i polpastrelli fremere e iniziò a suonare. Ora tutto era in secondo
piano, c’era solo lei e la musica. Le mani correvano veloci per poi fermarsi
nei momenti giusti, le pause erano calcolate per poi riprendere quella musica
avvolgente. Schiacciò il tasto sotto il piano per un effetto sonoro ancora più
emozionante. Sentiva il sangue ribollire nelle vene e l’adrenalina scorrere,
l’unica cosa che doveva fare era lasciare scorrere le mani. La musica sbalzò di
intensità improvvisamente per poi tornare calma l’attimo dopo. La musica finì
diventando sempre più lieve nell’aria. Kagome aspettò qualche secondo poi
riaprì gli occhi staccando le mani. Sorrise e allungò le braccia rilassandole
-Allora??? Come sono
andata???- chiese Kagome
-Magnifica come sempre
Kagome!- esclamò Paolo alzando il pollice
-Che brava- sussurrò Naraku.
Sango guardò l’amica scendere dal palco
-È meravigliosa… la sua
espressione è così tranquilla e rilassata…- disse l’amica
-Miseria- Miroku guardò
Inuyasha che era scioccato –Riprenditi amico mio. Sei troppo giovane per
morire- scherzò lui
-Chiudi la fogna Miroku-
-Oh! Siamo in ritardo,
presto ragazzi! Andiamo, andiamo alla macchina presto!- esclamò Naraku
precedendoli fuori dal teatro, ma prima gli diede una leggera pacca sulla
spalla a Kagome che sorrise felice. Lei e Sango precedettero il gruppo fuori.
Kagome guardò dietro di se e vide Inuyasha che la fissava. Lei si fermò e
Inuyasha pure, i due si guardarono negli occhi e Kagome si voltò con un ghigno
strisciando il piede all’indietro, sollevando una nuvola di polvere che andò a
colpire le gambe di Inuyasha. Le due amiche salirono in macchina lasciando un
Inuyasha rosso di rabbia e un Miroku che si rotolava a terra dalle risate.
Il negozio dove Naraku li
portò era enorme e molto accogliente. Il negozio era composto da due aree. La
prima, quella esposta in vetrina, dava vestiti per tutti e molto semplici il
secondo invece aveva vestiti
da sera molto costosi, quindi belli, e altrettanto particolari. Quella sala,
dove entrarono, era composta da due corridoi, maschi e femmine furono divisi.
Le ragazze andarono a destra accompagnate da 5 commesse, i maschi a sinistra
accompagnati da 5 commessi.
Le commessefecero accomodare le ragazze in una sala
piena di vestiti da sera bellissimi e le dissero di guardarsi in giro per
vedere qual’era quello che piaceva di più loro. Le tre guardarono i vestiti tre
volte da cima a fondo ma solo uno tra di loro attirò l’attenzione di Kagome. Era
di un bellissimo bianco perlato lungo a stile impero, di seta, le spalline
sottili e una scollatura a U. Una fascetta stretta sotto il seno era piena di
perline bianche e luccicanti. Era un incanto…
-Oh, molto bene signorina.
Ha deciso?- Le chiese gentilmente una ragazza
-Oh, si… quello- disse
indicandoglielo Kagome. La commessa la guardò girandole intorno 2 o 3 volte con
in mano il vestito posando lo sguardo da lei a esso
-Si… credo possa andare…
dovremmo cambiare all’altezza del seno e nei fianchi…- mormorò. Mise giù il
vestito e prese una taglia inferiore. Le sorrise –Mi segua. Lo proveremo subito
e faremo i cambiamenti che servono. Prego- La commessa la precedette dentro un
camerino grande come una sala –Si spogli, io vado a chiamare un’altra ragazza.
Uscì per poi tornare un minuto dopo accompagnata da un’altra ragazza. Kagome
era rimasta con un completino intimo. Le fecero indossare l’abito che calzava
bene se non fosse stato per il seno e, come aveva detto la donna, i fianchi. Il
suo seno era decisamente troppo piccolo! E il vestito lì le cadeva! E il
vestito non le fasciava bene i fianchi come invece doveva fare
-Dunque, alzi le braccia… ci
metteremo un po’ quindi resista- disse la donna iniziando a metterle degli
spilli
-Si ricordi signorina- disse
la commessa appena arrivata mentre le prendeva la misura del seno –Con questo
vestito non deve usare il reggiseno e tenga i capelli tirati su- disse
-Come mai?- chiese Kagome
curiosa mentre alzava le braccia come le avevano detto
-Beh, ai nostri uomini piace
vedere la schiena delle donne belle. E lei signorina è molto bella!- esclamò
lei –Comunque lei è la pianista vero? Naraku ci ha detto tutto di questa sera-
L’amica commessa annuì mentre cuciva velocemente –Se vuole fare bella figura
faccia come le ho detto e la sera del suo debutto avrà… uomini a palate al suo
seguito- Kagome arrossì. Lei non voleva tutto questo! Comunque annuì. Non le
voleva in alcun modo offendere! Quando uscirono da quel negozio erano le cinque
passate. I ragazzi avevano dovuto aspettare le ragazze per più di due ore
perché mentre per loro c’era voluto un secondo, per le ragazze c’erano voluti
secoli! Kagome non aveva visto l’abito dell’amica e anche Sango era all’oscuro
del suo abito comunque quando sarebbero tornate all’albergo avrebbero fatto
faville!! Gli abiti sarebbero stati recapitati direttamente in albergo
-E che ora abbiamo la
festa?- chiese Kagome curiosa mentre erano in macchina
-Alle 20.00 dobbiamo essere
là. Ci vogliono 30 minuti a raggiungere il luogo della festa, quindi alle 19.00
vi aspetta la limousine- disse Naraku alle tre ragazze
-Perché solo per noi?-
chiese Kikyo sospettosa
-Perché le ragazze sono
sempre le ultime in queste feste dove si danza- disse calcando bene
sull’ultima parola –Comunque non dovete preoccuparvi- disse lui –Voi ragazzi
alle 18.30 vi voglio fuori dall’hotel. Ok?- loro annuirono –Paolo compreso-
disse Naraku –Guai a te se arrivi un minuto più tardi- ringhiò
-Ma certo, perché dovrei
arrivare in ritardo?- chiese sorridendo Paolo
-Conoscendoti…- rispose
Naraku seccato. Sango guardò fuori dal finestrino
-Ehi- disse –Ma di qua non
si va all’hotel!-
-Ottima osservazione Sango.
Prima dovete andare in gioielleria. Entrerete solo voi tre e prenderete degli
orecchini e una collana che stia bene con il vostro vestito. Nessuno di noi
entrerà per non provare a immaginarci come sono i vestiti, capito?- Le tre
annuirono confuse ma sorridendo. Era pure tutto gratis!
-Ehi, ma non è giusto che va
tutto a loro!- esclamò Inuyasha. Kagome scoppiò a ridere
-Si, staresti proprio bene
con gli orecchini e una collana chic!- Tutti scoppiarono a ridere immaginandosi
un Inuyasha travestito da donna tutto imbronciato. Anche Kikyo si fece sfuggire
un sorriso
-Tsk!-
Nella gioielleria Kagome
scelse un paio di orecchini di perle. Tre fili di lunghezza diversa in oro
bianco che finivano con una perlina a filo. Anche la collana aveva lo stesso
motivo. Mise tutto nella scatolina apposta e la mise al sicuro. Sango prese due
orecchini con gli zaffiri e una collana con il ciondolino con la medesima
pietra. Kikyo invece prese un paio di orecchini di rubini dalla grandezza di
chicchi di riso con la collana che aveva come pendolo tre rubini attaccati in
punta. Quando uscirono avevano un sorriso che andava da orecchio a orecchio.
Quella sarebbe stata la sera più eccitante di tutta la loro vita!
-Ne sei sicuro?
Assolutamente sicuro?- chiese Inuyasha nel suo smoking afferrando una carta
-L’ho presa io
personalmente! Certo che ne sono sicuro! Nessuno si è accorto di nulla!-
esclamò Paolo seccato
-Bene- Inuyasha mise in
tasca l’oggetto –Vado a metterlo al sicuro in camera- disse lui allontanandosi
-Si, ma muoviti! Naraku non
aspetta i ritardatari!- Inuyasha mosse la mano e sparì dalla vista
Per il vestito Kagome era
stata aiutata da una cameriera piccolina e minuta. Aveva fatto alla punta dei
capelli dei boccoli ed essendo che i suoi capelli erano abbastanza lunghi, li
aveva adagiati sulle spalle. Si guardò allo specchio e face una giravolta, il
vestito le stava una bellezza!!
-Allora? Come vado?- chiese
alla cameriera che la guardava con gli occhi spalancati
-Benissimo signorina! Le sta
d’incanto!- esclamò
-Ti prego di non chiamarmi
signorina, chiamami semplicemente Kagome!- La ragazza abbassò il capo
intimorita
-Ma a noi non c’è permesso
e…- Kagome le sorrise alzandole il mento
-Allora facciamo così, fuori
da questa stanza mi chiamerai signorina, qua dentro mi darai del tu e sono
Kagome ok? Tanto non ci può sentire nessuno, dico bene?-
-Si Kagome!- esclamò felice
la ragazza e più sollevata
-Ehi, ma cosa ci fa una
ragazza giovane come te qua dentro a fare la cameriera??- domandò Kagome
stupita
-Oh, beh, sai… io e la mia
famiglia siamo molto poveri e… diciamo che ci dobbiamo arrangiare, così il
signor Naraku mi ha preso qua, e faccio qualche lavoretto per nulla faticoso.
Così porto a casa abbastanza soldi per mia madre e la mia sorellina… però…- Il
suo viso si fece triste –La mia sorellina si è ammalata molto gravemente ma…
non abbiamo i soldi per andare all’ospedale- disse mentre la mano le tremava
-Ma… non puoi chiedere a
Naraku se… può aiutarti?-
-No, io non voglio avere
debiti con lui, però anche se lavoro più degli altri e la mia paga è aumentata
un po’… non ho abbastanza soldi…- Kagome la fece sedere sul letto
inginocchiandosi davanti a lei
-Come ti chiami?-
-Giselle-
-Ok Giselle, prendi. Tu ne
hai più bisogno di me- La ragazza prese fuori alcuni suoi risparmi mettendoli
in mano alla ragazza
-Ma… sono tantissimi! Non
posso accettare io…-
-Guardami- disse dolcemente
Kagome –Non mi interessa se sono tanti o pochi, con questi aiuterai tua sorella
e… se ne mancano vieni da me ok? Non voglio nulla in cambio tranne che mi dirai
se tua sorella starà meglio, capito?- Giselle la abbracciò al pieno della
felicità
-Grazie! Grazie! Io… oddio…
io… posso andare… cioè, se hai bisogno io…- balbettò quasi saltellando
-Vai pure Giselle, so ancora
truccarmi da sola!- esclamò Kagome. Giselle aprì la porta
-Grazie!- esclamò prima di
scomparire ma prima che richiudesse la porta fece capolino la sua testa –Questa
sera farà un figurone!!- E detto così chiuse la porta
“Speriamo Giselle,
speriamo…” Scosse la testa e guardò l’orologio. Aveva ancora dieci minuti, poi
avrebbe dovuto scendere. Prese i trucchi e andò in bagno –Vediamo… un po’ di
azzurrino sopra gli occhi… il rossetto meglio di no…- mormorò e prese fuori il
lucidalabbra alle fragole e se lo spalmò delicatamente sopra. Si sorrise e
infilò gli orecchini e la collana –Dio… mi sembro una di quelle fate che deve
andare al ballo per trovare il principe azzurro…- mormorò guardando la sua
immagine allo specchio. Scosse la testa e uscì dal bagno mettendosi la giacca.
Sorrise raggiante e con la tessera in tasca uscì dalla camera.
Girò l’angolo con il sorriso
che andava a orecchio a orecchio e bussò alla porta dell’amica e quando aprì la
porta ci rimase leggermente. L’amica aveva i lunghi capelli raccolti sopra la
testa, il leggero trucco le conferiva un aria ancora più regale di quello che
già possedeva, gli orecchini e la collana di zaffiri le incorniciavano
perfettamente il viso e sembravano proprio fatti per lei, il vestito lungo in
taftà azzurro faceva risaltare gli occhi blu, un tubino leggermente svasato
trattenuto sotto le ascelle senza spalline, era bellissima
-Arrivo subito, mi metto la
giacca e sono fuori di qua giuro!- esclamò rientrando. Kagome la seguì dentro
dove regnava il caos totale –Uffa… ma dove ho messo la giacca??? Tu lo porti il
cellulare? Stavo pensando di no, però ho paura di perdermi, sai com’è!- Kagome
sospirò, possibile che la sua amica avesse sempre così tanto casino?? Era
dentro quella stanza da meno di due giorni ed era già un casino come la sua
stanza a casa sua!
-No, non lo porto… non
voglio che me lo rubino, e poi non saprei neppure dove metterlo!- esclamò
avvicinandosi al letto dove prese la giacca dell’amica –Scusa ma tu cerchi la
tua giacca in bagno??-
-L’ho cercata ovunque!- si
giustificò –Credo di averla buttata giù dalla finestra a questo punto!-
-Se guardassi sopra il letto
forse…- disse Kagome seccata. L’amica fece capolino dal bagno
-Oh, ecco dov’era! Grazie
Kagome!-
-Ora possiamo andare??- Le
due uscirono –Kikyo?-
-Ci aspetta in macchina. Fa
vedere il vestito, dai!- Kagome aprì la giacca sfilandosela un po’. Sango la
fissò fischiando –Una figata davvero!-
-Tu stai benissimo! Io non
potrei mai indossare un vestito del genere!- esclamò Kagome riallacciando la
giacca mentre uscivano nell’aria gelida. La figura solitaria della limousine
era come una pantera che osserva la preda
-Come mai?-
-Non ho seno- sbottò Kagome
–Mi fa infuriare questa cosa!-
-Tu sei perfetta così-
Quando le due entrarono in
macchina Kikyo era già lì, avvolta nella sciarpa bianca e con il cappotto nero.
Sorrise alle due che contraccambiarono. Appena la portiera si chiuse la
macchina iniziò a muoversi
“Ma aveva il motore
acceso??” pensò Kagome guardando fuori dal finestrino “Si è mossa senza nemmeno
fare un minimo di rumore!” La città si muoveva veloce davanti agli occhi mentre
il silenzio regnava nell’auto. Era molto nervosa e non riusciva a non torcersi
le mani
-Sono… molto nervosa- disse
Sango –Ma cosa si combina a queste feste?- chiese alle due. Kagome alzò le
spalle
-Beh, mio padre ogni tanto
mi porta a certe noiosissime feste- sbottò Kikyo –Due consigli: sorridete a
tutti e fingetevi più stupidi di loro. Con queste regole sarete le reginette
del ballo praticamente!- esclamò –Comunque io le odio, se penso che dovremmo
partecipare a qualcuno di questi anche qua, mi viene male!- esclamò seccata
–Tutti quegli stupidi ricconi, maledetti e pieni di se che fanno vedere quanti
soldi posseggono in ogni buco del loro corpo- ringhiò
-Ehm… ma anche tu sei ricca
sfondata- osservò Kagome
-Si, lo so… ma io non lo
faccio vedere a tutti quanti dicendo “Guardatemi, sono ricca sfondata, ho
potere! Sottostatevi a me mezze calzette!”- disse in falsetto -Io non faccio
così come fanno… tutti!-
-Stai con Inuyasha! Che è
tutto ciò che odi, da ciò che dici!- esclamò Sango scioccata. Kikyo le sorrise
dolcemente
-È diverso- mormorò -È molto
diverso, lui è diverso. Vuole far credere di essere come dici tu, in realtà è
molto gentile. Se tu non fai il primo passo lui non lo farà mai, capisci? È
semplicemente… timido- Scoppiò a ridere –Oddio, non diteglielo che gli ho
affibbiato un aggettivo del genere o mi ammazza!- esclamò –Comunque lui non è
come tutti quelli che vedrete, fidatevi!- disse con gli occhi che brillavano
“Che amore… lui è un idiota
e sta con una persona dolce come lei. Lui la tradisce con tutte e lei che lo
ama da morire!” pensò Kagome che si stava già scaldando –Cambiando discorso,
che si sa di questa festa? Del proprietario della casa, insomma qualsiasi
cosa!-
-Naraku me ne ha accennato
oggi a pranzo… è un riccone che verrà a vedere i nostri concerti e che darà a
tutti noi il suo appoggio. Ha voluto fare questa festa per pochi intimi per
conoscerci. Se faremo bella figura avremo al nostro debutto tutte le persone
dentro la sala di questa sera. Naraku ha detto di… impegnarci al massimo- disse
corrugando le sopracciglia Kikyo –In realtà non ho ben capito cosa intendeva ma
non importa visto che… cappero che casa!- esclamò Kikyo mentre la macchina si
fermava. Le tre scesero e restarono a bocca aperta.
Se quella non era una villa
in stile vittoriano, periodo 800, io (scrittrice acerba) non scrivo più una
storia!!! Ma visto che qua la scrittrice sono io, scrivo, sottoscrivo e
riscrivo (facendoci pure una copia, non si sa mai!) che quella era una villa in
stile vittoriano, periodo 800.
Appena entrarono nella villa
Kikyo si raddrizzò di colpo mentre un cameriere si avvicinava a loro
-Se le signorine desiderano
darmi il soprabito- disse inchinandosi leggermente. Kagome, Sango e Kikyo gli
allungarono la giacca e l’uomo sparì.
Kagome guardò Kikyo, era
davvero splendida… ma si stupì del fatto che aveva i capelli sciolti che le
ricoprivano la schiena… il profilo era deciso mentre camminava lungo i corridoi
lunghi. L’abito lungo era rosso che le modellava perfettamente la figura esile.
La parte superiore del vestito era formata da una fascia che le lasciva
scoperte braccia e spalle. Kagome la guardò. Certo non si poteva dire che era
brutta, anzi! Era molto bella, sicuramente più di lei! Aveva quel non so che,
che avrebbe attirato tutti gli uomini intorno a lei quella sera. Comunque non
le interessava… voleva solo vedere come si svolgevano le cose lì dentro poi
voleva andarsene!
Quando varcarono la soglia
della sala erano le 19.05 e quasi tutte le dame erano arrivate. Erano tutte in
abito lungo e ognuna di loro era accompagnata da un uomo. Pessimo segno, certo,
dovevano ballare però… Kagome notò che lì dentro avevano tutti dei gioielli
alle dita, nei vestiti… insomma, erano così pieni di ricchezza che gli occhi
facevano male se si restava a fissarli troppo a lungo! Kikyo aveva ragione. Se
erano tutti così… quella era una prigione!
Inuyasha con il suo smoking
nero era di una bellezza quasi sconvolgente. I capelli raccolti in una coda
bassa, la camicia bianca con i pantaloni neri… una vera e propria figata!! Il
ragazzo si avvicinò a Kikyo che gli sorrise
-Sempre più ribelle vero?-
chiese lui alludendo ai suoi capelli. Kikyo alzò le spalle indifferente
-Lo sai benissimo che queste
feste le odio- disse lei semplicemente –Ma guardali! Sembrano un gioiello
unico! Fanno orrore!!- esclamò pianissimo. Lui alzò le sopracciglia mettendosi
a posto i gemelli in oro poi guardò le due ragazze al fianco di Kikyo e si
soffermò sulla figura esile della ragazza in abito bianco che si guardava
intorno curiosa. Paolo e Naraku si avvicinarono al gruppo. Le due amiche si
guardarono per poi soffermare di nuovo lo sguardo su Paolo. Scoppiarono in una
risata
-Che vi prende?- chiese
Naraku confuso. Le due indicarono Paolo che si mise a posto la cravatta nera
-Che ho che non va? Non sono
bellissimo?-
-Ridicolo forse è la parola
giusta!- rise Kagome
-Ridicolo?- Paolo era molto
confuso
-Pensaci, noi ti vediamo
sempre in jeans e maglietta… ora sei… sembri un pinguino!- esclamò Sango
cercando di nascondere la risata
-Grazie per questo tuo
complimento. Sono lusingato! Sappi però che IO ti faccio lezione!-
-Scusi Lord, giuro che non
dirò mai più nulla che riguardi un pinguino di mia conoscenza- lo prese in giro
Sango. Ora tutto il gruppo era scoppiato a ridere
-Venite presto! Vi voglio
fare conoscere il proprietario della villa!- esclamò Naraku allungando il
braccio a Sango che felice lo prese. Naraku guardò Kikyo e lei lo sfidò con gli
occhi mentre prendeva il braccio di Inuyasha. L’uomo si voltò e iniziò a
camminare seguito da Kikyo e Inuyasha
-Posso?- Paolo allungò il
braccio a Kagome che lo guardò seriamente
-Ma certo che no!- esclamò
lei. Lui la guardò male e lei scoppiò a ridere –Ma che domande mi fai?- Gli
prese il braccio
-Non farlo mai più! Nessuna
donna mi ha mai rifiutato se mi impunto sappilo!-
-E ti converrà sapere…-
iniziò Kagome -…che se io non voglio non vado con nessuno-
Qualcuno sorrise di
sfuggita
e per chi lo aveva visto,
aveva capito
che la persona a cui era rivolto quel sorriso
era in guai molto,
molto seri
-Ma dov’è Miroku?- chiese
Sango guardandosi alle spalle –Non l’ho ancora visto!- Inuyasha ghignò
esclamando
-Beh, diciamo che ha visto
una molto interessante e si è… volatilizzato… comunque sono sicuro che arriverà
tra poco e sarà… in dolce compagnia!- Nessuno s’avvide del fatto che Sango
aveva abbassato lo sguardo. Naraku percepì un leggero peso in più sul braccio
egirandosi vide il volto
improvvisamente scuro di Sango
-Tutto bene?- La ragazza
sembrò riprendersi perché lo guardò sorridendo
-Certo! Sto benissimo! Mi è
venuto un leggero capogiro- disse lei
-Vuoi sederti?-
-Assolutamente no! E poi sto
benissimo!-
-Sicura?-
-Tranquillo- Lo rassicurò
lei. Inuyasha si fermò e guardò Kagome. La ragazza e Paolo si fermarono e lei
alzò un sopracciglio
-Si?-
-Visto che stai così tanto
vicino a me…- cominciò lui –Cerca di non muoverti come un elefante come al
solito, Ok?- La ragazza arrossì lentamente di rabbia… piano piano… i pugni si
strinsero in una morsa quasi dolorosa, strinse i denti e chiuse gli occhi.
Doveva pensare alla festa, non doveva far fare brutta figura a Naraku, doveva
ricordarsi del debutto, doveva ricordarsi che Inuyasha era solo un’idiota,
un’imbecille, un cretino, uno senza spina dorsale… ok, ora iniziamo a
ragionare… lei un elefante… no, non pensiamo di nuovo all’ultima battuta di
Inuyasha… lui è un’imbecille Kagome, ricordi? Ecco, così… La ragazza riaprì i
pugni e rilassò il volto fattosi rosso per lo sforzo di non urlargli contro,
aprì gli occhi e sorrise
-Hai proprio ragione… grazie
per il consiglio…- Tirò Paolo davanti alla coppia e seguirono Naraku –Fuori di
qua quel troglodita soffrirà pene terribili… oh si… io lo ammazzo, lo
disintegro… come ha solo osato? Come cavolo hai fatto diventare amico di un
idiota simile??- Paolo sorrise piano
-Ecco… non… ehi ma lo sai
che il vestito ti sta proprio bene? Sei bellissima!- esclamò lui cambiando
completamente discorso. La ragazza gli sorrise più rilassata
-Davvero? Beh grazie! Con
tutto il tempo che c’è voluto per metterlo a posto!- esclamò lei. Ad un certo
punto si fermarono, davanti a loro una piccola folla ascoltava accerchiando un
uomo basso, tozzo, brutto, dove ogni dita tozza aveva due anelli e uno smoking
bianco. Kagome appena lo vide ebbe l’istinto di vomitare. L’uomo stava parlando
ma Naraku lo interruppe spudoratamente
-Signor Holsen, che piacere
rivederla- disse Naraku facendosi largo tra la folla. L’uomo lo guardò con i
piccoli occhi porcini fulminandolo per l’interruzione poi però sorrise. Miroku
intanto li aveva raggiunti accompagnato da una ragazza molto bella
-Naraku… ma che piacere
rivederti…- disse lui –Come te la passi?- sibilò. Kagome alzò le sopracciglia.
Naraku fece un sorriso tirato
-Non corre buon sangue o
sbaglio?- sussurrò la ragazza
-Il signor Holsen, non ha
mai perdonato a Naraku di avere più potere di lui in campo economico- Le spiegò
brevemente Paolo mentre i due davanti a loro parlavano
-Scusa ma… se questa festa è
sua… perché lo ha invitato? E poi perdonami ma… dalla casa che possiede si
lamenta della sua ricchezza?- chiese Kagome dubbiosa
-È difficile da spiegare… in
realtà neppure io capisco la mentalità di questi ricchi… Comunque è stato
obbligato a invitarlo, visto che Naraku è un pezzo grosso qui ad Amsterdam… i
suoi alberghi sono l’apice in questa città! Sono praticamente ovunque! E poi…
tu ti stupisci di questo posto, ma se Naraku volesse… potrebbe avere tipo…
dieci case, venti volte più grandi di queste, con lo stesso stile eccetera di
questa, che gli rimarrebbe ancora un sacco di soldi!- Kagome guardò Paolo
stupito
-Scherzi? Che è… un
miliardario?- Lui annuì –Ah, che bello non essere ricca…- Lui concordò
-A proposito! Voglio presentarle…
delle persone… i nostri musicisti!- esclamò Naraku –Lui è Paolo, è il loro
insegnante-
-Piacere di conoscerla
signore- disse educatamente lui. Il signor Holsen fece un breve cenno della
mano
“Maleducato” pensò Kagome
-Lei è Kikyo, la cantante-
-Signor Holsen, ha una casa
bellissima- disse Kikyo sorridendo. Lui la guardò
-Sono lusingato, un bel
complimento da una così bella ragazza-
“Maiale! Ma dove guarda??”
pensò Kagome allarmata
-Il suo compagno è Inuyasha,
chitarrista-
-Piacere- disse Inuyasha
semplicemente fulminando il tipo. Sicuramente aveva visto lo sguardo dell’uomo
dove non doveva essere
“Bravo Inuyasha! Una volta
tanto sono d’accordo con te!” esclamò Kagome dentro di se
-Lì c’è Miroku, batterista-
-Signore-
“Doppio maleducato! Ma non
lo sa che la gente si saluta??”
-Al mio fianco Sango,
bassista-
-Bella festa signor Holsen,
complimenti- disse lei educatamente
-Oh, il tuo complimento mi
riempie di piacere- disse lui guardandola. Tre dita di neve passarono sulla
schiena di Kagome che rabbrividì
“Che schifo! Questo è un
maniaco!!”
-Lei, infine, è Kagome,
pianista. Ha un talento naturale e spero piacerà anche a chi verrà, ma sono
certo che sarà così-
-Piacere signore- disse lei
sorridendo nascondendo lo schifo che provava per quell’uomo che la fissò
-Sono onorato di avere un
così bella ragazza nella mia dimora-
“Se fossimo soli, spero non
accadrà mai, ti manderei a quel paese!” Le rispose mentalmente la
giovane
-Allora voglio presentarvi
anche io qualcuno, però prima voglio dirvi che mi aspetto il massimo da voi-
disse il signor Holsen soffermandosi a guardare Kikyo che sembrava abbastanza
nervosa da quel continuo sguardo su di se. Kagome se ne avvide e non capiva
perché Inuyasha non facesse nulla. Sussurrò qualche cosa all’orecchio di Paolo che
annuì spostandosi di lato coprendo così la visuale dell’uomo a Kikyo. Kagome
guardò Kikyo facendole l’occhiolino e la ragazza le sorrise riconoscente
–Voglio presentarvi mio figlio. È stato all’estero per qualche tempo- Un
ragazzo si fece avanti. I capelli biondi, occhi azzurri fisico alto e snello
–Si chiama Tom- Kagome si mise una mano sul cuore a guardarlo
-Oh mio Dio- scandì bene la
ragazza. Molte ragazze sospirarono nel vederlo
-Piacere a tutti- disse il
ragazzo sorridendo
“Che bel sorriso dolce… tutto
il contrario di quel cafone dietro di me” pensò Kagome sconsolata “Certo che
non sembra per niente il figlio di quel coso… avrà preso tutto da sua madre!”
Sango si girò versò l’amica indicandole impercettibilmente il ragazzo. Kagome
annuì con vigore
-Sei sicura vero di stare
bene?- chiese Paolo guardando la ragazza al proprio fianco
-No… credo di essere stata
fulminata al cuore, ma lo hai visto?-
-Certo, non sono cieco-
Paolo guardò Inuyasha che era dietro di se e alzò le sopracciglia tipo: E ORA?
-Tsk- Inuyasha voltò lo
sguardo infuriato
-Molto bene signori… credo
sia ora di passare alla cena… seguitemi prego- Attraversarono una porta per
trovarsi in una sala altrettanto enorme con al centro una tavola rotonda. Alle
pareti ci stavano decine e decine di camerieri
-Accomodatevi pure signori…-
disse Holsen prendendo la prima sedia che trovò. Tutti gli invitati si
sedettero e, per fortuna, Kagome e Sango si ritrovarono vicine. Partirono con
l’antipasto e a ogni pasto il vino cambiava, purtroppo Sango non reggeva certe
cose, così dovettero portarle della semplice acqua naturale. Durante il secondo
il signor Holsen iniziò a fare delle domande ai musicisti
-Allora, ditemi. Cosa
suonerete di bello?- chiese mentre un cameriere gli versava da bere
-Se rispondessimo a questa
sua domanda, mi chiedo che sorpresa sarebbe signor Holsen- Gli rispose Kikyo
calma
-Un piccolo aiuto non guasta
mai Kikyo- disse lui fissandola. Il figlio al suo fianco non sembrò farci molto
caso continuando a mangiare in silenzio –Canterai all’ultimo debutto vero?
Quando sarete tutti insieme?- chiese apparentemente indifferente riprendendo a
mangiare
-Si signore- rispose lei
-E immagino che sarai tu,
una così bella ragazza, a scrivere lo spartito. Naraku non potrebbe scegliere
di meglio, giusto?- chiese fissando Naraku che però non rispose come se non
avesse sentito. L’uomo guardò di nuovo Kikyo. Dall’altra parte della tavola
Kagome strinse i pugni sotto il tavolo. Come si permetteva quello schifoso
maiale?? E come poteva Kikyo starsene lì, zitta zitta? Che rabbia!!!!!!
-Mi spiace deluderla. Ma non
sono sufficientemente brava per un compito così impegnativo- ringhiò quasi
Kikyo con un sorriso tirato. Il signor Holsen sembrò davvero stupito
-Davvero? E allora chi è?
Chi c’è migliore di te?- chiese
-Forse padre, non dovrebbe
fare deduzioni affrettate prima di conoscere i nostri ospiti. La prima
impressione non è mai tutto- intervenne Tom pacato sorridendo gentilmente. Il
volto raccapricciato del padre del ragazzo si rilassò all’istante
-Ma certo figliolo, hai
ragione, come sempre poi…- disse più calmo. Kagome sorrise: quel ragazzo era
fantastico! –Allora? Chi sarà il fortunato?-
-Io signore- Tutta la
tavolata guardò Kagome. I due si guardarono e la ragazza sotto quello sguardo
lascivo si sentì rabbrividire
-Capisco. Sei Kagome vero?-
-Si- rispose lei quasi
astiosa. Quell’uomo le stava antipatico a pelle! Ma come poteva essere così…
così… così?
-E hai già in mente un
pezzo?- chiese lui mettendosi in bocca un pezzo del dolce appena servito
-Forse- ripose subito lei
bevendo un goccio di vino. Aveva la gola improvvisamente secca. Potevano
evitare di guardarla tutti così!
-Come mai “forse”?- chiese
ancora. Ok, voleva metterla in difficoltà questo era certo a tutti ormai.
Kagome sorrise ingenuamente appoggiando i gomiti sulla tavola e con voce
stranamente dolce rispose. Voleva metterla in difficoltà? Che ci provi pure!
Lei non era certo così stupida e poi nessuno, e ripeto nessuno, le aveva mai
messo i piedi in testa!
-Come Kikyo ha già detto
signor Holsen, se rispondessimo alla sua domanda… che sorpresa sarebbe?-
-Aizzerebbe su di noi la
voglia di venirvi a sentire- disse prontamente l’uomo
-Allora credo proprio che
dovrete rischiare signori. Non è nei miei piani di questa sera rispondere a
certe domande, anche se fatte da un uomo illustre come voi signor Holsen-
precisò Kagome riprendendo ad assaggiare il dolce
-Scommettici- sibilò lui
stringendo i pugni. Tom sorrise nel vedere il padre infuriato poi guardò Kagome
e quando si guardarono lui le fece l’occhiolino. Lei arrossì leggermente
sorridendo di sfuggita.
Finalmente alle 21.30
uscirono da quella stanza dove la tensione si tagliava a coltello. Appena
entrarono nel salone videro che piazzato al centro di esso si ergeva un piano a
coda bianco. Quando Kagome lo vide le brillarono gli occhi: era bellissimo!
Naraku corrugò le sopracciglia: cosa volevano fare ora? Aveva un terribile
presentimento!
-Tutto bene?- Gli chiese
Sango guardando la sua espressione
-Certo certo… ma credo che
Kagome si sia messa nei guai rispondendo così a Holsen. Non è un tipo che
perdona facilmente lui- Sango annuì
-Me lo ero immaginata- disse
–Purtroppo Kagome ha la brutta abitudine di dire ciò che pensa senza pensare
alle conseguenze- Naraku sospirò. Il signor Holsen sorrise
-Vorrei che ora tutti
ascoltaste la bravura di mio figlio nel suonare il piano. Lui è… il migliore in
assoluto- disse calcando bene nelle ultime parole. Kagome alzò le sopraciglia:
se voleva impressionarla doveva fare molto di più! Quando il ragazzo si sedette
tutti applaudirono e nella confusione degli applausi Paolo disse a Kagome
-Come hai ben capito, non
sei entrata nelle grazie del signor Holsen-
-Me ne ero accorta!- sibilò
lei –Ma non importa, non mi interessa minimamente a dir la verità quello lì lo
odio, mi disgusta, mi fa schifo- disse lei facendo una smorfia -È odio a pelle-
precisò. Lui corrispose
-Comunque sappi che sei la
migliore pianista che io abbia mai conosciuto- Tutti smisero di battere le mani
e Kagome guardò Tom
-Non è detto Paolo, non è
detto-
La musica iniziò subito dopo
queste parole, dolce e armoniosa, bella e soave. Kagome chiuse gli occhi
lasciando che la musica la invadesse. Si appoggiò a Paolo mentre muoveva piano
le dita come se stesse suonando lei stessa. Adorava quella sensazione di pace e
serenità che solo la musica le sapeva dare, quando la musica le riempiva le
orecchie si sentiva il cuore leggero. Quando la musica finì la ragazza riaprì
gli occhi per vedere Tom alzarsi dallo sgabello. Tutti applaudirono e lo
sguardo di Tom incrociò quello di Kagome. Lui smise di sorridere e lei gli fece
il segno di vittoria stringendogli l’occhio. Lui stupito la guardò poi sorrise
raggiante avvicinandosi al padre. Alla fine arrivò l’orchestra che iniziò a
suonare e tutti si misero al centro della pista iniziando a ballare. Era un
lento quindi Kagome appoggiò la testa sulla spalla di Paolo esausta
-Stanca?- Le chiese lui
-Si… da morire… queste feste
sono sfiancanti! Non reggerò altre ore- Lui rise
-Hai ragione!- restarono in
silenzio qualche minuto poi lui diventò serio –Kagome… hai davvero in mente
qualche cosa per il vostro ultimo debutto?- gli domandò. Lei sospirò
-No… non ne ho… per niente!
Sono in alto mare anche se in realtà… non ci ho affatto pensato!- esclamò lei
-Hai un talento naturale, ed
è per questo che non mi preoccupo, ma ricordati Kagome… il gruppo non può stare
al tuo passo. Hanno bisogno di più tempo per imparare lo spartito-
-Lo so Paolo. Ma non mi
vengono delle idee così a me! Ho bisogno di essere di buon umore, ho bisogno
dell’atmosfera, ho bisogno di essere in pace con me stessa. Se non ho queste
tre cose nello stesso momento… non combino nulla!- Lui annuì
-Ti capisco- Lui si guardò
in giro –Ma guardali Kagome. Inuyasha e Kikyo sono una gran bella coppia,
trovi?-
-Se lo dici tu!- sbottò lei
-Perché?- domandò lui
sorpreso
-Lei lo ama da morire mentre
lui va con tutte. Lei è dolce mentre lui è uno stronzo! Ma se dici che stanno
bene insieme- Alzò le spalle
-Gli opposti si attraggono-
rispose lui saggiamente. Fece una faccia preoccupata poi sorrise “Forse è
meglio non dire a Inuyasha cosa ne pensa Kagome di lui… no, decisamente! E poi
così si fa più interessante la cosa…” Lei fece una smorfia –Sango e Naraku
stanno là a parlare, chissà che hanno di così interessante da dire, poi…-
mormorò lui. La ragazza alzò le spalle –E Miroku e la sua compagna sembrano
stare molto bene insieme trovi?- Kagome guardò la coppia non molto lontana sia
da Sango e Naraku che da loro
-Sembrano divertirsi- ammise
Kagome. La ragazza guardò Sango e improvvisamente corrugò le sopracciglia.
L’amica stava guardando la coppia non molto distante da lei. Poteva vederla
bene… il viso rosso e… gli occhi lucidi? Ma no… era solo una sua impressione!
Le luci, la musica… sicuramente! Ok no… non era una impressione. Sango si era messa
una mano sugli occhi, Naraku le si era avvicinato e dopo qualche parola l’amica
era uscita dalla sala. Kagome si staccò da Paolo a una velocità impressionante
-Scusami. Ci vediamo dopo-
disse meccanicamente uscendo anche lei dalla sala. Guardò Naraku e lui la
guardò confuso. Almeno non le aveva fatto nulla dal viso preoccupato di lui.
Quando la ragazza uscì vide la portiera della limousine chiudersi e prima che
partisse Kagome montò su. Sango stava piangendo
-Ka… Kagome! Che ci fai qua?
Che vuoi? Vattene! Non voglio parlare con te ora! Sono orribile adesso e…-
Kagome la abbracciò e l’amica scoppiò in singhiozzi
-Se hai bisogno Sango… io ti
sono vicina…- L’amica singhiozzò poi annuì mentre la macchina si allontanava
dalla villa…
Capitolo 6 *** Capitolo 6- Non è tutto amore ciò che palpita ***
Salve a tutti
Salve a tutti!!! Come va la vita?? Io male… una settimana e la scuola
ricomincia… (sooooooooooob ç____ç piangete! Che lacrime…) Allooooora, questo
cap sarà… come dire… scioccante se qualcuna/o di voi è fan della coppia Sango/Miroku
ma… non disperate! La speranza è l’ultima a morire ^^!! E per piacere… abbiate
pietà di me… sono giovane per morire V.V Questa idea ce l’avevo in mente dai
tempi che furono… quindi da qualche parte la dovevo ficcare! Poi con la sto ci
stava da Dio!!!!!! Bwahahahahahahahah (<-risata malvagia)!!! Allora, vediamo
di ringraziare le mie tre recepersone preferite!
Sango91: se credevi che la sto fosse interessante prima… guarda ora e mi
saprai dire! ^_______^
Resha91: fai bene ad acquistare un po’ di pazienza V,V ti servirà!!
Shikon: ci vorrà… un pochetto prima che Kagome e Inuyasha si decidano a
essere civili! Lo so, il signor Holsen è una cacchetta ma suo figlio… che figo…
non ti preoccupare! Non scenderà neppure una lacrima in questa sto! O almeno… V_V
prepara i fazzoletti per qua sotto…
Molto bene! Dopo ciò: leggete e prendetevi una scatola di fox perché…
se siete coraggiosi potete provare a lasciarli in cucina ma non mi fiderei!
Un bacio!! ^^ COMMENTATE!
Capitolo 6
Non è tutto amore ciò che palpita
Sabato. Ore 23.00
Kagome e Sango salirono in
camera di quest’ultima. Kagome aiutò l’amica a mettersi il pigiama mettendola a
letto. Si sedette e attese. Non voleva metterle fretta, se voleva parlare lei
era lì. Sango si asciugò dagli occhi le ultime lacrime
-Scusa Kagome, non volevo
agitarti… ti ringrazio per avermi portata qua ora… ora se vuoi puoi andare io…
si stanno tutti divertendo là alla festa, Inuyasha con Kikyo… Miroku e… quella…
quella ragazza… e… tu… devi… and…- scoppiò a piangere –Scusami scusami! Sono
proprio deprimente oggi vero?? Ti prego scusami! E pensare che avevo fatto di
tutto per trattenermi!!-
-Non hai nulla da farti
perdonare Sango, nulla!- esclamò Kagome sorridendo -Però…- si guardarono.
Kagome le asciugò le lacrime con il fazzoletto –Io non capisco… davvero Sango
io non riesco proprio a capire che ti succede in questi giorni! Sembra che tu
Miroku lo conosca da una vita mentre lui manco sa come ti chiami! A scuola lo
evitavi come la peste! Anche all’aereoporto… credevo te ne volessi andare
perché erano COBRA e li odiavi, e odiamo almeno per me, ma adesso non sono più
sicura nemmeno di questo!- Sango sospirò
-Già, avrai immaginato che
il mio comportamento non era normale…- Kagome annuì. Sango sospirò mettendosi
una mano sul cuore –Ok, io te lo dico e chissà… forse il macigno che mi sento
dentro da due/tre anni si allevierà un po’…- si guardarono –Non avrai vero però
ribrezzo di me dopo?- Kagome l’abbracciò
-Se io sono la tua
sorellina, Sango tu sei la mia… non potrò mai, MAI, avere ribrezzo di te…
neppure nei tuoi sogni più remoti- La ragazza sorrise e scostò le copertealzandosi. Aprì un cassetto del piccolo
armadio e prese fuori un quaderno. Tornò sotto le coperte e aprì il quaderno
tirando fuori una fotografia. La contemplò un momento poi l’allungò all’amica
-Ecco…- Kagome prese la foto
e la guardò –Questa è una mia foto di tre anni fa- La ragazza raffigurata era
in una divisa scolastica delle medie. Cicciotella e paffuta
-Sango eri… diversissima!-
esclamò stupita
-Eh già… davvero!- esclamò
Sango –Frequentavo la seconda media e… come vedi dalla fotografia per il mio
aspetto non avevo né amici e non ero circondata da quell’affetto che avrei
voluto… insomma mi sentivo uno schifo- disse Sango. Kagome la guardò –Un giorno
mi stavano prendendo in giro i miei compagni di classe fuori dal cortile
quando…-
[…]
-Sei proprio una stupida!-
-Guardatela la cocca dei
professori!-
-La volete smettere?- Un
ragazzo con i corti capelli neri e gli occhi blu arrivò velocemente in soccorso
alla ragazza in ginocchio che si copriva la testa con le braccia paffutelle –Ma
non vi vergognate? Cinque contro una ragazza?- Le sue parole fecero andare via
i cinque ragazzi velocemente –Ehi… ti sei fatta male?- Il giovane la aiutò ad
alzarsi –Sai, non dovresti farti mettere i piedi in testa così!-
-Oh, grazie per avermi salvato!- esclamò
la bambina sorridendo raccogliendo la cartella –Ehi… ma sei un ragazzo delle
superiori! Vai a quello qua a fianco?- Lui annuì
-Si…- Si guardarono
-Oh, io mi chiamo…- Lui
scosse la testa
-Non lo voglio sapere- disse
interrompendola –I nomi non sono poi così importanti!- Lei confusa annuì
-Si!-
[…]
-Lo conobbi così… era dolce
e premuroso. Il mio primo amico. Continuammo a vederci fuori da scuola e un
tratto di strada lo facevamo sempre insieme. Diciamo che dopo qualche mese
diventò il mio ragazzo- disse lei con la voce piena di nostalgia –Lui mi amava
e io amo tutt’ora lui…-
-Lo vedi ancora?- chiese
Kagome sorpresa
-Oh si… però lui non mi
riconosce insomma, sono cambiata molto! E il fatto che non gli ho detto il mio
nome… lui però è rimasto uguale… comunque prima di arrivare ai giorni nostri
torniamo a quell’epoca. Era perfetto, ci amavamo, lui mi accettava per quello
che ero e lui… era tutto per me… alla fine beh…- arrossì furiosamente –Si…
insomma… un giorno noi… noi…- Kagome la guardò confusa –Dai Kagome! Ampia la
tua mente da povera verginella!- esclamò Sango. Kagome spalancò la bocca
-Tu… e lui… in…seconda…
media…? Lo avete… fatto…?- chiese mentre la voce le diventava stridula a ogni
parola
-Beh, no… cioè si… si che lo
abbiamo fatto…- Kagome aveva il fiato mozzo
-Ferma, mi devo riprendere-
Sospirò parecchie volte poi fece un lungo respiro deglutendo –Ok, ci sono-
disse sorridendo. Sango la scrutò poi continuò sorridendo felice al ricordo
-È stato bellissimo! È come
se fossi rinata una seconda volta!- Si rabbuiò improvvisamente –Però… quando
tornai a casa ebbi… una sgradevole sorpresa…- disse mentre gli occhi le
diventavano lucidi. Kagome si mise attenta ancora di più, quello era
sicuramente il momento più doloroso… -Ora non ricordo perché ma iniziai a frugare
nel guardaroba di mia madre, che era al lavoro, finché non trovai… un album di
foto…- mormorò –Lo sfogliai e… c’erano foto di mia madre in abito da sposa con
un altro uomo, un riccone della società. Lo aveva sposato tre anni prima di
avere me e poi c’erano… delle foto di un bambino che mano a mano diventava più
grande… e… non c’è voluto molto per riconoscerlo- sorrise piano –Chiesi
spiegazioni a mia madre e lei me le diede. Disse che avevo un fratellastro e mi
fece vedere una foto recentissima. Lui ora vive con il padre ed è… il ragazzo
più stupido al mondo. Lo conosci Kagome, conosci il mio fratellastro…
naturalmente lui non sa nulla e anche quando il giorno dopo l’ho mollato senza
nessuna spiegazione non gli ho detto niente. Poi se ne era andato dalla scuola
e… non l’ho più visto fino all’inizio dell’anno scorso a scuola-
-La persona con cui stavi…
era tuo fratello?-
-Si-
-Ma non capisco… chi è? Dici
che lo conosco ma io…-
-È Miroku, Kagome. Il suo
nome è Miroku Kazana- Kagome sbiancò paurosamente e l’amica iniziò a
singhiozzare –So che è sbagliato… che quello che ho fatto è giusto però…- Si
coprì il viso con le mani –Quando l’ho rivisto… ho capito Kagome che non mi
potrò mai dimenticare di lui! Lo amo troppo…- disse piano –Lui per fortuna non
mi ha riconosciuto… e poi sembra essersene scordato totalmente. Lo hai visto
prima no? E dalle voci che girano a scuola non è la prima volta- disse
asciugandosi le lacrime –Oddio Kagome… cosa faccio? Cosa devo fare per
dimenticare mio fratello e di togliermi dal cuore l’amore che provo per lui??
Come?- Kagome la strinse a se e Sango si abbandonò tra le braccia dell’amica -È
mio fratello Kagome! La persona di cui sono innamorata è mio… mio fratello! Non
riesco ad odiarlo, non riesco a dimenticarlo… come posso fare? Aiutami Kagome
ti prego! Aiutami e dimmi che sono sbagliata, che i miei sentimenti sono…-
Kagome le mise una mano sulla bocca
-Basta Sango… smettila… così
ti fai solo del male… te lo fai inutilmente e non va bene…- Le accarezzò i
capelli –Non preoccuparti amica mia… troveremo una soluzione fidati, insieme io
e te…- Le sorrise e Sango si asciugò le lacrime annuendo piano –Ho un idea
Sango! Che ne dici se ora tu ti stendi e riposi? È stata una serata movimentata
e credo che un buon riposo ti farebbe bene- La stese tirando le coperte fin
sotto il mento. Le afferrò la mano e la strinse dolcemente –Io resto qua… ti
faccio un po’ di compagnia finché non ti addormenti…- si guardarono
-Grazie mamma- disse ironica
Sango –E poi tranquilla Kagome, non sei obbligata a restare, me la so cavare-
cercò di tranquillizzarla
-Primo: nessuno mi obbliga a
fare niente, solo mia madre può farlo. Secondo: io resto qua inchiodata- disse
l’amica sbuffando –E poi non ti voglio lasciare sola… non adesso almeno- Le
rimboccò le coperte ancora di più e spense la luce
-Grazie Kagome- disse Sango
con voce incrinata –Grazie davvero- singhiozzò. Kagome le accarezzò il viso
dolcemente
-Non c’è bisogno di piangere
Sango… niente merita le tue lacrime… neppure Miroku- disse. Sango sospirò e
sorrise
-Buona notte-
-Notte- Kagome le iniziò ad
accarezzare dolcemente la mano intonando silenziosamente una dolce musica.
Domenica. Ora 1.35
Quando Kagome richiuse la
porta della sua camera si fece scivolare a terra sfinita. Sango aveva
continuato a piangere nel sonno dimenandosi ma poi si era calmata. Andò in
bagno immergendosi nell’acqua calda della vasca, i pensieri che le vorticavano
veloci in testa
“Mi chiedo se piangeva
spesso di nascosto quando era sola. E poi come si fa a tenere un segreto così
grande per tutto questo tempo? Io non ci sarei mai riuscita! Sango in apparenza
è una persona molto forte, in realtà è molto debole… che tristezza! Lapersona di cui sei innamorata è tuo
fratello! Beh, almeno ora capisco perché era così depressa!” Uscì dalla vasca
sbadigliando mettendosi il pigiama “Sono distrutta… voglio andare a letto e
dormire fino a domani pomeriggio! A proposito, chissà se la mamma ha avvertito
la scuola del mio ritardo qua! Lo spero… proprio! Oddio… ma che faccio? Penso
alla scuola ora?? Sono pazza…” spense la luce accovacciandosi sotto le coperte
–Mi chiedo come mi sentirei io al suo posto…- mormorò chiudendo gli occhi “Non
credo però che avrei agito nello stesso modo… immagino che ne avrei parlato con
lui… che avremmo trovato una soluzione insieme… alla fine, i legami di sangue
non contano nulla! Però Miroku è un vero idiota! Come cavolo si fa a non
riconoscere Sango? Ok, è passati un sacco di tempo e tutto quello che vi pare
però… i suoi gesti, le sue piccole abitudini… sono sempre quelle no?” Guardò
l’ora e quasi le venne un infarto. Le 2.15… “Oddio… Kagome dormi o domani
sembrerai uno zombie resuscitato dal regno dei morti!” Chiuse gli occhi e si
rilassò, poco dopo Morfeo l’accolse in un sogno fatto di bellissimi sogni…
TIC
TAC
TIC
TAC
La lancetta dell’orologio da
polso si muoveva lentamente facendo un rumore fastidioso per tutti quelli che
lo ascoltavano, tranne Kagome che dormiva beatamente. Le 3.20…
TIC
TAC
TIC
TAC
Dei passi nel corridoio
proseguivano senza nessun rumore fermandosi improvvisamente
TIC
TAC
TIC
TAC
La porta si aprì senza un
minimo rumore. La fioca luce del corridoio illuminò il letto dove Kagome
dormiva indisturbata. Sulla soglia si stagliava una figura nera…
TIC
TAC
TIC
TAC
La figura contemplò un
momento la stanza per poi girarsi, un sorriso spuntò su quelle labbra mentre
richiudeva la porta dietro di se che cigolò. Kagome saltò sul letto accendendo
la luce. Non c’era nessuno…
“Strano, avrei giurato di
sentire il cigolio della porta…” Guardò l’ora seccata “COSA!?!? Le 3.22!?!?!?
Maledizione a me e alle mie paranoie!” chiuse la luce seccata decidendo di
darsi una controllata.
Domenica. Ore 11.44
Un fascio di luce colpì in
piena faccia Kagome che mugugnando si mise pesantemente di lato
“Maledizione a quella
finestra maledetta!” Aprì gli occhi impastati dal sonno e guardò l’orologio da
polso “Le 11.45… non voglio alzarmi! Ho sonno!!!!” Richiuse gli occhi ma un
bussare la distrasse –Si?- mugugnò
-Kagome? Sono io Sango! A
colazione non ti ho visto così…- Kagome sospirò pesantemente e si alzò
aprendole la porta per poi rimettersi sotto le coperte
-Entra- ordinò. Sango
richiuse la porta dietro di se e la guardò
-Ancora a letto!? Muoviti
pigrona! Fra poco servono il pranzo!-
-Non ho fame… semmai portati
con te la chiave che quando hai finito mi porti qualche cosina. Ora non ho
propria voglia di fare nulla, voglio solo dormire- Sango mise le mani sul
fianco con un sopracciglio alzato –Dai Sango! Siamo in vacanza!-
-Non siamo in vacanza-
sbottò lei
-Ma dalla scuola si- disse
Kagome sorridendo appiccicata al cuscino. Sango abbassò le spalle sconfitta
-Ok ok, fa come ti pare…-
disse –Oggi chiamo le nostre compagne di classe e mi faccio dare i compiti,
così vado in quella biblioteca carina carina… presente? Quella di ieri
mattina?- disse Sango come se parlasse con uno che ha l’alzaimer
-Si che me la ricordo
accidenti!- esclamò Kagome –E comunquevai pure a rincitrullirti con i compiti, così dopo io li copio…-
-Kagome!- esclamò Sango
esasperata
-Ti preeeeeeeeeeeego!-
esclamò Kagome con gli occhioni dolci. Sango la guardò un momento poi sorrise
-Va bene, però tu vieni a
pranzo!- esclamò Sango –Niente pranzo, niente compiti. Si al pranzo, si ai
compiti- Kagome la guardò scandalizzata
“Mi sta ricattando! Che
ricattatrice! Però è furba… Meglio dormire o avere i compiti gratis?” La
risposta di Kagome fu immediata –Ok, arrivo- Saltò sul letto e si vestì alla
velocità del suono. Scomparì nel bagno per riemergerne poco dopo. Prese il
cellulare e se lo mise in tasca –Sono pronta, andiamo?-
-Sei… sei stata un
fulmine!-esclamò Sango sorpresa
-Quando ti alzi tardi per la
scuola, impari a essere svelta!- esclamò Kagome prendendola sotto braccio.
Guardò l’ora –Muoviamoci, tra cinque minuti servono il pranzo- uscirono e
scomparirono giù dalle scale. Si sedettero su un tavolo libero e attesero.
Kikyo e Inuyasha arrivarono subito seguiti poi da Miroku (che si lamentava del
fatto che non lo avevano aspettato), Naraku e Paolo. Mangiarono in silenzio poi
Naraku parlò
-Che farete oggi?- chiese
pulendosi la bocca con il tovagliolo
-Io vado in biblioteca-
disse Sango –Faccio un paio di cose poi torno-
-Io credo che inizierò a
prepararmi per il concerto… ci mancano solo tre sere dopo tutto no?- disse
Miroku
-Si. Kagome?- chiese Naraku
-Io? Beh, accompagno Sango,
poi me ne vado per i fatti miei!- esclamò Kagome
-Sarebbe meglio Kagome che
ti imponessi di scrivere il pezzo che dobbiamo suonare insieme- disse Inuyasha
ironico. La ragazza lo fulminò
-Primo: per te sono
Higarashi. Secondo:…- la voce le si addolcì improvvisamente –quando vorrò il
tuo parere, giuro che te lo chiederò. Ma visto che ciò non accadrà MAI il
problema non sussiste- disse calcando bene nell’ultima frase
-Comunque ha ragione lui
Kagome, questo non è uno scherzo, neppure un gioco- disse Paolo. Kagome lo
guardò seccata
-Lo so anche io che non è un
gioco- sbottò seccata –quando però… diciamo così, compongo… devo essere
rilassata, deve essere in un momento dove nessuno mi rompe e ci deve essere
pace…. Quando avrò l’ispirazione, giuro, che ve lo dirò. Comunque questo
discorso non ha né capo né coda visto che sono io che compongo e decido io
quando farlo. A che ora andiamo via?- chiese a Sango. La ragazza scoppiò a
ridere mettendosi una mano sulla pancia. Miroku la guardò
-Kagome sei fenomenale!-
-Mi stai prendendo per il
culo?- chiese Kagome alzando un sopracciglio. Sango diventò serissima
-Chi io? No, ma che dici?-
scoppiò di nuovo a ridere alzandosi. Prese l’amica sotto braccio –Ci vediamo
più tardi! Bye bye- esclamò Sango tirando l’amica. Prima che la ragazza uscì
Miroku riuscì a incontrare i suoi occhi di quel blu bellissimo. La ragazza uscì
frettolosamente
-Bye bye- risposero in coro
gli altri imbambolati
-Vado in camera- Miroku si
alzò
-Vado a fare un giro-
Inuyasha si allontanò
-Vado ad allenarmi- Paolo
sparì dalla vista. Kikyo e Naraku si guardarono
-Pinacolo?- domandò l’uomo
-Si!- esclamò Kikyo. Si
alzarono e si allontanarono per andare nella sala giochi
Miroku chiuse la porta alle
proprie spalle guardando il vuoto davanti a se. Quella risata… era così uguale…
e quegli occhi… Andò alla finestra e vide le due uscire. Si soffermò su Sango
-Ma no, non può essere… lei
è così… mentre Sango è… tutt’altra cosa!- esclamò cercando di convincersi “Però
i suoi occhi…”
[…]
-Forse non lo hai notato, ma noi due
abbiamo lo stesso colore degli occhi!- esclamò la ragazza dondolandosi
sull’altalena. Poco più in la erano state abbandonate due cartelle scolastiche.
Il ragazzo la guardò mentre i capelli venivano leggermente mossi dal vento
pomeridiano
-Hai ragione! Wow… certo che siamo
proprio simili eh?- Si guardarono e risero
-Incredibile vero come le piccole cose
sfuggano di vista, vero??- Il ragazzo si mise a testa in giù sull’asta e guardò
il cielo
-A te invece non sfugge nulla- disse lui
guardandola. Lei sorrise annuendo
-Questo perché sono un ottima
osservatrice!- esclamò lei inginocchiandosi davanti a lui –Stai diventando
completamente rosso… forse ti sta andando il sangue alla testa!- Lui si
raddrizzò e lei lo affiancò sulla sbarra abbassando lo sguardo tristemente
-Ma che hai? Hai preso un brutto voto a
scuola? Sei così… assente!- Le spostò una ciocca di capelli dal viso e lei lo
guardò
-Staremo sempre insieme vero?- chiese lei
arrossendo
-Sempre- rispose lui sorridendo
-Staremo sempre insieme- confermò lei –Te
lo giuro!-
[…]
“E invece mi hai lasciato tu!” sbatté il
pugno sulla parete “Maledizione a te!” sbatté la porta della stanza
insonorizzata dietro di se prendendo le bacchette “Eppure ti amo ancora!”
-Sei sicura di volere fare i compiti?-
chiese Kagome davanti alla biblioteca
-LA PIANTI!?!?!?- Kagome incrociò le braccia
al petto mettendo il broncio. Sango continuò seccata –Ha detto che ci sono un
sacco di compiti, me li ha dati tutti e li voglio finire oggi. No Kagome, oggi
non vengo a fare un giro- concluse
-Ti prego Sango! Vieni con me!-
-No. Vengo con te domani, non oggi-
Kagome la squadrò da capo a piedi
-Giuri?-
-Sul mio onore- Kagome sorrise
compiaciuta e dopo essersi salutate allegramente si allontanò canticchiando. Il
cielo era azzurro, il sole splendente, lei era serena… meglio di così! Girò un
po’ per la città entrando in negozi e chiese antiche, poi entrò in un piccolo
parco. Non c’era nessuno così si stese al sole chiudendo gli occhi alla luce
particolarmente fastidiosa. Si rilassò e ben presto le prese la pigrizia. Il
sole sulla faccia era così piacevole… e il venticello era fresco… poteva
restare lì anche tutto il pomeriggio, tanto qual era il problema?
Improvvisamente un ombra si stagliò tra lei e il sole. Kagome sobbalzò
spaventata scattando a sedere. Aprì gli occhi e li strabuzzò. Non poteva
essere…
-Oh no! Non tu! Non qui!- esclamò lei
esasperata chiudendo gli occhi –Ora li aprirò e saprò di avere avuto una
allucinazione- disse sommessamente. Aprì gli occhi e li roteò –Speranza vana-
-Mi spiace deluderti ma sono io in carne
e ossa!-
-Beh, se non ti togli dai coglioni te le
disintegro quelle tue ossa- ringhiò lei. Inuyasha si sedette tranquillamente
accanto a lei –Ma mi hai sentito? VATTENE- disse scandendo bene quella
significante parola
-No- Kagome scosse la testa e cercò di
ignorarlo. Restarono in silenzio qualche minuto -allora?- domandò lui
-Oh, sei ancora qua?- chiese lei
fissandolo –Comunque cosa?-
-Non parli più?-
-In realtà volevo stare da sola con i
miei pensieri- disse lei
-Ok- disse lui ma non si mosse
-Va bene, che cosa vuoi?- chiese lei
seccata
-Io? Io non voglio nulla- disse lui. Lei
sbatté un pugno sul terreno
-La vuoi piantare? Sei venuto qua a
rompermi e poi non vuoi niente?-
-Tu cosa vuoi?- chiese lui. Lei dovette
far ricorso a tutte le sue forze mentali per non saltargli alla gola.
-Io?- Lui annuì –Voglio un posto, dove
non ci sia la tua faccia da ricco idiota! Ecco cosa voglio!- ringhiò lei. Lui
rise
-Io, ottengo sempre quello che voglio
Kagome, sempre- Si alzò
-Higarashi, per te sono Higarashi- Gli
ricordò lei –E poi il tuo discorso non ha senso-
-Comunque Kagome, dovresti scrivere un
libro intitolato: COME FERIRE LE PERSONE. Credo sarebbe un best sellers visto
che è la cosa in cui riesci meglio- Si voltò andandosene. Kagome arricciò il
naso poi sbuffò stendendosi
-Per te sono Higarashi- borbottò “Ecco…
ora la cattiva sembro io! Ma che cavolo voleva? Lui mi rompe e poi mi insulta!
Accidentaccio a lui!! Quando lo vedo mi sente quell’imbecille!” pensò –E poi
non è colpa mia se dico sempre ciò che penso!- borbottò guardando il cielo
“Beh… forse però sono stata troppo dura… no! Kagome no! E il tuo orgoglio?? Non
andrai a chiedergli scusa! NO!! No capito? Ha torto lui, LUI!!!” Kagome roteò
gli occhi e sbuffò alzandosi in piedi –Inuyasha, aspetta!- uscì dal parco e si
guardò in giro -È sparito. Credevo fosse qua ed aspettare che mi rimangiassi la
parola per dirmi poi dietro…- mormorò “Beh, forse non lo conosco affatto!”
Lo cercò un po’ ovunque poi pestò i piedi
tornando indietro. Le era venuta fame e si era rotta di cercare un idiota di
dimensioni enormi come Inuyasha. Si ritrovò davanti al teatro e sospirando
entrò. Era tutto come il giorno prima e anche il pianoforte era lì, immobile,
pronto per essere suonato. Andò sul palco e si sedette sullo sgabello mettendo
le mani sui bianchi tasti. Suonò la prima cosa che la sua mente ricordava. La
mente vuote, i sentimenti contrastanti nel cuore, il benessere dell’anima, la
sensazione dei tasti sotto le dita… si… ora tutto era in secondo piano… Kagome
smise di suonare sorridendo. Alla fine Beethoven non era così male
CLAP CLAP CLAP
Kagome si girò di scatto
-Inuyasha! Ma mi vuoi far morire di
infarto?? E poi mi segui?- chiese Kagome guardandolo
-Veramente sono qua da un pezzo… ero
dietro le quinte quando ho sentito suonare- sbottò seccato
-Uffa… ma ce l’hai ancora con me?- Lui
non rispose –Ti rendi conto che sei ridicolo?- chiese lei. Lui scattò come una
molla
-Io non sono ridicolo! Come osi?? Ti
rendi conto con chi hai a che fare? Se solo lo volessi in una manciata di
secondi saresti sbattuta fuori dalla scuola!!- urlò irato. Lei lo freddò con lo
sguardo alzandosi
-Io lo so chi sei. Sei solo un ricco
bambino viziato, che è qualcuno grazie al cognome che porta, che gioca con il
potere del proprio padre come se non comportasse delle conseguenze, sei uno che
non riesce a guadagnare nulla da solo. E aggiungiamo che sei senza spina
dorsale- Lo guardò sprezzante –In poche parole non sei nulla e mi fai schifo-
Gli voltò le spalle e uscì dal teatro sbattendo la porta dietro di se.
Inuyasha strinse i pugni conficcandosi le
unghie dentro i palmi delle mani
“Quella ragazza prima o poi passerà dei
pessimi 10 minuti!” pensò sedendosi “Ma come osa!? Io non gioco con il potere
di mio padre e non è vero che non sono nessuno, non sono un bambino e tantomeno
non sono viziato!” Sbatté il pugno a terra
Kagome rifece tutta la strada inversa
entrando nell’hotel livida di rabbia a ogni passo
“Come osa? Dico, come diavolo osa!?!?
Sbattermi fuori dalla scuola?? Lui non sa che io, non mi faccio mettere i piedi
in testa da nessuno! E se crede di intimorirmi con quella sua aria superiore (e
crede sul serio di esserlo)… beh, si sbaglia di grosso!”
-Higarashi! Aspetta un momento!- Lei si
voltò. Miroku le stava venendo incontro lasciando la porta della camera
spalancata
“Ecco, solo lui ci manca!”
pensò –Kazana- disse lei cercando di non far trasparire l’odio che provava. Lui
le stava doppiamente antipatico. Per prima cosa, perché era amico di
quell’invertebrato di Inuyasha e per seconda cosa, perché era un maledetto
riccone che non riusciva a riconoscere Sango, cosa inconcepibile! Era cambiata…
ma era sempre lei! –Ci sono problemi?-
-Beh, in realtà… volevo chiederti una
cosa se… avevi tempo…- disse imbarazzato. Kagome lo scrutò
-Si ho tempo. Dimmi pure- sbottò
-Beh, tu… quando hai conosciuto Koshuzo?-
chiese. Kagome sospirò
-Sango? In prima superiore. Perché questa
domanda?- chiese guardando il muro
-Oh, nulla… solo curiosità… tu quindi non
sai in che scuola media andava?- Kagome scosse la testa
-Non ne ho idea. Non gliel’ho mai chiesto
in realtà. Comunque Kazana se ti interessa puoi chiederglielo quando torna no?-
propose lei. Ok, forse non era un riccone maledetto. Anzi! Sembrava molto
dolce… “Kagome Kagome… non ti dilungare… è solo la prima volta che gli parli…”
pensò subito dopo
-Si, grazie Higarashi… e poi chiamami
Miroku- Kagome stupita sorrise
-Oh, ok Miroku- Lui annuì per poi
bloccarsi di nuovo. La guardò
-Kagome?- Lei lo fissò. I loro occhi
erano proprio identici…
-Si?-
-Scusami per la prima volta che ci siamo
visti… Non sono stato molto gentile- Lei sorrise
-Saprai rimediare tramite una persona- Si
voltò incamminandosi verso la sua camera –Metticela tutta per il tuo debutto!-
esclamò entrando in camera –Ciao- Lui fissò la porta chiusa e confuso entrò in
camera sua deciso a parlare con Sango appena fosse tornata
Sono troppo giovane per morire ripeto… ma
COMMENTATE E DITEMI TUTTOOOOOOO!!!!
Carissimi, dopo un breve periodo di totale mutismo (??) rieccomi, come
sempre per questo nuovo, nuovissimo e entusiasmante capitolo di questa
bellissima saga!^^
Ok, va bene evitiamo! V.V cof cof… Allora!
Ragazzi e ragazze benvenute a questo nuovo capitolo! Avete visto nella scorsa
puntata il triste destino di Sango e del suo pesante fardello! Ma che succederà
ora?? E Inuyasha e Kagome?? Mistero misterioso ^^! -_-’’… V_V ok, oggi sono
fuori… passiamo ai ringraziamenti, è meglio!!!
Argentey: sono contenta che ti piaccia! Non ti preoccupare per
l’aggiornamento! Non sarà mai lungo più di una settimana!! ^^
Sango91: bwahahahahahahahahahahaha!!!!! Io essere un gran genio!!! Lo
so lo so!!!!! Bwahahahah! Il mio cervellino è troppo maligno!!!
Viola: grazie mille! Sono proprio contenta che ti piaccia! ^^
Sango-chan: eh eh eh… grazie mille… sai, una cosa così… senza
preavviso, credevo scioccasse!! Comunque grazie per l’incoraggiamento ^^
Resha91: sono contenta che a tante persone piaccia questa cosa ^^
grazie mille resha!
Kagomechan91: questo vuol dire che se non aggiorno mi ammazzi ç_ç?? Grazie
per i complimenti però! ^^
Benissimo!!!! Ora buon viaggio in queste righe e……….COMMENTATE! ^^
Baci ^_________________^
Capitolo 7
Proposta
Sango tornò in albergo più
tardi del previsto. Gli altri erano a metà cena quando lei arrivò con il viso
stravolto. Ad un cenno di Naraku una cameriera si avvicinò alla ragazza che
ordinò per due. Kagome alzò le sopracciglia guardando la cameriera stupita
andarsene
-Dimmi Sango… in questa
serata devi mangiare anche per domani?- chiese
-Certo che no!- rispose
l’amica addentando un grissino
-Mi chiedevo allora perché
avessi ordinato per un esercito!- esclamò Kagome. Sango sbuffò puntandole
contro il grissino a metà
-Sai che significa stare
dalle 2.30 alle 7.40 sui libri?- domandò seccata –No, non lo sai visto che ci
stai si e no due ore. Quindi non puoi sapere come ci si sente dopo!- esclamò
annuendo
-E come ci si sente?- chiese
Kagome con le sopracciglia alzate
-Pieni di conoscenza-
rispose Sango orgogliosa. Kagome fece una smorfia schifata
-La media del 7 mi va bene…-
commentò Kagome
-È per questo che tu non hai
la borsa di studio Kagome cara…- La ragazza fece una smorfia
-Sempre a ricordarmelo eh?-
sbuffò
-Eh già…-
-Tu morirai giovane- disse
Inuyasha. Sango scosse la testa
-No Inuyasha. Io non morirò
giovane, io morirò intelligente come pochi. Sarò un bravissimo avvocato, avrò
soldi a palate e avrò un marito decente, intelligente, premuroso e NON stupido-
annuì con convinzione –Capito??- Tutti alzarono un sopracciglio. Kagome si pulì
la bocca con il tovagliolo per nascondere un sorriso
-Bene. Me ne vado a letto-
disse alzandosi -È stato un piacere…- guardò Inuyasha –Tranne che per te
naturalmente-
-Naturalmente Kagome-
confermò lui sorridendo
-Higarashi, Higarashi!
