Looking for happiness.

di KathStonem
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** What happened to me?! ***
Capitolo 2: *** I never smile. ***



Capitolo 1
*** What happened to me?! ***


“No ti prego, non farlo” Lo imploravo, piangevo, tremavo. “ Sssh, non mi piace sentirti piangere…”Diceva lui mentre mi scrutava con occhi vuoti e privi di emozione. Con una mano teneva il mio collo, con l’altra accarezzava i miei capelli. “E allora non darmi le botte, per favore..” Questa volta a stento usciva la voce, tanto stretta era la sua presa intorno al mio collo. “Ma tesoro ho detto che non mi piace sentirti piangere, non che non mi piaccia il suono delle tue urla” E così inizio la tortura. Quella mano che prima mi accarezzava iniziò a schiaffeggiarmi violentemente, l ’altra mi teneva ferma. Mi alzò, toccando piano il mio sedere e mi tolse la camicia da notte. Mi distese sulla tavola, togliendo anche l’intimo e salendo a cavalcioni sopra di me. Sentivo le sue mani ovunque e faceva male. Molto male. Urlavo ,la gola bruciava. La sua lingua leccava le mie parti intime, le sue unghie graffiavano la mia pelle delicata. Si fermò per qualche attimo, il tempo di spogliarsi e poi ricominciò. Il suo corpo nudo spingeva sul mio corpo da appena adolescente. Finito lo stupro, veniva la violenza. Mi diede qualche pugno e qualche calcio, sentivo il sapore del sangue sulle mie labbra. Poi svenni.
 
