Tracce dall'adolescenza

di Elize
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lettere a chi non è ***
Capitolo 2: *** La steppa al confine del mondo. ***
Capitolo 3: *** Fine che trascina. ***



Capitolo 1
*** Lettere a chi non è ***


Mi è venuta voglia di scrivere qualcosa di malinconico per ricordare come vedevo il mondo a tredici anni.
Siate clementi, adesso tutto è migliore ai miei occhi.
Recensite, se vi va.




 Palermo, martedì 14 aprile 2009.
 

Lettera a un freddo,

eccomi qui. Basta un libro per incontrarti, da quando te ne sei andato tutto è cambiato. La gente non ha ancora il coraggio di vivere, si nasconde dietro pregiudizi e false taglie, la maggior parte dei ragazzi vende libri per vendere se stesso. Altri cercano di imitarli. Le colline, le praterie non ci sono più. Adesso ci sono sterili strade, con auto colorate che cercano di sfuggire alla vita dei guidatori. I sogni sono già finiti, la dignità della società, anche. Le guerre continuano, i genocidi, anche. Adesso il mondo si è inventato un altro colpevole, non siete più voi. Adesso è colpa di un’intera nazione se il mondo non è l’eden che ci si aspettava.  O meglio, che si aspettavano. Io aspetto solo che tu ritorni a prendere il mio sangue e la mia anima, il mio corpo puoi anche lasciarlo qui non m’importa. Nulla, di esso. Voglio andare via.
 La gente si uccide per soldi o rivalità. L’amore non esiste più, e forse non è mai esistito. Quanto a me, tiro avanti. Rimpiango ancora quel giorno in cui ci guardammo negli occhi e scoprimmo la verità…essere un’ibrida non è tanto male, ma essere completamente qualcuno è tutt’altra cosa. Molto più ricompensante e soddisfacente. A volte mi fa schifo il sangue, altre volte lo benedico. Adesso si stanno sviluppando malattie dovute al sangue, ma com’è possibile che un liquido dia tanti problemi? Un liquido dove scorrono le mie malinconie…Riprendetemi con voi, per favore. Qui la vita cambia quasi per divertimento. Tutto è estremamente frustrante, i sentimenti cambiano in una notte. Le ragazze nascondono il viso sotto una maschera di trucco e false promesse di far risaltare quegli occhi vuoti. Dio, come si sta auto-distruggendo questo pianeta. Sempre alla ricerca del mistero la gente, non cerca di svelare se stessa. Tutti sono troppo impegnati ad auto lesionarsi o a mettere in mostra qualcosa che non c’è. Che misero business. La vita si è ridotta a questo qui.

 


Tua,RoseSpell

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Capitolo 2
*** La steppa al confine del mondo. ***


Ultimo delirio del 2011.
Nella speranza che
l'anno prossimo i miei e i vostri sogni possano divenire realtà,
vi auguro un 2012 magico.
Recensite, se volete*



 Palermo, mercoledì 15 aprile 2009.

 

Lettera a un freddo,

ti prego portami con te, concedimi di vagare con te nella tua mezzanotte solitaria. Fa’ di me, la tua vittima, fa’ di me la tua vita. Non lasciarmi qui. Non voglio morire da umana. Io non sono nessuno. Vagare è sempre stata la mia specialità. Vago da sola, nel buio della mia vita. Nessuna certezza. Solo domande e voglia di non essere mai nata e allo stesso tempo di trovare la mia via, la mia natura. Eppure, se mi rifletto in uno specchio, non riesco a vedere il mio futuro. Mi vedo sempre alla ricerca di qualcosa di inspiegabile. Cerco io stessa la morte. La cerco involontariamente, la inseguo per porre fine al mio vagare, ma non la trovo mai. Mai! Se solo tu potessi aiutarmi, capirmi e uccidermi. Portami nelle tue steppe, nella tua Alaska. Troverei me stessa, scoprirei qualcuno. Ho la pelle dura e liscia, fredda e calda, ma non sembra accogliere il tocco di qualcun altro. Sembra arrossire, invece è solo la mia anima che vuole uscire da questa trappola chiamata corpo. Hai mai visto niente di più insignificante di un corpo? Non ti rispecchierà mai, ti intrappolerà solo in stupide paranoie umane. Il corpo è una selezione, tutto qui. Una stupida, inetta soluzione. Sanno fare solo questo gli umani? Giudicare in base al corpo? E l’anima dove finisce? Ah già da noi finisce all’inferno. La gente è così incerta su ciò che vuole, è sconcertata dalle cose strane e oscure, però non sa darsi pace sulla loro natura allora cerca di scoprire cosa siano o chi siano. Chi sono loro per giudicare? Per mettere tutto alla luce del sole? Alcuni misteri sono nati tali, e tali devono rimanere.  È un inferno.
Aiuto, per favore.
 


Tua RoseSpell.
 

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Capitolo 3
*** Fine che trascina. ***


  

Palermo, giovedì 16 aprile 1901.

Lettera a un freddo,
la pioggia cade su di me, la gente non sorride più. Il mondo mi crolla addosso, ma che colpa ne ho io? Se la società non  è fondata sulla libertà? Che colpa ne ho io, se non sono come loro? Se io non mi formalizzo per un filo di matita sbavata, se a me non importa nulla della moda. Che colpa ne ho io, se il  mio cervello è contraffatto? Io vivo nel mio mondo, non cambio. È come una gabbia, e io sono la prigioniera. Niente libertà. La peggiore punizione è la solitudine alla quale sono condannata. Queste quattro pareti sono così sterili e insignificanti mi intrappolano ma non mi fermano. A volte vorrei abbatterle io stessa, ma è impossibile. Vivo in un incubo che mi distruggerà, se non mi salverai. In attesa di te.


Tua RoseSpell.
 
 
 
 
 
 
Barcellona, venerdì 15 aprile 15 1901.

Lettera a un freddo,
oggi ho trovato una libellula e una scritta su: vola da sola, era la tua libellula. Avrei dovuto seguirla e invece no. Legata qui al tuo ricordo transatlantico, lontano. Senza contatto, ma sono desiderosa di volgermi a te, e di essere catapultata dentro te. L’illusione di rimaterializzare la nostra confusione virtuale, ma no. Non si può. Non ho nessun rimedio contro la nostalgia di te. Trasformazione radicale di tutto il mio universo. Il cuore in pezzi separati nel petto conservati come i frammenti degli specchi su cui rifletto mille volti che posso scegliere desiderare idolatrare venerare provar piacere carnale ma dopo un tale amore non possono più amare. Ma nonostante tutto ho voglia di esser grata.

Tua RoseSpell.
 

 
 

Alaska, giovedì 6 luglio 1902.

Lettera a un freddo,
piove e la terra trema, il dolore è ovunque. Perché mi hai lasciata qui? Perché ?♥.Quello non era il paradiso, c'era troppo dolore. Troppo dolore che spezza il cuore, e lo rovescia. Vienimi a prendere.

Tua RS.
 
 

 
 
 
 

Non so dove, non so quando.

Lettera a un freddo,
devo aver perso il conto di che giorno sia e di dove io mi trovi ma dal momento che sto impazzendo dubito che sia importante. Le porte mi vengono chiuse in faccia e nel frattempo la finestra della mia stanza si spalanca a causa del vento. Prego perché non sia il vento ma sia solo tu, angelo mio. Perché mi hai confinata qui? Non ti ero abbastanza fedele? Perché?  TiVoglioBene.Gio 
 

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