Quante volte devo ripetertelo??- sbottò lei. Lui sorrise e si concentrò sul
proprio piatto –Buona notte- disse fulminandolo e girandosi se ne andò
sbadigliando sonoramente
-Notte- rispose Sango
iniziando a mangiare. Miroku si schiarì la gola
-Che state studiando a
scuola?- chiese. Lei lo guardò bloccando la forchetta a mezz’aria. Da quando
tutto quell’interesse verso di lei? Voleva provare a rimorchiarla? Così??? E
poi lei mica si faceva fregare in quel modo! Non era certo stupida! E poi non
poteva assolutamente cedere! Dopotutto lui è… suo… suo… La ragazza scosse la
testa. Se avesse pensato una parola di più sarebbe scoppiata a piangere!
-Oh, nulla di che… le solite
cose noiose…- Inuyasha si alzò e senza un rumore abbandonò la sala
-E in che medie andavate?-
chiese Naraku curioso –Non ho mai sentito parlare delle scuole giapponesi… come
sono?- Sango si irrigidì. Fantastico… ora sì che voleva fuggire e piangere come
una fontana!
-Io alla Poolininam. È molto
prestigiosa e l’istruzione è ottima. Però è molto difficile l’esame di
ammissione… praticamente gli altri anni di scuola te li chiedono tutti in… tre
fogli!- esclamò Kikyo annuendo –L’ho passato a pieni voti però… ricordo di
essermi spaventata moltissimo nel vedere l’esame…- raccontò
-E tu, Miroku e Inuyasha
come vi siete conosciuti?- chiese Paolo
-I nostri genitori sono
amici… così siamo insieme fin da quando avevamo tre anni tipo!- spiegò Miroku
-Oh… e tra te e Inuyasha è
nato l’amore a che anni?- chiese Naraku sorridendo nervosamente. Kikyo lo
guardò negli occhi e Sango li guardò con occhio attento
-Due anni fa- rispose Kikyo
sempre guardando l’uomo
-Allora…- disse gelido
Naraku -…speriamo che duri…- Nella tavola calò un silenzio a dir poco
ghiacciante…
-E tu Sango? In che scuola
andavi?- Sango sentendosi presa in ballo alzò lo sguardo su Paolo che aveva
interrotto quel momento. La ragazza disse la prima scuola che le venne in mente
e che rilassò parecchio Miroku
-Oh, alla… alla City Soolt…
è molto grande e bella… anche lì l’iscrizione è molto dura ma non ho dovuto
sottopormi all’esame visti i miei voti a scuola- disse velocemente
-Sei un piccolo genio?-
chiese Paolo sorpreso. Lei annuì –Non ne aveva idea! Beh, complimenti ragazza!-
-Non c’è poi molto da fare-
sbottò lei alzandosi in piedi –Devi solo avere la pazienza di metterti lì tutti
i giorni e sprecare 10 minuti per studiare delle materie- diss –Ma molta
gente…- E guardò Miroku -… è troppo scansafatiche per fare una cosa del genere…
perché per loro… è più importante il sesso o… la droga…- disse guardando il
pacchetto di sigarette che fuoriusciva dalla tasca dei pantaloni -…ma sono
affari loro. Io non ho problemi- Li guardò sospirando poi si voltò –Ciao- E
lasciando la cena a metà se ne andò sbattendo i piedi a terra
-Che serata movimentata-
disse Paolo sbuffando
-Bar?- propose Kikyo. Loro
annuirono e uscirono dalla sala.
Kagome stava per aprire la
porta della camera quando una voce la fece desistere. Si voltò
-Kujimawa. Che cosa c’è? Ho
sonno e non sono in vena di ascoltarti. Non abbiamo litigato abbastanza per
oggi?-
-Non mi inviti ad entrare?- chiese
lui
-No- Lei si contrappose tra
lui e la porta –Cosa vuoi?- Lui alzò il sopracciglio
-Volevo sentirti suonare. Ma
se non ti va…- Si voltò
-Perché?- Lui sorrise ma
quando si voltò era impassibile
-Perché ho voglia di sentire
della bella musica. E tu ne fai… chissà! Così forse ti viene l’ispirazione!-
Lei lo scrutò
-Non toccherai nulla?-
-Sul mio onore- disse lui –E
poi non ho il tifo- commentò offeso
-Che spiritoso… comunque non
è per quello è che… non voglio che un uomo tocchi la mia roba quindi…-
-Non toccherò nulla giuro-
Lei aprì la porta, entrò togliendosi le scarpe mettendosi le ciabatte
-Vieni, in effetti avevo
voglia di suonare un pezzo prima di dormire… comunque come mai tutta questa
gentilezza?- chiese lei mentre lui si guardava intorno
-Ma… litigare non porta a
nulla. Bella la stanza, grande e spaziosa. È molto ordinata anche!-
-Grazie! Beh, non hai visto
quella di Sango! È il contrario della mia, completamente!- Lo guardò aprendo la
stanza insonorizzata-Tu invece non mi
sembri il tipo da… ordine…- mormorò
-Sei diventata sensitiva?-
chiese lui
-Allora ci ho beccato!-
esclamò sedendosi sullo sgabello
-Diciamo che se tutto è in
ordine non trovo la roba mentre invece se è… sparsa…so sempre dov’è!- Lei annuì
ma si alzò subito
-Ehm… aspetta un momento.
Devo fare una cosa. Aspetta qua e mantieni la tua promessa!!- esclamò lei
-Non ti tocco nulla- ripeté
lui seccato –Io le mantengo le promesse- Lei mosse la mano e uscì chiudendo la
porta. Lui guardò un momento la stanza poi senza trovarci nulla di interessante
uscì andando nella camera di lei. Ci restò un momento poi mettendo velocemente
qualche cosa in tasca tornò nella stanza del piano. Kagome tornò qualche minuto
dopo sedendosi velocemente sullo sgabello
-Scusa. Che ti suono?-
chiese. Lui alzò le spalle mettendosi a terra
-Quello che vuoi- disse. Lei
sorrise e sospirando profondamente prese la calma interiore iniziando a suonare
la prima cosa che le venne in mente. Gli occhi chiusi, le mani che correvano
veloci rincorrendosi… quella era la vera musica e la vera pace interiore,
dopotutto quello era il primo insegnamento che le aveva dato Paolo!
Inuyasha la guardò.
La Kagome che suonava e la
Kagome bisbetica di sempre… erano due persone completamente diverse! Belle in
ugual modo certo, ma mentre la prima dava tranquillità e serenità, la seconda
dava ansia e un’ira terribile. Due persone uguali ma completamente diverse… Il
ragazzo era così assorto nei suoi pensieri che non si accorse che il piano
aveva pronunciato l’ultimo accordo. Kagome lo guardò
-Ohi… Kujimawa …? Sei
morto?- Lui si riscosse dai suoi pensieri e gli occhi la focalizzarono
-Come?- domandò stralunato.
Lei rise
-Mi guardavi ma sembravo
invisibile! Pensavi a qualche cosa di importante?- chiese lei
-Oh… no… niente di che-
mentì –Comunque non capisco. Questo era un pezzo inventato, giusto?-
-Si, e allora?-
-Se è inventato… perché non
lo suoniamo?- chiese mettendo una mano sotto il mento. Lei sfiorò con una mano
il piano contemplando l’oggetto
-Beh, è semplice. Non mi
ispira!- esclamò alzandosi. Lui alzò il sopracciglio
-Se non ti ispira… perché
suoni il pezzo?-
-Perché mi piace! Io non
suono nulla se non mi piace!- commentò lei annuendo. Lui corrugò la fronte
-Aspetta un momento… il
pezzo non ti ispira… ma ti piace?- Lei annuì sorridendo –Non ha molto senso,
trovi?-
-Invece ce l’ha! Ce l’ha
eccome!!-
-Ah si?-
-Si!- esclamò lei sedendosi
davanti a lui –Non mi ispira perché non lo suonerei mai davanti ad un pubblico!
Mai! È rozzo e poco accurato. Però mi piace perché quando suono sul momento dei
pezzi inventati lo faccio perché sono di umore strano. Capisci??- chiese lei
eccitata
-No- disse lui guardandola.
Lei abbassò lo sguardo sbuffando
-Ah! Lasciamo perdere… tanto
nessuno mi capirà mai- Si alzò mettendo le mani sulla testa –Bene Kujimawa. Sono
stati… 15 minuti molto emozionanti ma… ho sonno quindi…- gli indicò la porta
–Sloggia- ordinò
-Mi cacci?- domandò lui
-Espressamente. Dai,
sparisci. Voglio dormire 12 ore di fila e se tu sei qua… non posso. Quindi
tanti saluti- Lui si alzò e aprì la porta della stanza e lei lo seguì fuori
-Ti verrà in mente qualche
cosa di buono Kagome- E detto questo il ragazzo uscì dalla stanza lasciandola
da sola.
La porta si richiuse e lei
si mise a sedere a terra con il cuore che batteva forte. Non era mai entrato un
ragazzo nella sua camera. Anche se quella era solo una camera in via
transitoria si era sentita nervosa tutto il tempo. Ripensò al ragazzo e
sorrise, almeno era stato gentile… non era stato così scorbutico e rozzo come
al solito… meno male… e poi non aveva toccato nulla quindi… Improvvisamente si
accorse che l’aveva di nuovo chiamata per nome
“Uffa!!!!! Vabbè, ci
rinuncio! Kujimawa chiamami come ti pare guarda!” pensò seccata. Si sedette sul
letto scuotendo il capo quando qualcuno bussò improvvisamente la porta e la
ragazza sussultò –Si?- Nessuno da fuori rispose –Chi è? Sei tu Sango?- Niente.
La ragazza alzandosi aprì un pochino la porta mettendo fuori la testa. Beh?
Guardò a destra e a sinistra ma… non c’era nessuno. Stava per rientrare quando
qualche cosa ai piedi della porta la fece desistere. Delle mutandine blu, anzi,
le SUE mutandine blu con sopra un angelo alato erano abbandonate e stese bene a
terra con un bigliettino sopra scritto in bella calligrafia
Carine le mutandine
Sono proprio adatte a te
E ricorda
IO le mie promesse,
o almeno quasi tutte,
non le mantengo MAI
(Questa è una di quelle)
Buona notte angelo
Inuyasha
Kagome strabuzzò gli occhi
arrossendo furiosamente. Prese tutto e entrò in camera sbattendo la porta. Si
sedette tremante a terra rileggendo il biglietto diventando sempre più rossa.
Spalancò la bocca
-Cre… cre… cre…
CRETINO!!!!!!! SCORDATELO CHE MI CHIAMI ANCORA PER NOME!- gridò.
Inuyasha ghignò da dietro
l’angolo e fischiettando raggiunse la sua camera
Lunedì. Ore 8.40
Inammissibile.
Inaccettabile. Inaudito! Quell’idiota, quel cretino, quello stupido,
quell’imbroglione aveva fatto l’unica cosa che NON avrebbe mai dovuto fare!!!!
Se la sera prima aveva accennato a pensare che FORSE si era sbagliata sul suo
conto, beh, ora lo odiava ancora più di prima!! Ma si può?? E poi l’aveva
chiamata ‘angelo’!! Lei!?!? Beh, come soprannome non suonava così male però… oh
maledizione!! Kagome, che cavolo pensi!?!? E poi non era il suo angelo, perché
lei non era un angelo!! No, no, no e di nuovo no! Quell’energumeno stupido,
imbecille, senza un minimo di tatto.
Ora basta. Aveva fame e
doveva andare a colazione. Però… c’era lui e…
Kagome strinse al petto il
cuscino girandosi tra le lenzuola. Con uno scatto si alzò in piedi folgorata
-Kagome! Come dice il codice
di Hamurabi: occhio per occhio, dente per dente. Ignorare per ignorare!!
Ignorerò il bigliettino, ignorerò lui così la pianterà di rompermi l’anima! Ah
ah ah!!- Andò in bagno dove si cambiò e si lavò la faccia poi presa la chiave
uscì tutta contenta. A colazione individuò Naraku e gli si sedette a fianco
-Kagome-
-Ciao Naraku, tutto bene?-
-Si, grazie. Tu? Hai una
faccia…-
-Io? Sto benissimo! Non ho
dormito molto sai…-
-Capisco- disse solo lui
-E così domani Miroku
debutta- disse lei tutta contenta
-Già, in realtà credevo di
essere più preoccupato, invece…- Appoggiò il mento alle mani guardandola -…mi
sento tranquillo- Lei annuì
-Beh, è meglio così no?-
-Già- Si guardarono poi lei
abbassò lo guardò
-Che c’è?- borbottò lei
-Scusa, mi sono incantato a
fissarti. Un momento di debolezza- commentò lui sorridendo. Lei mise le mani
sui fianchi
-E così anche l’intrepido
Naraku mostra le sue debolezze. Potrei ricattarti lo sai?- Lui rise divertito e
lei lo seguì
-Sappi Kagome che sono un
uomo. Ho molte più debolezze di quanto immagini- Lei lo guardò
-Ad esempio?- chiese lei
curiosa. Il discorso si faceva interessante!
-Per esempio mi sono
innamorato di una donna dal primo momento che l’ho vista- disse lui sospirando
sconsolato
-Colpo di fulmine! E lei? Com’è?
Ti ricambia?- domandò eccitata dal nuovo fiorente amore
-Lei è bellissima,
divertente, carina con tutti, lei è… è… ma ha il ragazzo- sbottò lui
-Oh, mi spiace- disse lei
veramente
-Stiamo molto tempo insieme
però… sai, non è come vorrei!- Lei annuì
-Capisco Naraku- disse
annuendo –Perché non le parli?- Lui la guardò con gli occhi sbarrati –Se le
parli, sono sicura che non ti tormenterai più e così… saprai cosa lei prova per
te. Magari non ti immagini neppure quanto tu conti per questa ragazza!- esclamò
sorridendo. Adorava dare questi consigli… si sentiva così… così… così potente!
-Oh, beh… non saprei- disse
lui indeciso
-Buttati- affermò lei
annuendo
-Dove?- chiese una voce che
lei riconobbe al volo. Inuyasha arrivò seguito da tutta la banda e lei lo
fulminò. Quel sorriso strafottente e quell’aria da riccone-so-tutto-io e
sono-sempre-il-più-figo la urtavano in maniera incontrollabile! Ripensò al
biglietto e i suoi propositi di ignorarlo andarono a farsi benedire.
Hamurabi non le aveva dato
la pace sufficiente per ignorarlo, lo avrebbe ucciso mentalmente più tardi
-Tu ti puoi buttare giù dal
balcone visto che faresti un favore a tutti. Il resto, non è affar tuo- sibilò
acida. Lui alzò un sopracciglio sedendole vicino
-Oh, e dimmi signorina
inacidita, cosa ho fatto per ricevere questo trattamento da te di prima
mattina?- chiese lui mettendo il braccio sullo schienale della sedia di lei. La
ragazza ridusse gli occhi in due fessure nere poi decise di controllarsi.
Hamurabi per ora era salvo!
-No, non è successo nulla.
Dopo tutto con te sono sempre così, o sbaglio??- chiese lei sorseggiando la
cioccolata calda che era appena arrivata –Allora Miroku- disse lei allegramente
–Che suonerai di bello domani sera?- chiese lei
-Perché lo chiami per nome?-
sibilò Inuyasha
-Mi ha dato il consenso
Kujimawa- sbottò lei sottolineando il cognome
-Non mi sembra di averlo
sentito Kagome- ringhiò lui calcando il nome della ragazza. Miroku si accigliò
-Cazzo! Mi segui pure al
cesso!?- chiese lei sbattendo una mano sul tavolo
-Ti ha dato il suo consenso
in un bagno!?- domandò lui stupito
-Cretino! Era solo un modo
di dire!- Si guardarono e lei tornò a fissare l’amico –Allora Miroku?- sibilò
respirando a fondo per calmarsi
-A… avevo pensato ad una
musica allegra. Che dite?- Tutti annuirono
-Tu Sango? Hai solo due giorni di
tempo dopo il debutto di Miroku- Sango annuì
-Lo so, lo so. Va tutto
bene, me la caverò!- esclamò
-Bene. Ragazzi, ieri sera mi
hanno contattato e il luogo dove vi esibirete è pronto. Voglio portarvi. È
molto distante da qua, quindi vi voglio pronti oggi alle 14.30, capito?- loro
annuirono e Naraku si schiarì la gola –Poi, Miroku e Sango verrette con me per
farvi vedere come sarà impostata la serata così vi preparerete, ok?- I due
interessati annuirono
-Ehi Naraku? Ci sarà anche
quel grasso, grosso, uomo dell’altra volta con suo figlio?- chiese Kagome
interessata
-Certo- disse lui sorpreso
–Come mai ti interessa?- Lei sorrise alzando le spalle
-Oh, niente niente… sai
com’è!- Fece una risatina poi si alzò –Andiamo Sango?- chiese Kagome impaziente
-Cosa? An… andiamo? Dove?-
chiese lei sorpresa
-Ieri hai detto: “domani
Kagome, domani andiamo a fare un giro”. Bene, il domani è giunto! Muoviti! Ho
scoperto un posto magnifico- disse Kagome
-Ma… la colazione…- Si
lamentò Sango
-Ti offro il gelato- propose
Kagome sicura
-Arrivo- L’amica si alzò in
piedi e affiancata Kagome si allontanò veloce. Inuyasha strinse gli occhi e
guardò Kikyo
-Vuoi fare un giro?- chiese
lui
-No Inuyasha, scusami. Sono
molto stanca, vado a dormire- Gli sorrise alzandosi e baciandogli le labbra se
ne andò lanciando uno sguardo indecifrabile a Naraku che alzò il sopracciglio
-Molto bene signori, ci
vediamo questo pomeriggio. Ho delle urgenze e non posso trattenermi. Buona
mattinata- E senza aspettare risposta se ne andò
-Ehi Miroku, e quella
ragazzina che hai incontrato l’altra sera?- chiese Inuyasha. Miroku sospirò
-Io non vado con le vergini-
I due amici annuirono comprensivi.
La macchina correva veloce
sulle strade affollate della città. I suoi passeggeri, silenziosi come poche
volte, contemplavano il paesaggio. Nel cielo blu, le nuvole nascondevano a
tratti il sole illuminando con giochi di luce edifici e persone che
passeggiavano nei marciapiedi. La macchina parcheggiò dolcementee i suoi passeggeri scesero guardandosi
intorno interessati. Inuyasha sbuffò
-Beh? Dov’è?- chiese
-Quando si dice che non si
sa guardare al di là del proprio naso, non siamo neppure a metà!- Lo prese in
giro Kagome. Lui alzò il sopracciglio e lei sbuffò –Amplia la tua mentre
Inuyasha!- Gli indicò davanti a lui. Tutti alzarono il sopracciglio anche se
lei sembrava non averci fatto caso e il ragazzo decise bene di stare zitto
-Kagome, bastava solo dire:
guarda davanti a te- sbottò lui mentre gli altri entravano
-Non chiamarmi per nome. Per
te sono Higarashi! Quante volte te lo devo dire??- Lui le passò di fianco
-Tante, tantissime volte
angelo- E detto questo entrò. Kagome arrossì furiosamente
-IDIOTA!- urlò entrando a
sua volta.
Il corridoio era largo e
sfarzoso, a terra un lungo tappeto rosso era ricamato con fili d’oro. Kagome
seguì Inuyasha pestando i piedi e quando arrivò a destinazione Naraku, Miroku,
Sango e Kikyo li stavano aspettando accompagnati da un uomo. Un gran bell’uomo!
Atletico, la carnagione scura e gli occhi blu. Sorrise e iniziò a parlare, solo
che non si capiva un accidenti!
-Il signore si chiama
Marlov- tradusse Naraku –Vi spiegherà brevemente come si terrà la serata-
L’uomo continuò a parlare indicando la stanza e Kagome la guardò. Era un enorme
sala da ballo, gli arazzi appesi ai muri sembravano molto antichi, e le
finestre aperte per far prendere aria a quella stanza erano in uno stile tutto
particolare, il pavimento era ricoperto da un grandissimo tappeto color giallo
antico faceva di quella una stanza bellissima –Qui si terrà gran parte della
serata- continuò Naraku –Ma al punto clou…- I ragazzi vennero portati in una
sala adiacente a quella trovandosi in un piccolo teatro circolare con al centro
un enorme palco in legno. Un loggione poteva contenere almeno otto persone.
Avevano poltrone di velluto rosso e le pareti erano ricamate con disegni
floreali –Verranno tutti portati qua, andrete nelle giunchiglie e chi dovrà
suonare salirà sul palco. Si potranno fare bis o, altrimenti si tornerà nella
sala di prima- concluse Naraku. Loro annuirono e con un cenno del capo Marlov
se ne andò
-Oh, che piacere Naraku-
Loro si girarono e Kagome si trovò davanti niente di meno che… Tom! Sorrise
incantata da tanta bellezza e gentilezza in una sola persona
-Tom. Che ci fai qua?-
chiese Naraku stringendo la mano del ragazzo
-Mio padre mi ha mandato qua
per vedere come sono i preparativi. E poi stavo cercando Marlov- disse.
Inuyasha fece una smorfia, che damerino!
-È appena andato via-
confermò l’uomo annuendo indicandogli dove si era diretto
-Grazie. Lo raggiungo.
Inuyasha, Miroku, Kikyo, Sango, Kagome- disse guardando quest’ultima -È stato
un piacere incontrarvi. Ci vediamo domani sera no?- chiese
-Si. È stato un piacere
rivederti- disse Sango cortesemente
-Piacere tutto mio- E veloce
si allontanò
-Beh, aspettate un momento-
Kagome si eclissò veloce come un razzo raggiungendo Tom –Ehm. Scusami- disse.
Lui si fermò guardandola
-Kagome. Dimmi pure- disse
lui in un perfetto giapponese. Non c’era nessuno lì intorno però… cosa doveva
digli ora? Lo aveva seguito solo per stare un pochino con lui però…
-Io? Ecco… ti volevo
accompagnare da Marlov! Naraku e gli altri ne hanno ancora per molto quindi…-
disse lei velocemente. Lui rise
-Ok, allora andiamo no?- Lei
si incamminò al suo fianco con il cuore che batteva veloce. Cavolo, si era
presa una cotta per uno che non avrebbe mai rivisto dopo quelle due settimane!
Che fregatura!
-Non ho ancora una dama per
domani sera- Lei si bloccò guardandolo
-Co…come?- balbettò lei
-Per domani sera non ho
ancora incontrato una dama e mi chiedevo se… se ti andava di venirci con me-
disse impacciato. Che carinoooo!!! Era pure timido timido!!
-Si, si vengo- disse lei con
foga. Lui sorrise e lei arrossì
-Perfetto. Allora ti vengo a
prendere domani sera alle 20.00 davanti al tuo hotel- confermò lui
-Ok, va bene. Ci sarò- disse
lei. Lui alzò la mano e dopo averle sfiorato la mano con la propria se ne andò.
Quando fu sparito dietro l’angolo, Kagome alzò le braccia al cielo –SI!!!-
esclamò quasi saltellando felice.
Inuyasha, dietro l’angolo
strinse i pugni mentre gli occhi si incupivano terribilmente. Odiava essere
geloso, lo odiava da morire! Ma Kagome era sua, e nessuno l’avrebbe avuta!
Nessuno!!
Ciao!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Come va??? Sob, la scuola è iniziata
ç_ç tranquilli, non sto piangendo… sono solo… una fontana!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Vediamo di tornare a noi… è meglio!! Abbiamo lasciata la nostra Kagome
felicissima per l’invito di Tom e un Inuyasha… molto incazzato ^^! Vogliamo
vedere che succede??? Beh, l’unica è leggere!!!!!!
Bwahahahahahahahah!!!!!!!!!!!!! V.V ok, basta… ho capito! passiamo ai
ringraziamenti, ok??
Shikon: bella sta idea dei bigliettini eh?? ^^ modestamente la
sottoscritta… è la sottoscritta!! Per il ballo….ehehehehehehehehehe!… leggi
leggi! Non posso risponderti per Kikyo e Naraku V.V toglierei la sorpresa se ci
fosse… comunque grazie mille per la rec! ^________________^
Sango91: eh eh… grazie mille ^^ ma è ancora presto, fidati V_V davvero
molto presto prima che succeda qualche cosina tra Inu&Kag… ma non ti
preoccupare! ^_^
Kagomechan91: possessivo?? Nooooooooooooooooooooooo!!!! Praticamente se
Kagome non sta attenta lui la rinchiude in una stanza a vita!! Grazie per non
ammazzarmi ^_^ Ecco il cap, spero ti soddisfi! ^.^
Resha91: vero che è bellissimo??? Tom mi piace un sacco!! Ora Inuyasha è
troppo sicuro di se… ma “aspetta e spera! Che poi savv’era!”^________^
Ottimo, e dopo questa vi lascio a questo bellissimo, fantasticassimo,
grandissimo cap!!
Che modestia eh?? ^^
COMMENTATE!!
Baci!!!
Capitolo 8
Forza Miroku!!
Kagome tornò dal gruppo con
un sorriso che poteva abbagliare chiunque
-Beh? È successo qualche
cosa?- chiese Miroku alzando un sopracciglio
-No no. Cosa deve essere
successo??- chiese lei prendendo Sango a braccetto –Beh, ora dove si va??-
chiese allegramente. Naraku li guardò un momento passandosi un dito sotto il
mento poi sorridendo disse
-Beh, se vi va possiamo
andare a prendere i vestiti per domani sera- comunicò. Loro annuirono –Bene!
Allora andiamo!- Uscirono dal teatro
-Aspettate!- esclamò Miroku
–Ci manca Inuyasha- comunicò guardandosi intorno
-Kagome, ma non lo hai visto
tornando indietro? Ha raggiunto te e Tom- disse Kikyo guardandola. Kagome
scosse la testa alzando le spalle
“Oddio. Aspetta un momento!
Vuol dire che ci ha sentito parlare? Beh, forse non ci ha raggiunti perché non
ci ha trovato! Quindi non ha sentito nulla… speriamo che sia andata così… sai
che scenate altrimenti? E poi mi dispiacerebbe un sacco che ci abbia sentito
parlare di certe cose così! È brutto!” Kagome a quel pensiero sussultò “Ehi ehi
ehi! Aspetta un momento! Cosa vuoi che me ne freghi di quello che ha sentito
Inuyasha?? Inuyasha? Occavoli! E da quando lo
chiamo per nome!? Sto impazzendo?? Non mi interessa un tubo di lui e delle sue
menate varie! Che vada al diavolo! Ok, respira Kagome, respira… oh! Sta
arrivando. Merda, è furioso o sbaglio?” pensò Kagome deglutendo leggermente.
Inuyasha arrivò, gli occhi ridotti in due fessure nere che mandavano lampi, i
pugni chiusi e il passo pesante
-Inuyasha, tutto bene?-
chiese Paolo alzando un sopracciglio. Kikyo lo scrutò un momento poi sospirò,
chi meglio di lei poteva sapere il suo umore in quel momento anche solo con una
occhiata? Dopo tutto si conoscevano da una vita e non ci voleva un genio per
capire che era irato in maniera incredibile! Fece un passo indietro. Lei
comunque non c’entrava e non voleva avere nulla a che fare con i suoi problemi,
un Inuyasha arrabbiato era abbastanza pericoloso. Inuyasha guardò Paolo
malissimo gelandolo con lo sguardo –Ok, come non detto- disse facendo un passo
indietro l’insegnante. Miroku sbuffò
-Calmati Inuyasha, per
carità! Non fare il deficiente- disse cercando di calmarlo
-Miroku- sibilò Inuyasha
–Non rompere le palle- Miroku alzò un sopracciglio –e vedi di farti i cazzi
tuoi una volta tanto- Posò lo sguardo su Kagome che deglutì leggermente
spaventata. Il viso di lui si indurì e passandole di fianco entrò in macchina
-Kagome? Che cosa hai
fatto?- domandò Sango guardando l’amica
-Io? Non ho fatto nulla io!
Perché dovrei aver fatto qualche cosa??- chiese lei offesa
-Beh, ti ha guardato
malissimo- affermò Sango annuendo
-Ma che c’entra? Ha guardato
male anche Miroku!- esclamò Kagome
-No no, ti ha proprio
incenerito- asserì Miroku convinto
-Ma… ma io… non gli ho… non
ho fatto nulla!- balbettò grattandosi il mento pensierosa –Manco gli ho parlato
in questi 10 minuti!!-
-Allora inconsciamente hai
fatto qualche cosa!- insistette Sango
-NO!- urlò. Si bloccò un
momento –A meno che…- “Forse mi ha sentito parlare davvero con Tom… ma perché
dovrebbe arrabbiarsi quello stupido? Insomma, non ha senso! Boh, chi capisce i
maschi… è proprio brava!!” pensò sospirando –Comunque, cambiando discorso, li
andiamo a prendere i vestiti, si o no?- domandò seccata. Naraku annuì e guardò
l’orologio
-Si, muoviamoci- disse
incitandoli a salire in macchina. Kagome salì per ultima così da essere lontana
da Inuyasha che stava rigido con i pugni serrati tanto da avere le nocche
bianche
“Perché maledizione! Perché
sono geloso?? Non lo dovrei neppure essere per quella stupida di Kagome!!
Dio... quanto odio quando sono così! Però lei poteva anche rifiutare!! Invece
no!! Quel… Tom… quel piccolo stupido borioso crede di essere anche solo
lontanamente più bello e attraente di me!? Maledizione! Io sono migliore di lui
in tutti i campi! Invece Kagome è completamente persa da lui! Tom, Tom e di
nuovo Tom!! Ma come può piacergli un tipo così!? Non è neppure interessante!
Non lo conosce nemmeno eppure va a sto cavolo di ballo con lui!!” pensò rabbioso
ringhiando. Voleva la guerra?? Bene! L’avrebbe avuta quel damerino! Avrebbe
voluto non usare quella risorsa, il piano iniziale era solo quello di portarla
a letto beh, ora il piano era cambiato! Completamente! Avrebbe fatto in modo
che lei pensasse solo a lui e poi… si mise una mano in tasca, toccando
leggermente la chiave che portava sempre con se dell’albergo che gli aveva dato
Paolo… avrebbe usato quel passepartout. Dopotutto, il fine giustifica i mezzi!
Gli comparve un sorriso crudele sulle labbra e Paolo lo guardò impassibile.
Quel sorriso non gli piaceva per niente… guardò Kagome che parlava
tranquillamente con Sango. Forse avrebbe dovuto dirglielo… però… forse non era
una buona idea, dopotutto lei lo avrebbe potuto disprezzare per ciò che sapeva…
scosse la testa. Non voleva perdere la fiducia di Kagome, però se non glielo
diceva Kagome avrebbe fatto, forse, una pessima fine. Sarebbe stata usata per
le gelosie di una stupido ragazzino. Sbuffò. Basta! Non ne voleva sapere nulla!
Era stanco di queste situazioni assurde!!
In un angolino della sua
mente, si rimproverò di aver portato i ragazzi in quella città…
I ragazzi rimasero in
macchina, e solo le ragazze entrarono nel solito negozio pronte per scegliere
il vestito. Sango entrò facendo suonare il campanello, ma quando Kagome la
stava per seguire Kikyo la fermò per un braccio. Kagome e la ragazza si
guardarono
-Kikyo, dimmi-
-Ascolta Kagome, conosco
Inuyasha da tutta la mia vita- disse Kikyo piano –E non l’ho mai visto così
arrabbiato. Ti do un consiglio: stagli lontano per un po’ se ce l’ha con te. Se
gli gira male non sai cosa può combinare- mormorò piano –E un'altra cosa, tanto
per avvertirti. È possessivo da morire e non lascia andare le ‘sue’ proprietà-
concluse. Kagome alzò un sopracciglio. E quello cosa c’entrava??
-E… tu sei di sua
proprietà?- mormorò Kagome. Kikyo sospirò e distolse lo sguardo sconsolata.
Entrò senza dire nulla ma quello valse più di mille parole. Lei era una sua
proprietà però… lei non sembrava molto contenta, o sbaglio?? Ma non lo amava
poi? Lei aveva detto di si, mentiva forse? La testa di Sango comparve fuori
dalla porta
-Kagome ti muovi o devi
aspettare il tram?- sbottò seccata. Kagome si riscosse e la guardò
-Ah ah ah Sango, come sei
divertente oggi- commentò ironica entrando nel negozio anche lei. Restarono
dentro due orette e quando tornarono fuori erano contente degli acquisti.
Kagome aveva scelto un vestito azzurro con le spallinesottili, una scollatura accentuata, il tubino
aderente e una lunga gonna a pieghe che aveva un leggero strascico. Le stava
una meraviglia!! Voleva essere una meraviglia, per Tom, solo per lui. Kikyo
aveva preso un abito color rosa antico simile a quello di Kagome, solo che la
scollatura era davvero micidiale. Quando le due ragazze l’avevano visto le
avevano subito chiesto su chi voleva fare colpo ma lei aveva solo sorriso
timidamente senza proferire parola. Sango invece aveva scelto un vestito con le
spalline color grigio perla, il tubino aderente e dei guanti del medesimo
colore. Entrarono in macchina ma notarono che non c’era nessuno, molto
probabilmente erano tornate a casa gli altri. Kagome ne fu felice, almeno non
avrebbe rivisto Inuyasha!!
L’autista le portò nella
gioielleria dove erano state l’ultima volta. Lì Kagome, non comprò gioielli di
nessun tipo, se non per due pettinini decorati di azzurro. All’hotel Kagome non
vide Inuyasha da nessuna parte, neppure a cena dove Naraku le ricordò che
mancavano solo 12 giorni per il loro debutto tutti insieme. Infatti dopo cena
Kagome decise di mettersi al lavoro ma prima parlò a Sango dell’appuntamento
del giorno dopo con Tom
-Credi che Inuyasha vi abbia
sentito?- chiese Sango dopo un po’ –questo spiegherebbe il fatto del perché è
arrabbiato!-
-Ok ma… non ne ha motivo!
Insomma, litighiamo sempre e non ci sopportiamo, perché dovrebbe essere
arrabbiato?-domandò Kagome
-Oppure è geloso- mormorò
Sango
-Come?- chiese Kagome
distratta. Sango scosse la testa
-Nulla nulla, una cosa
sciocca e impossibile. Comunque non pensarci, vedrai che gli passerà presto!
Ora và e prepara qualche cosa per noi poveri umani!- esclamò divertita Sango
-Mi aiuti?- chiese
speranzosa Kagome
-No- sbottò secca l’amica
seriamente aprendo la porta della camera di Kagome
-Ahhhhh, come sei cattiva!!-
esclamò facendo finta di asciugarsi una lacrima
-Ma va!!- esclamò ironica
Sango –Notte-
-Notte- disse Kagome
sorridendo. L’amica chiuse la porta e lei si andò a fare un bagno con la fronte
contratta dallo sforzo. Non capiva proprio perché Inuyasha facesse così…
Ci aveva provato, si era
sforzata di scrivere un pezzo da suonare ma niente, non le veniva nulla! E
perché? Perché Inuyasha le veniva sempre in mente! E questo dopo un po’
imbestialisce parecchio…
-Basta basta
bastaaaaaaa!!!!- esclamò Kagome alzandosi dallo sgabello del piano chiudendo di
botto il coperchio –Non ce la faccio! Oggi non gira come deve girare e
maledizione che nervi!!!- chiuse la porta insonorizzata sbattendola e si buttò
sul letto abbracciando il cuscino “Perché accidenti? Perché mi fa tanto male
vederlo incavolato? Perché vorrei sapere che cos’ha per aiutarlo?? Sono una
persona generosa e altruista, me lo dicono sempre, forse è per questo che lo
voglio sapere… forse… però, allo stesso tempo non vorrei aiutarlo perché è
odioso, insopportabile e non meriterebbe il mio aiuto… uffa! I maschi sono così
dannatamente complicati che mi chiedo come si possa trovare un punto di
incontro con loro!” pensò sospirando. Chiuse gli occhi addormentandosi,
dimenticandosi di mettersi sotto le coperte.
Martedì. Ore 8.22
Naturalmente la mattina
dopo, quando si ritrovò avvolta nel panno, non si chiese nulla pensando di
essersi coperta lei la sera prima.
Miroku non si fece vedere
per colazione, ma quando arrivò a pranzo sembrava un pezzo di legno
-Miroku, respira ti prego-
disse Kagome –Sei un po’ pallido-
-Non ho chiuso occhio- disse
lui deglutendo. Il gruppo si guardò. Sango strinse le labbra. Conosceva un
rimedio per l’insonnia però… scoprirsi così tanto… lo aveva usato anche quando
stavano insieme quindi praticamente si sarebbe scoperta da sola!! Ma vederlo
così… era davvero straziante!
-Aspetta! Ho un’idea!- Sango
si alzò in piedi guardando Miroku facendogli l’occhiolino –Ho un metodo contro
l’insonnia che è… come una magia! Me lo ha insegnato mia nonna- Si allontanò
–Torno subito!- Tornò veloce in camera dove prese un sacchettino leggero chiuso
con un nastrino blu. Lo portò giù nelle cucine dove chiese dell’acqua calda.
Lì, mise dentro il contenuto del sacchettino poi ci versò dentro un cucchiaino
di miele per addolcire il sapore. Ringraziò la cameriera che l’aveva aiutata
poi si allontanò stando attenta a dove metteva i piedi. Tornò al tavolo e
appoggiò davanti a Miroku la tazza –Bevi- ordinò. Lui guardò il contenuto non
molto entusiasta –Muoviti!-
-Non è che non voglia berlo
ma… che ci hai messo dentro?- Lei sospirò
-Foglie di the e miele. Ora
lo bevi?- Lui lo buttò giù tutto d’un sorso e lei lo guardò impaziente
-Wow! È buono da morire!-
esclamò lui. Lei sorrise compiaciuta
-Bene! Anche la mia buona
azione oggi è andata! Con il vostro permesso mi dileguo alla velocità del
suono-
-E dove vai?- chiese Kagome
sospettosa. Sango le sorrise
-A fare i compiti
naturalmente!- Kagome sbuffò guardandola allontanarsi
-Ecco! Te pareva? Se non è
in giro è a fare i compiti!- esclamò seccata Kagome. Scosse la testa alzandosi
–comunque vado anche io- disse stirandosi leggermente
-E dove?- domandò Naraku
-In camera. Devo dormire un
po’ o crollo… non ho dormito molto ieri sera a dire la verità!- esclamò lei
-Come mai?- chiese Paolo
-Troppi pensieri sull’unica
persona che non dovrei mai pensare- sbottò lei andandosene irritata. Tutti gli
sguardi si posarono su Inuyasha che alzò un sopracciglio raggelandoli. Loro
distolsero velocemente lo sguardo. Ora era più calmo di ieri però come dice il
proverbio: non svegliar il can che dorme!
La sera arrivò presto e con
lei l’agitazione di Kagome. Era già tutti andati da un pezzo alle festa e lei,
davanti all’atrio, aspettava impaziente Tom. L’abito le stava da Dio e i due
pettinini le tenevano elegantemente su i capelli ma lei… si sentiva molto,
molto agitata. Gli sarebbe piaciuta? Sarebbe stata all’altezza di stare al suo
fianco tutta la sera in mezzo a tutta quella gente? Una mercedes si avvicinò
lentamente fermandosi davanti alle scale dell’hotel. La ragazza sorrise, prese
un profondo respiro euscì
compostamente. Tom uscì dalla macchina e le si avvicinò quasi di corsa.
Indossava pantaloni e giacca nera, la camicia bianca e l’immancabile cravatta.
Si sorrisero
-Ciao! Scusa per il ritardo-
disse lui scusandosi
-No, figurati!- esclamò lei
guardando l’orologio –Non sei in un ritardo disastroso!- Lui sorrise rilassato
-Ah! Ho una cosa per te-
disse lui mettendo una mano dentro la giacca. Ne estrasse una scatola
infiocchettata allungandogliela
-Oh, non ce ne era bisogno Tom,
davvero!- Lui scosse la testa
-Scherzi? Forza apri!- Lei
tirò su il coperchio e gli occhi le brillarono. Tirò fuori un fiore a forma di
rosa e la guardò ammirandola
-Che bella- mormorò. Lui
gliela prese dalle mani infilandola nel polso
-Ecco, ora possiamo andare-
Le allungò il braccio che lei prontamente prese. Le aprì la portiera –Sei molto
bella- disse lui. Lei arrossì
-Grazie. Anche tu- mormorò.
Salirono e la macchina iniziò a muoversi lentamente per poi sfrecciare nelle
stradine della città.
Quando arrivarono a teatro
stavano parlando animatamente e quasi non si accorsero di essere entrati nella
sala principale dove tutti attendevano la cena
-Scusa Tom, vado a salutare
i miei amici. Torno subito- Lui annuì
-Ti aspetto al banco delle
bevande- Lei annuì sorridendogli poi si allontanò verso i ragazzi poco più in
là
-Ciao Kagome!- esclamò Sango
avvicinandosi
-Ciao Sango, allora?-
-Tutto bene. Tom?- chiese
l’amica guardandosi in giro
-Mi aspetta dalle bevande.
Lo raggiungo subito, volevo solo venirvi a salutare- Guardò Miroku che era un
po’ in disparte, leggermente pallido –Ehi Miroku, stai bene?- Lui annuì
-Si, grazie- disse incerto.
Guardò Kikyo e Inuyasha che parlavano e sospirando salutò l’amica. Raggiunse
Tom velocemente e lo vide sorseggiare del vino
-Scusami- Lui scosse la
testa
-Figurati, dunque… di che
stavamo parlando?- chiese lui. Lei ci pensò un momento
-Ah si! Di quando hai
chiesto a quella tua compagna di scuola di uscire. La tua prima volta no?- Lui
scoppiò a ridere annuendo
-Si! Miseria, se ci penso
adesso non riesco a non ridere! E pensare che quel giorno sarei voluto
sprofondare sotto metri e metri di terra!!- disse ghignando
-Perché?- domandò lei
-Lei era più grande di me di
quasi 2 anni- Lei scoppiò a ridere –Praticamente io ero in seconda media e mi
ha fatto fare una figuraccia davanti a tutti!- Lei si coprì la bocca con la
mano cercando di trattenersi
-Me lo immagino!- esclamò
divertita –Ma tu quanti anni hai?-
-20 appena compiuti- rispose
lui –Come mai?- Lei scosse la testa
-Nulla, è che sembri anche
più… giovane- disse
-Più giovane!?- esclamò lui
fingendosi offeso –Kagome, io sono giovane, sono nel fiore dei miei anni!- Lei
alzò un sopracciglio
-E allora io? Ne ho 15,
comprendi?- chiese lei sbuffando –Se non sono io nel fiore della vita… chi lo
è?-
-Tu sei un po’ acerba però…-
Lei scosse la testa –E quando li compi gli anni?-
-Tra due mesi, il 23-
-Quindi in Aprile- mormorò
lui –Non lo potremo festeggiare. Che peccato!- esclamò. Lei arrossì
-Beh, non ce né neppure
bisogno…- Lui scosse la testa deciso
-No! I compleanni sono
importantissimi! Facciamo una cosa?- domandò lui. Lei lo guardò
interrogativamente –Domani sera, che è mercoledì, andiamo a cena fuori per
festeggiare il tuo compleanno. Abiti informali. Ti va?- chiese. Lei lo guardò stupita.
Era molto più infantile di quanto sembrava
-Beh, non vedo cosa ci sia
di male- acconsentì lei. Lui sorrise
-Che bello!- esclamò lui
contento scostandosi una ciocca ribelle dalla fronte –Allora, com’è il tuo
amico laggiù?-
-Come?- chiese lei guardando
dove guardava Tom. Incontrò gli occhi freddi di Inuyasha e deglutì
-È da tutta la sera che mi
guarda male… ho fatto qualche cosa?- chiese lui. Lei scosse la testa
distogliendo lo sguardo
-No, non so perché fa così.
Ma lascialo perdere, non guardarlo neppure!- esclamò
-Per caso è il tuo ragazzo?-
domandò lui. Lei scosse veloce la testa
-Quello!?!? È un cretino e
uno stupido! Come credi possa piacermi anche solo lontanamente?? E poi lui ce
l’ha già la ragazza!- esclamò lei velocemente –Tu invece?- Lui sorrise
-Fidanzato a distanza- disse
lui sinceramente. A lei quasi caddero le braccia –Era nel mio stesso college ma
lei non è della mia stessa classe sociale e per mio padre quello è tutto. Per
questo lui non sa nulla e cerca di trovarmi la fidanzata con dei matrimoni
combinati- disse lui
-E… insomma… il vostro amore
sopravvive?- balbettò lei
-Oh si… ci sentiamo spesso e
a volte la vado pure a trovare quindi…- Alzò le spalle –Io mi fido di lei.
L’importante è quello poi, giusto?- Lei annuì sorridendo
“Bene Kagome, fregata sul
tempo. Mettiti il cuore in pace và!” guardò in giro e fissò gli occhi scuri di
Inuyasha. Distolse lo sguardo subito “Ma non la pianta mai di fissarmi quello?
Ok, sono bellissima però… uffa! Ecco che ricomincio con il mio narcisismo… quando
faccio così mi strozzerei da sola! Kagome, piantala con questi discorsi e… oh!
Dobbiamo andare a sentire Miroku… forza Miroku!!!” Si sedettero tutti quanti
negli appositi posti e Kagome vide poco più in là il padre di Tom. Guardò
Miroku salire sul palco mettendosi in posizione, le bacchette levate.
Kagome non comprendeva cosa
Miroku provasse in quel momento, dove tutti guardavano solo lui e dove l’aria
sembrava essersi fermata, ma dopo averlo ascoltato, fu certa che il suo debutto
fu fantastico. Miroku fece molti bis dove suonò pezzi vecchi e nuovi ma dopo la
festa, tutti parlavano di lui. Alla fine, a sorpresa, dovette fare pure un
discorso davanti a tutti. Il microfono in mano, la stanza buia tutti i
riflettori puntati su di lui… una favola! Kagome guardò Sango che batteva le
mani insieme a tutti gli altri quando il ragazzo si avvicinò un po’ imbarazzato
a loro. L’amica aveva gli occhi lucidi e sapeva quanto avrebbe voluto in quel
momento abbracciarlo
-Il tuo amico è proprio
bravo, lo sai?- Kagome guardò Tom che batteva ancora le mani
-Si, e pensare che era così
teso oggi- disse
-Anche prima sembrava un
palo- ghignò Tom. Kagome rise
-Dai, non essere così
cattivo-
-Cattivo io? Questa è
davvero buona!-
-Tom!- I due si girarono
-Naraku- disse Tom
sorridendo
-Ciao!- esclamò allegramente
Kagome a lui e al gruppo al suo seguito
-Allora? Tutto bene?- chiese
Paolo. Loro annuirono
-Sei stato bravissimo,
complimenti- disse Tom a Miroku. Lui sorrise annuendo
-Grazie. Era tesissimo oggi-
rispose Miroku
-Si, Kagome mi ha informato-
disse Tom indicando la giovane che annuì. Tom guardò Inuyasha che lo guardava
con due occhi di ghiaccio. Lui alzò un sopracciglio poi sorrise –Ah, ora
capisco- disse sorridendo per poi scoppiare a ridere
-Cosa?- chiese Kagome
stupita
-Kagome, sono un ragazzo
innamorato e giuro che queste cose le capisco anche io dopo un po’- disse. Fece
un cenno al gruppo ghignando poi si allontanò
-Ok, ma cosa?- chiese Kagome
correndogli dietro. Lui sospirò fermandosi
-Te lo dico domani. Non
vorrei essere ucciso- commentò Tom scoppiando di nuovo a ridere –Ti giuro, che
è meglio che vai con i tuoi amici, fidati. Ti vengo a prendere domani al solito
orario?- chiese lui. Lei annuì
-Aspetta- si tolse il fiore
porgendoglielo
-Oh, tienilo pure- Lui
glielo rimise e le baciò la mano –A domani sera- mormorò prima di allontanarsi.
Kagome si voltò verso il gruppo allibito e lei alzò le spalle
-Beh, è andata bene no??
Bene, io ora vado in hotel che mi metto a dormire- prese Sango a braccetto –Mi
prepari quella tisana di oggi?- chiese
-No, resto ancora un po’ io-
disse Sango –Domani te la faccio. Giuro- Kagome annuì poi con un cenno della
mano si allontanò per poi bloccarsi. Si girò e disse
-Mia nonna diceva sempre: le
persone cambiano nel tempo sia nell’aspetto che nell’anima, ma rimangono sempre
le stesse persone- disse saggiamente
-Cioè?- chiese Paolo
-Nel senso Paolo, che a
volte basta guardare al di là di ciò che vedono i nostri occhi per vedere una
persona meravigliosa già conosciuta. Comprendete?- E senza aspettare risposta
aggiunse –Notte!- sventolò la mano e uscì dal teatro. Mise le mani sui fianchi
mentre l’aria fresca della notte gli accarezzava il viso –Ah! Come mi piace
essere così saggia! Speriamo che chi deve avere capire abbia capito…- Scosse la
testa –Ne dubito comunque. Miroku, come tutti i maschi, è così scemo!- Salì in
macchina e fu portata all’hotel dove si mise a letto senza troppe cerimonie.
Salve ^____________________^, come ve la passate??? Io da Dio!!!!!!! ^^
-Tranne per il fatto che Lunedì devo saldare il debito che ho in Fisica
V.V ma sono inutili dettagli ^______________^-
Benissimo!!!!!!!! Domani ho il matrimonio di mia cugina, (non vado a
scuola! Salto diritto!!!!!!!!!!!!!!!^____^) e per l’occasione mi sono fatta i
colpi di luce rossi (inutile dire che sono bellissima!), così volevo mettere
questo breve cappy (10 pagine! ^^- bril bril)!!
Vi ricordate dove siamo arrivati, miei giovani (ho 15 anni!!! -_-’’)?
La nostra Kagome ha scoperto che Tom è fidanzato e il suo cuoricino ha
perso un battito, il ballo di Miroku è stato un successo e il povero Inuyasha è
geloso marcio ^__________^ (bwahahahahahahahahahaha! Soffri bastardo!
Bwahahahahahaha!!!*_____*)
Sango91: ç_ç grazie, sono commossa! Ma tu continua pure a dire che è
bellissima! Giuro, non piango ^____________^!!! Smak!!
Shikon: V.V prima che combinino (scusa, che combini!) qualche cosa devi
aspettare ancora qualche cap. Ce la farai??? ^______^
grazie per la rec, bacino! ^_-
Kagomechan91: tranquilla, ho capito lo stesso ^.^ Comunque, hai mai
pensato di diventare una sensitiva? Sei sulla buona strada ^_- Bacione!!^___^
Molto benissimo (?)!! Dopo ciò vi mando un forte abbraccio e vi dico
solo…LEGGETE! E naturalmente… RECENSITE!! Smakkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkk!! ^.^-
Capitolo 9
Appuntamento
Mercoledì. Ore 18.15
-COME!? FIDANZATO A
DISTANZA!?!?!?- urlò Sango scattando in piedi
-Rilassati- disse Kagome
–Non capisco perché ti agiti tanto, a me stava per venire un infarto, però
nemmeno tu scherzi- Sango fece finta di asciugarsi una lacrima
-Oh, no… Il mio amore non
ricambiato, che amarezza- Kagome fece una smorfia schifata
-Beh, è un gran bel figo
Tom, era chiaro, palese, che avesse una. Non averla sarebbe stato un sacrilegio
per lui no??- disse Kagome guardando il display del cellulare sdraiandosi sul
suo letto
-Si… però… uffa!- sbottò
Sango stendendosi a fianco lei. Sorrise maliziosa –Comunque oggi uscite-
-Stasera si… non so nemmeno
che facciamo… ha detto che mi porta a cenare ma poi… boh!- esclamò
sbadigliando. Guardò l’orologio: le 18.20. Doveva iniziare a prepararsi
–Scusami Sango, devo iniziare a prepararmi quindi…- Le indicò la porta –Esci
grazie-
-Mi stai buttando fuori?-
chiese offesa Sango
-Ma certo che si- ghignò
Kagome
-A proposito- Kagome la
guardò seccata –Dopo vado giuro- La ragazza al suo fianco annuì –COME CAZZO TI
È SALTATO IN MENTE IERI SERA DI DIRE QUELLE CAZZATE!?!?!?- urlò Sango a
squarciagola. Kagome si fece piccola piccola indietreggiando
-Ca… cazzate? Non… non
capisco…- balbettò spaventata. Sango la prese per il colletto
-Sai benissimo di che parlo-
sibilò –Non stavi vero alludendo a me?- Kagome ricordò tutto in un baleno.
Ok, il piano non era questo.
Miroku doveva capire, NON Sango! Beh, la sua amica era molto perspicace ok… ma
perché le venivano questi lampi di genio quando non doveva averli??
La ragazza parlò in un
falsetto strozzato
-A te? No. Ma cosa dici?-
disse deglutendo un pochino. Sango le lanciò uno sguardo di rimprovero poi la
lasciò sorridendo
-Beh, al massimo se torni
presto questa sera ci vediamo e parliamo di cosa avete fatto, ok?- Kagome annuì
velocemente –Ciao e divertiti!- Sango aprì la porta
-Grazie- disse quando Sango
chiuse la porta. Si mise a sedere e sospirò –Cavolo, fa paura, Sango, fa paura-
Alzò gli occhi al cielo –Grazie nonna perché mi hai insegnato la tua saggezza
infinita-
Andò in bagno e si immerse
nei sali profumati nell’acqua calda. Quando ne uscì era rilassate e tranquilla.
Si frizionò i capelli velocemente e si asciugò accuratamente il corpo. Tornò
nella camera dove di mise la biancheria e il pigiama. Tornò in bagno dove si
asciugò i lunghi capelli con il phon. Non sembrava, ma i suoi capelli erano
secchi ma soprattutto folti, quindi le serviva una vita per asciugarli e doveva
anche mettersi un prodotto per i capelli. Una vera rottura! Quando furono
asciutti si mise una crema sui capelli per farli ammorbidire e li coprì con
l’asciugamano.
Tornò in camera dove aprì
l’armadio. Abiti informali… una parola! Ne aveva a decine! Andò ad aprire la
finestra e chiuse gli occhi appoggiandosi al parapetto. Le macchine che
correvano veloci, il vento leggero e freddo sulla faccia, i rumori lontani… che
relax! Domani Sango avrebbe avuto il debutto… chissà se ce l’avrebbe fatta…
sospirò e un brivido le passò sulla schiena. Chiuse i vetri tirando le tende e
tornando all’armadio prese fuori un maglioncino azzurro e i jeans a vita bassa
del medesimo colore. Guardò l’ora: le 19.00. Aveva ancora un’ora buona. Aspettò
altri 10 minuti poi si tolse l’asciugamano mettendolo in bagno. Si pettinò i
lunghi capelli morbidi poi pensò alla pettinatura. Lasciarli sciolti era poco
bello per una cena e poi voleva fare qualche cosa di nuovo, per sorprenderlo!
Ad un certo punto le venne in mente un’acconciatura che aveva visto poco tempo
addietro su una rivista, così sorridendo iniziò a fare due trecce ai lati. Li
fermò con due lacci poi li unì con un fermaglio colorato dietro la testa.
Guardò se era al centro, pettinò ancora un momento i capelli sistemandoli poi
andò a infilarsi le scarpe da ginnastica bianche. Si guardò allo specchio
ammirandosi e fece un lungo fischio di approvazione
-Sono bellissima!- Si lodò
facendo una capriola su se stessa. Guardò l’orologio al polso. Era presto,
decisamente presto. Si buttò sul letto e iniziò a leggere il libro che si era
portata da casa. Lesse velocemente qualche capitolo poi a 5 minuti alle 20.00
si mise il giubbotto di jeans uscendo dalla stanza.
Percorse mezzo corridoio
quando da una stanza uscì Inuyasha. Lei si fermò e lui idem. Si guardarono un
momento poi lei continuò a percorrere il corridoio sorpassandolo senza
rivolgergli la parola
-Di solito si saluta- disse
lui. Lei si fermò sospirando
-Di solito non saluto chi ce
l’ha con me per un motivo che manco so- disse voltandosi –Comunque se vuoi
essere salutato, ok ciao- Kagome alzò le spalle e lui la guardò infuriato –E
ora perché mi guardi così?- chiese lei –Mi dici che cavolo ti ho fatto? È da
ieri pomeriggio che mi guardi storto. Non so neppure il perché! Se me lo vuoi
dire bene, altrimenti piantala! Sei fastidioso- affermò lei. Lui la guardò
alzando un sopracciglio
-Ora sono fastidioso?
Dall’idiota, da uno senza spina dorsale… sono passato al fastidioso? Un passo
avanti- disse ironico
-No, è un gran passo
indietro- proferì lei –Almeno prima eri solo stupido, ora sei proprio fastidioso
e opprimente che… è molto peggio!- esclamò. Lui strinse i pugni e lei alzò le
sopracciglia –Altro?- Guardò l’orologio –Sai, sono in ritardo e… non vorrei
proprio far tardi quindi…- Sventolò la mano in segno di saluto voltandosi
–Addio-
Lui la guardò spariregiù dalle scale e infuriato diede un calcio
alla parete. Basta, era stufo! Avrebbe visto quella! Avrebbe visto contro chi
si era messa contro!
Kagome seccata andò fuori
dall’hotel nell’aria gelida. Non capiva, Inuyasha non lo capiva proprio! Ma che
aveva? Perché ce l’aveva con lei? Non le sembrava di avere fatto nulla a lui!
Proprio no!! Scosse la testa e decise di pensare ad altro.
Ripensò alle parole di Paolo
e Naraku… e sconsolata sospirò. Avevano ragione, lei poteva anche imparare un
pezzo alle velocità della luce ma… Sango e Co. no! Doveva darsi una mossa. Però
non era dell’umore adatto, non si sentiva pronta, era troppo agitata era… era…
era come se dovesse studiare per un interrogazione del giorno dopo, dove dici
“Dopo studio” “Dopo studio”… e alla fine non studi prendendo un brutto voto…
La sensazione era tipo
quella
-Ohi, immersa in pensieri
profondi?- La ragazza si sentì abbracciare da dietro. Sussultò girando il viso
-Paolo! Mi hai fatto
prendere un colpo!- esclamò lei –Non ti ho sentito arrivare- Lui la lasciò
ridendo
-Scusami, ma eri così
immersa nei tuoi pensieri che non ho resistito dal desiderio di spaventarti!-
esclamò. Lei gonfiò le guance
-Cattivo! Accidenti a te!
Sono troppo giovane per avere un infarto, lo sai??- Lui annuì
-Comunque a che ora torni?-
domandò. Lei alzò le spalle
-Boh, non ne ho la minima
idea. Forse alle 11.00 o alla Mezza… oppure all’ Una…-
-Forse anche un po’ più
tardi- I due si girarono
-Tom!- esclamò lei
sorridendo andandogli incontro –Non ti ho sentito arrivare- disse –La
macchina?- chiese lei stupita
-L’ho parcheggiata più
avanti. Ho fatto una mini passeggiata al chiaro di luna- disse lui teatrale
indicandole il cielo stellato dove la falce di luna splendeva. Kagome scoppiò a
ridere all’ampio gesto di lui con il braccio –Paolo-
-Tom- Lo salutò l’insegnante
guardando i due ragazzi –Come mai hai detto: un po’ più tardi?- chiese
interessato
-È una sorpresa, non voglio
dire nulla per ora!- Guardò l’orologio che portava al polso e strabuzzò gli
occhi –Le 20.10!! muoviti Kagome, ho prenotato al ristorante fra 15 minuti! E
non è esattamente dietro l’angolo!- Scese veloce i primi gradini e Kagome lo
seguì
-Buona notte!!- esclamò lei
a Paolo sventolando felice la mano
-Divertitevi- disse ad alta
voce –Mentre noi ci subiamo un Inuyasha particolarmente incazzato- mormorò
sconsolato.
Tom lo guardò, lo aveva
udito mentre Kagome più avanti, stava contemplando il cielo assorta. Gli occhi
dei due uomini si incrociarono e Tom sorrise alzando un sopracciglio
allontanandosi poi con Kagome. Paolo li guardò sparire nella curva poi rientrò.
Una voce lo fece sussultare
-Sono partiti?- chiese
Inuyasha rigido
-Si. Hanno detto che
torneranno tardi- disse prendendo una sigaretta accendendosela. Porse il
pacchetto a Inuyasha che con rabbia ne prese una accendendola
-Non hanno detto quando
tornano?- chiese. Paolo lo scrutò
-Dimmi Inuyasha. Te la vuoi
portare a letto, vuoi fare una botta e via no? Me lo hai detto tu! E allora
dimmi, perché sei così geloso?- chiese l’uomo tirando una boccata. Inuyasha
strinse il pugno libero indurendo la mascella. Paolo sorrise –Ascolta la verità
nascosta dentro di te Inuyasha caro. Credo che la risposta la sai anche tu no??
Non illudere gli altri, ma soprattutto… te stesso!- Spense la sigaretta dentro
il porta cenere lì vicino e si allontanò –Ci vediamo a cena!-
I due camminarono affiancati
per qualche minuto poi Kagome ruppe il silenzio
-Allora? Dove mi porti?-
chiese lei. Lui sorrise
-In un ristorante favoloso e
poi… eh… poi è una sorpresa!- Lei lo guardò fermarsi davanti a un’auto, la
Fiat, di un bel colore rosso fuoco. Le aprì la portiera e lei vi salì
allacciando la cintura velocemente. Lui salì infilando la cintura
-Ma tu sai guidare?- chiese
lei stupita. Lui la guardò
-Certo, cosa credi?- chiese
accendendo l’auto
-No, beh sai… vedendosi
sempre sulla limousine… con l’autista personale… insomma…- mormorò lei
imbarazzata. Lui scoppiò a ridere uscendo dal parcheggio in retromarcia. Mise
la prima e partì accendendo la radio
-Lo so, lo so. Anche io ogni
tanto fatico a crederci che nel mio portafoglio ho la patente. Mio padre l’ha
presa così, solo perché gli faceva comodo. Io invece l’ho presa perché odio
andare in limousine tutti i giorni, gli occhi puntati sempre su di te… dopo un
po’ la cosa scoccia parecchio!- esclamò –Mi sono comprato la macchina e quando
posso giro conquesta. Guidare poi
rilassa un sacco!- La guardò –Invece a te… mancano due anni giusto?- Kagome
annuì. Lui mise in seconda accelerando un po’ nella strada deserta. Ad un certo
punto la radio iniziò a trasmettere una canzone inglese che Kagome riconobbe
subito
-Accidenti! È Wherever you will go dei The Calling! È vecchissima!!- esclamò mentre la musica iniziava.
La ragazza sorridendo iniziò a cantarla e il ragazzo la ascoltò silenzioso
(Scusate, ma credo proprio
manchi un pezzo… sono perdonata?? Nd)
So lately, been wondering
Who will be there to take my place
When I’m gone you’ll need love to light the shadows on your face
If a great wave shall fall and fall upon usall
Then between the sand and stone, could you make it on tour own
**If I could, then I would
I’ll go whenever you will go
Way up high or down low, I’ll go whenever you will go
And maybe, I’ll find out
A way to make it back someday
To watch you, to guide you, through the darkest of your days
If a great wave shall fall and fall upon us all
Then I hope there’s someone out there
who can bring me back to you
**
I know now, just quite how
My life and love my still go on
In your heart, in your mind, I’ll stay with you for all of time
**
La musica finì così come era
iniziata e la ragazza guardò Tom che guidava tranquillo
-Allora? Non è bellissima?-
Lui alzò le spalle
-Carina si… ma non è il mio
genere…- disse lui scuotendo la testa
-E… quale sarebbe il tuo
genere?- chiese interessata lei
-Mah… una musica più
scatenata… il rock… credo… comunque ascolto di tutto. La musica mi piace ma non
mi interessa più di tanto da avere un… autore preferito ad esempio!- Lei annuì
guardando fuori dal finestrino. In lontananza scorse il mare
-Ehi!! Come mai andiamo
verso il mare??- domandò
-Mah, se ci andiamo a
mangiare… mai sentito parlare di ristoranti affacciati al mare?- chiese lui.
Alla ragazza brillarono gli occhi
-Oddio… andiamo sul serio a
mangiare… in un ristorante… che si affaccia sul mare?? Davvero?? Wow wow wow wow wow
wow!!- esclamò saltellando quasi
-Certo che ti accontenti con
poco eh?- Lei annuì
-Beh, non ci vuole poi molto
per essere felici ti pare?- domandò lei. Lui annuì –Ma raccontami. Lei com’è?-
chiese interessata. Lui la guardò confuso
-Lei chi?-
-Ma la tua ragazza!- esclamò
lei come se fosse ovvio. Lui scalò piano poi sorrise
-Beh, lei è… lei! È bella,
risoluta, vivace, allegra, gentile, dolce e c’è quando ho bisogno di lei- Lei
annuì
-E… hai una sua foto?-
chiese mentre la macchina si fermava al parcheggio.
Lui spense la macchina
slacciandosi la cintura di sicurezza. Lei fece lo stesso. Il ragazzo aprì il
portafoglio di marca tirando fuori una foto ben curata e recente. Gliela porse.
Kagome la guardò. La foto ritraeva Tom e una giovane donna abbracciati, dietro
di loro si ergeva un edificio enorme. La ragazza sorrideva stringendo a se Tom,
aveva i lunghi capelli rossi mossi e due occhi azzurri quasi turchesi, era alta
e… bellissima…
-Hai ragione Tom, è
bellissima- disse lei sorpresa –L’edificio dietro cos’è?-
-Il college. Non trovi sia…
orribile?- chiese lui rabbrividendo –I professori lì dentro in fatto di
cattiveria potrebbero battere persino mio padre che scusa… ma è tutto dire!-
Lei annuì comprensiva e i due scesero dalla macchina mentre lui rimetteva la
foto nel portafoglio. Le onde si infrangevano negli scogli, l’aria era
frizzante e Kagome si strinse nel suo giubbotto rabbrividendo
-È quello?- chiese Kagome
indicando il ristorante sulla scogliera tutto illuminato
-Si. Ti piacerà!-
La ragazza sorrise felice e
quando furono davanti al ristorante la ragazza lesse l’insegna: The Sugar…
Corrugò le sopracciglia
-Ehm… ma perché si chiama:
Lo zucchero?- chiese perplessa
-Il proprietario è
diabetico- disse lui. Kagome lo guardò stupita e lui scoppiò a ridere
trascinandola dentro. Andarono al bancone e Tom iniziò a parlare inglese.
Kagome provò a sentire cosa dicevano ma ci capì solo la metà
-Si… alle 20.20…- disse Tom
–Holsen si…-
-Seguitemi- disse il
cameriere dopo aver guardato su un registro che a Kagome ricordò molto quello
di scuola e rabbrividì al pensiero. Il cameriere indicò loro un tavolo vicino
alla finestra che dava al mare. Scambiò qualche altra parola con Tom dove lui
rispose sicuro poi l’uomo se ne andò. Tom sorrise e gli scostò la sedia. Lei lo
ringraziò sedendosi togliendosi la giacca. Guardò il mare nero e tranquillo
-Cosa hai detto al
cameriere?- chiese lei –Non ho seguito molto- disse lei. Lui alzò un
sopracciglio –Ok, non ho capito una mazza, va bene così?- Lui annuì
-È più credibile si- Lei gli
fece la linguaccia e lui aprì con eleganza il menù e lei fece lo stesso e
quando lesse il menù guardò Tom sconcertata
-Ehm… non capisco una
parola- disse. Lui scoppiò a ridere
-Lo so, questo è un
ristorante italiano!- esclamò
-Davvero?- domandò lei
stupita
-Si. Non ci sei mai stata
vero?- Lei annuì –Allora ho scelto proprio bene- disse –Facciamo così prendiamo
le stesse cose, e se non ti piace cambiamo ok?- chiese lui. Lei annuì. Lui
ordinò diverse cose e quando il cameriere se ne fu andato Tom intavolò subito
il discorso
-La canzone di prima… ehm… Whenever you will
go?- Lei annuì guardandolo e ammirando
la pronuncia perfetta –Sei stata molto brava nel cantarla. Hai anche una bella
voce- disse
-Oh, la so perché ho passato
dieci giorni della mia vita che ascoltavo solo quella- disse alzando le spalle
–Come mai questa domanda?- domandò curiosa
-Hai una bella voce, una
bella intonazione… perché non canti?- domandò lui
-Diciamo così, mi piace
cantare delle canzoni così, a caso quando sono tra me e me… ma se dovessi
cantare davanti a un pubblico, come fa sempre Kikyo…- Kagome rabbrividì –Mi
viene male al solo pensiero. Pensa se sbagliassi!- esclamò. Lui alzò un
sopracciglio
-Che c’entra? Anche quando
suoni al piano c’è il rischio di sbagliare- commentò
-Ma è diverso! Con il piano
l’errore lo puoi coprire subito e nessuno se ne accorge, con la voce no! Se
sbagli una intonazione… è un casino! Sbagli tutto il seguito!- Scosse la testa
–No no… che brutta vita… non lo farei mai!- commentò decisa.
In quel momento arrivò da
bere. Del vino rosso per Tom e una Coca-cola media per Kagome che ne bevve
subito un sorso
-Comunque il tuo… è talento
sprecato!- disse lui versandosi il vino nel bicchiere
-Sarei rigida come un
baccalà a cantare…- disse lei
-Tu sei davvero brava!-
esclamò lui
-Kikyo è meglio-
-Però vorresti cantare!-
-Ma io odio cantare-
-Ma avevi una espressione
così bella!-
-Ho una bella espressione
solo quando suono al piano-
-Eri così rilassata…-
-Lo sono anche quando suono-
-La tua voce era così bella-
-Ma che centra??- domandò
lei
-Centra centra…-
-No che non centra. Se non
mi piace, non mi piace!-
-Ma il tuo talento
sprecato…-
-Oh! Cibo!- esclamò Kagome
chiudendo il discorso. Lui sospirò scuotendo la testa
-Come antipasto abbiamo due
tartine al caviale a testa, rosso e nero- disse lui mentre il cameriere metteva
in tavola davanti ai due il piatto –Assaggialo su- disse lui.