Dovevo smetterla. Ricordare l’inferno che avevo passato non mi avrebbe di certo aiutata a dormire. Dovevo stare tranquilla. Mio padre era in carcere adesso e là sarebbe stato fino alla sua morte. Ero sollevata del fatto che non l’avrei più rivisto. Guardai la sveglia, mancava poco per la scuola. Andai in bagno, misi un po’di matita e fondotinta, pettinai i miei capelli rossi e li piastrai un pochino. Mi misi un paio di jeans e una t-shirt bianca con qualche scritta stupida. Scesi e mi scaldai la mia solita tazza di latte. Poco dopo arrivò mia madre, con la solita vestaglia ocra e sue occhiaie profonde.  “ Ciao Vickie ” La fulminai con lo sguardo “ Buongiorno Lizzie ” Non la chiamavo mamma da cinque anni. Lei si diceva delusa e indignata. Ipocrita del cazzo. Quando mio padre ci violentava lei non muoveva un dito. Chissà magari godeva pure a essere stuprata la stronza.  Non l’avrei mai perdonata per questo.
Presi lo zaino e me ne andai senza salutare. Presi l’Ipod e misi “ Alibi ” dei 30 Second To Mars. Amavo quella canzone. O meglio adoravo tutte le loro canzoni. Erano una forza della natura. Dopo una decina di minuti arrivai a scuola. Odiavo abitare vicino scuola. Certo aveva i suoi pro, ad esempio non dover fare km a piedi per prendere la corriera, rischiando poi di rimanere pure in piedi. Ma il copiare i compiti? E la scusa del “ ho perso la corriera ” quando si era in ritardo?
Ero ferma davanti al mio armadietto, con le spalle rivolte verso al corridoio quando qualcuno mi toccò la spalla. Sussultai ,il mio respiro divenne subito affannoso, le mani cominciarono a tremare e il mio cuore perse un battito. Cazzo ,non riuscivo proprio a comportarmi come una persona normale.                                                                                                                                                                                                                                                               “ Sc..scusa non volevo spaventarti ” Fece una voce profonda e preoccupata. Mi voltai e vidi due occhi color del cielo anzi no, del mare. Ma erano molto più belli di entrambi.                                                                         
“ Bè l’hai fatto. Cosa vuoi? ” Non volevo essere maleducata ma non mi andava di fare amicizia. Non mi andava di tenere alle persone.                                                                                                                                                                                                                                                                      “ Scusa sono nuovo qui. E’ il mio primo giorno e ho pensato che, visto che saremo nella stessa classe, mi avresti potuto dare una mano ” Disse lui, sorridendo. Ma che cazzo?!                                                                                   
Punto numero uno : mi aveva forse presa per una guida turistica?                                                                                                                 
 Punto numero due : stessa classe? E’ un veggente, legge i tarocchi? Come cazzo fa a dire che siamo nella stessa classe?                                                                                                                                                                                                         
Punto numero tre : era decisamente troppo intraprendente per i miei gusti.                                                                                                 
“E  tu come cazzo fai a dire che siamo nella stessa classe? O meglio, come fai a sapere in che classe sono? Se sei uno stalker ti conviene starmi lontano non ci metto niente a darti un calcio nei coglioni, stronzo ”.                                   
Mi aspettavo che se ne andasse o che cominciasse ad urlare o che, se era uno di quei nerd scassapalle, andasse a piangere dal preside. E invece scoppiò a ridere. Si stava divertendo. E io avevo una voglia pazzesca di prenderlo  a schiaffi.                                                                                                                                                                                                                     
“ Complimenti, hai carattere. E mi dispiace deluderti ma non sono uno stalker, anche se per te lo potrei diventare. Ehi, non guardarmi così, sto scherzando. Comunque tu sei in 4B e lo so perché vedi, in segreteria mi hanno detto che tu sei la rappresentante di classe e che spetta a te occuparti dei nuovi alunni ”.  Ok, questa non me l’aspettavo. Mi ero completamente dimenticata che toccava a me accogliere i nuovi alunni. Merda, merda, merda. Rimasi per qualche secondo a bocca aperta, poi il mio cervello riprese a funzionare.                                                                                                                                                                                                                              
 “ Oh, già..Non volevo essere scortese ” Oh wow. Molto originale, davvero. E convincente soprattutto. Ma che cazzo mi stava succedendo?                                                                                                                                                                                        
“ Ah non ti preoccupare. Io sono Freddie ” Mi porse la sua mano. Aveva delle mani grandi e affusolate. Erano bellissime. Feci uno sforzo enorme per porgergli la mia mano. Facevo molta fatica ad avere del contatto fisico con persone dell’altro sesso.                                                                                                               
“ Ehm..Io sono.. ” Come cazzo mi chiamavo? Ah già, Vickie. “ Vickie ”. Mi guardò incredulo, deve avermi preso per una pazza scatenata.                                                                                                                                     
“ Piacere ” Dissi con un filo di voce.                                                                                                                                  
“ Nah ,il piacere è tutto mio ”. Era la prima persona felice di avermi conosciuto.                                                                                    
“ Bè che dici, mi accompagni in classe? ”                                                                                                                                                                    
“ Ce..Certo. Sì subito.” Ok la dovevo smettere. E in fretta. “ Seguimi ”.                                                                                                
Sentivo che camminava in fianco a me, attento a non sfiorarmi. Le mie reazioni dovevano averlo colpito parecchio. Chissà che pensava. Giungemmo in classe e io mi sedetti al mio posto, vicino a Alice.                                                       
Alice era…quello che si avvicinava di più ad un’amica. Lei sapeva tutta la mia storia e, a differenza degli altri, questo non l’aveva fatta scappare e mi era rimasta “vicino”. Aveva fegato la ragazza. Era minuta, normopeso e bionda. Purtroppo però non potevamo essere giudicate amiche. Lei era semplicemente educata con me, niente di più. A volte penso che mi voglia bene. Altre che io le sia completamente indifferente. Qualche volta penso che mi odi.                                                                                                                                                                
Mi sedetti ma lei si stava mangiando con gli occhi Freddie. Provai un po’ di pena per lui. Quando Alice puntava qualcuno, sarebbe stato suo a tutti i costi.                                                                                                                                 
“ Quanto figo è? Solo Dio sa cosa gli farei. . ” Disse, leccandosi il labbro. Bè, Freddie era oggettivamente bello, ma io non ero il tipo di ragazza che sbavava dietro ad un bel faccino.                                                                                 
“ Non è male.. ” Dissi io, minimizzando.  Alice mi guardò come se avessi appena detto una bestemmia o peggio.                                                                                                                                                                                                                         
“ Non è male?! Tu sei scema forte è! ” Disse parecchio infastidita.                                                                                                               
Non feci in tempo a ribattere perché entrò la prof. Steck, quella di biologia. Con aria annoiata presentò a tutti Freddie. Faceva Mist di cognome. Cognome un po’ stupido direi.                                                                                                  
“ Come si è trovato signor Mist? ”                                                                                                                                                                                 
 “ Bene, grazie signora Steck. La nostra rappresentante di classe, Vickie, mi ha accolto in modo lodevole. E’ stata molto gentile e disponibile. E approfitto di questo momento, per ringraziarla davanti a tutta la classe. ”                                                                                                                                  Era impazzito. Era l’unica risposta plausibile. Cosa cazzo stava dicendo? Si era bevuto il cervello? Non mi voltai nemmeno verso Alice, già sapevo che mi stava incenerendo.  Dopo io e Freddie avremmo fatto i conti, su quello non c’era dubbio. La lezione continuò, noiosa. Io non ascoltai una parola.  Suonò la campana e Alice mi bombardò di domande: “ Ci hai parlato? Perché non me l’hai detto? Ti piace? Avete un appuntamento? Hai il suo numero? ”                                                                                                                                                              
“ Alice,respira. L’ho semplicemente accompagnato qui,niente di più. Sinceramente non ho idea del perché di quella sviolinata ”.     
Stranamente, mi credette.                                                                                                                                                                                    

 


Nell’ora successiva, mi arrivò un bigliettino. Era di Freddie. C’era scritto :                                                                                                                                
“Spero che non te la sia presa per prima, non volevo metterti in imbarazzo. La tua compagna di banco mi fissa in modo inquietante, non so di come tu faccia a sopportarla. Bè questo il mio numero: **********. Che ne diresti se ci sentissimo, ogni tanto?”                                                                                                                                                             
Mi voltai verso di lui e mi sorrise.                                                                                                                                                                      
E stranamente, per la prima volta nella mia vita, mi venne voglia di sorridere.