Lei lo guardò indecisa poi
prese quello con il caviale rosso addentandolo. Chiuse gli occhi sentendo il
sapore masticando piano. Lui la fissò aspettando il responso finale. Kagome lo
guardò sorridendo
-Accidenti! È buonissimo!-
esclamò mettendosi in bocca una altro morso. Lui sorrise compiaciuto. Finirono
l’antipasto parlando del più e del meno. Poco dopo arrivò il primo. Il
cameriere tirò via i piatti vecchi e attento mise dei piatti colmi di brodo
fumante
-Come primo, abbiamo dei
cappelletti che sono una favola ripieni di carne accompagnati con il brodo-
disse lui prendendo il cucchiaio. Lei lo imitò e assaggiò un cappelletto
-Maledizione…- disse lei –Ma
è buonissimo! Come facciamo noi in Giappone a non avere certe delizie?- Lui
alzò le spalle –Ehi, ma come mai tu sai così tante lingue?- chiese –Non fai mai
confusione? Io a scuola ho Inglese e Tedesco ma… non riesco a mettere in fila
più di due parole… poi la prof in Tedesco mi da sempre 3, uffa!- esclamò presa
dalla rabbia. Lui rise
-Beh, consolati… ogni tanto
mi perdo anche io. E poi a scuola anche io avevo i miei talloni d’Achille,
fidati- disse lui
-Cioè?- chiese lei
-Allora, quel college non
l’ho scelto io, partiamo da questo presupposto. Quando sei ricco sfondato e ai
un padre come il mio, quando sei l’unico erede di tutta la azienda, devi
piegarti hai voleri di tuo padre e così ho dovuto fare. Mi ha mandato in America
e studiare Economia e Commercio. Un vero schifo!- disse –Comunque me la cavavo
se non per Diritto. Io Diritto non lo posso vedere, Diritto ed Economia fa
schifo mi fa vomitare mi fa…-
-Tutto quello che provo io
per Tedesco- concluse lei. Lui annuì
-Esatto. Infatti avevo 3 in
quella materia ma…- Gli occhi gli si illuminarono -… una ragazza mi ha offerto
il suo aiuto così mi aiutava a studiare. A fine anno aveva la sufficienza
piena- disse. Lei annuì. Poi ripensò alla foto
-Allora la tua ragazza… era
nella tue stessa classe al college!- esclamò
-Già, ad è lei che mi ha
aiutato in Diritto- commentò
-Ohhh, che bello…- disse lei
–E stavate già insieme lì?- Lui scosse la testa –E quando vi siete messi
insieme?- chiese. Lui scoppiò a ridere
-Anche lei aveva il suo
tallone d’Achille: Matematica. L’ho beccata che faceva i bigliettini per la
verifica e l’ho ricattata per farla uscire con me. Da noi i bigliettini
corrispondevano a espulsione immediata- disse lui –Lei ha accettata e siamo
usciti qualche volta, anche se lei non era molto contenta…-
-Ci credo bene!- esclamò lei
stupita
-A me piaceva già da un po’
e quei bigliettini sono stati la mia carta vincente… dopo si è innamorata anche
lei, io mi sono dichiarato, lei si è dichiarata e ci siamo messi insieme- concluse.
Lei annuì
-È stato un po’ subdolo
però- disse lei. Lui alzò le spalle
-Noi uomini facciamo questo
ed altro- commentò. Lei alzò un sopracciglio con il dubbio che non stesse
alludendo a lui in prima persona
Per secondo portarono degli
Ossibuchi alla milanese buonissimi, poi delle Melanzane alla parmigiana e
infine, come dessert, dei Rosoni e un bel bicchiere di sorbetto. Kagome si
appoggiò allo schienale della sedia
-Sono pienissima- disse
respirando a fondo
-Mi fa piacere che ti sia
tutto piaciuto- disse lui sorridendo
-Di più, credo proprio che
prima di andarmene ci tornerò… è troppo buono- commentò. Lui guardò l’orologio
-Sono le 21.40- disse –Lo
vuoi il tuo regalo?- chiese. Lei lo guardò
-Ma Tom… non ce n’era
bisogno… ok!- esclamò –Io non rifiuto nulla- disse. Lui la prese per mano
alzandosi
-Muoviti allora!- La
trascinò fuori, pagò velocemente poi correndo uscirono dirigendosi verso il
molo
-Tom! Fermo! Dove mi porti?-
-A vedere le meraviglie-
rispose ridendo come un pazzo. Kagome vide una nave enorme ferma al molo, tutta
illuminata. Vedendoli un uomo scese dalla barca velocemente
-Signorino!- esclamò –Ci
chiedevamo se sarebbe arrivato in orario- disse l’uomo. Tom si fermò
-Beh, eccoci qua, andiamo?-
chiese. Trascinò sulla nave Kagome e la portò al ponte mentre la nave si
muoveva allontanandosi -È della mia famiglia, ci siamo solo noi e due
dell’equipaggio quindi tranquilla- Tom si appoggiò allo stipite respirando
l’aria della notte a pieni polmoni. La nave si allontanò dalla terra ferma
dolcemente
-Ma dove andiamo?- chiese
lei mettendosi al suo fianco. La luna si ergeva diritta davanti a loro, il
cielo era stellato e Kagome lontano vide la città illuminata farsi piccola
piccola. Chiuse gli occhi ascoltando le onde contro la nave
-Ti faccio vedere il mio
regalo, no?- Le indicò la città luminosa. La spiaggia ora si era popolata di un
po’ di gente
-Come mai c’è così tanta
gente?- domandò lei.
Un fuoco d’artificio scoppiò
in cielo seguito da altri colori, il cielo era pieno di luminosità e colori e
Kagome guardò incantata quello spettacolo bellissimo. Tom le si avvicinò
-Buon compleanno Kagome-
mormorò al suo orecchio. La ragazza lo guardò poi guardò il cielo. Tutto
quello… era per lei?
-Tom è… è bellissimo…-
mormorò lei mentre i fuochi scoppiavano in cielo facendo mille fiori colorati.
Kagome non credeva hai suoi occhi, a quel momento magico… Tom la guardò
-Allora? Ti piace il mio
regalo?- chiese. Lei lo guardò negli occhi
-È il più bel regalo della
mia vita…- Lo abbracciò baciandogli la guancia –Grazie- mormorò sorridendo. Lui
sorrise e si appoggiarono alla ringhiera bianca guardando i fuochi nel cielo
–Non avrei mai creduto di potere assistere ad uno spettacolo del genere- disse
-E sono tutti per te- disse
lui –Certo, ora lo staranno vedendo decine e decine di persone… ma sapere che
sono dedicati a te… deve essere tutt’altra cosa!-
-Già… dove ti è venuta in
mente questa idea?- domandò lei. Lui alzò le spalle
-Ho pensato che le ragazze
sono molto romantiche così…- Lei rise
-Hai proprio ragione! Hai
davvero ragione! Poi hai colpito anche nel segno. Immagino che avere la ragazza
poi influenzi- disse lei guardandolo sorridendo
-Voi donne ci ucciderete
tutti- disse sconsolato lui –Guarda Inuyasha! È terribile!- esclamò lui
scuotendo la testa. Lei alzò un sopracciglio
-Come?- chiese lei. Lui la
guardò stupito
-Tu… da un comportamento
così ovvio… non hai capito?-
-Capito? Capito cosa? Ok che
in questi due giorni è un po’ rimbambito visto che ce l’ha con me per un motivo
che non so neppure però…- Lei alzò le spalle
-Ma, Kagome… pensaci… non
puoi non arrivarci! È così palese!- esclamò -Lo sanno tutti! Naraku, Paolo…
credo anche Sango e pure Kikyo! Non puoi tu, l’interessata, non esserti accorta
di nulla!! -
-I ragazzi hanno capito
cosa? Ok, Kikyo mi ha fatto un discorso strano ieri pomeriggio ma… vuoi
piantarla di girarci intorno come una trottola??- chiese seccata Kagome
-Ti ricordi ieri sera?
Inuyasha ci fulminava sempre… anzi, mi fulminava sempre! Ci guardava sempre
male…- Lei alzò un sopracciglio scuotendo la testa –Kagome, Inuyasha è geloso-
disse infine mentre l’ultimo, enorme, fuoco d’artificio esplodeva sopra di loro
aprendosi in un fiore bellissimo.
Kagome si bloccò guardandolo
per interminabili secondi. Bene, ora poteva davvero scrivere e sottoscrivere
che il suo cervello era andato in black out. Inuyasha… geloso? Geloso di cosa?
Perché? Come mai? Cosa succedeva? Cosa diceva Tom? Era impazzito? Fuori? Ma
proprio andato! Di mente! Di testa! Di senno! Di ragione! Inuyasha non poteva
essere geloso! Non aveva senso, non era nei ranghi! Non quadrava! Era proprio
fuori strada! Praticamente giù dal burrone! No, no… troppo poco… Completamente
agli inferi! Macchina compresa!! Era scemo tutto d’un colpo?? Impazzito? La
ragazza scoppiò a ridere dandogli una pacca sulla spalla, lo fece così forte
che il ragazzo barcollò pericolosamente
-Ma dai!! Che cosa stai
dicendo?? Con quella faccia seria c’ero quasi cascata!! Inuyasha geloso… Si,
come no! Neppure nei tuoi sogni più recondi- disse scuotendo il capo. Lui la
guardò
-Guarda che non sto
scherzando- commentò lui serio. Il sorriso di lei morì sulle labbra
-Dai… smettila… non è più…
molto divertente…- mormorò
-Ti dico, che non scherzo.
Inuyasha è geloso marcio- proferì sicuro di se
-E perché dovrebbe esserlo?-
chiese lei alzando un sopracciglio
-Forse perché senza volerlo
si è innamorato di te?- disse lui come se fosse ovvio. Kagome si leccò le
labbra secche
-Tom… credo che hai preso un
granchio… enorme!- esclamò lei –Io e Inuyasha non ci possiamo vedere,
litighiamo in continuazione e non riusciamo ad andare d’accordo un momento… non
può essere, capito?- Lui scosse con forza la testa
-Ti dico che è così. Sono un
uomo e certe cose le capisco- disse risoluto
-Beh, tutti sbagliano no?-
-Il suo comportamento è
troppo evidente- affermò. Lei lo guardò
-Tom ma… ti rendi conto di
ciò che dici?- chiese –Mi stai dicendo che un teppista, il capo di una banda
teppista, che mette a soqquadro la mia città, il figlio minore del presidente
di una azienda, il riccone, il tipo senza spina dorsale, quello che va con
tutte anche se ha la ragazza, il rocchettaro, l’idiota per eccellenza… va
dietro a me, la figlia modello, bravina a scuola e mediocre in tutto e
pianista… mi stai dicendo questo?- chiese con la voce stridula. Lui con un
sopracciglio alzato annuì
-Si- rispose
-Oddio- Kagome si sedette
appoggiando la schiena alla ringhiera prendendo aria, il viso in fiamme –Ma
quello è più grande di me di tre anni e passa!- esclamò
-Che centra? L’età non
conta- disse lui
-Ma… ma… però… oddio, che
faccio ora?? Cosa faccio??????- domandò
-Cosa vuoi fare? Non fai
niente, mi sembra ovvio-
-Ma quello mi vuole portare
a letto! Solo a letto- disse Kagome –Fa così con tutte, l’ho sentito a scuola!-
esclamò
-Se ti volesse portare solo
a letto, non sarebbe geloso. Fidati, l’ho fatto anche io prima di incontrare la
mia ragazza-
-Fantastico- sbottò Kagome
stropicciandosi gli occhi –Davvero fantastico- disse più a se stessa che altri
–Ora come faccio guardarlo in faccia?- domandò –Non sono una che ci passa sopra
così facendo finta di nulla…- disse
-Aspetta che faccia lui la
prima mossa no?- Tom le si sedette a fianco –E non essere nervosa, si sempre te
stessa, qualunque cosa accada. È la cosa più importante dopotutto- Lei rise
-Credevo che la cosa più
importante fosse la fiducia, non lo hai detto tu proprio ieri?-
-Certo, ma quello è il passo
dopo, quando si sta insieme a qualcuno, capito?- Lei annuì –Ascolta, dentro ho
un po’ di gelato alla vaniglia… lo vuoi?- Kagome scattò in piedi
-Io per il gelato, ci sono
sempre!- esclamò risoluta e ridendo andarono sotto coperta.
Giovedì. Ore 2.30
Quando arrivarono davanti
all’hotel ridevano come pazzi e Kagome si teneva la pancia dal gran ridere
-E poi… e poi… no aspetta,
non è mica finita perché arriva mio padre senza bussare… proprio mentre… lei si
sta riallacciando… il reggiseno!- Kagome si appoggiò a Tom pestando il piede a
terra ridendo
-Oddio!! Pietà, basta ti
prego… mi vuoi far morire?- chiese lei cercando di calmarsi
-Non vuoi sentire come và a
finire?- chiese lui innocentemente. Lei annuì –Beh, mio padre diventa cinereo,
di un bianco latte, verde acido, giallognolo, blu elettrico e rosso pomodoro
esce e dice: “continuate pure ma poi pulite”- Kagome scoppiò a ridere –E
abbiamo pure dovuto farlo!! Dopo lei non si è mai più fatta vedere, è rimasta
troppo scioccata secondo me. Mio padre invece non mi ha rivolto la parola per
due giorni… secondo me è geloso, io posso fare certi amplessi, lui non più,
sai… la vecchiaia…- Kagome si coprì la bocca con le mani piegandosi in due
-Basta, dai basta, ti
prego…- disse lei tra un eccesso di risa e l’altra
-Si, è meglio- sbadigliò
leggermente guardando la strada deserta –Bene, Kagome, è stato un piacere-
disse prendendole la mano e sfiorandola con le labbra. Lei sorrise imbarazzata
-Si, grazie Tom, è stato
bellissimo- disse lei.
Un ragazzo dietro la porta
si irrigidì completamente
-È stato un piacere. La tua
compagnia è deliziosa e anche a me è piaciuto molto- disse Tom scendendo
qualche gradino dopo averla portata davanti alla porta.
Dietro alla porta una
sigaretta cadde ancora accesa
-Allora buona notte- disse
lei alzando la mano
-Buona notte, poi mi saprai
dire come se la caverà domani la tua amica?- chiese Tom
-Certo, tu divertiti mi
raccomando- Lui annuì
-Grazie, l’aereo lo prendo
tra un ora quindi mi dirigo direttamente all’aeroporto, un giorno te la farò
conoscere- disse sorridendo
-Non vedo l’ora- commentò
Kagome rispondendo al sorriso –Ci vediamo presto dunque- Lui annuì –Ciao
allora, ‘notte-
-‘Notte Kagome e tienimi
aggiornato- Lei lo guardò confusa
-Aggiornato? Su cosa scusa?-
chiese lei confusa. Lui alzò un sopracciglio e lei comprese al volo: Inuyasha…
-Ah! Quello! Ok, va bene! Sparisci ora- disse lei sventolando la mano come per
allontanare una mosca fastidiosa. Lui rise divertito poi si allontanò alzando
la mano in segno di saluto. Kagome lo seguì con lo sguardo finché non sparì
dietro la curva con la sua solita tranquillità. Scosse la testa poi entrò
dentro l’albergo e appena fu dentro scattò indietro. Inuyasha a gambe divaricate
e a braccia conserte la guardava con occhi di ghiaccio poco distante dalla
porta –Oddio Inuyasha! Mi hai fatto una paura matta!!- esclamò lei. Fece un
passo avanti e schiacciò qualche cosa, guardò per terra e vide una sigaretta
lasciata lì –Ma guarda… è ancora accesa…- La pestò raccogliendola portandola
nel posacenere –Cosa fai qua?- chiese lei -È tardi…- Era un po’ nervosa, forse
per quello che le aveva detto Tom…
-Già- sibilò lui
interrompendola –Vi siete divertiti?- Lei deglutì leggermente
-Si, grazie. Sono stata
molto bene- disse cercando di calmarsi
-Lo vedo. Quante paroline
dolci che vi dicevate lì fuori… e dimmi, l’aereo che sta prendendo è per andare
da un'altra delle sue puttane?- sibilò. Lei spalancò la bocca scioccata
-Cosa?- chiese lei
-Hai capito benissimo- disse
rigido. Gli occhi di lei si riempirono di lacrime
-Vaffanculo Inuyasha,
vaffanculo!- esclamò con rabbia chiudendo gli occhi stringendo i pugni –Credi
sul serio che sia andata a letto con lui?? Ha la ragazza! Se lo vuoi proprio
sapere sta andando dalla sua donna!! Che è lontana da lui mille miglia!! Sei
uno stronzo! Vaffanculo! Non verrei con te neppure per tutto l’oro di questo
mondo!! Perché non pensi a ciò che dici prima di parlare? Sei uno stronzo! E
sappi che io non sono di tua proprietà e se volessi a letto con lui ci andrei!!
È molto più maturo e uomo di te!! Non so neppure come fa Kikyo a sopportare la
tua odiosa faccia tutto il santo giorno!!- urlò mentre le lacrime scendevano
sulle guance rosse di rabbia.
Lui strinse le labbra. Ok,
forse aveva esagerato… però lei stava superando il limite!
-Non parlarmi così- intimò.
Lei lo guardò con due occhi di fuoco schiaffeggiandolo velocemente
-Io parlo come più mi
aggrada e questo non è niente a ciò che mi hai detto!- ringhiò asciugandosi gli
occhi con rabbia. Gli passò a fianco dandogli una spallata che lo fece
barcollare un attimo. Kagome sparì su per le scale con una gran voglia di
piangere.
Capitolo 10 *** Capitolo 10- Sango alla riscossa ***
Capitolo 10
Carissimi °\^.^/°!!!
Ciaoooooo!!!!!!!! Come ve la passate???^^
Io tralascio -_-‘’ domani mi dicono se ho superato il debito… mammina…
ciò paula… ç_ç
Va beh, vi saprò dire anche se so che non ve ne frega un emerito ca…i
capperi! Che schifo i capperi… bleh!
Allora mon a mour! Il capitolo 9 è stata… una vera e propria tragedia!
Inuyasha, gentilezza saltati addosso che ti sposti eh??? Demente!
^______________________________________^ COMUNQUE! Cosa succederà tra i
nostri due protagonisti preferiti?? E Sango con il debutto? Che succederà??
Tutto in questo capitolo! Leggetelo e commentatelo!
Cof cof… ma prima di leggere e commentare (^^- vi voglio bene! love *_*
love)… ecco a voi… LE RISPOSTE ALLE VOSTRE BELLISSIME RECENSIONI!!
->->->->
Shikon: ciaoo!!! Spero non sia tardi per l’aggiornamento! Solo 4
giorni! ^^ Sono contentissima che ti piaccia così tanto :o)
Kagomechan91: perdendo punti? Nooooooooooooooooooo!!!! Giù per il
fossato! Ecco dove li sta mandando i suoi bei punticini!! Comunque leggi
leggi!! ^^ Questo capitolo mi piace molto ^.^ Spero sia anche per te lo stesso
^_-
Dido: ho già finito questa prima parte della sto, la devo solo ficcare
dentro internet in questo bellissimo sito! Quindi più che scrivere è “ficca
dentro o ti ficco un mitra in gola!” eh eh eh… Sono contentissima che ti
piaccia!! ^_________________^ grazie mille!!
Sango91: accorgersi di inuyasha… aspetta ancora un pochetto!! Perché
nel prossimo cap… bwahahahahahahahahahah!!! Succederanno un po’ di cosette! Sai
com’è! Ciauz!!!!!!!!
E ora………… via con la samba! (non mettetela o rovinate l’atmosfera ç_ç)
°\^.^/°
Capitolo 10
Sango alla riscossa
Kagome quella notte non
dormì molto bene, le parole di Inuyasha le rimbombavano nella testa e le
facevano male, male da morire.
Come si permetteva di darle
della… della puttana? Lei poi! Come osava andare a conclusioni affrettate senza
sapere niente? Niente!! Lui la ragazza l’aveva! E di certo non stava a lui
giudicare, visto che anche se impegnato andava con tutte!!
Idiota! Cretino! Stupido!
Subdolo idiota!
Kagome strinse i pugni
artigliando le lenzuola con gli occhi pieni di lacrime. Ci passò la manica del
pigiama sopra e si alzò lentamente. Guardò l’orologio che segnava le 10.30.
Aveva dormito solo 8 ore…
Sbadigliò e andò a lavarsi
la faccia, cavolo aveva tutti gli occhi rossi!! Maledizione! Si lavò la faccia
e si vestì in fretta e furia. Andare a fare colazione era troppo tardi avrebbe
voluto andare da Sango, ma sicuramente era troppo agitata per quella sera.
L’aereo di Tom doveva essere
già atterrato da un pezzo… sorrise. Almeno lui con la sua ragazza era tutto
felice… Lei invece? Lei aveva un cretino che la credeva… rabbrividì, non ci
voleva neppure pensare!! Sentì un bussare alla porta e da sotto di essa
comparve un bigliettino. Kagome alzò il sopracciglio e lo andò a raccogliere
leggendolo
Kagome, perdonami
Credo proprio di avere esagerato ieri
Non sono bravo a parole
Scusami
Ok, immagino già la tua faccia stupita
Ma è vero!!
Mi perdoni? (-_- siiigh)
Quell’idiota-di-Inuyasha
Kagome sorrise. Ok, non era
male, non era davvero male. Si sapeva fare perdonare il ragazzo, piano piano…
ma ce la faceva anche lui.
Sbuffò.
Ma se voleva cavarsela così
ci aveva visto doppio! Si mise a gambe incrociate e si sdraiò allungando dopo
un po’ le gambe intorpidite.
Farlo soffrire un po’ non
guastava…
Andò al piano e suonò
qualche cosa e quando furono le 11.40, scrisse alcune parole dietro al foglio e
aprì la porta andando nella camera del ragazzo. Bussò infilandoci sotto il
biglietto.
Inuyasha sospirò
rilassandosi e lo lesse interessato
Dunque dunque…
Dopo una lunga riflessione
Ho deciso di perdonarti
Cmq mi hai fatto passare una notte d’inferno!!
\_/ grrrrrr
Torna a dirmi una cosa del genere
E io ti guasto CHIARO!?
E col cavolo che ti perdono dopo!
Higarashi
Ps. cmq per ieri… vaffanculo!
Inuyasha aprì la porta
sperando di vederla ma sentì solo una porta richiudersi.
Kagome richiuse la porta
alle sue spalle. Aveva fatto bene? Lo aveva perdonato però…
“No! Hai fatto bene! Tutti
hanno bisogno di una seconda chance! Ieri era solo arrabbiato, aveva frainteso,
non succederà mai più! Basta con questi pensieri stupidi e inutili!”
Si buttò sul letto a gambe e
braccia aperte. Guardò il soffitto.
Cavolo, non sapeva proprio
come comportarsi… Inuyasha era innamorata di lei ma… ne eravamo sicuri? E se
si… cosa doveva fare lei? Cosa provava per lui? Ok, Inuyasha era un gran bel
ragazzo ma… non bastava proprio! Non a lei almeno! E poi se l’amava… perché non
mollava Kikyo? Se non era solo per portarla a letto… non avrebbe dovuto
illudere così la sua amica!
Si corrucciò un momento.
Beh, forse c’era una
spiegazione ma… mica poteva chiederglielo così! Manco si rivolgevano la
parola!! Certo che Kikyo aveva fatto una faccia la volta prima… da paura!
Scattò in piedi. Cavolo, le dita le prudevano tutte e la mente stava lavorando
a una velocità supersonica! Si diresse velocemente nella stanza del piano. Le
stava venendo… una ispirazione!!
Kagome non si fece vedere a
pranzo, neppure per tutto il pomeriggio. Sango provò a bussare parecchie volte
nella camera della ragazza ma non riceveva nessuna risposta. Al cellulare non
rispondeva e la ragazza era un po’ preoccupata.
Kagome cambiò tutto
innumerevoli volte prima di ottenere qualche cosa di strabiliante! Alla fine
era saltato fuori una musica di due fogli retro e fronte, aveva fatto anche la
musica per gli altri ma mancava la musica per Kikyo, quella l’avrebbero dovuta
fare insieme. Mise il tutto dentro una busta ricontrollandola tutta mentre la
metteva dentro. La portò con se in bagno mettendo a posto i capelli meglio che
poteva. Si mise un fermaglio colorato poi uscì con la busta in mano. Andò
davanti alla porta di Sango bussando forte
-Arrivooo!!- esclamò la voce
al suo interno
-Sango! Muovi il culo ed
esci!- esclamò Kagome –Vai a chiamare Miroku, Inuyasha e Kikyo. Ci vediamo al
teatro qua vicino tra poco!!- ordinò velocemente allontanandosi.
Camminò velocemente per poi
entrare nel teatro aperto. Si sedette sullo sgabello ricontrollando il
contenuto della busta per la 100 volta. Tirò fuori il tutto mettendo lo
spartito nel leggio e iniziò a tamburellare distrattamente sul coperchio del
piano e a muovere il piede ritmicamente.
Poco dopo la porta del
teatro si aprì e comparve il gruppo al completo
-Cosa succede?- chiese
Miroku avvicinandosi seguiti dai ragazzi
-Non dite che sono un genio,
mi sembra troppo poco- disse Kagome sorridendo sventolando davanti a loro i
fogli
-Che sono?- domandò Inuyasha
corrugando la fronte
-Questi Inuyasha, ci
salveranno il culo, comprendi?- disse Kagome –Questi sono vostri… Inuyasha,
Sango, Miroku…- diede loro due fogli a testa –Kikyo, tu domani sera riesci a
venire in camera mia?- Kikyo annuì –Bene, se vuoi puoi sederti e intanto
pensare a ciò che ti fa venire in mente questa musica, che ne dici?- Lei annuì
andando a sedersi in platea. Kagome si alzò iniziando a camminare su e giù per
il palco pensierosa –Dateci una occhiata veloce. Suonatelo un po’ e ditemi che
ve ne pare anzi. Bloccatevi, prima ve lo faccio sentire. Se non vi piace ne
faccio un altro, se mi viene naturalmente, altrimenti lo provate a fare voi. Vi
posso dare una mano oppure studiatelo con Paolo che è molto meglio di me come
insegnante- disse parlando velocemente. I ragazzi sconcertati la seguivano con
gli occhi –Comunque, ora lo ascolterete molto, molto attentamente e se mi dite
che non vi piace… beh, lo cambieremo ok?- prese fiato respirando a pieni
polmoni guardandoli. I ragazzi alzarono un sopracciglio e Kagome si sedette
sullo sgabello seccata.
Alzò il coperchio e respirò
a fondo calmandosi. Iniziò a suonare lentamente, una musica dolce e delicata che
durò però solo pochi attimi. La musica esplose, le mani correvano veloci, le
note si contrastavano tra di loro come in una lotta interna. Schiacciò il
pedale dolcemente rilasciandolo al momento giusto. Improvvisamente la musica
tornò dolce e tranquilla come prima, rallentò lentamente finché con un ultima
schiacciata di pedale la musica concluse. Li guardò alzando un sopracciglio
-Beh?- chiese lei infine. Un
battere di mani li distrasse. Kagome voltò lo sguardo e strabuzzò gli occhi
incredula. Kikyo si era alzata in piedi sorridendo e batteva forte le mani
-Bravissima!!- esclamò
sorridendo. Salì veloce sul palco –Cavolo ragazzi!! Se riuscite a mettere
insieme tutto… verrà benissimo, me lo sento! Me lo sento!! Vi prego iniziate
subito ad esercitarvi! Non sto più nella pelle!!-
Il gruppo si guardò
intontito, poi, fissarono lo spartito senza parole
-E questo… quando lo hai
fatto?- chiese Miroku indicando lo spartito
-Oggi! Tutti oggi… mah, ora
che ci penso ho pure fame…- guardò l’orologio –Ed è pure ora della merenda! Ok,
andiamo a mangiare! Sono buona, offro io! Qua in fondo fanno delle crep che
sono una favola!!- esclamò scendendo dal palco –Mmmmh, chissà se le fanno con
la nutella…- Si voltò verso i ragazzi. Sbatté le ciglia perplessa –Beh? Non
volete le crep?- Sango alzò un sopracciglio
-E pensare… che è amica
mia…- Scosse la testa scendendo dal palco
-E questa frase cosa
vorrebbe dire??- chiese Kagome
-Che sei matta come una
strada!- proferì Sango annuendo. Kagome sorrise
-Grazie, è una delle mie
ottime qualità! Andiamo??- chiese spazientita. Il gruppo alzò le spalle poi
prendendo tutto uscirono.
Dopo una bella scorpacciata,
gli amici tornarono a teatro
-Bene, all’opera!- esclamò
Kagome mettendosi le mani sui fianchi. I ragazzi si guardarono mentre Miroku
osservava il proprio spartito con occhio indagatore
-Però…- disse. Tutti lo
guardarono
-Che c’è?- chiese Kagome
avvicinandosi –Non ti piace?-
-Io se fossi in te cambierei
le partenze- disse prendendo in mano tutti i fogli e guardandoli –E cambierei
il ritmo, un po’ più lento… solo leggermente però-
-Ma così diventa
lentissimo!- esclamò la ragazza
-No, non deve essere un
pezzo rock Kagome… la facciamo un po’ sul dolce, non mieloso, dolce- disse –Poi
farei iniziare da qua il ritornello cambiandone la velocità in qualche cosa di
più veloce- disse indicando un punto.
Kagome prese in
considerazione l’idea prendendo al volo una matita e sedendosi con il suo
foglio in mano sul seggiolino del pianoforte
-Mh, potremmo provare- disse
-Fa sentire allora- affermò
Kikyo
-Ma tu Miroku riesci a
sostenere un tempo così?- chiese Kagome. Lui annuì –E come intendi cambiarle le
partenze?- Miroku le si sedette accanto mettendo vicino al foglio di Kagome
quelli anche dei ragazzi più il suo
-Per esempio… tu e Inuyasha
attaccate insieme e dopo qualche battuta partiamo io, Sango e Kikyo… qua ad
esempio- Lui indicò qualche battuta più avanti
-Mh… non so, non mi
convince- disse lei –Possiamo provare. Kikyo tu… ascolti?- Lei annuì mettendosi
in disparte. Miroku annuì e si misero tutti in postazione dopo avere modificato
in un foglio a parte, il testo.
I due si fecero un cenno e
piano e chitarra partirono per poi essere accompagnati da basso e batteria.
Poco dopo Kagome tastò con violenza i tasti scattando in piedi e tutti si
bloccarono
-NO NO!!! NOOOOOOO!!!- gridò
–Non ci siamo è terribile! Fa schifo!!!- esclamò pestando il piede e
riprendendo i fogli –Le partenze non vanno, siamo squilibrati e ci sta
malissimo- disse scrivendo velocemente e cancellando l’idea primaria tranne il
tempo –Ora, partiamo io e Sango, qua partiranno Kikyo e Inuyasha e la nostra
cantante dovrà praticamente attenersi a noi per il primo verso che dovrà finire
qua, se poi il testo verrà più lungo aggiungeremo ok? Miroku partirà appena
Kikyo finirà quindi in questo punto preciso, proviamo così fino a qua- E fece
uno sghiribizzo a forma di stella.
Riprovarono e questa volta
andò molto meglio
-Aggiudicato- disse Inuyasha
sbuffando. Kagome annuì rilassandosi un poco e riprese i fogli
-Ora?- domandò Sango. Kagome
chiuse gli occhi cercando di immaginarsi la scena e la musica. Li riaprì di
scatto
-Quapossiamo provare a fare così… dunque io qua
faccio così e Sango qua così, prova a farlo- disse veloce. Sango ubbidì e
Kagome annuì –Si, perfetto… poi Inuyasha e io qua facciamo un assolo di queste
battute per far prendere a Kikyo fiato, poi riprendiamo tutti insieme qua e lei
riprende… si si si… e poi qua alla fine Miroku fa così mentre Sango fa così
piano e poi Kikyo fa l’ultima battuta-
-Allora proviamo così- disse
Inuyasha e si rimisero all’opera.
Verso le 18.20 tornarono
all’hotel dove si andarono a cambiare per la sera. Quando
Naraku e Paolo li videro
sospirarono di sollievo. Erano le 19.35 ed erano un po’ in ritardo. Naraku li
guardò truce
-Dove cavolo eravate?- chiese
-Ogni tanto dobbiamo pur
provare!- esclamò Kagome. Paolo annuì
-Questa volta hanno ragione
loro mi sa…- disse
-Ok, ok… andiamo comunque,
siamo in ritardo- disse guardandoli male Naraku. Entrarono in macchina
-Ehi ma… perché non entriamo
separatamente come la prima festa?- chiese d’un tratto Sango –Anche l’altra
volta l’ho notato ma…- alzò le spalle. Naraku sorrise
-Oh, diciamo che hanno
pensato bene di cambiare questa regola stupida del “separamento” almeno per
questi debutti- disse annuendo. Paolo annuì
-E meno male! Era davvero
terribile!- disse rabbrividendo –Uomini ovunque che si mettevano a posto giacca
e cravatta per apparire almeno presentabili. Terribile!- esclamò
-Che esagerato- commentò
Kagome sorridendo –Come se fosse stata una tragedia!-
-No! Un’apocalisse!! Meno
male che presto tornerò in Giappone dove non esistono certe feste zotiche-
Kikyo alzò un sopracciglio –Pardon, dove io non vado a certe feste zotiche- si
corresse Paolo. Kikyo annuì seccata
-A proposito, la volete
sentire la… cattiva notizia?- chiese Naraku
-No- dissero tutti
preoccupati
-Ok, ma visto che insistete
va la dico comunque- commentò lui seccato –Ci sarà anche il signor Holsen-
disse ironico Naraku. I ragazzi fecero una smorfia di disappunto
-Beh, potevi anche evitare
di dirmelo. L’altra volta non l’ho visto e sono stata felicissima!- esclamò
Kagome rabbrividendo –Dio, quello potrebbe competere con il più velenoso dei
serpenti!!-
-Beata te che non lo hai
visto- commentò Sango alzando gli occhi al cielo –Io ho avuto gli incubi finché
non sono uscita dalla sala!- commentò
-Che esagerate che siete-
disse Inuyasha -È una persona che sta… al di sopra di tutti voi, che crede di
essere il migliore. Basta, ignoratelo al massimo!- Kagome alzò un sopracciglio
guardandolo
-Mi ricorda tanto qualcuno-
commentò
-Chi?- chiese lui corrugando
le sopracciglia
-Ma, uno a caso… che a
scuola è il re degli idioti, anzi, no, quello lo è anche quando è fuori dalla
scuola, che fa il deficiente ovunque e che vive alle spalle del proprio padre.
Proprio uno a caso- commentò Kagome annuendo. Paolo annuì e Sango lo seguì.
Inuyasha guardò Miroku
-Ti ha dato dell’idiota!-
esclamò Inuyasha
-No Inuyasha, si stava
riferendo a te- disse Miroku ghignando. Inuyasha guardò Kagome che sorrideva
-Ok ragazzi, basta,
stampatevi in faccia il vostro più bel sorriso e… andiamo- Naraku respirò a
fondo poi uscì dalla macchina. Sango deglutì e lo seguì fuori
-Non mi ero nemmeno accorta
che eravamo arrivati!- sussurrò Kagome all’amica
-A chi lo dici… io credevo
di essere a casa mia! Quella macchina è una valle!- rispose Sango affiancandola
-Non parlarmi di casa mia ti
prego… se penso che tra una settimana ce ne andiamo…- commentò
-Diavolo, è già passata una
settimana da quando siamo arrivate qua! Metà vacanze sparite…- mormorò Sango
sconvolta
-È passato tutto troppo
velocemente- concluse Kagome –Comunque Sango, datti da fare, ok?? Ho voglia
proprio di sentirti oggi!- esclamò mentre entravano nella stanza affollata.
Salutarono i ragazzi distrattamente e si avvicinarono alle bevande
-Lascia stare, sono
tesissima! Comunque, sono sicura che tu sarai eccezionale Kagome. Credo che
nemmeno Tom ti possa battere- disse felice
-Adesso non esageriamo…-
disse Kagome imbarazzata
-Kagome, sei troppo modesta-
commentò Sango con le mani sui fianchi
-No Sango, fidati… io sono
tutt’altro che modesta!- Kagome prese un goccio di vino bianco sorseggiandolo
-Non bere il vino che ti
ubriachi- La rimproverò l’amica. Kagome alzò le sopracciglia
-Per fare ubriacare me, ce
ne vuole, e un sacco! Pensa per te invece. Mezzo bicchiere… e sei fuori come
una campana!- Sango arrossì
-Adesso non esagerare
Kagome- commentò lei. La ragazza scoppiò a ridere appoggiando il bicchiere
sulla tavola –E ora perché fai così?- chiese Sango corrugando le sopracciglia
-Perché sei troppo buffa!!-
esclamò Kagome. Sango incrociò le braccia al petto indispettita guardandola
malissimo poisventolò la mano seccata
-Ora basta, fammi
concentrare- commentò. Kagome gonfiò le guance
-Uffa… come sei… seria!!-
-Come sei… bambina!- esclamò
Sango
-E pensare che sei amica
mia- affermarono all’unisono. Si guardarono con un sopracciglio alzato
scoppiando a ridere
-Che c’è da ridere così…
sguaiatamente?- Le due si girarono e Kagome alzò un sopracciglio
-Niente Inuyasha, niente…
cosa vuoi?- Lui alzò le spalle prendendo un bicchiere colmo di vino. Lei
riprese il suo sorseggiandolo
-Hai 15 anni… e già bevi?-
Lei roteò gli occhi guardandolo scocciata
-Io non bevo. Questo è solo
vino bianco- sbottò seccata –E poi sappi che l’alcol lo reggo benissimo io. E
poi scusa ma…- Guardò il vino del ragazzo –Sei un riccone sfondato… e non sai
che quel vino è out? È per disgraziati! Il vino bianco invece è molto
raffinato, come lo spumante del resto- Lui alzò un sopracciglio
-E dimmi, esperta di vini-
disse lui mettendo subito giù il vino. Prese una bottiglia riempiendo il
bicchiere di quel liquido rossastro. Tolse dalle mani della ragazza il vino
bianco sostituendolo con quello appena riempito –Che sai dirmi del fragolino?-
chiese lui. Lei alzò un sopracciglio e sorseggiò il vino gustandolo
-Che sa di fragola- commentò
–Che è buono da morire- Ne buttò giù un altro sorso –E che ne voglio ancora-
Allungò il bicchiere vuoto e lui lo riempì
-Scusate, non vorrei
interrompere il vostro… te-ta-te ma… dove hai lasciato Kikyo Inuyasha? E gli
altri?- chiese
-Kikyo ha insistito per fare
un ballo con Naraku- E indicò la coppia sulla pista che rideva –Paolo è… da
qualche parte mentre Miroku sta là alla finestra, dice che lo rilassa!-
commentò scuotendo il capo –Io giuro non lo capisco- Le due amiche guardarono
la coppia che stava ballando
-Come stanno bene insieme-
disse Sango
-Accidenti… sembrano andare
anche un sacco d’accordo…- commentò Kagome
-E poi guarda come sono
belli insieme- mormorò Sango. Inuyasha le guardò offeso
-Scusate? E io e Kikyo? Non
stiamo bene insieme? Quella è la mia ragazza- sbottò. Kagome lo guardò alzando
un sopracciglio
-Perdonami se te lo dico in
tutta franchezza ma…- Scosse la testa –Tu e Kikyo non state affatto bene
insieme- disse annuendo la ragazza
-E perché?- chiese Inuyasha
irritato. Sango guardò la figura di Miroku che contemplava l’orizzonte
-Come perché? Perché la tua…
aura… da sbruffone arrogante, copre tutti! Anche tutti questi… cosi…- disse
Kagome indicando i gemelli -… potresti evitare di portarli quando sei con la
tua ragazza!- esclamò
-Per la cronaca, si chiamano
gemelli e li porto solo a queste feste- disse lui
-Ma che centra!?!?-
-Centra, centra- disse lui
-E io ti dico che non centra
nulla! Ma sta di fatto che…- Kagome venne interrotta da Sango
-Ok, ok, tempo capito? Agli
angoli ragazzi, tra poco tocca a me e… sapete com’è! Non vorrei una rissa!
Capito?- Kagome e Inuyasha si guardarono in cagnesco poi annuirono –Ottimo,
viva la diplomazia- sorrise e si diresse verso Miroku. Si mise accanto a lui
guardando fuori dalla finestra. Miroku la guardò e lei sorrise –Bella serata,
trovi?- chiese guardandolo. Lui annuì silenzioso
-Si, sei pronta per… il
grande passo?- domandò. Lei sorrise
-Si, altroché. Non vedo
l’ora di togliermi questa ansia opprimente- Lui diede le spalle al muro
appoggiandosi con la schiena
-Beh, goditelo. Non saranno
molte le occasioni dove ti sentirai così- Le sorrise e lei a disagio distolse
lo sguardo.
Quanti di quei sorrisi le
aveva dato in passato… cavolo se le piacevano!! Gli occhi di lei incontrarono
quelli di Kagome che le indicò Miroku con un cenno della testa. Sango scosse la
testa guardandola con gli occhi spalancati. Kagome annuì indicandole di nuovo
Miroku
“Dai Sango! Se non lo fai
tu… chi diavolo lo farà?” pensò Kagome. Sango distolse di scatto lo sguardo.
Però forse… Sango guardò
Miroku che vagava con lo sguardo nella sala… non era giusto non dirgli nulla…
Scosse la testa. No! Non doveva sapere, nessuno doveva sapere! Cosa sarebbe
successo? Come avrebbe reagito? Sarebbe cambiato il suo atteggiamento verso di
lei?
-Sai Miroku…- Lui la guardò
–Ti spiace se ti chiamo per nome?- chiese lei dolcemente. Lui scosse la testa
–Ehm… e tu sei vuoi puoi chiamarmi benissimo Sango, capito?- Lui annuì –Mi
chiedevo come non avessi la ragazza- disse lei. Lui corrugò le sopracciglia
–Sai… dopotutto non sei un cattivo ragazzo, se non fosse perché fai parte di
una banda- Lui rise
-Scusa ma… chi ti dice che
non l’abbia?- chiese lui. Sango sentì qualche cosa spezzarsi nelle sue viscere,
come un crack nell’addome. Abbassò lo sguardo tremando un po’
-Beh… sai…- balbettò –Non mi
sei… non mi sei sembrato… particolarmente… triste…- Lui alzò un sopracciglio
-Non lo sarei stato
comunque- commentò acido –Anche se avessi la ragazza non sarei affatto triste
di starle lontano per un po’ di tempo- Alzò le spalle –Ma visto che non ce
l’ho- Lei lo guardò e lui le sorrise. Un uomo si avvicinò, era Marlov. Parlò
all’uomo di fianco a lui che tradusse velocemente
-Tra poco tocca a te
Koshuzo- I due se ne andarono e tutti presero ad andare verso l’entrata della
sala del teatro.
Sango tremò leggermente poi
deglutì piano. Sorrise
-Sai Miroku? Forse non lo
hai notato, ma noi due abbiamo lo stesso colore degli occhi!- esclamò la
ragazza guardandolo. Lui rispose quasi meccanicamente mosso solo dal ricordo di
tanto tempo prima
-Già! Wow siamo proprio
simili eh?- disse –A te non sfugge mai nulla!- Miroku si bloccò e la guardò.
Lei sorrise
-Questo perché io sono
un’ottima osservatrice- mormorò lei.
Lui la guardò con la bocca
semi aperta. Lei si girò allontanandosi. Lui rimase imbambolato per un tempo
che gli parve infinito. Qualcuno gli batté sulla schiena
-Miroku? Ti vuoi muovere?
Guarda che dobbiamo andare!- esclamò Inuyasha. Miroku lo guardò e l’amico alzò
un sopracciglio
-Avevi ragione Inuyasha.
Quel giorno a scuola, quando hai detto che Sango l’avevi già vista da qualche
parte- Inuyasha alzò un sopracciglio –Sango è la ragazza con cui stavo in 1
superiore!- esclamò
-Cosa!?- chiese Inuyasha
sbalordito
-Ne sono sicuro, è lei!-
Miroku si voltò prese Inuyasha per un braccio e lo trascinò dentro lastanza dove Sango aveva iniziato a suonare
una triste melodia. Si sedettero al loro posto
-Ma Miroku! Quella ragazze
era… era… completamente diversa!! Era timidissima, cicciotella… Sango è… è…
così!!- Inuyasha gliela indicò sul palco
-È lei- disse Miroku –Me lo
sento, lo so, ne sono assolutamente certo- bisbigliò. Kagome vicino a loro li
guardò voltandosi
-Cosa Miroku? Di cosa ne sei
certo?- chiese
-Non sono affari tuoi-
commentò acido Inuyasha
-Invece lo sono se
riguardano la mia amica- sibilò Kagome –Ascoltami bene Miroku- disse duramente
Kagome –Io so, molto più di quello che dovrei sapere e sappi che tu… non sai
nulla- commentò acida
-E cosa sai… che io non so?-
bisbigliò lui. Lei alzò un sopracciglio
-Perché non lo chiedi alla
diretta interessata? Lo avresti già dovuto fare un po’ di giorni fa, o sbaglio?
Ma non lo hai fatto…- disse Kagome mentre la musica finiva. Si girò mettendosi
composta
-Non l’ho fatto…- Kagome gli
mosse la mano davanti fastidiosamente
-Basta, chiudi la bocca!-
Tutti applaudirono e Sango
sorridendo si alzò inchinandosi leggermente. I riflettori le battevano sul viso
e non riusciva a vedere nessuno nella platea buia. Marlov le si avvicinò
stringendole la mano poi le passò un microfono scendendo subito dopo dal palco.
Sango sospirò. Si era preparata tutto un discorso in hotel, e le era venuto
anche bene! Ma ora non poteva dire quelle cose, aveva un’altra cosa da dire,
ancora più importante… Appoggiò lo strumento a terra poi sorrise
-Wow… accidenti! È finita!
Ero tesa come una corda di violino!- esclamò. La sala fece una risatina
–Comunque diciamocelo, poteva andare peggio vero?- chiese –Beh, chi tace
acconsente giusto? Comunque questo pezzo non mi è venuto in mente a caso, per
niente. Dietro c’è una storia davvero triste. La volete sentire?- domandò.
Qualcuno rispose di si e lei continuò –Allora, vediamo… da dove possiamo
iniziare? Ah si. Dovete sapere che questa storia riguarda una mia amica, una
mia carissima amica che poi è morta purtroppo… scomparsa dalla faccia della
terra…- Scosse la testa –Ma è un’altra storia questa. Allora la storia parla di
questa mia amica, come ho già detto, che alle medie conobbe un ragazzo- disse
sorridendo sedendosi sullo sgabello –Un ragazzo anche molto strano a dir la
verità! Ora è meno svampito ma prima…- Alzò le sopracciglia sorridendo
–Insomma, questa ragazza fu “salvata” da lui dai suoi compagni di classe, si
perché lei era bruttina, intelligente, troppo a dire il vero, e cicciotella…
insomma era il bersaglio di tutti quanti. Questo ragazzo dopo averla salvata,
non volle sapere il suo nome, diceva che era poco importante ma… lei era stata
al gioco e come mi aveva detto lei stessa: un nuovo gioco per un nuovo amico…-
sorrise. E Kagome si morse le labbra cercando di trattenere un singhiozzo
–Diventarono amici e poi si misero insieme, senza sapere ancora nulla l’una
dell’altro. Lui faceva la 1 superiore e stava nella scuola di fianco a quella
della mia amica e… ogni giorno lui l’accompagnava a casa. Stavano bene insieme,
avevano il loro spazio ma… quando qualcuno aveva bisogno dell’altro erano
pronti a sorreggersi. Un bel giorno la ragazza tornò a casa e trovò un album…
non un album qualunque, assolutamente. Era l’album dell’ex matrimonio di sua
madre. Fu un vero choc quando la ragazza vide… un altro bambino nelle foto, un
maschio. E così lei scoprì di avere un fratello- sospirò. Miroku era
pietrificato e Inuyasha aveva corrugato le sopracciglia confuso –La mia amica
chiese spiegazioni a sua madre, che le fece vedere una foto più recente di suo
figlio… e alla ragazza non ci volle un tutor per capire chi era il ragazzo
nella foto: era il suo ragazzo. Il dolore fu tale e insopportabile che credette
di spezzarsi in due… un vero inferno… Le sue lacrime erano troppe per
contenerle in un’unica stanza e il suo dolore non poteva essere racchiuso in
questo mondo. E lei mi disse: possibile Sango… possibile che di tutti gli
uomini in questo mondo… proprio di mio fratello dovevo innamorarmi? Il giorno
stesso mollò senza una parola il fidanzato-fratello, lui si trasferì in
un’altra scuola e lei si uccise- Alzò le sopracciglia –Ecco… la storia è
questa, tristissima e… tetra…- mormorò –Non so perché mi è venuto in mente
questo racconto dopo tanti anni… però ho voluto suonare proprio questa canzone
così triste perché non è giusto dimenticarlo- La ragazza sorrise alzandosi
–Allora, buon proseguimento- Mise giù il microfono e scese dal palco
allontanandosi. Kagome iniziò a battere forte le mani e lentamente tutta la
sala la seguì fischiando. Inuyasha guardò Miroku mettendo una mano sulla spalla
irrigidita dell’amico
-Non dico nulla- disse
-Allora chiudi il becco-
disse Kagome voltandosi –E Miroku, invece di stare lì come un pesce lesso… non
credi sia meglio andare da una persona??- chiese lei. Lui abbassò lo sguardo
-Però…-
-Miroku, ascolta, dopotutto
è la persona… una persona importante per te, no?- Lui annuì –Anche se è tua
sorella…- Kagome sospirò lasciando la frase a metà –Non ti ha mai dimenticato
Miroku, e se non te lo ha detto… è perché aveva paura di perderti… va da lei,
parlale… fa qualcosa! Ma falla velocemente!- esclamò indicando Sango che stava
uscendo dalla sala velocemente. Miroku guardò Kagome poi si alzò di scatto
rincorrendo la ragazza che era già fuori dal teatro. Sango lo guardò e sorrise
-Kagome non sa proprio
tenere la bocca chiusa eh?- chiese camminando lentamente verso l’hotel. Lui le
si mise a fianco
-Senti… Sango… ecco… io…-
Lei scosse la testa
-Non dirmi nulla, per
carità!- esclamò –Non è necessario che tu trovi delle giustificazioni perché
non ne ha colpa nessuno, ok? C’eravamo solo innamorati della persona sbagliata,
punto. Questa è la verità, dura, ma che va accettata- disse senza neppure
guardarlo. Cavolo! Le stava per venire da piangere!! Lui la fermò per un
braccio voltandola
-Invece dobbiamo parlare!-
esclamò –Adesso mi spieghi per bene cosa… diavolo è successo o le prendi,
capito?- Lei lo guardò sconvolta. Non le aveva mai parlato così!
-Ma… che diavolo dici? Ho
già spiegato cos’è successo! L’ho spiegato prima, rammenti? Meno di due minuti
fa… davanti a tutta quella gente… ci sei?- chiese lei con gli occhi spalancati
-Tu hai detto che si è
uccisa!! Lo hai detto tu stesso! Ma sei qua, davanti a me…- disse lui
stringendo il braccio. Gli occhi di Sango si riempirono di lacrime. Scosse il
braccio e lui la lasciò
-È vero!! Quella Sango è
morta, non c’è più! Quando ti sei trasferito, mi sono sentita malissimo! Non
sapevo neppure dov’eri andato e io… prima potevo vederti, anche se era da
lontano potevo comunque seguirti con lo sguardo ma dopo… sei andato via e io mi
sentivo morire ogni momento! Sapere poi che eri mio fratello mi faceva ancora
più male! Così sono cambiata, ho pensato solo a me stessa, mi sono chiusa in me
stessa e non mi interessava nulla degli altri!! Poi… quando ho iniziato le
superiori, stavo meglio rispetto a due anni prima… ti ho rivisto e… mi è sembrato
di spezzarmi di nuovo in due. Ma tu non mi hai riconosciuta e a me andava
benissimo così… e io inconsciamente ti osservavo sempre, seguivo sempre dove
andavi, cosa facevi…- Lo guardò -… e tu eri sempre con una diversa… ovunque…
Anche se io ti amo ancora, anche se sei mio fratello… tu hai deciso bene di
rimpiazzarmi- disse gelida. Lo guardò negli occhi poi si allontanò. Lui strinse
i pugni e la ricorse fermandola di nuovo
-MA COSA CREDI!?!?- urlò.
Lei lo guardò spaventata a morte –Che diavolo credi? Come osi dirmi certe cose
dopo che TU mi hai mollato senza una parola? Sappi che me ne sono andato perché
la tua vicinanza mi faceva male! È solo per questo che ho deciso di
trasferirmi! E avevo sempre una donna vicino a me, per cercare di colmare quel
vuoto che mi avevi lasciato tu!- Abbassò lo sguardo –Non mi interessa se sei
mia sorella, zero, non me ne frega un accidenti! Non ti ho mai dimenticata e
ogni volta mi sembra di impazzire quando i ricordi mi sommergono…- Le strinse
la mano –Non andare via- mormorò –Andrò all’inferno solo io, ma non andartene
via…- pregò lui. Lei singhiozzò e lo abbracciò piangendo
-Non ci andrai da solo… non
ci andrai… solo…- Lui la strinse –Ti amo- bisbigliò lei
-Anche io, ti amo Sango-
-Non ti lascerò più lo
giuro, lo giuro- mormorò piangendo
Intanto dietro l’angolo…
-Oddio, che cosa commovente!
Mi viene da piangere!- esclamò Kagome guardando la scena
-Incesto, che schifo- disse
Inuyasha. Lei gli pestò il piede
-Guarda che i rapporti di
sangue non contano nulla se due persone si amano, imbecille!- esclamò lei
-Fa schifo comunque-
commentò lui. Lei sospirò
-Bene, abbiamo visto
abbastanza…- Kagome sorrise prendendo il braccio di Inuyasha
-Cos’è questo attaccamento?-
chiese lui guardandola male
-Dai, offrimi il gelato… ti
preeeeego-
-Il gelato? Ma voi donne non
ingrassate mai? Ti voglio rammentare che oggi hai preso una crep con la
nutella!- Lei alzò le spalle
-Allora? Dai, oggi ho pagato
io!- esclamò mentre lo trascinava per la via
Carissimi!!!!!!!!! *__________________* come va gente?? Io benissimo!!!
Debito passato ratatatatatararatata!! Debito passato!!! Ratataratararata!!
Alour, non ho tempo quindi passiamo al sodo del sodo!
Preparatevi psicologicamente! Potreste avere un delesvary (tranquilli,
pazzia di famiglia! ^^’)! Mi raccomando! Il mondo è bello perché è vario! ^^
Rispondiamo a voi erranti!
Lady Wird: ehi, tranquilla! ^^ lo so benissimo che la mia fic è
bellissima e stupenda (viva la modestia), ma se piangi mi preoccupo io ç.ç!
grazie per il commento! Spero che commenterai anche questo ^_-
Sango91: vuoi un po’ di fazzolettini fox? ^^ grazie!! ^______________^
Kagome_chan89: avvicinando? Beh… in un certo senso… Leggi leggi che
avrai tutto più chiaro ^^bril bril. Comunque non è finita per niente, sappilo!
^.^
Kagomechan91: vero? beh, sango lo aveva detto che non ha peli sulla
lingua!! Idea geniale eh? Beh, non può di certo dirsi che è intelligente!!! Visto
che non lo è! ^.^ Grazie per il commentuccio!!! ^____^
Shikon: si avvicinano? O.O… Leggi leggi… forse si forse no… ma non è
finito ancora nulla e non è nemmeno iniziato nulla! Qualcosina in questo cap
però! ^_- Per naraku e kikyo… beh, non ti posso dire nulla!!! E poi chi lo
dice? Tu io noi voi o essi? ^^
Stiratori_chan: eheheheheheheheheh! Grazie mille!! Comunque… per sapere…
ehehehehhehe… vedrai… oh se vedrai!!! ^_____________^ Spero che anche questo
cap ti piaccia e aspetto una tua rec! mi raccomando!!! \>.
LEGGETE E COMMENTATE!! AL PROSSIMO CAPITOLETTO!! ^_____________________________________________________^
Capitolo 11
In trappola
Kagome, quella sera, in
compagnia di Inuyasha scoprì un nuovo lato del carattere del ragazzo: se non
diceva cose taglienti, sapeva essere davvero dolce. Anche Kikyo lo aveva detto,
ma lei non le aveva voluto credere. Si era divertita da morire, e anche se lui
non l’aveva portata su una nave… era stato molto carino a portarla in giro. Non
aveva più visto Sango e Miroku, ma era certa che stavano benissimo ora che si
erano ritrovati. Kagome rabbrividì. Però Inuyasha aveva ragione, il pensiero
faceva un po’ senso… Kagome scosse la testa mentre lui la accompagnava davanti
alla sua porta
-Che esagerato!- esclamò lei
–Guarda che ci so andare in camera senza la scorta!- Lui alzò le spalle
-Non lamentarti, un volta
tanto che voglio essere gentile…- Lei lo guardò alzando un sopracciglio
-Mmmmh. A proposito di
gentilezza… come mai hai lasciato Naraku e Kikyo soli soletti alla festa?-
chiese lei –Non è vero che ti sei scordato completamente di lei?- Lui scosse la
testa
-Ma che dici? Non mi sono dimenticato
di lei!- esclamò cercando più che altro di convincere se stesso
-E… non hai paura che… che
so, Naraku se la prenda?- Lui alzò le spalle
-E allora? Che problema c’è
scusa?- chiese. Kagome lo guardò sconvolta. Ma a quello di Kikyo importava meno
di zero!!
-Ma, scusa tanto Inuyasha…-
balbettò lei. Lui le tappò la bocca con la mano
-Chiudi il becco per
piacere?- chiese lui. Lei lo incenerì con lo sguardo e lui sorrise divertito
–Siamo arrivati- comunicò. Lei allontanò la mano con un gesto secco
-Non farlo mai più- ringhiò.
Lui alzò le mani in segno di resa
-Ehi… Ok, calmati… Dio… ma
hai già la spada sguainata? Vuoi una camomilla? Mi sembri un po’… fuori- disse
lui. Lei gli pestò il piede con forza e lui spalancò gli occhi
-Così impari brutto cretino.
Non tapparmi mai più la bocca come se fossi una bottiglia da imbottigliare,
chiaro?- Lui scoppiò a ridere
-Una bottiglia… ti ci vedo
Kagome!-
-Inuyasha, vuoi morire?- Lui
scosse la testa divertito
-No, per carità…- disse lui
–Aspetta, se non posso tapparti la bocca… posso fare così?- Kagome non fece in
tempo a dire una parola che lui la baciò, un bacio veloce e leggero. Kagome
impietrita lo guardò staccarsi –Non male, ci si può lavorare. Buona notte- si
girò alzando la mano e sparì nella sua stanza. Kagome rimase lì qualche istante
poi rientrò velocemente. Cascò in ginocchio priva di forze
-Ma che ho fatto nella vita
per meritarmi una simile tortura? Maledetto, Inuyasha! Che… pizza! Mi ha pure
rubato il mio primo bacio quello scemo!! Cretino! Cretino! CRETINO! Ok, Kagome
respira o svegli tutto l’hotel. Domani a Inuyasha gli tiro un pugno che lo
faccio volare direttamente in Giappone, dritto dritto a casa sua tra le braccia
di paparino suo- disse deridendolo. Si cambiò mettendosi il pigiama velocemente
poi si mise sotto le coperte. Guardò il cellulare. Messaggi: zero. Sango stava
sicuramente facendo deibellissimi
sogni ora. E con questo pensiero, Kagome si addormentò, più sollevata e felice.
Venerdì. Ore 10.30
La mattina dopo Kagome si
risvegliò pigramente. Non aveva assolutamente voglia di alzarsi. Sbadigliò
pronta per rimettersi a dormire quando qualcuno bussò alla porta. Kagome cercò
di ignorarlo mettendo la testa sotto il cuscino. Ribussarono forte e Kagome
sospirò a fondo
“Che due…” ritirò fuori la
testa –Chi è?- chiese
-Kagome! Muoviti! Che
diavolo stai facendo ancora lì dentro?- chiese una voce
-Sango… sto cercando di
dormire, perché?- chiese Kagome seccata stringendo il cuscino mettendosi prona
–Non mi sembra dobbiamo andare via- sbottò
-Lo so lo so… ma lo sai che
chi dorme non piglia pesci no? Dai muoviti- ordinò Sango
-Uffa Sango, lasciami
dormire. Và da Miroku- borbottò piano. Sango non la sentì naturalmente e Kagome
si dovette alzare –Ti odio!- esclamò
-Anche io ti voglio bene.
Ora sbrigati a uscire. Ti aspetto tra dieci minuti all’ingresso. Se non ci sei
arrivo e buttò giù la porta- Kagome sentì i passi di Sango sparire nel
corridoio. Kagome si leccò le labbra sospirando poi andò in bagno dove si
pettinò i capelli e si lavò la faccia. Si vestì in fretta con un paio di jeans
e una maglietta poi acchiappando la giacca uscì pesantemente. Andò all’ingresso
dove tutti erano pronti per uscire
-Beh? Che succede?- chiese
Kagome avvicinandosi
-Andiamo a esercitarci no?-
disse Miroku. Lei lo guardò malissimo poi fulminò Sango che sorrise
innocentemente –Sango, non gliel’hai detto?- chiese il ragazzo
-Ma no, ma dai… non sarebbe
venuta sennò! Sbaglio?- chiese la ragazza a Kagome
-Se per questo, Sango
tesoro, non vengo neppure adesso! Anche se mi hai fatto alzare eccetera! Ma
cosa ti passi per quella zucca??- chiese Kagome incrociando le braccia
-Molta più roba di te- disse
Sango sorridendo
-Oh, credimi, lo so… ma ti
pare intelligente ciò che hai fatto?- chiese
-Ma non vuoi venire a
sentire le nostre… prove?- chiese Sango buttando fuori il labbro inferiore
-No, non mi va. Voi
esercitatevi- Kagome prese di slancio il braccio di Kikyo –Quando avrete
finito, troverete anche il pezzo di Kikyo. Le do una mano, vero?- chiese alla
ragazza. Kikyo annuì
-Ok- disse. Sango sbuffò
sconfitta e Naraku fissò Kikyo che corrispose allo sguardo. Sango li guardò
seria, poi fece un sorriso smagliante
-BENE! Andiamo allora, che
dite?- chiese la ragazza prendendo il braccio di Miroku tirandolo fuori.
Inuyasha li seguì facendo un cenno a Kagome e Kikyo che corrispose. Paolo fece
un passo poi vedendo che Naraku non arrivava gli diede una pacca sulla spalla.
Naraku sembrò risvegliarsi e alzando la mano uscì con l’amico. Kagome sospirò
-Sole finalmente!- esclamò
–Hai fatto colazione?- chiese Kagome. Kikyo scosse il capo –Ti offro la
colazione, intanto pensiamo a qualche cosa, va bene?- Kikyo sorrise
-Offro io. Ieri hai offerto
le crep, o sbaglio?- Kagome la guardò stupita poi sorrise
-Hai ragione! Go!- esclamò.
Uscirono e si diressero nella parte opposta degli amici iniziando a parlare di
cose futili. Ordinarono due cappuccini e due paste poi si sedettero a un
tavolino dentro al bar
-Allora? Ieri pomeriggio ti
è venuto in mente qualche cosa? Io purtroppo non so proprio da dove iniziare
per scrivere dei testi di canzoni, però… ti posso aiutare- disse Kagome
addentando la sua pasta. Kikyo ne staccò un piccolo pezzo
-Beh, in realtà… non so
nemmeno io da dove si comincia- disse
-Siamo in alto mare?- chiese
Kagome. Kikyo annuì. Si guardarono e scoppiarono a ridere. Kikyo la guardò
intensamente
-Ti sei mai innamorata
Kagome?- La ragazza, presa alla sprovvista, si affogò quasi con la pasta
-Come?- chiese tossicchiando
-Dai, hai capito- disse
Kikyo. Kagome la guardò con un sopracciglio alzato poi ci pensò appoggiando il
mento sulla mano. Addentò l’ultimo pezzo di pasta
-No, mai- disse. Kikyo la
guardò stupita
-Mai? Mai… mai?-
-Mai- confermò Kagome
-Ma… tu e Tom… insomma lo
guardavi, lui ti guardava e pensavo che tu… che voi…- balbettò Kikyo. Kagome
scosse il capo forte
-No, amici. Amici e basta.
Perché?- domandò lei. Kikyo alzò le spalle
-Così… sai… curiosità- disse
lei
-Mmmmh, tu invece?- chiese
Kagome guardandola. Kikyo sospirò –Non sembri così… soddisfatta del tuo
ragazzo. Senza offesa naturalmente-
-Beh, non è questo. Inuyasha
mi piace in un certo senso però… diciamo che credevo di amarlo, ma non è così!
È solo il mio migliore amico, come Miroku poi- Kagome annuì
-Allora rompi con lui no?-
Kikyo scosse la testa –Perché no?- chiese Kagome mettendo sul piattino la tazza
-Perché siamo costretti a
stare insieme- disse Kikyo
-Costretti?- domandò
allibita Kagome. L’amica annuì di nuovo. Poco dopo erano fuori dal bar
–Racconta-
-Beh, non c’ molto da dire
per la verità. Mio padre dirige una azienda, il padre di Inuyasha ne dirige
un’altra. Ci hanno fatto mettere insieme e finite le scuole dovremo sposarci-
Kagome alzò un sopracciglio –Tragico no? Dovrò sfornare tanti piccoli
imprenditori con un uomo che considero solo un amico, una vita bellissima mi
aspetta!- esclamò Kikyo arrabbiata –Ho provato a innamorarmi di lui. Ci ho
provato su serio, anche lui ha provato. Abbiamo illuso tutti facendo finta di
amarci per non essere assillati dalle nostre famiglie ma…- scosse la testa –Non
ce la facciamo più, io andrò di matto prima o poi, ti giuro-
“Che bello essere dei
proletari. Con il proprio bellissimo lavoro, la famiglia che si ama… una vera
meraviglia!” pensò Kagome amareggiata –Ma non avete provato a… parlare ai
vostri genitori? A cercare di spiegarvi?- Kikyo sorrise tristemente
-E a cosa servirebbe? Il
contratto è posto, e nulla lo farà distruggere- Kagome le cinse le spalle con
un braccio e in silenzio tornarono in hotel dove Kagome la portò in camera sua
-E tu ti sei mai
innamorata?- chiese dopo un po’ Kagome. Kikyo sorrise
-Si, lo sono ora- Kagome la
guardò e Kikyo sorrise
-Senti Kikyo… va bene se te
la faccio io la canzone? Vorrei trovare un testo adatto…- disse Kagome. Kikyo
annuì
-Va bene… tanto io non so
neppure come fare!- esclamò.
Kagome annuì e Kikyo le
sorrise lasciandola. Kagome ci pensò un momento a quella risposta enigmatica e
scuotendo la testa si ripromise di parlarne a Sango. Sospirò e alzò la cornetta
del telefono componendo un numero attese un momento poi sentì la voce di sua
madre
-Pronto?-
-Mamma! Sono Kagome!-
esclamò la ragazza
-Kagome, tesoro! Come va?
Tutto bene?-
-Si mamy. Non preoccuparti…
tu piuttosto? Mi sembri stanca…- disse preoccupata dal tono di voce della madre
-No, ma che dici? È che c’è
tanto da fare a casa senza di te… e poi Sota è stressante. Dice che si annoia
se non ti fa i dispetti!- Kagome rise
-Si si…-
-Tu invece? Sbaglio o mi
sembri… strana?- Kagome si morse il labbro. In effetti… Sorrise
-Ma no! Sto benissimo
fidati! Volevo solo sentire la tua voce!-
-Si tesoro, a presto- Kagome
non attese molto che la voce di suo fratello le perforò i timpani
-CIAO SORELLINA!!- urlò
-Ciao Sota, non potresti
parlare a voce normale? Non vorrai uccidermi, vero?-
-Che esagerata!- esclamò
Sota –Ehm, sorellina? Ti volevo dire che… ecco…-
-Sota stringi-
-Sai, Kohaku, il fratellino
di Sango? Lui mi ha detto che… beh, che…-
-Che cosa Sota?- chiese
Kagome curiosa
-Beh, ha detto che visto tu
e Sango siete lì, lontane da casa… senza la supervisione di mamma… lui ha detto
che potreste trovarvi il ragazzo e… e fare certe cose. Ma non ho capito bene il
senso. Comunque tu e Sango non le farete, vero?- Kagome arrossì e il viso
sbruffone di Inuyasha le passò davanti agli occhi. Quel bacio era stato così…
così… e poi così… e dopo… dopo… Scosse forte la testa per allontanarlo dalla
sua mente –Sorellina? Chi tace… acconsente, lo sai? NONNO NONNO!! KAGOME FA
CERTE COSE CON IL SUO RAGAZZO!-
-No! No Sota, Sota… chiudi
la bocca! Non è vero! Sota…- disse Kagome velocemente –Non è come pensi tu…-
-AHHH! NONNO, STÀ CERCANDO
DI GIUSTIFICARSI!!- Kagome si portò una mano al viso sconsolata
-Kagome!- la voce del nonno
arrivò alla cornetta –NON AZZARDARTI A FARE CERTE COSE CON UNO SCONOSCIUTO E
SOPRATTUTTO CON UN DROGATO! QUANDO TORNI A CASA MI SENTIRAI!- urlò il nonno a
squarciagola
-Ma che dici? Ma… non lo
farei mai… mamma, diglielo tu…- implorò Kagome
-Ma si nonno, lei è una
brava ragazza. Però… KAGOME, TI HO FATTA ANDARE LÀ PERCHÉ MI HAI PROMESSO DI
COMPORTARTI BENE! NON TRADIRE LE MIE ASPETTATIVE CHIARO!?- urlò la madre
-Ma mamma! Che dici? Sota, a
casa ti riempio di… di… di botte!-
-Seeee, provaci sorellina,
provaci!-
-Sota… non tirare troppo la
corda, o quella si spezza!- disse saggiamente Kagome
-NON CAMBIARE DISCORSO! Oh,
la mia nipotina in mano a chi sa chi…-
-La smetti nonno? E anche tu
mamma…- pregò la ragazza. Qualcuno bussò improvvisamente e lei sobbalzò –Arrivo
subito, scusate un momento- Kagome appoggiò la cornetta e aprì la porta
rimanendoci di sasso. Inuyasha alzò la mano
-Ehi!- esclamò.