 
  Ciao a tuttiiii J Spero vi piaccia la piega che ha preso la storia,ci tengo davvero tanto. Ditemi che ne pensate,aspetto vostre recesioni!  

                                                                                                                                                                                                                             

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Capitolo 2
*** I never smile. ***


Questo è  tutto ciò di cui sono certa.

 

Mi chiamo Vickie. Ho 17 anni.

Io cado dentro le cose e spesso mi capita di sbucciarmi le ginocchia. Vorrei dire la cosa giusta al momento giusta e sentirmi accettata per una volta.
Vorrei che non me ne fregasse niente del mio aspetto e invece non mangio per essere migliore, più bella. Mi piace il latte, ne bevo una grande tazza la mattina e la sera, prima di dormire con la vana speranza che scacci via quell’incubo.
Amo le sorprese ,odio la monotonia. Gli occhi di mia madre sono saturi di infelicità e io non riesco a cambiare le cose. Vorrei non essere mai stata bambina, vorrei  non avere mai visto mio padre uccidere mia sorella.            
    
                                                                                                                      

Ho mentito e ho deluso un sacco di persone. Quelle che amavo le ho perse quasi  tutte. Non mi piace avere paura ma la cosa che odio di più è soffrire. Perché ho già sofferto troppo, non dovrebbe esserci una specie di giustizia divina in questo mondo? Darei tutto per rinascere un’altra volta. Per non conoscere la violenza, l’anoressia e la droga.

“Quando ti droghi, quando vendi il tuo corpo significa che non ti vuoi nemmeno un po’ bene” .
Ed è proprio così. Non me ne frega un cazzo se questo mi porterà dritta verso l’inferno, quello vero.

Ho un tatuaggio nel fondoschiena, con scritto “Die trying”. Mia madre quando l’ha visto ha pianto. Che ipocrita: entrambe sappiamo che lei se avesse avuto qualche capello bianco in meno l’avrebbe fatto.  Noi siamo molto simile, eccetto per una cosa.

Io non avrei MAI lasciato che l’uomo che amo mi trattasse come una schiava e che uccidesse di botte mia figlia e rovinasse l’altra. Tutto qui.

Amo il nero.

Nero come lo smalto che non tolgo mai.
Nero come i corvi che si appoggiano alla mia finestra.
Nero il pennarello indelebile con cui ho cancellato dal mio certificato di nascita il nome di mio padre.
Nero come il vestito che indossavo al funerale di mia sorella.
                                                                                           

E’ il colore della mia vita insieme al rosso.                                                                                                                             

Rosso come il sugo di pomodoro che preparava la nonna
Rosso come il rossetto che indossavo quando mi prostituivo.
Rosso come il sangue che usciva dalla bocca di mia sorella pochi secondi prima di morire.

Credo che l’amore sia la fine. In una coppia c’è sempre quello che ama incondizionatamente in modo disperato e malato e quello che ne approfitta per qualche motivo perverso, usando il partner come oggetto da utilizzare per soddisfare qualche bisogno sessuale o peggio.

Io non voglio innamorarmi perché questo potrebbe complicare ancora di più le cose.

A volte, non so nemmeno il perché sono non mi sono ancora uccisa. Non ho niente che mi tenga legata a questa vita, se non la musica. Si può forse vivere di musica?                                                                                                                          

A volte, vorrei capire cosa si prova a sorridere. Io non ho mai sorriso nella mia vita. Dicono che sia bello, che allunghi la vita e che faccia stare bene. Bah, io non ho mai trovato il motivo per farlo.


Mi basterebbe un attimo di felicità, così solo per vedere come ci si sente. Me lo merito vero? Mi piace pensare che la risposta sia sì.
Riuscirò mai a trovare una persona che mi voglia bene e  che non scappi davanti alla mia vita? Ho paura che questo sia un no.
E a me non piace avere paura.

 

Ciao a tutti Sono la “vecchia” Effy Salvatore con un nuovo account. Credo che di questa farò una bella (almeno spero) ling-fic. Ho tante idee in mente. Vi avverto che più andremo avanti più il rating salirà e diventerà rosso.  Questo è un po’ corto, perché è più un esperimento per vedere se piace,ecco.
Recensite in tanti,alla prossima,baci :D  

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