Kagome deglutì ricordando il
bacio… Gli sbatté la porta in faccia con il cuore che batteva a mille. Sospirò
aspettando qualche secondo poi riaprì la porta: peccato, era ancora lì…
-Ciao, entra e siedi sulla
sedia. Scusa un momento devo… finire un discorsetto!- Kagome lo trascinò dentro
e richiuse la porta e gli indicò la sedia dove lui sedette veloce e in silenzio
–Eccomi…-
-ERA L’UOMO!?!?- urlò il
nonno
-Ma no nonnino, che dici? È
un amico…-
-Eh… ma gli amici…- disse
Sota
-Ti uccido- sibilò Kagome
mentre sua madre e suo nonno iniziavano a parlare insieme
-La mia bambina…-
-La mia nipotina…-
-La mia sorellina…- concluse
Sota sospirando
-BASTA!- urlò Kagome
-Comportati bene, non fare
pazzie!-
-Voglio conoscere
quest’uomo!-
-Deve essere un bravo
ragazzo per la mia nipotina adorata-
-Kagome, sta attenta!-
-Non sai cosa possono fare
gli uomini-
-Ma la volete smettere? Non
sono una bambina!-
-La mia bimba con un uomo! Non
ci posso credere, svengo- disse la madre
-Ohi, mamma che fai… sei
pazza!?-
-Kagome, non fare
stupidaggini!- Kagome ridusse gli occhi a due fessure nere stringendo il pugno
-Ok, ciao! Ci sentiamo
presto- Kagome buttò giù il telefono seccata –Io quelli li ammazzo con le mie
mani! Ma come osano!? Non sono una bambina! E so come devo comportarmi! Mi
hanno cresciuta loro maledizione! Sanno benissimo che non andrei mai con un
uomo a caso!- esclamò furibonda calciando il letto. Si risedette seccata –Ciao
Inuyasha, hai preso parte a una conversazione interessante, non ti pare?- Lui
alzò un sopracciglio. Lei sbuffò –Non guardarmi così per carità, se ho una
famiglia di pazzi non è colpa mia, ok?- sbottò. Si alzò andando al comodino
dall’altra parte del letto. Aprì il cassetto –Comunque avevi bisogno?- chiese
–Come sono andate le prove? Avete imparato il pezzo? Tu ti stai preparando per
il tuo debutto? C’è tra due giorni dopotutto- Lui mosse una mano infastidito
-Si, per quello non ci sono
problemi. Anche le prove, non male. Poi sentirai-
-Anche io e Kikyo ci siamo
date da fare, cioè, in realtà no ma fa lo stesso! Sono solo dettagli! Dopo devo
mettermi al lavoro, devo fare alcune cose e questa sera devo almeno avere
finito il pezzo o sono guai… Hai visto Sango? Le dovrei parlare. Naraku e
Paolo? Sono a pranzo? Beh, è l’una… io ho una fame da lupo! Andiamo a chiamare
gli altri?- chiese lei. Aprì la porta della stanza –Muoviti!- esclamò
-Kagome? Mi stai evitando?-
domandò lui. Kagome strinse la maniglia nella mano e si portò una ciocca di
capelli dietro l’orecchio
-Ma no, che dici? Sei
fuori?- chiese lei girandosi verso la porta aperta.
Prese fuori il cellulare
mandando un messaggio velocemente. Sperava solo che Sango lo leggesse… non
voleva parlargli, cavolo! Se ripensava a quel bacio lo avrebbe chiuso in quella
stanza per provarlo di nuovo! Maledizione!! Rimise il cellulare in tasca
girandosi. Sobbalzò. Inuyasha era a pochi passi da lei. Allungò la mano
prendendo il lato esterno della porta che richiuse con un tonfo. Kagome ci si
appoggiò con la schiena
-Che diavolo fai?- balbettò
lei
-Paura?- chiese lui al suo
orecchio. Lei deglutì
-Dovrei?- balbettò. Lui
sorrise
-Io credo di si- Sfiorò le
sue labbra con le proprie approfondendo il bacio. Lei restò ferma come un palo
per qualche istante. Cavolo! Non poteva farlo! Non così! Non con lui!
“Andate al diavolo tutti
quanti!” pensò Kagome buttandogli le braccia al collo approfondendo il bacio.
Lui le cinse la vita e in quel momento qualcuno bussò. Kagome si irrigidì staccandosi
bruscamente da lui. Lo spinse indietro velocemente mettendolo seduto e sorrise
aprendo la porta
-Ciao Kagome!-
-Sango, allora, andiamo a
pranzo?- chiese mettendosi la chiave in tasca
-Si- disse lei sorridendo.
Guardò Inuyasha e alzò un sopracciglio –Oh, mi spiace di avervi interrotto-
-Ma scherzi? Muoviti
Inuyasha, lo sai che non fa bene non mangiare?- Kagome si allontanò e Sango
aspetto che lui uscisse. Richiuse la porta spegnendo la luce e guardò Inuyasha
di sottecchi
-Cosa?- chiese lui alzando
un sopracciglio seccato “Accidenti! Proprio adesso doveva arrivare?? Che
impicciona…”
-No, nulla. Andiamo- Sulla
strada la ragazza bussò alla porta di Miroku, uscì e l’abbracciò baciandola
leggermente. Inuyasha a quella scena roteò gli occhi. I tre andarono a pranzo
dove si sedettero con Naraku e Paolo, ma di Kagome nessuna traccia…
La ragazza, scappata dal
pranzo, era seduta a gambe incrociate sull’erba fresca di quel tranquillo prato
di quasi una settimana prima dove aveva avuto un battibecco con Inuyasha
chiamandolo: faccia da ricco. Rise poi il sorriso le si smorzò subito
-Dio, che cosa ho fatto? Ora
non sarò solo lo zimbello della mia scuola… ma anche di tutta Amsterdam!-
esclamò prendendosi il viso tra le mani scuotendo il capo.
Si alzò velocemente e si
diresse in una paninoteca dove ordinò qualche cosa da mangiare. Aspettò le due
poi andò davanti alla biblioteca. Aveva bisogno di un posto tranquillo per
poter leggere, qualsiasi cosa! Ma doveva estraniarsi per un momento da quella
brutta faccenda.
Tornò la sera, irritata come
non mai. Si diresse a cena dove incontrò tutti quanti. Si sedette sbattendo i
piedi a terra con gli occhi in due fessure
-Beh?- chiese Naraku –Ti
rendi conto di che ora è?- Lei lo fulminò e lui alzò un sopracciglio
-Si, grazie- commentò lei
acida iniziando a mangiare
-Dove sei stata?- domandò
Sango
-In biblioteca- disse lei
–Dove ho letto un libro-
-Sei riuscita a leggere un
libro inglese… in sei ore? E in biblioteca… tu?- chiese Sango sbalordita
-Il libro era in inglese si…
ma era di dieci pagine. Ho iniziato a tradurlo e mi ci sono volute cinque ore
per capire che la storia era dei tre porcellini!- ringhiò Kagome sbattendo la
posata sul tavolo –Cinque ore del mio tempo per i tre porcellini! Maledizione
che rabbia! Ecco perché tutti passavano vicino a me e ridevano come dei pazzi!
E tanto per bastare mi sono beccata pure una sgridata in inglese per avere
sbattuto il libro sul tavolo quando l’ho finito! Ma vi rendete conto? Ho perso
cinque ore della mia preziosa vita… per i tre porcellini!- esclamò ficcandosi
in bocca un pezzo di carne
-Ti preoccupa di più quello
che… essere stata sgridata in inglese davanti a tutti?- Kagome fulminò Paolo
-Si. Comunque Kikyo, quando
hai finito andiamo, va bene? Sango, tu vieni?- L’interessata la guardò poi si
sentì un rumore strano e Sango con un gridolino si prese la gamba tra le mani
-Dio Miroku, un po’ più
piano no vero?- chiese lei con le lacrime agli occhi. Kagome alzò un
sopracciglio
-Era un no?- chiese la ragazza
-Esatto- disse Miroku –Era
anche chiaro e netto-
-Doloroso vorrai dire- disse
Sango ricomponendosi –Per poco mi spezzi la gamba-
-Che esagerata!- esclamarono
tutti. Lei li fulminò
-Piantatela, odiosi… A
proposito Kagome, che dicevate oggi tu e il qui presente Inuyasha che non ha
ancora aperto bocca?-
La ragazza sputò tutta
l’acqua che stava bevendo addosso a Paolo
-COSA!?- chiese sbigottita
guardando l’amica allarmata. Inuyasha alzò un sopracciglio
-Grazie Kagome. I tuoi
germi, me li potevi evitare- sbottò Paolo –Vado a cambiarmi, bleh- Kagome non
lo ascoltò neppure
-Cosa?- richiese Kagome a
Sango
-Di che parlavate oggi tu e
Inuyasha?- ripeté Sango seccata
-Oh, quello… niente… di che
doveva parlare? Nulla… le solite cose… sai com’è, no? Però… sai… il concerto…
parlavamo di questo… niente di interessante…- balbettò –Beh, dov’è andata
Paolo?- chiese cambiando discorso
-Lo hai lavato! È andato a
cambiarsi- commentò Naraku
-Ah! Bene. Hai finito?- chiese
Kagome guardando Kikyo supplichevole. Lei annuì mollando la cena a metà
-Avete bisogno?- chiese
Naraku
-No, facciamo da noi- disse
Kikyo sorridendo. Lui corrispose e Sango alzò un sopracciglio. Le due uscirono
e Kagome si rilassò
-Mi hai salvato la vita-
commentò. Kikyo sorrise
-Ma da cosa?- chiese lei.
Kagome fece un sorriso tirato
-Niente- disse Kagome
allontanandosi
-Oh no cara, ora me lo dici-
insistette Kikyo seguendola
-No-
-Dai-
-No-
-Per piacere-
-No-
-Uffa-
-Si-
-Cosa?-
-L’uffa-
-Ah- sospirò Kikyo.
Kagome prese sottobraccio
l’amica allontanandosi con lei. Kagome si mise al piano e suonò il pezzo
qualche volta sotto la supervisione di Kikyo
-Quando pensi di riuscirlo a
fare il pezzo?- domandò la ragazza. Kagome alzò le spalle
-Non saprei, devo avere… il
momento a portata di mano, capisci?- Lei annuì e Kagome sorrise –Ma non ti
preoccupare, ce la farò! Perché intanto non mi fai sentire qualche cosa?-
domandò. Kikyo si indicò
-Cosa? Io? Ma non ho la base
e…-
-Te la faccio io- propose
-Uhm… beh, allora ok.
Conosci: Everytime di Britney Spears?- Kagome annuì
-Posso provarci, la canzone
la conosco- disse e Kikyo sorrise complice e il piano iniziò. Dopo poche
battute partì Kikyo.
Kagome finì con una nota
lunga per poi staccare le mani dalla tastiera
-È stato fantastico!!-
esclamò Kikyo eccitata. Kagome annuì mentre Kikyo guardava l’orologio –Ma ora
devo andare, scusami-
-Ah… ma si certo.
Buonanotte-
-Buonanotte a te. Mi sono
divertita- Le due si sorrisero poi Kikyo, uscì dalla camera della ragazza che
sospirò uscendo dalla stanza e avvicinandosi al letto.
Cavolo se cantava bene… era
dolcissima così concentrata… sembrava una bambinache sta dormendo… chissà se anche lei aveva quell’espressione
quando suonava. Mah… Improvvisamente sentì la serratura scattare e fece un passo
indietro irrigidendosi. La porta si aprì e spuntò la testa di Inuyasha
-Ciao!- esclamò lui entrando
-Tu? Che… che… diavolo…-
balbettò lei. Lui sorrise
-Passepartout, presente?
L’ho rimediato e così… eccomi qua- Lei si irrigidì ancora di più. Lui chiuse la
porta
-Esci. Sono stanca, voglio dormire-
disse lei allontanandosi da lui il più possibile
-Si, nulla in contrario.
Solo dieci minuti per scambiare… qualche parola- disse lui incrociando le
braccia al petto avvicinandosi. Lei fece un passo indietro. Lo voleva lontano,
il più lontano possibile… -Come mai mi hai evitato oggi?- chiese lui
-Non ti ho evitato. Ho
fatto… come sempre- disse lei piano facendo un passo indietro mentre lui ne
faceva uno verso di lei
-A me non sembra… perché
indietreggi? Non ti mangio, lo sai?-
-Lo so... diciamo che preferisco
così- Lui alzò un sopracciglio facendo un passo avanti. Lei si sentì sbattere
contro qualche cosa di solido. Si girò: la scrivania “Merda!”
-Capolinea- Lei voltò il
viso verso di lui che si era avvicinato. La ragazza deglutì cercando di
scostarsi di lato ma lui appoggiò le mani sulla scrivania bloccandole il
passaggio. Lei mise una mano dentro alla tasca dei pantaloni ma lui le bloccò
il polso prendendo fuori il cellulare. Lo buttò sul letto e lei respirò a fondo
cercando di calmarsi. Lui sorrise avvicinandosi al suo orecchio –Sei in
trappola- La baciò sfiorandole le labbra per poi approfondire il bacio. Lei
chiuse gli occhi sfiorandogli i capelli. Lui l’alzò facendola sedere sulla
scrivania e infilandosi tra le sue gambe. Le passò le mani sulla schiena e lei
rabbrividì. Aderì al corpo di lui stringendo le gambe sui fianchi e lui passò
una mano sui capelli di lei tirandoli leggermente. Lei lo strinse ancora di
piùma lui si staccò sorridendo. La
ragazza spalancò gli occhi arrossendo di vergogna mollandolo tremando. Lui le
baciò la guancia –Buona notte e… sappi che io ottengo sempre ciò che voglio- Le
ricordò lui
-E questo che significa?-
chiese lei tremando leggermente
-Solo quello che ho detto-
Lei deglutì. Inuyasha si mise in tasca il passepartout e uscì.
Kagome si buttò sul letto
con gli occhi pieni di lacrime. Maledizione a lui, ai suoi baci meravigliosi e
al suo caratteraccio! Dio se era bello… accidenti se la eccitava… Singhiozzò.
Aveva paura, i suoi sentimenti stavano diventando troppo intensi e lei ne aveva
una paura matta. Era in trappola, e nessuno poteva salvarla…
Il tragitto è lungo e la meta è lontana, ma
non disperate siamo a metà!! (della prima parte si intende!!! ^.^)
Alloooooooooooooooora, mi dispiace per il
ritardo, la scuola mi sta prendendo un sacco di tempo ed energie e purtroppo il
mio tempo è limitato, ma spero di non farvi aspettare più così tanto!
Rispondiamo e voi gentil donzelle e/o
gentiluomini! ^___________^
Ehm… essendo il numero… elevato (non sono
felice ^____________________________________________^ no!!!!!!!!!!)ringrazio tutti quanti! ^_^
Kagome guardò il sole
sorgere lentamente. Non aveva dormito affatto e aveva cercato di pensare ad una
soluzione, ad una giustificazione al suo comportamento ma… non aveva trovato
risposta, solo che era pazza.
Si, completamente pazza…
Non poteva essere
altrimenti!
Inuyasha non era adatto a
lei. Lui era un violento, subdolo, malefico, viscido, approfittatore,
dongiovanni, traditore, con un brutto caratteraccio e… maledettamente bello.
Kagome scosse forte la
testa.
No! No! NO! Non è bello, lui
non è bello! È solo bellissimo… basta! Non è bello! Non è bellissimo! Basta!
Kagome scivolò a terra
asciugandosi gli occhi pieni di lacrime. Maledizione… Si schiarì la gola e andò
in bagno per lavarsi la faccia. Aprì le finestre e guardò il cielo. Si sedette
alla scrivania e prese carta e penna.
Scriveva lentamente mettendo
i pensieri in ordine, cancellava e rimetteva in ordine, ogni tanto si guardava
i palmi e il cielo per poi rimettersi a scrivere. La riguardò e la rilesse,
andò al piano e iniziò a suonare il pezzo canticchiando la canzone.
Perfetta! Ora doveva solo darla
a Kikyo e farla sentire agli altri.
Si portò una mano allo
stomaco: aveva molta… molta fame quindi uscì. Percorse i corridoi silenziosi e
si diresse nelle cucine per prendere qualche cosa da mangiare.
I camerieri stavano già
sfaccendando come dei matti quando lei arrivò. Si guardò un po’ in giro poi
sorrise
-Giselle!- esclamò alzando
la mano. La ragazza si girò e quando la riconobbe sorrise
-Signorina!- Le si avvicinò
velocemente –Ma cosa ci fa qua? E poi in piedi! È prestissimo, non lo sa?-
Kagome annuì
-Si, certo che lo so. Aveva
fame, così sono scesa- disse sorridendo lei
-Oh, se vuole mangiare… le
posso dare qualche cosa!- esclamò sorridendo. Kagome annuì –Ho 10 minuti, non
di più- le portò una tazza fumante di cioccolata e una pasta calda –Ora come
ora non le posso dare di più, ma se aspetta le 8.00…- Kagome scosse la testa
-Va bene così, fidati-
Staccò dei piccoli morsi sorseggiando la bevanda. Giselle la guardò
-Ma no, è che ho dei
pensieri e…- scosse la testa –Lascia perdere Giselle- disse –Comunque, come sta
tua sorella?- la ragazzina sorrise
-Sta benissimo! È in forma!
E anche mia madre sta molto meglio!- esclamò –Non so come ringraziarla- disse
inchinando il capo leggermente. Kagome scosse la testa
-Ma no! Lo avrebbe fatto
chiunque- disse Kagome
-Non credo signorina, non
credo proprio. La gente non è tutta brava e buona. Io l’ho dovuto imparare in
fretta perché sono povera ma certe cose, le so bene…- Kagome la guardò intensamente
–Approfittano di te solo perché hanno più soldi, ti sfruttano senza
interessarsi di te e dei tuoi sentimenti- Giselle sospirò guardando il tavolo
–Io sono fortunata… almeno ho un tetto, anche se decadente, sopra la testa e ho
una famiglia da cui tornare. Alcune persone non hanno neppure questo- si alzò
di scatto dalla sedia –Ma questo non centra nulla- sorrise –Ora scusatemi, ma
devo andare a pulire i corridoi- fece un piccolo inchino e la lasciò. Kagome si
alzò a sua volta e uscì dirigendosi in camera. Paolo aveva ragione… aveva tempo
per girarsi i pollici che era una bellezza! Le stavano venendo i crampi! Era
più il tempo che si girava i pollici che quello dove si esercitava! Scosse la
testa e entrò in camera seccata
-Ciao!- Seduto sulla sedia della
scrivania Inuyasha sorrideva. Kagome chiuse di scatto la porta mentre il cuore
accelerava i battiti e le gote si imporporavano, almeno lui non si era accorto
di nulla!
-Che diavolo ci fai qua!?-
chiese lei –Smettila di entrare in camera mia come ti pare! Esci!- esclamò –E
poi non sai che sono le 7.20? È prestissimo e tu sei già in piedi, non è
normale, ti pare?- Lui alzò le spalle alzandosi
-Non avevo sonno, così mi
sono alzato e sono venuto qua. Ho fatto male?- chiese
-Si- disse lei.
Improvvisamente, come un
fulmine, la ragazza si accorse di una cosa molto rilevante: Inuyasha era in
camera sua!
Inuyasha+camera+lei=bacio!?!?
Kagome deglutì
-Ok, va bene. Ora devo
andare. Ci vediamo a pranzo, ok?- Fece per aprire la porta ma quella si
richiuse con un tonfo. Lei sospirò appoggiando la fronte sulla porta –Mi dici
cosa vuoi da me?- Lui alzò le spalle
-Niente e… tutto- Lei alzò
un sopracciglio e lo guardò. Cavolo se era bello… però era troppo vicino! Uffa!
Un altro passo e lo disintegrava, giuro!
-Tutto cosa?- mormorò lei
con la voce che tremava –Devo dire che… gli indovinelli… non mi sono mai…
piaciuti- balbettò.
Troppo vicino, troppo
vicino! Tutta la sua sicurezza era andata a farsi benedire! Ok, calma Kagome.
Respira ti prego, riprenditi… oddio si avvicina, non ce la faccio… zero! È
troppo, troppo vicino…
-Non sono piaciuti mai
neppure a me- Le prese la vita e lei cercò di ritrarsi ma prima che riuscisse a
voltare il viso lui la baciò e lei in due nano secondi gli aveva già portato le
braccia al collo. Dio se le piacevano quei baci, ma perché non riusciva a
staccarsi da lui? Perché voleva che venisse a cercarla? Che venisse nella sua
camera? Lui infilò un mano sotto la maglietta sfiorandole la schiena scendendo
a baciarle il collo liscio. Lei rabbrividì al contatto freddo delle mani di lui
e lo attirò ancora di più a se. Lui la baciò prendendole il viso tra le mani e
lei chiuse gli occhi. Com’era bello… che bacio dolce… e che labbra morbide…
labbra che avevano già baciato un sacco di ragazze… Kagome si irrigidì al
pensiero che inconsapevole le aveva attraversato la mente. Lo spinse via
scappando fuori dalla stanza senza neppure girarsi
-KAGOME!- esclamò lui. Lei
non lo ascoltò neppure continuando a correre finché i richiami sparirono
“Oh mio Dio… no cavolo… no!
Che cosa sto facendo? Cosa diamine sto combinando?” La ragazza corse su per le
scale, salendo e scendendo di corsa come impazzita. Vide una porta a vetri e
entrò in terrazzo chiudendo la porta e scivolando a terra stremata. Gli occhi
le si riempirono di lacrime “Che mi succede? Lui è Inuyasha! Inuyasha! Quello
stupido mentecatto…” Kagome si coprì la bocca con le mani mentre le lacrime
scendevano “Da quando… da quando lo chiamo per nome? Quando ho iniziato? Oggi?
Ieri?” Si asciugò le lacrime e si appoggiò allo stipite stringendolo con forza
“Che devo fare? Che faccio?”
[…]
-Ascoltami molto attentamente Kagome… tu
sei come la sorellina che non avrò mai…-
[…]
Le parole di Sango le
rimbombarono nel cervello per qualche istante. Sango era stata sincera con lei,
le aveva detto tutto come una vera sorella… e se la riteneva tale ora lei
poteva confidarsi… no? Kagome si asciugò i residui di lacrime. Si mise a posto
i capelli e prese un respiro profondo
-Ok, andiamo. Forza e
coraggio Kagome- disse incoraggiandosi “Ti prego, fa che sulla strada non
incontri Inuyasha…” pensò mentre si allontanava. Si schiarì la gola bussando
forte
-Chi è?-
-Sango, sono io-
-Oh, aspetta un momento
Kagome- Pochi secondi dopo la porta si aprì. Sango indossava una maglia lunga
bianca
-C’è Miroku?- chiese Kagome
sentendo lo stomaco fare una capriola
-Si, ma fa lo stesso. Dimmi
pure- disse Sango sorridendo appoggiandosi allo stipite. Kagome si leccò le
labbra guardando a terra
-Niente!- esclamò sorridendo
–Niente, che vuoi che stia accadendo? Volevo solo chiederti il cellulare… il
mio si è scaricato e io dovrei… mandare un messaggio… posso?- domandò con la
voce che tremava.
Non glielo poteva dire… il
suo ragazzo era il migliore amico del tipo in questione! Perché non ci aveva
pensato prima?
Sango la scrutò negli occhi
trapassandole l’anima. Kagome distolse lo sguardo in fretta
-Aspetta qua, capito?-
Kagome annuì e Sango rientrò chiudendo la porta sospirando
-Che succede?- chiese Miroku
corrugando le sopracciglia
-Mi spiace amore mio- disse
lei avvicinandosi –Credo proprio che dovremo vederci stasera- disse –Mi ero
scordata che io e Kagome dovevamo fare delle cose da donne e…- Miroku annuì
mettendosi la camicia. La baciò stringendola a se
-Allora a stasera, giusto?-
Sango annuì sorridendo e lui uscì –Kagome-
-Miroku- disse lei
sorridendo leggermente. Sango fece entrare la ragazza –Scusa Sango, non volevo
disturbare, davvero! Ma mi serve solo il cell dopo me ne…-
-Non mentire Kagome- disse
Sango sedendosi sul letto vicino a lei –Hai tutti gli occhi rossi…- mormorò
accarezzandole la guancia –Non puoi mentire a me-
Gli occhi di Kagome si
riempirono di lacrime e si morse il labbro singhiozzando
-È solo che… io…- Sango la
abbracciò affettuosamente
-Calmati ora… shhh… non
piangere…- disse accarezzandole le spalle scosse dai singhiozzi
-Non ce la faccio Sango… io…
e poi lui…- disse Kagome staccandosi. Sango la guardò
-Lui? Lui chi?- Kagome la
guardò –Tom?- chiese sorpresa Sango. L’amica scosse il capo –Inuyasha?- domandò
corrugando le sopracciglio. Kagome annuì in lacrime –Ti ha toccata? Ti ha fatto
qualche cosa senza il tuo permesso? Ma io lo uccido!- esclamò alzandosi in
piedi minacciosa. Kagome la fermò per un braccio scuotendo il capo
-No! Inuyasha non ha fatto
niente però… quando lui c’è, quando è vicina a me non so come comportarmi… e
poi i suoi baci mi piacciono da morire! Ma io lo so che è sbagliato, che lo fa
solo per portarmi a letto, per essere un'altra delle sue conquiste… ma non
riesco a resistergli, alla sua arroganza che adoro, a quegli occhi bellissimi e
hai suoi capelli morbidi… non ce la faccio… che faccio? Cosa mi sta succedendo?
Perché ho iniziato a chiamarlo per nome? Quando?- Sango la guardò leccandosi le
labbra deglutendo piano. Si inginocchio vicino a lei asciugandole le lacrime con
il pollice –Sono nei guai, me lo sento… verrò presa in giro da tutti quando lo
sapranno a scuola… si perché lui lo dirà a tutti e io… io…- Sango le mise il
pollice sulle labbra alzandole lo sguardo
-Kagome, so cosa ti sta
accadendo… e non è così brutto, davvero- Kagome la guardò
-Che… che mi succede?-
balbettò. Sango sospirò
-Ti stai… innamorando amica
mia- disse. Kagome la guardò con occhi spalancati, scosse la testa
ripetutamente
-No…no, che dici? Sei pazza?
No… assolutamente… il mio è un problema serio e tu… scherzi? Al diavolo… non
sono innamorata di Inuyasha… no, assolutamente…- balbettò. Sango si morse le
labbra
-Te lo assicuro… Kagome,
tu…-
-NO! Smettila!- esclamò
-Kagome, dimmi la verità… ci
pensi a lui? Quando ti bacia non vorresti durasse per sempre? Non vorresti
essere sempre tra le sue braccia?- Kagome scoppiò a piangere –Ecco, te l’ho
detto, sei innamorata- Kagome scosse la testa
-No… non voglio…- Sango la
alzò prendendola per le spalle –Lui è… è Inuyasha! Il… cretino, lo stupido… il
violento… non voglio… non sono innamorata… non di lui… no accidenti… no!-
-Guardami Kagome! Guardami!-
ordinò. Kagome alzò lo sguardo verso di lei –Ora, devi decidere: fidarti di lui
o mandarlo al diavolo. Devi decidere se sperare che lui con te sia sincero, o
meno, e credimi… la cosa si fa dura…- disse Sango –Da quello che ne sappiamo
lui è uno che va con tutte, e potrebbe farlo anche con te. Devi decidere se
correre il rischio o no- Kagome deglutì –Prendi tempo, fa qualche cosa… ma in
fretta. Ok?- Kagome annuì piano e Sango la abbracciò
-Non dire nulla a nessuno,
ti prego…- Sango annuì
-Certo, non dirò nulla,
fidati… ora prendi coraggio e và. Pensa a quello che ti ho detto, ok?- Kagome
annuì e si staccò
-Tu con Miroku? Come va?-
chiese lei sorridendo
-A gonfie vele!- esclamò
Sango alzando i pollici –Lo amo da morire… lo amo da starci male… e anche lui
mi ama… sono felice così, mi basta solo lui…- disse
-E come farete poi in
Giappone?- Sango alzò le spalle
-Non so, sarà tutto da
decidere. Per ora ci godiamo questa quiete- disse Sango
-La quiete prima della
tempesta- mormorò Kagome
-Domani c’è il debutto di
Inuyasha… ti va se alle 16.00 andiamo a prendere i vestiti e gli accessori? Non
mi va di andarci domani… e poi così risparmiamo tempo- Kagome annuì
-Ok, io ora vado a farmi il
bagno- Kagome la guardò alzando un sopracciglio –E tu è maglio che ti vesti…
capito?- Sango annuì e salutando Kagome uscì con un solo pensiero “Io non sono
innamorata di Inuyasha!” pensò stringendo i pugni. Arrivò davanti alla camera e
trasse un respiro profondo “No, no… fa che non ci sia… calma… calma… Kagome
calma… un respiro profondo… ti prego… non deve esserci… ti prego… ti pre…”
-Che stai facendo?- Lei si
voltò
-Paolo!- esclamò con un
sospiro –Che dici?- chiese
-Sei lì cementata! Cosa fai,
non entri? È camera tua! Paura che ci sia il lupo cattivo?-
-Una specie- disse lei
sorridendo piano –Comunque ora entro, che credi. Hai visto Inuyasha?- domandò
tremando un po’. Lui annuì
-Si… è andato a fare un
giro. L’ho visto andare fuori… mi sembrava stranamente preoccupato…- disse
pensieroso. Lui si morse le labbra poi sorrise più sicura ma leggermente
inquieta
-Ok, ora vado a farmi il
bagno, scusami- Lui le fece un cenno con la testa e si allontanò. Lei entrò
chiudendo la porta dietro alle spalle scivolando a terra. Appoggiò la testa
contro la porta –No, non sono innamorata di Inuyasha… non posso esserlo… ok, da
quando mi ha dato quel bacio non penso che a lui però… dovrei sentirmi diversa
no? Dovrei sentirmi più… più… strana! Invece no… beh… un po’ lo sono… BASTA
ACCIDENTI! NON SONO INNAMORATA DI LUI! NO NO NO NO NO NO NO! MI RIFIUTO
CATEGORICAMENTE!- urlò. Andò in bagno sbattendo la porta.
Ok, era vero, il cuore
batteva leggermente più veloce quando c’era lui e ci pensava spesso però… non
era assolutamente detto che si era innamorata!
Si mise sotto il getto
d’acqua bollente.
Doveva prendere
provvedimenti, e alla svelta! Ma come faceva a prendere provvedimenti se ogni
volta non riusciva a resistergli? Dove fare qualche cosa, velocemente ma lo
doveva fare.
Immerse il capo.
Certo, poteva fare come
aveva suggerito Sango ma… qui ci andava lei di mezzo! I suoi sentimenti, la sua
persona, il suo orgoglio!
Il cellulare squillò
insistente e lei lo prese
-Pronto?-
-Kagome! Kagome grandi
novità!!-
-Sango… che cosa vuoi?-
chiese lei appoggiandosi con il petto al freddo marmo
-È venuto da me Miroku, che
è stato avvertito da Inuyasha, insomma! È grandioso! Fantastico!-
-Sango, metti il soggetto.
Di che cosa stai parlando?- chiese confusa
-Inuyasha ha trovato una
discoteca da sballo! Allora ha avvertito Miroku che mi ha a sua volta
avvertito! Ci vieni stasera vero? Vero? Vero? Dai ti prego, ti supplico, viene
anche Kikyo… non puoi non venire tu… dai dai… Kagome ti prego, ti supplico,
faccio quello che vuoi ma vieni ti prego ti prego ti prego-
-Come mai così
supplichevole? Non è da te-
-È che non voglio andarci da
sola! Dai vieni- Kagome sospirò
-Ok, va bene…-
-SIIIII-
-Ma non ti esaltare troppo,
capito?- disse Kagome sorridendo
-Ok, non preoccuparti. Bene,
ti vedo a pranzo? Ti vengo a prendere tra un’oretta capito? Non un minuto di
più. Ciao!- Sango le buttò giù e Kagome sbuffò appoggiando a terra il
cellulare.
Sospirò poi uscì dalla vasca
vestendosi.
Fantastico! Ora doveva anche
subirsi la discoteca! Con chi?? Con Inuyasha! Lei voleva starci lontano e
doveva subirsi una serata con lui!! Che rabbia!
Kagome si sedette sul letto
incrociando le braccia.
Però… adesso che ci pensava
l’idea non era tanto male… lei, Inuyasha, Sango, Miroku e Kikyo in discoteca…
c’eravamo tutti, quindi saremmo stati praticamente sempre insieme per cui…
A Kagome si illuminarono gli
occhi saltando sul letto iniziando a saltare
-Si! Si! Si!!!!!- esclamò
“Questo significa che Inuyasha non può fare certe cose se io sono con
qualcuno!! Ma perché non ci ho pensato prima? Yuppi! Yuppi!!!”
Più leggera nell’animo si
asciugò i capelli canticchiando. Guardò l’orologio e sorridendo prese il testo
e andò in camera di Kikyo bussando
-ARRIVO- La porta si aprì
–Kagome, ciao!-
-Ciao Kikyo, guarda qua!- Le
sventolò davanti il foglio –L’ho provata e viene da dio… Ho pensato di
ricopiarti il pezzo della chitarra da metterti così sopra le parole, che dici?
Poi mi darai una mano, mh?- La ragazza annuì
-Si, è una buona idea- disse
annuendo
-Perfetto, allora tieni,
l’avevo già preparato- disse dandole il foglio –Se poi vuoi venire in camera
mia facciamo tutto-
-Va bene, oggi pomeriggio?-
chiese Kikyo guardando il testo
-Credo vada bene- Alzò la
mano –Ciao-
-Ciao- Kikyo rientrò e
chiuse la porta leggendo il testo, poi allibita alzò gli occhi verso l’uomo
seduto sopra il letto che alzò il sopracciglio e lei gli porse il foglio.
Kagome in camera aspettò
l’arrivo di Sango che non tardò ad arrivare. Andarono a pranzo e mangiarono con
tutti gli altri. Inuyasha era più spostato rispetto a lei però… la ragazza notò
che aveva un po’ il… batticuore?
“No! Kagome no! Non hai il
batticuore, sei solo molto, molto, molto agitata. Niente panico ok?” Paolo la
scrutò un momento e a fine pranzo disse:
-Kagome, stai bene?- La
ragazza si irrigidì e guardò Paolo. Tutti la fissarono.
Ottimo… e lei che non voleva
attirare l’attenzione. Chissà perché Paolo per queste cose era un… genio. Stare
zitto? Mai
-Certo, che domande fai? È
chiaro che sto bene!- esclamò cercando di chiudere in fretta il discorso
-Non so… hai i movimenti un
po’ rigidi…- Kagome vide Inuyasha sghignazzare
“Stronzo” pensò lei “Giuro
che gli arriva un pugno a… quiell’idiota!” –No Paolo, ti sbagli di grosso. Ho
solo sonno. Questa notte non ho chiuso occhio e ora sono stanca!- esclamò
annuendo lei –E giusto per questo. Me ne vado a letto, ma prima io e Sango
andiamo a fare una cosa- L’amica la guardò stupita
-Cosa? Quale cosa?- chiese
-Me lo hai chiesto meno di
due ore fa… memoria corta?-
-Non ho voglia dopo di
alzarmi, rivestirmi e andare. Se ci andiamo adesso, facciamo prima- insistette
Kagome. Sango sbuffò
-Va bene, va bene. Kikyo,
vieni?- La ragazza annuì e le tre uscirono salutando
-In effetti, ho notato anche
io che Kagome era un po’ nervosa- disse Naraku. Miroku annuì consapevole del
perché.
Paolo guardò Inuyasha che
corrispose, come da accordo Inuyasha lo stava tenendo informato, naturalmente
senza entrare nei dettagli!
-Sei un vero stronzo- disse
ghignando Paolo. Miroku annuì e Naraku alzò un sopracciglio
-Lo so. È una delle mie
migliori qualità- commentò ghignando Inuyasha
-Ragazzi? Sapete qualche
cosa che io non so?- chiese Naraku
-Nooo- risposero tutti e tre
-Mh- sbuffò Naraku seccato
Le tre tornarono due ore
dopo con le borse piene. I vestiti erano meravigliosi e loro ne erano
felicissime.
Quello di Kagome era
azzurro, le maniche scendevano larghe, la gonna a pieghe era lunga e dei lunghi
lacci intrecciati tra loro le incorniciavano la schiena; come orecchini aveva
dei pendenti con il cuore e la pietra azzurra incastonata in mezzo, la collana
aveva la pietra azzurra incorniciata da più cuori, le piaceva da morire!!
Sango aveva un vestito rosa
antico con le spalline e la gonna stretta… le stava da Dio! Gli orecchini erano
semplici con i pendenti a forma di gocce e anche la collana aveva una grande
goccia rosa.
Kikyo aveva un vestito verde
con le maniche lunghe strette e la gonna lunga; la collana aveva incastonata in
un sole di giada e gli orecchini a lobo, anch’essi con la stessa pietra.
Le tre si salutarono e
Kagome ricordò a Kikyo di venire in camera subito, l’amica annuì e Kagome entrò
in camera sua accedendo la luce fischiettando appoggiò la borsa vicino alla
porta e si tolse le scarpe velocemente. Si girò e le braccia le caddero lungo i
fianchi inermi
-No… basta!- piagnucolò lei
appiccicandosi alla porta mentre il cuore iniziava a battere più veloce
-Cosa?-
-Perché? Dico… perché? Cosa
ho fatto nella vita per meritarmi una simile punizione? Nella mia vita
precedente avrò sicuramente fatto il killer perché mi chiedo: com’è possibile?-
chiese lei alzando gli occhi al cielo sospirando
-Di che parli?- domandò
aggrottando le sopracciglia confuso
-Ah non lo so… mi dici che
cosa vuoi? La vuoi piantare di entrare in camera mia senza il mio permesso?-
-Ehm… no, non la pianto
perché altrimenti tu non mi fai entrare. E per la prima domanda… mi sembra di
averti già risposto- commentò alzandosi dalla sedia
-Siediti- ordinò lei
–Inuyasha siedi o mi incazzo. Tra poco arriverà Kikyo quindi… va via- disse lei
con la voce tremula e mettendo la mano sulla maniglia. Lui sorrise
avvicinandosi
-Che hai preso?- chiese ad
un passo da lei indicando la borsa
-Roba mia. Inuyasha
allontanati- disse lei supplichevole abbassando la maniglia. Lui sorrise e le
staccò la mano dolcemente da essa stringendogliela e muovendo il pollice
lentamente –Per favore Inuyasha, va via- disse lei cercando di strisciare
lontano da lui. Inuyasha scosse la testa e lei si girò per non guardarlo
scuotendo il braccio
-No, non ci riesco- disse
lui prendendola da dietro baciandole il collo. Lei si irrigidì poi chiuse gli
occhi appoggiandosi a lui –Ci vieni al ballo con me?- Lei si morse le labbra
-No- rispose piano poco
convinta
-Sicura?-
-Si- bisbigliò in un soffio.
Lui le baciò il collo
lentamente salendo fino al lobo dell’orecchio mordendolo dolcemente. Lei si
girò baciandolo aderendo al corpo di lui che la strinse chiudendo gli occhi.
Improvvisamente Kagome, senza fiato, abbassò lo sguardo “Oh no… l’ho fatto
ancora… che un fulmine mi colpisca… che l’hotel ci cada in testa… perché tutte
a me? Perché??” si chiese con gli occhi che pungevano per le lacrime che
volevano uscire
-Allora? Vieni con me
domani?- domandò lui stringendo i fianchi di lei. La ragazza scosse la testa
velocemente portando le mani sulle sue braccia cercando di allontanarlo. Lui la
strinse alzandole il mento. Si guardarono e lui sorrise –Ne sei certa?- chiese
sulla sua bocca
-Ok vengo- disse velocemente
ritraendosi. Lui sorrise staccandosi da lei che si allontanò di un passo con il
cuore a mille e le labbra che tremavano
-Brava la mia ragazza- disse
lui sfiorandole con la punta delle dita la guancia. Lei si irrigidì
-Non sono… non sono la tua
ragazza- balbettò.
Lui alzò un sopracciglio e
lei distolse in fretta lo sguardo mentre le lacrime rischiavano di uscire
-È meglio che vai a dormire.
Hai tutti gli occhi rossi- disse lui dolcemente. Lei alzò lo sguardo stupita
dal suo tono di voce e lui la baciò a tradimento. Presa alla sprovvista cercò
di allontanarsi ma lui passò una mano dietro la testa di lei per approfondire
il bacio. Lei chiuse gli occhi stringendo in pugno la maglia del ragazzo
avvicinandolo. Lui sorrise staccandosi e lei arrossì di vergogna –Si, sei
proprio la mia ragazza- disse lui mettendole una mano sulla testa –A stasera-
si voltò e uscì. Le gambe tremarono e senza reggere più il suo peso Kagome
scivolò a terra
-Non sono la tua ragazza!-
esclamò mentre le lacrime scendevano piano –Ma accidenti se lo vorrei…- bisbigliò
piano cercando di asciugarsi le lacrime “Capperi… non riesco a resistere… che
faccio? Che diavolo faccio!?”
Non c’era modo di fuggire da
ciò che provava però… maledizione! Proprio di Inuyasha doveva innamorarsi?
Perché proprio lui?? Con tutti quelli che c’erano!
La porta bussò e lei sorrise
aprendola -Ciao Kikyo, vieni-
Le due si misero al lavoro e
dopo un’oretta avevano concluso
-Ottimo, così riesco già a
esercitarmi- La ragazza annuì –Ciao Kagome, e và a letto, capito?- Kikyo la
lasciò Kagome si infilò velocemente il pigiama e si mise a letto appoggiando il
cellulare sul comodino.
Chiuse gli occhi e Inuyasha
le venne subito in mente.
Che bastardo però! Come
osava definirla “la sua ragazza”? Strinse i pugni. Ma perché era così poco
serio? Strinse il cuscino voltandosi su un fianco. Certo che però… quel lato
del suo carattere le piaceva… certo, i suoi modi erano un po’ rozzi ma… l’uomo
perfetto non esiste giusto?
Poco dopo la ragazza cadde
in un sonno tranquillo cullata dal ticchettio regolare del suo orologio da
polso.
Capitolo 13 *** Capitolo 13- Discoteca e litigi ***
Capitolo 13
Ciao
miei prediletti ragazzi!!!!!! \>.
Allora… questo è un cap un po’ forte,
sappiatelo!! Quindi preparatevi psicologicamente!! Bwahahahahahahahahah!!!
Comunque tranquilli -_- questo supplizio un giorno o l’altro avrà fine e credo
che voi ora bramiate ciò, vero????? ^^’’’’
Ho una notizia, abbastanza traumatica!
Ricordate? Questa storia doveva venire di 9 capitoli, poi vi ho detto che sto
scrivendo la stesura della seconda parte (la sto scrivendo tutt’ora!!) ma… (e
dico MA) se tutto và come deve andare… ci sarà anche la… TERZA parte!
Comprendete la tragedia??????? Io si… vi romperò l’anima fino all’ultimo!!!! This is impossibile!!
Tralasciamo và… vi saprò dire più avanti
comunque…
Tornando al presente… spero che il capitolo
vi piaccia e come promesso vi risponderò ^.^ (grazie anche a chi non
recensisce, sono felice che in così tanti leggano la mia storia ^_-)
Dido: ^^ grazie! Beh, per Inuyasha… che
devo dirti? È stato comunque abituato ad avere tutto quello che voleva essendo
che suo padre non gli nega nulla… immagino che dai capitoli scorsi tu l’abbia
capito… spero però che la storia continui a piacerti e che seguirai tutto fino
alla fine ^_- a presto!!
Sania: Una nuova scrittriceeeeeeeeeee!!!!!
Grazie mille per il tuo commento, sono contenta che ti piaccia ^^ e spero
continuerà a essere così anche in questo capitolo un po’ problematico… ^.^
Shiratori_chan: credo che lo spumante dovrà
attendere l’anno nuovo per essere stappato… ci saranno ancora tanti problemi
prima che tutto vada nel verso giusto! -_- davvero tanti problemi… ne sto
risolvendo uno proprio in questo momento nella seconda parte sai? Eh, spero
comunque che continuerai a recensirmi!! \^___________^/ bacio!
Inuyasha_laura93: grazie per il
commentuccio!!! ^^
Kagomechan91: cosa odono le mie orecchie?????
Complimenti?????????? “Mitica” che bella parola, non trovate????????????? Smak!
*__________*
Adoro… I COMPLIMENTI!!! Cof cof… comunque!
Hai ragione, Inuyasha è un gran figo, ma fa più lo stronzo che il figo qua… è
un po’ maschilista, trovi??? ^^’’’ mi piace da morire anche quando la
costringe!!! Oddio, non che lei dica di no!! Grazie per la reccy!!!!!!!!! ^__-
Sango91: Lo so… è un bastardo! Ma è figo!!!
*_________________*
Shikon: stracotta???? No!!! praticamente è
dentro al forno, ed esso sta per esplodere!!!!
Bwahahahahahahahahahahahahah!!!!!!!!!!!
Athenachan: Lo so che è cattivello, ma
tutto è hai fini della storia! Abbi fede sorella!!! ^^
Yulinghan: (l’ho scritto bene??? O.O)
GRAZIE MILLE!!!!!!!!!! Spero che recensirai anche il prox capitolo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
^___________^
Ottimo, è stata dura ma ce l’abbiamo
fatta!! ^_- ora buona lettura e buon recensimento!!!!!!!!!!!!!!!
Vi attendo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
smak, baci!!!
Capitolo 13
Discoteca e litigi
Bussarono alla porta con
insistenza.
Un colpo, due colpi, tre
colpi…
Kagome nell’oscurità della
sua camera aprì piano gli occhi sfregandoseli e tastò sul comodino prendendo il
cell.
Bussarono di nuovo e la
ragazza riuscì a mettere a fuoco l’ora. Le 19.20. Scosse la testa cercando di
uscire dal torpore che la circondava e mettendo in fila i pensieri.
Bussarono per l’ennesima
volta e spazientita rispose
-Chi è?- La sua voce
sembrava più un lamento che una domanda
-Kagome, muoviti dai. È
pronta la cena!- Sango.
Ma te pareva che non
arrivava lei? Sempre a rompere… certe volte era insopportabile!!
-Dai, non ho fame… vengo
dopo ok?- disse Kagome cercando di tornare nel suo silenzio velocemente.
Voleva dimenticarsi ancora
per qualche minuto la vita reale… ma sembrava impossibile!
-Kagome, non puoi non
mangiare, ti ammalerai!-
Manco fosse sua madre! Ma
che voleva??
-Va bene. Adesso arrivo!-
“Basta che te ne vai!” pensò arrabbiata
-Va bene- disse Sango
andandosene.
Kagome fissò l’oscurità
intorno a se e sospirando si alzò. Si vestì lentamente e quando fu pronta fissò
la porta dell’entrata davanti a se.
Uscire da quella porta
significava due cose: guai e Inuyasha. Un brivido le corse lungo la schiena.
Aprì la porta e si bloccò
guardando il ragazzo davanti alla porta appoggiato al muro
“Ti pareva?” -Che fai qua?-
chiese chiudendo la porta della stanza e infilandosi le mani in tasca
guardandolo. Inuyasha sorrise e alzò le spalle
-Sango ha detto che stavi
arrivando… e ti sono venuta a prendere. Ho fatto male?- domandò raddrizzandosi
“Dio se sei bello” pensò
involontariamente fissandolo. Le gote le si imporporarono e distolse lo sguardo
in fretta incamminandosi velocemente. Lui corrugò le sopracciglia alzandole
–No. Muoviti- commentò lei cercando di evitare il suo sguardo “Ma che sto
pensando? Un po’ di cognizione Kagome, ti prego!” Lui veloce la raggiunse
affiancandola
-Sei un po’ fiacca- disse
guardandola
-Mi sono appena svegliata-
rispose lei secca scendendo le scale
-Questa sera vieni vero?-
chiese poco dopo
-Si. Ma dov’è?-
-Vicino al mare. È una
costruzione sulla spiaggia che fuori sembra un buco ma dentro è grandissimo e
ci fanno un sacco di feste- disse lui orgoglioso
“Sembra abbia trovato l’America!”
pensò lei fermandosi appena prima della sala da pranzo. Si sentiva il vociare
insistente di tutti i clienti -Ma come lo hai trovato? Come hai detto tu
assomiglia ad un buco e… ci sei entrato, così? Perché ti andava?- chiese lei
-Perché? Quale sarebbe il
problema?- domandò lui irritandosi.
Stava prendendo una brutta
piega la conversazione o era solo un’impressione? Lei deglutì
-Beh… è solo che non mi
sembri il tipo- mormorò
-Il tipo? Il tipo di che?-
chiese lui con la voce incrinata dalla rabbia. Lei si morse le labbra
-Perché… perché sei… un
riccone… abituato allo sfarzo e…- si interruppe, non era sicura di avere detto
la cosa giusta. Lui la fulminò guardandola con gli occhi di ghiaccio che la
fecero rabbrividire
-Vai sempre a parare lì eh?-
ringhiò. Lei strinse le labbra –Mio padre è ricco quindi di conseguenza io sono
uno stronzo che non si sa adattare, vero?-
-Non ho detto questo- disse
lei mordendosi il labbro inferiore
-Ma lo pensi- ringhiò –E mi
fa imbestialire questa cosa!- Lei alzò un sopracciglio poi scosse la testa
-Smettila. Piantala. Non ha
senso questo discorso, affatto. Chissà perché parlare con te è come andare in
una strada a senso unico!- esclamò lei sbuffando –Alla fine litighiamo sempre
ed è… irritante. Quindi piantala, ok?- Si girò pronta ad entrare ma lui la
bloccò per un braccio appoggiandola con la schiena al muro –Che cavolo fai?-
sibilò lei –Lasciami- ordinò con la gola secca cercando di liberarsi. Lui le
strinse le braccia con forza e lei si fermò cercando di non gemere di dolore
-Andiamo d’accordo noi.
Sappiamo trovare un punto d’incontro… c’è in tutte le persone un punto di
incontro, non credi?-
-E il nostro quale sarebbe?-
lo schernì lei –Essere tutti e due di sangue caldo?- ghignò. Lui la fulminò poi
sorrise e lei corrugò le sopracciglia
-No- sussurrò alle sue
labbra baciandola. Lei si irrigidì.
Pazzo… era pazzo?? Erano in
mezzo al corridoio!!!
-Fe… fer… Inu… Inuyasha… che…ferm… fermo maledizione!- riuscì a staccarlo
–Ma che cazzo fai? Ti rendi conto dove siamo?- urlò
-Ma se urli ci sentono tutti
no?- Lei lo guardò con odio e lui sorrise
-Su, non fare il broncio… mi
piaci di più quando sorridi- disse lui dandole un bacio sulla guancia. Gli
occhi di lei si riempirono di lacrime e lui sbuffò –Perché non mi sorridi?-
domandò sfiorandole la fronte con le labbra
-Perché… perché… ti odio…-
balbettò lei
-Oh, lo sai anche tu che non
è vero…- disse lui alzandole il viso baciandole il naso. Kagome aveva il cuore
che scoppiava. Perché diavolo non la baciava invece di darle quei bacetti
orribili?? Ancora un altro po’ e lo faceva lei!! Kagome strinse le labbra.
Oddio, stava pure sperando che lui la baciasse alla svelta.
Di male, in peggio!
-Non è vero- bisbigliò poco
convinta –E come fai ad esserne così sicuro?- sibilò pronta a piangere
-Perché ti conosco- commentò
lui –E sono certo che non mi odi e che… questa sera e domani sera sarà…
brillante!- Lei lo guardò male e lui le scompigliò i capelli come se fosse una
bambina piccola –Muoviti a raggiungerci, capito?- Lui si girò ma lei gli pestò
il piede facendolo barcollare pericolosamente –Porca…- gemette –Ma che fai?-
chiese guardandola. Lei aveva gli occhi pieni di lacrime
-Non puoi comandarmi a
bacchetta!!- esclamò stringendo i pugni –Non sono di tua proprietà!!! Non sono
la tua ragazza quindi stammi su di dosso capito? E piantala di fissarmi
sorridendo come se fossi un oggetto da baraccone!!!- esclamò pestando i piedi
con forza.
Era tutta rossa in viso
dallo sforzo di non urlare e le lacrime rischiavano di uscire da un momento
all’altro. Il sorriso di lui si allargò ancora di più e si allontanò
-Eh si, sei proprio la mia
ragazza preferita- E detto questo scomparve nella sala con la mano alzata.
Kagome strinse le labbra
-TI ODIO!- urlò e con passo
pesante andò in camera. Prese il telefono e schiacciò il tasto con le posate
-Pronto?- La voce
fredda di una donna la fece infuriare ancora di più
-Buongiorno, vorrei un menù
completo alla camera 306- sbottò seccata
-Arriva subito-
Kagome sbatté giù il ricevitore. Andò in bagno e si sciacquò la faccia con
l’acqua gelata.
Era pallida, aveva gli occhi
rossi e si sentiva uno schifo! Si diede una piccola sberla e strinse con forza
gli occhi respirando forte.
Calma… calma calma calma
calma…
Bussarono e andò ad aprire
prendendo il vassoio ringraziando la cameriera che se ne andò stizzita. Kagome
alzò un sopracciglio chiudendo la porta, un po’ la compativa… Presente che
palle stare sempre vicino ad un telefono e servire delle persone che non
avevano voglia di andare a pranzo? Le veniva i nervi solo a pensarci!
Mangiò velocemente poi alzò
la cornetta componendo il numero di Sakura, una sua ex compagna di classe delle
medie. Attese qualche squillo poi una voce le rispose
-Pronto?-
-Ehm… buongiorno signora.
Sono Kagome, si ricorda di me?-
-Ma certo! Kagome, che
piacere sentirti!- esclamò la donna –Vuoi Sakura?-
-Si grazie-
-SAKURAAAAA!!! SCENDI!!!!-
Dei passi
-Pronto?- chiese la voce di
una ragazza
-Sakura! Sono Kagome!-
-Kagome! Oddio, da quanto
tempo! Come stai?-
-Bene, tu?-
-Si, grazie. Allora, come va?
Lì ad
Amsterdam? Cavolo, quando mi è arrivata
la tua cartolina poco tempo fa mi è venuto un infarto! Com’è lì?-
-Oh, bellissimo. Tutto
splendido- disse rigida pensando a Inuyasha
-Chi c’è lì con te oltre al
tuo… maestro?- chiese lei senza dare peso al tono di voce di Kagome
-Qui? C’è Sango, te ne ho
parlato ricordi?-
-Certo che mi ricordo! Uffa
come sei…- Kagome rise divertita
-Poi c’è Miroku Kazana…-
-COSA?? KAZANA!!?!?!?-
-Riprenditi- commentò lei
-Oddio, quel Kazana? Quello
ricco sfondato, parte dei COBRA, che va con tutte, donnaiolo e che suo padre ha
quella grande industria? Quello?- gemette eccitata
-Si- confermò Kagome
-O MIO DIO!! È amico tuo e
non me lo dici??-
-Amico… che parolona…- disse
lei –Lui non mi rompe l’anima e io idem, finito- concluse annuendo
-Oh, che delusione…- disse
sospirando Sakura
-Piantala- sbottò –Poi c’è
Kikyo… qualche cosa… non ricordo il cognome, ma anche lei è ricca sfondata
eccetera e indovina con chi è fidanzata? Anche lui suona, chitarrista, ed è qua
con noi- disse
-Allora?-
-Inuyasha Kujimawa- sbottò
lei rabbrividendo. Silenzio –Ehm… Sakura? Ci… sei?-
-Non dirmi che ti sei
innamorata di lui- disse Sakura gelida
-Tu… non puoi essertene
scordata…- sussurrò. Kagome strinse gli occhi
-Co…cosa?- balbettò
-Kagome, tu sai… benissimo,
che io alle medie ho avuto una storia con lui dove… dove mi ha portata a letto
una volta… lo sai, vero? E sai anche che io ero innamorata di lui e sai…
perfettamente… com’ero messa dopo, vero?- mormorò.
Kagome ebbe come un flash
dell’amica qualche anno prima e si tappò la bocca con la mano
“Oh mio Dio… non… non lo
ricordavo…” -Si…- rispose tremante
-Allontanati da lui Kagome,
allontanati prima che ti stringa nel suo maledetto pugno. Non farti prendere
Kagome, ti prego… ci resterai malissimo dopo. Ti fa tante promesse e poi? Poi
ti molla nel peggiore dei modi-
-Però… cioè… lui è…-
-Lo so- disse la ragazza
semplicemente
-Cosa ti diceva… si insomma…
come ti ha… ammaliato?- domandò Kagome insicura
-Oh…- disse amaramente –Mi
diceva che ero il suo angelo… che ero… la sua piccola ragazza… mi ha regalato
perfino una rosa! Mi ha invitato a cena e poi… è successo. Credevo… invece mi
sono illusa, sono rimasta senza nulla in mano- Kagome strinse le labbra
-E se invece ci avesse
invitato tutti in discoteca?- chiese cercando di sdrammatizzare
-Reggi bene l’alcool, quindi
tutto ok- commentò Sakura –Ora scusa ma devo lasciarti- disse schiarendosi la
voce –Ci sentiamo?-
-Si- disse Kagome –Grazie, e
scusa per la conversazione deprimente- disse
-Scherzi? Ciao ciao-
-Ciao- Kagome e Sakura
riattaccarono.
Quest’ultima si sedette sul
divano asciugandosi una lacrima.
Come avrebbe potuto dire a
Kagome quella cosa terribile? Come avrebbe potuto dirle che aveva dovuto abortire?
Sua madre la guardò
scuotendo il capo e tornò alle faccende domestiche cercando di dimenticare quel
terribile giorno.
Kagome sospirò cingendo le
gambe con le braccia.
Lo sapeva, lo aveva sempre
saputo che era uno stronzo.
Sospirò.
Ricordava ancora quel giorno
dove Sakura le era piombata in casa in lacrime e piangendo a dirotto. Era stata
malissimo a causa sua e…Come aveva
potuto dimenticare?
Kagome scosse il capo.
A dire la verità si era
completamente dimenticata del nome di lui appena lei glielo aveva detto.
Un’ondata di rabbia le colse le viscere. Che bastardo! Come cazzo osava
provarci con lei in quel modo? Come diavolo aveva potuto farsi la sua amica?
Quello era troppo, era
davvero troppo!!
Prese la giacca e uscì per
schiarirsi le idee.
Kagome tornò alle 21.00.
Aveva deciso di andare a fare la doccia per poi suonare un po’, aspettando
l’ora di andare. Nel corridoio incontrò Sango
-Ciao- la salutò Kagome
sorridendo
-Dove sei stata?- domandò
Sango sorridendo
-In giro, adesso vado a
farmi il bagno- disse avviandosi. Sango l’affiancò
-Inuyasha è stato turbato
tutto il pomeriggio. Quando ha visto che sei andata via ha scalpitato come un
dannato- disse ghignando
-Non so che farci. Non ho il
guinzaglio e non devo dare a conto a lui- sbottò. Sango la guardò colpita
-Già. Ora vado da Miroku-
disse sorridendo lasciandola davanti alla porta –Ci vediamo dopo-
-Non dire che sono tornata
capito?- chiese Kagome aprendo la porta
-Perché?-
-Niente niente… tu non
dirlo, va bene?- Sango annuì alzando le spalle poi si allontanò. Kagome chiuse
la porta velocemente sperando che nessuno l’avesse vista. Si spogliò
velocemente e si trascinò in bagno. Si fece una doccia veloce e si infilò il
pigiama.
Si buttò sul letto
stirandosi e aprì il libro che stava leggendo. Lesse qualche pagina poi andò a
suonare il pezzo nuovo che aveva scritto.
Chissà se gli altri si
stavano preparando… speriamo…
Si ricordò di Sakura e di
Inuyasha e in uno scatto di rabbia sbatté la mano sui tasti facendo un rumore
sordo.
La mia ragazza… angelo… ma
va al diavolo Inuyasha dei miei stivali!! Ci aveva provato con Sakura, ci ha
provato con il 50% della popolazione femminile e tutti hanno accettato ma non
lei, assolutamente! Col cavolo che quell’imbecille si avvicinava ancora a lei!
Col cavolo!! Al diavolo lui e al diavolo tutti gli altri! Il suono del
pianoforte era duro e tagliente così con uno scatto chiuse il coperchio
“Stronzo! Spero che tutto il
male che stai facendo ti torni contro!” pensò frustrata.
Chiuse la porta sbattendola
e si sedette sul letto guardando l’enorme arazzo di Venere. L’espressione
dolce, i lineamenti gentili… la pace si impossessò di lei lentamente e
finalmente riuscì a rilassarsi.
Improvvisamente il cellulare
squillò e lei lo prese leggendo il messaggio
Alle 23 davanti all’atrio
Non fare tardi
Inuyasha
Che messaggio del cavolo
era? Diretto e senza un minimo di… sentimento! Gelido come l’Antartide! Al
diavolo! Se ce l’aveva con lei, ancora meglio!
Riguardò il messaggio
stupita, un momento: e lui come aveva il suo numero!?!? Fece il numero di Sango
velocemente e l’amica rispose
-Kagome!-
-Kagome un corno!- gridò
Kagome –Come diavolo fa Inuyasha ad avere il mio numero di cellulare!?- gridò
-Non lo so… Kagome calmati
forse c’è una spiegazione-
-Sango, voglio sapere chi è
stato l’imbecille quindi…-
-Ok ok…- disse Sango
sospirando
-Sei stata tu!?- strillò lei
-No! Ma che dici? Con quello
poi che mi hai detto… ciao Miroku sto parlando con Kagome-
-Chiediglielo- ordinò Kagome
–Fallo subito- disse
-Senti Miroku… hai dato tu il
numero di cellulare di Kagome a Inuyasha?- Silenzio –Merda. Ehm… Kagome, è
stato… Miroku-
-Senti… va bene se ti
ritrovi single?- chiese Kagome irrigidita
-Non l’ha fatto apposta!-
esclamò
-Ok. Ciao- Buttò giù e
scaraventò il cellulare sul letto frustrata.
Sbuffò e si accorse che
mancava solo mezzora all’ora dell’appuntamento. Quell’ora era volata!
Si diresse all’armadio dove
prese una minigonna nera con il top del medesimo colore che lasciava la schiena
scoperta con in mezzo dei lacci intrecciati. Se li infilò e prese gli anfibi
allacciandoli velocemente. Quella sera si prospettava molto… molto… molto
stressante!
Ma se solo avesse saputo
Avrebbe preferito rimanere in albergo…
Kagome si guardò qualche
minuto dopo allo specchio compiaciuta. Si era messa la matita e l’ombretto, il
rossetto rosso e il lucidalabbra alle fragole accompagnato il tutto con il suo
profumo preferito: quello allo zucchero filato. Si mise la giacca di jeans, la
allacciò poi mise la sciarpa di lana nera. Uscì e velocemente si diresse
all’atrio dove notò, mancava solo Kikyo
-Ciao!- esclamò Sango.
La ragazza indossava un paio
di jeans chiari e la giacca lunga. Miroku invece una giacca nera di pelle e dei
normali jeans. Kagome sorrise salutandoli ed evitò accuratamente gli occhi di
Inuyasha che, chissà perché, non si staccavano dalle sue gambe.
La ragazza gli voltò la
schiena seccata, che rompi! Ma la voleva piantare? Miroku alzò le sopracciglia
e colpì Inuyasha allo stomaco
-Ma che cavolo fai?- sibilò
appoggiando una mano sopra alla parte lesa
-Inuyasha… ok che siamo
circondate da due bellissime ragazze però… contieniti!- Lo prese in giro
Miroku. Kagome guardò il ragazzo scuotendo il capo
-Che esagerato- commentò
ridendo
-È vero- confermò lui –Ma
scusami, io preferisco Sango. Non ti spiace, vero?- chiese ironico
-Ma no… però un po’ di
rimorso c’è- scherzò Kagome.
Sango scoppiò a ridere e
Miroku rilassandosi rise con lei, Kagome gli accompagnò più allegra. Inuyasha
ringhiò qualche cosa di poco cortese
-Beh? Che ti prende?- chiese
lei guardandolo male. Inuyasha indossava dei pantaloni neri e la giacca di
pelle come Miroku, dovevano avercela tutti i COBRA, si ricordava di quelle
giacche quando le aveva viste quella mattina quando tutto era iniziato. Scosse
la testa per scacciare via quel pensiero
-Cos’hai tu semmai! Mi dici
perché diavolo devi fare la cretina così?- chiese fulminandola Inuyasha. Lei
alzò un sopracciglio
-Come prego? Cretina io? E
che ho fatto a te?- domandò “Semmai cosa hai fatto tu a me”
-Sei sparita tutto il
pomeriggio- sbottò stringendo i pugni.
Sango e Miroku si guardarono
-E allora? Devo anche dirti
quando esco, quante volte esco dalla camera e quante volte vado in bagno?-
chiese lei seccata –Non ho il guinzaglio mi sembra, e quindi me ne vado dove mi
pare. Hai dei problemi con me? Mi spiace, ma cerca di farteli passare alla
svelta. Kikyo! Ciao! Era ora! Bene, visto che ci siamo tutti possiamo andare
no?- Prese Sango per un braccio e se la trascinò dietro spingendo via con una
spallata Inuyasha “Quell’idiota, quel mentecatto quel… quel… io lo uccido! Lo
scortico vivo… lo… lo…”
-Kagome- mormorò Sango. La
ragazza si bloccò e la guardò
-Cosa?- sbottò
-Sei… agitata? Non capisco
poi il perché. Non ti ha detto nulla di… offensivo no?- sussurrò Sango entrando
in macchina. Kagome la seguì
“Non capirà mai…” pensò –Mi
gira male oggi. Decisamente male-
Quando tutti furono entrati
l’auto partì e Kagome appoggiò la fronte al vetro. Quella sera c’era la nebbia,
e la macchina andava più piano. Lei dorava la nebbia, così inquietante… eppure
così bella… guardò l’orizzonte oscurato. Le piaceva perché poteva immaginare
cosa c’era al di là di quella nebbia, di quella foschia misteriosa, dietro
quell’orizzonte incerto… si, era davvero bello… Abbassò un po’ il finestrino
per fare entrare un po’ di aria. La macchina tagliava il vento provocando un
rumore piacevole e il vento le scompigliava dolcemente i capelli, rilassandola.
Appoggiò la schiena allo schienale continuando a perdersi nell’orizzonte e nei
suoi pensieri poi da lontano sentì l’onda contro la costa e sorrise. Si
avvicinavano… La macchina girò a destra. Sentirono il viottolo ciottoloso sotto
i loro piedi e finalmente la macchina si fermò dolcemente vicino a una casa
completamente illuminata.
Il gruppo scese e la
macchina parcheggiò. Kagome guardò l’edificio e arricciò il naso. Inuyasha
aveva ragione, era un buco! Cadente da una lato con il tetto quasi
completamente distrutto. La musica era nell’aria ed era sicura che dentro fosse
assordante
-Andiamo- disse Inuyasha
avanzando.
Vicino alla porta li
aspettava un ragazzo che fece un cenno a Inuyasha che corrispose. Il tipo parlò
in inglese e Sango, decisamente più brava di tutti loro messi insieme tradusse
-Dobbiamo mettere il nostro
nome o anche un nome falso- disse velocemente.
Tutti firmarono e Kagome
scrisse elegantemente in un punto vuoto il nome ‘Virginia’. Le piaceva il nome,
le era sempre piaciuto. Se avesse avuto una bambina l’avrebbe voluta chiamare
così. Scosse il capo. Comunque era tutto da dire.
Tutti entrarono e la musica assordante
li avvolse. Il ragazzo li seguì dentro urlando e Sango tradusse ancora una
volta –Se ho capito bene, dobbiamo appoggiare i soprabiti nell’armadio!- urlò.
Il gruppo annuì e Kagome si tolse la giacca mostrando il top.
Inuyasha per poco cadde addosso
a Miroku che per la visuale stramazzò quasi a terra. Kagome scoppiò a ridere.
Diede una gomitata a Sango indicandole il bancone del bar
-Vado a bere qualche cosa,
ci vediamo dopo- Sango annuì e Kagome si allontanò
-Amico mio, se te la fai
sfuggire sei uno sfigato- commentò Miroku nell’orecchio dell’amico che annuì di
rimando.
Cavolo, c’era quasi rimasto!
Ma come poteva indossare certe cose mostrando tutto a tutti? Era pazza?? La
tenne d’occhio per un po’ poi qualcuno gli prese contro. Si voltò trovandosi
davanti una ragazza bionda che sorridendo si scusò e velocemente raggiunse la
sua amica. Lui sorrise seguendola.
Kagome si sedette su uno
sgabello alto e chiamò il barman, un ragazzo moro con due occhi azzurri
incredibili
-Un coca- disse. Lui annuì
preparandogliela, ci mise dentro il ghiaccio e una fetta di limone. Le parlò in
inglese notando i lineamenti da giapponese e Kagome capì tutto al volo
“Grazie signore che ho
deciso di andare al Linguistico” pensò poi arrossì
-Alla ragazza più carina
della serata, te la offro io- disse il barman
-Grazie, ma non ce né
bisogno, sul serio- Lui scrollò le spalle
-Come mai una giapponese è
qua ad Amsterdam? Sei sola?-
-Con amici. Sono qua per un
concorso- disse lei. Lui annuì
-Amici… compreso il tuo
ragazzo?- Lei scosse la testa
-Niente ragazzo per ora-
commentò
-Il concorso su che cos’è?-
si infermò il tipo
-Musica. Suono il piano-
disse lei sorseggiando la bevanda
-Io invece sono un barista-
disse lui ironico guardandosi intorno. Lei sorrise
-Ma non ti annoi? Dopo un
po’… deve essere barboso…- Lui scosse la testa
-No perché poi conosci un
sacco di persone e ragazze carine- disse guardandola. Lei sogghignò
-Grazie- disse
-Come ti sei chiamata sul
foglio?-
-Virginia. Chiamami così-
disse lei
-Io sono Don, mi chiamano tutti
così. Mi aspetti un momento qua?- Lei annuì e lui sparì dalla vista.
Kagome si guardò in giro.
Kikyo aveva trovato uno e stavano parlando poco lontano, Sango e Miroku
ballavano tutti sorridenti e… Kagome strinse gli occhi pronta ad urlare
“Figlio di… stronzo! Che
stronzo pezzo di merda!” pensò fulminando Inuyasha intento a scambiare DNA con
una mocciosetta bionda che stava appiccicata a lui. Strinse i pugni così forte
da farsi quasi male
-Scusami, hai visto che…
Virginia, tutto ok?- domandò preoccupato
-Si Don, tutto ok- Lui
sorrise e lei corrispose un po’ rigida
-Mi sono fatto dare il
cambio. Vuoi ballare?- Lei annuì e si misero in pista
-Allora- iniziò lei –sei
solo il barman o qualche cosa di più in questa festa?- Lui sorrise
-Diciamo che mi conoscono
tutti e… senza di me… la festa non funziona- Lei alzò un sopracciglio -È mio
questo buco- confermò spiegandosi. Lei annuì
-Beh, da fuori è un buco,
dentro è… wow!- esclamò guardandosi -Si vede anche il cielo, meglio di così!-
esclamò
-Già, quando piove però è
ancora più bello perché si va nel seminterrato. È enorme e si accendono tutte
le fiaccole nel muro, fanno un effetto fenomenale…- Kagome sorrise.
Tipo simpatico l’amico, un
po’ fuori dal comune forse
-Allora, di solito che si fa
in questi casi?- domandò lei sorridendo. Lui rise
-Beh, dipende. Non credo
voglia andare su, vero?- Lei scosse la testa. Non capiva cosa significasse ma
non le piaceva –Beh, allora dovremo ballare e bere fino a vomitare o fino ad
azzuffarci con qualcun altro. Il programma di solito è questo-
-Oh, capisco. Preferisco la
prima però- una ragazza con un vassoio in mano le passò vicino e lei
staccandosi prese due bicchieri pieni porgendone uno a Don. Lui guardò il
contenuto
-Come vai a liquore?-
domandò preoccupato
-Oh, diciamo che non mi
sbronzo neppure se ne bevo venti- commentò buttandolo giù in un sorso. Lui
sorrise seguendola
-Virginia sei splendida!-
esclamò lui
-È un complimento?- domandò
lei
-Un privilegio- commentò
lui. E per un’ora emmezza la ragazza ballò con Don ridendo come una matta.
Inuyasha si guardò in giro.
Kagome era sparita dalla vista già da un po’ e non gli piaceva
-Chi cerchi?- chiese la
ragazza che fino a poco prima baciava
-Un’amica- disse lui
distratto
-Ashly! Ashly!- l’amica della
bionda le si avvicinò velocemente
-Che hai?- domandò stizzita
-Hai visto Don? Hai visto
con chi cazzo balla?- chiese
-Lui? E con chi?- chiese
curiosa allungandosi
-È là! Lo vedi? Lo vedi!?-
Insistette l’amica
-Oddio si… era da un pezzo
che non veniva in pista!- esclamò
-Da quando l’ultima l’ha
piantato, no? È un miracolo vederlo al centro pista con una… Ah, quanto vorrei
essere io quella- disse sconsolata. Inuyasha cercava ancora Kagome senza dare
peso alle parole delle giovani
-Aspetta un momento- sbottò
e si avvicinò a Miroku staccandolo da Sango –Hai visto Kagome?- urlò
-Ma la smetti di
controllarla come un avvoltoio? Se la sa cavare benissimo!- sbottò Sango
-Taci- ordinò Inuyasha.
Guardò Miroku che lo fulminò –Scusa- sbottò. Miroku sorrise guardandosi intorno
-È là, e ora sparisci. Non
se la cava neppure male-
Inuyasha voltò lo sguardo e
spalancò gli occhi diventando di ghiaccio. Kagome stava ballando con un tipo e
sembravano due sanguisughe!
-Ehm… Miroku, Inuyasha…-
disse Sango indicando il ragazzo. Miroku guardò l’amico e lo bloccò subito
-Inuyasha, non farlo. Non
stanno facendo nulla stanno solo….-
Inuyasha lo scansò senza
neanche ascoltarlo dirigendosi a gran velocità verso i due a centro pista.
Kagome disse qualche cosa sorpresa vedendo il ragazzo e si staccò velocemente
dal ragazzo
-…ballando!- concluse Miroku
al vento
-Non farlo Inu…- Sango
abbassò la mano quando un destro di Inuyasha scaraventò l’ontano da Kagome Don
-…yasha…- mormorò scuotendo la testa.
La musica finì di colpo e
tutti fissarono i tre a centro pista
-Ma che diavolo stai
facendo?- gridò Kagome in giapponese inorridita
-Chiudi la bocca- urlò lui
livido. Lei spalancò la bocca ammutolita –Che cavolo fai tu, eh?- urlò. Don si
alzò di scatto
-Ma che cazzo fai pezzo di
merda?- urlò pulendosi il sangue che usciva dal labbro rotto –Virginia che
succede? Chi è sto tipo?- Lei lo guardò
-Ecco… Don lui è…- mormorò
in inglese lei. Gli si avvicinò guardando il labbro –Oddio… lui è… un idiota
e…- Gli occhi le si fecero lucidi
-Virginia, non piangere. Non
ce né motivo…- disse Don. Lei scosse il capo
-Non sto per piangere… sto
per… incazzarmi parecchio. Questo è davvero il limite…- mormorò
-Kagome, muoviti- La ragazza
guardò Inuyasha con gli occhi sgranati
-Prego?- sbottò lei
-Muoviti, ce ne andiamo-
ordinò lui serissimo.
Lei si morse le labbra
stringendo i pugni. Ma chi si credeva di essere?
-Ce ne… andiamo?- chiese
Kagome scioccata. Lui annuì e lei si prese il viso tra le mani irrigidite.
Abbassò le braccia e lo guardò con odio –Scordatelo- sibilò. Lui strinse gli
occhi –Ora, Inuyasha caro, ascoltami… molto bene… perché questa è l’ultima
volta che ti presto attenzione, capito?- sbottò acida –Dimmi: chi ti credi di
essere? Credi di essere così importante, da poter decidere cosa devo fare e
come devo comportarmi? No, tu non hai nessun diritto su di me. Allora spiegami
perché ti sei intromesso? Non stavamo né scambiando DNA, cosa che stai facendo
TU, né scopando, giusto? Stavamo ballando come due normalissime persone civili.
Pensavo avessi più fiducia nella tue… “proprietà”- commentò lei ironica –Si
perché ti informo di una cosa, non sono tutti animali come te che… scopano alla
prima uscita o… si scambiano saliva alla prima parola- disse lei gelida –E io,
per la cronaca, mi stavo divertendo, cosa che tu… non riesci a fare con me… tu
sai solo… guarda non vorrei offenderti più di tanto, il tuo enorme alter ego
non lo sopporterebbe- Lo guardò negli occhi raggelandolo –Sappi che sono
davvero felice che Kikyo non sia davvero innamorata di te, mi riempie il cuore
questo pensiero, te lo giuro, e in futuro a chi vorrà mettersi con te anche se
sa… che razza di bestia sei, falle i miei auguri, gliene servirà- disse
duramente. Lui la fulminò ma lei continuò –Per tua informazione, comunque,
sappi che hai superato il limite. Mi sono rotta di te e della tua… faccia…
quindi: stammi lontana, non mi parlare se non di musica e non azzardarti a
toccarmi. Ti odio e mi fai uno schifo che tu non ti immagini neppure- affermò.
La sala era ammutolita e
anche se non avevano capito una parola sapeva che la cosa scottava parecchio,
soprattutto a vedere la faccia di Inuyasha. Kagome si voltò verso Don e sorrise
-Scusami Don, ti ho rovinato
la festa. Mi spiace per il labbro, davvero… scusami- Gli sorrise –Ci vediamo,
ok?- Alzò la mano e lo salutò. Lui corrispose e la ragazza si allontanò mentre
la sala si divideva in due ale per farla passare –Sango me ne vado.
Divertitevi- sbottò e uscì senza prendere la giacca. La musica riprese piano e
Miroku si avvicinò a Inuyasha che sembrava imbestialito
-Quando prima ti ho detto,
non lasciartela sfuggire, intendevo esattamente questo. Sei un’idiota- commentò
lui
-Ti ci metti pure tu!?-
ringhiò Inuyasha
-Dico: ti è dato di volta il
cervello? Ti sei… completamente rincoglionito?- sbottò Miroku. Sango annuì poi
una mano la scostò di lato e lei si girò
-Kikyo- disse sorpresa lei
al viso furioso della ragazza
-Inuyasha sei
deficiente!?!?- urlò la nuova venuta
-Che due…- sbottò lui
seccato incrociando le braccia e guardandola male
-Dico: ti rendi conto di
quello che hai fatto???-
-Erano appiccicati come due
calamite!!- Si difese
-E allora!?!?- chiese Kikyo
fulminandolo
-E allora? E allora mi ha
dato un fastidio tremendo!-
-Ma chi se ne frega!! Ma
dico, ti rendi conto di quello che hai fatto si o no? Tu, non stai con lei. Tu e
Kagome, non state insieme! Sei tu che ti sei messo in testa questa para,
capisci? Lei non è una tua proprietà e anche se va via con un altro… tu devi
solo tacere perché tu vali meno di zero nella sua vita, capisci? Comprendi? Lei
si stava divertendo, era contenta e rilassata e tu hai tirato un pugno al suo
amico! Si incazzerebbe chiunque e ha fatto solo bene a dirti certe cose!- gridò
Kikyo stringendo i pugni
-Noi stiamo insieme- sibilò
lui
-No. Zero- disse lei –E lo
sai perché? Perché tu prima baciavi un’altra. E due persone che stanno insieme
non vanno a sbaciucchiarsi con un'altra, giusto? Lei stava solo ballando, ma da
quello che ho visto, tu facevi di peggio. Se stavate insieme, era lei che
doveva incazzarsi con te per prima e non tu!-
-Quello che faccio io non è
affar tuo, o sbaglio? E ora levatevi dai piedi e piantatela con queste…
cazzate…- sbottò e si allontanò velocemente con il sangue che ribolliva. Kikyo
lo guardò allontanarsi
-Quando fa così… lo odio da
morire!- ringhiò
-Calma Kikyo- disse Miroku
appoggiando una mano sulla sua spalla –Andrà tutto bene vedrai… ora Inuyasha si
calmerà e quei due faranno la pace, fidati- annuì. Kikyo scosse la testa
-Non credo proprio. Kagome
era furibonda e lui non è da meno. Sono troppo orgogliosi per chiedersi scusa-
Sango guardò la porta pensierosa
-Sono d’accordo. Kagome
certe cose se le lega al dito… Comunque. Volete pensare a quei due ancora per
molto?- chiese. Kikyo scosse la testa e si allontanò e Miroku prese per la vita
la ragazza che si appoggiò a lui
-Secondo te che succederà
ora?- domandò lui
-Dipende cosa farà Inuyasha…
certo che hai proprio degli amici gentili eh?- Lui sorrise
-Oh beh… non
particolarmente-
Kagome calciò con forza la
sabbia
“Odioso, schifoso,
impiccione, ricattatore… che vada al diavolo lui e chi l’ha fatto! Ma come osa?
Chi si crede di essere????” Calciò di nuovo la sabbia senza sentire il freddo
che le entrava nelle ossa. Si sedette seccata guardando il mare nero e imprecò.
Ma perché tutte a lei??
Avrebbe dovuto rimanersene a casa! Decisamente! Si sarebbe risparmiata un sacco
di situazioni imbarazzanti! E avrebbe evitato di conoscere quell’impiastro…
quello stupido… quel… quel… insomma, avrebbe evitato di conoscere Inuyasha! Ma
perché non aveva ascoltato sua madre? Che rabbia!!
-La svampitella! Non te ne
dovevi tornare a casa?- chiese ironica una voce dietro di lei. La ragazza non
aveva bisogno di voltarsi per sapere chi fosse
-Vattene- sibilò lei
stringendo i pugni
-Ehm… no- rispose lui
sedendosi accanto a lei che scattò in piedi allontanandosi irritata
“La spiaggia è enorme… e
dove va? Vicino a me!! Mi sembra ovvio!”
-Eddai Kagome! Quello là è
un idiota! Non te la sarai presa, vero?- chiese ricorrendola. Lei si voltò
fulminandolo e il suo sorriso strafottente le fece ribollire il sangue
-Ma hai sentito cosa ti ho
detto prima là dentro??- chiese lei. Inuyasha sorrise
-Certo che ti ho sentito. Ma
non mi interessa, non me ne frega nulla!- affermò annuendo. Le braccia di lei
ricaddero senza forze
-Scherzi? Tu lo stai facendo
apposta vero? No, non stai scherzando… Senti Inuyasha… io ti odio ok? Ti
detesto, mi fai schifo… va bene? Vuoi lo spelling per caso? Ti prego, vattene.
Va via- supplicò quasi. Lui alzò un sopracciglio
-Non mi interessa, te l’ho
già detto. E poi cosa credi? Che tu sia una santa?- chiese
-Come?- chiese lei
sbigottita –Cosa vorrebbe dire?-
-Fuori: la brava ragazza
ubbidiente, che non farebbe mai nulla di male… uno zuccherino. Dentro: acida e
bugiarda. Praticamente sei uguale a me, però io non sono un bugiardo che fa
credere alle persone cose che non esistono. La persona che fa schifo qua non
sono di certo io- commentò lui astioso. Lei si morse le labbra
-Ma che stai dicendo?-
bisbigliò
-Ti stai illudendo Kagome.
Ti illudi di essere… una brava ragazza ubbidiente… ma in realtà sei acida e…
anche crudele quando ti ci metti. Ma non puoi farci nulla, tu sei così- disse
Inuyasha. Lei scosse il capo
-Sei… andato, completamente
andato…- disse lei allontanandosi
-Certo, scappa pure. Tanto
sei capace di fare solo quello no? Come oggi pomeriggio o… quando altro? Ieri,
ieri l’altro? Fuggi sempre. Per te è il modo migliore no?-
-Io non scappo! E da chi
dovrei fuggire? Da te? Ma non farmi ridere!- Lo beffeggiò lei. Lui fece una
smorfia
-Scappa scappa, tanto prima
o poi dovrai fermarti- disse lui mettendosi una mano in tasca –Non credevo
fossi così bastarda… così codarda…- Lui tirò fuori il passepartout
contemplandolo -… e non sei tu che mi scarichi, sono io- Buttò a terra la
chiave che sprofondò nella sabbia per metà –Le persone come te mi… fanno
ribrezzo, e ora al solo guardarti… mi viene da vomitare. Cerca di starmi
lontano d’ora in poi, ok?- disse.
Aveva parlato calmo e senza
fretta ma con un tono freddo e distaccato, anche un po’ disgustato. Lei tremò
mentre lo stomaco le si accartocciava vedendo la chiave a terra. Gli occhi le
si riempirono di lacrime e lui alzò un sopracciglio
-Piangi piangi… così ti
diventano belli gli occhi- si voltò –Addio. A mai più- Inuyasha si allontanò
-Io non sono una bugiarda-
mormorò lei mordendosi le labbra. Lui la guardò impassibile
-Certo, come no… allora se
non sei una bugiarda… perché non mi dici cosa provi veramente per me? Sappiamo
entrambi che non è vero che mi odi… o sbaglio?-
-Io ti detesto, la cosa è
ben diversa- singhiozzò lei. Lui alzò un sopracciglio
-Visto che bugiarda che sei?
Guarda, stammi lontano così stiamo bene in due. Mi fai davvero schifo- disse
disgustato allontanandosi e senza voltarsi mai indietro
-Non sono una bugiarda-
mormorò lei asciugandosi gli occhi quando fu scomparso –NON SONO UNA
BUGIARDA!!- gridò.
Si inginocchiò a terra
piangendo. Si guardò intorno. Vedeva tutto appannato e la chiave non la vedeva
più. Singhiozzò forte tastando a terra finché non sentì qualche cosa di liscio,
lo mise a fuoco e lo strinse a se singhiozzando
-Non sono una bugiarda… non
è vero nulla… perché lo hai buttato? Perché lo hai fatto?- Si chiese sconvolta
Capitolo 14 *** Capitolo 14- Il ritorno di Tom ***
Cari miei, come ve la passate
Cari miei, come ve la passate? Spero bene!
Io sto da Dio grazie! Dunque dunque dunque… povera la mia Kagome! Sono malvagia
fino al midollo, non c’è che dire… saranno i geni… trovate??
Naturalmente sappiate che non finisce qua
ma intanto rispondiamo a voi bravi ragazzi ^^-
Niky14: lo so… il loro non è un grande
amore adesso -.- migliorerà? Mah! non ti dico nulla… sono contenta che la fic
ti piaccia e mi auguro che la continuerai (altrimenti rodi nel dubbio se si
metteranno mai insieme *_____________________________________*)
Dido: sono d’accordo, Inuyasha è un piccolo
bastardello… ma dovrai attendere un pochino prima che facciano… qualche cosa…
che spero tu capisco che intendo ^^ grazie per la rec!! ^_-
Barby: con calma baby, la scuola mi
proibisce troppe entrate libere in questo bellissimo sito ma… con calma!
Sango91: eh Sango mia… a questa domanda non
posso proprio risponderti… non ho ancora scoperto tutte le mie carte e lo farò
solo durante la storia. Dovrai attendere per colmare la tua curiosità, ce la
farai? ^^
Wans: ohu… sevo ammettere che nessuno me lo
aveva mai detto… dici che è così stupida?
Ila: devo ammettere, carissima, che
lasciare sulle spine lo so fare… molto più che bene ^^!! Sono contentissima che
ti piaccia così tanto! Comunque spero che questo capitolo colmi la tua
curiosità ^_- a presto!!!!!!!
Kagomechan91: te lo posso assicurare, ho
scirtto davvero, quello che hai letto! ^^ che dolce suono che fa la parola
mitica! Non trovi? È così soave… ^__________________________________________^
Yuling-ham: una nuova venuta!!!!! Welcome in this story!!!!!!! Ok, fa
pena… Comunque tranquilla, niente infanzia difficile e sono d’accordo, Inuyasha
è scemo!! ^^ Grazie per l’aggregazione al mio fan club, nessuno mi aveva detto
l’aneddoto alla scrittrice ^///^ che bello grazie! sono contenta che il mio
modo di scrivere ti piaccia a tal punto! ^^
Molto bene, ora dopo così tante parole, vi
lascio a questo fantastico (??) capitolo!!!!
Un bacione grande ^.^
Capitolo 14
Il ritorno di Tom
Kagome si buttò sul suo
letto senza neanche spogliarsi. Le lacrime scendevano copiose e non cercava
neppure di farle smettere. Fece un lamento disperato singhiozzando. Strinse a
se il passepartout e cercò di asciugarlo dalle lacrime. Scaricata, era stata
scaricata nel modo più brutto e brutale che ci fosse e con un mucchio di bugie
anche!
Lei non era una falsa, una
bugiarda! Lui non capiva nulla!!
Singhiozzò buttando nella
parte opposta della stanza le chiavi che rimbalzarono prendendo contro al muro.
Prese il cuscino stringendolo mettendosi sdraiata singhiozzando.
Ma perché non se ne era
rimasta a casa? Avrebbe evitato tutto questo e di soffrire così… “Inuyasha sei
un idiota!” Chiuse gli occhi asciugandosi con forza le lacrime. Gli occhi le
bruciavano e aveva la gola secca. Si morse le labbra e si addormentò, non
riuscì neppure ad alzarsi in piedi per andare in bagno…
Domenica. Ore 10.00
Il sole le arrivò diritto in
faccia e la ragazza aprì piano gli occhi brucianti. Li richiuse subito e
girandosi di schiena guardò l’orologio.
Era tardi… troppo tardi!
Si alzò senza preoccuparsi
dei vestiti stropicciati e andò in bagno dove si guardò allo specchio.
I capelli spettinati, gli
occhi rossi, il viso chiazzato, i vestiti fuori posto. Si leccò le labbra e il
ricordo della notte precedente la fece scoppiare in singhiozzi. Si svestì senza
neppure sapere cosa stava facendo mentre le lacrime le impedivano di vedere i
suoi movimenti, il cervello andava per conto suo mentre lei disperata cercava
di calmarsi. Si spazzolò i capelli e si ficcò sotto la doccia dove si sedette
tremante, il getto d’acqua le arrivò diritto nella testa dandole un senso quasi
rassicurante. Si asciugò le lacrime facendo un respiro profondo
-Calma Kagome… calmati…- Si
alzò lavandosi con cura. Pochi minuti dopo si stava fonando i capelli
velocemente così, quando ebbe finito, si diresse in camera prendendo il
cellulare accendendolo.
Alla festa non lo aveva
portato e aveva fatto bene! Il giacchino lo aveva scordato là… “Speriamo che
Sango lo abbia preso!” sospirò e il viso le ricadde sulla sportina vicino alla
porta. Tirò fuori il vestito mettendolo sul letto mentre il cellulare iniziava
a suonare all’impazzata.
Erano tutti messaggi ma non
li voleva leggere ora.
Lo lisciò per bene e lo
fissò. Non ci voleva andare stasera, non voleva… festeggiare Inuyasha! Ma
sicuramente non ci sarebbe andata con lui! Glielo aveva pure detto no? Le
faceva schifo, la detestava, le faceva venire il voltastomaco… non aveva detto
esattamente così? Ci sarebbe andata poi se ne sarebbe tornata a casa subito,
solo per fare vedere che c’era anche lei, ma nulla di più.
Rimise via tutto poi
controllò i messaggi. Erano tutti di Sango che le aveva fatto… diecimila
squilli! Cancellò tutto seccata.
Chiamarla non ne aveva
affatto voglia, zero alle meno dieci. Si sdraiò guardando il soffitto cullata
dal suono dell’orologio. Una lacrima scese lenta dagli occhi
-Non sarebbe dovuto finire
tutto così… no… E poi quella arrabbiata dovrei essere io, nonlui!!- esclamò.
Il cell squillò e lei fece
un salto spaventata si asciugò gli occhi schiarendosi la voce. Guardò il
display con su scritto: TOM. La ragazza corrugò le sopracciglia poi fece un
sorriso
-Pronto?-
-Pronto Kagome!- esclamò la
voce
-TOM! Ciao! Come va? Dove
sei? Stai bene?-
-Benissimo grazie. Sono
appena tornato dall’America e indovina chi c’è con me???-
-Boh-
-La mia ragazza!! Ti avevo
detto no che te la facevo conoscere?-
-Si! Wow! Ma dimmi, com’è
l’America??-
-Bellissima e noiosa allo
stesso tempo come al solito. Comunque, ti va oggi se ci vediamo al parco vicino
alla stazione? Così andiamo a fare un giro e mi informi!- La ragazza strinse le
labbra
-Ma… la tua ragazza…?-
-Oh, non preoccuparti! Lei
avrà un sacco da fare con le sue amiche… pettegole! No dai scherzavo tesoro, lo
sai- disse Tom con voce dolce. Kagome alzò un sopracciglio
-Ehm, comunque è OK, ma non
tanto presto. Questa sera c’è la festa e allora…- disse lei con gli occhi
lucidi. Ci passò una mano sopra frustrata
-Oh oh oh!! È vero,
situazione Inuyasha! Allora, come sono andati questi cinque-quattro giorni
senza di me? Ci sono stati sviluppi??- chiese interessato. Kagome sentì un
groppo alla gola e allo stomaco e si portò una mano sulla bocca cercando di
soffocare il singhiozzo –Kagome?- La ragazza scoppiò a piangere mettendosi una
mano sugli occhi cercando di fermare le lacrime –Oddio! Kagome, non piangere!
Non volevo… cos’ho fatto?? Kagome… ti prego, calmati! Kagome!-
-Ho pianto di più in questi
giorni che in tutta la mia vita!! Se solo sapessi!! Tom…- singhiozzò
supplicando
-Ok, a tutto c’è rimedio!
Allora, ci vediamo oggi alle 15.00 davanti al parco, capito? Tu calmati, per
favore. Vedrai che troviamo una soluzione- Kagome annuì
-Si, grazie Tom. Ora sono
più calma- commentò tranquillizzandosi
-Bene- disse con un sospiro
di sollievo -È la mezza… io vado a mangiare, vacci pure tu, capito??-
-Va bene papino- disse
ironica lei
-Spiritosa!-
-Ma tu stai chiamando con il
cellulare, no?- chiese
-Certo, perché?-
-Perché siamo al telefono da
un casino… e mi chiedevo quanti cavolo di soldi hai dentro quel cel!- Lui
ghignò
-Veramente ti ho fatto
l’addebito- Lei spalancò la bocca
-Brutto stupido!! Non ho
così soldi io!!!- urlò quasi. Lui scoppiò a ridere e lei lo seguì più rilassata
-Adesso vado- disse lui
–Ciao!-
-Si ecco, vattene
disgraziato!- esclamò lei poi riattaccò –Cretino!- Si stirò prese la chiave
della camera e uscì mettendola nella tasca dei pantaloni.
Doveva solo stare calma.
Doveva ignorarlo e doveva stargli lontano, non doveva guardarlo non doveva
ascoltarlo… non doveva fare nulla che lo riguardasse, facile.
Percorse i corridoi e quando
vide la porta si bloccò un momento.
Aveva, pe caso, appena detto
“facile”? Come no! forse era più facile suicidarsi!!!!
Prese un profondo respiro e
entrò. Vagò un po’ con lo sguardo e li vide che aspettavano il pranzo un po’
più muti del solito. Si morse le labbra cercando di non guardarlo e con un
sorriso si diresse da loro
-Ciao!- esclamò allegra. Il
gruppo la guardò stupito mentre si sedeva vicino a Sango –Allora? Che avete
ordinato?- domandò prendendo il menù
-Ciao Kagome. Tutto bene?-
chiese Naraku
-Certo! Benissimo! Tre metri
sopra il cielo presente?- chiese scoppiando a ridere –Allora? Com’è finita poi
ieri sera?- domandò curiosa
-Oh beh… alla fine parlavano
tutti della tua sfuriata- commentò Kikyo –Da sballo, eri sulla bocca di tutti-
-Fantastico- commentò
scettica “E io che non volevo dare nell’occhio!”
-E poi credo che ormai ti
conosca tutta Amsterdam! Quel… Doc… Dot o come diavolo si chiama è molto famoso
qua- disse Miroku. Lei fece una smorfia
-Si chiama Don ed è anche
simpatico quindi… Ho una certa dote per attirare la gente famosa- disse lei mentre
portavano i piatti cercando di non fare credere che illudesse a qualcuno in
particolare. Ordinò la stessa cosa di Sango e il cameriere annuì andandosene
–Allora come siamo messi per questa sera?- domandò
-Stessa ora. Alle 19.00
davanti all’atrio. Avete già preso i vestiti?- domandò Naraku. Le tre ragazze
annuirono
-Si, li abbiamo presi ieri-
disse Kikyo. Arrivò il pranzo di Kagome e lei iniziò a mangiare
-Come mai questa domanda?-
chiese Sango
-Perché noi quattro oggi
andiamo a cambiare gli smoking, ci potevamo andare tutti insieme- disse Miroku
“Grazie signore che me lo
tieni lontano tutto il pomeriggio” pensò Kagome alzando gli occhi al cielo
-Voi che farete?- domandò
Paolo
-Beh, io pensavo che oggi
avremmo provato il pezzo, compreso il mio, visto che adesso lo so bene- disse
Kikyo
-Potremmo. Voi ragazzi?-
chiese Sango. Loro annuirono approvando –Deciso. Tu Kagome sei d’accordo?-
domandò Sango. Kagome la guardò pensandoci un po’ sopra
-Si può fare… va bene tra
un’oretta? Alle tre aprono un museo, e io lo voglio vedere- disse vaga. Tutti
annuirono –Bene-
-A proposito Naraku! Hai
trovato il passepartout perso?- domandò Paolo di punto in bianco.
A Kagome andò di traverso il
cibo e iniziò a tossire battendosi una mano sul petto. Inuyasha fece finta di
nulla guardando Naraku interessato
-No maledizione! Non mi ci
fare pensare!!! Che rabbia!! Ma come cavolo si può perdere un oggetto così?
Come??- Kagome bevve un lungo sorso d’acqua e riuscì a respirare. Tutti la
fissarono
-Tutto ok. Il cibo si era
ribellato e non voleva finire disintegrato nei miei succhi gastrici, ma ora è
tutto ok- disse deglutendo
-Non te lo possono avere
semplicemente rubato?- domandò Inuyasha. Naraku lo fulminò
-Spero di no. Adesso dovrò
spendere un macello di soldi per cambiare tutte le serrature. Che due…-
-Beh, sono sicura che ne
vale la pena- disse Kikyo. Naraku la guardò -Cambiare tutte le serrature.
Almeno così nessuno verrà derubato- L’uomo le sorrise e lei ricambiò
-Hai ragione- disse lui
semplicemente. Sango li guardò scrutandoli. Guardò gli altri che mangiavano
disinteressati e riguardò Naraku e Kikyo. Sorrise
-Bene- disse Sango annuendo.
Kagome la guardò e alzò un sopracciglio
-Bene?- domandò
-Bene- confermò Sango
-Bene cosa?- domandò Kagome
-Niente-
-Niente?- domandò Kagome
-Niente- disse Sango
-Ma niente niente?- chiese
-Assolutamente niente-
confermò
-Ma perché bene?-
-Niente- Le due si
guardarono
-Sango, va al diavolo-
-Prima tu- dichiarò lei
-Grazie- disse Kagome
alzandosi in piedi
-Prego-pronunciò ironica Sango
-Arrivederci- La salutò
Kagome stringendole la mano
-Ciao- disse a sua volta
Sango sorridendo
-Tornerò- comunicò la
ragazza allontanandosi
-Ma che peccato- sbottò
Sango. Kagome si girò mettendosi le mani sui fianchi guardandola truce. Sango
scoppiò a ridere e Kagome la seguì
-Buffona!! Credi sul serio
che non sarei tornata?- chiese Kagome alludendo alle battute di prima e
facendole la linguaccia
-E questo cosa vorrebbe
dire?- chiese Sango riducendo gli occhi in due fessure. Kagome sorrise
girandosi
-Lascio a te l’incognita
tesoro. Ciao ciao e se tra un ora non ci siete io vado avanti!- esclamò uscendo
dalla sala.
Si appoggiò al muro e
respirò a fondo. Aveva il cuore a mille accidenti! Almeno lui non le aveva
rivolto la parola…
-Non devi andare a vedere un
museo, vero?- chiese una voce vicino a lei. Kagome scattò indietro
allontanandosi. Lo guardò e sbuffò distogliendo lo sguardo con gli occhi
lucidi: come non detto!!!
-Non capisco. Non posso
andare a vedere un museo Inuyasha?-
-Dalla tua espressione di
poco prima, mi pareva solo una grande… giustificazione. Dove devi andare?-
domandò seguendola mentre lei si allontanava dirigendosi in camera
-A vedere un museo. Mi
sembra di averlo appena detto, no? E scusa una cosa- Lo guardò fermandosi –Non
ti facevo schifo? Non ero… una bugiarda? Una falsa? Allora perché sei qua, a
perdere tempo con una come me?- chiese. Lui sorrise
-Giusto ma… non per questo
non devo più parlarti-
-Ti contraddici. Ieri mi
dici: stammi lontana, non ti avvicinare più a me… il solo guardarti mi fa schifo…
Oggi: oh, ma possiamo parlare comunque eh? Non ti sarai offesa?- lo scimmiottò
-Questo non l’ho mai detto,
però se non sbaglio lo hai detto anche tu ieri sera ma ora mi stai parlando, o
no?- chiese lui appoggiando la spalla al muro
-Certo, come no. A mai più-
disse voltandosi e sparendo dalla vista. Lui alzò un sopracciglio
-Dio, come sono stronzo-
Scoppiò a ridere –Lasciamo fuori Dio da questo casino- sospirò appoggiando la
fronte al muro –Sono fregato- E detto questo si allontanò.
Kagome entrò in camera
seccata e sbatté la porta
-Brutto stupido idiota.
Prima mi dice bla bla bla e ora fa pure il bravo ragazzo! Che rabbia
maledizione! Maschi… tutti idioti uguali-
Entrò nella stanza con il
piano e si mise a suonare un po’ ma non riusciva a fare nulla. Troppi pensieri,
troppe emozioni… troppo tutto. Chiuse il coperchio sospirando e si mise a
tamburellare con le dita seccata. Ma perché?? Doveva sfogarsi, doveva…aiutarsi
e non riusciva a suonare!! Maledizione, maledizione e doppia maledizione!!
Uscì fuori dalla stanza e
prese il lettore cd nel cassetto del comodino. Inforcò gli auricolari e si
attaccò il lettore ai pantaloni mettendo il volume quasi al massimo, lo accese
e gli Articolo 31 le invasero la testa e la ragazza iniziò a cantare a piena
voce
Io mi ricordo collette di Natale
Campi di grano ai lati della provinciale
Il tragico Fantozzi la satira sociale
Oggi cerco Luttazzi e
Non lo trovo sul canale
Comunque sono un bravo cittadino
Ho aggiornato suonerie del telefonino
E un bicchiere di vino con un panino
Provo felicità se Costanzo fa il trenino
Ho un santino in salotto
Lo prego così vinco all'enalotto
Ho Gerry Scotti col risotto ma è scotto
Che mi fa diventare milionario come Silvio
Col giornale di Paolo e tanta fede in Emilio
Quest'anno ho avuto fame ma x due settimane
Ho fatto il ricco a Porto Cervo. Che bello!!
Però ricordo collette di Natale
Compi di grano ora il grano è da buttare
M'importa poco oggi io vado al centro commerciale
E il mio problema è solo dove parcheggiare
Ohoo Ohoo
Ma a me non me ne frega tanto
Ohoo Ohoo
Io sono un italiano e canto
E datemi Fiorello e Panariello alla tv
Sono l'italiano medio nel blu dipinto di blu
Io sono un bravo cittadino onesto
Bevo al mattino un bel caffè corretto
Dopo cena il limoncello in vacanza la tequila
La gazzetta d'inverno e d'estate novella 2000
Che bella la vita di una stella
Marina o Martina o quella della velina
La mora o la bionda è buona e rotonda
Finchè la barca a finchè la barca affonda
E intanto sto perdendo sulla patente il punto
E un'auto blu mi sfreccia accanto
Che incanto
Ohoo Ohoo
Ma a me non me ne frega tanto
Ohoo Ohoo
Io sono un italiano e canto
Non togliermi il pallone e non ti disturbo più
Sono l'italiano medio nel blu dipinto di blu
Ohoo Ohoo
Ma spero che un sogno così non ritorni mai più
Mi voglio svegliare mai più
Ti voglio fare vedere
Che sono proprio un bravo cittadino
Ho il portafoglio di Valentino
E l'importante è quello che ci metto dentro
Vado con il vento a sinistra a destra
Sabato in centro fino a consumare le suole
Ballo canzoni spagnole così non mi sforzo
A seguire le parole e penso a fare l'amore
Alla villa di Briatore alla nonna senza
Ascensore alla donna del calciatore
A qual è il male minore l'onore sua eccellenza
Monsignore ancora baciamo la mano
Che del miracolo italiano
Ohoo Ohoo
Ma a me non me ne frega tanto
Ohoo Ohoo
Io sono un italiano e canto
E datemi Fiorello e Panariello alla tv
Sono l'italiano medio nel blu dipinto di blu
Ohoo Ohoo
Ma a me non me ne frega tanto
Ohoo Ohoo
Io sono un italiano e canto
Non togliremi il pallone e non ti disturbo più
Sono l'italiano medio nel blu dipinto di blu
Ohoo Ohoo
Quando la musica finì la
ragazza si sdraiò sul letto con il fiatone
-Meglio, molto meglio!-
esclamò. Ascoltò le altre poi a due minuti dall’appuntamento con le ragazze si
preparò, prese gli spartiti e scese giù all’atrio. La stavano già aspettando.
Sango le lanciò la giacca
-Alla più smemorata
dell’intero Giappone- disse mentre gliela dava
-Ah, come sei divertente in
questo ultimo periodo- disse Kagome mentre si infilava l’indumento –Dio! Ma
puzza di fumo da restarci secchi!- esclamò togliendosela velocemente
-Lo so… mettitela che adesso
andiamo fuori e l’odore va via. Dai!-
Kagome se la mise contro
voglia seguendo però il consiglio di Kikyo e le tre uscirono e un aria gelida
le accolse
-Oh santo cielo! Ma che è,
una bufera??- sbottò Sango
-Qui il tempo cambia
velocemente. Prima non sembrava neppure di essere in inverno!- esclamò Miroku
rabbrividendo
-Io odio l’inverno!!- Si
lamentò seccata Kagome
-Tu odi anche l’autunno se
per questo- disse Sango esasperata
-Vero, ma non mi lamento mai
io dell’autunno… tranne per il fatto che inizia la scuola ma… questo va oltre…-
sbottò Kagome –Oh no!! Tra cinque giorni si va a casa!!! Nooooo!!!- esclamò
mettendosi i capelli nelle mani
-Oh sole mio- cantò Sango
-Oh disperazione mia vorrai
dire!!- pronunciò Kagome guardandola male. Lei alzò le spalle
-A proposito. Non avevi
detto qualche giorno fa che avresti fatto i compiti?- chiese Sango fissandola.
Kagome sorrise
-Ceeerto, come no!! Oh,
presto muoviamoci- disse tagliando il discorso e entrando nell’edificio
-KAGOME!- urlò la ragazza
avvicinandosi a lei minacciosa
-Dimmi Sango- Kagome sbatté
le palpebre innocentemente
-Sei senza speranza-
commentò annuendo l’amica. Inuyasha annuì e lei lo ignorò
-Oh, non credere che tu
abbia molte più speranze di me- la prese in giro Kagome –Ehi Kikyo. Ci sono qua
le attrezzature per te?- domandò alla ragazza che era già salita sul palco
-Per ora non ne ho bisogno.
Venite- La raggiunsero e si misero hai loro posti
-Kikyo, ma tu sai già
tutto?- chiese Miroku. Lei annuì
-Kagome mi ha detto tutto e
poi l’ho scritto qua- disse indicando il foglio –Presto imparerò a memoria le
battute eccetera- Inuyasha annuì
-Ok, allora come facciamo?-
-Vediamo… proviamo a farlo
tutto?- propose Sango
-Per me va bene. Kikyo?-
-Ok-
-Perfetto. Allora uno... due... tre-
I ragazzi provarono svariate
volte e il pezzo veniva, era scorrevole e bello, anche il testo non era male e
a Inuyasha sembrò ricordargli qualche cosa. Kagome guardò l’orologio e scattò
in piedi
-Oh mio Dio, le 14.55!?!? È
tardissimo!!!- esclamò prendendo la giacca al volo mettendosela. Mise gli
spartiti dentro la busta e la diede a Sango –Portala tu all’hotel. Questa sera
prima di andare la vengo a prendere- disse velocemente Kagome
-Ma mi spieghi dove devi
andare così di fretta?-
-Al museo, l’ho già detto
Sango!- sbottò Kagome scendendo dal palco
-E credi che io ci creda?-
chiese lei. Inuyasha sghignazzò alzandosi in piedi
-Dobbiamo andare pure noi-
disse Miroku
-Naraku non ama i
ritardatari- sussurrò Kikyo senza farsi sentire
-Ohhh, ma perché non volete
mai credermi? Sembri Inuyasha! Anche lui mi ha detto la stessa cosa!- esclamò
Kagome seccata. Sango e Kikyo si guardarono
-Grazie- sbottò lui
scocciato
-Ma non avevate litigato?-
chiese Kikyo confusa come se i due ragazzi non ci fossero
-Beh… che ti devo dire… i
maschi sono complicati! Chi li capisce è brava! E poi dicono che noi donne siamo
impossibili! Ma loro allo specchio non si guardano mai? E poi fattelo spiegare
da lui, ieri sera tutto incazzato e oggi: oh, possiamo anche parlare. Mah….-
chiese Kagome esasperata. I due ragazzi si guardarono
-Mi sento offeso- disse
Inuyasha. L’amico annuì.
Kagome alzò la mano in segno
di saluto e uscì di fretta. Le due si guardarono
-Secondo me, l’unica
complicata è lei- disse Kikyo
-Sono completamente
d’accordo con te-
-Ci alleniamo ancora un
pochino?-
-È meglio- confermò Sango
salutando poi i ragazzi che sparirono anch’essi.
Kagome corse veloce fino al
parco dove col fiatone si fermò. Guardò in giro ma non lo vide, così attese
qualche istante guardando l’orologio: le 15.00
-KAGOME!!- Lei si girò
vedendolo
-EHI! OROLOGIO SVIZZERO!!-
esclamò correndogli incontro e saltandogli al collo. Gli baciò la guancia
abbracciandolo –Bentornato Tom- disse lei staccandosi. Lui imbarazzato sorrise
-Ehm… grazie. Ma perché
orologio svizzero?- domandò. Lei scoppiò a ridere
-Sono le tre esatte! Sei
più… puntuale di chiunque conosca-
-Ma… l’ultima volta sono
arrivato in ritardo- Le fece notare lui
-Sottigliezze- disse
sventolandogli la mano davanti
-Comunque, a parte gli
scherzi, mi sembra che tu stia bene- disse lui guardandola. Lei sorrise alzando
il pollice
-Ora che sei arrivato, sto
benissimo! Ma neanche tu stai male- disse lei annuendo.
Tom indossava dei jeans
chiari, un giaccone pesante e una scarpa di lana nera attorno al collo sottile
-Eh, sei com’è… in questi
giorni ho fatto moltissima ginnastica…- disse sorridendo lui
-E fai bene. Non fare
ginnastica fa molto male al fisico e poi si diventa fiacchi!- esclamò iniziando
a camminare. Lui la seguì
-Non intendevo quel tipo di
ginnastica- commentò lui. Lei alzò le sopracciglia. Lui la fissò
-Non capisco- confermò lei. Lui
scosse la testa
-Lascia stare. Sei troppo
piccola- disse
-PICCOLA!? Come osi dire che
IO sono piccola quando voi maschi siete dei neonati??- chiese lei sbuffando
-Grazie- disse lui scocciato
-È sempre molto bello avere una amica che ti comprende al volo- sbottò. Si
guardarono scoppiando a ridere
-Sei il massimo Tom- disse
lei entrando in un bar dove lui ordinò un caffè e lei il cappuccino –Ma dimmi…
raccontami… cos’è successo in America?- domandò. Lui sorrise
-Oh beh… l’ho rivista, le ho
fatto una sorpresa, siamo andati a cena e…- Kagome si avvicinò ancora di più
con la sedia
-E…?-
-E… le ho chiesto di
sposarmi- disse lui. Kagome sbarrò gli occhi
-Spo… spo… spo… sposar…la?-
chiese balbettando –Non siete un po’… troppo… giovani?- chiese. Lui scosse la
testa
-No Kagome… ho 20 anni!-
esclamò. Lei annuì
-E lei? Che ti ha detto?-
Lui sorrise
-Di si, naturalmente- Lei
sorrise
-Che bello!! Ma… che farai
con tuo padre? Insomma… come mi avevi detto anche tu… vuole che sposi una con
il tuo rango ecc…-
-Mio padre si attaccherà al
tram se vuole un erede per l’azienda- sbottò lui –Se non accetta, me ne vado-
commentò
-COSA!? Ma non puoi
andartene? Ok che con un padre così capisco la tua scelta, quello mette i
brividi a chiunque ma…prova a trovare
un punto di incontro con lui non… non tagliarci i ponti!- Lui sospirò
-Si… in effetti… però se non
lo trovassi?- chiese lui
-Allora vattene di casa e
sposati la tua ragazza perché non è possibile questa cosa!- esclamò lei. Lui
annuì
-Quello che dicevo io. Tu
invece? Non devi dirmi nulla?- chiese. Lei sospirò
-Beh… non c’è molto da dire…
torniamo a quella sera quando siamo tornati dal nostro appuntamento, che ne
dici?- Lui annuì e lei iniziò a raccontare con gli occhi che piano piano
diventavano lucidi. Lui ogni tanto annuiva o scuoteva la testa ma non la
interruppe mai. Uscirono dal bar che lei finiva di raccontare quei due giorni
–E poi oggi è venuto lì dicendomi: oh beh, è vero che mi fai schifo ma posso
ancora parlarti e bla bla bla… Io non lo capisco! Mi dice una cosa, poi dice
tutt’altro! E… e…- Lui le passò un braccio intorno alle spalle
-Calma Kagome… calma ok?-
Lei scoppiò a piangere e lo strinse
-Penserai che sono una
lagna… vero?- chiese staccandosi
-No, penso che tu sia una
ragazza dolcissima Kagome- Le asciugò le lacrime –E poi, per quello che ha
detto Inuyasha… sappi che tutti sono un po’ bugiardi dentro e tutti vogliono
salvare le apparenze, fidati… non darci peso ok? In quel momento voleva solo
fartela pagare. Ma non credo proprio che lui ti odi- disse. Lei annuì e sorrise
-Hai ragione- disse
–Andiamo?- chiese
-Si- disse e si allontanò
con Kagome di fianco.
La mercedes nera passava
veloce per la città. Miroku guardava i passanti scorrere veloci sul marciapiede
e una attirò la sua attenzione più di tutti. Il semaforo rosso li fece fermare
e lui poté osservare meglio quella strana coppia. Si girò subito irrigidendosi
-Che guardi Miroku?- chiese
Inuyasha sporgendosi
-Niente. Inuyasha niente!- esclamò
cercando di girarlo. Lui scoppiò a ridere spingendo giù la testa di Miroku
guardando le persone che camminavano tranquille sul marciapiedi
-Ma chi hai vis...?-
Inuyasha si bloccò impietrito. Due ragazzi si stavano stringendo. Lei si staccò
dicendo qualche cosa e lui rispose accarezzandole la guancia. La ragazza
sorrise. Inuyasha guardò Kagome e Tom allontanarsi mentre la macchina ripartiva
silenziosa.
Ciao!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
^.^ Come va?? Ehehehehe…
Dunque… ricordate cos’è
successo nello scorso capitolo vero?? Kagome è in completa crisi perché
Inuyasha, ha ben deciso di fare il montato in discoteca! Poi… Tom è tornato e
ha consolato Kagome da bravo amico e chi li ha visti abbracciarsi??? Ma
Inuyasha e Miroku naturalmente!!!! Volete vedere che succedere? Beh, basta
gustarvi quest’altro bellissimo capitoletto di 9 pagine!!! Bwahahahahahahah!
*_____________________*
Ma prima, rispondiamo ai
vostri bellissimi commentucci!! (I
love you…)
DarthSteo.
LORD!!!!!!!!!!!!!!!!! ^^ eh eh eh… thanks! Lo so che sono BRA-VIS-SI-MA!!
Sania: grazie per
l’incoraggiamento ^_-
Sango91: è una delle mie
ottime qualità!! (tenere in suspance la gente scrivendo) ti giuro che è
divertentissimo!!!
Resha91: eheheh… concordo
in pieno con te! Ma vai tranquilla!!! ^.^
Yuling-han:
^__________________________^ non credo che voi, carissimi membri del mio fan
club, avrete dei problemi… giuro! E poi dopo questo cap tutto sarà a posto… più
o meno ^^’’’’’
Dido: verde?? Diciamo più
sul violetto fuxia! Molto fru fru, vero!?
Fluffy: non posso sempre
aggiornare subito purtroppo… la scuola mi impedisce le messa dentro della
storia (visto che ho già finito la prima parte)… ma cercherò di fare del mio
meglio!
Shiratori-chan: acc…
attenzione con lo spumante a non ubriacarti!!! A proposito di ubriachi… ^.^
(prova un po’ a leggere…)
Wans: ç_____________ç il
mio Tom… sob! Devo dirtelo però… nei primi capitoli di questa storia avevo in
mente tutt’altro… cioè che lui si fingeva bello e buono ma in realtà era
stronzo e figlio di… poi mi è piaciuto troppo e ho modificato la storia
iniziale mentre la faceva (i capitoli che avevo preparato come traccia indovina
dove sono andati a finire?? ^_-)
Dremaer: eheheheheheheheheheh!!!!!!!!!!
Se lo vuoi sapere continua a leggere!!! Ma la domanda è: si metteranno mai
insieme da tutto quello che è successo finora??? (Io lo so… ma tu vuoi
rischiare??)
Ila: aggiorno quando
riesco… la scuola mi ruba parecchio tempo per correggere quindi faccio fatica!
Grazie a tutti per le rec
^.^ e anche solo chi legge, BUONA LETTURA ORA!! ^_-
Capitolo 15
Una lunga notte
Kagome salì in fretta le
scale. Aveva fatto un po’ tardi con Tom e mancava solo mezz’ora
all’appuntamento con i ragazzi e lei doveva ancora farsi la doccia! Quando si
avvicinò alla sua camera notò che davanti alla porta la aspettava Miroku
“E ora questo che vuole?” si
chiese Kagome –Miroku! Che ci fai qua? Carino lo smoking, lo hai cambiato?-
domandò. Lui la guardò annuendo
-Senti Kagome… ti devo
chiedere una cosa, seria- disse lui
-A letto con te non ci
vengo- disse sicura lei. Lui cadde all’indietro
-HO DETTO SERIA!!- esclamò
-Ah, scusa. Dimmi. Comunque
ero seria- disse lei. Miroku la guardò male –Ok ok… dimmi, ti ascolto- Lui
sospirò e la fissò negli occhi
-Ma… a che gioco stai
giocando?- chiese. Lei alzò un sopracciglio
-Cosa?- chiese
-Non è uno scherzo quindi
stringi… mi dici che diavolo stai facendo?- Lei si indicò
-Io? Io non faccio niente!
Mi dici… mi dici che cosa stai farneticando?- chiese confusa
-Oggi pomeriggio… ti ho
vista, anzi, ti abbiamo vista con Tom-disse. Lei lo guardò mordendosi le labbra
-Noi chi?- chiese lei –E poi
non capisco che problema ti fai… io e Tom siamo amici, perché non possiamo
vederci ogni tanto?- domandò incrociando le braccia fissandolo negli occhi con
insistenza
-Beh, da quello che io e
Inuyasha abbiamo visto… non sembravate proprio amici. Gli amici non si abbracciano-
disse lui. Lei alzò un sopracciglio
-No… ferma un momento. Io
abbraccio Sango e questo significa che la amo? Io abbraccio Paolo, il mio
insegnante, e lo amerei? Ma sei fuori di testa?- chiese lei seccata
-Non è quello- disse lui
-Allora è meglio che ti
spieghi meglio perché non ti capisco- sbottò. Miroku roteò gli occhi seccato
-Ma perché non capisci che
Inuyasha tiene a te e tu lo stai distruggendo?- chiese lui fulminandola. Lei
strinse i pugni corrispondendo lo sguardo
-Ah! Io starei distruggendo lui?
Non sono io quella che costringe lui a baciarmi eccetera! Non sono io che lo
vieto di abbracciare le sue amichette con cui scambia DNA e con cui va a letto!
Lui tiene a me? Ma fammi il piacere! Vuole solo portarmi a letto per avere una
nuova ragazza come trofeo da mettere insieme agli altri! E anche se a me ci
tenesse davvero… vorrebbe mettersi con me… a me non ha ancora dimostrato nulla!
Perché fa il geloso e il protettivo! Non posso avvicinarmi a nessuno che lui mi
soffia subito sul collo! Non sono di sua proprietà e non ho un guinzaglio!
Quindi, se hai da dirmi qualche cosa di preciso bene, altrimenti ciao, non ho
ancora fatto la doccia-
-Ma perché gli hai mentito?-
chiese lui sbuffando
-Perché altrimenti sarebbe
diventato irritabile e mi avrebbe seguito!- esclamò lei –E avere uno alle
calcagna che fa a botte con un mio amico… lo vorrei evitare, ok? Mi è già
successo e non vorrei ripetere la scena patetica- disse lei. Si guardarono
–Comunque per oggi… Tom mi ha abbracciata solo per confortarmi, cosa che vorrei
nel mio ragazzo, perché lui è sempre vicino a me pronto a consolarmi quando
qualche cosa non va, lui sa ascoltarmi cosa CHE CERTE PERSONE NON SANNO FARE!!
MA NON STO ALLUDENDO A QUALCUNO IN PARTICOLARE… NOOO!!- esclamò volgendo lo
sguardo verso la stanza di Inuyasha. Sorrise a Miroku –Ora scusami, ma devo
davvero prepararmi- disse lei tirando fuori la chiave e aprendo la porta –A
dopo!- esclamò
-A dopo- disse lui alla
porta chiusa sventolando la mano –A dopo!? No… Kagome accidenti! Non era “a dopo”
che dovevo dirti… uffa!!- Miroku sospirò e si mise davanti alla stanza numero
299. Bussò alla porta –Inuyasha! Apri, muoviti- disse. Il ragazzo lo fece
entrare
-Allora?- sibilò
-Allora calmati. Parlare con
te quando sei arrabbiato è come parlare ad un muro- sbottò Miroku. Inuyasha lo
fulminò sedendosi sul letto
-Allora?- ripeté
-Due parole: lasciala
respirare- disse Miroku
-Cosa significherebbe?-
-Che dovresti essere meno
ossessivo, possessivo, rompiscatole e dovresti avere un po’ più fiducia in lei-
disse Miroku paziente –Lei non è come tutte quelle che hai incontrato finora,
alcune paroline dolci non basteranno… da quello che mi hai detto… anche Paolo
ti aveva avvertito- Inuyasha annuì
-Si, ma non credevo di
rimanere fregato così! Dio… a te non capita di essere geloso di Sango?- chiese
–Non so… non sapere dove sia quando non è con te o… quando parla con un
ragazzo… certe cose- disse
-Beh, certo, un po’ di
fastidio mi da, però… cerco di trattenermi… altrimenti a lei non piacerebbe.
Per paura non posso certo toglierle la vita sociale maschile no? Anche se
stiamo insieme… non la voglio imprigionare- rispose Miroku –Ma… la cosa
importante è avere fiducia. Io mi fido, quindi non mi preoccupo- Inuyasha
sospirò
-Beato te…-
-Ma il tuo problema è un
tantino più grosso- disse Miroku. L’amico lo guardò interrogativo –Non prendere
me e Sango come esempio, sarebbe un errore-
-Perché?- domandò Inuyasha
confuso
-Perché io e Sango stiamo
insieme, tu e Kagome no- confermò Miroku annuendo
-Ohhh, ancora con questa
storia! Ti ho già detto che io e Kagome stiamo insieme!- ripeté irritato.
Miroku alzò le sopracciglia
-Ne sei… assolutamente certo
o… ti sei messo tu questa idea in testa perché vi siete baciati qualche volta?-
chiese scrutandolo
-Beh, essendo che non ho
baciato un pezzo di legno…- borbottò Inuyasha
-Che centra? Perdona un
momento la mia… stupidaggine ma, tu stai con Kikyo no?-
-In un certo senso…- disse
Inuyasha pensieroso –Ma non ci amiamo-
-Ok. Dunque… tu stai con
Kikyo e ti fai le altre, giusto?- Inuyasha annuì –Bene. Ora, tu vai da una, la
baci e ci fai certe cose anche se stai con Kikyo…-
-Mi dici dove vuoi
arrivare?-
-Un momento, ci sto
arrivando. Stavo dicendo che “tradisci” Kikyo con delle altre e… quindi queste
altre sono… le tue ragazze? Anche se ne hai già una?- domandò
-No, io non mi sono mai
messo con le altre. Tradivo, e tradisco, Kikyo ma… solo per i rapporti fisici.
Le altre, che sono venute con me le considero solo di mia proprietà fino a
quando non ne trovo un’altra, basta- disse semplicemente Inuyasha
-Quindi mi stai dicendo che…
Kagome vuoi che sia… una tua proprietà?- Inuyasha incrociò le braccia e Miroku
si appoggiò al muro accendendosi una sigaretta e l’amico lo imitò pensando
-Ni- rispose infine
-Ni?- domandò confuso
-Si e no… insomma, non lo so!
Prima non ero mai geloso di nessuna che era di mia proprietà, loro facevano
quello che volevano con gli altri ragazzi e io idem con le ragazze… insomma, io
ci andavo a letto e poi addio! E all’inizio anche con Kagome era così! Ora
invece… se non sono con lei, se non so cosa fa, dove va e con chi è… divento
pazzo!- I due si guardarono a lungo e Miroku aveva uno sguardo indecifrabile
–E…?-
-E, ho due notizie: una
bella e una brutta- disse aspirando una boccata
-La bella- disse aprendo la
finestra
-Non sei malato e neppure
pazzo- disse
-Ah, che bello!- disse
ironico Inuyasha –L’altra? Quella brutta?-
-Oh, ti sei semplicemente
innamorato- confermò frivolo. Inuyasha lo guardò –Ci siamo fatti fregare
entrambi dalle ragazze, ma si può?- chiese seccato
-Comunque non può essere
Miroku… forse è solo una tua para e forse il mio momento adolescenziale è
arrivato ora, tutto qua! Ci preoccupiamo per niente, vedrai! Quando l’avrò
portata a letto tutto questo scomparirà- disse convinto –E poi sai benissimo
che non posso!- Miroku sospirò annuendo
-Resti fresco- disse Miroku
–Se credi sul serio di riuscire a cavartela così… sei in alto mare anzi, ci
affoghi proprio in quel mare! Se la vuoi dimenticare, non portarla a letto e
stalle lontano altrimenti sarà peggio. Se, invece, vuoi affrontare la verità e
i tuoi sentimenti… preparati ad avere la più bella storia d’amore dell’intero
Giappone, naturalmente se scegli questa opzione devi cercare di calmare il tuo
lato animalesco, cosa che sarà difficile opprimere, vero? E per quel problema…
se fossi in te io starei particolarmente lontano da lei! Soffrirete entrambi
altrimenti- disse
-Non farò nessuna delle due
per tua informazione. Non voglio cambiare la mia vita e farò come ho sempre
fatto! La porterò a letto e poi basta, cos’altro dovrei fare con una donna?-
domandò. Miroku sospirò sconsolato
-Sei più scemo di un mulo.
Basta questa conversazione mi sta irritando- Miroku andò davanti allo specchio
mettendosi a posto i capelli e si sorrise guardandosi da tutti i lati
–Perfetto, sono dannatamente perfetto! Dove si trova uno così?- chiese
allargando le braccia facendo la giravolta
-Non saprei e non lo voglio
neppure sapere… ciao!- esclamò alzandosi
-Dove vai?- chiese
guardandolo aprire la porta
-L’ora dell’appuntamento è
passato da cinque minuti- disse indicandogli l’orologio
-Fantastico!- sbottò Miroku.
Sentirono dei passi, una
porta sbattere e qualcuno imprecare.
I due si guardarono confusi.
Passi veloci e Kagome
sfrecciò davanti alla porta. Si bloccò guardandoli. Aveva una giacca lunga, i
capelli tirati su con qualche ciocca ribelle che le cadevano disordinatamente,
il viso arrossato e gli occhi grandi spalancati dalla stupore di vederli ancora
lì
-Ciao! Oh, bene, non sono
l’ultima, ottimo! Ci vediamo giù, bye!- Kagome scomparve dalla vista e Inuyasha
chiuse di scatto la porta guardando Miroku stralunato
-Non può essere- disse
sconvolto –Non a me… non al grande Inuyasha, non al capo dei COBRA… non a me-
disse guardandolo. Miroku gli mise una mano sulla spalla comprensivo
-Lo è, fidati. Lo so, è
scioccante ma è così- disse
-Non posso essermi
innamorato Miroku, non posso!- esclamò disperato
-Non ci pensare e non
crucciarti neppure, ok? Dai, andiamo- Aprì la porta spense la luce e
raggiunsero gli altri
-Era ora!- ringhiò Naraku
appena li vide –E meno male dovevate essere puntuali- sibilò irato
-Dai Naraku, calmati- disse
Paolo
-Tu chiudi la fogna- ordinò
l’uomo. Kikyo gli toccò il braccio e lui la guardò. Sospirò –Ok, scusa Paolo-
-Niente- disse sorpreso
l’amico
-Andiamo- disse
incamminandosi.
Il gruppo lo seguì e Kagome
e Sango si guardarono. Quello scambio di sguardi non era stato molto… normale!
Sango annuì a Kagome e la guardò confusa. Sango scosse la testa ed entrarono in
macchina.
L’andata fu molto silenziosa
e anche quando arrivarono nessuno aveva ancora spiccicato parola. Entrarono
nell’atrio e diedero le giacche quando una voce li fece girare
-Ciao! Ehi Kagome, come te
la passi? Naraku, è un pezzo che non ci vediamo!- esclamò Tom allegramente
alzando la mano in segno di saluto
-Tom!? Ma che ci fai qua?-
domandò sorpresa Kagome fissandolo. Inuyasha lo fulminò ma Tom sorrise
ignorandolo
-Oh beh… sai com’è fatto mio
padre… mi ha costretto a venire! Dicendomi: “Tom! Non puoi non farti vedere in
società! Tra qualche anno tu tirerai le redini e tutti dovranno conoscerti!” e
bla bla bla…- Kagome sorrise divertita –Io avevo in mente altri progetti ma…
sono stato completamente fregato!- esclamò
-Oh, so cosa avresti voluto
fare… ma non credo proprio che sia la serata no?- Lui annuì sconfortato
-Già… già… Comunque dopo me
ne vado, accontento mio padre poi hasta la vista!- esclamò –Ehi, non male il
vestito, ti fa sembrare una di quelle principessine che devono andare al grande
ballo!-
-Beh, sul grande ballo hai
ragione ma… non sul fatto della principessa!- esclamò sicura
-Trovi?- chiese lui
-Oh si…- disse lei annuendo
–Hai una dama?- domandò guardandosi in giro curiosamente
-Non ci so giocare, spiacente-
rispose dispiaciuto. Lei scoppiò a ridere seguita dal gruppo. Tutti tranne
Inuyasha, che lo avrebbe volentieri incenerito.
-Allora giuro che ti
insegnerò- rise Kagome
-Ma tu non sai giocarci-
affermò Sango confusa
-Dettagli amica mia, inutili
dettagli- disse lei muovendo la mano. Tom le porse il braccio
-A parte i dettagli, vieni?-
chiese. Lei annuì e gli prese il braccio –Venite?- chiese
-Arriviamo subito- disse
Naraku. I due si allontanarono salutando
-E sei un idiotaa… amico
miiooooo!!!- cantò Miroku allegramente sghignazzando
-Chiudi il becco- ringhiò
Inuyasha
-Tutto solo alla festa
andràààà il grande Inuyashaaaa!!!- continuò l’amico dando delle pacche sulle
spalle all’amico che lo allontanò di scatto irritato
-Miroku, vuoi che ti porti
fuori e che ti riempia di botte?- Lo minacciò
-Col passeggino Chicco posso
andare dove vuoi- Tutti scoppiarono a ridere e Inuyasha li fulminò
-Molto, molto divertente, mi
sono stravaccato per terra dal gran ridere- sbottò lui –Buffoni-
-Meglio buffoni che scrocconi-
disse risoluto Naraku
-Ben detto- confermò Paolo
-Allora siete fregati tutti
quanti voi- disse Inuyasha.
Il gruppo entrò in sala e il
signor Holsen si avvicinò
-Benvenuti- disse –Sango,
Kikyo è un piacere, Miroku, Paolo, Naraku ti vedo in forma…- disse rigido
-Grazie- sibilò Naraku
cortese stringendo il braccio di Kikyo
-Inuyasha. Sei pronto?-
domandò
-Si, signore- disse lui
-Oh, ma non hai una dama?-
domandò stupito
-Questa sera no- rispose
irritato
-E quella ragazzina… Kagome?
Dov’è?- chiese –Oh, non importa… avete già visto mio figlio Tom? Caro ragazzo-
chiese
-Non saprei. È sparito con
Kagome- disse Sango
-Con… quella ragazzina?-
chiese rigido. Tutti annuirono
-Oh, eccoli là- disse Naraku
sorridendo compiaciuto –Stanno proprio bene insieme, non trovate ragazzi?-
Inuyasha strinse la mascella e dal signor Holsen provenne un ruggito
-Grazie- E detto questo si
allontanò velocemente
-Ah, ben gli sta a quello!-
esclamò Naraku beffeggiandolo
-Sei… tremendo…- disse Paolo
scioccato
-Grazie- disse l’altro
-Tom- disse il padre
guardando la coppia
-Padre- disse lui
guardandolo. Il signor Holsen guardò lui e Kagome
-Cosa stai facendo?- chiese.
Tom alzò un sopracciglio
-Parlo con la signorina
Kagome, non lo vede?- chiese irritato dalla domanda
“Ahi ahi… credo di essere un
po’ di troppo o sbaglio?” si chiese Kagome
-Certo che lo vedo. Vieni,
ho una persona da farti conoscere. È molto bella e ha un ottimo conto in banca-
disse guardando Kagome. Lei alzò un sopracciglio
-E perché dovrei
incontrarla?- chiese esasperato
-Perché ho deciso che sarà
tua moglie- disse semplicemente il padre
-COSA!?!?- urlarono Tom e
Kagome
-Non lo sa che i matrimoni
combinati sono finiti da un sacco di tempo!?!?- chiese Kagome sconvolta
-Taci stupida ragazzina-
sibilò l’uomo
-Non ti permetto di parlarle
così!- esclamò Tom subito -È amica mia! E poi non mi sposo, col cavolo! Al
diavolo papà!-
-Non parlare così a tuo
padre- ringhiò
-Ma vuole chiudere la
bocca??- urlò Kagome –Ma chi si crede di essere? Dio?-
-Non parlare così a me
ragazzina, io sono uno molto importante! Se solo volessi, potrei tramutarti la
vita in un inferno, anche se sarai in Giappone-
-Tu in Giappone vali meno di
zero, capito? Perché noi in Giappone, non sapevamo neppure che tu esistessi.
Sei solo famoso qua… nel tuo piccolo, ma in realtà, non vali nulla, ti è
chiaro?- chiese lei cercando di calmarsi.
La sala era ammutolita: Tom
era ammutolito, il signor Holsen era ammutolito, Naraku era ammutolito,
Inuyasha era ammutolito, Miroku era ammutolito, Sango era ammutolita, Kikyo era
ammutolita, Paolo era ammutolito, gli invitati erano ammutoliti [Persino le
pietre erano ammutolite! (ok, non fa ridere…) Nd] e dopo un po’ anche Kagome
era ammutolita
“Dio ti prego, dimmi che non
ho detto quello che invece credo di avere detto…” pensò sconvolta la ragazza
Il signor Holsen uscì dalla
sala rigido e Kagome guardò Tom. Lui la fissò e scoppiò a ridere, tutti lo
imitarono e iniziarono a battere le mani approvando. Lei arrossì di vergogna
volendo scomparire
-Smettila, Tom, piantala o
le prendi- sussurrò
-Oddio Kagome, sei stata
fenomenale! Ma hai visto la faccia di mio padre??- chiese ridendo a crepapelle
-Si che l’ho vista… ora non
giro più da sola per Amsterdam, zero… oddio, cosa diamine ho combinato?- chiese
alzando gli occhi al cielo
-Tranquilla! Non credo che
mio padre possa fare del male alle persone… al massimo le licenzia- disse
-Oh, benissimo… quindi tutto
ok giusto?-
-Tutto ok. Diamine, ma io ho
fame!- esclamò lui
-Ma come fai ad avere fame
dopo una batosta del genere? A me si è chiuso lo stomaco… non mangerò fino a
domani a cena per lo choc-
-Che esagerata! Muoviti
dai!- esclamò lui trascinandola verso il banco del cibo
-Dai, ma non ho fame… sono
troppo sconvolta, il mio cuore non regge- disse lei drammatica
-Ma va al diavolo- disse lui
addentando una pasta e mettendogliela una in mano –Mangia- ordinò
-No- disse lei schifata
-Mangia-
-No- insistette
-Allora faccio io- Lui
gliela riprese
-Eh no! Adesso me la
mangio!- esclamò irritata
-Ma non la volevi?- domandò
stupito
-Non sai che le ragazze sono
complicate?- chiese lei addentando un pezzo di pasta
-Me ne accorgo ogni giorno
che passa- affermò lui esasperato –Non so chi sia complicata. O tu… o la mia
ragazza…- mormorò alzando gli occhi al cielo
-Oh, beh… non saprei. Ma non
sono così complicata come dici tu sai?- disse lei mentre la musica riprendeva.
Lui si guardò in giro poi sorrise
-La vuoi la novità?- chiese
lui ghignando
-Certo, che domande mi fai?-
chiese lei
-Stanno tutti ballando…-
-Ma va? Siamo qua per
questo!- esclamò lei scettica
-… e Inuyasha non ha
nessuna…-
-E allora?-
-…sta guardando verso di
noi…-
-Mi spiace-
-…mi sta fulminando…-
-Meno male non ti
incenerisce-
-…lo facciamo ingelosire
ancora di più?- chiese lui sorridendo
-Non mi piace per niente. E
poi l’ultima volta ha preso a pugni uno, te l’ho detto oggi, o no? E poi me lo
ha detto, a lui faccio schifo! Ma poi a me non me ne frega nulla di ciò che
dice… cosa dovrebbe importarmene poi?- Lui alzò un sopraciglio e lei arrossì –E
non guardarmi così- ordinò
-Kagome, è chiaro che ti ha
detto dietro tutta quella robaccia essendo nel suo carattere farla pagare alle
gente! Ma pensi sul serio che a lui tu faccia schifo?- chiese –Io ho dei dubbi…
tanto per cominciare non ti avrebbe mai baciata se gli facessi schifo, non trovi?-
Lei lo guardò
-Beh, in effetti avrebbe un
senso-
-Ce l’ha il senso. Ma siete
tutti e due troppo orgogliosi per chiedervi scusa… quindi perché non gli diamo
una spintarella?- chiese. Lei si corrucciò
-Non lo trovo giusto-
-Dio… voi giapponesi… ma che
avete nel sangue?- chiese seccato -Nulla è giusto nella vita, ma tutto è
concesso… imbrogliamo un po’. Fa un bel sorriso Cenerentola… il tuo principe
arriverà-
-Ma che diavolo spari??-
sbottò lei arrossendo. Lui rise trascinandola in mezzo alla pista
-Forza Kagome, sorridi-
disse lui stringendola in vita
-Lo sai che sei… uno
stronzo?-
-E non sai quanto- mormorò
lui mettendo la testa nell’incavo del suo collo facendola arrossire. Non la
toccava ma sentiva il suo calore e la faceva sentire bene –Ti piacerà comunque
sapere che la cosa riesce abbastanza bene, è diventato di un bel colore
violaceo- Lei scoppiò a ridere divertita scuotendo il capo e lui si allontanò
leggermente
-Me ne pentirò? Perché sai…
non vorrei essere menata…- sbottò lei
-No, non credo proprio che
quello avrebbe il coraggio di picchiare una ragazza- disse –Comunque rilassati,
mi sembri un pezzo di legno-
-Come posso rilassarmi? Me
la farà pagare… me lo sento!- esclamò
-Tu, ti preoccupi troppo-
asserì
-Sta di fatto che tu non
passerai sotto le sue grinfie- borbottò lei
-Signori, buona serata.
Credo sia arrivato il momento tanto atteso, se volete seguirmi- disse Marlov
sorridendo.
Gli invitati iniziarono a
dirigersi verso l’altra stanza passando dalla porta spalancata. Kagome
intravide i ragazzi che parlavano con Inuyasha
-Vuoi andare là?- domandò
lui
-Mmmh, solo per dirgli buona
fortuna e di stare calmo- disse lei –E poi questa cosa l’abbiamo iniziata no?-
disse sbattendo le ciglia lei. Lui scoppiò a ridere
-Ok, allora io ti aspetto di
là. Ciao!- esclamò allontanandosi. Kagome sospirò e si diresse vero il gruppo
che stava entrando
-Ehi ragazzi- disse. Loro si
fermarono guardandola
-Allora buona fortuna! E sta
calmo ok?- disse lei sorridendo. Lui la guardò stupito –Ora raggiungo Tom,
bye!- E detto ciò si allontanò verso il ragazzo poco più in là che aveva visto
tutta la scena
-Lo hai spiazzato- mormorò
-Era il mio scopo- disse lei
–Sono andata bene?- chiese ridendo
-Una meraviglia- La prese
per le spalle e salirono le scale per andare ai loggioni. Quando si sedettero
Inuyasha era già sul palco con la chitarra in posizione…
Lunedì. Ore 1.25
Kagome si sedette sul letto
sospirando. Il pigiama lungo, i piedi nudi, i capelli raccolti in una treccia e
il vestito nell’armadio.
Inuyasha era stato
strabiliante, il pezzo era stato bellissimo e lei ne era rimasta commossa.
Tom se ne era andato subito
dopo e quando lei aveva raggiunto gli altri per congratularsi con Inuyasha, lui
non c’era. Gli altri avevano detto che se ne era andato a casa perché era
stanco ma lei non ci credeva molto. Aveva alzato le spalle e aveva parlato con
Paolo tutta la sera finché alle 00.20, tutti avevano iniziato ad andarsene così
anche loro si erano congedati dalla festa.
Però non aveva sonno, non
riusciva a dormire, anche se era molto tardi. Prese il lettore accendendolo
quando bussarono alla porta. Kagome corrugò le sopracciglia avvicinandosi
-Chi è?- domandò. Un
foglietto le sfiorò i piedi così lo lesse curiosa. La calligrafia era un po’
tremula ma ben chiara
Apri,
sono io
Inuyasha
Kagome aprì la porta e
Inuyasha l’abbracciò chiudendo la porta
-Ciaaaoo- disse lui ridendo
-Ehm… Inuyasha? Che...- Lui
sghignazzò divertito e la ragazza sentì un forte odore di alcool –Oddio, sei
ubriaco??-
-Noooo, poco poco- disse lui
–Pochino pochetto- La spinse sul letto
-Ehi, che schifo. Odio chi
si ubriaca cerca di stare tranquillo, ora tu vai nella tua camera e ti fai una
bella dormita- disse lei
-No. Tu non puoi darmi
ordini- sbottò lui baciandola. Lei lo staccò
-Tu non sei lucido- sbottò
lei –E cerca di non alitarmi in faccia grazie-
-Eh già… non sono proprio
lucido… sono pazzo… completamente pazzo di te- disse lui appoggiandosi a lei
che arrossì furiosamente –Ti sei divertita eh stasera? Con le mani di lui
ovunque?- ringhiò quasi
-Senti… staccati ok? E poi
stavamo ballando e… Non ti sei ubriacato per questo vero?- domandò cercando di
allontanarlo.
Troppo vicino… troppo
vicino…
-Sempre appiccicata a lui
stai. Tom di qua, Tom di là, sorrisi, abbracci… e con me nulla… lacrime,
incazzature e urla…-
“E ora cosa faccio??” si
chiese disperata. Inuyasha le prese i polsi –Lui è amico mio. È chiaro che gli
sorrida…- disse
-E IO ALLORA!? COSA SONO
IO!?!?- urlò. Lei fece un passo indietro senza riuscire a staccare i polsi da
lui
-Tu… ecco… è diverso-
balbettò
-Kagome?- borbottò lui
-Cosa?-
-Sto per vomitare- Lei
scattò in piedi scaraventandolo a terra
-Eh no che schifo!! Alzati e
vai in bagno!- Gli prese il braccio trascinandolo in bagno dove lui si appoggiò
al muro –Sei completamente andato… andare ad ubriacarti… per cosa poi?- chiese
lei
-Tu altrimenti non mi fai
entrare. E poi se non faccio così tu con me non ci stai…- borbottò lui ridendo
divertito –E pensare che prima delle altre mi importava meno di zero- Lei lo
guardò passandosi una mano sui capelli
-Senti… è meglio che vai in
camera ora- disse. Lui scosse la testa
-Naaaa-
-Na, un corno. Vado di là a
fare una cosa tu… sta calmo ok?- Lei uscì e si appoggiò al muro sospirando.
Calma, doveva stare calma. Prese la borsa frugandoci dentro trovando
un’aspirina. La mise sulla scrivania tornando in bagno –Inuyasha, ti do questa
nel caso domani…- Lo guardò –Si è addormentato… non ci credo…- Si avvicinò –E
mi ha lasciato anche un bel ricordino- sbuffò guardando il water –Beh, almeno
non avevo sonno!- sbottò. Lo prese per le braccia iniziando a tirarlo verso il
letto, uscì dal bagno e con tutta la forza che aveva riuscì a metterlo su
letto. Lo coprì ansimando –Mettiti a dieta diavolo!- esclamò lei. Gli guardò la
giacca bagnata e l’indumento sospirò togliendo, almeno la camicia non era
sporca… Prese un fazzoletto bagnandolo e glielo adagiò sulla fronte. Spense il
lettore cd mettendolo sulla scrivania e andò in bagno. Pulì alla meglio il wc
poi pulì la giacca mettendola dentro la doccia ad asciugare. Tornò in camera e
lo guardò dormire “Mi aspetta una notte molto… molto… molto lunga…”
PREMESSA!!!!!!!!!!!
E con
il mercato… arriva il compleanno di Inuyasha! E con esso…………………….una coppia………………
beh, basta leggere!!! ^______________________^
Cari miei lettori accaniti e fan club
compreso, è giunto il momento che tutti aspettavate, anche se quello che
attendete con impazienza non succederà ora perché io so che attendete quello
che succederà tra breve ma non accadrà ora, in parole povere: non succede
quello che voi credete che ora debba succedere… o almeno, non adesso…
Comprendete?
-_-’’’
Tagliamo, immagino che vorreste sapere cosa
succeda in questo capitoletto bello… beh, basta iniziare a muovere gli occhi e
fare funzionare il cervello che sarà completamente andato in black out quando
avete visto che io, la miticissima, ha aggiornato!
Viva la modestia!
Vi lascio…è stato un onore, lo sapete no?
^-^
Un grazie particolare a (scusate se non vi
commento ç.ç): athenachan, dremaer, sania, fluffy, ila, dido, kagomechan91, nicky14,
yuling-han, shikon, sango91 e wans.
Grazie mille ^^ per le recensioni
Un bacio anche a chi legge solo ^__-
E ora… BUONA LETTURA!! Smak!
Capitolo 16
Il mercato
Lunedì. Ore 9.25
Inuyasha aprì lentamente gli
occhi. Il sole lo colpì in pieno così li richiuse subito. Portò una mano alla
testa pulsante
-Oddio… che male…- mormorò
-Buon giorno! Come va?- Lui
aprì gli occhi
-Kagome?- domandò stupito –E
tu che diavolo ci fai qua?- chiese
-Guarda che l’intruso qua
non sono di certo io!- disse lei incrociando le braccia al petto scuotendo il
capo –Ti senti meglio?- domandò avvicinandosi alla sponda del letto
-Oltre al mal di testa,
tutto ok- disse lui guardandosi intorno disorientato. Lei sorrise e si diresse
in bagno –Non ricordo nulla…- Kagome tornò con un bicchiere di plastica pieno
d’acqua
-Ecco bevi. Ho messo dentro
l’aspirina, dovrebbe farti passare un po’ il mal di testa- Lui si alzò bevendo
l’acqua
-Bleh, che schifo- sbottò
finendolo
-E ti lamenti pure?- chiese
lei –Ieri eri sbronzo da fare paura, non ti caccio e ora ti lamenti?- domandò
lei sedendosi sulla sedia
-Non ricordo nulla- ripeté
-Non è importante… Ti ho
lavato la giacca, non è ancora asciutta quindi ti consiglio di stenderla dentro
la doccia quando sei in camera tua… hai fame?- chiese –Non ho ancora mangiato
e…-
-Perché mi hai lavato la
giacca?- chiese stralunato
-Hai vomitato e ti sei
sporcato tutto… allora, hai fame si o no?- Lui annuì –Va bene, resta qua io…
torno subito. Se riesci ad alzarti vai in bagno e… mettiti un po’ a posto, hai
una faccia- disse sghignazzando andando alla porta
-Grazie mille- sbottò lui
–Neanche tu però scherzi, hai due occhi…- Lei mosse la mano seccata
-Torno subito- disse
chiudendo la porta. Inuyasha chiuse gli occhi
-Questa maledetta aspirina
sta facendo effetto, meno male!- Il ragazzo si alzò e andò in bagno mettendosi
un po’ a posto. Uscì dal bagno e si guardò un po’ intorno. La camera era
abbastanza ordinata, niente era fuori posto. Sulla scrivania c’era un libro
aperto e un lettore cd con le batterie scariche e un gilet azzurro sullo
schienale messo male, una bacinella stava ai piedi del letto e diversi
fazzoletti bagnati erano ammassati dentro un cestino, il letto disfatto aveva
tutte le coperte raggomitolate vicino alla testiera del letto. Inuyasha si
grattò la testa confuso e per terra vide un figlio, lo prese leggendolo
Apri,
sono io
Inuyasha
Lo rimise al suo posto e si
sedette sul letto. La porta si aprì e lei entrò
-Non c’era nulla, era tutto
finito così… ho preso un panino a testa- Glielo lanciò e lei aprì il suo
mangiandolo
-Ehi Kagome?- disse lui
guardando il cibo contrariato
-Cosa?- chiese lei
-Dovrei mangiare questa roba
come colazione?- domandò quasi schifato
-Tu ti sei alzato tardi. Hai
voluto la bicicletta? Pedala!- esclamò
-Come?- chiese –E questo che
roba eh?-
-È un detto… lascia perdere
e mangia- disse lei –Non è male- Lui lo fece
-Ehi-
-Dimmi-
-Tu dove hai dormito?-
chiese a bruciapelo. Lei tossì fissandolo
-Oh… perché ti interessa?-
chiese
-Curiosità. Dimmi- La guardò
e lei abbassò lo sguardo un po’ imbarazzata
-Non avevo sonno… se non
fossi arrivato non avrei dormito comunque. Mentre dormivi ho letto e ascoltato
musica, cose così…- disse svelta
-Non è che… ieri ti ho detto
qualche cosa di inconveniente… vero?- chiese lui. Lei arrossì
[…]
-…sono completamente pazzo
di te…-
[…]
-No, non mi hai detto
niente- disse velocemente scuotendo forte il capo –Beh, ehm… ti va di… andare
dagli altri? Giselle mi ha detto che sono tutti andati a provare il testo
mentre Naraku è via per affari- disse lei
-Ok- disse alzando le spalle
-Ti senti meglio però?-
chiese lei mettendo meglio il gilet lisciandolo
-Si-
-Allora andiamo- disse
alzandosi mettendosi la giacca. Prese la sciarpa e si mise la chiave in tasca
–Ti muovi?- chiese lei alla porta
-Non… mettiamo a posto?-
chiese lui. Lei sorrise
-Ti stai preoccupando per
me?- chiese. Lui rise
-Certo che no. Volevo solo
essere gentile- disse beffardo –E poi credi sul serio che io cada così in basso
da aiutare una come te?-
-Ecco, fai l’Inuyasha
sono-migliore-di-voi, ti riconosco di più. Se fai troppo il gentile non so come
prenderti- disse lei aprendo la porta –Andiamo va- disse lei uscendo. Lui la
seguì
-Non sei per niente
divertente- disse lui
-Grazie-
-E poi sono gentile io-
-Dove?- domandò guardandolo
-Una minuscola parte, ma
c’è-
-Ah ecco… una minuscola
parte…- ripeté lei –Cioè inesistente- Rise uscendo dall’hotel. Lui si fermò
–Cosa ti prende?- chiese lei sfregandosi le mani dal freddo
-Non è vero che sei una
bugiarda e che mi fai schifo… ero solo arrabbiato e…- disse pianissimo, tanto
che lei dovette fare un passo verso di lui. Kagome gli sorrise
-Ma pensi ancora all’altra
sera? Ok che ho passato una nottataccia per colpa tua, ma pensavo che ti fossi
già ripreso- affermò lei
-Non sto scherzando- disse
lui
-Nemmeno io- Lui la guardò
–Comunque un po’ bugiarda lo sono, lo siamo tutti, no?-
-Mh. Da dove è venuta fuori
questa tua perla?- Lei gli fece la linguaccia
-Da Tom. Ma sappi che io non
ritiro nulla- disse ridendo a crepapelle dallo sguardo di lui
-Gentile come sempre eh?-
-Sincera come sempre, al
massimo- asserì lei
-Ti contraddici, hai appena
detto di essere bugiarda- commentò confuso
-Un po’ bugiarda, un po’. E
poi facciamo progressi, mi hai chiesto scusa- disse lei
-Chi è che ti ha chiesto
scusa!? Non mi sembra di avere detto nulla del genere!- esclamò offeso
-Ma… mi hai detto…-
-Ho solo detto che non è
vero che mi fai schifo, non ho detto scusami mi dispiace- sbottò
-Visto che non sei gentile
per niente!!- esclamò lei dandogli un calcio
-Ahia! Che male… E tu non
sei per niente femminile!-
-Io sono molto femminile!-
esclamò lei –Ma come osi? Hai meno tatto di un bue- commentò
-Ah, perché il tuo di tatto?
Sembra quello di un toro!-
-Come osi? Serpente!-
-Serpente io??- chiese lui
scandalizzato –Iguana!-
-Che schifo!- esclamò con
una smorfia –Sei un bestione!!-
-COME!?-
-Ma dai! Sono solo le 10 e
già litigate?- I due si girarono
-Sango!- esclamò lei –Non
eravate a teatro?- domandò
-Appena usciti, stiamo
andando in piazza- disse Tom
-In piazza? Perché?- chiese
Inuyasha
-C’è il mercato di Lunedì
così andiamo a farci un salto- disse Kikyo
-A proposito Inuyasha, che
fine hai fatto ieri sera?- chiese Miroku
-Un idiota a caso…- iniziò
Kagome
-Ehi! Idiota a chi?- La
interruppe lui
-Ne vedi altri?- sbottò lei
-Tu-
-Fanculo-
-Prima tu- sbottò lui
-Cos’è che hai fatto?-
domandò Kikyo.
-Niente, niente- disse
Inuyasha veloce.
Kagome lo guardò di
sottecchi e lui corrispose. Si sfidarono poi Kagome borbottò qualche cosa di
incomprensibile, sorrise e prendendo a braccetto Paolo disse
-Allora Paolo, com’è il
pezzo?- Si diresse verso la piazza lasciando tutti indietro. Miroku si avvicinò
a Inuyasha
-Che è successo in realtà?-
domandò
-Te lo spiego dopo- borbottò
Inuyasha
-Ti conviene-
-È una minaccia?- chiese
divertito
-No, è un avvertimento-
dichiarò Miroku allontanandosi con Sango
-Pericoloso l’amico- disse
Kikyo guardandolo
-Già-
-Senti Inuyasha… cosa faremo
a casa? Come faremo?- Lui le sorrise
-Tranquilla, troveremo un
modo. Godiamoci questi quattro giorni, va bene?- Lei annuì
-Si, è meglio- I due si
avvicinarono al gruppo
-Ah Inuyasha! Prendi- Kikyo
gli allungò il pacchetto
-Cos’è?- chiese lui confuso
-Ohhh, sveglia amico. Oggi
compi 18 anni!- esclamò Miroku. Sango e Kagome si guardarono
-Scherzi? Ma che giorno è?-
chiese Inuyasha confuso
-Lunedì 20 Febbraio… yuuu,
ci sei?- chiese Kikyo ridendo
-Ora si. Cavolo, sono
maggiorenne!- esclamò
“Si è fritto il cervello
bevendo! Lo regge però più di Sango a quanto vedo… meno male!” Fece una smorfia
“Beh, di certo lui non deve ristudiare nulla visto che non studia proprio!”
pensò Kagome scuotendo il capo
-Evviva! Buon compleanno
Inuyasha!!- esclamò Paolo
-Grazie-
-Questo è da parte mio e di
Miroku- disse Kikyo.
Lui lo aprì velocemente e un
orologio da polso spuntò fuori da una scatola, ma badate bene… non un orologio
qualsiasi, un rolex! Kagome non ne aveva mai visto uno in vita sua e lo guardò
affascinata
-Della tua collezione di
rolex mancava quello oro e acciaio ed eccolo qua- disse Miroku compiaciuto
“Collezione!? Di rolex??“ si
chiese Kagome sconvolta. Lei e Sango si guardarono con gli occhi sbarrati
capendosi al volo. Lui se lo mise al polso
-È fantastico!! Grazie
ragazzi!- esclamò
-Ok, andiamo al mercato, è
meglio- disse Paolo sconvolto –Non ho visto così tanti soldi tutti in una volta
in un polso- disse lui
“Spero di non rivedere mai
più una scena così… Kikyo e Miroku sono pazzi! Avranno speso 7… 8 mila euro!!
Pazzi, completamente andati… Non farei un regalo del genere nemmeno a mio
marito all’ ottantesimo anno di matrimonio!!” pensò la ragazza scioccata. Sango
le diede una gomitata e la tirò dietro al gruppo
-Ok, qua dobbiamo rimediare-
disse
-Rimediare?- chiese Kagome
-Esatto. Gli facciamo un
regalo?- chiese Sango
-Regalo? A chi? A Inuyasha?
Ha appena ricevuto un rolex! Credo che di regali ne abbia già ricevuti troppi
per i prossimi vent’anni!- sussurrò
-Ok, ma non credi che un
misero pensierino…-
-Ok ok… non insistere. Ma
che si regala a un ragazzo che manco conosci??- chiese Kagome
-Le cose costose gli
piacciono-
-Io non spendo un patrimonio
per lui!- esclamò –A proposito di regali…- disse fermandosi incrociando le
braccia –Non dovevo fare un regalo a qualcuno?- si chiese concentrandosi. I
ragazzi la guardarono preoccupati.
La gente sorrideva
scambiandosi sorrisi e parlando, i bambini si rincorrevano felici e Kagome
guardò un bambino piangere disperato davanti a una bancarella con la madre che
cercava disperatamente di portarlo via.
Sbiancò guardando Sango
-ODDIO! SOTA!- urlò
prendendosi il viso tra le mani. Sango la guardò
-KOHAKU!!- esclamò disperata
–Non gli ho ancora preso nulla!-
-Devo prenderlo ancora a
lui, mia madre, mio nonno!! Aiuto!- esclamò. Le due si guardarono sospirando
-Fantastico… e ora cosa gli
prendo?- chiese Sango
-Ehm… ragazze andiamo?-
chiese Paolo esasperato
-È meglio! Muoviamoci!-
esclamò Kagome iniziando a guardare le bancarelle curiosa e disperata allo
stesso tempo –Fare regali agli uomini è come andare in guerra, non sai mai che
prendergli!- esclamò
-Mio fratello gioca solo con
i robot- disse Sango alzando gli occhi al cielo –Credo non crescerà mai- disse
prendendo un giocattolo in mano e mettendolo giù schifata –Ecco come spendere
inutilmente soldi-
-Secondo me è solo per
quella passione che i nostri fratelli vanno d’accordo- commentò Kagome
-Dici?-
-Si-
-Che frivoli- borbottò Sango
–Oh, ma vi muovete?- chiese hai ragazzi rimasti indietro
-Che dovete fare?- chiese
Inuyasha curioso
-Si chiama rapporto
famigliare. Io porto i regali e loro sono felici- sbottò Sango guardando la
bancarella davanti a lei –Tu che sei un uomo… cosa vorresti se fossi un
moccioso di 10 anni?-
-A me da piccolo piacevano i
game boy, puoi prendergli uno di quello- disse Miroku
-Secondo te io spendo 50
euro che manco ho, per mio fratello??- disse lei
-Ehi Sango! Kikyo! Che ne
dite di questo per mia madre?- chiese Kagome indicando una semplice collana di
bigiotteria
-Carinissima!- esclamò Sango
avvicinandosi –E se la prendessi io per mia madre?-
-Ti uccido. Scusi, vorrei
questa per favore- disse Kagome
-Ma non è un regalo, è un
semplicissimo pezzo di plastica!- esclamò Miroku
-Un girono scoprirai che è
solo il pensiero importante. I soldi non fanno la felicità- disse Paolo
saggiamente
-Oh, come sei intelligente!-
esclamò Kagome sospirando
-Kagome! Ho trovato dei
robot!!- esclamò Sango poco più in là
-Arrivo!!- esclamò
sorridendo e avvicinandosi.
Kagome e Sango comprarono un
robot per i fratelli e Kagome poi prese dei talismani antichi per il nonno.
Pranzarono in pizzeria poi
finirono di girare il mercato enorme, entrarono in diversi negozi dove le
ragazze provarono di tutto per non prendere nulla, i ragazzi erano
completamente distrutti mentalmente.
Sulla strada del ritorno
Kagome si fermò davanti a una bancarella e guardò gli anelli e uno attirò la
sua attenzione più di tutti
-Kagome! Muoviti! Ma che fai
lì davanti?- chiese Inuyasha da lontano mentre il cielo iniziava a scurirsi
-Ehm… arrivo! Scusi, me lo
può impacchettare?- Kagome pagò poi nascondendo l’oggetto raggiunse gli amici.
Tornarono all’hotel e
andarono a cena dopo avere appoggiato tutto nelle camere. Naraku arrivò subito
dopo con una faccia spaventosa, salutò tutti e ordinò.
Gli amici lo guardarono
curiosi
-Tutto bene?- chiese Paolo
-Una meraviglia, mi metterei
a ballare- sbottò Naraku incrociando le braccia al petto e guardandolo
malissimo
-E come mai? È successa una
catastrofe?- Lo interrogò Inuyasha
-Peggio, un cataclisma-
sbottò
-Non può essere così grave!-
esclamò Sango
-Tu dici? Ho appena perso…
100000 euro, questo è un cataclisma- disse
-Non sono una sciocchezza,
ma visto che hai soldi a palate…- osservò Miroku
-Lo so, non è questo che mi
da i nervi. È che li ha presi tutti Holsen!!- esclamò sbattendo la mano sul
tavolo –Mi da un nervoso che i miei soldi siano finiti nelle sue mani che prima
o poi lo strozzo!-
-Wow, odio profondo- disse
Kagome alzando un sopracciglio
-È lui che ce l’ha con me!
Così io di conseguenza ce l’ho con lui- disse lui. Kikyo lo guardò un momento
poi sospirò alzandosi, abbassò lo sguardo
-Non mi sento molto bene,
vado in camera- disse e poi si allontanò.
Il gruppo la guardò
allontanarsi
-Secondo voi è successo
qualche cosa?- chiese Kagome
-Non so… anche oggi era un
po’ assente…- osservò Sango guardando Naraku.
Lui la guardò e lei alzò un
sopracciglio indicandogli con gli occhi la porta.
Lui alzò un sopracciglio e
lei insistette
-Scusatemi, io ho finito. Ci
vediamo domani mattina ok?- disse alzandosi
-Oh, si va bene. Buona
notte- disse Kagome
-Notte- E si allontanò.
Sango sospirò
“Chissà perché devo fare
sempre tutto io… Ormai è… palese…”
-Che sventola… stasera se ne
vanno tutti- disse Paolo
-Perché, te ne vai pure tu?-
chiese Miroku
-Si, sono stanchissimo. Mi
avete sfiancato oggi- disse
-Oh, il vecchio rimbambito
che non sa fare due passi senza la macchina-
-Sango, non tirare troppo la
corda o quella si spezza- disse ridendo, ma non troppo, Paolo
-Ok… ok… non scaldarti
supereroe- disse Sango sghignazzando
-Ciao-
-Ciao- dissero tutti.
Kagome, Sango, Miroku e
Inuyasha si guardarono
-Soli- disse Inuyasha
-Ma che bello- sbottò Kagome
-Cosa vorresti dire?- chiese
lui
-Che stare con te è
tremendo- disse lei
-Ti ringrazio-
-Voi due siete peggio dei
bambini- commentarono Miroku e Sango.
Naraku arrivò davanti alla
porta e bussò piano
-Chi è?- chiese la voce
-Sono io- disse lui
-Oddio, va via ti prego.
Davvero non mi sento bene… io…-
-Apri- disse dolcemente
-Ma…-
-Apri- ordinò secco. La
porta si aprì e lui sorrise
-Vai io…-
-Scappi?- chiese lui –Ci hai
già provato ma non è servito a molto, o sbaglio?-
-Lo so- La ragazza si guardò
intorno preoccupata –Entra o ti vedranno- disse spingendolo dentro. Appena la
porta fu chiusa lui le cinse la vita
-Da quanto tempo non ti
stringo?-
-Questa mattina- mormorò lei
-Così tanto?- gemette lui
disperato
-Scemo, comunque si può
rimediare- disse lei baciandolo. Naraku passò un mano nei capelli e aspirò il
suo profumo. Lei lo staccò violentemente allontanandosi
-Cosa c’è?- chiese lui
-Non ti avvicinare! Sta
lontano io… oddio, ma che stiamo facendo??- chiese lei. Lui sospirò
-Ancora con questa storia?-
chiese lui seccato sedendosi sul letto
-Ancora con questa storia!?
Ma come puoi startene lì, tranquillo? Non capisci vero che alla fine di tutto,
tra meno di quattro giorni io me ne tornerò a casa e… dovrò sposarmi?- Lui
strinse i pugni alzandosi di scatto e prendendole il braccio –Quello che
facciamo è sbagliato, io sto sbagliando e… e…-
-Perché te ne vuoi andare?
Non stiamo bene insieme? Molla tutto e vieni via con me!-
-Sei completamente pazzo?-
chiese lei –Non posso mollare tutto così! La mia famiglia… la scuola… i miei
amici…- disse lei –E dopo? Cosa faremo dopo? I miei mi cercheranno ovunque!-
-Io sono la tua famiglia!-
ringhiò lui –E poi ci penseremo…-
-Dio…- Lei si passò una mano
sugli occhi dandogli le spalle allontanandosi di qualche passo. Strinse i pugni
–Mi spiace ma… io non ce la faccio più- mormorò
-Cosa vuoi dire?- domandò
lui
-È finita…- sussurrò
-Finita?- chiese lui
sorpreso
-Si… perdonami ma… non
basta, anche se ci amiamo, non basta- Lui guardò la schiena della ragazza
tremare leggermente
-E così… vuoi mollare tutto…
vuoi mandare all’aria il nostro amore per… per cosa? Insicurezza?- chiese lui
con la voce più bassa del solito. Lei deglutì
-No, non è questo.
L’insicurezza non c’entra nulla- Lo guardò -È che abbiamo dei doveri e degli
obblighi… che non si possono trascurare. Che ne sarà di te? Dei tuoi alberghi?
Della tua vita? E di me? Tapinata dai miei per il resto della mia vita… no… non
possiamo… non è vita… staremo insieme certo ma non sarà vita e se ci beccano tu
vai in prigione e io…?-
-Non succederà- disse lui
-Non sei Dio, non lo puoi
sapere e sappi che succederà… oh, se succederà…-
-Al diavolo tutto! Perché
non posso restare insieme a te? Io ti amo e… poi… noi… cosa ne sarà di noi?-
-Mi spiace Naraku ma… nella
vita bisogna sacrificare qualche cosa… e questa volta siamo noi che dobbiamo
sacrificarci…- Lui la guardò
-E così… è un addio?-
domandò sapendo già la risposta. Lei gli voltò la schiena con gli occhi pieni
di lacrime ma con voce sicura disse
-Vattene- Naraku fece un
passo indietro e uscì svelto allontanandosi. Kikyo si morse le labbra e cadde
in ginocchio scoppiando in singhiozzi –Mi spiace amore mio… perdonami ti prego…
come farò adesso? Come farò senza di te?-
ANTICIPAZIONI!!!!
Kagome
decide di fare un passo avanti e Kikyo le darà una mano a decidere dopo essersi
confidata!
Conosceremo
un nuovo personaggio che sono certa vi piacerà ^^ poi, la serata della nostra
bellissima Kagome si avvicina… che succederà nel prossimo attesissimo e IMPORTANTISSIMO
capitolo??
Ottimissimo! Salve miei prodi guerrieri! Sfoderate le armi o
miei uomini è ora di andare in guerra! La nostra piccola Kagome oggi dovrà fare
il suo bel debuttino quindi leggete leggete LEGGETE!
Ma prima di leggere, vi rispondo, quindi BLOCCATEVI!!!
Sango91: grazie grazie… ma vedrai… saprai… leggerai…
Fluffy: oh beh, il nuovo personaggio… grazie per la
recensione comunque! ^.-
Shikon: oh beh, si era decisamente palese… ma ho voluto dare
un po’ di pepe a questa situazione monotona ^_^
Athenachan: ora saprai tutto, questo capitolo è illuminante
(mai quanto il prossimo però)
Dremaer: dovrai attendere per questo. Kikyo ha fatto quello
che gli sembrava più giusto in quel momento, ma se ne pentirà presto, vedrai!
Yulinghan: uhm, l’hai letta? Sai, ho riletto alcuni capitoli
e mi sono accorta di una cosa: ma scrivevo di merda una anno e passa fa! Ma chi
me lo ha fatto fare?? È orrenda! Ho tralasciato non ho approfondito! Fa schifo!
-_- che orrore eccoperché non voglio
leggere i miei vecchi lavori, mi viene freddo! Comunque grazie per la rec ^,^
Dido: oddio, se ci sono riuscita immagino che i santi siano
scesi dal cielo! O.O
Shiratori_chan: beh, la grappa costa meno ma… cattiva
bambina, le dolci e innocenti fanciulle non bevono lo sai? ç_ç si diventa
ubriaconi prima del tempo e no bene no bene!!!
Ottimo, dopo ciò ringrazio anche chi non ha recensito e
riringrazio chi ha recensito ^_- vi voglio bene!
Bacioni, al prossimo capitolo!!!
Capitolo 17
La grande Kagome
Lunedì. Ore 22.40
Kagome entrò in camera
sospirando e si avvicinò al pacchetto sulla scrivania, lo rigirò preoccupata.
I ragazzi erano ancora di
sotto e lei con una scusa si era dileguata ma ora non era più sicura di voler
fare quello che invece voleva fare. Guardò la busta e la prese in mano
sospirando.
Certo che se lo voleva fare
si doveva muovere…
Si sedette su letto. Però
gli mancava lui… la gentilezza del suo tocco però… lui voleva solo portarla a
letto e… se poi non l’avesse più voluta? Se non fosse venuto? Dopo si che
bisognava sprofondare sotto metri e metri di terra!
Qualcuno picchiò alla porta.
Kagome mise via tutto e si avvicinò ad essa
-Chi è?- chiese
-Ka… Kagome?- La ragazza
aprì la porta sorpresa
-Kikyo!?- chiese confusa
guardandola –Oddio! Stai bene? Guarda che faccia… dai entra… che è successo?-
domandò preoccupata –Ecco, siediti. Prendi questo…- Le allungò un fazzoletto e
si sedette vicino a lei –Ti hanno fatto del male?- Kikyo scosse la testa
-È che non sapevo dove
andare… e poi ne ho solo parlato con te…- Kagome la guardò
-Spiegati meglio…-
-Ricordi quella mattina che
ti ho parlato di me e di Inuyasha e del fatto che mi sono innamorata?- Kagome
annuì
-Certo… ma non mi avevi
detto nulla, solo che ti eri innamorata e che tu e Inuyasha dovevate sposarvi
per unire le due società dei vostri genitori… una cosa così… ma eri molto
felice…-
-E lo ero! Sai, dopo ci
siamo messi insieme e abbiamo passato momenti belli insieme però…- Singhiozzò
-Però?-
-Però mi sono ricordata dei
miei doveri, del ritorno a casa, di Inuyasha e dei miei, così… così…-
-Ti sentivi in colpa verso i
tuoi così lo hai mollato, giusto?- concluse Kagome. Kikyo annuì scoppiando a
piangere –Oh… ecco… però tu lo ami, vero? E lui… ti ama, no?- Lei annuì –Allora
ti dico due parole: Segui il tuo cuore- disse Kagome. Kikyo fece un veloce calcolo
della parole poi alzò il sopracciglio –E non guardarmi così! Io lo farei- Kikyo
la guardò asciugandosi le lacrime –Fregatene dei tuoi e di tutto il resto. Voi
due e basta, non è così complicato- disse annuendo
-Ma… i miei mi cercheranno
per mari e monti!- esclamò
-Quello è il meno, fidati.
Quando sarete maggiorenni… non vi cercheranno più e anche se ti trovassero…
cosa potrebbero fare? Niente- Kikyo la guardò
-Beh… in effetti…- disse
pensandoci su. Kagome la guardò
-E poi… pensaci Kikyo, se tu
ora lo lasci e torni a casa così… senza avergli detto nulla di ciò che provi,
lo rimpiangerai per il resto della tua vita! Vuoi davvero rinunciare così?-
Kikyo scosse forte il capo con gli occhi pieni di lacrime -È buffo ma, la tua
situazione mi ha fatto venire in mente quella di Naraku- disse soprappensiero.
Kikyo la guardò
-Eh?-
-Ma si… un po’ di tempo fa
mi ha parlato un po’ di questa ragazza… diceva che se ne era innamorato ma che
lei aveva il ragazzo e che voleva stare con lei in un certo modo… cose così…
Che buffo… è una coincidenza strana- disse ridendo. Kikyo la guardò
“Kagome è un po’ tonta… cosa
ci vedrà di tanto speciale Inuyasha… mah, gli uomini!” pensò –Però… non voglio
lasciare i miei e i miei amici… non mi sembra giusto e poi io voglio bene ai
miei…-
-Dipende se ti perdoneranno…
se segui il tuo cuore mollando tutto, poi quando tornerai dovrai essere certa
che ti hanno perdonato. Però… io non riuscirei a stare molto tempo lontano
dalla persona che amo… insomma, ci penserei continuamente, diventerebbe un
ossessione e… e…bisogna buttarsi! Al diavolo le cose complicate, se ti ama
davvero non ti lascerebbe mai… ma poi dipende com’è lui, che dice lui, come vi
siete incontrati… e nonprendere la mia
situazione perché allora sei messa male… se è gentile, se lo ami davvero, se
sei pronta a rischiare… cosa ti dice la testa, il cuore…- Prese un profondo
respiro –Capito il concetto?-
-Ehm… più o meno… Ma stavi
parlando di te… o di me?- disse. Kagome le fece la linguaccia
-Di te naturalmente! Se
penso alla mia di situazione mi viene da piangere quindi evito di pensarci…
Però, va da lui… digli che lo ami, segui il tuo cuore perché se segui la testa
soffrirai. Tornare a casa, sposare uno che manco ami e sfornare un sacco di
bebè, non credo che la prospettiva ti piaccia molto, vero?- Kikyo annuì
-Si… hai ragione Kagome, ho
fatto bene a venire da te a confidarmi- Kagome sorrise
-Beh? Cosa ci fai ancora
qua? Sparisci, vattene, non voglio rivederti fino a domani- disse alzandola di
peso e spingendola verso la porta
-Kagome?-
-Si?-
-Non ho mai visto Inuyasha
geloso in tutta la mia vita- Kagome la guardò
-Cosa?- chiese sorpresa –Ma
che centra?- domandò
-Tu mi hai aiutato e ora io
aiuto te. Ti dico che non ho mai visto Inuyasha geloso- ripeté
-E allora?- Kikyo la guardò
allibita
-Ma… tu sai che significa?-
-No, che dovrebbe
significare?- chiese ingenuamente. Kikyo si spiaccicò una mano sulla fronte
-E il bello è che tu sei
proprio così, non lo fai apposta- mormorò Kikyo
-Mi dici che stai
blaterando?- chiese irritandosi leggermente Kagome
-Senti, quattro parole:
segui il tuo cuore- Kagome incrociò le braccia al petto
-Che fai? Mi freghi la mia
perla?- sbottò
-No, ma che dici. Buona
notte- Kikyo alzò la mano
-Ehi! No aspetta! Che stavi
dicendo?- Kikyo sorrise e sventolando la mano uscì –Quando fa così la odio…-
Ripensò alle sue parole e si buttò sul letto mettendo le mani sotto la testa
–Beh però… se non seguo io il mio consiglio… chi lo farà?- Si alzò di scatto e
prese il pacchetto, la chiave e uscì.
Si avvicinò alla porta di
Inuyasha e vide che la luce era accesa, appoggiò l’orecchio alla porta e quando
non sentì nulla l’aprì con il passepartout.
Non c’era nessuno… Mise
dentro la busta con il messaggio la chiave e appoggiando tutto sul letto uscì
velocemente chiudendo la porta
-Bene, iniziamo a scavarci
la fossa-
Entrò in camera, infilò il
pigiama e si mise a letto chiudendo gli occhi
“Cappero… forse dovevo
pensarci meglio… dovevo esserne più sicura… miseria che ho fatto? Avrei dovuto
essere più cauta! Ok, calma. Kagome respira. Ottimo, chiudi gli occhi e dormi
dormi dormi” Kagome serrò gli occhi poi li aprì di scatto saltando in piedi –O
porca miseria! Ma domani sera ho il debutto!! Perché nessuno me lo ha ricordato
oggi!?- Deglutì e si prese il viso tra le mani –Ok, calma. Kagome, dormi-
ordinò. Si mise giù coprendosi bene e poco dopo scivolò nel mondo dei sogni.
Lunedì. Ore 23.50
Inuyasha uscì dal bagno
rabbrividendo
-Che freddo porca…- Alzò il
termos e si sedette a terra sospirando, si mise il pullover quando notò un
pacco sul letto. Si avvicinò a e lo prese con la busta –E questa che roba eh?-
chiese seccato. Aprì la busta e con stupore a terra cadde una chiave. La prese
in mano e aprì la lettera rimanendoci di sasso
Ciao Inuyasha!
Come va?
Allora, non montarti la testa solo perché ti ho fatto
un regalo, capito?
L’ho visto al mercato e visto che mi è piaciuto…
Comunque se lo trovi troppo… povero per te, buttalo
pure
Sono certa che ti sei stupito un sacco per la chiave
che c’è dentro, vero?
Eh eh… Ma sappi che volevo solo ridartela e spero…
(cosa che però dubito!)
Che tu la riporta indietro, al suo legittimo
proprietario
Non vorrei che a Naraku venisse un infarto per i suoi
preziosissimi soldi!!
Ti ho già detto che essere dei proletari è
bellissimo??
Dunque ora vado
Buon compleanno e a domani! ^^
Kagome
Se Inuyasha non ci rimase
secco allora…
Il ragazzo aprì il pacchetto
e ne uscì un anello nero e rotondo con dei rilievi che raffiguravano due pesci
uniti per la coda. Semplice… ma bellissimo… Era anche dei pesci lui!
Martedì. Ore 11.02
Kagome aprì gli occhi
stropicciandoseli
-Che giorno è?- Si chiese.
Prese il cellulare accendendolo illuminando un po’ la stanza, guardò il giorno
e l’ora. Saltò giù dal letto –Dio mio! È tardissimo!!- Accese la luce saltando
sul letto vestendosi velocemente, andò in bagno dove si lavò velocemente la
faccia poi uscì dalla camera dirigendosi verso l’uscita dell’hotel. A metà
scale incontrò Kikyo e Naraku che parlavano ridendo –Giorno!- esclamò lei
sorpassandoli –Tutto bene?- chiese fermandosi un momento
-Benissimo- disse Kikyo
sorridendo
-Oh, benissimo. Allora hai
risolto con il tuo… misterioso uomo?- domandò. Naraku e Kikyo si guardarono
-Si, grazie Kagome. Ora va
tutto bene- rispose lei. Kagome sorrise
-Oh, come sono felice oggi!
Bene, mi dileguo. A oggi pomeriggio!!-
-Dove vai?- chiese Naraku
-Stasera ho un debutto no?
Vado a scegliere che suonare! Che domande mi fai? A volte riesci a vedere le
cose più impensabili… altre volte le cose che sono sotto il tuo naso…- Scosse
la testa sconsolata –Ciao!- E se ne andò. Kikyo prese la mano a Naraku
-Senti da che pulpito- disse
lui scuotendo il capo sbuffando
-Lascia perdere… di che
parlavamo?- chiese lei tirandolo. Kagome saltò gli ultimi tre gradini
“Chissà che facevano quei
due lì insieme e soprattutto da soli… mah, forse lei lo starà confortando!
Dopotutto lui ha una storia così triste con quella ragazza…” Sospirò
-Ehi Kagome!- La ragazza si
voltò
-Sango! Miroku, Inuyasha!
Ciao!! Che fate di bello? Tutto ok? Siete usciti ora dalla sala da pranzo?-
domandò sorpresa
-No, siamo appena tornati.
Ti volevamo chiamare ma non rispondevi al cell e da camera tua non veniva alcun
suono, pensavamo fossi uscita- Kagome scosse la testa
-No no. Esco ora, vado a
teatro a vedere di decidere che suonare questa sera- disse lei mettendosi le
mani sui fianchi –Come mai Kikyo non è venuta con voi?- chiese. I tre si
guardarono
-Doveva parlare con Naraku-
disse Miroku
-E Paolo?-
-Ha visto una- disse
Inuyasha annuendo
-Oh, che dongiovanni!-
sbottò lei. Guardò l’orologio –Vado. Volete venire con me? Anzi, non venite
affatto con me, decido io che fare e non voglio che nessuno mi ascolti quindi
che non vi passi neppure per l’anticamera del cervello di seguirmi-
-Stai dicendo tutto tu, lo
sai?- commentò Inuyasha scostandosi una ciocca di capelli. Kagome vide nel
pollice di lui l’anello e arrossì fino alla radice dei capelli
-Ehi, stai bene?- chiese
Sango
-Chi? Io? Si si… tutto ok…
ciao!- Li sorpassò stringendosi al cappotto sentendo l’aria gelida entrarle
nelle ossa
-Ma… tu hai in mente vero
che suonare?- chiese Miroku poco convinto. Lei lo guardò sorridendo
-In realtà me ne sono
ricordata ieri sera alle undici… comunque no problem! Ce la farò!! Addio!- E sparì dalla vista veloce. I tre si
guardarono
-Ok… è amica mia?- chiese
Sango
-Già- rispose Miroku
-Che… peccato!- sbottò lei
–Andiamo??- Prese a braccetto Miroku e si allontanarono.
Kagome si sfregò le mani
intorpidite dal freddo e si strinse il cappotto. Si fermò davanti a una vetrina
guardando il completo rosso mogano decisamente… sconcio… Scosse la testa. Ma
come si poteva comprare della roba in una stagione simile? Qualcuno le
picchiettò la spalla e lei si girò
-Tom! Ciao!- esclamò lei
sorpresa –Che ci fai qua?- domandò corrugando la fronte
-Dove dovrei essere?- chiese
lui
-A riappacificarti col tuo
papino naturalmente- Lo prese in giro lei
-Ma che spiritosa… A parte
gli scherzi…-
“Ma chi scherzava?”
-…questa è Eve… la mia
ragazza. Eve, lei è Kagome-
-Tanto piacere- disse la
ragazza incerta allungando la mano. Kagome prese emozionata la mano guantata
–Tom… mi ha parlato… tantissimo di te- disse. Il giapponese non era perfetto ma
si capiva abbastanza
-Oh, anche io sono onorata
di conoscerti. Tom non fa altro che parlare di te- rispose Kagome andando
abbastanza piano a parlare.
Eve sorrise e Kagome
l’ammirò. Di persona era ancora più bella…
I capelli rossi erano
fermati hai lati in due mollette colorate, gli occhi azzurri erano limpidi, i
jeans le fasciavano le gambe lunghe e snelle
-Dove stavi andando?- chiese
lui cingendo le spalle della sua ragazza
-Io? A teatro, ieri sera mi
sono ricordata che questa sera ho il debutto così vado a scegliere che suonare-
disse
-Io vorrei tanto venire a
sentire- disse Eve sorridendo. Kagome corrispose
-Perché non vieni? Insomma,
sarà divertente!- esclamò lei. Eve guardò Tom e lui sospirò
-Lei non potrà mai venire
Kagome… lo sai no? Mio padre è ossessivo e se sapesse che stiamo insieme… te le
immagini le urla?- domandò. Kagome sbuffò
-Ma prima o poi lo verrà a
sapere, non trovi Eve? Lo scoprirà!- esclamò
-Ma non è il solo motivo-
disse Eve cercando le parole –Io non sono… di buona famiglia come voi- disse
lei dispiaciuta –Se lo fossi non ci sarebbe problema-
-Non parlare così- disse Tom
–Lo sai che non voglio che ti addossi tutte le responsabilità. Non è colpa tua-
Eve si strinse a lui. Kagome li guardò
-Ehi, Eve- La ragazza la
guardò –Guarda che io non sono affatto ricca! Non ho un soldo! Che credi? A
casa mia viviamo per miracolo! Mia madre lavora in un centro commerciale come
commessa, mia nonno vende talismani nel nostro tempietto…- Sorrise –io e mio
fratello andiamo a scuola… immaginati cosa ci resta! La scuola è molto cara
quindi…- Alzò le spalle –Ma come diceva mia nonna: i soldi non fanno la
felicità!- esclamò annuendo –Mi credi?- chiese. Si guardarono
-Io… non credo di averti
seguito- disse lei. Kagome cadde all’indietro
-Ok… non è importante… però
volete venire con me? Siamo qua a due passi e comunque non ci metterò molto-
-Oh si… dai Tom, ti pregooo-
disse la ragazza sbattendo le ciglia buttando fuori il labbro inferiore
-Non c’è bisogno che fai la
lecchina- disse lui. Eve sorrise
-Il senso?- chiese Kagome
stupita
-Andiamo… hai già in mente
qualche cosa?- domandò Tom
-A dire il vero no- disse
lei
-Chopin!- esclamò Eve –Lui è
grande, non trovi?- chiese alla ragazza
-Beh, si può fare però… non
ho mai suonato nulla di suo…-
-È’ facile, ho qualche cosa
io e non ci vuole molto a impararlo… ecco vieni di qua- Tom deviò
improvvisamente per una via laterale e loro lo seguirono
-Dove andiamo Tom?- chiese
Eve
-Adesso vedrai- disse lui
poi entrò in un negozio, le due guardarono l’insegna poi si guardarono stupite.
La scritta a chiare lettere diceva ‘MUSICA’
-Ma che vuole fare?- si
chiese Kagome stupita
-Non so, entriamo- Eve la
spinse dentro e si avvicinarono al bancone dove Tom parlava in inglese con il
commesso
-Che fai?- chiese la ragazza
-Non ho voglia di andare
fino a casa per prenderti lo spartito che ti consiglio io… così te lo compro,
eravamo vicini quindi…-
-Sei pazzo?- chiese Kagome
guardando il prezzo del libro che le diede in mano –Costa come l’oro!!-
-Ho soldi a palate Kagome,
te ne posso comprare a manciate se vuoi, se non ti piace lo cambiamo, ora
usciamo va- Le spinse fuori e poco dopo entrarono a teatro
-Non dovevi farlo… io come
faccio adesso? Mi sentirò in debito a vita!- sbottò Kagome
-Tu taci, siedi e suona. Il
resto mandalo a quel paese- disse lui sedendosi e facendo sedere Eve sulle
ginocchia –Facci sentire le tue dolci note- La prese in giro
-Ma che spiritoso… Eve,
picchialo- disse Kagome. Eve scosse la testa ridendo –Tutti contro di me…-
Kagome teatralmente si trascinò fino al pianoforte accarezzandolo –Mio unico
amico…-
-Pensa a Inuyasha…- ghignò
Tom
-Vaffanculo- ringhiò lei
-Sviluppi?- domandò Tom
curioso
-E chi lo sa…- rispose vaga sedendosi.
Tom si alzò di scatto
-Dimmi tutto- disse lui
-Non muoverti di un passo,
prima suono e poi forse… ti dico qualche cosina…-
-Vai al diavolo Kagome-
sbottò lui sedendosi
-Prima tu…- ghignò lei.
Aprì la prima pagina e
guardò la prima composizione sospirando. Prese un respiro profondo poi iniziò a
suonare, dolcemente e delicatamente facendosi trasportare da quella musica
avvolgente. Tom e Eve l’ascoltavano come ipnotizzati da quel suono dolce e
bellissimo che a tratti diventava forte e prepotente. Kagome guardava attenta
ogni nota schiacciando il pedale regolarmente per dare quell’effetto che solo
lui sapeva dare e quando il pezzo si concluse ci fu qualche attimo di silenzio.
Eve fischiò sommessamente saltando in piedi
-Oh my God! It’s beautiful!! Kagome! You are fantastic!!- esclamò Eve battendo le mani raggiungendola eccitata.
Tom sorrise
-Wow… Kagome… e meno male
non lo avevi mai suonato eh?- Kagome sorrise
-Senti un po’ Tom… mi è
venuta una idea e… quante composizioni di Chopin ci sono qua?- chiese
-Una decina… perché?- Kagome
sorrise
-E… dimmi… Chopin è un
grande musicista quindi… quasi tutti gli ospiti di stasera sapranno le sue
opere e lo conosceranno intendendosi di musica… vero?- Lui annuì
-Anche se ti ho aiutato… non
mi dirai nulla giusto?- chiese lui. Lei guardando l’orologio sorridendo felice
-È mezzogiorno passato, chi
ha fame?- chiese prendendo il libro chiudendolo
-Io- rispose Tom –Offro io-
disse andando verso l’uscita
-Questo era palese- Lo prese
in giro Eve –Non crederai vero che avremmo pagato noi! Un uomo elegante come
te… fare pagare delle ragazzine per bene come noi- disse. Kagome sorrise
-Ragazzine dove? Tu Eve, mia
adorata principessa, di ragazzina non hai proprio nulla! Kagome non lo so e
essendo che non voglio morire…- Eve arrossì fino alla radice dei capelli
dicendogli qualche cosa di poco carino in inglese e Kagome corrugò le
sopracciglia
-Ma che stai blaterando?-
chiese Kagome mettendosi a posto la sciarpa per ripararsi dal freddo –Guarda
che tu… brutto troglodita, non saprai mai nulla di me oltre ad un certo
confine, capito?E perché dovresti
morire?- chiese
-Eh, chi lo sa…- disse lui
ghignando –Sto parlando di una persona molto particolare…- Kagome spalancò la
bocca
-Ma la vuoi piantare di
parlare di lui?- balbettò ringhiando -Tranquilla Eve, non ti frego il ragazzo e
non ci tengo! Quel brutto stupito di un Tom lo squarto!- borbottò. Eve li
guardò sorridendo
-Tom, smettila di prenderla
in giro… non vedi che la metti in imbarazzo?- disse con voce seria. I tre
entrarono in pizzeria dove mangiarono ridendo e ne uscirono sazi
-Allora? Che hai in mente?- chiese
Tom –La tua testolina pericolosa non mi piace per niente-
-Eh eh eh... non
preoccuparti, lo vedrai presto eroe… tu convinci Eve a venire e se non vuole
legala, ok?- La ragazza guardò l’orologio –Accidentaccio! È tardissimooooo-
Alzò la mano –A stasera Tom! Eve, anche tu! Vi voglio bene, ciaoooo!!- Kagome
si eclissò via e i due fidanzati si guardarono
-È strana questa Kagome-
disse Eve in inglese iniziando a camminare
-È speciale, che ci vuoi
fare? È fatta così- rispose lui in francese sorridendo.
Questo gioco delle lingue
era molto divertente. Lei non corrispose al sorriso voltandogli la schiena
-Più speciale di me?-
domandò in italiano la ragazza delusa. Lui la prese per il polso stringendola
-Neanche nei nostri sogni
più belli- mormorò lui in giapponese –Ti amo Eve-
-Oh Tom, ho tanta paura-
disse lei stringendosi a lui –Tuo padre mi fa paura, la società, le persone…-
Lui la strinse baciandole la testa rossa
-Ce la faremo amore mio…
dobbiamo solo avere pazienza e stringere i denti- Lei annuì e si allontanarono.
Kagome non riusciva a
credere all’idea pazza che le stava frullando nel cervello. D’altro canto…
Naraku voleva una esibizione spettacolare e lei avrebbe dato loro qualche cosa
di bellissimo e originalissimo! Corse all’hotel dove entrò velocemente poi andò
in sala da pranzo a salutare gli amici
-Ehi, mangiate?- chiese lei
sedendosi nell’unico posto libero.
Volete sapere quale? Ma
vicino a Inuyasha naturalmente!
-Si… tu?-
-Già fatto- disse lei
agitata –Sentite, io ora vado ecco… ho una idea per stasera però… mi ci vorrà
parecchio quindi… capito no?- chiese lei veloce
-No- risposero
-Voi non disturbatemi e per
stasera avrò fatto un miracolo!- esclamò lei scattando in piedi saltellando
–Sono troppo contenta!! Ok, basta, Kagome respira. Allora a dopo! Ciao ciao
ciao ciao!!- Si allontanò canticchiando e sparì dalla vista di tutti che
perplessi si guardarono.
Kagome restò in camera tutto
il pomeriggio aggiungendo, togliendo, unendo… insomma, sembrava alle prese con
un puzzle difficilissimo, rideva divertita quando trovava il giusto incastro
divertendosi e arrabbiandosi quando nulla sembrava quadrare. Alle 18.25 aveva
finito, teneva in mano quel foglio miracoloso guardandolo con adorazione
-Giuro che se tutto va come
deve andare… lo metto in una cornice d’oro!!- esclamò guardandolo. Lo mise
dentro una busta con cura mettendolo sul letto poi si fiondò in bagno a lavarsi
con cura per poi vestirsi velocemente con l’abito lungo perlato. Se lo stava
lisciando quando la porta si aprì. Si guardarono –Ciao- disse lei sorridendo
finendo di allacciare i bottoni
-Ciao- disse lui chiudendo
la porta. I cuore di Kagome aumentò i battiti –Ti sta bene- disse lui alludendo
al vestito
-Grazie, l’ho scelto
apposta. Anche il tuo smoking non è male… anche se viene da ridere a guardarti-
disse sorridendo. Lui la guardò offeso
-E perché?- sbottò. Lei
scoppiò a ridere sedendosi sul letto
-Il grande Inuyasha, il capo
dei COBRA, il… mito di tutti i ragazzetti e l’idolo di decine e decine di
ragazze… in giacca e cravatta! Scusa se ti trovo un po’ ridicolo!-
-Guarda che anche tu sei
ridicola! La principessa delle toppe in abito lungo…- Lei fece una smorfia
alzandosi
-A proposito…- Kagome gli
pestò con forza un piede –Questo è per avermi data dell’elefante Sabato scorso-
disse
-Ho questo piede che è
diventato pasta frolla! Quante volte mi hai colpito?- chiese dolorante. Lei gli
fece la linguaccia e andò in bagno mettendosi davanti allo specchio prendendo
fuori i trucchi
-Credo che questa sia la
terza volta… e che esagerato!! Io non pesto così forte-
-Questo lo dici tu- sbottò
lui fissandola. Lei lo guardò preoccupata avvicinandosi lasciando tutto sulla
mensola
-Ehm… ti ho fatto davvero
male?- chiese mesta. Lui sorrise
-Scherzavo!- esclamò. Lei
scattò indietro ma lui la prese bloccandola contro di se –Incredibile! È il
trucco più vecchio del mondo, mi deludi Kagome cara- la derise lui
-Ohhh!! Inuyasha sei un
idiota!! Ma che scherzi da bambini!- esclamò scocciata
-Mmmmh, lo so. Ma che vuoi
farci?- chiese stringendola. La voce di Sango li raggiunse con un bussare
insistente della porta interrompendoli
-KAGOME! MUOVITI! ESCI DI LÌ
O BUTTO GIÙ LA PORTA!!!-
-Che voce soave- sussurrò
lei. Lui scoppiò a ridere –Arrivo Sango, non ti agitare, ok?- Lo staccò –Tu
esci fra un po’ capito? Se ti vede chissà che pensa!- esclamò. Guardò il bagno
–Ehm… Sango aspetta due minuti- disse alla porta e si diresse in bagno dove si
truccò e si spazzolò i lunghi capelli fermandoli dietro la nuca con un
fermacapelli. Tornò nella camera e si infilò la giacca prendendo lo spartito
-Non te lo sei imparato a
memoria?- chiese sorpreso. Lei sogghignò
-Eh eh…- Kagome lo spinse
dietro la porta, per nasconderlo alla visuale di persone non autorizzate –Ora
chiudi la bocca- Si stampò in faccia un sorriso radioso aprendo la porta
-Era ora- l’apostrofò
l’amica
-Ohh, Sango mia adorata…
andiamo và! Ohlà Miroku… culo e camicia eh?- disse lei chiudendo la porta
spegnendo la luce
-Kagome… sei falsa da
morire- disse Inuyasha accendendo la luce. Accostò l’orecchio alla porta e
quando non sentì più le voci degli amici aprì la porta chiudendola sospirando.
Raggiunse gli altri e si avvicinò a Kagome prendendole il foglio dalle mani
–Ohh, allora è questo il mitico capolavoro? Cappero quante cancellature… ma che
ci hai fatto?-
-Inuyasha ridammelo subito!!
È il mio spartito! Il lavoro di un pomeriggio intero! Se lo leggi, lo
stropicci, lo rompi io ti disintegro, chiaro??? DAMMELO!- urlò pestando i
piedi. Tutti alzarono il sopracciglio
-Ok, sono aperto ad ogni
esperienza- disse lui allargando le braccia. La ragazza li guardò confusa poi
ripensò alle sue parole e arrossì fino ai piedi
-NON IN QUEL SENSO
IMBECILLI!!- esclamò stringendo i pugni. Strappò a Inuyasha il foglio di mano e
velocemente salì in macchina con gli occhi lucidi “Oddio che figura… che figura
che figura che figura che figura che figura di merda!! Voglio sparire sotto il
nucleo della terra, sotto l’universo, inghiottita da un buco nero… voglio
morire! Non riuscirò mai più a guardarlo negli occhi… sarà terribile!” pensò
sconfortata mentre si avvicinavano al luogo del debutto. Strinse il foglio in
mano.
Non era il tempo di pensare
a certe cose… doveva solo concentrarsi sul suo obbiettivo: far fare bella figura
a Naraku. Lui si aspettava molto da lei e… aveva fatto una faticaccia per fare
quel lavoro, ci aveva messo un po’ della sua mano, della sua musica… sperava
proprio che se ne accorgessero! Quando scesero dalla macchina si ritrovarono
davanti al solito teatro
-Casa dolce casa- disse
Miroku
-Perché?- domandò Naraku
-Ormai è diventata la nostra
sala da the, ci andiamo quasi tutti i santi giorni!- esclamò
-Oh, questa è l’ultima volta
che lo vedete da dentro- disse lui stringendo il braccio di Kikyo –Infatti il
vostro debutto insieme sarà da un'altra parte… ma non pensiamo già a questo.
Oggi abbiamo una grande esibizione- disse sorridendo a Kagome che corrispose
-Non farti strane idee
Naraku… potrebbe anche essere un fallimento totale- disse lei annuendo
-Oh, sciocchezze- disse
Paolo –Entriamo?-
-Ehm… una domanda- disse
Kagome –Perché voi due siete sempre insieme? Ok, non sono fatti miei però…-
Alzò le spalle guardando Naraku e Kikyo. Tutti la fissarono
“Questa è fuori…” pensarono
-Tu con me e si, non sono
affari tuoi- sbottò Inuyasha prendo il suo braccio trascinandola dentro
-Lo sai Inuyasha che le
belle ragazze non si tirano come se fossero dei carri da bestiame?- Lei si girò
alla voce familiare e Inuyasha pure
-Tom!- esclamò lei
sorridendo –Che bello che sei venuto!- esclamò felice
-Potevo mancare?- chiese lui
avvicinandosi –Inuyasha- Il ragazzo di rimando lo allontanò da Kagome che
sospirò seccata –Che possessivi-
-Dov’è Eve?- chiese lei
-Chi è Eve?- domandò
Inuyasha
-Nessuno… nessuno… non è
venuta- disse Tom dispiaciuto
-Uffa… e io che volevo un
po’ parlare con lei- sbottò
-Tom!- esclamò Naraku
raggiungendoli
-Amico mio… che piacere
rivederti- disse Tom stringendogli la mano –Ragazzi, ragazze… è un onore
rivedervi dopo tanto tempo-
-L’onore è solo nostro, dove
sei stato?- chiese Sango sorridendo
-In America… sono andato a
trovare una amica- disse lui.
Sango e Kagome si guardarono
e quest’ultima annuì confermando la muta domanda. Sango sorrise appoggiandosi a
Miroku
-Che ti prende?- chiese lui
piano
-Oh… nulla, sono solo
felice, tutti hanno trovato la persona amata- disse. Miroku sospirò
-Io ci crederei poco- disse
lui. Sango lo guardò
-Che dici?- chiese allarmata
-È successo qualche cosa? Hai cambiato idea?- domandò con gli occhi lucidi
-No… non riguarda noi due…
calmati- disse lui mettendole un braccio intorno alle spalle –Riguarda un’altra
cosa… non pensarci-
-Come posso non pensarci? Di
che parli Miroku? Dimmelo ti prego- disse Sango
-Non posso amore mio…ma lei te lo dirà- disse lui –Quanto lui lo
dirà a lei- Sango corrugò le sopracciglia
-Non ti comprendo oggi,
zero- Lui sospirò
-Hai sete?- chiese cambiando
completamente discorso
-Si… grazie- disse lei
allontanandosi con lui.
Passarono un oretta a
divertirsi e Kagome si sentiva carica come non mai quando annunciarono il
momento più atteso… il suo momento!
Il signor Holsen, tanto per
fare il guastafeste, fece davanti a tutti un bel discorso dicendo che lei era
l’ultima e che quindi doveva essere grandiosa con delle qualità inimmaginabili
ecc…. Insomma, la fece sentire un vero schifo
-Kagome, non dare peso a ciò
che dice mio padre, è solo bravo a parole- disse Tom guardandola
-Lo so… però… ecco…-
-Ehi- Sango la prese per le
spalle –Non ti deve interessare di nessuno Kagome, ora ci sei tu, la tua musica
bellissima e basta… fa vedere a questo grassone chi sono i proletari, fa
vedere… a questi ricconi cosa sa fare Kagome Higurashi- disse. Kagome la guardò
poi sorrise
-HAI RAGIONE!!- esclamò –Oh
Sango… se non ci fossi dovrebbero inventarti-
-Oh, grazie grazie- disse
lei
-Ora vado, suono e spacco il
mondo!- esclamò alzando il pugno al cielo “Vai Kagome!!” pensò allontanandosi
–A dopo!! E mi raccomando, non dite poi che sono un genio, lo so già- disse
sparendo dalla vista.
Il gruppo sereno andò a
sedersi proprio davanti al palco dove un enorme pianoforte a coda bianco era
stato posizionato al centro. Kagome sorridendo si sedette e mise davanti a lei,
togliendoli dalla busta, tre fogli scritti a mano
“Speriamo vada bene… ok
Kagome, è il tuo momento” Kagome chiuse gli occhi posizionando le mani e
lentamente iniziò l’introduzione
-Strano…- mormorò Tom poco
dopo
-Cosa?- chiese Naraku
-Questo è il Rondò di Chopin
però… inizia da metà…-
Kagome correva veloce sulla
testiera, si sentiva viva, il sangue che le ribolliva di vita e la musica che
le entrava nel cervello. I pensieri erano scomparsi mentre schiacciava il
pedale per un effetto travolgente, la musica, come droga la faceva andare
sempre più veloce per poi fermarsi di botto. Le note alte aggiunte alle note
basse, l’effetto sorpresa… il ronzio in testa…
-Non è possibile- disse Tom
–Kagome ha unito diversi pezzi di Chopin legandoli uno all’altra con pezzi
suoi! Il Rondò, le Variazioni, la Ballata, lo Scherzo, le Mazurche… ha messo
tutti quelli che c’erano sul libro…- mormorò rapito.
Kagome rallentò per un pezzo
più dolce… il suo pezzo, un po’ vecchio forse… ma ben rimodernato con uno stile
abbastanza vicino a quello di Chopin. E con un trillo e una schiacciata dei due
pedali la musica finì. La sala era in un silenzio totale. Kagome aprì gli occhi
respirando a fondo. Dei mormorii si susseguirono per tutti gli spalti fino a
farli diventare dei fischi, degli applausi… Kagome si alzò sorridendo
orgogliosa di se stessa e del suo operato. Il signor Holsen si alzò e se ne andò
sbattendo la porta
“L’ho spiazzato, ho
spiazzato tutti!” pensò euforica. Marlov entrò congratulandosi con lei
stringendole la mano parlando in inglese, dove lei capì la metà, poi le diede
un microfono. Kagome guardò l’oggetto stralunata. E ora? Che doveva dire? Restò
un momento in silenzio mentre il suo cervello pensava a una velocità
impressionante poi sorrise –Ehm… bene. È quasi finita ragazzi… manca solo
l’ultima tappa giusto? Naraku prima mi diceva che saremo in altra sede, io non
so nulla ma… spero comunque che voi ci sarete, no?- Tutti risposero di si
quindi lei si rilassò –Comunque… non so se ve ne siete accorti… ma il testo è
una unione di tanti pezzi di Chopin, ho preso i pezzi più importanti unendoli
con dei piccoli pezzi miei, tranne l’ultimo, l’ultimo l’ho scritto tutto io…
era un mio vecchio pezzo e l’ho voluto rimodellare alla Chopin diciamo!-
esclamò sorridendo –Sono molto contenta che vi sia piaciuto e volevo
ringraziarvi tutti quanti, anche chi si è eclissato fuori quasi subito- La sala
fece una risatina cogliendo la prese in giro di Kagome al signor Holsen –Prima
di uscire da questo palco… vorrei tanto ringraziare Paolo, il mio insegnante di
piano… un po’ fuori di testa, ma accettabile… mi ha insegnato tantissime cose e
spero continuerà a farlo perché altrimenti non avrei conosciuto Naraku,
comunque si vede che sono amici, quando ci si mettono partono tutti e due in
ugual modo; o Tom, dolce ragazzo… un mio grande amico e spero, lo spero
vivamente, che quando tornerò in Giappone potremo scriverci… mollare poi una
amicizia così sarebbe brutto, vero?; ma non avrei conosciuto Kikyo, che è però
nella mia scuola, come amica è ok e poi è tosta e non si fa mettere i piedi in
testa da nessuno; poi… beh, Sango è nella mia stessa classe a scuola quindi… il
problema non si pone; ecco ora qua passiamo a un problema grave… ehm… Miroku
secondo me ha una doppia personalità, anche lui è nella mia scuola,- confermò
–…si perché quando non c’è la sua ragazza è… un po’ pervertito mentre quando
lei c’è lui diventa così docile… mah, io non lo capisco, comunque se sta bene
lui…; ok, ora passiamo a Inuyasha che è sempre nella mia scuola…- Restò un
momento in silenzio mentre la sala mormorava sghignazzando -… beh, su di lui
non si può dire nulla… tanto avrete sicuramente capito che razza di bambinone
è!- esclamò –Bene… io ora vado e spero che ci siate tra quanto? Tre giorni
vero?- La sala mormorò e lei sorrise –Bene, buon proseguimento- Prese il suo
spartito e uscì seguita da applausi e fischi che si spensero poco dopo quando
tutti iniziarono ad uscire. Quando fu all’ombra respirò a fondo -È finitaaaaa…
grazie mamy che mi hai fatto fare da piccola danza… almeno mi sono abituata a
ballare davanti a tanta gente!- esclamò alzando gli occhi al cielo
-Ehi tu… bambinone a chi?- Lei
si girò
-Ma a te Inu caro… dove sono
gli altri?- chiese lei
-Ti aspettano fuori dalla
sala, ma tu… io non sono un bambinone!!- esclamò –E poi su di me c’è un sacco
da dire!- esclamò
-Illuminami- disse lei
sghignazzando
-Beh, che sono bravo e
intelligente…-
-Ma se non fosse per tuo
padre avresti 4 ovunque…- borbottò lei
-… che sono strafigo…-
-Ma ti guardi allo specchio?
Viva il narcisismo comunque…-
-… che ho un palazzo a posto
della tua catapecchia che chiami casa…-
-Tutto amore niente soldi… e
casa mia non è una catapecchia!- esclamò lei –Il tempio Higarashi è molto bello
sia dentro che fuori… ne parlano sempre tutti bene e… perché mi fissi?- chiese
lei mettendo le mani sui fianchi. Lui le diede le spalle
-Tu abiti nel tempio sulla
collina?-
-Già- rispose lei –Dove
crede… oh no…- disse mettendosi una mano sulla fronte
-Grazie per l’informazione-
disse lui alzando la mano –E ora muoviti che si devono tutti congratulare con
te- Kagome lo seguì lentamente poi lo tirò indietro per la maglia
-Hai mangiato la mia
polvere?- chiese lei sorridendo –Ho vinto la scommessa?- Lui sorrise furbo
-Nessuno ha chiesto il bis…
alla fine non era quel gran che questo pezzo, non sei così brava come tutti
credono, il tuo talento è solo pura fortuna-
Alla ragazza tremarono le ginocchia
e deglutì piano. Si guardarono e lei abbassò lo sguardo mettendosi una ciocca
di capelli dietro l’orecchio
-Ehm… già… hai proprio
ragione… eh eh…- disse con la voce impastata –Io… io vado… e…- Si morse le
labbra sorpassandolo velocemente. Lui la guardò andare via
“È meglio così” pensò lui
“Non posso certo dirglielo… però…”
Kagome sorrideva e parlava,
scherzava e si divertiva ma dentro voleva morire. A Inuyasha il suo pezzo non
era piaciuto, non le piaceva lei, la sua musica il suo… talento… ma era davvero
così? Poteva chiamarsi talento o era solo una fortuna sfacciata? Sarebbe
scomparso e cosa sarebbe successo poi? A Inuyasha non piaceva la sua musica
quindi di conseguenza non le piaceva lei visto che quando suonava essa
rispecchiava lei, il suo stato d’animo…
Cosa sarebbe successo tra di
loro?
ANTICIPAZIONI!!!! Non ne combinano una giusta questi due…
dementi, ma… e qui c’è un grosso MA, nel prossimo capitoletto succederà una
cosa molto, molto interessante e credo che i soldi per lo spumante li vorrete
usare volentieri… eh già! Beh, vi attendo con impazienza con commenti ecc… ^.^
riusciremo ad arrivare al prossimo ed emozionante capitolo?
Capitolo 18 *** Capitolo 18- L'inizio di una una storia ***
Carissimi, come ve la passate
Carissimi, come ve la passate? ^^ Io tutto
benissimo!!! Volete comunque una orrenda notizia?
Ho il blocco dello scrittore!!!
So cosa fare ma non so come farlo, alias
sono ferma con la seconda parte ma no problem! Ce la farò!
Comunque ^.^ pronti per lo spumante ??
Cioè, notate il titolo!? Dico, lo avete
letto??? ^_____________________^ ma vi lascio solo immaginare, non vi anticipo
nulla! NULLA!
Prima di immergervi nel mio mondo, sentite
cosa devo dirvi, due paroline ^,^ a ognuno di voi che mi ha commentato (vi voio
tato bene ç_ç)
Athenachan: se comprendi… credo tu capisca
la gravità della situazione, se non comprendi… beh… devi solo leggere! Grazie
per la rec!! al prossimo!!
Dremaer: non farti venire un colpo
apoplettico, ok? Dopo vado in galera e come faccio a farti leggere il seguito!?
Quindi prendi una qualche boccata d’aria e mettiti un aerosol a portata di mano
ok? ^.^ come sono spiritosa!! Ci vediamo nella prossima puntata!!
Fluffy: festeggia finché puoi… mh mh… Sono
d’accordo, i baka non sanno fare altro che restare per sempre dei baka!! Grazie
per la recensione! Ci vediamo presto!
Lala_g: O.O hai letto per due ore emmezza??
Alle 7 di mattina?? O_O piuttosto che farlo mi sarei sparata comunque grazie
mille!!! Dio mio, così tanto solo per leggere la mia sto!!! *_____________* me
felicissima!!! Allora anche tu da oggi fai parte del fan club di
Note&Anima!! Wow!!! Chi vuole essere la segretaria!? Si accettano liste, ma
non spingete mi raccomando!! Grazie per la rec! ci vediamo prestiassimo! Smak! ^__-
Dido: adoro Chopen ^^ credo che sia il mio
preferito, ma nemmeno Beethoven e Mozart sono da meno! Grazie per
l’affermazione, naturalmente so di essere grandissima e miticissima!!
Naturalmente per le sensazioni di Kagome… beh, quando so suonare bene un pezzo
anche io mi sento così quindi… la musica sa darti tantissimo anche se non fai
il pezzo perfettamente, essa rispecchia ciò che senti dentro quindi… beh hai
capito no? grazie per la recensione, al prossimo capitolo! ^__________^
Ila: galla? Che significa? Ehm… vabbé,
grazie mille per la recensione e per il complimento! *___*
Yulinghan: ç_ç mi commuovi… grazie
tantissime!! E per quel MA… beh… devi solo leggere, come ho detto IO NON
ANTICIPO NULLA!! Grazie per la recensione!!!!!!! Al prossimo!
Kirarachan: wow! Anche tu? Grazie per la
recensione! Sono felice che ti appassioni! Devo ammettere che anche a me
farebbe venire un po’ l’ansia se una storia mi finisse sempre sul più bello!
^_- ma è una mia specialità! Al prox capitoletto!
Kagomechan91: (risata satanica)
BWAHAHAHAHAHAH!!!! Mi spiace proprio ma non te lo posso assolutamente dire!! Sarà…
eheheheheheh!! Al prossimo capitolo ^________________- (risata satanica)
Nicky14: ho postato solo ora perché ho
avuto un problemuccio con la seconda parte (vedi all’inizio) comunque spero mi
passi alla svelta… mi incappero parecchio quando mi blocco \_/ comunque spero
che i soldi che hai buttato per lo spumante non siano andati persi e che ti
piaccia come lo scorso cap, a presto!!!
Bene, e dopo ciò… finalmente, BUONA
LETTURA!! I’m love in it!
Capitolo 18
L’inizio di una storia
Mercoledì. Ore 2.30
Tornarono in albergo
sbadigliando come non mai e in corridoio si diedero la buonanotte. Kagome trovò
la luce accesa e sospirò. Quando era uscito Inuyasha non l’aveva spenta. Un
senso di tristezza l’avvolse e si sedette sul letto spegnendo tremante il
cellulare.
Accidenti a lui! Perché
riusciva sempre a farla piangere?
Si lavò i denti, si cambiò a
si mise a letto spegnendo la luce mettendo la testa sotto il cuscino. Voleva
scomparire sotto metri e metri di terra… dove nessuno poteva sentirla e voleva
gridare al mondo che faceva schifo e che tutto quello era ingiusto,
maledettamente ingiusto.
Continuò a fissare il
comodino per un tempo che le parve infinito sentendo ticchettare il suo
orologio da polso come un martello pneumatico in testa, dentro al cervello
infiammandolo.
La porta si aprì lentamente
richiudendosi subito. Dei passi e il materasso che si abbassava sotto il peso
di un corpo.
Kagome conosceva bene quei
passi, e anche quell’odore. Restò immobile anche quando la mano di lui le andò
a togliere una ciocca di capelli dal viso
-So che non stai dormendo-
disse Inuyasha
-Già… ma non volevo
parlare…- disse mettendosi a sedere –Che fai qua?- domandò lei –Sono quasi le
tre e i bravi bimbi sono già a letto da ore…- disse lei ironica
-Io non sono un bravo bimbo…
decisamente no- Kagome non riusciva a vederlo in faccia… ne distingueva solo la
figura nell’oscurità vicino a lei. La ragazza immaginò che neppure lui dovesse
vederla in faccia così mormorò
-Perché mi hai detto quelle
cose stasera? Non mi sono molto piaciute- Lui non fiatò –E se… se ti faccio
schifo non so neppure cosa ci fai qua!- esclamò alzandosi in piedi –Lasciami in
pace! Sono stanca dei tuoi stupidi giochetti infantili! Se vuoi fare qualche
cosa con me falla ma dopo non mi rompere l’anima…!- Lui la prese per il polso
spingendola sul letto mettendole le mani ai lati della testa sovrastandola
-Non scherzare con il fuoco
ragazzina- ringhiò lui –Tu non sai nulla quindi evita le tue menate chiaro? Non
ti ho mai detto che mi fai schifo. E poi… non credo che una quindicenne come te
possa riuscire a fare ciò che farei in questo momento con te, quindi non
provocarmi facendo promesse che poi non riuscirai a mantenere- intimò. Lei
singhiozzò portandosi una mano agli occhi
-È vero… sono una stupida
quindicenne ma tu mi stai sfiancando… mi stai sempre col fiato sul collo e poi
mi baci e io non so cosa fare e dopo tu mi dici quelle cose e io… non so mai
che pensi… Deciditi una buona volta cosa vuoi fare con me poi smettila!- Lui la
guardò e le prese la mano stringendola
-Guardami Kagome- disse lui.
Lei aprì gli occhi immergendosi nei suoi. Si abbassò lentamente sfiorandole le
labbra e lei si irrigidì. Lui sentendosi rifiutato si alzò dandole le spalle
stringendo i pugno –È meglio che vada- borbottò allontanandosi. Lei si alzò in
piedi di scatto guardando la schiena di lui allontanarsi, vide il braccio
allungarsi prendendo la maniglia abbassandola
-NO!- esclamò lei
correndogli incontro abbracciandolo da dietro –Non… non andare via- disse lei
–Non andare…- Strinse la maglia di lui nei pugni singhiozzando –Io… io… ti… io
ti amo- disse –Lo so che non dovrei lo so che… che tu non provi lo stesso
però…- La ragazza si morse le labbra -…oddio, sto facendo la figura della scema-
disse improvvisamente staccandosi –Lasciamo perdere è meglio- Gli diede le
spalle allontanandosi di qualche passo. Lo sentì imprecare piano contro di se e
si sentì afferrare per il polso la fece voltare
Si guardarono, il buio ormai
non faceva più da barriera tra di loro…
-Ripetimelo- mormorò. Lei si
asciugò le lacrime
-Cosa? Che devi
dimenticare…?-
-No prima-
-Che so che non provi…-
-Prima- Lei strinse il pugno
abbassando lo sguardo arrossendo. Lui le prese il mento alzandolo gentilmente
–Dimmelo ancora…- ripeté.
Erano così vicini che se
solo avessero fatto un passo si sarebbero toccati… un solo passo e avrebbero
potuto annullare la distanza che separava i loro corpi impazienti
-Ti amo- disse con un soffio
come incantata.
Si guardarono. Lui poteva
notare le guance leggermente arrossate, il respiro accelerato, i capelli
scompigliati… annullò la distanza tra di loro stringendola e la baciò
spingendola verso il letto poco distante. La ragazza corrispose al bacio ma si
staccò un poco da lui, le loro labbra si sfioravano e lei tristemente mormorò
-Io ti amo, ma tu vuoi solo
portarmi a letto… vero?- La incrinatura bassa della voce di lei lo fece
sorridere
-No… è diverso, con te è
diverso… non ho mai provato certe cose se non quando sonocon te- disse lui.
Kagome lo guardò negli
occhi, scrutandogli l’anima e inaspettatamente sorrise. Lei sorrise… come solo
lei sapeva sorridere, come solo con lui sorrideva, i suoi rari sorrisi che in
passato gli rivolgeva.
Inuyasha ebbe l’impressione
che ora li avrebbe visti più spesso su quelle labbra invitanti, ma la cosa più
bella è che quei sorrisi erano solo per lui, solo ed esclusivamente per lui. Le
toccò la bocca lentamente con un leggero bacio approfondendo e lei corrispose
subito passandogli le braccia intorno al collo stringendolo a se, la spinse sul
letto dolcemente.
L’inizio di una storia?
L’inizio di un amore?
L’inizio della loro vita?
Mercoledì. Ore 10.37
Kagome strinse il cuscino
svegliandosi mentre il sole la colpiva in piena faccia. Aprì gli occhi e se li
stropicciò imprecando, quella maledettissima finestra!!
-Non sei molto mattiniera-
disse Inuyasha alla scrivania guardandola. Lei ricambiò lo sguardo e sorrise
stirandosi
-Mai… se non ci fosse la
scuola e naturalmente quella stramaledettissima finestra…- disse guardando male
l’oggetto in questione –Starei ancora facendo bellissimi sogni- disse sognante.
Lui si alzò sdraiandosi accanto a lei e stringendola a se con le coperte che li
divideva
-E sono compreso nei tuoi
bellissimi sogni?- chiese baciandole la testa
-No, decisamente no- rispose
lei sicura. Lui si rabbuiò guardandola –Nei miei sogni ci sono i miei amici…
Tom, Miroku, Sango eccetera, ma tu no, assolutamente- Un lampo pericoloso passò
negli occhi di Inuyasha ma lei sorrise dolcemente stringendolo –Perché a me
piace guardarti quando sei in carne e ossa e quando posso dirti ti amo
stringendoti- disse lei. Lui la baciò rabbonito –Ok, basta. Mi schiacci e devo
andare al bagno- disse lei facendo leva col bacino perché si alzasse. Lui rise
obbedendo –Sai Inuyasha, dovresti dimagrire- sbuffò lei infilandosi veloce il
pigiama. Lui incrociò le braccia al petto apparentemente offeso
-Come osi? I miei sono tutti
muscoli!- esclamò –Io vado in palestra tre volte a settimana e invece di
insultarmi… va a lavarti!- Lei scosse la testa sorridendo baciandolo
-Allora… se mi vuole scusare
mio immenso…- disse lei allontanandosi
-Immenso… cosa? Finisci la
frase- disse lui. Lei sorrise
-…despota!-
Chiuse la porta ridendo e
lui scosse la testa ma un dolce sorriso gli dipinse il volto per poi spegnersi
all’istante. Le parole che lui stesso aveva pronunciato poco tempo prima con
Miroku gli risuonarono nel cervello con tutto il dolore possibile.
Il pensiero lo faceva stare
male, gli dava un dolore al cuore insopportabile facendogli comprimere lo
stomaco. Quando sentì l’acqua della doccia scorrere dentro il bagno si
risvegliò da quei pensieri dolorosi.
Prese fuori il cellulare.
Aveva bisogno di parlare con un amico e aveva bisogno di un consiglio che non
lo facesse stare male
Ho bisogno del tuo aiuto
La risposta di Miroku arrivò
praticamente subito
Che hai combinato stavolta Inuyasha?
Ho fatto l’unica cosa
che non avrei MAI dovuto
fare, ma non ce l’ho fatta…
lei è troppo… troppo… e io…
cosa devo fare ora??
…ti sei portato a letto Kagome immagino
… come risposta ti basta?
Ma Miroku capiscimi…
io la amo e anche lei…
non voglio fare ciò che so devo fare
Ma io stavo scherzando!!!
Oddio, o mio dio…
……………. Cosa faccio?
Iniziamo dal fatto che sei un pezzo di minchia…
ma ti rendi conto di quello che hai fatto?
L’amerai pure,
ti credo
e lei ti amerà certamente
ma Inuyasha!!
Lei non sa che tu prima o poi…
E lo avevi detto anche tu!
Le tue parole non sono state:
“Non posso andare a letto con lei perché altrimenti
soffrirà”
non sono state le tue parole??
Lo so maledizione!! Che credi??
Ma mettiti nei miei panni!
Arriva Sango e ti dice tutte le cose che mi ha detto
Kagome
Tu la ami da morire e… e…
Oddio che faccio??
Che faccio?? –panico totale-
Miroku questa volta si fece
aspettare
Tu sta lì per ora,
comportati come sempre e non combinare guai
(soprattutto!!)
Dopo ci penseremo
Ok…
grazie Miroku
Il ragazzo mise via il
cellulare e continuò a scrivere sul foglio veloce e in quel momento Kagome uscì
dal bagno vestita e si guardarono. Lei sorrise e lui ricambiò con il sorriso un
po’ tirato. Lei lo guardò corrugando le sopracciglia
-Che hai? Sono stata di là
dieci minuti e sei già di cattivo umore?- chiese lei avvicinandosi. Lui allungò
la mano e lei gliela prese avvicinandosi –Ehi?-
-Nulla… è che pensavo a
delle cose strane…- Scosse il capo –Lascia perdere- La fece sedere sulla sue
ginocchia stringendola e lei gli cinse il collo
-In realtà stavo pensando
anche io a una cosa strana… posso dirtela o rischio un calcio?- chiese. Lui
ghignò
-Non è proprio a un calcio
che pensavo- Lei arrossì quando lui le accarezzò la schiena
-Allontana quella manaccia!-
esclamò fermandola –Vuoi che ti pesti un piede?- sbottò lei
-No grazie, ci tengo ancora
ai miei preziosissimi arti- Si appoggiò allo schienale e la guardò negli occhi
–Dimmi pure- disse sorridendo rilassato. Lei si morse le labbra
-Mettiamo il caso che un
giorno i miei sentimenti per te si raffreddino e ti mollassi… tu che farai?-
chiese
-Ma che domande sono?-
chiese lui subito
-Tu rispondi- disse lei con
fermezza
-Ti farò cambiare idea mi ci
volessero cent’anni!- esclamò lui
-E se tu molli me?- domandò.
Lui si irrigidì appena
-Oh, dai Kagome. Non pensare
già a certe cose, pensiamo al presente!- esclamò cercando di sviare. Lei
sorrise più rilassata
-Hai ragione. Quel che sarà-
disse alzandosi in piedi -Io ho fame, andiamo a mangiare?- domandò. Lui si alzò
stirandosi. Prese il foglio sulla sedia piegandolo accuratamente
-Ok, tanto non ho di meglio
da fare…- Lei lo fulminò
-Ma che carino… che romantico!-
disse lei. Lui le diede una pacca sul sedere e lei lo fulminò con
disapprovazione, il ragazzo le prese la mano e le aprì la porta chiudendola poi
alle loro spalle.
Scesero e a metà corridoio
incontrarono Miroku e Sango che li guardarono fissando la mano congiunta dei
due ragazzi. Miroku e Inuyasha si scambiarono una strana occhiata che le due
non videro visto che si guardavano negli occhi. Nelle iridi di Sango era
presente un chiara domanda
-Dove andate?- chiese Miroku
prendendo Sango per mano stringendo le dita della ragazza contro le sue in modo
nervoso. Sango lo guardò
-Io ho fame, stavamo andando
a mangiare qualche cosa- disse Kagome
-Anche noi ci siamo appena
alzati- disse Sango sorridendo appena –Andiamo insieme?- Le due ragazze
precedettero i due che restarono indietro in silenzio
-Che succede?- sussurrò
-Dopo, quando siamo sole-
ripose l’amica
-Comunque ieri sei stata
grande!- esclamò Sango –Erano tutti a bocca aperta, pesci lessi presente? E la
faccia del signor Holsen? Da fotografare! Ma come diavolo ti è venuta un’idea
così? Unire dei pezzi di Chopin… in un solo giorno! Tu sei fuori di testa-
commentò l’amica
-Oh… beh, è stata una bella
idea certo, ma nulla di che. Però nessuno ha chiesto il bis questo significa
che non è stato quel gran che- disse lei ripetendo le parole del ragazzo. Sango
abbozzò ad un sorriso
-Guarda che il pezzo era
bellissimo! Ma hai sentito che applauso??-
-Certo… però ad alcuni non è
piaciuto, l’ho sentito con le mie orecchie…- disse Kagome annuendo
-Beh Kagome, non puoi
pretendere che la tua musica piaccia a tutti! Non puoi accontentare di certo
tutte le persone di questo mondo- intervenne Miroku
-Lo so… però sai, ci rimani
sempre un po’ male, perché comunque la musica che suoni rispetta come ti senti
dentro. Quindi se a qualcuno non piace la mia musica, nemmeno io gli piaccio-
spiegò lei. Inuyasha la guardò
-Tutte balle- affermò
–Musica e carattere sono cose diverse! Anche se non sei piaciuta a qualcuno,
non è detto che a quel qualcuno non piaci tu- Lei lo guardò e lui la sorpassò
mettendole una mano sulle spalle entrando insieme a lei. Sango e Miroku si
guardarono
-Scusa- sussurrò Kagome
-Niente… E poi non devi
prendertela per tutto ciò che dico, anche se il pezzo di ieri non mi è piaciuto
molto… a me piaci comunque- disse lui facendola sedere in un tavolo. Kagome
avvampò mentre lui si sedeva vicino a lei.
Sango e Miroku guardarono la
loro schiena allontanarsi lentamente
-Oh beh… anche i nostri due
indecisi alla fine hanno raggiunto e capito, finalmente, i loro sentimenti-
disse Sango –Sono felice per Kagome- annuì con approvazione e Miroku si morse
le labbra
-Felice? Io se fossi in te
non lo sarei Sango… per niente- Sango lo guardò
-Ma che dici? Si amano, si
vede… anche prima di mettersi insieme si guardavano sempre in un certo modo.
Perché non dovrei, e dovremmo, essere felici per loro?- chiese aggrottando le
sopracciglia
-Non credere che non sia
felice per loro… ma sappi che prima della tempesta c’è sempre la quiete- Si
guardarono e lui la trascinò vicino agli amici facendola sedere vicino a lui.
Sango lo guardava accigliata e preoccupata. La frase che aveva detto non le
piaceva per niente… cosa voleva dire? Cosa sapeva che non le voleva dire?
Ordinarono qualche cosa di
leggero parlando del più e del meno quando Kagome si raddrizzò come
ricordandosi di qualche cosa di importante
-Ma dov’è Kikyo? Voi lo
sapete?- chiese. I tre si guardarono scuotendo il capo
-Non saprei… forse è con
Naraku- ipotizzò Miroku alzando le spalle
-Non mi sembra… oggi non
aveva una riunione con dei pezzi grossi?- chiese Sango
-Forse allora è con Paolo-
disse Inuyasha
-Oh… insomma che domanda
inutile! Dopo andiamo a fare un giro??- propose lei cambiando argomento. I tre
si guardarono sospirando
-Per me è ok…- disse
Inuyasha
-Ma si… così ci andiamo a
preparare per domani! Che ne dite?- chiese Sango. Loro annuirono e le due
ragazze si guardarono stringendosi l’occhio
-Allora qualcuno deve andare
a cercare Kikyo- disse Kagome guardando i due ragazzi sorridendo che capirono
al volo e alzarono un sopracciglio
-Scordatelo angelo, io da
qua non mi muovo- disse Inuyasha incrociando le braccia. Sango alzò le
sopracciglia sorpresa mentre Kagome colpiva il braccio del ragazzo seccata
“Io quei due non li capisco”
pensò Sango
-E dai Inuyasha!! Perché non
inizi a diventare più accondiscendente verso di me? Sarebbe un passo avanti!-
esclamò Kagome buttando fuori il labbro inferiore. Lui sbuffò fissandole vivaci gemme grigi della
ragazza e sospirò sconfitto
-Va bene… ho capito…- Lei
sorrise vittoriosa salendogli sulle gambe abbracciandolo
-Grazie Inuyasha!! Ti voglio
un sacco di bene!!- esclamò felice. Si alzò –E ora fuori da questa sala- disse
lei seccata indicando hai due l’uscita. I due si alzarono seccati
-Come sei… gentile- disse
lui
-Però mi ami comunque no?-
Lui la guardò
-Ricattatrice- Lei sorrise
vittoriosa
-Vai Inuyasha e torna con la
tua cara ex- disse lanciandogli uno sguardo di fuoco –Giusto?- Lui alzò le
braccia in segno di resa
-Certo… chi doveva essere?-
Kagome sorrise e li guardò andare via. Sango si schiarì la voce e le due si
guardarono
-Kagome… in meno di nove ore
è successo qualcosa?- chiese. Kagome annuì sedendosi vicino a lei
-Sono successe un sacco di
cose- disse.
Inuyasha e Miroku si
guardarono appena si furono allontanati dalla saletta da pranzo. Inuyasha
sospirò poi sorrise
-Sono proprio felice- disse
annuendo
-Come puoi essere felice?-
sibilò Miroku –Tu non ti rendi minimamente conto…- sospirò –Finché si giocava
tutto era possibile ma ora… ora non stiamo più giocando Inuyasha! Hai fatto un
enorme sciocchezza!- esclamò
-Non darmi addosso Miroku,
abbiamo tre giorni, facceli vivere!- esclamò lui
-Oh, e quando glielo dirai?
Ora, tu ti sei innamorato, lei si è innamorata ma non sarai tu a soffrire di
più!!-
-Chiudi la bocca Miroku! Non
rompermi l’anima e chiudi la fogna! Sono problemi miei e non tuoi, pensa alla
tua gatta da pelare, non alla mia! E ora cerchiamo Kikyo… forse è in camera
sua, che dici?- Miroku lo guardò malissimo ma restò in silenzio incamminandosi.
Inuyasha si guardò le scarpe.
Come avevano pensato
trovarono la ragazza in camera e la informarono della loro decisione. Kikyo
entusiasta prese il necessario e uscirono aspettando però, anche gli altri due
ragazzi che presero l’occorrente nelle camere. Quando Miroku uscì dalla sua
camera con anche la roba di Sango, fulminò i due per evitare ulteriori
commenti…
Sango la guardò a bocca
aperta
-Kagome… non eri tu quella
che diceva: ‘Inuyasha è un idiota! Chi si può innamorare seriamente di lui?’-
la scimmiottò –Non eri tu??-
-Beh… si… però le
circostanze sono cambiate e… insomma… non posso certo impormi di non amarlo
più, ti pare?-
-Si… certo… ma con tutti gli
uomini di questo mondo proprio di lui?- chiese –E poi non sono tanto
tranquilla. Miroku ha detto una cosa…- Kagome mosse la mano infastidita poi
incrociò le braccia al petto seccata
-Senti da che pulpito.
Quella innamorata di suo fratello!- esclamò gonfiando le guance
-Beh ok, non posso certo
criticare te però… hai pensato alla possib ilità che lui ti scarichi in pieno?-
-Certo, e gliel’ho pure
fatto presente. Ma lui mi ha detto che mi ama, io amo lui… il problema non
sussiste!- esclamò Kagome annuendo
-Dopo tutto quello che ti ha
fatto insultandoti eccetera?- chiese titubante
-Quello è un argomento
chiuso già da qualche giorno… non bisogna preoccuparsi- rispose
-Va bene! Se sei felice tu
sono felice anche io- esultò sorridendo Sango –Dove si sono cacciati quei
tre!?- sbottò subito dopo
-Andiamo a cercarli va, come
minimo si sono persi-
-Questo albergo è enorme,
chiaro che ci si perde- disse l’amica mentre uscivano dalla sala
-Come sei, guarda se ti va
prendiamo dietro la bussola così siamo certi che sapremo poi dov’è il nord!- La
prese in giro Kagome fermandosi. L’amica la guardò scettica
-Ah ah ah. Sei
particolarmente divertente ma sappi che della bussola non ce né bisogno- Alzò
il polso dove aveva l’orologio digitale e facendo leva il primo strato, la
parte con l’orologio si alzò rivelando una bussola che indicava il nord. Kagome
alzò le sopracciglia stupefatta
-Mi era sembrato sempre
troppo grosso quell’orologio- disse. Lo guardò in tutte le angolazioni –Eri
nelle ‘piccole marmotte’ Sango tesoro?- domandò scettica
-Ehi ehi… sono nelle piccole
marmotte. Ho una squadra di mocciosi che mi seguono ovunque… ti rendi conto? È
fantastico! Potere totale su sei bimbi di sette-dieci anni deliziosi…- disse
Sango sorridendo sorniona. Kagome allibita scosse la testa
-Ok, ti giuro che non voglio
sapere altro. Ora il mio perenne pensiero sarà: poveri innocenti bimbi, chissà
cosa la mia amica farà, e fa, loro-
-Oh, guarda che io non
faccio nulla, ma che credi? Mica mi faccio adorare!-
-Come minimo-
-Però mi faccio portare da
mangiare minacciandoli-
-Sango!-
-Frego i loro panini e loro
manco se ne accorgono-
-SANGO!- La ragazza in
questione sorrise furba e Kagome con le mani sui fianchi sembrava molto
contrariata
-Ma dai Kagome, sono giovane
fammi vivere la mia vita- disse
-E vivila! Sei così
intelligente… ma a volte così stupida…-
-Grazie, e poi sentila lei…
Sembri stupida ma a volte così intelligente-
-Appunto, sembro…- Le
due si guardarono e scoppiarono a ridere appoggiandosi l’un l’altra. In quel
momento i tre mancanti arrivarono
-Buon giorno!- esclamò lei
di rimando sorridendo a Kagome. La ragazza si ritrovò a corrispondere il
sorriso senza neppure pensarci. Miroku allungò a Sango giacca e spartito e lei
gli diede un bacio sulla guancia per ringraziamento
-Io devo andare a prendere
la roba, torno subito- disse Kagome facendo alcuni passi indietro
-Ti accompagno- si offrì
Inuyasha superandola e iniziando a salire le scale –Voi se volete andate
avanti…- disse annoiato -…e levatevi dai piedi- borbottò piano che nessuno lo
sentì
-Oh no. Viaspettiamo
qua, non preoccupatevi- disse Miroku calcando bene sulle parole
-Bastardo- ringhiò l’amico
mentre Kagome lo affiancava
-Che faccia… stai bene?-
chiese fermandosi quando furono all’inizio del corridoio dopo le scale
-Io prima o poi Miroku lo sbrano-
ringhiò. Lei sorrise piegando la testa di lato –Ha detto quelle cose di
proposito e quando fa così lo ucciderei!- Lei si appoggiò a lui e il ragazzo le
cinse la vita
-Hai detto agli altri di
andare… perché volevi stare solo con me?- domandò lei piano. Lui la strinse con
maggior forza e lei sorrise. Era una riposta sufficiente… -OK, prendiamo la
roba poi andiamo altrimenti arriveranno con il carro attrezzi- disse
staccandosi leggermente da lui e iniziò a camminare verso la camera tirando
fuori la chiave dalla tasca dei jeans, aprì la porta e ne uscì con indosso la
giacca e in una mano lo spartito. Si avvicinò a lui prendendogli la mano –Ci
sono. Andiamo?- Lui sospirò
-Si- Scesero
-Oh, avete fatto presto-
disse Miroku ghignando
-MIROKU!! Se vuoi che ti
sbrani dillo!!-
-Che ragazzo violento- disse
l’amico calmo. Inuyasha si alzò la manica già sul punto di guerra
-Ok, stop, tempo, time out!- Kagome
e Sango si misero in mezzo ai due che sembravano davvero pronti ad ammazzarsi
di botte
-Ohhh, dai Sango! Dopo quasi
due settimane, il mio corpo esige come minimo un sano esercizio fisico!-
esclamò Miroku
-Concordo in pieno- disse
Inuyasha annuendo
-A 50 metri da qua c’è… una
bellissima palestra!- sbottò Sango –E ora vogliamo andare??- Inuyasha si rimise
a posto e riprese la mano di Kagome
-Si, è meglio che andiamo!-
disse risoluto
-Era ora- sbottò Kagome
-Siiiiii? Hai qualche cosa
da dire Ka… ahi ahi ahi…- Inuyasha non era riuscito a finire la frase perché
Kagome stava stritolando la mano di lui
-Stavi dicendo qualche cosa
Inuyasha??- domandò lei
-Io? Noooo… ora mi molli??
Che male!!-
-Non era una delle tue
battutine taglienti… vero??-
-Ehm… noooo- Lei sorrise
-Ne sei assolutamente
certo?? La tua battutina ci poteva fare litigare… non lo sai??- chiese
stringendola un tantino più forte
-Va bene. Ora mi molli??-
chiese lui dolorante. Lei lo lasciò definitivamente e lui si guardò la mano
tutta rossa
-Dio Kagome… ma che hai al
posto delle mani? Badili??- chiese
-Io? Badili??- domandò lei
voltandosi a guardarlo
-Non che sembrano badili
quando…- Kagome gli pestò con forza il piede
-Non parlare a sproposito!!-
esclamò rossa in viso. Si girò e uscì dall’albergo con Sango e Kikyo lasciando
indietro i due ragazzi
-Ti sta allevando proprio
bene- disse Miroku annuendo
-Lasciamo stare-
Ridendo come dei pazzi
provarono il pezzo svariate volte, Kikyo era bravissima e cantava divinamente e
Kagome dal canto suo era al settimo cielo… si sentiva benissimo ed era felice…
molto felice…
Andarono a mangiare in una
pizzeria poco lontana e Inuyasha pagò per tutti. Quando uscirono erano le 14.30
e si incamminarono silenziosi verso l’hotel
-Sentite un po’- disse
Kagome che camminava mano nella mano con Inuyasha –Stavo pensando che voi due
fate la 5 superiore, vero?- chiese indicando i due ragazzi –Tu invece Kikyo sei
in 4 vero?- Loro annuirono
-Si, perché?- domandarono
-Oh, nulla… però… insomma…
senza offesa naturalmente… perché tuo fratello è stato bocciato? Insomma, tuo
padre da dei soldi e non ti arrabbiare!- esclamò lei vedendo Inuyasha irrigidirsi
-Non sono arrabbiato- sibilò
lui
-Noooo. È solo una domanda,
non ti ho dato addosso!- esclamò lei
-Si si… Comunque sappi che
mio fratello è un idiota… ed è stato bocciato perché aveva 2 ovunque! E neppure
mio padre poteva farci qualche cosa!- esclamò lui velocemente
-Ah ah… E tu che media hai
mio eroe?- chiese Sango a Miroku
-Dai Sango… non chiedermi
queste cose…-
-Siiiiii???-
-Ho la media del 6 scarso-
sbottò lui. Sango lo guardò con due occhi di fuoco
-6… scarso?? Io ti uccido!!
Non mi faccio vedere in giro con un idiota sappilo!!- esclamò lei –Anche Kagome
si è dovuta adattare quindi: o alzi la media o ti faccio fare dopo scuola,
capito???- ringhiò. Miroku la guardò stupito
-Credici Miroku, è
capacissima di farlo. Lo ha fatto pure con me!- esclamò Kagome esasperata
-Però ora hai la media del
7! Miroku, vedi di darti una mossa!- esclamò
-Dio mio… ma da quando sei
così… così?- chiese lui
-Da sempre!!- sbottò lei
-E tu Inuyasha come sei
messo?- chiese Kagome
-Se non ti rispondo va
bene?- chiese lui
-Dai, dimmi-
-5 ½ va bene?-
-Ma come diamine avete fatto
ad arrivare fino in 5 superiore??- chiese esasperata Sango. I due ragazzi
indicarono Kikyo che sorrise
-I loro voti non sono dovuti
solo al loro papino caro…- spiegò Kikyo con un sorrisetto –Comunque, presto
dovranno dirigere una azienda e quindi devono comunque studiare… per questo
venivano a studiare da me… così riuscivano a recuperare qualche cosa e ad avere
una minima sufficienza- concluse
-Ohhh, se non ci fossi tu-
disse Sango alzando gli occhi al cielo
-Eh, se non ci fossi io…-
-Va bene, tempo! Questo
discorso non ha per niente senso… e poi… Ehi Paolo! Era ora che arrivassi!!-
L’interessato si fece avanti sorridente
-Ciao ragazzi, come va?-
chiese
-Oh, tutto ok- risposero
contenti
-Mh, stavo pensando che tra
poco dobbiamo tornare a casa… ma ci pensate? È già finito tutto- disse Paolo
mentre tornavano ad incamminarsi
-Già… Però è stato
divertente, vero?- disse Kagome rivangando nei ricordi di quei giorni
-Eh eh… ti ricordi Kagome
che ce ne volevamo andare subito??- chiese Sango ridacchiando
-Eh si… certo che Paolo
potevi dirci chi veniva!- esclamò Kagome seccata
-E chi lo sapeva che vi
conoscevate- sbottò. La ragazza scrollò le spalle
-Beh, se però Inuyasha e tu
non vi foste sfidati…- cominciò Miroku
-Eh già…- annuì Kagome
-Comunque non potevamo
andare molto lontano- disse Sango
-Perché?- chiese Kikyo
-Non c’era l’autobus che
passava- dissero le due –quindi era tutto calcolato-
-E allora perché avete fatto
tutta quella scena?- chiese Paolo
-Oh, volevamo vedere che
facevi- affermò Sango
-E la reazione dei nostri
“compagni”-
-Non ce ne saremmo mai
andate lasciandoti nei guai-
-Esatto- disse Kagome
-Siete delle imbroglione-
commentarono tutti
-Che paroloni!- esclamarono
Mercoledì. Ore 21.56
Kagome strinse il cuscino a
se attendendo impaziente il suo arrivo… I minuti passavano troppo lentamente e
lei non ne poteva più di aspettare. Sbuffò seccata e si guardò: non poteva
uscire essendo in pigiama. Imprecò piano e lo squillo del cellulare la fece
sobbalzare. Sicura che fosse Inuyasha rispose allegramente
-Ciao!! Dove sei??- sbottò
-A casa?- disse la voce
dall’altra parte della cornetta
-Mamma?-
-Si, tua madre…-
-Oh, ciao ‘ma, tutto bene?-
-Oh, si… tutto benissimo! È
che volevo sentire la tua voce… è da un po’ che non ti fai sentire e sai, ero
preoccupata- Kagome si morse le labbra
-Scusami mammina. È che ho
avuto molto da fare in questi gironi… domani sera abbiamo il debutto tutti
insieme e… ieri ho avuto il mio ed ero troppo presa con i preparativi. Lì a casa??-
La porta si aprì e spuntò
Inuyasha sorridendo, quando la vide al telefono si corrucciò chiudendo la porta
alle sue spalle. Lei sorrise facendogli segno di non parlare ma di avvicinarsi.
Lo fece sedere sul letto e gli baciò la guancia lentamente
-Qua tutto bene… tuo
fratello si dà alla pazza gioia e ora è su con il fratellino di Sango. Il nonno
sta bene, ieri però siamo andati a fare degli esami per controllare che andasse
tutto bene-
-Si. Tu non ti stanchi
vero?- chiese preoccupata Kagome sfiorando con la mano libera i capelli del
ragazzo
-Un po’… ma non mi lamento-
disse la donna
-Ho capito… mi dispiace che
non ti ho chiamato prima… scusami…-
-A proposito, dai anche un
colpo di telefono a Sakura. Mi ha chiamato tante volte per sapere se andava
tutto bene- Kagome annuì
-Va bene. Domani lo farò.
Ora scusami ma vado a nanna- Inuyasha sogghignò e lei lo colpì al braccio
-Bene, riposati e fa
attenzione-
-Si, ti voglio bene mamma-
-Anche io-
-Salutami tutti, ciao-
-Ciao tesoro- Kagome chiuse
la chiamata e Inuyasha la baciò. Kagome presa alla sprovvista si appoggiò a lui
per non cadere
-Scemo- rise lei
-Mh… Cos’è che devi fare
domani?-
-Chiamare una amica…
tranquillo- disse lei sorridendo a disagio. Sakura e Inuyasha avevano avuto una
storia… diavolo! Lui scosse il capo disinteressato e la appoggiò al letto
aderendo a lei –Ho un sacco sonno, dormiamo?- Lui la fulminò seccato
-Davvero spiritosa- Soffiò
sul suo collo e lei rise stringendolo
-Mi fai solletico- mormorò
chiudendo gli occhi e lasciandosi esplorare dalle mani esperte di lui che alzò
il viso guardandola. Lei aprì gli occhi e si immerse in quelli neri del ragazzo
-Allora… vuoi continuare a
ridere o passiamo ad altro?- chiese ironico
-Ad altro- affermò lei
sorridendo. Lui corrispose e la baciò spogliandola lentamente.
ANTICIPAZIONI!
I primi
problemi arrivano e rispunterà fuori il vecchio amico Don, ma cosa scopre lui
che Kagome non sa? Cosa si dicono Miroku e Inuyasha? qual è il segreto di quest’ultimo?
Tutto
e tanto altro nel prossimo, emozionante CAPITOLO!
(eheh,
mi sembra la fine dei manga quando ci sono le anticipazioni… ^____^)
Sono in un ritardo spropositata lo so -_-’’ (me in grossi
guai) ma andate tranquilli!!! Sono tornata con il nuovo capitolo e ora si che
dovete iniziare a preoccuparvi!! Questo capitolo vi svela un “disastro”
annunciato…
Comunque ve lo avevo detto nelle anticipazioni… quindi vi
avverto!!
Siamo rimasti ai nostri due eroi che si sono finalmente
messi insieme MA…
Commentucci per voi e… AL PROSSIMO CAPITOLO!
Fluffy: ahhhhhhhhh, grazie! ^.^ Sono comunque certa che mi
passerà presto il blocco, insomma… lo spero… senza le mie ore davanti al
computer a scrivere, mi scende una lacrima ç____ç, vabbé buona lettura e grazie
per la rec ^___________^
Nicky14: basta leggere… comunque si, durerà tanto… molto…
moltissimo tempo… -_- insomma sparatevi in massa che è meglio. Ma è meglio di
no, altrimenti non saprete come va a finire ^____________________________^ vai
tranquillo! Al prossimo capitolo, bacino ^__-
Dremaer: ^^ dai, l’aerosol è per quando hai la sinusite (lo
ha avuto una mia amica, -un mal di testa che non ti dico (Jey)- insomma, a
forza di dirlo faceva venire il mal di testa a me. Su Jey-chan, tvb lo sai
^____________^ Andate tranquilli, facciamo sempre così!) comunque spero che
rimarrai viva alla fine di questo capitolo =.= inizio a dubitarne, troppi colpi
di scena… ^^
Athenachan: eh, tu non sai quello che Kagome non sa ma che
io so e che Inuyasha e Miroku sanno, che comporterà al fatto che dopo anche tu
saprai quello che Kagome non sa, comprendi? Si vede che ho visto la maledizione
vero? ^^ io amo jack */////*
Ila: ne ho 15… da noi non si dice GALLA quindi ho avuto un
momento di delesvary… ^^ sono contenta che la sto ti piaccia così tanto! Al
prossimo cap, baci!!
Lala_g:
paaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaazzaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!! ^____________________^
ti affido questo capitoletto sperando che ti piaccia ^__- CIAO!!
Shiratori_chan: scusami ma la tua festicciola te la tronco
sul nascere… mi disp un sacco di disp, ma come hai detto tu se non c’è il pepe
sul filetto tanto vale che non lo cuoci il filetto! Già, si si… Comunque al
prossimo capitolo e alla prossima recensione!!
Dido: dici che è corto? Mmmmmmmmh, comunque alcuni capitoli
corti ci saranno e… beh, al prossimo capitolo per ora!
Kirarachan: spero ti sia piaciuto allora ^^
Kagomechan91: ti spavento? Io? A volte mi faccio paura da
sola *____________* (me sadica) I miei criceti girano girano girano girano vola
e va vola e va… insomma, immaginati un motore nella Ferrari di Shomacher (si
scriverà così? O.o?)… -_-… no, pensa al motore di Valentino Rossi in una gara,
pensa come va forte e veloce e ad un certo punto puff, esplode (adoro Valentino
quindi diciamo che in quel momento la moto non la guidava lui)… diciamo che
quello è il mio cervellino nel pieno delle sue potenzialità ^.^ capito?
Yuling-han: era in Pg13, non posso mettere cose troppo
spinte ma… vai tranquilla! La seconda parte sarà in NC17 ^________^ vedrai
vedrai… saprai saprai… eheheheheheheheheh! Anche a me la coppia nuova fa
impazzire, Naraku e Kikyo sono fortissimi insieme (<- ma soll nella mia sto)
e beh… il fatto che sono super-mega-extra-bravissima (non per vantarmi) lo
sapevo già BWAHAHAHAHAHAAH!
Cof cof, al prossimo cap… cof cof…
Molto bene, dopo questa piccola dimostrazione di affetto… VI
LASCIO AL CAPITOLO! BACIONEEEEEEEEE!!!!!!!!!!
Capitolo 19
Colpo di scena
Giovedì. Ore 9.45
Kagome aprì piano gli occhi
quando il ragazzo vicino a lei si mosse agitato nel sonno. Si alzò e lo guardò,
i lineamenti contratti dal sogno, forse un incubo… i capelli neri sparpagliati…
La ragazza sorrise e decise di svegliarlo
-Inuyasha?- Lo chiamo lei
–Stai avendo un incubo… svegliati dai!- esclamò scuotendolo. Lui aprì di scatto
gli occhi e si alzò a sedere velocemente ansimando –era un incubo…- mormorò lei
–Non è niente- disse sfiorandogli il braccio. Lui la prese per la vita
stringendola forte. Lei sorrise –Calma… ci sono io… Inuyasha? Calmo…- disse lei
–Si può sapere che sogno hai fatto? Mi hai spaventato- Lui scosse la testa
sorridendo
-Non so, non ricordo
nemmeno- disse lui alzandosi leggermente. Lei lo guardò sospettosa poi alzò le
spalle guardando l’orario, fece un calcolo veloce e sorrise
-In Giappone sono le 21.00,
adesso chiamo per tranquillizzare la mia amica- disse lei prendendo il
cellulare accendendolo. Tirò fuori il numero e lo compose velocemente alla
cornetta. Lui si alzò andando in bagno
-Pronto?-
-Sakura? Sono Kagome!-
-Kagome! Oh, meno male,
allora sei viva!- esclamò
-Che domande? Certo! Come va
lì?-
-La soluta routine…- disse
Sakura –Lì? Tutto bene? E… tu?- chiese titubante. Kagome controllò che la porta
del bagno fu chiusa bene e mise il vivavoce iniziando a vestirsi
-Oh, tutto bene…- rispose
vaga
-Tu… non hai fatto una
sciocchezza vero?- chiese lei
-No, tranquilla…- In quel
momento la porta del bagno si aprì –Comunque…- disse Kagome
-Non stai deviando, vero?-
chiese preoccupata la ragazza
-No, perché dovrei?- chiese
di rimando Kagome
-Mmmh, come mai poi ti sento
così male?- domandò
-Ho messo il vivavoce perché
mi sto cambiando- disse Kagome guardando il ragazzo di sottecchi che si vestiva
tranquillamente
-Tornando al discorso di
prima… tu ti ricordi vero che ti ho detto? Quello è pericoloso e poi stiamo
parlando di Inuy…- Kagome con uno scatto prese il telefono e spense il vivavoce
sorridendo a Inuyasha che la guardò di sottecchi
-Si, trovo che Inuyata dei
Gold sia davvero molto pericoloso. Gli starò lontana, stanne certa- disse lei
-Ma sei scema?- chiese
seccata l’amica
-Mi sono svegliata un po’
fuori di testa-
-Me ne ero accorta… Comunque
sta attenta, ok?-
-Tranquilla-
-Ok, ora vado a dormire…
ciao!-
-Ciao- Kagome mise giù la
cornetta e guardò Inuyasha che la fissava –Dimmi pure-
-Chi è quel… Inu… cosa?-
-Oh, nulla nulla- disse lei
velocemente –L’ho conosciuto a quella festa… ti ricordi? Ne ho parlato con la
mia amica e… niente- disse Kagome. Lui annuì alzando le spalle
-Com’è che si chiama?-
chiese lui
-Sakura- disse lei piano.
Lui annuì e lei si morse le labbra.
Non si ricordava neppure il
suo nome… Non era un buon segno o sbaglio? La ragazza gli si avvicinò
lentamente
-Che ne dici di fare un
giro?- domandò. Lui la guardò ed annuì
-Va bene, dove andiamo?- Lei
si infilò il cappotto e lui la imitò
-Decidiamo poi… andiamo?- lo
incitò impaziente. Lui ghignò
-Così ansiosa di stare sola
con me??- Lei lo baciò stringendosi a lui
-Ti basta?- mormorò. Lui
deglutì
-Ok, staccati o oggi non
vedi la luce del sole- Lei scoppiò a ridere scuotendo il capo ma obbedì. I due
uscirono, e senza una parola si allontanarono mano nella mano.
-Ne sei certa?- domandò lui.
Lei annuì –Avremo tutti contro… non potrai vedere i tuoi per molto tempo…-
-Piantala!- esclamò lei –Non
mi farai cambiare idea se questo è il tuo intento! Ti ho già detto che verrò
con te e che degli altri non mi importa nulla! Né dei soldi… né dei miei…
neppure le conseguenze! Voglio stare con te ma… se tu mi abbandonassi io ne
potrei morire…- mormorò con le lacrime agli occhi. Lui la strinse e lei si appoggiò
contro di lui –Non mi lasciare… per favore…-
-Perdonami… e non ti mando
via… non lo farei mai…- Lei annuì
-Ti credo… ti seguirò
ovunque…-
-L o so… Ti amo- Si
baciarono.
Un gesto… vale più di mille
parole.
I due camminavano sul
marciapiede. Si tenevano per mano e non c’era bisogno di parlare.Sentire il profumo della persona amata, il
calore della sua mano nella propria, guardarsi negli occhi… quello bastava e
avanzava per loro… Ad un certo punto il ragazzo si fermò e anche lei lo fece
guardandolo interrogativo
-Che succede?- chiese.
Inuyasha le sorrise
-Te lo ricordi?- Lei allungò
il collo e fece una risatina quando vide il parco
-Certo che si! Non ho mica
la memoria di una decrepita! Ti ho fatto secco quel giorno eh?-
-Non ho gradito molto la tua
uscita a dire il vero- sbottò lui
-Ti arrabbi pure adesso- Lo
prese in giro Kagome mettendosi le mani sui fianchi
-Certo! È una cavolata!-
esclamò
-Non è una cavolata!-
-Ti ho detto che studio,
poco certo… ma studio!-
-Con la media del 5 ½,una persona che non naviga nell’oro starebbe
stata bocciata!- sbottò lei. Lui la guardò male e lei gonfiò le guance
indispettita. Si guardarono negli occhi per svariati secondi e lui sbuffò
-Non dico che hai ragione…
ma litigare è inutile- Lei sorrise e prendendolo per mano lo spinse nel
viottolo del parco –Ma ci sono i mocciosi!- esclamò lui indicando dei bambini
che rincorrevano la palla
-E allora? Meglio! Un po’ di
allegria non guasta mai-
-Ci sei già tu che trasmetti
allegria- Lei sorrise sedendosi su una panchina sotto uno dei tanti alberi. Lui
la imitò –In tutti i sensi- rispose lui.
Lei arrossì leggermente e
sempre tenendosi per mano la ragazza guardò il cielo azzurro. La mente venne
invasa dai ricordi e un pensiero la colpì: anche il primo giorno che si erano
parlati c’era un bel sole. Fece una smorfia al ricordo… maledetto Miroku! E
Inuyasha compreso!! Quel giorno l’avevano fatta davvero incavolare!
-Perché quel broncio?-
chiese lui stupito e un po’ preoccupato
-Oh, nulla… mi è venuta in
mente la prima volta che ci siamo incontrati-
-Eri a scuola, alla finestra
della tua classe- disse lui annuendo
-Uhm… è vero… ma non
intendevo quella- disse lei
-Mi avevi visto?- Lei annuì
-Non sono cieca- sbottò lei
–E se non ricordo male… mi ha portato pure sfiga vederti, infatti la prof mi ha
dato un brutto voto nella verifica… quindi…- Lui sorrise ironico
-Sempre più divertente!
Comunque se non dicevi quello… ah si! La seconda volta dormivi beatamente sulla
panchina della scuola di musica- Lei arrossì fino alla punta dei capelli
-Mi ero troppo rilassata a
sentire suonare la chitarra! Non è stata colpa mia!!- esclamò –E poi non sapevo
che eri tu… quando poi ti ho sentito suonare proprio quel pezzo nello stesso
modo di quella chitarra… avrei voluto sprofondare!-
-L’ho fatto apposta!!-
esclamò lui ridendo
-E poi, mister delicatezza,
intendevo la prima volta che ci siamo parlati!!- borbottò arrossendo di rabbia.
Lui la guardò pochi attimi per poi scoppiare a ridere –Mi avete fatto fare una
figuraccia tu e Miroku… quel girono vi avrei voluto ammazzare!-
-È stato troppo divertente!!
La tua faccia in quel momento era da fotografare!!- esclamò rotolandosi a
terra. Lei incrociò le braccia al petto distogliendo lo sguardo
-Ti odio- Lui la guardò
sorridendo e le mise un braccio intorno alle spalle
-Che paroloni- disse lui.
Lei si voltò e sorrise
-Non dimentichiamo però la tua
di faccia…- Lui fece una smorfia e lei allargò il sorriso –Molto gratificante-
-Mi sono arrabbiato un
casino… era la prima volta che una persona mi dava dello stupido!-
-Evitami ti prego- sbuffò
lei alzando la mano –Sappiamo entrambi la verità…-
-Sono un figo dell’altro
mondo!-
-Appunto, sarai un figo
quando sarai morto cioè, all’aldilà!- Lui assottigliò gli occhi mentre lei
sghignazzava
-Che carina che sei…-
-Guarda Jey… secondo te
adesso fanno come la mamma e il papà?- I due si voltarono sentendo qualcuno
parlare in inglese e si ritrovarono davanti tutti i bambini
-Cosa?- chiese Inuyasha.
Kagome arrossì leggermente e rispose trovando le parole giuste e incespicando
qua e là
-Ma no bambini… Dove avete
la palla?- chiese
-Ma sei grande e non sai
parlare?- domandò un bambino ingenuamente
-No, è che vengo da
lontano!- rispose. I bambini annuirono
-La mamma dice che chi si
vuole bene… quelle cose ogni tanto le fa… ma io non le ho mai viste- Inuyasha
sorrise di sfuggita
-Beh, quando sarete più
grandi…-
-Troppi paroloni!- esclamò
un bambino
-Venite a giocare con noi??-
chiese la bambina. Kagome sorrise alzandosi
-Dove vai?- domandò lui
-Vieni a giocare anche tu??-
chiese lei. Lui strabuzzò gli occhi e scosse la testa
-Scordatelo- sillabò
-Ti prego ti prego ti
prego!!-
-No- Lei mise il broncio
-Despota maschilista e
antisocievole!- esclamò girando i tacchi e raggiungendo i bambini
-Maschilista a chi?- chiese
lui raggiungendola
-Allora…- iniziò il bambino
–Io sono Jon, lei è Jey e loro sono Fred e Joan… fratelli ma si vede lontano un
miglio-
“Questa me la spiega… sono
diversissimi!!” pensò Inuyasha
-Lo sapete il gioco delle
lettere??- I due si guardarono e Kagome annuì
-Credo...- mormorò. Jon, che
aveva la palla in mano le lanciò la palla urlando
-A!!!!!- Lei la prese per un
pelo prima che cadesse. La ragazza prese la mira e la lanciò leggermente più
piano a Jey
-B- disse sorridendo.
-Ti dico che non è una buona
idea!- esclamò lei
-Invece si- disse lui
seccato
-Vuoi starmi a sentire una
buona volta!? Se andiamo in una casa già tua… ci troveranno subito!- esclamò
-No, tranquilla… la casa non
sa nessuno che ce l’ho…-
-Sveglia!! Lo Stato sa dove
sono tutte le tue case, che credi?- chiese lei pestando il piede
-Nessuno ci arriverà mai…-
Lui scosse il capo mentre lei diventava rossa di rabbia
-I miei non sono così
stupidi!!- urlò quasi
-Non alzare la voce-
-IO LA ALZO QUANTO MI PARE!-
-Ehi ehi! Respira capito?-
sbottò lui con una vena di irritazione –Si fa come dico io quindi per favore,
chiudi la bocca?-
La ragazza si voltò e uscì
dalla porta sbattendola…
Dopo una mezz’ora arrivarono
delle donne che chiamarono i bambini
-Domani ci siete? Domani ci
siete?- chiesero tutti eccitati. Inuyasha era sulla panchina completamente
sfinito
-Mi spiace bambini… domani
noi dobbiamo tornare a casa…- disse lei. Loro misero il broncio
-Non è giusto- sbottò.
Kagome si frugò in tasca e prese una biro
-Datemi la mano- disse. I
bambini lo fecero e lei ci disegnò sopra qualche cosa. Quando i bambini lo
guardarono gli brillarono gli occhi –Guardate, questa è la punta di una stella.
Quando vi troverete e unirete le mani formerà una stella a quattro punte e
quinta sarò io… così non vi dimenticherete mai di me!- esclamò. I bambini
risero eccitati di quel nuovo gioco poi alzarono le manine
-CIAOOOO!!!- esclamarono
-Ciao! Comportatevi bene!!-
salutò lei. Inuyasha alzò semplicemente la mano. Quando i bambini furono
spariti Kagome andò a sedersi vicino a lui –Stanco?-
-È un euforismo!- sbottò
-Almeno ci siamo divertiti!-
esclamò lei alzandosi e prendendolo per mano –Muoviti, dobbiamo raggiungere gli
altri e io ho fame!!-
-Va bene… va bene… respira!-
-Morirei se non lo facessi
Inuyasha!- esclamò lei scuotendo il capo iniziando a camminare
-Non c’entra… e poi era una
battuta-
-Vorrei anche vedere!-
commentò lei velocemente. Lui scoppiò a ridere e lei lo seguì.
Giovedì. Ore 12.40
A pranzo arrivò Naraku che
sembrava… decisamente arrabbiato. Si sedette pesantemente sbattendo la
cartelletta a terra e con un sorriso, molto rigido, disse
-Buongiorno-
Restarono un momento in
silenzio dove tutti gli sguardi erano puntati sull’uomo
-È… successo qualche cosa? E
poi, se guardi ancora quelle povere pagnotte le consumerai- disse Kagome dopo
un po’ dove Naraku aveva, effettivamente, fissato per tutto il tempo delle
povere pagnotte di pane con l’intento di incenerirle
-Diciamo così: o loro, o
voi-
-Loro- dissero tutti
-Ora, per favore… chiudete
il becco- sibilò.
Si azzittirono all’istante
quando proprio in quel momento arrivò Kikyo, neppure lei sembrava in vena di
chiacchiere
-Buongiorno- sbottò. Kagome
alzò il sopracciglio
-Ma voi due andate in
simbiosi?- chiese seccata. I due la fulminarono e lei alzò le mani –Ok ok… che
maniere- disse Kagome
-E poi non potremo mai
andare in simbiosi visto che la mia parola non conta nulla!- esclamò Kikyo.
Naraku la fulminò
-Come scusa?-
-Hai sentito benissimo-
sbottò lei. Lui sbatté una mano sul tavolo
-Sei in vena di litigare??-
-Stiamo discutendo- puntualizzò
lei
-Stiamo già litigando vedi?-
sibilò lui
-Tu litighi, io discuto… e
poi che problemi ti fai? Tanto fai sempre tutto di testa tua- commentò lei
incrociando le braccia e guardando da un’altra parte
-Ancora con sta storia!?-
-Si, ancora!- affermò. Si
guardarono fulminandosi.
Le due amiche si guardarono
alzando un sopracciglio
“Qua… gatta ci cova…” pensò
Sango guardando poi i due
-Comunque… parlando
d’altro…- disse Paolo –Naraku mi ha informato che dopo andremo a prendere i
nuovi vestiti…- A Kagome si illuminarono gli occhi
-Shopping! Io adoro fare
shopping!!- esclamò eccitata
-Kagome prendilo o nero, o
bianco- Lei guardò Inuyasha
-Come?-
-O nero, o bianco- ripeté il
ragazzo annuendo
-Perché?- chiese lei
-Così fa pandan con il mio-
disse lui. Lei scosse il capo
-Con il bianco della camicia
ci sta bene tutto, quindi non rompere e poco chiasso- disse lei. Lui alzò il
sopracciglio
-Prendine uno bianco o nero-
-Ma nero è deprimente!!-
esclamò lei –E bianco è da santarellina!-
-Anche la prima volta ti sei
vestita di bianco- Le ricordò lui
-Beh, con il bianco ho già
dato-
-Allora ne…-
-NO- disse lei risoluta
guardandolo male –E come ti ho già detto, se ti metti la camicia bianca sotto
la giacca nera… ci sta bene qualsiasi colore, vero Naraku?- L’uomo annuì
seccato –Visto??-
-Guai a te se lo prendi di
un colore diverso!- esclamò
-Inuyasha non devo andare ad
un funerale!!- esclamò esasperata lei
-Allora prendilo bianco-
ordinò lui
-No- si impuntò lei
-Te lo metto a forza,
capito!?- sibilò lui.
Kagome lo guardò di sbieco e
si alzò di scatto con le mani che le prudevano
-Fa come ti pare, tanto di
ragazzi migliori ne trovo a mucchi- E detto questo uscì dalla sala a grandi
passi.
Un silenzio agghiacciante
scese tra il gruppo. Sango scattò in piedi mettendosi tra la porta e un
Inuyasha particolarmente infuriato
-Non è stata una bella
uscita ma non arrabbiarti, cosa impossibile certo, ma non farlo- farfugliò lei.
Miroku silenzioso si alzò in
piedi e si allontanò velocemente dalla sala raggiungendo la camera di Kagome.
Inuyasha sorrise
-Ma io non sono arrabbiato…
SONO FURIOSO!- scattò in piedi pronto a spostare Sango non molto delicatamente
quando una mano gli prese il braccio
-Rimettiti seduto- disse
seccata Kikyo spingendolo verso la sedia
-Mollami o le prendi- La
minacciò lui guardandola male –Ne ho anche per te quindi…-
-Con me certi discorsi non
attaccano quindi vedi di tagliarci corto. Mi conosci e dovresti saperlo visto
che tu mi ascolti- sillabò. Naraku la guardò male –Comunque… avevi, anzi hai,
intenzione di menarla?- domandò allibita. Intanto Sango si risedette ma pronta
a bloccare il ragazzo ad un suo movimento strano
-No, certo che no- disse lui
scioccato –Io le ragazze non le meno-
-C’è sempre una prima volta…
che avevi intenzione di fare allora?- chiese lei alzando un sopracciglio
tranquillamente
-In che senso??- chiese lui
esasperato. Lei lo guardò negli occhi freddamente
-Inuyasha… anche se sei…
diciamo così, il suo “ragazzo”…- Lo guardò in un modo strano, uno sguardo
indecifrabile ma anche accusatorio. Sango guardò il giovane abbassare gli occhi
e assottigliò gli occhi: cos’era quell’espressione colpevole? -…non puoi
comandarla a bacchetta-
-Non voglio farlo- sbottò
lui incrociando le braccia e evitando accuratamente il suo sguardo
-Le hai detto come
vestirsi…- controbatté lei -È chiaro che si sia arrabbiata!- esclamò
-Io le ho solo chiesto…-
-Ordinato- gli fece eco
Paolo
-…di scegliere un certo tipo
di colore. Non ho chiesto la Luna-
Le due ragazze scossero la
testa. Non c’era nulla da fare… era cemento! Duro come il cemento!!
-E perché lo hai fatto?
Credevi di fare bella figura con certi tipi di colore?- chiese Naraku
-No- rispose prontamente.
Tutti lo guardarono male –Beh… insomma…-
-Comunque questo giochetto
lo hai fatto anche con me- sbottò Kikyo –E se ricordi bene ti ho dato il due di
picche quindi avresti anche dovuto capire…-
-È uno stupido vestito!-
esclamò Inuyasha
-È solo una festa- disse
Paolo –Non capisco perché ti prema così tanto!-
-Fatti miei- sbottò il
ragazzo
-Va e prega che ti perdoni-
ordinò Kikyo seccata indicando con un gesto deciso la porta
-È lei che si deve scusare!
Hai sentito che mi ha detto?-
-In realtà sei tu che devi
pensare prima di parlare e, soprattutto, agire- disse Kikyo guardandolo
malissimo –E non credere di esserti comportato bene e ora scusami, ho altro da
fare che stare a sentire le tue pene d’amore- Si alzò è sparì dalla vista. Il
gruppo guardò Inuyasha rimproverandolo con lo sguardo
-Ok ok… devo andare a
scusarmi giusto?- Loro annuirono. Lui sbuffò e alzandosi si allontanò.
Miroku bussò alla porta
della camera della giovane
-Vattene Inuyasha!- esclamò
-Kagome, sono Miroku- La
porta si aprì
-Che cosa c’è?- chiese lei
con le braccia incrociate e uno sguardo furioso
-Posso entrare?- domandò
-No- rispose. Lui scosse il
capo
-Ascolta… Inuyasha è…-
iniziò
-Non mi interessa- Lo
interruppe lei –Non… me ne frega niente- disse –Ora scusami, vorrei stare da
sola- Lui bloccò la porta che si stava chiudendo
-No- sbottò
-Mi dici cosa vuoi Miroku?-
chiese lei duramente
-Voglio che mi ascolti un
momento- La ragazza lasciò andare le braccia lungo i fianchi
-Vedi di essere breve- Lui
annuì
-Inuyasha è odioso certe
volte, lo so… ma devi capire che se fa così è perché tiene a te…-
-Tiene a me!?- chiese lei
sorpresa –Ma mi prendi in giro? Se non hai capito vuole solo fare bella figura
questa sera! Dovrei mettermi il colore che sceglie lui perché fa pandan
con il suo smoking! Ma ti prego…-
-Mi fai finire!?- Lei
strinse le labbra –Dicevo: lui tiene a te e si sta sforzando di non farti soffrire
ma tu però devi piegarti un po’…- Lei corrugò la fronte mentre lui parlava a
macchinetta –Certo… questa situazione è tragica… non so quando te lo dirà ma tu
dovrai capirlo perché non è colpa sua! Capisci? Sarà doloroso ma la vita è
questa! Inuyasha sarà duro ma tu dovrai essere… devi cercare di essere
comprensiva anche se starai soffrendo… non dovrai farlo sentire in colpa
altrimenti lui non penserà al suo futuro e al bene della famiglia… e poi quando
lo si saprà ci saranno i fuochi d’artificio! Ora che Kikyo poi ha deciso del
suo futuro, la cosa sarà ancora più tragica perché chissà lui quando tornerà…
mi capisci vero? È molto difficile parlartene perché è lui che te lo deve
dire…-
-Miroku ma che stai dicendo?
Che centra tutto questo con… con il vestito?- domandò lei confusa. Il ragazzo
la guardò
-Oh… ehm… niente, lascia
stare… fatto sta… insomma, il succo di tutto questo papiro è che devi un po’
assecondarlo… lui è fatto così capisci e nessuno ci può fare nulla-
-Miroku che fai qua?- I due
si guardarono
-Oh, Inuyasha niente. Non
facevo nulla… uno scambio di opinioni. Ciao Kagome-
-Ciao- disse lei guardandolo
andare via superando Inuyasha.
I due ragazzi si guardarono
e lei sospirando si voltò pronta a chiudere la porta. Una mano le strinse il
braccio
-Aspetta- disse. Lei lo
guardò
-Sei stato chiarissimo… ora
scusami- Fece un passo verso la camera ma lui la spinse indietro verso di se.
Lei si appoggiò a lui per non cadere e lui la tenne stretta, le baciò i capelli
neri chiudendo gli occhi
-Scusami… non volevo farti
arrabbiare… perdonami- disse. Lei strinse i pugni
-Oh Inuyasha…- mormorò lei
–Ma perché deve sempre finire così?- chiese sconsolata
-Non lo so-
-Senti… mettiamo in chiaro
le cose una volta per tutte- Si girò guardandolo –Voglio vestirmi come più mi
piace, voglio truccarmi come più mi aggrada, voglio essere me stessa e non
quello che tu vuoi che io sia- disse. Lui la guardò
-Ma io voglio che tu sia
quello che tu sei- disse –Volevo solo… è un colore- Lei scosse la testa
-Non è il fatto del colore…
è il fatto che tu mi hai detto come vestirmi!- esclamò lei. Lui la guardò
-Va bene…hai ragione,
perdonami- La baciò –E tu dicevi sul serio?- chiese un po’ irritato. Lei
sorrise
-Certo che no- Lo strinse a
se –Non potrei mai dire sul serio- chiuse gli occhi e fece una risatina –Che
strano discorso che ha fatto Miroku. Era proprio senza senso!- esclamò
-Che ti ha detto?- domandò
-Oh, nulla… non
preoccuparti- disse –Vuoi entrare?-
-E me lo chiedi?- chiese lui
sorridendo
Inuyasha e Miroku entrarono
in un bar chiamato “Jars Stab” e si sedettero al bancone e ordinarono qualche
cosa al barman senza neppure guardarlo in faccia. Il ragazzo li servì e
riconobbe immediatamente Inuyasha: quel tipo gli aveva spaccato il labbro!
Don voltò le spalle ai due
ma curioso decise di volere sentire che dicevano i due amici
-…dice che devo mettermi a
studiare- concluse sospirando Miroku
-È la tua ragazza, non la
mia! E poi comunque ha ragione, dobbiamo darci da fare!- esclamò Inuyasha
-Già… dopotutto tra qualche
anno…-
-Non me lo ricordare! Se
penso che devo andare a studiare all’estero mi viene male-
-Almeno sei bravo con le
lingue! Di che ti lamenti?- chiese Miroku seccato
-Lo so… ma non sai quanto mi
rompe!-
-Almeno tu starai lontano
dai tuoi! Pensa io, bloccato in Giappone con i miei con il fiato sul collo
perennemente- Miroku rabbrividì
-Allora a te insegnerà un
professore privato- osservò Inuyasha
-Si… sarà uno schifo, me lo
sento- I due amici si guardarono –Ma almeno io potrò stare con Sango- mormorò.
Don sempre di spalle ascoltò
meglio
-Già…-
-Inuyasha… ascolta… te l’ho
già detto poi… no? Se fosse solo questo non ci sarebbero problemi, tre anni
lontani passano in fretta se poi tu verresti a trovarla quando puoi… ma qua si
parla di sposarsi tornati in Giappone!- esclamò
-Lo so Miroku… Shel era solo
la riserva, ma quando Kikyo… non tornerà, perché lei non tornerà con noi… so
benissimo cosa deciderà mio padre, la so la procedura… la sai pure tu! E non
posso farci nulla… non posso farci niente- Si passò le mani nei capelli respirando
a fondo
-È l’unico modo purtroppo
Inuyasha… ma devi lasciarla. Sono certo che lo supererai e anche Kagome lo
farà, sarà doloroso ma lo supererete-
Don corrugò le sopracciglia.
Kagome? Non era Virginia? E quelli non erano i suoi amici? Quindi Kagome stava
con quel tipo? Con Inuyasha? Che poi doveva partire per l’estero? Ma perché?
Per tre anni poi!?
-Lo farò, alla fine
dell’anno scolastico lo farò- promise alzandosi guardando l’orologio –Andiamo,
è tardi- Miroku annuì e mise una banconota sul banco e si allontanarono uscendo
dal bar.
Don si morse le labbra:
troppe domande!! Scosse il capo e si tolse il grembiule guardando l’orologio:
aveva finito il turno. Aspettò il ragazzo che doveva dargli il cambio poi uscì
sperando di incontrare Virginia in giro.
ANTICIPAZIONI:
amici miei, lo, dico, lo so che sono sadica, che sono bastarda eccetera (beh,
un neo ci doveva essere in me da qualche parte -_-)… nel prossimo capitolo ci
sarà il debutto finale!! Vi aspetto ansiosi e SENZA ARMI!! Importante: senza
armi!
Salve!! Scusate il ritardo ma la scuola è una tortura!! Non
riesco a trovare un momento per correggere e mettere dentro.. -_-’’’ stendiamo
un velo e credo che voi ne sappiate qualche cosa!!
Comunque, ringrazio tutte le persone che hanno avuto il
“coraggio” di recensire ^^! Lo scorso capitolo vi ha lasciato di stucco a
quanto vedo! BWAHAHAHAHAHAH!!! Comunque… ora vedremo cosa combinerà Don e…
SOPRATTUTTO… l’ultima, ultimissima esibizione!! (ringrazio la mia amica Meky
che ha steso lei la canzone! THANKS GEME!! ^.^)
Ma siamo alla fine di questa emozionante “prima parte” (c’è
la seconda… la terza… spariamoci in massa…)?????
Ora vi lascio a questo bellissimo capitolo e… alla prossima
^_- (forse! ^___________^)
Capitolo 20
…Tu…
Giovedì. Ore 17.50
Mancava poco più di un’ora
alle 19.00 e Kagome era troppo agitata. Finite le prove la ragazza aveva
insistito per andare a fare un giro da sola per la città e controvoglia Inuyasha
l’aveva lasciata andare e Paolo le aveva raccomandato di essere puntuale.
Kagome ora, camminava per le strade della città e i lampioni si stavano
lentamente accendendo per l’arrivo della sera.
Guardò l’orologio da polso e
decise che era meglio andare all’hotel a cambiarsi ma una voce la fermò
-Virginia!-
Lei si voltò sentendo quel
nome poco noto in una regione così a nord. Si vide arrivare vicino a tutta
velocità un ragazzo moro con due bellissimi occhi azzurri. Sembrava avesse
corso a perdifiato e anche sollevato di averla vista! Quando lo vide Kagome
spalancò gli occhi dallo stupore
-Don!?-
-Sono io!-
-Ciao! Come stai?- chiese
lei felice
-Non c’è male… non c’è male.
Che ci fai qua a quest’ora?-
-Io? Beh, ero venuta a fare
un giro e ora sto tornando in hotel- disse lei –Tu?-
-Lavoro in un bar qua vicino
chiamato Jars Stab e ho appena finito. Tu stai bene vero?- chiese un po’
preoccupato –Si insomma… quel ragazzo di quella sera…-
-Oh, Inuyasha… devi
scusarlo, è così manesco… ma lo fa perché mi vuole bene- disse sorridendo. Lui
alzò il sopracciglio
-Lui ti vorrebbe bene
Virginia?- domandò –Ti stava quasi per menare o era una mia impressione?-
-Beh… che parola grossa… non
voleva proprio picchiarmi- disse
-Io non mi fiderei troppo di
lui se fossi in te- annuì
-Senti Don, non impicciarti
ok? Fidati: me la so cavare con lui- disse sicura. Lui alzò le spalle poi
sorrise
-Vuoi che ti accompagni?-
Lei sollevata annuì
-Va bene!-
-Ascolta… posso chiamarti
Kagome? È il tuo nome no?- chiese lui. Lei annuì
-Si! Dove lavori Don?-
-In un bar… faccio il
barman- disse
-Si, me lo avevi detto alla
festa. Il labbro tutto bene vero?-
-Si, mi era diventato il
doppio… era proprio incazzato- Lei annuì sospirando e ricordandosi delle sue
parole: era proprio arrabbiato! Certo che anche lei non era stata molto
gentile… -Stasera che fai?- Lei lo guardò con gli occhi sbarrati
-Cosa?-
-Cosa fai stasera?-
-Ehm… beh, io devo andare a
suonare con gli altri… stasera c’è il pezzo finale-
Questo inizio di discorso
non le piaceva per niente. Allungò il passo sperando di riuscire ad arrivare il
prima possibile in hotel
-Capisco… domani?- chiese
fermandosi. Lei lo imitò e si guardarono
-Domani me ne torno a casa-
disse velocemente –Il nostro soggiorno qua è finito e domani me ne torno in
Giappone-
-Allora mi dai il tuo numero
di cellulare? Così ci sentiamo qualche volta- insistette lui
-Senti Don… io non… davvero…
sei molto gentile e carino ma…- Lui fece una smorfia
-Che c’è?- chiese lui gelido
–Quell’Inuyasha… è migliore di me?-
-Non è questo è che io… è
diverso…- balbettò guardando a terra. Lui le prese il braccio e Kagome iniziò
ad avere paura
-Non devi fidarti di quel
tipo manesco!- le esclamò
-Lasciami… Don… mi fai
male…-
-Tu non ragioni! Ma hai
visto come ti ha trattato alla festa?- urlò quasi
-Per favore… lasciami…-
supplicò chiudendo gli occhi e tirandosi indietro
-E poi chissà quanto durerà
con quel tipo! Ma lo hai visto come si baciava con quella della festa!? E dice
di essere il tuo ragazzo?- Lei lo guardò e lui strinse le labbra
-Ehi… aspetta un po’… e tu
come sai che lui… che Inuyasha è il mio ragazzo?-
-Kagome, soffrirai. Lo so-
La lasciò –Perdonami non volevo spaventarti- disse sospirando e calmandosi
–Perdonami- Lei si massaggiò il braccio
-Come puoi dire così? Sei
geloso? È per questo che lo dici?- Lui scosse il capo
-Non ti merita-
-Come sai che è… il mio
ragazzo?- domandò Kagome allontanandosi un po’ da lui
-Sono venuti nel bar dove
lavoro prima… Inuyasha e un tipo di nome Miroku… ecco… hanno parlato di te e…
di altre cose- disse vago
-Cosa hanno detto?- domandò
corrugando le sopracciglia. Lui sospirò
-Niente. Fatto sta che lui
non è adatto a te e ti farà soffrire, lo so- Si guardarono -Ora vado… addio
Kagome- Lui si voltò e si allontanò sparendo.
Kagome si voltò e si
allontanò velocemente con un peso nel cuore. Entrò nell’hotel velocemente e
salì le scale in fretta
-Kagome?- Lei si voltò di
scatto –Ma non sei ancora pronta?- domandò Kikyo
-Tra poco partiamo!- esclamò
Paolo. Lei annuì guardando Miroku negli occhi intensamente. Lui li abbassò
velocemente imbarazzato
“Cosa succede? Che sta
accadendo qua?” pensò Kagome bloccata
-KAGOME TI MUOVI!?- urlò
Naraku
-Si si… vado- disse vaga e
si allontanò. Aprì la porta della camera.
Inuyasha era alla finestra,
tra le dita aveva una sigaretta e i capelli gli ricadevano sulla giacca dello
smoking
-Ti ho vista arrivare- disse
lui girandosi verso di lei mentre la ragazza chiudeva la porta
-Già- disse lei aprendo
l’anta dell’armadio e tirando fuori l’abito bianco. Lui alzò il sopracciglio
-Kagome?-
-Dimmi-
-Cos’hai?- La ragazza non
rispose subito guardando interessata i ricami dell’armadio. Richiuse l’anta con
un tonfo
-Nulla- rispose secca. Prese
il vestito e gli passò di fianco senza neppure guardarlo e sbatté dietro di se
la porta del bagno.
Lui incrociò le braccia al
petto e a grandi passi si mise davanti alla porta. Poco dopo lei aprì la porta
e lo guardò negli occhi
-Cosa c’è?- chiese lei
-Lo chiedo io a te- disse.
La ragazza sbuffò seccata
-Siamo in ritardo,
muoviamoci- Lo scostò poco delicatamente e si diresse alla porta ma lui le
afferrò il braccio girandola
-Adesso dimmi cos’hai o
giuro che…-
-Cosa? Mi riempi di sberle?-
sibilò lei. Non sapeva perché era tanto arrabbiata. Forse perché lui non le
diceva la verità. Che le stesse mentendo? I dubbi passati riaffiorarono in lei
violentemente facendole ancora più male. Un estraneo aveva sentito qualche cosa
che lei non sapeva, che nessuno voleva dirle
-No, non lo farei mai- disse
lui turbato da tanta freddezza
-Possiamo andare?- chiese.
Lui la lasciò e lei se ne andò.
L’andata in macchina fu
molto silenziosa. Kagome non degnò nessuno di uno sguardo mentre Miroku e
Inuyasha si lanciavano strani sguardi. Sango guardava l’amica preoccupata e
anche Paolo aveva notato l’irritazione della giovane
-Ehm… Kagome?- Lei fissò Naraku
-Che c’è?-
-Sei ancora nervosa?-
intervenne Kikyo. La ragazza alzò il sopracciglio
-No, ti sembra che sia anche
solo lontanamente preoccupata?- chiese secca
“Ho l’impressione di essere
stata fulminata” pensò Kikyo. Guardò Inuyasha negli occhi e lui alzò le spalle
scuotendo il capo.
La macchina si fermò davanti
ad una villa enorme in stile vittoriano. Tutte le finestre erano illuminate e
un lungo tappeto rosso con i bordi dorati portavano all’entrata dall’edificio.
Kagome spalancò la bocca e guardò ammirata tutto il giardino e la casa con
tutti i suoi particolari. Prese la manica di Naraku strattonandola
-Si?- chiese lui
-Di chi è questa
meraviglia?- domandò sconvolta da tanta bellezza
-Ehm… è… mia…- rispose lui
preoccupato. Lei lo guardò congiungendo le mani
-Oh Naraku… sei… sei… va
bene se mi trasferisco qua a vivere?- domandò
-Oh, sei vuoi te la regalo-
disse lui. Lei si mise le mani sulla fronte
-Non me lo dire o giuro che
non ti mollo più- Inuyasha seccato le prese il braccio
-Ok. Fine. Naraku cammina-
disse lui stringendo gli occhi. Lei sbuffò
-Ma la pianti di essere
geloso!?- domandò
-Ma vuoi smetterla di
contraddire sempre ciò che dico? Chiudi la bocca una volta ogni tanto!- Lei
strinse gli occhi
-No! Non la chiudo! No no
no!! Chiudila tu!!- esclamò. Sango si mise una mano sugli occhi scuotendo il
capo
-Basta vi prego…- supplicò.
Il gruppo entrò.
Appoggiarono i soprabiti e Miroku ridacchiò
-Abito bianco- disse lui
-Sta zitto- sibilò Kagome
sbuffando. Inuyasha sorrise –Inuyasha… non allargare troppo- disse lei –L’ho
fatto solo perché altrimenti avresti rotto perennemente!- Lui fece una smorfia
-Non è vero-
-Ma se oggi ti ho detto di
no e tu hai fatto una scenata pazzesca!-
-Possibile, che ogni volta
che ci vediamo voi due litigate?- Tutti si girarono
-TOM!!!!!- esclamò lei
mollando Inuyasha e andando ad abbracciarlo. Il giovane digrignò i denti
-Kagome stiamo
scandalizzando la gente presente e il tuo ragazzo mi sta lessando con gli
occhi- Lei sogghignò e mosse i capelli con una mano
-Eh, se sono bella che ci
posso fare?- Scosse il capo con forza –Ok no, lascia perdere quest’ultima
battuta… Eve?- chiese
-Non è venuta ma ha detto di
salutarti. Sa che domani parti quindi…- Alzò le spalle mentre a lei diventavano
gli occhi lucidi
-Tom…- disse lei
stringendogli il braccio
-Che c’è principessa?-
-EHI!- urlò Inuyasha facendo
minaccioso un passo avanti
-Non ci vedremo mai più?-
chiese lei con le lacrime agli occhi
-Era ora- sbottò Inuyasha. I
due lo ignorarono
-Ma che dici? Ti verrò a
trovare!- promise lui
-COSA?- gridò il ragazzo
-Mi scriverai? Mi
telefonerai?- chiese lei. Lui annuì
-Promesso-
-Non ti azzardare- ringhiò
Inuyasha
-Se mi fai l’addebito di
nuovo ti uccido- disse lei guardandolo male. Lui scoppiò a ridere
-Si… come vuole lei- disse
Tom facendo un lieve inchino. Lei sorrise felice –Ora ti prego, torna dal tuo
scalpitante ragazzo… mi sta abbagliando con il suo fuoco della gelosia- disse
lui teatrale portandosi le mani sugli occhi. Inuyasha lo fulminò e Kagome si
avvicinò al ragazzo cingendogli il collo con le braccia
-Oh, mio immenso…- cominciò
lei –Non sarai per caso geloso, vero?-
-Non sono geloso- Lei alzò
il sopracciglio e lo mollò
-Ho incontrato Don oggi.
Quello a cui hai rifatto il labbro in discoteca-
-COSA!? Quando, dove, chi
c’era, dov’eri, cosa ti ha detto e cosa avete fatto…-
Lei incrociò le braccia al
petto alzando il sopracciglio e lui si bloccò guardandola. Distolse lo sguardo
e borbottò qualche cosa
-Non dovevi non essere
geloso?- chiese Miroku sorridendo
-Abbiamo avuto una piacevole
conversazione…- disse sorridendo maliziosa. Tom ghignò seguito dal gruppo.
Inuyasha stava diventando di un bel colore rosso molto tendente al viola –Ho
scoperto che lavora in un bar chiamato… ehm… ah si… Jars Stab…- Inuyasha e Miroku
diventarono di un bel verde e quest’ultimo smise subito di sorridere
-COSA?- urlarono
-Ha detto che siete entrati
nel pub e avete parlato di me da quello che ha sentito…- disse
-E… che ti ha detto?- chiese
Miroku preoccupato
-Mh…- disse lei vaga
-C’è una spiegazione- disse
Inuyasha subito con il fiatone come se avesse corso mille miglia
-Ah si? Ti sembra normale
parlare di me in un pub?? Ma sei completamente fuori di testa!?!?- urlò lei
–Chissà cosa hai detto e visto che Don ti ha sentito chissà quanta altra gente
ha sentito!! Semmai hai detto cose inopportune e ora io non potrò più mettere
piede ad Amsterdam!! Ti ucciderei solo per questo fatto!!- esclamò irritata
-Uh… quindi lui… Don… non ti
ha detto… niente?- chiese Inuyasha. Lei lo squadrò da capo a piedi
-Che cosa avrebbe dovuto
dirmi? Essendo poi che non lo ha fatto mi induce a pensare che si vergognava
del fatto che avrà sentito cose inopportune su di me! Ed essendo che lui è
molto popolare da queste parti lo starà dicendo a mezzo mondo! Inuyasha ti
ammazzo se in giro scopro che qualcuno sa qualche cosa su di me!!- esclamò
minacciosa. Lui sollevato iniziò a respirare meglio
-No Kagome… tranquilla…-
disse –Non ho detto nulla di che-
-Sarà meglio per te- sibilò
lei –Ma conoscendo il tatto di voi maschi non voglio neppure immaginare cosa
hai detto- Si prese il viso tra le mani appoggiandosi a lui –Non ci voglio
neppure pensare-
-Ecco, non pensare e
concentrati- disse Naraku consultando il rolex che portava al polso –Tra poco
tocca a voi-
-Già?- domandarono
irrigidendosi. Tom ridacchiò
-Sembrate dei bambini… non
avrete mica paura del palcoscenico vero? Dopotutto lo avete già affrontato nei
giorni scorsi no?-
-È un tantino diverso-
sbottò Sango
-Essere da soli è un conto
ma insieme è decisamente diverso!- esclamò Miroku
-Se lo dite voi- Paolo alzò
le spalle –Io mi sono sempre trovato meglio in gruppo- Loro lo guardarono
scettico
-Soprattutto se ci sono
delle ragazze, vero?- chiese Inuyasha
-Beh? E allora?- chiese
-Ma per chiedere... tu non
avevi la ragazza?- chiese Kikyo –In Italia se non sbaglio- Paolo alzò le spalle
-Se devo aspettare lei…-
-Ecco… la fedeltà di voi
uomini è pari a… zero!- esclamò Kagome seccata scoccando uno sguardo a Inuyasha
–Ne sai qualche cosa tu?- chiese sorridendo rigida. Lui corrispose il sorriso
-Ma daaai-
Dei passi li fecero girare e
Marlov li raggiunse con passo elegante. Li salutò cordialmente e si mise a
parlare con Naraku. Inuyasha li guardò ascoltando ciò che dicevano
-Come mai li fissi in quella
maniera?- domandò Kagome. Lui la guardò
-Niente, ascoltavo ciò che
dicevano- rispose
-Perché, li capisci?- chiese
Sango. Inuyasha e Miroku annuirono –Anche tu Miroku?-
-Certo. Le lingue sono la
prima cosa che ci fanno imparare- affermò Kikyo annuendo. Sango e Kagome si
guardarono
-Ma… non eri tu quello che
mi faceva tradurre quello che dicevano i bambini!?- chiese quest’ultima
-E non eravate voi quelli
che facevano tradurre a me in discoteca?- domandò stizzita Sango. Inuyasha
sorrise e si abbassò all’orecchio di Kagome
-Eri troppo carina così
impacciata per capire cosa dicevano- bisbigliò. Lei arrossì
-Smettila di dirmi queste
cose- borbottò. Lui sorrise e si allontanò leggermente –Comunque che dicono?-
Lui scosse il capo
-Nulla di che… problemi con
le luci-
Lei annuì guardando la sala
intorno a lei. Aveva dei rilievi in ogni angolo e ogni finestra era aperta per
fare entrare la brezza della sera. Ai piedi si estendeva un enorme tappeto
rosso con rifiniture dorate. Poco più in là un tavolo conteneva bevande e
aperitivi di tutti i generi. Kagome guardò le donne in quella sala con vestiti
sfarzosi e gioielli ovunque. Gli uomini poi avevano gemelli d’oro e d’argento,
anelli e pure la giacca sembrava ricamata d’oro. Guardò il suo Inuyasha e
sospirò di sollievo: almeno lui aveva solo i gemelli in oro… Guardò Miroku e
Sango che ridevano insieme, lui le cingeva le spalle e lei era appoggiata a
lui. Erano proprio una bella coppia… se non fosse il fatto che erano fratelli…
Kagome scosse il capo e
guardò Naraku e Kikyo. Quei due invece erano sempre di più insieme… mah!
Poi si soffermò su Tom che
stava parlando con il padre. Era proprio bello, gentile, attraente… tutto
quello che una donna poteva desiderare. Le veniva da ridere però ora, se
pensava che si era presa una cotta per lui… Scosse il capo divertita poi lo
tornò a guardare. Certo che Eve era proprio fortunata… avrebbero avuto dei
problemi in futuro, sicuramente: con il padre, il fatto che lui fosse l’erede
di un impero, ecc… ma era certa che insieme ce l’avrebbero fatta.
Guardò Inuyasha che era
vicino a lei. Aveva avuto dei dubbi su di lui così tante volte… e invece ora si
sentiva felice, rassicurata al suo fianco. Lo amava ed era felice. Lui la
guardò e lei gli sorrise, lui corrispose e la strinse per la vita. Lei gli si
appoggiò contro. Guardò Miroku e le sue parole e quelle di Don gli rimbombarono
in testa
“No! Non voglio avere più
nessun dubbio, voglio fidarmi di Inuyasha, voglio credere solo a lui!” pensò
sicura
-Signori, il momento è
giunto. Prego da questa parte- disse Marlov indicando una porta chiusa
-Andiamo- disse Naraku. Il
gruppo si guardò
-È giunto il momento della
verità- mormorò Kagome stringendo i pugni lungo i fianchi. Il respiro di Kikyo
accelerò improvvisamente
-Dobbiamo dare il massimo-
disse risoluta Sango. Paolo, Naraku e Tom sorrisero
-Ce la farete- disse Naraku
–Ne sono certo-
Incoraggiati il gruppo entrò
per ultimo nella sala e venne accolto da una applauso mentre la folla si apriva
in due ale.
La sala era rettangolare con
il pavimento in granito bordò, in fondo alla sala gli strumenti erano
appoggiati su di un piano rialzato. Il pianoforte era nero, lucido, il
coperchio era abbassato e la coda era lunga e sottile, poco più lontano la
chitarra appoggiata nel piedistallo era anch’essa nera, la batteria era la più
spostata e il basso era anch’esso appoggiato al piedistallo, un microfono poi
era il più avanti di tutti. Di fronte al piano rialzato, tre file di
poltroncine in stile Luigi XIV erano allineate con grande cura. Gli occhi dei
ragazzi brillarono di una luce nuova.
Naraku lasciò il braccio di
Kikyo e fece al gruppo cenno di seguirli mentre Tom e Paolo sedevano in prima
fila. Prese il microfono in mano mentre i ragazzi si mettevano di fianco a lui
giù dal piano rialzato
-Buona sera miei ospiti-
disse Naraku cordialmente sorridendo –Sono lieto di avervi qua questa sera per
festeggiare la fine di questo viaggio per i nostri stranieri- Un applauso si
levò dalla piccola folla che sorrideva –Questa sera, finiranno una lunga
avventura qua ad Amsterdam, e chissà se mai torneranno un giorno a trovarci-
Fece una pausa calcolata –In queste due settimane, hanno dimostrato quanto
valgono e voi avete visto il loro talento, sono certo che siate orgogliosi di
averli sentiti e felici per avere avuto questa possibilità- disse –Oggi, li
vediamo nel loro ultimo atto, insieme. Hanno composto la canzone e la
musica,solo loro sanno quanto avranno
litigato per mettersi d’accordo- Li guardò e loro sorrisero imbarazzati –Ma
ora, miei ospiti, vorrei tanto sentire il commento di colei che ha ideato la
canzone e vorrei che facesse un discorso per spiegarci come ha avuto questa
grande illuminazione- La sala rise divertita e Naraku guardò Kagome –Vieni pure
Kagome- disse
-Chi io?- chiese sconcertata
lei. Lui annuì e la ragazza guardò gli amici che la incitarono. Titubante
Kagome salì e Naraku le diede in mano il microfono facendole l’occhiolino –Che
dovrei dire?- sussurrò
-Mh, fai un bel discorso-
disse annuendo
-Grazie mille dell’aiuto-
sibilò. Guardò la sala, tutti gli sguardi erano puntati su di lei –Ehm… buona
sera- disse –Allora… questa canzone l’ho ideata con Kikyo ma a dire la verità
le parole sono nate da me…- Si fece pensierosa -È successo quasi una settimana
fa… io ero in un bivio atroce, dovevo decidere che fare nella mia vita e… questa
canzone sono un po’ i miei sentimenti di quello che provavo ma, forse devo
ringraziarla oggi perché mi ha dato una spinta abbastanza forte per decidere
finalmente… beh, godetevela perché per me è molto importante- Sorrise e dalla
folla si levarono degli applausi. Si allontanò veloce –Ecco perché non farò MAI
la cantante- mormorò.
Inuyasha le sorrise e le
sfiorò i capelli capendo finalmente perché quelle parole gli suonavano tanto
famigliari
-Dai, sei stata bravissima-
disse Kikyo sorridendole
-Grazie per il conforto-
Kagome guardò Inuyasha che era concentrato su se stesso –Bene, immagino
dobbiamo andare-
-Già- Sango respirò a fondo
e Paolo le mise una mano sulla spalla
-Testa alta Sango, testa
alta- Lei annuì e i ragazzi salirono sulla pedana accolti dagli applausi, si
misero in postazione e Kagome guardò il pubblico.
C’era il signor Holsen,
Marlov, Paolo che si era appena seduto e Tom accanto a lui. Si guardarono e Tom
le alzò i pollici, lei gli sorrise felice e annuì convinta mentre tutta la
paura scivolava via mentre metteva le mani sulla tastiera. Si guardarono tutti,
un ultimo sguardo mentre calava il più profondo dei silenzi. Kagome e Sango
attaccarono all’unisono, lentamente poi Kagome sentì la chitarra di Inuyasha e
la voce di Kikyo espandersi nell’aria
È mattina o sera?
Non lo capisco
Vedo solo te
fra la gente, fra le
strade
È una persecuzione, un
miraggio
Non so… non lo
capisco…
Confusione
Sento il rombo dei
tuoni dentro la mia mente
Sento le onde
infrangersi sulle mie membra
Il mio cuore esplode
e…
Miroku attaccò nel preciso
istante in cui Kikyo si fermò. Per un momento gli strumenti sovrapposero l’eco
di Kikyo che riprese in perfetta sintonia con la musica
Chiudo gli occhi, li
stringo forte
Voglio dimenticare
questo dolore
Questo dolore che mi
attanaglia il petto
Voglio capire davvero,
a fondo
Ciò che il mio cuore vuole sussurrarmi…
Kikyo chiuse gli occhi e la
musica si fece più veloce. Kagome sentì Miroku toccare i piatti che
tintinnarono, Inuyasha velocizzare i movimenti e Sango, sempre più sicura
accompagnarli tutti pronti per il ritornello…
Perché ti amo, ma ho
paura
Tu mi spaventi, troppo
grande e lontano per me
Sembri intrappolato
fra le stelle, lassù
Lontano da me
Così dannatamente
distante…
Il mio principe
malvagio
Il mio inferno, il mio
peccato
Kikyo si fermò e gli
strumenti tornarono al ritmo calmo di prima. La ragazza prese il microfono in
mano riprendendo
È caldo o freddo? Non
lo capisco
i brividi mi assalgono
ad ogni occhiata che ti rivolgo
fa male vederti così,
dannatamente male
con la tua schiena
verso di me
Ma non lo capisci
Perché? Perché fai
finta di nulla?
Ti fai odiare da me,
che t’amo così tanto
Ti fai odiare e piango
per la disperazione!
Inuyasha si fermò con Miroku
e Kagome iniziò un assolo con Sango per la battuta successiva, tutto calcolato,
tutto programmato…
Chiudo gli occhi
Cerco di dimenticare
disperatamente
Ma è troppo difficile
togliere dal mio cuore
Tutto l’amore, tutto
questo… enorme pieno
che in fondo ci unisce
o almeno io spero…
I ragazzi ripresero velocizzando
il tempo seguiti da Kagome e Sango pronti per il ritornello
Perché ti amo, ma ho
paura
Tu mi spaventi, troppo
grande e lontano per me
Sembri intrappolato
fra le stelle, lassù
Lontano da me
Così dannatamente
distante…
Il mio principe
malvagio
Il mio inferno, il mio
peccato
Il ritmo tornò calmo e
Kagome aprì gli occhi pronta per le sue lunghe note che diedero il via a Kikyo
Sento le onde
dividerci
La terra, il mondo,
l’universo
Quando poi tu ti
volti, mi sorridi e mi allunghi la mano
Scompari nel fumo
Portandomi via l’unica
speranza, l’unica salvezza
Ti amo e ti odio, non
capisco più nulla
Il mio cuore muore ad
ogni alba e rinasce ad ogni crepuscolo
Ti amo e ti odio,
piango e rido, fingo e urlo
Perché tu mi dai solo
questo, solo lontananza…
Miroku toccò i piatti
facendoli vibrare tra di loro e la musica esplose in un nuovo ritornello e
Kagome riprese la musica sentendo le parole della sua anima fluire in lei
Ma io ti amo,
nonostante abbia paura
Tu mi spaventi, troppo
grande e lontano per me
Sembri intrappolato
fra le stelle, lassù
Lontano da me
Così dannatamente
distante…
Il mio principe
malvagio
Il mio inferno, il mio
peccato
Kikyo, Miroku e Sango
smisero e piano e chitarra fecero un assolo sempre più veloce poi
improvvisamente Miroku riprese più forte accompagnato da Sango e Kikyo cantò
più forte
Perché ti amo, ma ho
paura
Tu mi spaventi, troppo
grande e lontano per me
Sembri intrappolato
fra le stelle, lassù
Lontano da me
Così dannatamente
distante…
Il mio principe
malvagio
Il mio inferno, il mio
peccato
La musica tornò ferma e
immobile per l’ultimo atto che si fece attendere quando la musica finì di
ripetere il ritornello
Tu
Inuyasha finì il pezzo con
una lunga pennata a vuoto.
I ragazzi sospirarono di
sollievo e guardarono il pubblico. Tom scattò in piedi e iniziò a battere le
mani seguito da Paolo, Naraku e tutta la sala, compreso (Non spaventatevi…) il
signor Holsen piacevolmente sorpreso. Kagome si alzò e il gruppo si avvicinò al
bordo della pedana. Kagome strinse la mano di Inuyasha forte e lui la guardò
-Kagome?- Lei lo guardò con
le lacrime agli occhi –Oddio, cosa succede ora?-
-Sono tanto contenta… che
sia piaciuto il pezzo- disse mentre le lacrime scendevano. Lui sorrise e la
strinse. Lei lo abbracciò ridendo e piangendo insieme.
Naraku prese il microfono
-Complimenti ragazzi,
bravissimi. Davvero, bravissimi. Signori, un ultimo applauso per questi giovani
promettenti e un applauso anche alla nostra emozionata Kagome che non sa
trattenere le lacrime-
-Sciocco- singhiozzò lei
sorridendo. Sango si avvicinò a Kagome prendendola per le spalle e le asciugò
gli occhi
-Bravissima- mormorò
-Siete stati voi quelli
bravissimi… Kikyo sei stata fantastica- singhiozzò Kagome scuotendo il capo.
L’amica l’abbracciò. Kikyo e Naraku si guardarono e lui le sorrise e lei
corrispose felice. Paolo si avvicinò al gruppo
-Fenomenali, davvero.
Bravissimi- disse allegro –Kagome dov’è che le hai tirate fuori le parole?-
chiese sghignazzando
-Chiudi il forno- sbottò
lei. Tom le sorrise avvicinandosi
-Dai Kagome, basta piangere…
sembrerai una fontana se continui così- Kagome si asciugò gli occhi
-Si… ma sono tanto contenta-
disse annuendo.
Lui la abbracciò e lei
corrispose e per una volta Inuyasha non disse nulla.
ANTICIPAZIONI!!
(vi ho fregato? ^^)
Alloooooooooooooooooooooora,
il tempo degli addii è arrivato, i voli stanno partire e ci sarà un piccolo
colpo di scena! ^^
Ma come
faranno i nostri eroi a continuare la loro relazione nel “mondo reale di Tokyo”?
Sango e Miroku? Kagome e Inuyasha? Kikyo e Naraku?
La
paura è grande ma l’amore è profondo! Al prossimo, ultimissimo capitolo! ^^
Cari… amici… confidenti… insomma… voi… BENVENUTI A QUESTO ULTIMO
CAPITOLO
Cari… amici… confidenti… insomma… voi… BENVENUTI A QUESTO
ULTIMO CAPITOLO!! I vostri commenti mi demoralizzeranno dicendo “ah ah ah,
tanto c’è tutta la seconda parte e la terza” e allora io dirò
“bwahahahahahahah! Ma dopo è FINITO” Comunque siamo ad un passo avanti, la
prima parte si conclude in quest’ultimo emozionante e doloroso capitolo.
Dico doloroso perché dovrete dire addio a una persona molto
importante e di cui vi sarete affezionati… scoprirete comunque tutto alla fine,
non voglio dirvi nulla ^^
Dico doloroso perché i nostri eroi lasceranno Amsterdam, i
loro amici e i loro sogni perché dopo dovranno affrontare la vita di tutti i
giorni che porterà, NATURALMENTE, tantissimi problemi (non potete immaginarvi
cosa, in questi mesi, il mio cervellino ha progettato e che ha messo su carta
*__________* bwahahahahahahahah!!!)… Insomma, ho fatto un po’ di pubblicità per
la seconda parte che posterò un po’ più avanti, ma ne parleremo dopo…
Per ora ecco l’ultimo angolino per voi ^^ (ringrazio
Lolita-chan e babi93 scusandomi per non averle menzionate prima ^.^)
Fluffy: ^^- vai tranquilla, come ho detto non siamo che agli
inizi, manca la seconda e terza parte ancora, ricordalo!! La mia “satanicità”
non ha fine *_________* non ho ancora finito di fare soffrire i nostri beniamini,
credici!
Yuling-han: oh, ragazza mia, tu non PUOI COMPRENDERE quello
che comporterà tutto ciò… è davvero troppo… troppo… troppo complicato e poi…
-_-’’’’’’’ non posso svelare nulla ma spero ci rivedremo nella seconda parte
^__________^
Sango91: eh, hai ragione, non svelerò nulla!! Tranne la
pubblicità li di sopra (^^)… Mi spiace che tu abbia avuto problemi, spero
comunque nulla di insormontabile! Buona lettura!
Athenachan: ci sono moltissime cose in sospeso ancora… ma
non verranno svelate tutte ora ^_-
Shiratori_chan: sono contenta che i due capitoli ti siano
piaciuti ^^- Per la canzone, come ho detto nel capitolo scorso, è stata ideata
da una mia amica (ringrazio ancora Meky per la bellissima canzone) e sono
felice che sia piaciuta così tanto a tutti. Comunque buona lettura di questo
capitolo e alla prossima parte ^^
Kagomechan91: -_- la scuola si, è una vera palla al piede,
ti giuro non ne posso più! Sono felice che trovi il tempo per leggere e
recensire questa storia e spero continuerai anche in futuro ^^ ALLA PROSSIMA
Dido: ah, fidati, sono molto più ripetitiva io nelle
recensioni ^^ Comunque, mi dispiace ammetterlo, ma nella prossima parte non ci
sarà molto spazio dedicato alla musica, ed è un peccato comunque… Mi sta
venendo in mente una cosa per la terza parte e spero di riuscire a farla come
me la immagino ^^- Ma nella seconda parte se ne parlerà davvero poco… Comunque
buona lettura per questo capitolo!! ^^
Silvia91: ahhhhhhh! Grazie mille! Ho postato solo ora per
vari problemi (a dire la verità sono troppo presa per la fine della seconda
parte ^^-) ma spero che ti piaccia e
comunque presto posterò la seconda parte ^__________________^
Molto bene, dopo questo vi lascio a quest’ultimo capitolo e
vi dico sayonara!
Bacioni!!! ^o^
Capitolo 21
Addii
Venerdì. Ore 3.08
Kagome rientrò in camera e
Inuyasha accese la luce
-Arrivati- disse
sbadigliando rumorosamente. Kagome guardò la stanza con nostalgia e lui la
fissò curioso –Beh?-
-Uhm, niente…- disse lei
avvicinandosi al letto e sfiorando le lenzuola –È che… sai… domani torniamo a
casa… è l’ultima notte in questo albergo, dovrò dire addio a tutti e…- Lui
annuì
-Già… ti mancheranno Tom,
Naraku e gli altri?- chiese lui con un pizzico di rammarico. Lei lo guardò
irritata
-Sei ancora geloso?-
-No!- esclamò. Lei si mise
le mani sui fianchi –Beh… forse- Lo abbracciò
-Si, mi mancheranno ma ci
sentiremo per telefono quindi… non mi preoccupo tanto, certo domani sarò una
fontana ma… che ti devo dire, gli addii sono sempre così deprimenti!- Lui annuì
stringendola
-Domani verrà Tom
all’aeroporto?- Lei scosse il capo
-Deve fare alcune cose con
Eve che non può spostare e non crede di riuscire a raggiungerci- disse Kagome
infilandosi in fretta il pigiama. Lui si sedette sulla scrivania seccato
-Mi dici chi è ‘sta Eve?-
chiese. Lei sorrise
-Eve? È la ragazza di Tom,
che domande fai?- Lui spalancò la bocca
-Come!? Ma… ma…-
-Si sono conosciuti
all’università e si sono innamorati. Il problema è che lui non lo può dire a
suo padre perché Eve non è di una classe sociale adatta- disse lei con una
smorfia –Dice che suo padre non sarebbe affatto d’accordo…-
-Come minimo- sbottò lui.
Lei lo guardò scioccata
-Come prego?- sibilò
-Niente, scusami… niente-
disse lui mordendosi la lingua
-Niente un corno! Vorrei
farti notare, super insensibile, che anche io non sono della tua elevatissima
classe sociale! Ma anche se tu lo sapevi benissimo, non mi pare ti sia così
dispiaciuto andare a letto con una di loro!- Lo guardò fulminandolo e si mise a
letto –Vattene-
-Non ci penso proprio-
sbottò lui alzandosi in piedi –Non volevo dire quello che ho detto, davvero-
-Ma se lo hai detto lo
pensi! Ora te ne vuoi andare?-
-No- Lei gli tirò addosso il
cuscino che lui prese al volo
-Va via- sibilò guardandolo
con odio
-Forse non hai capito Kagome
che io faccio quello che mi pare quindi se voglio restare io resto!- Si
guardarono male poi lei spense la luce
-Bene, buonanotte- sbottò
coricandosi e chiudendo gli occhi. Non sentì nulla per un po’ poi da dietro si
sentì abbracciare e baciare la guancia
-Scusami- mormorò. Lei lo
guardò
-Non dirlo mai più!!-
esclamò. Lui annuì e lei sorrise attirandolo a se.
Venerdì. Ore 8.50
Un colpo. Altri due colpi.
Kagome si mise una mano in
faccia.
Tre colpi.
Inuyasha si mosse vicino a
lei destandosi.
Quattro colpi.
-Ma chi…?-
Tre colpi più forti dei
precedenti provocarono un rumore sordo all’interno della stanza da letto
-La porta?- chiese assonnata
Kagome
-Mmmh- mugugnò Inuyasha
–Rispondi no?- borbottò. Altri colpi
-Chi è?- chiese Kagome atona
e un po’ irritata
-Kagome muoviti! E pure tu
Inuyasha! So che sei lì, che credi? Dovete iniziare a preparare la valigia!
All’una dobbiamo essere all’aeroporto per il check in!-
-Miroku… che tu sia
maledetto- sibilò Inuyasha –MIROKU ACCIDENTI A TE! Ma hai visto che ore sono? A
raccattare la roba non ci si mette una vita!- esclamò
-Inuyasha alza il culo da lì
e muoviti- Si sentirono dei passi e infine una porta che sbatteva. I due si
guardarono
-È una mia impressione o è
irritato oggi?- chiese la ragazza. Lui strinse le spalle e la trasse a se
aspirandone il profumo –Dobbiamo alzarci Inuyasha- Le ricordò lei
-Un momento- disse lui
appoggiando la guancia sui suoi capelli. Lei lo guardò con la coda nell’occhio
–Ok, il momento è passato- Si alzò e le diede un lieve bacio –In piedi angelo-
-Non è da te dire certe
cose, tutto bene?- Lui annuì un po’ offeso
-Faccio il carino e tu me lo
rinfacci?-
-Oh no…- Gli cinse il collo
sfiorandogli il naso con il proprio –Mi è piaciuto. Dimmelo ancora-
-In piedi angelo- ripeté
sorridendo
-Mmh, ci potrei prendere
gusto, lo sai mio principe malvagio?- disse sorridendo
-Ah, a proposito…- La spinse
sul letto –Cos’erano tutte quelle cose sulla canzone? Mh?-
-Te ne sei accorto eh?- Lui
annuì –Oh, mi hai dato tu l’ispirazione… sei stato molto illuminante-
-E poi non sparirei mai-
disse. Lei lo guardò stringendolo
-Ma avevo paura che lo
facessi- mormorò. Lui la guardò incredulo –Il testo lo dice chiaramente:
Perché ti amo, ma ho
paura
Tu mi spaventi, troppo
grande e lontano per me
Sembri intrappolato
fra le stelle, lassù
Lontano da me
Così dannatamente distante…
Sento le onde
dividerci
La terra, il mondo,
l’universo
Quando poi tu ti
volti, mi sorridi e mi allunghi la mano
Scompari nel fumo
Portandomi via l’unica speranza, l’unica salvezza- cantò piano. Lui la guardò in faccia e sospirò
staccandosi, poi le sorrise
-Sei proprio scema!- disse
dandole un buffetto sulla guancia –Perché dovrei andarmene lasciandoti da
sola!?-
-Già…- “Non andartene mai
via da me…” Lui finì di vestirsi velocemente mentre lei lo guardava, andò alla
porta dopo averle dato un bacio in fronte
-Vado in camera a fare i
bagagli, mettiti anche tu al lavoro, ok?- Lei annuì e lui le sorrise. Lei
corrispose poco convinta poi lui se ne andò. Lei si buttò sul letto a braccia
aperte
-Perché ti amo, ma ho
paura
Tu mi spaventi, troppo
grande e lontano per me
Sembri intrappolato
fra le stelle, lassù
Lontano da me
Così dannatamente
distante…
Il mio principe malvagio
Il mio inferno, il mio
peccato- La ragazza sospirò poi
alzandosi si vestì e da sotto il letto prese il borsone iniziando a svuotare
l’armadio mettendo per primi i vestiti con cui aveva passato le serate. Finito
di svuotare l’armadio prese lo zainetto piccolo e mise dentro cd, il libro che
si era portata da casa, i trucchi e altre piccole cose. Andò a svuotare il
bagno delle proprie cose poi andò nella stanza del piano e prese i suoi
spartiti mettendoli sotto braccio. Guardò lo strumento e lo sfiorò con la punta
delle dita –Ciao bello- Uscì e li mise in borsa. Guardò l’ora e uscì
-Kagome!- Lei si voltò
-Inuyasha! Cosa c’è?-
domandò
-Mi sono dimenticato di
darti una cosa quindi…- Lei lo guardò interrogativa
-Dimmi-
Lui si mise dietro di lei e
la ragazza sentì qualche cosa di freddo toccarle il collo così si portò una
mano ad essa guardando. Era una piccola collanina d’oro con un ciondolo a forma
di chiave sempre d’oro. Lui la strinse da dietro e le sussurrò all’orecchio
-You have got key for open
my heart- (scusate l’inglese) *-Tu possiedi la chiave per aprire il mio cuore-*
La ragazza si girò e gli
buttò le braccia al collo baciandolo
-No! In mezzo al corridoio
poi no!!- Loro si voltarono e Kagome diventò di un bel colore pomodoro
-Paolo… ma tu non hai mai un
tubo da fare?- sbottò seccato Inuyasha mettendo le mani sui fianchi. L’amico
alzò le spalle
-Volevo solo dirvi che
quando torneremo a casa continuerete a venire a musica normalmente, capito?-
Loro annuirono meccanicamente. Paolo li guardò –Sono di troppo?- chiese seccato
-Già- risposero insieme.
L’insegnante mosse la mano infastidito poi si allontanò. Kagome guardò Inuyasha
-È bellissima Inuyasha-
disse felice. Lui annuì
-Te la volevo dare ieri sera
ma poi mi sono dimenticato- disse lui sinceramente
-Grazie-
-Niente- Le mise una mano
sulla testa dolcemente –Hai finito di là? Messo via tutto?- chiese
-Si papà- lo prese in giro
lei
-Non fare la spiritosa-
disse lui scompigliandole i capelli
-Niente, Naraku vorrebbe
dirci due parole- disse Kikyo indicando le scale –Ci aspetta nella sala da
pranzo- Annuirono e si diressero verso la stanza. Kagome tirò indietro Inuyasha
sussurrandogli
-Spero che tu, prima di
partire, ridia a Naraku il passepartou che hai fregato!-
-Per tua informazione non
l’ho fregato io, ma Paolo!-
-COSA!?- Il gruppo si voltò
vero la ragazza –Niente… niente…- disse lei nervosa. Alzarono le spalle e
continuarono ad andare –Paolo!? Ma… è scemo? Siete tutti e due scemi?- chiese
-Lo abbiamo fatto per una
buona causa!-
-Una buona causa?- ripeté
lei –Come poteva essere quella una buona causa? Entravi di nascosto in camera
mia! Avete fatto preoccupare un sacco Naraku- disse sempre piano ma con una
nota di rimprovero –E poi come diamine hai convinto Paolo?- Lui scrollò le
spalle
-Lascia perdere. Comunque
gliel’ho fatto trovare ieri sera davanti alla sua camera quindi…- Lei annuì
-Almeno quello-
Il quintetto entrò nella
stanza e dopo avere vagato un po’ lo sguardo trovarono l’uomo seduto ad un
tavolo in disparte con Paolo a fianco
-Allora Naraku, che
succede?- domandò Miroku quando tutti si furono seduti. L’amico sorrise
-Prima ordinate qualche
cosa, è l’ultima volta che posso offrire- Loro annuirono e obbedirono –Dunque…
per prima cosa volevo congratularmi con tutti voi- disse appena la cameriera se
ne fu andata
-Oh, non abbiamo fatto
nulla- rispose Sango scuotendo il capo
-No invece. Avete fatto
molto e avete dimostrato a tutti il vostro talento per la vostra giovane età-
disse –Ho fatto bene a fidarmi, non avete deluso nessuno- Kagome sorrise di
piacere –Poi… c’è un’altra cosa importante. Non ve lo avevo detto per evitare
di innervosirvi ma… un mio amico vi ha ripreso durante i vostri concerti-
-COME!?- gridò Kagome
diventando un pomodoro e scattando in piedi –Tu… cosa… hai…-
-Calma Kagome- cercò di
tranquillizzarla Sango sfiorandole il braccio. Kikyo fece una risatina
divertita
-Come posso… oddio… che
figura…- balbettò risedendosi e prendendosi il viso tra le mani
-È proprio per questo che
non ve l’ho detto- confermò Naraku annuendo, alludendo alla reazione di Kagome
–Ho chiesto al mio amico di preparare le cassette velocemente per riuscire a
darvele di persona e… eccole qua- Prese una borsa nera ai suoi piedi e l’aprì
tirandone fuori sei cassette –Sono certo che vi piaceranno, ha fatto un lavoro
splendido- annunciò. Loro ne presero una a testa compreso Paolo
-Grazie- dissero all’unisono
-Non c’è di che. Avete
preparato le valigie?- annuirono
-Bene, allora alle 12.00 si
parte- Si alzò e gli altri lo imitarono
-È stata una esperienza
fantastica Naraku, è tutto merito tuo, grazie- disse a nome di tutti Sango
imbarazzata. Lui assentì
-Non capita molte volte
nella vita… no, decisamente- disse scuotendo il capo e guardando Kikyo che
assentì piano –Kagome, ti posso parlare in privato?- domandò. Lei lo guardò
curiosa poi annuì scrollando le spalle
-Certo- Guardò i ragazzi –A
dopo-
Seguì Naraku per alcune
scale e vari corridoi poi entrarono in una stanza. Nelle pareti aveva dei
grandi quadri di pittori famosi: Picasso, Van Ghog… Vicino alla finestra c’era
una lunga scrivania con una pila di fogli in un angolo, una lampada e un
cordlex. Ai muri c’erano parecchi armadietti pieni di cassetti e cassettoni. Un
vero a proprio ufficio.
Lui si sedette sopra la
grande poltrona in pelle nera dietro la scrivania e le fece cenno di sedersi
davanti a lui, in una poltrona uguale ma più piccola. Si guardarono e lui
appoggiò la schiena allo schienale
-Kagome… ecco…- Lui sospirò
e lei si protese in avanti –Ascolta, tu hai un talento… davvero incredibile,
dico sul serio- Lei annuì –E…beh, ho
degli amici in Giappone, a Tokyo, che possono aiutarti a coltivare il tuo dono
e possono fare anche molto di più. Potresti lasciare la scuola di musica e fare
il conservatorio il pomeriggio o la sera, fare esperienza iniziando a suonare
come professionista… capisci?- Lei annuì un po’ stupita.
Suonare come professionista,
fare un conservatorio… era bellissimo, lo avrebbe voluto proprio fare però…
-Naraku, io ti ringrazio per
l’offerta, davvero ma… io non posso proprio- disse sospirando –Mi piacerebbe
ma… non posso farlo-
-Ci sono dei problemi?- Lei
annuì
-Già. Sopravviviamo con i
soldi che mia madre porta a casa e quel poco che guadiamo nel tempio, il mio
fratellino ha iniziato anche lui la scuola e la cosa si sta facendo parecchio
cara, l’affitto e le spese, più l’ospedale per mio nonno e le medicine per lui…
i soldi non bastano. Mia madre ha accettato che io andassi alla scuola di
musica perché sa che mi piace altrimenti non mi avrebbe mai permesso di farlo- Si
guardarono –Non posso mettere sulle spalle di mia madre anche il conservatorio,
non ce la faremmo- Lui sorrise
-Kagome, ma questo non è un
problema- disse lui. Lei lo guardò alzando le sopracciglia –Cioè, si può
risolvere facilmente-
-Non voglio debiti con te-
disse lei subito. Lui scosse il capo
-Uno di questi miei amici ha
un piccolo bar dove si suona musica dal vivo. Con la tua abilità non ti sarà
difficile abbagliarlo con un pezzo. Con tre o quattro sere a settimana
riuscirai senz’altro a pagarti il conservatorio visto che al mese prenderesti
una somma considerevole- disse
-Ma… Naraku, io ho anche la
scuola, non ce la farò mai! E poi non credo che potrò pagarmi il conservatorio
lavorando solo in un bar!- Lui sorrise
-Non preoccuparti di questo,
se ci saranno dei problemi ti darò una mano io e non discutere- La ammonì lui
quando lei aprì la bocca per ribattere –Ma mi devi dare una risposta così potrò
avvertire questo mio amico-
Lei lo guardò e fece dei
calcoli veloci.
Se il conservatorio era ad
un orario decente avrebbe potuto farcela e poi poteva studiare il pomeriggio e
se non ce la faceva poteva recuperare durante la notte
-Ci sono tutti i giorni le
lezioni al conservatorio?- Lui sorrise
-È un si?- Lei corrispose
-Non vedo l’ora!-
-Ma Kagome…- mormorò Sango
mettendosi seduta accanto all’amica. Erano nella stanza di Sango, le valigie
erano contro il muro e vedere la stanza senza le cose dell’amica era un po’
triste. Kagome la guardò
-Non fare quella faccia su,
è la mia occasione!-
-Ma la scuola? Dove la
metti? Eh?-
-Ce la farò. Naraku ha detto
che se avrò dei problemi con le spese mi darà una mano quindi…-
-Capisco che è una occasione
unica ma… non potevi aspettare l’estate per esempio? Mattina: scuola.
Pomeriggio: compiti più conservatorio. Sera: lavoro. Impazzirai!-
-No, non succederà!- disse
convinta Kagome
-Vabbé, fa come vuoi…- Le
sorrise –Ti darò una mano io con la scuola, non preoccuparti!-
-Oh, grazie Sango!!- La
abbracciò e con una gamba colpì la giacca che cadde
-Lo hai già detto a
Inuyasha?-
-No, ma lo farò presto-
Guardò l’orologio –Lo informerò dopo in aeroporto- Si alzò
-Comunque è meglio andare,
non vorrei arrivare tardi… Dopo chi lo sente Naraku!- Si piegò per afferrare la
giacca e la collanina ondeggiò dolcemente
-E quella cos’è?- chiese
Sango indicandola.
Kagome arrossì leggermente
sfiorando il ciondolo a forma di chiave
-Ehm… questa è… beh…- Sango
la fissò
-Inuyasha?- ipotizzò. Kagome
annuì –Porcellina- disse
-Non pensare chissà che!!-
-Senti, ci sei andata a
letto e non dovrei pensare chissà che?- domandò lei
-Beh, pensala come ti pare,
non mi interessa-
-No, ora me lo dici! Come te
l’ha data? Quando? Cosa ti ha detto?- Scoppiò a ridere –Me lo immagino… tutto
imbarazzato!- Kagome fece una smorfia e Sango rise di più
-Nulla del genere, non era
imbarazzato! Per niente! Me l’ha data prima e… a dir la verità Sango… sono
fatti miei!!- esclamò mettendosi la giacca con un movimento secco. La ragazza
buttò fuori il labbro inferiore
-Dai… non tenermi sulle
spine!!- esclamò afferrandole il braccio. Kagome alzò gli occhi esasperata e
prese le valigie e lo zaino
-Lasciamiiiiiiiiiiiii!!!!!-
-Daiiiiiiiiiiiiiiiii- Sango
prese le valigie e uscirono –Per piacere dai!!!!-
-Noooo!!!!-
-Odiosa!-
-Ossessiva!- esclamò di
rimando lei
-Beh, che vi prende?- Si
voltarono e Kagome si buttò nelle braccia di Inuyasha
-Non mi lascia stare uffa!-
si lamentò lei.
Sango strinse le spalle e
Miroku le si avvicinò
-Vuoi darmi la valigia?- Lei
gli sorrise senza guardarlo
-No, ce la faccio-
-Sicura?-
-Sicurissima- confermò
iniziando a scendere le scale
-Sango-
-Dimmi- disse senza
fermarsi.
Kikyo guardò i due e guardò
gli amici di fianco e lei che corrisposero lo sguardo
-Lo sta accuratamente
evitando o è una mia impressione?- bisbigliò Inuyasha. Kagome e Kikyo annuirono
-Non c’è da stupirsene più
di tanto alla fine- disse piano quest’ultima –Ora tornano a casa da fidanzati e
sono fratello e sorella!- Inuyasha assentì
-Qual è il problema?-
domandò Miroku
-Nessun problema, non
capisco cosa succeda- Si fermò ma non si voltò
-Lo so che d’ora in poi sarà
tutto diverso, arrivati in Giappone voglio dire… ma ne abbiamo parlato fino
alla nausea ieri!- esclamò
-Lo so… proprio per questo
non c’è nulla-
-Non è vero! Sei così da
ieri e…- Sango si voltò, gli occhi pieni di lacrime
-SCUSAMI! SCUSAMI TANTO SE
SONO PREOCCUPATA E SPAVENTATA! SCUSI MIO SIGNORE SE VUOLE MI INGINOCCHIO E LE
BACIO LE SCARPE!!!- gridò. Singhiozzò e si portò una mano al viso
-Non gridare, non ce né
motivo- disse lui –E poi cos’era quella battuta alla fine? Eh?- La rimproverò
–Ma…-
-Ma niente. Fine del
discorso- La ragazza raddrizzò le spalle e sparì dietro l’angolo. Kagome si
avvicinò a Miroku colpendolo forte nella schiena. Lui si voltò
-Ti darei un calcio se
potessi!! Ma che cavolo spari eh??????- sbraitò –“Non urlare, non c’è né
motivo”- Lo scimmiottò deridendolo –C’è motivo invece!! Ma perché diamine voi
maschi non riuscite a capire i sentimenti di noi povere fanciulle indifese??-
chiese fulminandoli –Vorrei strozzare il tuo debole collo accidenti a te!!!!-
Puntò il dito contro Miroku che si indicò spaventato –Siete fratelli e secondo
te non ci si deve preoccupare?? Ora tornerete dalle vostre famiglie e amici e
sai cosa succederà vero?? Dovrete tenere tutto nascosto e anche se Sango ti
ama, credi sul serio che non le dispiacerà non potere camminare per Tokyo con
te mano nella mano eh????? E poi lei vuole molto bene a sua madre e suo padre,
secondo te cosa succederà quando lo scopriranno i suoi??? Perché alla fine lo
scopriranno! E credi davvero che la notizia non farà scandalo!? Ora sii uomo e
non dire cazzate, prendi le tue responsabilità, và da Sango a testa alta e
incoraggiala, falle tornare il sorriso o giuro che ti meno e neanche i tuoi
beneamati COBRA e Co. ti salveranno, CHIARO!?!?!?!?!?-
Paolo alzò lo sguardo al
soffitto e Sango dopo un momento di sbigottimento scoppiò a ridere.
Se non l’avevano sentita per
tutto l’hotel…
Miroku boccheggiò un si e si
allontanò barcollando come se lo avessero colpito con dei pugnali. Kagome
incrociò le braccia al petto ringhiando epiteti poco femminili poi sospirando
si calmò. Kikyo la abbracciò baciandole la guancia
-Sei grande!- Kagome sorrise
-È una delle mie ottime
qualità!- si pavoneggiò lei spostandosi un ciuffo ribelle dalla fronte.
Inuyasha le sorrise
-Ok ok… avete finito? Anzi:
Kikyo levati da lì- ordinò lui staccandola gentilmente
-Dio mio… Inuyasha. Non puoi
essere davvero geloso di una mia amica!-
-Non sono geloso di una
ragazza, ma siamo in ritardo- puntualizzò lui. Lei gli fece la linguaccia
-Sei… sei… in realtà non so
cosa sei- Kikyo passò davanti ai due
-Il mio principe
malvagio
Il mio inferno, il mio
peccato- cantò –Ci ha azzeccato
da morire- sghignazzò
-Kikyo…- disse Inuyasha
minaccioso
-Si?????- Kikyo sbatté le
ciglia più volte innocentemente
-Non fare quella faccia, non
attacca-
-Faccia? Che faccia? Non
capisco- disse ingenua
-Kagome- Lui la guardò
speranzoso in un supporto morale ma lei gli voltò le spalle
-Non ti sento-
-Ok, ho capito. Tutti contro
di me- Lei annuì –Oh, mi stavi ascoltando Kagome cara?- La ragazza si morse la
lingua guardando il sorriso beffardo di lui.
Fregata.
Quando si ritrovarono
davanti alla porta alcuni minuti dopo, notarono tutti con sollievo che Sango
sorrideva e il povero Miroku era caricato di una qualche valigia in più
-Sta sorridendo- disse
quest’ultimo indicando Sango appena vide Kagome che ghignò soddisfatta
-Le tue dolci note sono
state forti e chiare- comunicò Paolo ghignando. Kagome annuì
-Doveva risultare una
minaccia- Li informò
-Ci sei riuscita- La consolò
Sango annuendo
-Benissimo- Il gruppo prese
ad andare alla porta ma Miroku sembrava leggermente impedito
-Ti vedo in difficoltà- Lo
prese in giro Inuyasha facendo ondeggiare le sue uniche due valigie
-Vaffanculo- Rispose Miroku
fulminandolo. L’amico alzò le braccia
-Troppo doloroso-
-Allora fottiti-
-Decisamente meno doloroso-
I due si guardarono e scoppiarono a ridere seguiti a ruota da Paolo. Le tre
ragazze li guardarono scioccati appena presero coscienza delle loro parole
-Ditemi che non li conosco-
implorò Kikyo
-Ditemi che non è il mio
ragazzo- invocò Kagome
-Ditemi che non abbiamo
fatto pace- mormorò Sango
-Che diamine succede? Perché
non siete ancora in macchina?- Kikyo parve rilassarsi e sospirare di sollievo
all’arrivo di Naraku
-Ecco un uomo- disse. Le
amiche annuirono concorde; i tre smisero di ridere e le fulminarono
-E questa sparata da dove
salta fuori?- chiese Paolo
-Che lui non è così stupido-
dichiarò convinta Kikyo
-Aaaaaah- dissero i tre
stupidamente.
Kikyo alzò il sopracciglio
evidenziando, con un ampio gesto della mano verso di loro, la conferma della
sua affermazione
-Qualcuno si degna di
rispondermi?- sbottò Naraku irritato
-Stiamo dando un ultimo
addio alla nostra cara dimora- disse Kagome indicando l’atrio. Sango si
illuminò
-“La dimora è il luogo in
cui la persona si trova in via del tutto transitoria”- (Copiate parola per
parola dal mio libro di Diritto V.V Nd) Kagome a quelle parole impallidì
leggermente
-Noooooo Diritto no!!-
implorò portandosi le mani al viso
-E chissà il prof chi
interrogherà Lunedì- Kagome diventò cinerea-Con noi deve pure finire il giro dopotutto, ma a me non tange: ho studiato-
Kagome si portò le mani nei capelli e Sango ghignò divertita continuando
imperterrita –Poi non so come farai per Martedì a fare tutti quei compiti di
Tedesco che la prof ha dato in queste due settimane- Quello sembrò il colpo di
grazia per la giovane che si portò le mani al cuore –Ma anche se io non li
faccio non è un gran problema… tanto io ho 9 in tutte e due le materie- Kagome
la guardò malissimo poi le si avvicinò piano
-Sangooooo?- implorò
languida
-La risposta è no- disse a
bruciapelo allontanandosi a passo di marcia
-Ti odio!- gridò lei. Sango
alzò il pollice alzando le spalle mentre scendeva i gradini dell’hotel –Odiosa
alla seconda!!- Sango, che l’aveva sentita, ricomparve
-Kagome, vogliamo provare a
parlare di Matematica? Dove IO ho 8/9?- La ragazza arrossì di rabbia
-No- biascicò –Ma non sei
molto carina-
-Un po’ ogni tanto lo devo
essere, mi stanco altrimenti!- Si giustificò sventolando la mano
-Ma tu hai una materia in
cui vai bene?- chiese Inuyasha guardando la sua ragazza. Lei lo fulminò
-Tu sei l’ultimo che deve
toccare con me questo argomento e per tua informazione nelle materie letterali
sono un asso!- esclamò lei seccata. Sango abbozzò ad un sorriso al ricordo
dell’anno passato
-Muovetevi, non vorrei
arrivare tardi- disse quest’ultima
-Benedette parole- disse
Naraku spingendoli fuori
-Addio bell’hotel!!- esclamò
Kagome agitando freneticamente la mano.
Misero i bagagli nel baule e
salirono per l’ultima volta nella mercedes che, silenziosa come al solito,
partì portandosi dietro i ricordi di quel lungo viaggio.
Kagome rimase a guardare il
paesaggio per tutto il tragitto facendo vagare la mente.
Si ricordò la prima volta
che era arrivata all’hotel, la sua eccitazione era palpabile ma anche il
disprezzo per Inuyasha e Miroku era chiaro come il sole. Per quest’ultimo non
c’erano problemi: non si parlavano praticamente mai! Invece con Inuyasha la
cosa era degenerata con il passare delle ore: lui la stuzzicava e la faceva
arrabbiare, litigavano, facevano “pace” per poi tornare a litigare di nuovo,
poi un bel giorno il ragazzo aveva deciso che lei era la sua ragazza per
qualche maledettissimo bacio che lei non riusciva a rifiutare.
Se ci ripensava le saliva il
sangue al cervello!!
Poi però, tutto era passato,
bene o male, e lei si era accorta che lo amava. Le scenate di gelosia erano
sempre presenti, soprattutto quando c’era Tom intorno.
Al ricordo di quel ragazzo
così dolce sorrise, le era stato sempre vicino, ed era grazie a lui, in un
certo modo, che lei non si era lasciata abbattere e poi per un certo verso era
stato il suo confidente. Pensare poi che si era presa una cotta per lui subito…
ah! Che vergogna! Ci aveva pure provato! Chissà che sarebbe successo se tra
loro fosse nata una storia… le venne quasi da ridere… beh, sicuramente il
signor Holsen non sarebbe stato molto felice!!!!!!!!!!!!! Sfiorò il ciondolo: meno male, ora aveva
trovato una persona che la amava e le voleva bene… Un braccio le cinse le
spalle attirandola a se e lei appoggiò la testa sulla sua spalla senza, però,
staccare gli occhi dal paesaggio
-Che fai? Pensi o… sogni?-
Le chiese Inuyasha. Lei lo guardò negli occhi
-Sogno, ma penso sopratutto-
rispose
-E io ci sono nei tuoi
sogni?- La stessa domanda. Kagome gli strinse la mano sorridendo e tornò a
guardare il paesaggio
-No Inuyasha… lo sai… nei
miei sogni tu non ci sarai perché a me piace guardarti in carne e ossa- Le
ricordò lei. Lui si rabbuiò un po’
-Beh, non sei molto gentile
a dire il vero-
-E mi piace soprattutto
quando posso dirti baciandoti: ti amo- Lo baciò e lui le sorrise
-Cof cof… capolinea… cof
cof… ho detto… HO DETTO CAPOLINEA SANGUISUGHE!!- urlò Paolo. Kagome e Inuyasha
scoppiarono a ridere
-Manco fossi mio nonno!-
esclamò lei lo guardò corrucciarsi e fulminarla –Oh… su…- disse lei con
sufficienza –Non fare il caprone dai- Guardò dal finestrino l’enorme aeroporto
-Da qua tutto iniziò e da
qua tutto finirà- proferì saggiamente Sango scendendo dall’auto
-Vi accompagno fino
all’imbarco ok?- chiese loro Naraku quando ebbero recuperato i bagagli
-Non ti vorremmo disturbare-
disse Kagome preoccupata. Lui le sorrise
-Nessun disturbo Kagome. Non
preoccuparti-
-Allora andiamo- ingiunse
Kikyo. Iniziarono a camminare
-Kikyo… come mai così tante
borse?- domandò Kagome ingenua –All’inizio ne avevi solo una!- La ragazza si
schiarì la voce preoccupata
-È che… è che ho fatto molte
compere!- esclamò subito dopo. Kagome alzò le spalle e annuì.
Naraku rallentò leggermente
e le fece cenno di raggiungerlo. Kagome ubbidì e gli si mise a fianco. Alzò lo
sguardo per guardarlo negli occhi e rimase sbigottita da quanta bellezza aveva
quell’uomo. Anche la prima volta che lo aveva visto ne era rimasta molto
affascinata. Mai quanto Inuyasha però!
-Ho chiamato questo mio
amico. Qua c’è il posto, il giorno e l’ora- disse dandogli un foglietto scritto
a mano –Vuole vederti in questo locale, lo conosci?- Lei annuì
-Ogni tanto ci vado con i
miei amici la sera-
-È lì dove, se vuoi,
lavorerai. Ho già preso tutti gli accordi e devi solo parlare con lui- Kagome
annuì mettendosi in fretta in tasca il foglietto
-Grazie- mormorò
-Come mai non vuoi dirlo a
Inuyasha?- chiese lui –Non mi sembra ci siano problemi tra di voi- disse
alludendo a prima. Lei arrossì
-No, non è questo. Sai, dopo
te lo immagini che scenata farà? Guarda, meglio che non lo sappia!- Naraku
annuì
-Che diavolo state facendo?-
Loro guardarono Inuyasha che si era bloccato
-Niente- dissero subito e
Kagome si avvicinò al ragazzo che la fissò truce. Lei gli prese la mano e
ricominciarono a camminare. Lei si voltò verso Naraku che stava parlando con
Kikyo e lui incrociò i suoi occhi. Kagome sorrise rassicurante e lui corrispose
-Inuyasha cavolo! Non puoi
essere geloso di Naraku!- esclamò Miroku sghignazzando
-La vogliamo piantare con
‘sta gelosia??- chiese lui seccato
-Oh Inuyasha… povero dolce
cucciolo indifeso- Inuyasha fissò male Miroku
-Miroku, chiudi il becco-
sbottò Sango cercando di evitare una prossima lite
-Non che ti lamenta molto del
mio becco quando ti faccio…- Sango gli pestò un piede con forza
avvampando e Paolo ghignò
-Maiale-
-Cosa? Non ho capito! Di che
diamine parlate?- chiese Kagome guardandoli uno a uno
-Niente angelo niente.
Lascia perdere- disse Inuyasha
-Dai dimmelo!- esclamò
-È pericoloso per una
bambina come te sapere certe cose-
Lei gonfiò le guance e lui
si abbassò mormorandole nell’orecchio. La ragazza diventò bordeaux e si
allontanò da lui di scatto. Guardò Sango scioccata e lei evitò accuratamente il
suo sguardo
-Ok ok… le vostre maialate
evitatemele d’ora in poi- biascicò lei guardandosi intorno –Dove dobbiamo
andare ora?- chiese guardando le persone che si muovevano veloci
-Per fare il check in
dobbiamo andare di là- disse Naraku indicando un bancone.
Loro annuirono e si
diressero là tirando fuori il biglietto aereo. L’uomo li guardò dare uno a uno
le valigie e sospirò guardando poi Kikyo che si era messa in fondo. La ragazza
da copione iniziò a guardare nella borsa imprecando leggermente e diede una
veloce occhiata a Naraku sorridendogli impercettibilmente. Lui corrispose e lei
gemette appena tutti ebbero consegnato i bagagli
-Che succede Kikyo?- chiese
Paolo –Tocca a te- disse
-Credo… credo di avere
lasciato il biglietto in hotel- buttò. La reazione fu immediata: il grido di
indignazione riecheggiò qualche secondo nell’aria e fece voltare parecchia
gente verso il gruppo –Mi spiace- mormorò
-E ora?- chiese Kagome
angosciata
-Torniamo in hotel- disse
Miroku subito. Kikyo scosse il capo
-Perderete l’aereo- disse –E
il biglietto è già pagato-
-Allora prendine un altro-
propose Paolo
-E dove li trovo i soldi? E
poi a quest’ora sarà tutto esaurito!- Il gruppo si guardò: in effetti… -Che
casino! Ma dove ho la testa?-
-Non c’è altro modo, Kikyo
prenderà il prossimo aereo per il Giappone- disse Naraku –Non sarà prima di 3\4
giorni però-
-Da sola!? Non se ne parla!
Restiamo anche noi- ribadì Kagome
-E le vostre valigie? A
quest’ora saranno già dentro l’aereo- Si guardarono e Kikyo abbozzò ad un
sorriso –Non preoccupatevi, starò bene- rassicurò.
Sango la scrutò attentamente
e Kikyo evitò accuratamente il suo sguardo diventando però nervosa; la ragazza
posò il suo sguardo indagatore su quelli di Naraku che la fissò.
Sango capì, in un momento
capì tutto quello che c’era da capire
-Ma io…- Sango posò una mano
sulla spalla di Kagome interrompendola. Le due amiche si guardarono e Sango
sorrise
-Naraku ha ragione Kagome,
Kikyo prenderà il prossimo aereo e sono certa che se la caverà, dopotutto… è
una ragazza forte, no?-
Guardò Kikyo calcando bene
sul doppio senso e Kikyo annuì ringraziandola con gli occhi
-Lo so- mormorò Kagome. La
voce di una donna si diffuse nell’aria
-Il volo 125 diretto a Tokyo
è pronto per l’imbarco, i passeggeri sono pregati di dirigersi allo sportello-
La voce si spense e il gruppo si guardò
-È ora. Fate buon viaggio
ragazzi- disse Kikyo
-Ci sentiamo- disse Naraku
con un cenno del capo. Kagome abbracciò Naraku con le lacrime agli occhi
-Grazie- mormorò
-Niente… dai, non piangere
Kagome-
-Non piango- disse con la
voce rotta ma nessuna lacrima scendeva, gli occhi forse un po’ rossi ma niente
lacrime. Anche Sango lo abbracciò stretto
-Attento a ciò che fai-
mormorò
-Sei una ragazza perspicace-
disse lui
-So quando la gente mente e
il resto viene da se no?- sussurrò.
Lui annuì e si staccò, poi
strinse la mano a Miroku, Paolo e Inuyasha. Kagome abbracciò Kikyo sorridendole
-Chiamami ok? Così non mi
perdo nulla di ciò che accade qua in questi pochi giorni- Kikyo sorrise e annuì
-Ok- Kikyo aveva gli occhi
leggermente rossi e Kagome la guardò
-Beh? Che fai? Piangi?-
-No, che dici?- Kikyo la
allontanò veloce e le sorrise –Ciao!- Kagome corrispose il sorriso e alzò la
mano
-Non lo so- rispose
sinceramente. Sango la strinse con più forza nascondendo il viso rosso dallo
sforzo di non scoppiare in lacrime. Le spalle iniziarono ad abbassarsi e
alzarsi velocemente –Oddio non piangere ti prego… altrimenti io…-
-Sango ti muovi? Tanto vedremo
Kikyo presto!- sbottò Kagome
-Si- mormorò staccandosi
–ciao Kikyo- disse
-Ciao Sango- li salutò
mentre si allontanavano e appena furono scomparsi scoppiò in singhiozzi
stringendosi a Naraku che la strinse affettuosamente
-I passeggeri del volo
diretto a Los Angeles sono pregati di imbarcarsi-
Lui prese fuori i due
biglietti quando la voce si spense. Naraku prese poi due valigie della ragazza
che contenevano anche i suoi effetti e le cinse le spalle
-È il nostro amore, dobbiamo
andare- Lei annuì tra le lacrime e si allontanarono.
Kagome spense il cellulare
veloce con gli occhi gonfi pieni di lacrime. Inuyasha le accarezzò la guancia
-Dai Kagome, dopotutto è un
arrivederci- Lei tirò su con il naso asciugandosi gli occhi
-Lo so… ma non riesco a non
piangere…- singhiozzò
-Signori, cadranno i cieli.
Io arrivo e loro non stanno litigando!- Lei si voltò di scatto a quella voce e
quando lo vide scoppiò a piangere abbracciandolo
-Tom… sigh…giura che chiamerai e che mi verrai a
trovare… anche con Eve, giura- Singhiozzò stringendosi a lui. Tom le sfiorò i
capelli cullandola
-Te lo prometto- disse –Ma
basta piangere, demoralizzi tutti!-
-Non sto… non piango io-
-Ma se singhiozzi così come
puoi salutare Eve? Già che lei il giapponese lo capisce poco poi se ci ti metti
anche tu…-
-Cosa vorresti dire?- chiese
una voce di fianco a loro.
Kagome si staccò guardando
la ragazza che le sorrideva. Si abbracciarono mentre Kagome non finiva più di
piangere e Tom strinse la mano ai tre ragazzi, Inuyasha per ultimo
-Non farla piangere o ti
picchierò- gli disse
-Tsk, fatti i tuoi invece di
dire a me certe cose- sbottò.
Tom scosse il capo poi
abbracciò Sango che gli spiegò tutta la cosa di Kikyo, il ragazzo annuì
-Me lo immaginavo- disse
-Fai buon viaggio verso
Giappone- sussurrò Eve. Kagome annuì
-Si… lo farò sicuro. Tu sta
bene ok?- singhiozzò. Eve annuì e la guardò piangere
-Ora basta o tu diverrai
fontana!- esclamò ad un certo punto facendo ridere Kagome tra le lacrime –Io so
che addii terribili ma qua si sfiora la tragedia!!- esclamò scuotendo il capo
guardando poi i ragazzi –Tutti così voi giapponesi? Se così io non venire mai!
Mettete depressione solo a guardarvi!- Tutti scoppiarono a ridere
-No, tranquilla. Kagome è
solo frignona- disse Sango
-Che amica- sbottò la
ragazza in questione
-Il vostro volo vi reclama!
Buon viaggio a tutti!- esclamò Paolo alzando la mano
-See you soon!- esclamò Eve contenta. I
ragazzi alzarono la mano.
L’aereo decollò piano e Tom
lo guardò diventare un puntino lontano
-A presto Kagome- mormorò
per poi baciare la sua ragazza e allontanarsi dall’aeroporto.
Un altro aereo però si stava
allontanando nella direzione opposta.
Due passeggeri, mano nella
mano, guardavano dal finestrino la terra diventare sempre più piccola e quando
fu sparita si lanciarono uno sguardo pieno di promesse. Kikyo appoggiò la testa
all’ampia spalla di Naraku pensando al loro futuro.
Direzione: Los Angeles!
In
quel momento…
non
potevo immaginare neppure nei miei sogni più orrendi
che
l’incanto di quei giorni,
la
felicità di quei momenti,
si
sarebbe tramutato, in un futuro non molto remoto,
in
un orrendo
orribile
e
doloroso incubo…
Fine prima
parte
Benissimo, ed ecco la
vera ed unica fine. Ci vediamo nel sequel ^////^ e vi aspetto tutti